Sociologia della comunicazione - coris.uniroma1.it · T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni...
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Slidecorso–7ParadigmidellaComunicazione
Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d’impresa
Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico 2018-2019
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Corso di
NOTABENEQuestomaterialeèsolounsupportoallelezionitenuteinaulaenonèMAIsostitutivodeitestid'esame.L’usoscientificoedivulgativodiquestimaterialièlibero,acondizionechesenecitil’autoreelaprovenienza.(M.Bruno,2018,MaterialidelcorsodiSociologiadellacomunicazione,SapienzaUniversitàdiRoma,Dip.diComunicazioneeRicercasociale)Perinformazioni:[email protected]
Paradigma
Il paradigma è il quadro di riferimento teorico che orienta e dà senso all’attività scientifica.
Il paradigma è la cornice, all’’interno della quale lo scienziato individua i problemi e i metodi che, in una certa fase del cammino scientifico, sono
riconosciuti come validi e legittimi.
Paradigma
I paradigmi determinano i modi, la gamma dei problemi e i modelli di soluzione accettati da una comunità scientifica di un determinato periodo
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
I sostenitori di paradigmi opposti conducono le loro ricerche all’interno di mondi differenti, ciò significa che i due gruppi di scienziati vedono cose diverse quando guardano dallo stesso punto, nella stessa direzione
Incommensurabilità
Paradigma
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
Paradigma
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
Nel mutamento paradigmatico alcuni vecchi problemi possono venire trasferiti a
un’altra scienza o addirittura dichiarati non scientifici
La teoria che poneva la terra al centro dell’universo era il risultato di un paradigma di stampo religioso, che rimase in vigore fino
a quando la scienza non fu in grado di rendersi autonoma dal potere ecclesiastico
Due differenti proposte teoriche:
à approccio scientifico, sforzo di concettualizzazione forte. Si parla di trasporto (di informazione) non di trasformazione (Shannon) à approccio coinvolgente, riflette una chiara prospettiva umanistica. La generazione di significato implica un processo di trasformazione, mutamento (Richards)
«Sebbene non necessariamente contraddittorie fra loro, nessuna delle due definizioni fa riferimento agli interessi
evocati dall’altro autore.» Em Griffin
Paradigmi comunicativi
James Carey, studioso di teorie e analista dei media, contrappone una definizione di comunicazione legata a una visione trasmissiva ad una collegata a una dimensione rituale, che valorizza la partecipazione e la condivisione come forze in grado di aumentare la compattezza di una
comunità sociale.
Le due diverse visioni della comunicazione di Carey riflettono
i due paradigmi informazionale e relazionale.
Paradigmi comunicativi
Paradigmi I paradigmi relativi alla Comunicazione,
secondo Le Scienze della Comunicazione, sono :
Il paradigma relazionale
Il paradigma informazionale
Il paradigma informazionale ha subito un processo di usura maggiore rispetto al paradigma relazionale.
Nato alla fine degli anni Quaranta ha riscontrato un gran successo
Nel corso degli anni Cinquanta sembra poter assumere la guida degli studi sulla comunicazione, superando l’amalgama tra approccio umanistico e scientifico, natura e cultura, uomo e macchina, che li caratterizzava.
Paradigmi comunicativi
Paradigma informazionale La sua rapida ascesa è stata seguita però da un altrettanto rapido declino e da critiche relative al suo eccessivo legame con il mondo delle macchine e le scienze dure, che rendeva il paradigma insufficiente e inadeguato per l’analisi della comunicazione tipicamente umana.
Il paradigma relazionale, invece, pur essendo più attento alla comunicazione umana e agli effetti degli scambi comunicativi, non sempre ha avuto gli strumenti adeguati per analizzali o misurarli con esattezza.
Paradigmi comunicativi
Paradigmi I paradigmi relativi alla Comunicazione,
secondo Le Scienze della Comunicazione, sono :
Il paradigma relazionale
Il paradigma informazionale
Movimento e mutamento
Le definizioni possono essere pensate come mattoni costruiti con due materiali fondamentali: movimento e mutamento.
L’attenzione viene data al movimento quando ci si preoccupa unicamente del processo trasmissivo di un atto comunicativo, concedendo molta attenzione alla tecnologia adoperata e al funzionamento del processo.
Le definizioni costruite con il mutamento, invece, si concentrano sulle conseguenze del processo comunicativo, sulle trasformazioni indotte su emittente e destinatario.
movimento mutamento
Trasporto di qualcosa da un punto a un altro
Modificazione della situazione esistente
COMUNICAZIONE
INFORMAZIONALE RELAZIONALE
Paradigmi
movimento mutamento
rispetto alle definizioni
1. condivisione
2. relazione sociale
1. trasferimento di risorse 2. influenza 3. scambio di valori 4. trasmissione
Paradigmi
Informazione Informazione s.f. (der. di informare, sul modello del lat. Informatio –onis “nozione, idea, rappresentazione” e in epoca tarda “istruzione, educazione, cultura”). – 1 (ant., non com.) L’azione di dar forma a qualche cosa. 2. (fig.) a. Atto dell’informare o dell’informarsi, nel senso di dare o ricevere notizie: libertà di informazione.
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
Informazione s.f. b. Notizia, dato o elemento che consente di avere conoscenza di fatti, situazioni, modi di essere, ecc.: dare, chiedere, ricevere un’ i; ufficio informazioni. c. L’insieme delle persone e delle strutture (giornali, reti radiotelevisive, ecc.) attive nella produzione e diffusione delle informazioni, spec. giornalistiche: il mondo dell’informazione.
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
Informazione
Informazione s.f. 3. (biol.) I. genetica, l’insieme dei messaggi ereditari contenuti nei geni dei cromosomi di una cellula. 4 (inform.) Dato elaborato o memorizzato all’interno di un’unità di elaborazione. 5. Teoria dell’i., scienza che studia i messaggi in quanto successioni statistiche di eventi, a ciascuno dei quali è associata una certa quantità d’informazione. 6. (giur.) I. di garanzia, denominazione…
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
Informazione
Dal latino Informo Do forma, plasmo • Privilegio del movimento
• Neutralizzazione del mutamento
• Attenzione al processo di trasmissione • Scarsa attenzione agli effetti successivi
alla ricezione del messaggio
Paradigma informazionale
Paradigma informazionale
Caratteristiche principali: 1. trasporto di informazioni
preconfezionate
2. trasmissione di significati
La comunicazione informazionale è una comunicazione finalizzata, intenzionale, ma che per contro non è né “persuasiva” né “d’influenza”. Taluni dicono che è “scientifica” – a condizione che si intenda chiaramente che si applica a tutte le scienze: umane, sociali, esatte e applicate. Il che le conferisce un carattere neutrale o universale.
La comunicazione informazionale ha una componente di “trasmissione” che non può essere ignorata (modello E-R), poiché l’autore utilizza tutti i mezzi tecnici possibili per raggiungere il suo obiettivo di farsi conoscere
Paradigma informazionale
I significati della comunicazione sono prodotti in un luogo esterno ad essa e da qui trasferiti diffusivamente nello spazio circostante per esercitarvi forme di controllo e di influenza
Paradigma informazionale
Relazione relazione s.f. (dal lat. Relatio –onis, der. di referre “riferire”). – 1. a. L’azione e il fatto di riferire il testo stesso con cui si riferisce, e la sua forma: fare, presentare una r.; di un viaggio, di una spedizione scientifica; r. su un’inchiesta; r. introduttiva. b. Illustrazione con cui il governo o un’assemblea legislativa accompagna un disegno di legge…; c. (giur.) Esposizione dello svolgimento di un processo…;
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
relazione s.f. 2. Connessione o corrispondenza che intercorre in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti: tra i due fatti sussiste una precisa r. di causa e di effetto; ma in che…; 3. a. Con riferimento a persone o a gruppi, rapporto, legame o vincolo reciproco: r. di parentela, di amicizia, di lavoro, di affari. °
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
Relazione
relazione s.f. Espressioni: essere in buone r., o rompere, troncare le r. con qualcuno; r. sociali, le forme elementari soggettive, di interconnessione tra due o più soggetti, individuali o collettivi; pubbliche r. (traduz. dall’inglese public relations), i rapporti e i contatti che un ente ha con il pubblico e con i rappresentanti di altri enti o gruppi: ufficio di pubbliche r.; vita di r.; il complesso delle funzioni vitali…
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
Relazione
• Privilegio del mutamento
• Neutralizzazione del movimento
• Grande attenzione agli effetti successivi alla ricezione del messaggio
• Scarsa attenzione al processo di trasmissione
Paradigma relazionale
Elemento fondativo della socialità
Caratteristiche principali:
Forma di comunione, rito collettivo
Metafora del legame
Mantenimento dell’integrazione sociale di una cultura nel tempo
Significati non recepiti nella forma in cui vengono prodotti dalla fonte, ma risultato di una costruzione intersoggettiva
Paradigma relazionale
Paradigma relazionale Interpretazione continua (ermeneutica): la ricerca del senso non avviene all’interno del segnale per ricostruire l’intenzione dell’emittente, ma nella rete contestuale ed extratestuale attivata dal ricevente
Differenze tra i paradigmi Una sinossi che contrappone analiticamente i due paradigmi
Informazionale Relazionale
Modalità comunicativa Informazione Discorso
Connessione del rapporto Morfologica Funzionale
Ruolo del soggetto Passivo Attivo
Struttura messaggio e codice Isomorfica Ermeneutica
Differenze tra i paradigmi Una sinossi che contrappone analiticamente i due paradigmi permette di coglierne le differenze in termini di: • modalità comunicativa, • connessione del rapporto, • ruolo dei soggetti coinvolti nel processo
comunicativo, • struttura del messaggio e del codice.
Modalità comunicativa
Nel paradigma relazionale la modalità comunicativa è il
dialogoà flusso comunicativo bidirezionale
Nel paradigma informazionale la modalità comunicativa è il monologoà flusso comunicativo unidirezionale, direttivo
Modalità comunicativa
Informazione Relazione monologo dialogo
Carattere monologico: ricevente con un ruolo
passivo, esaltazione del ruolo dell’emittente
Pratica dialogica: interlocutori impegnati in senso attivo
Trasmissione di idee Confronto di idee
Connessione del rapporto
Nel paradigma informazionale la connessione del rapporto è morfologica.
Per morfologica intendiamo una comunicazione in cui è necessario prestare attenzione alla corrispondenza tra il senso che si intende comunicare e il mezzo che veicola il messaggio. Il problema in quest’ottica è il confezionamento del messaggio, affinché sia chiaro per il destinatario.
Nel paradigma relazionale la connessione del rapporto è funzionale.
La connessione funzionale è quella che si instaura tra i parlanti in un processo comunicativo bidirezionale, tramite il quale emittente e destinatario mettono in relazione i segni comunicabili (significanti) con le loro esperienze (significati).
Connessione del rapporto
Connessione del rapporto
Morfologica Funzionale
La forma del messaggio che deve essere trasmesso è
legata al tipo di mezzo che viene utilizzato per
la trasmissione
Ogni messaggio prevede una distinzione tra significante e significato. L’operazione che permette di abbinare i due termini è funzionale alla
comunicazione
segnale segno
Il carattere monologico della comunicazione iscritta nel paradigma informazionale relega il ricevente ad un ruolo rigido e passivo, rispetto all’emittente.
Il contesto della conversazione presupposto dal paradigma relazionale indica necessariamente un coinvolgimento attivo degli interlocutori.
Ruolo del soggetto
Passivo Attivo
Struttura messaggio e codice Il paradigma informazionale presuppone la
condivisione del codice da parte di emittente e destinatario, dunque una struttura del codice e del messaggio di tipo isomorfico.
Per “passare” dal codice al messaggio posso concentrarmi sulla forma: hanno forma uguale o simile
Nel paradigma relazionale, invece, la comunicazione è considerata un processo interpretativo, dunque la struttura del codice e del messaggio è di tipo ermeneutico.
Per “passare” dal codice al messaggio ho necessità di uno sforzo di interpretazione
Struttura messaggio e codice
Isomorfica Ermeneutica
Pratiche comunicative e codici standardizzati
e univoci e con una densità semantica assai
povera
Il significato nasce dalla interpretazione, o
meglio dalla sistematica cooperazione
interpretativa dovuta alla interazione tra
emittente e ricevente