Smart city - “Una nuova lettura della città contemporanea”

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SMART CITY Una nuova lettura della città contemporanea” Alunno: Andrea Ramunno Classe: 5c Docente tutor: Adalgisa Cocco

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SMART CITY

“Una nuova lettura della città contemporanea”

Alunno: Andrea Ramunno Classe: 5c Docente tutor: Adalgisa Cocco

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PREFAZIONEL’idea di realizzare un lavoro sul tema della smart city deriva dall’interessepersonale che ho sempre provato verso il campo che si occupa delmiglioramento della vita dei cittadini che avviene attraverso l’utilizzo dellatecnologia come nel caso delle città smart oppure che avvenga con metoditradizionali fino ad arrivare alla partecipazione alla vita politica che abbiacome fine quello del bene comune. Mi piace utilizzare come incipit la parola sognare. Siamo esseri umani espesso siamo guidati dalle emozioni. La parola sognare significa riflettere suscenari a lungo periodo, immaginare un modo diverso, nuovo di fare le cose.Proprio questo sognare mi porta a esporre a voi un’idea di città nuova, non dicerto inventata da me (tranne alcune idee che si potrebbero attuare nellanostra realtà locale), ma su cui mi piacerebbe che venisse posto di piùl’accento dai nostri amministratori, sia locali che nazionali. Sognare modinuovi di fare le cose non significa ‘’rottamare’’ quelli vecchi ma significaanalizzare dove si è fallito e cercare di migliorarsi. Nel caso dello sviluppourbanistico delle città si è sbagliato molto con cementificazioni sfrenate, conmodelli di sviluppo non eco compatibili con una scarsa inclusività deicittadini nei processi decisionali e con altre scelte sbagliate cheanalizzeremo nel corso del lavoro.

Sognare è il primo passo per provare a cambiare le cose, chi non sogna non raggiunge nemmeno gli obiettivi più semplici.Naturalmente non basta solo immaginare ma bisogna portare esempiconcreti, lo faremo insieme in questo lavoro. Non nascondo le difficoltà cheho trovato trattando il tema della smart city essendo un tema pococonosciuto e che nel nostro paese non riesce ancora a radicarsi, spero che illavoro sia di vostro gradimento.

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INDICE:

1| Introduzione

2| Alcuni dettagli sulle città

3| Esempi di SMART city in Europa

3.1 Barcellona

3.2 Stoccolma

3.3 Edimburgo

4| SMART cities in Italia

4.1 Genova

4.2 Torino

5| Il concetto di SMART city in filosofia

6| Il modello di SMART city in Vitruvio

7| Renzo Piano, un architetto SMART

8| La SMART city nel sistema locale

8.1 Il quartiere “GIZIO”

8.2 Il centro storico SMART

9| Un’applicazione per la città SMART

10| Terremoti e prevenzione sismica

10.1 Terremoti

10.2 Prevenzione

10.3 Terremoto nella nostra zona

11| Risorse, inquinamento, sviluppo sostenibile

11.1 Inquinamento elettromagnetico

12| Conclusioni

13| Bibliografia

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1| INTRODUZIONEPartendo dall’analizzare le parole smart city cerchiamo di dare unadefinizione. Smart in italiano può essere tradotto con intelligente e city concittà, ma cosa si intende per città intelligente? una prima risposta puòessere: Una città che sappia sfruttare in modo intelligente le proprie risorse,con lo scopo di diventare economicamente sostenibile, energeticamenteautosufficiente e attenta alla qualità della vita dei cittadini. Naturalmentequesto non basta a definire la smart city, proviamoci analizzando tutti i punti,la smart city è appunto una città intelligente che con l’utilizzo delletecnologie messe a disposizione dal progresso riesce a risolvere problemicome ad esempio la mancanza di parcheggi, riesca a migliorare la qualitàdell’aria che respirano i cittadini, monitorandola e riducendo cosìl’inquinamento, un comune che riesca a fornire rapidamentedocumentazioni, certificati e permessi rapidamente ai propri cittadini, unacittà che riesca a fare delle proprie debolezze una ricchezza e lo vedremopiù avanti con l’illustrazione di alcuni esempi smart applicati alla prevenzionesismica che da rischio diverrebbe una possibilità si sviluppo, una città chericollegandosi al tema del miglioramento della qualità della vita dei cittadiniriesca a creare aree verdi e a ridurre l’impatto ambientale attraversoprogetti di smart grid cioè di illuminazione intelligente senza sprecare unarisorsa importante come l’elettricità, ma includiamo nel tema smart cityanche quello che riguarda la mobilità sostenibile.Naturalmente questi esempi possono sembrare molto lontani dalla realtà maattraverso alcuni esempi di smart city già sperimentati in Italia e nel mondopossiamo entrare a contatto maggiormente con uno dei temi che sentiremospesso in futuro con esempi pratici di progetti già realizzati o in via direalizzazione. Tra le prime città in Italia appaiono Genova e Torino. In europapossiamo citare Barcellona, Edimburgo e Stoccolma.

2| ALCUNI DETTAGLI SULLE CITTÀÈ necessario passare ad un nuovo modello di città in quanto la città oggi èconsiderata l’ecosistema artificiale per eccellenza in cui è possibileaffrontare i problemi relativi ai cambiamenti climatici e l’urgenza degli effettiprovocati da anni di consumo eccessivo di risorse. Secondo studi recentiogni settimana 1 milione di abitanti delle campagne si trasferisce in città; lacittà diventerà casa per circa 5 miliardi di persone nel 2020 e più di 3 miliardidi persone. Nel 2050 si prospetta che i 2/3 della popolazione mondiale vivràin città1.Oggi le tecnologie informatiche stanno cambiando rapidamente il nostromodo di vivere: 5 miliardi di persone hanno accesso ad un telefono mobile, e2 milioni di questi sono Smartphone con una connessione internet.Contributo importante a questi fenomeni lo danno i paesi in via di sviluppo.

1 Dati tratti dalla ricerca di Salvatore Caschetto in “Smart City”

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Il fenomeno delle Smart Cities nasce dall’esigenza di impostare politichelungimiranti per lo sviluppo sostenibile della città.La Smart city può essere considerato un fenomeno tutto europeo, poiché laconformazione stessa delle città con una storia secolare e con un disegnourbano unico al mondo, ha bisogno oggi nel XXI secolo di essere ri-visto, ri-progettato e ri-pensato per fronteggiare i gravi problemi di cambiamentoclimatico, esempi lampanti sono molte città italiane e anche nel nostrosistema locale abruzzese ne abbiamo molti esempi.Il professor Michele Vianello, attuale direttore del parco tecnologico Vega,nel sul libro ‘’Smart Cities’’ (vedi bibliografia) ha individuato 59 principi cheuna città deve rispettare per ritenersi smart.Di seguito sono riportati i punti essenziali:

1. La città intelligente è un processo, non una destinazione.2. L’intelligenza di una città è data dalla volontà di incrementare

qualitativamente e di rendere disponibile conoscenza virtualizzata3. La città intelligente è popolata da imprese e persone intelligenti, ed è

amministrata da Governance intelligenti.4. L’intelligenza di una città è il frutto dell’attività di persone consapevoli

di usare le migliori tecnologie a disposizione5. L’intelligenza di una città non è la somma di cambiamenti casuali.

L’intelligenza in una città è il frutto di una costante attività di innovazione.

6. Le città devono confrontarsi frequentemente con la velocità dei processi di innovazione

7. Il dirigismo pubblico e la pianificazione strategica sono ormai strumentidel passato

8. La città intelligente è il luogo dei dialoghi9. I processi di innovazione provengono da progetti di collaborazione tra

pubblico e privato10. Una città intelligente necessita di una governance intelligente11. La città intelligente è il luogo della sostenibilità ambientale12. L’infrastruttura a fibra ottica, il wi-fi, gli smartphone, i social network,

il cloud compunting sono fattori abilitanti della smart city13. La città intelligente rompe ogni barriera comunicativa e rimuove ogni

ostacolo generazionale14. La città smart non dipende da quanti lampioni siano collegati al wi-fi

ma dipende da quanto essa riesca a connettere uomo e macchine15. I dati pubblici e privati vanno messi in formato aperto e in relazione tra

loro per generare valore sociale ed economico

Il concetto Smart city vuole disegnare anche una visione condivisa difuturo, attraverso strategie di sviluppo per la città.

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3| ESEMPI DI SMART CITY IN EUROPAAttraverso alcuni esempi di smart city già sperimentati in Europa possiamoentrare a contatto maggiormente con uno dei temi che sentiremo spesso infuturo con esempi pratici di progetti già realizzati o in via di realizzazione.Tra le prime città in Italia appaiono Genova e Torino. In europa possiamocitare Barcellona, Edimburgo,Stoccolma.

3.1|BARCELLONABarcellona nel 2000 ha promosso un progetto di riqualificazione di unavecchia area industriale per trasformarla in un distretto con alta qualità dellavita, per creare nuovi e innovativi posti di lavoro e un centro di ricerca.Questo progetto viene riconosciuto per le innumerevoli opportunità dicrescita che ha dato alla città. Inoltre Barcellona può vantare il sistema Wi-FI2 più esteso d’Europa.Municipal Wi-Fi conta circa 250 hot spot in tutta la città per uso interno, perconnettere sensori ed elementi della città, per incoraggiare l’uso dellatecnologia e la partecipazione da parte dei cittadini.

3.2| STOCCOLMAAltra città smart in Europa è Stoccolma che nel 2010 è stata nominataCapitale Verde d’Europa, per i risultati ottenuti dalla riduzione di gas serrapiù bassi del 50% per residente dello standard nazionale. L’ambizione della città è quella di ridurre a 3 ton. di emissione di CO2 perogni residente nel 2015 ed eliminare l’uso del carburante fossile entro il2050. Il settore più importante per realizzare questi ambiziosi progetti è iltrasporto; per questo Stoccolma ha l’obiettivo di diventare una città cheutilizzerà solo veicoli elettrici entro il 2030.I sistemi smart principali utilizzati a Stoccolma sono stati quello dell’utlizzo dimezzi di trasporto sostenibili ( il 40% delle macchine messe in circolazionenel 2009 sono state auto ecologiche; questo ha permesso di risparmiareemissione di CO2 tra il 50% e il 60%) e l’ultilizzo della Co-generation districtheating cioè il 75% degli edifici a Stoccolma sono connessi a un distretto diteleriscaldamento. Questo sistema viene rifornito da energie rinnovabili nell’80% dei casi.

3.3| EDIMBURGOAd Edimburgo la visione Smart City si concentra su come connettere icittadini con il comune attraverso l’uso di tecnologia, in modo da cambiarel’approccio con il quale la pubblica amministrazione organizza e offre iservizi al fine di renderli efficienti, effettivi e finalizzati al consumatore. Adesempio con l’ Active Citizenship si crea una condizione in cui tutti i cittadinipossono partecipare effettivamente e facilmente con la Municipalità ai

2 Sistema di connessioni senza fili. 5

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dibattiti circa i servizi pubblici. Questo crea una nuova forma dipartecipazione politica (vedi pagg. 8-9 paragrafo 5).

4| SMART CITIES IN ITALIAL’Italia ha avuto una storia un po’ diversa, rispetto ai casi analizzati finora, in merito al fenomeno Smart cities. Il concetto Smart city comincia ad essere recepito e ufficializzato inoccasione dell’accordo SMAU3 – ANCI4, che istituisce l’ “Osservatorio sulleSmart cities italiane”, e soprattutto con l’introduzione da parte del MIUR68della strategia Smart City come strategia di sviluppo per l’intero Paese.L’ Osservatorio mira a far capire come attraverso il supporto delletecnologie, si possa migliorare la qualità della vita all’interno degli spaziurbani, in termini di mobilità, politiche energetiche, rifiuti e servizi alcittadino. Molte città si stanno adoperando per dare un seguito alla direttivadell’Unione Europea, che stimola ad avviare progetti Smart cities. Secondo quanto afferma NetConsulting70, le città italiane sono oggicostrette a rincorrere il nuovo concetto di Smart city per non rimanereindietro rispetto alle altre città europee. In Italia ci sono delle città che sistanno attrezzando come Smart city; tra di esse Genova Torino e in manierameno evidente anche Firenze, Bari e Bologna.Solo le città di Genova e Torino hanno raggiunto un utilizzo cospicuo ditecnologie smart. è previsto un nuovo bando che interesserà le medie epiccole città dal 2014, il così detto progetto Horizon 202074, che riguarderàle città di medie e piccole come dimostrano i 1800 medi e piccoli comuni chehanno aderito.

4.1| GENOVAGenova è conosciuta soprattutto per la sua lunghissima storia come cittàporto, su cui ha incentrato tutta la sua economia e lo sviluppo basatosull’industria pesante. Il porto oggi, sebbene sia tuttora il più grande d’Italia,ha un ruolo molto marginale rispetto al sistema mondiale ed europeo. Nonsolo: l’industria pesante è stata già smantellata. Genova deve cercare,quindi, una sua nuova vocazione. La città sta puntando molto sull’industriaHigh Tech, cercando di creare impresa, economia e lavoro.Il nuovo PUC5 è stato realizzato da Renzo Piano (vedi vita e opere pagg.10/11/12 paragrafo 7). Chiamato Urban Lab, Piano ha lavorato alla stesuradel nuovo strumento urbanistico. Nella città intelligente io non ci si muove necessariamente meno: ci si muovequando scegliamo noi. Questo significa che non bisogna andare in centroper stampare un certificato da portare in un altro ufficio; significa che metto

3 Esposizione Internazionale dell’Information & Communication4 Associazione nazionali comuni italiani5 Piano Urbano Cittadino 6

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la tecnologia a servizio di una migliore organizzazione dell'intero sistemacittà per ridurre gli sprechi energetici, l'inquinamento e per migliorare laqualità della vita. Genova è una città che ha saputo trasformare la propriaattività economica sia verso i mestieri della green economy, sia verso lavoridell'alta tecnologia e nella ricerca. Importante per la città di Genova è anche il rispetto per anziani ed handicap.La tecnologia non deve costituire una barriera e la città davvero smart satenere conto, traendone dalle diversità dei propri cittadini, offrendo loro unaqualità di vita in cui la ricerca e la sua applicazione rendano l'handicap, diqualunque tipo, non un ostacolo bensì una caratteristica affrontabile inmaniera semplice.

4.2| TORINO Torino sta cambiando da città industriale a città modello Smart. Si è postal’obiettivo di disegnare un nuovo futuro possibile. Torino negli ultimi anni èstata protagonista di numerosi interventi e trasformazioni urbane, che hannomigliorato la vivibilità e la qualità della vita dei suoi cittadini. Basti pensarealle Olimpiadi del 2006, evento mondiale che ha permesso a Torino di“cambiare faccia”, trovare il suo nuovo posto dopo le dismissioni delleindustrie FIAT. Trovare un nuovo equilibrio socio-economico è statofondamentale per non ripetere l’errore del “caso Detroit”. La ripresa dellacittà è stata evidente, lenta ma non troppo, e forte. Un impatto visivo nuovoche contrasta con il ricordo storico della città grigia e caratterizzata da unastoria industriale, definita appunto “la città della FIAT”, e mostra una cittàcreativa, culturalmente attiva.Un campo su cui la città di Torino ha investito molto è il settoredell’Educazione con il coinvolgimento continuo delle scuole nei processi ditrasformazione della città. Il patrimonio di conoscenze, ottenutoin questi anni, e i numerosi progetti di riqualificazione urbana delle periferiehanno sicuramente creato una fitta rete di conoscenza e di quali strategie dilungo termine attuare per il territorio metropolitano in un’ottica di sviluppo diagire all’interno delle scuole, non solo mediante interventi sugli edifici, maanche nei processi educativi contribuisce positivamente per diffondere conoscenza attraverso la fitta rete delle scuole presenti sul territorio.Questo è un punto essenziale anche del progetto Smart City a livelloeuropeo; infatti, si richiede espressamente che la cittadinanza sia attiva econsapevole.

5| IL CONCETTO DI SMART CITY IN FILOSOFIANaturalmente la smart city cambia le relazioni tra cittadini, rompendo loschema di partecipazione e democrazia del passato. è stato introdotto ilconcetto di e-democracy6 cioè una nuovo modo di partecipazione che il6 Democrazia digitale 7

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cittadino attua attraverso internet. Un filosofo contemporaneo, JurgenHabermas ha provato a teorizzare il cambiamento avvenuto nella societàcontemporanea. Verrà dato qualche cenno sulla vita di Habermas (vedi bibliografia):Habermas ha vissuto fino al conseguimento del diploma di maturitàa Gummersbach, dove suo padre Ernst dirigeva la sede locale della Cameradi Commercio e dell'Industria di Colonia. Ha studiato a Gottinga (1949/50), Zurigo (1950/51) e Bonn (1951-54) dovenel 1954 si laurea con una tesi dal titolo: 'L'Assoluto e la storia.Sull'ambivalenza nel pensiero di Schelling (Das Absolute und dieGeschichte. Von der Zwiespältigkeit in Schellings Denken). Ottienel'abilitazione nel 1961 a Marburgo con lo scritto 'Mutamenti di strutturadell'opinione pubblica. Ricerche su una categoria della società civile'(Strukturwandel der Öffentlichkeit. Untersuchungen zu einer Kategorie derbürgerlichen Gesellschaft), pubblicato successivamente in Italia come'Storia e critica dell'opinione pubblica'. Da quel momento inizia unastraordinaria carriera come professore di filosofia all'Università diHeidelberg, dove insegna fino al 1964. Come suoi maestri Habermasindica Erich Rothacker, Oskar Becker, Nicolai Hartmann, WilhelmKeller, Theodor Litt, Johannes Thyssen e HermannWein.Dal 1964 al 1971 Habermas è stato professoredi filosofia e sociologia alla Goethe-Universität di Francoforte. Nel 1971 sitrasferisce aStarnberg nei pressi di Monaco, dove insieme a Carl Friedrichvon Weizsäcker guida il "Max-Planck-Institut per la ricerca delle condizionivitali del mondo tecnico scientifico". Nel 1981 pubblica il suo lavoro piùimportante, Teoria dell'agire comunicativo (Theorie des kommunikativenHandelns, vol. 1: Handlungsrationalität und gesellschaftlicheRationalisierung, vol. 2: Zur Kritik der funktionalistischen Vernunft), nelquale si confronta con George Herbert Mead, Max Weber, EmileDurkheim e Talcott ParsonsNel 1983 torna a Francoforte dove gli vieneassegnata la cattedra di filosofia con specializzazione in filosofia socialee filosofia della storia e nel 1994 viene nominato Professore Emerito.Dal 1983 Habermas è curatore della rivista mensile di scienzepolitiche "Blätter für deutsche und internationale Politik". Nel 2001 è statoinsignito del premio per la pace delle "Librerie Tedesche", nel 2003 gli èstato consegnato il "Premio Principe delle Asturie", nel 2004 riceve il"Premio Kyoto" per la carriera, uno dei riconoscimenti attuali più significativiper la cultura e la scienza. Dopo aver dato dei cenni sulla vita di Habermaspassiamo ad analizzare il suo pensiero e vediamo perché essò è collegabileal tema della smart city. Habermas è conosciuto per aver ripreso più volte lateoria della democrazia deliberativa cioè una forma di governo democratica.Diamo qualche cenno anche su questa teoria che dice che, per la soluzionedei problemi di decisione politico-amministrativa, si devono creare delleassemblee alle quali possa partecipare ogni singolo cittadino, nelle quali i cittadini vengano informati da esperti riguardo al problema in gioco, e nelle

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quali i cittadini possano discutere tra di loro, difendendo le proprie posizioni.È evidente come con l’ultilizzo di internet nella smart city la democraziadeliberativa venga applicata mantendo comunque delle differenze dallademocrazia deliberativa tradizionale. I cittadini infatti attraverso le nuovetecnologie interagiscono maggiormente con la pubblica amministrazionepartecipando ai processi decisionali. L’obiettivo della smart city è proprioquesto, coinvolgere i cittadini nell’amministrazione della cosa pubblica.Questo coinvolgimento può essere attuato semplicemente con una maggiorinformazione data al cittadino sulle decisioni amministrative, oppure con unoscambio maggiore di informazioni tra cittadini e amministratori come adesempio suggerimenti, segnalazioni su problemi tecnici o problemi earrivare addirittura a consultazioni elettorali fatte on-line. Naturalmente perquanto riguarda quest’ultimo punto bisogna essere cauti, proprio in unaconferenza tenuta dal professor Chiarenza7, esperto in nuove forme didemocrazia è stata espressa una fondata critica sulle decisioni prese inbase al voto on-line in quanto ci sarebbe poca sicurezza del web per quantoriguarda i risultati e in quanto il cittadino esprimendo un parere sul webspesso agisce d’impulso. Quindi è un sistema di consultazione quello delweb da utilizzare con cautela. Naturalmente non è del tutto negativo il nuovomodello di democrazia partecipata via web, infatti aiuta a manteneremaggiormente contatto il rapporto tra governance e cittadino, in un periodocome il nostro in cui manca spesso la fiducia in chi amministra la cosapubblica.

6| IL MODELLO DI SMART CITY PER VITRUVIOIl concetto della smart city può apparirci come nuovo ed esclusivamente delterzo millennio ma non è così, molti studiosi del passato hanno approfonditola relazione tra uomo e tecnologie per il miglioramento della vita delcittadino. Un esempio è Vitruvio del quale leggeremo qualche cenno sullavita. Marco Vitruvio Pollione (latino Marcus Vitruvius Pollio; 80 a.C. circa – 15a.C. circa) è stato un architetto e scrittore romano, attivo nella seconda metàdel I secolo a.C., considerato il più famoso teorico dell'architettura di tutti itempi. Ebbe esperienze con l’esercito come responsabile alla costruzione dimacchine da guerra. Una volta in pensione compose un trattatosull’architettura, il De Architectura. Proprio durante il suo periodo avvenneun grande rinnovamento edilizio, avviato da Augusto. Il suo trattato,all’avanguardia per l’epoca, è composto di dieci libri che trattano di ediliziapubblica e privata, materiali di costruzione, ingegneria idraulica. Vitruvio erail rappresentante della voglia di avere una rivoluzione tecnologica nell’eraAugustea. Vitruvio nella sua opera cercò inoltre di trovare un equilibrio trauomo e natura, indicando ad esempio i luoghi migliori per costruire in base acriteri come ad esempio la qualità dell’aria, la presenza o meno di strade. Inparticolare nel decimo libro Vitruvio incentra la sua indagine sull’uso dellemacchine per migliorare la vita cittadina. In particolare a Vitruvio stavano a

7 Franco Chiarenza, ex giornalista Rai, esperto in comunicazione

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cuore tre temi in particolare: il primo è la firmitas (solidità), il secondol’utilitas (funzione, destinazione d'uso) e l’ultimo è la venustas (bellezza).Come potete ben vedere ci sono molte affinità tra Vitruvio e il concetto diSmart City odierno, questo a testimoniare che l’uomo attraverso l’utilizzo ditecnologie e macchine ha cercato sempre di migliorarsi la vita, naturalmentecon uno spessore tecnologico ben diverso oggi rispetto al passato. ConVitruvio parliamo di semplici leve, catapulte, mulini mentre oggi parliamo distrumenti ad alta tecnologia, sviluppati anche con la nascita dell’elettronica.

7| RENZO PIANO, UN ARCHITETTO SMARTCome abbiamo già visto nel paragrafo in cui si parla delle città smart italianeed in particolare di Genova, Renzo Piano è un architetto impegnato nellosviluppo di modelli smart. A Genova con il contributo ampio di Piano è statocreato il PUC (piano urbano cittadino). Il Piano Urbanistico Comunale(P.U.C.) rappresenta il progetto di sviluppo della Città per i prossimi diecianni, è lo strumento di pianificazione comunale. Il Comune, attraverso UrbanLab, ha lavorato alla redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale conun approccio innovativo che pianifica lo sviluppo del territorio, anche graziealla collaborazione con grandi urbanisti come appunto Renzo Piano e RickyBurdett, ad una visione di città del futuro. Analizziamo con un approfondimento la vita (vedi bibliografia) di Renzo Piano per poi soffermarci alla sua visione sulla smart city.

Renzo Piano nasce a Genova il 14 settembre 1937, dopo aver conseguito ilDiploma di Maturità Classica al Liceo Mazzini di Pegli frequenta la facoltà diArchitettura prima a Firenze e poi Milano. Prima di laurearsi si reca anche aParigi dove frequenta presso la Conservatoire National des Arts et Métiersle lezioni di Jean Prouvé che poi Renzo Piano ritroverà come presidentedella commissione giudicatrice per il progetto del Centre GeorgesPompidou. Si laurea nel 1964 al Politecnico di Milano con una tesi su"Modulazione e coordinamento modulare" seguita dal prof. GiuseppeCiribini, con una votazione di 100/110, diventa allievo di Marco Zanuso

Grazie al padre, costruttore edile, ha subito la possibilità di conoscere lavita di cantiere e di esercitare la professione, nonché di instaurare le primerelazioni con i clienti. Dopo essere stato alcuni anni presso lo studio diFranco Albini tra il 1965 e il 1970 viaggia tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra percompletare la sua formazione. A Londra insegna per due anni pressol'Architectural Association School of Architecture. Nel 1969, a seguito dellacrescente fama nazionale, dovuta anche alla pubblicazione delle opere sulleriviste del settore (Domus e Casabella), Piano realizza il padiglione perl'industria italiana all'Esposizione Universale del 1970 a Osaka. Nel 1970Monica Pidgeon, detta la First Lady dell'architettura britannica editore per30 anni della rivista AD- Architectural Design, organizza una mostra sui suoilavori sperimentali. La fama internazionale: il Centre GeorgesPompidou e l'estetica high-tech

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Con grande sorpresa, vista la giovane età, Piano e Richard Rogers, insiemea Gianfranco Franchini vincono nel 1971 il concorso internazionale per larealizzazione del Centre Georges Pompidou (noto anche come Beaubourg)a Parigi battendo gli altri 681 concorrenti, provenienti da 49 paesi diversi,con un progetto molto audace e con una portata rivoluzionaria per l'epoca,soprattutto considerando che si andava a inserire nel centralissimo 4°arrondissement, non lontano da Le Marais. Considerato il manifestodell'architettura high-tech, è oggi uno dei monumenti di Parigi più visitati.

Nel 1988 il comune di Genova gli affida l'incarico di ristrutturare il PortoAntico, in vista delle Celebrazioni Colombiane (Expo '92 Genova),festeggiamento dei 500 anni della scoperta dell'America. Il progettoriqualifica l'area dei Magazzini del Cotone e del Millo, a cui si aggiungononuove costruzioni, come l'Acquario di Genova e il Bigo, l'ascensorepanoramico. L'area ha subito un nuovo intervento di riqualificazionenel 2001, sempre a opera di Piano, in occasione del G8.

Nel 1992 gli viene affidato l'incarico di ricostruire l'area di PotsdamerPlatz a Berlino. I lavori si protrarranno fino al 2000 e coinvolgerannonumerosi architetti tra cui Giorgio Grassi, Hans Kollhoff.

Nel 1994 vince il concorso internazionale per il nuovo Auditorium Parcodella Musica di Roma, inaugurato nel 2002. Nel 2004 porta a compimentola Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Nel 2008, dopo quasi diecianni di progettazione e lavori, viene inaugurata poi la California Academy ofSciences di San Francisco. Tra gli edifici più eco-sostenibili al mondo per laricercatezza con cui sono stati scelti i materiali. Nel 2006 ThomasPritzker, chairman della Officer of The Pritzker Organization e membro dellagiuria che assegna il Premio Pritzker, lo sceglie per progettare la sua villaad Aspen, che diventerà il primo progetto di residenza privata unifamiliare diPiano.

Piano, che è anche ambasciatore UNESCO, è entrato nel maggio 2007 a farparte della squadra del sindaco di Genova Marta Vincenzi come consulenteall'urbanistica sulla base di un progetto che porterà a definire le linee dellacittà del terzo millennio. Renzo Piano è inoltre consulente all'urbanisticapresso il comune di Trento, dove è attualmente in costruzione il nuovoquartiere Le Albere.

Proprio su questo progetto ci dobbiamo soffermare dopo aver analizzato lavita, infatti Piano sta partecipando alla progettazione di questo quartiere hi-tech che può essere un grande esempio smart, all’interno del quale èpresente un museo. Il progetto di costruzione si basa sulla riqualificazionedell’ex area Michelin, il “nuovo pezzo di centro storico” della città, che sipresenta come un complesso polivalente con un mix di natura, scienza e vitaquotidiana. Residenze, uffici, negozi, spazi culturali, aree congressuali e

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ricreative sono immersi negli oltre 5 ettari di parco, attraverso i quali èpossibile passeggiare.

Con l’inaugurazione del MuSE8 la nuova area urbana, vera e propria SmartCity, è completa. Occorre sottolineare che il Museo svolgerà ancheun’importante funzione pedagogica, sarà strumento di insegnamentodell’efficienza energetica: vicino ai 3.300 metri quadri di esposizionipermanenti e 500 metri quadri di mostre temporanee, ci sarà una sezione incui i visitatori potranno conoscere le strategie per rendere gli edifici piùsostenibili.

Le Albere è un vero e proprio quartiere green, un autentico laboratorio diSmart City con oltre 300 abitazioni raggiunte da fibra ottica con domotica eimpianti all’avanguardia, contraddistinte da esclusive scelte architettonicheper gli esterni. Per gli interni le soluzioni adottate sono molto attente aidettagli e ai materiali: sono stati utilizzati legno, marmo, ceramiche di primascelta e pareti vetrate a tutta altezza che impreziosiscono gli ambienti.Qualità della vita e comfort abitativo sono i valori portanti di un progettopensato per ottimizzare l’impatto ambientale. La presenza del controllodegli accessi, la videosorveglianza e i sistemi di riconoscimento della targagarantiscono i più alti standard di sicurezza ed efficienza. In superficie, ilquartiere è reso vivibile anche dalla presenza di piste ciclabili e pedonali,canali, piazze e spazi verdi. Per quanto riguarda il risparmio energetico, lacertificazione Casa Clima garantisce la qualità dell’intervento. Un sistema dipannelli fotovoltaici è stato installato sulle coperture degli edifici per fornireun contributo all’autonomia energetica dei piani interrati del quartiere. Unavocazione green esaltata anche dalla scelta dei materiali isolanti chepermettono di innalzare le prestazioni in termini di risparmio energetico e dicontenimento della dispersione termica. Inoltre, una centrale ditrigenerazione fornisce energia per il sistema di riscaldamento/raffreddamento, con gestione autonoma del consumo.È previsto anche il parziale recupero delle acque piovane.Tutto questo contribuisce a rendere Le Albere, il quartiere progettato daRenzo Piano una vera e propria Smart City.

8| LA SMART CITY NEL SISTEMA LOCALEOra vediamo attraverso esempi globali com’è possibile esportare la smartcity anche nel nostro sistema locale. Permettetemi una riflessione sullasituazione della nostra città, sia a livello urbanistico che socio-economico.

8 Museo delle Scienze di Trento, progettato da Renzo Piano 12

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Per quanto riguarda il campo urbanistico noi viviamo ormai in una città chenon svilppa un nuovo PRG9 da ormai trent’anni10 e che vede quindi il suosviluppo basarsi su vecchie logiche di sviluppo che l’hanno vista estendersia partire dal centro storico verso la zona ad EST. Scelta azzeccata ma chepurtroppo ora dovrebbe essere rivisitata in quanto lo spazio costruttivo nellazona ad est sopracitata è in esaurimento. È necessario quindi individuarenuove aree di sviluppo per la città. Nuove aree di che devono essere scelteperò tenendo conto di più fattori che riguardino la qualità della vita e chepossano portare Sulmona a creare veri e propri quartieri a misura dicittadino con l’utilizzo delle migliori tecniche di costruzione e con la messa adisposizione dei migliori servizi al cittadino. Uno dei primi criteri da nonsottovalutare per la scelta della nuova area di sviluppo è assolutamentequello dei trasporti e della logistica. Oggi assistiamo infatti ad unsovraffollamento dell’area sviluppatasi ad est con conseguenti disagiriguardo traffico e parcheggi. Naturalmente le scelte urbanistiche nonpossono solo incentrarsi sulla creazione di nuovi spazi cittadini ma anchesulla riqualificazione di quelli già esistenti. Per questo ho deciso di parlarvidi un quartiere ideale e quasi utopistico da sviluppare nella zona sud-ovestdi Sulmona e di una possibile riqualificazione di quartieri già esistenti comeil centro storico. Come riportato sopra la riflessione non riguarda solo ilcampo urbanistico ma anche quello socio economico. è inevitabile infatti cheuna rivoluzione urbanistica non influenzi una rivoluzione nel campoeconomico e sociale. Assistiamo oggi ad una crisi che può sembrarciirreversibile della città di Sulmona con una conseguente ‘’fuga di cervelli’’verso altre città. Facile pensare che la migrazione possa risolvere ilproblema occupazionale, difficile pensare ad una rinascita occupazionale diun territorio ormai arrivato ad una crisi sociale disastrosa. Però abbiamol’esempio riportato sopra di Genova (vedi pagg. 6/7paragrafo 4.1), cioè unacittà in ginocchio dopo aver perso i poli d’eccellenza (commercio portuale eindustria pesante) che ha saputo alzare la testa e iniziare ad investire inriqualificazione urbana che ha portato a Genova giovani ingegneri, impresedi costruzione, imprese hi-tech ed ha saputo creare un nuovo settore disviluppo. Toccherà anche a noi scommettere su un settore che sarà il futurodella vita cittadina che senza dubbio deve essere migliorata, soprattuttonella nostra Sulmona.La nostra città, siamo tutti noi. Per costruire una smart city servono cittadinicapaci di inventare un mondo nuovo. Cittadini animati da uno spiritoesploratore,precursore. Preserviamo e tramandiamo le nostre belletradizioni, portando al tempo stesso l’innovazione e il cambiamento, per unacittà capace di stare al passo col tempo e con i tempi di tutti. L’idea di smartcity attraversa tutti gli ambiti. È lo spazio dove la tecnologia, la scienza, la programmazione incontrano lacreatività, le differenze e i rapporti tra le persone.

9 Piano regolatore generale10 Fonte Comune di Sulmona

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Il motore del nostro domani sono le nostre idee. Quelle che cambiano ilmondo e inventano il nostro futuro, scopriamole insieme!

Cerchiamo ora basandoci su quello che è stato recepito sul tema smart city di immaginare un nuovo quartiere a sud-ovest di Sulmona.

8.1| Il quartiere “Gizio”

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Ora che l’area è stata individuata fisicamente possiamo passare alla

descrizione del nuovo quartiere smart che sembrerà utopistica, ma come

detto all’inizio, sognare è il primo passo per realizzare qualcosa.

Il quartiere “Gizio” si è sviluppato dopo un idea arrivata da alcuniamministratori locali. La prima pietra per la costruzione del quartiere è stataposta nel 2014, anno di arrivo dei primi finanziamenti dall’unione europeaper lo sviluppo di nuove aree cittadine che rispettino i principi dell’ecosostenibilità, dello sviluppo cittadino a misura di uomo. Nel quartiere sonopresenti negozi, abitazioni e strutture che danno servizi al cittadino comeasili nido, centri ricreativi. È presente inoltre un museo con presenza dipunti interattivi sulla storia cittadina e sulle nuove tecnologie applicate alsistema città. L’asilo nido permette alle mamme di avere un servizio chespesso manca, in più l’asilo nido è dotato di alta tecnologia che permette albambino un facile apprendimento già dalla tenera età. C’è una scuolasuperiore che utilizza tecnologie come lavagne multimediali e i libri sonostati sostituiti dall’uso del tablet, questo strumento permette di registrare lalezione e di seguirla anche da casa. Inoltre sono state abbattute le barriere

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che fanno si che lo studente appartenga ad un sistema isolato, infatti con lenuove tecnologie lo studente nell’attività di studio non sarà da solo ma potràinteragire con docenti o magari anche ragazzi per uno scambio costruttivodi pareri. Questo si inserisce nell’ottica del metodo di studio che adessopone dei limiti che la tecnologia smart vuole abbattere.

Per quanto riguarda i servizi è presente un ufficio postale che attraverso ilmonitoraggio dell’affluenza evita la formazione di lunghe file, indicando a chiusufruisce del servizio qual è l’orario migliore per recarsi all’ufficio postale.Il nuovo quartiere è dotato anche di sensori che monitorano il traffico,rilevando eventuali ingorghi e segnalandoli al cittadino attraverso notifichesullo smartphone. Inoltre attraverso un’applicazione creata da un’aziendalocale nata da qualche anno è possibile individuare parcheggi liberiattraverso sensori presenti sulle strisce del parcheggio, con notevolerisparmio di tempo e carburante da parte degli automobilisti. Questomonitoraggio del traffico si inserisce nell’ottica della riduzionedell’inquinamento dell’aria con sensori che riportano dati sull’inquinamento,con sanzioni per i mezzi più inquinanti e con incentivi per chi utilizza autoelettriche o biciclette. A proposito di biciclette, l’intero quartiere è dotato dipercorsi ciclabili e pedonali paralleli alle strade percorribili dalle automobili.Inoltre sono presenti aree verdi con postazioni wi-fi. L’illuminazione è l’altropunto innovativo del quartiere smart “Gizio”, dove sempre nell’ottica delrispetto dell’ambiente è stato creato un sistema di illuminazione ecosostenibile con illuminazione led a basso consumo. Anche le abitazionirispettano il principio di eco sostenibilità con l’utilizzo di tecniche dicostruzione all’avanguardia e antisismiche. Attualmente il quartiere è inpiena espansione, lavorano in pochi metri decine di imprese dei vari settori(hi-tech, edilizia) e il progetto “Gizio” rappresenta una fonte di sviluppoeconomico per la città di Sulmona. Può sembrare utopistica questa visionecome ho già detto, ma riflettendoci bene vediamo che le prospettive per unsimile progetto ci sono.

8.2| IL CENTRO STORICO SMART

Ora vediamo invece come valorizzare l’area già esistente del centro storicocon le recenti tecnologie.

Per quanto riguarda il centro storico andrebbe fatto prima di tutto undiscorso di recupero strutturale, la nostra infatti è una zona ad alto rischiosismico11. Innanzitutto il recupero strutturale di molti edifici porterebbe unagrande mole di lavoro sul territorio e si integrerebbe alla perfezione con ildiscorso di città che sta attenta al cittadino, discorso affrontato pienamentenella smart city.

11 Rischio 1 su 3 nella scala che classifica 1 come richio maggiore16

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Il discorso di prevenzione sismica (vedi pag. 23 paragrafo 10.2) potrebbeessere affrontato però con le recenti tecnologie, in particolare hoindividuato due modi per la prevenzione.

Il primo riguarda un’indagine sul patrimonio edilizio pubblico e privato cheandrebbe schedato attraverso software. Cioè spiegando brevemente, perevitare ciò che è successo all’Aquila con il terremoto del 2009 dove lepersone non erano consapevoli della conformazione e resistenza strutturaledegli edifici, tutti gli edifici del territorio cittadino andrebbero analizzati datecnici e in base ad un referto creare una sorta di “carta d’identità” di unedificio. Carta d’identità consultabile a tutti poiché sarà resa trasparente on-line. Facendo così ogni cittadino sarà consapevole del rischio che corre esoprattutto si eviterà di dimenticare il pericolo che deriva dal terremotoperché anche a distanza di centinaia di anni, il patrimonio edilizio saràcomunque schedato.

Il secondo riguarda un’indagine sulle faglie presenti in Valle Peligna ed uncostante monitoraggio effettuato con mezzi tecnologici che permettanoattraverso una rete di connessioni di tenere sotto controllo la faglia e diinviare i dati in tempo reale ad una stazione di monitoraggio.

Come potete ben intuire, in questo modo il rischio sismico diverrebbe unafonte di sviluppo e non una semplice preoccupazione che ogni giorno gravasulla nostra testa. (vedi pag 23. paragrafo 10).

Una volta focalizzata l’attenzione sulla struttura del centro storico cioè ilcontenitore che sta alla base della sicurezza , passiamo ad analizzare comeil contenitore può essere riempito con tecnologia smart. Ad esempiotornando agli esempi fatti sul quartiere idealizzato si potrebbe creare unsistema di trasporti intergrato con autobus elettrici, incentivi sull’utilizzo diauto elettriche e bici come già detto. Tutto si collegherebbe almiglioramento della qualità dell’aria, alla riduzione dell’inquinamento e deicombustibili fossili (vedi pag. 25 paragrafo 11). Potrebbero essere installatenei punti di entrata nel centro storico delle postazioni dov’è possibileaffittare biciclette o biciclette elettriche. Il tutto per facilitare gli spostamentinel centro della città che verrebbe interamente pedonalizzato. A questopunto potrebbero insorgere i commercianti del centro che lamenterebberouna difficoltà nel carico e scarico merci, problema facilmente risolvibilecreando un centro logistico all’attuale Parcheggio Iapasseri che attraversoun ascensore e attraverso carrelli elettronici permetterebbe la circolazionedi merci nel centro. Una volta curato il sistema di trasporti resta il problemadi come informare le persone sui trasporti in città. La comunicazione infattiè una delle basi della smart city, potrebbero essere installati ad esempio deipc presso le cabine di attesa degli autobus che permetterebbero diacquistare il biglietto, oppure essere informati sugli orari o eventuali ritardidei mezzi di trasporto.

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Una volta parlato del sistema di trasporti vediamo com’è possibilemigliorare l’illuminazione cittadina che è uno dei punti cardine dellasicurezza cittadina e stradale e sta alla base di una buona vivibilitàdell’ambiente cittadino. Attraverso l’utilizzo di illuminazione led siridurrebbero di molto i consumi energetici e si migliorerebbe di molto laqualità dell’illuminazione, ad esempio nel pressi degli attraversamentipedonali potrebbe essere implementata l’intensità dell’illuminazione magaricon fari che si accenderebbero con il sensore di presenza del pedoneoppure con l’applicazione di sensori di luce crepuscolare presentinell’illuminazione pubblica evitando sprechi di energia. Il sistema sarebbefinanziato dal progetto ELENA12 dell’unione europea. Importantissimasarebbe anche l’installazione di impianti di generazione di energia elettricamagari installati sui tetti inutilizzati degli immobili comunali.

Cosa importante che si integra nell’ottica del risparmio energetico è anchel’introduzione di un sistema di teleriscaldamento per gli edifici pubblici,controllato da un centro attraverso le connessioni wi-fi che permetterebbedi ridurre gli sprechi sul riscaldamento ed evitare che si resti al freddo.

Altro tema che crea molte discussioni è quello riguardante l’installazione ditelecamere nel centro, il monitoraggio sta alla base della smart city e questosistema è sicuramente efficace contro azioni di vandalismo e per il controllodella città, ma naturalmente può essere migliorato.

Una volta parlato di alcuni esempi per il risparmio energetico analizziamocome è possibile migliorare strutture già esistenti come ad esempio i museio i parchi cittadini. Ad esempio i nostri musei pur avendo delle ricchezzeinvidiabili non riescono ad essere sfruttati dall’indotto turistico perchéspesso c’è una carenza di informazioni per il visitatore. Il problema sarebbefacilmente risolvibile con l’utilizzo di tecnologie come smartphone cheattraverso delle applicazioni potrebbero fornire dati sui musei, orari diapertura o anche le stesse spiegazioni delle opere presenti, magari inmaniera multi lingua. Ma si potrebbero anche rendere i musei molto piùinterattivi di quanto essi siano con strumenti come audio-guide o proiezionidi frammenti di storia.

Passando invece al sistema parchi vorrei concentrare l’attenzione sul parco“Daolio” che è invidiato da tutte le grandi città ma purtroppo non vienesfruttato, ad esempio potrebbe essere dotato di connessione wi-fi epotrebbe attrarre i ragazzi delle vicine scuole per pomeriggi di studio,potrebbe essere implementato lo spazio percorribile a piedi creando unvero e proprio percorso interno al parco.

12 European Local ENergy Assistance. Al fine di facilitare l’impiego di fondi per l’investimento in energia sostenibile a livello locale, la Commissione Europea, insieme alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), ha ideato lo strumento di assistenza tecnica denominato ELENA

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Ultimo capitolo in ordine di elencazione ma sicuramente non ultimo in ordinedi importanza è quello che riguarda i servizi on-line dati al cittadino. Oggiassistiamo ad una rivoluzione in questo campo eppure il nostro comune sitrova molto indietro sul tema. Su internet potrebbero essere erogati serviziche avvicinerebbero di più la pubblica amministrazione al cittadino come adesempio la richiesta di certificati e documenti on-line, il che significherebbela riduzione di perdita di tempo da parte dei cittadini e la riduzione di trafficoed inquinamento in quanto molti servizi il cittadino li riceve sul web.Importante è anche l’interazione tra cittadino e Governance, cioèl’amministrazione pubblica. L’avvicinamento già c’è stato tra le due parti edassistiamo quasi ad una nuova forma di democrazia (vedi pagg. 8/9paragrafo 5 su democrazia partecipativa) ma il processo è ancora lungosoprattutto nella nostra città. Molti potrebbero essere i servizi erogati on-line che migliorerebbero la comunicazione e l’informazione cittadina, ne hoelencati solo alcuni. Principi che stanno alla base della smart city.

Quelli riportati sono solo alcuni semplici esempi ma che se venissero attuaticrerebbero un indotto non indifferente come già sperimentato in molte cittàeuropee.

9| UN’APPLICAZIONE PER LA SMART CITY

Si chiama ‘’Decoro urbano’’ ed è un’applicazione sviluppata da poco chepermette attraverso uno smartphone di segnalare tutte le situazioni checoncorrono a rendere meno vivibile il territorio che ci circonda. Attualmenteè utilizzata da circa 2 milioni e mezzo di persone e da circa 50 comuniconvenzionati. Ma spieghiamone il meccanismo di funzionamento.Praticamente è un’applicazione scaricabile su tutti i cellulari che abbiano unsistema operativo android oppure iOs. Una volta scaricata bisognaregistrarsi con nome e cognome ed è possibile immediatamente inviaresegnalazioni che possono riguardare rifiuti, segnaletica mancante oerrata,dissesti stradali, atti di vandalismo o incuria, degrado di zoneverdi, affissioni abusive ed altro ancora. Le segnalazioni compaiono sullamappa e sono immediatamente visibili e condivisibili online. Tutti i Comuniche lo desiderano, possono inoltre aderire al network diventando “ComuniAttivi“, ottenendo un accesso riservato che consente loro di modificare lostatus delle segnalazioni quando i problemi vengono risolti e aggiornare intempo reale gli utenti interessati. L’adesione per le amministrazionipubbliche è gratuita. Questo naturalmente aiuta i comuni che spesso nonriescono a monitorare tutto il territorio cittadino e rende molto piùconsapevoli i cittadini di essere responsabili del decoro di una città

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9| TERREMOTI E PREVENZIONE SISMICA

Apriamo adesso alcuni capitoli su terremoti e prevenzione sismica, con ilparticolare il riferimento alle nostre zone.

9.1| TERREMOTI

I terremoti sono chiamati anche sismi o scosse telluriche. Sono vibrazioni ooscillazioni improvvise provocate dallo spostamento improvviso di unamassa rocciosa nel sottosuolo.

Tale spostamento è generato dalle forze di natura tettonica che agisconocostantemente all'interno della crosta terrestre provocando la liberazionedi energia in una zona interna della Terra detto ipocentro, tipicamentelocalizzato al di sopra di fratture preesistenti della crosta dette faglie; apartire dalla frattura creatasi una serie di onde elastiche, dette "ondesismiche", si propagano in tutte le direzioni dall'ipocentro, dando vita alfenomeno osservato in superficie; il luogo della superficie terrestre postosulla verticale dell'ipocentro si chiama epicentro ed è generalmente quellopiù interessato dal fenomeno. La branca della geofisica che studia questifenomeni è la sismologia13.

9.2| PREVENZIONE

Attualmente l’unico sistema di difesa contro i terremoti è rappresentatodalla protezione attiva, ovvero dall'uso di efficaci tecniche antisismiche dicostruzione di edifici proprie dell'ingegneria sismica come ad esempiol'isolamento sismico: queste tecniche allo stadio attuale sono in grado diminimizzare i danni anche di terremoti estremamente potenti e sonodiffusamente utilizzate in alcune delle aree più sismiche al mondo comeil Giappone. Per individuare zone a significativo pericolo sismico e aconseguente rischio sismico si fa usualmente ricorso a studi di sismologiastorica, fornendo relative mappe di rischio.

9.3| IL TERREMOTO NELLA NOSTRA ZONA

La zona di Sulmona come tutta l’area appenninica è una zona ad alto rischiosismico. Il sistema di faglie peligno è dormiente da più di trecento anni ed è

13 Definizione presa da wikipedia, enciclopedia libera 20

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stato calcolato in base a tecnologie recenti che l’energia accumulatasarebbe notevole. L’ultimo terremoto distruttivo si è verificato del 1706 ed èstato uno dei più disastrosi terremoti dell'Italia centro-meridionale e il piùdisastroso, tra quelli catalogati, per la Valle Peligna. Questo terremoto fu ilprimo terremoto che interessò la Valle Peligna di cui si hanno precisefonti.Le scosse furono due: la più forte fu proprio la prima. La prima scossasi verificò alle 13.00 del 3 novembre. L'esatto orario fu stabilito durante unconvegno tenutosi a Sulmona il 3 novembre 2006 nel 300º anniversario delterremoto, mettendo a tacere le precedenti fonti che ritenevano il terremotoavvenuto a tarda sera, tra le 21.00 e le 22.00. L'epicentro fu stimato in unazona prossima alla Maiella, molto probabilmente nei pressi di Campo diGiove, Durò circa 15-20 secondi come scrive Antonio De Nino nellasua Vecchia Sulmona. La devastazione fu quasi totale: Campo di Gioveinteramente distrutta, Sulmona fu devastata e rimase il centro piùterremotato, in tutti i piccoli borghi della Valle Peligna vi furono dannienormi (crolli, edifici inagibili). Il terremoto provocò danni nelle zonelimitrofe e si fece sentire fino a L'Aquila (dove comunque non vi fu nulla,visto che gli edifici erano già crollati nel terremoto del 1703 e si era da pocoiniziata la ricostruzione); danni gravi, spesso crolli, si registrarono nelleattuali province di Pescara e Chieti (all'epoca Abruzzo Citeriore). Il sisma fudistintamente avvertito anche nell'allora "Stato di Atri" fino alle Marche, nonprovocando comunque danni. Anche in Molise e Lazio si fece sentire, a volteprovocando qualche danno. I morti, nella sola Sulmona, ammontarono a1150 circa su un totale di 2400, un numero comunque "piccolo" separagonato al numero degli abitanti, 9.000-10.000. Nelle altre città i mortisuperarono spesso il centinaio. La seconda scossa avvenne alle 3.00 del 4novembre: questa volta l'epicentro si spostò un po' più a sud e diminuì anchel'intensità, ma comunque fu anch'essa distruttiva: quelle località dove laprima scossa aveva provocato già danni gravi, crollarono totalmente oparzialmente a causa di questa seconda scossa. Le zone maggiormentecolpite furono le zone della Maiella e quelle lungo il versante chietinodel Morrone. La seconda scossa provocò danni anche in altre zone dove laprima scossa si era sentita ma non aveva fatto granché. Anche il numero deimorti aumentò. Nella seconda scossa, comunque, la zona peligna non ebbenulla visto che il terremoto delle 13.00 aveva già provocato morte edistruzioni. Sulmona: non fu completamente distrutta, ma risultò il centromaggiormente colpito: fu perduto più di 3/4 del patrimonio edilizio, facendoscomparire anche quegli edifici che avevano fatto meritare alla cittàl'appellativo di Siena degli Abruzzi o Siena d'Abruzzo per aver avuto unosviluppo culturale pari a quello di Siena. A causa della gran polvere che sialzò, all'inizio non ci si rese conto dell'immane disastro che segnòprofondamente la storia della città. Solo dopo ci si accorse che Sulmona eraridotta a cumuli di macerie, con qualche edificio scampato miracolosamente

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ma comunque sempre danneggiato. Crollarono la Cattedrale di San Panfilo,di cui rimase solo la facciata,il Palazzo Vescovile, la chiesa del Complessodella Santissima Annunziata, le chiese di San Francesco della Scarpa, SanFilippo Neri, Sant'Agostino, Santa Chiara, Santa Caterina, SantissimaTrinità, Santa Maria del Carmine, Badia Morronese, l'oratorio di san Rocco.Inoltre crollarono anche alcuni palazzi, principalmente affacciati lungoCorso Ovidio e l'attuale Piazza Garibaldi, le mura furono sbrecciate mentrele porte in larga parte riuscirono a rimanere in piedi, pur presentandonotevoli danni (tranne Porta Napoli); crollarono anche il campanile di SantaMaria della Tomba, l'annessa Cappella della Madonna di Loreto e la Casadella Confraternita Lauretana (i cui resti si ammirano tuttora). Solo pochiedifici, che riportarono comunque danni come già detto, rimasero in piedi: lachiesa di Santa Maria della Tomba, il campanile dell'Annunziata, il palazzodel Complesso della Santissima Annunziata, la facciata e il campanile di SanFrancesco della Scarpa, il campanile della Badia Morronese, il portale diSant'Agostino (trasferito nel 1833 in San Filippo), la facciata dellaCattedrale, la cripta di quest'ultimo, l'Acquedotto Svevo, Porta Napoli, lachiesa dell'Incoronata, la chiesa di San Giovanni e la chiesa di San Gaetano.Inoltre, rimasero in piedi anche alcuni palazzetti medievali e rinascimentaliche si trovavano nel cuore del centro storico e la Fontana del Vecchio(1478). I morti furono 1000 circa, i feriti e i senzatetto incalcolabili.Comevediamo il rischio sismico nella nostra zona è molto elevato e la possibilitàche si verifichi una scossa negli anni prossimi è molto alta. Nel paragrafosull’utilizzo di tecnologie smart nel centro storico sono stati esposti duemetodi che attraverso l’utilizzo delle recenti tecnologie possano permetteredi trasformare il rischio sismico in possibilità di sviluppo.

11| RISORSE ENERGETICHE, INQUINAMENTO E SVILUPPO SOSTENIBILE

La nostra zona almeno per il momento non ha problemi che derivanodall’urbanizzazione come riportato nel paragrafo.

Tuttavia è bene iniziare a studiare nuovi metodi in quanto le risorse chestiamo sfruttando da qualche centinaio di anni probabilmente siesauriranno. La città può essere il primo sistema che inizia a ridurre ilconsumo di risorse energetiche come già abbiamo visto nel paragrafoattraverso l’utilizzo di nuovi sistemi d’illuminazione e l’utlizzo di nuovi mezzidi trasporto e pedonalizzazione di intere zone. Innovativo sarebbe l’utilizzodi sistemi di produzione di energia elettrica come l’eolico, l’idroelettrico e ilfotovoltaico che permetterebbero di produrre energia pulita senza l’utilizzodi combustibili fossili. Questi sistemi di produzione migliorerebbero la vitacittadina migliorando la qualità dell’aria e renderebbero una città smart.

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Quando parliamo di inquinamento, troppo spesso focalizziamo la nostraattenzione sull’inquinamento atmosferico, dimenticando l’inquinamentoelettromagnetico chiamato anche elettrosmog. Proprio un’azienda chelavora nel nostro territorio attraverso il lavoro di Silvio Ruffini ha creato eutlizza un dispositivo per il monitoraggio dell’inquinamentoelettromagnetico.

11.1| INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Molti scienziati hanno da tempo reso noto che gli intensi campi RF irradiatida emittenti FM, da ripetitori TV e telefonici, potrebbero risultare, a lungotermine, cancerogeni. Anche se per questi segnali è stato prefissato unlimite di legge massimo di 6 volt/metro, come si fa a misurarlo? L’aziendalocale è in grado di misurare questi campi elettromagneti con strumenti diprecisione e eventualmente migliorare la qualità dell’aria. Importante questocapitolo in quanto l’utilizzo massiccio di tecnologie potrebbero crearenotevole inquinamento elettromagnetico che dev’essere costantementemonitorato.

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12| CONCLUSIONI

Oggi c’è il rischio che la costruzione di progetti “smart” siano finalizzatisemplicemente ad obiettivi contingenti ad aggiudicarsi un bando europeo oun riconoscimento nazionale. Il rischio che il termine stesso finisca perdiventare solo un puro concetto di marketing territoriale, orientato albusiness per il settore privato e alla promozione di sistemi di poteri locali ègrande. Dare consistenza al concetto Smart city, entro una strategia ampiae condivisa può consentire di consolidare e prolungare l’interesse per unconcetto facilmente strumentalizzabile e, per questo, potenzialmentesospetto a rapida usura. Appare necessario rivedere le pratiche urbaneorientate al fare; le stesse vanno ri-pensate, re-indirizzate e ri-progettate,dando spessore e sistematicità a politiche e progetti urbani. Puntare quindiad Usufruire delle risorse, umane, economiche, finanziarie, disponibili nellacittà per intercettare le vocazioni di un territorio e dare nuove prospettive dicrescita. Possiamo dire che la Smart city è senz’altro una occasione per ri-pensare la città contemporanea in chiave innovativa, con sistemi di gestionedelle risorse della città, mirati al miglioramento della qualità della vitarispetto alla quale l’ elaborazione di una pianificazione strategica integratacostituisce una necessità essenziale per lo sviluppo sostenibile della città.Su questo fronte non bisogna dimenticare che è importante sfruttare leopportunità e i finanziamenti che mette a disposizione l’Unione Europea,incoraggiando l’innovazione, sollecitando gli investimenti e spronando,soprattutto, il mondo della ricerca. La strategia europea, attraverso i fondidedicati a progetti pilota, incentiva la ricerca, che si dovrà tradurre in azioniconcrete, quali: l’effettiva riduzione di emissioni di CO2, l’utilizzazione difonti energetiche alternative, l’uso di nuove tecnologie per migliorare iservizi al cittadino, l’apertura al mercato europeo come condizione perfavorire inedite possibilità di sviluppo. Per fare ciò, le politiche di Smart citydevono tradursi in azioni puntuali, che permettano di ridisegnare, conastuzia, lo scenario economico della città. Una Smart city è leadershiplocale: esercitare un potere che sia forte e positivo, essere in grado digestire e cogliere le opportunità che il concetto Smart city possiede,delineare strategie di lungo termine, sono nodi essenziali per la visionestrategica di una città definita “smart”. Il caso italiano evidenzia come leamministrazioni delle città descritte (Genova, Torino) rappresentino unapresenza costante nel cercare di gestire e portare avanti le ambizioni dellaSmart city per la città. Una Smart city è anche governance. Questo è unruolo centrale per lo studio e le analisi della vocazione di un territorio. Lascelta di applicare innovazione, crescita, e processi virtuosi è una decisionecruciale. L’auspicio è che strategie di lungo termine possano valorizzare eintegrare opportunità specifiche, evitando l’attuazione di interventi puntualie privi di coordinamenti.

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Alla fine di questo lavoro, concludo facendo riferimento al momento storicoin cui viviamo: nel XXI secolo, il cambiamento climatico, le gestione dellerisorse energetiche, la riduzione di emissioni di CO2,la popolazionecrescente nelle città, sono questioni centrali su cui si stanno basando leprincipali strategie e politiche di governo. Le città sono di certo il cuore diquesti eventi, luoghi in cui poter ri-pensare politiche e progetti finalizzati almiglioramento della qualità della vita. La Smart city, dunque, trova pienaattuazione nelle azioni locali e nelle strategie di lungo termine della città, conil fine ultimo di innescare processi di miglioramento della qualità della vitadei suoi cittadini.Accettare la sfida Smart city può offrire opportunità, mobilitare risorse,individuare nelle nuove generazioni, operatori di creatività, innovazione esviluppo essenziale per il futuro della città, cosa necessaria soprattutto nellanostra zona.

13| BIBLIOGRAFIA M. Vianello, Smart Cities, Gestire la complessità urbana nell’era di

internet, Maggioli Editore, 2013. Vita di Habermas: Petrucciani S., Introduzione a Habermas, Laterza,

Roma-Bari, 2000 Vita di Renzo Piano: Tratta da enciclopedia Treccani consultabile on-

line. http://www.treccani.it/enciclopedia/renzo-piano/ Vita di Vitruvio: Tratta da enciclopedia Treccani consultabile on-line.

http://www.treccani.it/enciclopedia/Vitruvio/

RINGRAZIAMENTIUn rigraziamento particolare va ai professori Merolli, Celidonio, Mantini, Marinelli per il materiale fornito, ed infine alla professoressa Adalgisa Cocco docente tutor del lavoro

“D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie,ma la risposta che dà a una tua domanda” (Italo Calvino).

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