Servizi di Detailing Professionale – AmatoDetailing.it - … · 2020-01-01 · Nicchie di mercato...

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ANNO 16 - N O 1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2014 I PROBLEMI SONO SOLTANTO RINVIATI COOPERAZIONE: REALTA’ O CHIMERA? NON SOLO MODA, FORSE OPPORTUNITA’ PERCHE’ E’ INUTILE INASPRIRE LE REGOLE ECCO LE AUTO PIÙ AFFIDABILI D’EUROPA COLORI DI CARROZZERIA DI OGGI E DI DOMANI CARROZZERIA TECNICA Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L.353/2003 - conv. L.46/2004, art.1, c.1, LO/MI - In caso di mancata consegna restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa RIFORMA RCA GESTIONE DETAILING TENDENZE REVISIONI DIFETTOSITA’ & STYLING

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ANNO 16 - NO 1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2014

I PROBLEMI SONO SOLTANTO RINVIATI

COOPERAZIONE: REALTA’ O CHIMERA?

NON SOLO MODA,FORSE OPPORTUNITA’

PERCHE’ E’ INUTILE INASPRIRE LE REGOLE

ECCO LE AUTO PIÙ AFFIDABILI D’EUROPA

COLORI DI CARROZZERIADI OGGI E DI DOMANI

CARROZZERIA ● TECNICA

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RIFORMA RCA GESTIONE DETAILING

TENDENZEREVISIONI DIFETTOSITA’

& STYLING

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Nicchie di mercato

� di Nicoletta Ferrini

nalità estetiche, ma è anche e forse so-prattutto mirato al ripristino e al man-tenimento del mezzo.

Negli Stati Uniti il “car detailing”è in voga da circa quarant’anni e og-gi è addirittura quasi diventato un fe-nomeno di massa. In Europa, dovenon ci si fa mai prendere da facili en-tusiasmi, questa pratica è approdata ametà degli Anni ‘80, in primis nel Re-gno Unito, ma ha iniziato a far parla-

re di sé soltanto sette anni fa, diven-tando via via sempre più popolare,grazie soprattutto al tam-tam media-tico di Internet. In questo senso mol-to si deve all’impegno di divulgazio-ne portato avanti da Antonio Pizzi, datanti indicato come colui che ha por-tato il “car detailing” in Italia. Anima-to lui stesso dalla passione per que-st’attività, Antonio - la cui famiglia dal1975 commercializza vernici e attrez-

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Arriva dall’America e sta prendendo piede anche da noi

Oltre agli utenti più perfezionisti (quelli che odiano i “ricordini” delle spazzole degli autolavaggi, per esempio), sono clienti dei “detailer” i proprietari di auto di gammamedia, alta o storiche. Ci si può rivolgere a loro per rimettere a nuovo antiestetici graffi

superficiali o gli interni, magari in previsione di una vendita come usato. Vediamo di che cosa si tratta, come e se tale attività può entrare in una carrozzeria.

CAR DETAILINGMANIACI DEL DETTAGLIO

Quello dell’automobile è unmondo dove sembra sem-pre che non ci sia più nul-la da inventare eppure si

continua a trovare qualcosa di nuovoda raccontare ogni giorno. Un esem-pio è il “car detailing”. Si tratta, in pra-tica, di un insieme di trattamenti e la-vorazioni il cui fine - come rivela latraduzione del termine inglese - è“prendersi cura della propria auto-mobile fin nel più minimo dettaglio”,intervenendo sui difetti e sulle imper-fezioni, anche le più minuscole, in mo-do quasi maniacale. Dalla rimozionedi macchie di acido o calcare fino aisegni di ossidazione o di carteggio; dal-la correzione dei graffi, anche i più im-percettibili (swirls ovvero abrasioni cir-colari, rids cioè rigature rettilineeprofonde, ologrammi, in pratica segnilasciati da precedenti lucidature ese-guite in modo scorretto e così via), aitrattamenti di pulizia, protezione e igie-nizzazione di esterni e interni; dalla de-contaminazione e protezione dei ve-tri alla cura delle plastiche fino a trat-tamenti di pulizia e protezione di cer-chi e del vano motore: il “car detailing”è una passione che diventa arte, a tut-to beneficio del “benessere” dell’au-tomobile. Il tutto però non ha solo fi-

■ Carlo Genoli (nelle foto in queste due pagine), appassionato trentacinquene reatino, hacontribuito alla messa a punto di un kit di levigatura oggi condiviso dai detailer di tutt’Europae prodotto da Rupes. Per quest’azienda Genoli è diventato consulente tecnico esterno.

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mo Car Care - www.elmocarcare.it):«In generale, i prodotti e le attrezza-ture che usiamo per il car detailingnon sono molto diverse da quelle chesi possono trovare in una modernacarrozzeria».

Una cosa che sicuramente cambiasono i tempi di lavorazione, che per un“detailing” si allungano ben oltre aquelli di una normale lucidatura (si par-la di mezza giornata per i trattamentibase fino a diversi giorni per i tratta-

NON SOLO GAMMA ALTAMa quali sono le differenze tra il

“car detailing” e la classica lucidatu-ra che viene effettuata in carrozzeria?Innanzitutto l’approccio: quello deldetailer è la ricerca maniacale dellaperfezione e tratta ogni vettura comeun pezzo unico, mentre quello del car-rozziere è più pratico, riguarda il ri-pristino e segue procedure standardiz-zate. In estrema sintesi, potremmo di-re che la cura del dettaglio viene do-po l’intervento del carrozziere, ma nonsi sostituisce ad esso.

Le opportunità di partnership conpossibili scambi di contatti e know-how tra i due soggetti sono evidentie certo da non trascurare, come spie-ga Giulio Elmo, 32 anni di Lucca (El-

zature per carrozzeria - nel 2010 de-cide di aprire un sito e-commerce perprodotti dedicati alla cura di veicoli e,parallelamente, inaugura anche un fo-rum che in breve tempo diventa laprincipale piazza virtuale per appas-sionati e semplici curiosi. Lacuradel-lauto.it è oggi un punto di riferimen-to per migliaia di “detailer” professio-nisti e hobbisti, in Italia e in Europa.Sul forum ad esso collegato oltre4.000 iscritti si scambiano quotidia-namente impressioni, si confrontanosui prodotti e sulle tecniche.

In Italia, il “car detailing” vanta,quindi, già molti più seguaci di quan-ti si potrebbe pensare, come raccontaAntonio Pizzi, ma solo pochi pratica-no l’attività a livello professionale.

Il “car detailing” è una pratica che sisposerebbe perfettamente anche conesigenze di settori extra automotive,come per esempio la nautica. Ma, re-stando nell’ambito delle quattro ruote,i clienti che tipicamente possono usu-fruire di queste lavorazioni sono:✔ i proprietari di auto d’epoca, per con-servare i propri “gioielli”; ✔ gli specialisti del tuning, anch’essi“maniaci” dei dettagli;✔ i proprietari di vetture di gamma al-ta (abituati a cambiare spesso auto),per preservare il valore dei propri beni;✔ l’utente medio che, non potendocambiare spesso l’auto, tende a con-servarne il decoro il più a lungo possi-bile (o magari, come nel caso prece-dente, per mantenere un valore più ele-vato fino al momento della rivendita co-me usato).

IDENTIKIT DELLA CLIENTELA

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menti completi). Un lavoro ben fattoe mantenuto seguendo le indicazionidel “detailer”, soprattutto per quantoriguarda le procedure di lavaggio del-la carrozzeria, può durare per diversi

anni, a seconda dei trattamenti e deiprodotti scelti. «Dopo un trattamentoesterno - spiega Carlo Raimondi, 27anni di Pesaro (Solodettagli Car De-tailing - www.solodettagli.it) - i graf-

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Car detailing: maniaci del dettaglio

Nicchie di mercato

■ Simone Amato (cui si riferiscono le imma-gini in questa pagina) è un “detailer” moltoapprezzato nella Capitale e non solo. Ha ini-ziato per caso, nel 2008, ma col tempo la pas-sione è diventata un lavoro vero e proprio.

Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i prezzi: dai trattamenti più semplici di pulizia e la-vaggio degli interni o degli esterni, che possono costare dai 30 ai 65 euro, fino a pro-

cessi completi, che prevedono tutte le fasi del “detailing” con l’utilizzo di prodotti di ultimagenerazione: in questi casi, si può arrivare anche a superare i 1.000 euro, a seconda del ti-po di vettura. Per un trattamento di “car detailing” base (pulizia e decontaminazione dellacarrozzeria e una lucidatura semplice) si spendono circa 300 euro, cui eventualmente si de-vono sommare i costi della protezione, se il cliente sceglie un prodotto nanotecnologico ocere particolarmente pregiate, mentre per un trattamento medio (pulizia e decontaminazio-ne della carrozzeria, mascheratura di plastiche e guarnizione, controllo difetti e spessore ver-nice, correzione difetti, lucidatura, trattamenti su plastiche interne ed esterne, trattamenti diprotezione dei sedili in pelle, pulizia del motore) l’utente spende in media 750 euro. �

QUANTO PUO’ COSTARE UN TRATTAMENTO DI CAR DETAILING?

PREZZI ALL’UTENZA

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fi semplicemente non ci sono più». Di fronte ad un’attività in cui, la

continua tensione verso la perfezio-ne, ha fatto dell’eccezione la regolae reso i tempi di lavorazione relativi,

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«Per diventare detailer ci vogliono passione e pazienza. Poi servono anche una cer-ta predisposizione e la capacità di sostenere la fatica fisica e mentale, per poter la-

vorare minuziosamente su ogni particolare di un’automobile per molte ore». Questa è, inbreve, la presentazione che fa della professione Simone Amato, 28 anni, di Roma (Ama-to Car Care - www.amatodetailing.it). Simone ha iniziato per caso. Nel 2008 l’azienda percui lavorava come tecnico/contabile lo incaricò di portare un’auto in carrozzeria; da lìnacque la curiosità che, grazie anche all’incontro con Antonio Pizzi e con Lacuradellau-to.it, è diventata passione e poi professione. Nel 2010 Amato si è messo sul mercato edallo scorso 7 gennaio ha anche il suo laboratorio in Via Collatina a Roma. Oggi è un “de-tailer” popolare e molto apprezzato, tanto da avere prenotazioni un mese per l’altro. Perarrivare a questo risultato, però, come racconta, ci vuole esperienza, che matura almenoin un anno di lavoro. Ma non basta: bisogna essere pronti a mettersi continuamente in gio-co, non smettere mai di studiare, ricercare e imparare (i detailer amano sperimentare escambiarsi feedback su questo o quel prodotto che miglora il risultato delle lavorazioni).Un “detailer” è, infatti, soprattutto qualcuno per cui il tutto non è mai abbastanza. �

AMATO: PER UN DETAILER TUTTO NON E’ MAI ABBASTANZA

BEST PRACTICE

■ Prima e dopo il trattamento di “car de-tailing”, che si può praticare alla carrozzeria(lamiera e plastiche), ai cerchi, agli interni eperfino al motore. Le foto proposte in que-sta pagina si riferiscono a lavorazioni di GiulioElmo, 32 anni, di Lucca, della Elmo Car Care.

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sorge spontaneo chiedersi se esistauna domanda tale da rendere interes-sante e sostenibile da un punto di vi-sta economico lo sviluppo professio-nale del “car detailing”. Antonio Piz-zi, che con la sua attività ha registra-to nel 2013 un aumento del fattura-to del 20%, non ha dubbi. Secondolui non siamo di fronte a una modapasseggera: il mercato esiste, è con-creto, e la domanda è destinata a cre-scere, per una semplice ragione: «Og-gi stiamo assistendo al crollo delle

vendite delle auto nuove - sostienePizzi - e molti automobilisti cercanodi salvaguardare il più a lungo pos-sibile il proprio veicolo». Non solo,ma il “detailing” è una pratica chesi sposerebbe perfettamente anchecon le esigenze di altri settori, comeper esempio la nautica, dove ci sonoclienti esigenti, con problematichespecifiche e abituati a spendere.

Nel solo settore automotive, co-munque, sono già diverse le fasce diclientela interessate all’argomento:

ci sono i proprietari di auto d’epo-ca, per i quali il recupero e il man-tenimento del mezzo è una priorità;i “tuner”, appassionati per antono-masia, disposti a tutto per la loro vet-tura; i proprietari di vetture di gam-ma alta, che cambiamo spesso lapropria automobile e per i quali èimportante mantenerne alto il valo-re nel tempo. Una fetta di mercatoda non trascurare è costituita anchedall’utente medio.

«Ci sono persone che vengono da

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Nicchie di mercatoCar detailing: maniaci del dettaglio

Gli strumenti da utilizzare per il “car detailing” non sono tantodiversi da quelli del carrozziere. Non possono mancare la lu-

cidatrice rotorbitale, claybar (barretta di argilla morbida), polish, ce-re, ma anche idropulitrice, faretti, luci, lampade “solar check”, spes-simetro per misurare lo strato di vernice, termometri a raggi infra-rossi, nastro di protezione, tamponi per la lucidatura, panni in mi-crofibra antigraffio. Esistono prodotti di consumo specifici per il “cardetailing” come quelli proposti anche in Italia dalla californiana Me-guiar’s (www.meguiars.com) o quelli della connazionale Ma-fra(www.mafra.com). Un’attrezzatura che sembra essere diventata im-prescindibile è il kit di lucidatura rotorbitale Bigfoot LHR 15, prodot-to dall’italiana Rupes (www.rupes.it) dietro specifico suggerimentodei “detailer”. Oggi la Bigfoot LHR 15 non è solo la preferita dai spe-cialisti italiani, ma è un prodotto di riferimento a livello internazionale.

«Noi avevamo già in catalogo questo sistema di lucidatura nato perle carrozzerie: grazie al movimento rotorbitale, questa levigatrice noncrea ologrammi e non rende necessario un secondo passaggio»,spiega Francesco Ginocchio, marketing manager di Rupes (in bas-so, ripreso durante un corso). Un paio di anni fa, in azienda si sonoaccorti che il prodotto (nella versione LHR 21) veniva comunemen-te utilizzato dai “detailer”, i quali se ne scambiavano opinioni e im-pressioni sul forum di Lacuradellauto.it. Da quei commenti, Rupesha quindi colto gli spunti per realizzare un attrezzo ancora più spe-cifico e performante per questa attività, il Bigfoot LHR 15, per il cuisviluppo la Casa italiana ha coinvolto gli stessi “detailer”. Tra questic’era Carlo Genoli, 35 anni di Rieti, che oggi lavora come collabo-ratore esterno di Rupes: «Per me - dice - è motivo di orgoglio pen-sare che un prodotto italiano, nel cui sviluppo sono stato coinvolto,sia tra i preferiti dei “detailer” di tutto il mondo». �

EQUIPAGGIAMENTILA CASSETTA DEGLI ATTREZZI DEL “DETAILER”

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4) Misurazione dello spesso-re della vernice per stabilirequanti micron (ovvero mille-simi di millimetro) si hanno adisposizione per lavorare, inaltre parole quanto una su-perficie verniciata è in gradodi sopportare.

5) Analisi dei difetti: con lampade alogene e “solar check” (che ricrea-no l’effetto della luce solare - qui sopra: prima e dopo) si esamina-no tutte le superfici e i difetti presenti per stabilire come intervenire.

6) Correzione dei difetti (o “polishing”). E’ la fase più tecnica eimpegnativa: viene eseguita la lucidatura con strumenti adeguatiquali lucidatrici rotative, rotorbitali e rotoeccentriche, su cui ven-gono applicati specifici abrasivi (“compound” e “polish”). In alcu-ni casi si può applicare un “glaze”, vale a dire un “polish” molto lu-brificato per un più elevato effetto “gloss”.

7) Protezione. Al termine del trattamento di lucidatura, viene appli-cata una protezione dai raggi UV e dagli agenti atmosferici. Si puòoptare per prodotti a base di cere di carnauba, per sigillanti o lananotecnologia, il trattamento più duraturo in assoluto. �(le foto di questo box sono di Elmo Car Care)

1) Lavaggio di preparazione della vettura: pulizia accurata conprodotti rispettosi delle superfici, spugne morbide, pennelli, spaz-zole per i cerchi, spessi panni in microfibra ed eventualmente ariacompressa.2) Mascheratura di guarnizioni e plastiche con nastro modella-bile e resistente al calore.3) Decontaminazione (o “claying”): con una barretta d’argilla det-ta “clay bar” vengono rimosse particelle di polvere, residui dainquinamento industriale, polveri ferrose eventualmente presen-ti nei pori del trasparente. Questo accorgimento rende la super-ficie perfettamente liscia e pronta per il “polishing” (lucidatura).

L’AUTO PIU’ BELLA IN SETTE MOSSE

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me per piccole correzioni, per elimi-nare qualche segno dalla carrozze-ria o per trattare gli interni», raccon-ta Alessio Lapi, 38 anni di Milano(Passion Motors Car Detailing –www.passion-motors.it), che lo scor-so settembre ha aperto un “centro be-nessere” come lui chiama il suo la-boratorio di “detailing”. «Alcuni diquesti clienti - prosegue Lapi - quan-do vedono i miei lavori rimangonoimpressionati e quindi poi mi chie-dono poi un trattamento più ap-profondito e completo».

DETAILING IN CARROZZERIA?Davide Montanari, 35 anni, titola-

re della Carrozzeria Esperia di Grot-taferrata, in provincia di Roma(www.carrozzeriaesperia.it), da sem-

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Nicchie di mercatoCar detailing: maniaci del dettaglio

■ Il “car detailing” è, come evidenzia la tra-duzione, la cura maniacale dei particolari.Non si può paragonare una tradizionale lu-cidatura di carrozzeria a un intervento di“detailing”. Le foto in questa pagina sono ri-ferite all’attività di Carlo Raimondi, 27 annidi Pesaro, della Solodettagli Car Detailing.

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pre si occupa di finiture e da tre an-ni offre tra i suoi servizi il “car detai-ling”. Anche se tutto è iniziato perpassione, Davide vede nel “detailing”un’opportunità in termini di businessper la sua azienda di autoriparazio-ne. E i numeri gli danno ragione: nerealizza, infatti, almeno un paio allasettimana. «Il 60% del mercato inquesto momento ruota intorno almantenimento dell’automobile che sipossiede» spiega Montanari. «Ilcliente è completamente diverso daquello che normalmente arriva incarrozzeria. Tuttavia, non bisognapensare solo all’interlocutore “altodi gamma”, ma puntare anche allevetture di fascia media che, oltretut-to, hanno particolari e vernici me-no complesse e, quindi, il lavoro èpiù semplice e remunerativo».

Per un carrozziere il “car detailing”può, in effetti, essere un business col-laterale, da sviluppare direttamenteladdove ci siano spazio sufficienti e,magari, risorse già esistenti, oltre al-la predisposizione alla formazione.Del resto, in questi tempi in cui en-trano meno auto in carrozzeria, po-trebbe esserci il problema di far ren-dere il lavoro dei dipendenti. Offrireuna lavorazione accessoria che pun-tasse ad “abbellire” una vettura ma-gari da vendere, per aumentarne lequotazioni, seppure realizzabile contempistiche lunghe potrebbe essereun buon viatico e un’opportunità dicrescita per un autoriparatore tradi-zionale. Attrezzature e prodotti nel-la maggior parte dei casi sono giàpresenti in una carrozzeria moderna,ma qualora non lo fossero non com-portano investimenti proibitivi.

Se non si vuole portare in carroz-zeria questa attività e praticarla diret-tamente, però, si può sempre sceglie-re di rivolgersi ai “detailer” profes-

sionisti instaurando formule di part-nership proficua, che prevedano la di-sponibilità dei propri ambienti per ef-fettuare i trattamenti, l’usufruire del-la consulenza e delle conoscenze spe-cifiche del “detailer” e, ultimo manon meno importante, lo scambio deicontatti dei clienti. �

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■ Non è un segreto per nessuno che lavendita di auto nuove è crollata verticalmen-te. Per questo motivo è credibile la tesi, so-stenuta da Antonio Pizzi, che con la sua at-tività ha registrato nel 2013 un aumento delfatturato del 20 per cento, secondo la qua-le il mercato c’è e si allargherà sempre dipiù: non si tratta di una moda passeggera.

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