Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004

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12 Anno XXXIV - N. 60 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - 45% - art. 2, comma 20/b - Legge n. 662/1996 - Filiale di Varese REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - LUNEDI ` , 15 MARZO 2004 SERIE EDITORIALE ORDINARIA Sommario A) CONSIGLIO REGIONALE [5.3.5] Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/958 Piano regionale stralcio di bonifica delle aree inquinate, ai sensi dell’art. 22, comma 5, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, indicante le priorita ` di intervento sui siti inquinati presenti sul territorio nazionale . . . . . . . . . . . . 1082 Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/961 Programma pluriennale 2004/2006 ai sensi dell’art. 22 della l.r. 14 dicembre 1985, n. 81 «Norme in materia di biblioteche ed archivi di enti locali o di interesse locale» . . 1152 [1.8.0] Comunicato regionale 10 marzo 2004 - n. 38 Nomine e designazioni di competenza del Consiglio regionale della Lombardia di rap- presentanti regionali in enti ed organismi diversi – Lombardia Informatica s.p.a. . . 1160 B) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE [1.6.0] Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2638 Giornata regionale delle onorificenze alla Polizia Locale per anno 2003: costituzione del Comitato di valutazione . . . . . . . . . . . . . . . 1160 [1.8.0] Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2681 Nomina della Rappresentanza studentesca designata dall’Universita ` degli Studi di Ber- gamo in sostituzione dei decaduti dal mandato nel Consiglio di Amministrazione del- l’I.S.U. dell’Universita ` degli Studi di Bergamo . . . . . . . . . . . 1160 [1.8.0] Decreto presidente Regione Lombardia 8 marzo 2004 - n. 3687 Determinazione del numero di rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commer- cio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, spettante a ciascuna organizzazio- ne imprenditoriale, organizzazione sindacale e associazione dei consumatori, o loro apparentamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1161 C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI [2.1.0] Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16507 Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, com- ma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n.34 e sue successive modificazioni ed integrazioni relative alla Direzione Generale Agricoltura – 2º provvedimento . . . . . . 1162 [2.1.0] Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16509 Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, com- ma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n. 34 e sue successive modificazioni ed integrazioni relative alla Direzione Generale Presidenza – 3º provvedimento . . . . . . 1162 [2.1.0] Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16533 Determinazione in merito all’utilizzo delle risorse disponibili sui capitoli di bilancio 5.0.4.0.3.266.5976, contributi a rimborso per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva e 5.0.4.0.3.266.5102 contributi a rimborso per l’iniziativa B) Beni culturali/Spettacolo del bilancio 2004/2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1162 [3.1.0] Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16534 Nomina, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 13 febbraio 2003 n. 1 e successive modificazioni, del Commissario dell’IPAB «Opera Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casaletto Lodigiano (LO) – fraz. Gugnano. OGR G02 Attuazione legge riordino delle II.PP.A.B. 1163 5.3.5 AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Rifiuti e discariche 1.8.0 ASSETTO ISTITUZIONALE / Nomine 1.6.0 ASSETTO ISTITUZIONALE / Polizia locale 2.1.0 ORDINAMENTO FINANZIARIO / Bilancio e contabilita ` 3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza

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REPUBBLICA ITALIANA

BOLLETTINO UFFICIALEMILANO - LUNEDI, 15 MARZO 2004

SERIE EDITORIALE ORDINARIASommario

A) CONSIGLIO REGIONALE[5.3.5]Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/958

Piano regionale stralcio di bonifica delle aree inquinate, ai sensi dell’art. 22, comma 5,del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, indicante le priorita di intervento sui sitiinquinati presenti sul territorio nazionale . . . . . . . . . . . . 1082

Deliberazione Consiglio regionale 17 febbraio 2004 - n. VII/961Programma pluriennale 2004/2006 ai sensi dell’art. 22 della l.r. 14 dicembre 1985, n. 81«Norme in materia di biblioteche ed archivi di enti locali o di interesse locale» . . 1152

[1.8.0]Comunicato regionale 10 marzo 2004 - n. 38Nomine e designazioni di competenza del Consiglio regionale della Lombardia di rap-presentanti regionali in enti ed organismi diversi – Lombardia Informatica s.p.a. . . 1160

B) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE[1.6.0]Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2638

Giornata regionale delle onorificenze alla Polizia Locale per anno 2003: costituzionedel Comitato di valutazione . . . . . . . . . . . . . . . 1160

[1.8.0]Decreto presidente Regione Lombardia 26 febbraio 2004 - n. 2681Nomina della Rappresentanza studentesca designata dall’Universita degli Studi di Ber-gamo in sostituzione dei decaduti dal mandato nel Consiglio di Amministrazione del-l’I.S.U. dell’Universita degli Studi di Bergamo . . . . . . . . . . . 1160

[1.8.0]Decreto presidente Regione Lombardia 8 marzo 2004 - n. 3687Determinazione del numero di rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commer-cio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, spettante a ciascuna organizzazio-ne imprenditoriale, organizzazione sindacale e associazione dei consumatori, o loroapparentamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1161

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI[2.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16507

Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, com-ma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n.34 e sue successive modificazioni ed integrazionirelative alla Direzione Generale Agricoltura – 2º provvedimento . . . . . . 1162

[2.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16509Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, disposte ai sensi dell’art. 49, com-ma 3, della l.r. 31 marzo 1978, n. 34 e sue successive modificazioni ed integrazionirelative alla Direzione Generale Presidenza – 3º provvedimento . . . . . . 1162

[2.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16533Determinazione in merito all’utilizzo delle risorse disponibili sui capitoli di bilancio5.0.4.0.3.266.5976, contributi a rimborso per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva e5.0.4.0.3.266.5102 contributi a rimborso per l’iniziativa B) Beni culturali/Spettacolo delbilancio 2004/2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1162

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16534Nomina, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 13 febbraio 2003 n. 1 e successive modificazioni,del Commissario dell’IPAB «Opera Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di CasalettoLodigiano (LO) – fraz. Gugnano. OGR G02 Attuazione legge riordino delle II.PP.A.B. 1163

5.3.5 AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Rifiuti e discariche1.8.0 ASSETTO ISTITUZIONALE / Nomine1.6.0 ASSETTO ISTITUZIONALE / Polizia locale2.1.0 ORDINAMENTO FINANZIARIO / Bilancio e contabilita3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1078 –

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16537Trasformazione dell’IPAB «Istituto Bonoli» con sede legale nel Comune di Como (CO) in Fondazione ONLUSsenza scopo di lucro denominata «Fondazione don Eugenio Bonoli ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . 1163

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16538Trasformazione dell’IPAB «Asilo infantile Roggiolo-Bonga» con sede legale nel Comune di Luino (VA) in Asso-ciazione senza scopo di lucro denominata «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga». Ai sensi dell’art. 3della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . 1163

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16539Trasformazione dell’IPAB «Istituto Pietro Cadeo» con sede legale nel Comune di Chiari (BS) in Fondazionesenza scopo di lucro denominata «Istituto Pietro Cadeo ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003,n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . 1163

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16540Fusione delle II.PP.A.B. «Opera Pia Cronici» – «Casa di Riposo Marini Carioni Vimercati Pasquini» – «Centroper Minori Frecavalli» con sede legale nel Comune di Crema via Kennedy e conseguente trasformazione inFondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzio-nale di riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della l.r.13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . 1164

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16541Trasformazione dell’IPAB «O.P. Ente Galignani» con sede legale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani». Ai sensi dell’art. 3della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . 1164

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16542Trasformazione dell’IPAB «Centro Servizi Assistenziali Cami-Alberini» con sede legale nel Comune di Gottolen-go (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Centro Servizi AssistenzialiCami-Alberini ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1164

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16543Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» con sede legale nel Comune di Padenghe sul Garda(BS) in associazione senza scopo di lucro denominata «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni». Ai sensi dell’art. 3 dellal.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . 1164

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16544Trasformazione dell’IPAB «Istituto Opera Pia G.C. Rota» con sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore(BG) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS». Aisensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . 1165

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16545Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo «Martinelli-Granata-Piantoni»» con sede legale nel Comune di Colo-gne (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione «Martinelli-Granata-PiantoniONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1165

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16546Trasformazione dell’IPAB «Lega del Bene – Vittorio Emanuele III» con sede legale nel Comune di Pavia inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Martinetti – Lega del Bene». Ai sensi dell’art. 3 dellal.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . 1165

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16547Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo per Anziani di Botticino» con sede legale nel Comune di Botticino(BS) in persona giuridica di diritto privato senza scopo di lucro denominata Fondazione «Casa di Riposo perAnziani di Botticino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge diriforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1166

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16548Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo di Calcinato» con sede legale nel Comune di Calcinato (BS) in perso-na giuridica di diritto privato denominata Fondazione «Casa di Riposo di Calcinato – ONLUS». Ai sensi dell’art.3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . 1166

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16549Trasformazione dell’IPAB «O.P. Casa Industria Ricovero e Cronicita» con sede legale nel Comune di Soncino(CR) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenzialedi Soncino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1166

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16550Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Villa della Pace» con sede legale nel Comune di Stezzano (BG) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Villa della Pace». Ai sensi dell’art. 3della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . 1166

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16551Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile – Scuola Materna» con sede legale nel comune di Gottolengo (BS) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola d’Infanzia Pietro Caprettini». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . 1167

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16552Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Dante Cusi» con sede legale nel comune di Gambara (BS) in Fonda-zione Onlus senza scopo di lucro denominata «Dante Cusi Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale13 febbraio 2003, n. 1. – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . . 1167

3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1079 –

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16553Trasformazione dell’IPAB «Casa per Anziani Serlini – Residenza Sanitaria Assistenziale» con sede legale nelcomune di Ospitaletto (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione “Serlini” Resi-denza Sanitaria Assistenziale – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 –ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . 1167

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16554Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Bertinotti-Formenti» con sede legale nel comune di Chiari (BS) in Fon-dazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus». Ai sensi dell’articolo3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . 1167

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16555Trasformazione dell’IPAB «Gerontocomio Lomellino» con sede legale nel comune di Lomello (PV) in Fondazio-ne senza scopo di lucro denominata «Fondazione Gerontocomio Lomellino». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . 1168

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16556Trasformazione dell’IPAB «Pia Fondazione di Valle Camonica» con sede legale nel comune di Malegno (BS) inFondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Pia Fondazione di Valle Camonica Onlus». Ai sensi dell’ar-ticolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. 1168

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16557Trasformazione dell’IPAB «Istituto Femminile della Presentazione» con sede legale nel comune di Como inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione La Presentazione». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . 1168

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16558Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Guida» con sede legale nel comune di Soresina (CR) in Fondazione senzascopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppina Guida». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . . . 1168

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16559Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Alzeni» con sede legale nel comune di Trescore Cremasco (CR) in Fonda-zione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Opera Pia Alzeni». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . 1169

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16560Trasformazione dell’IPAB «Residenza Sanitario Assistenziale Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» consede legale nel comune di Comerio (VA) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione AngelaMauri Sacconaghi – Giovanni Borghi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 –OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . 1169

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16561Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Istituto Arti e Mestieri V. Roncalli» con sede legale nel comune di Vigeva-no (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri Vicenzo Roncal-li». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1169

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16562Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile di Gandino» con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fonda-zione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna di Gandino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regio-nale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . 1170

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16563Trasformazione dell’IPAB «Scuola Materna Urbani e Nespoli» con sede legale nel comune di Coccaglio (BS) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli». Ai sensi dell’articolo 3della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . 1170

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16564Trasformazione dell’IPAB «Centro di Servizi per Anziani “Casa di riposo Maggi”» con sede legale nel comunedi Castrezzato (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Centro di Servizi per Anziani “Casadi Riposo Maggi” Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1170

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16565Trasformazione dell’IPAB «Pia Casa di Riposo Cardinal Giorgio Gusmini» con sede legale nel comune di Verto-va (BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sani-tario Cardinal Gusmini – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1170

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16566Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Ercole Carcano» con sede legale nel comune di Mandello del Lario (LC)in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Ercole Carcano». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . 1171

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16567Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giovanni» con sede legale nel comune di Bovegno (BS) inFondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Casa di Riposo San Giovanni – Onlus». Ai sensi dell’artico-lo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . 1171

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16568Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Madonna della Neve» con sede legale nel comune di Chiuro (SO) inFondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo Madonna della Neve Onlus».Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1171

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16569Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Erminia Maggi» con sede legale nel comune di Cuvio (VA) in Fonda-zione senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna Erminia Maggi». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . . 1171

3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1080 –

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16570Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giuseppe» con sede legale nel comune di Polpenazze del Garda(BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe – On-lus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1172

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16571Trasformazione dell’IPAB «Casa di riposo di Gandino» con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fonda-zione Onlus senza scopo di lucro denominata «Cecilia Caccia in Del Negro Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B. . . . . . 1172

[3.1.0]Deliberazione Giunta regionale 27 febbraio 2004 - n. 7/16572Fusione delle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile» con sede legale nel comune di Fontanella (BG) econseguente trasformazione in Fondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Domus E.D.E.R.A.».Ai sensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazionelegge di riforma delle II.PP.A.B.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1172

D) ATTI DIRIGENZIALIGIUNTA REGIONALE

D.G. Risorse e bilancio[2.1.0]Decreto dirigente struttura 3 marzo 2004 - n. 3249

Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2002/2004 iniziativa B) Beni e infrastrutture culturali, l.r. 14 dicem-bre 1991, n. 33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1173

[2.1.0]Decreto dirigente struttura 3 marzo 2004 - n. 3253Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2003/2005 iniziativa U) Impiantistica sportiva, l.r. 14 dicembre1991, n. 33 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1175

D.G. Famiglia e solidarieta sociale[3.1.0]Decreto direttore generale 5 marzo 2004 - n. 3593

Progetto regionale per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilita psichica e malati psichici. Approva-zione delle modalita di presentazione e valutazione dei progetti in esecuzione della d.g.r. 5 dicembre 2003,n. 15452. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1178

D.G. Sanita[3.2.0]Decreto direttore generale 17 febbraio 2004 - n. 2028

Approvazione delle prime «Raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche in epilettologia». . . . . . 1181

D.G. Agricoltura[4.3.0]Decreto direttore generale 27 febbraio 2004 - n. 2828

Quote latte – Adempimenti procedurali per l’applicazione della l. 119/03 «Riforma della normativa interna diapplicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari». Approvazione delmodello di comunicazione del QRI 2004/2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . 1188

[4.3.0]Decreto direttore generale 11 marzo 2004 - n. 3918P.S.R. 2000-2006 misura l (1.12) «Avviamento dei servizi di sostituzione nelle aziende agricole e di assistenzaalla gestione delle aziende agricole» proroga dei termini di presentazione della richiesta di anticipazione delcontributo concesso per i progetti anno 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . 1195

[4.3.0]Decreto dirigente unita organizzativa 23 febbraio 2004 - n. 2400Approvazione del documento «Programmi Interregionali Regione Lombardia» – L. 499 del 23 dicembre 1999 1195

[4.3.0]Decreto dirigente unita organizzativa 27 febbraio 2004 - n. 2788Modifica del decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 avente ad oggetto «Approvazione del documento “ProgrammiInterregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicembre 1999» . . . . . . . . . . . 1207

[4.3.0]Decreto dirigente unita organizzativa 9 marzo 2004 - n. 3785Determinazione dei periodi a rischio e delle aree interessate dal divieto di movimentazione degli alveari, perl’anno 2004, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 10 settembre 1999, n. 356 «Regolamento recante misure per la lottaobbligatoria contro il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora), nel territorio della Repubblica» . . . 1207

D.G. Artigianato, nuova economia, ricerca e innovazione tecnologica[4.5.0]Comunicato regionale 10 marzo 2004 - n. 37

Comunicato alle Forme Associative Artigiane – L.r. 20 marzo 1990, n. 17, art. 10 «Investimenti socio-economi-ci» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1209

D.G. Commercio, fiere e mercati[4.6.1]Comunicato regionale 8 marzo 2004 - n. 35

Elenco dei posteggi da assegnare in concessione ai fini del rilascio della autorizzazione prevista dall’articolo 28comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98 di cui i Comuni hanno richiesto la pubblicazione ai sensi dell’articolo 5comma 2 della l.r. 15/00. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1209

D.G. Industria, piccola e media impresa e cooperazione e turismo[3.6.0]Comunicato regionale 4 marzo 2004 - n. 32

Elenco candidati idonei guida turistica e accompagnatore turistico bandi 2003 – Amministrazione Provincialedi Pavia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1218

3.1.0 SERVIZI SOCIALI / Assistenza2.1.0 ORDINAMENTO FINANZIARIO / Bilancio e contabilita3.2.0 SERVIZI SOCIALI / Sanita4.3.0 SVILUPPO ECONOMICO / Agricoltura4.5.0 SVILUPPO ECONOMICO / Artigianato4.6.1 SVILUPPO ECONOMICO / Attivita terziarie / Commercio3.6.0 SERVIZI SOCIALI / Sport e tempo libero

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1081 –

D.G. Infrastrutture e mobilita[5.2.0]Decreto dirigente unita organizzativa 12 febbraio 2004 - n. 1760

Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Lecco. Declassificazione a strade comunali dei seguentitratti stradali: S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125 al km 3+200 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P.n. 47 dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P. n. 52 dal km 0+550 alkm 2+250 in Comune di Sirone (LC); S.P. n. 52 dal km 2+250 al km 2+800 in Comune di Dolzago (LC); S.P.n. 56 dal km 12+600 al km 13+206 in Comune di Verderio Inferiore (LC) . . . . . . . . . . 1218

[5.2.0]Decreto dirigente unita organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2214Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiridenti (SO) . . . . . . . . . . . . . 1218

[5.2.0]Decreto dirigente unita organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2215Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzone (SO) . . . . . . . . . . . . . . 1218

[5.2.0]Decreto dirigente unita organizzativa 19 febbraio 2004 - n. 2216Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO) . . . . . . . . . . . . . . . . 1219

[5.2.2]Decreto dirigente unita organizzativa 27 febbraio 2004 - n. 2799Approvazione della graduatoria per la concessione di finanziamenti per interventi di manutenzione e potenzia-mento del demanio della navigazione interna in attuazione della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003. . . . 1219

[5.2.2]Decreto dirigente unita organizzativa 5 marzo 2004 - n. 3570Rettifica del d.d.g. n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoria per la concessione di finan-ziamenti per interventi di manutenzione e potenziamento del demanio della navigazione interna in attuazionedella d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1225

[5.2.1]Decreto dirigente struttura 1 marzo 2004 - n. 2831Integrazioni al bando di assegnazione dei contributi regionali per gli interventi di qualificazione e rinnovo delleautovetture da adibire al servizio taxi approvato con d.g.r. n. 14841 del 31 ottobre 2003, in attuazione della l.r.25/03 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1225

5.2.0 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione5.2.2 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione / Navigazione e porti lacuali5.2.1 AMBIENTE E TERRITORIO / Infrastrutture di comunicazione / Trasporti

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A) CONSIGLIO REGIONALE[BUR2004011] [5.3.5]D.c.r. 17 febbraio 2004 - n. VII/958Piano regionale stralcio di bonifica delle aree inquinate,ai sensi dell’art. 22, comma 5, del decreto legislativo 5febbraio 1997, n. 22, indicante le priorita di intervento suisiti inquinati presenti sul territorio nazionalePresidenza del Presidente Fontana

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIAVisto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 «Attuazio-

ne delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiutipericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio»e successive modifiche e integrazioni, che, all’articolo 22, di-spone che le Regioni elaborino, approvino e aggiornino i pia-ni per la bonifca delle aree inquinate, prevedendo, in partico-lare, al comma 5, modalita di redazione e contenuti dei pianistessi;

Visto il decreto ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471 «Rego-lamento recante criteri, procedure e modalita per la messa insicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inqui-nati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio1997, n. 22, e successive modificazioni ed integrazioni», ed inparticolare l’articolo 14, comma 3, che prevede che l’ordinedi priorita degli interventi di bonifica e ripristino ambientalestabilito nel piano regionale per la bonifica delle aree inquina-te di cui all’art. 22 del d.lgs. 22/1997, e individuato secondo icriteri dettati dall’Agenzia Nazionale per la Protezione del-l’Ambiente, ora Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e peri Servizi Tecnici;

Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. VII/39 del10 ottobre 2000, di approvazione del Programma Regionaledi Sviluppo della VII legislatura, ed in particolare l’obiettivospecifico 9.2.4 «Bonifica delle aree inquinate, pianificazionee programmazione degli interventi di bonifica sul territoriolombardo e individuazione del grado di rischio ambientale eper la salute umana»;

Vista la deliberazione del Consiglio regionale n. VII/312 del16 ottobre 2001, di approvazione del Documento di Program-mazione Economico Finanziaria Regionale 2002-2004, che,tra le azioni prioritarie da attivare nel 2002 con riguardo all’o-biettivo specifico del PRS di cui al punto precedente, prevedel’aggiornamento del piano regionale delle bonifiche;

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 66818dell’11 aprile 1995 «Approvazione del piano regionale di boni-fica delle aree contaminate»;

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 11834 del30 dicembre 2002, con la quale viene approvata, e contestual-mente trasmessa al Consiglio regionale per la definitiva ap-provazione, la proposta di piano regionale stralcio di bonificadelle aree inquinate, che si compone di premessa, dispositivoe schede descrittive dei siti ricadenti nel primo ambito di in-tervento del Piano Regionale;

Tenuto conto che con la suddetta d.g.r. n. 11834/2002 laGiunta regionale:

– ritiene necessario, ai fini dell’ottemperanza agli obblighiprevisti dall’art. 22, comma 5, del d.lgs. 22/1997, provvedereall’implementazione della vigente pianificazione regionale dibonifica delle aree inquinate, approvando un nuovo strumen-to pianificatorio che tenga luogo dei programmi di interventoa breve e medio termine, gia approvati dalla Giunta regionalecon la citata deliberazione n. 66818/1995, e dei casi di inqui-namento piu significativi rivelatisi in date successive all’ap-provazione regionale, nonche dei siti di interesse nazionalericonosciuti dallo Stato;

– attesta che dall’emanazione della deliberazione66818/1995 il numero dei siti per i quali necessitano interven-ti urgenti di bonifica e ulteriormente aumentato;

– da atto, nell’attesa dell’emanazione delle linee guida dicui all’art. 14 del d.m. 471/1999, per l’individuazione dellepriorita di intervento all’interno del piano regionale di boni-fica delle aree inquinate, di aver avviato un’attivita di ricercafinalizzata alla redazione del nuovo piano regionale di boni-fica delle aree inquinate sulla base di criteri individuati daesperti nel settore;

– prende atto che l’attivita di cui al punto precedente haconsentito la redazione della proposta di piano regionale dibonifica delle aree inquinate, riportante l’ordine di prioritatra i siti da bonificare, le caratteristiche generali degli inqui-

namenti presenti, gli interventi da attuare per la bonifica edil risanamento ambientale e la stima dei relativi oneri finan-ziari e afferma che la stessa soddisfa le esigenze pianificatoriedelle attivita di bonifica delle aree inquinate sul territorio re-gionale e, nel contempo, risponde agli obblighi previsti dallanormativa vigente;

– fa presente la possibilita di prevedere periodici aggiorna-menti ed integrazioni al piano stesso in relazione alle criticitache dovessero emergere, anche a seguito degli ulteriori accer-tamenti svolti sui siti indicati nel piano stralcio;

Udita la relazione della VI Commissione «Ambiente e Pro-tezione civile»;

Con votazione palese, per alzata di mano

Delibera1. di approvare il piano regionale stralcio di bonifica delle

aree inquinate, che si compone di Premesse, Dispositivo eSchede descrittive di cui all’Allegato A, che costituisce parteintegrante della presente deliberazione (1);

2. di trasmettere copia della presente deliberazione al Mi-nistero dell’Ambiente e Tutela del Territorio.

Il presidente: Attilio FontanaI consiglieri segretari:

Luciano Valaguzza – Giuseppe AdamoliIl segretario dell’assemblea consiliare:

Maria Emilia Paltrinieri

(1) Gli allegati cartografici che si omettono possono essere consultatipresso la sede del Consiglio regionale e presso la Direzione GeneraleServizi di pubblica utilita, U.O. Gestione dei rifiuti.

——— • ———

ALLEGATO A

PIANO REGIONALE STRALCIODI BONIFICA DELLE AREE INQUINATE

INDICEI PARTE: LE PREMESSE1. Premessa

1.1 Obiettivi e contenuti del piano1.2 Riferimenti normativi

2. Piano regionale di bonifica delle aree contaminate approvatocon d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995 – Sviluppo e stato dell’arte2.1 Le fasi realizzative per la redazione del piano

2.1.1 Censimento e mappatura2.1.2 Scelta delle priorita di intervento2.1.3 Programma degli interventi a breve termine2.1.4 Programma degli interventi a medio termine

2.2 Stato di attuazione del piano2.3 Modalita di gestione dei finanziamenti erogati

II PARTE: IL DISPOSITIVO DEL PIANO STRALCIO REGIONALE3. Fasi realizzative e criteri di elaborazione

3.1 Prima fase: analisi dei diversi criteri e scelta della metodo-logia per l’individuazione delle priorita di intervento

3.1.1 Premessa e metodo di ricerca3.1.2 Le cinque metodologie esaminate3.1.3 Potenzialita e limiti applicativi

3.2 Seconda fase: applicazione della metodologia e individua-zione delle priorita di intervento3.2.1 Il modello «radar ambientale»

4. Siti oggetto del piano e priorita di intervento4.1 Ambiti di intervento4.2 Siti oggetto del piano4.3 Individuazione delle priorita tra i siti ricadenti nel primo

ambito di intervento

5. Stima degli oneri finanziari5.1 Criteri per la stima degli oneri5.2 Siti per i quali occorre procedere con ulteriori indagini am-

bientali5.3 Siti per i quali sono state formulate delle ipotesi progettuali

6. Siti di interesse nazionale6.1 Siti individuati dall’art. 114 della legge 388/2000

6.1.1 Sito in localita Bovisa in Comune di Milano

6.1.2 Sito in localita Cascina Gazzera in Comune di Cerroal Lambro (MI)

6.1.3 Area industriale siderurgica ex Falck nei Comuni diSesto San Giovanni (MI) e Cologno Monzese (MI)

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1083 –

6.1.4 Polo chimico nei comuni di Rodano (MI) e Pioltello(MI)

6.2 Siti individuati dall’art. 14 della legge 179/20026.2.1 Sito «ex Fibronit» in Comune di Broni (PV)6.2.2 Sito «Caffaro ed aree industriali» in Comune di Bre-

scia (BS)6.2.3 Polo Chimico e laghi di Mantova nei Comuni di Man-

tova e Virgilio (MN)

ALLEGATO 1: Schede descrittive dei siti ricadenti nel primo ambitodi intervento del Piano Regionale

I PARTE: LE PREMESSE

1. Premessa

1.1 Obiettivi e contenuti del pianoIl presente Piano e lo strumento funzionale di programma-

zione e di pianificazione degli interventi con cui la RegioneLombardia, in attuazione della normativa vigente e con l’o-biettivo di una gestione efficace ed efficiente del proprio terri-torio e delle proprie risorse, individua:

1. i siti per i quali intervenire prioritariamente con inter-venti di bonifica e ripristino ambientale

2. l’ordine di priorita degli interventi di bonifica3. le modalita degli interventi di bonifica e risanamento

ambientale4. la stima degli oneri finanziari degli interventi5. le modalita di smaltimento dei materiali da asportare.Il Piano rappresenta un aggiornamento, alla luce della nuo-

va normativa in materia di rifiuti ed in considerazione dell’e-voluzione della situazione ambientale sul territorio regionale,del precedente Piano di Bonifica della Aree Contaminate, ap-provato dalla Regione Lombardia con delibera di Giuntan. 66818 dell’11 aprile 1995 e redatto, ai sensi della legge441/1987, sulla base di linee guida emanate con il d.m. 16maggio 1989.

In tal senso il documento individua le priorita di interventotra:

• i siti inseriti nei programmi di intervento a breve e mediotermine di cui al precedente piano regionale non sonoancora interessati da un’attivita di bonifica;

• i siti inseriti nell’Anagrafe regionale di cui all’art. 17 deld.m. 25 ottobre 1999 n. 471 per cui e stata riconosciutauna priorita d’azione per l’esistenza di particolari rischisanitari ed ambientali;

• i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lom-bardo.

Per il presente Piano sono previsti periodici aggiornamentied integrazioni, in funzione delle criticita che dovessero e-mergere anche a seguito degli ulteriori accertamenti svolti suisiti indicati al punto precedente.

1.2 Riferimenti normativiIl tema della bonifica delle aree inquinate venne introdotto

per la prima volta nel sistema normativo italiano dall’art. 5della legge 441/87 «Disposizioni urgenti in materia di smalti-mento dei rifiuti», la quale, pur non prevedendo una defini-zione del concetto di area inquinata e non fornendo indica-zioni sui criteri di valutazione del rischio, stabiliva che le Re-gioni approvassero il Piano per la bonifica delle aree inquina-te individuando:

a) l’ordine di priorita degli interventi;b) l’individuazione dei siti da bonificare e delle caratteri-

stiche generali degli inquinanti presenti;c) i soggetti cui compete l’intervento e gli enti che ad essi

devono sostituirsi in caso di inadempienza;d) le modalita per l’intervento di bonifica e risanamento

ambientale;e) la stima degli oneri finanziari;f) le modalita di smaltimento dei materiali da asportare;g) le eventuali misure cautelari a carattere di urgenza per

la tutela dell’ambiente.Successivamente, con Decreto del Ministero dell’Ambiente

del 16 maggio 1989 «Criteri e linee guida per l’elaborazione ela predisposizione, con modalita uniformi da parte di tutte leRegioni e Province autonome, dei piani di bonifica ...» venne-ro fissate le modalita di predisposizione dei piani regionali dibonifica delle aree inquinate.

Il d.m. del 16 maggio 1989 definiva inoltre cosa deve inten-dersi per area contaminata, ed individuava alcune tipologiedi siti potenzialmente contaminati, indicando l’articolazionedel piano di bonifica e dei progetti operativi di risanamento.Per tale decreto erano da considerarsi aree potenzialmentecontaminate solo quelle venute «a contatto accidentale o con-tinuativo» con le sostanze provenienti dai cicli di produzionedei rifiuti potenzialmente tossici e nocivi. I cicli di produzionedi rifiuti potenzialmente tossici e nocivi (secondo la defini-zione allora vigente) erano, con alcune integrazioni, identifi-cati nella tabella 1.3 della delibera del Comitato interministe-riale del 27 luglio 1984.

Le aree oggetto di possibile contaminazione da prendere inconsiderazione nelle operazioni di censimento erano indicatenelle seguenti:

• aree interessate da attivita minerarie in corso o dismesse,• aree interessate da attivita industriali dismesse,• aree interessate da rilasci accidentali di sostanze perico-

lose,• aree interessate da discariche non autorizzate,• aree interessate da operazioni di adduzione e stoccaggio

di idrocarburi cosı come da gassificazione di combustibi-li solidi,

• aree, anche a destinazione agricola, interessate da span-dimento non autorizzato di fanghi e residui speciali otossici e nocivi.

Ai sensi del d.m. del 16 maggio 1989 tali piani dovevanoessere sviluppati attraverso diverse fasi, cosı riassumibili:

• censimento e mappatura dei siti potenzialmente conta-minati con raccolta dei dati relativi alla localizzazione,alle sostanze pericolose eventualmente presenti, alla su-perficie e ai volumi interessati, alla struttura idrogeologi-ca, alla destinazione d’uso, alla densita abitativa etc.;

• definizione del primo elenco di aree contaminate da sot-toporre a bonifica in base al censimento e alle risultanzeanalitiche ufficialmente disponibili;

• definizione di un primo programma di intervento di bo-nifica a breve termine e classificazione dei siti in ordinedi priorita in base al rischio sanitario ed ambientale (per-meabilita del suolo, rischio per gli approvvigionamentiidrici, aspetti tossicologi ecc.);

• elaborazione del progetto di programma di bonifica amedio termine.

Ai sensi del d.m. 16 maggio 1989 la Regione Lombardia haelaborato un primo piano di bonifica delle aree contaminate,approvato con Delibera di Giunta regionale n. 66818 dell’11aprile 1995.

L’attuale d.lgs. 5 febbraio 1997 n. 22 recante l’«Attuazionedelle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/686/CEE sui rifiutipericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballag-gio», prevede, tra le competenze regionali, l’approvazione dipiani di gestione dei rifiuti, e delle bonifiche. In particolare,l’articolo 22 del d.lgs. 22/97 precisa che i piani per la bonificadelle aree inquinate devono prevedere:

• l’ordine di priorita degli interventi;• l’individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristi-

che generali degli inquinamenti presenti;• le modalita degli interventi di bonifica e risanamento am-

bientale, che privilegino prioritariamente l’impiego dimateriali provenienti da attivita di recupero di rifiuti ur-bani;

• la stima degli oneri finanziari;• le modalita di smaltimento dei materiali da asportare,

e devono essere redatti sulla base di criteri generali e di lineeguida determinati dallo Stato.

Considerato che tale direttiva non e stata ancora emanata,la Regione Lombardia ha individuato, con le modalita illu-strate nel successivo cap. 3, una metodologia di analisi e diconfronto tra i siti inquinati, in base a criticita ambientaliriconoscibili sul territorio, che ha consentito di programmaregli interventi oggetto del presente piano.

2. Piano regionale di bonifica delle aree contaminate ap-provato con d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995 – Sviluppoe stato dell’arte

2.1 Le fasi realizzative per la redazione del pianoIl primo Piano Regionale di bonifica delle aree contaminate

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e stato conseguente ad un lavoro svolto negli anni 1989-1990i cui risultati sono stati formalizzati con la d.g.r. n. 53644 del31 maggio 1994 «Presa d’atto del Piano Regionale di bonificadelle aree contaminate» e con la d.g.r. n. 66818 dell’11 aprile1995 di approvazione del piano regionale di bonifica dellearee contaminate, e riporta:

• censimento e mappatura;• scelta delle priorita di intervento;• programma degli interventi a breve termine;• programma degli interventi a medio termine.Nella prima fase delle attivita di pianificazione sono state

censite e mappate le segnalazioni pervenute, per un totale di2120, suddivise in 2002 aree contaminate e discariche e 118aree industriali dimesse. Per operare una prima selezione tratutti i dati disponibili, le discariche sono state suddivise inbase alle tipologie di rifiuti stoccati e riconoscendo quattrocategorie, tre delle quali sono rientrate nelle priorita del pia-no, mentre l’ultima e stata esclusa per l’assenza di rifiuti tossi-co/nocivi. Tutte le aree industriali dismesse sono invece stateconsiderate rientranti nelle priorita del piano, a fronte dellacarenza di informazioni.

Attraverso successivi sopralluoghi e l’esame della documen-tazione acquisita dagli enti territorialmente competenti, sonostati suddivisi i siti selezionati in quattro classi:

CLASSE A: siti che presentano un rischio ambientale e sa-nitario tale da far ritenere prioritario un intervento di boni-fica;

CLASSE B: siti contaminati o con molta possibilita di con-taminazione per i quali e necessario procedere con un inter-vento di bonifica, ma che non hanno un grado di rischio, oper i quali c’e carenza di informazioni, tale da farli rientrarenella classe A;

CLASSE C: siti sui quali si ritiene che non sussistano pro-blemi di contaminazione ambientale, a loro volta suddivisi inotto sottoclassi;

CLASSE D: aree sulle quali non e stato possibile effettuaresopralluoghi.

Sui siti di classe A e stata poi applicata una metodologia divalutazione finalizzata a individuare le situazioni piu a ri-schio, suddividendo gli interventi in ordine di priorita, tra in-terventi da realizzare a breve o a medio termine.

2.1.1 Censimento e mappaturaLa prima fase del piano si e svolta con l’obiettivo di racco-

gliere in un’unica base informativa tutte le informazioni inpossesso delle Pubbliche Amministrazioni.

Sulla base delle indicazioni del d.m. del 16 maggio 1989, leprincipali tipologie di siti da censire sono state individuatein discariche non piu in esercizio, stoccaggi, aree industrialidimesse, sversamenti anche accidentali e spagliamenti sulsuolo.

Tali schede, utilizzate per la raccolta di informazioni, han-no consentito di riportare i dati identificativi dei siti, quali: lacaratterizzazione quali-quantitativa dei rifiuti, delle matriciambientali, la destinazione urbanistica, la vocazione paesag-gistica, la presenza di rischio igienico-sanitario, la descrizio-ne dei procedimenti amministrativi avviati per la bonifica deisiti e lo stato di avanzamento delle opere.

I 2.120 siti censiti, sono stati ulteriormente selezionati eli-minando quelli in cui l’intervento di bonifica era gia stato ulti-mato sulla base di un progetto approvato, ed il rimanentegruppo e stato suddiviso in due classi:

• la prima, che comprende i siti non bonificati con conta-minazione in almeno uno dei comparti ambientali, ac-certata o meno da analisi chimiche;

• la seconda, di cui fanno parte i siti ove non sussistonoelementi per determinare una contaminazione ambien-tale.

Queste ultime classi sono state suddivise in:• siti non bonificati con contaminazione ambientale in atto

(126 siti);• siti non bonificati ove non sussistono elementi per deter-

minare la contaminazione ambientale, in cui e stata ac-certata la presenza di rifiuti tossico/nocivi (93 siti);

• siti non bonificati ove non sussistono elementi per deter-minare la contaminazione ambientale, con potenzialepresenza di rifiuti tossico/nocivi (204 siti);

• siti non bonificati ove non sussistono elementi per deter-

minare la contaminazione ambientale, con presenza diRSU, inerti, speciali e misti, dove non e stata riscontratala presenza di rifiuti tossico/nocivi (1511 siti).

Le discariche appartenenti alle prime tre categorie e le areeindustriali dismesse sono state quindi sottoposte alla proce-dura di valutazione per la scelta delle priorita di intervento.

2.1.2 Scelta delle priorita di interventoI siti individuati nella prima fase, sono distinti in discariche

ed aree industriali dimesse, distribuiti in 317 comuni. Ad essie stata applicata una metodologia di indagine, organizzata indiverse fasi lavorative.

In primo luogo, attraverso contatti con gli enti locali e so-pralluoghi sul posto, sono state raccolte informazioni speci-fiche sui siti in esame, organizzando i dati raccolti in schederiassuntive. In questa prima fase alcuni siti sono stati accor-pati, consentendo di individuare 531 aree da sottoporre a va-lutazione.

L’analisi cosı condotta ha consentito di raggruppare i sitiin quattro classi (A, B, C, D), a seconda del grado di rischioambientale e sanitario.

Alla classe A appartengono quei siti, che presentano un ri-schio ambientale e sanitario tale da far ritenere prioritario unintervento di bonifica. Queste aree sono per la maggior partediscariche incontrollate e, in secondo luogo, aree industrialidimesse o stabilimenti in attivita.

Alla classe B appartengono invece i siti ritenuti potenzial-mente contaminati per i quali si e ritenuto necessario proce-dere con ulteriori indagini ambientali, al fine di meglio defi-nire il grado di rischio ambientale e sanitario. Tali siti sonostati suddivisi in sei classi in base alle diverse categorie dirifiuto principalmente presenti.

I siti appartenenti alla classe C sono quelli per quali si eritenuto che non sussistessero problemi di contaminazioneambientale, o quelli gia interessati da attivita di bonifica sottoil controllo delle amministrazioni locali; a loro volta, essisono stati suddivisi in otto sottoclassi a seconda delle variesituazioni riscontrate.

I rimanenti siti, appartenenti alla classe D, sono quelli peri quali non c’era la possibilita di reperire informazioni suffi-cienti per una valutazione del rischio.

I siti appartenenti alla classe A sono stati ordinati in funzio-ne della priorita di intervento richiesta, a sua volta individua-ta applicando un modello di valutazione del rischio creatosulla traccia dell’Hazard Ranking System americano.

Tale modello, ha preso in considerazione cinque percorsi:acque sotterranee, acque superficiali, suolo, aria e contattodiretto. Ciascuno di questi percorsi e stato diviso in tre cate-gorie: «componenti», «migrazione» e «obiettivi».

Nella categoria «componenti» sono esaminate le caratteri-stiche e le quantita delle sostanze inquinanti, individuandodue diversi livelli di dettaglio in funzione delle informazionia disposizione.

Nella categoria «migrazione» sono stati attribuiti i punteggiin funzione delle due alternative possibili, ossia a seconda cheil rilascio di sostanze a rischio fosse accertato o da valutarein termini di probabilita.

Negli «obiettivi» sono stati pesati i punti di esposizione e learee sensibili.

A ciascun parametro e stato assegnato un punteggio (finoad un massimo di 100) sulla base di criteri guida prestabilitie il rischio potenziale e stato calcolato come media dei pun-teggi dei cinque percorsi.

In questo modo, sulla base del punteggio conseguito da cia-scun sito, si e stabilito il livello di priorita degli interventi, ede stato possibile raggruppare le diverse realta territoriali indue classi: quella degli interventi «a breve termine» e degliinterventi a «medio termine».

2.1.3 Programma degli interventi a breve termineIl programma degli interventi a breve termine riguardava

43 siti, indicati in ordine alfabetico nella tabella sotto ripor-tata.

Tabella 1: Elenco dei siti inseriti nel programma degli in-terventi a breve termine

Comune Prov. Nome sitoAcquanegra sul Chiese Mantova Valli di Mosio

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1085 –

Comune Prov. Nome sitoAsola Mantova Ex Flucosit

Bollate Milano Discarica ex Cava Ronchi

Boltiere Bergamo Ex Cava Foppa del Firmı

Busto Arsizio e Cassano Varese Torrenti Rile e TenoreMagnago

Carpenedolo Brescia Ex Bober

Carpiano Milano Ex C.E.P.

Cassina de’ Pecchi Milano Ex Olbit Raffineria

Castello di Brianza Lecco Discarica Localita Sabina

Castiglione delle Stiviere Mantova Cava del Pirata

Castiglione delle Stiviere Mantova Cava La Busa

Cerro al Lambro Milano Cascina Gazzera

Crespiatica Milano Ex Rabo International

Crosio della Valle Varese Ex Teine

Dairago Milano Dispersione fognatura urbana

Dresano Milano Area Petrol Dragon

Figino Serenza Como Ex Acciaierie Orsenigo

Figino Serenza Como Discarica sul Torrente Serenzia

Garbagnate Milanese Milano Discarica Borromeo

Gerenzano Varese Discarica AMSA Milano

Lacchiarella Milano Area OMAR

Laveno Mombello Varese Ex Richard Ginori

Lungavilla Pavia Localita Ex Fornace Bettaglio

Maleo Lodi Discarica R.S.U.

Malnate Varese Ex Cava Cattaneo

Milano Milano Discarica Porto di Mare

Montichiari Brescia Cava Baratti

Monticelli Pavese Pavia Agrichimica Colla

Mozzanica Bergamo Discarica Lugo Trasporti

Mozzanica Bergamo Ditta Rohm and Haas

Mozzate Como Torrente Grandate e Fosso Gradaluso

Ossona Milano Discarica Melme Acide

Pinarolo Po Pavia Chimica Ponte Alto

Porto Mantovano Mantova Ditta Pioggia – Carnevali

Redavalle Pavia Localita Cava Bazzini

Rodano Milano Discarica Sisas

San Zeno Naviglio Brescia Soc. Europea Tubifici Acciaieria

Sermide Mantova Ex Zuccherificio

Spessa Po Pavia Area Rivol

Suzzara Mantova Ex V.I.S.

Valera Fratta Lodi Discarica Gaboardi Cascina Sacchella

Villanova del Sillaro Lodi Discarica

Voghera Pavia Discarica R.S.A.U. Ex Fergomma

2.1.4 Programma degli interventi a medio termineL’elenco dei 60 siti inseriti nel programma a medio termine

e riportato nella tabella seguente

Tabella 2: Elenco dei siti inseriti nel programma degli in-terventi a medio termine

Comune Prov. Nome sitoAgnosine Brescia Discarica Ilfo

Bagnolo Mella Brescia Italfound

Berlingo Brescia Ex Cava Montini

Bollate Milano Discarica Cava Bossi

Bollate Milano Ex S.I.O. – condominio Il Tiglio

Braone Brescia Habitat Legno

Brembate Bergamo Ex DIM

Breno Brescia Acciaieria Tessara

Breno Brescia Localita Onera

Bressana Bottarone Pavia Discarica Valle Botte

Comune Prov. Nome sitoBurago di Molgora Milano Cava Brioschi

Cairate Varese Discarica ex Cartiera Vita Mayer

Calcinato Brescia Localita Ponte San Marco

Cambiago Milano Discarica melme acide loc. Gerri

Capriolo Brescia Localita Santo Stefano

Caronno Pertusella Varese Discarica Barigazzi e Clerici

Castelli Calepio Bergamo Ditta Cometa

Castegnato Brescia Localita Pianera

Ciserano Bergamo Strada Provinciale Francesca

Cividate al Piano Bergamo Discarica Cascina San Giorgio

Costa Volpino Bergamo Localita Pizzo

Costa Volpino Bergamo via Roma

Cremona Cremona Localita San Rocco

Dosolo Mantova Localita Fondo Boscone

Garbagnate Milanese Milano Discarica via Lario

Garlasco Pavia Discarica Localita Bozzole

Inverigo Como Discarica Localita Fornacetta

Lambrugo Como Discarica Localita Momberto

Mazzano Brescia Discarica Florio

Mediglia Milano Discarica Cascina Ca’ del Lambro

Milano Milano Ex Fonderia Pracchi

Montirone Brescia Cava Bonomelli

Nova Milanese Milano Ex Ditta Arec

Oggiono Como Ex Carniti

Olgiate Comasco Como Discarica ex Forno Inceneritore

Martinengo Bergamo Discarica C.na Rocco

Medolago Bergamo Ex SEI

Paderno Franciacorta Brescia Cave Sorelle Vianelli

Passirano Brescia Discarica Vallosa

Pavia Pavia Ex Chatillon

Pian Camuno Brescia Ex Ferriera Predalva

Pognano Bergamo Discarica Farchemia

Porto Valtravaglia Varese Ex Galvanica Mucense

Provaglio d’Iseo Brescia Cascina Dossello

Rho Milano Discarica via Terrazzano

Sabbio Chiese Brescia Localita Mondalino

Sabbio Chiese Brescia Localita Dossa del Lupo

San Martino in Strada Milano Discarica Localita Camairana

San Zeno Naviglio Brescia Acciaierie S. ZenoSanto Stefano Ticino Milano Discarica Melme AcideTrescore Balneario Bergamo Ditta RepigTrezzano Rosa Milano Discarica Cava GeraTrezzo sull’Adda Milano Discarica ZinderTrezzo sull’Adda Milano Discarica Fornace LateriziTrezzo sull’Adda Milano Discarica Fornace sull’AddaVigevano Pavia Ex Ursus GommaZanica Bergamo Localita Molino del BoscoZanica Bergamo Ex SarppZanica Bergamo Discarica Cava CutterZibido San Giacomo Milano Discarica ex Cava Cento Pertiche

2.2 Stato di attuazione del pianoMolti siti inseriti nel programma a breve e medio termine

del Piano Regionale approvato nel 1995 sono stati oggetto difinanziamenti pubblici, che hanno consentito l’esecuzione de-gli interventi di bonifica o messa in sicurezza. In alcuni casigli interventi finanziati sono da ritenersi conclusi ed altrisono in fase di ultimazione, di conseguenza non sono statiinseriti nel presente Piano. In altri casi invece gli interventigia finanziati e conclusi non si sono rivelati esaustivi, per cuiin tali siti sono state previste ulteriori azioni, contemplate nelpresente Piano Regionale.

Nella tabella seguente sono indicati i siti inseriti nel Piano

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1086 –

Regionale approvato nel 1995 ed interessati da finanziamentopubblico a partire dal 1992, con l’ammontare degli impegniassunti

Tabella 3: Elenco dei siti oggetto di finanziamento pub-blico

EntitaComune Provincia Nome sito Programma finanziamento

(in euro)Acquanegra sul Mantova Valli Mosio Breve 484.730,40Chiese

Asola Mantova Ex Flucosit Breve 8.578.682,68

Berlingo Brescia Ex Cava Medio 6.703.610,55Montini

Boltiere Bergamo Ex Cava Breve 3.925.072,4Francesca

Brembate (1) Bergamo Ex DIM Medio 294.896,89Bressana Pavia Discarica Valle Breve 2.014.181,91Bottarone BottaBusto Arsizio e Varese Breve 14.442.200CassanoMagnagoCalcinato Brescia Ponte San Medio 1.601.016,39

MarcoCarpiano Milano EX CEP Breve 4.777.742,77Castiglione delle Mantova Cava la Busa Breve 725.050,28StiviereCastiglione delle Mantova Cava del Pirata BreveStiviereCerro al Lambro Milano Cascina Breve 13.380.915,02

GazzeraCrespiatica Lodi Ex RA.BO Breve 1.869.491,34

InternationalDresano Milano Area Petrol Breve 3.615.198,29

DragonFigino Serenza Como Discarica Breve 1.792.338,52

TorrenteSerenza

Garlasco Pavia Discarica Medio 38.217,81localita Bozzole– Ca’ Bassa

Lacchiarella Milano Area OMAR Breve 6.522.839,00Lungavilla Pavia Localita ex Breve 1.960.423,91

FornaceBettaglio

Monticelli Pavese Pavia Agrichimica/ Breve 6.380.220,73Colla

Pinarolo Po Pavia Chimica Ponte Breve 2.516.668,86Alto

Redavalle (3) Pavia Localita Cava Breve 768.902,58Bazzini

Rodano Milano SISAS Breve 1.187.850,87Spessa Po Pavia Area Rivol Breve 7.291.716,44Trezzo sull’Adda Milano Discarica Medio 20.992,40

Fornacedell’Adda

Villanova del Lodi ex cava Breve 3.607.709,67Sillaro BarganoZanica Bergamo Ex SARPP Medio 298.226,92

NOTE:(1) Il sito di Brembate necessita di un ulteriore finanziamento pubblico per la

realizzazione di ulteriori interventi di bonifica e messa in sicurezza e, per talemotivo, rientra anche nel presente Piano Regionale

(2) Impegno relativo all’area denominata «Ex campo sportivo»

Altre somme sono state stanziate dallo Stato per quei sitiove e stato riconosciuto lo stato di emergenza ambientale (sitidi Dresano e Lacchiarella), in questi casi i finanziamenti su-perano i 48 miliardi di lire, e per quelli ricadenti nell’applica-zione della legge 9 dicembre 1998, n. 426, recante i «Nuoviinterventi in campo ambientale».2.3 Modalita di gestione dei finanziamenti erogati

In attuazione del Piano regionale delle aree contaminate,gia approvato, ed in coerenza con gli obiettivi regionali in

materia di tutela e salvaguardia dell’ambiente indicati neiProgrammi Regionali di Sviluppo, la Regione Lombardia, alfine del raggiungimento di determinati obiettivi negli ambitiistituzionali, territoriali ed ambientali, economici e sociali,attua specifici programmi economico-finanziari per la realiz-zazione degli interventi di bonifica delle aree contaminate e/odi smaltimento dei rifiuti, al fine di recepire le richieste degliinterventi prioritari formulate dagli EE.LL. in conformita coni disposti della normativa vigente in materia.

Il Quadro Programmatorio regionaleI Programmi Regionali di Sviluppo traducono le linee di

indirizzo sui quali il governo regionale e chiamato a risponde-re nel corso delle legislature, delineando i possibili futuri svi-luppi dell’azione regionale. Il quadro programmatico che vie-ne definito individua le tematiche su cui orientare l’azionestrategica regionale determinando nel quadro delle scelteoperative di legislatura, le priorita e gli ambiti di intervento

La tematica ambientale, attraverso l’analisi degli indicatoridi intervento, nell’ambito degli obiettivi regionali di sostenibi-lita ambientale, sociale ed economica definisce i futuri pro-grammi di assetto territoriale attraverso l’azione sinergica de-gli operatori territoriali, a cui sono chiamati per propria isti-tuzionalita, secondo i principi di sussidiarieta, trasversalita ecooperazione.

I documenti programmatici richiamati evidenziano in par-ticolare nell’attuazione degli obiettivi di salvaguardia dellaqualita dell’ambiente e la tutela delle risorse naturali, l’ado-zione di mirati interventi di riqualificazione e riconversioneterritoriale attraverso azioni di bonifica e/o di ripristino am-bientale.

I criteri prioritari individuati dal quadro attuativo per laprogrammazione degli interventi finalizzati alla tutela del-l’ambiente e del territorio, consistono nella lettura delle alte-razioni dei fattori ambientali connessi al grado di rischio perla salute umana, delle risorse naturali e dei recettori ambien-tali sensibili, attraverso un’analisi dei parametri indicatoripreviste dalle norme – d.m. 471/1999, in particolare:

• concentrazioni di sostanze chimiche di interesse per ef-fetti rilevanti nel suolo e nel sottosuolo, per tossicita, per-sistenza e mobilita ambientale non accettabili in relazio-ne alla specifica destinazione d’uso dei siti;

• concentrazioni di sostanze chimiche di interesse per ef-fetti rilevanti nelle acque sotterranee e superficiali, pertossicita, persistenza e mobilita ambientale non accetta-bili in relazione all’utilizzo delle risorse idriche;

• accumulo e stoccaggio di rifiuti e materiali pericolosi, va-sche e serbatoi fuori terra o interrati, pozzi disperdenti,cumuli di rifiuti in contenitori o dispersi, tubature e fo-gnature.

Le linee programmatiche indicate nel Piano regionale dibonifica delle aree contaminate derivano dal riconoscimentodella rilevanza e della peculiarita dell’ambiente nel quale sonoinseriti gli interventi individuati nel documento di piano.

Gli effetti ambientali, diretti, indiretti, cumulativi, a breve,medio, lungo termine, permanenti o temporanei, sono para-metri e modelli di fondo nella programmazione degli inter-venti di tutela dell’ambiente e del territorio.

ObiettiviI Programmi Regionali di Sviluppo sono attuati per la com-

ponente economico-finanziaria, attraverso il Documento diProgrammazione Economico-Finanziaria Regionale(D.P.E.F.R.), che rappresenta lo strumento di attuazione e ag-giornamento dei documenti di programma, la situazione fi-nanziaria regionale, le prospettive di evoluzione dei flussi fi-nanziari regionali gli indirizzi per la programmazione finan-ziaria sul versante delle politiche di spesa.

Agli obiettivi di programmazione sono correlate le leggi dispesa per le quali il bilancio annuale e di previsione, indicagli stanziamenti previsti che vengono quantificati sulla basedegli indirizzi definiti in sede di programmazione.

Le norme regionaliLa legislazione regionale in materia di assistenza finanzia-

ria per gli interventi di bonifica e/o di ripristino ambientaledelle aree contaminate, nonche per lo smaltimento dei rifiuti,e costituita dalla l.r. 7 giugno 1980, n. 94: «Norme ed inter-venti per lo smaltimento dei rifiuti», in particolare dall’art.31-bis, che prevede la concessione di contributi a favore deiComuni che provvedono d’ufficio alla bonifica delle aree con-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1087 –

taminate o allo smaltimento di rifiuti a seguito di ordinanzeemesse ai sensi dell’art. 217 del Testo Unico Leggi Sanitarie,ovvero ai sensi dell’art. 54, del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267.

La norma disciplina i requisiti per la concessione dei fi-nanziamenti regionali secondo le finalita sopra esposte, nelrispetto della l.r. 31 marzo 1978, n. 34 «Norme sulle procedu-re della programmazione, sul bilancio e sulla contabilita dellaRegione» e alle sue successive modifiche e integrazioni.

L’art. 31-bis della l.r. 94/1980 disciplina inoltre i finanzia-menti regionali concessi ai sensi della legge regionale 28 otto-bre 1996, n. 31 «Norme concernenti la disciplina del fondoper la realizzazione di progetti infrastrutturali di rilevanza re-gionale. Sostituzione dell’art. 5 della l.r. 31 marzo 1978,n. 34».

Modalita di erogazione dei finanziamentiI provvedimenti di impegno e liquidazione finanziario-con-

tabile vengono assunti dall’Unita Organizzativa competente aseguito della verifica, effettuata dagli Uffici preposti all’istrut-toria tecnico-amministrativa, dei presupposti e delle condi-zioni per l’accesso ai contributi regionali, ovvero dei requisitidi legge di cui all’art. 31-bis della l.r. 98/1980 da parte dell’am-ministrazione comunale beneficiaria.

La liquidazione delle somme impegnate viene disposta, se-condo le procedure di cui alla l.r. 34/1978, in ottemperanzaal disposto dell’art. 1 – comma 1 – lettera e) della l.r. 22 gen-naio 1999, n. 2 «Misure per la programmazione regionale, larazionalizzazione della spesa e a favore dello sviluppo regio-nale e interventi istituzionali e programmatici con rilievo fi-nanziario», sempreche la relativa obbligazione venga a sca-denza entro il termine dell’esercizio finanziario al quale eassunto l’impegno.

E dato obbligo all’amministrazione beneficiaria la tempe-stiva rendicontazione all’ente concedente, producendo la per-tinente documentazione probatoria, corredata da ogni altroelemento utile, circa l’avvenuto utilizzo della quota erogatanell’ambito degli stati di avanzamento lavori ovvero delle spe-se dell’intervento finanziato.

Le somme recuperate dal Comune, attraverso l’azione dirivalsa nei confronti dei soggetti individuati quali responsabi-li dell’illecito e dell’eventuale danno ambientale, riferite allesomme liquidate dalla Regione al soggetto beneficiario devo-no essere restituite alla Regione secondo i disposti dell’art. 6della l.r. 2/1999.

II PARTE: IL DISPOSITIVODEL PIANO STRALCIO REGIONALE

3. Fasi realizzative e criteri di elaborazioneL’evoluzione della normativa nel settore e l’approfondimen-

to delle conoscenze in materia di contaminazione dei siti edei rischi derivanti per la salute umana e per l’ambiente, han-no comportato, nel corso degli ultimi anni, un cambiamentonell’approccio generale a questa delicata tematica ambientaleda parte di tutti gli operatori, con una maggior presa di co-scienza delle problematiche legate alla contaminazione dellematrici ambientali e della loro bonifica.

Questa evoluzione ha generato una crescente responsabiliz-zazione sia degli operatori privati che degli enti pubblici edegli organi di controllo, con un conseguente incremento del-le segnalazioni di casi di contaminazione, sospetta o compro-vata, e delle richieste di finanziamenti pubblici, da parte delleamministrazioni locali, necessari per fronteggiare le emer-genze ambientali con interventi di messa in sicurezza e boni-fica, che spesso risultano troppo onerosi per le realta comu-nali.

D’altra parte, sotto la spinta di questa crescente esigenza diintervento sul territorio, c’e un evolversi delle tecnologie dibonifica e degli strumenti di analisi del rischio, con la speri-mentazione di tecniche innovative ed il perfezionamento dimetodologie gia consolidate, aventi l’obiettivo comune di for-nire strumenti sempre piu efficaci ed efficienti, che possanoessere attuati a costi sostenibili sia per i soggetti pubblici cheper i privati.

Questa attivita di ricerca, che si attua a diversi livelli, vedecoinvolte societa di consulenza, professionisti, enti pubblicied universita, che costituiscono una importante risorsa cuiattingere per la pianificazione degli interventi sul territorio.

In questo contesto si inserisce l’attivita pianificatoria dellaRegione Lombardia, divenuta oramai uno strumento indi-

spensabile per una corretta ripartizione delle risorse disponi-bili per favorire le attivita di bonifica sul territorio.

A tal fine, con il supporto tecnico-scientifico del Diparti-mento di Ecologia del Territorio dell’Universita degli Studi diPavia e dell’ARPA Lombardia, coinvolti mediante la stipula diconvenzioni, la Regione Lombardia ha individuato una meto-dologia innovativa rispetto a quella utilizzata nel precedentepiano, che consente di svolgere un’analisi dei diversi casi dicontaminazione, potenziali o in atto, e di comparare i relativilivelli di rischio sanitario-ambientale per individuare le prio-rita di intervento.

La pianificazione si e svolta in due fasi temporali: nella pri-ma fase, sono stati valutati alcuni criteri e metodologie attual-mente in uso per individuare e comparare i livelli di rischiodelle diverse situazioni ambientali; di seguito e stato indivi-duato lo strumento operativo elaborato all’interno dell’Uni-versita degli Studi di Pavia, che ha consentito, nella secondafase dell’attivita di ricerca, di individuare le priorita di inter-vento su un elenco di siti ritenuti di particolare rilevanza.3.1 Prima fase: analisi dei diversi criteri e scelta della me-

todologia per l’individuazione delle priorita di inter-vento

3.1.1 Premessa e metodo di ricercaDurante la prima fase dell’attivita che ha condotto all’elabo-

razione del presente piano, sono state analizzate e comparatecinque metodologie attualmente in uso per l’analisi dei livellidi rischio di aree contaminate o potenzialmente contaminate,ritenute le piu significative e funzionali allo scopo preposto.

Queste metodologie consentono di attribuire al sito un pun-teggio complessivo, che risulta essere una funzione di piu va-riabili: tipologia delle fonti di contaminazione, percorsi di e-sposizione, vulnerabilita degli acquiferi e bersagli esposti.Comparando i punteggi attribuiti a ciascun sito, ognuno diquesti modelli consente, a determinate condizioni, di compa-rare le diverse situazioni ambientali e di classificarle in fun-zione del loro punteggio, consentendo cosı di pianificare gliinterventi sul territorio in base all’ordine di priorita indivi-duato.

Una volta individuati i cinque modelli, l’attivita e stata im-postata nel seguente metodo:

1. ogni metodologia e stata applicata ad un gruppo di sitiper i quali sono gia stati ultimati gli interventi di bonifica,utilizzando, come parametri per calcolare il punteggio com-plessivo del sito, i dati corrispondenti alla situazione prece-dente la bonifica. Il gruppo di siti campione e stato scelto inmodo tale da essere sufficientemente rappresentativo delle di-verse tipologie presenti sul territorio lombardo (aree dismes-se, stoccaggi di rifiuti pericolosi, discariche abusive, parchiserbatoi per idrocarburi) e delle possibili fonti di contamina-zione e rifiuti presenti (idrocarburi, solventi, vernici, scorie,rifiuti civili ed industriali, melme acide);

2. una analisi comparata sul gruppo di siti gia bonificati,che ha consentito di individuare le criticita ed i problemi ap-plicativi di ciascuna metodologia, permettendo di eliminarequelle ritenute meno idonee al conseguimento dell’obiettivofinale;

3. una applicazione su aree contaminate, al fine di indivi-duare la metodologia piu corrispondente alle esigenze meto-dologiche dell’attivita di ricerca.3.1.2 Le cinque metodologie esaminate

Le metodologie valutate nella prima fase propedeutica allapianificazione, sono le seguenti:

a) Il metodo HRS semplificato (PA-Score)b) Il metodo HRS avanzato (PRE-Score)c) Il modello Emilia Romagnad) Il modello Lombardia Risorsee) Il metodo Radar Ambientale

a) Il metodo HRS semplificato (PA-Score)La metodologia HRS (Hazard Ranking Sistem) e stata ap-

provata dall’EPA (Environmental Protection Agency) degliStati Uniti nel 1982, ed e stata modificata nel 1990. Essa eutilizzata per valutare il rischio per la salute umana e perl’ambiente costituito dal rilascio, potenziale o attuale, di so-stanze pericolose presenti in un sito.

Il rischio e valutato nell’HRS in modo relativo, ossia conriferimento ad una serie di altri siti, cio permette di attribuirea ciascun sito un punteggio che indica il livello di pericolositacomplessiva.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1088 –

Il metodo HRS prevede tre livelli di applicazione:• una fase di indagine preliminare abbreviata, denominata

A.P.A. (Abbreviated Preliminary Assessment), che con-sente di valutare l’opportunita di procedere con ulteriorifasi;

• una fase di attribuzione di un punteggio preliminare(Preliminary Assessment Score: PA-Score);

• una fase di valutazione finale (Preliminary Ranking Eva-luation Score: PRE-Score).

Il metodo PA-Score rappresenta quindi uno strumento checonsente, a seguito di una fase di ricognizione dei dati dispo-nibili e la raccolta delle informazioni necessarie, di attribuireun primo punteggio ai siti oggetto di studio e di ordinarli infunzione dei relativi punteggi.

Le informazioni necessarie sono relative alla quantita edalle caratteristiche dei rifiuti presenti, i parametri fisici delsito, i dati sulla popolazione e le caratteristiche generali delsito, ed il punteggio finale e una stima iniziale, approssimatama attendibile e cautelativa, del punteggio fornito dal metodoPRE-Score.

Il principio di funzionamento del modello e comune perentrambe la fasi dell’HRS; cio che varia e il livello di dettagliodelle informazioni richieste e, di conseguenza, dell’output fi-nale. Il principio viene descritto nel paragrafo relativo alPRE-Score.b) Il metodo HRS avanzato (PRE-Score)

Il metodo HRS (sia il preliminare che quello avanzato) ana-lizza quattro percorsi di migrazione degli inquinanti verso ibersagli finali: in falda, attraverso le acque superficiali, nelterreno ed in aria, attribuendo per ciascuno di essi un punteg-gio.

Il punteggio di ogni percorso di migrazione dei contami-nanti e di esposizione puo variare da 0 a 100. Dei quattropunteggi viene fatta la media quadratica a fornire un punteg-gio finale globale:

S = ((Sgw2 + Ssw

2 + Ss2 + Sa

2)/4)1/2

dove:Sgw punteggio del percorso di migrazione nella faldaSsw punteggio del percorso di migrazione in acque super-

ficialiSs punteggio del percorso di esposizione al terrenoSa punteggio del percorso di migrazione in ariaIl punteggio di ciascun percorso e dato dal prodotto, nor-

malizzato, di tre valori, ottenuti da altrettante «categorie difattori»:

• categoria «probabilita di rilascio» (nel percorso del terre-no: «di esposizione»)

• categoria «caratteristiche del rifiuto»• categoria «bersagli»Il punteggio, quindi, e calcolato secondo la seguente formu-

la di normalizzazione:probabilita di rilascio (PR) x caratteristiche del rifiuto (CR) x bersagli (B)

82500Ogni categoria di fattori comprende un gruppo di elementi

cui sono attribuiti valori numerici.In sintesi, il sistema HRS possiede la seguente struttura:1. Il punteggio finale si riferisce ad un unico sito.2. Ogni sito viene descritto in termini di quattro percorsi.3. Ogni percorso e caratterizzato da tre categorie di fattori.

c) Il metodo «Emilia Romagna»Il metodo della Regione Emilia Romagna, indicato all’art.

33 della l.r. Emilia Romagna n. 27/94 «Direttive tecniche diriferimento per le bonifiche delle zone inquinate» prevedeun’attivita strutturata per fasi successive, ciascuna seguitadalla compilazione di una scheda descrittiva e finalizzata alladefinizione del grado di rischio connesso alla situazione dicontaminazione dell’area.

Il grado di rischio di ciascuna area viene espresso attraver-so un punteggio, che viene confrontato con quelli degli altrisiti per la formulazione di una scala delle priorita di inter-vento.

Il rischio complessivo di un sito si compone di due fattori:un rischio sanitario ed un rischio ecologico, a salvaguardiadell’ecosistema. Ciascuno dei due fattori rischio (R) e calcola-to secondo la seguente formula:

R = P x M

dove P e la probabilita che si verifichi un danno sanitarioo ecologico a seguito di una situazione di inquinamento, inparticolare:

P = 1 per zone vicine alla sorgenteP = 0.1 per zone vicine alla sorgenteP = 10-3 per zone distanti dalla sorgenteP = 10-5 per zone molto distanti dalla sorgenteLa grandezza M e invece la magnitudo, ossia il danno che

la sostanza inquinante determina, all’interno di una zona, aibersagli presenti. La magnitudo legata al danno sanitario eproporzionale alla tossicita degli inquinanti ed al numero dibersagli, mentre quella legata al danno ecologico e una fun-zione dell’estensione della zona critica.

d) Il modello di Lombardia RisorseTale modello e stato implementato dalla societa Lombardia

Risorse per la predisposizione del primo Piano regionale dibonifica delle aree contaminate, approvato nel 1995.

Per l’individuazione delle priorita di intervento, rientrantinella classe «A» del piano, e stata implementata una metodo-logia similare a quella dell’HRS, ma che teneva conto dellacarenza di dati precisi legati alla caratterizzazione dei siti in-dagati e che ha consentito di differenziare l’attendibilita deidati in base alle diverse fonti di informazione per il reperi-mento delle informazioni.

Il modello utilizzato prende in considerazione tre vie di e-sposizione: le acque sotterranee, quelle superficiali ed il con-tatto dermico: il punteggio derivante dalla valutazione dei ter-mini acque superficiali e sotterranee determina le priorita diintervento per le operazioni di bonifica, mentre il punteggiorelativo al contatto diretto indica la necessita di provvederecon operazioni di messa in sicurezza mediante isolamento deirifiuti presenti.

Il punteggio relativo a ciascuna via di esposizione e il pro-dotto dei punteggi parziali relativi a tre fattori: la sorgente, ilveicolo ed il ricettore, a loro volta funzioni dei quantitativi dirifiuti, della mobilita e della tossicita delle sostanze presentie della vulnerabilita dei veicoli.

e) Il modello RADAR AMBIENTALETale metodologia e stata elaborata dall’Universita di Pavia

a seguito di una ricerca metodologica finalizzata alla sempli-ficazione dei parametri essenziali necessari per la descrizionedi un sito e l’attribuzione di un punteggio di rischio relativo.

I parametri individuati sono i seguenti:• la presenza antropica (P)• le acque superficiali (S)• la falda (F)• i terreni (T)• l’aria (A)• le condizioni delle strutture di contenimento (C).Attraverso l’ausilio di matrici di rischio, si puo individuare,

per ciascuno dei sei parametri, un punteggio finale (espressocon numeri interi da 1 a 5). Rappresentando il punteggio suun grafico a raggiera, si ottiene un poligono a sei lati, la cuiarea determina il punteggio complessivo del sito.

Il vantaggio di tale strumento e che consente una rappre-sentazione visiva della situazione di un sito, evidenziandonele criticita (corrispondenti alle punte piu significative del gra-fico) e, di conseguenza, indicando i fattori sui quali e oppor-tuno intervenire con maggior urgenza.

Per questo motivo il modello RADAR AMBIENTALE e statoconsiderato un valido strumento, semplice ed efficace, perpianificare non solamente gli interventi tra i vari siti conside-rati, ma, nell’ambito del singolo sito, di prevedere e program-mare interventi mirati a risolvere le criticita evidenziate.

Per queste caratteristiche di funzionalita strategica, il mo-dello e stato individuato come strumento da utilizzare in que-sta fase della pianificazione regionale; le sue modalita di uti-lizzo in tale ambito verranno descritte nel paragrafo 3.2.1.

3.1.3 Potenzialita e limiti applicativiL’analisi delle diverse metodologie ha permesso di ricono-

scere le loro potenzialita ed i limiti applicativi per la situazio-ne lombarda ai fini della pianificazione regionale.

Durante la fase di applicazione al primo gruppo di siti sele-zionati, sono stati ritenuti maggiormente idonei per il conse-guimento dell’obiettivo preposto, sia il metodo PA-Score che

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1089 –

il modello RADAR AMBIENTALE, perche, oltre ad essere suf-ficientemente attendibili, sono risultati facilmente applicabilialla realta regionale, per quanto riguarda il tipo ed il livellodi dettaglio delle informazioni richieste.

Il metodo PRE-Score, pur essendo parimenti attendibilecome modello, ha richiesto un livello di dettaglio delle infor-mazioni attualmente non disponibile.

Gli altri metodi si sono rivelati non idonei per l’obiettivodella pianificazione.

I due modelli ritenuti piu consoni all’obiettivo regionalesono stati, quindi il sistema PA-Score ed il metodo RADARAMBIENTALE.

La scelta definitiva e ricaduta, infine, sul secondo strumen-to, ritenuto maggiormente adatto alle specifiche esigenze pia-nificatorie della Regione Lombardia, in quanto tale metodolo-gia consente di evidenziare con immediatezza le criticita spe-cifiche di ciascun sito e quindi, oltre a consentire l’individua-zione delle priorita di intervento tra i siti presenti sul territo-rio regionale, potra essere utilizzato per pianificare gli inter-venti all’interno di ciascuna situazione, operando sugli ambiticaratterizzati da un punteggio di rischio maggiore (ossia le«punte» del radar).3.2 Seconda fase: applicazione della metodologia e indivi-

duazione delle priorita di intervento3.2.1 Il modello «radar ambientale»

Il modello RADAR AMBIENTALE e uno strumento operati-vo, di agevole applicazione, che si basa sulla valutazione disei parametri, attribuendo a ciascuno di essi un punteggiolegato al rischio che si verifichi un determinato evento. Comein tutti i modelli, il rischio e determinato dal prodotto di unaprobabilita per una magnitudo. La quantificazione del rischioviene realizzata con l’aiuto di matrici a doppia entrata in cuisi compongono la magnitudo dell’evento inquinante con laprobabilita ad esso associata.

I parametri utilizzati per la valutazione del punteggio com-plessivo sono i seguenti:

• la presenza antropica (P)• le acque superficiali (S)• la falda (F)• i terreni (T)• l’aria (A)• le condizioni delle strutture di contenimento (C).Per ognuno dei parametri sono state definite cinque classi

di eventi di magnitudo crescente, generate direttamente dallesostanze pericolose abbandonate nella zona oggetto di inda-gine. La scelta di fornire cinque opzioni possibili, e stata fattaperche si e ritenuto che le classi in numero di cinque possanooffrire l’opportunita di meglio garantire una valutazione og-gettiva.Presenza antropica

La presenza antropica e costituita dalla popolazione circo-stante e dalla popolazione residente. L’estensione dell’area daconsiderare deve essere commisurata alle caratteristiche disospetta pericolosita dei rifiuti abbandonati e alle dimensionidella zona oggetto di indagine, di cui vengono tenute in consi-derazione anche le caratteristiche geografiche, meteoclimati-che e la densita abitativa della zona.

Viene posta dal modello una attenzione anche alle condi-zioni di accessibilita della zona oggetto di indagine, ovvero lecondizioni delle eventuali recinzioni e degli altri presidi fina-lizzati al suo isolamento: l’accesso incontrollato da parte dellapopolazione circostante o di animali puo costituire un veicoloper la diffusione delle sostanze pericolose.

Come popolazione residente si intendono tutti coloro che sitrovano ad abitare o a lavorare stabilmente in edifici che sia-no stati costruiti sulla zona oggetto di indagine, oltre a tutticoloro che si trovino, per un periodo prolungato a fruirne, sedestinata ad es. al tempo libero.

Per popolazione circostante si intendono invece tutti coloroche abitano o lavorano stabilmente nell’area circostante lazona oggetto di indagine, tutti coloro che si trovano a transi-tare nelle immediate vicinanze della zona oggetto di indagine,qualora sia presente una arteria di grande scorrimento (siaviaria che ferroviaria) e tutti coloro che fruiscono dell’areacircostante.Acque superficiali

Le acque superficiali sono tutte quelle che lambiscono, at-traversano ed entrano in contatto, direttamente o indiretta-

mente (a seguito di ruscellamento superficiale), con la zonaoggetto di indagine.

Viene posta particolare attenzione ai casi di sversamentodei materiali ivi presenti sia a causa di fuoriuscite di materialiconservati in contenitori in stato di degrado sia a causa deldilavamento degli agenti meteorici, qualora l’impermeabiliz-zazione dell’area ne convogliasse lo scarico verso acque su-perficiali limitrofe. In ogni caso, le acque esaminate nel mo-dello non sono acque destinate ad uso potabile.

Acque sotterraneeLa falda superficiale sottoposta a valutazione e definita sul-

la base delle caratteristiche idrogeologiche dei terreni inter-posti tra il piano di deposito dei materiali pericolosi e la falda,nonche in relazione alla natura ed alle caratteristiche dell’ac-quifero che la contiene, freatica o artesiana.

Durante i sopralluoghi e stata verificata l’esistenza o menodi condizioni che possono favorire la percolazione o la diffu-sione delle sostanze inquinanti lungo direttrici specifiche(prevalente flusso della falda); in particolare la determinazio-ne del livello di vulnerabilita della falda.

Per i siti oggetto di indagine, sono state evidenziate le faldeimmediatamente sottostanti o a diretto contatto (costante ostagionale) con la massa di materiale inquinato ed e stato va-lutato se la falda superficiale di interesse e in grado di alimen-tare la falda oggetto di estrazione per il consumo umano.

L’attribuzione del valore e calcolata in base alla pericolositacirca la mobilita dei rifiuti e delle sostanze contaminanti edal livello di protezione delle falde.

TerreniI contaminanti comunemente considerati sono: melme aci-

de, residui catramosi, metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi(resta naturalmente sottintesa anche la valutazione del ri-schio ad essi connesso, che deve essere stabilito in rapportoalle caratteristiche litologiche e pedologiche della zona ogget-to di indagine).

AriaLa persistenza e l’intensita degli odori molesti costituisce

un fattore che, sebbene non necessariamente nocivo per lasalute o per l’ambiente, rappresenta spesso una delle causescatenanti il malcontento popolare.

Il problema degli odori e valutato sia in rapporto alla popo-lazione residente che a quella di passaggio, ove la zona ogget-to di indagine si trovi in prossimita di vie di comunicazioni,tenendo in particolare considerazione la eventuale presenzadi venti dominanti che possono allontanare anche in modonon trascurabile le esalazioni dal punto in cui si sono gene-rate.

Al fine dell’applicazione della metodologia sono state consi-derate tutte le barriere geografiche o architettoniche che pos-sono contribuire a limitare l’area interessata dalle esalazioniin oggetto.

Inoltre e stata posta particolare attenzione alle volatilita,nocivita e persistenza delle sostanze potenzialmente perico-lose.

Condizioni strutturali e/o di contenimentoE stato valutato lo stato di conservazione di tutte le struttu-

re fisse o mobili, interrate o superficiali, di qualunque dimen-sione che con il loro cedimento possano direttamente o indi-rettamente provocare lo sversamento di sostanze potenzial-mente dannose.

Oltre alle strutture di contenimento direttamente a contattocon le sostanze, sono state valutate anche le strutture esternedi stoccaggio (capannoni, tettoie, ecc.), in considerazione delpeso che possono avere sia a livello di velocita di degradodei contenitori, sia a livello di rischi di crolli che vadano adintaccare i contenitori provocando una dispersione.

Una ulteriore attenzione e stata posta al pericolo legato allacommistione – a seguito del cedimento di strutture di conte-nimento – di sostanze reattive capaci di sprigionare vaporidannosi o di generare reazioni esotermiche e principi di in-cendio.

4. Siti oggetto del piano e priorita di intervento

4.1 Ambiti di interventoIl Piano rappresenta un aggiornamento del precedente Pia-

no di Bonifica delle Aree Contaminate, approvato dalla Regio-ne Lombardia con delibera di Giunta n. 66818 dell’11 aprile

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1090 –

1995, alla luce della recente normativa in materia di rifiuti edin considerazione dell’evoluzione della situazione ambientalesul territorio regionale.

In tale piano sono state riportate le aree inserite nei pro-grammi di intervento a breve e medio termine di cui al prece-dente piano regionale e non ancora interessati da un’attivitadi bonifica, ed i siti inseriti nell’Anagrafe regionale per cui estata riconosciuta una priorita d’azione per la permanenza dirischi sanitari ed ambientali, consistenti nella contaminazio-ne delle stese.

L’attivita condotta dalla Regione Lombardia ha consentitodi classificarli in tre distinti ambiti di intervento, in funzionedelle azioni da intraprendere e delle diverse modalita operati-ve da seguire:

1. i siti per i quali il livello di informazioni disponibili haconsentito l’applicazione della metodologia Radar Am-bientale, e di individuare l’ordine di priorita degli interven-ti (Tabella 1);

2. i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lombar-do (Tabella 2);

3. i siti da sottoporre ad ulteriori indagini finalizzate all’ap-plicazione del Radar Ambientale (Tabella 3).

Per i siti appartenenti al primo ambito e stato possibile ap-plicare, sulla base delle informazioni reperite dall’ARPA Lom-bardia (contenute nelle schede descrittive riportate nell’Alle-gato 1), la metodologia del Radar Ambientale descritta nelCapitolo 4, al fine di individuare l’ordine di priorita degli in-terventi, come riportato nel presente capitolo (Tabella 4); leazioni da intraprendere per tali siti ed i relativi oneri finan-ziari, sono descritte nel successivo Capitolo 5.

Le tipologie di intervento, ed i relativi oneri finanziari, daintraprendere sui siti appartenenti al secondo ambito sonodescritti nel Capitolo 6 del presente documento; tali siti rive-stono un interesse nazionale, e pertanto non e stato necessa-rio sottoporli ad analisi con la metodologia Radar Ambienta-le, poiche per essi viene gia riconosciuta la massima prioritadi intervento.

I siti appartenenti al terzo ambito sono quelli per cui none stato raggiunto il livello minimo di informazioni che con-sentisse l’applicazione della metodologia del Radar Ambien-tale, ne effettuare alcuna stima dei costi di caratterizzazione,e pertanto per esse sono previste attivita di indagine finaliz-zate ad individuare le eventuali criticita ambientali ed all’ag-giornamento del Piano. Ne deriva che il presente piano rap-presenta una realta in continua evoluzione, da sottoporre aperiodici aggiornamenti sulla base delle future segnalazioni edei risultati delle indagini sui siti ricadenti in questo ambito.

4.2 Siti oggetto del piano

Tabella 1. Elenco dei siti per i quali il livello di informa-zioni disponibili ha consentito l’applicazionedella metodologia Radar Ambientale

Prov. COMUNE DENOMINAZIONEMN Acquanegra sul Chiese Discarica abusiva ex Flucosit – valli di

Mosio

BS Agnosine Discarica Ilfo localita Campagnola

CR Annicco Area Ghiraf

MI Bollate Discarica ex cava Ronchi

BG Brembate Ex D.I.M.

MI Cambiago Discarica melme acide Localita Gerri

VA Caronno Pertusella Discarica Barigazzi e ClericiBS Castel Mella Ditta GhirafBG Cividate al Piano Discarica cascina San GiorgioBG Costa Volpino Localita PizzoBG Costa Volpino via RomaCR Cremona Discarica Localita San RoccoPV Garlasco Discarica RSU Bozzolo – loc. Ca’ bassaVA Gerenzano DiscaricaBG Madone-Filago-Bottanucco Discarica RSULO Maleo Discarica RSUVA Malnate Discarica RSU ed RSAUMN Mantova Conca di Valdaro (1)BG Martinengo Discarica Cascina Rocco

Prov. COMUNE DENOMINAZIONEMI Mediglia Discarica Cascina Ca’ del Lambro

MI Milano Discarica Porto di Mare

BS Montichiari Cava Baratti

BS Montirone Cava Bonomelli

BG Mozzanica Discarica Lugo Trasporti

CO Mozzate Torrente Grandate e fosso Gradaluso

MI Ossona Discarica con melme acide

BS Paderno Franciacorta Cave Sorella Vianelli

BS Passirano Discarica Vallosa (2)

BG Pognano Discarica Farchemia

PV Redavalle Localita Cava Bazzini

MI Rho Discarica via Terrazzano

MI Rho Chimica Bianchi

MN Sermide Ex Zuccherificio

MN Suzzara Ex V.I.S.

BG Trescore Balneario Ditta Repig

MI Trezzo sull’Adda Discarica Fornace Laterizi

LO Valera Fratta Discarica Gaboardi Casina Sacchella

BG Zanica Discarica ex cava Cutter

MI Zibido San Giacomo Discarica ex cava Centopertiche

NOTE:(1) Il sito e ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale

«Laghi di Mantova e Polo Chimico» individuato con legge 179/2002 (che peronon e ancora stata approvato definitivamente); viene fatto ricadere anche in que-sto ambito perche per esso e previsto un intervento regionale finalizzato allarealizzazione di un nodo idraulico sul fiume Mincio e perche proposta

(2) Il sito e ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale«Caffaro» individuato con legge 179/2002, che pero non e ancora stata approvatadefinitivamente

Tabella 2. Elenco di siti di interesse nazionale ricadentisul territorio lombardo

Prov. COMUNE DENOMINAZIONEBS Brescia Caffaro

PV Broni Area Fibronit

MI Cerro al Lambro Discarica melme acide

MN Mantova Laghi di Mantova e Polo chimico

MI Milano Bovisa Gasometri

MI Rodano Pioltello Ex SISAS

MI Sesto san Giovanni Ex Falck

Tabella 3. Elenco dei siti da sottoporre ad ulteriori inda-gini

Provincia COMUNE DENOMINAZIONEBS Bagnolo Mella ItalfoundMI Bernate Ticino via delle Vallogge di sotto – ItaltecnoMI Bollate Discarica cava BossiBS Braone Habitat LegnoBS Breno Acciaierie TassaraMI Burago di Molgora Cava BrioschiBS Carpenedolo Ex BoberBG Castelli Calepio Ditta CometaLC Castello Brianza Discarica localita SabinaMI Cornaredo Ditta ItaltecnoVA Crosio della Valle Ex teinveMI Garbagnate Milanese Discarica BorromeoMI Garbagnate Milanese Discarica via LarioCO Lambrugo Discarica localita MombertoBS Mazzano Discarica FlorioMI Milano Ex fonderia PracchiBS Montirone Cava BonomelliMI Nova milanese Ex ditta ArecCO Olgiate Comasco Discarica ex Forno InceneritoreMI Pero Ditta Italtecno

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1091 –

Provincia COMUNE DENOMINAZIONEMN Porto Mantovano Ditta Pioggia Carnevali

BS Provaglio d’Iseo Cascina Dossello

BS Sabbio Chiese Localita Mondalino

BS Sabbio Chiese Localita Dossa del lUpo

LO San Martino in Strada Discarica localita Camairana

BS San Zeno Naviglio Soc. Europea Tubifici Acciaieria

BS San Zeno Naviglio Acciaieria San Zeno

MI Santo Stefano Ticino Discarica melme acide

MI Trezzano Rosa Discarica di cava Gera

PV Voghera Discarica Fergomma

BG Zanica Localita Molino del Bosco

4.3 Individuazione delle priorita tra i siti ricadenti nel pri-mo ambito di intervento

Ai fini dell’individuazione delle priorita di intervento tra isiti ricadenti nel primo ambito, e stato utilizzato il modello«Radar Ambientale», precedentemente descritto nel Capitolo3, integrato con una valutazione delle caratteristiche tossico-logiche delle sostanze presenti nei singoli siti (tossicita, persi-stenza e mobilita ambientale). In funzione di tali fattori e sta-to infatti calcolato un coefficiente correttivo che e stato appli-cato ai parametri «Terreno» e «Falda» di ciascun sito (le duepunte del Radar che maggiormente risentono della presenzadi sostanze tossiche).

Per fare cio, sono state individuate sei classi di tossicita, aciascuna della quale corrisponde un valore percentuale di talefattore correttivo: alla classe piu bassa (incremento percen-tuale nullo) corrispondono i casi in cui non risultano presen-ti, o non e possibile ritenere che siano presenti, sostanze peri-colose in quantita significativa. La classe piu elevata (incre-mento percentuale pari a 10) e stata attribuita quando i datidisponibili sul sito o la natura delle attivita che hanno datoluogo alla contaminazione e la presenza di sostanze pericolo-se hanno messo in evidenza una particolare pericolosita, mo-bilita e scarso sconfinamento delle sostanze stesse.Nella tabella seguente e riportato l’ordine di priorita di in-

tervento sui singoli siti, con il punteggio attribuito ai singolisiti a seguito della metodologia sopra descritta.

Tabella 4. Ordine di priorita tra i siti ricadenti nel primoambito di intervento

NOME SITO COMUNE Punteggio1 Ex D.I.M. Brembate (BG) 3.632

2 Discarica RSU Maleo (LO) 3.571

3 Discarica abusiva ex Flucosit Acquanegra sul Chiese (MN) 3.242– Valli di Mosio

4 Discarica ex cava Ronchi Bollate (MI) 3.151

5 Ex Chimica Bianchi Rho (MI) 2.784

6 Ex Ghiraf Annicco (CR) 2.730

7 Ex Ghiraf Castel Mella (BS) 2.730

8 Ex Cava Terrazzano Rho (MI) 2.299

9 Discarica RSU ed RSAU Malnate (VA) 2.246

10 Discarica Porto di Mare Milano (MI) 2.241

11 Discarica Gaboardi Casina Valera Fratta (LO) 2.200Sacchella

12 Ex Zuccherificio Sermide (MN) 1.940

13 Ditta Repig Trescore Balneario (BG) 1.760

14 Discarica Vallosa Passirano (BS) (1) 1.759

15 Discarica RSU Bozzolo – Loc. Garlasco (PV) 1.732Ca’ Bassa

16 Conca di Valdaro Mantova (MN) (2) 1.70817 Cava Sorelle Vianelli Paderno Franciacorta (BS) 1.68918 Discarica melme acide Locali- Cambiago (MI) 1.675

ta Gerri19 Discarica con melme acide Ossona (MI) 1.67320 Discarica Lugo Trasporti Mozzanica (BG) 1.65621 Discarica Cascina Rocco Martinengo (BG) 1.64522 Ex V.I.S. Suzzara (MN) 1.498

NOME SITO COMUNE Punteggio23 Cava Bonomelli Montirone (BS) 1.455

24 Discarica Cascina Ca’ del Mediglia (MI) 1.256Lambro

25 Discarica Gerenzano (VA) 1.233

26 Discarica Localita San Rocco Cremona (CR) 1.212

27 Discarica ex Cava Cutter Zanica (BG) 1.212

28 Localita Pizzo Costa Volpino (BG) 1.169

29 Discarica RSU Madone Filago Bottanucco 1.169(BG)

30 Cava Baratti Montichiari (BS) 1.146

31 Discarica ex Cava Cento Per- Zibido San Giacomo (MI) 1.126tiche

32 Discarica Ilfo Localita Campa- Agnosine (BS) 996gnola

33 Torrente Grandate e Fosso Mozzate (CO) 866Gradaluso

34 Discarica Fornace Laterizi Trezzo sull’Adda (MI) 866

35 Discarica Barigazzi e Clerici Caronno Pertusella (VA) 837

36 Discarica Cascina San Gior- Cividate al Piano (BG) 736gio

37 via Roma Costa Volpino (BG) 736

38 Localita Cava Bazzini Redavalle (PV) 606

39 Discarica Pognano (BG) (3) –

NOTE:(1) il sito e ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale

«Caffaro» individuato con legge 179/2002, in fase di approvazione da parte delGoverno

(2) il sito e ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale«Laghi di Mantova e Polo Chimico» individuato con legge 179/2002 (in fase diapprovazione da parte del Governo).

(3) per il sito di Pognano, non e stato calcolato il grado di rischio, in quanto l’area estata gia interessata da interventi di rimozione dei rifiuti presenti.

5. Stima degli oneri finanziari

5.1 Criteri per la stima degli oneriIl piano individua, in ottemperanza a quanto disposto del-

l’art. 22 del d.lgs 5 febbraio 1997 n. 22, gli interventi da realiz-zare ed il relativo ordine di priorita, nonche le tipologie diintervento previste e le modalita di realizzazione, con i relati-vi oneri finanziari, per:

• i siti per i quali il livello di informazioni disponibili haconsentito l’applicazione della metodologia Radar Am-bientale, e di individuare gli interventi da eseguire, con irelativi oneri finanziari;

• i siti di interesse nazionale ricadenti nel territorio lom-bardo;

• i siti da sottoporre ad ulteriori indagini ambientali fina-lizzate all’applicazione del Radar Ambientale.

Ai siti appartenenti al primo ambito e stato possibile appli-care, sulla base delle informazioni reperite dall’ARPA Lom-bardia, la metodologia del Radar Ambientale, che ha consen-tito di individuare l’ordine di priorita degli interventi. Gli one-ri finanziari sono descritti nel presente capitolo, in cui vienefatta una ulteriore suddivisione tra i siti per i quali non sonoancora state formulate ipotesi progettuali (o tali ipotesi risul-tano superate e non piu condivisibili) e quelli per i quali esisteun livello di progettazione tale da consentire uno o piu scena-ri di intervento, con i relativi costi.

La scelta deriva dal fatto che, in assenza di una ipotesi pro-gettuale o nei casi in cui non siano disponibili informazionisufficientemente dettagliate sullo stato di contaminazionedelle matrici ambientali, una stima dei costi degli interventidi bonifica risulterebbe poco attendibile. Per tali situazionisono stati valutati i costi da sostenere per la caratterizzazioneambientale da condurre ai sensi del d.m. 471/99, indicati inTabella 1, mentre, nel caso in cui sia gia stata eseguita la ca-ratterizzazione e non vi sia alcuna ipotesi di intervento, none stata fornita alcuna indicazione.

I siti per i quali il grado di informazione sullo stato di con-taminazione ed livello di progettazione hanno consentito diindividuare la tipologia e le modalita di intervento sono statisottoposti ad una procedura di valutazione dei relativi onerifinanziari, indicati in Tabella 2.

Gli interventi previsti nei progetti piu recenti ed i relativi

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1092 –

oneri sono stati riportati senza alcuna variazione, mentre, nelcaso di progetti piu datati, si e proceduto ad una rivalutazio-ne dei costi in essi stimati.

Questa rivalutazione e stata fatta sulla base di una stimadei costi attualmente applicabili, valutati a seguito di una a-nalisi dei computi metrici allegati a recenti progetti di boni-fica o messa in sicurezza di siti aventi caratteristiche simili,per tipologia e per problematiche ambientali, a quelli oggettodel presente piano. I costi unitari cosı stimati sono stati appli-cati per calcolare gli oneri finanziari degli interventi previstinei progetti meno recenti, al fine di ottenere una valutazioneragionevole, se non dei costi totali di intervento, quantomenodei relativi ordini di grandezza.

I siti appartenenti al secondo ambito sono inseriti nel pro-gramma degli interventi di interesse nazionale, e, di conse-guenza, per essi viene gia riconosciuta una priorita massimadi intervento. La stima degli oneri finanziari, riportata nel Ca-pitolo 6, e basata sui progetti sino ad ora approvati.

I siti appartenenti al terzo ambito sono quelli per cui none stato raggiunto il livello minimo di informazioni necessarioper l’applicazione della metodologia individuata e su cui saranecessario effettuare ulteriori indagini.

In questo capitolo sono descritte le azioni da intraprendereai fini della messa in sicurezza d’emergenza, della bonifica,della bonifica con misure di sicurezza e della messa in sicu-rezza permanente dei siti ricadenti nel primo ambito, con lastima dei relativi oneri finanziari.

Considerato che le informazioni utilizzate per la stima deglioneri finanziari sono tratte da progetti preliminari, suscettibi-li quindi di integrazioni e/o modifiche, le stime prodotte han-no un valore indicativo e servono a definire, principalmente,l’ordine di grandezza dell’intervento finanziario.5.2 Siti per i quali occorre procedere con ulteriori indagini

ambientaliL’analisi condotta ha permesso di individuare alcuni siti

per i quali, pur avendo informazioni sufficienti per l’applica-zione della metodologia Radar Ambientale, e necessario pro-cedere con ulteriori indagini ambientali ai fini della redazionedi progetti di bonifica e/o messa in sicurezza, nel rispetto diquanto previsto dal d.m. 471/99.

In questi casi, nell’impossibilita di formulare un’ipotesi re-lativa agli oneri di bonifica, si e proceduto ad una stima fi-nanziaria degli oneri connessi alle indagini ambientali.

Gli oneri sono stati calcolati in base alle seguenti voci:• Attivita preliminari:– indagini di mercato per la valutazione dei prezzi relativi

alle indagini geognostiche, geofisiche, rilievi topograficied analisi di laboratorio;

– esame di alcuni piani di caratterizzazione tipo.• Esame dei dati disponibili ed identificazione degli elementi

valutativi di base:– localizzazione geografica del sito;– stima della superficie del sito interessato dalla contami-

nazione;– volume stimato dei terreni contaminati (ove disponibile);– attivita pregresse e principali tipologie di inquinanti pre-

senti (ove disponibili);– studi geologici ed indagini geognostiche pregresse (ove

disponibili);– caratteristiche geologiche dell’area e stratigrafia dei ter-

reni ipotizzata (ove disponibili);– caratteristiche geomorfologiche dell’area;– caratteristiche idrogeologiche dell’area (ove disponibili);– bersagli e condizioni di pericolo del sito.• Programmazione delle attivita di indagine:La stima relativa alle indagini dirette ed indirette da effet-

tuare sul sito e stata determinata nel rispetto di quanto previ-sto dal d.m. 471/99 (allegato 2), utilizzando un criterio di tipostatistico.

Per ogni area da investigare e stata ipotizzata una magliad’indagine standard, variabile in relazione alle dimensionicomplessive del sito, che ha permesso di determinare un nu-mero minimo di campionamenti e di piezometri da realiz-zare.

Si e quindi proceduto confrontando quanto ipotizzato conquanto previsto dalle disposizioni legislative in merito, ondesoddisfare le condizioni minime stabilite per legge.

La profondita dei punti di campionamento e stata ipotizza-ta in funzione della potenza dei terreni contaminati (ove di-sponibile) e della profondita della falda (non saturo), mentreper quanto riguarda i piezometri si e fatto riferimento alleindicazioni disponibili relative alla soggiacenza (ed escursio-ni della falda), in taluni casi estrapolata sulla base di studi ascala regionale.

• Stima degli oneri relative alle indagini ambientali:Sulla base delle quantita previste al punto precedente e dei

prezzi unitari di riferimento e stata elaborata una stima deglioneri.

La tabella 1 riporta i siti per i quali e necessario procederecon indagini ambientali e la stima dei relativi oneri finanziari.

Tabella 1: Siti da sottoporre ad ulteriori indagini ambien-tali

Stima onerifinanziari

COMUNE Prov. Denominazione sito per le indaginiambientali

(importi in euro)Acquanegra sul Chiese MN Discarica ex Flucosit (1) 72.000Agnosie BS Discarica ILFO 77.124Cambiago MI Cava Gerri 93.340Caronno Pertusella VA Discarica abusiva Bari- 93.155

gazzi e ClericiCividate al Piano BG Casina San Giorgio 54.260Costa Volpino BG via Roma – Ex ditta Lol- 45.398

lio DaniloCremona CR Discarica localita San 260.525

Rocco (2)Montirone BS Ex Cava Bonomelli (3) 32.830Paderno Franciacorta BS Cava Sorelle Vianella 152.930Passirano BS Discarica Vallosa (4) 378.949Pognano BG Loc. Cava Rovarolo – 90.245

FarchemiaRedavalle PV Ex Cava Bazzini (5) 47.800Trescore Balneario BG Ex Ditta Reping 97.542Zanica BG Discarica Cutter – Loc. 142.810

Cascina Cucco

(1) Discarica ex Flucosit in Comune di Acquanegra sul Chiese (MN)L’importo e stato desunto dalla richiesta di finanziamento avanzata dal comune di

Acquanegra sul Chiese alla Regione Lombardia, per la predisposizione della caratte-rizzazione del sito.(2) Discarica localita San Rocco in Comune di Cremona

La discarica e interessata da un intervento di stabilizzazione morfologica per unimporto complessivo di C 1.554.096,29 con progetto dell’AEM s.p.a., di cui e statorealizzato il primo lotto funzionale. Il completamento dei lavori risulta attualmentesubordinato ad un finanziamento da parte della Regione Lombardia diC 1.114.148,82, come richiesto dall’AEM s.p.a. nel novembre 2002.

Nel sito, avente un’estensione pari a circa 100.000 mq, sono stati installati settepiezometri, di cui sei per il monitoraggio della falda superficiale ed uno per la faldaprofonda e sono stati effettuati prelievi ed analisi chimiche delle acque.

La stima degli oneri finanziari e stata predisposta prevedendo un’indagine ambien-tale finalizzata prioritariamente:

– alla conoscenza delle caratteristiche morfologiche del corpo della discarica, me-diante indagini di tipo indiretto;

– alla determinazione della natura composizionale della discarica ed alla taraturadelle indagini geofisiche mediante indagini dirette;

– alla determinazione delle caratteristiche geologiche–stratigrafiche dell’area, trami-te indagini dirette;

– ad una migliore caratterizzazione sia della falda superficiale che di quella profon-da mediante la realizzazione di nuovi piezometri in aggiunta di quelli esistenti;

– alle determinazioni di laboratorio sui campioni di acqua di falda per la ricerca deicontaminanti;

– alla ricerca nel suolo/sottosuolo di eventuali contaminanti riscontrati nelle acquedi falda.

(3) Ex Cava Bonomelli in Comune di Montirone (BS)Il sito, come riportato nella scheda descrittiva, e stato oggetto di un progetto di

bonifica nel 1986 che prevedeva lo scorticamento del terreno soprastante il rifiuto, ilposizionamento di un telo impermeabile ed il rimodellamento con terreno vegetale taleda assicurare la rinaturalizzazione del piano campagna.

Nel 1987 la Provincia di Brescia ha dato il nulla osta al progetto, specificando chela bonifica proposta poteva considerarsi definitiva solo dopo l’acquisizione dei risultatidel monitoraggio sulla qualita delle acque di falda. Al fine di verificare l’attuale statodelle falde e dei terreni circostanti il sito, e necessario predisporre delle indaginiambientali. E stata quindi predisposta una stima di massima degli oneri finanziarinecessari all’espletamento di dette indagini, presupponendo l’installazione di piezome-tri, prelievo ed analisi chimiche dei campioni di suolo/sottosuolo e di acqua di falda.(4) Discarica Vallosa in comune di Passirano (BS) il sito ricade nella proposta diperimetrazione del sito di interesse nazionale «Caffaro» individuato con legge179/2002.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1093 –

(5) Ex Cava Bazzini in Comune di Redavalle (PV)Il sito in esame e localizzato in adiacenza al sito denominato «campo sportivo»

oggetto di un precedente intervento di bonifica finanziato dalla Regione Lombardia.

5.3 Siti per i quali sono state formulate delle ipotesi pro-gettuali

Nelle tabelle seguenti sono indicati i siti per i quali, graziead una o piu ipotesi progettuali, e stato possibile individuare

Tabella 2: Tipologia di intervento e stima degli oneri finanziari

COMUNE Pr. DENOMINAZIONE SITO INTERVENTO PREVISTO Stima oneri finanziari

Annicco CR Ex Ghiraf Messa in sicurezza 8.056.879

Bollate MI Cava Ronchi Messa in sicurezza d’emergenza 1.053.572

Messa in sicurezza permanente 19.831.945

Ripristino ambientale 242.735

Brembate BG Ex D.I.M. Caratterizzazione 258.228

Messa in sicurezza 826.331

Bonifica 2.065.828

Monitoraggio ambientale 258.228

Castel Mella BS Ghiraf Messa in sicurezza d’emergenza 483.396

Messa in sicurezza permanente 5.659.204

Costa Volpino BG Localita Pizzo Messa in sicurezza permanente 200.000

Cremona CR Discarica Localita San Rocco Stabilizzazione morfologica 1.554.096

Garlasco PV Discarica RSU Bozzolo – Localita Ca’ Messa in sicurezza d’emergenza 64.789Bassa

Messa in sicurezza permanente e recupero ambientale 418.847

Madone Filago Bottanuco BG Discarica RSU Messa in sicurezza permanente 5.095.880

Recupero ambientale 144.091

Maleo LO Discarica RSU Messa in sicurezza permanente 7.127.105

Malnate VA Ex Cava Cattaneo Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale 2.347.110

Mantova MN Conca di Valdaro Bonifica 7.350.600

Martinengo BG Cascina San Rocco Ipotesi A: Messa in sicurezza permanente 498.716

Ipotesi B: Bonifica con asportazione dei rifiuti 2.222.461

Mediglia MI Cascina Ca’ del Lambro Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale 957.393

Milano MI Discarica Porto di mare Messa in sicurezza d’emergenza 200.000

Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale 18.075.991

Mozzanica BG Lugo Trasporti Messa in sicurezza permanente 5.157.291

Ripristino ambientale 552.567

Mozzate CO Torrente Grandate e Fosso Gradaluso Messa in sicurezza permanente 7.060.431

Ossona MI Discarica di melme acide Bonifica 12.960.486

Rho MI Ex Chimica Bianchi Bonifica area Sud 1.436.788

Messa in sicurezza 534.205

Gestione barriera idraulica 6.108.771

Rho MI Ex Cava Terrazzano Ipotesi A: Bonifica con rimozione dei rifiuti 16.200.000

Ipotesi B: Messa in sicurezza permanente 6.500.000

Sermide MN Ex zuccherificio Bonifica 1.369.330

Suzzara MN Ex VIS Bonifica 335.697

Trezzo sull’Adda MI Fornace Laterizi Bonifica 1.231.785

Ripristino ambientale 284.051

Valera Fratta LO Discarica Gaboardi Cascina Sacchella Messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale 3.098.741

Zibido San Giacomo MI Ex Cava Cento Pertiche Adeguamento piano di caratterizzazione e messa in sicurez- 4.080.000za permanente

le modalita di intervento e stimare i relativi oneri finanziari.La prima tabella riassume i costi stimati per la messa in sicu-rezza di emergenza, la bonifica, la messa in sicurezza perma-nente ed il ripristino ambientale per i siti inseriti nel presentepiano.

Le tabelle successive indicano invece con maggior dettagliole tipologie e le modalita di intervento per ciascun sito, con irelativi oneri finanziari.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1094 –

Descrizione dettagliata degli interventi

Sito «ex Ghiraf» in Comune di Annicco (CR)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza:Asportazione in sicurezza delle scorie e polveri pre-senti nel sito e loro smaltimento presso impianto auto- C 8.056.879rizzato. Possibile recupero di un certo quantitativo discorie di alluminio presso idonei centri di recupero

Sito «Cava Ronchi» in comune di Bollate (MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza di emergenza

C 1.053.572Recinzione e sistemazione della viabilita interna

Messa in sicurezza permanenteSistemazione per lotti, ricorrendo a tecniche di inter-vento diverse a seconda del tipo e dei quantitativi dirifiuti presenti:

Lotto 1: macroincapsulamentoLotto 2: interventi combinati di soil flushing (o bio-venting) e soil vapor extraction + stabilizzazione/solidificazioneLotto 3: soil flushing combinato con stabilizzazione/solidificazioneLotto 4: interventi combinati di soil washing + soil

C 19.831.945vapor extraction + stabilizzazione/solidificazione op-pure soil washing + bioventing a stabilizzazione/so-lidificazioneLotto 5: soil flushing, stabilizzazione/solidificazioneLotto 6: interventi combinati di SVE (o dual faseextraction) + air sparging, oppure bioventing + airsparging + solidificazione/solidificazioneLotto 7: interventi combinati soil washing + soil va-por extraction + stabilizzazione/solidificazione oppu-re soil washing + bioventing (o air sparging) + stabi-lizzazione/solidificazione

Ripristino ambientale C 242.735

Sito «ex D.I.M.» in comune di Brembate (BG)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariInterventi preliminariIl sito e gia stato interessato da interventi preliminari Interventia partire dal 1988, finanziati dalla Regione Lombardia gia finanziatiper un totale di circa 800 milioni di vecchie lire.

CaratterizzazioneC 258.228Caratterizzazione finalizzata a meglio definire l’esten- Vedere paragrafosione della contaminazione e, di conseguenza, l’entita 7.2.1ed i costi degli interventi di messa in sicurezza

Messa in sicurezzaImpermeabilizzazione superficiale, realizzazione di unabarriera idraulica a protezione dei recettori a valle, rea- C 826.331lizzazione di un sistema di ventilazione per impedirela migrazione

BonificaSmaltimento dei terreni contaminati per 1,5 metri diprofondita (laddove possibile) e bioventing negli strati C 2.065.828piu profondi + recupero LNAPL mediante estrazionecon pozzi

Monitoraggio ambientale C 258.228

NB: l’ulteriore fase di caratterizzazione prevista e necessaria per meglio identi-ficare il grado di contaminazione, pertanto potrebbe verificarsi, sulla base deinuovi dati, una revisione del progetto di bonifica presentato nel 1999, conconseguenti modifiche agli oneri finanziari

Sito «Ghiraf» in comune di Castel Mella (BS)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza di emergenzaMovimentazione dei big-bags contenenti le scorie al-

C 483.396l’interno del capannone esistente per evitare trasportoeolico, sistemazione recinzione sfondata

Messa in sicurezza permanenteAsportazione in sicurezza delle scorie e loro smalti-mento presso polo autorizzato. Asportazione degli hot-

C 5.659.204spots di terreno contaminato. Impermeabilizzazionedell’area non edificata avente destinazione d’uso agri-colo e limitazione del suo utilizzo.

Sito «Localita Pizzo» in comune di Costa Volpino (BG)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza permanentemovimentazione scorie, sistemazione morfologica e C 200.000capping

Discarica localita San Rocco in comune di Cremona (CR)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariStabilizzazione morfologicaInterventi di consolidamento delle scarpate, rimodella-mento morfologico, inerbimento e rinaturalizzazione (in

C 1.554.096esecuzione). La AEM ha predisposto una rete di piezo-metri di controllo della qualita della falda idrica super-ficiale

Note: gli interventi previsti nel progetto presentato nell’aprile del 1999 dallaSocieta AEM di Cremona non rivestono le caratteristiche di una messa insicurezza permanente di cui all’art. 6 del d.m. 471/99, pertanto occorre preve-dere una fase di caratterizzazione finalizzata ad individuare la presenza dicontaminanti nelle matrici ambientali.

Discarica RSU Bozzolo – localita Ca’ Bassa, in comune diGarlasco (PV)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza di emergenzaAsportazione dei rifiuti presenti e loro conferimento

C 64.789presso la piattaforma ecologica comunale (gia esegui-ta). Smaltimento dei rifiuti pericolosi

Messa in sicurezza permanente e recupero am-bientalelivellamento morfologico, capping con strato bentoniti-

C 418.847co e argilla, posa strato drenante e terreno di coltura,realizzazione di cabalette di raccolta delle acque me-teoriche, piantumazione

Discarica RSU nei comuni di Madone, Filago e Bottanucco(BG)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza permanente e recupero am-bientalerifacimento impermeabilizzazione, confinamento latera-le e di aree soggette a filtrazione, realizzazione pozzi C 5.095.880percolato, pozzi per monitoraggio cintura drenanate,diaframma plastico impermeabile a prevenzione del rioconfinante

Recupero ambientale C 144.091

Discarica RSU in comune di Maleo (LO)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza permanenteRisagomatura e ripristino della copertura della discari-ca e delle canalette di raccolta delle acque meteoriche,

C 7.127.105di drenaggio del percolato e della rete di captazionedel biogas, previo trattamento in situ di mineralizzazio-ne ed inertizzazione

Sito «Ex cava Cattaneo» in comune di Malnate (VA)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza permanente e ripristino am-bientaleSono previsti interventi strutturali per garantire la mes-sa in sicurezza e l’isolamento della porzione di arearitenuta piu pericolosa, nonche un sistema di monito-raggio della falda.E previsto inoltre, la regimazione delle acque meteori-che al fine di limitare stagnazioni indesiderate all’inter-

C 2.347.110no dell’area, il ripristino di condizioni di sicurezza idrau-lica del torrente Quadronna, il riempimento della de-pressione centrale della ex cava ed il recupero am-bientale e morfologico finale.Nell’intervento e previsto l’allontanamento dell’attivitalavorativa attualmente svolta nell’area, con la demoli-zione di alcuni fabbricati, lo scollegamento della cabinaEnel e la rimozione di serbatoi di gasolio.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1095 –

Conca di Valdaro nei comuni di Mantova e Virgilio (MN)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

BonificaDragaggio ed asportazione, previo isolamento dellaconca con setto impermeabile, dei sedimenti della con- C 7.350.600ca, loro trattamento di inertizzazione/solidificazione esmaltimento in discarica.

Note: la conca di Valdaro rientra nel perimetro del sito di interesse nazionaledi Mantova, definito con legge n. 179 del 31 luglio 2002, ma viene analizzatoanche in questa sede per esso e previsto un intervento regionale finalizzatoalla realizzazione di un nodo idraulico sul fiume Mincio.

Discarica «Cascina Rocco» in comune di Martinengo (BG)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

Ipotesi A: Messa in sicurezza permanenteCapping superficiale con realizzazione delle canalette

C 498.716di raccolta delle acque meteoriche e sistemazione averde

Ipotesi B: Bonifica con asportazione dei rifiutiStabilizzazione ed inertizzazione dei fanghi e loro C 2.222.461smaltimento in discarica. Smaltimento degli altri rifiuti

Note: per questo sito sono ipotizzabili due tipi di intervento, attualmente infase di valutazione.

Discarica «Cascina Ca’ del Lambro» in comune di Mediglia(MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

Messa in sicurezza permanente e ripristino am-bientaleRealizzazione diaframma plastico perimetrale, copertu-

C 957.393ra superficiale con strato bentonitico, livellamento ma-teriale di risulta, realizzazione canalette di raccolta aacque meteoriche ed inerbimento

Note: per la stima degli oneri di intervento di questo sito i costi delle singolefasi di intervento previste dal progetto iniziale sono stati aggiornati ai costiodierni

Discarica «Porto di Mare» in comune di Milano

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

Messa in sicurezza di emergenzaRealizzazione di una barriera idraulica a protezione C 200.000della falda

Messa in sicurezza permanente e ripristino am-bientaleInterventi di rimodellamento e capping superficiale da

C 18.075.991realizzare nel piu ampio contesto di riqualificazione ur-bana dell’intero ambito territoriale (progetto AMSA diMilano)

Sito «Lugo Trasporti»in comune di Mozzanica (BG)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

Messa in sicurezza permanenteRealizzazione di vasche impermeabili in muratura per C 5.157.291il confinamento dei rifiuti

Ripristino ambientale C 552.567

NB: per la stima degli oneri di intervento di questo sito i costi ipotizzati nelprogetto iniziale sono stati aggiornati ai costi odierni

Sito «Torrente Grandate e Fosso Gradaluso» in comune diMozzate (CO)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziari

Messa in sicurezza permanenteRealizzazione di vasche di accumulo e disperdimento

C 7.060.431disposti a cascata, sistemazione dell’alveo degli inter-venti, con aumento della sezione utile

NB: trattasi per lo piu di interventi di regimazione idraulica e sistemazionedelle sponde prossime alla discarica, al fine di impedire l’erosione ed il dilava-mento dei rifiuti stoccati

Discarica con melme acide in comune di Ossona (MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariBonificaCondizionamento delle melme ai fini del trasporto, i-

C 12.960.486nertizzazione ai fini dello smaltimento e loro smalti-mento off-site, Smaltimento off-site degli RSU

NB: questo sito e inserito in un contesto di realizzazione della linea ad altavelocita. Il progetto preliminare, in fase di discussione, prevede la realizzazio-ne di una discarica ad hoc on-site, ma non e stato accettato dal comune.Pertanto, la stima degli oneri e una stima molto approssimativa ipotizzando diconferire i rifiuti in altro polo di smaltimento autorizzato

Sito «ex Chimica Bianchi» in comune di Rho (MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariBonifica dell’area sud di proprieta della Societa Im-mobiliare EderaIntervento ad opera del proprietario: smaltimento dei C 1.436.788terreni contaminati e trattamento della prima falda su-perficiale

Messa in sicurezza della falda principaleIntervento ad opera dei soggetti pubblici a tutela della

C 534.205falda principale a valle del focolaio di contaminazione,mediante realizzazione della barriera idraulica

Gestione della barriera idraulicaC 6.108.771Gestione della barriera per circa 10 anni

Messa in sicurezza del focolaio di contaminazione da quantificareNB: il comune sta predisponendo un progetto esecutivo della barriera idraulica,che prevede il ricorso ad una tecnologia diversa di trattamento; pertanto sipotrebbe verificare una variazione dei costi di realizzazione e gestione dellabarriera.

Sito «ex Cava Terrazzano» in comune di Rho (MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariIpotesi A: Rimozione completa dei rifiutiRimozione dei rifiuti presenti in discarica e loro smalti- C 16.200.000mento in discarica.Ipotesi B: Messa in sicurezza permanenteMessa in sicurezza dell’area da realizzare medianteuna copertura superficiale dell’ex cava con monitorag-

C 6.500.000gio della falda.(Questa ipotesi prevede alcune soluzioni con un costoche oscilla da 2.500.000 a 6.500.000 euro)Note: per questo sito si sono ipotizzate sostanzialmente due tipi di intervento,attualmente in fase di valutazione.

Sito «ex Zuccherificio» in comune di Sermide (MN)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariBonifica1ª fase: interventi di bonifica da amianto presente inmatrici friabili contenuto all’interno dei capannoni C 1.369.3302ª fase: trattamento e rimozione dell’amianto presentein forma compatta in tutto il sito e bonifica

Sito «Ex VIS» in comune di Suzzara (MN)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariAsportazione terreno contaminatoE previsto l’asportazione del terreno inquinato con

C 335.697conseguente smaltimento in discarica ed il ripristinodel piano campagna con materiale inerte.

Discarica «Fornace Laterizi» in comune di Trezzo sull’Adda(MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariBonificaAsportazione dei focolai di contaminazione e loro con-ferimento nell’area di stoccaggio definitivo all’internodel sito; impermeabilizzazione e capping dell’area distoccaggio definitivo previo rimodellamento morfologi- C 1.231.785co con materiale inerte. Realizzazione di canalette discolo per acque meteoriche.Contestuale monitoraggiodella qualita delle matrici ambientali con analisi chimi-co-fisicheRipristinoPiantumazione e sistemazione a verde, arredi per frui- C 284.051zione dell’area

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1096 –

Discarica «Gaboardi Cascina Sacchella» in comune di ValeraFratta (LO)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariMessa in sicurezza permanente e ripristino am-bientaleRimodellamento morfologico con materiali rinvenuti inloco per la creazione di pendenze tali da garantire loscorrimento delle acque meteoriche, impermeabilizza- C 3.098.741zione con argilla e strato bentonitico, realizzazione dicanalette laterali per le acque meteoriche, stesura diterreno vegetale ed inerbimento. Realizzazione del si-stema di captazione e combustione del biogas.

Sito «Ex Cava Cento pertiche» in comune di Zibido San Gia-como (MI)

Tipologia intervento attualmente prevista Stima oneri finanziariAdeguamento piano di caratterizzazione e messain sicurezza permanenteE previsto un adeguamento del piano di caratterizza-zione mediante nuove indagini geofisiche e prelievo dicampioni con determinazione analitiche sia sui terreniche nell’acqua di falda. Per la messa in sicurezza del-l’ex cava si prevede:

• realizzazione di diaframma perimetrale plastico incalcestruzzo

• realizzazione di tampone di fondo con tecnica jet-C 4.080.000grouting ed iniezioni di cemento e bentonite

• abbassamento del livello interno delle acque difalda con invio del liquido alla depurazione

• regolarizzazione del piano campagna e posa inopera di manto impermeabile

• piano di monitoraggio con realizzazione di piezo-metri

controllo integrita e continuita dei diaframmi perimetralie del fondo con indagini puntuali, acustiche, geofisi-che.

Note: si tratta di una stima di massima in quanto non si dispone ancora di unprogetto preliminare subordinato all’approvazione del piano di caratterizza-zione.

Rimangono esclusi dalla stima degli oneri finanziari duesiti: la discarica AMSA di Gerenzano (VA) e l’ex Cava Barattidi Montichiari (BS), per i motivi di seguito riportati:

Discarica AMSA in Comune di Gerenzano (VA)L’area e interessata da un progetto di messa in sicurezza e

recupero ambientale a cura e a spese dell’AMSA di Milano,gestore dell’ex discarica.

Sito «Ex cava Baratti» in Comune di Montichiari (BS)Il sito in questione e stato oggetto di caratterizzazione, ap-

provata in Conferenza dei Servizi nel novembre 2002.

6. Siti di interesse nazionaleNel capitolo vengono descritti gli interventi sui siti di inte-

resse nazionale ricadenti nel territorio lombardo, individuatidal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio aisensi della l. 426/1998. In considerazione della rilevanza adessi attribuita, il presente Piano attribuisce loro la massimapriorita di intervento.

6.1 Siti individuati dall’art. 114 della legge 388/20006.1.1 Sito in localita Bovisa in Comune di Milano

• Perimetrazione e descrizione del sitoIl sito, dove era ubicata l’officina del gas di Milano, si trova

nella parte nord del territorio comunale, in zona Dergano –Bovisa ed ha una superficie di circa 420.000 mq. L’impiantoha fornito gas alla citta di Milano per circa 85 anni, dal 1908al 1994, e fino al 1969 attraverso il processo di distillazionedel carbone. L’area e ora gestita dall’A.E.M., che mantieneattivita di distribuzione del metano, officine, magazzini e unanuova stazione di riduzione di pressione del metano. L’Accor-do di programma per la realizzazione nella zona della Bovisadel nuovo polo universitario del Politecnico di Milano preve-de in futuro l’insediamento nell’area di funzioni pubbliche,residenziali, commerciali, terziarie di servizio, produttive,con il recupero di aree per il verde pubblico, i servizi e i par-cheggi.

Il volume del terreno inquinato da trattare e stato stimatopari a 90.000 mc.

Gli inquinanti presenti nel terreno contaminato sono rap-

presentati principalmente da metalli pesanti e I.P.A.. L’areaoccupata dall’ex impianto di debenzolaggio risulta contami-nata da valori elevati di BTX. La zona sud-est dell’area, com-presa tra la perimetrale sud-est ed il confine dell’area, risultacontaminata da ferrocianuri.

• Principali caratteristiche ambientaliI terreni affioranti nell’area sono costituiti da litotipi a per-

meabilita elevata (ghiaie sabbiose).La collocazione nel contesto urbano di Milano, la vulnera-

bilita della falda, la tipologia e pericolosita degli inquinanti(metalli pesanti, IPA, BTX, ferrocianuri) rendono lo stato dicompromissione dell’area ad elevato rischio ambientale e sa-nitario.

• Tipologia dell’intervento previstaBonifica area industriale dismessa

• Costi di messa in sicurezza e/o bonifica

I costi di bonifica dell’area sono stati stimati in 24,79 milionidi euro.

• Piano di caratterizzazioneIn tempi recenti, dal 1995 al 1999, sono state effettuate otto

campagne di indagine consistenti in:– sondaggi a carotaggio continuo,– scavi di esplorazione,– prelievo ed analisi chimiche di campioni di terreno,– prelievo ed analisi di gas interstiziale,– messa in opera di piezometri a profondita variabile tra

30 e 80 m per la misura mensile dei livelli statici,– prelievo ed analisi chimiche di campioni d’acqua di

falda.

• Progetto di messa in sicurezza e/o bonificaIl Settore Ambiente del comune di Milano ha sviluppato un

progetto preliminare di bonifica dell’intera area. Tale proget-to prevede interventi di soil washing, soil vapor extraction ebioventing per il trattamento dei terreni inquinati e cappingingegneristico per il confinamento e la messa in sicurezza dialcune aree. Il progetto definitivo del 1º lotto di bonifica, ap-provato dal comune, prevede una spesa di 12,14 milioni dieuro (23,5 miliardi di lire).

6.1.2 Sito in localita Cascina Gazzera in Comune di Cerro alLambro (MI)

• Perimetrazione e descrizione del sitoIl perimetro preliminare del sito e stato approvato con de-

creto del Ministero dell’Ambiente dell’8 luglio 2002.Il sito e costituito da due aree, denominate «Danelli» e

«Montana», interessate dallo scarico abusivo di melme acide,derivanti dalla raffinazione degli oli usati, e di terre decolo-ranti esauste.

La prima area, piu a settentrione, ha una superficie di16.000 m2 mentre la seconda, piu meridionale, ha un’esten-sione di circa 35.000 m2 e contiene melme acide ad elevataacidita, con notevole sviluppo di gas contenenti zolfo. Nelleimmediate vicinanze sono presenti un’area con depositi diterre decoloranti ed un’area di melme acide immerse nelfiume Lambro. L’area Montana presenta pozze di profonditapari a circa 1,5 m con melme acide a media acidita, aree condepositi di terre decoloranti e un’area con croste bituminosee melme mescolate con sabbia.

• Principali caratteristiche ambientaliIl sito ubicato sulla scarpata prospiciente l’alveo del fiume

Lambro, sponda destra, ha delle quote dei terreni variabili tra68 e 81 m s.l.m.. Il centro abitato piu vicino, Cerro al Lambro,e situato circa 1 km a nord del sito. I vincoli gravanti sull’areasono i seguenti:

– d.lgs. 490/99– legge Regionale n. 86/83 – Area di rilevanza ambientale

(Sud Milano, Medio Lambro),– legge Regionale n. 24/90 – Parco Agricolo Sud Milano.Le aree di interesse sono caratterizzate dall’affioramento di

formazioni alluvionali quaternarie, tipiche di questo tratto dipianura Padana, costituite da sabbie e ghiaie fini. La vulnera-bilita della falda e medio-alta e quindi lo sversamento sul ter-reno di rifiuti pericolosi, con il loro carico di sostanze tossi-che, rappresenta un effettivo elevato rischio per le acque sot-terranee.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1097 –

La pericolosita degli inquinanti, il loro diretto contatto conle acque fluviali, la formazione di esalazioni di gas irritanti,la rilevanza ambientale dell’area portano a considerare la si-tuazione del sito come ad elevato rischio sanitario ed ambien-tale.

• Tipologia dell’intervento previstaBonifica e ripristino ambientale di aree inquinate da melme

acide e da terre decoloranti esauste.

• Costi di messa in sicurezza e/o bonificaI costi di bonifica dell’area sono stati stimati in 42,6 milioni

di euro.L’intervento sul sito e stato inserito nel Progetto Strategico

7.1.1 «Pianificazione delle aree contaminate e realizzazionedei progetti di bonifica con l’alta sorveglianza della Regione».

• Piano di caratterizzazioneIl Piano di caratterizzazione, elaborato e trasmesso al co-

mune di Cerro al Lambro con nota del 20 luglio 1999, e statoesaminato dal Comitato Tecnico, ex art. 17 l.r. 94/80 nellaseduta del 9 novembre 1999.

• Progetto di messa in sicurezza e/o bonificaIl progetto definitivo, assimilabile all’esecutivo, elaborato e

trasmesso al comune di Cerro al Lambro con nota 20 luglio1999, e stato esaminato dal Comitato Tecnico, ex art. 17 l.r.94/80 nella seduta del 9 novembre 1999. In data 12 dicembre2000 sono state avviate le attivita di cantiere in un primo lottodegli interventi, per un importo di circa 28,92 milioni di euro(56 miliardi di lire).

6.1.3 Area industriale siderurgica ex Falck nei Comuni di SestoSan Giovanni (MI) e Cologno Monzese (MI)

• Perimetrazione e descrizione del sitoIl perimetro preliminare del sito e stato approvato con De-

creto del Ministero dell’Ambiente del 31 agosto 2001.Il sito e ubicato nella parte nord-est del comune di Sesto S.

Giovanni in Provincia di Milano. L’area industriale della So-cieta Falck e iniziata nel 1906 su un’area con vocazione agri-cola e boschiva; cio ha caratterizzato fortemente il territorionel periodo della rapida inurbazione dell’interland milanese.

Alla fine del 1995 sono state dismesse le attivita produttivesiderurgiche che occupavano gran parte delle aree di proprie-ta del Gruppo di Sesto S. Giovanni.

Le aree in oggetto risultano parte di una vasta zona indu-striale in trasformazione, limitrofa ad una zona da adibire averde pubblico e ad aree a vocazione residenziale.

• Principali caratteristiche ambientaliDal punto di vista idrologico l’elemento idrografico princi-

pale e rappresentato dal fiume Lambro, posto immediata-mente ad est della proprieta.

Non risulta che l’area abbia mai subito fenomeni alluviona-li ne danni da eventi sismici.La vastita dell’area, la sua collocazione nel contesto urba-

no, il pericolo connesso alla tipologia degli inquinanti ed allapresenza di discariche industriali, la vulnerabilita della faldaconnessa anche al fenomeno di risalita della stessa, le ragionioccupazionali portano a ritenere che il sito presenti caratteri-stiche di elevato rischio ambientale e sanitario.

• Tipologia dell’intervento previstaBonifica dell’area industriale e delle relative discariche.

• Costi di messa in sicurezza e/o bonificaPer la bonifica dell’area il Ministero dell’Ambiente, con de-

creti del 2 ottobre, 27 novembre 1997 e 20 marzo 1999, haassegnato un contributo di 25 miliardi di lire alla RegioneLombardia per la progettazione, pianificazione e per la realiz-zazione degli interventi di bonifica del sito.

L’estensione dell’area interessata dalle attivita Falck per-mette comunque di affermare che saranno necessari ulteriorifinanziamenti per interventi urgenti, stimabili in 12,91 milio-ni di euro (25 miliardi di lire).

• Piano di caratterizzazioneIn data 7 luglio 2000 e stato approvato, con prescrizioni, in

sede di conferenza dei servizi presso la Regione Lombardia,il piano delle indagini integrative di caratterizzazione relativoalla sottoarea «Vulcano».

6.1.4 Polo chimico nei Comuni di Rodano (MI) e Pioltello (MI)

• Perimetrazione e descrizione del sitoIl perimetro preliminare del sito e stato approvato con De-

creto del Ministero dell’Ambiente del 25 settembre 2001.Il polo chimico di Rodano Pioltello e ubicato su un’area di

c.a. 720.000 mq, limitata a Nord dalla linea ferroviaria TorinoVenezia, a Sud dalla SP Rivoltana, ad Est dalla tenuta agrico-la Trenzanesio ad Ovest dal centro abitato di Limito di Piol-tello.

Il sito, comprendente diverse societa produttive diverse, sipresenta come un agglomerato industriale omogeneo all’in-terno di un perimetro definito.

Di seguito si riportano le principali attivita condotte sull’a-rea:

1. Societa Carlo Erba AntibioticosLo stabilimento opera dal 1959 per la produzione di:• materie prime per l’industria farmaceutica;• prodotti chimici reagenti per uso scientifico e industriale;

le produzioni piu significative in campo farmaceutico si han-no nei seguenti campi:

• antibiotici, antitumorali, antidiabetici, cardiovascolari,chemioterapici, intermedi vari.

2. Societa Air LiquidI processi produttivi principali riguardano:• frazionamento dell’aria atmosferica;• compressione dell’ossigeno gassoso;• liquefazione di ossigeno ed azoto;• stoccaggio di ossigeno, azoto e argon allo stato liquido;• impianto di raffreddamento acqua in torri evaporative a

circuito semiaperto.

3. Societa CGTLa societa e dotata di impianti autonomi di generazione di

gas che utilizzano la reazione del carburo di calcio con acqua,ottenendo:

• acetilene, utilizzato prevalentemente per la saldatura edil taglio ossiacetilenico dei metalli;

• l’idrato di calcio, quale correttore del pH degli impiantidi depurazione delle acque di scarico.

• Principali caratteristiche ambientaliIl territorio su cui ricade il polo chimico di Pioltello Roda-

no e caratterizzato da una elevata vulnerabilita della faldafreatica, connessa in particolare al limitato valore di soggia-cenza media durante l’anno.

Altro elemento di vulnerabilita del sistema delle acque, edeterminato dalla interconnessione delle acque sotterraneecon il sistema idrico superficiale. Infatti l’intero insediamentosi trova all’interno della fascia dei fontanili (emergenze natu-rali delle acque sotterranee), anche se questi, allo stato attualenon sono piu attivi a causa dell’elevato grado di sfruttamentodelle acque sotterranee da parte degli insediamenti indu-striali.

• Tipologia dell’intervento previstaBonifica e ripristino ambientale dell’agglomerato industria-

le e delle discariche industriali.

• Costi di messa in sicurezza e bonificaSi stima, sulla base delle informazioni preliminari, un costo

per i primi interventi di bonifica di circa 15,49 milioni di euro(30 miliardi di lire).

• Progetto di messa in sicurezza e bonificaGli interventi gia individuati o in atto riguardano la bonifi-

ca delle discariche ricadenti nel sedime industriale della exSISAS. Su tale area e attiva un’attivita di monitoraggio dellaqualita delle acque sotterranee e di messa in sicurezza dellafalda sottostante le principali discariche.

Un altro ambito di intervento riguarda il sistema delle ac-que superficiali nel quale confluiscono gli scarichi industriali,ed il loro rapporto con le colture agricole a valle.

6.2 Siti individuati dall’art. 14 della legge 179/20026.2.1 Sito «ex Fibronit» in Comune di Broni (PV)

• Perimetrazione e descrizione del sitoIl perimetro preliminare del sito e stato approvato con De-

creto del Ministero dell’Ambiente del 26 novembre 2002.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1098 –

Su tale area negli anni ’70 si e installata una ditta che haeffettuato la produzione di cemento e di manufatti in cemen-to amianto.

Negli anni successivi il reparto cemento e stato venduto aduna societa di settore, mentre la lavorazione del cemento a-mianto e rimasta alla Fibronit.• Principali caratteristiche ambientali

Sui piazzali dell’area dello stabilimento Fibronit sono stoc-cati 2000-3000 ton. di prodotti finiti in cemento amianto (infase di smaltimento), mentre all’interno dei capannoni sonopresenti invece macchinari e impianti di depurazione delleemissioni.

Il sito presenta condizioni di rischio per la salute pubblicae l’ambiente, a causa della presenza di amianto, residui dellapassata lavorazione, fanghi e liquami stoccati in vasche adelevato tenore di cromo, fusti e big-bags contenenti rifiuti pe-ricolosi.• Tipologia dell’intervento prevista

Gli interventi previsti sono finalizzati alla messa bonificada amianto ed allo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi pre-senti.• Costi di messa in sicurezza e bonifica

I costi degli interventi di bonifica da amianto e di smalti-mento degli altri rifiuti presenti nel sito e della caratterizza-zione ambientale sono quantificati in circa C 900.000 per lasola area di pertinenza della ex Societa Fibronit. Gli oneri perl’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza di emer-genza relativi all’area «ex Ecored» sono stati stimati in circaC 350.000.

Per la seconda fase della attivita, consistente nella bonificada amianto dei capannoni, e stata formulata una stima dimassima per circa 3,4 milioni di euro.6.2.2 Sito «Caffaro ed aree industriali» in Comune di Brescia

(BS)• Perimetrazione del sito

E in corso di definizione la perimetrazione del sito, che ver-ra approvata dal Ministero dell’Ambiente con apposito de-creto.6.2.3 Polo Chimico e laghi di Mantova nei comuni di Mantova

e Virgilio (MN)• Perimetrazione e descrizione del sito

E in corso di definizione la perimetrazione del sito, che ver-ra approvata dal Ministero dell’Ambiente con apposito decre-to. Tale area dovrebbe includere: l’area del Polo Chimico, ilaghi di Mantova (quello di mezzo e quello inferiore), il canaleSisma, la Conca di Valdaro, le ditte adiacenti al Polo Chimicoche hanno attivato le procedure ai sensi del d.m. 471/99, edinfine una fascia perimetrale attorno alle aree menzionate.L’estensione del sito perimetrato e stimata in circa 8,7 milionidi mq.

L’attivita del Polo Chimico risale al 1956, da parte della So-cieta Edison, con la produzione, in cicli integrati, di:

• soda caustica e cloro (attivita dismessa)• etilene, propilene e butene• etilbenzolo, stirolo e materie plastiche• fenolo, acetone, intermedi per detergenza e fibre.Attualmente nell’area sono presenti insediamenti tuttora at-

tivi di tipo industriale, appartenenti a piu proprieta: SOL, E-niChem, Polimeri Europa ed Enipower.

Le principali attivita in corso sono rivolte alla produzionedi: stiroli, polistiroli, fenolo, acetone.

Sono inoltre presenti nel polo chimico una centrale termoe-lettrica (di proprieta Enipower), un impianto di depurazione,un forno inceneritore con la relativa discarica di ceneri, e learee di deposito dei sedimenti provenienti dai dragaggi deicanali.

L’area della Conca di Valdaro rientra nella perimetrazionedell’area inquinata ubicata in localita «Canale Sisma», defini-ta con Decreto della Direzione Generale delle Risorse Idrichee Servizi di Pubblica Utilita della Regione Lombardian. 19438 del 3 agosto 2000.

Nella conca e prevista la realizzazione di una conca di navi-gazione che garantira il passaggio di navi della V classe euro-pea tra il canale di Mantova – Venezia (ex Fissero – Tartaro– Canalbianco) ed il fiume Mincio e, quindi con i laghi diMantova.

• Principali caratteristiche ambientaliIl sito, inserito in parte nel contesto del Parco del Fiume

Mincio, e caratterizzato dalla presenza e dalla vicinanza dicorpi d’acqua superficiali, quali i tre laghi di Mantova ed ilfiume Mincio.

I vincoli ambientali gravanti sull’area sono:• d.lgs. 490/99• Piano Assetto Idrogeologico (PAI)• Piano Territoriale di Coordinamento del Fiume Mincio.

• Tipologia dell’intervento previstaInterventi di bonifica e messa in sicurezza nelle aree del

Polo Chimico. Asportazione in sicurezza, stabilizzazione/soli-dificazione e smaltimento dei sedimenti dragati nella Concadi Valdaro.

Costi di messa in sicurezza e bonificaPer il solo intervento nell’area della Conca di Valdaro e pre-

vista una spesa pari a circa 7.350.600 euro per l’asportazione,lo smaltimento dei sedimenti e la messa in sicurezza dei sedi-menti.

• Piani di caratterizzazioneCon decreto regionale n. 19438 del 3 agosto 2000, e stato

approvato il piano di caratterizzazione dell’area della Concadi Valdaro, presentato dall’Azienda Regionale dei Porti diCremona e Mantova ai fini della bonifica e della realizzazionedel nodo idraulico, i risultati finali delle indagini ambientalisono stati presentati nel giugno 2001.

La Regione Lombardia con decreto regionale n. 18937 del14 ottobre 2002 ha approvato il piano di caratterizzazione delCanale Sisma, presentato dalla Societa Polimeri Europa, au-torizzando le indagini ambientali ed il monitoraggio dellematrici ambientali interessate dalla contaminazione da mer-curio.

Per quanto riguarda l’ex insediamento EniChem, ora diproprieta delle Societa SOL, EniChem, Polimeri Europa edEnipower, le Societa hanno presentato in data 20 febbraio2002 i Piani di Caratterizzazione, redatti secondo principi diomogeneita; gli elaborati sono stati approvati con atto del co-mune di Mantova dell’11 marzo 2002, a seguito della confe-renza dei servizi del 7 marzo 2002, con prescrizioni e la sca-denza per la presentazione dei risultati e prevista per l’11 gen-naio 2003.

• Progetto di messa in sicurezza e bonificaA seguito della sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra il

comune di Mantova e l’Azienda Regionale per i porti di Cre-mona e Mantova, e stato presentato lo «Studio di fattibilitaassimilabile a progetto preliminare – Progettazione integratae coordinata con le opere di costruzione della conca» finaliz-zato al coordinamento degli interventi di bonifica da eseguirenell’area della Conca di Valdaro con i lavori di realizzazionedel nodo idraulico da parte dell’Azienda Regionale per i portidi Cremona e Mantova.

Nell’ambito del Polo Chimico, in data 16 settembre 2002 estato invece presentato il progetto preliminare di bonifica del-le aree di proprieta dalla Societa Enipower.

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Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

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ALLEGATO 1

SCHEDE DESCRITTIVE DEI SITI RICADENTI NEL PRIMO AMBITO DEL PIANO REGIONALE

COMUNE DI ACQUANEGRA SUL CHIESE (MN) SITO: DISCARICA ABUSIVA EX FLUCOSIT – VALLI DI MOSIO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Ubicazione II sito a rischio ambientale si trova in Comune di Acquanegra sul Chiese (MN), circa 300 m ad ovest della frazione Valli di Mosio e 1,2 Km in direzione est dalle prime abitazioni del capoluogo. Esistono comunque delle abitazioni sparse a distanza più ravvicinata (circa 80 m). Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X = 1614725, Y = 5001800. Il F. Oglio dista circa 1,3 Km in direzione sud mentre il F. Chiese scorre circa 3,6 Km ad ovest. Il F. Oglio svolge una funzione di drenaggio nei confronti della falda a causa della sua posizione ribassata che determina una zona di richiamo idrico. L'area si trova subito ai piedi del terrazzo fluviale del F. Oglio ed è circondata da campi utilizzati a scopo agricolo. Il sito è vicino alla S.P. 67 che collega Marcaria ad Acquanegra sul Chiese e vi si accede da una strada comunale. Le quote del piano di campagna sono mediamente di 23 - 24 m s.l.m. ai piedi del terrazzo, mentre variano da 28 a 30 m s.l.m. sul livello fondamentale della pianura. La destinazione d'uso dell'area in oggetto è verde agricolo.

Attività condotte sul sito Originariamente il sito era una cava di torba; a partire dalla metà dagli anni 1970, la depressione creatasi a causa dalla coltivazione è stata progressivamente colmata con lo scarico abusivo di rifiuti liquidi e semisolidi provenienti da un'azienda petrolchimica della zona (presumibilmente la Flucosit di Castelnuovo di Asola). L'attività abusiva di scarico si è protratta fino al 1983, anno in cui l'azienda petrolchimica cessò ogni attività. Attualmente l'area non presenta ulteriori depressioni colmabili e, a partire dal piano campagna, si sviluppa una diffusa vegetazione spontanea che ricopre buona parte della sua superficie.

Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica Sulla base delle risultanze analitiche risalenti alle indagini del 1984 (sui rifiuti) e del 1992 (su rifiuti, terreni e acque sotterranee), il Comune ha deciso di affidare un incarico professionale per predisporre uno "Studio di Fattibilità assimilabile a Progetto Preliminare", rimandando ulteriori indagini di approfondimento dopo l'eventuale finanziamento regionale. Tale studio è stato presentato nel febbraio 2002 ed è stato recentemente approvato in conferenza dei servizi.

Estensione dell'area L'area contaminata ha una superficie di circa 2.750 m2, uno spessore medio di 2,3 m ed un volume di 6.330 m3; il peso stimato dei materiali da trattare è compreso tra 10.000 e 11.000 ton.

Tipo di inquinamento Nel corso delle varie indagini, si è riscontrata la presenza di melme acide e fanghi bituminosi di origine industriale, versati allo stato liquido e semi-liquido sul fondo della cava; tale smaltimento ha provocato la contaminazione del terreno di sottofondo. Non è noto se la coltivazione della torba si è spinta in profondità fino a superare il livello di materiale fine che protegge l'acquifero sottostante. La falda risulta contaminata da benzene e solventi clorurati sia a monte che a valle della discarica. Tale situazione potrebbe essere connessa al ristagno delle acque in un ambiente paludoso. Il corpo dei rifiuti, ancora in posto, contiene alte concentrazioni di metalli pesanti e solventi volatili; quest'ultimi sono responsabili delle esalazioni maleodoranti nell'ambiente circostante, specie nel periodo estivo, segnalato dagli abitanti della zona.

PRESENZA ANTROPICA

Attualmente l'area si presenta sgombra e a cielo aperto, con una diffusa vegetazione spontanea che ricopre buona parte della sua superficie; il sito non risulta delimitato in alcuna maniera ed è accessibile da ogni lato. Sui terreni contaminati non vi è comunque la presenza di popolazione residente; mentre sull'area interessata da inquinamento delle acque sotterranee, più estesa, sono invece presenti delle abitazioni private. Come detto, il sito è circondato da campi ad uso agricolo ed è adiacente ad un strada e ad una abitazione privata. La discarica di Valli di Mosio rappresenta, secondo lo studio commissionato dal Comune, un pericolo per l'ambiente e per l'uomo per la presenza di melme acide e fanghi bituminosi interrati allo stato liquido e semi-liquido. Come detto, sono note delle segnalazioni di esalazioni maleodoranti provenienti dal sito contaminato, specialmente nel periodo estivo.

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ACQUE SUPERFICIALI

L'area interessata dalla discarica si trova ai piedi del terrazzo della Valle fluviale del F. Oglio; il sito ricade all'interno della fascia fluviale C del P.A.I. (Autorità di Bacino del F. Po), all'esterno comunque dell'area golenale. Nella zona circostante al sito è frequente rinvenire aree paludose, derivate dal ristagno delle acque di deflusso superficiali sui terreni fini, molto diffusi in queste zone. Nell'area immediatamente circostante il sito in esame non sono presenti corsi d'acqua significativi; non sono note quindi modificazioni organolettiche delle acque superficiali.

ACQUE SOTTERRANEE

La successione litostratigrafica evidenzia nell'area in esame la presenza di uno strato potente più di 6 metri di materiale fine superficiale (in particolare limi, associati a sabbie fini e talora ad argille) nella zona a nord della discarica, che si assottiglia spostandosi verso sud dove raggiunge lo spessore di 50 cm. Questo orizzonte a bassa permeabilità costituisce una protezione nei confronti della falda acquifera sottostante, inibendo il passaggio dei contaminanti dalla discarica alla falda e favorendo la formazione di un modesto livello idrico di ristagno superficiale. Sotto tale strato si trovano depositi più grossolani come sabbie e ghiaie, sede della prima falda in pressione che talvolta si presenta saliente sopra il piano campagna. La falda ha in genere una direzione nord-sud, ossia verso il F. Oglio. Le analisi chimiche eseguite in passato (1992) su 5 piezometri, indicano una contaminazione da benzene e da solventi clorurati, ma tale contaminazione risulta presente sia a monte che a valle della discarica; tale situazione potrebbe essere connessa al ristagno delle acque paludose, assai diffuse nella zona. Gli acquiferi sottostanti al primo, utilizzati a scopi domestici ed irrigui, sono separate da fitte alternanze di strati sabbiosi e argillosi; si può quindi ragionevolmente ipotizzare una loro protezione naturale, con un assenza di contaminazione specifica derivante dal sito in oggetto.

Livello di inquinamento Dalle analisi effettuate in passato (1992), nelle acque sotterranee del primo acquifero si rilevano i seguenti valori massimi di concentrazione: benzene = 15 µg/L, tricloroetilene = 21 µg/L, tetracloroetilene = 26 µ/g.

TERRENI Dal punto di vista geomorfologico la zona è caratterizzata dalla presenza di terrazzi tipici dell'ambiente alluvionale fluviale e della bassa pianura mantovana, costituiti da intercalazioni più o meno continue e potenti di materiali a granulometria fine e grossolana, determinati dalle divagazioni naturali del corso del fiume Oglio. Si nota la presenza di un livello potente più di 6 m di materiale fine superficiale (limi-sabbiosi, e argille) nella zona a nord della discarica, che si assottiglia spostandosi verso sud dove raggiunge lo spessore di 50 cm. Si ricorda che la discarica si è sviluppata all'interno di una ex-cava di torba.

Livello di inquinamento Dalle analisi effettuate in passato (1984 e 1992), si nota che i rifiuti smaltiti nella discarica possiedono un elevato contenuto in olio minerale e BTEX (benzene in particolare) ed un pH fortemente acido. I valori massimi riscontrati a suo tempo nel corpo dei rifiuti sono i seguenti: benzene = 18630 mg/Kg, toluene = 5060 mg/Kg, etilbenzene = 1790 mg/Kg, cumene = 3490 mg/Kg, p-xilene = 1510 mg/Kg, o-m-xilene = 21060 mg/Kg, Stirene = 12540 mg/Kg, cloroformio = 2,33 mg/Kg, tricloroetilene = 124 mg/Kg, cromo = 299,4 mg/Kg,piombo = 1966 mg/Kg. Tali risultati hanno permesso di classificare il materiale come tossico-nocivo, dallo stato fisico solido-palabile. È ipotizzabile anche una locale contaminazione del terreno di sottofondo della ex cava. I valori massimi riscontrati a suo tempo nei terreni sono i seguenti: benzene = 3,4 mg/Kg, xileni = 2,9 mg/Kg, l,l-Dicloroetano = l,6 mg/Kg, l,2-Dicloroetano = l,l mg/Kg, tricloroetilene = 2,9 mg/Kg, tetracloroetilene = 5,l mg/Kg. Non è noto se la coltivazione della torba si è spinta in profondità fino a superare il livello di materiale fine che protegge l'acquifero sottostante, è quindi di difficile valutazione la possibilità della migrazione di contaminanti verso l'acquifero.

ARIA La marcata presenza di solventi volatili presenti nel corpo rifiuti, determina una elevata diffusione degli stessi nell'ambiente esterno, specialmente nel periodo estivo, in considerazione del rammollimento dei rifiuti. Tali esalazioni maleodoranti sono già state rilevate dagli abitanti della zona.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Allo stato attuale l'area si presenta sgombra, priva di strutture; pertanto non esistono pericoli di cedimenti o crolli.

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COMUNE DI AGNOSINE (BS) SITO: DISCARICA ILFO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di una discarica di scorie di fonderia gestita dall’azienda “Ilfo” che attualmente ha cessato l’attività. I soli materiali di cui si conosce la presenza nel sito sono appunto scorie di fonderia non meglio precisate. Nel sito non sono state condotte indagini volte alla verifica dei materiali presenti e della eventuale contaminazione del sottosuolo e delle acque sotterranee.

PRESENZA ANTROPICA

L’area si colloca sulla strada provinciale che unisce gli abitati di Agnosine ed Odolo. Il comune di Agnosine in cui ricade l’area conta circa 1800 abitanti e si trova ad una distanza di circa 1 Km dall’area in questione. Nelle adiacenze del sito non ci sono abitazioni al di fuori di una capanna per gli attrezzi.

ACQUE SUPERFICIALI

Nelle adiacenze del sito scorre un corso d’acqua superficiale che raccoglie le acque meteoriche provenienti dalla strada provinciale e che per il primo tratto del suo percorso è intubato.

ACQUE SOTTERRANEE

Nella zona non esistono pozzi destinati ad uso acquedottistico e le acque destinate a tale uso vengono captate da sorgenti. I pozzi privati non sono censiti e quindi non si conoscono né l’ubicazione né la profondità da cui attingono.

TERRENI I terreni della zona sono costituiti da substrato roccioso (Arenarie di Valsabbia e Formazione di S. Giovanni Bianco) coperti da coltri di detrito localmente cementato. Non si hanno a disposizione stratigrafie o dati più specifici.

ARIA Non si avvertono esalazioni sgradevoli nella zona.

CONDIZIONI STRUTTURALI

All’area si accede tramite una strada secondaria che si diparte dalla strada provinciale; non sono presenti recinzioni anche se l’accesso ai mezzi è ostacolato dalla presenza di una sbarra. Alla data del sopralluogo erano in atto operazioni di sbancamento e movimentazione di terreno.

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COMUNE DI ANNICCO (CR) SITO: AREA EX GHIRAF

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area si trova a breve distanza dal centro abitato ed in prossimità della S.S. n° 10, in una porzione del territorio Comunale in cui sorge un complesso di alcuni capannoni adibiti ad attività produttiva artigianale. Nell’area operava una società, Ghiraf spa, che svolgeva attività di recupero dell’alluminio da rifiuti provenienti a loro volta dall’industria della lavorazione dei rottami. I rifiuti, che avrebbero dovuto costituire la materia prima di ingresso al trattamento, sono stati accumulati in grandi quantità (c.a. 36.000 t) all’intero ed all’esterno dei capannoni, dando luogo a diversi pericoli di carattere ambientale. I sottoprodotti della fusione e rifusione dell’alluminio a contatto con acqua, aria umida ed acidi, possono liberare gas infiammabili e formare una miscela esplosiva. L’area risulta a tutt’oggi essere posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Cremona ed è stata approvata l’istanza di richiesta di contributi per la bonifica ai sensi della L.R. 94/80.

PRESENZA ANTROPICA

L’area si trova in prossimità del paese in zona, definita da locale P.R.G., come industriale. E’ delimitata sui due lati sx e dx da altri capannoni industriali e sul lato a dx anche da abitazione ad uso civile. Una parte del lato dx e la parte posteriore dell’area sono circondati da terreno ad uso agricolo. Si è formato, negli anni passati, un comitato spontaneo “Annicco Pulita”, per la salvaguardia dell’ambiente, che segue, in prima persona, l’andamento della vicenda Ghiraf. L’area è, purtroppo, recintata solo nella parte anteriore, quella fronte s.s., mentre sui lati la recinzione risulta essere divelta e quindi facilmente accessibile, via campi, da estranei.

ACQUE SUPERFICIALI

Una roggia per uso irriguo, costeggia due lati dell’area in esame, vedi estratto mappa catastale.Tale roggia può essere interessata da eventuali fenomeni di inquinamento causa dilavamento e percolazione del materiale posto sui piazzali esterni la ditta. Non sono mai stati eseguiti campionamenti di acque superficiali.

FALDA Dilavamento meteorico e percolazione sono in atto poiché parte dei cumuli sono stoccati all’aperto. Sono stati eseguiti, marzo 2001 n° 6 campioni di acque di falda, a monte e a valle della zona interessata, in direzione dello scorrimento delle falde, i cui risultati sono stati forniti alla Magistratura dal Tecnico incaricato delle Analisi.

TERRENI I terreni, agricoli, che circondano l’area ex Ghiraf, causa dilavamento e percolazione del materiale depositato all’esterno, sono risultati contaminati da Rame, Zinco, Alluminio e da cloruri. Sui piazzali circostanti l’area si nota la presenza di uno stato di materiale contaminante, fuoriuscito dalle strutture.

ARIA I rifiuti stoccati per le loro caratteristiche intrinseche possono generare esalazioni fastidiose ed emissioni incontrollate di gas tossico/nocivi ed anche infiammabili, nonché inquinamento dell’aria. E’ possibile inoltre la diffusione delle polveri contenenti sostanze inquinanti per dispersione eolica. E’ da notare un fenomeno di irritazione delle mucose quando ci si sofferma in prossimità del materiale contenuto nei capannoni (forte odore di ammoniaca) .

CONDIZIONI STRUTTURALI

La maggior parte dei rifiuti, in big bags e in blocchi, è stata stoccata all’interno dei capannoni, mentre il restante è accatastato all’aperto. I Big bags, deteriorati, procurano la fuoriuscita del contenuto sul terreno. I capannoni versano in stato di degrado: aperture nel tetto, finestre sfondate, danni ai muri. Il movimento, accidentale, di big bags, accatastati in cumuli all’interno dei capannoni, potrebbe dar luogo a gravi incidenti strutturali. Il materiale accumulato all’esterno coperto, in una prima fase di messa in sicurezza, da telone in plastica, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, risulta oggi essere nuovamente scoperto.

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COMUNE DI BOLLATE ( ora BARANZATE ) (MI) SITO: EX CAVA RONCHI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Lungo la fascia nord est del territorio di questo dipartimento tra i comuni di Limbiate e Novate Milanese si sono sviluppate, a causa dei depositi alluvionali di ghiaia e sabbia, numerose attività di cava. La ex cava Ronchi si colloca in ordine di tempo tra le prime e viene gestita per tale attività dalla Fam. Ronchi fino al 1968-69. I lavori vengono interrotti al raggiungimento della falda acquifera e sul fondo si forma un laghetto gestito da una associazione pescatori. Questo particolare risulta importante in quanto prova che i materiali di riempimento sono stati posati a diretto contatto con la falda. Da testimonianze e ricordi degli abitanti e dei lavoratori risulta che ingenti quantità di fusti sono stati posati direttamente sul fondo. Gli anni dal 1975 al 1980 vedono la discarica, in fase di riempimento, oggetto di numerosi incendi. Da informazioni acquisite risulta che mentre in una prima fase sono stati collocati in discarica rifiuti contenuti in fusti a cura delle numerose ditte che utilizzavano il sito, in un secondo tempo l’attività era gestita da persone insediatesi in luogo che vuotavano i contenitori direttamente in discarica per recuperarne il metallo. Nel 1984-85 viene completato il riempimento ad eccezione di una piccola zona sul lato nord ovest. Successivamente vengono conferite in discarica solo piccole quantità di rifiuti anche se il tentativo di controllo da parte del comune di Bollate sull’accesso alla discarica è fallito anche a causa della possibilità di accesso fornita dagli insediamenti posti nel comune di Milano, compreso il campo nomadi. L’area interessata dalla deposizione di rifiuti è di circa 31.000 mq mentre la volumetria della cava risulta pari a circa 435.000 mc. Le indagini effettuate su commissione del comune di Bollate nel 1990 identificano tale volumetria con quella dei rifiuti che sarebbero depositati fino alla profondità di 18-20 metri nel centro della discarica e 10-12 metri verso i bordi. Verbali degli enti di controllo durante l’esecuzione delle indagini confermano la massiccia presenza di composti volatili anche a basse profondità, facilmente percettibili olfattivamente durante l’esecuzione degli scavi. Trattandosi di massa di rifiuti non ancora compattattasi e notevolmente aerata nei primi strati si ritiene che con il passare degli anni gran parte dei composti volatili si sono trasferiti in atmosfera. Non si posseggono informazioni esatte sulla presenza e sulla eventuale quantità dei contenitori depositati in profondità in quanto le indagini dirette non hanno raggiunto tali profondità onde evitare l’eventuale rottura dei contenitori. Le indagini del 1990 hanno evidenziato la presenza di rifiuti solidi e liquidi di origine industriale e civile, in forma libera o in contenitori. I rifiuti di origine industriale erano costituiti da sostanze organiche varie con solventi organici e clorurati, idrocarburi vari, morchie e fanghi, metalli pesanti. Le successive indagini svolte nel 1999 dalla Soc. ENEA confermano la diffusa contaminazione da sostanze organiche, anche se con una attenuazione rispetto al 1990, e di metalli pesanti (Hg Cd Pb Cu Zn Ni ).

PRESENZA ANTROPICA

L’area in questione è a ridosso dell’abitato del comune di Bollate, ora Baranzate, con una popolazione superiore a 40.000 abitanti, la cui urbanizzazione ha raggiunto la S.S. Varesina dalla quale si accede alla via Bissone e indi alla discarica. Sono stati recentemente realizzati nuovi insediamenti artigianali a ridosso in territorio di Baranzate, mentre permangono in attività gli stabilimenti chimici già presenti a confine. Nel territorio di Milano, confinante con la discarica è insediato un campo nomadi e nelle vicinanze un autodemolitore. A meno di un chilometro è insediato il presidio ospedaliero L. Sacco di Milano ed ad una distanza analoga il nuovo carcere di Bollate in cui è previsto di ospitare 1600 persone.

ACQUE SUPERFICIALI

Non sono presenti corsi d’acqua superficiali ad immediato confine con la discarica. Nelle vicinanze era attivo il fontanile Bissone già da decenni esaurito ed in parte intubato per fungere da fognatura. I fossi circostanti, prima cavi che raccoglievano le acque dei vari fontanili componendo una intricata rete di irrigazione, sono oggi utilizzati per la raccolta delle acque piovane ed in alcuni casi per acque di scarico.

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ACQUE SOTTERRANEE

La zona in esame, situata al limite nord ovest del comune di Milano in comune di Baranzate, appartenendo alla struttura geologica del milanese comprende tre acquiferi. Nel caso specifico, partendo dalla superficie e sino a 100 metri di profondità si individua l’acquifero definito tradizionale costituito, fino a circa 40 metri di profondità, da una successione di materiali ghiaioso-sabbiosi contenenti una falda libera e con intercalati, più in profondità, orizzonti di spessore metrico a più bassa permeabilità a più bassa permeabilità con una buona continuità laterale, che individuano falde in condizioni semiconfinate. L’unità idrogeologica inferiore, oltre 100 metri di profondità, è costituita da sedimenti limo-argillosi e, più in profondità le falde contenute nei depositi ghiaiosi e sabbiosi sono a carattere continuato e con scarsa produttività. Dal punto di vista idraulico pertanto le unità dell’acquifero tradizionale sono in parte comunicanti e si caratterizzano quindi come un sistema monostrato multi falda; le falde profonde sono invece nettamente separate tra loro e da quelle superficiali. Dalle carte isopiezometriche si evince che l’andamento generale della falda tradizionale è nord ovest – sud est. Tale andamento è confermato dai rilevamenti effettuati in occasione delle indagini del 1990 e 1999. Risulta evidente nella zona esaminata la tendenza ad un innalzamento della falda freatica che passa dai valori medi di 125 m s.l.m. del 1990 ai 130 m s.l.m. del 1997/98. Le analisi recentemente condotte sulle acque emunte dai piezometri evidenziano un miglioramento rispetto alla situazione già rilevata nel corso delle indagini del 1990 anche se permane un diffuso inquinamento da metalli. Si ritiene però che l’acquifero indagato non rappresenta la totalità dell’acquifero tradizionale e che il tempo trascorso dalla deposizione dei rifiuti potrebbe aver consentito la migrazione dei contaminanti più in profondità alla base dell’acquifero tradizionale. Si segnala la presenza a valle della discarica di pozzi privati in funzione e di altri presumibilmente inattivi. Questi ultimi potrebbero rappresentare un veicolo preferenziale per la diffusione dei contaminanti. Il bersaglio dell’inquinamento presente nelle acque o che potrebbe essere rilasciato dai depositi in futuro, è rappresentato dalla centrale pozzi di Vialba dell’acquedotto di Milano, che pescano genericamente in falde profonde anche se alcuni di essi posseggono filtri su più livelli.

TERRENI La natura dei terreni nell’area in questione deve ricondursi nell’ambito del dominio alluvionale padano, in particolare gli strati superficiali sono costituiti dal diluvium recente in cui vengono compresi quei depositi di natura ghiaioso-sabbioso-argillosa che costituiscono il livello principale della pianura. I terreni dell’area, escludendo tutta la porzione costituita dal riempimento di rifiuti, che pertanto devono essere trattati come tali, si presentano ricoperti dalla vegetazione così come lo strato superficiale della discarica di ricopertura dei rifiuti. Il riempimento è costituito da materiale eterogeneo di origine industriale e civile. Si ritrovano scarti industriali costituiti da plastica, tessuti, carta ed accoppiati, metalli, resine, fanghi, macerie, terreni da scavo, r.s.u., stracci, pigmenti, ecc.. In questi materiali sono stati versati direttamente rifiuti liquidi di origine industriale al fine di recuperare i contenitori metallici. Data l’eterogeneicità dei rifiuti conferiti e la loro diversa capacità di rilasciare sostanze contaminanti non è sufficientemente noto, malgrado le numerose indagini, lo stato di contaminazione dei terreni naturali costituenti il fondo e le pareti delle discarica.

ARIA Tutto il corpo di discarica, ad eccezione delle “fossa”, si presenta coperto da uno strato di terreno e vegetazione e pertanto e attenuata l’emissione in atmosfera dei composti più volatili. Il trasferimento in aria di tali composti è in ogni caso avvenuto in modo significativo almeno fino alla metà degli anni 90. Ne sono testimonianza diretta i numerosi verbali redatti dall’ente di controllo e gli esposti della popolazione residente nel contorno della discarica e nei quartieri limitrofi. Si ha notizia di numerosi incendi, anche di lunga durata, che hanno sottoposto la popolazione a notevole disagio. Attualmente sono cessate le lamentele e i numerosi sopralluoghi effettuati dal personale preposto non hanno evidenziato odori fastidiosi. Evidentemente il trasferimento in atmosfera dei composti più volatili presenti negli strati più superficiali del corpo di discarica si è concluso.

CONDIZIONI STRUTTURALI

L’area di ex discarica si presenta in parte recintata lungo il confine con gli stabilimenti industriali. Nessuna recinzione a confine con il campo nomadi e libero accesso dalla via Bissone di Bollate in quanto il cancello è stato divelto. E’ ancora presente, a margine del corpo di riempimento, la struttura in calcestruzzo dell’ex vaglio della cava. Sono collocati nell’area i piezometri, in parte inutilizzabili, realizzati nel corso delle campagne di indagine. L’accessibilità di alcune zone è resa difficoltosa da cumuli di rifiuti sopra suolo e particolarmente dalla vegetazione. In direzione est-ovest, interrato nel corpo di discarica, transita un collettore fognario del Consorzio Depurazione Acque Nord Milano. Non risultano realizzati in discarica corpi di contenimento, vasche impermeabilizzate, né deposti con continuità e metodo strati di terreno di separazione tra i rifiuti, o coperture in argilla.

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COMUNE DI BREMBATE (BG) SITO: AREA EX D.I.M.

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L'area interessata si colloca in prossimità del tracciato autostradale Milano-Venezia, lungo la via per Grignano ed è sita all'interno e nelle immediate adiacenze dell'insediamento industriale della società DIM, che svolgeva attività di demolizione di parti meccaniche (e abusivamente rottamazione autoveicoli). Si tratta di un'area di circa 10.000 m2, posta all'estremità settentrionale del territorio comunale di Brembate, a ridosso del confine con il Comune di Filago. Nell'area è presente un pozzo a perdere, destinato in licenza edilizia, allo smaltimento delle sole acque piovane del tetto del capannone industriale. L'attività era svolta, in precedenza, all'interno del capannone presente nell'area; al momento del primo accesso della USSL 28, tale capannone era stato affittato ad altra ditta, pertanto, l'attività della DIM veniva svolta in parte sotto una tettoia, in parte sul piazzale sterrato. I reflui liquidi provenienti dalle suddette attività sono stati abusivamente smaltiti sul terreno e nel pozzo a perdere e, in parte, sono defluiti sul terreno attiguo di proprietà di altra ditta. Tuttavia la massima parte degli inquinanti rinvenuti nell'area sono da ricondurre ad un illecito e periodico sversamento di autocisterne di rifiuti industriali liquidi. Sull'area più inquinata, è possibile, che lo sversamento sia avvenuto mediante spandimento del reflui industriali e non solo tramite convogliamento nella fossa a perdere. L'inquinamento è legato prevalentemente alla componente organica, costituita da sostanze appartenenti alla classe dei solventi (non aromatici né clorurati), a quella degli oli e degli intermedi chimici di sintesi. Si segnala una significativa contaminazione da pesticidi clorurati e da metalli quali mercurio, zinco, rame, piombo. L'area massimamente inquinata è di circa 2.000 m2 e l'inquinamento del terreno si estende in profondità per circa 35 m.

PRESENZA ANTROPICA

Il Paese in cui è ubicata l'area oggetto di indagine conta circa 6.000 abitanti. L'area, che si trova a circa 900 m dal centro abitato, è accessibile solo dalla strada comunale di Via Grignano. Il territorio, nel suo complesso, può definirsi intensamente antropizzato. In particolare, gli individui presenti nell'area sono i lavoratori, che operano all'interno dello stabilimento. Infatti, l'area ex-DIM è attualmente destinata a diversi utilizzi: un'officina meccanica opera nel capannone ubicato nel settore settentrionale mentre quello meridionale è adibito a parcheggio di automezzi. I valori ritrovati risultano ampiamente superiori alle concentrazioni accettabili a protezione della salute dell'uomo per un elevato numero di sostanze (I,I-Dicloroetene, acetone, aesaclorocicloesano, carbonio tetracloruro, eptacloreposside, tetracloroetene). Estremamente preoccupante, ai fini della tutela della salute pubblica, appare il riscontro di tetractilpirofosfato (pesticida organofosforico) in concentrazione ultratossica nell'acqua della prima falda freatica. Segnali di allarme sociale si evidenziano proprio dal fatto che i primi sopralluoghi compiuti da un esponente della polizia municipale prendevano le mosse da segnalazioni di cittadini che lamentavano sia la presenza di cattivi odori che un movimento anormale di mezzi pesanti. L'allarme sociale trova il parallelo nella vasta rassegna stampa locale che, per anni si è occupata del sito in esame, riportando più volte notizie allarmanti sulla dimensione della contaminazione, considerata una delle maggiori d'Italia e forse d'Europa.

ACQUE SUPERFICIALI

Il territorio comunale è ubicato in corrispondenza della punta subtriangolare estrema di collegamento di due corsi d'acqua: l'Adda ed il Brembo. In particolare, rispetto all'area oggetto di indagine, il fiume Brembo è posto a circa 750 m ad est ed il fiume Adda è posto a circa 1.500 m ad ovest. La rete idrica della zona è caratterizzata, inoltre, dalla presenza di un fitto sistema di canali artificiali e naturali alimentati direttamente dal corsi d'acqua principali e da numerosi torrenti. Nel territorio interessato, si può ipotizzare una ricarica dell'acquifero da parte del fiume Brembo ed un drenaggio dello stesso da parte del fiume Adda. E' possibile che le acque di dilavamento del terreno scorrano fino a sfociare nell'alveo del fiume Adda.

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FALDA La falda ha una soggiacenza di circa 33 m dal piano campagna. Localmente è presente una falda sospesa a carattere stagionale, a circa 9 m di profondità. I depositi costituiscono, almeno sino a 100 m di profondità, un acquifero monostrato compartimentato, con possibilità di scambi idrici, sia orizzontali che verticali. I risultati analitici, delle acque di falda, mostrano concentrazioni significativamente rilevanti di solventi organici azotati e, di conseguenza, dell'azoto organico, di solventi aromatici e di tetractilpirofosfato (TEPP). Sono presenti metalli in misura ben al di sopra dei "valori limite" previsti dal DPCM 8 febbraio 1985 sulle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano". Si è rilevata, inoltre la presenza di pesticidi clorurati superiore di oltre 10 volte il valore guida dello stesso DPCM. Il valore di COD è superiore a quello previsto dalla L. 319/76 per lo scarico in corpi d'acqua superficiali.In termini di rischio di inquinamento delle falde idriche sotterranee, la lente di argilla accertata in fase di terebrazione dei sondaggi, nel terreno sottostante il pozzo a perdere, non pare dare sufficienti garanzie di protezione dal passaggio degli inquinanti a profondità maggiori. In pratica, l'acqua superficiale di infiltrazione, prendendo in carico parte delle sostanze inquinanti, deliberatamente sversate sul suolo, e trascinandole lungo tutto lo spessore non saturo del terreno, è giunta sino all'acquifero, propagandosi secondo i meccanismi che regolano il flusso dell'acqua in falda. Si ritiene probabile che il plume di contaminazione dissolta abbiano ormai raggiunto una condizione di equilibrio, per cui risulta essere poco probabile la migrazione di contaminanti a valle del sito, oltre i limiti già individuati, sia pure in maniera approssimativa, in 500 m.

TERRENI Si tratta di 10.000 m2 di terreno impregnato di sostanze tossiche dal piano campagna fino alla profondità di almeno 35 m, ovvero un massiccio inquinamento del suolo a tutto spessore, fino alla prima falda freatica sottostante. La zona interessata dallo sversamento presenta una litologia caratterizzata da ghiaia e sabbia, più o meno limose. Le caratteristiche idrogeologiche sono di permeabilità superficiale e profonda medio-elevata. La serie stratigrafica locale è caratterizzata dalla prevalenza di unità conglomeratiche più o meno fratturate con intercalate lenti ghiaioso-sabbiose da decimetriche a metriche. I depositi impermeabili ghiaiosi superficiali, soprastanti i conglomerati, vanno da 6 m a 12 m di spessore. Dal punto di vista geomorfologico, il settore è prevalentemente pianeggiante e caratterizzato dalla presenza dei terrazzamenti alluvionali del fiumi Brembo ed Adda. L'alto grado di permeabilità associato ai livelli del terrazzamento principale, corrispondente alla pianura, consente un elevato drenaggio delle acque superficiali. I terreni sono caratterizzati da marcato odore di sostanza organica. Sono presenti pesticidi clorurati in concentrazioni significative. I metalli sono distribuiti in modo omogeneo a tutte le profondità e su tutta l'area dello stabilimento. Le prove di dilavamento hanno indicato che gli inquinanti presenti, alle concentrazioni riscontrate, possono essere a buon grado ritenuti responsabili della contaminazione della falda sottostante.

ARIA Dall'area si propaga un intenso odore avvertito distintamente dalla popolazione circostante. Le problematiche sanitarie potenzialmente connesse con la componenti volatili degli inquinanti presenti nel sito sono acuite dalla presenza in loco di personale, occupato nella officina meccanica attiva all'interno del capannone.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Durante i lavori eseguiti dal Comune di Brembate, si è ipotizzata la presenza di una canalizzazione sotterranea che, scorrendo lungo la recinzione nord e all'interno dello stabilimento, congiungesse la fossa a perdere con l'angolo nord-ovest dell'area, consentendo lo sversamento di rifiuti da automezzi collocati più lontani dalla sede stradale. A seguito di successive indagini sono mancati riscontri oggettivi alla presenza del collettore sotterraneo ipotizzato.

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COMUNE DI CAMBIAGO (MI) SITO: CAVA GERRI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di un’area ubicata a NE dell’abitato della frazione Corazza del Comune di Cambiago. Ex cava di ghiaia e sabbia negli anni sessanta che è stata oggetto negli anni di riempimento non controllato, di materiali inerti e bituminosi. La superficie da indagare è di circa 5000mq ed è caratterizzata da affioramenti di materiali bituminosi e dalla presenza di melme.

PRESENZA ANTROPICA

Il comune in cui è ubicata l’area in oggetto conta circa 4790 abitanti, l’area Cava Gerri si trova fuori dal centro abitato tra il Comune di Cambiago e la frazione Torrazza, in cui abitano circa 700 abitanti. Tutta la zona risulta in area agricola.

ACQUE SUPERFICIALI

Intorno e nelle vicinanze della Cava Gerri non esistono corsi d’acqua superficiali.

ACQUE SOTTERRANEE

La direttrice generale dell’acquifero in corrispondenza dell’area è NNE-SSO con soggiacenza di circa 25 m dal p.c. Nella frazione Torrazza è presente un pozzo per l’approvvigionamento idrico pubblico, subito a monte e a valle dell’area occupata dalla Cava, sono stati realizzati dei piezometri.

TERRENI Geologicamente l’area appartiene all’unità di pianura fluvioglaciale. Dai dati desunti da cuttings in fase di perforazione dei due piezometri, si è verificato che la stratigrafia dell’area è composta prevalentemente di uno strato di ghiaia e sabbia fino a –21 m, successivamente da uno strato di limo fino a –22,5 m e quindi da sabbia fino a –30 m.

ARIA L’area occupata dalla Cava, soprattutto nel periodo estivo può provocare molestie olfattive anche senza la movimentazione del terreno. L’odore è rilevabile solo all’interno dall’area recintata della cava.

CONDIZIONI STRUTTURALI

L’area è attualmente recintata e il cancello di ingresso chiuso con lucchetto, la chiave si trova presso il Comune di Cambiago. La lontananza dei corsi d’acqua superficiali dall’area, rende la situazione meno pericolosa, anche se la stratigrafia del terreno non presenta grossi strati argillosi.

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COMUNE DI CARONNO PERTUSELLA (VA) SITO: DISCARICA ABUSIVA BARIGAZZI E CLERICI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Il sito, avente la superficie di circa 3000 mq, di proprietà del sig. Barigazzi Gianfranco, titolare di una società di trasporto rifiuti, è stato adibito, negli anni ‘70 a centro di trasbordo e cernita di rifiuti industriali. Nel ’77, dopo un violento incendio, l’uso suddetto è cessato e dopo un esperimento di lombrichicoltura fallito, lo stesso è rimasto incolto ed abbandonato. Nel 1986, a seguito di indagine magnetometrica eseguita dalla Provincia di Milano e di scavi esplorativi, che hanno evidenziato la presenza di fusti metallici sepolti, sono iniziate le operazioni di bonifica eseguite dalla ditta CTM 2000 di Buguggiate (VA), su commissione del Barigazzi stesso, a seguito di ordinanza del sindaco del comune di Caronno Pertusella. Nel 1992 il comune di Caronno Pertusella ha emanato una nuova ordinanza, ai proprietari dei mappali, per la rimozione del terreno rimasto sull’area e per la realizzazione di un sondaggio a secco sino alla profondità di 12 metri, in corrispondenza della zona in cui sono stati rinvenuti i fanghi. Veniva prevista anche la realizzazione di due piezometri, l’uno a monte e l’altro a valle del sito, al fine di consentire il monitoraggio delle acque sotterranee. A tutt’oggi l’ordinanza risulta inottemperata e l’area rimane sottoposta a sequestro giudiziario ordinato dal pretore di Saronno con provvedimento n. 1386/86.

PRESENZA ANTROPICA

Il sito si trova a circa 1 km dal centro abitato del comune di Lainate, che conta 23.600 abitanti, a circa 600 metri da un’area industriale dello stesso comune e ad una distanza di circa 1,5 km dai centri abitati di Caronno Pertusella (circa 12.000 abitanti) ed Origgio (circa 6000 abitanti). L’insediamento più vicino è la Cascina Bellavitis, ubicata a circa 200 mt di distanza, nel territorio del comune di Lainate. La viabilità, presente nelle immediate vicinanze del sito, è volta unicamente al raggiungimento del fondo.

ACQUE SUPERFICIALI

Il sito, che interessa i mappali n. 595 e 2617, si trova in fregio al torrente Lura. Non si notano variazioni delle caratteristiche organolettiche delle acque tra monte e valle del sito.

FALDA In affioramento si trovano unità di depositi fluvioglaciali e fluviali costituiti in prevalenza da ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di conglomerati, di argille e limi sabbiosi privi di continuità laterale. L’unità è presente con continuità nell’area presa in considerazione, raggiungendo spessori di circa 100 m. E’ sede dell’acquifero superiore di tipo libero con soggiacenza di circa 45-50 m dal p.c., tradizionalmente captato dai pozzi pubblici di vecchia realizzazione e dai pozzi privati dell’area. Tale acquifero è caratterizzato da un elevato grado di vulnerabilità intrinseca ad eventuali inquinamenti provenienti dalla superficie, in quanto sono assenti o poco sviluppati livelli superficiali di protezione a bassa permeabilità. La formazione ora descritta poggia su di un’unità formata da depositi marini e di transizione costituita prevalentemente da livelli argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede degli acquiferi profondi, caratterizzati da bassa vulnerabilità Dilavamento meteorico e percolazione sono ancora in atto in quanto alcuni cumuli di terra, debolmente contaminati, sono rimasti in giacenza sull’area. La direzione di deflusso della falda è N/NO - S-SE. A valle del sito, alla distanza di circa 750 metri, si trova, lungo la direzione di flusso, il pozzo 7 del comune di Lainate; ugualmente a valle, ma spostati verso ovest rispetto alla direzione di flusso, si trovano, a circa la medesima distanza, i pozzi n. 8 e 9 dello stesso comune.

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TERRENI In affioramento si trovano unità di depositi in facies fluvioglaciale e fluviale costituiti in prevalenza da ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di conglomerati, di argille e limi sabbiosi privi di continuità laterale Detti depositi poggiano sull’unità di depositi marini e di transizione costituita prevalentemente da livelli argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede degli acquiferi profondi. Le analisi effettuate sui terreni negli anni 1986-1987 hanno mostrato, per alcuni parametri, le seguenti concentrazioni massime:

Alluminio: 9375 mg/kg; Cromo tot: 39,7 mg/kg; Mercurio: 12,3 mg/kg Nichel: 40,7 mg/kg; Piombo: 16,8 mg/kg; Zinco: 164 mg/kg; Solventi organici volatili: 258,8 mg/kg Cloruro di metilene: 20 mcg/kg; Cloroformio: 80 mcg/kg;

L’analisi effettuata su un campione di fango nel 1987 ha rivelato la presenza di: Cloruro di metilene: maggiore del 0,5 % in peso; Cloroformio: maggiore del 2,5 % in peso; 1,2 propano-dicloro: 450 mcg/l.

Non sono note analisi più recenti.

ARIA I rifiuti presenti nell’area, per le loro caratteristiche intrinseche, possono avere generato emissioni di vapori tossico/nocivi e fenomeni di molestia olfattiva.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La bonifica, eseguita negli anni 1987-1988, alla presenza degli organi di controllo, è sostanzialmente consistita nella asportazione dei rifiuti interrati. Sono stati rimossi 123 fusti metallici da 200 litri cadauno contenenti sostanze chimiche allo stato liquido di varia natura, prevalentemente costituite da emulsioni acquose di acrilati vari, esteri e copolimeri. E’ stato rinvenuto ed asportato anche un ingente quantitativo di rifiuti allo stato solido (fanghi, sacchi, bottiglie, ecc.) tra cui circa 15 mc di fanghi contenenti solventi clorurati (cloruro di metilene e cloroformio) in concentrazioni pari al 3% del peso. Tutti i rifiuti asportati sono stati avviati a smaltimento, ad eccezione di alcuni cumuli di terra, debolmente contaminati, che sono rimasti in giacenza sull’area.

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COMUNE DI CASTEL MELLA (BS) SITO: GHIRAF

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’insediamento industriale della Ditta Ghiraf Eredi Ghidini Battista Srl è ubicato in Via Torbole n.77 a Castel Mella. Esso confina a Nord, a Ovest ed a Sud con una zona agricola ed a Est con una zona residenziale. Il confine settentrionale è in fregio alla S.P. 74, mentre quello orientale con il vaso Mandolossa. Il sito è distinto in due parti aventi diversa destinazione urbanistica: 1) zona E agricola; 2) zona D produttiva. L’area è stata adibita ad operazioni di fonderia-deposito scorie-deposito selezione rottame e tornitura – macinazione colaticci e scorie non saline. L’attività è stata interrotta da un provvedimento della pubblica autorità per inadempimenti in materia ambientale quali: stoccaggio di scorie saline, Polveri da macinazione scorie, polveri derivanti dal trattamento fumi, polveri di gas effluenti da camino, oli per circuiti idraulici, materiale da costruzione a base di amianto, imballaggi in legno, ecc. Il sito è gia’ stato oggetto d’interventi di messa in sicurezza d’emergenza effettuanti mediante l’abbancamento all’interno dei capannoni industriali dei rifiuti pericolosi esterni, posti anche in area agricola, ivi giacenti condizioni di dilavamento meteorico. Il sito è stato oggetto di un intervento di progettazione di bonifica a norma dell’art.17 d.lgs 22/97 s.m.i., da parte dell’Amministrazione Comunale, che attualmente ha già raggiunto lo stadio di progettazione preliminare. Le indagini condotte hanno rilevato anche la presenza di rifiuti interrati sotto i piazzali e sotto una parte degli edifici. Complessivamente è stata stimata la necessità di smaltire 35.000 t di scorie saline, 2.560 t di polveri in big bag ed altri rifiuti.

PRESENZA ANTROPICA

La piu’ vicina abitazione rurale dista 30-35 metri dal lato Ovest, mentre al lato Est le prime abitazioni sono ubicate a circa 80 metri dal confine di proprietà, inoltre nel perimetro del sito è posta l’abitazione civile del custode. L’inizio dell’agglomerato urbano del capoluogo dista circa 200 metri dal perimetro del sito, mentre il centro del capoluogo dista circa 800 metri, altresì il capoluogo comunale ha circa 7.000 abitanti.

ACQUE SUPERFICIALI

Il perimetro dell’area in oggetto confina al lato orientale con il Vaso Mandolossa, mentre dista sul lato occidentale circa 400 metri dal Vaso Troglio. Entrambi i vasi possiedono una circolazione permanente derivante dalla loro funzione di colatori durante i periodi piovosi ed ad uso irrigo durante la stagione estiva. A valle del sito a circa 600 metri iniziano a comparire, in entrambi i vasi, i primi fontanili. Dal piano di caratterizzazione è emersa la necessità di valutare, nel Vaso Mandolossa, lo stato di contaminazione dei fanghi, attività attribuita all’ARPA, che verrà effettua quanto prima. Pertanto alla data attuale vi sono ipotesi di contaminazione della risorsa idrica superficiale, ma non vi sono attestazioni analitiche in tal senso.

ACQUE SOTTERRANEE

La superficie piezometrica è subaffiorante, posta a circa 1.5 metri dal p.c., e pertanto lambisce i rifiuti sepolti. Nell’area sono stati posti in opera due piezometri uno di valle ed uno al confine settentrionale del sito. Entrambi i piezometri hanno rilevato superi dei limiti di accettabilità di cui all’allegato 1 del d.m. 471/99: Al ordine di grandezza 400 µg/l; Fe ordine di grandezza 400 µg/l; Mn ordine di grandezza 250 µg/l. Il progetto preliminare ha previsto una messa in sicurezza permanente di una parte dei rifiuti sepolti con relativo piano di monitoraggio delle acque sotterranee mediante nuovi piezometri di monte e di valle, con un punto di conformità a circa 400 a sud del perimetro del sito ed a valle idrogeologica.

TERRENI I terreni sono stati indagati in contraddittorio con l’ARPA negli anni 2000, 2001, 2002. In sintesi si hanno superi per: PCB ordine di grandezza 0.03mg/kg, Idrocarburi C>12 ordine di grandezza 10.400 mg/kg, Alluminio ordine di grandezza 40.000, Zinco ordine di grandezza 3.000 mg/kg, Rame ordine di grandezza 7.000 mg/kg, Pb ordine di grandezza 253 mg/kg, ecc.

ARIA Non vi sono attualmente elementi analitici attestanti rischi in tal senso o evidenze olfattive, mentre in passato si sono registrate numerose molestie derivanti soprattutto dalla liberazione di NH3 dalla scorie poste all’esterno.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Gli edifici industriali non presentano per ora problemi statici e sono in buono stato di conservazione, invece servono interventi di ripristino delle superfici impermeabili esterne e della rete di raccolta delle acque meteoriche.

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COMUNE DI CIVIDATE AL PIANO (BG) SITO: C.NA S. GIORGIO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è compresa in zona agricola ed è prevalentemente utilizzata per la coltivazione di mais. Il centro abitato dista circa 1 Km, in linea d’aria. I terreni risultano appartenere alla ditta Tecnico Agricola S. Giorgio. Solo un appezzamento del fondo agricolo, corrispondente ad un’estensione di metri 20 x 8, fu interessato dallo sversamento di fanghi e morchie bituminose derivanti dalla Raffineria Roma spa – V.le Suzzani – Milano. Il materiale risentiva di forti rilasci di anidride solforosa dal caratteristico odore pungente. La relazione prodotta nel 1992 dalla Geo Dataconsult, che realizzò sei sondaggi di cui tre attrezzati a piezometri, evidenziò nel sondaggio n.2 tra 0,8 e 4.0 metri dal p.c. “forte odore di materiali bituminosi”, nel sondaggio n.4 tra 0,30 e 1metri dal p.c. 7029 mg Pb/Kg. Analisi effettuate dalla USSL n°33 in data 12.5.’97 non evidenziano contaminazioni in falda.

PRESENZA ANTROPICA

L’area è ubicata in aperta campagna, nelle vicinanze è sita la cascina S. Rocco, abitata da coltivatori.

ACQUE SUPERFICIALI

Sono presenti fossati utilizzati per l’irrigazione dei campi nei periodi richiesti dalle pratiche agricole. Sono possibili locali ristagni conseguenti ad intense precipitazioni.

ACQUE SOTTERRANEE

Sub-affiorante in contesto ad alta vulnerabilità per la presenza di terreni permeabili costituiti da ghiaie con matrice sabbioso-limosa. La possibile contaminazione da solfati, solfiti, idrocarburi, è stata esclusa a seguito dei prelievi effettuati dai piezometri appositamente perforati.

TERRENI Sono esclusivamente utilizzati per pratiche agricole.

ARIA In passato erano possibili molestie olfattive, agli abitanti della cascina, causate dal rilascio di SO2 o dalla volatilizzazione di idrocarburi presenti nelle morchie. Attualmente, a distanza di oltre quindici anni dallo sversamento, non si avvertono odori.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Il materiale è stato ripetutamente miscelato a seguito delle annuali arature dei terreni. In passato, nell’appezzamento interessato dallo sversamento, la vegetazione presentava una crescita inferiore con foglie ingiallite.

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COMUNE COSTA VOLPINO (BG) SITO: LOCALITÀ PIZZO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Trattasi di discarica di materiale proveniente da attività di fonderia e di materiali inerti derivanti da riporti abusivi di scarti di demolizione e rifiuti assimilabili agli urbani; quest’ultimi in volumi molto contenuti (verbale Provincia di Bergamo dicembre 1984, prot. 25281). L’area è posta a nord del lago Sebino e si estende tra i comuni di Costa Volpino (Bg) e Pisogne (Bs). Nel settore bergamasco ricade circa il 95% dell’area di discarica, la cui superficie è di circa 12.000 m2. L’area interessata si estende, in una zona pianeggiante interposta tra il fiume Oglio ed il canale Italsider, sviluppandosi dalla sponda nord del lago, in direzione nord-est per circa 150 metri, verso la località Nistoi. La superficie di accumulo, posta solo fuori terra, presenta un’altezza media di circa 3-4metri. Il volume complessivo dei rifiuti è stimato in 45.000 m3. In precedenza l’area era situata in una zona umida, al bordo del lago, occupata da un canneto.

PRESENZA ANTROPICA

Nelle immediate vicinanze, per un raggio di circa 100 metri, la zona confina con terreni incolti. In direzione sud-est, in provincia di Brescia oltre il canale Italsider, si sviluppa un’area in parte industrializzata ed in parte residenziale. A 700 metri, sempre in direzione sud-est, si sviluppa l’abitato di Pisogne. Verso nord-est, a circa 500 metri, estistono insediamenti abitativi e produttivi in corrispondenza della località Gere.

ACQUE SUPERFICIALI

L’area confina con l’arenile che la separa dallo specchio d’acqua del lago d’Iseo.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda è sub-affiorante, sia per la vicinanza del lago, sia in considerazione che il sito è compreso nel fondovalle del Fiume Oglio, in cui prevalgono sedimenti ghiaioso-sabbiosi molto permeabili. Sono stati effettuati tre piezometri per verificare la qualità dell’acqua di falda. Non sono state evidenziate contaminazioni.

TERRENI Sedimenti fluviali e lacustri costituiti da ghiaie, sabbie ed intercalazioni di limi argillosi. In superficie si alternano aree parzialmente coltivate e terreni incolti.

ARIA Non si ha riscontro di documentazione con segnalazione di molestie olfattive.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Le analisi effettuate su campioni di rifiuto attestano la presenza di cadmio, cromo, bario, che qualificano parte del rifiuto come speciale (PMIP Bergamo 31 agosto 1988). Altre analisi effettuate dal PMIP di Brescia nel 1986 hanno accertato la presenza di cadmio, cromo III, Zinco, Manganese, Piombo in concentrazioni tali da classificare il rifiuto tossico e nocivo per Cadmio e Piombo. N.B. La ditta MetalFra srl di Gianico (Bs), ha presentato un progetto di bonifica dell’area nel novembre 1998. Il progetto esecutivo è stato presentato nel dicembre 2000. Nel maggio 2001 è stato presentato il progetto esecutivo e nel settembre 2001 la Conferenza dei Servizi ha dato parere favorevole con una serie di prescrizioni.

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COMUNE DI COSTA VOLPINO (BG) SITO: VIA ROMA – EX DITTA LOLLIO DANILO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata nel territorio comunale di Costa Volpino Negli anni 80 la contaminazione dal terreno fu causata da uno sversamento di PCB da parte di un’officina che recuperava scarti di automobili (demolitore di automobili?). L’area confina ad ovest con la S.S. n 42, ed è lambita ad est dal torrente Ramello. Risulta denominata anche località Malpensata. La superficie complessiva dell’area indagata è di circa 2500 mq ed è costituita da un appezzamento di terreno pianeggiante.

PRESENZA ANTROPICA

Qualche insediamento sparso. Il centro abitato è sito a circa 1 km più a sud.

ACQUE SUPERFICIALI

Il lato ovest è lambito dal torrente Ramello, affluente del fiume Oglio. Nel 1991 è stata accertata la presenza di PCB dal PMIP di Bergamo (0,04 mg/litro espressi come apirolio, certificato n. 543 del 16 dic. 1991).

ACQUE SOTTERRANEE

La falda è posta a circa 2,5-3,5 metri di profondità. La litologia è costituita da materiale di riporto eterogeneo e grossolano frammisto a rifiuti derivanti dalla demolizione di autoveicoli. Sostanzialmente il riporto presenta caratteristiche di permeabilità elevata. Risulta, dal verbale della Provincia di Bergamo del 6 aprile 1995, che il torrente Remello si trova ad una profondità superiore di 1,5 metri rispetto alla profondità della falda. Lo scavo delle trincee, profonde circa quattro metri non ha intercettato la falda la cui profondità è stata sopra indicata.

TERRENI Il terreno, si presentava incolto e costituito da materiale di riporto come sopra descritto.

ARIA Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Nel sito non sono stati realizzati piezometri Analisi effettuate dal PMIP di Darfo nel 1994 attestano la drastica diminuzione del PCB nel terreno. L’area è stata ricoperta dallo svincolo della nuova variante della SS n. 42 del Tonale e della Mendola.

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COMUNE DI CREMONA SITO: DISCARICA SAN ROCCO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area si trova a sud-est della città in una zona interessata, oltre all’ex discarica, prima per R.S.U. e poi per inerti, dalla presenza del depuratore della rete fognaria e da un impianto di termoutilizzazione. La zona è pianeggiante movimentata dalla presenza di un alto numero di corpi d’acqua di aspetto molto vario e da acquitrini. In antichità la zona era paludosa essendo impostata su paleomeandri del Po. Non esiste in fase attuale una precisa conoscenza su possibili danni ambientali provocati dall’ex discarica perché le ultime analisi dell’aria, suolo, sottosuolo, falde, acque superficiali risalgono ad uno studio ordinato dal Comune di Cremona ed effettuato dall’E.N.E.A. 1992.

PRESENZA ANTROPICA

L’ex discarica è ubicata a sud-est della città fra gli abitati di Bosco ex Parmigiano ed Battaglione. Essa costituisce, ormai, un elemento del paesaggio ed ha un impatto visibile rilevante. Costituita inizialmente, negli anni ’70, come luogo di deposito di rifiuti solidi urbani, negli anni ’90 diventa discarica controllata di materiali inerti; viene chiusa definitivamente nell’aprile ’99 e nel 2000 incomincia l’opera di riqualificazione. Attualmente si presenta come una collina in gran parte inerbata ed alberata lunga c/a 1 km, alta c/a 20 m e larga alla base 70/80 m ed estesa per circa 5,8 ettari. Il versante attivo è quello che guarda via Bosco; sul versante opposto scorre, ai piedi della discarica , il colatore “Morta”, le superfici che intercorrono fra discarica ed abitato sono destinate ad uso agricolo. Prima dell’insediamento del termoutilizzatore era stato fondato un comitato spontaneo “Cremona Pulita” che riuniva vari gruppi ambientalisti e che è ancora operante.

ACQUE SUPERFICIALI

La zona sulla quale grava l’impatto più rilevante, di un eventuale inquinamento, che colpisca questa matrice ambientale, è indubbiamente quella di Bosco ex Parmigiano. Infatti tutto il sistema di canali, rogge e colatori confluisce verso un’unica foce sul Po, che si trova a ridosso del suo territorio (vedi situazione rappresentata dalla cartina). Allo stato attuale non vi sono analisi che confermino in positivo od in negativo lo stato di inquinamento dei corsi d’acqua superficiali. L’influenza maggiore della discarica è sul colatore “Morta” con problemi per il COD, l’azoto in tutte le forme, i coliformi e lo Zinco.

FALDA Distinte in due tipi: superficiali e profonde. Nella parte meridionale, della parte in esame, esistono dei pozzi di prelievo di acque per uso potabile, pescanti a profondità superiori ai 190 m, pozzi superficiali di prelievo di acque ad uso irriguo . Nella zona sono posizionati 7 piezometri gestiti dalla ditta AEM spa per il campionamento di acque di falda fra i 10 e i 20 m di profondità. Il pericolo d’inquinamento, delle falde sia superficiali che profonde, è derivato dal percolato. Manca però un’indagine che ci dia lo stato attuale della situazione. Quanto agli interventi di risanamento della discarica, è chiaro che la mancanza di una protezione del sottosuolo comporta anche la mancanza di un confine netto al di la del quale il liquido raccolto sia da considerare un percolato.

TERRENI Gli impatti, su questa matrice ambientale, sono rappresentati dagli accumuli delle sostanze inquinanti provenienti da punti di emissione circostanti e veicolati dall’aria e/o dall’acqua. E’ da ricordare che l’uso del suolo circondante la discarica è prevalentemente agricolo anche in questo caso non esistono dati recenti sulla “salute del suolo” se non quelli rilevati dallo studio dell’E.N.E.A. del 1992.

ARIA Scarso o nullo, attualmente, è l’apporto che l’ex discarica dà allo stato dell’aria, in quanto ferma dal 1999 non si lamentano quindi particolari problemi.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Dal 2000 l’ex discarica è sottoposta o opere di riqualificazione; risulta essere, in ogni caso, recintata lungo il suo perimetro e di difficile accesso da parte di estranei.

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COMUNE DI GARLASCO (PV) SITO: CA BASSA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area in oggetto, situata nel Parco del Ticino, si trova a circa 3 Km a N.E. da Garlasco (Provincia di Pavia) in frazione Bozzole, località Ca’ Bassa, in una zona caratterizzata da terrazzi e scarpate originate da diversi cicli di deposizione ed erosione fluviali. Fino al 1984 l’area è stata utilizzata come discarica comunale per RSU e assimilati, depositati lungo il bordo di una scarpata avente un dislivello di circa 20 m. La superficie della discarica è di circa 6600 mq per un volume totale di rifiuti accumulati intorno ai 18000 mc.Dopo la chiusura della discarica sono stati rinvenuti, opera di scarico abusivo, dei fusti metallici contenenti residui di verniciatura, scarti di resine plastiche e melme di lavaggio, copertoni usati, fusti e barattoli in plastica. Le analisi effettuate sul contenuto dei fusti evidenziavano la presenza di composti fenolici e portavano a classificare parte di questi rifiuti come speciali tossici e nocivi secondo l’allora vigente DPR 915/82. Gli interventi di bonifica a tutt’oggi predisposti da parte del Comune sono riassumibili come segue: 1) Messa in sicurezza di emergenza del sito con rimozione e smaltimento dei rifiuti assimilabili

affioranti; rimozione con messa in sicurezza di tutti i fusti metallici rinvenuti sull’area. 2) Smaltimento dei fusti e dei rifiuti in essi contenuti, con finanziamento della Regione Lombardia. Una terza fase, per la quale il Comune ha richiesto il finanziamento della Regione Lombardia, prevede la messa in sicurezza permanente, ripristino e recupero dell’area da effettuarsi secondo quanto riportato nel progetto preliminare di bonifica approvato in data 13 febbraio 2002. Gli interventi proposti sono i seguenti: a) Controllo e reintegro dello strato di terreno di copertura, allo scopo di garantire una pendenza idonea per

lo sgrondo delle acque meteoriche e minimizzare infiltrazioni nello strato sottostante di rifiuti urbani. b) Regimazione delle acque meteoriche superficiali. c) Monitoraggio della falda acquifera per verificare eventuali fenomeni di rilascio di inquinanti. Non riscontrandosi presenza di biogas si ritiene che la frazione organica dei rifiuti abbia completato il processo di decomposizione rendendo pertanto superflua la rimozione dell’intera massa di rifiuto. Nel PRG vigente del Comune di Garlasco il sito è individuato come zona destinata a parco naturale. Dal 1998 il Comune di Garlasco ed il Parco del Ticino hanno messo in comune le rispettive proprietà ed hanno stipulato con la LIPU una convenzione allo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico della zona in cui è compresa l’area della discarica.

PRESENZA ANTROPICA

La località Ca’ Bassa fa parte dei boschi del Vignolo, proposti all’interno della rete europea Natura 2000 come Sito di importanza Comunitaria (S.I.C.) e zona a protezione speciale (Z.P.S.). L’accesso all’area della discarica è vietato da appositi cartelli; tuttavia i boschi del Vignolo sono visitati annualmente da circa 3000 persone, di cui 2000 alunni di età compresa fra i 3 e i 15 anni, che partecipano alle attività didattiche della LIPU dal mese di settembre al mese di giugno (dati forniti dal Comune di Garlasco). La popolazione residente più vicina si trova presso la frazione Bozzole a circa 1 Km (500 abitanti); nel raggio di 0,5 Km sono presenti alcune cascine abitate, di cui una sede di attività di agriturismo.

ACQUE SUPERFICIALI

L’idrografia superficiale è rappresentata da un fosso colatore (Roggia Vignolo) di modesta portata, che lambisce il piede della scarpata in corrispondenza dell’area su cui insistono i rifiuti. Le analisi effettuate sui campioni d’acqua prelevati non hanno evidenziato presenza di inquinanti. Tuttavia in mancanza di un sistema di convogliamento delle acque meteoriche superficiali esiste il rischio di contaminazione della roggia sia per apporto diretto di percolato che indiretto attraverso le acque sotterranee. Il fiume Ticino è ubicato a circa 4,4 Km in direzione E-NE.

ACQUE SOTTERRANEE

Dagli studi effettuati nel Piano della Caratterizzazione risulta che la falda ha direzione di flusso NO- SE. Nel suo massimo livello di escursione non è in diretto contatto con i rifiuti, con un franco di circa 10 m rispetto al corpo principale nella parte alta della discarica e di 1- 2 m nella parte bassa. I risultati delle analisi chimiche eseguite su campioni di acqua di falda prelevati dai 3 piezometri installati non evidenziano contaminazione imputabile alla presenza dei rifiuti. Solo per il ferro si è riscontrata, nei due piezometri installati a valle della discarica rispetto alla direzione di flusso della falda, un valore di concentrazione superiore al valore limite previsto per le acque sotterranee nell’allegato 1 al DM 471/99. Come accennato sopra mancano i sistemi di impermeabilizzazione del suolo a protezione delle acque sotterranee da eventuali infiltrazioni di percolato. Il pozzo acquedottistico più vicino è ubicato a circa 1,3 Km a SO dalla discarica con profondità di captazione compresa tra 32 e 50 m.

TERRENI Analisi chimiche eseguite nel 1990 su 2 campioni di terreno prelevati nell’area della discarica evidenziavano in uno di essi presenza di cadmio, mercurio e zinco in quantità superiori ai valori di concentrazione limite accettabile previsti dalla Tabella 1, colonna A, dell’allegato 1 al DM 471/99, relativamente ai siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale.

ARIA Dai sopralluoghi effettuati sull’area in esame non risulta presenza di odori molesti derivabili da processi di decomposizione in atto dei rifiuti urbani. Esiste il rischio di trasporto eolico di polveri derivanti dai rifiuti ancora affioranti presenti nel sito, in particolar modo nella parte situata ai piedi della scarpata.

CONDIZIONI STRUTTURALI

I rifiuti, parzialmente interrati, sono stoccati sul suolo. Sul terreno di copertura si è sviluppata vegetazione spontanea. Nell’area non sono presenti strutture di contenimento dei rifiuti.

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COMUNE DI GERENZANO (VA) SITO: EX DISCARICA DI GERENZANO.

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area di discarica risulta ubicata nella porzione sud-occidentale del territorio comunale in prossimità del confine con il comune di Rescaldina (MI) a ovest, di Uboldo (VA) a sud e di Cislago a nord. L’area di scarico, composta da lotti successivi, è attraversata dalla strada che collega il Comune di Gerenzano con il Comune di Rescaldina, che suddivide l’intera area in due lotti principali denominati rispettivamente “Gerenzano 1” e “Gerenzano 2”. L’attività di scarico, che ha inizio negli anni ’60, trae origine dalla presenza in loco delle depressioni derivanti dalla preesistente attività di cava che in alcuni punti, come testimoniato dalla presenza del limitrofo lago Porro, era giunta ad intercettare la falda freatica, anche se alcuni sondaggi eseguiti in passato indicano quale limite inferiore dell’escavazione sotto il corpo della discarica i 20 – 25 mt dal p.c.L’area è interessata da un progetto di messa in sicurezza e recupero ambientale da realizzarsi a cura e spese dell’AMSA di Milano.

PRESENZA ANTROPICA

L’ubicazione della discarica appare baricentrica rispetto agli abitati di Gerenzano (circa 1.8 Km di distanza), Uboldo (circa 2,2 Km) e Rescaldina (circa 1,5 Km), che contano tra i 7.000 e i 9.000 abitanti. Lungo la via Risorgimento che conduce a Rescaldina è ubicato un complesso di capannoni dove vengono svolte attività produttive e artigianali. Il corpo della discarica è attraversato dalla strada che collega il Comune di Gerenzano con il Comune di Rescaldina. Trattasi di viabilità secondaria soggetta comunque a discreti flussi veicolari. In fianco del corpo della discarica opera la Ditta SORRI (trattamento e recupero rifiuti). Inoltre l’area adiacente alla discarica, circostante il lago Porro, è stata adibita in passato, durante il periodo di esercizio, si sono create numerose situazioni di allarme sociale, attenuatesi a seguito della chiusura dell’impianto e l’avvio delle operazioni di messa in sicurezza. L’intero sito è recintato e, durante i giorni lavorativi, presidiato dagli operatori AMSA.

ACQUE SUPERFICIALI

A piccola distanza (qualche decina di metri) dal corpo principale della discarica scorre il torrente Bozzente - Tale distanza si riduce ulteriormente per quanto riguarda il lotto posto sopra la strada Gerenzano-Rescaldina, denominato “Gerenzano 2”. Uno studio, realizzato nel 1990 dall’allora PMIP di Varese, mostra, da monte verso valle, la seguente variazione dei principali parametri chimici: COD

(mg/l) BOD (mg/l) T (°C) Cond.

(uS/cm) pH Nitriti (mg/l)

Nitrati (mg/l)

Gerenzano (vicinanze discarica) 18 16 5 366 7,9 1,21 26

Rescaldina (valle discarica) 130 35 9 1008 7,5 0,99 15

Origgio 69 60 9 961 6,5 0,94 36

Non sono note campagne più recenti di analisi.

FALDA Nell’area di discarica è presente, in affioramento, un’unità ghiaioso-sabbiosa, costituita da depositi in facies fluvioglaciale e fluviale, caratterizzati dalla prevalenza di ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di argille e limi sabbiosi privi di rilevante continuità laterale. Tale unità, caratterizzata da spessori variabili da circa 100 a 130 mt dal p.c., è sede dell’acquifero superiore libero con soggiacenza media di circa 35-40 mt dal p.c. tradizionalmente captato dai pozzi pubblici di antica realizzazione. La natura dei terreni di imposta, caratterizzati da alta permeabilità, determina un elevato grado di vulnerabilità dell’acquifero superiore. I depositi ora descritti poggiano su di un’unità di depositi marini e di transizione costituita prevalentemente da livelli argillosi, arealmente continui, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi sede degli acquiferi profondi, caratterizzati da bassa vulnerabilità. L’AMSA ha realizzato una batteria di 5 pozzi barriera, profondi 80 mt, per impedire la propagazione dei contaminanti verso valle. In data 12 febbraio 2002 l’AMSA ha proposto di integrare la barriera idraulica esistente mediante realizzazione di ulteriori 3 pozzi, da affiancare agli esistenti.

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FALDA L’ultima campagna di analisi del Marzo 2002 – effettuata sui pozzi barriera immediatamente a valle del corpo discarica – ha mostrato per i parametri più significativi le seguenti concentrazioni massime:

Conducibilità = 4650 µS/cm COD = 290 mg/l BOD5 = 120 mg/l TOC = 158000 mg/l Fe = 3276 µg/l Mn = 532 µg/l As = 104 µg/l Ni = 199 µg/l Azoto Ammoniacale = 445 mgNH4+/l Nitriti = 10,5 mgNO3/l

Oltre alla barriera idraulica sopra descritta è attiva una rete di monitoraggio delle acque di falda composta da 30 punti di captazione delle acque sotterranee, perimetrali al corpo della discarica, sulla quale il gestore esegue campagne semestrali di rilevamento.

TERRENI I terreni di imposta della discarica sono rappresentati da un’unità ghiaioso-sabbiosa, costituita da depositi in facies fluvioglaciale e fluviale, caratterizzati dalla prevalenza di ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con locali intercalazioni di argille e limi sabbiosi privi di rilevante continuità laterale. Tale unità, caratterizzata da spessori variabili da circa 100 a 130 mt dal p.c., poggia su livelli argillosi, arealmente continui, in facies transizionale e marina, cui si intercalano livelli ghiaiosi e sabbiosi. Non sono note analisi dei terreni circostanti l’area di scarico.

ARIA La natura del rifiuto stoccato (RSU) determina la produzione di ingenti quantitativi di biogas. E’ comunque presente una rete di captazione con riutilizzo finale o avvio in torcia.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La discarica attiva fino agli anni ’90 è stata interessata da differenti fasi di scarico, in lotti estremamente eterogenei per metodologie di costruzione e coltivazione. In particolare da condizioni iniziali di assenza di impermeabilizzazione si è passati a lotti a telo singolo e quindi a lotti dotato di doppio telo. La quantità di rifiuti smaltiti da AMSA dal 1979 al 1990 è stata di circa 5.600.000 tonnellate. Sono inoltre presenti circa 30.000 – 40.000 tonn. di melme acide, residui di raffineria, ora inertizzate. A partire dal 1987 è stata attivata una barriera idraulica a valle della discarica, composta da 5 pozzi profondi 80 mt dal p.c. Le acque emunte dalla barriera vengono scaricate, previo trattamento, nel limitrofo torrente Bozzente. L’area di scarico è stata inoltre messa in sicurezza mediante capping, modellamento superficiale e canalizzazione delle acque meteoriche dilavanti. Sono tuttora in corso le opere di recupero ambientale.

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COMUNI DI MADONE - FILAGO – BOTTANUCO (BG) SITO: DISCARICA RSU

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

La discarica è ubicata nella pianura bergamasca occidentale, nel settore denominato Isola Bergamasca. L’area è compresa tra i comuni di Filago, Madone, Bottanuco. Si tratta di una discarica presso la quale l’attività di smaltimento controllato dei rifiuti si è sviluppata dal 1988 a tutto il giugno 1991. La discarica originariamente gestita dalla Soc. Maver srl con sede a Brembate via Don Todeschini, è stata successivamente acquisita dal Consorzio tra i comuni di Filago, Madone e Bottanuco con atto del giugno 1995. L’attivazione della discarica ha comportato la bonifica di un preesistente smaltimento incontrollato di rifiuti di varia natura, non meglio precisabili, che è stato ricoperto, in conformità ai progetti redatti dalla Società TIMA spa di Milano e regolarmente approvati dalla Regione Lombardia. Alla fine dell’esercizio è stato predisposto, dalla ditta EST srl. di Treviolo (Bg), lo studio per “Il riassetto globale dell’area adibita a discarica”. Tale progetto veniva necessariamente aggiornato per adeguarsi all’ulteriore conferimento di rifiuti approvato dalla Regione Lombardia con delibera G.R. V/8993 del 21 maggio 1991. Il materiale di rifiuto era stato accumulato modificando la morfologia complessiva della discarica. Pertanto la EST provvedeva ad adeguare il precedente progetto alla nuova realtà della discarica. L’aggiornamento veniva approvato dalla Regione Lombardia con DGR n. 24402 del 30 giugno 1992. Quanto sopra descritto è estratto dal verbale di collaudo datato 15 ottobre 1996 a firma del Prof. L. Bonomo e vistato dalla Provincia di Bergamo. Problematiche connesse con l’eccesso di percolato prodotto dalla discarica a partire dagli anni 1997-1998 venivano illustrate al Comitato Tecnico Regionale da Parte del Consorzio tra i comuni sopra menzionati e venivano riassunte in un progetto di riqualificazione dell’ area, con la richiesta di un finanziamento regionale ai sensi dell’art 24 l.r. 94/80. Lo studio Ecogeo, incaricato dal Consorzio nell’anno 1999, ha svolto sull’area della discarica indagini idrogeologiche, geognostiche e geochimiche, rilevando che la causa dell’ingente produzione di percolato è dovuta ad infiltrazioni di acque meteoriche, nel corpo della discarica, imputabili al logoramento e all’assestamento del manto superficiale di copertura che presenta rotture, nonchè alla possibilità dell’infiltrazione delle acque del rio Zender per lo stato precario delle condotte.

PRESENZA ANTROPICA

Presenza di capannoni industriali.

ACQUE SUPERFICIALI

La realizzazione della discarica ha comportato la parziale deviazione del rio Zender il cui alveo naturale attraversava, da nord-ovest a sud-est, tutta l’area. Inizialmente, nei primi anni ottanta, il rio Zender fluiva incanalato sotto i rifiuti, con problemi di rilasci di percolato o di dilavamento dei materiali scaricati. Tale situazione fu modificata deviando il corso del torrente lungo il perimetro nord-orientale della discarica. Il progetto di riqualificazione dell’area, commissionato dal Consorzio allo studio Ecogeo di Bergamo (Rel. Studio Ecogeo rel.dc/2335/99) ed al Dr. L. Ribaudo. ha evidenziato il precario stato delle strutture di contenimento del torrente, situazione che rientra tra le motivazioni per la richiesta di finanziamenti per gli interventi di ripristino. Tale situazione, alla luce degli attuali eventi meteorologici di particolare intensità, merita un’attenta riflessione.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda è posta a profondità compresa tra 50 e 40 metri dal piano campagna, considerate le escursioni dovute alle alimentazioni. La litologia del sottosuolo, dedotta da sondaggi attrezzati a piezometri, è caratterizzata da uno spessore iniziale di circa 14 metri costituito da argille, talora ghiaiose con clasti alterati , quindi si succedono in profondità ghiaie e conglomerati. Lo spessore argilloso iniziale costituisce un elemento di salvaguardia della falda. Il flusso idrico sotterraneo, studiato dai Consulenti è orientato da nord-ovest verso sud-est. Dato che le non trova riscontro con l’assetto della falda che, nel territorio dell’Isola, si dispone con un flusso orientato da nord-est verso sud-ovest. In falda sono state riscontrate concentrazioni anche notevoli di nitrati (185 mg/litro, analisi della ditta Ecogeo al piezometro A in data 27 sett. 2002, allo stesso piezometro il PMIP riscontrava nel 1991 27 mg/litro). Detto piezometro si trova posto sul lato nord della discarica a monte della stessa in senso idrogeologico, ma nelle vicinanze della condotta che contiene le acque dello Zender. Le concentrazioni di ione cloruro e sodio, invece risultano relativamente abbondanti, superiori alla media dei valori riscontrati in zona, nei piezometri D (Cl- 75mg/litro Na 39,1 mg/litro ed E Cl- 49mg/litro, Na 46,3 mg/litro), soti rispettivamente a sud-ovest ed a sud-est.

TERRENI Gli appezzamenti di terreno non occupati da insediamenti produttivi sono destinati a pratiche agricole.Non sono segnalate contaminazioni attribuibili alla discarica

ARIA Erano segnalate emanazioni maleodoranti in prossimità dei rifiuti a suo tempo scaricati abusivamente.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La situazione inerente lo stato precario delle strutture di contenimento del torrente, e dei teli di copertura che hanno motivato la richiesta di finanziamenti per la riqualificazione del sito, sono descritte nel progetto preliminare commissionato dal Consorzio allo studio Ecogeo del dott. D. Marsetti di Bergamo e al Dr. L. Ribaudo. (Riferimento: Rel. Studio Ecogeo REL.DC/2335/99). La stessa relazione evidenzia l’infiltrazione, attraverso la tombinatura obsoleta del torrente, del percolato derivante dalla vecchia discarica e dalla nuova.

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COMUNE DI MALEO (LO) SITO: EX DISCARICA R.S.U. LOCALITÀ CASCINA SESSA BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di un’area sita in Comune di Maleo, in origine costituita da un avvallamento prospiciente una zona umida caratterizzata da fontanili e sorgive. A partire dagli anni ’70, sfruttando la naturale attitudine morfologica del sito, collocato lungo il margine della scarpata alluvionale del fiume Adda, nonché l’operato di una probabile preesistente attività estrattiva, fu iniziato il riempimento di tale avvallamento con il conferimento di rifiuti urbani, con presunta presenza anche di rifiuti di origine industriale, senza la preventiva realizzazione di un vero e proprio impianto di discarica. Questa situazione perdurò fino al 1982, quando – con la prospettiva di una bonifica della prima discarica – fu approvata dalla Regione Lombardia la realizzazione di una seconda discarica di R.S.U. che si è andata a sovrapporre alla precedente. Al termine della gestione, nel 1986, l’area della discarica è stata riconsegnata al Comune di Maleo in un grave stato di degrado ambientale. La vecchia discarica aveva un’estensione pari a 18.000 mq e si stima un volume di rifiuti di 150.000 mc circa. La nuova discarica realizzata sulla preesistente ha un’estensione di circa 65.000 mq; i quantitativi di rifiuti messi a dimora vengono stimati in circa 425.000 t, per una volumetria pari a 528.000 mc. Il corpo discarica presenta attualmente quote altimetriche comprese tra circa 70 m slm (al centro della discarica) e 52 m slm (in corrispondenza del margine nord) e pendenze variabili, più accentuate sul versante nord/nord-ovest. Lo spessore stimato dei rifiuti deposti è superiore a 15 m, nel punto di maggiore profondità, come confermato anche da recenti indagini geofisiche (settembre 2001).Il sito è ubicato all’estremità nord del territorio comunale di Maleo, al confine con il territorio della Provincia di Cremona, e delimitato: a sud dalla strada comunale che collega Maleo a Cavacurta, lungo la quale scorre la roggia Bossa-Cazzaniga; ad ovest dal confine comunale con Cavacurta; a nord da una fascia di terreno di ampiezza variabile da 20 a 35 m, che la separa dal ramo morto del fiume Adda; a est la delimitazione è rappresentata in parte da una strada che, diramandosi dalla strada comunale, conduce alla cascina San Francesco ed in parte della scarpata morfologica che degrada verso il fiume Adda. La discarica è inserita in una zona prettamente agricola e ricade all’interno del Parco Adda Sud, il cui Piano territoriale classifica l’area zona ambienti naturali e subzona di recupero.

PRESENZA ANTROPICA

Il sito è ubicato a 1.000 m circa dall’abitato di Maleo (3.300 abitanti) e a 900 m da quello di Cavacurta (750 abitanti). Le abitazioni più prossime al sito sono rappresentate dalla cascine Sessa, San Francesco, Valentino, Casella e Palladini, tutte comprese in un raggio di 600 m circa dalla discarica. L’area è recintata ma non presidiata.

ACQUE SUPERFICIALI L’area in esame confina con i seguenti corsi d’acqua: − sul lato nord, con la lanca dell’Adda Morta, antico alveo fluviale ormai scollegato dall’attuale

percorso a seguito delle sue modicazioni; tale lanca risulta – dalle indagini eseguite nel ’95 – essere alimentata dalla falda, che ne influenza direttamente il regime;

− sul lato sud/sud-est, con la roggia Bossa – Cazzaniga. L’asta fluviale del fiume Adda scorre a 1600 m circa a nord/nord-est del sito. Nel 1995 è stata condotta una campagna di analisi, finalizzata alla stesura di un progetto di messa in sicurezza dell’area, che non ha evidenziato incrementi di concentrazione dei parametri ricercati tra i punti di prelievo a monte e a valle. Solo le analisi dell’acqua prelevata presso la roggia laterale orientale – peraltro effettuate su un numero limitato di parametri - hanno denotato lievi fenomeni di degrado idrochimico riconducibile alla discarica, con concentrazioni tuttavia sempre inferiori ai limiti indicati nella tabella 3 del D.Lgs. 152/99 (si allegano i certificati di analisi).

ACQUE SOTTERRANEE

L’area in esame si colloca lungo la scarpata morfologica di passaggio tra i depositi fluvioglaciali würmiani, in prevalenza sabbioso-ghiaiosi, e i due terrazzi alluvionali del fiume Adda, sottostanti ai precedenti come quota altimetrica, ma posteriori come età deposizionale e caratterizzati da una matrice litologica ad elevato contenuto fine (limoso-argilloso). Le indagini del 1995 hanno permesso di individuare una soggiacenza della falda che varia bruscamente – alla luce della morfologia superficiale – passando da circa 12-13 m dal piano campagna, in corrispondenza della parte sommitale della discarica, a pochi decimetri ovvero a falda affiorante in corrispondenza del fondo della discarica (presso l’Adda morta). Sono stati individuati localmente due livelli di falda, separati tra loro da uno strato limoso-argilloso a bassa permeabilità, posto ad una profondità compresa tra circa 22 m dal p.c. in corrispondenza del terrazzo superiore e circa 11 m dal p.c. verso l’Adda morta; tale strato determina una condizione locale di confinamento in pressione/artesianità della falda sottostante. Permangono tuttavia alcuni dubbi sulla effettiva estensione laterale del livello fine, nonché sulle garanzie di impermeabilità dello stesso. La direzione di flusso della prima falda risulta essenzialmente da sud a nord, in direzione del fiume Adda. Idrogeologicamente a valle dell’area, ma oltre il vallo naturale costituito dall’Adda Morta, sono presenti due pozzi ad uso potabile-zootecnico, distanti rispettivamente 600 m e 1.300 m; non è nota l’eventuale presenza di pozzi in territorio cremonese.

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ACQUE SOTTERRANEE

Nel corso delle indagini effettuate nel ’95, sono stati prelevati campioni di acqua di falda da alcuni piezometri già presenti o appositamente realizzati allo scopo. Si sono evidenziati fenomeni di contaminazione della falda, particolarmente significativi nella prima falda che presenta una soggiacenza molto bassa – se non nulla – rispetto alla quota di posa del fondo della discarica. In particolare sono state rilevate condizioni di criticità per i seguenti parametri azoto nitroso, ferro, manganese (per i quali si ha il superamento dei limiti previsti dal D.M. 471/99) e ossidabilità, magnesio, azoto ammoniacale, azoto nitrico, indice fenolico, tensioattivi anionici, residuo 180 °C (con superamenti dei valori limite indicati dal D.P.R. 236/88). Sono stati inoltre rilevati elevati livelli di TOC, indice di contaminazione organica della falda riconducibile all’ammasso di rifiuti. È stato accertato un degrado qualitativo delle acque prelevate in corrispondenza del piezometro fenestrato al di sotto del livello limoso-argilloso, con superamento dei limiti del D.M. 471/99 per le sostanze manganese e azoto nitroso.

TERRENI I sondaggi effettuati nel 1995 mediante escavatore hanno consentito di accertare spessori di copertura dei rifiuti dell’ordine di 20/40 cm, con terreni di natura limoso-sabbiosa; in alcune aree le coperture si assottigliano a valori inferiori ai 20 cm, a causa del dilavamento (che in alcune parti assume il carattere di vero e proprio ruscellamento) e dell’erosione dovute alle elevate pendente in particolare sul lato nord. Sui terreni sottostanti l’ammasso di rifiuti, costituiti essenzialmente da limi e sabbie, non sono disponibili analisi.

ARIA Le indagini pregresse (1995), effettuate sui 10 pozzi esistenti, hanno evidenziato la presenza di biogas in pressione, composto essenzialmente da metano e CO2, in rapporto di circa 1,5:1. Sono state inoltre riscontrate modeste concentrazioni di acido solfidrico, acido cloridrico e benzene, mentre sono state rilevate notevoli concentrazioni di toluene e xilene. Nel 2001 sono state effettuate ulteriori analisi su campioni di biogas, per i quali si allegano le analisi. Nel ’95 è stata campionata anche la matrice aria in 3 punti adiacenti alla discarica; le risultanze hanno evidenziato la presenza di sostanze aerodisperse in concentrazioni significative, in particolare nella posizione collocata a sud della discarica, probabilmente riconducibile alla presenza in tale settore dei condotti di aspirazione del biogas che conducono alla inutilizzata torcia di combustione. Tale dato si correla con quello della direzione prevalente del vento, che risulta verso i quadranti meridionali, in direzione quindi dell’abitato di Maleo. In passato sono stati segnalati episodi di forti emissioni maleodoranti nel territorio circostante la discarica; da notizie assunte presso il Comune di Maleo, risulterebbe che nel periodo estivo, e particolarmente nelle ore serali, permangono situazioni di molestia olfattiva per la popolazione del centro abitato.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La discarica originariamente esistente in loco poggiava direttamente sul terreno, senza alcun sistema di impermeabilizzazione di fondo e di raccolta del percolato. La base di appoggio dei rifiuti risulta prossima al livello di falda, se non direttamente a contatto con la stessa. La discarica successivamente realizzata è impostata sul preesistente ammasso di rifiuti, da cui è separata mediante singolo telo in HDPE. La discarica si presenta oggi caratterizzata da morfologia e pendenze variabili, risultato anche di assestamenti non omogenei della massa di rifiuti; in particolare presso il lato nord/nord-ovest i dislivelli sono più marcati ed il profilo è sostenuto da tre strati di gabbionate in sassi utilizzate per il contenimento dei rifiuti. Sugli altri lati, le scarpate si presentano con pendenze più ridotte. Prove di stabilità delle scarpate eseguite nel ’95, pur escludendo il rischio di scivolamenti di grosse porzioni dei versanti, evidenziano la necessità di interventi finalizzati ad evitare fenomeni erosivi superficiali che potrebbero con il tempo compromettere la stabilità di limitati settori di pendio. È assente una qualsiasi tipologia di impermeabilizzazione superficiale della discarica; lo strato di copertura risulta costituito da materiali inadeguati dal punto di vista strutturale, di spessore insufficiente e in più parti degradato, anche a causa dell’azione di dilavamento e di episodi di elevato ruscellamento superficiale. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche è infatti costituito da un inadeguato sistema di canaline ad embrice di tipo prefabbricato in cls, posto lungo le linee di massima pendenza, che risultano appoggiate al terreno e non ivi incassate. All’estremità nord-est trova collocazione la vasca di accumulo del percolato a cielo aperto, avente capacità di circa 100 mc, realizzata in cls, rivestita con telo impermeabile e, in origine, dotata di scarico di troppo pieno. Di tale manufatto non si conosce la reale tenuta idrica; al sopralluogo eseguito in data 22 ottobre 2002 il telo appare lacerato in più punti. Sono inoltre evidenti segni del ruscellamento di parte delle acque piovane e di percolato provenienti dal corpo della discarica direttamente all’interno della vasca di accumulo. Allo stato attuale, viste le condizioni di dilavamento e infiltrazione delle acque meteoriche, la produzione di percolato continua ad essere rilevante, con asportazione di un quantitativo medio di 150 mc/settimana e successivo avvio a depurazione. Le ultime analisi disponibili sulla qualità del percolato, risalenti al 2001, mostrano concentrazioni elevate di COD, ammoniaca e solfuri, e valori di solventi aromatici e rame comunque superiori ai limiti previsti dal D.Lgs. 152/99. Lo scarso spessore di ricoprimento della massa dei rifiuti, al quale si aggiunge il mancato funzionamento dell’esistente – e comunque sottodimensionato – impianto di estrazione del biogas. facilita la fuoriuscita dello stesso in atmosfera. A tale impianto, tuttora inutilizzato, sono collegati 10 pozzi di estrazione, posti nella zona sommitale della discarica e tutti collegati in serie tra loro mediante tubazioni interrate, delle quali non è possibile verificare il tracciato né lo stato di conservazione.

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COMUNE DI MALNATE (VA) SITO: CAVA CATTANEO

PRESENTAZIONE DEL SITO (dati dedotti dalla documentazione tecnica e progettuale agli atti presso il Comune di Malnate)

L'area della ex cava Cattaneo è ubicata in Comune di Malnate lungo la S.S. Briantea n. 342. Successivamente all'attività di escavazione di inerti ghiaioso sabbiosi, il sito è stato oggetto di conferimento abusivo di rifiuti di varia natura: urbani, assimilabili agli urbani, inerti, rifiuti speciali di tipo industriale (con alcuni parametri in concentrazione prossima al limite per i tossico-nocivi), nonchè rifiuti speciali di tipo ospedaliero. Il conferimento dei rifiuti è avvenuto per successione di episodi nel periodo compreso tra il 1977 e il 1998 determinando l'attuale giacenza di circa 454.000 mc di materiale su una superficie di 82.000 mq. Ogni episodio era seguito dalla messa in posto di terre di scavo e materiale inerte al fine di obliterare la natura dei rifiuti conferiti. La pericolosità di alcuni dei rifiuti conferiti (quali ad esempio i rifiuti ospedalieri) è stata a suo tempo contestualmente accertata dalle analisi svolte dagli Enti (Comune, Provincia e PMIP di Varese) intervenuti spesso su segnalazione dei cittadini residenti nella zona. Dette analisi hanno rinvenuto anche sostanze chimiche (toluene) contenute nei rifiuti industriali in concentrazione prossima al limite di classificazione quale rifiuto tossico- nocivo. Attualmente la pericolosità dei rifiuti ancora presenti nell'area è stata valutata e caratterizzata mediante recenti specifiche indagini che hanno contemplato campionamenti in sito e il ricorso a tecniche tipo soil gas survey (verifiche della qualità dell'aria contenuta nei materiali e nel terreno). Le indagini svolte hanno condotto alla redazione di un progetto di bonifica agli atti presso il Comune di Malnate. Di seguito si riportano i valori di concentrazione dei contaminanti più significativi riscontrati in alcuni dei punti della ex cava; i dati dimostrano il superamento sporadico dei valori di concentrazione limite previsti dal D.M. 471/99. Dai dati si osserva che il parametro ricorrente è rappresentato dagli idrocarburi, tuttavia si rilevano episodicamente anche alcuni metalli (Zinco, Cadmio, Piombo, Rame e Alluminio). Per quanto attiene le acque, le analisi dimostrano la presenza di concentrazioni anomale di Alluminio e Idrocarburi nel laghetto di fondo cava (emergenza della falda) e Idrocarburi nei pozzi di controllo. La caratterizzazione del sito che consegue alle indagini svolte porta a ritenere che la maggior parte dei materiali, nonostante la sporadica contaminazione, presenti una "non elevata" pericolosità e potenzialità inquinante delle matrici ambientali (terreni e falda idrica). Tuttavia in una circoscritta porzione posta sul lato Est della ex cava si è rilevata in passato e si rileva tuttora una significativa ricorrenza di anomalie chimiche nei diversi punti di indagine che inducono a ritenere quel settore particolarmente vulnerato e caratterizzato da una più elevata pericolosità.

PRESENZA ANTROPICA

L'area è posta in fregio alla S.S. Briantea con alta densità di traffico. In prossimità si trovano quartieri residenziali del capoluogo di Malnate e della frazione di San Salvatore. I due abitati saranno presto collegati da un percorso ciclopedonale che transiterà proprio in fregio all'area sul lato opposto alla Strada Statale. La recinzione del sito (paletti e rete metallica), un tempo completa su tutto il perimetro, si trova ora parzialmente demolita o assente e non impedisce l'accesso di persone o animali. Gli abitanti residenti in un raggio di 500 m dalla cava possono essere stimati in almeno un migliaio. L’attenzione della popolazione, un tempo elevata, è andata progressivamente scemando, la problematica comunque viene frequentemente affrontata dalla stampa locale.

ACQUE SUPERFICIALI L'area è lambita in corrispondenza del perimetro meridionale dal corso del T. Quadronna (corso d'acqua iscritto negli elenchi delle acque pubbliche e tributario del F. Olona). Il percorso originario è stato deviato in più punti dal materiale conferito che ha invaso il letto del torrente. Il progetto di intervento prevede il ripristino del corso originario ed il consolidamento degli argini naturali. Non si notano variazioni delle caratteristiche organolettiche delle acque tra monte e valle del sito.

FALDA Nell’area affiora un’unità costituita da ghiaie e ghiaie argillose di probabile origine fluvioglaciale a diversa granulometria, con prevalenti ghiaie e sabbie sciolte o poco cementate. L’unità è sede della falda idrica superiore di tipo libero con soggiacenza che va dai 25 mt dal p.c. a monte dell’ex cava a 34 mt dal p.c. a valle di questa. L’unità precedente poggia su di un livello caratterizzato da granulometrie più fini di tipo limoso-argilloso, con intercalazioni di depositi più grossolani sede di falde idriche confinate, costituente probabilmente la base impermeabile dell’acquifero superiore. Tale unità colma le depressioni erosionali del substrato roccioso, con spessori pertanto estremamente variabili. Alla base di quest’ultima unità troviamo un substrato roccioso rappresentato dalla “Gonfolite”, una formazione poco permeabile costituita da litologie arenaceo-conglomeratiche e marnose.

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FALDA Nella porzione centrale della depressione della ex cava si osserva un laghetto (diametro di circa 25 m) che rappresenta l'affioramento della locale falda idrica. Tale falda ha caratteristiche di falda sospesa su una lente argillosa e, verso valle, drena nel sistema principale delle falda utilizzata a scopo idropotabile. La direzione locale del flusso idrico sotterraneo è NE-SW in accordo con l’andamento generale della falda principale. Le indagini effettuate, fine 2001 - inizi 2002, per conto del Comune di Malnate, hanno dimostrato l'alterazione idrochimica di tali acque anche nel pozzo di controllo posto immediatamente a valle della cava ( vedi tabella ).

CMA DPR 236/88 DM 471/99 Pozzo 1 Pozzo 2 Laghetto L1

Alluminio (mg/l) 0,2 0,2 0,003 0,011 0,654Ferro (mg/l) 200 200 <12 66 234Ossidabilità (mgO2/l) 5 1,9 3,5 12,4Idrocarburi disciolti o emulsionati (µg/l) 10 350 47 45 46

Le misure piezometriche, effettuate nei pozzi di controllo, indicano una soggiacenza media di circa 30 m e confermano l'ipotesi che le acque della suddetta falda siano a diretto contatto con il materiale depositato nel sito.

TERRENI Come descritto nel riquadro relativo alle acque di falda nell’area affiora un’unità costituita da ghiaie e ghiaie argillose di probabile origine fluvioglaciale a diversa granulometria, con prevalenti ghiaie e sabbie sciolte o poco cementate. Detta unità poggia su di un livello caratterizzato da granulometrie più fini di tipo limoso-argilloso, con intercalazioni di depositi più grossolani. Tale unità colma le depressioni erosionali del substrato roccioso, con spessori pertanto estremamente variabili. Alla base dell’unità precedente troviamo un substrato roccioso arenaceo-conglomeratico e marnoso tradizionalmente denominato “Gonfolite”. Le analisi condotte in diverse occasioni sul materiale conferito, hanno dimostrato la presenza di contaminazioni dovute ai rifiuti industriali ed in particolare "toluene" in concentrazione prossima al limite di classificazione quale rifiuto tossico nocivo. Le recenti indagini hanno dimostrato la presenza di altri parametri in concentrazioni significative: dalla tabella si osserva che il parametro ricorrente è rappresentato dagli idrocarburi, tuttavia si rilevano episodicamente anche alcuni metalli (Zinco, Cadmio, Piombo, Rame e Alluminio). Sintesi delle analisi effettuate dalla Procura di Varese (periodo luglio – agosto 1999) su campioni di materiale di riporto Limiti DM 471/99

Tab. 1 colonna A Sond.1 (5,5 m) Sond. 5 (10 m) Sond. 6 (12,5 m)

Idrocarburi totali (mg/kg SS) 50 170 5600 405 Zinco (mg/kg SS) 150 1260 27 60 Cadmio (mg/kg SS) 2 1 9 <1 Cromo tot. (mg/kg SS) 150 20 28 28 Piombo (mg/kg SS) 100 42 132 24 Nickel (mg/kg SS) 120 10 4 8 Rame (mg/kg SS) 120 1 11 150

ARIA In passato è stata spesso lamentata da alcuni cittadini la presenza occasionale di odori nauseabondi provenienti dalla cava. Sicuramente la movimentazione dei rifiuti e dei materiali terrosi all'interno dell'area della ex cava ha determinato episodi di produzione di polveri, anch'esse più volte segnalate.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La qualità topologica più evidente dell’area è la sua contemporanea contiguità con l’asse viabilistico della SS 342 e l’alveo del T. Quadronna che discende dai terrazzi superiori fino a confluire nell’Olona. In tale contesto spicca la condizione di completo degrado che caratterizza l'area della ex cava che risulta anche vulnerabile dal punto di vista strutturale in quanto soggetta a dissesto dei cigli con presenza di frane che coinvolgono terreni esterni alla cava stessa. Nel 1986 sono state constatate inoltre lesioni alla sede della S.S. Briantea prodotte dalla pregressa estrazione degli inerti. Il parziale consolidamento è stato effettuato dalla proprietà mediante riporto di materiale terroso al piede della scarpata sottostante la sede stradale.

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COMUNE DI MANTOVA SITO: CONCA VALDARO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Ubicazione L’area denominata “Conca Valdaro” è situata nella pianura alluvionale del Fiume Mincio, a SE dell’abitato di Mantova. Amministrativamente ricade nel territorio comunale di Mantova, mentre una piccola porzione a sud ricade nel territorio comunale di Virgilio. Tale area si trova a SUD dello stabilimento petrolchimico Enichem L’area della “Conca di Valdaro” si suddivide nelle seguenti zone: • zona bacino (36.000 mq) sommersa ed in collegamento diretto con il fiume Mincio la cui sponda

settentrionale attualmente funge da darsena per le imbarcazioni che scaricano merci e prodotti per Enichem;

• zona penisola (75.000 mq) che costituisce la sponda meridionale del bacino ed è di proprietà di privati, attualmente occupata da vegetazione;

• zona nord–ovest ( 27.000 mq), che comprende la sponda e la porzione di terreno che separa il bacino dai canali.

Intervento realizzazione Conca di Navigazione Sul sito è prevista la realizzazione di una conca di navigazione che garantirà il passaggio di navi della V classe europea tra il canale di Mantova – Venezia (ex Fissero – Tartaro – Canalbianco) ed il fiume Mincio e, quindi con i laghi di Mantova. Questa opera di grande valenza trasportistica è inserita nella PRS della Regione Lombardia; il costo complessivo dell’opera è stato valutato in 20 miliardi di lire, di cui il primo lotto stimato in 14,9 miliardi è già stato aggiudicato; la firma del relativo contratto e l’inizio lavori sono stati sospesi a causa della scoperta della contaminazione del sito.

Attività condotte nelle aree circostanti il sito Il sito è posto immediatamente a sud dell’area industriale di Mantova in cui sono localizzati numerosi insediamenti industriali tra cui : • lo stabilimento petrolchimico Enichem, polimeri Europa, che ospita anche le aree EniPower, • gas compressi Shell Gas e Dacia; • Raffineria IES; • Metalmeccanica Belleli e Fiaam; • Azienda tessile Corneliani; • Cartiera Brago. Oltre ad attività di tipo industriale/artigianale di medie e piccole dimensioni, nelle vicinanze del sito operano cantieri del settore trasporti e lavori fluviali.

Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica L’area del sito denominato “Conca di Valdaro” rientra nella perimetrazione dell’area inquinata ubicata in località “Canale Sisma”, definita con Decreto della Direzione Generale delle Risorse Idriche e Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia n. 19438 del 3 agosto 2000. Inoltre recentemente è stato proposto l’inserimento del sito in oggetto nel perimetro del sito d’interesse nazionale “Laghi di Mantova e Polo Chimico”. – Legge 179/02. Sull’area in oggetto è stato effettuato uno piano di caratterizzazione da parte della società EcoApprasail su incarico dell’Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova (luglio 2001); successivamente uno studio preliminare da parte dello studio Tedesi su incarico del Comune di Mantova.

Tipo di inquinamento Le indagini sulla qualità delle matrici ambientali richieste ( sedimenti, suoli, acque sotterranee e acque superficiali) dai vari Enti competenti hanno messo in evidenza l’inquinamento da mercurio, solventi aromatici (BTEX), cumene e idrocarburi, tutte sostanze inquinanti riconducibili alle attività dello stabilimento Enichem. In particolar modo la presenza di mercurio può essere imputabile al procedimento produttivo cloro – soda attivo dalla metà degli anni ’50 al 1991.

PRESENZA ANTROPICA

Sull’area denominata “Conca di Valdaro” non vi è presenza di popolazione residente; l’area si trova nelle vicinanze del Comune di Virgilio. Il sito è circondato da campi ad uso agricolo e nelle vicinanze si rileva la presenza di un’estesa area industriale e del porto fluviale di Mantova

ACQUE SUPERFICIALI

Il sito è situata nella pianura alluvionale del Fiume Mincio a ridosso dei Laghi di Mantova. Gli scarichi industriali immessi dal Canale Sisma hanno determinato l’inquinamento delle acque superficiali del canale medesimo e del fiume Mincio. La zona bacino del sito è a diretto contatto con il fiume Mincio.

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ACQUE SOTTERRANEE

La successione litostratigrafia evidenzia nell’area in esame la presenza di: • un orizzonte limoso–sabbioso con locali e sporadiche ghiaie e locali livelli decimetrici sabbiosi; lo

spessore medio è di circa 3 m con valori minimi di 2 m e massimi di 5 m; • un orizzonte limoso–argilloso–morboso con una buona continuità laterale; l spessore medio è di circa

3.5 m con valori minimi di 2.5 m e valori massimi di 7.0 m; • un orizzonte sabbioso a granulometria variabile, con spessore di circa 14 m, confinato alla base da

livelli argillosi a media–bassa permeabilità. Il primo livello acquifero superficiale, originato dalla raccolta dell’acque meteoriche è suddiviso in diverse falde sospese nel riporto. Inoltre vi è la presenza di una prima falda principale a circa 6 m di soggiacenza dal piano campagna della penisola e avente direzione sud – est. Su tale falda, tramite alcuni accertamenti da parte della società EcoAppraisal, è stata accertata una connessione con il fiume che avviene a livello degli strati sabbiosi nei punti più profondi del fondo della conca. Le analisi condotte da ARPA confermano in generale i risultati della campagna svolta da EcoApprasail; è stato rilevato un solo caso di inquinamento da Cr e Pb. Le altre sostanze analizzate mostrano che non ci sono contaminazioni da solventi aromatici, composti alogenati cancerogeni e fenoli.

TERRENI Sedimenti L’inquinamento da mercurio dei sedimenti della conca del Valdaro è imputabile al trasporto delle acque e del particolato in sospensione provenienti dal Canale Sisma e dal fiume Mincio e alla deposizione in loco dei materiali inquinanti. Lo studio condotto con finalità di analisi del rischio per l’area fluviale permette di storicizzare nel dettaglio il fenomeno di inquinamento dei sedimenti: l’inquinamento più elevato è distintamente localizzato in sedimenti che al presente risultano ricoperti da strati di materiale a contaminazione inferiore. Questa stratificazione è il risultato dell’attivazione dell’impianto di depurazione degli anni ’80 e della successiva chiusura dell’impianto di produzione di cloro-soda (1991). Per tutti i campioni analizzati, anche alle diverse profondità dei carotaggi, le sostanze inquinanti presenti sono il mercurio, eccedente i limiti per uso verde in 5 campioni su 45, gli idrocarburi leggeri in 14 campioni, e gli idrocarburi pesanti in 5 campioni. Dai dati si ricava che le sostanze inquinanti sono eccedenti i limiti della colonna A Allegato 1 del D.M. 471/99, ma inferiori ai limiti della colonna B stesso decreto. E’ attiva una fonte di contaminazione secondaria costituita da sedimenti fluviali inquinati presenti nell’alveo del fiume Mincio, nei canali a servizio industriale e nella Conca di Valdaro.

Terreni I risultati delle analisi condotte da ARPA confermano le caratteristiche del suolo della penisola effettuata da EcoAppraisal. Si evidenzia nei terreni delle sponde circostanti la conca la presenza discontinua di mercurio ed idrocarburi in concentrazioni inferiori ai limiti del D.M. 471/99 per l’uso industriale dei suoli; in un solo punto si è rilevata la presenza di inquinamento per idrocarburi in concentrazione superiore ai limiti per l’uso industriale. Per i metalli cadmio, piombo, cromo tot. non si è osservato il superamento dei limiti indicati nell’Allegato 1 del D.M. 471/99.

ARIA La componente aria non risulta interessata dalla contaminazione

CONDIZIONI STRUTTURALI

Nella situazione attuale l’area si presenta sgombra e prive di strutture.

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COMUNE DI MARTINENGO (BG) SITO: C.NA ROCCO POLONI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata al margine occidentale del comune di Martinengo, nelle vicinanze dell’alveo del fiume Serio (sponda sx), circa a 250 metri ad ovest da C.na Roccolo Poloni. Il sito risulta inserito nel Parco Naturale del Serio. L’area è stata utilizzata, in passato, per l’estrazione di materiali di cava e successivamente è stata colmata con rifiuti di vario genere, in particolare RSU e materiali inerti, di seguito ricoperti con terreno di riporto. Sono presenti, inoltre, cumuli di macerie ed altro materiale di scarto, (relazione Prof Marchetti, V.le C. Battisti,7 Pavia - 1989). La Regione Lombardia, con lettera del Servizio Beni Ambientali prot. n. 31177 datata 5 luglio 1990, concede autorizzazione al risanamento della discarica ai sensi dell’art. 7 legge n.1497 del 29.6.1939, quale zona soggetta a vincolo ambientale. In data12 agosto 1992 prot. n. 5885 BM/rb, e in data 2 giugno 1993 prot.n. 3632, il comune di Martinengo segnala: alla Protezione Civile, alla Provincia di Bergamo, al Magistrato del Po, la necessità d’interventi agli argini che sono stati erosi dal fiume e possono provocare, in caso di piena, l’asportazione del materiale presente in discarica. In data 3 giugno 1993 il Parco Naturale del Serio segnala, con lettera prot. n. 1107, a seguito di recente piena del fiume, l’affioramento di fanghi giallastri ed irritanti al tatto che potrebbero esser derivati dal dilavamento dei rifiuti contenuti nella discarica. In data 5 ottobre 1993 il Servizio Rifiuti della Regione Lombardia, con lettera prot.n.NDN/dg n. 46310, richiede al comune di Martinengo e alla Provincia di Bergamo, conferma del contenuto e degli impegni sottoscritti per la concessione di un finanziamento di £ 191.888.690, ai sensi dell’art. 2 l.r.99 del 14 dicembre 1983, finalizzato alla bonifica dell’area. In data 5 ottobre 1999 e16 marzo 2000, la Provincia di Bergamo richiede al comune di Martinengo l’aggiornamento della situazione del sito in oggetto.

PRESENZA ANTROPICA

Nell’intorno del sito non esistono insediamenti abitativi per un raggio di circa 200 metri Anche a maggiore distanza sono presenti solo insediamenti sparsi.

ACQUE SUPERFICIALI

Le segnalazioni sopra riportate fanno supporre un possibile dilavamento dei rifiuti dalle acque del fiume Serio.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda si attesta alla profondità di circa 4-5 metri. Si configura un contesto ad elevata vulnerabilità per la modesta profondità della falda e per le caratteristiche di elevata permeabilità della litologia presente costituita essenzialmente da ghiaie sabbiose. La relazione redatta dal Prof. Marchetti sottolinea la possibilità di dilavamento dei rifiuti durante l’innalzamento della falda. Sono stati realizzati n.4 piezometri con profondità di 4,5 metri. ed altri due alla profondità di nove metri.

TERRENI L’analisi di campioni di rifiuti prelevati da trincee realizzate con benna, hanno evidenziato la presenza di rifiuti speciali riconducibili, con buona approssimazione, a fanghi di risulta da impianti di trattamento chimico-fisico di acque reflue.

ARIA Non sono segnalate molestie olfattive

CONDIZIONI STRUTTURALI

Attualmente nel sito non si evidenziano attività di ripristino ambientale o di altro utilizzo. L’area è coperta da vegetazione ed è estremamente difficoltoso riconoscere le situazioni descritte in passato.

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COMUNE DI MEDIGLIA (MI) SITO: CA’ DEL LAMBRO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Il territorio del Comune di Mediglia si estende ad est di Milano per 21,86 Kmq, è compreso tra il corso del fiume Lambro e i tracciati delle strade Paullese e Cerca. L’area Ca’ del Lambro, è al confine del comune di San Giuliano M.se, con un’estensione di circa 18000 mq, adiacente il corso del fiume Lambro su terreno agricolo. Su quest’area fino alla metà degli anni ’80 sono stati scaricati materiali di diversa natura: demolizioni e rifiuti industriali.

PRESENZA ANTROPICA

L’area si trova a sud del territorio di Mediglia sul confine del comune di San Giuliano M.se, in zona agricola tra la C.na Resico e la C.na Folla in posizione adiacente alla C.na Ca’ del Lambro.

ACQUE SUPERFICIALI

Sul confine ovest dell’area scorre il fiume Lambro, tutta la zona è interessata da corsi d’acqua superficiali. Sono possibili riflussi dell’alveolo del fiume verso la falda sottostante in casi di piena. Tutta la zona agricola di cui fa parte l’area in oggetto, ricade nel comprensorio irriguo del Naviglio Martesana delimitato ad ovest dal fiume Lambro.

ACQUE SOTTERRANEE

Le acque sotterranee sono presenti nella zona in quantità consistenti, la direzione di flusso prevalente è NNO-SSE, i livelli piezometrici compresi tra –3m e –4m, l’escursione media stagionale del livello di falda da 1m a –1m.

TERRENI La mggior parte del territorio di Mediglia è del tipo “pianura alluvionale”, l’area da bonificare è caratterizzata da alluvioni sabbiose-ghiaiose, la litografia superficiale dell’area è prevalentemente costituita da limi in alternanza.

ARIA Dall’area non si sviluppano odori molesti anche in fase di movimentazione del terreno.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Le condizioni strutturali destano particolari preoccupazioni, a causa della forte vicinanza del letto del fiume Lambro, all’area da bonificare.

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COMUNE DI MILANO SIT: EX PORTO DI MARE

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Trattasi di una ex cava, ora riempita con rifiuti solidi urbani. Nel periodo finale della discarica, essa era usata come deposito di materiale di demolizione per bonifica, con presenza di rifiuti industriali in quantità e qualità sconosciuta Area cavata e successivamente riempita 420.000 mq. di cui ex discarica 80.000 mq. Area non riempita 170.000 mq. VEDI SCHEMA DI IDENTIFICAZIONE

PRESENZA ANTROPICA

Si trova nella periferia Sud-Est di Milano, attorniata da ferrovia lato est, parco lato ovest, lato nord tangenziale, lato sud abitazioni (Chiaravalle). La zona è circondata da aree fortemente urbanizzate nel Comune di Milano e San Donato. E’previsto il riuso dell’area come parco pubblico.

ACQUE SUPERFICIALI

Non esistono acque superficiali a contatto con la discarica.

ACQUE SOTTERRANEE

I dati analitici confermano la contaminazione della falda, i rifiuti della discarica, sono parzialmente in falda e la discarica non risulta impermeabilizzata sul fondo. E’ in posto, invece, una impermeabilizzazione superficiale non effettuata secondo norme di buona tecnica attuale. massiccia presenza di contaminanti che modificano in modo irreversibile le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche rendono l’acqua della falda inadatta alla potabilizzazione e comunque pericolosa anche rispetto alla falda profonda situata a valle. Andamento falda Nord-Ovest Sud-Est. Peggioramento per l’innalzamento della falda.

TERRENI Non si dispone di dati sul grado di contaminazione dei terreni. Si ricorda che la falda ha una soggiacenza tale da fare ipotizzare il con- tatto diretto dei rifiuti con il saturo.

ARIA Impianto captazione bio-gas.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Non destano preoccupazioni poiché i rifiuti sono sotto il piano di campagna.Non si prevedono altri fenomeni di subsidenza oltre a quelli verificati negli anni passati.

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COMUNE DI MONTICHIARI (BS) SITO: BARATTI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area in oggetto si trova in località Ponchioni alle propaggini occidentali del territorio Comunale, al confine con il Comune di Ghedi. Si tratta della depressione di un ex cava di ghiaia con una profondità media di circa 6 metri e una profondità massima di 6.8 metri, di forma rettangolare (130 per 160 metri), attualmente colma solo per metà di rifiuti, già inserita nel Piano regionale di Bonifica delle aree contaminate di cui alla d.g.r. 66818 dell’11 aprile 1995, con la classe A). I rifiuti ivi giacenti poggiano direttamente sul fondo dell’ex cava e sono parzialmente ricoperti con uno strato di terreno di riporto, ma localmente tutto’ora affiorano in superficie. Sull’area è in corso un piano di caratterizzazione condotto dalla Soc. Vals. Eco S.r.l. che ha attestato la presenza di rsu, assimilabili, scorie, inerti e fumi d’acciaieria. Dal punto di vista degli attuali strumenti urbanistici vigenti, metà dell’area è zona D4 –Produttiva speciale (cave), mentre la rimanente porzione è zona E – Agricola Rurale-

PRESENZA ANTROPICA

Verso Sud confina con le abitazioni civili della Fam. Baratti poste a circa 50 metri, altri agglomerati edilizi sono in prossimità dell’area a 350 metri C.na Marilena verso Sud, la C.na San Giovanni a 300 metri ad Est e la C.na Franca a 450 metri verso Nord-Ovest. In fregio alla discarica vi è un allevamento di suini. Il centro abitato piu’ prossimo, del Comune di Montichiari, è la frazione Santellone che si trova a 2.500 metri ad Est, mentre l’abitato di Montichiari è ubicato a 6.000 metri nella stessa direzione.

ACQUE SUPERFICIALI

L’area è ubicata tra il torrente Garza ed il fiume Chiese, il primo scorre con direzione Nord/Sud a circa 500 metri ad Ovest dell’area, all’interno di argininature; il secondo scorre sempre con la medesima direzione a 6 Km ad Est. Nell’area circostante il sito sono presenti 3 zone di affioramento della falda freatica costituite da depressioni di cava, ancora in attività o dismesse; si hanno infatti il lago della Cava Belvedere a 500 metri a Nord/ovest, un laghetto per pesca sportiva a 1.200 metri a Nord/NordEst.

ACQUE SOTTERRANEE

L’area è posta nell’alta pianura ghiaio-sabbiosa e la falda freatica lambisce il fondo cava. Sull’area sono già stati istallati 4 piezometri di cui uno di monte e tre di valle in senso idrogeologico. Le analisi fino ad ora condotte dal soggetto interessato e dall’ARPA (2000-2002) non hanno registrato superi di cui all’allegato 1 del d.m. 471/99;

TERRENI I terreni di copertura e di fondo sono stati indagati dal soggetto interessato nell’anno 2000 ed in contraddittorio con l’ARPA nell’anno 2002. In sintesi si ha: Superficiali superi per PCB ordine 0.115 mg/kg, Idrocarburi C>12 ordine 629 mg/kg, Fondo discarica superi per PCB ordine 0.005 mg/kg, Diossine e furani ordine 0.117 µg/kg ss TE, Cadmio3.5 mg/kg, Rame 264 mg/kg, Zinco 344 mg/kg, Idrocarburi totali 249 mg/kg.

ARIA Non vi sono elementi analitici attestanti rischi in tal senso o evidenze olfattive.

CONDIZIONI STRUTTURALI

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COMUNE DI MONTIRONE (BS) SITO: CAVA BONOMELLI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di una ex cava di sabbie e ghiaie che ha svolto la sua attività dagli anni 70 agli anni 90. Nel 1986, in seguito alle analisi svolte sull’acqua di un pozzo privato nelle adiacenze dell’area in oggetto, in cui si è accertato l’inquinamento da cloruri, si sono svolti accertamenti sull’area di cava. Sulla base di testimonianze e di un primo sopralluogo, si è verificata la presenza di scorie di fonderia dell’alluminio e del ferro che sono state depositate sul lato ovest della cava. Su tali rifiuti è stata svolta anche una perizia tecnica richiesta dalla Pretura di Brescia che ha confermato la natura del materiale sopra citato. Nel 1986 il proprietario della cava presenta progetto di bonifica che ha previsto lo scorticamento del terreno soprastante il rifiuto fino al raggiungimento del rifiuto stesso, al fine di posizionare un telo impermeabile dello spessore di 3 mm al quale infine sovrapporre terreno vegetale in modo da ottenere a piano campagna un prato con arbusti. La Provincia nel 1987 ha dato il nulla osta al progetto, specificando che la bonifica proposta poteva considerarsi definitiva dopo un periodo di controllo delle falde interessate e dei pozzi presenti nelle vicinanze; se tale controllo avesse dato evidenze del perdurare della contaminazione si sarebbe dovuto procedere alla rimozione del rifiuto. I lavori di bonifica vengono condotti nel 1987 e la Provincia attesta che sono conformi al progetto presentato. L’attività di cava, nella restante porzione dell’area, è proseguita fino al 1993 circa ed attualmente devono ancora essere ultimati i lavori di recupero ambientale.

PRESENZA ANTROPICA

All’area si accede da una strada comunale e sul lato sud-ovest è adiacente alla linea ferroviaria Brescia-Parma. All’interno dell’area di cava, nella porzione sud, sono presenti dei fabbricati disabitati e capannoni per gli attrezzi. Inoltre sul lato sud, l’area confina con una proprietà privata in cui risiede una famiglia proprietaria del pozzo la cui contaminazione ha dato il via agli accertamenti nell’area di cava.

ACQUE SUPERFICIALI

Parte dell’ex cava è ora occupata da un laghetto come era previsto dal progetto di recupero ambientale presentato dal proprietario nel 1991.

ACQUE SOTTERRANEE

L’acquifero più superficiale ha uno spessore variabile fra i 20 e i 40m e contiene una falda che ha soggiacenza media di 5-7 m, mentre l’unità sottostante è sede di limitate falde in pressione. Nella zona esistono alcuni pozzi ad uso privato che raggiungono profondità di circa 15m e che nelle analisi condotte nel 1986 sono risultati contaminati da cloruri (in particolare quelli posti a valle idrogeologica della ex cava) e in seguito ad ordinanza sindacale sono stati dimessi. Nel 1993 sono state condotte analisi sulle acque di pozzo in un intorno di 2 Km che hanno dato valori entro i limiti di legge per le acque potabili, ma l’eventuale presenza di contaminanti nei pozzi dismessi non è più stata verificata.

TERRENI I terreni sono costituiti da litologie prevalentemente sabbioso-ghiaiose per i primi 40 m di spessore, mentre a profondità maggiori sono prevalenti i limi sabbiosi e le argille. Nel 1993 il Comune esegue analisi su campioni di terreno prelevati all’interno della ex cava e nei terreni adiacenti e riscontra valori elevati di concentrazione per il piombo (745 mg/Kg) e il cadmio (29 mg/Kg) nei campioni esterni all’area di ex cava.

ARIA Nell’area non si avvertono odori sgradevoli.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Attualmente le condizioni della porzione di ex cava sottoposta a bonifica permettono di vedere unicamente il ripristino ambientale successivo agli interventi di bonifica autorizzati, dai quali appare una scarpata integra, inerbita e con arbusti.

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COMUNE DI MOZZANICA (BG) SITO: CAVA – BERGAMINA, DITTA LUGO TRASPORTI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata territorio comunale di Mozzanica distante circa 700 metri nella zona periferica orientale dell’abitato ed è sita in prossimità del fiume Serio L’accessibilità del sito avviene dalla S.S n° 11. La discarica è stata ricavata da un ex cava di ghiaia e sabbia in cui affiora la falda formando uno specchio lacustre. In questa cava sono stati smaltiti dalla Ditta Lugo trasporti, scarti derivanti dalla lavorazione di isolanti per l’edilizia, in lana di vetro, provenienti dalla Ditta Balzaretti e Modigliani di Caravaggio, inerti di varia provenienza (scarti di demolizione e scarti di cava nonché bidoni di plastica, sacchi di polietilene, blocchi di polistirolo. L’area è ubicata nel parco naturale del fiume Serio ed è identificata dal piano di settore per le aree degradate,inoltre, risulta vincolata dalla L. 431/1985 ed è definita dal P.R.G. area meritevole di vincolo e salvaguardia paesaggistica e di rispetto di fiumi, canali e fontanili. I terreni circostanti al sito sono utilizzati ad uso agricolo con coltivazione di cereali. I rifiuti sono costantemente immersi in falda.In alcuni settori dell’area i rifiuti risultano coperti con inerti di varia provenienza e da terreno di riporto. Sono stati valutati spessori dell’ordine di 12-14 metri nell’area a terra e spessori di 6-12 metri nell’area a lago. Analisi effettuate nel 1992 si sono riscontrate concentrazioni elevate di boro sia come acido borico che sotto la forma di tetraborato. La superficie interessata è pari a 17000 m2 ( comprensivi sia della parte in acqua che dalla parte asciutta della cava). Complessivamente si è stimata la presenza di 175.000 m3.di rifiuti. E’ stato scandagliato il fondo del lago che risulta profondo circa sei metri. sul fondo è depositato una spessore di lana di vetro e verosimilmente si riscontrano altri rifiuti non meglio identificati. Si segnala, inoltre, che documentazioni agli atti nella discarica siano stati depositati fusti di dubbia provenienza.

PRESENZA ANTROPICA

Non risultano presenti insediamenti abitativi nelle immediate vicinanze dell’area. A nord, oltre la SS. n. 11 sono ubicati insediamenti industriali. Il centro abitato è posto a circa 600 metri ad ovest.

ACQUE SUPERFICIALI

Ad est del sito, a circa 150 metri decorre il fiume Serio. Non risultano effetti di contaminazione alle acque del fiume.

ACQUE SOTTERRANEE

Come già indicato il materiale è a contatto con l’acqua. Sono stati realizzati piezometri a valle, del laghetto di cava, rispetto al flusso nord-sud della falda, dove è stata accertata presenza di boro in concentrazione (3.13 e 8,8 mg/l) e di ammoniaca. Nel sottosuolo sono presente terreni sabbioso-limosi. In ogni caso è accertato il contatto diretto del materiale con la falda.

TERRENI L’intorno è costituito da terreni incolti o destinati a produzione di mais.

ARIA Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.

CONDIZIONI STRUTTURALI

In alcuni settori dell’area i rifiuti risultano coperti con inerti di varia provenienza e da terreno di riporto.Sono stati valutati spessori dell’ordine di 12-14 metri nell’area a terra e spessori di 6-12 metri nell’area a lago.

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COMUNE DI MOZZATE (CO) SITO:TORRENTE GRANDATE E FOSSO GRADALUSO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area si trova tra i centri di Mozzate, Cislago, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Riscalda e Marnate. Si tratta di un’ampia superficie di terreni agricoli sulla quale gia da circa duecento anni avviene lo spagliamento dei Torrenti Gradaluso e Fontanile di Tradate privi di emissari a valle delle località Sciaccona e C.na Visconte. Se nel passato lo spagliamento non creava problemi poiché le acque dei due torrenti risultavano essere prive di carichi inquinanti e i terreni sufficientemente permeabili per assorbire anche le piene dei corsi d’acqua e con la presenza di numerose cave che facilitavano lo smaltimento delle stesse, attualmente le condizioni sono notevolmente cambiate. Infatti negli ultimi 30-40 anni le depressioni originate dall’intensa attività estrattiva sono diventate siti di discariche controllate (Boschi Ramascioni, Vigna Nuova per esempio). Inoltre vi è stato un notevole incremento delle unità abitative e industriali nell’area di alimentazione dei Torrenti e in particolare del Torrente Gradaluso. Tale incremento ha tre effetti sostanziali sui corsi d’acqua:

1. Aumento delle superfici impermeabili e quindi delle portate. 2. Aumento del carico inquinante nei corsi d’acqua di carattere fognario. 3. Sottrazione di terreni alle aree di spagliamento.

Quindi l’area si spagliamento dei due Torrenti è andata via via inquinandosi con possibile pericolo per la falda freatica sottostante e le maggiori portate hanno evidenziato forti pericoli di esondazione di aree abitate.

PRESENZA ANTROPICA

L’area non è attualmente abitata per un intorno di ca. 1 Km. L’area è inoltre priva di strade di grande comunicazione ma sono presenti solo strade con scarsi transiti o mulattiere.

ACQUE SUPERFICIALI

L’inquinamento veniva provocato dallo spagliamento di due torrenti con carico inquinante rappresentato da rifiuti urbani e assimilabili per effetto dell’immissione nei torrenti stessi di scarichi civili e industriali. Attualmente esistono delle analisi dell’agosto 1997 delle acque superficiali che dimostrano che il carico inquinante del Torrente Gradaluso era pressoché nullo (si allegano le analisi). Inoltre l’ASL di Tradate ha prescritto un monitoraggio delle stesse acque in fase di esercizio delle strutture che si stanno realizzando (vedi stato di fatto al settembre 2002)

FALDA La falda freatica viene ad essere parzialmente alimentata dall’area di spagliamento. I livelli piezometrici sono stati indicati essere a – 42 m da p.c. in possibile massimo rialzo fino a – 34 m da p.c. in conseguenza a un generalizzato innalzamento delle falde. I dati più recenti (2002) in nostro possesso su numerosi pozzi privati e piezometri di controllo delle discariche presenti ci danno valori intorno ai – 39 - 40 m da p.c. Dalla stratigrafia dei pozzi è stato possibile ricostruire il sottosuolo dell’area che è così schematizzabile: da 00.00 a ca. 12-15 m da p.c. ghiaie e sabbie predominanti da 12-15 m a ca. 30 m da p.c. ghiaie e sabbie in strati decimetrici da 30 m a ca. 40 m da p.c. ghiaie con matrice limoso argillosa da abbondante a scarsa oltre argille ghiaiose I pozzi ad uso idropotabile si trovano a distanze ragguardevoli dall’area di spagliamento e per la maggior parte i più vicini sono idrogeologicamente a monte.

TERRENI Non vi sono analisi, studi o perizie che evidenzino inquinamenti da scarichi urbani.

ARIA Il sito non crea problematiche di emissioni in atmosfera o di odori

CONDIZIONI STRUTTURALI E STATO DI FATTO AL SETTEMBRE 2002

Attualmente sono in fase di realizzazione alcuni lavori di messa in sicurezza da eventuali esondazione attraverso vasca di laminazione del volume di ca. 300.000 m3 e pozzi perdenti a – 40 m ca. per quanto riguarda il Fosso Gradaluso. La situazione fognaria dei comuni limitrofi sembra non creare ulteriori inquinamenti ai corsi d’acqua presenti sul territorio, infatti il Comune di Gorla Minore (VA) ha un sistema Fognario che si recapita presso il Consorzio valle Olona, I comuni di Carbonate (CO), Tradate (VA), Locate Varesino Mozzate e Cislago (CO) recapitano il loro sistema fognario presso il Consorzio Bozzente Bozzentino che riceve anche le acque delle aree industriali. Si vedano inoltre le analisi chimiche effettuate nel 1997

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COMUNE DI OSSONA (MI) SITO: DISCARICA MELME ACIDE VILLA SAN GIUSEPPE

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Il sito è costituito da due fosse di una ex cava di materiale inerte utilizzata per la realizzazione dell'autostrada MI-TO, immediatamente a fianco della stessa, in corrispondenza del cavalcavia della Strada Provinciale 128 (a nord e a sud dello stesso). Tali fosse sono state successivamente utilizzate, in epoca non nota ma non oltre i primi anni '80, come discarica abusiva di rifiuti di varia natura, urbani ed industriali, principalmente costituti da melme acide derivanti presumibilmente da operazioni di rigenerazione di oli esausti. La superficie complessiva dell'area è di circa 6.500 m2, ad esclusione di quella occupata dalla carreggiata sud dell'autostrada MI-TO che delimita la fossa nord. Il sito è stato interessato da varie attività di indagine con relative proposte di bonifica. Secondo lo studio effettuato da Ecodeco nel 1988 il quantitativo di melme acide presenti nel sito è stimato pari a circa 14.000 m3 per un peso di circa 17.000 t; i rifiuti di altra natura sono stimati intorno a 7.000-10.000 t. Il terreno contaminato risulterebbe pari a circa 22.000 m3 per un peso di 38.000 t. Il volume complessivorisulterebbe di circa 42.000 m3. Secondo l'indagine svolta dalla Servizi Industriali nel 1990 il volume complessivo dei rifiuti presenti e del terreno contaminato è stimato pari a circa 35.000 m3, suddivisi in 13.400 m3 nella zona nord e 21.500 m3

nella zona sud. Sulla base degli studi sopra citati Lombardia Risorse ha indicato un quantitativo complessivo di rifiuti presenti nel sito di circa 29.000 m3 di cui circa il 20% costituiti da melme acide. A seguito di ulteriori indagini effettuate nel 1998 su incarico del Consorzio Alta Velocità Torino-Milano, Golder ha stimato la presenza di circa 22.000 m3 di materiali estranei (melme, rifiuti e terreno contaminato) per una profondità massima di 7,5 m nella fossa nord e di circa 30.000 m3 per una profondità massima di 9 m nella fossa sud. Il volume complessivo risulta quindi di circa 52.000 m3. Tale dato, superiore ai valori sopra indicati, è derivato dalla rilevata presenza di rifiuti in zone non indagate in precedenza. Sia nella zona nord che nella zona sud sussistono limitate porzioni in cui sono tuttora affioranti le melme acide. La rimanente area ricoperta di uno strato di terreno risulta interessata dalla crescita di vegetazione spontanea e mostra in alcuni punti segni di assestamento (avvallamenti) e crescita stentata.

PRESENZA ANTROPICA

Il sito è ubicato in zona agricola ove sono presenti diverse cascine, ai diretti margini dell'autostrada e della strada provinciale. Gli insediamenti abitativi più vicini, ad eccezione di quelli presenti all'interno del sito stesso (di seguito descritti), distano a circa 1 km. Ai margini dell'area sud, sull'area di discarica, sono presenti due abitazioni unifamiliari oltre ad un canile, quest'ultimo ubicato nelle immediate prossimità della zona di melme acide affioranti. Tutta l'area sud, ad eccezione della zona di melme affioranti, risulta di proprietà privata ed è recintata in quanto tale. La zona di melme acide è delimitata da ulteriore recinzione con cancello d'ingresso dalla proprietà del canile. La proprietaria di quest'ultimo, in data 9 dicembre 2000, allo scopo di recuperare un cane che aveva scavalcato la recinzione, è sprofondata nelle melme acide per circa 1 metro ed è stata soccorsa e liberata dai Vigili del fuoco dopo due ore di permanenza nelle melme. L'area nord risulta recintata ma accessibile in quanto il cancello si può facilmente aprire. Ad ovest dell'area ed immediatamente confinante con questa è presente un campo nomadi con una dozzina di roulotte.

ACQUE SUPERFICIALI

Non sono presenti corpi idrici superficiali. Poco a sud della zona in esame la pianura lombarda è caratterizzata dalla presenza di fontanili che indicano una emergenza naturale delle acque della falda superficiale. Nella zona esistono unicamente canali di irrigazione alimentati da secondari del Villoresi.

ACQUE SOTTERRANEE

L'area in oggetto è compresa nel sistema di depositi fluvio-glaciali appartenenti ai cicli wurmiani e rissiani, costituiti da depositi di ghiaie e sabbia con in subordine limi e argille. Mancano stratigrafie specifiche dell'area di cui trattasi, ma sulla base delle caratteristiche della zona, si possono distinguere litologicamente: - una litozona prevalentemente ghiaioso-sabbiosa caratterizzata da permeabilità media; - una litozona prevalentemente sabbiosa, sabbioso-limosa a permeabilità medio-bassa. Non esistono separazioni nette fra le due litozone; la base dell'acquifero è intorno a 125 m dal p.c. In base alle misure effettuate in sito nell'ottobre 1998, la falda è stata individuata ad una profondità di 5.8 m dal p.c., corrispondente alla quota assoluta di 145.4 m s.l.m.; la direzione del flusso locale risulta diretta verso sud. Tale direzione è stata confermata anche nel febbraio 1999, quando il livello piezometrico medio risulta più basso (7.8 - 9m dal p.c.). Il livello della falda è influenzato dalla presenza o meno di pratiche irrigue. Il gradiente idraulico misurato in corrispondenza del sito è di circa lo 0,4%, cui corrisponde una velocità di flusso apparente di 20 m/anno ed una velocità reale di circa 100 m/anno. Dalle indagini effettuate nel 1988 (un piezometro a monte ed uno a valle) e nel 1990 (medesimi piezometri più un ulteriore sito vicino all'autostrada) è risultata una lieve contaminazione dell'acqua sotterranea dovuta a solfati, fenoli, TOC e rame. I risultati delle indagini effettuate da Golder nel 1998 su cinque piezometri non hanno rilevato situazioni di compromissione dell'acqua sotterranea ad eccezione dell'aumento di fitotossicità nei pozzi a valle del sito. Nessuna misura è stata effettuata in contraddittorio con gli Enti di controllo. Attualmente i piezometri non sono utilizzabili. Si rileva la presenza di due pozzi ad uso agricolo a sud e sud-est del sito.

TERRENI I rifiuti costituiti principalmente da melme acide sono stati sversati direttamente sul terreno causando la contaminazione dello stesso. Attualmente l'area risulta quasi interamente interessata dalla presenza di vegetazione spontanea

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COMUNE DI PADERNO FRANCIACORTA (BS) SITO CAVE SORELLE VIANELLA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di un’ex cava di sabbie e ghiaie, poi utilizzata come discarica in cui sono stati smaltiti materiali di diversa origine; si sono succedute diverse attività sull’area fra le quali lo stoccaggio di rifiuti speciali e trattamento di rifiuti La profondità massima sotto il p.c. è di circa 10 m per una volumetria di rifiuto pari a circa 60000mc. Le sostanze ed i materiali di cui si conosce la presenza all’interno del sito sono: rifiuti solidi urbani, materiali inerti da demolizioni e scavi, scarti di conceria, rottami metallici, bidoni metallici. In particolare, in relazione alla presenza dei bidoni metallici, si sospetta che contengano PCB; in merito è stata effettuata, su incarico del comune, un’indagine sia indiretta che diretta con il prelievo di due campioni di terreno su uno dei quali si sono ricercati i PCB; l’analisi effettuata attesta un contenuto in PCB inferiore ai 20 mg/Kg senza ulteriori determinazioni specifiche sulla concentrazione. Le stesse analisi hanno evidenziato un elevato contenuto in metalli pesanti. Nel corso delle indagini, all’interno di uno scavo eseguito, si è accertata la presenza di percolato.

PRESENZA ANTROPICA

Il sito risulta attualmente occupato da tre case prefabbricate in cui vivono diverse famiglie; le persone che vi dimorano sono circa 20. Il paese in cui si colloca l’area in oggetto conta circa 3000 abitanti. Il contesto specifico in cui tale area è inserita è molto degradato in quanto confina sul lato nord con l’isola ecologica del paese, sul lato nord-ovest ed ovest è presente un depuratore che scarica all’interno di una ex- cava di sabbia e ghiaia dove si è formato un laghetto.

ACQUE SUPERFICIALI

E’ presente un laghetto sul lato ovest del sito in cui scarica il depuratore limitrofo.

ACQUE SOTTERRANEE

La prima falda si colloca ad una profondità di circa 50m ed è estremamente vulnerabile in relazione alle litologie soprastanti (terreni sabbioso- ghiaiosi). Non sono stati eseguiti fino ad oggi accertamenti sulla eventuale contaminazione delle acque e a valle idrogeologica rispetto al sito in oggetto sono ubicati due pozzi dell’acquedotto. Relativamente a questi pozzi non si hanno elementi per definire la profondità dalla quale attingono.

TERRENI In superficie il terreno è stato recuperato ad area verde, mentre i terreni sottostanti sono principalmente sabbioso- ghiaiosi.

ARIA Si avverte un odore sgradevole, che è però attribuibile al depuratore limitrofo.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Non sono presenti strutture di contenimento.

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COMUNE DI PASSIRANO (BS) SITO: DISCARICA VALLOSA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di una ex cava di sabbie e ghiaie che a partire dalla seconda metà degli anni sessanta è stata utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani e rifiuti industriali; in particolare vi sono state conferite peci di PCB provenienti dallo stabilimento “Caffaro” dal ’69 al ’75 al ritmo di 3/4 fusti alla settimana per un totale stimato di 100-200 tonnellate. Sull’area sono state svolte diverse indagini conoscitive in tempi successivi che hanno dimostrato la presenza delle tipologie di rifiuto prima descritte fino ad una profondità di circa 10m dal piano campagna. Nelle indagini è emersa anche la presenza di percolato. Le analisi svolte confermano la natura dei rifiuti per il contenuto in metalli pesanti e PCB. Campioni superficiali di terreno prelevato nell’intorno dell’area della discarica per un raggio di circa 200m (quindi anche nei pressi delle cascine adiacenti), sono risultati in buona parte contaminati da PCB (i valori di concentrazione variano fra circa 0.04 e 3.8 mg/Kg). Il sito in questione è ricompreso nella proposta di perimetrazione del sito di interesse nazionale “Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)” Legge n° 179/02.

PRESENZA ANTROPICA

All’area si accede mediante una strada sterrata comunale dalla strada che collega gli abitati di Passirano ed Ospitaletto; gli insediamenti urbani più vicini sono rappresentati dalle cascine “Vallose” distanti in linea d’aria 200m in direzione est, mentre in direzione sud, a circa 300m, è ubicata la cascina “Casarotte”; nell’area di questa cascina si svolge anche l’allevamento di polli ricoverati in capannoni che distano dall’area di discarica circa 200m. Il numero di persone che risiede nelle cascine citate è di circa 10-15 persone.

ACQUE SUPERFICIALI

Nell’area intorno al sito in oggetto non ci sono corsi d’acqua superficiali

ACQUE SOTTERRANEE

Dalle indagini svolte sono state individuate diverse falde nel sottosuolo; sono state individuate almeno due falde sospese alla profondità di 10 e 23m. Entrambe sono sostenute da lenti discontinue di argilla e quella più superficiale ha carattere stagionale, mentre la falda principale è contenuta nell’acquifero alla profondità di circa 50m. Quest’ultimo acquifero è quello da cui attingono i pozzi della zona. Sono state svolte analisi sulle acque dei pozzi in un raggio di 2-3000m e tutte risultano non contaminate da PCB. Le acque della falda sospesa più superficiale si sono dimostrate contaminate e non si esclude la migrazione del contaminante in relazione alla vulnerabilità dell’acquifero dal momento che le lenti di materiale argilloso che sostengono le falde superficiali sono discontinue.

TERRENI La successione dei terreni presenti nel sottosuolo è grossomodo riconducibile ad un’alternanza di orizzonti sabbioso-ghiaiosi a cui si intercalano lenti di materiale argilloso-limoso discontinue.

ARIA Non si avvertono odori sgradevoli.

CONDIZIONI STRUTTURALI

L’area di ex discarica non è recintata e vi si può accedere da un campo limitrofo o direttamente dalla strada sterrata oltrepassando una sbarra. Non si è a conoscenza di strutture di messa in sicurezza.

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COMUNE DI PIAN CAMUNO (BS) SITO: EX FERRIERA PREDALVA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di un ex insediamento siderurgico che ha operato nel campo del recupero dei materiali di scarto dell’industria siderurgica: scorie di acciaieria, terre di fonderia e loppe di altoforno. Tali materiali sono stati utilizzati come rilevato per la lottizzazione delle aree adiacenti il deposito. L’area è stata interessata da interventi di bonifica come da progetto presentato nel 1997 dalla ditta “Centro Lombardo Recupero Industriale”, secondo cui si è proceduto, in un primo momento, alla rimozione dei materiali interrati che sono quindi stati stoccati temporaneamente in un terreno limitrofo all’area e successivamente conferito ad impianti autorizzati al riutilizzo (nella fattispecie cementerie). Gli interventi di bonifica eseguiti sono stati certificati dalla Provincia con nota datata 31 ottobre 1997 (prot.n. 27275/97R). Attualmente sull’area si svolge attività di lavorazioni metalliche (laminati) ed è stata mantenuta la recinzione originaria del sito.

PRESENZA ANTROPICA

L’area è ubicata ad una distanza di circa 150-200m dal centro abitato. Tutte le aree adiacenti sono occupate da ditte e sul lato nord è ubicato un concessionario. Sul lato sud confina con un parco pubblico di circa 3500 mq, mentre sul lato est con la linea ferroviaria e la strada statale sebina orientale. Il primo nucleo residenziale si trova a circa 150m di distanza.

ACQUE SUPERFICIALI

I corsi d’acqua superficiali scorrono ad una distanza di circa 300m. Ad una distanza di circa 1 Km ad ovest scorre l’Oglio.

ACQUE SOTTERRANEE

Nel territorio non sono presenti pozzi per l’acquedotto ad esclusione di un pozzo d’emergenza che si trova ad una distanza di circa 5 km dal sito in questione. Non si hanno dati relativi ad eventuali pozzi ad uso privato. Dagli elementi raccolti non sono state eseguite analisi tese all’accertamento della contaminazione delle acque sotterranee.

TERRENI L’area si colloca in corrispondenza di depositi alluvionali e pertanto la stratigrafia dei terreni è data principalmente da sabbie e ghiaie.

ARIA Non si avvertono esalazioni sgradevoli.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Il capannone originario è stato mantenuto ed apparentemente è in buone condizioni.

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COMUNE DI POGNANO (BG) SITO: LOC. CAVA ROVAROLO/FARCHEMIA – S.S. FRANCESCA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata nella media pianura bergamasca ed è inserita in una zona di recente espansione produttiva dove operano aziende di piccola e media dimensione. Pertanto, le situazioni lamentate in passato, quando dal 1981 gli Enti hanno affrontato il problema, oggi risultano completamente modificate. Gli inconvenienti segnalati al tempo, dalle molestie olfattive alla presenza di fanghi costituiti da morchie bituminose, sono stati affrontati nel tempo lasciando a tutt’oggi indefinita qualche procedura tecnico-amministrativa per una definitiva chiusura della problematica. Per questo motivo in coda alla scheda è stata riportata, in sintesi, la documentazione consultata. Attualmente parte dell’area è adibita a piazzola ecologica per la raccolta dei rifiuti; la parte meridionale dell’area è costituita da terreno incolto. L’area contaminata risultava distinta in due appezzamenti: zona A 1350m2 e zona B 3398 m2. Il volume complessivo del materiale contaminato era stato quantificato in 2700m3..

Analisi effettuate campioni di terreno hanno evidenziato presenza di cromo totale campioni medio L, N, 2906 mg/Kg, Pb 85 mg/Kg dicloro propano 150(?) xilolo700(?), campione medio H,I,T 4376 mg/Kg e Pb 200 mg/Kg,dicloropropano 1667 (?), xilolo 40 (?). Altri campioni presentano tenori molto meno accentuati degli stessi composti/elementi analizzati. Il cromo risulta essere sostanzialmente nella forma trivalente.

PRESENZA ANTROPICA

Presenza di capannoni industriali e case sparse.

ACQUE SUPERFICIALI

Non sono presenti corpi idrici.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda è sub-affiorante, con profondità compresa fra 3-6 metri dal piano campagna. Non sono disponibili analisi che permettano di classificare l’eventuale stato di contaminazione della falda.. L’area presenta caratteristiche di elevata vulnerabilità della falda sia per la sua modesta soggiacenza sia per la presenza di terreni ghiaioso-sabbiosi caratterizzati da buona permeabilità

TERRENI Gli appezzamenti di terreno non occupati da insediamenti produttivi sono destinati a pratiche agricole. Il sottosuolo risulta costituito nei primi dieci metri da terreni ghiaioso-sabbiosi con varia percentuale di matrice limosa

ARIA Erano segnalate emanazioni maleodoranti in prossimità dei rifiuti a suo tempo scaricati..

CONDIZIONI STRUTTURALI

Attualmente l’area è parzialmente adibita a piazzola ecologica gestita dal comune di Pognano. La superficie libera è costituita da terreno incolto

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COMUNE DI REDAVALLE (PV) SITO: CAVA BAZZINI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Il sito in questione, di proprietà privata, ha una superficie di circa 2700 mq e costituisce parte di un’ area utilizzata in passato come cava di argilla nella quale sono stati successivamente depositati rifiuti di varia tipologia, tra cui melme acide. Gli interventi di bonifica e messa in sicurezza già effettuati hanno interessato solo una parte dell’ ex cava, di proprietà comunale (circa 8200 mq), nella quale erano state riscontrate le maggiori criticità ambientali (rischio di contaminazione della falda). Nella parte rimanente, per la cui messa in sicurezza viene chiesto il finanziamento della Regione Lombardia, il rischio di contaminazione della falda è limitato in quanto i rifiuti interrati (circa 5500 mc), poggiano su un substrato naturale argilloso a permeabilità quasi nulla.

PRESENZA ANTROPICA

L’ area è ubicata in zona produttiva e confina con dei capannoni in cui sono svolte attività artigianali. E’ inserita nell’area produttiva. L’ accesso all’ area risulta vietato. Esiste una recinzione.

ACQUE SUPERFICIALI

Non sono presenti corsi d’ acqua superficiale nelle vicinanze del sito.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda ha una soggiacenza di circa 5 m dal piano campagna. In seguito alle operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell’ area di proprietà comunale è stato effettuato il monitoraggio delle acque sotterranee. Non è stata riscontrata contaminazione delle acque di falda.

TERRENI Come detto sopra i rifiuti poggiano su un substrato naturale di argilla con permeabilità quasi nulla.

ARIA Non si rilevano odori molesti attribuibili alla presenza dei rifiuti interrati.

CONDIZIONI STRUTTURALI

L’ area risulta coperta da vegetazione spontanea. Non sono presenti strutture di contenimento dei rifiuti.

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COMUNE DI RHO (MI) SITO: EX CAVA TERRAZZANO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Trattasi di vecchia cava utilizzata come prestito di inerti per la costruzione dell'autostrada, ultimati i lavori , la cava è stata abbandonata. Attualmente è di proprietà comunale (delibera d'acquisto 347 del 28/09/78) di L'area della cava di 43.050 mq, non si presenta in modo omogeneo , è costituita da tre terrazzi , il più basso dei quali ( zona SUD ) con falda affiorante. Il perimetro dell'area è interamente provvisto di recinzione con rete metallica e l'accesso è dotato di chiusura con lucchetto. La cavità in corrispondenza dell'accesso è stata riempita fino a piano campagna con rifiuti inerti. Il sito è stato interessato , prima del 78 , da scarichi abusivi di rifiuti di origine industriale, presumibilmente da morchie e melme derivanti da verniciatura e classificati come rifiuti tossici e nocivi ( referto PMIP Di Milano del 87) da rifiuti inerti e ingombranti. Le indagini più recenti , dal 98 a tutt'oggi , effettuate per meglio caratterizzare l'area e conseguentemente meglio indirizzare la richiesta di fondi alla Regione Lombardia , hanno prodotto una caratterizzazione più particolareggiata del sito evidenziando la compromissione dell'area oggetto d'indagine e approvata in sede di conferenza di servizio in data 31/05/02 prevedendo alcune indagini integrative. Le indagini fin qui svolte hanno permesso di eseguire una valutazione media complessiva delle diverse volumetrie dei rifiuti. A questo scopo, i materiali individuati sono stati suddivisi in quattro categorie generali al cui interno ricadono diverse tipologie di rifiuti del catalogo C.ER.: terreno di riporto , rifiuti solidi urbani ed assimilabili , rifiuti da costruzioni e demolizioni e rifiuti industriali. Possiamo ipotizzare una distribuzione dei rifiuti nel settore nord e centrale di questo tipo: rifiuti industriali 21.700 mc R.S.U 19.690 mc terreno di riporto contaminato 25.920 mc materiale da demolizione e costruzione 53.190 mc Nel settore sud rifiuti misti ad eccezione dei rifiuti industriali 22.000 mc

PRESENZA ANTROPICA

L'area si ubica nel settore nord orientale del territorio Comunale , in località Terrazzano, si trova a circa 300 mt ad Ovest alla Tangenziale Ovest di Milano e a circa 30 metri Nord rispetto al Torrente Lura e al Canale Villoresi. Il P.R.G. (adottato l'8 Gennaio 1980 con delibera C.C. n.6 e successiva delibera C.C. n.501 del 20 Dicembre 1982 9) prevede che il lotto venga suddiviso in tre parti - Zona di rispetto cimiteriale - Zona a verde agricolo - Viabilità di nuova previsione L'area si trova in una zona non distante da insediamenti industriali circa 300 metri e da insediamenti abitativi a meno di un chilometro

ACQUE SUPERFICIALI

A circa 30 metri della zona sud dell'area si trova il Torrente Lura e il Canale Villoresi Non esistono dati che possano indicare una possibile contaminazione del Torrente Lura e del Canale Villoresi dovuta alla presenza della discarica

ACQUE SOTTERRANEE

Il livello di soggiacenza della falda ,si attesta , per l'intero territorio comunale , a circa 10-15 metri dal p.c. IL sottosuolo dell'area di Rho può essere suddiviso in tre distinte unità idrogeologiche , falda superficiale da 1 a 7 meri," acquifero tradizionale " (1 -2 falda) e acquifero profondo (3 falda). Nello specifico, in base alla stratigrafia riferita al piezometro di valle 1, si evidenzia una falda superficiale da 1- 7 metri (falda sospesa) ,separata dalla prima falda da un livello di circa 3 metri con permeabilità 10 cm/sec. La prima falda ha uno spessore da 11 a 38.50 metri , al di sotto si rinvengono esclusivamente terreni impermeabili. Nel piezometro di monte risulta meno certa la presenza della falda sospesa così come nel piezometro di valle 2 . Le acque sotterranee al momento sembrano moderatamente interessate, i referti analitici hanno evidenziato sul piezometro di valle 1 una contaminazione da manganese (66- 87 ncg/l ) Si è riscontrata una contaminazione da sostanze rilevabile al FID , espresse come n-esano 1200ncg/l sul campione effettuato sulla falda affiorante presente nella zona sud area. Sono in programma , per meglio caratterizzare e monitorare l'eventuale compromissione della falda, delle altre indagini che prevedono la terebrazione di ulteriori piezometri in prossimità dei punti di maggior contaminazione.

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TERRENI Attualmente l'area risulta ricoperta da vegetazione e con falda affiorante nella zona sud . Parte dei rifiuti classificati come tossici e nocivi contenuti in fusti sono stati depositati su telo impermeabile nella zona adiacente all'ingresso e ricoperti con telo e terreno di riporto (1987) Dalle varie indagini svolte ( gas interstiziali, indagini magnetometriche carotaggi / sondaggi con prelievo campioni ) si è evidenziato la presenza di rifiuti distribuiti in diversi livelli a partire da circa 2m di profondità fino al contatto con la superficie freatica. I gas interstiziali( 1995) hanno permesso di evidenziare la presenza diffusa di composti volatili ( zona nord e centrale), in prevalenza organoalogenati (Tetracloroetano) Indagine magnetometrica ( 1987-2001-2002) ha evidenziato ( 1987) la possibile presenza di fusti metallici nell'area adiacente a quella del primo ritrovamento ( zona nord) L'indagine condotta nel 2001-2002 ha evidenziato, nella zona sud ,delle anomalie puntuali che hanno trovato riscontro a vista durante la campagna (elettrodomestici, bombole , ciclomotori) Nella zona centrale si sono individuate delle forti anomalie del campo magnetico. Successivamente sono stati effettuati degli scavi rinvenendo dei rifiuti fino al contatto con la falda freatica con varie colorazioni ( verde ,blu, marrone ) frammisti a stoffa , plastica , vetro e metallo con forte odore di solvente I sondaggi/ carotaggi(1987- 2000) effettuati hanno permesso di effettuare una prima classificazione dei rifiuti come tossici-nocivi (referti PMIP 1987) dovuta alla presenza di estraibili in etere di petrolio 2,12% ,metalli pesanti e precisamente: Cd 4651mg/Kg, Cr 10.000mg/Kg, Cu 372mg/l, Pb 100mg/Kg Zn 1200mg/Kg ,composti organoclorurati, Metilencloruro 317ppb, 1,2 dicloroetano 80ppb ,tricloroetilene 32ppb , solventi aromatici, toluene 2,1 mg/l e solventi alifatici, butanolo 300mg/l e isobutanolo 85mg/l La campagna effettuata nel 2000 ha evidenziato la presenza sull'area indagata di metalli pesanti : Cd 4,4 mg/kg, Cr totale 72 mg/Kg ,Zn 809 mg/Kg,Pb 288 mg/Kg ,Cu 48 mg/kg idrocarburi totali 3874 mg/Kg, IPA sommatoria 97,33 mg/kg, solventi aromatici sommatoria 58,9 mg/kg e ha reso possibile una indicativa distribuzione dei rifiuti anche se non uniformemente distribuita su tutta l'area in senso verticale e precisamente, da 1-3 m ghiaia e ciotoli di matrice limosa- argillosa con plastica ,legno ,laterizi e vetro da 3 -9 m rifiuti industriali di diversi colori con frammenti di plastica ,vetro e metallo con forte odore di solventi.

ARIA Nelle condizioni attuali non sono percepibili esalazioni maleodoranti essendo i rifiuti di origine industriali interrati. In caso di rimozione degli stessi si avranno, vista la tipologia dei rifiuti forti esalazioni fastidiose con possibile inquinamento dell'aria da composti volatili.

CONDIZIONI STRUTTURALI

La maggior parte dei rifiuti sono interrati o comunque ricoperti da terreno di riporto e vegetazione Esistono dei punti in cui si evidenzia la presenza di materiale fuori terra di inerte e RSU Le indagini magnetometriche condotte rilevano la presenza di masse metalliche interrate che potrebbero essere ormai compromesse

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COMUNE DI RHO (MI) SITO: EX CHIMICA BIANCHI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’attività della società chimica Bianchi si è articolata, con variazioni di ragione sociale, dal 1907 sino al 1979. L’area dello stabilimento era suddivisa in due zone produttive, a Nord e a Sud del Fiume Olona, collegate tra loro da un ponte. Dal punto di vista produttivo, la porzione Nord dello stabilimento era la più importante, in essa erano attuate le principali produzioni. Le attività dello stabilimento iniziarono con la produzione di inchiostri da stampa, destrine e colle derivate. In seguito ebbe inizio la sintesi di coloranti azoici e allo zolfo per l’industria cotoniera (nero diretto e nero allo zolfo). Parallelamente o in tempi diversi furono attuate le seguenti produzioni:

Composti inorganici (acido cloridrico, soda caustica, solfato, solfuro, solfito, bisolfito, ipoclorito di sodio);

Intermedi della sintesi dei coloranti, derivati principalmente da benzene e naftalene; Intermedi della sintesi dei coloranti azoici e allo zolfo (nitrobenzene, anilina, benzidina,

aminofenoli, diossinaftaline, acidi H, gamma e isogamma; Carboni attivi a partire da gusci di mandorle; Tensioattivi per uso domestico (Trim) – alchiralilsolfonati; Perborato sodico; Idrochinone per usi fotografici.

Dalle informazioni disponibili, nella porzione Sud dello stabilimento erano prodotti principalmente carboni attivi, tensioattivi, perborato ed idrochinone. La porzione Nord dell’area è stata in un recente passato (anni 90) sottoposta ad interventi di bonifica e riedificata con capannoni industriali ed artigianali. La porzione Sud è ad oggi ancora dimessa priva di impianti ed edifici ed è destinata per usi industriali, artigianali e, parzialmente, ricreativi. Per quanto riguarda le contaminazioni presenti si è in presenza di forte inquinamento delle acque di prima falda ad opera di composti organoalogenati, con valori di concentrazione sino a 233.000 µg/l nella zona Nord dello stabilimento e a ridosso del Fiume Olona. Tale contaminazione produce inoltre un plume di contaminazione che si estende sino alle Centrali di Novara e Tonezza in Milano. Attraverso campagne idrochimiche si è giunti alla identificazione dell’area di probabile focolaio di origine della contaminazione da solventi clorurati nella falda. Lo stesso sarebbe individuato in una vasca interrata contenente tetracloroetilene già bonificata negli anni 90 con isolamento del terreno sottostante tramite esecuzione di diaframmi impermeabili attestati sul primo livello impermeabile di terreno. Nell’area a Sud dell’Olona si è in presenza di terreni contaminati sino alla profondità certa di circa 3 metri da p.c., in particolare da metalli pesanti quali arsenico (max 970 mg/kg), piombo (max 19.000 mg/kg), cadmio (max 300 mg/kg), zinco (max 46.000 mg/kg), mercurio (max 74 mg/kg), rame (max 1100 mg/kg), manganese (max mg/kg). Nelle acque sotterranee i metalli si rinvengono entro il limite di potabilità. Sempre nei terreni si sono rilevate modeste contaminazioni da idrocarburi totali (max 7700 mg/kg) e di solventi ( clorurati e aromatici, nitrobenzene val max 690 mg/kg). Ad oggi, nell’area Sud è stata effettuata l’analisi di rischio con definizione dei limiti da adottare e sono stati quindi previsti degli interventi di rimozione dei metri di terreno contaminato e successiva effettuazione di messa in sicurezza permanente tramite capping dell’area, realizzazione di barriera idraulica per messa in sicurezza della falda e bonifica delle aree ad uso ricreativo (area a standard comunale).

PRESENZA ANTROPICA

Il sito in esame si colloca ai margini del Comune di Rho il quale conta circa 60.000 abitanti. La zona è caratterizzata da intensa urbanizzazione sia residenziale che produttiva. A Nord l’area è delimitata dalla presenza della ferrovia con stazione ferroviaria con accesso dalla parte opposta. La parte a Nord dello stabilimento già riedificata è sede di varie attività produttive artigianali ed industriali, mentre la parte Sud risulta ad oggi sgombra da edificazioni ed impianti e completamente recintata con cancello di accesso chiuso.

ACQUE SUPERFICIALI

L’area risulta tagliata in due dal corso del Fiume Olona. Lo stesso potrebbe avere una azione alimentante la falda superficiale sospesa sorretta da un lente di limo posta intorno ai 8.00 m da p.c. e con livello statico di circa 6.00 – 7.00 m da p.c.

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ACQUE SOTTERRANEE

Nell’area Rhodense si possono distinguere quattro corpi acquiferi con caratteristiche idrogeologiche differenti:

Falda sospesa: sorretta da una lente limosa posta intorno ai 8.00 – 10.00 m da p.c., spessa circa 0.50 m – 1.00 m ed estensione areale limitata alla sola area Rhodense;

Prima falda: sottostante alla precedente con base posta circa a 50 – 60 m da p.c. e contenuta in sedimenti costituiti da ghiaie sabbie più meno grossolane;

Seconda falda: sottostante alla precedente con base circa a 120 m da p.c. contenuta in sedimenti ghiaioso – sabbiosi a tratti presentanti cementazione (conglomerato);

Terza falda: sottostante alla precedente e contenuta in depositi Villafranchiani costituiti da alternanze di argille grigie azzurre e livelli di modesta potenza di ghiaie e sabbie più o meno grossolane.

Nel merito della vulnerabilità della falda si osserva che la separazione tra la falda sospesa e la prima falda non può costituire una sufficiente protezione rispetto la diffusione degli inquinanti, in quanto l’acquitardo costituito dalla lente limosa non presenta una estensione areale continua. Al contrario la protezione della seconda falda è sufficientemente assicurata dalla presenza di un livello argilloso – limoso, di discreta potenza, posizionato a circa 50.00 – 60.00 m da p.c. ed arealmente continuo. L’andamento della superficie piezometrica della prima falda contaminata da solventi clorurati provenienti dal sito in questione, mostra una direzione di flusso orientata NW – SE, con livelli statici posti a circa 13.00 – 14.00 m da p.c. A valle del sito rispetto il flusso di falda, sono presenti vari pozzi pubblici ad uso potabile e privati captanti il primo acquifero e, dalle analisi chimiche e studi effettuati dalla Provincia di Milano, si è potuto definire un pennacchio di contaminazione da Tricloroetilene (sostanza ritenuta rappresentativa di tutto il fenomeno di inquinamento della falda) che presenta una estensione di circa 7.4 Km e fronte massimo pari a 800 m. Tale pennacchio è stato definito, dalla Provincia di Milano, come “area ristretta”, ovvero costituisce l’ipotesi minima di area soggiacente all’inquinamento generato nell’area della ex Chimica Bianchi. Analisi accurate, sempre condotte dalla Provincia di Milano, dei differenti parametri in gioco (variazione della morfologia piezometrica nel tempo e facies idrochimiche) hanno consentito di definire un “area soggetta ad inquinamento” di medesima lunghezza della precedente, ricavata dall’applicazione di un modello, ma con fronte molto più ampio (3 km di massima larghezza) per una superficie di circa 18.5 km2.

TERRENI La stratigrafia dei depositi alluvionali locali è caratterizzata dalla presenza di terreni ghiaioso – sabbiosi sino a circa 8 metri di profondità, quota alla quale si ritrova una lente di limo argilloso di spessore variabile tra gli 0.50 m ed il metro e presentante una continuità areale limitata ed irregolare. Tale lente sorregge una falda sospesa. L’unità più profonda, costituita da ghiaie e sabbie eterogenee intercalate a straterelli più o meno limoso – argillosi, funge da serbatoio per la prima falda idrica sfruttabile, mentre uno strato prevalentemente argilloso posto a profondità variabili tra i 50 m ed i 60 m da p.c., separa in maniera pressoché continua il primo da secondo acquifero, anch’esso sfruttato in particolare a scopo potabile.

ARIA Non si avvertono maleodorazioni nell’area in questione ne nella zona Nord che nella Sud. Ciò nonostante nella redazione del progetto esecutivo di bonifica – dettagli tecnico – costruttivi dell’area Sud, è stato previsto un sistema di captazione di eventuali vapori che dovessero sprigionarsi dal suolo, costituito da tubazioni da portare in depressione e posizionate tra le fondazioni degli edifici adibiti a capannoni e la geomembrana costituente il capping.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Le condizioni strutturali non presentano particolari problemi in quanto la zona Nord risulta completamente riedificata recentemente, mentre la zona Sud si presenta completamente priva di impianti ed edifici. Nella zona Sud sono ancora presenti le reti tecnologiche che verranno rimosse in fase di bonifica e messa in sicurezza permanete.

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COMUNE DI SERMIDE (MN) SITO: EX ZUCCHERIFICIO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Ubicazione L’area in oggetto, inquadrabile come un’area industriale dismessa, è ubicata nel comune di Sermide, in via XXIV aprile, ed occupa un’ampia superficie a ridosso del centro abitato. Sul lato occidentale l’area confina con campi utilizzati a scopo agricolo. Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X= 1680650, Y= 4986400. Il Fiume Po dista meno di 200 m in direzione nord, separato dall’argine maestro che protegge l’intero abitato. L’insediamento si trova accanto alla S.P. 34, che collega Revere con Sermide, e alla S.P. 91 che, dopo il ponte sul F. Po, prosegue in provincia di Verona. Le quote del piano di campagna sono mediamente di 10 – 11 m s.l.m. Il PRGC prevede per l’area in questione una destinazione d’uso di tipo artigianale-industriale.

Attività condotte sul sito L’ex zuccherificio ha svolto attività di produzione di zucchero e alcool, a partire dalle barbabietole, fino al 1982, anno in cui chiuse per fallimento; da allora lo stabilimento si presenta in stato di abbandono. Lo stabilimento rimase chiuso per vertenze processuali dal 1982 al 1989, anno in cui gli impianti vennero acquistati come ferro vecchio da alcune ditte, atte al recupero di tale materiale. A causa delle attività legate allo smantellamento degli impianti, una grande quantità di amianto (soprattutto crisotilo ed amosite) fu sparsa nei locali e nei piazzali antistanti lo stabilimento. Il cantiere fu quindi messo sotto sequestro da parte delle autorità giudiziarie. Lo stabilimento si presenta suddiviso in diversi fabbricati e capannoni, alcuni fortemente contaminati da amianto ed altri in cui la contaminazione è per ora assente. L’amianto si trova sia sulle coperture in matrice compatta, sotto forma di cemento-amianto, sia in matrice friabile, in alcuni edifici, sotto forma di isolanti di macchinari, tubazioni ecc. I pavimenti (ora non tutti) sono cosparsi di detriti di materiale vario, quali vetro, ferro ed inerti, oltre naturalmente ai resti delle coibentazioni con amianto.

Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica Verificata la presenza di fibre di amianto in notevoli quantità, sia nel materiale coibente che nei terreni interni al sito, iniziò una lungo iter amministrativo finalizzato all’eliminazione dello stato di pericolo per la salute pubblica, con un susseguirsi di atti amministrativi, opere di smantellamento e bonifica che hanno coinvolto nel tempo diversi soggetti e società private; tali attività di bonifica si protraggono ancora oggi: • Nel 1989 il sindaco del Comune di Sermide emise una prima ordinanza di bonifica dell’area, rimasta

inevasa. • Nel 1990 venne effettuata la bonifica del locale lieviteria. • Nel 1992, attraverso finanziamenti pubblici, si provvide alla bonifica dei piazzali esterni. • Nel 1994, a seguito di un’asta pubblica, l’insediamento venne acquistato dalla ditta Iseo S.p.a di

Modena. • Nel 1995 si evidenziava ancora la presenza, sui piazzali esterni, di amianto. • Nel 1997-1998 le aree esterne vennero ulteriormente bonificate. • Nel luglio del 1998 l’insediamento fu trasferito dalla ditta I.S.E.O. S.p.a alla società House e Lot S.r.l., • Nel 1999 la nuova proprietà si occupò della realizzazione di un nuovo e più completo progetto di

bonifica (gennaio 2002), che ha interessato tutta l’area occupata dallo stabilimento. Tale progetto prevede di procedere per fasi alla bonifica del complesso industriale: dapprima si procederà alla bonifica degli edifici interessati dalla presenza di amianto in matrice friabile e compatta, successivamente si procederà alla bonifica dei terreni nelle aree scoperte, rispetto ai quali la proprietà ha già avviato la procedura di caratterizzazione ai sensi del DM. 471/99. Attualmente, dopo l’approvazione del progetto in conferenza dei servizi, si sta procedendo all’esecuzione dello stesso.

Estensione dell’area La superficie occupata dall’insediamento è stimabile in circa 200.000 m2. L’area interessata alla bonifica è di circa 20.000 – 25.000 metri quadrati, comprendenti le aree esterne ai capannoni (già in parte bonificate) e diverse strutture di edifici e capannoni (circa una dozzina, alcuni dei quali già bonificati).

Tipo di inquinamento Come detto l’inquinamento è riconducibile alla presenza di amianto, sia in forma friabile che compatta. La presenza di strutture che possono rilasciare continuamente fibre di amianto costituisce di fatto una sorgente attiva di contaminazione che contribuisce all’inquinamento dei piazzali, già sottoposti ad interventi di bonifica. Fin tanto che non sarà completamente rimossa la fonte di rilascio, è comunque prevedibile che i piazzali e i terreni antistanti gli edifici saranno soggetti ad inquinamento.

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PRESENZA ANTROPICA

Sull’area industriale dismessa non vi è la presenza di popolazione residente; trovandosi a ridosso del centro abitato di Sermide, un comune che conta circa 6800 abitanti, numerosi cittadini risiedono comunque nelle sue immediate vicinanze. L’area è attualmente delimitata da una recinzione provvisoria, ma risulta comunque di facile accesso a persone ed animali. Non sono noti disturbi arrecati alla popolazione circostante dalla contaminazione riconducibile al sito. Negli ultimi 10 anni sono state fornite informazioni alla popolazione, anche a mezzo stampa locale, in merito al persistere di una situazione oggettivamente preoccupante legato ad un tipo di inquinante dall’elevato impatto psicologico.

ACQUE SUPERFICIALI

Il Fiume Po, che scorre meno di 200 m a nord del sito, rappresenta l’unico corso d’acqua che passa nelle vicinanze dell’area. Esso è comunque separato dall’argine maestro. Non sono note modificazioni organolettiche o inquinamenti del Fiume Po legati all’impatto del sito in oggetto.

ACQUE SOTTERRANEE

Il particolare tipo di inquinamento che interessa il sito (fibre di amianto) non coinvolge le acque sotterranee, che pur sono presenti in maniera abbondante a poca profondità dal piano campagna (1 m circa di soggiacenza)

TERRENI In relazione al tipo particolare di inquinamento, che non si propaga in profondità nei terreni e non subisce fenomeni di dissoluzione in acqua, si stima che l’area interessata da inquinamento si aggiri intorno a 20-25.000 m2, per una profondità di pochi centimetri di spessore. Nel 1995 la ditta Iseo stimava che la quantità totale di rifiuto contenente amianto, fosse compresa tra 600 e 900 m3, con una concentrazione di amianto intorno al 40%. Parte di questo volume è comunque già stato oggetto di bonifica.

Livello attuale di inquinamento Le analisi effettuate nel 1990 sui rifiuti sparsi al suolo dello zuccherificio (sia suolo esterno che pavimenti interni) portarono a classificare tali rifiuti come tossico-nocivi, con concentrazioni di amianto sempre superiore a 1000 mg/Kg nella frazione fine e spesso superiore a tale limite anche sul rifiuto tal quale. Attualmente si è in attesa dei risultati delle analisi sui campioni di terreno prelevati nei mesi scorsi nell’ambito del Piano di Caratterizzazione.

ARIA L’amianto non provoca alcun tipo di esalazione fastidiosa o maleodorante; l’unico inconveniente è legato alle fibre che il vento può disperdere in tutte le direzioni, creando gravi danni alla salute pubblica essendo l’amianto una sostanza cancerogena. Le matrici friabili dovrebbero comunque trovarsi all’interno di determinati edifici (salvo cattiva gestione dei materiali in corso di smantellamento), le cui aperture sono state sigillate; le tamponature messe a protezione possono comunque risultare soggette a cedimenti, per cui non si possono escludere fenomeni migratori verso l’esterno.

Livello attuale di inquinamento Le ultime indagini, eseguite nel maggio del 2002 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi del D.M. 471/99, effettuate mediante campionamento attivo su filtri per la successiva analisi in microscopia elettronica (SEM), hanno certificato una concentrazione (C) di fibre di amianto in aria inferiore ai limiti di legge (C<0,3 ff/L). Non sono note segnalazioni di esalazioni maleodoranti provenienti dal sito in esame.

CONDIZIONI STRUTTURALI

All’interno dell’area industriale dismessa sono presenti diversi edifici, la maggior parte dei quali sono vuoti, in totale stato di abbandono. Alcune strutture si presentano fatiscenti, con pericolo concreto di crolli, specialmente quelle fatte oggetto dei lavori di smantellamento dei macchinari che hanno messo in pericolo la stabilità stessa delle strutture (scale, muri, travi, ecc.). Eventuali crolli di strutture possono prevedibilmente causare l’emissione incontrollata di fibre di amianto che verrebbero conseguentemente aerodisperse.

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COMUNE DI SUZZARA (MN) SITO: EX VIS

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Ubicazione L’area in oggetto è ubicata in Comune di Suzzara (MN), circa 700 m a nord-ovest dalle prime abitazioni del capoluogo. Nel raggio di 200 m dal sito sono presenti comunque delle abitazioni sparse, per lo più cascine agricole. Le coordinate Gauss-Boaga sono le seguenti: X= 1635925, Y= 4984950. Il Fiume Po dista circa 2 Km in direzione ovest e circa 4 Km verso nord. L’area è in fregio alla S.S. 62 “della Cisa” che collega Mantova a Parma, e si trova al margine di una piccola zona artigianale in cui sono stati di recente realizzati nuovi insediamenti, proprio adiacenti al sito contaminato. Sul lato nord il sito in questione confina con campi utilizzati a scopo agricolo. Le quote del piano di campagna sono mediamente di 17 – 18 m s.l.m. nell’area in esame e variano da 16 a 20 metri s.l.m. nell’area circostante. Il PRGC prevede per l’area una destinazione d’uso di tipo artigianale-industriale.

Attività condotte sul sito Sul sito in esame è stata insediata dal 1976 al 1984 (anno del fallimento) la ditta V.I.S. (Verniciatura Industriale Suzzara); l’attività della ditta consisteva nella verniciatura di parti di veicoli industriali, produzione tipo 31503 secondo la classificazione ISTAT. L’attività della ditta prevedeva i seguenti cicli di lavorazione: grassaggio in vapore di tricloroetilene, verniciatura a spruzzo in elettrostatico e cottura in forno statico.

Attività di indagine e livelli di progettazione della bonifica In data 01/08/88 l’area veniva acquistata dal comune di Suzzara. In data 26/05/89 veniva riscontrato, nel piazzale retrostante l’insediamento, la presenza di rifiuti stoccati abusivamente e provenienti dal ciclo di lavorazione della stessa ditta V.I.S. s.n.c., consistenti in fusti di vernici deteriorate e solidificate; venne inoltre riscontrata una buca contente accumuli di rifiuti di svariate tipologie, il cui odore acre portò a pensare che vi fossero smaltiti composti chimici esausti derivanti dai processi produttivi. Si ricostruì inoltre che i reflui delle fognature erano stati scaricati direttamente nei livelli superficiali del suolo e si riscontrarono infine due vasche interrate, in cemento, colme di fanghi. Si procedette quindi alla asportazione e alla messa in sicurezza dei rifiuti contenuti nella buca, al riempimento della stessa con materiale di riporto, allo smaltimento dei fanghi delle vasche interrate e dei contenitori di plastica e metallo accatastati sull’area; dopo questi interventi di rimozione dei rifiuti rimasero quindi in posto solo i terreni contaminati, e si avviarono pertanto le indagini per circoscrivere l’inquinamento, sia nei terreni che nelle acque sotterranee. Tale sito è stato indagato nel 1990 anche da Lombardia Risorse nell’ambito delle attività di censimento delle aree industriali dismesse e nel 1992 fu presentato il rapporto tecnico per gli interventi di bonifica a breve termine per il sito specifico. Nel 1995 venne redatto per l’amministrazione comunale di Suzzara un progetto esecutivo di bonifica ambientale dell’area, mai eseguito. Nel 1997 furono smaltiti dei rifiuti speciali ancora presenti sull’area in esame. Dopo l’entrata in vigore del D.M. 471/99, il Comune decise di affidare un incarico professionale per la redazione di un piano di caratterizzazione; in data 21/11/2000 è stato presentato un piano di indagine, approvato in Conferenza dei servizi in data 03/04/2001. Nel settembre 2001 si è proceduto all’esecuzione dei sondaggi di terreno e ai campionamenti delle acque sotterranee, previsti dal piano di indagine. I risultati analitici hanno portato alla stesura del piano di caratterizzazione, approvato in Conferenza dei servizi in data 19/03/2002. Attualmente si è in attesa del progetto preliminare di bonifica ai sensi del DM 471/99.

Estensione dell’area L’area contaminata viene valutata in circa 300 mq per uno spessore di circa 2-4 metri.

Tipo di inquinamento Nel corso delle varie indagini, che si sono susseguite nel tempo a supporto dei vari progetti di bonifica, si è riscontrata nei terreni la presenza di trielina e altri solventi clorurati (metilcloroformio, percloroetilene, dicloropropano), solventi aromatici (principalmente toluene e xilene) e metalli pesanti. Nelle acque affiorate durante gli scavi, si riscontrarono principalmente solventi aromatici e solventi clorurati.

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PRESENZA ANTROPICA

Attualmente sull’area artigianale dove si trova anche il sito “ex Vis” sono presenti dei capannoni artigianali; l’area risulta quindi urbanizzata con presenza di sottoservizi. Il sito contaminato risulta attualmente sgombro e a cielo aperto, delimitato da una recinzione provvisoria, ma accessibile dal retro di alcuni edifici, nonché dal lato nord confinante con i campi. Sull’area sono stati nel tempo accumulati indiscriminatamente dei rifiuti vari, per lo più terre di scavo e inerti da demolizione, fatti rimuovere nel corso delle recenti indagini per la caratterizzazione del sito. E’ stata quindi fatta ripristinare una recinzione provvisoria ma stabile. Sui terreni contaminati non vi è dunque la presenza di una popolazione residente, mentre sull’area interessata dall’inquinamento delle acque sotterranee, più estesa, sono presenti degli insediamenti artigianali in attività. Non sono noti disturbi arrecati alla popolazione residente o circostante dalla contaminazione riconducibile al sito.

ACQUE SUPERFICIALI

Il fiume Po, che scorre con un andamento da sud verso nord per poi piegare, dopo la confluenza del fiume Oglio, in direzione ovest-est, è circondato da una vasta area golenale, protetta idraulicamente da un doppio sistema argini che delimitano una golena aperta e una golena chiusa; non sono note esondazioni al di fuori delle aree golenali. Nell’area immediatamente circostante il sito non sono presenti altri corsi d’acqua significativi. Un canale di scolo, denominato Dugale di Mezzo, scorre a sud dell’area esaminata a circa 300 m con andamento SO-NE; il corso d’acqua sottopassa quindi la S.S. n. 62 della Cisa e prosegue in direzione NE con il nome di Dugale di Sopra. Tale canale viene utilizzato anche a fini irrigui. Adiacente all’area contaminata, lato nord, è presente un piccolo fossato utilizzato anch’esso a scopo irriguo e di scolo delle acque meteoriche e di irrigazione. Non sono note modificazioni organolettiche delle acque superficiali.

ACQUE SOTTERRANEE

La successione litostratigrafia dell’area in esame si presenta abbastanza omogenea, con la presenza nei primi strati del sottosuolo (fino a 5-6 m dal p.c.) di strati a bassa permeabilità, limoso-argillosi con intercalazioni limo-sabbiose. All’interno di questo primo strato, nonché nei terreni di riporto sistemati in sostituzione dei rifiuti rimossi, si riscontra una certa circolazione di acqua di saturazione; tale acqua non è da considerarsi come acqua di falda appartenente ad un acquifero vero e proprio ma come acqua circolante nel primo sottosuolo, ad un livello sospeso rispetto alla falda sottostante; essa ha origine dalle precipitazioni meteoriche, dalle acque irrigue e dalla drenanza verticale dal primo acquifero in pressione. Il primo livello acquifero, di tipo confinato e in pressione, è presente in depositi sabbiosi posti tra 6 e 50 m circa di profondità dal p.c.; esso quindi risulterebbe, in condizioni indisturbate, poco vulnerabile all’inquinamento da parte di sostanze idroveicolate dalla superficie. Le attività di sbancamento dei primi strati del sottosuolo, per operare lo smaltimento abusivo dei rifiuti, hanno però portato ad una modificazione delle condizioni naturali di confinamento, così che è possibile un certo interscambio idrico, con un lento e continuo rilascio di sostanze contaminanti dalla zona contaminata verso il livello acquifero sottostante. I livelli statici misurati in tempi diversi evidenziano una quota della falda che va da 1,00 a circa 3,50 metri dal piano campagna. Il flusso delle acque sotterranee risulta diretto da ovest verso est, in accordo con il flusso di tipo regionale indotto dall’alimentazione del Fiume Po. Gli acquiferi sottostanti al primo, utilizzati a scopi idropotabili, sono separati da strati di spessore consistente (15-17 m) di materiali poco permeabili. A valle dell’area contaminata, nelle immediate vicinanze, esistono numerosi pozzi privati utilizzati a scopo domestico, nei quali non è stata rilevata contaminazione riconducibile al sito. I pozzi di emungimento del pubblico acquedotto si trovano a monte, rispetto al flusso di falda, del sito in esame e a distanza di sicurezza per quanto riguarda eventuali interferenze. Livello attuale di inquinamento Dalle ultime indagini, eseguite nel settembre del 2001 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi del D.M. 471/99, ha accertato nelle acque di falda del primo acquifero, campionate attraverso piezometri, una contaminazione da nichel (fino a 1309 µg/l), piombo (11.1 µg/l) e triclorometano (0.16 µg/l).

TERRENI La rimozione, da parte di una ditta specializzata, dei rifiuti interrati nella buca, nonché di quelli posti sull’area (cumuli, vasche di cemento, contenitori di plastica e metallo), ha pertanto eliminato le fonti primarie di contaminazione. La buca utilizzata per lo smaltimento incontrollato dei rifiuti è stata successivamente riempita con materiali di riporto. Attualmente rimane in posto solo il terreno contaminato che rappresenta quindi una sorgente di contaminazione secondaria. Livello attuale di inquinamento Dalle ultime indagini, eseguite nel settembre del 2001 nell’ambito del piano di caratterizzazione ai sensi del D.M. 471/99, ha accertato nei terreni la contaminazione da rame (Cu=1712 mg/Kg), ad una profondità tra 3 e 4 m circa dal p.c.

ARIA Attualmente non esiste il pericolo di esalazioni fastidiose o dannose in quanto tutte le fonti primarie di inquinamento sono state rimosse. Rimangono attive le eventualmente esalazioni da parte dei terreni e delle acque sotterranee. Non sono note segnalazioni di odori maleodoranti provenienti dal sito in esame.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Allo stato attuale l’area si presenta sgombra, priva di strutture; pertanto non esistono pericoli di cedimenti o crolli.

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COMUNE DI TRESCORE BALNEARIO (BG) SITO: EX DITTA REPING

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata in territorio comunale di Trescore Balneario, al confine con il territorio di Gorlago, a circa 400 metri a sud-est dal centro residenziale, in un area ad insediamenti misti produttivi e residenziali. Nel 1977 nel sito, in precedenza destinato allo stoccaggio di liquidi combustibili (non sono state rintracciate dettagliate precisazioni), si richiede l’installazione e la relativa autorizzazione di un forno inceneritore per residui di lavorazione alimentato con toluolo, metiletilchetone, acetato di etile, acetone ed olio combustibile per ottenere temperature d’esercizio di circa 1500°C, (prot. n. 3816 del 2 sett.1977 – Comune di Trescore Balneario). Comunicazione pervenuta dal comune di Milano in data 13 sett 1977 precisa che la Reping tratterà rifiuti provenienti dalla Pirelli Bicocca, sita in Viale Sarca (Mi). Tra i composti da trattare si segnalano 2-4 toluendiisocianato, 2-6 toluendiisocianato, polioli, cloruro di metilene, trialchilamina, sali di dibutilstagno, 4-4diisocianato di difenilmetano. Accertamenti effettuati dalla Provincia di Bergamo in data 29 marzo 1979, n.prot. 171 GC/af documentano la presenza di liquidi di varia natura (Vescicante metionico...) provenienti dalla Bracco di Milano; rifiuti liquidi provenienti dalla Bayer Italia di Filago, dalla Erregierre di S.Paolo d’Argon. Il comune di Trescore B. dichiara la ditta industria insalubre di I classe. Ordinanza 11 giugno 1979. In data 7 ottobre 1970 la Pretura di Grumello del Monte nei confronti di Omodei Paolo Fernando (sentenza n.149, n.registro gen. 756/’79), dispone l’immediata distruzione dei rifiuti a mezzo della ditta Ecolombardia. In data 30 marzo 1981 la Provincia, con verbale di sopralluogo, contesta l’infrazione ai sensi dell’art.28 della L.R. n.94/’80, per la prosecuzione dell’attività di ritiro di reflui di lavorazioni. Si susseguono varie corrispondenze tra Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, comune di Trescore B., per le attività di rimozione dei liquidi, dei serbatoi obsoleti, sino agli interventi atti a verificare l’inquinamento del suolo e della falda verbale sopralluogo congiunto tra Comune di Trescore B. Provincia di Bergamo, funzionari della ex USSL n.30 di Trescore B. Nel 1994 viene realizzato un piezometro che evidenzia in falda presenza di isomeri di idrocarburi alifatici: (C19-C28), 2,6-bis-(1,1-dimetiletil)-4-metilfenolo, miscele di xiloli, ftalati, (verbale di prelievo USSL n.30 del 3 giugno 1994, certificato d’analisi dell’ex PMIP del 13 giugno 1994). Nel 1997 vengono perforati altri due piezometri. Non sono stati rintracciati certificati d’analisi di acque di falda prelevate dai due sondaggi.

PRESENZA ANTROPICA

Esistono insediamenti abitativi nell’immediato intorno ed a confine con la ditta. I confinanti hanno lamentato l’infiltrazione di liquidi maleodoranti nei box interrati, (Verbale USSL n. 30 del 11 ottobre 1993 prot. n. 16373).

ACQUE SUPERFICIALI

Non vi sono corpi idrici superficiali nelle vicinanze.

ACQUE SOTTERRANEE

La falda è attestata a circa 27 metri di profondità. Risulta contaminata dai prodotti elencati nella descrizione iniziale. Non è stato realizzato uno studio atto a circoscrivere l’estensione della contaminazione all’esterno della ditta.. Il sottosuolo è costituito da sedimenti caratterizzati da ghiaie, conglomerati variamente cementati, matrici limoso argillose ed intervalli limoso-argillosi. Non è stato effettuato uno studio idrogeologico di dettaglio per caratterizzare il sito. I dati disponibili presso lo scrivente ufficio indicano il flusso idrico sotterraneo orientato da nord-ovest verso sud-est in direzione di Gorlago.

TERRENI L’intono è occupato da insediamenti produttivi e residenziali e solo qualche parcella di terreno, in comune di Gorlago è soggetta a pratiche agricole. Scavi effettuati nel terreno con braccio meccanico all’interno dell’area Reping con profondità di circa 4 metri evidenziano in qualche caso colorazioni anomale ed odori.Il PMIP non evidenzia contaminanti (certificato 1 ottobre 1991 prot. n.552)

ARIA Sono state evidenziate molestie olfattive che hanno comportato relazioni sia del Comune di Trescore B., della USSL n.30. e dei Vigili del Fuoco (verb. 4284 prot. n. 3860 del 11 agosto 1981).

CONDIZIONI STRUTTURALI

Attualmente l’area sembra essere in disuso, forse utilizzata quale parcheggio di un autotreno. Non si conoscono recenti sviluppi inerenti indagini sulla contaminazione successivi alle perforazioni degli ultimi due piezometri avvenuta nel 1997. Non sono stati rintracciati certificati analitici relativi alla qualità della falda a seguito della perforazione dei due piezometri.

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COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA (MI) SITO: DISCARICA FORNACE LATERIZI

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è situata a occidente dell’abitato di Trezzo sull’Adda a circa 500 m a sud della Strada Provinciale che conduce direttamente al centro del predetto paese e occupa una superficie complessiva di 21.600 m2. Essa è individuata dall’estratto della mappa catastale al Fg 11 mapp.li n°68 (sup. 5.300 m2) e n°69 (sup. 16.300 m2). A partire dagli anni ‘60 il sito in oggetto è stato sfruttato come cava per l’estrazione dell’argilla utilizzata come materiale ausiliario per la produzione di laterizi nella vicina Fornace. In tale area infatti sono ricorrenti sedimenti di origine fluvio-glaciale (Mindel), caratterizzati in particolare dalla presenza nel sottosuolo di potenti spessori di sedimenti argillosi. Attualmente la cava è ricoperta da uno strato di spessore approssimativamente metrico di fanghi biodegradabili derivanti da fanghi di perforazione. Quest’ultimi sono stati in passato utilizzati, previa autorizzazione regionale, nel processo di produzione di laterizi miscelandoli all’impasto con le argille.

PRESENZA ANTROPICA

La cava si trova a circa 2 km in linea d’aria dal centro di Trezzo sull’Adda. Attualmente in corrispondenza del mappale n° 69 è presente un insediamento nomade permanente.

ACQUE SUPERFICIALI

Dalla Carta Tecnica Regionale (scala 1:10000) si evince che l’idrografia superficiale in prossimità del sito investigato è costituita principalmente da “cavi”. Questi risultano costantemente in secca tranne nel periodo autunnale in concomitanza della stagione delle piogge. In particolare il cavo Settimo scorre da N verso W – SW a pochi metri dalla cava in esame.

ACQUE SOTTERRANEE

Poiché nell’area non sono presenti pozzi o piezometri al momento si utilizzano le informazioni derivanti dal monitoraggio della cava di argilla posta ad un chilometro più a N di quella in esame. Nel sito in corrispondenza dei primi metri di profondità si formano falde sospese la cui causa è riconducibile alla presenza di orizzonti più permeabili sottoposti ad alimentazione idrica direttamente dalla superficie attraverso le precipitazioni meteoriche La soggiacenza della falda idrica nell’area è di circa 50 m.

TERRENI Le analisi eseguite nell’anno 1986 su alcuni campioni di terreno evidenziano una contaminazione diffusa da idrocarburi mentre solo in alcuni campioni si è riscontrata la presenza di metalli

ARIA Non sono state rilevate emissioni fastidiose.

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COMUNE DI VALERA FRATTA (LO) SITO: EX DISCARICA R.S.U. LOCALITÀ CASCINA SACCHELLA

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Si tratta di un’area sita in Comune di Valera Fratta e adibita, negli anni compresi tra il 1976 ed il 1983, a discarica per R.S.U. I rifiuti venivano conferiti sfruttando le lanche abbandonate del fiume Lambro, in origine altimetricamente inferiori al piano campagna circostante per una quota di circa 6-7 m. I rifiuti venivano stoccati direttamente sul terreno, senza alcuna forma di compattazione e protezione, per un quantitativo che nei documenti consultati è stato stimato in modo non univoco tra 200.000 e 500.000 tonnellate (quest’ultimo dato appare sovrastimato) ed uno spessore medio di circa 6-7 m. L’area ha un’estensione di circa 8,5 Ha; la superficie interessata dal conferimento dei rifiuti è pari a circa 7 Ha e risulta oggi complessivamente pianeggiante, allo stesso livello della pianura terrazzata soprastante, ad eccezione di una porzione a sud-est, che si presenta ribassata a causa del mancato riempimento con rifiuti. Il sito – attualmente incolto - è delimitato a sud/sud-ovest dal fiume Lambro meridionale, ad ovest dal cavo Roggiolo, a nord-est da una strada campestre e a sud/sud-est da campi coltivati. La superficie della discarica presenta ampie zone di evidente sofferenza della vegetazione. L’area è stata recentemente (1998) sottoposta a parziali interventi di messa in sicurezza, che hanno riguardato in particolare il rinforzo ed il rimodellamento degli argini, nonché il livellamento della superficie della discarica.

PRESENZA ANTROPICA

Il sito è ubicato a 1.700 m circa dall’abitato di Valera Fratta, in direzione sud-ovest. Le abitazioni più prossime sono rappresentate dalla Cascina Sacchella, posta a circa 500 m a sud-est del sito; l’abitato di Torre d’Arese (PV), in sponda opposta del fiume Lambro, è posto a 300 m circa in linea d’aria. L’area non è recintata né presidiata e risulta liberamente accessibile.

ACQUE SUPERFICIALI

L’area in esame è delimitata su 2 lati dal fiume Lambro e dal cavo Roggiolo. Per fronteggiare fenomeni erosivi dovuti sia al dilavamento delle acque meteoriche scolanti dalla copertura della discarica verso i corsi d’acqua, sia all’azione del fiume Lambro, nel corso del 1998 sono stati effettuati lavori di difesa spondale e formazione di adeguate scarpate. Le analisi eseguite nel 1995 hanno evidenziato: − una modesta qualità delle acque del Fiume Lambro, con variazioni di concentrazione dei

parametri ricercati, tra le posizioni di monte e di valle, di entità limitate e spesso non univoche; − variazioni di concentrazione delle acque del Cavo Roggiolo non significative, tra i campioni

prelevati a monte e quelli a valle, per la maggior parte dei parametri, con modesti incrementi di concentrazione della sola ammoniaca (e parzialmente cloruri).

ACQUE SOTTERRANEE Nel corso del 1995 tecnici incaricati dal Comune di Valera Fratta hanno effettuato indagini idrogeologiche sull’area, dalle quali è risultato che: − la falda più superficiale è posta ad una profondità di circa 7-8 m dal piano campagna,

parzialmente a contatto con la massa dei rifiuti − uno strato limoso-argilloso con permeabilità 10-4 – 10-5 cm/s e spessore di circa 2 m garantirebbe

la separazione tra la falda più superficiale e quella sottostante − sussisterebbe una condizione di interscambio tra prima falda e fiume Lambro, in connessione

con i periodi di magra e di piena del fiume − nella porzione di area più depressa in lato sud-est si è riscontrata l’emergenza della falda freatica;

tale situazione, non è stata accertata nel corso del sopralluogo del 3 ottobre 2002, anche a causa della folta vegetazione presente.

Nell’area e nelle immediate adiacenze sono presenti 5 piezometri profondi da 13 a 20 m, sui quali sono stati effettuati nel 1995 campionamenti di acque di falda. Si sono evidenziati importanti fenomeni di contaminazione delle acque campionate dal piezometro a valle della discarica e fenestrato in prima falda (in particolare per i parametri fenoli, cloruri, COD, TOC, ammoniaca), più modesti negli altri piezometri. L’analisi eseguita sulla qualità dell’acqua prelevata nell’area depressa mostra elevate concentrazioni di sostanze riconducili ad infiltrazioni di percolato dalla discarica (COD, BOD5, cloruri, conducibilità elettrica, ammoniaca e nitriti) nonché di solventi clorurati (cloroformio e tetracloruro di carbonio), che gli estensori degli studi di indagine hanno ritenuto di poter attribuire allo sversamento di inquinanti da fusti e materiali vari rinvenuti sulla medesima area. In riferimento all’impatto qualitativo determinato cessione di sostanze contaminanti (accertata nel corso del 1995 e probabilmente ancora in corso) da parte dell’ammasso di rifiuti verso il sistema idrico, rilevata la funzione normalmente drenante del corso d’acqua principale (F. Lambro) nei confronti della falda più superficiale, a contatto con i rifiuti, si può affermare che lo stesso F. Lambro sia da considerare l’unico bersaglio degli effetti alteranti, anche tramite l’affluente che in esso si scarica immediatamente a valle del percorso confinante con l’ammasso. Nel raggio di 200 m non vi sono pozzi ad uso potabile; il punto di captazione più vicino è posto presso la Cascina Sacchella, a circa 500 m dalla ex discarica, esternamente (in posizione laterale) all’area di influenza del flusso delle acque sotterranee provenienti dal sito.

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

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TERRENI Le stratigrafie realizzate nel 1995 mostrano l’esistenza di uno strato di copertura dei rifiuti costituito da sabbie – sabbie limose, con spessori variabili da 0,10 a 2 m circa, uno spessore di rifiuti di circa 6-7 m e sottostanti livelli sabbiosi e sabbioso-limosi. A 10 m dal piano campagna è presente un livello limoso-argilloso di spessore sino a 2 m. Nel corso dei lavori di impermeabilizzazione e consolidamento degli argini eseguiti nel 1998, è stata effettuata anche una livellazione della superficie dell’area di stoccaggio dei rifiuti, utilizzando i terreni di copertura esistenti in loco, anche se con materiali non particolarmente impermeabili (10-4 cm/s).

ARIA Le ultime indagini disponibili risalgono al 1995 e non hanno evidenziato la presenza di rilevanti emissioni; il biogas monitorato mediante 21 pozzetti ha mostrato cospicue concentrazioni di metano e portate modeste. Le indagini del 1995 mostrano la presenza di metano aerodisperso in concentrazioni superiori, anche se non di molto, alla normale presenza di metano atmosferico in zone rurali. Allo stato attuale, non si segnalano emissioni maleodoranti nel territorio circostante la discarica.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Sono state sinora realizzate le seguenti opere di messa in sicurezza: − difesa spondale con materiale lapideo − risagomatura delle scarpate − impermeabilizzazione di tutto il nuovo argine lungo il fiume Lambro ed il cavo Roggiolo con

strato in argilla (spessore medio 50 cm) e telo bentonitico ricoperto da terra di coltivo, fino al culmine della scarpata

− predisposizione di rete di tubazioni (dalla sommità al piede della scarpata) per il previsto convogliamento nel fiume Lambro delle acque meteoriche provenienti dalla superficie sommitale della discarica

− livellazione della superficie dell’area di stoccaggio dei rifiuti, utilizzando i terreni di copertura esistenti in loco (permeabilità 10-4 cm/s).

In corrispondenza della porzione più depressa in lato sud-est della ex-discarica non risulta siano stati effettuati interventi di risagomatura e livellamento. Nella stessa area, nel corso del sopralluogo sono stati rinvenuti cumuli di letame presumibilmente proveniente da lettiera e tracce evidenti della combustione di rifiuti. Le indagini del 1995 hanno evidenziato – tramite gli stessi pozzetti realizzati per il monitoraggio del biogas - la presenza di percolato caratterizzato da un sensibile contenuto di sostanza organica, cloruri, ammoniaca, zinco, piombo e – in misura minore – mercurio. Le indagini radiometriche non hanno evidenziato rischi connessi alla presenza di isotopi radioattivi.

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COMUNE DI ZANICA (BG) SITO: CAVA – DISCARICA CUTTER, LOC. C.NA CUCCO

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

L’area è ubicata all’estremo nord-est del territorio di Zanica a circa 2 Km dal centro abitato e ad un Km da quello di Grassobbio. La cascina Cucco è posta a 250 metri a nord-ovest dell’area. Il sito è posto al confine tra i comuni di Orio al Serio e Grassobbio ed il perimetro nord ed est sono rispettivamente definiti dalla strada di collegamento Zanica - Grassobbio-Areoporto di Orio al Serio e dalla strada Orio al Serio- Zanica Loc. Padergnone. Le due vie delimitano i confini di Zanica con Orio al Serio, lato nord, e Grassobbio, lato est. e ne separano le attigue aree industriali di recente sviluppo.

PRESENZA ANTROPICA

Presenza di insediamenti produttivi e commerciali insediati nei territori comunali di Grassobbio e di Orio al Serio. Vie di comunicazione ad elevata frequentazione.

ACQUE SUPERFICIALI

Decorre, parallelamente alla strada Orio al Serio-Zanica/Padergnone, una roggia che non risulta coinvolta da rilasci del materiale presente nel sito.

ACQUE SOTTERRANEE

E’ segnalata la presenza di una falda sospesa, saltuariamente alimentata, posta a circa 20 metri di profondità e in collegamento con la falda sfruttata dai pozzi posta alla profondità di circa 50 metri dal p.c. (Relazione geologica prof. Marchetti – Pavia, 1987). Non risulta disponibile uno studio appropriato sull’eventuale contaminazione della falda sfruttata dai pozzi che sono utilizzati dalle attività industriali attigue, poste nel comune di Grassobbio, che si trovano a valle del sito in senso idrogeologico. Il sottosuolo risulta costituito da sedimenti grossolani con locali arricchimenti in matrice fine (ghiaie-conglomerati, con presenza di sabbie e limi). Esiste documentazione relativa all’inquinamento del pozzo della ditta ERCA spa in Grassobbio, dove sono segnalate acque di falda, attinta da oltre 50 metri di profondità, in cui sono state evidenziate colorazioni violacee, COD, Solfati, Cloruri in concentrazioni superiori rispetto ai valori medi riscontrati in altri pozzi della zona. Tuttavia, sopralluoghi eseguiti dai Vigili di Grassobbio e dal PMIP di Bergamo, non hanno riscontrato rapporti di causa-effetto con il sito in oggetto.

TERRENI La depressione del sito è stata ricavata, in passato, dall’ escavazione di ghiaia. L’avvallamento utilizzato per lo sversamento di “melme acide” e bidoni contenenti rifiuti di cui non è stata rintracciata documentazione analitica, costituisce una depressione di metri 30 x 50 compresa in un’area più ampia già colmata da RSU e riprofilata con terreno di riporto, che è stata destinata ad uso agricolo. Dati analitici desunti dal certificato d’analisi prodotto dall’L.P.I.P. della Provincia di Bergamo nel 1979, fanno ritenere che le melme fossero costituite da peci bituminose.

ARIA Non è stata rintracciata documentazione relativa a segnalazione di molestie olfattive.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Nel sito sono stati realizzati 3 sondaggi geognostici alla profondità di 20 metri dal p.c. che confermano la presenza di una litologia ad elevata permeabilità, sopra descritta. Non è stata riscontrata presenza di falde sospese ben alimentate. Sono state rintracciate melme sino a profondità di 7- 9 metri dal p.c.. Dati analitici relativi alle melme, effettuati nel 1985 dalla Ditta Ecodeco, hanno accertato la presenza di cromo (non precisato se III o VI)36,7 ppm, Cd 2,76ppm, Ni 35,3 ppm, Pb 551 ppm, Cu 77,2 ppm, Zn 1000 ppm.

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COMUNE DI ZIBIDO SAN GIACOMO (MI) SITO: EX CAVA CENTO PERTICHE

BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO

Il sito oggetto dell’intervento è posto nel Comune di Zibido San Giacomo in località Cascina Cento Pertiche, su un’area di 11000 mq. di estensione. Si tratta di un’area di cava per l’estrazione di materiali ghiaiosi, successivamente utilizzata come discarica di rifiuti di origine industriale (in quantità rilevante scarti di cartiera), rifiuti solidi urbani e inerti, per un volume complessivo di riempimento pari a ca. 70000 mc. E’ stata accertata in particolare la presenza di metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio, alluminio, nichel)

PRESENZA ANTROPICA

Il paese in cui è ubicata l’area conta circa 4000 abitanti; l’area, classificata dal P.R.G. vigente come zona ad uso agricolo, confina a sud con un’area industriale, a est è servita dall’autostrada MI-GE, a sud dalla strada provinciale che attraversa il Comune e lo collega a Prezzano sul Naviglio. Nell’intorno dell’area sono inoltre presenti alcune case agricole ed il centro abitato è a circa 600 m.

ACQUE SUPERFICIALI

L’area dell’ex cava Cento Pertiche è caratterizzata dalla presenza di fontanili e cavi stagionali che si formano con l’aumento delle precipitazioni. Sul confine a ovest dell’area è presente la testa del fontanile Codenazza, a sud corre sul confine dell’area sia il fontanile Codenazza che il cavo Moirago, a nord si trova un laghetto per la pesca sportiva.

ACQUE SOTTERRANEE

Presso l’area sono stati realizzati n.3 piezometri, mentre a valle viene utilizzato come pozzo spia un pozzo pubblico in via Pascoli; la soggiacenza e di 1:2 metri dal piano campagna e la direzione di deflusso principale della falda è NW-SE con gradiente idraulico inferiore allo 0.2%; le fluttuazioni piezometriche stagionali risultano dell’ordine di 50-60 cm

TERRENI Le stratigrafie dei piezometri realizzati nell’area indicano la presenza, fino ad una profondità di 15-17 m, di terreni incoerenti, sabbiosi, sabbiosi ghiaiosi e ghiaiosi, con una locale intercalazione argillosa-limosa di esiguo spessore (1 m.) a profondità variabile da 10 m. a 13 m.

ARIA L’area non è causa di emissione di odori molesti in alcuna condizione climatica stagionale.

CONDIZIONI STRUTTURALI

Il sito risulta in parte recintato verso la strada e ciò permette ancora oggi il deposito non controllato di rifiuti.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1152 –

[BUR2004012]D.c.r. 17 febbraio 2004 - n. VII/961Programma pluriennale 2004/2006 ai sensi dell’art. 22della l.r. 14 dicembre 1985, n. 81 «Norme in materia dibiblioteche ed archivi di enti locali o di interesse locale»Presidenza del Presidente Fontana

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIAVista la l.r. 14 dicembre 1985, n. 81 «Norme in materia di

biblioteche ed archivi storici di enti locali o di interesse lo-cale»;

Premesso che il terzo comma dell’art. 22 della succitata leg-ge regionale demanda al Consiglio regionale l’approvazionedel Programma pluriennale relativo allo sviluppo dei sistemibibliotecari e delle biblioteche di enti locali, nonche delle bi-blioteche di interesse locale e degli archivi storici di pertinen-za degli enti locali;

Richiamati:– il Programma Regionale di Sviluppo, approvato con

d.c.r. 10 ottobre 2000, n. VII/39, ed in particolare l’obiettivospecifico 4.1.4 «Sviluppo, riqualificazione e coordinamentodelle reti e dei sistemi bibliotecari e museali, ed elaborazionidi linee guida, di standard e di modelli innovativi di ge-stione»;

– il DPEFR 2004/2006 contenente l’obiettivo specifico ag-giornato 4.1.4 «Sviluppo e qualificazione dei sistemi bibliote-cari, dei sistemi museali e integrazione dei servizi culturali»;

Vista la proposta della Giunta regionale approvata con deli-berazione n. 7/15940 del 30 dicembre 2003;

Ritenuto che il predetto programma e stato formulato inconformita al combinato disposto degli artt. 22 e 23 della suc-citata l.r. 81/85;

Sentita la relazione della VII Commissione consiliare «Cul-tura, Formazione professionale, Commercio, Sport e Infor-mazione»;

Con votazione palese, per alzata di mano:

Delibera1) di approvare il Programma regionale pluriennale

2004/2006 di cui all’allegato A che fa parte integrante dellapresente deliberazione;

2) di far riferimento per i finanziamenti di cui alle lett. b)e c) dell’art. 22 della l.r. n. 81/85 alle previsioni finanziarie delbilancio pluriennale 2004/2006 rimandando l’individuazioneeffettiva delle disponibilita finanziarie dei singoli anni aquanto finanziariamente previsto nei corrispondenti singolibilanci annuali.

Il presidente: Attilio FontanaI consiglieri segretari:

Luciano Valaguzza – Giuseppe AdamoliIl segretario dell’assemblea consiliare:

Maria Emilia Paltrinieri——— • ———ALLEGATO A

PROGRAMMA PLURIENNALE REGIONALE 2004-2006

PremessaCome previsto dall’art. 4, lettera c) della l.r. 81/85, la Regio-

ne e tenuta a formulare e approvare il Programma regionalepluriennale e successivamente il piano annuale di attuazione.Il presente Programma, in un’ottica di continuita con i prece-denti programmi, si pone l’obiettivo di potenziare e consoli-dare i risultati conseguiti dalla rete bibliotecaria lombarda,di facilitare e favorire l’accesso di tutti i cittadini alle risorsedocumentarie della biblioteca e di promuovere l’offerta dinuovi servizi in sintonia con i bisogni informativi della socie-ta contemporanea.

La Regione, soggetto coordinatore dell’organizzazione bi-bliotecaria – in una logica di sussidiarieta e di collaborazionecon tutti i soggetti coinvolti – incentiva e promuove tutte leattivita finalizzate allo sviluppo della pubblica lettura e all’ac-cesso all’informazione. Per conseguire questo risultato, ispirala propria azione ai principi enunciati dal Manifesto UNESCOsulle biblioteche pubbliche (1) e recepisce le indicazioni di or-ganismi nazionali e internazionali preposti ad emanare lineeguida per il funzionamento degli istituti bibliotecari quali, adesempio, l’IFLA (International Federation of Library Associa-tions and Institutions).

L’iniziativa regionale, considerata nel suo insieme, si pre-

figge – come previsto dalla normativa in materia – di perse-guire i seguenti risultati:

– attuazione di una rete integrata regionale di strutture edi servizi bibliotecari e documentari;

– coordinamento dei servizi bibliotecari con le altre istitu-zioni culturali, pubbliche e private, operanti sul territoriocon particolare riferimento alle risorse bibliografiche,professionali e tecniche;

– acquisizione, conservazione, tutela, valorizzazione e pub-blica fruizione dei beni librari e documentari;

– realizzazione di sistemi informativi coordinati che favo-riscano la conoscenza e l’utilizzazione dei beni librari edocumentari esistenti nel territorio regionale;

– promozione di attivita culturali correlate con i beni libra-ri e documentari, con la loro conoscenza e valorizzazionee con le finalita proprie delle istituzioni bibliotecarie.

L’analisi dei dati al 2002, evidenzia che la rete delle biblio-teche lombarde e matura per elaborare, realizzare e gestirespecifici progetti finalizzati all’attivazione di servizi innovatividi qualita a favore della pubblica lettura, della documentazio-ne tradizionale e in rete, della conservazione, valorizzazionee tutela del patrimonio librario e documentario, del migliora-mento e potenziamento delle attivita bibliografico-informati-ve per i cittadini e per l’educazione permanente.

Gli obiettivi del precedente Programma pluriennale 2001-2003 sono stati conseguiti e, in alcune province, persino supe-rati. In particolare, la riorganizzazione dei sistemi biblioteca-ri e quasi conclusa: rimangono da definire alcune realta che,ragionevolmente, saranno istituzionalizzate a breve.

Le province dispongono di centri di catalogazione centra-lizzata (tranne Milano e Sondrio dove i centri sono sistemici)e hanno attivato il servizio di prestito interbibliotecario. L’in-dicatore dei prestiti – uno degli strumenti fondamentali perla misurazione del servizio di pubblica lettura – registra l’in-cremento dell’11% (1292 prestiti ogni 1000 abitanti) e, per-tanto, puo essere considerato soddisfacente.

Significativi investimenti regionali per l’ammodernamentoe la costruzione di nuove sedi e per le reti e le attrezzatureinformatiche hanno consentito di potenziare e differenziare iservizi erogati dalle biblioteche pubbliche.

Accanto alla pubblica lettura, che resta comunque la com-ponente centrale della mission, l’organizzazione bibliotecarialombarda garantisce ai cittadini una gamma ampia di propo-ste, tra le quali la possibilita di accesso alle risorse informati-ve in rete. Le statistiche del 2002 rilevano che le bibliotechecomunali della nostra Regione prestano oltre 11 milioni didocumenti al pubblico, con una presenza stimata di oltre 20milioni di lettori-utenti. Questi dati testimoniano la vitalitadel sistema delle biblioteche pubbliche che sono capillarmen-te diffuse e radicate nel territorio e dispongono di modalitaorganizzative e operative consolidate. La pubblica lettura,servizio fondamentale alla persona, e rivolto a tutte le comu-nita, specialmente a quelle minori, dove la biblioteca rappre-senta il fondamentale luogo di aggregazione culturale e socia-le, nonche un efficace veicolo e soggetto attivo per le moltepli-ci iniziative promosse a livello locale. Inoltre, in molti comu-ni, essa costituisce l’unica possibilita di alfabetizzazione in-formatica e di accesso pubblico presidiato alle risorse infor-mative di Internet.

Il lavoro a favore della collettivita e a supporto delle scuoledi ogni ordine e grado, e assicurato da migliaia di addetti qua-lificati, ma anche da volontari e obiettori. Per meglio focaliz-zare la consistenza della rete delle biblioteche comunali lom-barde, anche sotto il profilo dei numeri, e opportuno ricorda-re che ne fanno parte circa 1300 istituti che servono la quasitotalita della popolazione (2).

Gli operatori retribuiti sono 2.652, gli obiettori di coscienzae i volontari circa 1.500. Il bilancio annuale complessivo dellebiblioteche di cui sopra e pari a oltre 100 milioni di euro.

(1) Il testo aggiornato del Manifesto per le biblioteche pubbliche estato formalmente approvato nel novembre 1994 nel corso del Consi-glio intergovernativo del Programma UNESCO per l’informazionegenerale e diffuso dall’IFLA (International Federation of Library Asso-ciations and Institutions). Tale testo e pubblicato nel sito www.lom-bardiacultura.it nella sezione «Biblioteche e archivi».(2) Ai comuni dotati di una struttura bibliotecaria vanno sommati

anche i piccoli comuni che, pur non disponendo di una biblioteca,sono tuttavia associati in sistema bibliotecario ed usufruiscono per-cio del prestito interbibliotecario.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1153 –

Questi numeri testimoniano il consenso che riscuote la retedella pubblica lettura lombarda e il sostegno dei cittadini sol-lecita i comuni ad incrementare, ogni anno, l’impegno finan-ziario a favore di questo servizio. Le biblioteche comunali –da almeno due decenni e prime fra le istituzioni culturali –hanno fatto ricorso all’informatica sia per l’organizzazionedel lavoro, sia per l’erogazione dei servizi. Di conseguenzaquesto ha consentito di migliorare l’offerta e di ottimizzare lerisorse disponibili. Quasi tutte le biblioteche pubbliche sonodotate di computer a disposizione dell’utenza per consultarebanche dati, cataloghi e accedere a Internet. La cooperazionee la centralizzazione dei servizi – da sempre incentivati e pro-mossi dalla programmazione regionale – sono il cardine del-l’organizzazione bibliotecaria lombarda. L’adozione e la pro-posta degli standard internazionali in campo biblioteconomi-co e informatico ha favorito lo sviluppo del servizio. Partico-lare attenzione e stata riservata alla catalogazione che e rego-lamentata da normative internazionali di descrizione di ognitipo di documento (cartaceo e non) (3), nonche da norme ri-guardanti le intestazioni (voci d’accesso) di catalogo e le mo-dalita di ricerca (4).

Inoltre per l’interconnessione tra sistemi di gestione auto-matizzata di biblioteca e basi dati bibliografiche e documen-tarie, sono ormai diffusi standard internazionali per lo scam-bio delle informazioni (5) e per la condivisione interattiva didati e servizi (6). Infine, anche sul piano informatico e delletelecomunicazioni, i sistemi informativi e le reti delle biblio-teche sono attestati su standard di mercato sia per l’intercon-nessione che per la fornitura di dati su reti Internet/Intranet.

E indispensabile proporsi obiettivi innovativi e sempre piuavanzati per consolidare l’esistente, conseguire altri risultatie assicurare una gestione dei servizi bibliotecari secondo cri-teri di qualita, efficacia, efficienza, e massima economicita.In altre parole e prioritario incentivare ancora di piu la coo-perazione per la gestione condivisa dei servizi, delle risorseinformative, documentarie (fisiche/virtuali) e professionali,specialmente per quanto riguarda il personale specializzato.

Attenzione particolare deve essere rivolta a determinate fa-sce d’utenza quali: anziani, ragazzi e portatori di handicap,anche attraverso l’attivazione di specifici programmi di alfa-betizzazione tecnologica, con attenzione alla multiculturalita.Inoltre, poiche le biblioteche costituiscono l’infrastrutturaculturale piu diffusa sul territorio e rappresentano un impor-tante e talvolta l’unico veicolo di promozione, recupero e va-lorizzazione delle tradizioni, della memoria e delle identitalocali, e opportuno prevedere, nei programmi e nei piani at-tuativi dei soggetti coinvolti, interventi mirati allo sviluppo eal potenziamento delle sezioni di storia locale.

Una nuova metodologia di lavoroQuesto Programma vuole confermare i metodi innovativi

di lavoro avviati con il triennio 2001-2003 che hanno consen-tito di raggiungere i risultati di cui sopra. La Regione Lom-bardia, individua nei sistemi bibliotecari lo strumento princi-pale attraverso il quale realizzare la propria programmazionein materia. Alle province e ai sistemi sono richiesti progettimirati al conseguimento degli obiettivi piu avanti specificati.Pertanto i contributi regionali saranno garantiti – nel triennio2004-2006 – solo alle strutture sistemiche capaci di «lavorareper progetti». Va da se che non si richiede la progettualizza-zione dei normali servizi istituzionali, ma il potenziamento eil miglioramento delle attivita che rientrano negli obiettivi,attraverso azioni programmate e coordinate a livello sistemi-co nonche definite nel tempo e verificabili.

La precedente programmazione regionale ha privilegiato losviluppo uniforme e costante dell’organizzazione biblioteca-ria lombarda e gli obiettivi acquisiti consentono di ritenere ilservizio di pubblica lettura una realta ragionevolmente con-solidata in gran parte del territorio. Muovendo da questa ri-flessione, Regione Lombardia ritiene che sia opportuno pro-porre la possibilita di individuare obiettivi specifici e persona-lizzati per ogni provincia e/o per singole realta territoriali.Pertanto, i programmi provinciali – nell’ambito degli obiettiviindicati dal presente Programma – devono prevedere appositiprogetti finalizzati alla soluzione di eventuali criticita presen-ti nel territorio di competenza, all’avvio di nuovi servizi e/oal consolidamento di quelli gia attivati. Gli obiettivi possonoessere uniformi per tutto il territorio provinciale, oppure stu-diati ad hoc per ogni singolo sistema bibliotecario.

Ne deriva che le risorse regionali sono utilizzabili per ilconseguimento anche di un solo obiettivo da attuarsi in tutto

il territorio di competenza o limitato a una parte di esso. Siricorda che, in una logica di sussidiarieta, il cofinanziamentoassume una rilevanza fondamentale: i soggetti beneficiari de-vono prevedere un apporto finanziario proprio (sono quindiesclusi gli eventuali contributi provinciali) pari almeno al50% del progetto.

Infine, si invita – per interventi di ampio respiro – a nonfare affidamento esclusivamente sulle risorse previste dal pre-sente Programma ma, in una logica di fattiva collaborazionetra i soggetti coinvolti, a ricorrere ad altre fonti di finanzia-mento, quali quelle derivanti da altre leggi regionali, comuni-tarie, o da apporti di privati.

Interventi per l’attivita e lo sviluppo dei sistemi bibliote-cari locali e delle biblioteche di enti locali: funzioni dele-gate

Consolidamento della nuova rete sistemicaFin dai primordi l’azione regionale ha individuato i sistemi

bibliotecari come lo strumento cooperativo capace di consen-tire apprezzabili economie di scala nella gestione dei servizie di migliorare in modo strutturale la qualita degli stessi. Perquesta ragione il precedente Programma pluriennale regiona-le 2001-2003 (deliberazione del Consiglio regionale 13 marzo2001 n. VII/206) prevedeva, tra i suoi obiettivi, la riorganizza-zione dei sistemi bibliotecari locali. Tutte le province hannorecepito e condiviso la necessita di procedere a una nuovadefinizione degli ambiti territoriali, al fine di creare aree diservizio piu ampie, finalizzate alla razionalizzazione dellaspesa e al potenziamento quantitativo e qualitativo dei serviziofferti. Sono stati individuati nuovi bacini di utenza per i si-stemi bibliotecari, formalizzate e attivate inedite strutture piufunzionali rispetto al passato, soprattutto per quanto riguar-da la condivisione delle risorse umane, finanziarie e dei servi-zi centralizzati in genere.

A questi nuovi organismi hanno aderito, a differenza delpassato, non solo biblioteche di enti locali ma anche istitutidi «altra titolarita»: scuole, associazioni private, enti ecclesia-stici ecc. Questo conferma l’efficacia della proposta regionaleche, e utile ribadirlo, oltre a promuovere la cooperazione, in-dividua nella sussidiarieta e nella condivisione delle risorse lostrumento capace di offrire risposte adeguate a una domandasempre piu crescente e sofisticata.

E appena il caso di rammentare che gli artt. 4 e 8 della l.r.81/85, stabiliscono che «la Regione definisce l’ordinamento deisistemi bibliotecari locali e ne approva l’istituzione» e ancora«l’istituzione del sistema e sottoposta ad autorizzazione dellaGiunta regionale da adottarsi su richiesta degli enti locali inte-ressati e previo parere della Provincia competente per territo-rio».

Sulla base dei documenti di programmazione provinciali, isistemi intercomunali sono stati ridotti da 79 a 42, mentre isistemi bibliotecari urbani previsti sono 4, come evidenziatodalla seguente tabella:

N. sistemiN. sistemi bibliotecari SistemibibliotecariProvincia intercomunali bibliotecariprima della dopo la urbaniriorganizzazione riorganizzazione

BERGAMO 13 5 1BRESCIA 9 7 1COMO 8 4CREMONA 4 2LECCO 3 3LODI 1 1MANTOVA 6 3MILANO 17 6 1PAVIA 5 3SONDRIO 5 3VARESE 8 5 1TOTALE 79 42 4

(3) ISBD: International Standard Bibliographic Description.(4) RICA: Regole Italiane di Catalogazione per Autori; Soggettario

Italiano; Classificazione Decimale Dewey.(5) UNIMARC: Universal Machine Readable Catalogue.(6) ANSI Z39.50

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1154 –

Solo 13 sistemi bibliotecari preesistenti sono stati ritenutiadeguati alla nuova programmazione e ben 28 sono quelli dinuova istituzione. Sono in itinere le pratiche per il formalericonoscimento degli ultimi 5 sistemi bibliotecari intercomu-nali: Valle Seriana e Area Ovest (BG); Sud Ovest e Brianza(MI) e Valtellina (SO).Rinnovamento qualitativo e incremento del patrimonio li-brario e documentario

Il trend positivo riguardante le nuove accessioni, ormaiconsolidato da anni, viene confermato anche dagli ultimi datidisponibili relativi al 2002: la media regionale, infatti, e paria 124 documenti ogni 1000 abitanti (contro 122 del 2001). Perquanto riguarda il patrimonio posseduto, e stato raggiunto lostandard individuato dalla Regione di 2 volumi per abitante(nel 2002 il rapporto volumi abitanti e pari a 2,32) e in alcuneprovince (Bergamo, Como, Cremona, Mantova e Sondrio) estato superato quello stabilito dall’International Federation ofLibrary Associations and Institutions di 3 volumi per abitante.Nel passato, il 50% del contributo regionale e stato costante-mente riservato all’incremento e al rinnovamento del patri-monio. In particolare, con il Programma 2001-2003, si e volu-to incentivare la revisione delle raccolte: le biblioteche singolee associate hanno beneficiato della contribuzione regionale aseguito della predisposizione di adeguati progetti di «scarto».

Questo ha dato luogo ad apprezzabili interventi di rinnova-mento del patrimonio (oltre 300.000 documenti scartati nel2002) senza, tuttavia, registrare una diminuzione quantitativache al contrario, rispetto al 2001, aumenta grazie alle nuoveaccessioni (oltre un milione di nuovi documenti).

Il conseguimento e il superamento dell’obiettivo di 2 volu-mi per abitante e un importante successo, reso possibile dallaprogrammazione regionale a sostegno delle nuove acquisizio-ni. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il rapporto volumi/abitanti ha una valenza relativa e soprattutto non e un indica-tore che certifica la buona qualita del patrimonio posseduto.Dopo avere perseguito e acquisito il traguardo dell’incremen-to dei documenti e opportuno, in questa fase, porsi la finalitanon solo di rafforzare i risultati ma, anche e soprattutto, dimigliorare la qualita del patrimonio documentario cosı comeillustrato piu avanti negli Obiettivi e indirizzi. L’offerta di no-vita editoriali costantemente aggiornate e rispondenti alla do-manda dell’utenza, insieme alla proposta di servizi di qualita,sono gli strumenti che – oltre a svolgere una vitale funzionedi volano per tutte le attivita bibliotecarie – contribuiscono apromuove la crescita di uno degli indicatori fondamentali delservizio di pubblica lettura: i prestiti a domicilio che nel 2002sono stati pari a 11.264.000 con un significativo incrementodi oltre un milione di unita. Questo risultato e stato reso pos-sibile, oltre che dalla citata qualita dell’offerta, anche dallafunzionale pianificazione dei servizi sul territorio. Infatti, l’in-terprestito – che richiede strutture organizzative complesse,puntuali ed efficienti – ha avuto negli ultimi anni uno svilup-po consistente che testimonia il consenso degli utenti. In par-ticolare, nell’anno appena trascorso, oltre un milione di docu-menti sono stati prestati tramite il ricorso a questo servizio.

I dati quantitativi del 2002 relativi al patrimonio possedutodalle biblioteche comunali lombarde sono i seguenti:

stampati materiali materialifondo antico manoscrittifondo moderno grafici multimediali

18.743.946 1.320.424 116.793 1.173.219 696.462

I grafici che seguono descrivono lo sviluppo del servizio dipubblica lettura in Lombardia dal 1992 al 2002, relativamen-te alle accessioni, ai prestiti e al fondo moderno posseduto.

Integrazione e coordinamento dei servizi centralizzatiLa centralizzazione e il coordinamento di attivita quali la

catalogazione, il prestito interbibliotecario e gli acquisti, han-no consentito, come ricordato sopra, di razionalizzare la spe-sa con notevoli economie di scala. Sono state avviate formedi collaborazione, anche interprovinciale, e altre sono in fase

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di studio con lo scopo di eliminare dalle biblioteche e dai si-stemi bibliotecari tutte le funzioni ripetitive e costose.

Le politiche a favore delle gestioni associate nel settore del-l’integrazione e dell’attivazione dei servizi centralizzati, pro-mosse dalla programmazione regionale hanno conseguito ilrisultato di attivare centri catalografici in nove province chedispongono, inoltre, di una rete geografica territoriale di bi-blioteche collegate tra loro con appropriati strumenti infor-matici. Le province hanno incentivato lo sviluppo dei centridi catalogazione anche con il ricorso alla collaborazione, inte-grazione e interazione tra quelle che dispongono di organiz-zazione e s/w compatibili. In particolare hanno ridisegnato lastruttura informatica, si sono orientate verso scelte e modelliorganizzativi consolidati, gia presenti e funzionanti sul terri-torio, cosı come previsto dal Programma regionale plurienna-le 2001-2003.

La possibilita offerta ai cittadini di consultare i cataloghivia web e un servizio che presto sara esteso a tutto il territorioregionale. Al momento, esso e attivo nelle province di Brescia,Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese e neisistemi bibliotecari della provincia di Milano. Quest’ultima, acausa della peculiarita della propria organizzazione bibliote-caria, dell’alta densita abitativa e per ragioni storiche, nondispone di un centro provinciale ma di piu centri catalograficia livello sistemico che rendono complessa l’attivazione di uncatalogo centralizzato e consultabile via web.

Obiettivi e indirizzi per il triennio 2004-2006

1) Consolidamento della rete sistemicaI sistemi bibliotecari locali, urbani e intercomunali, costi-

tuiscono lo strumento attraverso il quale i comuni, le provin-ce e la Regione promuovono e attuano la cooperazione biblio-tecaria. Essi rappresentano il cardine di tutta l’organizzazio-ne dei servizi di pubblica lettura della Regione Lombardia.

Per consolidare i risultati conseguiti e indispensabile chetutti i sistemi bibliotecari si dotino di apposito personale, inprimo luogo, del coordinatore, che dovra possedere soprat-tutto competenze gestionali e relazionali oltre che specificheconoscenze nel settore dell’organizzazione della pubblica let-tura, con particolare riferimento alla gestione dei servizi con-nessi alla multimedialita, alle tecnologie informatiche e allereti in genere.

Gli addetti al sistema (coordinatore, operatori ecc.) e i rela-tivi compiti devono essere previsti e specificati nella conven-zione. Il personale puo essere reclutato facendo ricorso a tut-te le opportunita offerte dalla normativa vigente: inquadra-mento in ruolo a tempo indeterminato, prestazione professio-nale ecc. Si ricorda che la continuita e uno degli elementistrutturali che garantiscono l’efficacia del servizio di pubblicalettura. In questa ottica, l’eventuale assunzione a tempo deter-minato del coordinatore deve essere intesa come una fasetransitoria nella prospettiva di dotarsi di personale di ruolo.E utile sottolineare che i sistemi bibliotecari maggiormenteefficienti sono quelli che dispongono di operatori a tempo in-determinato.

Per quanto riguarda gli eventuali coordinatori assunti conincarico a tempo determinato, al fine di garantire l’indispen-sabile stabilita alle attivita del sistema, e opportuno che ilcontratto di lavoro non sia inferiore a tre anni. Le provincepossono supportare l’eventuale assunzione servendosi del fi-nanziamento regionale per le funzioni delegate e sara compi-to dei competenti uffici provinciali individuare la durata delfinanziamento stesso e il relativo importo. Si ricorda che que-st’ultimo non puo, in ogni caso, essere superiore al 50% delcosto del personale. La quota non coperta dal contributo re-gionale e a carico del bilancio del sistema.

Si ribadisce il principio che la biblioteca e il sistema biblio-tecario devono essere affidati alla responsabilita di operatoriin possesso rispettivamente del profilo di «bibliotecario» e di«direttore di sistema bibliotecario» (vedi punto 4) e che que-st’ultimo, di norma, non deve svolgere anche le funzioni didirettore di biblioteca.

La programmazione regionale prevede che il bacino di u-tenza dei sistemi intercomunali non sia inferiore a 150.000abitanti (escluse le aree con particolari specificita geografichee demografiche) e che nei territori a forte densita abitativa(ad esempio in alcune aree della provincia di Milano) la popo-lazione servita sia di almeno 300.000 abitanti. I comuni asso-ciati sono tenuti a garantire al sistema bibliotecario una quo-ta annuale di partecipazione (oltre alle eventuali quote straor-

dinarie) che deve essere individuata dai competenti organi-smi di gestione, in base a parametri oggettivi (popolazione,servizi erogati ecc.).

Alla luce delle nuove tecnologie, delle mutate e piu raziona-li modalita organizzative dei servizi e del consistente sviluppodi molteplici realta bibliotecarie, e compito del sistema bi-bliotecario nel suo insieme, mettere a disposizione dei cittadi-ni tutte le risorse bibliografiche-informative disponibili pre-senti nel territorio. Si rammenta che le biblioteche comunalinon associate non fanno parte della rete bibliotecaria regio-nale con le ricadute negative che questo comporta.

Le Province sono tenute ad individuare, nel loro Program-ma triennale, le biblioteche significative che svolgono un con-sistente e reale lavoro di supporto alle attivita del sistema bi-bliotecario. Possono fare parte di questa tipologia, gli istitutiche rispondono ai seguenti requisiti:

– non meno di 15.000 volumi;– almeno 25 ore di apertura settimanale;– personale qualificato retribuito;– biblioteche dotate di fondi documentari unici e di pregio

che – a prescindere dai requisiti sopra specificati – garantisco-no un effettivo e documentato servizio nel territorio di com-petenza.

Si ricorda che i sistemi bibliotecari sono istituzioni apertealla partecipazione di ogni altra biblioteca, archivio storico enucleo documentario, pubblico o privato, operanti sul pro-prio territorio. E quindi compito dei sistemi bibliotecari, in-centivare e favorire l’integrazione dei servizi e di tutte le risor-se documentarie presenti nell’area di competenza. A tale sco-po, le province e i sistemi devono promuovere, attraverso ap-posite convenzioni (7), rapporti di collaborazione con i titola-ri delle strutture operanti nel settore dell’informazione e dellapubblica lettura.

Si riportano di seguito i principali compiti dei sistemi bi-bliotecari:

– coordinare i programmi delle biblioteche associate;– coordinare gli acquisti del materiale librario e documen-

tario attraverso forme di acquisto centralizzate;– curare la formazione dei cataloghi collettivi e la predi-

sposizione dei sistemi informativi coordinati. Qualoraqueste attivita siano gestite a livello provinciale, il siste-ma bibliotecario deve collaborare con la provincia di ap-partenenza;

– organizzare e gestire il prestito interbibliotecario. Nellerealta dove questo servizio e gestito direttamente dallaprovincia, e compito del sistema bibliotecario cooperarecon la stessa;

– fornire la consulenza biblioteconomica e l’informazionebibliografica;

– rilevare i dati statistici per la conoscenza e la valutazionedello stato delle strutture, dei servizi e dell’utenza, secon-do le indicazioni e le modalita operative stabilite dallaRegione;

– promuovere e coordinare le attivita culturali correlatealle funzioni proprie delle biblioteche di diffusione dellalettura e dell’informazione, del libro e del documento;

– collaborare con strutture e servizi sociali e culturali, conparticolare riguardo alla scuola;

– predisporre e gestire i servizi amministrativi comuni odi carattere generale per le biblioteche e gli altri istitutiassociati al sistema.

2) Rinnovamento qualitativo e incremento del patrimoniodocumentario

Una quota significativa dei prestiti a domicilio e effettuatafacendo ricorso a una percentuale limitata dei documenti, disolito le novita librarie. Questo significa che parte dei mate-riali posseduti non viene mai richiesta dai lettori. Inoltre spe-cifici interventi di monitoraggio realizzati in alcuni sistemi,hanno evidenziato che, talvolta, anche una quota significativadelle nuove accessioni non e richiesta dal pubblico. Ne conse-gue che la dotazione delle biblioteche pubbliche lombardenecessita di essere permanentemente rinnovata con nuoviacquisti capaci di intercettare i bisogni informativi dei citta-dini e con la pratica continua dello «scarto». Questa attivita,

(7) E in fase di elaborazione una proposta di «Convenzione tipo»per l’adesione ai sistemi bibliotecari di istituti di altra titolarita.

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nel passato, e stata spesso trascurata anche per resistenze«culturali» da parte degli operatori. Con interventi sistematicidi revisione del patrimonio si evita di accumulare documentiobsoleti e inutilizzati con importanti economie in termini dispazio e di risorse gestionali.

Questo Programma pluriennale intende promuovere unprocesso virtuoso finalizzato a una incisiva e consistente azio-ne di svecchiamento dei patrimoni librari e documentari eincentivare, con particolare attenzione alla qualita e alla do-manda dell’utenza, l’acquisizione di nuovi documenti. Per ilconseguimento di questo obiettivo i sistemi devono elaboraree presentare alle province:

a) Progetti annuali e/o pluriennali di rinnovamento delpatrimonio documentario. Contestualmente a questi ultimi,i sistemi interessati, presentano un programma di nuovi ac-quisti che, per valore e quantita, non deve essere inferiorea quello dei documenti da scartare. All’entrata in vigore delpresente Programma regionale, le province si attivano per ri-chiedere ai sistemi i progetti di cui sopra e per individuare icriteri di valutazione e le opportune modalita di controllo edi verifica sulla realizzazione degli stessi.

b) Progetti riservati all’incremento e riqualificazione dispecifiche tipologie di documenti, in particolare:

– acquisizione di materiali multimediali;– acquisizioni per sezioni dedicate ai portatori di handi-

cap (ad es. non vedenti e ipovedenti);– potenziamento e incremento delle sezioni di storia lo-

cale;– acquisizione di documenti in lingua originale.

I contributi assegnati per le finalita di cui sopra non sonovincolati ai progetti di revisione del patrimonio di cui allaprecedente lettera a).

c) Programmi per attivare presso tutti i sistemi (o le pro-vince) gruppi di lavoro composti da bibliotecari con il compi-to di coordinare e centralizzare le procedure per la revi-sione del patrimonio e per gli acquisti, nonche di valutarela qualita delle accessioni e delle eventuali donazioni. Taligruppi rappresentano uno strumento indispensabile per ga-rantire una adeguata ed esaustiva diversificazione sul territo-rio dell’offerta di documenti e, come esplicitato piu avanti, apartire dal presente Programma, essi diverranno obbligatoriper quelle realta che intendono avvalersi dei contributi regio-nali per l’acquisto di nuovi documenti. Infatti i progetti relati-vi alla revisione del patrimonio e ai nuovi acquisti dovrannoessere realizzati in modo coordinato e centralizzato a livellosistemico.

Si ricorda inoltre che per conseguire una base minima ecostante di nuove accessioni, tutti i soggetti afferenti alla retebibliotecaria lombarda devono fare riferimento ai seguentiindici di tendenza:

– 250 nuove accessioni ogni 1000 abitanti per i comunifino a 20.000 ab.

– per i comuni con popolazione compresa tra 20.000 e100.000 ab., l’indice di tendenza di incremento del patri-monio e cosı composto: 250 nuove accessioni ogni 1000abitanti fino a 20.000 e 50 documenti ogni 1000 ab. perla frazione eccedente i 20.000 ab.

3) Integrazione e coordinamento dei Servizi centralizzatiLa rete bibliotecaria regionale e orientata al raggiungimen-

to di dimensioni ottimali per i servizi centralizzati, con l’o-biettivo di conseguire economie di scala soprattutto nelle fun-zioni piu ripetitive e onerose. In questo senso, i servizi darazionalizzare ulteriormente e in cui perseguire il massimolivello di integrazione, adeguamento tecnologico ed organiz-zativo – soprattutto con il ricorso ad accordi di collaborazio-ne sia tra le province che a livello sovrasistemico – sono lacatalogazione, il prestito interbibliotecario e i servizi mul-timediali. In questa prospettiva, le province e i sistemi biblio-tecari che si accingono ad attivare queste tipologie di servizi(o che li hanno avviati da poco), devono fare riferimento ecollaborare con le realta consolidate dotate di strutture infor-matiche compatibili che, per la loro esperienza, sono in gradodi offrire un modello organizzativo funzionale ampiamentesperimentato.

a) Il servizio di catalogazione va gestito al livello organiz-zativo piu alto, cosı da favorirne la massima efficienza, garan-tendo al contempo l’efficacia delle prestazioni. Le tipologiedi strutture deputate a svolgere il lavoro catalografico sonoquindi:

– centri di catalogazione a carattere interprovinciale eprovinciale o, se sub-provinciali, di ampio ambito terri-toriale con popolazione non inferiore a 400.000 abi-tanti;

– istituti aderenti alla rete del Servizio Bibliotecario Na-zionale, in particolare biblioteche di capoluogo di pro-vincia e le biblioteche di interesse locale dotate di patri-monio di dimensioni e rilevanza regionale.

Questi livelli organizzativi possono garantire la necessariaeconomia di scala nel servizio di catalogazione, attraverso letecniche di catalogazione centralizzata, partecipata e deri-vata (8).

Saranno incentivati progetti che prevedano la fornitura diservizi catalografici in modalita ancora piu semplificate e coo-perative (centri interprovinciali, intersistemici) e la cataloga-zione derivata con l’utilizzo di cataloghi collettivi gia esistenti(in primo luogo SBN).

Tutti i servizi centralizzati di catalogazione devono garanti-re il trattamento descrittivo a livello professionale delle diver-se tipologie di materiali: occorre sviluppare la capacita di ca-talogazione di materiali non-librari con particolare riferimen-to a quelli multimediali (cd-rom, dvd-rom, risorse di rete lo-cali e remote ecc.). I centri catalografici devono altresı garan-tire la distribuzione delle informazioni bibliografiche prodot-te sul territorio di riferimento, in tutte le forme piu adeguate(alcuni esempi: catalogo-OPAC on-line, con diffusione trami-te Internet; distribuzione di prodotti bibliografici quali bollet-tini e bibliografie, su supporto digitale con possibilita di stam-pe e rielaborazione anche locale; possibilita di accessi perso-nalizzati alle informazioni catalografiche, come informazionibibliografiche personalizzate per utenti o categorie di utentiecc.). Saranno sostenute sperimentazioni in tal senso che gra-dualmente consolidino le varie tecnologie nel tempo disponi-bili.

I Sistemi informativi-informatici utilizzati devono, in pri-mo luogo, garantire l’efficienza e l’efficacia dei servizi catalo-grafici, fornire prestazioni professionali adeguate a produrrelivelli descrittivi piu opportuni per i diversi tipi di materiali,integrando le funzionalita della singola biblioteca nel sistemabibliotecario di riferimento. Le caratteristiche irrinunciabilidei sistemi informativi per biblioteca sono:

– trattamento catalografico di tutti i tipi di materiali (libra-ri, audiovisivi-sonori-musicali, multimediali-elettronici,fotografici, iconografici, cartografici, antico ecc.);

– interoperabilita: e necessaria la funzionalita di imported export di record nei formati MARC in uso. E auspica-bile la presenza di funzioni semplificate per la cattura didati catalografici da basi dati esterne, nonche l’adozionedello standard Z.39.50. E necessaria altresı la possibilitadi scarico ed esportazione dei dati in formati semplici(testo libero o formattato);

– integrazione funzionale tra tutti i moduli gestionali delsistema informativo che deve garantire in modo com-pleto (anche modulare) l’intera gestione della bibliote-ca, con particolare riferimento a: acquisizione dei mate-riali (auspicabili funzionalita innovative come l’inter-connettivita con forme di commercio elettronico), cata-logazione e informazione bibliografica in diverse formee supporti (compresa la diffusione on-line e Internet delcatalogo), gestione del prestito locale e interbiblioteca-rio, gestione dei rapporti con gli utenti (anche per fun-zionalita innovative come l’informazione personalizzataecc.), statistiche e funzionalita di misurazione dei servi-zi, gestione del patrimonio della biblioteca con riferi-mento particolare alle funzioni di conservazione e revi-sione;

– uso di software di base, sistemi operativi e architettureinformatiche aggiornate e garanzia di sviluppo e manu-tenzione da parte del produttore;

– diffusione e assistenza sull’intero territorio regionalecon criteri, costi e prestazioni certificati e definiti con-trattualmente.

(8) Per catalogazione centralizzata si intende quella svolta da uncentro unico che rende disponibile il catalogo prodotto all’intera retecollegata (garantendo anche i servizi di gestione dei documenti) o surete pubblica Internet; per catalogazione partecipata si intende quel-la realizzata in centri fisicamente diversi, ma che alimentano un uni-co catalogo centralizzato; per catalogazione derivata si intende l’atti-vita di recupero di record catalografici disponibili su server di pub-blico accesso o tramite specifici accordi di cooperazione.

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b) Il prestito interbibliotecario, coordinato a livello pro-vinciale o sistemico, deve essere assicurato agli utenti-lettoriin tempi certi e quanto piu possibile brevi. Questo serviziopuo essere incentivato, razionalizzato e potenziato con il ri-corso alle nuove tecnologie e reso fruibile e di facile accesso.Le province e i sistemi bibliotecari, che ancora non offronoquesta possibilita, devono mettere a disposizione un OPACon line diffuso su Internet, con inclusa la possibilita di preno-tazione «in remoto» del documento desiderato. Le nuove ac-quisizioni devono essere portate a conoscenza dei cittadiniattraverso appropriati strumenti informativi: e-mail, newslet-ter, apposite sezioni nel sito web, reti civiche ecc.

Particolare attenzione deve essere dedicata alle piccole co-munita sprovviste di biblioteca o dotate di punti di prestito.A questo proposito si ricorda che in Lombardia, su un totaledi 1.546 comuni, ben 930 hanno meno di 3.000 abitanti. Ecompito dell’organizzazione bibliotecaria regionale garantireanche ai cittadini residenti in queste comunita un accessosemplificato alla pubblica lettura e a tutte le fonti informati-ve. I sistemi devono, in collaborazione con le province, pro-muovere specifici progetti mirati a diffondere, nei comuni inoggetto, attrezzature informatiche (che possono essere loca-lizzate presso la sede bibliotecaria o in altro apposito spazio)per consentire la consultazione del catalogo sistemico o pro-vinciale. La possibilita, per i cittadini di queste aree, di preno-tare «in remoto» il documento desiderato e una condizioneirrinunciabile per dare efficacia al servizio. Per conseguirequesto obiettivo e prioritario che province e sistemi provveda-no, in primo luogo, ad attivare il catalogo via web e a poten-ziare il servizio di interprestito.

c) I servizi multimediali sono quelli che registrano il piuconsistente volume di crescita e, quindi, di interesse da partedei cittadini. La biblioteca, agenzia informativa che si propo-ne nella sua mission di facilitare il diritto di tutti all’accessoall’informazione, deve padroneggiare questi nuovi mezzi didiffusione del sapere. Gli operatori bibliotecari devono ado-perarsi per essere in grado di ideare, realizzare e offrire effi-caci strumenti informativi multimediali, coordinati e centra-lizzati. E prioritario non perdere terreno in questo settore e,quindi, prendere coscienza che la multimedialita rappresentauna nuova opportunita per i servizi bibliotecari che apportaun qualificato valore aggiunto in termini di varieta e qualitadei prodotti offerti. A questo proposito, si rimanda alle lineeguida elaborate dalla Regione Lombardia: Raccomandazioniper la realizzazione di servizi multimediali nella biblioteca pub-blica. Milano, 2002. In questo Programma si propongono in-dicazioni minime finalizzate a garantire i servizi multimedialidi base: consultazione e prestito di documenti su supporti in-formatici (cd-rom, dvd-rom ecc.), digitalizzazione e fornituradei documenti elettronici, connettivita e navigazione su Inter-net anche attraverso le reti civiche. A questo scopo e opportu-no che tutte le biblioteche dedichino almeno una postazioneinformatizzata – ovviamente utilizzabile dal pubblico – perusufruire dei servizi di cui sopra. Devono essere predispostiadeguati programmi per acquisire i molteplici supporti pro-dotti dall’editoria elettronica. La Regione sostiene, con appo-siti finanziamenti, lo sviluppo della multimedialita e dei siste-mi culturali integrati nelle biblioteche. L’accesso ai finan-ziamenti avverra secondo le modalita determinate dalla d.g.r.25 luglio 2003 n. 13797 Modalita e termini per la presentazionee valutazione di progetti e interventi in materia di beni e attivitaculturali in attuazione dell’art. 4 comma 9 della l.r. 3 aprile2002, n. 6 o successivi provvedimenti che nel triennio regoli-no la materia.4) Personale

Parallelamente alle azioni di riorganizzazione dei sistemi,al fine di rispondere adeguatamente alla domanda di nuoviservizi, come richiesto anche a livello europeo, occorre opera-re per accrescere e qualificare le competenze professionali de-gli addetti alla pubblica lettura e dei bibliotecari in generale.La Regione Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1Riordino del sistema delle autonomie locali in Lombardia. At-tuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (art. 4 commi 130 e131), ha in corso la definizione di profili di competenze delpersonale operante nelle biblioteche pubbliche, i quali saran-no approvati con specifico provvedimento.

Come precedentemente ricordato, il numero degli addettial servizio di biblioteca e pari a 2.652 unita. Si tratta di unnumero il quale, ancorche significativo, e tuttavia inadeguatoper garantire al meglio la gestione di una struttura complessacome la rete bibliotecaria lombarda. E appena il caso di sotto-

lineare che le linee guida dell’IFLA prevedono una personaretribuita a tempo pieno ogni 2.000 abitanti. L’indicatore del-la Regione Lombardia, per il 2002, e pari a 0,61 e quindi an-cora lontano dagli standard internazionali.

5) Accessibilita e razionalizzazione dell’orario di aperturaal pubblico

E innegabile che gli orari attualmente in vigore nella mag-gioranza delle biblioteche lombarde tendono ad escludereuna parte significativa dei cittadini – segnatamente quelli im-pegnati nel lavoro attivo – dai servizi erogati dalle bibliotechestesse. Dall’analisi dei dati relativi al 2002, risulta molto limi-tato il numero delle biblioteche aperte in ore serali e festive.Questo comporta, di fatto, l’esclusione di un’ampia fascia diutenza potenziale. Va da se che la promozione e l’incentiva-zione dell’apertura in queste fasce orarie, richiede notevoli ri-sorse umane e finanziarie. Tuttavia e indispensabile raziona-lizzare gli orari per facilitare l’accesso alla pubblica lettura eall’informazione degli utenti lavoratori. Questo Programmapluriennale si pone l’obiettivo di garantire, in tutti i sistemi,l’apertura serale di almeno una biblioteca per ogni giorno del-la settimana e almeno due aperture al mese nei giorni festivi.

I sistemi bibliotecari devono attivarsi per conseguire questorisultato che, oltre a configurarsi come un servizio dovuto aicittadini-lavoratori, costituira, in futuro, elemento di valuta-zione per la qualita e l’efficacia dei servizi erogati dai sistemibibliotecari lombardi.6) Sistema informativo delle biblioteche lombarde

E un obiettivo del presente Programma, potenziare e mi-gliorare il processo di raccolta dei dati statistici con il ricorsoa strumenti informatizzati, rendere piu semplici gli interventidei singoli soggetti coinvolti e, soprattutto, velocizzare l’iterdi elaborazione e diffusione dei dati. Cio comporta una mag-giore responsabilizzazione degli operatori in qualsiasi strut-tura essi si trovino, a prescindere dalle dimensioni-consisten-ze e complessita della stessa. Nel processo di raccolta dei datiriveste particolare importanza la figura del coordinatore delsistema bibliotecario, responsabile della raccolta degli stessinel territorio di competenza, nonche della qualita e della coe-renza delle informazioni fornite. E compito del coordinatoresupportare le biblioteche nella compilazione del questionarioe nel reperimento dei dati tra i quali, sono fondamentali ilnumero dei prestiti, l’orario di apertura, il patrimonio posse-duto e le spese. La Banca dati delle biblioteche lombarde, ol-tre ad essere l’unica di questo genere esistente in Italia, rap-presenta ormai un patrimonio informativo di notevole inte-resse, sia per la lunga serie storica (dal 1978) che per i milionidi dati contenuti. Di conseguenza le rilevazioni statistiche an-nuali sono un elemento indispensabile e qualificante ai finidella programmazione regionale e locale, dell’individuazionedegli obiettivi e della valutazione dei risultati conseguiti.

Destinatari delle risorse regionaliLe risorse finanziarie regionali devono essere erogate e-

sclusivamente ai sistemi bibliotecari previsti dalla pro-grammazione provinciale e regionale e formalmente ricono-sciuti dalla Giunta regionale. I sistemi bibliotecari non posso-no trasferire, per nessun motivo, i contributi regionali allebiblioteche associate. Questo comporta, ad esempio, che tuttele operazioni relative alla revisione del patrimonio e all’acqui-sto dei nuovi documenti siano espletate in modo coordinatoe centralizzato a livello sistemico. I contributi regionali sonofinalizzati a supportare – in misura non superiore al 50% –specifici progetti per il conseguimento dei seguenti obiettivi:

a) assunzione del coordinatore per il consolidamentodella rete sistemica nelle realta dove questa figura non e anco-ra presente;

b) rinnovamento del patrimonio documentario. Posso-no usufruire di finanziamenti per questo obiettivo solo i siste-mi bibliotecari che presentano progetti di revisione del patri-monio e di contestuale nuovi acquisti, cosı come previsto alpunto 2) lettera a) degli Obiettivi e indirizzi per il triennio2004-2006 del presente Programma;

c) incremento e riqualificazione di specifiche tipologiedi documenti. Rientrano in questa tipologia esclusivamentequelli elencati al punto 2) lettera b) degli Obiettivi e indirizziper il triennio 2004-2006 del presente Programma;

d) integrazione e coordinamento dei servizi centraliz-zati per quanto riguarda la sola catalogazione e il prestitointerbibliotecario. Qualora queste attivita, o parte di esse, sia-no garantite dalla provincia, quest’ultima puo utilizzare – per

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finanziare le stesse – una quota non superiore al 15% dei con-tributi regionali che deve essere calcolata al netto del 5% spet-tante alla provincia per l’esercizio della delega.

La Regione non stabilisce percentuali di contributo da ri-servare per il conseguimento di ogni singolo obiettivo. In altreparole la provincia puo individuare uno o piu obiettivi e lerelative risorse necessarie. Si ribadisce che gli obiettivi nondevono essere necessariamente uniformi per tutto il territorioprovinciale, ma possono anche tenere conto di peculiari spe-cificita ed esigenze locali ed essere, quindi, differenziati e per-sonalizzati per ogni singolo sistema bibliotecario.

Compete alle province individuare i soggetti beneficiari, va-lutare i progetti e stabilire i criteri di verifica e di controllo.

Criteri di ripartoLa ripartizione dei finanziamenti regionali per provincia

viene effettuata, nel rispetto dei criteri di cui all’art. 23 dellal.r. 81/85, nel modo seguente:

a) 60% direttamente proporzionale alla popolazione resi-dente;

b) 5% direttamente proporzionale alle condizioni di caren-za nelle strutture e nei servizi bibliotecari. Le carenze sonoquantificate prendendo come punto di riferimento lo scosta-mento tra 250 nuove accessioni (esclusi i doni) ogni 1000 abi-tanti e la media provinciale dello stesso indicatore rilevatadagli ultimi dati disponibili.

c) 20% direttamente proporzionale alla quota del bilancioprovinciale destinata all’organizzazione bibliotecaria. Rien-trano nella casistica considerata i seguenti modi d’impiego:

– distribuzione di contributi, in aggiunta a quelli regiona-li, a favore dell’organizzazione bibliotecaria provinciale;

– organizzazione e gestione del servizio di catalogazionecentralizzata sia provinciale che sistemico, del prestitointerbibliotecario ecc. La Regione si riserva la valutazio-ne dei costi di esercizio dell’iniziativa e la verifica deiprodotti catalografici e dell’efficacia;

– catalogazione di fondi speciali posseduti dalle bibliote-che esistenti sul territorio di competenza;

– iniziative specifiche di promozione della lettura conpriorita per quelle dirette al conseguimento degli obiet-tivi di maggior accessibilita e razionalizzazione degli o-rari di cui al precedente punto 5.

d) 15% in relazione al precedente Programma pluriennaleprovinciale 2001-2003 e relative previsioni di spesa e al gradodi realizzazione degli impegni assunti con il Programmastesso.

L’ammontare dei finanziamenti regionali a favore delle pro-vince (v. tabella A) per il funzionamento e lo sviluppo dellebiblioteche e dei sistemi bibliotecari degli enti locali, noncheper l’esercizio della delega, nel corso del triennio e previstoin C 4.932.000,00.

L’individuazione effettiva delle disponibilita finanziarie re-lative ai singoli anni sara determinata comunque da quantofinanziariamente previsto nei corrispondenti singoli bilanciannuali. Di conseguenza il presente Programma regionalepluriennale potra subire, con l’adozione dei piani attuativi,modifiche e innovazioni cosı come previsto dalla normativaregionale.

Scostamenti in negativo superiori al 10% fra previsioni econsuntivo della quota di bilancio provinciale destinata all’or-ganizzazione bibliotecaria comportano variazioni nei ripartiprovinciali di cui alla tabella A.

La redistribuzione delle somme a conguaglio verra effettua-ta privilegiando le province che abbiano eventuali scostamen-ti in positivo uguali o superiori al 10%.

Alle province e riservato per l’esercizio della delega (ai sensidell’art. 5 punto 2 della l.r. 81/85) il 5% dei finanziamenti re-gionali.

Mentre sara cura della Regione – secondo quanto dispostodall’art. 4, punto 2, lettera m) della l.r. 81/85 – assicurare aglienti delegati momenti di partecipazione e coordinamento an-che per l’attuazione del presente Programma, le province siimpegnano a presentare alla Giunta Regionale rapporti an-nuali che contengano la rendicontazione documentata dellespese effettuate per l’esercizio della delega e l’illustrazione deirisultati conseguiti in riferimento all’impegno finanziario co-stituito dai contributi regionali trasferiti ad altri soggetti edalla quota provinciale destinata all’organizzazione bibliote-caria.

Le entrate e le spese relative all’esercizio delle funzioni de-legate dalla Regione alle province devono essere iscritte neibilanci di queste ultime in capitoli di spesa corrente, nell’am-bito della classificazione delle entrate e delle spese previstadalla normativa vigente in materia per gli enti medesimi.

La denominazione dei suddetti capitoli deve essere omoge-nea rispetto a quella corrispondente del bilancio regionale edeve richiamare gli estremi della legge regionale di delega.

Per quanto attiene ai Programmi pluriennali provinciali2004-2006, si raccomanda il rispetto dell’art. 24 e precisa-mente:

– l’individuazione dei soggetti beneficiari, delle finalita edell’ammontare dei contributi.La Regione potra tenere conto di eventuali situazioniparticolari che potrebbero verificarsi nelle selezione deisoggetti beneficiari soltanto a condizione che la provinciaproduca elementi di giustificazione rispetto a tali situa-zioni nel proprio Programma triennale e nei successivipiani di attuazione;

– la previsione della quota del bilancio provinciale destina-ta all’organizzazione bibliotecaria;

– le modalita di controllo dei risultati e i criteri di rendi-contazione.

Parimenti – in armonia con il carattere unitario degli adem-pimenti che attengono tutti i soggetti interessati all’attuazio-ne del presente Programma – si suggerisce che i comuni, sin-goli o associati, prevedano istruttorie, programmi e piani diattuazione conformi a quanto sopra disposto. Resta intesoche nella definizione del Programma pluriennale 2004-2006,gli enti interessati dovranno muoversi in sintonia con l’art. 25della l.r. 81/85 e in armonia con gli indirizzi regionali indicatinel presente Programma pluriennale.

Interventi diretti della RegioneIn accordo con i principi generali di sussidiarieta e partena-

riato, gli interventi diretti di Regione Lombardia in ambitobibliotecario dovranno essere conformi agli orientamenti piugenerali di riordino delle competenze tra Stato, Regioni, EntiLocali in attuazione della riforma del titolo V della Costitu-zione. Pertanto l’ambito proprio dell’intervento regionale equello della valorizzazione, in particolare per interventi di ca-talogazione, inventariazione, riproduzione (tramite micro-filmatura e digitalizzazione), pubblicazione (anche in rete in-formatica) di cataloghi, repertori, guide e bibliografie.

Gli interventi diretti della Regione Lombardia saranno ri-volti nel triennio 2004-2006 in particolare alle seguenti tema-tiche:

1) Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)Si riconferma l’impegno della Regione Lombardia nel coor-

dinamento e promozione sul territorio del Servizio Bibliote-cario Nazionale (SBN) che ha funzione di catalogo unico diriferimento per tutto il territorio regionale. Tale funzione a-dempie primariamente alla necessita di documentazione deibeni librari di maggior pregio, anche ai fini di una loro mi-gliore tutela e valorizzazione. E necessario altresı svilupparele possibilita di recuperare dalle basi dati SBN il maggior nu-mero di dati catalografici da utilizzare per l’implementazionedi cataloghi provinciali o locali, con modalita standardizzatedi interscambio.

La Regione Lombardia e titolare della programmazione,coordinamento e sviluppo del progetto SBN sul suo territorio,attraverso il Comitato regionale di coordinamento e quellonazionale. Il Polo regionale lombardo SBN – gestito diretta-mente – e il catalogo primario di riferimento per le attivitadi cui sopra, anche per la sua caratteristica di connessionepermanente con la rete nazionale e le basi dati centrali del-l’Indice.

Per quanto riguarda le politiche di diffusione della reteSBN sul territorio lombardo, si confermano e precisano lelinee gia consolidate, considerando partner primari della coo-perazione:

– le biblioteche di capoluogo di provincia con compiti didocumentazione della cultura locale e conservazione;

– le biblioteche speciali e i sistemi bibliotecari urbani deicomuni capoluogo di provincia;

– le biblioteche comunali di centri di rilevanti dimensioniche conservino patrimonio documentario di particolarepregio e quantita: in questi casi la partecipazione a SBNdovra comunque essere coordinata alle politiche di ser-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1159 –

vizio bibliotecario del territorio di appartenenza (pro-vince, aree sub-provinciali di cooperazione, sistemi bi-bliotecari); potranno inoltre essere progettate forme dipartecipazione al catalogo SBN limitate a sezioni spe-ciali (fondi storici, donazioni di pregio ecc.) di bibliote-che pubbliche comunali;

– le biblioteche di interesse locale di titolarita non pubbli-ca, il cui patrimonio per motivi di rilevanza e pregio siain grado di arricchire significativamente la cooperazio-ne nazionale, che rispondano ai requisiti minimi perl’appartenenza al sistema bibliotecario regionale e chepossano garantire forme organizzative stabili e adegua-te alle necessita della cooperazione nazionale (in parti-colare per il rispetto delle normative catalografiche e l’a-dempimento delle raccomandazioni riguardanti il pre-stito interbibliotecario e la fornitura di documenti).

La Regione Lombardia sosterra direttamente – nell’ambitodella disponibilita finanziaria e della programmazione e nelrispetto dei criteri di assegnazione di contributi e finanzia-menti – le biblioteche della rete SBN con interventi finanziari,progettuali, tecnici e organizzativi.2) Biblioteche di interesse locale

La Regione interviene direttamente a favore delle bibliote-che di interesse locale che, indipendentemente dalla naturagiuridica dell’ente di appartenenza, svolgono sul territorio unservizio complementare – per tipologia della documentazioneo del servizio erogato – rispetto a quello delle biblioteche co-munali di pubblica lettura. Tali biblioteche dovranno in ognicaso garantire alcuni requisiti minimi di uso pubblico: aper-tura non inferiore alle 12 ore settimanali, disponibilita allafornitura di documenti in prestito o riproduzione, presenzadi personale qualificato.

L’attivita delle biblioteche di interesse locale, dovra esserefortemente coordinata a quella delle altre istituzioni e dei ser-vizi bibliotecari presenti sul territorio, attraverso la partecipa-zione alla rete SBN o la cooperazione con i centri catalogra-fici delle province. Verranno incentivati gli interventi di cata-logazione e di condivisione delle risorse informative e docu-mentarie progettati e realizzati con le amministrazioni pro-vinciali e con i sistemi bibliotecari.

L’accesso ai finanziamenti avverra secondo le modalita de-terminate dalla d.g.r. 25 luglio 2003 n. 13797 Modalita e ter-mini per la presentazione e valutazione di progetti e interventiin materia di beni e attivita culturali in attuazione dell’art. 4comma 9 della l.r. 3 aprile 2002, n. 6 o successivi provvedi-menti che nel triennio regolino la materia.3) Formazione

Le azioni della Regione Lombardia per la formazione dibibliotecari saranno rivolte nel triennio principalmente a:

– definire, nell’ambito di competenza definito dalla l.r.1/2000, i profili relativi alle figure professionali presentinelle biblioteche appartenenti all’organizzazione biblio-tecaria regionale, con particolare riguardo a quelle ap-partenenti agli enti locali;

TABELLA A

RIPARTIZIONE DEI FINANZIAMENTI REGIONALI PER PROVINCIA 2004-2006

5% in base 20% in base 15% in base60% in base TotalePROVINCE alle condizioni alla quota procapite al programma provincialealla popolazione complessivodi carenza del bilancio provinciale 2001-2003

BERGAMO 320.630,00 14.624,00 153.714,00 125.079,00 614.047,00BRESCIA 365.894,00 22.302,00 143.706,00 106.123,00 638.025,00COMO 176.586,00 16.452,00 48.462,00 67.159,00 308.659,00CREMONA 110.033,00 25.227,00 71.867,00 35.566,00 242.693,00LECCO 102.396,00 19.194,00 54.598,00 47.150,00 223.338,00LODI 65.481,00 22.485,00 139.208,00 22.929,00 250.103,00MANTOVA 123.886,00 26.689,00 167.445,00 40.831,00 358.851,00MILANO 1.209.011,00 30.162,00 45.633,00 184.053,00 1.468.859,00PAVIA 161.540,00 34.001,00 27.322,00 23.982,00 246.845,00SONDRIO 57.688,00 8.226,00 44.630,00 29.247,00 139.791,00VARESE 266.055,00 27.238,00 89.815,00 57.681,00 440.789,00TOTALE 2.959.200,00 246.600,00 986.400,00 739.800,00 4.932.000,00

– promuovere, di concerto con la Direzione Generale For-mazione e Lavoro e nell’ambito dei finanziamenti e a-zioni promozionali dell’Unione Europea, percorsi di ri-qualificazione del personale in servizio, cosı da raggiun-gere un livello adeguato a quanto definito nei profili dicui ai punti precedenti;

– promuovere direttamente, con l’utilizzo di risorse pro-prie o in collaborazione con la Direzione Generale For-mazione e Lavoro, con le province e gli enti locali inizia-tive di formazione rivolte all’aggiornamento di bibliote-cari e archivisti con particolare attenzione alle compe-tenze ritenute necessarie agli operatori di biblioteca se-condo i profili professionali definiti da Regione Lom-bardia;

– sostenere, coordinare e diffondere le iniziative di forma-zione attuate dalle province;

– promuovere forme di collaborazione con le agenzie for-mative e, in particolare, con le Universita lombarde perfavorire la realizzazione di percorsi di formazione spe-cifici per l’accesso alla professione di bibliotecario, diattivita di aggiornamento e riqualificazione del persona-le in servizio, nonche la valutazione di crediti formativiacquisiti in attivita di riqualificazione e aggiornamento,di formazione lavoro, di e-learning, che posseggano irequisiti sopra citati.

4) Archivi storici di pertinenza degli enti localiLa Regione interviene direttamente a favore degli archivi

storici attraverso il cofinanziamento di progetti locali di rior-dino e inventariazione informatizzata. Come previsto gia daiprecedenti programmi verranno privilegiati quegli interventiche abbiano come oggetto le sezioni archivistiche piu antichee rare, quelli promossi in forme associative da parte di piccolienti, nonche quelli proposti da enti che garantiscano servizidi consultazione al pubblico. L’accesso ai finanziamenti av-verra secondo le modalita determinate dalla d.g.r. 25 luglio2003 n. 13797 Modalita e termini per la presentazione e valuta-zione di progetti e interventi in materia di beni e attivita cultu-rali in attuazione dell’art. 4 comma 9 della l.r. 3 aprile 2002,n. 6 o successivi provvedimenti che nel triennio regolino lamateria.

Una particolare attenzione verra inoltre prestata alla realiz-zazione di guide e censimenti descrittivi che si configuranocome strumenti di primo orientamento per la ricerca storicae supporti conoscitivi per una piu puntuale programmazioneda parte della Regione.

Sia gli inventari che i censimenti dovranno essere realizzatiin sintonia con gli standard internazionali di descrizione ar-chivistica (ISAD e ISAAR) e i dati dovranno essere forniti neiformati dei prodotti software della Regione. Le descrizioniprodotte verranno pubblicate, una volta verificate e validate,all’interno di «Lombardia Storica» (http://plain.unipv.it) por-tale regionale di risorse storiche e documentarie.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1160 –

[BUR2004013] [1.8.0]Com.r. 10 marzo 2004 - n. 38Nomine e designazioni di competenza del Consiglio re-gionale della Lombardia di rappresentanti regionali inenti ed organismi diversi – Lombardia Informatica s.p.a.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALEDELLA LOMBARDIA

C O M U N I C AIl Consiglio regionale deve procedere, ai sensi della d.g.r.

n. 16601 del 27 febbraio 2004, avente per oggetto l’introduzio-ne del sistema dualistico di amministrazione e controllo perLombardia Informatica s.p.a., alla nomina dei propri rappre-sentanti nel Consiglio di Gestione e nel Consiglio di sorve-glianza di

Lombardia Informatica s.p.a.Scadenza presentazione candidature: giovedı 25 marzo

2004.Sono riaperti i termini per la presentazione delle proposte

di candidatura di cui al comunicato apparso sul BollettinoUfficiale della Regione Lombardia n. 23 – S.O. del 20 ottobre2003.

Sia per quanto concerne il Consiglio di Gestione che ilConsiglio di sorveglianza, rimangono valide le proposte dicandidatura pervenute entro il 13 novembre 2003, a seguitodel comunicato sopraindicato, rispettivamente presentate peril Consiglio di Amministrazione e per il Collegio sindacaledi Lombardia Informatica s.p.a.

Tali proposte gia acquisite non necessitano pertanto di ri-presentazione.

Le nuove proposte di candidatura:– per il Consiglio di Gestione vanno presentate al Presi-

dente della Giunta regionale, presso il Protocollo genera-le, in via Fabio Filzi n. 22 – 20124 Milano;

– per il Consiglio di sorveglianza, vanno presentate alPresidente del Consiglio regionale – via Fabio Filzi n. 29– 20124 Milano.

Tutte le nuove proposte dovranno pervenire entro la datadi scadenza del presente comunicato.

Le candidature possono essere proposte dalla Giunta regio-nale, dai Consiglieri regionali, dagli ordini e collegi professio-nali, da associazioni, enti pubblici o privati operanti nei setto-ri interessati, organizzazioni sindacali, fondazioni o da alme-no cento cittadini iscritti nelle liste elettorali dei Comuni dellaLombardia.

Ad ogni proposta di candidatura, sottoscritta dal proponen-te, dovranno essere allegate le seguenti dichiarazioni sostitu-tive, sottoscritte dal candidato, relative a:

a) dati anagrafici completi e residenza;b) titolo di studio;c) rapporti intercorrenti o precorsi con la Regione e gli enti

da essa dipendenti;d) disponibilita all’accettazione dell’incarico;e) iscrizione nel registro dei revisori contabili (costituira ti-

tolo preferenziale per le sole candidature al Consiglio di sor-veglianza).

Dovranno inoltre essere allegati:1. il curriculum professionale, includente l’elenco delle ca-

riche pubbliche e degli incarichi presso societa a partecipa-zione pubblica e presso societa private iscritte nei pubbliciregistri, ricoperti alla data di presentazione della candidaturae almeno nei 5 anni precedenti;

2. la specifica dichiarazione di non trovarsi in alcuna dellecondizioni di cui all’art. 6 della l.r. n. 14/95, che costituisconocause di esclusione;

3. la specifica dichiarazione di non sussistenza di cause diincompatibilita o conflitti di interesse con l’incarico in ogget-to, ai sensi dell’art. 7 della l.r. n. 14/95;

4. per l’incarico di componente del Consiglio di sorve-glianza, costituira titolo preferenziale la documentazione at-testante l’iscrizione nel registro dei revisori contabili (copia deldecreto del Ministero della Giustizia o copia della GazzettaUfficiale della Repubblica italiana ove sono pubblicati gli e-stremi del decreto medesimo).

La mancanza di una delle dichiarazioni sopraelencate odella documentazione prevista (curriculum datato e sotto-scritto e iscrizione nel registro dei revisori contabili) compor-tera l’esclusione della proposta di candidatura.

Gli incarichi di cui alla legge regionale 6 aprile 1995, n. 14«Norme per le nomine e designazioni di competenza della re-gione» e successive modificazioni, non sono cumulabili e l’ac-cettazione della nuova nomina o designazione comporta ladecadenza dall’incarico ricoperto.

Per quanto non espressamente indicato nel presente comu-nicato si fa comunque rinvio a quanto previsto dalla l.r.n. 14/95 e successive modificazioni.

Al fine di agevolare la presentazione delle proposte di can-didatura potranno essere utilizzati i moduli (includenti le spe-cifiche dichiarazioni di cui ai punti 2 e 3 sopraspecificati) di-sponibili presso il Servizio per l’Ufficio di Presidenza del Con-siglio regionale – Unita Operativa Nomine – via Fabio Filzin. 29 – 20124 Milano – telefono 02/67482.491-496-373, ovesara altresı possibile ottenere ulteriori informazioni relativealle nomine.

Il presente comunicato sara inoltre pubblicato sul sitowww.consiglio.regione.lombardia.it (link: concorsi e bandi,Direzione Generale Programmazione e Relazioni Esterne) dalquale potra essere scaricato il modulo da utilizzare per le pro-poste di candidatura.

Il presidente:Attilio Fontana

B) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE[BUR2004014] [1.6.0]D.p.g.r. 26 febbraio 2004 - n. 2638Giornata regionale delle onorificenze alla Polizia Localeper anno 2003: costituzione del Comitato di valutazione

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIAVista la d.g.r. 1 dicembre 2000, n. 7/2395 avente per oggetto

«Istituzione della giornata regionale delle onorificenze permeriti speciali alla Polizia Locale – Disciplina delle caratteri-stiche delle modalita d’uso e delle decorazioni destinate alleuniformi del personale dei corpi e servizi di Polizia Localeoperanti sul territorio regionale».

Considerato che la valutazione delle segnalazioni deve esse-re effettuata annualmente con provvedimento del Presidente;

Ritenuto opportuno avvalersi di un Comitato di valutazionecomposto da insigni personalita, individuate in considerazio-ne del loro alto profilo professionale;

Dato atto che a tale fine sono stati individuati il dott. Emi-liano Bezzon, Vice Comandante di Polizia Locale di Milano,la dott.ssa Anna Pavone, Vice Prefetto Aggiunto della Prefet-tura di Milano, l’ing. Dario D’Ambrosio, Direttore RegionaleVV.FF. per la Lombardia, il Dirigente della Polizia Locale diBergamo, dott. Alberto Cigliano, il dott. Giancarlo Troncia,ex Dirigente Polizia Locale di Varese, in pensione;

Dato atto che il presente provvedimento non comportaspesa;

Decreta1) di costituire, per le motivazioni espresse in premessa,

il Comitato di valutazione per la premiazione degli agenti,sottufficiali e ufficiali della Polizia Locale, in occasione dellagiornata regionale delle onorificenze, individuando qualicomponenti il dott. Emiliano Bezzon, la dott.ssa Anna Pavo-ne, l’ing. Dario D’Ambrosio, il dott. Alberto Cigliano ed il dott.Giancarlo Troncia;

2) di pubblicare il presente decreto sul Bollettino Ufficialedella Regione.

Roberto Formigoni

[BUR2004015] [1.8.0]D.p.g.r. 26 febbraio 2004 - n. 2681Nomina della Rappresentanza studentesca designata dal-l’Universita degli Studi di Bergamo in sostituzione dei de-caduti dal mandato nel Consiglio di Amministrazione del-l’I.S.U. dell’Universita degli Studi di Bergamo

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIAVista la l.r. 25 novembre 1994, n. 33 «Norme per l’attuazio-

ne degli interventi regionali per il diritto allo studio in ambitouniversitario», art. 9 che stabilisce la composizione dei mem-bri del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per il Dirittoallo Studio Universitario (I.S.U.);

Visto il proprio decreto 1287 del 21 gennaio 2000 con il

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1161 –

quale viene sciolto il Collegio Commissariale dell’I.S.U. del-l’Universita degli Studi di Bergamo e viene nominato il Consi-glio di Amministrazione ai sensi dell’art. 45, comma III, dellal.r. 33/94;

Preso atto delle dimissioni rassegnate in data 10 giugno2003 dal sig. Ravanelli Claudio dalla carica di membro delConsiglio di Amministrazione dell’I.S.U. dell’Universita degliStudi di Bergamo quale rappresentante degli studenti;

Preso atto del decreto di nomina delle nuove rappresentan-ze studentesche per il biennio 2002/2004 dell’Universita degliStudi di Bergamo contenente i nominativi dei rappresentantidegli studenti eletti nelle liste vincenti per il Consiglio di Am-ministrazione dell’I.S.U.;

Vista la nota dell’Universita di Bergamo che richiama il«Regolamento degli studenti» in base al quale vengono elettisolo 2 studenti invece dei 3 previsti, in quanto le votazionidegli aventi diritto non raggiungono il 20%;

Ritenuto necessario provvedere alla sostituzione del sig.Ravanelli Claudio in quanto dimissionario, della sig.ra Loren-zi Elena Angelica e della sig.ra Gabbiadini in quanto decadutii termini del loro mandato, con gli studenti Bertolini Marcodella lista n. 4 «Movimento studenti» e del sig. Belloni MatteoEnrico della lista n. 2 «Scienzarte e Officina 33», in base aldecreto rettorale prot. n. 10410/I.008 del 9 giugno 2003;

Decreta1. di sostituire la componente studentesca del Consiglio di

Amministrazione dell’I.S.U. dell’Universita degli Studi di Ber-gamo, nominando membri dello stesso Consiglio di Ammini-strazione dell’I.S.U. i sigg. Bertolini Marco e Belloni MatteoEnrico;

2. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollet-tino Ufficiale della Regione Lombardia.

Roberto Formigoni[BUR2004016] [1.8.0]D.p.g.r. 8 marzo 2004 - n. 3687Determinazione del numero di rappresentanti nel Consi-glio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato eAgricoltura di Bergamo, spettante a ciascuna organizza-zione imprenditoriale, organizzazione sindacale e asso-ciazione dei consumatori, o loro apparentamento

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIAOmissisDecreta

1) di approvare il documento allegato al presente provvedi-mento, quale parte integrante e sostanziale (omissis);

2) i rappresentanti nel Consiglio della Camera di Commer-cio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo, spettantia ciascuna organizzazione imprenditoriale, organizzazionesindacale e associazione dei consumatori, o loro apparenta-mento, sono cosı ripartiti:

Settore Organizzazione/Apparentamento N. seggi

Federazione Provinciale Coltivatori diretti –AGRICOLTURA 1Coldiretti Bergamoapparentamento1. Associazione Artigiani di Bergamo2. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia

ARTIGIANATO

63. CNA – Conferderazione Nazionale del-

l’Artigianato di Bergamoapparentamento1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo

– LIA 12. Associazione Compagnia delle Opere di

Bergamoapparentamento1. Unione degli Industriali della Provincia di

Bergamo2. Associazione Costruttori Edili della Pro-

vincia di Bergamo – ACEB

INDUSTRIA

63. Associazione Artigiani di Bergamo4. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia5. CNA – Conferderazione Nazionale del-

l’Artigianato di Bergamoapparentamento1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo

– LIA2. Associazione Compagnia delle Opere di 3

Bergamo3. Associazione Industriali delle PMI di Ber-

gamo e Provincia – Apindustria

Settore Organizzazione/Apparentamento N. seggi

apparentamento1. Associazione Esercenti e Commercianti

della Provincia di Bergamo – AscomCOMMERCIO 52. Unione Autonoma Esercenti Attivita Com-merciali di Bergamo e Provincia – Confe-sercenti Bergamo

Confcooperative – Unione Provinciale diCOOPERAZIONE 1Bergamo

apparentamento1. Associazione Esercenti e Commercianti

della Provincia di Bergamo – AscomTURISMO 12. Unione Autonoma Esercenti Attivita Com-merciali di Bergamo e Provincia Confe-sercenti Bergamo

apparentamento1. Confcooperative – Unione Provinciale di

BergamoTRASPORTI 2. Federazione Autotrasportatori Italiani – 1E SPEDIZIONI FAI Associazione Provinciale di Bergamo3. Associazione Compagnia delle Opere di

Bergamo

apparentamentoCREDITO E 1. ABI – Associazione Bancaria Italiana 1ASSICURAZIONI 2. ANIA – Associazione Nazionale fra le Im-

prese Assicuratrici

apparentamento1. Unione degli Industriali della Provincia di

Bergamo2. Associazione Artigiani di Bergamo3. Unione Artigiani di Bergamo e Provincia4. CNA – Conferderazione Nazionale del-

SERVIZI

3l’Artigianato

ALLE IMPRESE

5. Associazione Esercenti e Commerciantidella Provincia di Bergamo – Ascom

6. Unione Autonoma Esercenti Attivita Com-merciali di Bergamo e Provincia Confe-sercenti Bergamo

apparentamento1. Liberi Imprenditori Associati di Bergamo

– LIA2. Associazione Compagnia delle Opere di 1Bergamo3. Federazione Italiana Agenti Immobiliari

Professionali – FIAIP Collegio di Ber-gamo

apparentamento1. CGIL – Camera del Lavoro Territoriale di

ORGANIZZAZIONI BergamoSINDACALI 2. CISL – Unione Sindacale Territoriale di 1DEI LAVORATORI Bergamo

3. UIL – Unione Italiana del Lavoro di Ber-gamo

ASSOCIAZIONI ADICONSUM BergamoDI TUTELADEGLI INTERESSI 1DEI CONSUMATORIE DEGLI UTENTI

3) di assicurare l’autonoma rappresentanza per le piccoleimprese alle seguenti organizzazioni:

– per il settore industria all’apparentamento Unione degliIndustriali della Provincia di Bergamo, Associazione Costrut-tori Edili della Provincia di Bergamo – ACEB, AssociazioneArtigiani di Bergamo, Unione Artigiani di Bergamo e Provin-cia e CNA – Conferderazione Nazionale dell’Artigianato diBergamo;

– per il settore commercio all’apparentamento Associa-zione Esercenti e Commercianti della Provincia di Bergamo– Ascom e Unione Autonoma Esercenti Attivita Commercialidi Bergamo e Provincia – Confesercenti Bergamo;

– per il settore agricoltura alla Federazione ProvincialeColtivatori Diretti – Coldiretti Bergamo;

4) di notificare, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera d), delRegolamento, il presente decreto a tutte le organizzazioni im-prenditoriali e sindacali e associazioni dei consumatori chehanno effettuato le comunicazioni di cui agli artt. 2 e 3 delRegolamento stesso.

Roberto Formigoni

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1162 –

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI[BUR2004017] [2.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16507Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, di-sposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo1978, n.34 e sue successive modificazioni ed integrazionirelative alla Direzione Generale Agricoltura – 2º provvedi-mento

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di apportare al documento tecnico di accompagnamento

al bilancio le seguenti variazioni per l’esercizio finanziario2004:

STATO DI PREVISIONE DELLE SPESE:• alla funzione obiettivo 2.3.4 «Agricoltura», spesa in capi-

tale, UPB 2.3.4.1.3.30 «Rafforzamento della competitivita del-le filiere agricole ed agro-alimentari»:

– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa delcapitolo 2.3.4.1.3.30.5387 «Spese per l’attuazione di program-mi a dimensione o rilevanza regionale per il rafforzamentodella competitivita delle filiere agro-alimentari» e ridotta diC 2.000.000,00;

– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa delcapitolo 2.3.4.1.3.30.5388 «Spese per le funzioni delegate inmateria di rafforzamento della competitivita delle filiere agro-alimentari» e incrementata di C 2.000.000,00;

2. di disporre la pubblicazione della presente deliberazionesul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, ai sensi del-l’art. 49, comma 10, della l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successivemodificazioni ed integrazioni.

Il segretario: Sala

[BUR2004018] [2.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16509Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2004, di-sposte ai sensi dell’art. 49, comma 3, della l.r. 31 marzo1978, n. 34 e sue successive modificazioni ed integrazionirelative alla Direzione Generale Presidenza – 3º provvedi-mento

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di apportare al documento tecnico di accompagnamento

al bilancio le seguenti variazioni per l’esercizio finanziario2004:

STATO DI PREVISIONE DELLE SPESE:• alla funzione obiettivo 1.1.5 «Comunicazione istituziona-

le», spesa corrente, UPB 1.1.5.5.2.315 «Sviluppo della rappre-sentanza istituzionale»:

– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa delcapitolo 1.1.5.5.2.315.1570 «Spese per l’adesione e la parteci-pazione della Regione ad organismi anche a carattere asso-ciativo, a fondazioni e ad altre istituzioni» e ridotta diC 173.000,00;

– la dotazione finanziaria di competenza e di cassa delcapitolo 1.1.5.5.2.315.2042 «Contributo di gestione alla fon-dazione delle Stelline» e incrementata di C 173.000,00;

2. di disporre la pubblicazione della presente deliberazionesul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, ai sensi del-l’art. 49, comma 10, della l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successivemodificazioni ed integrazioni.

Il segretario: Sala

[BUR2004019] [2.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16533Determinazione in merito all’utilizzo delle risorse dispo-nibili sui capitoli di bilancio 5.0.4.0.3.266.5976, contributia rimborso per l’iniziativa U) Impiantistica sportiva e5.0.4.0.3.266.5102 contributi a rimborso per l’iniziativa B)Beni culturali/Spettacolo del bilancio 2004/2006

LA GIUNTA REGIONALEVista la l.r. 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzione del Fondo

Ricostituzione Infrastrutture Sociali Lombardia (FRISL), esuccessive modifiche ed integrazioni;

Richiamata la d.g.r. n. 13485/03 «Schede dell’iniziativaFRISL 2002/2004 «Interventi per la gestione a rete dei servizie per il governo elettronico nella Pubblica Amministrazione»e dell’iniziativa FRISL 2003/2005 «Impiantistica sportiva» erelative modalita per l’accesso ai contributi» pubblicata sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 4 luglio2003, 4º Supplemento Straordinario al n. 27;

Richiamata la d.g.r. n. 9474/02 «Approvazione delle schededelle iniziative FRISL 2001/2003 “Realizzazione di strutturealternative alla residenzialita permanente per anziani e porta-tori di handicap” e FRISL 2002/2004 “Beni e infrastruttureculturali” e delle relative modalita per l’accesso ai contributi»pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardiadel 9 luglio 2002, 1º Supplemento Straordinario al n. 28;

Visto il decreto del Dirigente della Struttura Strumenti Fi-nanziari Integrati, n. 1161 del 3 febbraio 2004 «Assegnazionedi contributi FRISL 2003/2005 iniziativa U) Impiantisticasportiva, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33»;

Visto il decreto del Dirigente della Struttura Strumenti Fi-nanziari Integrati n. 8694 del 28 maggio 2003, «Assegnazionedi contributi FRISL 2002/2004 iniziativa B) Beni e infrastrut-ture culturali»;

Rilevato che la dotazione finanziaria delle due iniziativeFRISL sopra citate ha consentito il finanziamento di solo unaparte dei progetti ammissibili e finanziabili;

Vista la l.r. 23 dicembre 2003, n. 29 «Bilancio di previsioneper l’esercizio finanziario 2004 e bilancio pluriennale 2004-2006» ed il relativo documento tecnico di accompagnamento,approvato con d.g.r. n. 15866 del 30 dicembre 2003, che stabi-lisce un incremento dello stanziamento a bilancio sul capitolo5.0.4.0.3.266.5976 «Contributi FRISL a rimborso ventennaleper l’impiantistica sportiva» pari a C 5.000.000,00 ed un in-cremento dello stanziamento a bilancio sul capitolo5.0.4.0.3.266.5102 «Contributi a rimborso ventennale per l’i-niziativa Beni culturali Spettacolo» pari a C 13.604.670,90;Vista la nota della Direzione Generale Giovani, Sport e Pari

Opportunita prot. n. N1.2004.0000919 del 26 gennaio 2004,con cui si chiede di utilizzare le ulteriori risorse finanziariedisponibili ad incremento della dotazione finanziaria previstaper l’iniziativa FRISL 2003/2005 U) Impiantistica sportiva,approvata con d.g.r. n. 13485/2003;

Vista la nota prot. n. L1.2004.0000203 del 13 gennaio 2004,con cui la Direzione Generale Culture, Identita e Autonomiedella Lombardia chiede di utilizzare le ulteriori risorse dispo-nibili per l’ampliamento della graduatoria FRISL 2002/2004B) Beni e infrastrutture culturali»;

Condivise le proposte delle Direzioni Generali Giovani,Sport e Pari Opportunita e Culture, Identita e Autonomie del-la Lombardia di cui alle sopra citate note;

Dato atto che le schede dell’iniziativa «Beni e infrastruttureculturali» fissava l’inizio lavori al 31 dicembre 2003 e la sche-da dell’iniziativa «Impiantistica sportiva» fissava il termineper l’inizio lavori al 30 giugno 2004;

Ritenuto di stabilire per l’avvio dei lavori lo stesso lasso ditempo di fatto usufruito dai progetti gia finanziati con i decre-ti di assegnazione dei contributi sopraccitati n. 1161/04 en. 8694/03;

Vista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;Verificata da parte del Dirigente competente la regolarita

dell’istruttoria e della proposta di deliberazione, sia dal puntodi vista tecnico che sotto il profilo della legittimita;

Ad unanimita dei voti espressi nelle forme di legge;Delibera

1. di destinare C 5.000.000,00 disponibili sul capitolo5.0.4.0.3.266.5976 ed C 13.604.670,90 disponibili sul capitolo5.0.4.0.3.266.5102 del bilancio regionale di previsione2004/2006 rispettivamente, al finanziamento in ordine di gra-duatoria dei progetti ammissibili e non finanziati per le ini-ziative FRISL U) Impiantistica sportiva, anno 2003/2005, e B)Beni ed infrastrutture culturali, anno 2002/2004, di cui alledd.g.r. n. 13485/03 e n. 9474/02, citate in premessa;

2. di dare mandato al Dirigente competente ai sensi del-l’art. 10, comma 4 della l.r. 33/91, di assumere i conseguentiprovvedimenti di assegnazione dei contributi;

3. di stabilire il termine di inizio lavori al 30 luglio 2004per i progetti che saranno finanziati per l’iniziativa U) Im-piantistica sportiva con i provvedimenti di cui al precedentepunto 2;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1163 –

4. di stabilire il nuovo termine di inizio lavori al 15 settem-bre 2004 per i progetti che saranno finanziati per l’iniziativaB) Beni ed infrastrutture culturali con i provvedimenti di cuial precedente punto 2;

5. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale del-la Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040110] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16534Nomina, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 13 febbraio 2003 n. 1e successive modificazioni, del Commissario dell’IPAB«Opera Pia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casalet-to Lodigiano (LO) – fraz. Gugnano. OGR G02 Attuazionelegge riordino delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera– di nominare, ai sensi della l.r. 1/2003, il sig. Gianpiero

Viotti, nato a Lodi l’11 febbraio 1949, Dirigente della Struttu-ra Promozione del Turismo e Incentivi della Direzione Gene-rale Industria, Piccola e Media Impresa, Cooperazione e Turi-smo della Regione Lombardia, commissario dell’IPAB «OperaPia Maria Rossi» con sede nel Comune di Casaletto Lodigiano– fraz. Gugnano – con il compito di:

• garantire la legale rappresentanza dell’ente e provvedereall’amministrazione del medesimo;

• provvedere, secondo quanto disposto dall’art. 4 della l.r.1/2003, alla trasformazione dell’IPAB o in alternativa,qualora ricorrano le condizioni, all’estinzione dellastessa;

• trasmettere alla Giunta regionale gli atti relativi perconsentire l’adozione dei provvedimenti conseguenti dicompetenza della Giunta medesima;

– di disporre la notifica del presente atto al Commissarioincaricato, all’Istituzione interessata, all’ASL e al Comune ter-ritorialmente competenti, nonche la pubblicazione del dispo-sitivo del provvedimento medesimo sul Bollettino Ufficialedella Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040111] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16537Trasformazione dell’IPAB «Istituto Bonoli» con sede le-gale nel Comune di Como (CO) in Fondazione ONLUSsenza scopo di lucro denominata «Fondazione don Euge-nio Bonoli ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 feb-braio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Istituto Bonoli» avente sedelegale nel Comune di Como (CO);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 18 dell’8 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione don Eugenio Bonoli – ONLUS»come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione don EugenioBonoli – ONLUS» con sede in Como (CO) nel registro regio-nale delle persone giuridiche private, di cui al regolamentoregionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo aquello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione don Eugenio Bo-noli – ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB dicui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attivee passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-

tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040112] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16538Trasformazione dell’IPAB «Asilo infantile Roggiolo-Bon-ga» con sede legale nel Comune di Luino (VA) in Associa-zione senza scopo di lucro denominata «Associazione Asi-lo infantile Roggiolo-Bonga». Ai sensi dell’art. 3 della l.r.13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di rifor-ma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Associazione senza scopo di lu-cro dell’IPAB denominata «Asilo infantile Roggiolo-Bonga» a-vente sede legale nel Comune di Luino (VA);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 27articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazioni n. 3 del 22 ottobre 2003 e n. 1del 23 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte integrantedella presente deliberazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Associazione Asilo infantile Roggiolo-Bonga»come previsto dall’art. 2 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Associazione Asilo infanti-le Roggiolo-Bonga» con sede in Luino (VA) nel registro regio-nale delle persone giuridiche private, di cui al regolamentoregionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo aquello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Associazione Asilo infantileRoggiolo-Bonga», derivante dalla trasformazione dell’IPAB dicui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attivee passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040113] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16539Trasformazione dell’IPAB «Istituto Pietro Cadeo» consede legale nel Comune di Chiari (BS) in Fondazione sen-za scopo di lucro denominata «Istituto Pietro Cadeo ON-LUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1.OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Istituto Pietro Cadeo» aventesede legale nel Comune di Chiari (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 172 del 30 ottobre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Istituto Pietro Cadeo ONLUS» come previstodall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Istituto PietroCadeo ONLUS» con sede in Chiari (BS) nel registro regionaledelle persone giuridiche private, di cui al regolamento regio-nale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello incui viene adottato il presente provvedimento;;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Istituto Pietro Ca-deo ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cuiall’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive epassive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1164 –

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040114] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16540Fusione delle II.PP.A.B. «Opera Pia Cronici» – «Casa diRiposo Marini Carioni Vimercati Pasquini» – «Centro perMinori Frecavalli» con sede legale nel Comune di Cremavia Kennedy e conseguente trasformazione in FondazioneONLUS senza scopo di lucro denominata «FondazioneBenefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di riabili-tazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS». Ai sensidell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della l.r. 13 febbraio 2003,n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 5 comma 1 della l.r.

1/2003, la fusione delle II.PP.A.B. denominate «Opera PiaCronici» – «Casa di Riposo Marini Carioni Vimercati Pasqui-ni» – «Centro per Minori Frecavalli» aventi sede legale nelComune di Crema via Kennedy, 2 (CR);

2. di approvare, ai sensi degli artt. 3, comma 2, e 5, comma1, della l.r. 1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUSsenza scopo di lucro dell’ente risultante dalla fusione di cuial precedente punto 1;

3. di approvare il nuovo statuto dell’ente, risultante dallefusioni di cui al precedenti punti 1 e 2, composto da 19 artico-li, approvato con delibera del Consiglio di Amministrazionedegli «Istituti di Ricovero» di Crema n. 396 del 13 ottobre2003 nel testo che costituisce parte integrante della presentedeliberazione (omissis);

4. di dare atto che, a seguito delle fusioni di cui ai punti 1e 2 e della trasformazione specificata al precedente punto 3,l’ente viene ad assumere la denominazione di «FondazioneBenefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale di riabilita-zione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» come previstodall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente medesimo;

5. di disporre l’iscrizione della fondazione denominata«Fondazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionaledi riabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» consede nel Comune di Crema (CR) nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

6. di disporre altresı che la fondazione denominata «Fon-dazione Benefattori Cremaschi – Istituto polifunzionale diriabilitazione e di assistenza sociosanitaria – ONLUS» deri-vante dalla fusione e trasformazione delle II.PP.A.B. di cuiall’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive epassive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

7. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040115] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16541Trasformazione dell’IPAB «O.P. Ente Galignani» con sedelegale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS) in Fonda-zione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Giu-seppe Antonio Galignani». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «O.P. Ente Galignani» avente sede le-gale nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 25

articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 11 del 27 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Giuseppe Antonio Galignani»come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Giuseppe An-tonio Galignani» con sede in Palazzolo sull’Oglio (BS) nel re-gistro regionale delle persone giuridiche private, di cui al re-golamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Giuseppe AntonioGalignani», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cuiall’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive epassive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040116] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16542Trasformazione dell’IPAB «Centro Servizi AssistenzialiCami-Alberini» con sede legale nel Comune di Gottolengo(BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denomi-nata «Fondazione Centro Servizi Assistenziali Cami-Albe-rini ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Centro Servizi AssistenzialiCami-Alberini» avente sede legale nel Comune di Gottolengo(BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 14articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 14 del 22 settembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Centro Servizi Assistenziali Cami-Alberini ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statutodell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Centro ServiziAssistenziali Cami-Alberini ONLUS» con sede in Gottolengo(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, dicui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno delmese successivo a quello in cui viene adottato il presenteprovvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Centro ServiziAssistenziali Cami-Alberini ONLUS», derivante dalla trasfor-mazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situa-zioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti aqualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltreche in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasfor-mazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040117] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16543Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Zinelli-Perdo-ni» con sede legale nel Comune di Padenghe sul Garda(BS) in associazione senza scopo di lucro denominata «A-silo Infantile Zinelli-Perdoni». Ai sensi dell’art. 3 della l.r.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1165 –

13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di rifor-ma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in persona giuridica di diritto pri-vato senza scopo di lucro dell’IPAB denominata «Asilo Infan-tile Zinelli-Perdoni» avente sede legale nel Comune di Paden-ghe sul Garda (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 25articoli, adottato dall’Assemblea dei Soci dell’IPAB di cui trat-tasi con deliberazione n. 2 del 23 luglio 2003, nel testo checostituisce parte integrante della presente deliberazione (o-missis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’Associazione viene ad assumerela denominazione di «Asilo Infantile Zinelli-Perdoni» comeprevisto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Associazione «Asilo Infanti-le Zinelli-Perdoni» con sede in Padenghe sul Garda (BS) nelregistro regionale delle persone giuridiche private, di cui alregolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che l’Associazione «Asilo Infantile Zi-nelli-Perdoni», derivante dalla trasformazione dell’IPAB dicui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attivee passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040118] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16544Trasformazione dell’IPAB «Istituto Opera Pia G.C. Rota»con sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore(BG) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denomi-nata «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS». Ai sensidell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Istituto Opera Pia G.C. Rota»avente sede legale nel Comune di Almenno San Salvatore(BG);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 26articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazioni n. 46 del 17 ottobre 2003 en. 50 del 14 novembre 2003, nel testo che costituisce parteintegrante della presente deliberazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Giovanni Carlo Rota ONLUS»come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Giovanni Car-lo Rota ONLUS» con sede in Almenno San Salvatore (BG) nelregistro regionale delle persone giuridiche private, di cui alregolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Giovanni CarloRota ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’IPAB dicui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attivee passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040119] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16545Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo «Martinelli-Granata-Piantoni»» con sede legale nel Comune di Colo-gne (BS) in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro de-nominata «Fondazione «Martinelli-Granata-Piantoni ON-LUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1.OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Martinelli-Granata-Piantoni» avente sede legale nel Comune di Cologne(BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazioni n. 8 del 4 settembre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione “Martinelli-Granata-Piantoni ON-LUS”» come previsto dall’art. 2 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione “Martinelli-Granata-Piantoni ONLUS”» con sede in Cologne (BS) nel re-gistro regionale delle persone giuridiche private, di cui al re-golamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione “Martinelli-Gra-nata-Piantoni ONLUS”», derivante dalla trasformazione del-l’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimo-niali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titoloinerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti glialtri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040120] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16546Trasformazione dell’IPAB «Lega del Bene – Vittorio Ema-nuele III» con sede legale nel Comune di Pavia in Fonda-zione senza scopo di lucro denominata «Fondazione Mar-tinetti – Lega del Bene». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Lega del Bene – Vittorio EmanueleIII» avente sede legale nel Comune di Pavia;

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 9 del 18 settembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Martinetti – Lega del Bene» comeprevisto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Martinetti –Lega del Bene» con sede in Pavia nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Martinetti – Legadel Bene», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui al-l’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e pas-sive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni edalle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1166 –

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040121] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16547Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo per Anziani diBotticino» con sede legale nel Comune di Botticino (BS)in persona giuridica di diritto privato senza scopo di lu-cro denominata Fondazione «Casa di Riposo per Anzianidi Botticino ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 feb-braio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo per Anziani diBotticino» avente sede legale nel Comune di Botticino (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 22articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 16 del 17 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di Fondazione «Casa di Riposo per Anziani di Bot-ticino ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto del-l’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di Riposoper Anziani di Botticino ONLUS» con sede in Botticino (BS)nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cuial regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mesesuccessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Casa di Riposoper Anziani di Botticino ONLUS», derivante dalla trasforma-zione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazionipatrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasititolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tuttigli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040122] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16548Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo di Calcinato»con sede legale nel Comune di Calcinato (BS) in personagiuridica di diritto privato denominata Fondazione «Casadi Riposo di Calcinato – ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 dellal.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione legge diriforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo di Calcinato»avente sede legale nel Comune di Calcinato (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 31 del 27 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di Fondazione «Casa di Riposo di Calcinato – ON-LUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di Riposodi Calcinato – ONLUS» con sede in Calcinato (BS) nel regi-stro regionale delle persone giuridiche private, di cui al rego-lamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese succes-sivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Casa di Riposo diCalcinato – ONLUS», derivante dalla trasformazione dell’I-PAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimonia-li attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo ine-renti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altrirapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040123] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16549Trasformazione dell’IPAB «O.P. Casa Industria Ricoveroe Cronicita» con sede legale nel Comune di Soncino (CR)in Fondazione ONLUS senza scopo di lucro denominata«Fondazione Residenza Sanitario-Assistenziale di Sonci-no ONLUS». Ai sensi dell’art. 3 della l.r. 13 febbraio 2003,n. 1. OGR G02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione ONLUS senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «O.P. Casa Industria Ricoveroe Cronicita» avente sede legale nel Comune di Soncino (CR);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 28 del 18 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Residenza Sanitario-Assistenzialedi Soncino ONLUS» come previsto dall’art. 1 del nuovo statu-to dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Residenza Sa-nitario-Assistenziale di Soncino ONLUS» con sede in Soncino(CR) nel registro regionale delle persone giuridiche private,di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno delmese successivo a quello in cui viene adottato il presenteprovvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Residenza Sanita-rio-Assistenziale di Soncino ONLUS», derivante dalla trasfor-mazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situa-zioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti aqualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltreche in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasfor-mazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040124] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16550Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Villa dellaPace» con sede legale nel Comune di Stezzano (BG) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazio-ne Casa di Riposo Villa della Pace». Ai sensi dell’art. 3della l.r. 13 febbraio 2003, n. 1. OGR G02 Attuazione leg-ge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Casa di Riposo Villa della Pace» aven-te sede legale nel Comune di Stezzano (BG);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 16articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 34 del 7 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1167 –

minazione di «Fondazione Casa di Riposo Villa della Pace»come previsto dall’art. 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di RiposoVilla della Pace» con sede in Stezzano (BG) nel registro regio-nale delle persone giuridiche private, di cui al regolamentoregionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo aquello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Casa di RiposoVilla della Pace», derivante dalla trasformazione dell’IPAB dicui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attivee passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al Comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040125] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16551Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile – Scuola Ma-terna» con sede legale nel comune di Gottolengo (BS) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Scuolad’Infanzia Pietro Caprettini». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Asilo Infantile – Scuola Materna» a-vente sede legale nel comune di Gottolengo (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 22 del 16 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di Fondazione «Scuola d’Infanzia Pietro Capretti-ni» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Scuola d’In-fanzia Pietro Caprettini» con sede in Gottolengo (BS) nel regi-stro regionale delle persone giuridiche private, di cui al rego-lamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese succes-sivo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Scuola d’InfanziaPietro Caprettini», derivante dalla trasformazione dell’IPABdi cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali at-tive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerentiai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rap-porti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040126] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16552Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Dante Cusi»con sede legale nel comune di Gambara (BS) in Fondazio-ne Onlus senza scopo di lucro denominata «Dante CusiOnlus». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13febbraio 2003, n. 1. – OGR G02 Attuazione legge di rifor-ma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Dante Cusi»avente sede legale nel comune di Gambara (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 14articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 19 del 13 ottobre 2003, nel

testo che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Dante Cusi Onlus» come previsto dall’articolo1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Dante CusiOnlus» con sede in Gambara (BS) nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Dante Cusi On-lus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’ogget-to, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive,nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alleloro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040127] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16553Trasformazione dell’IPAB «Casa per Anziani Serlini – Re-sidenza Sanitaria Assistenziale» con sede legale nel co-mune di Ospitaletto (BS) in Fondazione Onlus senza sco-po di lucro denominata «Fondazione “Serlini” ResidenzaSanitaria Assistenziale – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa per Anziani Serlini Resi-denza Sanitaria Assistenziale» avente sede legale nel comunedi Ospitaletto (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 30 del 20 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione “Serlini” Residenza Sanitaria Assi-stenziale – Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo sta-tuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione “Serlini” Resi-denza Sanitaria Assistenziale – Onlus» con sede in Ospitaletto(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, dicui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno delmese successivo a quello in cui viene adottato il presenteprovvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione “Serlini” Residen-za Sanitaria Assistenziale – Onlus», derivante dalla trasforma-zione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazionipatrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasititolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tuttigli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040128] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16554Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Bertinotti-For-menti» con sede legale nel comune di Chiari (BS) in Fon-dazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fonda-zione Bertinotti Formenti Onlus». Ai sensi dell’articolo 3della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1168 –

di lucro dell’IPAB denominata «Fondazione Bertinotti-For-menti» avente sede legale nel comune di Chiari (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 51 del 4 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Bertinotti Formenti Onlus» comeprevisto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Bertinotti For-menti Onlus» con sede in Chiari (BS) nel registro regionaledelle persone giuridiche private, di cui al regolamento regio-nale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello incui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Bertinotti For-menti Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cuiall’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive epassive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040129] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16555Trasformazione dell’IPAB «Gerontocomio Lomellino»con sede legale nel comune di Lomello (PV) in Fondazio-ne senza scopo di lucro denominata «Fondazione Geron-tocomio Lomellino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge re-gionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione leg-ge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Gerontocomio Lomellino» aventesede legale nel comune di Lomello (PV);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 1 del 16 febbraio 2004, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Gerontocomio Lomellino» comeprevisto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione GerontocomioLomellino» con sede in Lomello (PV) nel registro regionaledelle persone giuridiche private, di cui al regolamento regio-nale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quello incui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Gerontocomio Lo-mellino», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui al-l’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e pas-sive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni edalle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040130] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16556Trasformazione dell’IPAB «Pia Fondazione di Valle Ca-monica» con sede legale nel comune di Malegno (BS) inFondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «PiaFondazione di Valle Camonica Onlus». Ai sensi dell’arti-

colo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORGG02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Pia Fondazione di Valle Ca-monica» avente sede legale nel comune di Malegno (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazioni n. 12 del 25 giugno 2003 en. 1 del 26 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte inte-grante della presente deliberazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Pia Fondazione di Valle Camonica Onlus»come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Pia Fondazione di ValleCamonica Onlus» con sede in Malegno (BS) nel registro re-gionale delle persone giuridiche private, di cui al regolamentoregionale 2/2001 nel primo giorno del mese successivo a quel-lo in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Pia Fondazione di Valle Camo-nica Onlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cuiall’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive epassive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti aibeni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapportigiuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040131] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16557Trasformazione dell’IPAB «Istituto Femminile della Pre-sentazione» con sede legale nel comune di Como in Fon-dazione senza scopo di lucro denominata «Fondazione LaPresentazione». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regio-nale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione leggedi riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Istituto Femminile della Presentazio-ne» avente sede legale nel comune di Como;

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 15 del 22 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione La Presentazione» come previstodall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione La Presenta-zione» con sede in Como nel registro regionale delle personegiuridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nelprimo giorno del mese successivo a quello in cui viene adotta-to il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione La Presentazio-ne», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’ogget-to, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive,nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alleloro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040132] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16558Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Guida» con sede le-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1169 –

gale nel comune di Soresina (CR) in Fondazione senzascopo di lucro denominata «Fondazione Giuseppina Gui-da». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 feb-braio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riformadelle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Opera Pia Guida» avente sede legalenel comune di Soresina (CR);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 4 del 23 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Giuseppina Guida» come previstodall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione GiuseppinaGuida» con sede in Soresina (CR) nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Giuseppina Gui-da», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’ogget-to, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive,nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alleloro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040133] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16559Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Alzeni» con sede le-gale nel comune di Trescore Cremasco (CR) in Fondazio-ne senza scopo di lucro denominata «Fondazione OperaPia Alzeni». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di ri-forma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Opera Pia Alzeni» avente sede legalenel comune di Trescore Cremasco (CR);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 45 del 27 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Opera Pia Alzeni» come previstodall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Opera Pia Al-zeni» con sede in Trescore Cremasco (CR) nel registro regio-nale delle persone giuridiche private, di cui al regolamentoregionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo aquello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Opera Pia Alzeni»,derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, su-bentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rap-porti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loropertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesi-stenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040134] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16560Trasformazione dell’IPAB «Residenza Sanitario Assisten-ziale Angela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» consede legale nel comune di Comerio (VA) in Fondazionesenza scopo di lucro denominata «Fondazione AngelaMauri Sacconaghi – Giovanni Borghi». Ai sensi dell’arti-colo 3 della legge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – OGRG02 Attuazione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Residenza Sanitario Assistenziale An-gela Mauri Sacconaghi – Giovanni Borghi» avente sede legalenel comune di Comerio (VA);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 26 del 2 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Angela Mauri Sacconaghi – Gio-vanni Borghi» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statutodell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Angela MauriSacconaghi – Giovanni Borghi» con sede in Comerio (VA) nelregistro regionale delle persone giuridiche private, di cui alregolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presento provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Angela Mauri Sac-conaghi – Giovanni Borghi», derivante dalla trasformazionedell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patri-moniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi tito-lo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti glialtri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040135] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16561Trasformazione dell’IPAB «Opera Pia Istituto Arti e Me-stieri V. Roncalli» con sede legale nel comune di Vigeva-no (PV) in Fondazione senza scopo di lucro denominata«Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri Vicenzo Roncalli».Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Opera Pia Istituto Arti e Mestieri V.Roncalli» avente sede legale nel comune di Vigevano (PV);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazioni n. 44 del 27 settembre 2003 en. 5 del 17 febbraio 2004, nel testo che costituisce parte inte-grante della presente deliberazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Istituto d’Arte e Mestieri VicenzoRoncalli» come previsto dall’articolo 2 del nuovo statuto del-l’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Istituto d’Artee Mestieri Vicenzo Roncalli» con sede in Vigevano (PV) nelregistro regionale delle persone giuridiche private, di cui alregolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese suc-cessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Istituto d’Arte e

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1170 –

Mestieri Vicenzo Roncalli», derivante dalla trasformazionedell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patri-moniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi tito-lo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti glialtri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040136] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16562Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile di Gandino»con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazio-ne senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna diGandino». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 13febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di rifor-ma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Asilo Infantile di Gandino» aventesede legale nel comune di Gandino (BG);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 20articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 47 del 25 settembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Scuola Materna di Gandino» come previstodall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Scuola Materna di Gandi-no» con sede in Gandino (BG) nel registro regionale delle per-sone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Scuola Materna di Gandino»,derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, su-bentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rap-porti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loropertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesi-stenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040137] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16563Trasformazione dell’IPAB «Scuola Materna Urbani e Ne-spoli» con sede legale nel comune di Coccaglio (BS) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Scuola del-l’Infanzia Urbani e Nespoli». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Scuola Materna Urbani e Nespoli» a-vente sede legale nel comune di Coccaglio (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 15articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 23 del 18 settembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Scuola dell’Infanzia Urbani e Nespoli» comeprevisto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Scuola dell’Infanzia Urba-ni e Nespoli» con sede in Coccaglio (BS) nel registro regionale

delle persone giuridiche private, di cui al regolamento regio-nale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello incui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Scuola dell’Infanzia Urbani eNespoli», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui al-l’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e pas-sive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni edalle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040138] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16564Trasformazione dell’IPAB «Centro di Servizi per Anziani“Casa di riposo Maggi”» con sede legale nel comune diCastrezzato (BS) in Fondazione Onlus senza scopo di lu-cro denominata «Centro di Servizi per Anziani “Casa diRiposo Maggi” Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazionelegge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Centro di Servizi per Anziani“Casa di riposo Maggi”» avente sede legale nel comune di Ca-strezzato (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 17articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 4 del 25 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Centro di Servizi per Anziani “Casa di RiposoMaggi” Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statutodell’ente;

4. di disporre l’iscrizione del «Centro di Servizi per Anziani“Casa di Riposo Maggi” Onlus» con sede in Castrezzato (BS)nel registro regionale delle persone giuridiche private, di cuial regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno del mesesuccessivo a quello in cui viene adottato il presente provvedi-mento;

5. di disporre altresı che la «Centro di Servizi per Anziani“Casa di Riposo Maggi” Onlus», derivante dalla trasformazio-ne dell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni pa-trimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasititolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tuttigli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040139] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16565Trasformazione dell’IPAB «Pia Casa di Riposo CardinalGiorgio Gusmini» con sede legale nel comune di Vertova(BG) in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denomi-nata «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio SanitarioCardinal Gusmini – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Pia Casa di Riposo CardinalGiorgio Gusmini» avente sede legale nel comune di Vertova(BG);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 21

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1171 –

articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 123 del 13 ottobre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Istituto Polifunzionale Socio Sani-tario Cardinal Gusmini – Onlus» come previsto dall’articolo 1del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Istituto Poli-funzionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus» consede in Vertova (BG) nel registro regionale delle persone giu-ridiche private, di cui al regolamento regionale 2/2001, nelprimo giorno, del mese successivo a quello in cui viene adot-tato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Istituto Polifun-zionale Socio Sanitario Cardinal Gusmini – Onlus», derivantedalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, subentreranelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rapporti pen-denti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenzeoltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesistenti allatrasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040140] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16566Trasformazione dell’IPAB «Fondazione Ercole Carcano»con sede legale nel comune di Mandello del Lario (LC) inFondazione senza scopo di lucro denominata «Fondazio-ne Ercole Carcano». Ai sensi dell’articolo 3 della legge re-gionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione leg-ge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Fondazione Ercole Carcano» aventesede legale nel comune di Mandello del Lario (LC);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 7 del 16 dicembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Ercole Carcano» come previstodall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Ercole Carca-no» con sede in Mandello del Lario (LC) nel registro regionaledelle persone giuridiche private, di cui al regolamento regio-nale 2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello incui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Ercole Carcano»,derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’oggetto, su-bentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive, nei rap-porti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alle loropertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridici preesi-stenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040141] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16567Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giovanni»con sede legale nel comune di Bovegno (BS) in Fondazio-ne Onlus senza scopo di lucro denominata «Casa di Ripo-so San Giovanni – Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 dellalegge regionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attua-zione legge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopo

di lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo San Giovan-ni» avente sede legale nel comune di Bovegno (BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 18articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 40 del 17 dicembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Casa di Riposo San Giovanni – Onlus» comeprevisto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della Fondazione «Casa di RiposoSan Giovanni – Onlus» con sede in Bovegno (BS) nel registroregionale delle persone giuridiche private, di cui al regola-mento regionale 2/2001, nel primo giorno del mese successivoa quello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la Fondazione «Casa di RiposoSan Giovanni – Onlus», derivante dalla trasformazione dell’I-PAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimonia-li attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo ine-renti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altrirapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040142] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16568Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo Madonna del-la Neve» con sede legale nel comune di Chiuro (SO) inFondazione Onlus senza scopo di lucro denominata «Fon-dazione Casa di Riposo Madonna della Neve Onlus». Aisensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo Madonna del-la Neve» avente sede legale nel comune di Chiuro (SO);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 23articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 12 del 28 ottobre 2003 en. 5 del 30 gennaio 2004, nel testo che costituisce parte inte-grante della presente deliberazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Casa di Riposo Madonna dellaNeve Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statutodell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di RiposeMadonna della Neve Onlus» con sede in Chiuro (SO) nel regi-stro regionale delle persone giuridiche private, di cui al rego-lamento regionale 2/2001 nel primo giorno del mese successi-vo a quello in cui viene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Casa di RiposoMadonna della Neve Onlus», derivante dalla trasformazionedell’IPAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patri-moniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi tito-lo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti glialtri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040143] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16569Trasformazione dell’IPAB «Asilo Infantile Erminia Mag-gi» con sede legale nel comune di Cuvio (VA) in Fondazio-ne senza scopo di lucro denominata «Scuola Materna Er-minia Maggi». Ai sensi dell’articolo 3 della legge regiona-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1172 –

le 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge diriforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione senza scopo di lucrodell’IPAB denominata «Asilo Infantile Erminia Maggi» aventesede legale nel comune di Cuvio (VA);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 22articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 5 dell’8 luglio 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente, viene ad assumere la deno-minazione di «Scuola Materna Erminia Maggi» come previ-sto dall’articolo 2 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Scuola Materna ErminiaMaggi» con sede in Cuvio (VA) nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Scuola Materna Erminia Mag-gi», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’ogget-to, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passive,nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni ed alleloro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala[BUR20040144] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16570Trasformazione dell’IPAB «Casa di Riposo San Giuseppe»con sede legale nel comune di Polpenazze del Garda (BS)in Fondazione Onlus senza scopo di lucro denominata«Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe – Onlus». Aisensi dell’articolo 3 della legge regionale 13 febbraio2003, n. 1 – ORG G02 Attuazione legge di riforma delleII.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALEOmissisDelibera

1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di Riposo San Giusep-pe» avente sede legale nel comune di Polpenazze del Garda(BS);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 28articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 86 del 29 ottobre 2003, neltesto che costituisce parte integrante della presente delibera-zione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe –Onlus» come previsto dall’articolo 1 del nuovo statuto del-l’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Fondazione Casa di RiposoSan Giuseppe – Onlus» con sede in Polpenazze del Garda(BS) nel registro regionale delle persone giuridiche private, dicui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno delmese successivo a quello in cui viene adottato il presenteprovvedimento;

5. di disporre altresı che la «Fondazione Casa di RiposoSan Giuseppe – Onlus», derivante dalla trasformazione dell’I-PAB di cui all’oggetto, subentrera nelle situazioni patrimonia-li attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo ine-renti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tutti gli altrirapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040145] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16571Trasformazione dell’IPAB «Casa di riposo di Gandino»con sede legale nel comune di Gandino (BG) in Fondazio-ne Onlus senza scopo di lucro denominata «Cecilia Cacciain Del Negro Onlus». Ai sensi dell’articolo 3 della leggeregionale 13 febbraio 2003, n. 1 – ORG G02 Attuazionelegge di riforma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, della l.r.

1/2003, la trasformazione in Fondazione Onlus senza scopodi lucro dell’IPAB denominata «Casa di riposo di Gandino»avente sede legale nel comune di Gandino (BG);

2. di approvare il nuovo statuto dell’ente composto da 19articoli, adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’IPABdi cui trattasi con deliberazione n. 58 del 29 settembre 2003,nel testo che costituisce parte integrante della presente deli-berazione (omissis);

3. di dare atto che, a seguito della trasformazione specifi-cata al precedente punto 1, l’ente viene ad assumere la deno-minazione di «Cecilia Caccia in Del Negro Onlus» come previ-sto dall’articolo 1 del nuovo statuto dell’ente;

4. di disporre l’iscrizione della «Cecilia Caccia in Del NegroOnlus» con sede in Gandino (BG) nel registro regionale dellepersone giuridiche private, di cui al regolamento regionale2/2001, nel primo giorno del mese successivo a quello in cuiviene adottato il presente provvedimento;

5. di disporre altresı che la «Cecilia Caccia in Del NegroOnlus», derivante dalla trasformazione dell’IPAB di cui all’og-getto, subentrera nelle situazioni patrimoniali attive e passi-ve, nei rapporti pendenti a qualsiasi titolo inerenti ai beni edalle loro pertinenze oltre che in tutti gli altri rapporti giuridicipreesistenti alla trasformazione;

6. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

[BUR20040146] [3.1.0]D.g.r. 27 febbraio 2004 - n. 7/16572Fusione delle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Ci-vile» con sede legale nel comune di Fontanella (BG) econseguente trasformazione in Fondazione senza scopodi lucro denominata «Fondazione Domus E.D.E.R.A.». Aisensi dell’art. 3 e dell’art. 5 comma 1 della legge regionale13 febbraio 2003, n. 1 – OGR G02 Attuazione legge di ri-forma delle II.PP.A.B.

LA GIUNTA REGIONALE

Omissis

Delibera1. di approvare, ai sensi dell’articolo 5 comma 1 della l.r.

1/2003, la fusione delle II.PP.A.B. denominate «Asilo Infanti-le» e «Ospedale Civile» aventi sede legale nel comune di Fon-tanella (BG);

2. di approvare, ai sensi degli articoli 3, comma 2, e 5, com-ma 1, della l.r. 1/2003, la trasformazione in persona giuridicaprivata senza scopo di lucro dell’ente risultante dalla fusionedi cui al precedente punto 1;

3. di approvare il nuovo statuto dell’ente, risultante dallafusione e trasformazione di cui ai precedenti punti 1 e 2, com-posto da 18 articoli, approvato con deliberazioni n. 21-bis del30 ottobre 2003 e n. 30 del 30 ottobre 2003 rispettivamentedelle II.PP.A.B. «Asilo Infantile» e «Ospedale Civile», nel testoche costituisce parte integrante della presente deliberazione(omissis);

4. di dare atto che, a seguito della fusione e trasformazionedi cui ai punti 1 e 2, l’ente viene ad assumere la denominazio-ne di «Fondazione Domus E.D.E.R.A.». come previsto dall’ar-ticolo 2 del nuovo statuto dell’ente medesimo;

5. di disporre l’iscrizione dell’ente denominato «Fondazio-ne Domus E.D.E.R.A.» con sede nel comune di Fontanella(BG) nel registro regionale delle persone giuridiche private,di cui al regolamento regionale 2/2001, nel primo giorno delmese successivo a quello in cui viene adottato il presenteprovvedimento;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1173 –

6. di disporre altresı che l’ente denominato «FondazioneDomus E.D.E.R.A.» derivante dalla fusione e trasformazionedelle II.PP.A.B. di cui all’oggetto, subentrera nelle situazionipatrimoniali attive e passive, nei rapporti pendenti a qualsiasititolo inerenti ai beni ed alle loro pertinenze oltre che in tuttigli altri rapporti giuridici preesistenti alla trasformazione;

7. di disporre la trasmissione del presente atto all’istituzio-ne interessata, all’ASL ed al comune territorialmente compe-tenti nonche la pubblicazione del dispositivo dello stesso sulBollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

Il segretario: Sala

D) ATTI DIRIGENZIALIGIUNTA REGIONALE

D.G. Risorse e bilancio[BUR20040147] [2.1.0]D.d.s. 3 marzo 2004 - n. 3249Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2002/2004 i-niziativa B) Beni e infrastrutture culturali, l.r. 14 dicem-bre 1991, n. 33

IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURASTRUMENTI FINANZIARI INTEGRATI

Vista la legge regionale 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzio-ne del fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia(F.R.I.S.L.) e successive modificazioni ed integrazioni;

Vista la d.g.r. n. 9474 del 21 giugno 2002 «Approvazionedelle schede delle iniziative F.R.I.S.L. 2001/2003 “Realizza-zione di strutture alternative alla residenzialita permanenteper anziani e portatori di handicap” e F.R.I.S.L. 2002/2004“Beni e infrastrutture culturali” e delle relative modalita perl’accesso ai contributi» contenente le istruzioni generali perl’accesso al F.R.I.S.L. 2002/2004, pubblicata sul Bollettino Uf-ficiale della Regione Lombardia (B.U.R.L.) del 9 luglio 2002,1º Supplemento Straordinario al n. 28;

Vista la motivata relazione rassegnata dal Nucleo di valuta-zione relativamente all’iniziativa B) Beni e infrastrutture cul-turali a completamento dell’istruttoria delle domande presen-tate all’Unita Organizzativa incaricata comprensiva dell’elen-co dei progetti inammissibili, ammissibili e finanziabili in or-dine di priorita;

Richiamato il proprio d.d.s. n. 8694 del 28 maggio 2003«Assegnazione di contributi F.R.I.S.L. 2002/04 iniziativa B)Beni e infrastrutture culturali – l.r. n. 14 dicembre 1991,n. 33»;

Richiamata la d.g.r. n. 16533 del 27 febbraio 2004 con laquale fra l’altro si e destinata un’ulteriore somma diC 13.604.670,90 stanziata sul bilancio regionale 2004/2006 alfinanziamento dei progetti ammissibili e non finanziati perl’iniziativa F.R.I.S.L. B) Beni e infrastrutture culturali, anno2002/2004, compresi nella graduatoria dei progetti ammissi-bili e finanziabili, di cui al surrichiamato d.d.s. n. 8694/03 esi e rideterminata la data di inizio lavori per i progetti dafinanziarsi con il presente atto;

Vista la legge 16 gennaio 2003, n. 3, art. 11 e la deliberaC.I.P.E. 27 dicembre 2002, n. 143 che recano disposizioni inmerito all’introduzione del Codice Unico di Progetto (C.U.P.);

Vista la l.r. 12 settembre 1983 n. 70 e successive modifica-zioni;

Vista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;Visti i provvedimenti organizzativi riguardanti la VII legi-

slatura ed in particolare il d.d.s.g. n. 8364 del 23 maggio 2003e tutti gli atti da esso richiamati e la d.g.r. n. 15655 del 18dicembre 2003 che conferma fra l’altro al Dott. Mario Bonifa-cio l’incarico di Dirigente della Struttura Strumenti Finanzia-ri Integrati della Direzione generale Risorse e bilancio;

Decreta1) di finanziare i progetti indicati nell’elenco allegato al pre-

sente atto relativi al F.R.I.S.L. 2002/2004, iniziativa B) Beni einfrastrutture culturali;

2) che per l’impegno e l’erogazione del contributo di cui alpresente atto si applicano le procedure tutte previste dal d.d.s.Strumenti Finanziari Integrati n. 8694/2003 dal punto 3) alpunto 12);

3) ai fini dei decreti regionali di approvazione dei progetti,da assumersi da parte della D.G. incaricata per l’iniziativa,i progetti finanziati con il presente atto dovranno risultareassegnatari del Codice Unico di Progetto (C.U.P.); per i bene-ficiari diversi dagli enti pubblici il C.U.P. deve essere assegna-to a cura della Direzione generale incaricata per l’iniziativa;

4) di comunicare per opportuna conoscenza il presente attoalla Commissione consiliare competente in materia di pro-grammazione e bilancio;

5) di assegnare alla Struttura Programmazione, bilancio eservizi giuridici della Direzione generale Culture, identita eautonomie della Lombardia la cura degli adempimenti esecu-tivi indicati nel presente decreto;

6) di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Lombardia.

Il dirigente della strutturastrumenti finanziari integrati:

Mario Bonifacio——— • ———

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1174 –

ELENCO DEI PROGETTI FINANZIATI IN ORDINE DI PRIORITA

INIZIATIVA: B/2002 BENI E INFRASTRUTTURE CULTURALICRITERI DI ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO (GRADUATORIA PRIORITA):

A – PRIORITA PROVINCIALE RAPPORTATA ALLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELLE PROVINCE LOMBARDEB – RILEVANZA ARTISTICA, CULTURALE E STORICA DEL BENE O DEL SERVIZIO OFFERTOC – URGENZA DELL’INTERVENTOD – RAPPORTO DEL BENE CON IL TERRITORIOE – FRUIBILITA DEL BENEF – QUALITA E COMPLETEZZA DELLE SOLUZIONI TECNICHEG – CONNESSIONE DIRETTA CON INVESTIMENTI DI RESTAURO E/O RIFUNZIONALIZZAZIONEH – COMPLETAMENTO DELL’INTERVENTOI – DISPONIBILITA DI ALTRI FINANZIAMENTI, OLTRE LA QUOTA DI COFINANZIAMENTO OBBLIGATORIO

Punteggio Spesa ammessa Contributo a Contributo a Autofinanziamento Altri Contributorimborso fondo perso finanziamenti totale proposto

01 Progetto B/2002/89 57,00 716.000,00 60.000,00 214.800,00 441.200,00 45.233,93Beneficiario COMUNE DI CREMONA

RESTAURO CONSERVATIVO BASILICA DI S. LORENZO *Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 1,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 10,00

02 Progetto B/2002/122 54,89 1.079.279,86 477.006,40 204.431,31 397.842,15 477.006,40Beneficiario COMUNE DI BRESCIA

MUSEALIZZAZIONE DELL’AREA ARCHEOLOGICA «DOMUS DELL’ORTAGLIA»Punteggio A = 8,54 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 5,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 8,35

03 Progetto B/2002/114 49,74 328.910,00 225.000,00 98.673,00 5.237,00 225.000,00Beneficiario COMUNE DI TRESIVIO

RECUPERO – RESTAURO EX PALAZZO NOBILIARE GUICCIARDI – GIANOLI, ORA SEDE MUNICIPALEPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,24

04 Progetto B/2002/126 45,50 307.968,00 215.577,00 92.391,00 215.577,00Beneficiario COMUNE DI CASTIGLIONE OLONA

ALLESTIMENTO NUOVA BIBLIOTECA DEL COMPLESSO POLIFUNZIONALE DEL CASTELLO DI MONTERUZZOPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

05 Progetto B/2002/123 45,40 835.279,00 584.695,00 250.584,00 584.695,00Beneficiario COMUNE DI LONATO

LAVORI DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE DI PALAZZO ZAMBELLI A SEDE DELLA BIBLIOTECA COMUNALEPunteggio A = 3,90 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

06 Progetto B/2002/148 44,50 383.340,00 268.338,00 115.002,00 268.338,00Beneficiario PARROCCHIA S. VITTORE M.

RESTAURO DECORAZIONI A STUCCO VOLTA MAGGIORE E REALIZZAZIONE SISTEMA DI VENTILAZIONE SOTTOTETTO IN VARESEPunteggio A = 10,00 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

07 Progetto B/2002/51 44,18 703.783,27 435.543,27 211.134,98 57.105,02 435.543,27Beneficiario COMUNE DI VIMERCATE

RESTAURO E RISTRUTTURAZIONE VILLA SOTTOCASA ALA SUDPunteggio A = 8,36 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 6,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 1,32

08 Progetto B/2002/95 44,01 2.070.000,00 1.449.000,00 621.000,00 1.449.000,00Beneficiario FONDAZIONE ARNALDO POMODORO

COMPLETAMENTO DEL NUOVO MUSEO DELLA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO IN MILANOPunteggio A = 6,66 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 4,35 H = 5,00 I = 0,00

09 Progetto B/2002/7 43,60 1.900.321,00 1.330.225,00 570.096,00 1.330.225,00Beneficiario VILLA SAN CARLO BORROMEO S.R.L.

RESTAURO DEL MURO DI CINTA DELLA GHIACCIAIA, DEL PARCO E DEL TERRAZZO DI VILLA S. CARLO BORROMEO IN COMUNE DISENAGO

Punteggio A = 7,60 B = 5,00 C = 0,00 D = 1,00 E = 5,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

10 Progetto B/2002/128 43,00 448.438,00 313.900,00 134.538,00 313.900,00Beneficiario ALMO COLLEGIO BORROMEO

PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE E ADEGUAMENTO FUNZIONALITA DI SPAZI ALL’INTERNO DELLA SEDE DEL COLLEGIO IN PAVIAPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 5,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

11 Progetto B/2002/66 42,50 1.393.661,00 975.563,00 418.098,00 975.563,00Beneficiario COLLEGIO GHISLIERI

RESTAURO PER IL RIUSO DEL CASTELLO DI LARDIRAGO REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE DA DESTINARE AD ATTIVITA CULTURALIPunteggio A = 8,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 10,00 H = 5,00 I = 0,00

12 Progetto B/2002/138 41,25 915.910,00 641.137,00 274.773,00 641.137,00Beneficiario PARROCCHIA SS. GAUDENZIO ED EUSEBIO

INTERVENTI DI RESTAURO CONSERVATIVO E RECUPERO FUNZIONALE CHIESA DI SAN EUSEBIO IN GAMBOLOPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 1,75 H = 5,00 I = 0,00

13 Progetto B/2002/79 41,02 1.006.716,48 683.807,48 302.014,94 20.894,06 683.807,48Beneficiario COMUNE DI CASALPUSTERLENGO

INTERVENTO DI CONSERVAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE: CIVICA BIBLIOTECA NUOVA SEDEPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 0,21 H = 5,00 I = 0,31

14 Progetto B/2002/94 39,84 632.938,19 428.521,19 189.881,46 14.535,54 428.521,19Beneficiario COMUNE DI BARZANO

RESTAURO CONSERVATIVO E CONSOLIDAMENTO STATICO «CANONICA DI S. SALVATORE» IN BARZANO

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1175 –

Punteggio Spesa ammessa Contributo a Contributo a Autofinanziamento Altri Contributorimborso fondo perso finanziamenti totale proposto

Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,34

15 Progetto B/2002/42 39,75 303.335,60 68.835,60 91.000,68 143.499,32 68.835,60Beneficiario COMUNE DI BULCIAGO

AMPLIAMENTO BIBLIOTECA COMUNALE VIA DEL BENEFICIOPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 5,00 G = 0,25 H = 5,00 I = 10,00

16 Progetto B/2002/34 39,26 1.627.771,00 1.139.440,00 488.331,00 1.139.440,00Beneficiario COMUNE DI BREMBATE

PROGETTO DI CONSERVAZIONE E TRASFORMAZIONE IN CENTRO CULTURALE MULTIMEDIALE INTEGRATO DEL COMPLESSO MONUMEN-TALE VILLA TASCA, DEL PARCO ROMANTICO E DELLA PASSEGGIATA LUNGO IL BREMBO

Punteggio A = 8,00 B = 3,00 C = 5,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 2,76 H = 5,00 I = 0,00

17 Progetto B/2002/82 39,20 1.651.196,50 1.155.837,55 495.358,95 1.155.837,55Beneficiario COMUNE DI APPIANO GENTILE

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE – RESTAURO VILLA ROSNATIPunteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 4,70 H = 5,00 I = 0,00

18 Progetto B/2002/54 37,64 742.874,39 331.230,39 222.862,31 188.781,69 331.230,39Beneficiario COMUNE DI BRUNATE

NUOVA BIBLIOTECA COMUNALE IN VILLA E GIARDINO VOLTA RESTAURO ED ADEGUAMENTOPunteggio A = 7,50 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 5,00 G = 3,94 H = 5,00 I = 5,70

19 Progetto B/2002/142 37,56 392.352,00 274.646,00 117.706,00 274.646,00Beneficiario FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO – F.A.I.

VILLA NECCHI CAMPIGLIO – OPERE DI RESTAURO CONSERVATIVO ED ADEGUAMENTO NORMATIVO PER LA FRUIZIONE PUBBLICADELLA VILLA E DEL GIARDINO IN MILANO

Punteggio A = 4,56 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 6,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00

20 Progetto B/2002/24 37,54 791.220,00 553.854,00 237.366,00 553.854,00Beneficiario MONCHIERI FRANCESCO SAC. PARROCCHIA SS. FILIPPO E GIACOMO

PROGETTO PER OPERE DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DELLA CHIESA DI S. FILASTRIO IN TAVERNOLE SUL MELLAPunteggio A = 8,54 B = 3,00 C = 5,00 D = 1,00 E = 5,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00

21 Progetto B/2002/78 37,25 1.102.332,00 646.813,00 330.699,60 124.819,40 646.813,00Beneficiario COMUNE DI PAVIA

LAVORI DI RISANAMENTO DI CONDOTTA FOGNARIA CON METODO NON DISTRUTTIVO IN PAVIAPunteggio A = 1,00 B = 5,00 C = 5,00 D = 2,00 E = 5,00 F = 5,00 G = 7,32 H = 5,00 I = 1,93

22 Progetto B/2002/97 35,08 575.000,00 402.500,00 172.500,00 126.161,00Beneficiario PARROCCHIA PREPOSITURALE DI S. GIORGIO DI ARDESIO

OPERE DI COMPLETAMENTO DELLA SALA CINE-TEATRO AUDITORIUM DEGLI EDIFICI DELL’ORATORIO PARROCCHIALE IN ARDESIO(OBIETTIVO 3) *

Punteggio A = 2,50 B = 4,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 5,00 F = 10,00 G = 8,08 H = 5,00 I = 0,00

23 Progetto B/2002/131 34,50 1.029.750,00 720.825,00 308.925,00 720.825,00Beneficiario LANTERNA MAGICA S.R.L.

ALLESTIMENTI ARREDI ED ATTREZZATURE TECNOLOGICHE PER LA MULTISALA CINEMATOGRAFICA ARISTON IN COSTRUZIONE A TREVI-GLIO (OBIETTIVO 3)

Punteggio A = 10,00 B = 5,00 C = 0,00 D = 0,50 E = 4,00 F = 10,00 G = 0,00 H = 5,00 I = 0,00

24 Progetto B/2002/23 31,91 363.600,00 254.500,00 109.100,00 254.500,00Beneficiario PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA

RISTRUTTURAZIONE SALA DELLA COMUNITA (CINETEATRO) LOTTO N. 2 – ARREDI ED IMPIANTI PROIEZIONE E SONORI IN INZAGO(OBIETTIVO 3)

Punteggio A = 8,30 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,00 E = 4,00 F = 5,00 G = 6,61 H = 5,00 I = 0,00

25 Progetto B/2002/150 30,10 1.028.736,00 720.115,00 769.754,91 258.981,09Beneficiario COMUNE DI MELEGNANO

REALIZZAZIONE DI DUE SALE CINEMATOGRAFICHE E SERVIZI ACCESSORI FABBRICATO OVEST EX AREA MONTINI & MARTINIV **(OBIETTIVO 3)

Punteggio A = 10,00 B = 3,00 C = 0,00 D = 0,00 E = 4,00 F = 10,00 G = 3,10 H = 0,00 I = 0,00

Totale progetti finanziati 25 13.604.670,90

* PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON D.D.S. N. 8694 DEL 28 MAGGIO 2003** PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON IL PRESENTE PROVVEDIMENTO

[BUR20040148] [2.1.0]D.d.s. 3 marzo 2004 - n. 3253Ulteriore assegnazione contributi F.R.I.S.L. 2003/2005 i-niziativa U) Impiantistica sportiva, l.r. 14 dicembre 1991,n. 33

IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURASTRUMENTI FINANZIARI INTEGRATI

Vista la legge regionale 14 dicembre 1991, n. 33 di istituzio-ne del fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia(F.R.I.S.L.) e successive modificazioni ed integrazioni;

Vista la d.g.r. n. 13485 del 30 giugno 2003 «Schede dell’ini-ziativa F.R.I.S.L. 2002-2004 “Interventi per la gestione a retedei servizi e per il governo elettronico nella pubblica ammini-strazione” e dell’iniziativa F.R.I.S.L. 2003/2005 “Impiantistica

Sportiva” e relative modalita per l’accesso ai contributi» dellaDirezione generale Risorse e bilancio contenente le istruzionigenerali per l’accesso al F.R.I.S.L., pubblicata sul BollettinoUfficiale della Regione Lombardia (B.U.R.L.) del 4 luglio2003, 4º Supplemento Straordinario al n. 27;

Vista la motivata relazione rassegnata dal Nucleo di valuta-zione relativamente all’iniziativa U) Impiantistica Sportiva acompletamento dell’istruttoria delle domande presentate al-l’Unita Organizzativa incaricata comprensiva dell’elenco deiprogetti inammissibili, ammissibili e finanziabili in ordine dipriorita;

Richiamato il proprio d.d.s. n. 1161 del 3 febbraio 2004«Assegnazione di contributi F.R.I.S.L. 2003/05 iniziativa U)Impiantistica Sportiva, l.r. 14 dicembre 1991, n. 33»;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1176 –

Vista la d.g.r. n. 16533 del 27 febbraio 2004 con la quale fral’altro si e destinata un’ulteriore somma di C 5.000.000,00 alfinanziamento dei progetti ammissibili e non finanziati perl’iniziativa F.R.I.S.L. U) Impiantistica Sportiva, anno2003/2005, compresi nella graduatoria dei progetti ammissi-bili e finanziabili, di cui alla d.d.s. n. 1161/04 «Assegnazionecontributi F.R.I.S.L. 2003/2005 iniziativa U) ImpiantisticaSportiva – l.r. 14 dicembre 1991, n. 33» e si e rideterminatala data di inizio lavori per i progetti finanziati con il presenteatto;

Vista la l.r. 12 settembre 1983 n. 70 e successive modifica-zioni;

Vista la l.r. 31 marzo 1978 n. 34 e successive modificazioni;Vista la l.r. 23 luglio 1996, n. 16;Visti i provvedimenti organizzativi riguardanti la VII legi-

slatura ed in particolare il d.d.s.g. n. 8364 del 23 maggio 2003e tutti gli atti da esso richiamati e la d.g.r. n. 15655 del 18dicembre 2003 che conferma fra l’altro al Dott. Mario Bonifa-cio l’incarico di Dirigente della Struttura Strumenti Finanzia-ri Integrati della Direzione generale Risorse e bilancio;

Decreta1) di finanziare i progetti indicati nell’elenco allegato al pre-

sente atto relativi al F.R.I.S.L. 2003/2005, iniziativa U) Im-piantistica Sportiva;

2) che per l’impegno e per l’erogazione del contributo di cuial presente atto si applicano le procedure tutte previste dald.d.s. Strumenti Finanziari Integrati n. 1161/2004, dal punto3) al punto 11);

ELENCO DEI PROGETTI FINANZIATI IN ORDINE DI PRIORITAINIZIATIVA U/2003 IMPIANTISTICA SPORTIVA

CRITERI DI ATTRIBUIZIONE DEL PUNTEGGIO (GRADUATORIA PRIORITA):A – PRIORITA DELL’OPERA ESPRESSA DALLA PROVINCIA (BASSA – MEDIA – ALTA) (0; 5; 10)B – DISPONIBILITA DI ALTRI FINANZIAMENTI RISPETTO AL COFINANZIAMENTO RICHIESTO (0-10)C – TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO DA REALIZZARE (0; 10; 20)D – RECUPERO AREE DISMESSE (0; 5)E – PROGETTO COMPRENDENTE IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA ALIMENTATI CON ENERGIA ALTERNATIVA PULITA (0; 10)F – ESISTENZA DI CONTRATTO PER LA GESTIONE ALMENO QUINQUENNALE DELL’IMPIANTO (0; 5)G – INTERVENTI RICADENTI IN AREE PARCO (0; 5)H – ESISTENZA DI CONVENZIONI CON ENTI PUBBLICI E/O PRIVATI PER L’UTILIZZO DELL’IMPIANTO (0; 5)

Punteggio Costo Spesa Contributo a Contributo a Auto- Altri Contributointervento ammessa rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto

01 Progetto U/2003/89 30,00 253.786,10 212.010,61 169.608,49 84.177,61 44.271,94Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI SIZIANO

REALIZZAZIONE IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA DI PALLACANESTRO, PALLAVOLO E GINNI-CA IN SIZIANO *

Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0002 Progetto U/2003/122 30,00 220.054,33 201.034,24 160.827,39 59.226,94 41.979,86

Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario CONSORZIO COSTRUZIONE E GESTIONE IMPIANTI SPORTIVI C/O COMUNE DI CAGNO

REALIZZAZIONE DI CAMPO POLIFUNZIONALE E SISTEMAZIONE DELL’AREA ESTERNA DEL PALAZZETTO DELLO SPORT DEL COMUNE DICAGNO *

Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0003 Progetto U/2003/131 30,00 155.000,00 140.800,00 126.720,00 28.280,00 33.077,00

Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario PARROCCHIA S. MARIA NASCENTE IN MIGLIARO

COPERTURA E RIFACIMENTO DEL CAMPO SPORTIVO IN CREMONA *Punteggio A = 5,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 5,00

04 Progetto U/2003/170 30,00 54.500,00 37.400,00 33.660,00 20.840,00 8.786,08Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario COMUNE DI CASELLE LANDI

CENTRO SPORTIVO COMUNALE – SISTEMAZIONE IMPIANTI SPORTIVI IN CASELLE LANDI *Punteggio A = 5,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 = 0,00 H = 5,00

05 Progetto U/2003/234 30,00 556.388,00 488.400,00 390.720,00 165.668,00 101.987,42Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI NOVATE MEZZOLA

COSTRUZIONE DI IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE COPERTO, CON STRUTTURA IN LEGNO LAMELLARE ED IMPIANTI TECNICI INNOVATE MEZZOLA *

Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0006 Progetto U/2003/235 30,00 139.814,09 113.346,74 102.012,07 37.802,02 26.627,63

Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario COMUNE DI PONTE IN VALTELLINA

LAVORI DI COMPLETAMENTO CENTRO SPORTIVO VALTELLINA IN PONTE IN VALTELLINA *Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

3) che l’A.S. Tennis Concorezzo, parzialmente finanziataper la realizzazione del progetto U/2003/00331 con il presenteprovvedimento e tenuta a produrre all’Unita Organizzativa dicui al successivo punto 5, insieme alla dichiarazione di accet-tazione del contributo a rimborso, una dichiarazione relativaalla volonta di coprire la quota residua per la realizzazionedell’intero progetto presentato con risorse proprie, ovvero,una dichiarazione relativa alla volonta di ridefinire il progettopresentato, previo accordo con la Direzione generale regiona-le competente per l’iniziativa, sulla base del finanziamentoconcesso al quale andra aggiunta come minimo la quota ob-bligatoria di cofinanziamento. In quest’ultimo caso il progettocosı rideterminato dovra comunque assicurare la realizzazio-ne di un lotto funzionale;

4) di comunicare per opportuna conoscenza il presente attoalla Commissione consiliare competente in materia di pro-grammazione e bilancio;

5) di assegnare all’Unita Organizzativa Promozione e Svi-luppo dello Sport della Direzione generale Giovani, sport epari opportunita la cura degli adempimenti esecutivi indicatinel presente decreto;

6) di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Lombardia.

Il dirigente della strutturastrumenti finanziari integrati:

Mario Bonifacio——— • ———

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1177 –

Punteggio Costo Spesa Contributo a Contributo a Auto- Altri Contributointervento ammessa rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto

07 Progetto U/2003/258 30,00 124.800,00 112.894,00 101.604,00 23.196,00 26.521,12Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario PARROCCHIA SAN GOTTARDO VESCOVO

AMPLIAMENTO CAMPO SPORTIVO ESISTENTE (SPOGLIATOI, SERVIZI IGIENICI) IN TORRE DE’ BUSI *Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

08 Progetto U/2003/305 30,00 600.000,00 498.700,83 398.960,66 201.039,34 104.138,44Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI GRANTOLA

REALIZZAZIONE DI CENTRO SPORTIVO POLIVALENTE IN GRANTOLA *Punteggio A = 10,00 B = 0,00 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

09 Progetto U/2003/115 29,84 5.262.896,00 4.593.800,00 500.000,00 4.762.896,00 500.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario SPAZIO SPORT

REALIZZAZIONE NUOVO IMPIANTO NATATORIO IN OSIO SOTTOPunteggio A = 0,00 B = 9,84 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

10 Progetto U/2003/341 29,83 1.281.308,14 1.084.173,45 500.000,00 781.308,14 500.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario CENTRO IPPICO «LE GINESTRE»

REALIZZAZIONE MANEGGIO COPERTO IN BUSCATEPunteggio A = 0,00 B = 4,83 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 5,00 H = 0,00

11 Progetto U/2003/192 29,72 1.170.000,00 1.066.443,31 500.000,00 670.000,00 500.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI CURTATONE

COSTRUZIONE PALESTRA COMUNALE NELLA FRAZIONE DI LEVATA IN CURTATONEPunteggio A = 5,00 B = 4,72 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H=0,00

12 Progetto U/2003/57 29,71 4.850.190,00 4.236.590,00 500.000,00 4.350.190,00 500.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI GHISALBA

REALIZZAZIONE IMPIANTO NATATORIO IN GHISALBAPunteggio A = 0,00 B = 9,71 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

13 Progetto U/2003/214 29,28 476.790,94 382.739,78 250.000,00 226.790,94 250.000,00Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario COMUNE DI VILLASANTA

INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE ED ADEGUAMENTO NORMATIVO CENTRO SPORTIVO COMUNALE IN VILLASANTAPunteggio A = 0,00 B = 4,28 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 15,00 G = 0,00 H = 0,00

14 Progetto U/2003/310 29,23 1.094.256,00 994.768,00 500.000,00 594.256,00 500.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario PARROCCHIA S. ANTONINO MARTIRE ASILO BAMBINO GESU

REALIZZAZIONE DI IMPIANTO SPORTIVO COPERTO IN LONATE POZZOLOPunteggio A = 5,00 B = 4,23 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

15 Progetto U/2003/283 29,19 550.900,00 494.500,00 250.000,00 300.900,00 250.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI GERMIGNAGA

COMPLETAMENTO IMPIANTI SPORTIVI IN LOCALITA AI RONCHI NEL COMUNE DI GERMIGNAGA (REALIZZAZIONE NUOVO CAMPO POLIVA-LENTE)

Punteggio A = 5,00 B = 4,19 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0016 Progetto U/2003/33 28,51 611.534,27 611.534,25 250.000,00 361.534,27 250.000,00

Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA

RISTRUTTURAZIONE ORATORIO PARROCCHIALE IN VIA SAN GIOVANNI BOSCO CON CAMPI DI CALCIO E BASKET, SPOGLIATOI, BAR,CINETEATRO, AULE PER INCONTRI IN GANDINO

Punteggio A = 10,00 B = 8,51 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0017 Progetto U/2003/158 28,30 200.000,00 169.070,00 120.000,00 80.000,00 120.000,00

Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario COMUNE DI UGGIATE TREVANO

MANUTENZIONE STRAORDINARIA POLO SPORTIVO SCOLASTICO (ADEGUAMENTO L. 46/90) PALESTRA POLIVALENTE – NUOVO IMPIANTOTERMICO – PALESTRA CON PANNELLI SOLARI – RISTRUTTURAZIONE BLOCCO SPOGLIATOI – CONVERSIONE CAMPO ESTERNO DABASKET IN IMPIANTI PER CALCETTO IN UGGIATE TREVANO

Punteggio A = 5,00 B = 3,30 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,0018 Progetto U/2003/323 28,05 378.000,00 345.444,95 250.000,00 128.000,00 250.000,00

Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario «FORZA E CORAGGIO» – SOCIETA GINNASTICA MILANESE

RISTRUTTURAZIONE CAMPI DA TENNIS COPERTI IN MILANOPunteggio A = 5,00 B = 3,05 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

19 Progetto U/2003/279 27,98 375.268,99 343.331,20 250.000,00 125.268,99 250.000,00Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario A.S. AGORA SKATING TEAM

MANUTENZIONE DELLE COPERTURE DELLO STADIO DEL GHIACCIO IN MILANOPunteggio A = 5,00 B = 2,98 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H=0,00

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1178 –

Punteggio Costo Spesa Contributo a Contributo a Auto- Altri Contributointervento ammessa rimborso fondo perso finanziamento finanziamenti totale proposto

20 Progetto U/2003/149 27,74 373.556,50 337.124,09 250.000,00 123.556,50 250.000,00Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario COMUNE DI PEGLIO

AMPLIAMENTO E ADEGUAMENTO IMPIANTO POLIVALENTE CON RIASSETTO FUNZIONALE-AMBIENTALE DELL’IMPIANTO PUBBLICO ESI-STENTE: AREE PRATICA DISCIPLINE SPORTIVE CON PERTINENZE TECNOLOGICHE IN PEGLIO

Punteggio A = 5,00 B = 2,74 C = 20,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

21 Progetto U/2003/94 27,47 1.050.000,00 908.281,85 250.000,00 800.000,00 250.000,00Obiettivo (002) REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI SPORTIVIBeneficiario COMUNE DI PINAROLO PO

COMPLETAMENTO CENTRO SPORTIVO POLIVALENTE E REALIZZAZIONE NUOVA PISCINA COMUNALE IN PINAROLO POPunteggio A = 10,00 B = 7,47 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

22 Progetto U/2003/308 27,46 291.581,00 264.624,00 200.604,00 90.977,00 200.604,00Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario PARROCCHIA S. AMBROGIO

RIAMMODERNAMENTO E ADEGUAMENTO A NORME DEGLI IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTI ENTRO L’ORATORIO MASCHILE IN LONATEPOZZOLO

Punteggio A = 5,00 B = 2,46 C = 10,00 D = 0,00 E = 10,00 F = 0,00 G = 0,00 H = 0,00

23 Progetto U/2003/331 27,17 193.175,04 174.522,77 135.222,77 151.168,33 42.006,51Obiettivo (001) REALIZZAZIONE INTERVENTI SU IMPIANTI SPORTIVI ESISTENTIBeneficiario A.S. TENNIS CONCOREZZO

AMPLIAMENTO LOCALI, SISTEMAZIONE INTERNA, REALIZZAZIONE DI VARI MANUFATTI ESTERNI IN CONCOREZZO**Punteggio A = 0,00 B = 2,17 C = 10,00 D = 0,00 E = 0,00 F = 15,00 G = 0,00 H = 0,00

Totale progetti finanziati 23 5.000.000,00

* PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON D.D.S. N. 1161 DEL 3 FEBBRAIO 2004** PROGETTO PARZIALMENTE FINANZIATO CON IL PRESENTE PROVVEDIMENTO

D.G. Famiglia e solidarieta sociale[BUR20040149] [3.1.0]D.d.g. 5 marzo 2004 - n. 3593Progetto regionale per l’inserimento lavorativo delle per-sone con disabilita psichica e malati psichici. Approvazio-ne delle modalita di presentazione e valutazione dei pro-getti in esecuzione della d.g.r. 5 dicembre 2003, n. 15452

IL DIRETTORE GENERALEVista la d.g.r. 5 dicembre 2003, n. 15452 «Ripartizione delle

risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali in applica-zione della legge 8 novembre 2000, n. 328 e dell’art. 4, commi4 e 5, della l.r. 6 dicembre 1999, n. 23. Anno 2003»;

Preso atto che la citata d.g.r. 15452/03, in accordo con l’AN-CI e il Comune di Milano, ha stabilito:

• di riservare a livello regionale, nell’ambito delle risorse«indistinte» del F.N.P.S. per l’anno 2003, C 2.500.000,00 perla promozione di progetti di inserimento lavorativo gia avviatida cooperative sociali di tipo B, iscritte nell’apposito registroregionale, a sostegno di forme di integrazione salariale perpersone con disabilita psichiche con certificazione di accerta-mento dello stato di invalidita civile, e malati psichici, in pos-sesso di idonea certificazione sanitaria rilasciata dalle compe-tenti strutture territoriali di salute mentale o comunque daqueste validata, assunti al 1º luglio 2003;

• di definire le modalita e procedure per la presentazionedelle domande da parte delle cooperative sociali di tipo B,iscritte al relativo registro regionale, con successivo provvedi-mento del Direttore Generale della Direzione Generale Fami-glia e solidarieta sociale;

• che la valutazione dei progetti finanziati direttamentedalla Regione verra effettuata attraverso la costituzione di unapposito tavolo tecnico composto da rappresentanti designatidalla Regione e dall’Associazione dei comuni;

Stabilito pertanto di individuare le caratteristiche dei pro-getti, le modalita operative di presentazione e valutazione de-gli stessi, cosı come riportate nella scheda «Progetto regionaleper l’inserimento lavorativo delle persone con disabilita psi-chica e malati psichici – D.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003» dicui all’allegato 1, parte integrante e sostanziale del presenteprovvedimento;

Ritenuto necessario procedere alla definizione della com-posizione del tavolo tecnico di valutazione dei progetti, comestabilito dalla citata d.g.r. 15452/03, nel seguente modo:

• n. 3 componenti della Direzione Famiglia e solidarietasociale;

• n. 3 componenti individuati dall’Associazione dei comunidella Lombardia;

Stabilito di demandare a un successivo provvedimento delDirettore Generale della Direzione Generale Famiglia e soli-darieta sociale la formalizzazione del tavolo tecnico in que-stione una volta acquisiti i nominativi segnalati dall’ANCILombardia;

Dato atto che ai componenti esterni non verra riconosciutoalcun compenso per la partecipazione alle riunioni del tavolotecnico;

Vista la legge regionale n. 34/78 e il Regolamento di Conta-bilita della Giunta Regionale del 2 aprile 2001, n. 1 e loro suc-cessive modifiche ed integrazioni;

Visto l’art. 17 della l.r. 16/96 che individua le competenze ei poteri dei Direttori Generali;

Vista la d.g.r. 18 dicembre 2003, n. 15655 «Disposizioni acarattere organizzativo (V provvedimento)» con la quale ildott. Umberto Fazzone e stato riconfermato Direttore genera-le della Direzione generale Famiglia e solidarieta sociale;

Decreta1) di approvare la scheda «Progetto regionale per l’inseri-

mento lavorativo delle persone con disabilita psichica e mala-ti psichici – D.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003» di cui all’alle-gato 1, parte integrante e sostanziale del presente provvedi-mento;

2) di dare atto che le risorse per l’attuazione del progettoregionale di cui al precedente punto 1) ammontano aC 2.500.000,00 a valere sulle disponibilita dell’UPB3.6.1.1.2.87 capitolo 5660 del bilancio regionale per l’eserci-zio 2004;

3) di stabilire che il tavolo tecnico di valutazione dei pro-getti, previsto dalla d.g.r. 15452/03, sara composto da:

• n. 3 componenti della Direzione Famiglia e solidarietasociale;

• n. 3 componenti individuati dall’Associazione dei comunidella Lombardia;

4) di demandare a un successivo provvedimento del Diret-tore Generale della Direzione Generale Famiglia e solidarietasociale la formalizzazione del tavolo tecnico in questione unavolta acquisiti i nominativi segnalati dall’ANCI Lombardia;

5) di stabilire che l’elenco dei progetti ammessi al finan-ziamento, predisposto dal citato tavolo tecnico, sara approva-to con decreto del Direttore generale della Direzione Famigliae solidarieta sociale;

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1179 –

6) di trasmettere il presente provvedimento alle Aziende sa-nitarie locali;

7) di disporre la pubblicazione del presente provvedimentosul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul sitoweb della Direzione Generale Famiglia e Solidarieta Socialee di trasmettere il presente provvedimento all’U.O. Bilancio eragioneria per gli adempimenti di competenza.

Il Direttore Generale:Umberto Fazzone

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ALLEGATO 1

PROGETTO REGIONALEPER L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE

CON DISABILITA PSICHICA E MALATI PSICHICId.g.r. 15452 del 5 dicembre 2003

1. Soggetti richiedentiPossono richiedere i contributi le cooperative sociali di tipo

B, iscritte all’albo regionale, che risultino aver gia assunto neipropri organici, alla data del 1º luglio 2003, disabili psichicie malati psichici non altrimenti collocabili utilizzando glistrumenti previsti dalla legge 68/99 per il collocamento mi-rato.

2. Destinatari finaliI destinatari finali dei contributi sono le persone con disabi-

lita psichiche, in possesso di certificazione di accertamentodello stato di invalidita civile, e malati psichici, in possessodi idonea certificazione sanitaria rilasciata dalle competentistrutture territoriali del Dipartimento di salute mentale o co-munque da questo validata, assunte negli organici delle coo-perative sociali di tipo B, come specificato al precedente pun-to 1. soggetti richiedenti.

3. ObiettiviRiconoscere e valorizzare il ruolo sociale dell’inserimento

lavorativo realizzato dalle cooperative sociali di tipo B, iscrit-te all’albo regionale, attraverso il finanziamento e il sostegnodi forme di integrazione salariale per persone con disabilitapsichica e malati psichici che sono, nella categoria dello svan-taggio sociale, i soggetti piu esposti all’emarginazione.

4. Dotazione finanziariaRisorse: C 2.500.000,00 a valere sul Fondo Nazionale Politi-

che sociali anno 2003, ai sensi della d.g.r. 15452 del 5 dicem-bre 2003.

5. Tipologia ed entita dei contributiIl contributo potra essere riconosciuto fino ad un massimo

di C 50 al giorno per lavoratore (cosı come definito al punto2. destinatari finali), in base al tipo di rapporto lavorativo(tempo pieno/par-time) e per massimo 252 giorni lavorativi/anno.

Nel caso in cui i contributi richiesti superino le disponibili-ta finanziarie indicate al punto 4. dotazione finanziaria,sara formulata una graduatoria dei progetti ammissibili te-nendo conto della seguente priorita:

1. almeno il 50% della componente di lavoratori svantag-giati (30% del numero totale dei lavoratori) deve esserecostituita da disabili psichici e malati psichici,

in subordine, si terra conto delle ulteriori priorita:2. soggetti disabili psichici e malati psichici che siano soci

lavoratori delle cooperative sociali;3. soggetti disabili psichici e malati psichici che siano lavo-

ratori dipendenti delle cooperative sociali.Il contributo complessivo per soggetto richiedente sara de-

terminato sulla base della dotazione finanziaria di cui al pun-to 4. dotazione finanziaria.

Il contributo assegnato non dovra comportare la riduzionedel livello retributivo riconosciuto al lavoratore svantaggiato,disabile psichico o malato psichico per il quale e stato richie-sto il contributo.

Il contributo sara erogato con le seguenti modalita:• il 25% ad avvio del progetto con presentazione di comu-

nicazione di avvio da parte del legale rappresentante del-la cooperativa;

• il 70% in quote trimestrali sulla base della rendicontazio-ne mensile, trasmessa dal legale rappresentante dellacooperativa, delle effettive presenze dei soggetti disabili

psichici e malati psichici (in caso di assenze per malattiail contributo sara riconosciuto per i giorni a totale caricodel datore di lavoro);

• il saldo finale del contributo sara erogato, a seguito direlazione finale del monitoraggio effettuato dal Diparti-mento ASSI dell’A.S.L. sulla corretta realizzazione delprogetto.

6. Criteri e modalita operative

1. Criteri di ammissibilita dei progetti:a) i lavoratori disabili psichici e malati psichici per i quali

viene richiesto il contributo, dovranno essere stati assunti al1º luglio 2003;

b) le cooperative sociali dovranno essere di tipo B ed essereiscritte all’apposito albo regionale;

c) non possono usufruire di altri finanziamenti regionali avalere sullo stesso progetto;

2. Caratteristiche dei progettiI progetti dovranno:• avere durata annuale;• avviarsi entro tre mesi dall’approvazione;• realizzare gli interventi sulla base di progettazione perso-

nalizzata in raccordo con i servizi territoriali (D.S.M.,A.S.L. Dip. ASSI, Comune, ecc.).

3. Documentazione richiestaLa richiesta di contributo dovra essere corredata da:3.1 progetto finalizzato al sostegno dell’inserimento lavora-

tivo a favore di persone cosı come individuate al precedentepunto 2. destinatari finali, che definisca:

a) l’entita del finanziamento richiesto;b) il numero totale dei lavoratori assunti dalla cooperativa

sociale, distinto per lavoratori dipendenti e soci lavoratori,specificando la tipologia del rapporto di lavoro (tempopieno/par-time), sulla base delle tabelle allegate, eviden-ziando:

• numero ed elenco dei lavoratori svantaggiati;• numero ed elenco dei lavoratori disabili psichici e malati

psichici all’interno della componente dei lavoratori svan-taggiati;

c) l’attivita lavorativa svolta dai soggetti disabili psichici emalati psichici;

d) la progettazione personalizzata;e) gli eventuali altri partner coinvolti nella realizzazione del

progetto;f) l’ambito territoriale di realizzazione;g) il responsabile del progetto.3.2 Autocertificazione da parte del legale rappresentate del-

la cooperativa sociale di:a) iscrizione all’albo regionale delle cooperative sociali di

tipo B;b) non usufruire di altri finanziamenti regionali a valere

sullo stesso progetto;c) possesso da parte dei soggetti per i quali viene richiesto

il contributo delle idonee certificazioni indicate al punto2. destinatari finali;

3.3 modello DM 10 relativo alla situazione riferita al meseprecedente alla data di presentazione del progetto.

I Dipartimenti ASSI delle A.S.L. provvederanno a:• dare diffusione della disponibilita dei finanziamenti al

fine di garantire l’effettiva espressione delle realta esi-stenti sul territorio;

• nell’ambito delle proprie funzioni di vigilanza, verificareil possesso dei requisiti previsti e delle condizioni dichia-rate in autocertificazione, di cui al precedente punto 3.2,lett. b) e c);

• monitorare la corretta attuazione dei progetti secondo lemodalita che verranno indicate successivamente dallaDirezione generale famiglia e solidarieta sociale.

7. ScadenzeLe richieste di contributo dovranno essere presentate, en-

tro il 5 aprile 2004, alla Direzione generale Famiglia e soli-darieta sociale, via Pola 9/11 20124 – Milano e contestualmen-te al Dipartimento ASSI dell’A.S.L. territorialmente compe-tente.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1180 –

Le A.S.L dovranno inviare entro il 23 aprile 2004, afirma del Direttore sociale, una relazione sulle risultanze

Tabella n. 1OCCUPATI al 31 dicembre 2003(Le persone svantaggiate devono costituire almeno il 30% dei lavoratori della Cooperativa e, compatibilmente con il loro statosoggettivo, essere socie della Cooperativa stessa, come risulta dall’art. 4 comma 2 della legge 8 novembre 1991, n. 381).

Lavoratori svantaggiati (disabiliLavoratori Lavoratoripsichici e malati psichici)subordinati svantaggiati

Tipologia rapporto di lavorodi cui socitotale totale totale lavoratori

Tempo pienoTempo parzialeSalario di ingresso per le persone svataggiate ai sensidel CCNL delle cooperative socialiBorsa lavoro per le persone svantaggiate ai sensi delCCNL delle cooperative sociali (*)Totale 0 0 0 0Percentuale persone svantaggiate inserite calcolata sui soli lavo- 0%ratori subordinatiPercentuale persone disabili psichici e malati psichici inserite calcolata sui lavoratori 0%svantaggiati

(*) In questa voce non devono essere incluse le persone, presenti in cooperativa, in Tirocinio formativo assistenziale, Borse lavoro e/o inseri-menti lavorativi non previsti dal contratto di lavoro delle cooperative sociali.

Tabella n. 2 – Elenco persone svantaggiate riconosciute ai sensi dell’art. 4 e successive modificazioni delle leggen. 381/1991 regolarmente assunte dalla cooperativa

Malato Tossicodip. Data diN. Cognome e nome Disabile Minore Detenutopsichico (*) Alcoldip. assunzione

TOTALE (**)(*) Per malato psichico si intende la persona con patologia psichiatrica.(**) Il totale deve coincidere con il totale della colonna «lavoratori svantaggiati» della tabella n. 1 relativa agli occupati.

Tabella n. 3 – Elenco persone con disabilita psichica e malati psichici, ricomprese tra i lavoratori svantaggiati, che risul-tino assunte alla data del 1º luglio 2003, per le quali puo essere richiesto il contributo.

TipologiaDisabile Malato Socio % rapp. Data diN. Cognome e nome rapportopsichico psichico lavoratore lavoro assunzionedi lavoro

TOTALE

dell’attivita di vigilanza svolta per la verifica del possessodei requisiti.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1181 –

D.G. Sanita[BUR20040150] [3.2.0]D.d.g. 17 febbraio 2004 - n. 2028Approvazione delle prime «Raccomandazioni diagnosti-che e terapeutiche in epilettologia»

IL DIRETTORE GENERALEVisto il d.p.c.m. del 29 novembre 2001: «Definizione dei li-

velli essenziali di assistenza» pubblicato sulla Gazzetta Uffi-ciale n. 33 dell’8 febbraio 2002, con particolare riferimentoall’allegato 2C nel quale sono elencati 43 DRG ad alto rischiodi inappropriatezza in regime di degenza ordinaria ed in par-ticolare il DRG 025 «convulsioni e cefalee»;

Richiamati i seguenti provvedimenti:– d.g.r. n. 7/8078 del 18 febbraio 2002: «Indicazioni sulle

modalita di controllo delle prestazioni sanitarie per l’anno2002»;

– d.c.r. n. VII/462 del 13 marzo 2002: «Piano Socio Sanita-rio Regionale 2002-2004»;

Rilevato che nella Parte II del Piano Socio Sanitario Regio-nale succitato viene indicata, al punto «Le linee di interventoprioritario»: «Epilessia, patologia ad ampio impatto socialeche riveste una grande importanza anche a livello medico»;

Constatato che per il controllo dell’epilessia, nei tempi divigenza del piano, si prevede di potenziare la messa in retefunzionale dei «centri per l’epilessia» con l’obiettivo di garan-tire ai cittadini affetti da questa patologia un’assistenza di ele-vato standard qualitativo su tutto il territorio e di promuovereiniziative volte all’educazione sanitaria della popolazione edall’aggiornamento degli operatori;

Richiamato il proprio decreto n. 19848 del 23 ottobre 2002«Costituzione del gruppo di lavoro sul network dei centri re-gionali per la diagnosi e la cura dell’epilessia» composto daesperti nella disciplina di Neurologia e da rappresentanti deicentri di epilessia e della societa scientifica;

Viste le risultanze dei lavori di detto Gruppo contenute nelverbale del 10 dicembre 2003:

– approvazione del documento «Raccomandazioni diagno-stiche e terapeutiche in epilettologia» – allegato 1 parte inte-grante e sostanziale del presente atto;

– approvazione del logo del network regionale per l’epiles-sia – allegato 2 al presente provvedimento quale parte inte-grante e sostanziale;

Ritenuto che tali Raccomandazioni, quale documento utileper costruire dei percorsi diagnostico-terapeutici ed assisten-ziali per l’assistenza sanitaria e sociale, costituisca un impor-tante supporto tecnico-operativo per la cura dell’epilessia, ri-volto a tutte le diverse figure socio-sanitarie, variamente col-locate e specializzate, che si trovano usualmente in prima li-nea a fronteggiarne i problemi relativi alla gestione del pa-ziente (in ambito medico: Medici di Medicina Generale, Pe-diatri, Neuropsichiatri Infantili, Neurologi dell’adulto, Mediciaddetti alla medicina d’urgenza);

Visti i seguenti provvedimenti amministrativi e norme:• art. 17 della l.r. 16/96, e successive modifiche ed integra-

zioni, che individua le competenze dei Direttori Generali;• d.g.r. n. 7/4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VII legislatu-

ra. Costituzione delle Direzioni Generali e nomina dei Diret-tori Generali»;

• d.g.r. n. 7/11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizioni a ca-rattere organizzativo (4º provvedimento 2002)» e successivemodificazioni, con la quale e stato conferito l’incarico di Di-rettore Generale della Direzione Sanita al Dott. Carlo Luc-china;

Decreta1. di approvare, in attuazione del d.p.c.m. del 29 novembre

2001 e del Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004, il do-cumento relativo alle prime «Raccomandazioni diagnostichee terapeutiche in epilettologia» – allegato 1 parte integrante esostanziale al presente atto;

2. di approvare altresı il logo del network regionale per l’e-pilessia – allegato 2 al presente provvedimento quale parteintegrante e sostanziale del presente atto;

3. di pubblicare dette raccomandazioni sul sito web dellaD.G. Sanita e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombar-dia.

Carlo Lucchina

Allegato n. 1

RACCOMANDAZIONI DIAGNOSTICHEE TERAPEUTICHE IN EPILETTOLOGIA

L’epilessia, con una prevalenza che raggiunge l’1% edun’incidenza di 40 nuovi casi all’anno per 100.000 abitanti,risulta essere per rilievo numerico la seconda patologia neu-rologica nel mondo.

La frequenza relativamente elevata della malattia non con-sente, anche nei paesi industrializzati, che diagnosi e tratta-mento siano condotti in pochi centri specializzati.

Di contro, l’epilessia non e sufficientemente frequente perassicurare un’esperienza ed una pratica clinica ottimali per lagestione del paziente a tutte le diverse figure socio-sanitariechiamate a fronteggiarne i problemi (solo in ambito medico:medici di medicina generale, pediatri, neuropsichiatri infan-tili, neurologi dell’adulto, medici addetti alla medicina d’ur-genza).

I problemi fondamentali di gestione del paziente con epi-lessia sono in buona parte riconducibili ad alcuni tratti fon-damentali di questo disturbo:

• manifestazioni cliniche con occorrenza accessuale (lecrisi epilettiche, costituite da fenomeni clinici diversi,che tuttavia tendono a ripetersi nello stesso paziente,possono esordire ad ogni eta e la loro ricorrenza e impre-vedibile nella grande maggioranza dei casi);

• manifestazioni cliniche che hanno frequentemente carat-teristiche tali da esporre il paziente a pericoli esterni e dalimitarne concretamente l’autonomia e l’efficienza socio-economica (con pesanti conseguenze individuali e socia-li), anche se di rado le crisi epilettiche sono di per se peri-colose quoad vitam;

• un’eziologia largamente eterogenea (sono accomunatinella definizione di epilessia quale «ripetersi di crisi epi-lettiche», pazienti il cui stato di salute e incrinato sola-mente dalle crisi e pazienti in cui le crisi sono associate adeficit diversi e rappresentano solo uno degli effetti dellamalattia di base);

• un decorso tipicamente cronico, con alcuni enigmi pro-gnostici (ad esempio i reali effetti della terapia farmaco-logica, l’opportunita di iniziarla o di mantenerla anchedopo un lungo intervallo libero da crisi) che rendono lepur crescenti conoscenze epidemiologiche difficili da ap-plicare al singolo caso;

• l’interferenza delle crisi e delle terapie su molte scelte esi-stenziali (obiettivi scolastici, scelte professionali, decisio-ni riguardo alla gravidanza, ...);

• la possibile occorrenza di eventi che hanno il carattere diurgenze mediche, o vengono vissuti come tali, con l’inne-sco di procedure assistenziali di emergenza che coinvol-gono nel problema tutti gli operatori del settore;

• un trattamento a lungo termine che si avvale, indipen-dentemente dall’eziologia, di farmaci che risultano effi-caci globalmente in circa il 75% dei casi, ma sono acco-munati da effetti collaterali talora rilevanti e possonopresentare (nel caso dei farmaci piu recenti) costi econo-mici elevati;

• problemi peculiari di comorbilita e di interazione con lemalattie intercorrenti e con i trattamenti ad esse relativi(aspetto questo, che trasferisce quotidianamente le pro-blematiche dell’epilessia nello studio del medico di base);

• una percentuale relativamente alta di casi, circa il 25%,che presentano crisi sostanzialmente incurabili con le te-rapie mediche attualmente disponibili (vi sono inclusinon solo pazienti con deficit associati ed autonomia giadi base limitata, ma anche pazienti con le crisi come uni-co problema);

• alcune possibilita di trattamento chirurgico, sviluppatenegli ultimi decenni ed al momento limitate, per motividi competenza tecnica e di costi, ad un ristrettissimo nu-mero di centri nei quali le procedure piu laboriose, spes-so indispensabili, costituiscono un «imbuto» organizzati-vo insuperabile.

Gli aspetti sopra riportati, con i loro risvolti sanitari e so-ciali, rendono frequentemente delicato il bilancio tra i rischied i benefici dei diversi possibili interventi.

Il paziente con epilessia, nei diversi momenti del decorsodella malattia e della propria esistenza, e portatore di un va-sto ed eterogeneo spettro di problematiche, che richiedono

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1182 –

una risposta mirata e fondata su una serie di competenze di-verse.

In tutto il mondo l’attenzione per i problemi legati all’epi-lessia si e sviluppata in modo consistente negli ultimi anni,di pari passo con la disponibilita di strumenti diagnostici eterapeutici piu efficaci e con la crescente consapevolezza cir-ca la necessita di risposte mirate non solo ad aspetti pura-mente tecnici, ma anche al perseguimento di una migliorequalita della vita del paziente.

Questo ha prodotto un consistente aumento dei centri e deigruppi di lavoro che si occupano di epilessia, con un’integra-zione multidisciplinare e con attivita che comprendono spes-so, oltre alle mansioni assistenziali, un’attenzione specificaalla ricerca clinica, alla didattica, alla divulgazione.

Non sono tuttavia univoche le opinioni sul modo miglioredi organizzare le diverse attivita e competenze connesse.

Ogni gestione locale deve inoltre necessariamente confron-tarsi con l’utilizzo ottimale delle risorse gia esistenti e con lanecessita di dislocare razionalmente la risposta alle esigenzesanitarie.

La Regione Lombardia, prima in Italia, ha promosso negliultimi decenni un’organizzazione di lavoro multicentrica perl’assistenza al paziente con epilessia.

Le competenze specialistiche necessarie per un interventomirato in campo epilettologico sono riassumibili in:

• competenze cliniche, con l’esperienza e le specifiche co-noscenze necessarie alla diagnosi differenziale, alla de-finizione sindromica delle manifestazioni parossisticheepilettiche e non epilettiche ed al controllo nel follow updella malattia;

• competenze neurofisiologiche, indispensabili in questosettore dato il preminente ruolo dell’elettroencefalografia(nelle sue varie modalita, inclusi monitoraggi mirati adelevato impegno e rilevanti costi, che richiedono la dispo-nibilita di apparecchiature adeguate e l’impegno orarioconsistente di operatori con specifico training) e, piu ra-ramente, di altri tipi di indagine neurofisiologica utili perla diagnosi, per la diagnosi differenziale e per il follow-up;

• competenze neurofarmacologiche, necessarie per l’uti-lizzo mirato di farmaci con specifiche indicazioni, effetticollaterali e di potenziali interazioni tra loro o con altrifarmaci eventualmente utilizzati.

Nelle sedi originariamente individuate, il lavoro di moltianni ha portato all’organizzazione delle indispensabili con-nessioni con le attivita di competenza neuroradiologica,neuropsicologica, neurogenetica usualmente indispensabi-li alla definizione diagnostica ed al follow up delle diverse sin-dromi epilettiche.

E stata inoltre promossa la presenza di figure socio-sani-tarie specificamente preparate alle esigenze immediate ed alungo termine (riguardanti ad esempio le norme legislativesulle limitazioni imposte in presenza di diagnosi di crisi epi-lettiche, e le normative economiche e pensionistiche).

Come in altri paesi industrializzati, i centri per l’epilessiahanno promosso e sviluppato le relazioni con le associazionidi pazienti.

Da questa esperienza e dal confronto di opinioni tra quantil’hanno vissuta, nascono le seguenti linee di raccomanda-zione per l’indirizzo diagnostico e terapeutico in tre evenien-ze frequenti in ambito epilettologico (le crisi febbrili del bam-bino, la prima crisi epilettica, lo stato epilettico) e per l’oppor-tuna conoscenza di una modalita terapeutica (la chirurgiadell’epilessia) le cui indicazioni sono attualmente consolidate.

Nelle diverse raccomandazioni, quando possibile, vienesuggerito il grading del livello di evidenza e la forza delle rac-comandazioni, rispetto a quanto segue.

Inoltre le varie tappe diagnostico-terapeutiche sono con-trassegnate da un differente colore: il blu per quanto competeal medico di medicina generale o di medicina d’urgenza (acasa, in ambulatorio o in Pronto Soccorso), il rosso per il me-dico specialista od il servizio specialistico.

Grading dei livelli di evidenza (LE) e di forza delle racco-mandazioni (FR)

Anche in considerazione della ridotta disponibilita e fattibi-lita di studi clinici controllati e randomizzati e stato utilizzatolo schema sviluppato dal Centro per la valutazione dell’effi-cacia dell’assistenza sanitaria (CeVEAS) di Modena. Tale

schema prevede infatti la possibilita di formulare raccoman-dazioni di tipo A anche in assenza di livelli di evidenza di tipoI o II, come avviene quasi sempre in questo particolare cam-po. Lo schema e stato riportato come appendice 1.

Il grado di prova e la forza della raccomandazione sonogeneralmente riportati all’inizio di ogni gruppo di indicazio-ni: nel caso che alcune, singole indicazioni abbiano valori di-versi, questo sara riportato fra parentesi alla fine della frase.

Appendice n. 1

LIVELLI DI PROVAProve di tipo

1. Prove ottenute da piu studi clinici controllati randomiz-zati e/o da revisioni sistematiche di studi randomizzati.

2. Prove ottenute da un solo studio randomizzato di dise-gno adeguato.

3. Prove ottenute da studi di coorte non randomizzati concontrolli concorrenti o storici o loro metanalisi.

4. Prove ottenute da studi retrospettivi tipo caso-controlloo loro metanalisi.

5. Prove ottenute da studi di casistica («serie di casi») senzagruppo di controllo.

6. Prove basate sull’opinione di esperti autorevoli o di comi-tati di esperti come indicato in linee guida consensus confe-rence, o basate su opinioni dei membri del gruppo di lavororesponsabile di queste linee guida.

FORZA DELLE RACCOMANDAZIONIA. L’esecuzione di quella particolare procedura o test dia-

gnostico e fortemente raccomandata. Indica una particolareraccomandazione sostenuta da prove scientifiche di buonaqualita, anche se non necessariamente di tipo I o II.

B. Si nutrono dei dubbi sul fatto che quella particolare pro-cedura o intervento debba sempre essere raccomandata, masi ritiene che la sua esecuzione debba essere attentamenteconsiderata.

C. Esiste una sostanziale incertezza a favore o contro laraccomandazione di eseguire la procedura o l’intervento.

D. L’esecuzione della procedura non e raccomandata.E. Si sconsiglia fortemente l’esecuzione della procedura.

CONVULSIONI FEBBRILIDefinizione (3)

Crisi che insorge in corso di febbre superiore ai 38,5º Cin un soggetto di eta compresa preferibilmente tra i 6 mesi(eccezionalmente prima) e i 5 anni (eccezionalmente dopo),con un picco maggiore entro il 3º anno di vita che non presen-ti alcun segno di patologia acuta o cronica concomitante eche non abbia presentato episodi di convulsione afebbrile.

Piu frequentemente si presenta durante la salita inizialedella temperatura, solitamente nella prima giornata dell’epi-sodio febbrile.

La durata e di solito inferiore ai 5’.

CONVULSIONI FEBBRILI SEM- CONVULSIONI FEBBRILI COMPLESSEPLICI• Crisi convulsive generalizzata • Crisi focale, parziale, lateralizzata• Durata inferiore ai 15’ se unica • Durata superiore ai 15’ se unica ai 30’ se

ripetuta• Non ricorrenti nelle successive • Ricorrenti nelle successive 24 ore

24 ore• Eta compresa tra i 6 mesi e i 5 • Eta inferiore ai 6 mesi o superiore ai 5

anni anni• Sviluppo psicomotorio normale • Pregressa patologia del SNC• EEG normale • EEG alterato• Anamnesi familiare positiva per • Anamnesi familiare positiva per epilessia

convulsioni febbrili

MAGGIORE RISCHIO DI RECIDIVEDI CONVULSIONI FEBBRILI (non epilessia)

• Eta inferiore ai 15-18 mesi• Familiarita per convulsioni febbrili• Elevata frequenza di episodi febbrili dopo la prima con-

vulsione febbrile• Breve intervallo tra esordio della febbre e convulsione

febbrile• Temperatura > 39º alla prima convulsione febbrile• Breve intervallo tra la prima e la seconda convulsione

febbrile

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1183 –

MANAGEMENT

FRaccolta anamnestica il piu precisa e puntuale possibile circa la se-meiologia delle crisi, la durata, i caratteri dell’ipertermia, il postcritico(compresi gli eventuali deficit postcritici)

F

ANAMNESI FAMILIARE E PERSONALE

F

ESAME NEUROLOGICO ED INTERNISTICO

F

ESAMI EMATOCHIMICI (glicemia, azotemia, calcemia, elettroliti, VES,PCR, emocromo + formula leucocitaria). (3,B)

F

Puntura lombare se sono presenti segni clinici di tipo meningo-encefali-co o comparsa di crisi focali e/o persistenti, soprattutto se in soggettiinferiori ai 18 mesi; sempre in quelli inferiori ai 6 mesi. (3,E)

F

ELETTROENCEFALOGRAMMA:la rilevanza clinica di anomalie EEGrafiche postcritiche in fase acuta(3,C) (punte onda lente spesso irregolari o rudimentali, attivita thetaritmica specie parieto-basale a carattere genetico) e frequente, ma privadi significato. L’EEG non e quindi un esame indispensabile, ma nemme-no utile ai fini diagnostico-prognostici. Unica utilita dell’EEG e quella diporre una diagnosi differenziale, ad esempio, con un’encefalite o, incaso di crisi complesse, di evidenziare una focalita. Sara il Neuropsi-chiatra Infantile a decidere caso per caso se farlo effettuare o meno.

F

TAC encefalo (3,E): solo se in un quadro di meningoencefalite consospetto di edema o di ascesso.

Trattamento in acuto delle convulsioni febbrili (3,B)

FDiazepam rettale microclismi

0,5-1 mg/Kg (*)

Blocco crisiF

Persistenza crisi

F

Ripetizione Diazepam e.r.

F

Persistenza crisi

F

Spedalizzazione

F

BDZ endovena 0,2-0,5 mg/Kga 1 mg/min (**)

F

Ripetizione fino a 2-3 mg/Kg in 30’

(*) Mai in stato postcritico(**) Da qui in poi si configura il trattamento dello stato di male

Trattamento profilattico delle recidive con profilassi conti-nuativa: fortemente sconsigliato (1,E)

Trattamento profilattico intermittente con benzodiazepi-nici: sconsigliato (3,E)Trattamento dell’ipertermia (3,A)

Bibliografia1. Consensus Conference: «Il bambino con convulsioni

febbrili» Milano, 1991, Boll Lega It Epil, 77: 23. 19922. Torta R: «Le convulsioni febbrili. Dalla clinica alla tera-

pia», UTET 19973. Stores G. «When does an EEG contribute to the mana-

gement of febrile seizures?» Arch Dis Child, 1991, Apr,66(4): 554-557

4. Autret E, Billard C, Bertrand P, et al: «Double-blind, ran-domized trial of diazepam versus placebo for preventionof recurrence of febrile seizures» J Pediatr 1990, 117:490-494

5. Rosman NP, Colton T, Labazzo Jet al: «A controlled trialof diazepam ad.m.inistred during febrile illness to pre-vent recurrence of febrile seizures». N Engl J Med, 1993,329: 79-84

6. Uhari M, Rantala H, Vainiopaa L, et al: «Effect of aceta-minophen and of low intermittent doses of diazepam onprevention of recurrences of febrile seizure». J Pediatr,1995, 126: 991-995

7. Baumann RJ, Duffner PK: «Treatment of children withsimple febrile seizures: the AAP practice parameter». Pe-diatric Neurology, 2000 Vol23, No.1: 11-25

8. Knudsen FU: «Febrile Seizures: Treatment and Progno-sis». Epilepsia, 2000, 41 (1): 2-9

LA PRIMA CRISI EPILETTICA

DefinizioneLa prima crisi epilettica e un evento di frequente riscontro

nella pratica clinica, presentandosi con una incidenza di 60-70 casi annui per 100.000 abitanti.

L’accurata raccolta anamnestica deve essere rivolta, in pri-mo luogo, all’accertamento della natura epilettica dell’episo-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1184 –

dio accessuale presentato dal paziente: la diagnosi differen-ziale va fatta nei confronti di altri episodi di origine neurolo-gica, psichica o sistemica (endogena o esogena).

La semeiologia delle crisi, l’esame obiettivo neurologico, leindagini neurofisiologiche, neuroradiologiche e di laborato-rio, concorreranno alla definizione eziologica della crisi.

Approccio al paziente con prima crisi epilettica in acuto(critico-postcritico)

Raccolta dati anamnestici• semeiologia della crisi;• condizioni al momento della crisi: veglia/sonno;• patologie intercorrenti: febbre, infezioni, disidratazione,

trauma, cefalea, ipertensione;• condizioni potenzialmente scatenanti: deprivazione di

sonno, sostanze tossiche, fotostimolazione, altri stimoli;• patologie di base o pregresse;• familiarita;

Esame clinico• esame obiettivo generale;• esame obiettivo neurologico;

Esami ematochimici (2,B)• emocromo con formula;• glicemia;• azotemia;• elettroliti;• calcemia;• creatininemia;• ammoniemia;• transaminasi;• CPK;• esame urine;• eventuali esami tossicologici.

Elettroencefalogramma (1,A)• possibilmente entro 24 h

TC encefalo (2,A)

Rachicentesi (2,B)• se sospetto di encefalite

Terapia (6,A)Non necessaria se la crisi dura meno di 4-5’ o se in postcri-

tico

Approccio al paziente con prima crisi epilettica anamne-stica

Raccolta dati anamnestici• semeiologia della crisi;• condizioni al momento della crisi: veglia/sonno;• patologie intercorrenti: febbre, infezioni, disidratazione,

trauma, cefalea, ipertensione;• condizioni potenzialmente scatenanti: deprivazione di

sonno, sostanze tossiche, fotostimolazione, altri stimoli;• patologie di base o pregresse;• familiarita.

Esame clinico• esame obiettivo generale;• esame obiettivo neurologico.

Elettroencefalogramma (1,A)Se non informativo, EEG in sonno (2,A)

Risonanza Magnetica (1,A)

Terapia (1,A)Sconsigliata a meno che, dopo valutazione dei rischi (effetti

indesiderati dei farmaci) e dei benefici (probabilita di ricor-renza)

• l’insieme dei dati clinici indichi un elevato rischio di rica-duta;

• particolari condizioni socio/individuali suggeriscano di i-niziare un trattamento farmacologico, dopo adeguata in-formazione.

CHE COSA FARE DI FRONTEA UNA PRIMA CRISI EPILETTICA

F F

IN ACUTO (critico-postcritico) ANAMNESTICA

F F

RACCOLTA DATI ANAMNESTICI RACCOLTA DATI ANAMNESTICI

F F

ESAME CLINICO ESAME CLINICO

F F

ESAMI EMATOCHIMICI (B) ELETTROENCEFALOGRAMMA (A)

F F

ELETTROENCEFALOGRAMMA (A) RISONANZA MAGNETICA (A)(possibilmente entro 24 ore) (possibilmente entro 24 ore)

F

TC encefalo (A) TERAPIA (A)Sconsigliata a meno che, dopo valu-tazione dei rischi (effetti indesiderati

F dei farmaci) e dei benefici (probabili-ta di ricorrenza)

RACHICENTESI (B) l’insieme dei dati clinici indichi un e-levato rischio di ricaduta;particolaricondizioni socio/individualisuggeriscano di iniziare un tratta-TERAPIA (A)mento farmacologico, dopo adegua-Non necessaria se la crisi durata informazione.meno di 4-5’ o se in postcritico

Bibliografia1. First Seizure Trial Group: «Randomized clinical trial

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LA TERAPIA DEGLI STATI EPILETTICI DELL’ADULTOPremessa

Lo stato epilettico (SE) e un’emergenza medica che com-porta un rischio di morte o lesioni permanenti del paziente;richiede spesso un ricovero ospedaliero per la sua definizionee trattamento.

DefinizioneNon esiste una definizione universalmente accettata ma le

diverse versioni differiscono soprattutto sulla durata dellemanifestazioni cliniche epilettiche (da 5 a 30 minuti).

Il gruppo di studio della Lega Italiana contro l’Epilessia haadottato la seguente definizione: «Uno stato di male epiletticoe una situazione clinica nella quale una crisi epilettica (gene-ralizzata o focale, motoria o no) si prolunga per piu di 20minuti o nella quale le crisi si ripetono a brevissimi intervalli(inferiori al minuto) tali da rappresentare una condizione epi-lettica continua (Baruzzi e Tinuper ’89).

ClassificazioneViene abitualmente classificato in base alla sintomatologia

clinica prevalente, anche se soluzioni terapeutiche particolaripossono trovare indicazioni o controindicazioni specifiche inalcune condizioni cliniche. Sono identificati uno stato dimale generalizzato e uno parziale. In letteratura e frequen-te l’uso del termine «stato di male non convulsivo» con ilquale sono spesso definite condizioni in cui la diagnosi diffe-renziale fra lo stato parziale e generalizzato e difficile o inap-plicabile.

EpidemiologiaOgni anno si verificano almeno 450 casi di SE per milione

di abitanti. Di questi 180-200 sono generalizzati convulsivi(Hauser 1990). Le stime di mortalita legata allo stato di maleepilettico sono variabili dall’1-22% dei casi. Hauser (Neurolo-gy, 1990) indica nel 2% il valore massimo di mortalita real-mente da attribuire solo allo stato di male. Non e dimostratauna diversa mortalita in base alla sintomatologia delle crisi(Towne AR et al. Epilepsia, 1994), ma e comunemente am-messo che la morbilita sia maggiore per lo stato epiletticogeneralizzato convulsivo. Fattori prognostici sfavorevoli sonouna durata maggiore di un’ora, una eziologia anossica edun’eta avanzata.

EziologiaNel 50% dei casi di SE in pazienti con storia precedente di

epilessia, si riscontrano livelli di farmaci antiepilettici inferio-ri al range terapeutico. Nessuna eziologia puo essere esclusama, quelle piu frequentemente interessate, sono le patologiecerebrovascolari, i traumi cranici, i tumori cerebrali, le infe-zioni del sistema nervoso centrale, le alterazioni metabolicheo da sostanze tossiche, i disordini elettrolitici. Nel 20% circadei pazienti non viene individuata alcuna causa scatenante equesto e piu frequente nei pazienti con pregressa diagnosi diepilessia.

DIAGNOSI E TRATTAMENTOCriteri generali

I tempi utili per un trattamento che impedisca il crearsidi lesioni a carico del s.n.c. sono cosı brevi che diagnosi etrattamento devono procedere contemporaneamente. Il trat-tamento volto a controllare il ripetersi delle crisi deve affian-carsi a quello della patologia che lo causa; nello stesso modoci si deve comportare per le procedure diagnostiche. Al tratta-mento con farmaci antiepilettici si devono inoltre aggiungerealcune misure generali di gestione del paziente.

Per praticita clinica ma anche con il supporto di dati neuro-fisiopatologici, e raccomandata una divisione di diagnosi eterapia in tre «scenari» (6, B Ref 1) corrispondenti a tre suc-cessive fasi temporali e di risposta alla terapia dello stato epi-lettico:

a) iniziale (primi 20-30 minuti);b) definito (dopo 20-30 minuti e fino a 60-90 minuti);c) refrattario (dopo 60-90 minuti).Le linee guida riportate nella letteratura scientifica sono il

frutto del lavoro di apposite commissioni di esperti e sonoindirizzate in modo particolare al trattamento dello stato dimale generalizzato convulsivo.

E comunemente ammesso che tali strategie terapeutichedebbano essere ritenute valide anche negli altri tipi di SE, mache, soprattutto per quello che riguarda i tempi di realizzazio-ne del percorso diagnostico e terapeutico, in ogni singolo casodebba essere valutato il rapporto rischio/beneficio delle tera-pie applicate.

PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO

FManagement dello Stato Epilettico «iniziale»

(primi 20-30 minuti)

FMisure generali (6, A)

F• valutare e normalizzare la condizione cardio-circolatoria

(ECG);• assicurare la pervieta delle vie aeree e somministrare os-

sigeno;• assicurarsi un accesso venoso;• esecuzione di un prelievo venoso per:

– emocromo– VES– Test di coaugulazione– CPK– LDH– funzionalita epatica e renale– elettroliti (compreso calcio e magnesio se disponibili)– glicemia– eventuale dosaggio farmaci antiepilettici– eventuali analisi tossicologiche

• se non sono presenti controindicazioni somministraree.v. glucosio (preceduto da tiamina 100 mg i.m. in pa-zienti con sospetto abuso cronico di alcool)

• monitorare e trattare l’acidosi

Trattamento farmacologico (6,B)

F• Benzodiazepine:

Lorazepam 0.05-0.1 mg/Kg e.v. (velocita massima 2mg/min) ripetibile dopo almeno 10 minutioppureDiazepam 0.1 mg/Kg e.v. ripetibile.

Management dello Stato Epilettico «definito»(da 20-30 minuti a 60-90 minuti)

FMisure generali (6,B)

F• stabilire la causa dello SE;• iniziare il monitoraggio EEG, nel caso non sia gia in cor-

so, per confermare la diagnosi e verificare l’efficacia dellaterapia;

• monitorare e trattare le modificazioni patologiche dellapressione arteriosa;

• programmare un probabile trasferimento in terapia in-tensiva per proseguire il trattamento;

• correggere eventuali problemi metabolici.

Trattamento farmacologico (6,B)

F• Fenitoina: 15-18 mg/Kg e.v.

– deve essere somministrata ad una velocita non supe-riore a 50 mg/min. (5,A)

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1186 –

– non deve essere assolutamente diluita in soluzione glu-cosata (B)

– e controindicata in presenza di blocco atrio-ventricola-re o grave ipotensione (B)

– deve essere infusa utilizzando un accesso venoso indi-pendente; questo deve essere un grosso vaso per ridur-re il rischio di flebite (B)

– deve essere monitorata la frequenza cardiaca e la pres-sione arteriosa (B)

– ulteriori 5 mg/kg e.v. possono essere somministrati incaso di mancato controllo delle crisi (5, C).

Management dello Stato Epilettico «Refrattario»

FPremessa: questa fase del trattamento richiede un’assisten-

za rianimatoria e la necessita della sua effettuazione deve es-sere valutata per ogni singolo caso.

Trattamento farmacologico (6,B)

F• Thiopentone 5-7 mg/kg e.v. in 20 sec seguiti da 50 mg

ogni 2-3 minuti fino a controllo delle crisi e ottenimento diuna modificazione del tracciato EEG definito come «sup-pression bursts»Ricordare che:– la successiva infusione continua (abitualmente 3-5

mg/kg/h) deve proseguire per 12-48 ore mantenendoun tracciato definito come «suppression burst»;

– necessita di controllo EEG;– spesso e indispensabile sostenere farmacologicamente

la pressione arteriosa.oppure• Propofol 2-5 mg/Kg in bolo (ripetibili) seguiti da infusione

continua fino a 1 mg/kg/h per almeno un’ora.Ricordare che:– necessita di controllo EEG

Altre soluzioni terapeutiche

FPremessa: I farmaci elencati successivamente non sono

tradizionalmente riportati nei protocolli presenti in letteratu-ra ma non per questo devono essere ritenuti meno efficaci. Inalcuni casi la loro utilizzazione puo addirittura essere consi-gliabile per ovviare a controindicazioni all’uso di quelli giaricordati (ad es. fenitoina in pazienti con blocco A-V.)

• Valproato di sodio: infusione e. v. in almeno 5 min di 15mg/Kg (alcuni protocolli suggeriscono fino a 30 mg/Kg) segui-ta da 1-2 mg/Kg/h in infusione continua

• Midazolam:– per via intra-muscolare o rettale 5-10 mg. Puo essere

ripetuta una volta dopo 15 minuti;– bolo endovena di 0,1-0,3 mg/kg, a una velocita non su-

periore a 4 mg/min, che puo essere ripetuto una voltadopo 15 minuti;

– infiltrazione boccale di 10 mg puo essere somministratacon siringa e catetere;

– infusione endovena puo essere somministrata a un tas-so di 0,05-0,4 mg/kg/h.

• Fenobarbital:adulto: 10-20 mg/Kg e.v.– probabile necessita di assistenza respiratoria e ipoten-

sione

neonato: 20-30 mg/kg;da 1 a 6 anni: 15-20 mg/kg;da 6 a 12 anni: 10-15 mg/kg;> 12 anni: 8-10 mg/kg. Infondere in piu di 10’ (50-75mg/min).

• Anestetici gassosi (Isoflorano-Florane): a dosaggi cheproducono concentrazioni di 0.8-2% e con dosaggio tito-lato per mantenere un quadro EEG definito come «sup-pression bursts»

• Lidocaina:– bolo endovena 1,5-2 mg/Kg (di solito 100 mg negli adul-

ti), a una velocita non superiore a 50 mg/min. Il bolopuo essere ripetuto una volta se necessario;

– infusione continua 3-4 mg/kg/h (di solito soluzione al0,2% in destrosio al 5%) per un periodo non superiorealle 12 h.

Altri criteri generali di terapia

F• Effettuando scelte in relazione a ogni singolo caso, dovra

essere impostata una terapia antiepilettica utile a preve-nire le recidive al momento della sospensione delle pro-cedure terapeutiche prima menzionate (6, B).

• Nei pazienti con epilessia nota deve essere proseguita al-meno inizialmente la terapia precedentemente in atto (6,B).

• L’uso di antiedemigeni (mannitolo, cortisone ecc..) nonha dimostrazioni pratiche di utilita anche se in terminiteorici appare potenzialmente utile (6, C).

• L’uso prolungato di farmaci bloccanti la placca neuro-muscolare e indicato in tutti i pazienti con stato di malegeneralizzato convulsivo refrattario (B); la sua utilizza-zione deve essere subordinata pero alla disponibilita diuna registrazione EEG (6, A).

• Per alcuni farmaci e consigliabile verificare in fasi suc-cessive alcuni indici ematologici o ematochimici (6, B).

• Il dosaggio plasmatico dei farmaci antiepilettici e racco-mandato (6, B); tuttavia le modificazioni posologiche de-gli stessi devono tenere conto del contesto elettroclinico.

FLOW CHART TERAPEUTICA

ESAMI DIASSISTENZA FARMACILABORATORIOTRATTAMENTO SE INIZIALE (20-30 minuti)

Condizione Cardiocir- Emocromo Lorazepam e.v. 0.05-01colatoria mg/Kg (ripetibile)Vie Aeree VES Diazepam e.v. 0.1 mg/Kg

(ripetibile)Accesso venoso Test di coagulazioniAcidosi CPK

LDHFunz. EpatorenaleElettrolitiGlicemiaDosaggio AEDAnalisiTossicologiche

FTRATTAMENTO S.E. DEFINITIVO (30-90 minuti)

Monitoraggio EEG Fenitoina e.v. 15-18mg/Kg

Monitoraggio ECG ev. altri 5 mg/Kg dieMonitoraggio PARicerca Cause S.E.

FTRATTAMENTO S.E. REFRATTARIO

Unita Terapia Intensiva Tiopentone (TPS)Propofol

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TERAPIA CHIRURGIA DELL’EPILESSIA

IntroduzioneLa prevalenza dell’Epilessia (E) nei Paesi industrializzati e

calcolata intorno allo 0,5-1% secondo le differenti casistiche.Pertanto, solo in Italia, il numero di pazienti con crisi epiletti-che varia tra 300.000 e 400.000. I pazienti con epilessia par-ziale (EP) sono circa i 2/3 di questi e di conseguenza, nel no-stro Paese, sono tra 150.000 e 270.000. Il controllo degli even-ti critici si raggiunge con la terapia antiepilettica (AEDs) incirca il 70% dei casi, e si puo valutare che esistano pressappo-co 60-100.000 persone con EP che non sono controllate congli AEDs e che vanno considerate come farmacoresistenti(FR). Anche ammettendo che solo il 20% debba essere valuta-to in vista di un intervento chirurgico, diverse migliaia di pa-zienti potrebbero usufruire di questa possibilita terapeutica(2, A).

Nel 1992 ha avuto luogo una Consensus Conference (PalmDesert Conference in Surgical Treatment of Epilepsies), da cuisono nate le principali linee guida che riguardano la TerapiaChirurgica dell’Epilessia, con i vari e successivi aggiorna-menti.

Sono state definite le caratteristiche necessarie per poterdefinire un Centro per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia. Siritiene che sia richiesta la presenza di un team multidiscipli-nare (epilettologi, neurofisiologi, neurologi, neurochirurghi,neuropsicologi, neuropsichiatri infantili, neuroradiologi, neu-ropatologi ...). Inoltre deve esistere la possibilita di una con-sulenza da parte di fisiatri e di psichiatri. Tutti gli specialistidevono collaborare strettamente per la selezione dei candida-ti, nella scelta delle investigazioni pre-chiruirgiche, nella de-finizione della strategia chirurgica e nel follow-up del pazientedopo l’intervento. A livello di infrastrutture viene generalmen-te accettata la necessita di avere a disposizione diagnostichesemi-invasive ed invasive ed almeno 30-40 interventi dedicatiall’anno devono essere realizzati.

Requisiti Minimi per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia

Tipo di EpilessiaEpilessia parziale (con crisi focali o secondariamente gene-

ralizzate).

Provata FarmacoresistenzaPersistenza di crisi nonostante trial adeguati di farmaci an-

tiepilettici in mono-politerapia, con i massimi livelli plasmati-ci tollerati.

Durata minima di malattiaBambini: 6 mesi – 1 anno; adulti: 2 anni.

Eta alla chirurgiaEta inferiore a 60 anni.

Selezione dei CandidatiPazienti con crisi scarsamente controllate dalla terapia far-

macologica, che interferiscono con le attivita quotidiane e/ocon le funzioni socio-lavorative.

Indicazioni alla rimozione chirurgica di una regione cere-brale «epilettogena»

Crisi focali non controllate dalla terapia che sulla base dellecorrelazioni anatomo-elettro-cliniche ammettono una ZonaEpilettogena (regione/i corticale/i in cui nascono e da cui sipropagano le scariche critiche) unica e stabile, la cui rimozio-ne non e attesa generare nuovi deficit neurologici/neuropsico-logici.

Strategie e metodologie di studio pre-chirurgicheOgni paziente avra un approccio pre-chirurgico personaliz-

zato.In ogni caso e per tutti vanno valutati:• anamnesi clinica familiare e personale;• esame neurologico;• EEG intercritici;• esami neuroradiologici;• test neuropsicologici.Sulla base di tali correlazioni anatomo-elettro-cliniche ver-

ra stabilito il successivo iter diagnostico, che potra prevedere:• registrazioni Video-EEG degli eventi clinici critici;• risonanza magnetica mirata sulla presunta zona epilet-

togena;• test di Wada nel caso in cui si debba valutare la dominan-

za emisferica per il linguaggio ed evidenziare eventualidisturbi della memoria lateralizzati.

Nei casi in cui le procedure diagnostiche precedentementeelencate non consentano la chiara ricognizione della zona e-pilettogena, occorrera procedere a (6, A):• registrazioni con metodiche invasive (elettrodi intracere-

brali, subdurali, epidurali, etc.)

Terapia chirurgicaDopo aver definito l’estensione la localizzazione della zona

epilettogena, e i suoi rapporti con le regioni altamente fun-zionali, si potra procedere all’intervento chirurgico che puoessere definito:

Curativo (intervento in grado di eliminare le crisi):• cortectomia;• cortectomia e lesionectomia;• lesionectomia;• emisferotomia.Un’accurata analisi istopatologica deve essere effettuata su

tutti i pezzi operatori, per poter indicare una prognosi ed e-ventuali ulteriori trattamenti (per esempio in caso di lesionineoplastiche).

Palliativo (intervento che viene riservato a quei pazienti incui la zona epilettogena, per vari motivi, non puo essere a-blata):

• callosotomia;• impianto di stimolatori intracerebrali o periferici.

Follow-up dei pazienti operatiL’outcome deve essere valutato a intervalli seriati ed un ri-

sultato definitivo deve essere stabilito ad almeno 12 mesi dal-l’intervento. La classificazione internazionale piu utilizzata equella proposta da Engel nel 1997.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1188 –

I pazienti devono essere rivisti dopo l’intervento chirurgico,ambulatoriamente a intervalli seriati di tempo e con le se-guenti indagini diagnostiche: visita neurologica, test neuro-psicologici, EEG, RM da adattare ai diversi tipi di lesione a-natomica riscontrata. Tali controlli vanno realizzati dopo:

• 6 mesi;• 12 mesi poi annuale e dopo i 5 anni, se necessario, an-

nualmente.La terapia va mantenuta stabile per almeno 12 mesi nei

bambini, per almeno 24 mesi negli adulti.

Bibliografia1. «Epilepsy Surgery. Second edition». Luders HO, Comair

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Allegato n. 2

D.G. Agricoltura[BUR20040151] [4.3.0]D.d.g. 27 febbraio 2004 - n. 2828Quote latte – Adempimenti procedurali per l’applicazionedella l. 119/03 «Riforma della normativa interna di appli-cazione del prelievo supplementare nel settore del latte edei prodotti lattiero-caseari». Approvazione del modellodi comunicazione del QRI 2004/2005

IL DIRETTORE GENERALE DELL’AGRICOLTURAVisto il regolamento (CEE) 3950/92 e il regolamento (CE)

1392/01, relativi al prelievo supplementare nel settore del lat-te e dei prodotti lattiero-caseari;

Vista la l. 119/03 recante «Riforma della normativa internadi applicazione del prelievo supplementare nel settore del lat-te e dei prodotti lattiero-caseari»;

Considerato che la sopra citata legge all’articolo 2 comma

2-bis stabilisce che «prima dell’inizio di ogni periodo di com-mercializzazione le regioni e le province autonome aggiorna-no il quantitativo individuale di riferimento di ciascun pro-duttore, iscrivendolo nel registro delle quote di cui al comma2 e ne danno comunicazione all’interessato attraverso l’inviodi un certificato in due copie, una delle quali recante l’indica-zione “copia per l’acquirente”»;

Preso atto che, sulla base dei disposti di cui all’articolo 1comma 6 della l. 119/03, i dati necessari per la predisposizio-ne delle comunicazioni di QRI sono estratti dal SIAN;

Considerato quindi che a ciascun produttore di latte lom-bardo deve essere inviata, da parte della regione, una comuni-cazione individuale con l’indicazione del QRI valido per il pe-riodo di commercializzazione 2004/2005 (al 1º aprile 2004);

Considerato che il d.m. 31 luglio 2003 all’articolo 3 comma4 individua gli elementi minimi che devono essere inseritinella suddetta comunicazione e ritenuto di integrare in alcu-ne parti le suddette informazioni minime al fine di renderela comunicazione di quote piu trasparente e rispondente alleesigenze degli allevatori lombardi;

Ritenuto inoltre necessario consentire ai produttori desti-natari della predetta comunicazione di presentare istanza direttifica alla stessa, limitatamente ai dati che non siano giastati oggetto di aggiornamento definitivo, mediante l’utilizzodi uno specifico modello;

Considerato opportuno assicurare all’attivita amministrati-va la massima trasparenza definendo la modulistica da adot-tare sia per la comunicazione individuale da inviare ai pro-duttori sia per la presentazione delle istanze di riesame daparte dei soggetti interessati;

Preso atto che, sulla base della l.r. 11/98 l’assegnazione delQRI ai produttori rientra nelle competenze della Regione –D.G. Agricoltura mentre il riesame delle posizioni dei singoliproduttori rientra nelle competenze delle singole Ammini-strazioni Provinciali;

Stabilito quindi che le istanze di riesame devono essere pre-sentate alle Amministrazioni Provinciali competenti per terri-torio utilizzando lo specifico modello in distribuzione pressole stesse;

Visto l’art. 17 della l.r. 16/96 che individua le competenzedei Direttori Generali;

Vista la d.g.r. n. 7/4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VIIlegislatura. Costituzione delle Direzioni Generali – Nominadei Direttori» con la quale viene nominato il Direttore Gene-rale della Direzione Generale Agricoltura;

Decreta

Richiamate le premesse che formano parte integrante delpresente provvedimento:

1. di comunicare ad ogni produttore di latte operante inLombardia e titolare di quota all’1 aprile 2004, il QRI per lacampagna produttiva 2004/2005; tale QRI e definito sulla basedelle indicazioni di cui all’articolo 2 comma 1 della l. 119/03ed e aggiornato in forza delle variazioni inserite nel SIAN alladata del 18 febbraio 2004;

2. di procedere alla comunicazione di qui al punto 1), utiliz-zando la modulistica di cui all’allegato A, parte integrante delpresente provvedimento, e di inviarla ai produttori interessatimediante raccomandata AR;

3. di stabilire che i soggetti destinatari della comunicazionedi cui al punto 1) possono presentare istanza di riesame entroe non oltre 15 giorni dal ricevimento della comunicazione dicui trattasi, al Servizio Agricoltura dell’Amministrazione Pro-vinciale competente per territorio (esclusivamente avversodati che non siano gia stati oggetto di accertamento definiti-vo) utilizzando l’apposito modello che potra essere reperitopresso le medesime Amministrazioni Provinciali (Allegato Bparte integrante);

4. di pubblicare il presente provvedimento sul BollettinoUfficiale della Regione Lombardia.

Il Direttore Generale:Paolo Baccolo

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Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

1189

ALLEGATO A

REGIME COMUNITARIO QUOTE LATTE

SETTORE LATTIERO - CASEARIO COMUNICAZIONE DEI QUANTITATIVI DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE (QRI)

PERIODO 2004/2005

N. RACCOMANDATA A.R.

QUADRO 1– AZIENDA DATI DEL TITOLARE PARTITA IVA COGNOME E NOME/RAGIONE SOCIALE

CODICE FISCALE (CUAA) DATA DI NASCITA COMUNE DI NASCITA PROV.

RESIDENZA/SEDE LEGALE COMUNE RESIDENZA/SEDE LEGALE CAP PROV.

DATI AZIENDA INDIRIZZO DI UBICAZIONE COMUNE DI UBICAZIONE CAP PROV CLASSIF. ART. 2 C. 3 DM 31/07/03 CUAA UTE MATRICOLA AZIENDA

OR

IGIN

ALE

DEL

PR

OD

UTT

OR

E

QUADRO 2 – ITER DI DEFINIZIONE DEL QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE

DATA INIZIO QUOTA CONSEGNE

QUOTA VENDITE

% GRASSO

DI RIFERIM.

DATA FINE PROG

Giorno Mese Anno

DESCRIZIONE A B A B Giorno Mese Anno

NOTE

QUADRO 3 – QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE 2004/2005 TOT. QUOTA CONSEGNE KG % GRASSO DI RIFERIM.

TOT. QUOTA VENDITE KG

Milano 18 febbraio 2004 IL DIRETTORE GENERALE AGRICOLTURA Paolo Baccolo

CODICE COMUNICAZIONE

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

1190

NOTE ESPLICATIVE

Con la presente, ai sensi dell'art. 2 comma 2 bis della L. 119/03, si comunica il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005. La pagina recante la dicitura “COPIA PER L’ACQUIRENTE” deve essere consegnata, a cura del produttore, alla Ditta acquirente latte e costituisce il titolo per l’applicazione delle disposizioni sul prelievo supplementare. In caso di pluralità di acquirenti una copia della presente comunicazione deve accompagnare la specifica dichiarazione prevista dall'art. 7 comma 1 della L. 119/03. I dati riportati nella presente comunicazione sono estratti dal sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) ai sensi dell'art. 1 comma 6 della L. 119/03, e sono aggiornati al 18 febbraio 2004. QUADRO 1

Riporta i dati identificativi dell’azienda e del titolare attuale. Il contenuto della casella “Classif. Art. 2 c. 3 DM 31/07/03”, individua la zona in cui è ubicata l’azienda produttrice latte, secondo quanto disposto dalla indicata normativa; tale classificazione è valida per tutti i riferimenti normativi del regime quote latte. QUADRO 2

Riporta l’iter di definizione del quantitativo di riferimento individuale, aggiornato sulla base di eventuali variazioni intervenute, risultanti da precedenti specifiche determinazioni delle amministrazioni competenti. Viene descritto il dettaglio dei movimenti, inseriti nel SIAN, validi al 1 aprile 2004. Non formano, pertanto, oggetto della presente comunicazione i dati relativi a movimenti registrati nel SIAN successivamente alla data del 18 febbraio 2004, dati che possono essere riscontrati nel registro pubblico delle quote di cui all'articolo 2 comma 2 della L. 119/03, consultabile nel sito internet del SIAN (www.sian.it). Sono inoltre esclusi i movimenti non più rilevanti ai fini della definizione del quantitativo di riferimento individuale spettante al produttore per il periodo 2004/2005. In ottemperanza ai disposti dell'articolo 2 comma 1 della L. 119/03 viene indicata l'eventuale unificazione della quota. Ogni singola riga del quadro contiene i quantitativi oggetto del movimento che, ai fini della determinazione del quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 sono stati sommati algebricamente tra di loro per ottenere i totali, rispettivamente consegne e vendite dirette, riportati al Quadro 3. QUADRO 3

Riporta il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 distinto in quota consegne e quota vendite dirette, nonché il tenore di materia grassa di riferimento.

AVVERTENZE

I quantitativi di riferimento individuali indicati come “Quota B” sono al netto della riduzione intervenuta ai sensi della L. 46/95, fatti salvi gli esiti dei giudizi pendenti in sede giurisdizionale. Per errori ed omissioni è fatta salva, in ogni caso, la facoltà della Regione Lombardia di procedere a modificazione e integrazione dei dati contenuti nella presente comunicazione. La presente comunicazione viene predisposta dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia in applicazione della L.R. 11/98 art. 3 comma 1 lettera a) e art. 4 comma 2 lettera h) e della DGR n. VI/44244 del 16/7/99. MODALITA’ PER LA PRESENTAZIONE DEI RICORSI La presente comunicazione diventa definitiva se l’interessato non presenta ricorso all’Amministrazione Provinciale competente per territorio entro 15 giorni dal ricevimento della medesima. Ai destinatari della predetta comunicazione è data facoltà di presentare ricorso, esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni relative a dati che non siano già stati oggetto di aggiornamento definitivo in forza di comunicazioni/provvedimenti precedenti, utilizzando lo specifico modello (in distribuzione presso le Amministrazioni Provinciali competenti) da produrre in regolare bollo. Dal giorno in cui la presente comunicazione diventa definitiva iniziano a decorrere i sessanta (60 gg.) per l’impugnazione avanti il TAR ovvero i centoventi giorni (120 gg.) per la proposizione di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Nel caso invece di presentazione entro il suindicato termine di quindici giorni (15 gg.) dell’istanza di rettifica o correzione, il presente atto diventa definitivo alla data di comunicazione del provvedimento con cui l’Amministrazione competente decide in ordine alla medesima. Da tale data decorrono i termini per le impugnative sopra precisate. L’Amministrazione è tenuta a pronunciarsi in merito al ricorso presentato entro sessanta giorni (60 gg.) dal ricevimento della medesima.

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

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REGIME COMUNITARIO QUOTE LATTE

SETTORE LATTIERO - CASEARIO COMUNICAZIONE DEI QUANTITATIVI DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE (QRI)

PERIODO 2004/2005

N. RACCOMANDATA A.R.

QUADRO 1– AZIENDA DATI DEL TITOLARE PARTITA IVA COGNOME E NOME/RAGIONE SOCIALE

CODICE FISCALE (CUAA) DATA DI NASCITA COMUNE DI NASCITA PROV.

RESIDENZA/SEDE LEGALE COMUNE RESIDENZA/SEDE LEGALE CAP PROV.

DATI AZIENDA INDIRIZZO DI UBICAZIONE COMUNE DI UBICAZIONE CAP PROV CLASSIF. ART. 2 C. 3 DM 31/07/03 CUAA UTE MATRICOLA AZIENDA

OC

OPI

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QUADRO 2 – ITER DI DEFINIZIONE DEL QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE

DATA INIZIO QUOTA CONSEGNE

QUOTA VENDITE

% GRASSO

DI RIFERIM.

DATA FINE PROG

Giorno Mese Anno

DESCRIZIONE A B A B Giorno Mese Anno

NOTE

QUADRO 3 – QUANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE 2004/2005 TOT. QUOTA CONSEGNE KG % GRASSO DI RIFERIM.

TOT. QUOTA VENDITE KG

Milano 18 febbraio 2004 IL DIRETTORE GENERALE AGRICOLTURA Paolo Baccolo

CODICE COMUNICAZIONE

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

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NOTE ESPLICATIVE

Con la presente, ai sensi dell'art. 2 comma 2 bis della L. 119/03, si comunica il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005. La pagina recante la dicitura “COPIA PER L’ACQUIRENTE” deve essere consegnata, a cura del produttore, alla Ditta acquirente latte e costituisce il titolo per l’applicazione delle disposizioni sul prelievo supplementare. In caso di pluralità di acquirenti una copia della presente comunicazione deve accompagnare la specifica dichiarazione prevista dall'art. 7 comma 1 della L. 119/03. I dati riportati nella presente comunicazione sono estratti dal sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) ai sensi dell'art. 1 comma 6 della L. 119/03, e sono aggiornati al 18 febbraio 2004. QUADRO 1

Riporta i dati identificativi dell’azienda e del titolare attuale. Il contenuto della casella “Classif. Art. 2 c. 3 DM 31/07/03”, individua la zona in cui è ubicata l’azienda produttrice latte, secondo quanto disposto dalla indicata normativa; tale classificazione è valida per tutti i riferimenti normativi del regime quote latte. QUADRO 2

Riporta l’iter di definizione del quantitativo di riferimento individuale, aggiornato sulla base di eventuali variazioni intervenute, risultanti da precedenti specifiche determinazioni delle amministrazioni competenti. Viene descritto il dettaglio dei movimenti, inseriti nel SIAN, validi al 1 aprile 2004. Non formano, pertanto, oggetto della presente comunicazione i dati relativi a movimenti registrati nel SIAN successivamente alla data del 18 febbraio 2004, dati che possono essere riscontrati nel registro pubblico delle quote di cui all'articolo 2 comma 2 della L. 119/03, consultabile nel sito internet del SIAN (www.sian.it). Sono inoltre esclusi i movimenti non più rilevanti ai fini della definizione del quantitativo di riferimento individuale spettante al produttore per il periodo 2004/2005. In ottemperanza ai disposti dell'articolo 2 comma 1 della L. 119/03 viene indicata l'eventuale unificazione della quota. Ogni singola riga del quadro contiene i quantitativi oggetto del movimento che, ai fini della determinazione del quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 sono stati sommati algebricamente tra di loro per ottenere i totali, rispettivamente consegne e vendite dirette, riportati al Quadro 3. QUADRO 3

Riporta il quantitativo di riferimento individuale per il periodo 2004/2005 distinto in quota consegne e quota vendite dirette, nonché il tenore di materia grassa di riferimento.

AVVERTENZE

I quantitativi di riferimento individuali indicati come “Quota B” sono al netto della riduzione intervenuta ai sensi della L. 46/95, fatti salvi gli esiti dei giudizi pendenti in sede giurisdizionale. Per errori ed omissioni è fatta salva, in ogni caso, la facoltà della Regione Lombardia di procedere a modificazione e integrazione dei dati contenuti nella presente comunicazione. La presente comunicazione viene predisposta dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia in applicazione della L.R. 11/98 art. 3 comma 1 lettera a) e art. 4 comma 2 lettera h) e della DGR n. VI/44244 del 16/7/99. MODALITA’ PER LA PRESENTAZIONE DEI RICORSI La presente comunicazione diventa definitiva se l’interessato non presenta ricorso all’Amministrazione Provinciale competente per territorio entro 15 giorni dal ricevimento della medesima. Ai destinatari della predetta comunicazione è data facoltà di presentare ricorso, esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni relative a dati che non siano già stati oggetto di aggiornamento definitivo in forza di comunicazioni/provvedimenti precedenti, utilizzando lo specifico modello (in distribuzione presso le Amministrazioni Provinciali competenti) da produrre in regolare bollo. Dal giorno in cui la presente comunicazione diventa definitiva iniziano a decorrere i sessanta (60 gg.) per l’impugnazione avanti il TAR ovvero i centoventi giorni (120 gg.) per la proposizione di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Nel caso invece di presentazione entro il suindicato termine di quindici giorni (15 gg.) dell’istanza di rettifica o correzione, il presente atto diventa definitivo alla data di comunicazione del provvedimento con cui l’Amministrazione competente decide in ordine alla medesima. Da tale data decorrono i termini per le impugnative sopra precisate. L’Amministrazione è tenuta a pronunciarsi in merito al ricorso presentato entro sessanta giorni (60 gg.) dal ricevimento della medesima.

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

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ALLEGATO B

Bollo

ALL'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALEDI ____________________________________

Istanza di rettifica dei dati contenuti nelle comunicazioni Regionali del Quantitativo di Riferimento Individuale (QRI) Periodo 2004/2005

AZIENDA AGRICOLA

PARTITA IVA CODICE FISCALE COD. COMUNICAZIONE

COGNOME O RAGIONE SOCIALE

NOME SESSO

DATA DI NASCITA COMUNE DI NASCITA PROV.

Giorno Mese Anno

UBICAZIONE AZIENDA

INDIRIZZO E NUMERO CIVICO

COMUNE

DOMICILIO TITOLARE

INDIRIZZO E NUMERO CIVICO

COMUNE

DATI OGGETTO DI RICHIESTA DI RETTIF

ITER DI DEFINIZIONE DEL QRI (QUADRO 2) ANAGRAFICA (QUADRO 1)

DOCUMENTAZIONE ALLEGATA (Obbliga

1. FOTOCOPIA DELLA COMUNICAZIONE DEL QU2. FOTOCOPIA DELLA CARTA D'IDENTITA' 3. FOTOCOPIA DEI DOCUMENTI A SOSTEGNO D

INDIRIZZO AL QUALE INVIARE EVENTUA

COGNOME O RAGIONE SOCIALE

INDIRIZZO E NUMERO CIVICO

COMUNE

DATA

TELEFONO

PROV. C.A.P.

TELEFONO

PROV. C.A.P.

ICA - QRI 2004/2005 (QUADRO 3)

toria) ANTITATIVO DI RIFERIMENTO INDIVIDUALE

EL RICORSO

LI COMUNICAZIONI

NOME

TELEFONO

PROV. C.A.P.

FIRMA

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria n. 12 – 15 marzo 2004

1194

NOTE ESPLICATIVE E’ ammessa la presentazione di ricorso esclusivamente per meri errori materiali ed omissioni relativi a dati che non siano già stati oggetto di aggiornamento definitivo in forza di provvedimenti precedenti. In caso contrario le istanze sono da considerare irricevibili. Il presente modello deve essere prodotto con regolare bollo.

Documenti originali Al momento della convocazione in contraddittorio devono essere presentati i documenti originali allegati in copia al presente modello di istanza.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1195 –

[BUR20040152] [4.3.0]D.d.g. 11 marzo 2004 - n. 3918P.S.R. 2000-2006 misura l (1.12) «Avviamento dei servizidi sostituzione nelle aziende agricole e di assistenza allagestione delle aziende agricole» proroga dei termini dipresentazione della richiesta di anticipazione del contri-buto concesso per i progetti anno 2004

IL DIRETTORE GENERALEVista la d.g.r. n. 7/724 del 28 luglio 2000 con la quale la

Giunta Regionale ha adottato il testo definitivo del Piano diSviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Lombardia succes-sivamente modificato con le d.g.r. n. 7/4277 del 20 aprile2001, n. 7/7306 dell’11 dicembre 2001 e n. 7/9634 del 28 giu-gno 2002;

Viste la Decisione Comunitaria n. C(2000) 2669 del 15 set-tembre 2000 con la quale la Commissione Europea ha appro-vato il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della RegioneLombardia e le Decisioni C(2001) 2442 del 2 agosto 2002,C(2002) 2282 del 19 luglio 2002, C(2002) 3496 dell’11 ottobre2002 con le quali ha successivamente accolto le modificheproposte;

Vista la d.g.r. n. 11711 del 23 dicembre 2002 di approvazio-ne delle modifiche alle disposizioni attuative delle misure a,b, h, j, l, n, r, u, del Piano di Sviluppo Rurale;

Visto in particolare il punto 8.B.9 delle disposizioni attuati-ve della Misura l (1.12) che fissa al 28 febbraio dell’anno diriferimento dei progetti, la scadenza per la richiesta da partedel beneficiario dell’anticipazione del 20% dell’importo globa-le dell’investimento ammesso a finanziamento;

Dato atto dal Dirigente dell’Unita Organizzativa PoliticheAgroambientali e Servizi per le Imprese che alla suddetta sca-denza non risultano formalizzate tutte le richieste di anticipa-zione previste all’atto di presentazione della domanda di con-tributo;

Valutata pertanto l’opportunita, al fine di consentire il pie-no utilizzo delle risorse, di prorogare i termini di presentazio-ne della richiesta di anticipazione del 20% dell’importo globa-le dell’investimento ammesso a finanziamento per i progettianno 2004 della misura l (1.12) fino al 15 aprile 2004, a parti-re dalla data di pubblicazione del presente atto;

Fatta propria la proposta della competente Unita Organiz-zativa della Direzione di prorogare al 15 aprile 2004 il termineper la presentazione alle competenti Amministrazioni dellarichiesta di cui al precedente punto;

Visti gli artt. 3 e 18 della l.r. 16/96 e l’art. 1 della l.r. n. 2/99che individuano le competenze e i poteri della Dirigenza;

Vista la d.g.r. n. 4 del 24 maggio 2000 «Avvio della VII Legi-slatura. Costituzione e nomina delle Direzioni Generali e no-mina del Direttori Generali»;

DecretaPer le motivazioni espresse nelle premesse:1. di prorogare a partire dalla data di pubblicazione del pre-

sente atto fino al 15 aprile 2004 il termine per la presentazio-ne della richiesta di anticipazioni del 20% dell’importo globa-le dell’investimento ammesso a finanziamento per i progetti2004 della misura l (1.12);

2. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Lombardia.

Il Direttore Generale: Paolo Baccolo

[BUR20040153] [4.3.0]D.d.u.o. 23 febbraio 2004 - n. 2400Approvazione del documento «Programmi InterregionaliRegione Lombardia» – L. 499 del 23 dicembre 1999

IL DIRIGENTE DELLA UNITA ORGANIZZATIVAProgrammazione e ricerca per le filiere agroindustrialiVista la legge n. 499 del 23 dicembre 1999 riguardante la

razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroali-mentare, agroindustriale e forestale, e in particolare l’art. 2,comma 7, che prevede l’attuazione dei programmi interregio-nali;

Preso atto che in data 26 novembre 2003 la Conferenza Sta-to-Regioni ha espresso parere favorevole sulla proposta delMIPAF per l’attuazione dei programmi interregionali e sullarelativa assegnazione dei fondi per il finanziamento dei pro-grammi «Sementiero», «Proteine vegetali», «Agricoltura equalita – sottoprogrammi», «Tracciabilita prodotti agricoli» e«monitoraggio direttiva nitrati», «Sviluppo rurale – sottopro-

grammi», «Servizi di sviluppo», «Innovazione e ricerca» e«monitoraggio sistemi irrigui»;

Preso atto che in data 19 dicembre 2003 il Comitato deicoordinatori regionali ha approvato i progetti operativi pre-sentati dalle Regioni relativi all’attuazione dei citati pro-grammi;

Preso atto che sono stati individuati azioni e progetti realiz-zabili con l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Ministe-ro delle Politiche agricole e forestali per l’attuazione dei pro-grammi interregionali;

Preso atto inoltre che per il sottoprogramma «Innovazionee ricerca» il Ministero ha definito una serie di tematiche indi-viduando per ciascuna di esse una Regione capofila responsa-bile della sua realizzazione ed erogando direttamente allastessa gli importi previsti per ogni singolo progetto e che laLombardia e stata individuata come capofila del progetto«Miglioramento qualitativo delle produzioni cerealicole in re-lazione alla presenza di micotossine»;

Visto il documento allegato composto da 36 pagine, cheforma parte integrante della presente deliberazione, nel qualesono dettagliatamente elencati i programmi che la RegioneLombardia intende attivare per un importo totale diC 4.128.431,00;

Visto il decreto del MIPAF n. 25279 del 23 dicembre 2003con il quale sono stati finanziati i programmi «Sementiero»,«Proteine vegetali», «Agricoltura e qualita», «Sviluppo rurale,sottoprogramma servizi di sviluppo», «Sviluppo rurale, sotto-programma Innovazione e ricerca» assegnando alla RegioneLombardia le seguenti somme:

• sementiero: C 833.862,00• proteine vegetali: C 708.783,00• agricoltura e qualita: C 944.531,00• servizi di sviluppo: C 375.390,00• innovazione e ricerca: C 600.000,00per un totale di C 3.462.566,00;Visto il decreto del MIPAF n. 23886 del 4 dicembre 2003

con il quale e stato finanziato il programma interregionale«Monitoraggio dei sistemi irrigui», che ha assegnato allaLombardia la somma di C 539.446,00;

Vista la nota prot. 2004.0001796 del 27 gennaio 2004 con laquale e stato richiesto per le citate somme, pari a complessiviC 4.002.012,00, l’istituzione di appositi capitoli di bilancio inentrata e uscita con la descrizione «programmi interregionali3ª fase»;

Dato atto che la spesa relativa all’attuazione dei programmigravera sull’istituendo capitolo di spesa sopra citato;

Dato atto che per il sottoprogramma «Tracciabilita prodottiagricoli» i costi previsti sono pari a complessivi C 540.000,00dei quali esiste al momento copertura finanziaria per l’impor-to di C 413.581,00 e che pertanto verranno avviati progettisino al raggiungimento di tale cifra;

Dato atto che i progetti ulteriori per completare il program-ma per l’intera spesa prevista verranno avviati previa adegua-ta copertura finanziaria con ulteriori risorse regionali;

Ritenuto di approvare il documento «Programmi interre-gionali Regione Lombardia» nel testo allegato al presente de-creto;

Visti gli artt. 3 e 18 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che indivi-dua le competenze ed i poteri dei Dirigenti;

Vista la d.g.r. n. 7622 del 27 dicembre 2001 «Determinazio-ni in ordine all’assetto organizzativo della Giunta regionale»;

Vista la d.g.r. n. 11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizionia carattere organizzativo (IV provvedimento 2002)»;

DecretaRecepite le premesse:1. Di approvare per le motivazioni esposte in premessa il

documento avente ad oggetto «Programmi interregionali Re-gione Lombardia» composto da 36 pagine, allegato al presen-te decreto quale sua parte integrante;

2. di provvedere ad impegnare e liquidare con successiviprovvedimenti le somme necessarie per l’attuazione dei sin-goli progetti;

3. di disporre la pubblicazione del presente atto e del relati-vo allegato sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia.

Il dirigente della U.O.:Giorgio Bonalume

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1196 –

PROGRAMMI INTERREGIONALIREGIONE LOMBARDIA

PROGRAMMA OPERATIVO AGRICOLTURAQUALITA E AGRICOLTURA – AMBIENTE

SOTTOPROGRAMMA TRACCIABILITAPRODOTTI AGRICOLI

Misura 1: Rintracciabilita e Qualita

PremessaLa redazione del Programma Operativo della Misura Rin-

tracciabilita e Qualita fa riferimento alle linee generali e agliobiettivi contenuti nel Programma approvato in sede nazio-nale, tiene conto delle peculiari problematiche regionali, dellespecifiche esigenze del comparto agroalimentare e delle espe-rienze maturate nell’attuazione degli interventi regionali intema di politiche per la qualita e la sicurezza alimentare.

Il Programma e articolato in 3 Azioni, riconducibili in partead Azioni gia realizzate nell’ambito delle fasi I e II del Pro-gramma Agricoltura e Qualita – Misura 1 «Qualificazione del-le produzioni», ma pur rispondenti agli obiettivi individuatiper la III fase, e in parte alle nuove Azioni definite per la IIIfase.

Ogni azione viene descritta individuando:• il quadro della situazione lombarda e delle problemati-

che attuali;• gli obiettivi e i risultati attesi;• la descrizione delle iniziative finanziabili e le interrela-

zioni con gli altri Programmi Interregionali approvati;• i beneficiari o i soggetti pubblici attuatori;• lo stanziamento previsionale.Le Azioni proposte sono riconducibili al rafforzamento del-

la tutela del consumatore, principio irrevocabilmente sancitodalla politica comunitaria, e quindi del suo diritto alla salva-guardia della propria salute e dell’ambiente in cui vive e aun’informazione corretta e trasparente.

In particolare le Azioni si focalizzano sulle seguenti temati-che:

• implementazione di sistemi che aumentano la garanziadi sicurezza alimentare, con particolare riferimento alla rin-tracciabilita;

• implementazione e rafforzamento dei sistemi di vigilan-za e controllo sulle produzioni di qualita regolamentate;

• valorizzazione e sviluppo delle produzioni tutelate ai sen-si dei Reg. 2081/92 e 2082/92;

• diffusione della cultura della qualita, tramite azioni for-mative e di comunicazione.

La durata prevista per la realizzazione delle diverse iniziati-ve e di tre anni, con possibilita di apportare variazioni e inte-grazioni.

AZIONE 1Sistemi di rintracciabilita

Quadro della situazioneLe problematiche attuali sulla rintracciabilita sono ampia-

mente descritte nelle linee generali del Programma. In sintesisi evidenziano le seguenti esigenze:

• l’adeguamento a un adempimento obbligatorio dal 2005,che vede in difficolta soprattutto il settore primario in prece-denza escluso dall’obbligo di autocontrollo igienico-sanitario;

• la necessita di indicazioni circa le procedure di applica-zione dei sistemi di rintracciabilita, per i quali si presentanodiversi aspetti critici, sia in termini tecnico-procedurale, siain termini di interpretazione normativa;

• l’opportunita di utilizzare tali sistemi come strumenti peraccreditare peculiarita del prodotto e metodi di ottenimento,nonche per migliorare i processi gestionali dell’azienda e lun-go la filiera.

Diverse sono le iniziative regionali intraprese in tema dirintracciabilita a seguito della pubblicazione del Reg.178/2002 e della norma UNI 10939. Sono stati avviati mo-menti informativi e seminari di aggiornamento, e rese dispo-nibili alle imprese risorse finanziarie per incentivare l’intro-duzione dei sistemi di rintracciabilita.

La D.G. Agricoltura ha promosso inoltre diversi progetti diricerca, associati all’attivita di assistenza tecnica, con riguar-do agli aspetti tecnici e alle ricadute economiche della rin-

tracciabilita, che hanno visto la partecipazione diretta e lacondivisione degli operatori coinvolti.

I temi trattati riguardano i sistemi di identificazione e tra-sferimento di dati, la messa a punto di linee guida operativesu specifiche filiere, l’analisi degli aspetti economici della rin-tracciabilita con riguardo alla distribuzione di costi e beneficilungo la filiera e delle implicazioni con le strategie di market-ing aziendale e territoriale.

Infine, l’Assessorato Agricoltura ha promosso, insieme agliAssessorati Sanita e Commercio, la sottoscrizione di un Ac-cordo (Patto per la sicurezza e la qualita alimentare in Lom-bardia), cui partecipano componenti del settore agricolo, a-groindustriale e della distribuzione, nel cui ambito ricondur-re e condividere le iniziative intraprese ai diversi livelli.

Obiettivi e risultati attesi• Fornire al sistema agricolo e agroalimentare lombardo

strumenti metodologici e servizi, al fine di facilitare l’introdu-zione dei sistemi di rintracciabilita, con particolare attenzio-ne agli adempimenti e alle criticita relativi al settore prima-rio.

• Sviluppare l’utilizzo dei sistemi di rintracciabilita, asso-ciati alle garanzie da offrire su origine, peculiarita del prodot-to, metodi di ottenimento; con particolare riguardo alle pro-blematiche di salvaguardia ambientale (no OGM), di tuteladella salute (autocontrollo igienico-sanitario) e di trasparenzadell’informazione.

• Promuovere il confronto permanente tra i soggetti dellafiliera agroalimentare sui temi della sicurezza e della qualitae realizzare un progetto condiviso di reciproca informazione.

Il principale risultato atteso dalla realizzazione dell’Azioneconsiste nell’accresciuta capacita della realta produttiva lom-barda a recepire gli adempimenti della legislazione sanitaria,in un’ottica di confronto aperto e condivisione tra i diversisegmenti della filiera.

Attivita e collegamenti con altri Programmi Interregionali• Promozione di momenti di informazione e aggiornamen-

to, seminari, workshop, rivolti agli operatori e ai tecnici, sul-l’evoluzione normativa e gli aspetti tecnici dei sistemi di rin-tracciabilita.

• Promozione di studi, ricerche, progetti pilota, in strettacollaborazione con i servizi di assistenza tecnica, con riguar-do alle filiere di maggiore interesse per la Lombardia, ai seg-menti di filiera e alle aree che presentano maggiori criticita.

• In collegamento con i Programmi Interregionali Semen-tiero e Proteine Vegetali, messa a punto di linee guida per larealizzazione di sistemi di rintracciabilita finalizzati anchealla certificazione «no ogm» e loro applicazione pilota colcoinvolgimento degli operatori interessati (filiera sementi, fi-liera mangimistica).

• Sviluppo e realizzazione di iniziative scaturite nell’ambi-to del Patto per la sicurezza e la qualita alimentare in Lom-bardia, anche a seguito di accordi di filiera.

BeneficiariSi prevedono azioni a regia diretta regionale, anche me-

diante affidamenti ed incarichi, e finanziamenti sulla base dibandi nell’ambito dei programmi di ricerca regionali e deiservizi di assistenza tecnica.

AZIONE 2Implementazione e rafforzamento dei sistemi

di vigilanza e controllo sulle produzionidi qualita regolamentate

Quadro della situazioneLe produzioni di qualita sono, oggi, quelle ottenute ai sensi

dei regolamenti comunitari n. 2092/91 (Agricoltura Biologi-ca), n. 1538/91 (carni di pollame), n. 2081/92 (DOP/IGP),n. 2082/92 (STG), n. 1760/2000 (etichettatura carne bovina).

Le norme emanate dalla Comunita europea per tali produ-zioni hanno come denominatore comune l’assoggettamentodi tutti gli operatori della filiera a specifici sistemi di control-lo, che consentono di offrire al consumatore le garanzie diconformita del prodotto ai relativi protocolli di produzione.

I sistemi di controllo si articolano su tre livelli:1. autocontrollo (da parte degli operatori della filiera)2. controllo (da parte di un soggetto terzo)3. vigilanza (dell’ente pubblico).

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1197 –

L’autocontrollo deve essere applicato da tutti i soggetti del-la filiera che contribuiscono alla realizzazione del prodotto.Il controllo e svolto da organismi privati autorizzati dall’auto-rita competente.

L’ente pubblico deve, oltre a coordinare l’intero sistema, at-tuare la vigilanza sui soggetti terzi, provvedendo a garantire l’o-biettivita e l’efficienza dei controlli. Di conseguenza le Regioni,di concerto con il Ministero delle politiche agricole e forestali,sono tenute ad organizzare e coordinare l’attivita di vigilanzasul territorio di propria competenza.

Obiettivi e risultati attesi• garantire la corretta attuazione delle norme comunitarie• stabilire equilibri di concorrenza leale tra ODC e tra ope-

ratori• garantire il consumatore che il prodotto corrisponda ai

requisiti richiesti.Il risultato atteso dell’Azione e la realizzazione del sistema

di vigilanza regionale sulle produzioni di qualita.

Attivita• Coordinamento interregionale e ministeriale per l’avvio

dell’attivita• Consulenze per l’applicazione dei Sistemi di Qualita e

per l’informatizzazione del sistema di vigilanza• Informatizzazione e gestione dei dati• Elaborazione del manuale operativo e relative procedure• Formazione permanente tecnico normativa.

BeneficiariLa vigilanza e una azione diretta regionale che puo preve-

dere l’affidamento all’ente strumentale o a soggetti esterni.

AZIONE 3Valorizzazione e sviluppo delle produzioni tipiche

Quadro della situazioneLa Regione Lombardia conta 20 prodotti che hanno ottenuto

riconoscimento comunitario (DOP o IGP). Alcuni di essi sonoesclusivamente prodotti nel territorio regionale, o interregionali.

Attualmente sono all’esame della Comunita Europea e delMinistero delle politiche agricole e forestali 5 nuovi prodotti,mentre altri 9 prodotti sono all’istruttoria regionale. Questenuove richieste sono scaturite anche dall’attivita interna di so-stegno e affiancamento, ai soggetti proponenti, per la predispo-sizione dei dossier e relativi disciplinari di produzione.

La regione inoltre cura e aggiorna l’Elenco regionale deiprodotti agroalimentari tradizionali, costituito da 221 prodot-ti suddivisi in otto categorie. I prodotti iscritti a questo elen-co, pur rispondendo a requisiti di storicita e legame col terri-torio, non sono riconosciuti a livello comunitario ma possonorappresentare un insieme di prodotti futuri candidati a DOPo IGP.

Obiettivi e risultati attesi• Promuovere lo sviluppo di nuovi riconoscimenti DOP e

IGP• Gestire l’aggiornamento dell’Elenco dei prodotti tradizio-

nali anche con il coinvolgimento degli enti locali.Il risultato atteso dall’Azione consiste nell’incrementare il

paniere dei prodotti di qualita lombardi e valorizzare il patri-monio agroalimentare del territorio.

Attivita• Sostegno economico ai soggetti che predispongono i dos-

sier (disciplinari, ricerche scientifiche e di mercato, cartogra-fia, caratterizzazioni chimiche, fisiche, sensoriali, relazionistoriche e socio economiche, ecc.) per la richiesta di ricono-scimento DOP/IGP

• Attivita di informazione e divulgazione sulle produzionitipiche di qualita

• Tenuta e aggiornamento dell’elenco dei prodotti tradizio-nali al fine di individuare e promuovere nuovi riconoscimenti.

BeneficiariAzione diretta regionale con il coinvolgimento degli Enti

territoriali.Promotori di riconoscimento (produttori).

Costi previsti per le 3 azioniC 540.000,00.

SOTTOPROGRAMMA MONITORAGGIODELLA DIRETTIVA NITRATI

Nell’ambito del Programma Interregionale (Sottoprogram-ma) «Monitoraggio della Direttiva Nitrati» in applicazione aquanto dettato dalla Dir. 91/676/CEE, la regione Lombardiaha intrapreso ed intende condurre azioni volte al completa-mento e/o valorizzazione di carte pedologiche e carte deriva-te. Infatti la Dir. 91/676 prevede che gli Stati membri, sullabase della conoscenza della qualita delle acque e delle caratte-ristiche idrogeologiche del proprio territorio, designino dellezone vulnerabili da nitrati di origine agricola.

In Italia con il d.lgs. 152/99, all’art. 19, in applicazione alladirettiva nitrati, si rinvia alle Regioni la designazione dellezone e la definizione dei programmi d’azione.

Le zone vulnerabili costituiscono l’insieme dei territori suiquali e necessario porre limitazioni all’utilizzo dei fertilizzan-ti azotati e degli effluenti zootecnici, al fine di ridurre, o alme-no non peggiorare, il contenuto di nitrati delle acque.

La stessa direttiva prevede inoltre che gli Stati membri sidotino di Programmi d’Azione, finalizzati al superamento delproblema. Tali programmi d’azione devono essere redatti sul-la base dei contenuti e dei principi stabiliti da ogni Stato enel Codice di Buona Pratica Agricola.

Anche alla luce delle indicazioni proposte dalla Commissio-ne Europea, la Regione Lombardia considera prioritario in-tervenire per il completamento e la valorizzazione delle cartepedologiche, imprescindibile strumento di base per la cono-scenza e la corretta gestione del territorio.

In accoglimento delle linee guida proposte dal Ministeronel Programma interregionale consistenti in:

1. realizzazione o potenziamento del monitoraggio dei ni-trati nelle acque;

2. conoscenza delle caratteristiche idrogeologiche del terri-torio, allo scopo di valutare la vulnerabilita delle acquedai nitrati di origine agricola;

3. determinazione dei carichi azotati di origine diffusa,con particolare riguardo alle fonti agricole e zootecniche(elaborazione di dati, applicazione di modellistica, rea-lizzazione di siti di monitoraggio, caratterizzazione de-gli effluenti zootecnici, utilizzo di strumenti di georefe-renziazione delle informazioni territoriali);

4. elaborazione ed applicazione dei programmi d’azionerelativi alla fertilizzazione azotata, ai sensi dell’art. 19del d.lgs. 152/99, con riferimento anche alle indicazionicontenute nel Codice di Buona Pratica Agricola, oltreche in collegamento con le misure ed azioni previste daiPiani di Sviluppo Regionale;

5. realizzazione di azioni di divulgazione, formazione edinformazione nei confronti degli operatori agricoli;

6. individuazione e realizzazione di misure a sostegno del-l’applicazione dei programmi d’azione (assistenza tecni-ca, gestione delle procedure, etc.);

7. monitoraggio e valutazione degli impatti della regola-mentazione sulle aziende agricole in termini organizza-tivi ed economici (rapporto esistente tra costi ed effica-cia delle misure preventive adottate, etc.);

8. monitoraggio e valutazione degli effetti di carattere am-bientale, territoriale e naturalistico della regolamenta-zione relativa alle zone vulnerabili da nitrati;

oltre che alle altre azioni complementari:1. completamento delle carte, per le aree non ancora co-

perte, digitalizzazione dei dati mediante sistemi GIS;2. pubblicazione, riproduzione e diffusione mediante ma-

teriale a stampa, supporti digitali (es. CD-ROM) e on-line;

3. elaborazione e allestimento di carte tematiche derivate(ad esempio: carta della capacita protettiva dei suoli neiconfronti delle acque sotterranee; carta della capacitad’uso dei suoli; carta del bilancio idrico dei suoli; cartadell’erosione dei suoli; carta dei paesaggi agrari e fore-stali);

4. organizzazione di momenti informativi e di confrontosulle diverse esperienze sul tema (seminario interregio-nale nell’autunno 2004 con confronti internazionali)

La Regione Lombardia propone i seguenti sette progetti:

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1198 –

Progetto 1Attivazione di una rete di monitoraggio della qualita delsistema suolo/acqua della Lombardia (tale progetto rien-tra nel punto 3 delle linee di intervento)

Finalita generali e motivazioni del progettoIl progetto si propone di dare avvio ad azioni finalizzate

ad approfondire le conoscenze sul funzionamento del sistemasuolo – acqua – pianta, attraverso la messa a punto di modelliin grado di migliorare la capacita predittiva dell’effettivo im-patto che l’attivita agricola ha sulla qualita delle acque sotter-ranee e superficiali.

Attivita• definizione di strumenti conoscitivi basati su dati esi-

stenti;• avvio di azioni finalizzate ad approfondire le conoscenze

sul funzionamento del sistema suolo – acqua – pianta, attra-verso la messa a punto di modelli in grado di migliorare lacapacita predittiva dell’effettivo impatto che l’attivita agricolaha sulla qualita delle acque sotterranee e superficiali;• sviluppo di analisi di vulnerabilita specifica, identifica-

zione di criticita e messa in atto di piani di azione;• predisposizione di scenari in vista dell’aggiornamento

degli strumenti pianificatori a medio termine.

Prodotti operativi• Banca dati dei rilievi effettuati nei siti di monitoraggio.• Definizione delle caratteristiche minime delle stazioni

per il monitoraggio del sistema suolo-acqua-pianta.• Calibrazione e validazione di modelli di simulazione del-

l’impatto delle attivita agricole sulla qualita delle acque.• Divulgazione dei risultati.

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento con specifici compiti operativi, oltre che dellaD.G. Agricoltura e D.G. Risorse Idriche, di ERSAF (ente re-gionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), ISAFORM-CNR, Universita Federico II di Napoli, Universita degli studidi Milano Facolta di Agraria, Provincia di Mantova.

DestinatariFunzionari regionali, provinciali, comunali, funzionari

ARPA e ASL, nonche tecnici del settore.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneSono previsti seminari e convegni, per i quali si provvedera

la raccolta dei materiali utilizzati dai docenti e inserimentodei risultati attesi sul sito internet della Regione.

CostoIl costo del progetto a carico di questa D.G. e di 250.000,00

euro.

Durata del progetto3 anni.

Progetto 2Piano di lavoro congiunto tra le regioni Lombardia, Emi-lia Romagna, Piemonte, Veneto inerente il bilancio dell’a-zoto negli allevamenti zootecnici (tale progetto rientra nelpunto 3 delle linee di intervento)

Finalita generali e motivazioni del progettoIl progetto si propone di valutare l’escrezione dell’azoto da

parte degli allevamenti, differenziato in base alle diverse tipo-logie di allevamento presenti sul territorio nazionale, seguen-do le indicazioni riportate nello studio commissionato dallaCommissione Europea all’Environmental Resources Manage-ment che prevede l’esclusione di metodi diretti di calcolo, mal’adozione di metodi di bilancio dell’azoto.

Prodotti operativi• Tra i prodotti attesi si prevede la definizione di una tabel-

la di valori standard per l’azoto escreto da animali allevati inbase a diverse tipologie stabulative da proporre quale riferi-mento nazionale per specie e categorie di maggior interesse.

• Predisposizione di uno schema semplificato che consentala previsione delle escrezioni azotate sulla base di informazio-ni aziendali, utilizzabile da parte delle aziende in base allecaratteristiche proprie delle aziende.

• Sviluppo di un programma di calcolo del bilancio dell’a-

zoto da utilizzare quale strumento per la predisposizione deipiani di utilizzazione agronomica dei reflui.

• Approfondimento degli studi sulle perdite di azoto.

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento con specifici compiti operativi, oltre che della d.g.Agricoltura, della regione Emilia Romagna, Veneto, Piemon-te, referenti scientifici del mondo accademico, ERSAF.

DestinatariFunzionari regionali provinciali comunali, funzionari

ARPA e ASL, nonche tecnici del settore.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneInserimento nel sito internet della regione dei risultati con-

seguiti.

CostoIl costo del progetto a carico di questa D.G. e di 200.000,00

euro.

Durata del progetto3 anni.

Progetto 3Valutazioni territoriali dei piani di utilizzazione agrono-mica dei reflui in regione Lombardia (tale progetto rientranel punto 8 delle linee di intervento)

Finalita generali e motivazioni del progettoIl progetto si propone di fornire uno strumento che consen-

ta di applicare in modo automatico un modello di simulazio-ne (cropsyst) ai dati contenuti nei Piani di Utilizzazione Agro-nomica dei Reflui avvalendosi anche di dati PAC quale stru-mento informativo aggiuntivo.

Attivita1. Messa a punto della parametrazione del modello che

permetta l’interazione tra dati PAC, dati meteorologici,dati pedologici, dati desumibili dalla banca dati dei Pia-ni di Utilizzazione Agronomica dei reflui;

2. identificazione delle elaborazioni da eseguire su tutti idati esistenti;

3. messa a punto degli algoritmi da utilizzare per l’elabora-zione dei dati di input e preparazione del file per la lettu-ra con il modello informatico cropsyst.

Prodotti operativiSoftware per interpretazione dati.

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento con specifici compiti operativi, oltre che dellaD.G. Agricoltura, dell’Universita degli Studi di Milano Dipar-timento di produzioni vegetali.

DestinatariFunzionari regionali provinciali comunali, funzionari

ARPA e ASL, nonche tecnici del settore.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneSono previsti seminari e convegni, i cui atti verranno inse-

riti sul sito internet della Regione.

CostoIl costo del progetto e di 28.500,00 euro.

Durata del progetto1 anno.

Progetto 4Sistema di monitoraggio degli effluenti di allevamento inLombardia (tale progetto rientra nel punto 3 delle linee diintervento)

Finalita generali e motivazioni del progettoIl progetto si propone di pervenire alla conoscenza della

situazione territoriale relativa al comparto zootecnico e ai si-stemi di allevamento cosı da permettere una razionale gestio-ne delle problematiche ambientali.

Attivita1. Completamento dell’archivio centrale dei Piani di Utiliz-

zazione Agronomica dei Reflui Zootecnici;2. messa a punto del sistema di collegamento con le pro-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1199 –

vince sia per la raccolta dei dati, sia per la restituzionedelle elaborazioni;

3. predisposizione della modifica alla metodologia di pre-disposizione dei Piani e al software per adeguarli allenuove richieste derivanti dalla legislazione;

4. implementare il sistema di monitoraggio delle pratichedi utilizzazione dei reflui mediante elaborazione dell’ar-chivio dei piani presentati.

Prodotti operativi• archivio centralizzato dei Piani di Utilizzazione Agrono-

mica dei Reflui Zootecnici continuamente aggiornato;• metodologia di predisposizione dei piani e relativo soft-

ware;• monitoraggio delle pratiche di gestione dei reflui.

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento con specifici compiti operativi, oltre che della d.g.Agricoltura, dell’Universita degli Studi di Milano Istituto diIngegneria agraria.Destinatari

Funzionari regionali provinciali comunali, funzionariARPA e ASL, nonche tecnici del settore.Modalita di informazione e pubblicizzazione

Formazione e aggiornamento dei tecnici;pubblicazione di articoli specifici sull’argomento;convegni seminari aggiornamento tecnico e scientifico.

CostoIl costo del progetto e di 40.000,00 euro.

Durata del progetto1 anno.

Progetto 5Influenza dei carboidrati non amidacei della dieta persuini, sull’emissione ammoniacale dei reflui (tale progettorientra nel punto 3 delle linee di intervento)Finalita generali e motivazioni del progetto

Il progetto si propone di mettere a punto dei sistemi di alle-

Riepilogo degli interventi previsti:

Interventi previsti dal programmaSoggetti coinvolti Importo a nostro carico DurataInterregionaliD.G. Agricoltura e Risorse Idriche, ERSAF, Linea di intervento n. (3) 250.000,00 euro 3 anniUniversita degli Studi di Milano Istituto di ...realizzazione siti di monitoraggioIngegneria AgrariaRegioni Emilia Romagna, Lombardia, Pie- Linea di intervento n. (3) 200.000,00 euro 3 annimonte e Veneto ... caratterizzazione degli effluenti zootec-Universita degli Studi di Milano niciD.G. Agricoltura, Universita degli Studi di Linea di intervento (8)... monitoraggio e va- 28.500,00 euro 1 annoMilano Dipartimento di produzioni vegetali lutazione degli effetti di carattere ambien-

tale... della regolamentazione relativaD.G. Agricoltura, Universita degli Studi di Linea di intervento n. (3) 40.000,00 euro 1 annoMilano Istituto di Ingegneria Agraria ... caratterizzazione degli effluenti zootec-

niciD.G. Agricoltura, Universita degli Studi di Linea di intervento n. (3) 12.450,00 euro 1 annoMilano Istituto di zootecnia generale ... caratterizzazione degli effluenti zootec-

nici

PROGRAMMA INTERREGIONALE: SVILUPPO RURALE

SOTTOPROGRAMMA SERVIZI DI SVILUPPOLivello di coinvolgimento nel Programma InterregionaleSviluppo Rurale – Servizi di Sviluppo:

Realizzazione Partecipazione1ª fase Realizzazione analisi X

conoscitiva2ª fase Incontri guidati X

Attivita di informazio- X Xne e aggiornamentoAttivita di migliora- X Xmento professionale

3ª fase Iniziative pilota X XIniziative in collega- X Xmento con P.I «Pianosementiero nazionale»

vamento che garantiscano il rispetto dei vincoli ambientali edel benessere animale.

Attivita1. prove di distribuzione della dieta ad ingrasso in gabbie

metaboliche;2. analisi chimiche e statistiche dell’escreto;3. predisposizione della relazione finale.

RisultatiI risultati attesi consentiranno di valutare quantitativamen-

te la riduzione di azoto ammoniacale emesso dai liquami disuini alimentati con diete che hanno un maggior contenutodi carboidrati non amidacei. Il diverso contenuto di azoto deiliquami permettera di ottimizzarne l’utilizzo a scopo agrono-mico. Questo sara altresı accompagnato da una valutazionedelle prestazioni zootecniche (in termini di incremento gior-naliero e di indice di conversione alimentare dei suini alimen-tati con diverse diete).

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento con specifici compiti operativi, oltre che dellaD.G. Agricoltura, dell’Universita degli Studi di Milano Istitutodi Zootecnia Generale.

DestinatariTecnici e operatori del settore.

Modalita di informazione e pubblicizzazionePubblicazione di articoli specifici sull’argomento;convegni di aggiornamento tecnico e scientifico.

CostoIl costo del progetto e di 12.450,00 euro.

Durata del progetto1 anno.

Realizzazione Partecipazione

Iniziative in collega- Xmento con P.I «Protei-ne vegetali»

Iniziative in collega- Xmento con P.I «Agri-coltura e qualita»

Finalita generali e motivazioni del progettoI nuovi indirizzi della politica agricola comunitaria delinea-

no per le imprese agricole uno scenario che le pone di fronteimportanti sfide quali la sostenibilita, la multifunzionalita, lacompetitivita e la diversificazione delle produzioni. I servizirappresentano uno strumento fondamentale per favorire e so-stenere il cambiamento, ma occorre ripensarne contenuti,forme e modalita organizzative per renderli coerenti e piu ri-spondenti alle nuove esigenze del mondo agricolo.

In quest’ottica e sulla base di una puntuale riflessione sullo

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1200 –

stato attuale dei servizi di sviluppo regionali, con particolareriferimento alla consulenza tecnica, si ritiene che l’elabora-zione progettuale, intesa non solo come analisi di scenario edefinizione dei fabbisogni, ma anche come strumento opera-tivo per la definizione e la valutazione delle azioni di sviluppo,costituisca tuttora un fattore di debolezza su cui e opportunointervenire, sia dal punto di vista del miglioramento dellecompetenze degli operatori, sia dal punto di vista della speri-mentazione e del consolidamento delle metodologie.

Progettazione, monitoraggio e valutazione sono pertanto leprincipali problematiche che si intendono affrontare nell’am-bito del progetto regionale e che costituiranno quindi le tema-tiche da approfondire con le azioni che verranno intrapresenella 2ª e 3ª fase del progetto multiregionale.

Se rispetto alle suddette problematiche si prefigura un im-pegno operativo della Regione Lombardia sotto forma di rea-lizzazione, resta inteso che per tutte le altre tematiche, ed inparticolare i servizi tra pubblico e privato, il sistema della co-noscenza in agricoltura, la diffusione delle innovazioni e l’ap-proccio di rete e i modelli di organizzazione del sistema diconsulenza aziendale, si esprime fin da ora l’interesse a parte-cipare alle iniziative che a tale riguardo verranno realizzateda altre regioni coinvolte nel progetto multiregionale.

Obiettivi operativi• Delineare un quadro dei servizi di sviluppo agricolo della

regione (analisi conoscitiva)• Aumentare le competenze dei tecnici e degli operatori dei

servizi sui temi della progettazione, realizzazione e valutazio-ne delle attivita di servizio

• Approfondire le problematiche emergenti del settore at-traverso lo scambio di esperienze e la discussione con altrerealta operative

• Mettere a punto e sperimentare due Iniziative Pilota nellearee montane e collinari della regione utilizzando il modellodi Assistenza Tecnica Integrata definito nell’ambito delle pas-sate programmazioni.

Attivita• Realizzazione dell’analisi conoscitiva in collaborazione

con l’INEA• Partecipazione agli incontri guidati promossi e organiz-

zati dall’INEA• Organizzazione di un seminario sul tema: Il ciclo di vita

del progetto: dall’analisi dei bisogni di servizio alla valutazionedelle azioni di sviluppo

• Realizzazione di un’attivita di miglioramento professio-nale sui temi affrontati nel seminario di cui sopra

• Realizzazione di due iniziative pilota di assistenza tecni-ca integrata in area montana e collinare e di un’azione di assi-stenza tecnica in collegamento con il programma interregio-nale «piano sementiero nazionale

• Realizzazione di un seminario di presentazione dei risul-tati delle Iniziative Pilota.

DestinatariIl presente progetto regionale vede come principali destina-

tari i tecnici pubblici e privati che operano nel campo deiservizi di sviluppo, i responsabili delle istituzioni e gli im-prenditori agricoli.

Altri soggetti coinvoltiPer la realizzazione del presente progetto si prevede il coin-

volgimento, con specifici compiti operativi, dell’ERSAF (Enteregionale per i servizi all’agricoltura e alle Foreste), ammini-strazioni provinciali, istituti di ricerca, Fondazione Fojanini,Fondazione Minoprio, Centro Vitivinicolo provinciale di Bre-scia. L’attuazione del progetto e l’implementazione delle di-verse iniziative vedra inoltre il diretto coinvolgimento delleOrganizzazioni Professionali Agricole.

Modalita di valutazionePer quanto riguarda le attivita relative alla 2ª fase (rete di

animazione) del progetto multiregionale, il monitoraggio e lavalutazione avverranno attraverso la rilevazione del numerodi partecipanti alle singole iniziative e del grado di apprezza-mento e soddisfazione per le medesime.

Per quanto concerne invece le iniziative pilota verra previ-sto un costante monitoraggio in ordine al perseguimento de-gli obiettivi e dei risultati individuati, nonche una attenta va-lutazione del loro conseguimento. Saranno inoltre individuati

degli indicatori quantitativi e qualitativi per verificare l’effi-cacia e l’efficienza dei progetti.

Documentazione dell’iniziativaPer quanto riguarda i seminari, e prevista la pubblicazione

degli atti e la raccolta e pubblicazione dei materiali prodottisul sito internet della Regione Lombardia.

Le attivita di miglioramento professionale saranno docu-mentate attraverso la raccolta dei materiali utilizzati dai do-centi e di quelli prodotti dai partecipanti. Tali materiali po-tranno essere messi a disposizione sul sito internet della Re-gione.

Le Iniziative Pilota verranno documentate attraverso la rac-colta di informazioni e materiali (verbali degli incontri, diariodelle attivita, eventuali riprese video di particolari momenti);tali materiali costituiranno un’importante base per la discus-sione e il confronto con altre regioni interessate alle Inizia-tive.

Modalita di informazione e pubblicizzazionePer tutte le iniziative previste dal presente progetto verra

data puntuale informazione e pubblicizzazione attraverso ilmensile della Direzione Generale Agricoltura «LombardiaVerde», il sito web della D.G. Agricoltura, redazione e stampadi inviti, manifesti e annunci su stampa di settore.

CostoIl costo complessivo del sottoprogramma e di C 375.390,00,

comprensivo delle spese per viaggi e trasferte che si renderan-no necessarie.

Cronogramma• Realizzazione della fase conoscitiva: dicembre 2003 –

giugno 2004• Realizzazione di incontri guidati per la valutazione e l’ap-

profondimento delle problematiche individuate: gennaio2004 – giugno 2004

• Organizzazione di un seminario sul tema il ciclo di vitadel progetto: giugno 2004 – dicembre 2004

• Realizzazione di un’attivita di miglioramento professio-nale sui temi affrontati nei seminari: ottobre 2004 – marzo2005

• Realizzazione di due iniziative pilota di consulenza tecni-ca in area montana e collinare: giugno 2004 – giugno 2007

• Realizzazione di un seminario di presentazione dei risul-tati delle Iniziative Pilota: gennaio 2007 – giugno 2007

1ª FASE – REALIZZAZIONE DI UNA ANALISI CONOSCITI-VA A LIVELLO REGIONALE

ObiettiviDelineare un quadro dei servizi di sviluppo agricolo e rura-

le della regione quale presupposto per avviare una riflessionecritica sui servizi in atto individuandone punti di forza e didebolezza.

Modalita organizzativeSi prevede la partecipazione agli incontri di coordinamento

e/o approfondimento e scambio organizzati dall’INEA con l’o-biettivo di procedere in modo uniforme alla rilevazione nellevarie regioni e di realizzare un confronto tra le diverse situa-zioni regionali.

A tal fine sara individuato un referente della Direzione Ge-nerale Agricoltura incaricato della raccolta delle informazioninecessarie allo svolgimento dell’analisi e di assicurare il colle-gamento con INEA.

2ª FASE – RETE DI ANIMAZIONE

Obiettivi• Promuovere il confronto e lo scambio di esperienze con

altre regioni• Aumentare le competenze dei tecnici e degli operatori dei

servizi sui temi della progettazione, realizzazione e valutazio-ne delle attivita di servizio

• Migliorare le competenze professionali degli operatori• Approfondire tematiche emergenti relative al sistema dei

servizi di sviluppo

Interventi previstia. Partecipazione agli incontri guidati promossi e organiz-

zati dall’INEAb. Attivita di informazione e aggiornamento

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1201 –

• Seminario sul tema: «Il ciclo di vita del progetto: dall’a-nalisi dei bisogni di servizio alla valutazione delle azionidi sviluppo»Nello specifico si prevede di affrontare e approfondire l’e-laborazione progettuale ed in particolare gli aspetti rela-tivi all’analisi dei bisogni, alla progettazione degli inter-venti e alla valutazione delle azioni di sviluppo.Il seminario e destinato ai responsabili e ai tecnici deisoggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professio-nali, cooperative, associazioni di produttori, associazioniprovinciali allevatori, comunita montane) e ai tecnicifunzionari, regionali e provinciali competenti in materiadi servizi di sviluppo.Il seminario sara articolato su tre giornate e si svilupperaattraverso lo svolgimento di sessioni consecutive e paral-lele con la costituzione di specifici gruppi di lavoro persingola tematica. Saranno inoltre presentate significativeesperienze di consulenza tecnica riferite a diverse areeterritoriali e settori produttivi.Dell’iniziativa verra data adeguata informazione e pub-blicizzazione attraverso il sito web della Direzione Gene-rale Agricoltura, il mensile «Lombardia Verde» e invitidiretti a tutti i potenziali destinatari.Sara prevista la pubblicazione degli atti e la raccolta epubblicazione dei materiali prodotti sul sito internet del-la D.G. Agricoltura.

• Seminario di presentazione dei risultati delle iniziativepilotaIl seminario e destinato ai responsabili e ai tecnici deisoggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professio-nali, cooperative, associazioni di produttori, associazioniprovinciali allevatori, comunita montane) e ai tecnicifunzionari regionali e provinciali competenti in materiadi servizi di sviluppo.Si prevede una durata di due giorni, uno per ogni inizia-tiva pilota, durante i quali verranno presentati e dibattutii risultati e le problematiche emerse nell’attuazione deidue progetti territoriali di assistenza tecnica.Le modalita di informazione, pubblicizzazione e docu-mentazione del presente seminario sono le stesse previsteper il seminario precedente.

a) Attivita di miglioramento professionale degli operatoridei servizi

• Realizzazione di un’attivita di miglioramento professio-nale sui temi affrontati nel seminario «Ciclo di vita delprogetto».Si intende promuovere il miglioramento delle competen-ze dei tecnici e degli operatori dei servizi attraverso larealizzazione di un corso formativo di breve durata, arti-colato in tre moduli: analisi dei bisogni, progettazionedegli interventi e valutazione di azioni locali di sviluppo.Ogni modulo avra la durata di due giorni, suddivisi inuna sessione didattica (lezione frontale) svolta da docentiqualificati e una sessione pratica nella quale, sotto la gui-da di esperti, verranno effettuate attivita di gruppo consimulazioni di casi concreti.Destinatari del corso sono i responsabili e i tecnici deisoggetti attuatori dei servizi (Organizzazioni Professio-nali, cooperative, associazioni di produttori, associazioniprovinciali allevatori, comunita montane) e i tecnici fun-zionari, regionali e provinciali competenti in materia diservizi di sviluppo.Le modalita di informazione, pubblicizzazione e docu-mentazione sono le stesse indicate per i seminari.Il raggiungimento dell’obiettivo della presente iniziativaverra rilevato sia misurando il grado di apprezzamento esoddisfazione da parte dei partecipanti (questionario digradimento), sia verificando il grado di autoapprendi-mento attraverso la compilazione di uno specifico que-stionario.

Si ribadisce l’interesse a partecipare a seminari e workshopche verranno promossi e realizzati da altre Regioni con il se-guente ordine prioritario degli argomenti:

• le opportunita di sviluppo dei servizi nell’ambito dellapolitica agricola comunitaria: modelli di organizzazione delSistema di Consulenza Aziendale

• la progettazione di interventi per il Sistema di Consulen-za Aziendale

• il sistema della conoscenza in agricoltura• la diffusione delle informazione e l’approccio di rete

• i servizi tra pubblico e privato.

3ª FASE – INIZIATIVE PILOTA E INIZIATIVE A SOSTE-GNO DEI PROGRAMMI INTERREGIONALI

a) Iniziative Pilota1. Progetto di assistenza tecnica integrata in un com-

prensorio montano pastorale

Finalita generali e motivazioniCon l’approvazione del modello operativo SAIMA (Servizio

Assistenza Integrata Agricoltura di Montagna e Alpeggi) laRegione Lombardia, si e dotata di uno strumento per orienta-re e coordinare gli interventi di assistenza tecnica in favoredelle aziende agro-zootecniche di montagna

Il modello costituisce il punto di partenza di un percorsointeso a offrire all’agricoltura di montagna, con particolareriferimento all’allevamento e agli alpeggi che ne rappresenta-no le componenti piu importanti in termini quantitativi equalitativi, un’assistenza tecnica mirata e rispondente alle pe-culiari esigenze di questa realta agricola, soprattutto rispettoalla sua multifunzionalita.

Con questo progetto si intende realizzare un’applicazionepilota del modello SAIMA, necessaria per offrire un esempiodi riferimento per i progetti che si andranno a realizzare infuturo sul territorio montano, alla luce degli elementi innova-tivi introdotti dal modello stesso.

Il progetto avra come ambito territoriale di intervento unbacino montano significativo dal punto di vista dell’attivitapastorale e coinvolgera come soggetti istituzionali la compe-tente Comunita Montana, i Consorzi di Tutela dei prodottitipici, l’Associazione Provinciale Allevatori, l’ERSAF, la Fon-dazione Fojanini e le Organizzazioni Professionali Agricole.Caratteristiche principali del progetto

Il principale elemento di novita del presente progetto risie-de nell’attenzione posta alla valorizzazione delle molteplicifunzioni assolte dall’agricoltura di montagna. Fino ad oral’assistenza tecnica ha sempre privilegiato l’aspetto produtti-vo, trascurando l’azione di protezione dei versanti, la valoriz-zazione del paesaggio e della fruibilita e identita storica delterritorio e la conservazione della biodiversita.

Il progetto ricomprende tutti questi aspetti in una visioneunitaria e integrata.

La rilevanza territoriale dei sistemi pastorali e la relativauniformita delle problematiche nei comprensori montani,conferisce al progetto una valenza che travalica lo stretto am-bito di applicazione, ponendolo come esempio di interventoper tutte le regioni montane, alpine in particolare.Obiettivi

Il primo obiettivo del progetto e di sperimentare un model-lo nuovo di assistenza tecnica, cosı come delineato dal SAI-MA, che consenta la crescita professionale degli operatori a-gricoli, il miglioramento delle competenze dei tecnici e unasensibilizzazione delle istituzioni (e piu in generale dell’opi-nione pubblica) circa il ruolo polivalente dell’allevamento inmontagna.

Il secondo obiettivo consiste nel migliorare la conoscenzadel territorio, in particolare degli spazi pastorali, conoscenzaindispensabile per comprenderne appieno la rilevanza eco-paessaggistico-ambientale e pianificarne opportunamente losviluppo.Destinatari

Circa quaranta aziende agro-zootecniche che praticano at-tivita in alpeggio, dieci malghe e due caseifici che raccolgonoil latte nella stagione invernale-primaverile.

Le conoscenze maturate dai tecnici operanti nel progettocostituiranno un patrimonio a disposizione dei tecnici e am-ministratori del territorio. In particolare i tecnici chiamatialla stesura dei piani di pascolamento e di miglioramento deipascoli, in attuazione delle misure agroambientali, potrannotrovare nel progetto i necessari riferimenti per operare inmodo puntuale ed efficace.Modalita organizzative e tempi

L’impostazione e l’attuazione del progetto spetteranno adun gruppo di lavoro costituito dai soggetti indicati al puntoprimo, con il coordinamento della Direzione Generale Agri-coltura.

I tempi di sviluppo del progetto saranno:a) giugno 2004 – dicembre 2004: implementazione

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1202 –

b) gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazionec) gennaio 2007: predisposizione relazione conclusiva per

il seminario previsto nella 2ª fase.Si ipotizza l’impiego di due tecnici, di cui uno a tempo par-

ziale e di eventuali consulenze.

MetodologiaL’iniziativa pilota prevede attivita dirette con i soggetti del

territorio e attivita di riflessione ed elaborazione con i promo-tori e i tecnici coinvolti.

Il lavoro nel territorio comprende:• visite periodiche dei tecnici alle aziende e alle malghe• visite ai caseifici• sopralluoghi in alpeggio per rilievi sulla vegetazione e ca-

talogazione di eventuali emergenze ambientali• incontri collettivi con i destinatari del servizioL’attivita di riflessione ed elaborazione prevede:• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione

delle problematiche rilevanti e dei risultati piu significativi• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, fi-

nalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazionedi iniziative di assistenza tecnica integrata.

Risultati attesi• Costituzione di una rete di relazioni tra i diversi soggetti

del territorio• Definizione di linee guida per l’intervento integrato in

area montana.

Modalita di valutazione• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte

delle istituzioni territoriali e dei potenziali destinatari del pro-getto

• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del grup-po di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’o-perato dei tecnici

• finale: saranno verificati gli interventi realizzati duranteil servizio nella direzione della multifunzionalita e sara misu-rato l’indice di gradimento dei destinatari attraverso specificiquestionari

• ex post: consolidamento delle iniziative intraprese dai de-stinatari e ripetibilita del progetto in altri comprensori mon-tani.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneDel progetto verra data puntuale informazione e pubbliciz-

zazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agri-coltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,redazione e stampa di materiale vario.

Documentazione dell’iniziativa• verbali degli incontri del gruppo di lavoro• quaderno attivita dei tecnici• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto• materiale audiovisivo• rapporto finale del progetto.

2. Progetto di assistenza tecnica integrata in un com-prensorio collinare ad indirizzo produttivo misto

Finalita generali e motivazioniFino ad oggi i servizi di assistenza tecnica si sono caratte-

rizzati prevalentemente per singoli settori produttivi conside-rando in misura marginale l’azienda nella sua complessita.Tale situazione spesso determina la necessita di molteplici in-formazioni tecniche che fanno capo a diverse iniziative consovrapposizione di competenze e di tecnici.

Nel caso specifico le aziende presentano un’attivita diversi-ficata (produttiva e non) che si realizza in stretta connessionecon le peculiari caratteristiche geografiche e ambientali di unterritorio collinare.

Con questo progetto si intende pertanto realizzare un mo-dello di assistenza tecnica attraverso il quale organizzare,concentrare e diffondere tutte le conoscenze necessarie adun’impresa che opera in un contesto territoriale, per sua na-tura, particolarmente vocato ad esaltare la multifunzionalitadell’attivita agricola.

Il progetto avra come ambito territoriale di intervento l’a-rea delle colline moreniche della provincia di Mantova e coin-

volgera come soggetti istituzionali la Provincia, l’ERSAF e leOrganizzazioni Professionali Agricole.

Caratteristiche principali del progettoIl principale carattere innovativo del presente progetto e

rappresentato da un approccio multidisciplinare nell’ambitodi un unico servizio di assistenza tecnica, volto a considerarel’impresa agricola nella sua totalita, ponendo particolare at-tenzione alla multifunzionalita (tutela e valorizzazione delterritorio, agriturismo) e alla necessita di una riconversioneproduttiva in relazione all’uso delle acque irrigue il cui costo,in prospettiva, diventa sempre piu oneroso.

La rilevanza territoriale dei sistemi collinari e la relativauniformita delle problematiche, conferisce al progetto unavalenza che travalica lo stretto ambito di applicazione, po-nendolo come esempio di intervento.

ObiettiviObiettivo del progetto e quello di sperimentare un modello

di assistenza tecnica multidisciplinare in grado di risponderealle esigenze di conoscenza e informazione degli imprenditoriagricoli che operano in questa specifica realta territoriale, de-terminando la loro crescita professionale e il miglioramentodelle competenze e della professionalita dei tecnici.

DestinatariSi prevede di coinvolgere circa quaranta aziende che gia

si caratterizzano per un approccio multifunzionale della loroattivita o che sono interessate ad una riorganizzazione in taledirezione.

Saranno inoltre coinvolte le strutture di trasformazione deiprodotti agricoli nonche gli enti e gli organismi impegnatinella promozione agrituristica del territorio.

Modalita organizzative e tempiL’impostazione e l’attuazione del progetto saranno in cari-

co ad un gruppo di lavoro costituito dai soggetti indicati alpunto primo, coordinato dalla Direzione Generale Agricol-tura.

I tempi di sviluppo del progetto saranno:a) giugno 2004 – dicembre 2004: implementazioneb) gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazionec) gennaio 2007: predisposizione relazione conclusiva per

seminario di cui alla 2ª faseE previsto l’impiego di due tecnici, di cui uno a tempo par-

ziale, e di eventuali consulenze.

MetodologiaL’iniziativa pilota prevede attivita dirette con i soggetti del

territorio e attivita di riflessione ed elaborazione con i promo-tori e i tecnici coinvolti.

Il lavoro nel territorio prevede:• visite periodiche dei tecnici alle aziende agricole• visite alle strutture di trasformazione• incontri collettivi con i destinatari del servizioL’attivita di riflessione ed elaborazione prevede:• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione

delle problematiche rilevanti e dei risultati piu significativi• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, fi-

nalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazionedi iniziative di assistenza tecnica integrata.

Risultati attesi• Costituzione di una rete di relazioni tra i diversi soggetti

del territorio• Definizione di linee guida per l’intervento integrato in

area montana

Modalita di valutazione• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte

delle istituzioni territoriali e dei potenziali destinatari del pro-getto

• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del grup-po di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’o-perato dei tecnici

• finale: saranno verificati gli interventi realizzati duranteil servizio nella direzione della multifunzionalita e riconver-sione delle produzioni e sara misurato l’indice di gradimentodei destinatari attraverso specifici questionari

• ex post: consolidamento delle iniziative intraprese dai de-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1203 –

stinatari e ripetibilita del progetto in altri comprensori colli-nari con caratteristiche socio-ambientali simili all’area di in-tervento del progetto.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneDel progetto verra data puntuale informazione e pubbliciz-

zazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agri-coltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,redazione e stampa di materiale vario.

Documentazione dell’iniziativa• verbali degli incontri del gruppo di lavoro• quaderno attivita dei tecnici• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto• materiale audiovisivo• rapporto finale del progetto

3. Progetto pilota di assistenza tecnica in collega-mento con il programma interregionale «Piano Se-mentiero Nazionale».

Finalita generali e motivazioniIl Progetto si propone di assistere le aziende agricole di

moltiplicazione di sementi nel percorso di certificazione delprocesso di produzione e di tracciabilita delle produzioni, conparticolare riferimento alla certificazione OGM-free.Caratteristiche principali del progetto

Con il Programma sementiero viene proposta la realizza-zione ex-novo di un sistema di certificazione volontario diprocesso a livello delle aziende agricole dedite alla moltiplica-zione delle sementi, con particolare riferimenti alla certifica-zione OGM-free, necessaria per garantire tutta la filiera.

Alla base del processo di certificazione vi e la predisposizio-ne, a livello nazionale, di disciplinari di produzione.

A livello regionale, il Progetto si sostanzia nel controllo del-l’adozione dei disciplinari da parte delle aziende moltiplica-trici che aderiranno allo schema di certificazione volontario.

In tale schema di certificazione volontaria delle sementiconvenzionali il ruolo chiave e dato dalla certificazione OGM-free, tale requisito dovra essere che inserito negli schemi dicontrollo degli standard varietali e fitosanitari a livello azien-dale.

L’obiettivo e quello di qualificare la produzione regionaledi semente convenzionale OGM-free relativamente alle specieagrarie piu rappresentative: Mais e Riso, coltivate in Lombar-dia su circa 5.000 ettari.

Per raggiungere tale obiettivo si prevede un periodo di mes-sa a punto del sistema di certificazione, svolto in collabora-zione fra i soggetti pubblici competenti: ENSE, Servizi fito-sanitari e i soggetti privati: Moltiplicatori, Associazione pro-duttori sementi.

• Definizione di ceck-list relative ai requisiti aziendali perproduzioni di sementi certificate OGM-free.

• Predisposizione del manuale di qualita aziendale.• Predisposizione di applicativo software per le registrazio-

ni del processo di produzione anche al fine della tracciabilitadelle produzioni sementiere.

• Predisposizione dello schema di controllo di produzioneper la certificazione del processo produttivo.

• Attivazione di un servizio di un sistema di consulenzaaziendale per supportare le aziende nell’applicazione dei di-sciplinari di produzione, dei manuali di qualita e la tenutadelle registrazioni.Obiettivi

Valorizzare la produzione nazionale OGM-free come pro-dotto convenzionale, garantito e certificato per le sue caratte-ristiche varietali, fitosanitarie ed OGM-free, come leva com-petitiva per l’agricoltura italiana e come richiesto dal consu-matore che si sposta dalla quantita alla qualita anche sotto ilprofilo della «naturalita» dei prodotti agricoli.

Aumentare la copertura del nostro fabbisogno di sementidi mais riducendo la dipendenza da paesi terzi o comunitariDestinatari

Aziende agricole impegnate nella moltiplicazione di mais eriso. La priorita sara riconosciuta alle aziende che aderisconoa disciplinari di moltiplicazione, da definirsi sulla base di li-nee guida nazionali – garantiti con accordi di filiera – e, fraqueste, alle aziende che operano per il tramite di Associazionidi produttori.

Modalita organizzative e tempiI tempi di sviluppo del progetto saranno:• giugno 2004 – dicembre 2004: implementazione• gennaio 2005 – dicembre 2006: realizzazione.

MetodologiaL’iniziativa pilota prevede attivita dirette con i soggetti del

territorio e attivita di riflessione ed elaborazione con i tecnicicoinvolti.

Il lavoro nel territorio comprende:• visite periodiche dei tecnici alle aziende• incontri collettivi con i destinatari del servizioL’attivita di elaborazione prevede:• incontri guidati tra tecnici, finalizzati all’individuazione

delle problematiche rilevanti e dei risultati piu significativi• incontri di confronto con i diversi soggetti coinvolti, fi-

nalizzati all’individuazione di linee guida per la realizzazionedi iniziative di assistenza tecnica integrata.

Risultati attesiSviluppo di una sistema di certificazione aziendale per se-

menti convenzionali (OGM-free).

Modalita di valutazione• ex ante: accoglienza e gradimento del progetto da parte

dei potenziali destinatari del progetto• in itinere: incontri periodici di verifica da parte del grup-

po di lavoro sullo stato di avanzamento del progetto e sull’o-perato dei tecnici

• finale: saranno verificati gli interventi realizzati duranteil servizio.

Modalita di informazione e pubblicizzazioneDel progetto verra data puntuale informazione e pubbliciz-

zazione attraverso il mensile della Direzione Generale Agri-coltura «Lombardia Verde», il sito web della D.G. Agricoltura,redazione e stampa di materiale vario.

Documentazione dell’iniziativa• verbali degli incontri del gruppo di lavoro• quaderno attivita dei tecnici• relazioni trimestrali dei tecnici sul lavoro svolto• rapporto finale del progetto

SOTTOPROGRAMMA INNOVAZIONE E RICERCALa Regione Lombardia provvedera alla realizzazione del

progetto di ricerca interregionale per la tematica individuataper il comparto cerealicolo «Miglioramento qualitativo delleproduzioni cerealicole in relazione alla presenza di micotossi-ne» (vedi scheda allegata).

Il progetto sara gestito in tutte le varie fasi amministrativee tecniche, con il supporto di un Comitato di progetto costi-tuito dai referenti delle diverse Regioni e Province Autonomeaderenti.

Le modalita di gestione del progetto nonche la costituzione,il ruolo e le funzioni del Comitato di progetto verranno con-cordate tra i referenti delle Amministrazioni partecipanti.

Nella realizzazione del progetto saranno assicurati:• l’accertamento della complementarieta e non sovrapposi-

zione rispetto a ricerche gia finanziate ai rispettivi livelli na-zionale, regionali e/o sottoregionali;

• il monitoraggio e la valutazione, allo scopo di misurarel’andamento dell’iniziativa, in termini di efficienza tecnico-finanziaria, nonche di efficacia degli interventi;

• il trasferimento dei risultati, in collegamento funzionaletra le istituzioni scientifiche coinvolte ed i servizi di sviluppodelle Regioni e Province Autonome interessate.

Titolo della tematica

Miglioramento qualitativo delle produzioni cerealicolein relazione alla presenza di micotossine

ILLUSTRAZIONE SINTETICA

PremessaLa presenza di micotossine nelle matrici destinate all’ali-

mentazione umana ed animale ha importanti implicazioni le-gate sicurezza alimentare. Il tenore di micotossine in tali ma-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1204 –

trici e stato oggetto, negli ultimi anni, di regolamentazione inmolti paesi del mondo e cio ha avuto importanti riflessi sugliscambi commerciali e sulla collocabilita delle derrate.

I cereali possono essere contaminati da micotossine duran-te la coltivazione, l’essiccazione e lo stoccaggio. Alcune mico-tossine si sviluppano soltanto in campo; altre contaminanole colture prima della raccolta per poi svilupparsi nelle fasisuccessive. In alcuni casi si assiste allo sviluppo di micotossi-ne nelle fasi di essiccazione e stoccaggio, pur non avendonerilevata la presenza durante la coltivazione e la raccolta. Inpassato ed a piu riprese sono state avviate indagini conosciti-ve per comprendere la portata del fenomeno per alcune pro-duzioni cerealicole, indagini che hanno consentito di acquisi-re dati di indubbio interesse ma ancora parziali. E utile a que-sto punto una indagine piu articolata e coordinata che coniu-ghi la necessita di una migliore conoscenza del fenomeno allamessa a punto di misure per la gestione del problema lungotutta la filiera produttiva.Obiettivi

– Prevenire le contaminazioni da micotossine nei cereali,mediante la messa a punto di pratiche agronomiche e di pro-cessi di raccolta e gestione delle partite stoccate

– Migliorare la collocabilita e la qualificazione delle partitedi cereali funzione della destinazione d’uso delle partite.Attivita

– Indagine sull’estensione, sul grado e sul tipo di contami-nazione delle partite commerciali nelle diverse fasi (attivitadi indagine e analitica nelle fasi di coltivazione, raccolta, es-siccazione, conservazione)

– Definizione di «valori soglia» desiderati dagli utilizzatoriin relazione alle differenti destinazioni d’uso (i valori sogliaper la sicurezza d’uso sono in genere gia fissati a livello nor-mativo)

– Valutazione di alcuni parametri agronomici che influen-zano lo sviluppo fungino quali ad es. scelta varietale, tecnicacolturale, epoca e modalita di raccolta. (attivita di indagine;attivita sperimentale da effettuare nell’ambito di reti interre-gionali gia esistenti e attivita sperimentali ad hoc)

La Regione Lombardia aderisce inoltre ai seguenti progetti coordinati da altre Amministrazioni:

Importo DurataSettore / filiera Tematica di innovazione e ricerca Regione capofila (C) (anni)Piano Proteine Vegetali Azioni di innovazione e ricerca a supporto del Piano Emilia Romagna 1.400.000Piano Sementiero Azioni di innovazione e ricerca a supporto del Piano Umbria 1.000.000Agricoltura biologica Zootecnica biologica – Analisi di sistemi aziendali, me- Marche 750.000 3

diante il confronto di diverse tipologie, riferite all’alleva-mento bovino da carne e da latte, ovino e suino.

Orticoltura La concimazione azotata degli ortaggi: sviluppo e trasferi- Sicilia 700.000 3mento di metodi innovativi per aumentare l’efficienzad’uso dei fertilizzanti, ridurre l’impatto ambientale e mi-gliorare la qualita dei prodotti.

Floricoltura Recupero e valorizzazione del patrimonio autoctono e na- Liguria 900.000 3turalizzato: aspetti produttivi, varietali ed economici legatialla diversificazione e all’introduzione di innovazione diprodotto in floricoltura.

Colture Industriali Sviluppo di nuove filiere per le produzioni no-food (oli in- Friuli Venezia Giulia 587.414 3dustriali, fibra, cellulosa ed amidi) con studi e ricerche sul-le tecnologie e sulla razionalizzazione dei processi e deisistemi produttivi

Viticoltura ed Enologia Ricerca e sperimentazione in vivaio e in campo per il con- Toscana 700.000 3tenimento del mal dell’esca della vite.

SOTTOPROGRAMMA MONITORAGGIO SISTEMI IRRIGUI

ContestoLa Regione Lombardia da anni sta sviluppando il

S.I.B.I.Te.R. (Sistema Informativo Bonifica, Irrigazione e Ter-ritorio Rurale) in collaborazione con i consorzi di bonificalombardi.

La realizzazione del S.I.B.I.Te.R. e oggi prevista dalla nuo-va legge regionale n. 7/2003 «Norme in materia di bonifica eirrigazione» che all’articolo 17, comma 11 prevede che essosia costituito «presso la competente direzione della GiuntaRegionale» con lo scopo di raccogliere, organizzare e diffon-dere le informazioni necessarie per conoscere e migliorarel’attivita programmatoria e gestionale degli enti di bonifica eirrigazione.

– Valutazione di alcuni fattori che influenzano lo sviluppofungino nella fase di stoccaggio

Risultati attesi– Individuazione di pratiche agronomiche che contengano

lo sviluppo delle micotossine nei cereali.– Individuazione di corrette modalita di raccolta essicca-

zione e gestione delle partite immagazzinate per il conteni-mento della contaminazione da micotossine

– Implementazione di modelli per aumentare la capacitaprevisionale dello sviluppo delle micotossine

– Prima definizione di una griglia di qualificazione dellepartite in funzione della destinazione d’uso per il parametro«micotossine»

Collegamento e complementarietaFISR – Programma strategico A) qualita alimentare e be-

nessere Progetto obiettivo 2) Metodi e sistemi per aumentarela sicurezza d’uso bella catena agro-alimentare e nell’am-biente.

Regioni e Province Autonome che aderiscono al progettoHanno aderito in fase di proposta: Piemonte; Lombardia;

Emilia Romagna; Veneto; F.V. Giulia; Toscana; Marche; A-bruzzo; Campania; Puglia; Basilicata; Sicilia.

Hanno gia confermato formalmente l’adesione (al 10 di-cembre 2003): Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia,Campania, Puglia, Veneto, Lazio, Marche, Basilicata, To-scana.

Durata del progetto24 mesi

Costo totaleC 600.000

Regione coordinatrice della iniziativa progettualeLombardia.

La continuazione del progetto S.I.B.I.Te.R. e inoltre previ-sta nel piano regionale di bonifica, di irrigazione e di tuteladel territorio rurale in corso di approvazione.

AttivitaArricchimento delle informazioni contenute nel

S.I.B.I.Te.R. con particolare riferimento alle grandezze idrau-liche, l’utilizzo delle acque, le caratteristiche delle reti, gli entigestori.

Definizione di metodologie per il supporto alla pianifica-zione, alla gestione e utilizzo della acque irrigue.

Ampliamento dell’acquisizione della rete infrastrutturalegestita dai consorzi e da altre associazioni, anche private.

Approfondimento delle conoscenze nelle parti di territorionon gestite dai consorzi di bonifica.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1205 –

Acquisizione dati riguardanti i fontanili.Realizzazione di un sistema di monitoraggio delle infra-

strutture irrigue e dell’utilizzo della risorsa idrica in agricol-tura.

Omogeneizzazione dei dati in funzione del sistema infor-mativo nazionale.

Descrizione interventiImplementazione del S.I.B.I.Te.R. in funzione dei contenu-

ti specificati nelle attivita del sottoprogetto, con particolareriferimento alla acquisizione di dati sui fontanili e alla defi-nizione di metodi, strumenti e metodologie per migliorarel’uso della risorsa idrica onde far fronte alla prevista scarsitadi dotazione.

Il costo complessivo e di 539.446,00 C.

Soggetti attuatoriConsorzi di bonifica e loro unione regionale, universita, i-

stituti di ricerca, INEA.

TempiLe attivita potrebbero svolgersi in un arco temporale di tre

anni.

PIANO SEMENTIERO

1. Lo scenario dei programmi interregionali

1.1. Domanda alimentare dei consumatori, orientata a produ-zioni naturali ancorate al territorio.

Il consumatore italiano, per quanto riguarda i prodottiagro-alimentari, ormai da anni, presta crescente attenzioneverso la qualita che non riguarda solo gli aspetti igienico-sani-tari, ma anche quelli organolettici, nutrizionali, di composi-zione, di natura e di origine delle materie prime.

1.2 Italia luogo delle produzioni tipiche di qualitaAnche i consumatori che, all’estero, si rivolgono ai prodotti

italiani intendono acquistare non solo un semplice alimento,ma anche esprimere apprezzamento per il modello alimenta-re d’origine, basato sulla qualita e sulla salubrita dei prodottied escluda la presenza di OGM destinati, fatalmente, a farscomparire gran parte delle materie prime assolutamente ne-cessarie per il mantenimento delle peculiarita.

1.3 Necessita di garantire coltivazioni OGM-freeLa tutela del patrimonio, costituito dal complesso delle pro-

duzioni agro-alimentari tipiche e di qualita, deve iniziare findal controllo dei mezzi di produzione utilizzati per la coltiva-zione e in primo luogo le sementi.

L’introduzione delle coltivazioni OGM, comporta il rischiodi contaminazione tra coltivazioni OGM e coltivazioni tradi-zionali. La problematica viene affrontata a livello normativodalla Raccomandazione comunitaria sulla coesistenza cheora e all’attenzione degli Stati Membri affinche sia resa opera-tiva.

1.4 Norme comunitarie sull’etichettatura e tracciabilitaLa recente approvazione, da parte del Consiglio e del Parla-

mento Europeo, di regole in materia di etichettatura e trac-ciabilita degli alimenti e dei mangimi contenenti OGM simuove inoltre in questa ottica.

L’obbligo di etichettare alimenti e mangimi che contengonopercentuali superiori allo 0,9% di OGM rappresenta una scel-ta di garanzia per il consumatore e puo consentire di rendereconcrete una serie di iniziative per l’effettiva valorizzazione del-l’agricoltura «di qualita».

Queste indicazioni appaiono largamente condivise dai pro-duttori agricoli, dagli operatori del settore sementiero e, piuin generale, dai consumatori.

1.5 Necessita di un sistematico monitoraggio delle produzioniper la verifica dei requisiti di «naturalita»

Il raggiungimento dell’obiettivo generale di tutelare il patri-monio nazionale di prodotti di qualita comporta la messa apunto di una rete di monitoraggio sulla presenza di materialetransgenico nei prodotti agro-alimentari e negli alimenti de-stinati al consumo umano e animale, garantendo la produzio-ne agricola negli stoccaggi, nel trasporto e nella distribuzionenelle filiere OGM-free.

1.6 TracciabilitaI principi di tracciabilita di filiera ed una chiara etichettatu-

ra, che assicurino al consumatore la possibilita di scelta fra

filiere con OGM e filiere OGM-free (e cio anche per le produ-zioni zootecniche) devono concretamente essere messi inatto.2. Programma sementiero della Lombardia2.1 Sviluppo di una sistema di certificazione aziendale per se-

menti convenzionali (ogm-free).In considerazione dello scenario e degli obiettivi dei Pro-

grammi Interregionali, illustrati nel Paragrafo 1, si prevededi attivare un Sistema di certificazione volontaria della pro-duzione di sementi a livello delle aziende agricole di moltipli-cazione.

Gli scopi e le azioni che si intende perseguire consentonodi:

• Valorizzare la produzione nazionale OGM-free comeprodotto convenzionale, garantito e certificato per le sue ca-ratteristiche varietali, fitosanitarie ed OGM-free, come levacompetitiva per l’agricoltura italiana e come richiesto dalconsumatore che si sposta dalla quantita alla qualita anchesotto il profilo della «naturalita» dei prodotti agricoli.

• Aumentare la copertura del nostro fabbisogno di sementidi mais riducendo la dipendenza da paesi terzi o comunitari

• Quale presupposto per realizzare filiere OGM-free e ne-cessario reperire materiale di moltiplicazione non genetica-mente modificato, accrescendo la produzione nazionale con-trollate e certificate

• sviluppare un sistema di certificazione OGM-freeLa filiera OGM-free deve essere garantita da un sistema di

certificazione di processo che permetta la verifica del rispettodegli obblighi previsti dai disciplinari di produzione – definitia livello nazionale da parte dei produttori agricoli (moltiplica-tori) di sementi.

Questa scelta presuppone l’avvio di una serie di iniziative dicontrollo delle materie prime di origine agricola IN IMPORT(Sorveglianza rinforzata) e di quella di produzione nazionaledestinata al mercato interno e all’EXPORT.

Nello schema di certificazione volontaria delle sementi con-venzionali il ruolo chiave e dato dalla certificazione OGM-free, che si inserisce sugli schemi di controllo idonei a garan-tire, a livello aziendale, il rispetto degli standard varietali efitosanitari.

L’obiettivo e quello di qualificare la produzione regionaledi semente convenzionale OGM-free relativamente alle specieagrarie piu rappresentative: Mais e Riso, coltivate in Lombar-dia su circa 5.000 ettari.

Per raggiungere tale obiettivo si prevede un periodo di mes-sa a punto del sistema di certificazione, svolto in collabora-zione fra i soggetti pubblici competenti: ENSE, Servizi fito-sanitari e i soggetti privati: Moltiplicatori, Associazione pro-duttori sementi.

La forma prescelta per l’attivazione del Programma e quelladell’aiuto «una tantum» per l’acquisto di servizi di certifica-zione da parte delle imprese agricole di moltiplicazione (art.8 l.r. 7/2000).

La priorita sara riconosciuta alle aziende che aderiscono adisciplinari di moltiplicazione, da definirsi sulla base di lineeguida nazionali e, fra queste, alle aziende che operano per iltramite di Associazioni di produttori.

I costi possono essere cosı valutati:1. Predisposizione di uno schema sperimentale: C 30.0002. Elaborazione di un sistema di certificazione e

tracciabilita delle sementi C 80.0003. Aiuto «una tantum» alle imprese per la certifi-

cazione (per 3 anni) C 700.000per l’applicazione della certificazione di processo, l’esecuzio-ne delle analisi, a copertura delle spese per il controllo ispetti-vo delle societa di certificazione, del servizio fitosanitario e diENSE;4. Sviluppo e gestione di accordi di filiera C 23.862costi relativi ai costi tecnici per l’organizzazione dell’accordoe la verifica del rispetto dello stesso da parte dei contraenti5. Implementazione del sistema di tracciabilita

(sul Sottoprogramma tracciabilita) C 50.0006. Costi per l’assistenza tecnica e l’informazione

alle imprese(a valere sul Programma Servizi Sviluppo Agri-colo) C 40.000

Riepilogo costiCOSTI COMPLESSIVI DEL PROGETTO C 923.862

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1206 –

Costi da imputare al Piano Sementiero (2, 3, 4) C 833.862Costi da imputare ad altri Programmi interregio-nali C 90.000

– al P.I. Tracciabilita (5) C 50.000– al P.I. Servizi Sviluppo Agricolo (6) C 40.000

Sottoprogramma Proteine VegetaliCOSTO COMPLESSIVO

• superfici coinvolte: max 2000 ha/anno;• indennizzo unitario previsto: fino ad un massimo di

200 C/ha anno in funzione della coltura praticata in al-ternativa al mais;

• durata interventi: 3 anni;Totale costi stimati: C 708.783,00

2.2 Caratteristiche principali del progetto1. Definizione di ceck-list relative ai requisiti aziendali per

produzioni di sementi certificate OGM-free;2. Predisposizione del manuale di qualita aziendale;3. Predisposizione di applicativo software per le registrazio-

ni del processo di produzione anche al fine della tracciabilitadelle produzioni sementiere.

4. Predisposizione dello schema di controllo di produzioneper la certificazione del processo produttivo

5. Attivazione di un servizio di un sistema di consulenzaaziendale per supportare le aziende nell’applicazione dei di-sciplinari di produzione, dei manuali di qualita e la tenutadelle registrazioni ai fini della tracciabilita.

2.3 Precedenti esperienze di certificazione avviate in LombardiaLa Regione Lombardia ha avviato negli ultimi anni (a parti-

re dagli anni 2000-2001) significative collaborazioni con l’EN-SE, mirate al controllo delle sementi di mais e riso per lacertificazione internazionale e la circolazione comunitaria.

Questa attivita si e andata ad integrare, valorizzandola erealizzando positive sinergie, con l’attivita di certificazione diqualita delle piantine ortive destinate alle coltivazioni profes-sionali prodotte secondo le specifiche di Qualita CE.

Per tale attivita la Regione Lombardia sostiene costi pari aC 50.000,00/anno, per la convenzione con ENSE e diC 100.000,00/anno per i controlli fitosanitari erogati diretta-mente dal Servizio con attivita ispettive, di certificazione e diprestazioni analitiche.

Il Progetto si sviluppera necessariamente a partire dalla si-tuazione esistente allo scopo di mettere a punto uno schemametolodologico di certificazione.

2.4 Prospettive di mercato di sementi convenzionali certificateOGM-free

MAISIl fabbisogno di seme da parte del nostro Paese si aggira

sulle 28.000 t circa, corrispondenti a 4 milioni di dosi da25000 semi.

La provenienza e:– 40% da moltiplicazioni sul territorio nazionale (di cui il

65% viene coltivato in Lombardia);– 60% da importazioni sia da Paesi comunitari che da Pae-

si terzi, ovviamente «equivalenti» secondo la normativasementiera.

La provenienza doganale di questo 60% e in ordine decre-scente di importanza:

– Francia (applica l’Interim Action Plain ed ammette speri-mentazione nel suo territorio)

– USA (coltiva OGM senza obbligo di etichettatura)– Turchia– Ungheria– Spagna (coltiva OGM da anni, su una superficie di 25-

30.000 ettari)– Sudafrica (coltiva OGM)– Austria (applica ufficialmente una soglia di tolleranza

OGM dello 0,1%)– Argentina (coltiva OGM).Parte del seme importato viene lavorato o confezionato in

Italia ed e pertanto soggetto a «ricartellinatura» da parte del-l’ENSE. La restante parte giunge in Italia gia confezionatoe certificato e puo quindi essere immesso direttamente sulmercato.

RISOPer quanto riguarda questa specie, il fabbisogno nazionale

di 40.000 tonnellate circa viene soddisfatto esclusivamente dasementi di produzione nazionale. La superficie destinata allecolture porta-seme e di circa 12000 ettari di cui 25% e realiz-zata in Lombardia. Non e da trascurare neanche il fatto cheannualmente circa 8000 tonnellate (60% dalla Lombardia) disementi di riso italiane siano esportate in tutti paesi del baci-no del Mediterraneo.

PROGRAMMA PROTEINE VEGETALIProgetto.

Inserimento di colture proteiche nell’avvicendamento col-turale, come alternativa alla monocoltura di mais.Premessa

La diffusione della BSE e la conseguente messa al bandodelle farine animali, unitamente alla preoccupazione connes-sa alla diffusione di organismi geneticamente modificati(OGM), ha accentuato negli ultimi anni l’interesse per le col-ture proteiche.

Tale interesse, inoltre, trova una grossa motivazione nel fat-to che il prodotto ottenuto (foraggio e granella) rappresentauna materia prima di assoluta necessita per l’alimentazionedegli animali e puo rappresentare una valida alternativa col-turale al mais. Si rende a tal fine, estremamente interessantel’individuazione di piani foraggeri alternativi con le modificheconseguenti nell’alimentazione zootecnica (razionamento ali-mentare, diversa formulazione dei mangimi).

Non sono inoltre secondari i vantaggi legati all’ottenimentodi proteine vegetali in grado di garantire maggiore sicurezzadella catena alimentare nei confronti del consumatore e dirispondere alle esigenze manifeste di produzioni no OGM.

Dovra pertanto essere garantito il necessario collegamentocon il Sottoprogramma tracciabilita dei prodotti agricoli, alloscopo di garantire la filiera OGM-free con specifico riferimen-to alle sementi utilizzate nelle coltivazioni proteiche.

All’introduzione delle colture proteiche nell’avvicendamen-to in sostituzione al mais conseguono importanti vantaggi tracui:

• Favorire la sostituzione delle farine animali, messe albando a seguito della BSE, con proteine di origine vegetale;

• Ridurre la necessita di importazione delle proteine vege-tali;

• Garantire la tracciabilita e la filiera OGM-free• Ridurre l’impatto ambientale dell’attivita agricola segna-

tamente attraverso:– riduzione dell’impiego di nitrati e altri concimi azotati;– riduzione dell’impiego di prodotti fitosanitari.• Controllare in modo efficace la diffusione dell’insetto

Diabrotica del mais.In relazione al controllo della Diabrotica del mais, le ricer-

che condotte in Italia in Svizzera e nei Paesi dell’est Europeo,evidenziano in modo chiaro che il metodo piu efficace di con-tenimento e controllo di questo insetto consiste nell’interru-zione della monocoltura di mais, con l’adozione di alternativecolturali.

La Diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera Le Con-te) e uno dei principali parassiti del mais negli Stati Uniti edin molti Paesi dell’Europa Orientale.

In Europa e attualmente presente in Svizzera e nella UE inItalia (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino AltoAdige, Emilia-Romagna) Austria, Belgio, Francia, Gran Bre-tagna ed Olanda.

La Lombardia rappresenta attualmente la piu estesa areadi insediamento della Diabrotica presente nella UE e le azionidi contrasto adottate a partire dal 2001, dalla Regione Lom-bardia rivestono grande importanza per tutta la comunita.

Nel 2002 in Lombardia si sono verificati i primi danni inItalia e, in un prossimo futuro, i danni potrebbero determina-re oneri economici dell’ordine di decine di milioni di euroall’anno, con gravi ripercussioni sul comparto maidicolo lom-bardo.

Contenere e controllare lo sviluppo di questo parassita neinostri territori, rappresenta dunque obiettivo di primaria im-portanza e tale azione puo essere raggiunta anche con l’incen-tivazione delle produzioni proteiche in alternativa alla mono-successione del mais.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1207 –

I vantaggi dell’adozione di avvicendamenti colturali per ilcontrollo della Diabrotica del mais, risiedono in primo luogonel contenimento delle popolazioni dell’insetto, ritardando ilraggiungimento della soglia economica di danno (il ricosti-tuirsi di elevate popolazioni richiede qualche anno) e deter-minando dunque un vantaggio economico in termini di man-cati danni.

A tali vantaggi si deve aggiungere che l’avvicendamentorappresenta un’alternativa estremamente vantaggiosa sotto ilprofilo ambientale, dal momento che evita di impiegare dosimassicce di insetticidi, necessarie per il controllo della popo-lazione delle larve nel terreno (misura questa di ancora dub-bia efficacia) riducendo la presenza di residui nel raccolto.

In questo contesto, accanto alle colture cerealicole si ritienedi sicuro interesse incentivare l’adozione di avvicendamenticolturali che prevedano l’introduzione di colture proteagi-nose.

Finalita del progettoIl progetto intende favorire l’introduzione di colture protei-

che nell’avvicendamento colturale delle aziende maidicolelombarde attraverso l’adozione di adeguati ordinamenti col-turali, contenendo al contempo l’uso di prodotti fitosanitari econsentendo una gestione integrata del problema che con-templi anche le necessarie indicazioni agronomiche e nutri-zionali per l’alimentazione del bestiame nelle aziende zootec-niche.

Fra gli scopi principali del progetto vi e quello di effettuareun controllo aziendale della Diabrotica del mais la cui presen-za potra infatti determinare nei prossimi anni una diminuzio-ne delle rese produttive associate ad aumentati costi di produ-zione conseguenti al cambiamento degli ordinamenti coltura-li ed all’acquisto di prodotti fitosanitari utilizzati per il con-trollo di questo parassita.

Le finalita del progetto sono:1. Creare i pressuposti per l’adozione di avvicendamenti

colturali che prevedano l’introduzione delle colture proteagi-nose;

2. Sostenere le produzioni proteiche di origine vegetale de-stinate all’alimentazione umana e animale, ivi compresi i pro-dotti funzionali

3. Preservare le aziende da possibili danni economici favo-rendo l’introduzione a livello aziendale delle tecniche di con-trollo agronomiche del parassita Diabrotica virgifera virgifera,sopra richiamate;

4. Prevenire l’impatto ambientale derivante dall’uso di in-setticidi per il controllo di questo parassita, attraverso l’ado-zione di tecniche agronomiche alternative;

5. Informare gli agricoltori ed i tecnici sulle tecniche dicontrollo agronomico di questo parassita;

6. Mantenere la competitivita del settore foraggero-zootec-nico lombardo

BeneficiariImprese agricole, coltivatori diretti, cooperative agricole e

associazioni di produttori, direttamente o indirettamente col-piti dalla diabrotica del mais

Descrizione interventiGli interventi previsti riguardano nello specifico la conces-

sione di incentivi alle aziende agricole per l’adozione su basevolontaria di tecniche di avvicendamento colturale, con l’in-troduzione di colture proteiche e miglioratrici quali foraggie-re, leguminose e oleoaginose come alternativa al ristoppio delmais.

Le modalita operative per la realizzazione degli interventisaranno descritte in specifici bandi.

La durata prevista e di tre anni.

Collegamento con altre attivita regionali:Gli interventi sono direttamente collegati alle seguenti atti-

vita:• Ricerca e sperimentazione finalizzata all’ottimizzazione

delle tecniche agronomiche e alle scelte varietali;• Attivita di divulgazione, assistenza tecnica e informa-

zione;• Sperimentazioni con approccio interdisciplinare, tese a

supportare le scelte varietali, le tecniche colturali, la conser-vazione, la trasformazione, la valutazione nutrizionale deglialimenti per il bestiame.

Costo complessivo• superfici coinvolte: 1000-3000 ha/anno;• indennizzo unitario previsto: fino ad un massimo di

200 C/ha anno in funzione della coltura praticata in alternati-va al mais;

• durata interventi: 3 anni.

Totale costi stimati: 1.000.000 euro.

PROGRAMMI INTERREGIONALIREGIONE LOMBARDIA

PROSPETTO FINANZIARIO RIEPILOGATIVO

AssegnazioneMinistero aProgrammi interregionali RegioneLombardia

Agricoltura e qualita – agricoltura ambiente 944.531,00Sottoprogramma – tracciabilita prodotti agricoliazione 1 – Rintracciabilitaazione 2 – Vigilanza e controlloazione 3 – Produzioni tipichetotale 3 azioniSottoprogramma – monitoraggio direttiva nitrati

Sviluppo ruraleSottoprogramma – servizi di sviluppo 375.390,00Sottoprogramma – innovazione e ricerca 600.000,00Sottoprogramma – monitoraggio sistemi irrigui 539.446,00

Piano sementiero 833.862,00Piano proteine vegetali 708.783,00Totale Regione Lombardia 4.002.012,00

[BUR20040154] [4.3.0]D.d.u.o. 27 febbraio 2004 - n. 2788Modifica del decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 aventead oggetto «Approvazione del documento “Programmi In-terregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicem-bre 1999»

IL DIRIGENTE DELLA UNITA ORGANIZZATIVAProgrammazione e ricerca per le filiere agroindustrialiRichiamato il decreto n. 2400 del 23 febbraio 2004 avente

ad oggetto «Approvazione del documento “Programmi inter-regionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23 dicembre1999»;

Rilevato che per errore materiale nel documento allegatoal citato decreto per il Programma proteine vegetali e statoindicato un costo totale preventivato di C 1.000.000,00 inveceche della corretta cifra di C 708.783,00;

Ritenuto pertanto di dover provvedere alla modifica del de-creto n. 2400/04 rettificando la pag. 36 del documento allega-to riportando alla voce «totale costi stimati» la somma diC 708.783,00;

Dato atto che il resto del decreto e del relativo allegato ri-mangono invariati;

Visti gli artt. n. 3 e 18 della l.r. 16/96 che individua le com-petenze dei Dirigenti;

Vista la d.g.r. n. 7622 del 27 dicembre 2001 «Determinazio-ni in ordine all’assetto organizzativo della Giunta Regionale»;

Visto il decreto n. 614 del 18 gennaio 2002 «Rimodulazionecompetenze ed aree di attivita delle Direzioni Generali inte-ressate, in attuazione della d.g.r. 27 dicembre 2001, n. 7622»;

DecretaRecepite le premesse:di modificare il precedente decreto n. 2400 del 23 febbraio

2004 avente ad oggetto «Approvazione del documento “Pro-grammi interregionali Regione Lombardia” – L. 499 del 23dicembre 1999» rettificando da C 1.000.000,00 aC 708.783,00 l’importo indicato alla pag. 36 del documentorelativo al Programma proteine vegetali, alla voce «totale co-sti stimati», mantenendo invariato il resto del provvedimento.

Giorgio Bonalume

[BUR20040155] [4.3.0]D.d.u.o. 9 marzo 2004 - n. 3785Determinazione dei periodi a rischio e delle aree interes-

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1208 –

sate dal divieto di movimentazione degli alveari, per l’an-no 2004, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 10 settembre 1999,n. 356 «Regolamento recante misure per la lotta obbliga-toria contro il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovo-ra), nel territorio della Repubblica»

IL DIRIGENTE DELLA UNITA ORGANIZZATIVAPolitiche agroambientali e servizi per le imprese

Visto il d.m. 31 gennaio 1996, «Misure fitosanitarie di pro-tezione contro l’introduzione e la diffusione nel territorio del-la Repubblica italiana di organismi nocivi ai vegetali» e suc-cessive modifiche, in particolare l’allegato II, parte A, SezioneII, che riporta Erwinia amylovora come organismo da qua-rantena;

Visto il d.m. 10 settembre 1999, n. 356 «Regolamento re-cante misure per la lotta obbligatoria contro il colpo di fuocobatterico (Erwinia amylovora), nel territorio della Repubbli-ca», in particolare l’art. 8 relativo alla movimentazione deglialveari;

Vista la Direttiva del Consiglio 2000/29/CE dell’8 maggio2000 concernenti le «Misure di protezione contro l’introdu-zione nella Comunita di organismi nocivi ai vegetali o ai pro-dotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunita» esuccessive modifiche e integrazioni;

Preso atto che il colpo di fuoco batterico e presente in alcu-ne province della Lombardia;

Considerato che la diffusione di Erwinia amylovora puo av-venire anche per mezzo delle api durante il periodo di fiori-tura delle piante ospiti;

Considerato che esiste il rischio di disseminazione di Erwi-nia amylovora in aree indenni dalla malattia per mezzo dialveari provenienti da aree contaminate;

Considerato che, ai sensi dell’art. 8 del d.m. 356/99:– e necessario regolamentare lo spostamento degli alveari

nei periodi a rischio, da aree o campi contaminati verso areeindenni allo scopo di salvaguardare le coltivazioni di rosaceepomoidee in aree non ancora interessate dalla malattia,

– il servizio fitosanitario regionale deve, annualmente, de-terminare i periodi a rischio e le aree interessate dal divietodi movimentazione degli alveari;

Preso atto che nel corso del 2003, sulla base delle ispezionieffettuate dal servizio fitosanitario regionale sulle piante ospi-ti, sono stati accertati focolai di Erwinia amylovora nelle pro-vince di Mantova e Cremona;

Visto il d.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320, «Regolamento di po-lizia veterinaria» che demanda ai Servizi Veterinari la compe-tenza per i controlli sugli alveari;

Considerato che il raggio di volo delle api e stimato in 3chilometri dall’apiario infetto sulla base dell’art. 154 del Re-golamento di polizia veterinaria in merito ai provvedimentidisposti nei casi di malattie delle api;

Preso atto che il servizio fitosanitario regionale e individua-to in Regione Lombardia nella Struttura Servizi Fitosanitaridell’Unita Organizzativa Politiche Agroambientali e Serviziper le Imprese della D.G. Agricoltura;

Visti gli artt. n. 3 e 18 della l.r. 16/96 e l’art. 1 della l.r. 2/99che individuano le competenze e i poteri della Dirigenza;

Visto il decreto n. 25679 del 20 dicembre 2002 «Individua-zione delle strutture organizzative e delle relative competenzee aree di attivita delle direzioni generali della Giunta Regio-nale»;

Vista la d.g.r. n. 11699 del 23 dicembre 2002 «Disposizionea carattere organizzativo (IV provvedimento 2002)»;

DecretaRecepite le Premesse:1. di regolamentare la movimentazione degli alveari, nel pe-

riodo compreso tra il 15 marzo e il 30 giugno 2004, dalle areecontaminate da Erwinia amylovora verso aree ufficialmenteindenni;

2. di individuare come aree contaminate, riportate nell’alle-gato n. 1 parte integrante e sostanziale del presente atto, ilterritorio dei seguenti Comuni:PROVINCIA DI CREMONA:

Cappella de’ Picenardi, Cella Dati, Cicognola, Cremona, De-rovere, Gadesco Pieve Delmona, Malagnino, Persico Dosimo,Pieve San Giacomo, Sospiro, Vescovato.PROVINCIA DI MANTOVA:

Carbonara di Po, Felonica, Magnacavallo, Moglia, Pego-gnaga, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Quingentole, Quistel-

lo, Revere, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate,San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Villa Poma;

3. di consentire lo spostamento degli alveari ubicati nellearee indicate al punto 2 nel periodo indicato al punto 1 previaadozione di idonee misure di quarantena;

4. di stabilire quali idonee misure di quarantena una delleseguenti:

a) mantenimento degli alveari chiusi per 48 ore precedentilo spostamento;

oppureb) mantenimento degli alveari chiusi per 24 ore precedenti

lo spostamento a condizione che ogni alveare sia sottoposto,prima della chiusura ad uno dei trattamenti di seguito indi-cati:

– per gocciolamento, con 5 ml/favo di una soluzione conte-nente 10 g di acido ossalico, 100 g di zucchero e 100 mldi acqua;

oppure– per nebulizzazione, con 5 ml/favo di una soluzione ac-

quosa di acido ossalico al 3%;5. di trasmettere il presente provvedimento alla Direzione

Sanita per gli adempimenti di competenza;6. di pubblicare il presente provvedimento sul Bollettino

Ufficiale della Regione Lombardia.

Il Dirigente dell’Unita Organizzativa:Aldo Deias

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1209 –

D.G. Artigianato, nuova economia, ricercae innovazione tecnologica[BUR20040156] [4.5.0]Com.r. 10 marzo 2004 - n. 37Comunicato alle Forme Associative Artigiane – L.r. 20marzo 1990, n. 17, art. 10 «Investimenti socio-economici»

La Direzione Generale Artigianato della Giunta regionaledella Lombardia comunica che: a seguito della mancata di-sponibilita di risorse finanziarie per l’anno 2004, a partire dal-la data di pubblicazione del presente avviso, non potrannoessere presentate domande per la concessione dei constributiper gli interventi regionali previsti dall’art. 10 della l.r.n. 17/90 «Investimenti socio-economici».

Si provvedera successivamente a comunicare l’eventualeriapertura dei termini per la presentazione delle domande.

Per il dirigente dell’Unita OrganizzativaSviluppo Artigianato: Raffaele Bisignani

D.G. Commercio, fiere e mercati[BUR20040157] [4.6.1]Com.r. 8 marzo 2004 - n. 35Elenco dei posteggi da assegnare in concessione ai finidel rilascio della autorizzazione prevista dall’articolo 28comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98 di cui i Comuni han-no richiesto la pubblicazione ai sensi dell’articolo 5 com-ma 2 della l.r. 15/00

In relazione alla procedura prevista dall’articolo 5 comma2 della legge regionale n. 15/00 «Norme in materia di com-mercio al dettaglio su aree pubbliche in attuazione del d.lgs.114/98 e “Primi indirizzi regionali di programmazione delcommercio al dettaglio su aree pubbliche”» i Comuni di Ante-gnate, Casnigo, Cavernago, Treviglio, Azzano Mella, Agnadel-lo, Spino d’Adda, Costa Masnaga, Dolzago, Brugherio, Desio,Gessate, San Giorgio di Mantova, San Martino dall’Argine,Lomello, Voghera, Morazzone, Vedano Olona hanno richie-sto la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della RegioneLombardia dei posteggi liberi da assegnare in concessione aseguito di rilascio della relativa autorizzazione.

Si fa presente che i posteggi nn. 101, 102 e 103 relativi alComune di Brugherio, istituiti con delibera della Giunta Co-munale n. 250 del 22 dicembre 2003, non rientrano negli o-biettivi di sviluppo 2000-2002 di cui al Par II.2 punto 1 l.r.15/00.

La domanda per il rilascio dell’autorizzazione di cui all’arti-colo 28 comma 1, lettera a) del d.lgs. 114/98, in carta legale eda predisporsi utilizzando i fac-simili di seguito riportati, conl’indicazione del posteggio per il quale si chiede l’assegnazio-ne, deve essere inoltrata al Comune sede del posteggio entrosessanta giorni dalla presente pubblicazione. A tal propositoi Comuni sono invitati ad avvisare tutti gli operatori del mer-cato interessati che e stato avviato il procedimento di asse-gnazione dei posteggi liberi.

Qualora nell’ambito del medesimo mercato sia prevista l’as-segnazione di piu posteggi e quindi il rilascio di piu autoriz-zazioni gli operatori interessati devono presentare una do-manda per ciascuna autorizzazione rilasciabile.

Entro i successivi trenta giorni, ricevute le domande, i Co-muni formulano e pubblicano la graduatoria sulla base deicriteri di priorita previsti dall’articolo 5 comma 5 della citatalegge regionale. In ordine ai predetti criteri di priorita si pre-cisa quanto segue:

1) l’anzianita di registro delle imprese e comprensiva an-che dell’anzianita maturata come ex registro ditte;

2) con riguardo al criterio di cui alla lettera b) dell’articolo5 comma 5 l’«anzianita di registro delle imprese» e rife-rita all’attivita espletata nel settore commerciale.

Gli assegnatari che sono utilmente collocati in graduatoriahanno titolo ad ottenere il rilascio della autorizzazione di cuiall’articolo 28, comma 1, lettera a) del d.lgs. n. 114/98 e larelativa concessione del posteggio.

Il dirigente dell’U/O Commercio:Francesca Borgato

ALLEGATI:A) Elenco posteggiB) Fac-simile domanda persona fisicaC) Fac-simile domanda societa di persone

——— • ———

G=giornaliero D.C.R.Codice COMUNE Prov. S=settimanale Tipologia Par. II.2 n. VII/950ISTAT Q=quindicinale merceol. Esistente punto 2 27.01.04

M=mensile l.r. 15/00T=stagionale dal al lung. larg. tot. mq. 1000 post. 1200 post.

1 16010 ANTEGNATE BG VIA DONIZETTI VENERDI 8.00 13.00 S 19 8 7,00 5,00 35,00 X NO X2 16010 ANTEGNATE BG VIA DONIZETTI VENERDI 8.00 13.00 S 19 4 6,60 5,00 33,00 X X3 16010 ANTEGNATE BG VIA DONIZETTI VENERDI 8.00 13.00 S 19 18 7,00 5,00 35,00 X NO X4 16060 CASNIGO BG PIAZZALE MERCATO GIOVEDI 7.45 12.00 S 22 11 5,00 4,00 20,00 X NO X5 16066 CAVERNAGO BG PIAZZA S. D'ACQUISTO SABATO 8.00 12.30 S 14 1 9,00 5,00 45,00 X CASALINGHI X

6 16066 CAVERNAGO BG PIAZZA S. D'ACQUISTO SABATO 8.00 12.30 S 14 2 9,00 5,00 45,00 X

ABBIGLIAMENTO E SUOI

ACCESSORI X

7 16066 CAVERNAGO BG PIAZZA S. D'ACQUISTO SABATO 8.00 12.30 S 14 13 9,00 5,00 45,00 X GASTRONOMIA NO X8 16219 TREVIGLIO BG P.ZZA CAMERONI SABATO 7.30 13.00 S 197 118 7,50 5,00 37,50 X DOLCIUMI NO X9 16219 TREVIGLIO BG P.ZZA CAMERONI SABATO 7.30 13.00 S 197 127 6,50 4,30 27,95 X X10 008 AZZANO MELLA BS V.LE PAOLO VI VENERDI 8.00 13.00 S 10 4 9,00 5,00 45,00 X NO X11 008 AZZANO MELLA BS V.LE PAOLO VI VENERDI 8.00 13.00 S 10 6 9,00 5,00 45,00 X X12 008 AZZANO MELLA BS V.LE PAOLO VI VENERDI 8.00 13.00 S 10 7 9,00 5,00 45,00 X X13 19002 AGNADELLO CR VIA VAILATE GIOVEDI 14.45 19.00 S 13 5 8,00 5,00 40,00 X X

14 19002 AGNADELLO CR VIA VAILATE GIOVEDI 14.45 19.00 S 13 7 8,00 5,00 40,00 X

NON AMMESSI PESCHERIA E

CARNI FRESCHE NO X

15 19002 AGNADELLO CR VIA VAILATE GIOVEDI 14.45 19.00 S 13 8 10,00 5,00 50,00 X

NON AMMESSI PESCHERIA E

CARNI FRESCHE NO X

16 19102 SPINO D'ADDA CR PIAZZA MERCATO SABATO 14.00 18.00 S 30 9 7,00 5,00 35,00 X X17 19102 SPINO D'ADDA CR PIAZZA MERCATO SABATO 14.00 18.00 S 30 10 7,00 5,00 35,00 X X18 19102 SPINO D'ADDA CR PIAZZA MERCATO SABATO 14.00 18.00 S 30 12 5,00 5,00 25,00 X X

19 97026 COSTA MASNAGA LCVIA DONATORI VOLONTARI DEL SANGUE LUNEDI 8.30 12.30 S 42 41 7,00 3,00 21,00 X SI X

20 97031 DOLZAGO LCVIA PROVINCIALE C/O CENTRO SPORTIVO C.LE MERCOLEDI 8.00 13.00 S 20 5 7,00 5,00 35,00 NO X

21 97031 DOLZAGO LCVIA PROVINCIALE C/O CENTRO SPORTIVO C.LE MERCOLEDI 8.00 13.00 S 20 18 7,00 5,00 35,00 NO X

22 15034 BRUGHERIO MI CAPOLUOGO SABATO 7.30 13.30 S 106 100 6,00 5,00 30,00 X NO X23 15034 BRUGHERIO MI CAPOLUOGO SABATO 7.30 13.30 S 106 101 6,00 5,00 30,00 X24 15034 BRUGHERIO MI CAPOLUOGO SABATO 7.30 13.30 S 106 102 6,00 5,00 30,00 X25 15034 BRUGHERIO MI CAPOLUOGO SABATO 7.30 13.30 S 106 103 6,00 5,00 30,00 X26 15034 BRUGHERIO MI SAN DAMIANO VENERDI 7.30 13.30 S 26 6 6,00 5,00 30,00 X NO X27 15034 BRUGHERIO MI SAN DAMIANO VENERDI 7.30 13.30 S 26 10 7,00 5,00 35,00 X NO X28 15034 BRUGHERIO MI SAN DAMIANO VENERDI 7.30 13.30 S 26 18 6,00 5,00 30,00 X X

ALLEGATO A)

Settore merceologalle

ore

UBICAZIONE (Via o Piazza principale

che identifica il mercato)

Giorno di mercato

alim. non alim.

ELENCO POSTEGGI

Attrez. Alim. SI/NO

N° del posteggio

libero

CARATTERISTICHE DEL POSTEGGIO CARATTERISTICHE DEL MERCATO

dalle ore

DIMENSIONI Totale posteggi mercato

G=giornaliero D.C.R.Codice COMUNE Prov. S=settimanale Tipologia Par. II.2 n. VII/950ISTAT Q=quindicinale merceol. Esistente punto 2 27.01.04

M=mensile l.r. 15/00T=stagionale dal al lung. larg. tot. mq. 1000 post. 1200 post.

Settore merceologalle

ore

UBICAZIONE (Via o Piazza principale

che identifica il mercato)

Giorno di mercato

alim. non alim.

Attrez. Alim. SI/NO

N° del posteggio

libero

CARATTERISTICHE DEL POSTEGGIO CARATTERISTICHE DEL MERCATO

dalle ore

DIMENSIONI Totale posteggi mercato

29 15034 BRUGHERIO MI SAN DAMIANO VENERDI 7.30 13.30 S 26 20 6,00 5,00 30,00 X X30 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 5 7,00 5,00 35,00 X CARNI SI X

31 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 11 7,00 5,00 35,00 XPRODOTTI

ITTICI SI X32 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 17 7,00 5,00 35,00 X TESSILI X

33 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 18 7,00 5,00 35,00 XLIBRI,AUDIOVISIVI E SIMILI X

34 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 20 7,00 5,00 35,00 XARTICOLI PER IGIENE CASA X

35 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 22 7,00 5,00 35,00 X

GIOCATTOLI, ARTICOLI DA

REGALO E SIMILI X

36 15100 DESIO MI P.ZZA CARENDON VENERDI 7.30 13.00 S 24 23 7,00 5,00 35,00 X

PROFUMERIA E IGIENE

PERSONA X

37 106 GESSATE MI VIA ALDO MORO MARTEDì 8.30 13.00 S 36 33 7,00 4,00 28,00 X

SOLO VENDITA

FORMAGGI,SALUMI E

SCATOLAME X38 20057 SAN GIORGIO DI MANTOVA MN PIAZZA REPUBBLICA MERCOLEDI 7.00 14.00 S 20 7 5,00 9,00 45,00 X NO X39 20059 SAN MARTINO DALL'ARGINE MN PIAZZA MATTEOTTI MARTEDì 7.30 13.00 S 17 7 5,50 10,20 56,10 X X40 20059 SAN MARTINO DALL'ARGINE MN PIAZZA MATTEOTTI MARTEDì 7.30 13.00 S 17 12 9,00 4,90 44,10 X X41 18083 LOMELLO PV PIAZZA REPUBBLICA MARTEDì 7.00 13.00 S 24 7 4,00 4,00 16,00 X NO X42 18083 LOMELLO PV PIAZZA REPUBBLICA MARTEDì 7.00 13.00 S 24 8 6,00 5,00 30,00 X NO X43 109 VOGHERA PV PIAZZA DUOMO VENERDI 7.00 13.00 S 144 8 9,00 4,00 36,00 X NO X44 12105 MORAZZONE VA PIAZZALE AVIS MARTEDì 6.00 14.00 S 8 4 5,50 4,50 24,75 NO X45 12134 VEDANO OLONA VA VIA DANTE ALIGHIERI LUNEDI 8.00 13.00 S 42 20 8,00 4,00 32,00 X46 12134 VEDANO OLONA VA VIA DANTE ALIGHIERI LUNEDI 8.00 13.00 S 42 22 7,00 4,00 28,00 X47 12134 VEDANO OLONA VA VIA DANTE ALIGHIERI LUNEDI 8.00 13.00 S 42 35 8,00 4,00 32,00 X

0,00

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004

1212

ALLEGATO B)

marca da

bollo

(spazio per l’ufficio) PERSONA FISICA Al COMUNE di Oggetto: domanda di rilascio di autorizzazione per esercitare l’attività di commercio su aree pubbliche, di cui all’art. 28,

comma 1, lettera a) del decreto legislativo 114/98. Il/la sottoscritto/a Cognome _______________________________________________ Nome __________________________________ data di nascita _____________________________________ luogo di nascita _________________________________ cittadinanza ________________________________ residente a ________________________________ Prov. _______ via, piazza, ecc. _______________________________________________________ n. ___________ CAP _________ Codice fiscale ________________________________________________

CHIEDE

il rilascio dell’autorizzazione di cui all’oggetto per esercitare il commercio su aree pubbliche sul sottoindicato posteggio QUADRO A

Comune di _______________________________________ giorno di mercato _____________________________ Via / P.zza ____________________________________________________________________________________ posteggio n. _____________________ di dimensioni: _________________________________________________ settore merceologico: alimentare non alimentare attrezzato alimentare: SI oppure NO pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n. _________________ del __________________________

A tal fine:

DICHIARA

- di essere in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98 e che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia);

- di non possedere più di una autorizzazione e relativa concessione di posteggio nello stesso mercato.

QUADRO B

(A) di non essere iscritto al Registro Imprese

oppure

(B) di essere iscritto al Registro Imprese presso la Camera di Commercio di ______________________________ al n. R.E.A. (Repertorio Economico Amministrativo) _____________________________________________

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1213

DICHIARA INOLTRE

QUADRO C (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare) di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 114/98: (A) aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare: denominazione dell’istituto _______________________________ sede ______________________________ data conseguimento attestato ______________________________ (B) aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari:

tipo di attività ____________________________________ dal _________________ al _________________ n. di iscrizione al Registro Imprese ___________________ CCIAA di ____________ n. R.E.A. __________

(C) aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari: - quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al _____________ denominazione ___________________________________ sede ________________ n. R.E.A. ___________ - quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al _____________ denominazione ___________________________________ sede ________________ n. R.E.A. ___________

(D) essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA di ______________________________________ con il n. ________________ per il commercio delle tabelle

merceologiche ___________________________________________________________________________

QUADRO D

(A) di non essere in possesso del titolo di priorità per il rilascio dell’autorizzazione richiesta.

oppure

(B) di essere in possesso del titolo di priorità indicato nel QUADRO E. QUADRO E

1) presenze maturate nell’ambito del singolo mercato - l.r. 15/2000 art. 5, comma 5) lettera a) n. _____________

oppure

1) che ai sensi dell’art. 18, comma 2 della l. 241/90 le informazioni sopra richieste sono presenti in documenti già in possesso dell’Amministrazione Comunale dove è ubicato il mercato sede del posteggio da assegnare.

2) anzianità di registro delle imprese – l.r. 15/2000 art. 5, comma 5 lettera b) data di iscrizione _________________________________ anni ____________ mesi __________ giorni ______

3) anzianità dell’attività di commercio su aree pubbliche attestata da Registro delle Imprese – l.r. 15/2000 art. 5, comma 5 lettera c)

data di iscrizione ________________________________ anni_____________ mesi___________ giorni _____ N.B.: i requisiti indicati nel presente QUADRO devono essere posseduti alla data di pubblicazione sul B.U.R.L..

Il sottoscritto è consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data, ________________________

Firma

_____________________________

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE:

Indicare nel QUADRO A i dati relativi al posteggio richiesto, come risultano pubblicati sul B.U.R.L. (Bollettino Ufficiale Regione Lombardia).

Nel QUADRO B barrare la casella (A) oppure quella (B).

Il QUADRO C è da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare.

Nel QUADRO D barrare la casella (A) oppure quella (B). Quando si è barrata la casella (B) nel QUADRO D, barrare una o più caselle QUADRO E.

La presente domanda può essere consegnata direttamente al protocollo del Comune competente o inviata allo stesso con raccomandata A.R..

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ALLEGATO C)

marca da

bollo

(spazio per l’ufficio) SOCIETA’ DI PERSONE Al COMUNE di Oggetto: domanda di rilascio di autorizzazione per esercitare l’attività di commercio su aree pubbliche, di cui all’art. 28,

comma 1, lettera a) del decreto legislativo 114/98. Il/la sottoscritto/a Cognome ___________________________________________ Nome _______________________________________ data di nascita ______________________________ luogo di nascita ________________________________________ cittadinanza _________________________________ residente a _________________________________ Prov. _____ via, piazza, ecc. _____________________________________________________________ n. ______ CAP ________ in qualità di legale rappresentante della società: denominazione ___________________________________________________________________________________ con sede in _________________________________ Prov. _______ via, piazza, ecc. ___________________________ n. ______ CAP _________ iscritta al Registro Imprese al n. R.E.A. _________________________________________ presso la Camera di Commercio di ______________________________ Codice Fiscale _________________________

CHIEDE

il rilascio dell’autorizzazione di cui all’oggetto per esercitare il commercio su aree pubbliche sul sottoindicato posteggio QUADRO A

Comune di __________________________________________ giorno di mercato ___________________________ Via/P.zza _____________________________________________________________________________________ posteggio n. _________________ di dimensioni: ______________________________________________________ settore merceologico: alimentare non alimentare attrezzato alimentare: SI oppure NO pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n. _______________ del _____________________________

A tal fine:

DICHIARA - di essere in possesso dei requisiti morali di cui all’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98 e che non

sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia);

- di non possedere più di una autorizzazione e relativa concessione di posteggio nello stesso mercato.

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DICHIARA INOLTRE

QUADRO B (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare) di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto

legislativo 114/98: (A) aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare:

denominazione dell’istituto _______________________________________ sede ______________________ data conseguimento attestato ________________________________________________________________

(B) aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari: tipo di attività ___________________________________________ dal _______________ al ____________ n. di iscrizione al Registro Imprese _____________________ CCIAA di ______________ n. R.E.A._______

(C) aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari: - quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al ____________ denominazione __________________________________ sede __________________ n. R.E.A. _________ - quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ____________________ al ____________ denominazione __________________________________ sede __________________ n. R.E.A. _________

(D) essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA di _________________________________________________ con il n. _____ per il commercio delle tabelle merceologiche ____________________________________________________________________________

oppure

che i requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 114/98 sono posseduti dal signor

_____________________________________________ che ha compilato la dichiarazione di cui al QUADRO E

allegato alla domanda di autorizzazione.

QUADRO C

(A) che la società suindicata non è in possesso del titolo di priorità per il rilascio dell’autorizzazione richiesta

oppure

(B) che la società suindicata è in possesso del titolo di priorità indicato nel QUADRO D. QUADRO D

(1) presenze maturate nell’ambito del singolo mercato - l.r. 15/2000 art. 5, comma 5) lettera a) n. ______________

oppure

(1) che ai sensi dell’art. 18, comma 2 della l. 241/90 le informazioni sopra richieste sono presenti in documenti già in possesso dell’Amministrazione Comunale dove è ubicato il mercato sede del posteggio da assegnare.

(2) anzianità di registro delle imprese – l.r. 15/2000 art. 5, comma 5 lettera b)

data di iscrizione ___________________________ anni ____________ mesi____________ giorni ________ (3) anzianità dell’attività di commercio su aree pubbliche attestata da Registro delle Imprese – l.r. 15/2000 art 5,

comma 5 lettera c) data di iscrizione ___________________________ anni ____________ mesi____________ giorni ________

N.B.: i requisiti indicati nel presente QUADRO devono essere posseduti alla data di pubblicazione sul B.U.R.L..

Il sottoscritto è consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data _____________________ Firma _____________________

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QUADRO E allegato alla domanda (da compilare solo per il commercio relativo al settore merceologico alimentare da parte di altra persona specificatamente preposta all’attività commerciale diversa dal legale rappresentante)

Cognome ___________________________ Nome __________________________ C.F. ______________________ Data di nascita _______________________ Cittadinanza _______________________________________________ Luogo di nascita: Stato _________________ Provincia ______ Comune ___________________________________ Residenza: Via, piazza, ecc. _________________________________ n. __________ C.A.P. ___________________

Comune ___________________________________________________ Prov. _____________________

dichiara

di essere in possesso di uno dei seguenti requisiti professionali di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 114/98: (A) aver frequentato con esito positivo il corso professionale per il commercio del settore alimentare:

denominazione dell’istituto ___________________________________________ sede _________________ data conseguimento attestato _____________________________________

(B) aver esercitato in proprio l’attività di vendita di prodotti alimentari: tipo di attività ________________________________________ dal _________________ al _____________ n. di iscrizione al Registro Imprese __________________ CCIAA di _________________ n. R.E.A. _______

(C) aver prestato la propria opera presso imprese esercenti l’attività di vendita di prodotti alimentari: - quale dipendente qualificato, regolarmente iscritto all’INPS, dal ___________________ al ______________

denominazione ________________________________ sede _____________________ n. R.E.A. _______ - quale collaboratore familiare, regolarmente iscritto all’INPS, dal ___________________ al ______________

denominazione _________________________________ sede _____________________ n. R.E.A. _______ (D) essere stato iscritto nell’ultimo quinquennio al Registro Esercenti il Commercio (REC) presso la CCIAA di ___________________________________ con il n. __________________ per il commercio delle tabelle

merceologiche ____________________________________________________________________________ Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data ______________________ Firma __________________________

QUADRO F allegato alla domanda (da compilare a cura di soci/amministratori diversi dal legale rappresentante della medesima società che ha richiesto l’autorizzazione)

Cognome ___________________________ Nome __________________________ C.F. ______________________ Data di nascita _______________________ Cittadinanza _______________________________________________ Luogo di nascita: Stato _________________ Provincia ______ Comune ___________________________________ Residenza: Via, piazza, ecc. _________________________________ n. __________ C.A.P. ___________________

Comune ___________________________________________________ Prov. _____________________

dichiara

- di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 14/98; - che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della

legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia). Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data __________________ Firma __________________________

Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Ordinaria - N. 12 – 15 marzo 2004

1217

Cognome ___________________________ Nome _____________________ C.F. ___________________________ Data di nascita ________________________ Cittadinanza ______________________________________________ Luogo di nascita: Stato _________________________ Provincia _______ Comune __________________________ Residenza: Via, piazza, ecc._______________________________________________ n. _______ C.A.P. ________ Comune __________________________________________________________________ Prov. ______

dichiara - di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98; - che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia). Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data ________________________ Firma _______________________________ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Cognome ___________________________ Nome _____________________ C.F. ___________________________ Data di nascita ________________________ Cittadinanza ______________________________________________ Luogo di nascita: Stato _________________________ Provincia _______ Comune __________________________ Residenza: Via, piazza, ecc._______________________________________________ n. _______ C.A.P. ________ Comune __________________________________________________________________ Prov. _______

dichiara

- di essere in possesso dei requisiti morali previsti dall’articolo 5 commi 2 e 4 del decreto legislativo 114/98; - che non sussistono nei propri confronti “cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575” (antimafia). Il sottoscritto consapevole che le dichiarazioni false, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi comportano l’applicazione delle sanzioni penali previste dall’art. 26 L. n. 15/1968. Data ________________________ Firma _______________________________

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE: Indicare nel QUADRO A i dati relativi al posteggio richiesto, come risultano pubblicati sul B.U.R.L. (Bollettino Ufficiale Regione Lombardia). Indicare nel QUADRO B chi possiede i requisiti professionali per il settore merceologico alimentare. Nel caso i predetti requisiti professionali siano posseduti da soggetto diverso dal legale rappresentante compilare il QUADRO E allegato alla domanda di autorizzazione. Nel QUADRO C barrare la casella (A) oppure quella (B). Quando si è barrata la casella (B) nel QUADRO C, barrare una o più caselle QUADRO D. Le dichiarazioni di cui al QUADRO F allegato alla domanda devono essere compilate da soci/amministratori diversi dal legale rappresentante che ha presentato la domanda di autorizzazione. La presente domanda può essere consegnata direttamente al protocollo Comunale competente o inviata allo stesso con raccomandata A.R..

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1218 –

D.G. Industria, piccola e media impresa e cooperazione e turismo[BUR20040158] [3.6.0]Com.r. 4 marzo 2004 - n. 32Elenco candidati idonei guida turistica e accompagnatore turistico bandi 2003 – Amministrazione Provinciale di Pavia

ELENCO CANDIDATI IDONEI GUIDA TURISTICABANDI 2003 ESPLETATI DALLE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI

N. COGNOME NOME NATO/A IL LINGUA/E PROV.

1 BENEDICENTI GIOVANBATTISTA PESCARA 30/05/1969 INGLESE PV

2 FERGONZI MAURIZIO ALESSANDRO PAVIA 07/12/1978 INGLESE/FRANCESE PV

3 PIREDDU VALENTINA PAVIA 01/04/1977 INGLESE PV

4 ROVELLI ANTONIO PAVIA 13/12/1964 INGLESE PV

5 TODESCHINI SARA CITTIGLIO 19/07/1976 FRANCESE PV

ELENCO CANDIDATI IDONEI ACCOMPAGNATORE TURISTICOBANDI 2003 ESPLETATI DALLE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI

ABILITATIN. COGNOME NOME NATO/A IL LINGUA/E PRESSO

PROV.

1 BOBBA MARCELLO VOGHERA 18/02/1965 RUSSO PV

2 CONTARDI FRANCESCO CODOGNO 23/11/1978 INGLESE/RUSSO PV

3 COSENTINO DI VALASQUO DANIELE SAVONA 24/05/1974 INGLESE PV

4 MARNONI ATTILIA COMO 19/08/1974 INGLESE/SPAGNOLO PV

5 MORELLI SANDRA BRESCIA 19/03/1956 INGLESE PV

6 PIGNATEL MARGHERITA MILANO 14/09/1976 INGLESE/FRANCESE/SPAGNOLO PV

D.G. Infrastrutture e mobilita

[BUR20040159] [5.2.0]D.d.u.o. 12 febbraio 2004 - n. 1760Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia diLecco. Declassificazione a strade comunali dei seguentitratti stradali: S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125al km 3+200 in Comune di Bosisio Parini (LC); S.P. n. 47dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 in Comune diBosisio Parini (LC); S.P. n. 52 dal km 0+550 al km 2+250in Comune di Sirone (LC); S.P. n. 52 dal km 2+250 al km2+800 in Comune di Dolzago (LC); S.P. n. 56 dal km12+600 al km 13+206 in Comune di Verderio Inferiore(LC)IL DIRIGENTE DELL’UNITA ORGANIZZATIVA VIABILITA

Omissis

DecretaArt. 1 – E approvata la declassificazione a strade comunali

dei seguenti tratti viari come individuato con la deliberazionedel Consiglio provinciale di Lecco n. 1 dell’8 gennaio 2004:

– S.P. n. 47 dir. Bosisio Parini dal km 0+125 al km 3+200in Comune di Bosisio Parini (LC);

– S.P. n. 47 dir. S.S. n. 36 dal km 0+000 al km 1+400 inComune di Bosisio Parini (LC);

– S.P. n. 52 dal km 0+550 al km 2+250 in Comune di Sirone(LC);

– S.P. n. 52 dal km 2+250 al km 2+800 in Comune di Dolza-go (LC);

– S.P. n. 56 dal km 12+600 al km 13+206 in Comune diVerderio Inferiore (LC).

Art. 2 – La Provincia di Lecco che consegna i tronchi stra-dali ai nuovi gestori dovra elencare le opere strutturali pre-senti quali ponticelli, ponti, opere conto terzi ed altro e dovraconsegnare sia la relativa documentazione tecnica di base siaeventuale documentazione tecnica integrativa relativa ad e-ventuali interventi di restauro o ristrutturazione statica.

In caso di assenza di documentazione tecnica la Provinciadi Lecco dovra fare una esplicita dichiarazione al riguardo.

Il Dirigente di Unita Organizzativa viabilita:Marco Cesca

[BUR20040160] [5.2.0]D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2214Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia diSondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.

72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiridenti(SO)IL DIRIGENTE DELL’UNITA ORGANIZZATIVA VIABILITA

Omissis

DecretaArt. 1 – E approvata la declassificazione a strada comunale

della S.P. 72 «Poggiridenti-Municipio» in Comune di Poggiri-denti (SO) come individuato con la deliberazione del Consi-glio provinciale di Sondrio n. 76 del 28 novembre 2004.

Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stra-dale al nuovo gestore dovra elencare le opere strutturali pre-senti e dovra consegnare sia la relativa documentazione tecni-ca di base sia eventuale documentazione tecnica integrativarelativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazionestatica.

In caso di assenza di documentazione tecnica la Provinciadi Sondrio dovra fare una esplicita dichiarazione al riguardo.

Il Dirigente di Unita Organizzativa viabilita:Marco Cesca

[BUR20040161] [5.2.0]D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2215Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia diSondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzone (SO)IL DIRIGENTE DELL’UNITA ORGANIZZATIVA VIABILITA

Omissis

DecretaArt. 1 – E approvata la declassificazione a strada comunale

della S.P. 28 «Biancone-Stazione F.S.» in Comune di Bianzo-ne (SO) come individuato con la deliberazione del Consiglioprovinciale di Sondrio n. 75 del 28 novembre 2004.

Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stra-dale al nuovo gestore dovra elencare le opere strutturali pre-senti e dovra consegnare sia la relativa documentazione tecni-ca di base sia eventuale documentazione tecnica integrativarelativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazionestatica.

In caso di assenza di documentazione tecnica la Provinciadi Sondrio dovra fare una esplicita dichiarazione al riguardo.

Il Dirigente di Unita Organizzativa viabilita:Marco Cesca

[BUR20040162] [5.2.0]D.d.u.o. 19 febbraio 2004 - n. 2216Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1219 –

Sondrio. Declassificazione a strada comunale della S.P.65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO)IL DIRIGENTE DELL’UNITA ORGANIZZATIVA VIABILITA

Omissis

DecretaArt. 1 – E approvata la declassificazione a strada comunale

della S.P. 65 «Delebio-Piantedo» in Comune di Delebio (SO)come individuato con la deliberazione del Consiglio provin-ciale di Sondrio n. 74 del 28 novembre 2004.

Art. 2 – La Provincia di Sondrio che consegna il tronco stra-dale al nuovo gestore dovra elencare le opere strutturali pre-senti e dovra consegnare sia la relativa documentazione tecni-ca di base sia eventuale documentazione tecnica integrativarelativa ad eventuali interventi di restauro o ristrutturazionestatica.

In caso di assenza di documentazione tecnica la Provinciadi Sondrio dovra fare una esplicita dichiarazione al riguardo.

Il Dirigente di Unita Organizzativa viabilita:Marco Cesca

[BUR20040163] [5.2.2]D.d.u.o. 27 febbraio 2004 - n. 2799Approvazione della graduatoria per la concessione di fi-nanziamenti per interventi di manutenzione e potenzia-mento del demanio della navigazione interna in attuazio-ne della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003

IL DIRIGENTE DELL’UNITA ORGANIZZATIVAPremesso che l’art. 11 della legge n. 281/70 trasferisce alle

regioni la titolarita del demanio portuale delle acque internee che le opere attinenti ai porti lacuali sono di competenzaregionale ai sensi del d.P.R. n. 5/72 e del d.P.R. n. 616/77;

Visti:• la d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003 «Programma 2004

degli interventi di manutenzione e potenziamento del dema-nio della navigazione interna. Procedure per la concessionedi finanziamento agli enti locali e loro gestioni associate»;

• il decreto n. 22060 del 10 dicembre 2003 di nomina dellaCommissione preposta all’analisi ed alla valutazione delle ri-chieste di contributo relative al «Programma 2004 degli inter-venti di manutenzione e potenziamento del demanio della na-vigazione interna» ed il decreto n. 2510 del 24 febbraio 2004di modifica della Commissione;

Esaminati i verbali delle riunioni della Commissione di va-lutazione dei progetti;

Preso atto che le richieste di finanziamento presentate daiComuni e loro Gestioni Associate nei termini previsti dallad.g.r. n. 14101/2003 ammontano complessivamente a circa10.274.000 euro;

Preso atto degli esiti delle Conferenze dei Servizi svoltesiregolarmente presso le Gestioni Associate dei bacini lacualie presso la Direzione Generale Infrastrutture e Mobilita, inconformita a quanto previsto all’allegato 1, sub allegato A,punto 2, della d.g.r. n. 14101/2003; esiti che hanno determina-to l’ammissibilita dei progetti al finanziamento regionale e laloro conformita alle normative vigenti in materia di operepubbliche, per una somma complessiva di C 9.149.516,45;Considerato che tutti gli interventi di cui al punto prece-

dente sono ammessi al finanziamento regionale, in quanto egarantita la copertura finanziaria sulle annualita 2004-2005,

ALLEGATO 1

GRADUATORIA COMPLESSIVA

Importo lavori Contributo TOTALEcomplessivo regionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO Annualita NOTEPUNTIC C

1 TOSCOLANO MADERNO Interventi di manutenzione stra- 745.000,00 300.000,00 115,0 2004ordinaria porto di Maderno conformazione di passerella a lagoper ormeggio e nuove catenarie

2 AZZATE Manutenzione e potenziamento 61.000,00 30.500,00 108,0 2004darsena di Azzate

3 MACCAGNO Potenziamento infrastrutture 600.000,00 300.000,00 93,0 2004portuali porto Gabella – base aterra – frangiflutti con pontili gal-leggianti – 1º lotto funzionale

cosı come previsto all’allegato 1, sub allegato A, punto 3, dellad.g.r. n. 14101/2003;

Considerato che in sede di definizione della graduatoria sie dovuto procedere ad un ulteriore approfondimento delle ca-sistiche degli interventi per definire correttamente il ripartodei finanziamenti per il biennio 2004-2005;

Rilevata la presenza di vincoli ambientali-paesaggistici(SIC) e funzionali alla realizzazione degli interventi (lotti) cherichiedono ulteriori approfondimenti progettuali, e stato sta-bilito, al fine di predisporre correttamente i progetti esecutividelle opere, di prevedere il finanziamento di detti interventinell’annualita 2005 a prescindere dalla posizione in graduato-ria;

Vista la graduatoria definitiva, riportata negli allegati 1, 2,3, che costituiscono parte integrante del presente decreto;

Visto l’allegato 4, parte integrante del presente decreto, cheindica gli interventi non ammessi al finanziamento regionale;

Preso atto che la realizzazione degli interventi specificatinel programma verra finanziata mediante l’utilizzo di risorsedisponibili sui capitoli 534 e 535 per gli anni 2004-2005 comedi seguito specificato:

Capitolo Anno 2004 Anno 20054.8.2.5.2.125 – 534 C 1.400.000,00 C 1.400.000,004.8.2.5.3.126 – 535 C 3.731.007,56 C 2.618.508,89Totale C 5.131.007,56 C 4.018.508,89

Visti:• l’art. 17 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che individua le

competenze e i poteri dei Direttori Generali;• la d.g.r. n. 7/15655 del 18 dicembre 2003 «Disposizioni

di carattere organizzativo (5º provvedimento 2003)» da cui sidesumono le competenze del singolo dirigente;

Decreta1. di approvare la graduatoria per la concessione di contri-

buti per «Interventi di manutenzione e potenziamento del de-manio della navigazione interna» – Anno 2004 di cui agli alle-gati 1, 2, 3;

2. di dare atto che, sulla scorta della graduatoria allegata,sono finanziati 70 interventi per C 9.149.516,45, ripartiti suicompetenti capitoli di bilancio come da allegati 1, 2, 3 e pergli importi complessivi sottoindicati:

Capitolo Anno 2004 Anno 20054.8.2.5.2.125 – 534 C 1.400.000,00 C 1.400.000,004.8.2.5.3.126 – 535 C 3.731.007,56 C 2.618.508,89Totale C 5.131.007,56 C 4.018.508,89

3. di dare atto che gli interventi inseriti nell’esercizio 2005saranno finanziati previa verifica d’ufficio del mantenimentodelle condizioni di finanziamento come previsto all’allegato1, sub allegato A, punto 3 della d.g.r. n. 14101/2003;

4. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bolletti-no Ufficiale della Regione Lombardia.

Il dirigente dell’U.O.Vie Navigabili e Logistica:

Umberto Regalia——— • ———

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1220 –

Importo lavori Contributo TOTALEcomplessivo regionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO Annualita NOTEPUNTIC C

4 MACCAGNO Potenziamento infrastrutture 600.000,00 300.000,00 92,0 2005 Preso atto che il Comune ha presentato due inter-portuali porto Gabella – Riquali- venti rilevanti, l’opera verra finanziata nell’esercizioficazione porto esistente e com- 2005.pletamento galleggianti e operedi abbattimento barriere archi-tettoniche – 2º lotto funzionale

5 CASALMAGGIORE Realizzazione opere a terra per 146.868,72 72.000,00 90,0 2004attracco fluviale in localita LidoPo

6 TOSCOLANO MADERNO Intevento di manutenzione por- 600.000,00 300.000,00 89,0 2005 Preso atto che il Comune ha presentato due inter-to di Toscolano e adeguamento venti rilevanti l’opera verra finanziata nell’eserciziostrutture esistenti 2005.

7 MANERBA DEL GARDA Riqualificazione porto Torchio 135.000,00 67.500,00 87,0 2004con rifacimento pontile

8 SALO Intervento in attuazione del P.P. 550.000,00 275.000,00 84,0 2004 Intervento necessario per il completamento delCanottieri. Variante architettoni- porto – lavori avviati nel 2002.ca Porto Canottieri

9 SORICO Riqualificazione e costruzione 226.600,00 131.428,00 81,0 2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindidi approdi temporanei per pic- e necessario attivare le procedure per la valutazio-cole unita di navigazione in fra- ne di incidenza. In considerazione dei tempi per lazione «Dascio» formulazione di tale valutazione, si e concordato

con il Comune di finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005.

10 RANZANICO Riqualificazione funzionale e 116.000,00 56.840,00 77,0 2005 In considerazione della tipologia dell’intervento, inambientale nuovo approdo accordo con il Comune, l’intervento verra finanzia-

to nell’esercizio 2005.11 DESENZANO DEL GARDA Dragaggio porto di Desenzano, 160.000,00 80.000,00 74,0 2004

zona pontili Maratona, area at-tracco battelli trasporto pubblico– sistemazione scivolo alaggio– abbattimento barriere architet-toniche

12 VALSOLDA Costruzione pontile galleggiante 132.319,50 79.391,70 71,0 2004in frazione S. Mamete

13 CREMIA Sistemazione delle aree del de- 191.200,00 114.720,00 71,0 2005 In considerazione della sostanziale modifica delmanio lacuale in frazione San progetto presentato con eliminazione della pas-Vito seggiata e ricollocazione del pontile galleggiante e

del conseguente parere sospensivo espresso insede di Conferenza di Servizi, si ritiene opportunofinanziare il progetto nel 2005.

14 LUINO Porto nuovo – interventi di mes- 99.800,00 59.880,00 69,0 2004 Intervento necessario per messa in sicurezza dellesa in sicurezza e completamen- strutture portuali – lavori avviati nel 2002.to funzionale

15 LOVERE Riqualificazione ambientale e 465.000,00 227.850,00 69,0 2005 In considerazione della tipologia dell’intervento, infunzionale zona rossa accordo con il Comune, l’intervento verra finanzia-

to nell’esercizio 2005.16 LUINO Porto Lido – Interventi di messa 99.800,00 59.880,00 68,0 2004 Intervento necessario per messa in sicurezza delle

in sicurezza e completamento strutture portuali – lavori avviati nel 2002.funzionale

17 BREZZO DI BEDERO Realizzazione di pontile di at- 150.000,00 94.500,00 67,0 2004tracco e sosta temporanea inlocalita Archet

18 VERCEIA Opere di manutenzione e po- 154.000,00 92.400,00 66,0 2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quinditenziamento demanio di naviga- e necessario attivare le procedure per la valutazio-zione interna area portuale sul ne di incidenza. In considerazione dei tempi per lalago di Mezzola formulazione di tale valutazione, si e concordato

con il Comune di finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi.

19 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e 295.000,00 184.375,00 64,5 2004 Intervento necessario per la prosecuzione dei la-potenziamento del porto turisti- vori avviati nel 2003 relativi al 1º e al 2º lotto.co esistente – 3º intervento fun-zionale

20 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e 295.000,00 184.375,00 64,5 2005 In considerazione dei tempi necessari per la realiz-potenziamento del porto turisti- zazione dell’intervento (di cui sono gia stati appal-co esistente – 4º intervento fun- tati nel 2003 il 1º e il 2º lotto ed e in previsionezionale per il 2004 la prosecuzione dell’intervento con il

finanziamento del 3º) si ritiene opportuno finanzia-re il 4º e 5º lotto nel 2005

21 TERNATE Realizzazione di pontile di at- 80.000,00 52.000,00 64,0 2004tracco e sosta temporanea inlocalita Parco Comunale

22 CALOLZIOCORTE Manutenzione pontile esistente, 175.000,00 105.000,00 64,0 2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindirealizzazione nuovo pontile, ri- e necessario attivare le procedure per la valutazio-qualificazione ambiti lacuali ne di incidenza. In considerazione dei tempi per la

formulazione di tale valutazione, si ritiene opportu-no finanziare l’intervento nell’esercizio 2005, vistoil parere sospensivo della Conferenza dei Servizi.

23 BODIO LOMNAGO Opere di sistemazione lido di 437.500,00 262.500,00 62,0 2004Bodio e realizzazione portic-ciolo

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1221 –

Importo lavori Contributo TOTALEcomplessivo regionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO Annualita NOTEPUNTIC C

24 CASTELVECCANA Riqualificazione funzionale ed 440.000,00 277.200,00 61,0 2004ambientale delle strutture esi-stenti, pontili per approdo tem-poraneo, scivoli per alaggio, a-deguamento strutture e infra-strutture esistenti in materia disicurezza in localita Calde

25 IDRO Realizzazione nuovi campi boa 80.000,00 52.000,00 60,0 2004in localita Crone e Lemprato

26 LEGGIUNO Completamento dei lavori di 260.000,00 169.000,00 58,0 2004 L’intervento e necessario per il completamento deiampliamento e ristrutturazione lavori di messa in sicurezza del porto avviati daldel porto di Reno – 3º lotto Comune dal 2002

27 VERGIATE Riqualificazione e costruzione 120.000,00 78.000,00 58,0 2004di approdi temporanei per pic-cole unita di navigazione pressola pubblica spiaggia di Corgeno

28 TIGNALE Progetto valorizzazione porto 250.000,00 162.500,00 57,0 2004turistico in localita Pra de laFam

29 PUSIANO Intervento di realizzazione nuo- 100.502,40 65.326,56 57,0 2005 L’intervento e coordinato dal Consorzio Parco Val-vi attracchi pontili turistici e le del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC esportivi quindi e necessario attivare le procedure per la

valutazione di incidenza. In considerazione deitempi per la formulazione di tale valutazione, siritiene opportuno finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi.

30 BOSISIO PARINI Progetto per nuovi attracchi turi- 105.864,78 68.812,11 57,0 2005 L’intervento e coordinato dal Consorzio Parco Val-stici e sportivi le del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC e

quindi e necessario attivare le procedure per lavalutazione di incidenza. In considerazione deitempi per la formulazione di tale valutazione, siritiene opportuno finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi.

31 PORTO CERESIO Potenziamento pontili in piazza 50.276,49 32.679,72 57,0 2004Bossi e ripristino funzionalepontile in piazzale Luraschi

32 VIRGILIO Realizzazione di attracco fluvia- 450.000,00 292.500,00 56,0 2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quindile e relativa darsena in localita e necessario attivare le procedure per la valutazio-Vallazza ne di incidenza. In considerazione dei termpi per

la formulazione di tale valutazione l’intervento ver-ra finanziato nell’esercizio 2005.

33 CAZZAGO BRABBIA Sistemazione area a lago 245.696,81 159.702,93 55,0 2004

34 ISPRA Adeguamento e riqualificazione 250.000,00 162.500,00 55,0 2004 Intervento necessario per la messa in sicurezzafunzionale del porto dei Galli del porto – lavori avviati nel 2002.

35 MONIGA DEL GARDA Realizzazione nuovi campi boa 410.000,00 266.500,00 55,0 2004

36 MERONE Sistemazione pontile di attracco 49.500,00 32.175,00 55,0 2005 L’intervento e coordinato dal Consorzio Parco Val-natanti e formazione ponticello le del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC esul lago di Pusiano in localita quindi e necessario attivare le procedure per laMoiana valutazione di incidenza. In considerazione dei

tempi per la formulazione di tale valutazione, siritiene opportuno finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi.

37 SESTO CALENDE Potenziamento pontile galleg- 65.299,79 39.179,88 55,0 2004giante molo De Cristoforis –Viale Italia

38 ANFO Ampliamento porto lacuale me- 106.650,73 69.322,97 51,0 2004diante realizzazione pontile perattracco imbarcazioni

39 COLICO Potenziamento e riqualificazio- 425.670,50 276.685,82 51,0 2004ne del porticciolo di Piona e re-lative opere infrastrutturali

40 COSTA VOLPINO Adeguamento sicurezza struttu- 103.291,58 67.139,38 50,0 2004re Porto di Pizzo

41 SESTO CALENDE Potenziamento pontile galleg- 34.773,91 20.864,35 48,0 2004giante ex navigazione LagoMaggiore – Via Barbieri

42 PARATICO Campo boe provvisorio Tengat- 91.000,00 59.000,00 47,5 2004tini

43 BAGNOLO SAN VITO Interventi di manutenzione e 98.455,00 63.995,65 47,0 2004ampliamento dell’attracco flu-viale a Correggio Micheli

44 ANGERA Consolidamento riva lacuale, 207.200,00 134.680,00 47,0 2004scivolo per alaggio e posa pon-tile galleggiante P.zza Garibaldi

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1222 –

Importo lavori Contributo TOTALEcomplessivo regionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO Annualita NOTEPUNTIC C

45 NOVATE MEZZOLA Opere di manutenzione e po- 97.200,00 63.180,00 47,0 2005 L’intervento ricade in zona soggetta a SIC e quinditenziamento demanio di naviga- e necessario attivare le procedure per la valutazio-zione interna area portuale sul ne di incidenza. In considerazione dei tempi per lalago di Mezzola formulazione di tale valutazione, si e concordato

con il Comune di finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi

46 ROGENO Costruzione approdo tempora- 35.101,00 22.815,65 47,0 2005 L’intervento e coordinato dal Consorzio Parco Val-neo per piccole unita di naviga- le del Lambro. Ricade in zona soggetta a SIC ezione sul lago di Pusiano quindi e necessario attivare le procedure per la

valutazione di incidenza. In considerazione deitempi per la formulazione di tale valutazione, siritiene opportuno finanziare l’intervento nell’eserci-zio 2005, visto il parere sospensivo della Confe-renza dei Servizi.

47 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e 100.000,00 62.500,00 46,5 2005 In considerazione dei tempi necessari per la realiz-potenziamento del porto turisti- zazione dell’intervento (di cui sono gia stati appal-co esistente - 5º intervento fun- tati nel 2003 il 1º e il 2º lotto ed e in previsionezionale per il 2004 la prosecuzione dell’intervento con il

finanziamento del 3º) si ritiene opportuno finanzia-re il 4º e 5º lotto nel 2005

48 LIERNA Realizzazione ponteggio e diga 79.000,00 51.350,00 46,0 2004galleggiante e completamentosistemazione delle aree dema-niali

49 SULZANO Ampliamento e riqualificazione 174.950,00 113.717,50 45,0 2004 Intervento da raccordare con quanto gia finanziatoPorto Vecchio nel 2003 per la sistemazione del pontile NLI.

50 BELLAGIO Realizzazione dei pontili di at- 271.984,61 176.790,00 45,0 2004tracco per approdo temporaneodi Borgo, Loppia, Pescallo edella Cappelletta

51 LAVENO MOMBELLO Stazione di imbarco dei traghet- 368.000,00 239.200,00 44,0 2004 Intervento, in attuazione di protocollo d’intesa, ne-ti. Eliminazione torri e sistema- cessario per il completamento dei lavori di siste-zione area circostante – 1º lotto mazione della stazione traghetti NLM avviati a se-funzionale di completamento guito di evento alluvionale dal Genio Civile di Va-

rese nel 200252 RIVA DI SOLTO Riqualificazione funzionale por- 60.000,00 39.000,00 44,0 2004

to Duane e porto Martinoni53 COMUNITA MONTANA Manutenzione straordinaria 56.854,81 36.995,63 43,0 2004 L’intervento sara realizzato in Comune di Mona-

VAL CAVALLINA strutture di ormeggio sterolo del Castello54 GERA LARIO Manutenzione ordinaria e stra- 215.000,00 139.750,00 43,0 2004

ordinaria strutture portuali55 VARENNA Ripristino e riqualificazione porti 64.500,00 41.925,00 43,0 2004

comunali di Varenna Riva Gran-de e Fiumelatte

56 BELLAGIO Lavori di manutenzione straor- 247.618,50 160.952,03 43,0 2004dinaria, messa in sicurezza edammodernamento del porto diLoppia

57 BRIENNO Opere di abbassamento del 189.000,00 122.850,00 42,0 2004fondale del molo vecchio e con-solidamento statico murature didelimitazione

58 LINAROLO Realizzazione di approdo ad 79.308,24 51.550,35 40,0 2005uso turistico a valle del pontedella Becca

59 MENAGGIO Realizzazione nuovo porto turi- 1.339.666,69 300.000,00 40,0 2005 La quota di finanziamento del comune avviene at-stico in frazione di Nobiallo di traverso convenzione con privati. In considerazio-Menaggio – 1º Lotto ne del parere sospensivo espresso in sede di

Conferenza dei Servizi e delle conseguenti pre-scrizioni, con particolare riferimento all’approfondi-mento geologico e ambientale, si ritiene opportunoil finanziamento dell’intervento nel 2005

60 MEZZANA BIGLI Nuovo attracco fluviale al ponte 211.000,00 137.150,00 40,0 2005della SP 206

61 MONTE ISOLA Adeguamento sicurezza e sci- 155.180,00 100.867,00 40,0 2005volo alaggio – localita Carzano

62 PORLEZZA Manutenzione straordinaria dei 64.000,00 41.600,00 39,0 2005pontili esistenti di Porlezza eCima

63 LIMONE SUL GARDA Lavori di adeguamento e riqua- 166.112,16 107.972,90 37,0 2005lificazione strutture portuali

64 PISOGNE Riqualificazione funzionale e 125.443,88 81.538,52 36,0 2005ambientale del porto

65 GERRE DE’ CAPRIOLI Pontile di attracco temporaneo 120.000,00 75.600,00 35,0 2005per piccole navi passeggeri inlocalita Bosco ex parmigiano

66 ISEO Completamento porto Centrale 357.500,00 232.375,00 35,0 2005Punta

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1223 –

Importo lavori Contributo TOTALEcomplessivo regionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO Annualita NOTEPUNTIC C

67 ISEO Completamento porto indu- 385.000,00 250.250,00 35,0 2005striale

68 ANGERA Manutenzione e consolidamen- 317.800,00 206.570,00 34,0 2005to porto asburgico.

69 LAVENO MOMBELLO Stazione di imbarco dei traghet- 248.000,00 161.200,00 33,0 2005 In considerazione dei tempi necessari per la realiz-ti. Eliminazione torri e sistema- zazione dell’intervento (di cui e in appalto la realiz-zione area circostante – 2º lotto zazione della biglietteria) si ritiene opportuno fi-funzionale nanziare il 2º lotto nel 2005

70 LEGGIUNO Realizzazione di scivolo di alag- 233.712,00 151.912,80 26,0 2005gio e sistemazioni esterne perti-nenti – Arolo

TOTALE 16.221.202,10 9.149.516,45

ALLEGATO 2

INTERVENTI AMMESSI A FINANZIAMENTO NEL 2004

Contributo TOTALEregionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO CAPITOLOPUNTIC

1 TOSCOLANO MADERNO Interventi di manutenzione straordinaria porto di Maderno con formazione di passerella a 300.000,00 115,0 4.8.2.5.2.125.534lago per ormeggio e nuove catenarie

2 AZZATE Manutenzione e potenziamento darsena di Azzate 30.500,00 108,0 4.8.2.5.2.125.5343 MACCAGNO Potenziamento infrastrutture portuali porto Gabella – base a terra – frangiflutti con pontili 300.000,00 93,0 4.8.2.5.2.125.534

galleggianti – 1º lotto funzionale4 CASALMAGGIORE Realizzazione opere a terra per attracco fluviale in localita Lido Po 72.000,00 90,0 4.8.2.5.2.125.5345 MANERBA DEL GARDA Riqualificazione porto Torchio con rifacimento pontile 67.500,00 87,0 4.8.2.5.2.125.5346 SALO Intervento in attuazione del P.P. Canottieri. Variante architettonica Porto Canottieri 275.000,00 84,0 4.8.2.5.2.125.5347 DESENZANO DEL GARDA Dragaggio porto di Desenzano, zona pontili Maratona, area attracco battelli trasporto pub- 80.000,00 74,0 4.8.2.5.2.125.534

blico – sistemazione scivolo alaggio – abbattimento barriere architettoniche8 VALSOLDA Costruzione pontile galleggiante in frazione S. Mamete 79.391,70 71,0 4.8.2.5.2.125.5349 LUINO Porto nuovo – interventi di messa in sicurezza e completamento funzionale 59.880,00 69,0 4.8.2.5.2.125.534

10 LUINO Porto Lido – Interventi di messa in sicurezza e completamento funzionale 59.880,00 68,0 4.8.2.5.2.125.53411 BREZZO DI BEDERO Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in localita Archet 94.500,00 67,0 4.8.2.5.2.125.534

4.8.2.5.3.126.53512 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente – 3º intervento 184.375,00 64,5 4.8.2.5.3.126.535

funzionale13 TERNATE Realizzazione di pontile di attracco e sosta temporanea in localita Parco Comunale 52.000,00 64,0 4.8.2.5.3.126.53514 BODIO LOMNAGO Opere di sistemazione lido di Bodio e realizzazione porticciolo 262.500,00 62,0 4.8.2.5.3.126.53515 CASTELVECCANA Riqualificazione funzionale ed ambientale delle strutture esistenti, pontili per approdo tem- 277.200,00 61,0 4.8.2.5.3.126.535

poraneo, scivoli per alaggio, adeguamento strutture e infrastrutture esistenti in materia disicurezza in localita Calde

16 IDRO Realizzazione nuovi campi boa in localita Crone e Lemprato 52.000,00 60,0 4.8.2.5.3.126.53517 LEGGIUNO Completamento dei lavori di ampliamento e ristrutturazione del porto di Reno – 3º lotto 169.000,00 58,0 4.8.2.5.3.126.53518 VERGIATE Riqualificazione e costruzione di approdi temporanei per piccole unita di navigazione pres- 78.000,00 58,0 4.8.2.5.3.126.535

so la pubblica spiaggia di Corgeno19 TIGNALE Progetto valorizzazione porto turistico in localita Pra de la Fam 162.500,00 57,0 4.8.2.5.3.126.53520 PORTO CERESIO Potenziamento pontili in piazza Bossi e ripristino funzionale pontile in piazzale Luraschi 32.679,72 57,0 4.8.2.5.3.126.53521 CAZZAGO BRABBIA Sistemazione area a lago 159.702,93 55,0 4.8.2.5.3.126.53522 ISPRA Adeguamento e riqualificazione funzionale del porto dei Galli 162.500,00 55,0 4.8.2.5.3.126.53523 MONIGA DEL GARDA Realizzazione nuovi campi boa 266.500,00 55,0 4.8.2.5.3.126.53524 SESTO CALENDE Potenziamento pontile galleggiante molo De Cristoforis – Viale Italia 39.179,88 55,0 4.8.2.5.3.126.53525 ANFO Ampliamento porto lacuale mediante realizzazione pontile per attracco imbarcazioni 69.322,97 51,0 4.8.2.5.3.126.53526 COLICO Potenziamento e riqualificazione del porticciolo di Piona e relative opere infrastrutturali 276.685,82 51,0 4.8.2.5.3.126.53527 COSTA VOLPINO Adeguamento sicurezza strutture Porto di Pizzo 67.139,38 50,0 4.8.2.5.3.126.53528 SESTO CALENDE Potenziamento pontile galleggiante ex navigazione Lago Maggiore – Via Barbieri 20.864,35 48,0 4.8.2.5.3.126.53529 PARATICO Campo boe provvisorio Tengattini 59.000,00 47,5 4.8.2.5.3.126.53530 BAGNOLO SAN VITO Interventi di manutenzione e ampliamento dell’attracco fluviale a Correggio Micheli 63.995,65 47,0 4.8.2.5.3.126.53531 ANGERA Consolidamento riva lacuale, scivolo per alaggio e posa pontile galleggiante P.zza Gari- 134.680,00 47,0 4.8.2.5.3.126.535

baldi32 LIERNA Realizzazione ponteggio e diga galleggiante e completamento sistemazione delle aree 51.350,00 46,0 4.8.2.5.3.126.535

demaniali33 SULZANO Ampliamento e riqualificazione Porto Vecchio 113.717,50 45,0 4.8.2.5.3.126.53534 BELLAGIO Realizzazione dei pontili di attracco per approdo temporaneo di Borgo, Loppia, Pescallo 176.790,00 45,0 4.8.2.5.3.126.535

e della Cappelletta35 LAVENO MOMBELLO Stazione di imbarco dei traghetti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 1º 239.200,00 44,0 4.8.2.5.3.126.535

lotto funzionale di completamento36 RIVA DI SOLTO Riqualificazione funzionale porto Duane e porto Martinoni 39.000,00 44,0 4.8.2.5.3.126.53537 COMUNITA MONTANA Manutenzione straordinaria strutture di ormeggio 36.995,63 43,0 4.8.2.5.3.126.535

VAL CAVALLINA

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1224 –

Contributo TOTALEregionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO CAPITOLOPUNTIC

38 GERA LARIO Manutenzione ordinaria e straordinaria strutture portuali 139.750,00 43,0 4.8.2.5.3.126.53539 VARENNA Ripristino e riqualificazione porti comunali di Varenna Riva Grande e Fiumelatte 41.925,00 43,0 4.8.2.5.3.126.53540 BELLAGIO Lavori di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed ammodernamento del porto 160.952,03 43,0 4.8.2.5.3.126.535

di Loppia41 BRIENNO Opere di abbassamento del fondale del molo vecchio e consolidamento statico murature 122.850,00 42,0 4.8.2.5.3.126.535

di delimitazioneTOTALE 5.131.007,56

ALLEGATO 3

INTERVENTI AMMESSI A FINANZIAMENTO NEL 2005

Contributo TOTALEregionaleCOMUNE TIPOLOGIA INTERVENTO CAPITOLOPUNTIC

1 MACCAGNO Potenziamento infrastrutture portuali porto Gabella – Riqualificazione porto esistente e 300.000,00 92,0 4.8.2.5.2.125.534completamento galleggianti e opere di abbattimento barriere architettoniche – 2º lottofunzionale

2 TOSCOLANO MADERNO Intevento di manutenzione porto di Toscolano e adeguamento strutture esistenti 300.000,00 89,0 4.8.2.5.2.125.5343 SORICO Riqualificazione e costruzione di approdi temporanei per piccole unita di navigazione in 131.428,00 81,0 4.8.2.5.2.125.534

frazione «Dascio»4 RANZANICO Riqualificazione funzionale e ambientale nuovo approdo 56.840,00 77,0 4.8.2.5.2.125.5345 CREMIA Sistemazione delle aree del demanio lacuale in frazione San Vito 114.720,00 71,0 4.8.2.5.2.125.5346 LOVERE Riqualificazione ambientale e funzionale zona rossa 227.850,00 69,0 4.8.2.5.2.125.5347 VERCEIA Opere di manutenzione e potenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul 92.400,00 66,0 4.8.2.5.2.125.534

lago di Mezzola8 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente - 4º intervento 184.375,00 64,5 4.8.2.5.2.125.534

funzionale 4.8.2.5.3.126.5359 CALOLZIOCORTE Manutenzione pontile esistente, realizzazione nuovo pontile, riqualificazione ambiti lacuali 105.000,00 64,0 4.8.2.5.3.126.535

10 PUSIANO Intervento di realizzazione nuovi attracchi pontili turistici e sportivi 65.326,56 57,0 4.8.2.5.3.126.53511 BOSISIO PARINI Progetto per nuovi attracchi turistici e sportivi 68.812,11 57,0 4.8.2.5.3.126.53512 VIRGILIO Realizzazione di attracco fluviale e relativa darsena in localita Vallazza 292.500,00 56,0 4.8.2.5.3.126.53513 MERONE Sistemazione pontile di attracco natanti e formazione ponticello sul lago di Pusiano in 32.175,00 55,0 4.8.2.5.3.126.535

localita Moiana14 NOVATE MEZZOLA Opere di manutenzione e potenziamento demanio di navigazione interna area portuale sul 63.180,00 47,0 4.8.2.5.3.126.535

lago di Mezzola15 ROGENO Costruzione approdo temporaneo per piccole unita di navigazione sul lago di Pusiano 22.815,65 47,0 4.8.2.5.3.126.53516 PORTO VALTRAVAGLIA Adeguamento, riqualificazione e potenziamento del porto turistico esistente – 5º intervento 62.500,00 46,5 4.8.2.5.3.126.535

funzionale17 LINAROLO Realizzazione di approdo ad uso turistico a valle del ponte della Becca 51.550,35 40,0 4.8.2.5.3.126.53518 MENAGGIO Realizzazione nuovo porto turistico in frazione di Nobiallo di Menaggio – 1º Lotto 300.000,00 40,0 4.8.2.5.3.126.53519 MEZZANA BIGLI Nuovo attracco fluviale al ponte della SP 206 137.150,00 40,0 4.8.2.5.3.126.53520 MONTE ISOLA Adeguamento sicurezza e scivolo alaggio – localita Carzano 100.867,00 40,0 4.8.2.5.3.126.53521 PORLEZZA Manutenzione straordinaria dei pontili esistenti di Porlezza e Cima 41.600,00 39,0 4.8.2.5.3.126.53522 LIMONE SUL GARDA Lavori di adeguamento e riqualificazione strutture portuali 107.972,90 37,0 4.8.2.5.3.126.53523 PISOGNE Riqualificazione funzionale e ambientale del porto 81.538,52 36,0 4.8.2.5.3.126.53524 GERRE DE’ CAPRIOLI Pontile di attracco temporaneo per piccole navi passeggeri in localita Bosco ex parmigiano 75.600,00 35,0 4.8.2.5.3.126.53525 ISEO Completamento porto Centrale Punta 232.375,00 35,0 4.8.2.5.3.126.53526 ISEO Completamento porto industriale 250.250,00 35,0 4.8.2.5.3.126.53527 ANGERA Manutenzione e consolidamento porto asburgico. 206.570,00 34,0 4.8.2.5.3.126.53528 LAVENO MOMBELLO Stazione di imbarco dei traghetti. Eliminazione torri e sistemazione area circostante – 2º 161.200,00 33,0 4.8.2.5.3.126.535

lotto funzionale29 LEGGIUNO Realizzazione di scivolo di alaggio e sistemazioni esterne pertinenti – Arolo 151.912,80 26,0 4.8.2.5.3.126.535

TOTALE 4.018.508,89

ALLEGATO 4

INTERVENTI NON AMMISSIBILI

COMUNE G.A. INTERVENTO MOTIVAZIONI ESCLUSIONE1 GARGNANO Garda Sistemazione spiaggia in localita Scogliera Intervento che prevedeva la realizzazione di spiaggia artificia-

le.2 GARGNANO Garda Sistemazione spiaggia in localita Lido di Villa Intervento che prevedeva la realizzazione di spiaggia artificia-

le.3 SALO Garda Realizzazione nuovo campo boa in localita Tavine Rapporto costo-benefici molto elevato per la tipologia dell’in-

tervento.4 ABBADIA LARIANA Lario Realizzazione banchina-passerella nell’ambito del molo di Ab- L’intervento prevede il potenziamento della struttura esistente

badia Lariana in condizioni problematiche per quanto concerne i venti, lecorrenti e le caratteristiche geo-tecniche dei fondali.

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1225 –

COMUNE G.A. INTERVENTO MOTIVAZIONI ESCLUSIONE5 BELLAGIO Lario Lavori di rifacimento della biglietteria navigazione con annes- Il progetto, che comporta consistente invasione d’alveo, non

so servizio igienico e chiosco bar sul longolago Manzoni ha valutato completamente la possibilita di comprendere an-che il pontile di attracco dei traghetti e quindi richiede unaridefinizione puntuale nella direzione di una sistemazionecomplessiva della stazione traghetti NLC.

6 DERVIO Lario Realizzazione nuovo porto – Localita Foppa Il progetto presentato non e conforme alle previsioni urbanisti-che vigenti.

7 TREMEZZO Lario Realizzazione nuovi pontili per attracco natanti in localita Az- Il progetto e carente rispetto a una corretta valutazione dell’im-zano e sistemazione lungolago di Azzano – 1º stralcio patto paesistico-ambientale e non considera le esigenze di

manovra dei natanti della NLC ormeggiati nella zona. Inoltrenon e corredato dagli elaborati sullo stato geotecnico e geolo-gico dei fondali.

8 BUGUGGIATE Maggiore Realizzazione punto di approdo sul lago di Varese in localita Nell’area interessata risulta presente vegetazione palustre ed«Buguggino» in particolare il canneto, con compromissione dell’habitat natu-

rale di alcune specie animali. Parere negativo vincolante e-spresso dalla Provincia di Varese, settore Pesca.

9 REA R.L. Realizzazione di approdo ad uso turistico sul fiume Po Non e stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche.10 STAGNO LOMBARDO R.L. Progetto preliminare per la sistemazione del pontile di ormeg- Si tratta di un progetto preliminare non approvato formalmente

gio delle imbarcazioni e piantumazione della via alzaia in loca- dall’Amminstrazione Comunale.lita Isola Bandera

[BUR20040164] [5.2.2]D.d.u.o. 5 marzo 2004 - n. 3570Rettifica del d.d.g. n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approva-zione della graduatoria per la concessione di finanzia-menti per interventi di manutenzione e potenziamentodel demanio della navigazione interna in attuazione dellad.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003»

IL DIRIGENTE DELL’U.O.Visto il d.d.g. della Direzione Infrastrutture e Mobilita

n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Approvazione della graduatoriaper la concessione di finanziamenti per interventi di manu-tenzione e potenziamento del demanio della navigazione in-terna in attuazione della d.g.r. n. 14101 dell’8 agosto 2003»;

Considerato che per mero errore materiale sono state inver-tite le annualita di finanziamento concordate con il comunerelative ai due progetti di Toscolano Maderno e che pertantoe necessario rettificare gli allegati 1, 2 e 3 del decreto soprac-citato nel modo seguente:

– il progetto «interventi di manutenzione straordinaria por-to di Maderno con formazione di passerella a lago per ormeg-gio e nuove catenarie», n. 1 in graduatoria, verra finanziatonell’anno 2005 anziche nell’anno 2004 come indicato negli al-legati 1 e 2 del decreto sopraccitato;– il progetto «intervento di manutenzione porto di Toscola-

no e adeguamento strutture esistenti» n. 6 in graduatoria, ver-ra finanziato nell’anno 2004 anziche nell’anno 2005 come ri-sulta dagli allegati al decreto n. 1 e 3;

Preso atto che l’importo del finanziamento regionale relati-vo a ciascuno dei due interventi sopraccitati e pari aC 300.000, e che entrambi afferiscono al capitolo di bilancio4.8.2.5.2.125.534;

Visti• l’art. 17 della l.r. 23 luglio 1996 n. 16 che individua le

competenze e i poteri dei Direttori Generali;• la d.g.r. n. 7/15655 del 18 dicembre 2003 «Disposizioni

di carattere organizzativo (5º provvedimento 2003)» da cui sidesumono le competenze del singolo dirigente;

Decreta1. di rettificare gli allegati 1, 2 e 3 del d.d.g. della Direzione

Infrastrutture e Mobilita n. 2799 del 27 febbraio 2004 «Ap-provazione della graduatoria per la concessione di finanzia-menti per interventi di manutenzione e potenziamento del de-manio della navigazione interna in attuazione della d.g.r.n. 14101 del 8 agosto 2003» nel modo seguente:

– il progetto «interventi di manutenzione straordinariaporto di Maderno con formazione di passerella a lago per or-meggio e nuove catenarie», n. 1 in graduatoria, verra finan-ziato nell’anno 2005 anziche nell’anno 2004 come indicato ne-gli allegati 1 e 2 del decreto sopraccitato;

– il progetto «intervento di manutenzione porto di Tosco-lano e adeguamento strutture esistenti» n. 6 in graduatoria,verra finanziato nell’anno 2004 anziche nell’anno 2005 comerisulta dagli allegati al decreto n. 1 e 3;

2. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficiale dellaRegione Lombardia.

Il dirigente dell’u.o. vie navigabilie logistica: Umberto Regalia

[BUR20040165] [5.2.1]D.d.s. 1 marzo 2004 - n. 2831Integrazioni al bando di assegnazione dei contributi re-gionali per gli interventi di qualificazione e rinnovo delleautovetture da adibire al servizio taxi approvato con d.g.r.n. 14841 del 31 ottobre 2003, in attuazione della l.r. 25/03

IL DIRIGENTE DELLA UNITA ORGANIZZATIVAVista la l.r. 21 febbraio 2000 n. 10 «Interventi a favore della

sicurezza e delle attivita di autoveicoli in servizio taxi» e suc-cessive modificazioni ed integrazioni;

Visto l’Obiettivo gestionale del Piano Regionale di Sviluppon. 8.2.3.6 «Miglioramento della qualita e della sicurezza degliautoservizi pubblici non di linea di taxi con autovettura e ri-qualificazione del parco taxi con autovetture ecologiche in at-tuazione delle misure previste nel “Libro azzurro della Mobi-lita e dell’Ambiente”»;

Premesso che il territorio lombardo e sottoposto, in parti-colare nelle aree urbane, all’azione di forti carichi inquinanticausati in gran parte dai gas di scarico veicolari, determinan-do la necessita di adottare sempre piu frequenti blocchi dellacircolazione per limitare i danni determinati dalle polveri sot-tili (PM10);

Dato atto che in conseguenza di tale situazione critica laRegione Lombardia ha individuato una serie di iniziative vol-te alla realizzazione degli obiettivi prioritari di miglioramentodella qualita dell’ambiente compendiate nel «Libro Azzurrodella Mobilita e dell’Ambiente»;

Rilevato che una delle azioni qualificanti di prevenzionedell’inquinamento atmosferico individuate nel «Libro Azzur-ro» riguarda l’incentivazione al rinnovo del parco autovetturecon spiccate caratteristiche ecologiche da adibirsi al serviziotaxi;

Considerato che in attuazione delle iniziative individuatenel «Libro Azzurro della Mobilita e dell’Ambiente», la Regio-ne Lombardia ha approvato con d.g.r. n. 7/14841 del 31 otto-bre 2003 i criteri per l’assegnazione dei contributi regionaliper gli interventi di qualificazione delle autovetture da adibireal servizio taxi, prevedendo un sostegno finanziario per glioperatori taxi volti, in particolare, all’acquisto di nuovi taxiecologici alimentati a metano/GPL, la trasformazione ametano/GPL di quelli gia circolanti e l’adeguamento delle au-tovetture al trasporto disabili;

Visto l’art. 6 della l.r. 25/03, di modifica dell’art. 3, commi3 e 4 della citata l.r. 10/2000 che ha previsto in particolare:

– l’abolizione del divieto di cumulo del contributo regiona-le con altri tipi di contributi previsti da norme statali o comu-nitarie;

– la riduzione del termine (da cinque anni a tre anni) perla richiesta di nuovi contributi da parte di chi ne abbia giagoduto;

Dato atto pertanto della necessita di approvare le integra-zioni al bando di assegnazione dei contributi regionali per gliinterventi di qualificazione e di rinnovo delle autovetture daadibire al taxi approvato con d.g.r. n. 14841/2003, Allegato«A» parte integrante e sostanziale del presente atto in attua-zione della l.r. 25/03;

DecretaPer le motivazioni riportate nelle premesse che qui si inten-

dono integralmente riportate, di approvare le integrazioni al

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1226 –

bando di assegnazione dei contributi regionali per gli inter-venti di qualificazione e di rinnovo delle autovetture da adibi-re al taxi approvato con d.g.r. n. 14841/2003, Allegato «A»parte integrante e sostanziale del presente atto;

– di disporre la pubblicazione del presente provvedimentosul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

La dirigente dell’u.o. trasportopubblico locale: Olivia Postorino

——— • ———Allegato «A»

Bando di assegnazione dei contributi regionaliper gli interventi di qualificazione e di rinnovodelle autovetture da adibire al servizio taxi,

in attuazione della l.r. 10/20001. Oggetto e finalita.

La Regione Lombardia, in attuazione della l.r. 10/2000 «In-terventi a favore della sicurezza e delle attivita di autoveicoliin servizio taxi», sostiene finanziariamente l’acquisto da partedegli operatori del settore di nuovi taxi ecologici, la trasfor-mazione a metano/GPL di quelli gia circolanti e l’adeguamen-to delle autovetture al trasporto di disabili. Cio al fine di dareconcreta attuazione alle azioni previste nel «Libro Azzurro»regionale, volte alla realizzazione degli obiettivi prioritari dimiglioramento della qualita dell’aria, in particolare nelle areeurbane caratterizzate da elevati livelli di inquinamento atmo-sferico.

2. Beneficiari del sostegno finanziarioSono destinatari del sostegno finanziario regionale in conto

capitale relativo agli interventi a favore della qualificazione erinnovo degli autoveicoli adibiti al servizio di taxi, i soggettisingoli o associati nelle forme previste dall’art. 7 della legge21/92 titolari di licenze di taxi.

3. Ambiti di finanziamentoIl sostegno finanziario e concesso dalla Regione ai soggetti

interessati per gli interventi effettuati dal 7 novembre 2002sino al 2 novembre 2004 secondo il seguente ordine di prio-rita:

a) acquisto di autovetture a trazione elettrica o alimentatea gas metano/GPL aventi le caratteristiche tecniche indicatenel successivo punto 4;

b) trasformazione dei veicoli da alimentazione a benzinaad alimentazione a gas metano/GPL;

c) predisposizione dei veicoli al trasporto di soggetti porta-tori di handicap.

I contributi conferibili ad ogni soggetto per le singole fina-lita sopra indicate possono essere cumulabili tra loro e conaltri contributi erogati a qualunque titolo da enti pubblici, aisensi dell’art. 3, comma 4 della l.r. 10/2000, come modificatodall’art. 6 della l.r. 25/2003.

Gli interventi di trasformazione da alimentazione a benzinaad alimentazione a gas metano/GPL riguardano le autovettu-re gia circolanti e immatricolate successivamente alla datadel 1 gennaio 2000.

4. Entita dei contributi e modalita di erogazioneL’entita del finanziamento regionale per l’acquisto di auto-

vetture ecologiche di cui al punto 3, lett. a) e pari al 25% delcosto di fatturazione dell’autovettura al netto dell’imposta sulvalore aggiunto (IVA) e per un massimo di C 5.000,00.

L’entita del finanziamento regionale per gli interventi di cuial punto 3, lett. b) e c) e pari al 75% del costo di fatturazioneal netto dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).

5. Caratteristiche tecniche delle autovettureLe principali caratteristiche tecniche delle nuove autovettu-

re ecologiche (elettriche o alimentate a metano/ GPL) chemaggiormente soddisfano le esigenze del servizio, sono indi-viduate come segue:

a) n. 5 posti compreso il conducente ed una capacita utiledel bagagliaio pari ad almeno 400 litri;

b) da n. 6 a n. 9 posti compreso il conducente.Le citate caratteristiche tecniche non sono applicabili agli

acquisti delle autovetture effettuati dagli operatori taxi a de-correre dal 7 novembre 2002 e sino alla data del 7 novembre2003.6. Formazione delle graduatorie

Per assicurare l’erogazione dei contributi agli operatori be-neficiari in tempi congrui, in relazione altresı alla durata tem-porale dall’intervento (dal 7 novembre 2002 al 2 novembre

2004, per ciascuna tipologia di contributo le domande am-missibili saranno ordinate cronologicamente in due gradua-torie. Le domande per l’inserimento nella prima graduatoriariguarderanno tutti gli interventi di cui al punto 3, realizzatidal 7 novembre 2002 al 30 aprile 2004. Le domande per l’inse-rimento nella seconda graduatoria riguarderanno, nei limitidelle risorse finanziarie ancora disponibili, tutti gli interventidi cui al punto 3, realizzati dall’1 maggio 2004 al 2 novembre2004.

Per ciascuna tipologia di contributo, le domande ammissi-bili delle due graduatorie sono ordinate cronologicamente te-nendo conto:

• della data di immatricolazione delle autovetture per gliinterventi di cui alla lettera a) del punto 3;

• della data di fatturazione per gli interventi di cui alle let-tere b) e c) del punto 3.

A parita di data di effettuazione degli interventi previsti nelcitato punto 3 e data precedenza al richiedente che ha presen-tato per primo la richiesta di contributo. A tal fine, fa fede ladata di protocollo della domanda.

L’approvazione delle graduatorie, l’assegnazione e la liqui-dazione dei contributi sono effettuate con appositi provvedi-menti del Dirigente dell’Unita Organizzativa Regionale Tra-sporto Pubblico Locale.

Per l’ammissione al finanziamento i soggetti interessati de-vono presentare apposita domanda in bollo, redatta sullabase dello schema di domanda allegato (Allegato «1»), secon-do le modalita sotto indicate.

7. Modalita e termini di presentazione delle domandeLe domande per l’inserimento nella prima graduatoria rela-

tive a tutti gli interventi di cui al punto 3, realizzati dal 7novembre 2002 al 30 aprile 2004, devono essere presentate alProtocollo Generale della Giunta regionale, via Pirelli, 12 –Milano (cap. 20124), presso la Direzione Generale Infrastrut-ture e Mobilita – Unita Organizzativa Trasporto Pubblico Lo-cale, via Taramelli 20 – Milano (cap. 20124) o presso le com-petenti sedi territoriali regionali (Allegato «2») entro e nonoltre il 30 aprile 2004.

Le domande per l’inserimento nella eventuale seconda gra-duatoria, relative a tutti gli interventi di cui al punto 3, realiz-zati dall’1 maggio 2004 al 2 novembre 2004, devono esserepresentate entro il 2 novembre 2004 con le medesime modali-ta sopra indicate.

Le domande che non pervengono entro i citati termini nonsono esaminate e la Regione non risponde di eventuali disgui-di dovuti alla spedizione delle stesse tramite il servizio po-stale.

Le domande dei soggetti interessati per gli interventi previ-sti dalle lettere b) e c) del punto 3 devono contenere, a penadi irricevibilita, i sottoindicati documenti:

– fotocopia della carta d’identita del richiedente;– copia autenticata della fattura attestante gli interventi

realizzati sull’autovettura;– copia autenticata della carta di circolazione dell’autovet-

tura.Per l’acquisto di un autoveicolo nuovo di prima immatrico-

lazione a trazione elettrica o a gas metano/GPL, di cui allalettera a) del punto 3, le domande dei soggetti interessati de-vono contenere, a pena di irricevibilita, i sottoindicati docu-menti:

– fotocopia della carta d’identita del richiedente;– copia autenticata della fattura emessa dal venditore del-

l’autovettura per la quale e richiesto il contributo;– copia autenticata della carta di circolazione dell’autovet-

tura.L’autenticazione dei citati documenti puo essere effettuata

anche presso gli uffici regionali dai funzionari appositamenteincaricati.

Qualora i soggetti interessati richiedano l’accredito del so-stegno finanziario regionale su conto corrente bancario, glistessi devono indicare in calce alla domanda i relativi dati,cosı come indicato nel fac-simile (Allegato «1») del presentebando.

La competente Unita Organizzativa regionale TrasportoPubblico Locale, per il completamento dell’istruttoria, ove ne-cessario, puo chiedere delucidazioni ed integrazioni alla do-manda presentata.

——— • ———

Serie Ordinaria - N. 12 - 15 marzo 2004Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 1227 –

Allegato «1»

DOMANDA PER L’ACCESSO AI CONTRIBUTIPER L’ANNO 2004

A SOSTEGNO DEGLI INTERVENTI AMBIENTALIINERENTI IL SERVIZIO TAXI (L.R. 10/2000)

Alla Regione LombardiaDirezione Generale Infrastrutture e Mobilita MarcaUnita Organizzativa Trasporto Pubblico Locale davia Taramelli, 20 bollo20124 Milano

Io sottoscritto/a ..........................................................................nato/a a ...................................................... il ...........................residente a ......................................................prov. ..................in via .............................. n. .............. tel. ...............................c.f. ................................................................................................attualmente titolare della licenza per servizio taxi n. .............rilasciata dal comune di ...................... in data .......................

CHIEDO– di poter usufruire dei contributi in conto capitale previsti

dall’art. 2, della l.r. 10/2000 e specificatamente per il se-guente intervento (barrare il punto interessato):� a) acquisto di un autoveicolo nuovo di prima imma-

tricolazione a trazione elettrica o a gas metano o a gasliquido (GPL);

� b) trasformazione del veicolo da alimentazione a ben-zina ad alimentazione a gas metano o a gas liquido(GPL);

� c) predisposizione dell’autoveicolo al trasporto disoggetti portatori di handicap.

ALLEGO1. Per gli interventi di cui al precedente punto a):• fotocopia della carta di identita;• copia autentica (*) della fattura n. .......... in data ...........

emessa da ............................................................................per un importo di C .................. (IVA esclusa) attestantel’acquisto dell’autovettura marca .......................................modello .................................. targa ..................................

• copia autentica (*) della carta di circolazione dell’auto-vettura.

2. Per gli interventi di cui ai punti b) e c):• fotocopia della carta di identita;• copia autentica (*) della fattura n. .......... in data ...........

emessa da ............................................................................per un importo di C .................. (IVA esclusa) attestantegli interventi realizzati sull’autovettura marca .................modello .................................. targa ..................................

• copia autentica (*) della carta di circolazione dell’auto-vettura.

DICHIARO– di aver provveduto, per gli interventi di trasformazione

dei veicoli da alimentazione a benzina ad alimentazionea gas metano/GPL, a verificare il rispetto delle normativein materia di sicurezza degli allestimenti, trasformazionie dotazioni oggetto della presente domanda di contributononche di porre a disposizione della Regione Lombardia,a seguito di eventuale richiesta, l’idonea documentazioneattestante le prove e/o omologazioni da parte dei compe-tenti organi;

– di non aver gia goduto, ai sensi dell’art. 3, comma 3 dellal.r. 10/2000, dei contributi in oggetto nei precedenti treanni;

– di essere a conoscenza delle sanzioni previste dagli artt.75 e 76 del d.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, in caso didichiarazioni mendaci, falsita negli atti e uso di atti falsi.

Data ........................ Firma .................................................

(*) L’autenticazione puo anche essere effettuata:– presso l’Ufficio del Protocollo generale della Giunta regionale

in Milano via Pirelli n. 12 dal lunedı al giovedı dalle ore 9.00alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore 16.30 ed il venerdı dalleore 9.00 alle ore 12.00;

– presso la Direzione generale Infrastrutture e Mobilita, UnitaOrganizzativa Trasporto Pubblico Locale, via Taramelli 20,Milano dai funzionari appositamente incaricati, nei giorni dimartedı e giovedı dalle ore 9.30 alle ore 12.30.

Indicare gli estremi per la liquidazione in caso di ammissioneal contributo (barrare la modalita prescelta):� a) accredito bancario:

C/C n. ................... intestato a .......................................Agenzia banca ..................................................................ABI ....................................................................................CAB ...................................................................................

� b) pagamento diretto presso la Tesoreria regionale.——— • ———

Allegato «2»

ELENCO DELLE SEDIDEGLI UFFICI REGIONALI DECENTRATI

BERGAMO viale Papa Giovanni XXIII, 106 tel. 035/273111

BRESCIA via Dalmazia, 92/94 tel. 030/34621

COMO viale Varese (angolo via Benzi) tel. 031/3201

CREMONA via Dante, 136 tel. 0372/4851

LECCO Corso Promessi Sposi 132 tel. 0341/358911

LODI via Haussmann, 7/11 tel. 0371/4581

MANTOVA corso Vittorio Emanuele, 57 tel. 0376/62321

PAVIA via Cesare Battisti, 150 tel. 0382/594216

SONDRIO via Del Gesu, 17 tel. 0342/530111

VARESE viale Belforte, 22 tel. 0332/338511