Sentieri di Speranza
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P A R R O C C H I A G E S Ù B A M B I N O M A S S A F R A ( T A )
Il messaggero di Gesù Bambino
Numero Unico Settembre 2008
Non perdete la speranza!Non perdete la speranza!Non perdete la speranza!Non perdete la speranza! er il terzo anno intraprendiamo il nostro cammino con il giornalino parrocchiale, nato all’insegna della speranza, la cui traccia vogliamo continuare a percorrere, perché senza di essa il futuro non solo non è pensa bile, ma neppure realizzabile. Cosa significa sperare, dar voce alla speranza in un mondo che sembra volerla soffocare? Il sociologo Francesco Alberini afferma che la vita è costruita sulla
speranza, la virtù che riapre l’orizzonte donandoci gioia, slancio, interessi e calore. È solo coltivando la speranza, quindi, che si può conquistare una vita migliore, perché è grazie al suo aiuto che riusciamo ad affrontare rischi e ostacoli, a realizzare progetti, ad avere uno sguardo orientato al futuro. Sperare significa non riuscire a smettere di proiettarsi nel futu-
ro e a immaginare ciò che sarà e ciò che verrà. La spe-ranza è una tensione continua che ci fa pensare di non essere mai arrivati alla meta, che gli incontri fatti e la persone viste non sono mai “abbastanza”. È sperando che si possono scavalcare gli orizzonti magari angusti nei quali ci troviamo, per trasformare le strettoie in vie percorribili. Sperare non è dare spazio alla fantasia e ai sogni alti e grandi, non è utopia, ma la capacità di leg-gere le cose cogliendone sempre la ricchezza inaspet-tata, così da essere stimolati ad andare più avanti. E’ difficile affrontare il futuro e immaginarlo nel presente in cui viviamo, in cui tutto sembra minacciare la spe-ranza: la paura di fronte all’avvenire, la precarietà eco-nomica, le guerre, le malattie… E’ necessario essere se stessi, agire nel bene e per il bene, essere uomini e donne di speranza…Con questo augurio e consiglio cer-cheremo tutti di procedere in questo nuovo anno insie-me.
P a g i n a 2 I l m e s s a g g e r o d i G e s ù B a m b i n o
Messaggio della Madonna di Medjugorie Messaggio della Madonna di Medjugorie Messaggio della Madonna di Medjugorie Messaggio della Madonna di Medjugorie
25 Agosto 2008 25 Agosto 2008 25 Agosto 2008 25 Agosto 2008
Cari figli, anche oggi vi invito alla conversione per-Cari figli, anche oggi vi invito alla conversione per-Cari figli, anche oggi vi invito alla conversione per-Cari figli, anche oggi vi invito alla conversione per-
sonale. Siate voi a convertirvi e, con la vostra vita, a sonale. Siate voi a convertirvi e, con la vostra vita, a sonale. Siate voi a convertirvi e, con la vostra vita, a sonale. Siate voi a convertirvi e, con la vostra vita, a
testimoniare, amare, perdonare e portare la gioia testimoniare, amare, perdonare e portare la gioia testimoniare, amare, perdonare e portare la gioia testimoniare, amare, perdonare e portare la gioia
del Risorto in questo mondo in cui mio Figlio è del Risorto in questo mondo in cui mio Figlio è del Risorto in questo mondo in cui mio Figlio è del Risorto in questo mondo in cui mio Figlio è
morto e in cui gli uomini non sentono il bisogno di morto e in cui gli uomini non sentono il bisogno di morto e in cui gli uomini non sentono il bisogno di morto e in cui gli uomini non sentono il bisogno di
cercarLo e di scoprirLo nella propria vita. Adorate-cercarLo e di scoprirLo nella propria vita. Adorate-cercarLo e di scoprirLo nella propria vita. Adorate-cercarLo e di scoprirLo nella propria vita. Adorate-
Lo e che la vostra speranza sia speranza per quei Lo e che la vostra speranza sia speranza per quei Lo e che la vostra speranza sia speranza per quei Lo e che la vostra speranza sia speranza per quei
cuori che non hanno Gesù. cuori che non hanno Gesù. cuori che non hanno Gesù. cuori che non hanno Gesù.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.Grazie per aver risposto alla mia chiamata.Grazie per aver risposto alla mia chiamata.Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
N u m e r o U n i c o P a g i n a 3
Maria di Tutte le Grazie L’anno 1655, come si ha per ferma tradizione, comparve questa
miracolosa immagine di Maria col suo Bambino Gesù ad una
certa donzella. Avvenne tale comparsa in questo modo. Stava la
graziosa donzella in una capanna di bovi, dove erano più grotte
destinate ad uso dei coloni, chiamato il luogo volgarmente “La
Maddalena”, ch’era dei suoi antenati. Intese questa dentro le
grotte una voce che la chiamava; va subito l’innocente fanciulla
per dare udienza a chi la chiamava. Ma che! Ecco trova sotto un
gran sasso di smisurata grandezza una immagine a pittura di Ma-
ria col Bambino Gesù(ed è quella che oggi si venera in Massafra
nella Cappella di Tutte le Grazie). Or questa immagine così le
parla e dice: Va’ora dal vescovo facendogli sentire esser questo
luogo in mia tutela e qui voglio mi si edifichi una chiesa. E se
ricuserà egli o non darà ascolto a queste mie parole sappia pure
che i cittadini e questa città passeranno gran pericolo. Portasi
dunque dal vescovo la devota fanciulla e narrato il fatto poca cre-
denza ci si diè dal Vescovo, attribuendo forse il tutto alla grande
semplicità della figliuola; ma intanto avverassi tutto quanto erasi predetto dalla Divina Madre, di mo-
do che nella prima domenica di Settembre dell’anno istesso vi furono tempeste orribili, grandini, fol-
gori, tuoni, terremoto ed altro, talchè la città e i cittadini vedevansi in manifesto pericolo di restarne
certamente subissati. Conosciutasi dal Vescovo la verità del fatto,chiamata a sé questa donzella, ecco
portarsi egli processionalmente col Clero nel designato luogo, ove trovata già questa miracolosa im-
magine di Maria col suo Figlio Gesù, e verificatosi il tutto, pensò subito il vescovo e con effetto fece-
gli edificare la Chiesa in suo onore; ed è quella che per l’appunto esiste oggi giorno in quell’istesso
angolo di vallone ove fu trovata. Il vescovo, Tomma-
so Equino, volle per sua devozione e in memoria
dell’avvenimento, seppellirsi in detta Cappella. Furo-
no tanti e tali e sì stupendi i miracoli che continua-
mente faceva questa Gran Vergine Maria da non po-
tersi numerare. Furono così copiose e sovrabbondanti
le grazie che a tutti da questa Divina madre dispensa-
vansi ai cittadini ed anche ai forestieri dei più lontani
paesi, sicchè la chiamavano tutti: “Maria di Tutte le
Grazie”, titolo sì glorioso che con giusta ragione gli
si doveva, giacchè da sotto l’immagine di detta Gran
Vergine videsi scaturire da molti e più anni una certa
acqua sì miracolosamente, che applicata con fede da
ogni qualunque persona a qualsiasi sorte di infermità
o altro malore, vedansi mirabilmente tutti guariti. Di
questa acqua provvedansi anco i forestieri che qui
correano a gran folla portandola nei loro paesi, in do-
ve e chiunque l’applicavano vedansi effetti mirabili e
prodigi non più uditi.
(riproduzione letterale di un manoscritto del canonico
Ignazio Maria Desanguine - 1792)
N u m e r o U n i c o P a g i n a 4
zione di fiducia. Che significa re-
lazione di fiducia? Vuol dire avere
consapevolezza chiara che la Paro-
la di Dio entra in relazione con
noi. E’ Dio che parla! Desidero
sottolineare tre aspetti:
1. La Parola di Dio crea e ri-
crea;
2. La Parola di Dio interpella;
3. La Parola di Dio unifica.
La Parola di Dio crea e ricrea. La
Parola di Dio, nel momento in cui
viene detta, crea. “E sia la Luce e
la Luce fu. E sia il Cielo e il Cielo
fu”. La Parola di Dio crea dal nul-
la ogni cosa. In principio è la Pa-
rola, afferma l’apostolo Giovanni
nel suo Prologo. La Parola, che è
creatrice, è soprattutto ricreatrice,
ricrea, rigenera, come afferma Pie-
tro, nella sua prima Lettera: “Siete
stati rigenerati non da un seme
corruttibile, ma incorruttibile, per
mezzo della Parola di Dio viva ed
eterna”. Siamo rigenerati dalla Pa-
rola, in quanto siamo rigenerati in
Cristo. “L’ignoranza del Cristo è
ignoranza della Scrittura”. Cristo è
il cuore della Scrittura, è il centro
unificante della Parola, come ama-
va ripetere Sant’Agostino. La Pa-
rola di Dio mi rigenera
quando diventa una Paro-
la capace di ricreare me,
non l’umanità in generale;
me, cristiano impegnato
nel mio tempo. Una Paro-
la che mi interroga, mi
ricrea nel momento in cui
mi scombussola.
La Parola di Dio inter-
pella qui e ora. Lo affer-
ma Gesù, nel Vangelo
secondo Luca: “Oggi è
stata portata a compimen-
to questa parola di Dio
nelle vostre orecchie (cioè
nell’intelligenza)”. E’ necessario
credere che la Parola di Dio si
realizza oggi, e, come spada affi-
lata, trapassa la vita del cristiano:
“la Parola di Dio è viva, efficace,
più tagliente di una spada a dop-
pio taglio. Scruta i sentimenti e i
pensieri del cuore”. La Parola di
Dio è detta alla Chiesa e dalla
Chiesa interpretata. E’ Parola
profetica, cioè Parola che non
cessa di interpellarci. Oggi abbia-
mo bisogno di cristiani che sap-
piano trasmettere il Fuoco della
Parola.
La Parola di Dio è una forza
unificante che crea la comunità
e la tiene unita. Luca (At 2,42) ci
richiama la caratteristica essen-
ziale della Chiesa primitiva,
“erano assidui nell’ascoltare
l’insegnamento degli Apostoli”.
Quando una comunità non è unita
nella sinfonia delle diversità,
vuol dire che non è in ascolto
della Parola di Dio. L’ultimo ele-
mento di questa funzione unifica-
trice della Parola si trova nel pas-
saggio dalla Parola all’Eucaristia.
L’Eucaristia è lodare insieme il
Signore, perché insieme facciamo
l’esperienza di essere unificati
dalla Parola. Pur essendo molti,
diventiamo un solo pane. Ricor-
date come rispose Gesù alla ten-
tazione di Satana? “Non di solo
pane vive l’uomo, ma di ogni
parola che esce dalla bocca di
Dio”. A tutti infatti va data , per
la grazia dello Spirito Santo, la
possibilità di incontrare la Parola
viva che è Gesù Cristo”.
Con la Dei Verbum (La Parola
di Dio) il Concilio Ecumenico
Vaticano II ci ha proposto il
documento più importante sulla
Parola di Dio. Al n. 1 si sottoli-
nea l’importanza della nostra
relazione con la Parola di Dio
(PdD), in quanto cristiani, e la
necessità di porci in religioso
ascolto per capire tutte le sue
implicanze. “Ma cosa vuol dire
Parola di Dio?” Sempre la Dei
Verbum, al n.12, afferma che
“…Dio nella Sacra Scrittura ha
parlato per mezzo di uomini alla
maniera umana” e per ricono-
scere questa Parola c’è bisogno
dello Stesso Spirito.Noi diciamo
ispirata. Lo Spirito si trova
all’origine della Parola di Dio
del cristiano con la Parola. Per
cui come lo stesso Spirito fa
nascere la Parola, lo stesso Spi-
rito fa relazionare il cristiano
con la Parola. Nell’Antico Te-
stamento la parola ascoltare,
“shâmâh”, vuol dire obbedire;
non c’è vero ascolto, dunque, se
non c’è obbedienza. Allora
“religioso ascolto” vuol dire
“religiosa obbedienza”. Paolo
scrive ai Romani: la fede nasce
dall’ascolto ed esige una rela-
L a P a r o l a d i D i o a l L a P a r o l a d i D i o a l L a P a r o l a d i D i o a l L a P a r o l a d i D i o a l
c e n t r o d e l l a V i t ac e n t r o d e l l a V i t ac e n t r o d e l l a V i t ac e n t r o d e l l a V i t a
Il parrocoIl parrocoIl parrocoIl parroco Don Eugenio FischettiDon Eugenio FischettiDon Eugenio FischettiDon Eugenio Fischetti
P a g i n a 5 N u m e r o U n i c o
L' EMMANUELEL' EMMANUELEL' EMMANUELEL' EMMANUELE Che cos'è l'Eucaristia? E' Dio fra noi. E' il Signore Gesù presente nei Taberna-coli delle nostre Chiese con il suo Cor-po, Sangue, Anima e Divinità. E' Gesù velato dalle apparenze del pane, ma realmente, fisicamente presente nelle Ostie consacrate per dimorare in mez-zo a noi, operare in noi, per noi, a no-s t r a d i s p o s i z i o n e . Gesù Euca r i s t i c o è i l v e ro "Emmanuele", ossia "Dio con noi" (Mt 1,23).
M e m o r i e d e i D i v i n i P r o d i g iM e m o r i e d e i D i v i n i P r o d i g iM e m o r i e d e i D i v i n i P r o d i g iM e m o r i e d e i D i v i n i P r o d i g i A 1 5 0 a n n i d a l l ’ a p e r t u r a a l c u l t o
d i q u e s t o s a c r o t e m p i o ( 1 8 5 8 — 2 0 0 8 )
Un bimbo e il droghiereUn bimbo e il droghiereUn bimbo e il droghiereUn bimbo e il droghiere Un bambino aveva fatto la spesa per la mamma. Era stato preciso e attento. Il droghiere, per
premiarlo, prese da uno scaffale una grossa scatola di caramelle, la aprì e la presentò al bambino. "Prendi, piccolo!". Il bambino prese una caramella, ma il dro-ghiere lo incoraggiò: "Prendi tutte quelle che ti stanno in mano". Il bambino lo guardò con i suoi grandi occhi. "Oh! allora prendile tu per me!". "Perché?": "Perché tu hai la mano più grande".
Quando preghiamo, non misuriamo le nostre Quando preghiamo, non misuriamo le nostre Quando preghiamo, non misuriamo le nostre Quando preghiamo, non misuriamo le nostre
domande domande domande domande con la piccolezza della nostra fede.con la piccolezza della nostra fede.con la piccolezza della nostra fede.con la piccolezza della nostra fede.
Ricordiamo semplicemente che la mano di Dio Ricordiamo semplicemente che la mano di Dio Ricordiamo semplicemente che la mano di Dio Ricordiamo semplicemente che la mano di Dio è più grande.è più grande.è più grande.è più grande.
N u m e r o U n i c o P a g i n a 6
“Questa è la volontà di Dio: che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza
della verità”, ci assicura l’Apostolo (Timoteo 2,4). L’invocazione non è una richiesta
d’aiuto per rassegnarsi di fronte alle inevitabili sofferenze della vita; e neppure una pia
esortazione perché i discepoli eseguano i comandamenti di Dio. Fare la volontà del
Padre significa, invece, aderire al progetto che egli ha manifestato nell’opera di Gesù:
raccogliere in una sola famiglia tutti gli uomini. Pregando con queste parole, ci apria-
mo con tutte le forze e con tutto il cuore perché il suo disegno si realizzi per ogni uo-
mo, e ci lasciamo coinvolgere nel perdono fraterno e nell’accoglienza, che soli sanno
allargare i confini del popolo dei salvati. Si tratta, insomma, di accogliere ciò che Dio
desidera e progetta da sempre, il sogno alla cui realizzazione egli affida la sua gioia.
…come in cielo, così in terra
Era convinzione degli antichi che il progetto di Dio fosse già pienamente realizzato in
cielo, lì dove si trova la dimora di Dio. Gesù chiede allora che esso si manifesti anche
quaggiù, dove la volontà di Dio non sembra avere immediatamente la validità che le
viene riconosciuta in cielo. Converrà qui ricordare che l’invocazione si riferisce a tutte
e tre le domande iniziali del Padre nostro: cielo e terra diventano il grande scenario nel
quale il volto di Dio, padre amoroso, viene svelato e, nell’attesa del giorno in cui, tra-
sformata ogni cosa dallo Spirito di Cristo, Dio sarà tutto in tutti, si attua il suo progetto
di vita.
Padre, il tuo figlio ha detto sempre di “si”. Attraverso
la sua croce e la sua risurrezione, una volte per tutte,
egli ha piantato sulla nostra terra il “si” che eterna-
mente egli preferisce davanti alla tua faccia. Così, do-
po di lui, anche noi possiamo dire “si”, nella forza del
suo cuore obbediente. Dopo i tanti “si” che ci hanno
preceduti, che anche noi possiamo mettere le mani in
pasta e, con generosità e coraggio, contribuire alla di-
scesa del cielo sulla terra. “Sia fatto di noi secondo la
tua parola”.
Se sei disposto a compiere la volontà di Dio,
impegnati a ricercare i suoi progetti.
P a g i n a 7 I l m e s s a g g e r o d i G e s ù B a m b i n o
2 3 S e t t e m b r e : 2 3 S e t t e m b r e : 2 3 S e t t e m b r e : 2 3 S e t t e m b r e :
S a n P i oS a n P i oS a n P i oS a n P i o
Vivi allegra e coraggiosa, almeno nella parte
superiore dell’anima, in mezzo alle prove in cui
il Signore ti pone. Vivi allegra e coraggiosa,
ripeto, perché l’angelo che preconizza il nasci-
mento del nostro piccolo Salvatore e Signore
annunzia cantando e canta annunziando
ch’egli pubblica allegrezza, pace e felicità agli
uomini di buona volontà, acciocché non vi sia
alcuno che non sappia che per ricevere questo
Bambino, basta essere di buona volontà, ben-
ché fino al presente non sia stato di buono effetto perché egli è venuto a benedire le
buone volontà, le quali a poco a poco renderà fruttuose e di buono effetto purché si
lascino governare da esso, come spero che noi, carissima figliola, faremo della no-
stra.
I santi Cosma e Damiano nacquero verso la metà del III secolo in Egea, città dell’Arabia, da genitori nobili e cristiani. Furono seguiti da altri tre fratelli: Antimo, Leonzio, Eupreprio. Rimasti orfani di padre, la madre Teodora li educò con ogni cura coltivando-ne l’intelligenza con lo studio delle varie scienze
fiorenti in Egea, specialmente della medicina. Raggiunsero la professione di Medici. Per invito dello Spirito Santo si dedicarono alla cura dei malati. Ma furono medici speciali, appunto in virtù della loro missione: non si facevano pagare. Di qui il soprannome di Anargiri (termine greco che significa “senza argento, senza denaro”). Si narra che solo una volta, contro la volontà di Co-sma, Damiano accettò un compenso da una donna che guarì: tre uova. Il Signore accompagnò il loro apostolato con strepitosi prodigi: gli infermi più disparati accorrevano a loro ed erano guariti non tanto con la scienza medica, quanto per l’invocazione del Nome di Gesù Cristo. Si mostraro-no cristiani coraggiosi e utilizzarono la loro professione per annunciare il Vangelo. Ma durante la persecuzione di Diocleziano all’inizio del IV secolo furono arrestati da Lisia, crudele tiranno, go-vernatore della Cilicia, il quale, fece soffrire loro molti tormenti… Essi difesero la nostra santa religione e ne furono le vittime più gloriose… Subirono la flagellazione, furono gettati in mare e, infine, decapitati. I loro corpi furono portati in Siria e sepolti a Ciro. Il 27 Settembre del 303 le loro anime raggiunsero la gloria del Cielo.
2 6 S e t t e m b r e : 2 6 S e t t e m b r e : 2 6 S e t t e m b r e : 2 6 S e t t e m b r e :
S a n t i M e d i c i S a n t i M e d i c i S a n t i M e d i c i S a n t i M e d i c i C o s m a e D a m i a n oC o s m a e D a m i a n oC o s m a e D a m i a n oC o s m a e D a m i a n o
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PARROCO Don Eugenio Fischetti
P A R R O C C H I A G E S Ù B A M B I N O
M A S S A F R A ( T A )
A V V I S I
Domenica 7: Festa di Gesù BambinoFesta di Gesù BambinoFesta di Gesù BambinoFesta di Gesù Bambino
Ss. Messe ore 7.00 - 8.00 - 9.30 - 18.00 Ore 19.00 Processione per le vie della Parrocchia Sabato 6: Ore 19.00 50° anniversario di matrimonio di Pollicelli Nicola e Petrasanta Rachela
Lunedì 8: Festa della Madonna di tutte le GrazieFesta della Madonna di tutte le GrazieFesta della Madonna di tutte le GrazieFesta della Madonna di tutte le Grazie Ss. Messe ore 7.30 - 8.30 - 9.30 - 17.00 - 18.00
Domenica 14: Ore 9.30 battesimo di Laghezza Sabrina Lunedì 15: Ore 19.00 battesimo di De Carlo Giorgio Sabato 20: Ore 19.00 Ordinazione Presbiterale di Don Giuseppe Laterza - Parrocchia San Nicola di Palagiano
Sabato 27: Ore 19.00 battesimo di Palmitesta Antonio Aurelio Domenico 28: Ore 11.30 50° anniversario di matrimonio di Notaristefano Giovanni e Decarlo Domenica
IN COLLABORAZIONE