SCIAMANO METROPOLITANO - Bernardino Del Boca
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Transcript of SCIAMANO METROPOLITANO - Bernardino Del Boca
Lo sciamano metropolitano
Era l’anno 1977 quando incontrai per la prima volta Bernardino
del Boca. Era un soleggiato pomeriggio autunnale che avevo
deciso di passare in un salotto ad ascoltare un uomo anziano, per
un ventenne sono anziani tutti quelli che superano gli anta, che
parlava di teosofia. Ero accompagnato da amici, avevo fatto
qualche scala, ed ero entrato in un appartamento dove un signore,
piccolo e sorridente accoglieva alcune decine di persone nella
propria casa. Era l’appartamento di via Gautieri, a Novara,
allora coloro che ascoltavano le conferenze di Bernardino
potevano ancora essere accolti nei pochi metri quadri del suo
appartamento. Alle pareti c’erano quadri, sui mobili teste di
Buddha e altri oggetti d’arte orientali. Non sapevo che i quadri
fossero la sua produzione artistica, non sapevo chi fosse
Bernardino e forse non lo so neanche adesso. Non sapevo
nemmeno che fosse un nobile, né un ex console, né uno scrittore e
studioso di antropologia che aveva contatti con personalità della
cultura e della politica di mezzo mondo.
Entrai in salotto e lui ci accolse con un sorriso e un caloroso
saluto. Mi sedetti, forse per terra per lasciare le sedie a signore
più anzianotte, e mi guardai attorno.
I quadri appesi ai muri mi attraevano, quei quadri mi parlavano,
ma io non sapevo cosa mai volessero dirmi. Ero attratto, per me
erano una manifestazione di Bellezza e come tali risvegliavano il
mio magnete. Non saprò mai cosa avesse captato Bernardino
della mia persona in quel pomeriggio di novembre. So però che
quel pomeriggio segnò indelebilmente il mio destino. Ero finito in
un ambiente teosofico e Bernardino era l’anima del gruppo
teosofico di Novara. Allora non sapevo che lui fosse un esoterista,
non conoscevo la sua vita, non sapevo dei suoi contatti
extrasensoriali con i mondi paralleli. Lui non lo diceva. Era ovvio,
non voleva passare per matto e allora parlava di tante cose
1
strane, parlava con una velocità impressionante, per non dare
tempo alla mente di capire, così diceva lui; e io ascoltavo, e ogni
tanto mi addormentavo anche. In quell’appartamento ci andai
parecchie volte per tutto il 1977. A giugno Bernardino ci
congedava, finiva l’anno scolastico e tutti andavano in vacanza.
Nel 1978-9, a Novara nacque una cooperativa di giovani che si
ispiravano al suo pensiero. Si chiamava CI.CA.MO e aveva sede
in un caseggiato al primo piano. C’era un ristorante macrobiotico
dove si mangiava il riso con le bacchette, si metteva il tamari sulle
pietanze e si beveva il te mu o bancha. Il Sabato pomeriggio, a
sabati alterni, c’erano le conferenze di Bernardino. Il gruppo che
lo seguiva si faceva sempre più numeroso e lui non poteva più
ospitarli nel suo appartamento. Il CI.CA.MO divenne per alcuni
anni la sede delle conferenze di Bernardino. Ci andavo con mia
moglie, con alcuni amici. Ero sempre attratto dal suo pensiero,
ma durante le conferenze mi addormentavo quasi sempre. Un
giorno, durante la conferenza, Bernardino disse che durante le sue
conferenze era meglio addormentarsi perché in questo modo il suo
messaggio passava direttamente all’inconscio collettivo e
giungeva a quell’insieme di esseri viventi che erano nati tutti nello
stesso istante e con cui noi tutti siamo in contatto.
Io non ero d’accordo e, visto che immancabilmente mi
addormentavo ad ogni conferenza, nel 1980 decisi di smettere di
andarci. Non ci andai per un paio d’anni, fino al 1982, poi
ricominciai a frequentare i suoi incontri a sabati alterni.
L’attrazione era davvero fatale, non potevo resistere al suo
richiamo. Nel frattempo cominciai a leggere la sua rivista e lì
rimasi un po’ sorpreso. Infatti Bernardino nelle conferenza si
atteneva a temi piuttosto normali, pieni di buon senso, con grandi
aperture mentali, non giudicava mai niente e nessuno, ma non
strabiliava con gli effetti speciali che invece si percepivano nei
suoi scritti.
Nel 1984/85 le conferenze di Bernardino cominciarono a
2
spostarsi di località. Si andava a Borgomanero alla Fondazione
Marazza, una biblioteca in un Parco. Non si trovava posto a
sedere davanti e allora ci si accalcava dietro di lui. Portavo anche
mia figlia Irene, di soli quattro anni, alle conferenze. Lei
disegnava e probabilmente ascoltava. Fu in quegli anni che
Bernardino cominciava a parlare di profonde trasformazioni per
l’Italia. Diceva che sarebbero scomparsi i partiti, che sarebbe
scomparsa l’Unione Sovietica, che ci sarebbe stata una nuova era.
Il suo compito, diceva in quegli anni, era quello di preparare
qualcuno di noi a risvegliarsi all’altra Realtà. Poi, sempre in
quegli anni, la costruzione del Villaggio Verde divenne realtà e in
poco tempo fu pronto il primo salone che fu dedicato alle
conferenze. Lì il suo messaggio divenne ancora più spirituale,
diceva che era ormai tempo di parlare più apertamente degli Zoit
e delle nuove energie che avrebbero modificato la coscienza
umana. Pian piano il Villaggio Verde fu abitato da famiglie ed
egli stesso vi prese dimora. Fu costruito anche un nuovo salone
per raduni e conferenze.
Nel frattempo la mia prima figlia era diventata grande e
cominciai a portare la mia seconda figlia, Martina, di tre o
quattro anni. Anche il nuovo salone non conteneva più le
numerose persone che ogni quindici giorni si radunavano per
sentirlo parlare.
Sul finire degli anni novanta, le sue conferenze erano diventate
delle sedute terapeutiche dove le sue parole erano inframezzate da
lunghi periodi di silenzio che avevano il compito di aiutare
qualcuno che aveva seri problemi. Quei lunghi silenzi erano
pervasi da presenze eteriche a noi invisibili, ma comunque
percepibili. Smise di tenere conferenze nel 2001 per gravi
problemi di salute.
Quando morì, il 9 dicembre del 2001, molti di noi che lo
seguivamo da tanto tempo capimmo che Bernardino era un
maestro spirituale, forse un antimaestro, ma sempre una persona
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straordinaria che nella sua vita aveva trasformato molte coscienze
e avviato un movimento culturale che aveva l’ambizione e
l’utopia dell’universalità.
Attraverso queste pagine e prendendo spunto dai numeri della
rivista “L’Età dell’Acquario”, soprattutto dai primi cinquanta
numeri pubblicati tra il 1970 e il 1990, e dai numerosi libri di
Bernardino del Boca ho cercato di delineare il suo pensiero,
almeno una piccola parte del suo pensiero, quello che la mia
personalità è riuscita a captare e a trasmettere in questi pochi
fogli perché oltre al ricordo della sua immagine rimanga
testimonianza del suo prezioso lavoro intellettuale.
Se altri estimatori di Bernardino vorranno aggiornare questo
studio, scrivendoci sopra, dentro o in qualsiasi altro modo,
potranno farlo per poter produrre un documento libero che ricordi
quella persona straordinaria che è stata Bernardino del Boca.
Il preparatore dell’Età dell’Acquario
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Il primo numero della rivista “L’Età dell’Acquario”, uscito nel
1970, proponeva nella rubrica “La voce degli Zoit” le tematiche
che Bernardino Del Boca avrebbe sviluppato in seguito e
soprattutto risultava già definito il messaggio spirituale che ha
caratterizzato la divulgazione dell’esoterismo da parte di B.d.B.
E’ un messaggio antico, ma decantato con nuove parole, più
moderne, più appropriate con i tempi, tempi in cui è necessario
svegliare le coscienze per superare un periodo storico dominato
dal mentalismo.
Il messaggio, per quegl’anni controcorrente, si inseriva, solo ad
una lettura superficiale, in un filone che poteva sembrare legato al
movimento hippy, ma che in realtà divulgava concetti originali,
proponendo valori antichi incentrati sulle potenzialità dell’uomo,
sulla supremazia dello spirito, sui forti legami che legano l’uomo
al cielo, sulla filosofia orientale, con una concettualizzazione
alquanto originale sul fenomeno che chiamiamo “umanità”. Da
ultimo occorre sottolineare come B.d.B. si battesse per i diritti dei
carcerati contro le prepotenze di giudici e magistrati, per i diritti
dei gay, sull’accettazione della sessualità in quanto espressione
nobile dell’energia vitale contro il perbenismo e il bigottismo
imperante della moralità borghese e cattolica.
B.d.B. aveva già tentato di pubblicare dei suoi libri negli anni
cinquanta, ma il suo romanzo “ La lunga notte di Singapore” era
stato classificato immorale dalla censura e la pubblicazione
bloccata dalle procure d’Italia. In questi capitoli esamineremo
tutte le idee che hanno fatto di questo personaggio un ispirato
uomo con doni e facoltà a dir poco sconcertanti a cui umili e
potenti si rivolgevano per essere consigliati.
In un passo del primo numero dell’Età dell’Acquario, ormai
introvabile, si legge: “ L’uomo che ha conquistato la Luna si è
dimenticato di cercare la sua Anima. Perciò è impotente davanti ai
genocidi, ai mali inutili delle guerre, e non sa vincere l’ignoranza, 5
la paura, l’egoismo. Si lascia stordire da parole e immagini e crede
così di vivere”.
Sempre in quel numero, dietro la rappresentazione a colori del dio
Sviatovida, dio slavo dalle quattro facce che anticipa il futuro,
veniva ribadito che il 96% degli uomini viveva schiavo del proprio
centro mentale istintivo-motorio, il 3 % caratterizzava la propria
vita con i valori della cultura più alta che l’uomo sia riuscito a
concepire mentre solo l’1% viveva in diretto contatto con la Mente
Reale, quella che è così ben descritta nel libretto canalizzato dal
Conte di Saint German “Io Sono”.
Probabilmente noi che scriviamo e voi che leggete apparteniamo
a quel 3% che si sforza di vivere senza lasciarsi troppo influenzare
dai bisogni istintivi-motori. In queste poche righe che ho tracciato
appare già evidente come la ricerca fondamentale di Bernadino del
Boca sia quella di abbozzare una possibile risposta alle domande
fondamentali che l’uomo si pone da millenni: chi siamo, dove
siamo diretti, perché viviamo; risposta che alla fine di questo
studio potremo anche abbozzare secondo ciò che Bernardino
aveva intuito e trasmesso a tutti noi che lo abbiamo seguito.
La nota fondamentale sulla quale B.d.B. ha svolto la sua opera,
che ha abbracciato diversi campi, dalla produzione di libri,
all’attività di pittore, dal campo delle ricerche antropologiche alle
conferenze divulgative che dal 1970(?) al 2001 ha tenuto
immancabilmente ogni 15 giorni nei luoghi più diversi, è stata
quella della libertà.
Nonostante fosse un sensitivo, utilizzato anche dalla Cia per
indagini impossibili, non è mai caduto nella tentazione di
diventare un guru; riuscendo a mantenersi in equilibrio tra una
normalità turbata dalle visioni a cui era soggetto quotidianamente
e la impellente necessità di dover comunicare ad un ristretto
gruppo, via via aumentato nei decenni, le sue conoscenze e le sue
percezioni extrasensoriali. Soleva dire” L’uomo saggio sta sulla
soglia”. E lui viveva tra due realtà.6
Ma nel 1970 a Milano, la città dove ha svolto la maggior parte del
suo lavoro, la soglia della sua casa, era percorsa in lungo e in largo
da cortei studenteschi, ora pacifici, ora turbolenti e violenti.
B.d.B., ormai cinquantenne, vedeva nei giovani che protestavano,
che compivano vandalismi e sregolatezze, che inneggiavano a
Marx e Lenin; quell’onda tumultuosa che avrebbe spazzato gran
parte del conformismo mentale imperante nel 96% delle persone
di cui dicevamo in apertura. Nella cultura esoterica che B.d.B. ha
divulgato, non c'è un concetto culturale di disprezzo della
mentalità della massa: il popolo si muove solo quando la misura è
colma e svolge l’importante compito di equilibrare idee e pensieri
nuovi. I movimenti di massa, quelli che hanno un seguito
importante, hanno l’ingrato compito di abbattere ciò che non è più
necessario all’evoluzione della vita. Del Boca aveva la profonda
percezione che le masse fossero manovrate, non da facinorosi ed
eloquenti capipopolo, ma da un potere che sta oltre il livello
umano, un potere di cui solo alcuni su milioni riescono a captarne
l’esistenza.
I momenti di distruzione sono come le onde del mare durante le
mareggiate: la prima ondata conquista un po’ di terraferma e poi si
ritira; poi arriva la seconda ondata e consolida la posizione
raggiunta dalla prima onda e così di seguito. Passata la tempesta il
mare indietreggia e la spiaggia risulta diversa da come era in
precedenza, le ondate puliscono, lavano, rinnovano, scavano,
danno nuova forma. Così procede l’evoluzione della coscienza
nella specie umana: quando il cielo è sereno e il mare è calmo la
cultura umana vive di glorie passate, delle innovazioni e scoperte
delle epoche precedenti e tutto questo va a costituire la sfera
mentale individuale e collettiva, ciò che l’antropologo gesuita,
padre Teillard De Chardin, ha definito noosfera.
Nel processo di evoluzione della mente umana ci sono i momenti 7
rivoluzionari e i momenti di assimilazione. Ciò che una
generazione considera rivoluzionario e scandaloso, per la
generazione successiva risulta completamente normale. Questi
cambiamenti non sono mai repentini, la coscienza, la parte più
attiva della mente, diceva B.d.B., non può fare salti.
Quando il momento della rivoluzione è passato, la coscienza
umana, come la spiaggia dopo la mareggiata, appare diversa. E’ in
questi momenti che si possono seminare le cose nuove, come le
orme dei piedi che lasciano la loro impronta nella nuova sabbia
lasciata intonsa dal mare.
La diversità della coscienza umana appare e compare negli
atteggiamenti mentali di fronte alle ideologie; diverse sono anche
le risposte degli individui e dei gruppi di fronte ai problemi e alle
tematiche mentali. Alcuni individui recepiscono prima degli altri i
cambiamenti che sono nell’aria e, con l’approfondimento teorico,
lo studio, la meditazione mentale, e la divulgazione contribuiscono
a far depositare i semi del cambiamento nella coscienza collettiva
dell’umanità. La massa recepisce il cambiamento a modo suo: lo
modifica, lo adatta ai suoi scopi, e alla fine forma lo zoccolo duro
sotto il quale nessun individuo potrà più scendere.
Se la massa ha il compito di equilibrare e distruggere, l’individuo
ha le possibilità per creare e per non farsi ingannare dalle
molteplici illusioni sensoriali e mentali. L’articolo di fondo del
primo numero della rivista L’Età dell’Acquario era intitolato “ La
dimensione magica”. L’articolo concludeva dicendo: “La
riscoperta della dimensione magica che caratterizzerà i prossimi
decenni, ha soprattutto lo scopo di facilitare l’avvento del Nuovo
Piano di Coscienza…”
Mi domando oggi, dopo il successo straordinario dei libri di
Harry Potter e dei film sulla Terra di Mezzo, se questa conclusione
riguardante la dimensione magica dell’uomo non sia quanto mai
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azzeccata.
Nel 1970, la cultura esoterica, magica e occulta era ancora
relegata in un settore marginale della dimensione umana
occidentale. Oggi, trent’anni dopo, questa dimensione ha trovato
largo e fertile suolo, anche se per ora risulta essere percepita come
una moda e un modo di atteggiarsi più che una corrente culturale.
Nella sua costante e consapevole opera di divulgazione
dell’esoterismo B.d.B non guardava alla massa, ma agli individui
che con il loro pensiero avrebbero potuto far sedimentare
nell’inconscio collettivo il suo messaggio.
Contrariamente a molti, B.d.B. non ha mai aperto una bottega,
non ha mai fatto delle sue capacità sensitive un mezzo per ricavare
denaro, non ha mai voluto neanche che tutti quelli che gli erano
stati vicini lo facessero. Amava la semplicità e la saggezza, amava
dire che laddove si chiede denaro in cambio di conoscenze
esoteriche c’è sempre lo zampino del demonio, del principe degli
inganni. La sua antipatia per le botteghe e tutte le procedure
burocratiche era così forte che neanche dopo la costruzione del
Villaggio Verde, non ha mai voluto mettere norme o regole per far
entrare alla sala delle conferenze le numerose persone che ogni
quindici giorni affollavano le sue riunioni. Non amava neanche i
riti, né le formule, né le preghiere particolari: credeva soprattutto
nella semplicità e spontaneità e se nella spontaneità dell’individuo
c’erano riti e preghiere, lui le approvava con tutto il cuore.
L’esoterismo di Del Boca coniugava la semplicità del cuore con
la profondità delle conoscenze della cultura umana, di tutta la
cultura umana, da quella degli aborigeni a quella delle università
più prestigiose. Il sapere umano, a qualsiasi livello, è una delle
chiavi che permettono di superare le barriere dei primi livelli
mentali. E Bernardino era un’enciclopedia viaggiante: conosceva
tutto di tutti perché, diceva lui, sapeva usare la psicotematica, una
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tecnica basata sullo sviluppo della Supercoscienza che permette
all’uomo di attingere ad una specie di biblioteca cosmica, così
come un computer attinge alla memoria dell’hardisk o alla rete di
internet.
L’uomo, diceva B.d.B., è schiavo della propria mente, egli crede
di pensare, ma è pensato dalle opinioni, dalle idee del mondo
culturale e delle consuetudini che si acquisiscono vivendo. Per
uscire da questo dominio dei padroni del pensiero occorre fare uno
sforzo perché il conosciuto ci appaia più comprensibile e la mente
sia più elastica e pronta ad accettare le novità.
Ma qual è la novità del pensiero di Bernardino del Boca?
La novità è semplice, ma oltremodo difficile da divulgare in tutti i
suoi aspetti. La più evidente e macroscopica è che nel 1970 nasce
ufficialmente in Italia il movimento dell’Età dell’Acquario, quello
che negli anni novanta sarà conosciuto come New Age.
L’Età dell’Acquario, nome della rivista e del movimento che si
propone di generare, ha come finalità quella di risvegliare la
coscienza dell’uomo ai valori millenari di bontà, bellezza, amore,
comprensione, libertà, saggezza. Il metodo che propone è quello
teosofico, un abbraccio a 360 gradi dei movimenti religiosi già
iniziato dai teosofi nell’ultimo quarto del secolo XIX.
Bernardino insiste però anche molto sulla libertà mentale: la
mente, dice B.d.B. è una grande ingannatrice, se cerchiamo di
controllarla fa di tutto per sfuggire al nostro volere, e lo fa
facendoci credere che siamo già i padroni del nostro pensiero.
Secondo il movimento avviato da B.d.B. l’Età dell’Acquario è
iniziata nel 1975 ed è destinata a durare 2155 anni. Nei cento
numeri della rivista e nei numerosi libri scritti da Bernardino è
condensato un insegnamento che non ha tempo e che nei suoi
aspetti più sottili sarà compreso e assimilato soltanto nei tempi
futuri. Questo studio è un tentativo per cercare di comprendere il
10
pensiero di un uomo che ha seminato moltissimo nelle coscienze
di tanti uomini che hanno avuto la fortuna di avvicinarlo.
Ascolta, a te che leggi sappi che “IO SONO”
Il secondo numero della rivista L’Età dell’Acquario apre con un
articolo dedicato al Conte di Saint Germain, riguardante il suo
messaggio spirituale conosciuto come “Io Sono”. Il Conte di Saint 11
Germain scrisse questo libretto in carcere, in un periodo della sua
vita non propriamente felice; lo scrisse senza consultare nessuno e
nessun altro libro, solo con la propria supercoscienza. Si trattò di
un fenomeno che B.d.B. chiamava canalizzazione, un fenomeno
diffuso in tutte le culture umane e che ancora oggi avviene. Una
canalizzazione è un messaggio proveniente da un’Altra Realtà che
fluisce nella mente di una persona preparata a ricevere queste
comunicazioni.
Occorre però intendersi, non si tratta di una dettatura, ma è come
se il nostro inconscio trovasse una porta aperta da cui fluiscono
impressioni, parole, idee, che combinandosi insieme nella nostra
mente conscia costituiscono un vero e proprio messaggio.
Ovviamente questa canalizzazione si mescola sempre con il “
conosciuto “ della persona con cui entra in comunicazione ed
esiste sempre una miscela spesso omogenea tra l’emittente
extramentale e il ricevente intramentale.
L’Io Sono del Conte di Saint Germain è destinato a tutte quelle
persone che hanno intuito che oltre la personalità che mostriamo
vi è qualcosa di immenso e celato. L’Io Sono è la voce di questo
Dio Interiore che ci ha sempre guidato anche quando non
credevamo che ci fosse un percorso preciso nella nostra vita.
Bernardino raccomandava di leggere questo libretto davanti allo
specchio, come se la nostra voce parlasse all’immagine riflessa
che non è altro che la nostra “persona”.
In questo articolo B.d.B. presenta anche un altro concetto
fondamentale del suo insegnamento: l’importanza vitale del
pensiero cosciente e volontario per il nostro equilibrio psicofisico.
Riportiamo questo passo che è veramente significativo.
“Il Conte di Saint Germain ha detto. – Quando l’individuo
permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio, di
condanna, di invidia, di gelosia, di critica, di paura, di dubbio, di
sospetto, e permette a questi pensieri di irritazione di generare
dentro di lui, egli avrà come risultato sicuro discordia e infelicità 12
nella sua vita, fallimento nei suoi sogni, disastri nella sua mente,
nel suo corpo e nell’ambiente a cui è legato dalla legge di azione e
reazione….”
Con queste semplici parole a cui nessuno di noi vuole realmente
dare peso e che sono predicate da tempo immemore, ma ancora
disattese da tutti; il Conte di Saint Germain vuole affermare che il
pensiero cosciente, la coscienza della propria situazione mentale è
importante per la nostra stessa vita, la salute, l’ambiente familiare
e sociale.
Come ha detto Krisnamurti, filosofo indiano del novecento, molto
apprezzato per il suo pensiero originale, filosofo frequentato da
Bernardino in giovane età, quella della mente è l’unica e vera
rivoluzione possibile per l’uomo.
Da questa asserzione ne discende che occorre vivere con il buon
cuore, seguendo quel tracciato che il Creatore ha ipotizzato per la
nostra vita, con tutte le possibili variazioni e deviazioni.
Bernardino chiama la mente “La pazza di casa”, in quanto è
talmente inaffidabile e astuta nell’ingannarci che è capace di farci
ammalare con le nostre stesse armi mentali: le lame del rimorso, i
nodi della contorsione e del rancore, le griglie del calcolo perfido,
e di tutto ciò che ci porta alla ruminazione dei pensieri.
Gli uomini rimuginano pensieri proprio come le mucche
ruminano l’ erba. Gli uomini moderni sono afflitti dalla
ruminazione mentale: tutti noi siamo afflitti dagli stessi pensieri
che si riaffacciano alla mente in continuazione, senza riuscire a
dominarli o a scacciarli. Quel che colpisce è la nostra mancanza di
controllo mentale: lasciamo che questi pensieri ci prendano tutto il
tempo che loro desiderano, e più ci pensiamo più affondiamo nel
loro gioco. Ecco dunque la necessità di pensare positivo, affinché
la mente risulti meno adombrata e aduggiata da queste cattive
compagnie che hanno il potere di mandarci in rovina. Nel 1970
Bernardino anticipava quel pensiero positivo che sarebbe stato un
motivo dominante di tutti gli anni novanta. Sempre in questo 13
numero, nella voce degli Zoit, rubrica fissa di Bernardino, si
inizia a parlare di buddismo e della sua capacità di interessare le
giovani generazioni, tanto che, a quella data, Bernardino già si
sbilancia dicendo che le idee buddiste finiranno con influenzare il
mondo intero. Anche questa anticipazione troverà conferma negli
anni ’90, quando, sull’onda della New Age, il buddismo diventa
una filosofia e una pratica religiosa che attira gli interessi di larghe
fasce della cultura ufficiale e delle persone psicologicamente e
mentalmente più equilibrate.
Equilibrio, questa è la parola magica che ricorre sempre nei
discorsi di Bernardino, un equilibrio sempre cercato e spesso
praticato come metodo, la giusta via di mezzo che permette di
rimanere distaccati dalle esperienze, ma di viverle con intensità e
con tutto il cuore.
Diventare esoteristi, per B.d.B., significava calpestare la via del
cuore e dei fuochi puri: affetto, compassione, simpatia, neutralità.
In fondo la pratica esoterica per la scuola di del Boca, non è fatta
di formule magiche o pratiche particolari: tanta cultura, tanto
cuore, tanta apertura ai fenomeni extrasensoriali, tanto equilibrio
in tutto. I Fuochi Puri costituiscono una morale da seguire e a cui
ispirarsi nella pratica della vita quotidiana. L’esoterismo si
costruisce giorno dopo giorno nella pratica del lavoro che si è
chiamati a svolgere, nella famiglia in cui si è scelto di vivere, con
gli amici e negli ambienti che si frequentano.
Il primo Fuoco Puro: l’affetto. Per i nostri simili si deve provare
questo sentimento in quanto gli altri portano a deviare e
modificare la nostra energia mentale in senso antivitale
contribuendo a creare i presupposti per l’insorgere delle malattie
psicosomatiche. Il secondo Fuoco Puro: la compassione. Questo
sentimento, se profondo rende partecipe la persona del dolore o
gioia altrui. In questo modo si sviluppa il senso di fraternità che è
il fine dell’intera vita umana. Il terzo Fuoco Puro: la simpatia. E’
inteso nel senso di essere empatici con gli altri, reagendo agli
14
stimoli, alle calunnie, alle lodi, alle ingiustizie con un
atteggiamento di carattere positivo. Il fuoco puro della simpatia, se
praticato, ci porta ad essere allegri e a risultare simpatici anche
alle persone che normalmente non reagiscono agli stimoli umani.
Il quarto Fuoco Puro la neutralità. Quello più difficile da
praticare in quanto apparentemente è in contraddizione con tutti
gli altri. Eppure è una questione di equilibrio, di bilanciamento,
che porta la persona a mantenere il più alto rispetto per tutte le
forme di vita e per tutte le mentalità che le persone esprimono. La
pratica dei quattro fuochi puri provoca nella mente un
addestramento profondo verso il pensiero positivo, il benessere, la
felicità, la disponibilità di energia, l’allegria. Che in fondo sarebbe
come dire una vita felice.
Le anticipazioni di Bernardino, lo sciamano
metropolitano
“Quando cominceranno gli incendi, fratello, dove sarai?”. Questa
domanda datata 1971, apre il discorso sulle continue anticipazioni
che B.d.B. faceva durante i suoi incontri con i teosofi e i giovani
che lo seguivano nelle sue conferenze. Nel 1971 nessun giornale,
né televisione parlava di incendi, oggi nei primi anni del duemila,
anni di piogge continue e alluvioni, gli incendi divampano
ovunque: nel mondo le foreste bruciano, le automobili vengono
incendiate e nessuno ha il potere di fermare questi piromani. Ma 15
gli incendi di cui diceva Bernardino non erano soltanto quelli delle
fiamme fisiche, ma anche quelli che avrebbero sconquassato la
mentalità di un periodo storico, sociale e politico.
Nel libro Singapore Milano Kano, a pg. 224, in data 24 gennaio
1975 B.d.B. parla di Pier Paolo Pasolini dicendo:
“ Un demone spinge Pasolini a polemizzare con il Potere. Il suo
intento moralistico non è nemmeno compreso. Troppi individui,
irritati e frustrati, nel grigiore della loro vita e dalle alture della
loro bassezza morale, si sentono offesi dalle sue parole, e
formulano il pensiero di farlo tacere. Queste forme pensiero, se
captate dai folli, si realizzano sempre.”
Nel n° 25 del giugno 1983, riprendendo il tema degli incendi,
B.d.B. apriva l’editoriale parlando della forza distruttiva di questo
fuoco che avrebbe bruciato in pochi anni certezze e mentalità che
duravano da parecchi decenni. E in effetti confrontando gli anni
settanta del secolo scorso con i primi del nuovo secolo XXI ci
accorgiamo di come la mentalità sia cambiata e la confusione sia
aumentata in ogni apparato. Dopo gli incendi rimane fumo e molta
cenere su cui non cresce nulla nell’immediato, ma col tempo la
cenere formerà quell’humus culturale nuovo che porterà nuove
credenze, nuova cultura, nuove opportunità.
Bernardino, nel corso delle sue conferenze, ogni tanto, usciva con
delle anticipazioni che lasciavano perplessi i suoi ascoltatori.
Ricordo in modo particolare che nelle conferenze della fine degli
anni ‘70 continuava a parlare del crollo del sistema comunista,
crollo che avrebbe aperto una crisi profonda in tutto il sistema
sovietico, ma che successivamente si sarebbe risolto per il meglio.
Attribuiva il merito del futuro crollo del sistema al culto mariano e
oggi sappiamo come Papa Woiytila contribuì con il suo culto per
la Madonna di Fatima a far crollare il sistema comunista.
Ricordo ancora quando nelle conferenze degli anni 82/84 parlava
16
di un castigo che si sarebbe abbattuto sull’umanità, “come una
nuova peste”, proprio queste erano le parole che usava, che
avrebbe colpito l’umanità soprattutto nel nuovo millennio. Oggi
sappiamo cosa significa l’Aids per i paesi africani e non solo.
Ricordo anche che durante la conferenza che precedette
l’incidente di Chernobil davanti a un centinaio di persone disse:
“ C’è un pericolo nuovo che sta per colpire l’Europa, la vedo
come una nebbia, che desterà ansia e paura e che sarà destinato a
durare molti molti anni…”.
Ricordo ancora che quando fu deciso il luogo di costruzione del
Villaggio Verde, e venne scelto Cavallirio, vicino a Romagnano
Sesia, era il 1980, B.d.B. disse che il luogo si prestava anche
perché in quei luoghi gli arabi non sarebbero arrivati come nelle
altre città dell’Italia. In quegl’anni, B.d.B., diceva che l’Italia
sarebbe stata invasa dagli arabi e noi pensavamo che forse stesse
vaneggiando, ma solo negli anni ’90 capimmo a che tipo di
invasione si riferisse.
Ricordo infine quando, sul finire degli anni 80, continuava a
parlare della Rivoluzione che avrebbe sconvolto l’Italia, dei partiti
che sarebbero scomparsi e ci sarebbe stata una nuova stagione
politica. In quel periodo, senza più uno straccio di movimento, con
lo yuppismo e il riflusso imperanti, chi poteva mai fare la
rivoluzione? Poi venne il ‘92 e l’epoca di Mani Pulite e i politici
che da trent’anni erano al potere scomparvero nel giro di pochi
mesi con la bava alla bocca. Allora ci ricordammo della
Rivoluzione che intendeva del Boca.
Ricordo anche che nel 1996, non appena Berlusconi fu vittima di
quello che fu definito Ribaltone ed era appena andato al governo
Romano Prodi disse, sempre davanti a centinaia di persone:17
“ Gli Zoit dicono che Berlusconi tornerà al governo e che ce lo
dovremo tenere per un bel po’ di tempo…” Oggi sappiamo che il
governo Berlusconi nato nel 2001 è stato il governo più lungo
della Repubblica Italiana.
Anche nei suoi libri parlava spesso del futuro: nelle pagine
straordinario del libro Singapore – Milano – Kano, Bernardino
dice alle pgg. 125-126:
” Gli Zoit mi precipitano giornali in lingua araba. Sul giornale
“Al Nahar” ( Il Giorno) di Beyrouth leggo notizie allarmanti. Il
Libano pagherà un conto molto salato del karma ( ho l’immagine
di città distrutte e armate nemiche sulle strade del Libano). Sul
giornale sudanese “ Al Ayam” ( I giorni) di Khartoum sento il
karma preparare un lungo conto alla popolazione mussulmana ed
europea.” Il giorno di questa precipitazione è datato 8 gennaio
1973. Il libro che è scritto sotto forma di diario degli anni 1970-
1975 è uscito nei primi mesi del 1976. La battaglia di Beirout è
accaduta…… Il Sudan è tutt’oggi un paese in mano ai fanatici
terroristi di Al Queda.
Diceva anche cose che non si sono avverate e noi non sapremo
mai il perché. Diceva che Clinton avrebbe svelato il segreto sugli
extraterrestri, che la Sicilia sarebbe sprofondata nel mare, che ci
sarebbero stati 3 giorni di buio totale, e tante altre cose ancora
come questa profezia che riguarda la città di Milano documentata
sempre sul libro Singapore-Milano–Kano a pg. 17 datato 14
gennaio1969:
“Le campanelle dei poteri siddhi hanno continuato a tintinnare, ieri
sera. Le sofferenze degli altri, ad ondate, battono contro il fragile
guscio che mi isola. Per non sentire, mi sono portato avanti nel
tempo, dove c’è qualcosa che mi attira.
Milano non esisteva più. Dai giorni del “grande veleno” da quelli
dell’evacuazione e della sua distruzione e incendio erano passati 666
anni. Il folto bosco si estendeva fino ai grandi bacini salati di
Oroteno e di Samara. Cento anni prima, quelli delle Strade Alte 18
avevano dissotterrato la grande pietra bianca, il boulder morenico,
attorno al quale era sorta la città, ed essa era l’unica cosa che
ricordava il passato. Un tempo, vicino a dove era sotterrata, correva
il traffico di C.so di Porta Romana. Sotterrata tra una casa e un
giardino, fu per millenni il cuore della Milano occulta. Segnava
l’angolo di triangolazione con Cracovia e dava forza a tutti coloro
che operavano con altruismo.”
Da ultimo voglio ricordare quanto detto sul libro di C. Romana e
L. Valvassori dedicato a Bernardino del Boca e datato 1999:
“La Chiesa Cattolica, con tutta la sua potenza e le sue ambizioni
di egemonia, è attraversata dalla consapevolezza che tra non
molto finirà di esistere. Dopo il papa venuto dalla Polonia
regnerà un altro pontefice, poi sarà eletto l’ultimo papa: si
chiamerà Pietro II e concluderà il ciclo aperto duemila anni fa da
San Pietro”.
Gli anticlericali non pensino che B.d.B. fosse contro il
cattolicesimo. Conosceva profondamente il messaggio evangelico
e lo riteneva il più alto messaggio religioso che l’umanità abbia
mai avuto a disposizione, ma come Paolo VI sapeva che il male
aveva radici forti anche in Vaticano. Probabilmente la chiusura del
ciclo a cui si riferisce B.d.B. è una profonda trasformazione del
messaggio evangelico tale che potrà essere percepito come una
vera rivoluzione del pensiero cattolico.
Alcuni individui riescono a leggere fatti che accadranno solo nel
futuro e allora la domanda sorge spontanea: esiste davvero il
futuro o, come diceva Bernardino, c’è un continuum che lui ha
chiamato Continuo Infinito Presente?
B.d.B. lasciava di stucco coloro che chiedevano consigli o
consulti su cosa fare o non fare, diceva che per alcuni poteva
vedere e poteva consigliare, per altri no. Dava consigli di tutti i
tipi, ad alcuni diceva quali azioni doveva comperare in borsa ad
altri consigliava il tipo di carriera professionale da scegliere
( aveva dato lezioni di disegno ad un giovanissimo Giorgio 19
Armani), ad altri ancora sorrideva dicendo che non poteva
esprimersi congedando sempre le persone con molta cortesia.
La visione del futuro è un enigma per l’uomo moderno, la
previsione del futuro si scontra con l’impossibilità di dire poiché
mancano le parole o le categorie mentali. Non è però un enigma
per i popoli che vivono ancora a contatto con la natura e la madre
terra, gli sciamani hanno da sempre avuto accesso a quello che
erroneamente chiamiamo futuro. Bernardino fu uno sciamano
metropolitano, la sua tribù era eterogenea, costituita da tutti coloro
che in qualche modo sono entrati nella sua sfera di azione mentale.
Serendipity
Non credo che molti di noi sapessero il significato della parola
serendipity prima dell’omonimo film, uscito nel 2002, che narrava
la storia due ragazzi che si erano innamorati credendo
nell’incontro casuale ad opera del destino.
Questa parola fu usata da B.d.B. nel 1971, ricordando che il
termine fu coniato dallo scrittore inglese Horace Walpole nel 1745
per indicare quel modo di viaggiare a caso, senza meta, dei
principi di Serendip – l’antico nome dell’isola di Ceylon – che li
portava sempre a scoprire qualcosa di bello e straordinario.
Nell’isola di Ceylon era diffusa la religione buddista, che lasciava
molta libertà di interpretazione dei canoni e che indicava nella
serenità e nella quiete mentale il principio fondamentale di tutta la 20
pratica religiosa. La serendipità nasce proprio da questo substrato
culturale e religioso.
Certo che sarebbe proprio bello se potessimo programmare la
nostra vita seguendo il principio di serendipità! Niente piani
particolareggiati, niente orari, né agenda, tutto il tempo della
giornata a propria disposizione per scoprire il nostro mondo vicino
e lontano, tutto il nostro vivere basato sul tempo presente.
Essere serendipici significa anche possedere una disposizione
mentale tale da affrontare i problemi quotidiani con neutrale
accettazione: dove c’è un problema esiste la soluzione, l’energia
negativa sprigionata dalla rabbia o dal rancore non aiuta a
risolvere un problema.
Vedere la soluzione prima del problema, ascoltare prima di
parlare, significa affrontare la vita, la giornata, con ottimismo e
fiducia nella propria ed altrui vita personale. Questa particolare
disposizione mentale favorisce il verificarsi dei fenomeni di
serendipità e i fenomeni di serendipità favoriscono l’istaurarsi di
questa particolare condizione mentale.
Anche questo concetto di Serendipità è legato al Nuovo Piano di
Coscienza che si sta affermando nella cultura e nell’inconscio
collettivo dell’umanità. Nell’esoterismo di B.d.B. viene affrontata
la tematica della condizione mentale dell’uomo, la condizione
personale vista da tutte le angolature. Bernardino stesso metteva in
pratica la serendipità facendo di ogni incontro, di ogni occasione
una vera scoperta e un motivo di interesse. Ci diceva sempre che
ogni persona che incontriamo per la strada è un messaggero per i
piani alti della nostra struttura superiore, quella di cui non
abbiamo coscienza. Provare interesse per le persone che ci
circondano e che incontriamo per la strada è un modo per uscire
dal nostro radicato egoismo e dalla nostra abitudinaria
indifferenza.
Affrontare la giornata come se fosse una scoperta, anche se
21
sappiamo benissimo quello che ci aspetta, ci aiuta a non avere
pregiudizi e a condizionare la mente verso quella positività che ci
può far compiere quel salto di coscienza che ci può realmente
cambiare la vita.
La serendipità ci aiuta ad addomesticare la mente, per condurla
verso quelle condizioni armoniche che sono indispensabili per
scalare il Nuovo Piano di Coscienza. Se la nostra mente è affollata
dai rancori, dalle preoccupazioni, dai timori e si lascia anche
prendere dalla commiserazione non può che recarci danni di
diversa natura, dall’ansia a quelli di natura psicofisica. Senza la
calma e la quiete della mente non si possono percepire i messaggi
dell’anima e di tutta la parte profonda della nostra personalità. La
pratica della serendipità è un modo per giungere alla pace della
mente e, di conseguenza al contatto con l’Anima.
La storia della nostra cultura è soprattutto una storia di idee e di
concetti morali, idee e concetti che hanno profondamente plasmato
gli individui e le società in cui sono vissuti. Il concetto di
bellezza, ricercato da tutti i popoli della Terra e teorizzato
soprattutto dai greci; il concetto di amore teorizzato e praticato dai
cristiani; il concetto di tolleranza e di pace interiore sviluppati
dalla cultura buddista, sono ormai dei concetti universali accettati
da ogni essere umano, e la diffusione di questi concetti ha fatto in
modo che in duemila anni di storia siano diventati dei valori,
dei capisaldi morali e civili di ogni società umana.
La serendipità è un concetto minore che discende dalla civiltà
buddista e si basa sulla fiducia assoluta nella vita, fiducia che
sviluppa la giustizia nella società civile. Chi pratica la serendipità
sa che la vita è giusta così com’è; che non esistono ingiustizie
anche se l’apparenza spesso ci inganna. La visione profonda delle
cose, quella che non si ferma all’apparenza delle cose, quella che
“non ci sono ancora le parole per dire, ma che si riesce ad intuire”,
ci dice che i principi di Serendip avevano capito.
22
La forza dei sentimenti, la debolezza delle emozioni
Ho sempre pensato che l’amore fosse il più grande dei sentimenti.
Sono sempre stato innamorato, non sempre e necessariamente
delle donne, ma anche dei libri, della musica, della montagna, del
mare, delle mie figlie e di tutto ciò che in alcuni momenti del mio
vivere hanno permesso alla mia coscienza e alla mia anima di
espandersi. Meglio sarebbe dire che quando il sentimento appare,
l’Io scompare, e quindi non ero io ad essere innamorato, ma era
l’Amore che attraverso il mio corpo e la mia coscienza si
esprimeva ed amava.
Sentimenti ed emozioni: due campi della personalità in cui
agiscono due dei motori più importanti della vita. Nelle emozioni
agisce il piccolo Io quotidiano, quello che pensa sempre al passato
e al futuro, mentre nei sentimenti è il Grande Io, l’Io Sono,
23
l’Anima che cerca di prendere il comando della nostra vita nel
preciso momento in cui stiamo vivendo. L’uomo che vuole
conquistare la propria Anima deve imparare ad usare i sentimenti
e a fidarsi poco delle emozioni.
L’esoterista è un uomo capace di usare i sentimenti come se
fossero delle vere e proprie forze naturali, energie pure che la
nostra Anima prende direttamente dal grande calderone divino.
Le emozioni spesso ingannano, creano paure, ansie, rancori,
inducono la nostra mente ad agitarsi, ad entrare in conflitto e
normalmente finiscono sempre con il creare qualche problema
aggiuntivo che prima non esisteva.
Il sentimento placa, l’emozione punge.
I sentimenti rendono l’uomo tranquillo, attento al fluire del
proprio vivere; le emozioni invece agitano la mente e disturbano
il momento presente in cui si svolge la nostra vita, quel magico
momento che ci permette di essere in sintonia e armonia con noi
stessi e con il mondo intero. Se la nostra mente rimane in balia
delle emozioni, la nostra vita assomiglia ad una barca che va alla
deriva, senza un timoniere, sballottata a destra e a sinistra dai venti
e dalle onde della vita. Se invece la nostra personalità lascia fluire
i sentimenti e non permette alle emozioni effimere di prendere il
sopravvento, la nostra vita apparirà come una barca che parte da
un punto e si dirige in un altro con una rotta precisa utilizzando
l’energia dei sentimenti per vivere con equilibrio.
Non tutti sanno che i sentimenti sono più profondi delle
emozioni. Per convincerci di questo pensiamo agli effetti calmanti
dell’amore, al senso di liberazione dalle quotidianità che provoca
l’espandersi del sentimento religioso, a come lo sviluppo della
compassione induca a sperimentare la fratellanza, mentre la libertà
e la bellezza comportino gentilezza d’animo e rispetto della vita,
di ogni vita. L’amore è il sentimento “principe”, la forza capace di
24
piegare la volontà di qualunque uomo o donna per indurla al
servizio di un altro o mille altri. L’amore viene da un altro mondo,
ci attraversa e termina in un altro mondo ancora. Senza questo
sentimento non esisterebbe la vita. Se l’amore è un motore
perpetuo, l’emozione amorosa è una fiammata di energia che si
spinge in una direzione piuttosto che in un’altra.
La gelosia e la passione sono emozioni forti che ci spingono ad
agire, ma mentre l’amore ci lascia imperturbabili, la passione ci
acceca e la gelosia ci rode. In questi casi è utile non lasciarsi
prendere dalle emozioni e focalizzare la propria mente sul motore
perpetuo da cui le emozioni derivano. Chi desidera attuare la
scalata al Nuovo Piano di Coscienza deve essere conscio delle
emozioni e sviluppare l’amore nel profondo. E’ quello che si dice
la forza del cuore, il non lasciar inaridire il proprio cuore, il
rimanere perennemente innamorati di qualche cosa e di qualche
persona.
La direzione verso cui il nostro e vostro amore tende è personale e
unica. B.d.B. ci ricordava sempre che ognuno di noi è unico e
irripetibile e che nessuno può dire ad un altro quello che si deve o
non si deve fare. Ogni passione va rispettata poiché tutto il creato
vibra, tutte le situazioni, tutte le creature, non solo gli uomini,
esistono per un dono d’ amore del Creatore e che pertanto per
ognuno di noi c’è un piano già prestabilito e nessuno può
interferire nella vita delle altre persone poiché significa interferire
nel Piano Divino.
Il sentimento religioso è così profondo che può indurre fenomeni
sconcertanti. E’ un piano della vita che non ci è ancora permesso
di frequentare e ci dobbiamo accontentare di spiragli che ogni
tanto giungono alla nostra coscienza. B.d.B. aveva accesso a
questo piano dalla porta principale e, da buon teosofo, vedeva che
ogni religione, da quella animista dei popoli primitivi da lui
studiati, a quella islamica che oggi è sotto accusa per le violenze
che ispira, sono in realtà le facce dello stesso diamante. Tutte le
25
religioni hanno un messaggio adatto al popolo che la adotta e
ognuna di esse contiene quegli elementi che possono trasformare
l’individuo in un uomo saggio, buono e intelligente. Oggi però è la
differenza che viene messa in rilievo, anche se in questi ultimi
vent’anni sono stati fatti passi da gigante nella direzione della
fratellanza universale, affermata con forza dal movimento
teosofico alla sua nascita nel 1875 a NewYork.
Gli uomini vivono oggi il fenomeno religioso come le formiche
che raccolgono le briciole di un lauto pranzo. Le formiche non
hanno accesso al tavolo imbandito, alle canzoni, alle gioie che
accompagnano un pranzo in allegria. Loro si accontentano di
raccogliere le briciole, così sono gli uomini d’oggi con la
religione.
Lo sviluppo del Nuovo Piano di Coscienza è quel processo che
porterà a comprendere le religioni nei loro aspetti più profondi, a
scoprirne il sentimento che le muove e ad imparare che c’è una
sola religione al mondo: quello della fratellanza universale.
26
Il pensiero oggettivo
Per l’esoterismo l’uomo deve superare da solo tutte le illusioni di
cui è vittima, cercando ogni giorno di capire, con le proprie forze,
quali impedimenti mentali e psicologici di varia natura lo tengono
inchiodato al teatrino della vita. Quando l’uomo inizia a superare
le illusioni inizia il risveglio. Occorre però capire di quali illusioni
si sta parlando e quale risveglio può attendere colui che è entrato
sul sentiero che conduce all’iniziazione spirituale.
Non si parla delle disillusioni che la vita ci porta a sperimentare,
non si parla della caduta degli ideali o della morale. L’illusione di
cui si parla è quella della vita personale, dell’io personale che
crede di vivere per sé, di quel sottile gioco che ci fa pensare che la
nostra personalità sia qualcosa di eterno che ci porteremo dietro
per le vite future. Questa illusione sta alla radice della nostra vita
sociale. E’ qualcosa che ha a che fare con l’amor proprio, con il
senso di individualità, con i capisaldi della salute mentale.
Non è pensabile che una persona cosiddetta normale accetti
quanto stiamo per dire, non credo che qualcuno dotato di cultura
27
media o superiore possa accettare l’idea che la propria personalità
non sia importante. L’ego ci inganna e ci illude, l’illusione di cui
parliamo è quella dell’ego, stiamo parlando di noi stessi. Non vi
sto dicendo che dobbiamo liberarci della suocera o del capo
ufficio, neanche del denaro o di qualsiasi altra cosa. Ci dobbiamo
liberare di noi stessi, di quella parte di noi stessi che l’educazione,
la cultura, la mamma, il papà e tutti coloro che sono intervenuti
nella nostra educazione hanno chiamato IO e che ora formano il
nostro conosciuto. A questo proposito riporto un passo del libro “
Il Segreto” scritto da Bernardino del Boca a pg. 153:
- Mi ricordo che quel monaco, quel giorno, mi indicò molti
monaci e discepoli che camminavano attorno, e mi disse: “ Vedi,
quasi tutti loro credono nella dottrina del Buddha, ma con un
inganno, che fa loro piacere. Loro credono che sarà la loro
personalità che si incarnerà di nuovo sulla terra, ed è vero, ma non
è vero che loro sono quella personalità. La personalità appartiene
alla Terra, è solo un mezzo. L’Anima entra in un personaggio e gli
dà vita, arricchisce questo personaggio, ma l’Anima è una Monade
divina, una scintilla del Grande Fuoco della Vita. Quando si
muore si torna al Grande Fuoco e il personaggio rimane sulla
Terra, nella regione eterica. Ma se questi monaci, questi discepoli,
sapessero che loro non si rincarneranno, cioè che il loro
“personaggio” verrà poi usato da altri, perderebbero ogni fede nel
Buddismo. E’ un loro limite: si sono identificati con il
personaggio, non con l’Anima. Non sanno di essere Anime
immortali.” -
Noi siamo un aggregato di tante funzioni che vive perfettamente
anche senza il nostro autocompiacimento o la nostra
autocommiserazione. Le nostre funzioni vitali non sono, per
fortuna, soggette ai nostri capricci mentali. Il nostro elaboratore
mentale controlla il comportamento e il comportamento è stato
programmato per vivere e per replicarsi. Non siamo disposti ad
28
accettare che la nostra vita serva per qualche altro scopo che non
sia per il nostro piacere o la nostra evoluzione. Eppure è proprio di
questo che dobbiamo parlare. Dio si serve di noi e ci lascia fare.
Ci lascia credere che tutti i meriti della nostra riuscita, della nostra
intelligenza, delle nostre capacità siano le nostre, del nostro
personaggio. Quando noi cominciamo a capire che l’io è
strumento di Dio e che anche se sembriamo in contrasto, siamo
sempre stati una cosa sola, ecco che allora cominciamo a liberarci
dalle illusioni. Allora la vita non appare più come ci appariva il
giorno prima. Quando ci risvegliamo ad una consapevolezza
superiore, improvvisamente spariscono il rancore, l’invidia, l’odio,
il senso di separazione, l’indifferenza, la maldicenza, perché
fulmineamente si capisce che tra l’io e Dio non c’è nessuna
separazione, nessuna distanza, o se esiste è solamente illusoria
perché noi pensiamo di non essere capaci di immergerci in Lui. Di
conseguenza anche gli altri sono Dio e quindi frammenti di me
dispersi nell’immensità. E allora con chi me la devo prendere se
gli altri sono parti integranti di me?
Questa è l’introduzione al pensiero oggettivo, in contrapposizione
al pensiero soggettivo, oggi imperante. In uno slogan si può dire:
non io ma Dio!.
L’io, che possiamo anche chiamare la coscienza della mente,
nell’uomo ordinario è una sorta di registratore-elaboratore di
pensieri. I pensieri si affollano alla mente, l’io li considera con
pacatezza se il suo temperamento è pacato, con agitazione se è di
animo impulsivo. L’uomo che pensa in maniera soggettiva agisce
in funzione del suo Io quale centro di azione del suo mondo.
L’uomo che pensa in maniera oggettiva agisce senza lasciarsi
prendere dalle emotività che le persone o i pensieri possono
suscitare. L’uomo che agisce con un pensiero soggettivo è
dominato dalle circostanze, dai pensieri, dalle persone, ma
soprattutto è schiavo della sua mente. L’uomo che usa il pensiero 29
oggettivo ha imparato ad usare la mente anziché esserne usato.
Per l’esoterismo la mente è tutto ciò che ha una funzione psichica,
che ha dei collegamenti con i sensi, tutto ciò che ci induce a
considerare, a giudicare. L’uomo dovrebbe essere in grado di
usare questo registratore e modularlo secondo i suoi intendimenti.
L’io dovrebbe essere il coordinatore di tutte le funzioni psichiche,
non lo schiavo dei suoi stessi pensieri. Quando Bernardino ci
parlava della “pazza di casa”, che per lui era la nostra mente, ci
invitava a fare attenzione al nostro io e tutte le illusioni che esso
generava.
Il risveglio inizia da qui, dalla consapevolezza che noi e il nostro
io non siamo la stessa cosa. B.d.B. ci parlava dei vari livelli
mentali, ci diceva che la stragrande maggioranza delle persone era
sul secondo livello mentale e che, con fatica, alcuni di noi
avrebbero potuto utilizzare il terzo livello mentale, quello che
avrebbe consentito di cominciare a utilizzare la mente come uno
strumento. B.d.B. diceva che nell’uomo esistono nove livelli
mentali e che questi livelli saranno appannaggio della futura
umanità. La prima mente è quella dell’esperienza: la lingua batte
dove il dente duole. Il secondo livello mentale è già più evoluto,
ma l’uomo del secondo livello mentale si comporta come se il suo
dolore dentale e la sua lingua fossero l’unico problema esistente
sulla Terra. Il terzo livello mentale apre invece altre possibilità che
si avvicinano al controllo della mente. La mente controllata agisce
come il cane addomesticato: obbedisce al richiamo e non corre
dietro alle biciclette che passano oltre il cancello. Probabilmente
lo scopo di questo momento evolutivo è proprio quello di
addomesticare la mente e per farlo occorre essere dei profondi
conoscitori della propria natura mentale oltre che diventare dei
bravi addestratori. Se impariamo ad usare la mente, anziché
continuare ad esserne usati, riusciremo ad alzare lo sguardo su
quel nuovo piano di coscienza che costituisce il futuro per cui noi
30
siamo stai creati. Dobbiamo ricordarci che la mente è un ottimo
servitore, ma un pessimo padrone.
Bernardino non ci ha mai dato esercizi o consigli su come
addomesticare la mente. Non approvava un gran che la
meditazione, preferiva la preghiera e le azioni svolte con il cuore
perché il cuore e il sentimento avevano, secondo Bernardino, il
potere di calmare la mente, di tenerla a freno. Parlava spesso del
vuoto mentale, di fare il vuoto nella mente e questa sembra una
pratica semplice, ma provateci: vi risulterà difficilissimo.
Essendo il nostro cervello un elaboratore di informazioni e
pensieri, la nostra mente è il risultato di questa elaborazione. E’ da
questa elaborazione che spesso, forse sempre, noi non riusciamo a
liberarci, perché la mente ci inganna, ci convince a non fare il
vuoto mentale perché altrimenti ci sentiremmo vuoti, poveri, senza
emozioni, senza appigli. La mente si nutre dell’elaborazione delle
nostre informazioni, è una specie di batteria che si autoricarica con
l’elaborazione di informazioni semplici. Riuscire a riconoscere il
processo mentale nella sua autentica importanza è il vero lavoro di
ogni uomo che si vuole avvicinare all’esoterismo.
Ancora una volta il messaggio sembra semplice, ma se ci pensate
bene è molto profondo e richiede un addestramento mentale
spossante. Riuscirci da soli è pressoché impossibile, gli
autoinganni mentali sono infiniti e riuscire a scoprirli è
impossibile. E’ per questo motivo che le religioni raccomandano
la preghiera, il digiuno, la carità e la compassione: è con lo
sviluppo di queste facoltà mentali ( informazioni anch’esse inserite
nel nostro elaboratore mentale) che si riesce a tacitare la mente a
ridurla ad un ruolo più umile in quanto queste qualità portano allo
sviluppo del cuore che è il vero motore che porta ad avvicinarsi
alla mistica.
Il lavoro dell’uomo che vuole scalare il Nuovo Piano di
Coscienza consiste proprio nel far interagire il cuore con il
cervello, lavoro che svolto su larga scala farà fare all’attuale 31
umanità quel salto che conduce alla visione spirituale della vita.
Ognuno di noi è al posto giusto
“Anche il dormire è giusto per chi ha ancora sonno”. L’umanità è
addormentata nella materia e a poco servono gli squilli di tromba
della nuova età acquariana. B.d.B. lasciava dormire gli
addormentati e dava sempre nuovi stimoli a coloro che si
dimostravano svegli e pronti a seguirlo. Nessuno sapeva chi era
addormentato e chi era sveglio. A turno, forse, tutti noi che lo
seguivano nelle sue lezioni dimostravamo di dormire e a volte di
essere svegli. Anche se non stiamo parlando del sonno fisico, ma
di quello mentale voglio ricordare come sul finire degli anni
settanta mi accadesse sistematicamente di addormentarmi durante
le sue conferenze, tanto che ad un certo momento decisi di non
frequentarle più perché mi sembrava sconveniente o inutile
parteciparvi.
Poi un giorno, sempre durante le conferenze, B.d.B. disse che era
più utile addormentarsi durante le sue lezioni che rimaner svegli.
Questo per farvi capire quale tolleranza e quale altro punto di
vista avesse Bernardino. Dormendo, sempre secondo la teoria di
Bernardino, si captava meglio il messaggio da lui divulgato e lo si
passava nell’inconscio collettivo: in questo modo lui svolgeva
egregiamente il lavoro per il quale era stato preparato dai monaci
del tempio di Nawa Sanga.32
B.d.B. non disse mai a nessuno quello che doveva o non doveva
fare, non disse mai a nessuno ciò che era giusto fare o ciò che era
sbagliato.
Sconcertava i più dicendo che tutto è giusto e che ogni cosa e
ognuno di noi è al posto giusto perché fa ciò che la vita gli dice di
fare. Ma se va tutto bene così, perché questo mondo è da
cambiare? Perché le cose non vanno come dovrebbero andare? La
risposta di B.d.B è semplice, troppo semplice per essere presa in
considerazione.
Nella nostra vita, nelle nostre azioni e nel nostro pensiero c’è
troppo calcolo, troppi secondi fini, troppi rancori e invidie, il
nostro Io è troppo gonfio, il nostro cuore troppo arido. E tutte
queste cattive qualità mentali dell’uomo portano l’individuo a
sviluppare il cancro personale e sociale e altre malattie individuali
e sociali difficili da curare ( ma anche questo aspetto è utile alla
vita perché la malattia viene per guarire!).
Se invece si accettassero le persone per quello che sono, così
come la vita ce le presenta, con i loro pregi e loro difetti, senza far
pesare situazioni o colpe inesistenti, le dinamiche sociali ne
avrebbero dei benefici e tutti noi potremmo essere migliori di
quello che attualmente siamo. Se queste semplici cose fossero
accettate non esisterebbero invidie, odi, gelosie, rancori, omicidi,
guerre, perché nessuno si opporrebbe con il proprio egoismo al
fluire armonico della vita. Ma, per i complessi meccanismi su cui
si muovono le energie a noi parallele, anche questa sofferenza ci
aiuta a vivere, ad agire, a macinare energie per altri mondi. Anche
le guerre e le atrocità che vengono commesse nel mondo hanno
una loro logica che sfugge alla nostra compressione.
Il celebre esploratore David Livingstone ricorda come anche una
morte orribile come essere mangiato vivo da un leone non sia poi
33
così terribile. Racconta infatti lui stesso che in una delle sue
esplorazioni in Africa venne attaccato alle spalle da un leone che
gli conficcò i denti in una spalla cercando di azzannarlo al collo.
Lui in quel momento di comprensibile paura non sentì nessun
dolore e non provò né terrore né paura, mentre veniva
prontamente soccorso dai suoi compagni di avventura che erano
riusciti a uccidere il leone. In quel momento di attacco del leone
Livingstone ebbe un’illuminazione che così descrisse: “ In
quell’istante ringraziai Dio perché non faceva soffrire le sue
creature nel momento così tragico della morte causata da episodi
di violenza come l’attacco di un leone”.
Il male è l’altra energia che ci sta a fianco, l’altra faccia del bene,
il rovescio della medaglia. Il polo negativo e positivo servono
all’uomo perché sia in grado di mantenersi in equilibrio e di
utilizzare queste due forze a vantaggio dell’evoluzione della
coscienza. La via che Bernardino ci indica, nei decenni che lo
vede impegnato a divulgare il pensiero esoterico, è una via
totalmente sgombra da pregiudizi o preconcetti poiché improntata
sull’accettazione della persona con i limiti o con i pregi che
possiede. Questa mancanza di atteggiamento da essere superiore,
da antiguru, ha fatto di Bernardino quella persona umile e schiva
che lasciava trasparire sempre una grande benevolenza, sia nei
confronti di chi gli parlava o di chi lo ascoltava con il cuore.
Bernardino l’antiguru non andava proprio a genio a tutti e per
alcuni era un personaggio scomodo. In effetti, se ci pensiamo
bene, noi che abbiamo questa esigenza di ricerca spirituale, nella
nostra ricerca vorremmo trovare delle risposte, speriamo sempre di
trovare dei consigli utili alla nostra vita, addirittura questi consigli
quasi li pretendiamo.
Quando troviamo un guru, noi, ci affidiamo completamente a lui;
mettiamo la nostra vita nelle sue mani, rinunciamo a decidere
spesso per paura di sbagliare o perché siamo fortemente insicuri. 34
Se troviamo un guru pretendiamo che lui ci dia delle indicazioni,
ci dica cosa dobbiamo o cosa non dobbiamo fare.
Bernardino ci disse sempre che dovevamo imparare ad ascoltare
la nostra Anima, unico guru autorizzato da Dio, a riconoscerla
come parte essenziale di noi, come vera padrona della nostra
personalità.
L’inizio dell’Età dell’Acquario comporta che ognuno di noi
sappia discernere la strada buona dalla cattiva senza ingerenze
esterne. “ Ogni bambino ha una guida interiore, non occorre
preoccuparsi per loro perché il destino è già tracciato nelle linee
essenziali”. Le preoccupazioni non fanno altro che “ disturbare” il
processo di crescita della personalità umana che smarrisce così la
sicurezza interiore. L’interazione tra genitori e figli, se veicolata
da equilibrio, fiducia, amore, quel giusto grado di paterna
autorevolezza, e di materna amorevolezza ha come risultato la
crescita equilibrata dei figli, una crescita della personalità che si
basa sulla propria fiducia, anziché su quella degli altri, genitori,
professori o istitutori che siano. Dentro di noi c’è Dio, occorre
riconoscerlo e occorre che i genitori sappiano che i bambini che
gli sono stati affidati sono guidati direttamente dal Dio interiore
finché le informazioni mentali non raggiungono quel grado tale di
massa critica che oscura la guida interiore.
E cosa contribuisce a fare della mente la nostra padrona di casa?
Probabilmente è il risultato di un conflitto tra la massa di
informazioni che giungono dall’esterno e l’immaturità dell’uomo
a trattarle con il giusto distacco. Inoltre il processo educativo
porta la nostra mente a prendere sempre più potere nella nostra
sfera interiore. Gli ultimi cinquant’anni hanno prodotto una
crescita enorme della sfera mentale. Mai come in questi
cinquant’anni le informazioni, le conoscenze, le tecnologie, hanno
bombardato la sfera mentale individuale senza la necessaria
preparazione psicologica che avrebbe lo scopo di discernere tra 35
questa massa di informazioni per dare il giusto peso e valore alle
varie componenti di queste informazioni.
Ci sono infatti informazioni complesse, come quelle che hanno
una connotazione emotiva, che in un’umanità bambina provocano
gravi stati di malattia mentale che ha riflessi sociali e
comportamentali tali da mettere in serio pericolo la stessa vita
dell’intero pianeta.
Prendiamo il caso dell’arricchimento selvaggio che sembra essere
ormai il valore dominante a livello planetario: business is business,
questo è lo slogan con cui stiamo assassinando le foreste tropicali,
con tutti gli esseri viventi che vi sono contenuti e stiamo
inquinando sempre più aria ed acqua e terra che sono le risorse
fondamentali di questo pianeta. Solo gli uomini che non credono
alla vita possono distruggere intere foreste senza curarsi di
possibili conseguenze.
Un tempo i bambini crescevano con la piena fiducia degli adulti
che si curavano ben poco di loro, vuoi perché c’erano minori
aspettative di vita nei loro confronti, ma anche perché si credeva
negli angeli custodi e veniva insegnato a tutti i bambini a non
dimenticarsi del proprio angelo custode.
Dimenticando che dentro ogni bambino c’è Dio al lavoro si è
orientati verso altri orizzonti. Si crede che i bambini siano di
proprietà esclusiva della famiglia, come un qualsiasi bene
materiale, un bene che darà i suoi frutti a suo tempo, un
investimento che ha le stesse nostre basi genetiche. Con questo
presupposto si curano i figli per avere da loro dei risultati: nello
studio, nel lavoro, nell’affetto, nell’economia domestica. Avendo
dimenticato che il figlio affidatoci è un tempio in cui è celato una
particella di Dio, noi non consideriamo la parte spirituale dei figli,
limitandoci a mandarli in chiesa perché siano battezzati o poco
più.
36
A tal riguardo credo che il numero 10 della rivista ci fornisca una
buona indicazione su cosa si dovrebbe fare quando si ha un figlio.
L’articolo di fondo si intitola infatti: “ …Mantenere un angelo…”.
Dovrebbe essere questo il compito più importante dei genitori
con i propri o altrui figli: mantenere un angelo accanto a loro. Ma
come si fa a mantenere un angelo? Con le preghiere, con l’amore,
con il pensiero amorevole. Il pensiero crea. Se il pensiero per i
figli è incentrato sulla preoccupazione e sull’ansia, una nuvola di
nevrosi attornierà il ragazzo e o la ragazza che ci è stata affidata.
Se invece le madri e i padri si limitassero a pregare per i loro figli
con la coscienza di poter influire seriamente sulla loro vita, si
creerebbe linfa vitale per il loro angelo custode che troverebbe
così valido nutrimento per stare accanto alla creatura generata. Da
ciò innumerevoli angeli sarebbero accanto ai nostri figli a
proteggerli, a consigliarli e a seguire quella vocina che Collodi
aveva identificato nel Grillo Parlante. E’ un vero peccato che non
si creda più a queste favole, perché sono le uniche che hanno una
base di verità anche se non la possiamo constatare di persona
perché ci manca la visione sottile o eterica.
L’Età dell’Acquario è anche questo: contrastare la cultura
dominante e le tendenze più in voga per affermare le conoscenze
esoteriche e i lati migliori di tutte le religioni del mondo.
37
Il popolo invisibile
Bernardino del Boca possedeva la facoltà di vedere cose che gli
esseri umani normali non vedono. Questa quotidianità con le
percezioni paranormali erano a dir poco strabilianti, tanto che lui
se ne vergognava tantissimo e non ne parlava. Il coraggio di dire
quello che vedeva lo trovò soltanto nei libri e la lettura di questi
diari portano il lettore ad intuire a quale tipo di visione egli fosse
sottoposto per tutta la vita e come fosse difficile mantenersi in
equilibrio tra il mondo fisico normale e quello fantastico che gli
scrittori soltanto immaginano. B.d.B. non aveva dubbi, come
poteva averne dopotutto quello che gli accadeva quotidianamente:
esistono altre forme intelligenti invisibili agli occhi umani.
Diverse sono le tipologie e le forme di queste energie intelligenti
peraltro già descritte in tutti i trattati dell’esoterismo e della
tradizione popolare o nella letteratura orientale: dai folletti, agli
elfi, ai Deva, alle ombre dei morti, agli extraterrestri. Ma oltre a
queste energie intelligenti B.d.B. parlò di un altro tipo di energia
intelligente a cui aveva dato il nome di Zoit, ( nome che derivava
dal suono che lui sentiva quando quest’energia si faceva vedere)
che si manifestavano come spiragli accecanti di luce ultravioletta.
Queste visioni, figure eteriche, energie ed esseri invisibili hanno
popolato le stanze dove Bernardino ha passato la sua vita: fossero
queste a Singapore, Milano, Alice Castello o Cavallirio. B.d.B.
diceva che quando la sua mente era controllata i folletti della sua
casa svolgevano le funzioni di una domestica: non permettevano
alla polvere di posarsi sui mobili e soprammobili!
La giornata di Bernardino era segnata dalla presenza di questi
38
esseri che lui solo vedeva al fianco suo, al fianco delle persone,
degli animali, nei luoghi di natura o abitati dall’uomo, perfino sui
lati delle autostrade. Bernardino sapeva che queste “presenze”
appartenevano a mondi sconosciuti e sapeva di non poterne
parlare con tutti; sapeva che poteva essere preso per pazzo, ma lui
queste” energie” le vedeva, ne percepiva la presenza con tutti i
sensi e ne riscontrava gli effetti pratici.
Nella sua casa comparivano e scomparivano cose, dal soffitto
scendevano lettere o fogli di libri del passato, bagliori ultravioletti
lampeggiavano continuamente sui vetri delle sue finestre. Molto di
frequente veniva “usato” da queste energie, che per Bernardino
stavano in un mondo parallelo al nostro, per vedere cose o persone
secondo dei motivi o piani che lui stesso non riusciva
comprendere. Per mezzo di queste energie lui poteva compiere
quei viaggi in astrale e quelle indagini che gli davano tutte le
risposte ad ogni possibile domanda.
La stessa rivista l’Età dell’Acquario era composta con fotografie
provenienti direttamente da questi mondi, fotografie che si
materializzavano sul tavolo dove lui scriveva. Le “voci”, le
persone, gli esseri di natura che lui sentiva e vedeva gli
comunicavano il messaggio che lui ha poi trascritto nei libri e sui
cento e più numeri della rivista che stiamo percorrendo in queste
pagine.
Bernardino è stato il mezzo attraverso cui fluivano le
comunicazioni della nuova età acquariana.
B.d.B. era un centro di ascolto, cioè la sua mente funzionava
come un telefono senza fili a cui potevano chiamare solo coloro
che erano stati iniziati e quindi esoteristi come lui che, in ogni
parte del mondo, sconosciuti ai giornali e ai governi, stavano
svolgendo il lavoro di preparazione per la futura Età
dell’Acquario. Come centro di ascolto gli era stato affidato un
lavoro di trasmissione telepatica con Cracovia, Singapore e Kano:
39
“perché il suo compito, gli ricorda ancora l’Americano,( siamo a
Singapore nel 1947) è di canalizzare nuove idee e nuovi modi di
pensare per trasmetterli a Cracovia, Amsterdam, Kano e in Cina, e
combattere contro il sonno che addormenta le coscienze” da La
Forza del Cuore ed. Villaggio Verde pg. 66.
Attraverso di lui passavano le comunicazioni di quel mondo di cui
noi “ popolo normale della terra” non riusciamo nemmeno a
concepirne l’esistenza. Diventare sensibili a questo mondo
significa illuminarsi o impazzire. Per mantenere un equilibrio è
necessario raggiungere un certo grado di cultura, una certa
padronanza della mente, una particolare visione equilibrata di tutte
le cose. Se l’uomo non persegue una ricerca interiore volta a
radicare l’equilibrio mentale, scoprendo il valore della giusta via
di mezzo, la sensibilità al Popolo Invisibile rischia di
compromettere la sua salute mentale e fisica.
B.d.B. aveva ricevuto un’iniziazione elevata, quando era console a
Singapore ed era stato scrutato e avvicinato dagli Zoit, questo era
infatti il nome che Bernardino aveva dato alle energie del mondo
parallelo che gli erano vicine e gli permettevano di fare tutte le
cose straordinarie che ha fatto.
Vediamo come Bernardino descrive gli Zoit nel libro Singapore –
Milano –Kano a pg. 18:
“Essi apparvero appena fu aperto lo sportello dell’aereo. Sul
rettangolo luminoso,nella fredda luce esterna delle lampade al
mercurio, Essi apparvero come due fessure di luce livida, come stretti
spiragli di porte socchiuse su camere illuminate da luce ultravioletta.
Le fessure di luce scesero la scaletta, assottigliandosi, sparendo e
riapparendo come fanno le luci che si riflettono sui vetri dei
finestrini, quando si viaggia in treno di notte.
Gli Zoit si fermarono nella vicina zona scura creata dall’ombra di un
furgone, e mi comunicarono, telepaticamente, di attenderli
l’indomani a casa mia, dopo il tramonto. Aveva inizio 40
quell’avventura che il monaco del Wat Sudat di Bangkok aveva
descritto leggendo la posizione che presero i semi che mi aveva fatto
gettare nell’ancora calda cenere di un fuoco che si stava
spegnendo.”
Furono i monaci buddisti del tempio dell’isola di Nawa Sangha,
in Indonesia, ad avviarlo verso il suo lavoro di preparazione della
nuova età acquariana. Dovette subire umiliazioni, come tutti gli
uomini comuni, dovette lavorare e guadagnarsi da vivere, ma
Coloro che lo avevano avviato sul Sentiero lo confortavano
parlando direttamente al suo cuore e facendogli fare i voli con
l’anima, i viaggi in astrale. Del Boca era consapevole che tutto il
vivere dell’uomo serve per altri mondi, per altre energie che
vivono in universi paralleli. Anche tutta la sofferenza dell’uomo
ha una sua ragione di esistere che per il momento non è possibile
sapere in quanto mancano ancora le parole per dire.
Riporto, sempre sul libro Singapore Milano Kano a pg.
113 ,queste righe attribuite a Mabel Collins:
“ Il vero e completo significato della vita terrena sta soltanto nei
nostri contatti con la personalità degli altri e nello sforzo
individuale per sviluppare la nostra coscienza. Tutte quelle cose
che noi chiamiamo eventi e circostanze, che noi consideriamo
come il vero contenuto della vita, sono invece soltanto le
condizioni che rendono possibili questi contatti e lo sviluppo della
coscienza.”
Il mondo cosiddetto paranormale era per Bernardino più normale
di quello usuale e ciò lo rendeva un essere speciale che molti
consultavano per sapere, per conoscere il loro futuro, per trovare
conforto alle sofferenze. E lui, sempre con il sorriso sulle labbra
rispondeva, parlava, confortava, indicava.
Nel numero undici della rivista dell’Età dell’Acquario,
Bernardino, sotto lo pseudonimo di Toshima Nishikata ci presenta
per la prima volta il concetto di Mondi Paralleli. Nell’articolo si 41
parla di fatti misteriosi, rigorosamente documentati, di cui non è
possibile rintracciare una spiegazione logica se non quella
plausibile di mondi paralleli che ogni tanto aprono una breccia
accanto a noi e ci lasciano intravedere esseri e luoghi non visibili
normalmente.
Gli esseri invisibili che hanno accompagnato Bernardino nella sua
vita sulla Terra, probabilmente, appartenevano a uno di questi
mondi paralleli. L’esistenza di questi esseri invisibili è
testimoniata da ogni cultura umana. Generalmente si rendono
visibili a pochi individui, che hanno il “ dono “ particolare della
visione, della premonizione. Nelle altre culture gli esseri di natura
o più comunemente gli spiriti appaiono agli stregoni dei villaggi
durante le cerimonie in cui si fanno uso di droghe psichedeliche.
L’uso di queste droghe ha sempre fatto pensare al fatto che le
visioni dipendessero dalle droghe, ma se ciò fosse vero, non si
spiegherebbe come questi esseri invisibili ai più vengono descritti
anche da bambini che non fanno certo uso di droghe.
Teorie precostituite o credibili non ve ne sono, ed è sbagliato
cercare di formularle. Queste cose appartengono alla sfera del
mistero che è in ognuno di noi e non possono essere dimostrate.
La domanda che dobbiamo porci non è dunque se esistono gli
esseri invisibili, ma come mai non si sono ancora manifestati a noi
che in queste cose ci crediamo.
42
I precursori dell’Età dell’Acquario
La nascita del movimento acquariano si fa risalire ai secoli
passati. Una data precisa non esiste: individui isolati hanno sempre
conosciuto la realtà dell’Anima e ne hanno parlato a diverso titolo,
chi con il cuore, chi con la mente, chi usando linguaggi metaforici,
chi spiegando come si doveva costruire la pietra filosofale. Tra le
spiegazioni di Bernardino vi è quella dell’erede di Treby e dei
precursori dell’Età dell’Acquario.
Le energie del mondo parallelo che seguono l’uomo nella sua
evoluzione spesso si manifestano in alcuni individui per
influenzare un ambiente, un gruppo di persone affinché questi
individui divulghino un messaggio capace di cambiare la mentalità
esistente, il conformismo, il bigottismo e le sclerosi mentali che
sempre caratterizzano le culture dominanti dei popoli.
Nel numero 14 della rivista “ L’Età dell’Acquario” edita nel 1973
B.d.B. scrive un articolo sull’onorevole George Treby, primo
erede di quella forza sconosciuta che sta con l’uomo sin dalla sua
nascita. L’opera di G. Treby influenzerà anche il Conte di Buffon,
naturalista ed illuminista, che inizierà a gettare semi di un nuovo
pensiero naturalistico che porterà la coscienza umana ad ampliare
la sua cultura oltre i ristretti campi della verità esemplificata dalla
Bibbia. Gli eredi spirituali di Treby non sanno di esserlo, lo sa
però l’Anima Mundi che affida a certi individui i compiti che loro
stessi hanno scelto nella dimensione animica e che, con la discesa
sulla Terra, hanno temporaneamente dimenticato. Il concetto è
molto chiaro: nel mondo ci sono certi individui che hanno poteri
che non si possono spiegare con le normali leggi della fisica e
possiedono concetti culturali inesistenti in quell’epoca, oltre a
questo possiedono conoscenze culturali a tutto tondo e ricoprono
delle posizioni influenti. La loro posizione e la loro cultura
permise a queste persone di influenzare una infinità di altri
personaggi dell’epoca in cui vissero e mediante questa opera di 43
divulgazione door to door svilupparono la coscienza e la cultura
della loro epoca. Dal 1700 la diffusione dei libri cominciò ad
essere un costume in voga nei salotti di tutta Europa e questo
contribuiva alla diffusione delle nuove idee. La linea di Treby ha
svolto in Europa questo importante compito di influenza culturale
presso i governanti di allora. Esempi di questo genere vengono
riportati da Bernardino in diversi articoli della sua rivista.
Elia Ashmole, nato in Inghilterra a Lichfield nel 1617 e qui morto
nel 1692, è ricordato nelle enciclopedie come un antiquario. Ad
Oxford esiste il Museo della Storia della Scienza nato da una
donazione cospicua di Ashmole. In realtà costui era un esoterista
che aveva un amico con cui compiva esperimenti di botanica, di
alchimia e organizzava ricerche etnografiche e di astrologia. La
sua vita intensa lo portò ad influenzare diversi membri della Royal
Society di cui era membro.
La storia di Aphra Behn Amis è da ricordare. Prima scrittrice di
professione, nacque nel 1640 nel Kent, fu anche la prima donna
che cominciò a vendere i libri porta a porta. Suo padre era barbiere
e sua madre, figlia di un marinaio era gente semplice, aperta a
tutte le cose nuove. Aphra, giovanissima, partì per la Guaiana in
cerca di fortuna e la trovò veramente scoprendo la sua mentalità
acquariana. Sposò uno schiavo amerindiano, Ooronoko, che era
principe della sua tribù. Lo sposò per amore e per liberarlo dalla
sua condizione. Da lui apprese la dignità che contraddistingue
l’uomo che non dimentica di avere per compagno fedele la propria
anima, il proprio daimon. Fu in questa terra che iniziò a scrivere il
suo libro più famoso “Oronoko, the Royal Slave”. Tornata in
Inghilterra sposò un ricco mercante di nome Behn e quando questi
morì nel 1666, Aphra era già famosa nella sua Inghilterra tanto da
essere ricevuta a corte da Carlo II. Le sue commedie teatrali però
offendevano la morale di quell’epoca e fu perseguitata dai
Puritani. Morì a 48 anni e fu seppellita nell’Abbazia di
Westminster, tra i grandi d'Ingilterra. Virginia Wolf disse che ogni
44
donna non dovrebbe mancare di portare fiori sulla tomba di
Aphra.
Altro esempio di precursore dell’Età acquariana fu John Smart,
miniaturista inglese vissuto dal 1741 al 1811. Smart era un artista
capace, ma rimasto tra i minori. Ha sempre prediletto le miniature
e, ancora quando era in vita, si era diffusa l’idea che possedere
un’opera di questo artista portasse bene. Si diffuse pertanto la
mania di collezionare le sue opere e anche presso gli antiquari è
tutt’ora ricercato. Va ricordato soprattutto per essere vissuto per
essere e non per avere e per quel buon senso che contraddistingue
tutti gli appartenente al popolo acquariano.
Un altro esempio di pioniere di mentalità acquariana fu Andrei
Carnegie. Nato in Scozia emigrò giovanissimo negli Stati Uniti
dove cominciò a lavorare come fattorino. Correva l’anno 1855,
l’epoca delle ferrovie, e Andrei si lanciò in questa idea giungendo
a controllare il mercato dell’acciaio americano. Diventò
miliardario, ma non abbandonò la sua mentalità semplice che lo
portava a privilegiare l’istruzione della povera gente e a regalare
tantissimo di quello che guadagnava. La sua regola era semplice:
“Pagare la decima e aiutare gli altri a migliorare”. Sapeva che
l’umanità doveva imparare faticosamente la sua lezione e che non
doveva aspettarsi nulla in cambio da chi beneficiava. Aveva
l’abitudine di regalare libri insieme ai soldi, tanto che riempì di
volumi numerose biblioteche e nel 1895 fondò il Carneige Trust a
Pittisburg, primo esempio di fondazione che fu presto emulata da
altri uomini che erano stati baciati dalla fortuna.
Un’altra donna che aveva sviluppato un pensiero acquariano,
decisamente troppo audace per il suo tempo fu la duchessa
Margaret Cavendish di Newcastle. Dal 1653 al 1668 scrisse
romanzi biografie, commedie dove metteva in bocca ai suoi
personaggi idee di uguaglianza tra gli uomini e le donne
soprattutto nel campo familiare e sociale. Nel proporre le sue idee 45
era fortemente sostenuta dal marito, William Cavendish,
consigliere del re Giacomo I. Margaret con il passare degli anni
divenne molto sensibile e sofferente per l’ignoranza delle persone
che la circondavano tanto che rinunciò a cibarsi e si chiuse in se
stessa. Morì a soli cinquant’anni e fu deposta nell’Abbazzia di
Westminster fra i grandi dell’Inghilterra.
Sugli oltre cento numeri della rivista L’età dell’Acquario sono
riportati numerosi esempi di questi pionieri acquariani, leggere le
loro storie fa bene all’Anima.
Indagini psicotematiche
46
Nei numeri tredici e quindici della rivista “L’età dell’Acquario “
editi sul finire del 1972 e l'inizio del 1973, Bernardino presenta
alcuni retroscena di vita di due scrittori famosi: Dino Buzzati e
William Burroughs. Dino Buzzati viene presentato come se
Bernardino vedesse una radiografia mentale dello scrittore.
B.d.B aveva la facoltà di usare la psicotematica che gli consentiva
di conoscere tutto ciò che riguardava persone che non gli erano
legate da fatti emotivi o karmici.
Nell'articolo intitolato “Buzzati e le molte dimore”, Bernardino
racconta come il famoso scrittore fosse perseguitato da
un'immagine, che solo lui vedeva, che egli chiamava la Vecchia
Signora e che Buzzati associava alla morte. Questa immagine gli
era apparsa a quattro anni e si ripresentava ai suoi occhi
periodicamente riempiendolo di puro terrore.
Questa immagine era un' ipnagogia e chi non ne ha mai avuta
una, normalmente avviene nell’infanzia, non può sapere quale sia
il livello di paura che incute.
Secondo le indagini psicotematiche di Bernardino, la Vecchia
Signora abbandonò Buzzati soltanto nel 1961 e precisamente il 26
marzo di quell'anno. La sua immagine vive ancora nell'Inconscio
Collettivo, dove tutto sedimenta e si conserva e dove è possibile
scoprire i segreti di ogni personalità vissuta sulla Terra. Il terrore
che questa ipnagogia incuteva a Buzzati lo portò, verso i
diciassette anni a creare un suo mondo in un'altra realtà.
Buzzati creò così le sue molte dimore che lo condurranno a
sviluppare quella fantasia che lo porteranno a diventare uno
scrittore originale.
Una sua dimora era una specie di torre formata da scatole
metalliche colorate con i vivi colori dell'arcobaleno: in questa
dimora inesistente egli soffriva e vi portava i nemici. La dimora
che durò più a lungo, nel suo mondo parallelo, fu un'immensa
47
grotta di roccia argentea, aperta su un mare perennemente al
tramonto che l'illuminava di luce dorata. Pur vivendo
continuamente nelle sue dimore fantastiche, dove trovava spunti
ed ispirazioni, Buzzati non le considerava minimamente: la
Vecchia Signora ogni tanto gli appariva anche in queste dimore
segrete e lui doveva fuggire e crearsene un’altra. Quando il 26
marzo 1961 la Vecchia Signora se ne andò, Buzzati aveva
cominciato ad usare la sua fantasia non come un'espressione del
suo vivere, ma come un mezzo egoistico per attaccarsi
maggiormente alla vita. Le opere migliori di Buzzati erano già
state create ed erano già conosciute da tutti.
La lezione che Bernardino ne trae da questa vicenda è che ognuno
di noi può costruirsi nel suo mondo parallelo una dimora
fantastica, dove vivere le ore migliori in compagnia della nostra
fantasia purché non si usi questa fantasia per scopi egoistici.
Queste indagini psicotematiche Bernardino le effettuava in uno
stato alterato di coscienza che egli raggiungeva naturalmente,
senza uso di droghe o particolari tecniche: gli veniva naturale
poiché era sensitivo dalla nascita ed era stato iniziato al Tempio di
Nawa Shanga in Indonesia dove gli erano stati aperti i canali per le
altre dimensioni della vita. Nei suoi libri diceva che usare la
psicotematica era molto semplice, ma è necessario imparare a
conrtrollare la mente per accedere a queste possibilità.
L'articolo sullo scrittore W. Burroughs è intitolato "W. Burroughs e
la gente del Sokpagbamè" e ci presenta un Burroughs conosciuto in
prima persona in un bar di Tangeri. Cosa ci facesse Bernardino a
Tangeri con Burroughs e l'amico scrittore Rom Landau ce lo dice lui
stesso nell'articolo:
"Tu ed io, tutta questa gente - è un berbero sconosciuto che gli parla -
non siamo qui per caso. Nulla avviene per caso. Qualcosa ci muove.
Qualcosa che non possiamo comprendere, perché è al di là del nostro
mondo, al di là dell'alto e del basso, del giusto e dell'ingiusto".48
Bernardino era a Tangeri con Rom Landau alla ricerca della gente del
flusso Sokpagbamè, gente che aveva abbandonato ogni tipo di lavoro e
viveva nel " flusso" lungo le correnti armoniche della vita che gli
consentivano di vivere senza nulla fare.
Bernardino si trovava a Tangeri, era l'anno 1955, perché desiderava
incontrare questa gente del "flusso". Fu per caso, anche se il caso
ovviamente non esiste, nella persona di W. Bourrughs a mettere
Bernardino sulle tracce della gente del "flusso". In questo bar, dove
erano seduti Bernardino e Landau entrò un uomo europeo che inciampò
e cadde addosso a Landau. Landau, già nervoso per il troppo caos del
luogo, si arrabbiò ulteriormente e se ne tornò in albergo. Quell'uomo che
aveva inciampato era Burroughs e l'unica sedia libera era quella vicino a
Bernardino. Non si scambiarono parole, ma B.d.B usando la
psicosomatica stava sondando la coscienza dello scrittore. Sapeva che
stava aspettando qualcuno, qualcuno che apparteneva alla gente del
flusso. Quando entrò un berbero dagli occhi chiari Burroughs si alzò e
accolse il berbero con un abbraccio. L'arabo gli diede un pacchettino e
Burroughs se ne andò. Il berbero si sedette quindi accanto a Bernardino
e cominciò a parlargli di Burroughs e del flusso.
Quello che il berbero aveva consegnato a Burroughs era hasish e diceva
che lo scrittore americano stava sperimentando ogni tipo di droga, ma
egli era preso dal flusso e le droghe non lo avrebbero consumato. Il
berbero parlò a Bernardino del "flusso" e Bernardino ne annotò tutte le
impressioni sul suo diario. Tornato in Italia Bernardino incominciò ad
interessarsi di Burroughs per il lavoro di rottura sul piano culturale che
egli stava compiendo. La sua tendenza omosessuale, l'uso spasmodico
delle droghe, la critica ai benpensanti ne faceva una testa d'ariete per
sfondare il muro asfittico di una società che si stava chiudendo sempre
più nelle convenzioni piccolo-borghesi. Bourroughs fu conosciuto
soprattutto per essere stato il padre della Beat Generation e il maestro
riconosciuto di Kerouac e Ginsberg nonché di tutta la stampa
underground. Il suo libro più conosciuto è "Il pasto nudo".49
La Terapia-E
Sui numeri 17 e 18 della rivista “L’Età dell’Acquario” appaiono per la
prima volta due articoli che riguardano l’ E - Therapy. Era il 1973 e le
50
e-mail non esistevano ancora, oggi l’E-therapy è intesa come la terapia
psicoanalitica tramite internet. Non è di questa terapia che si parla.
L’E-Therapy, che d’ora in avanti chiameremo Terapia-E per non
confonderla con quella di quest’era informatica, veniva sperimentata
in America dal dott. A. Kitselman e ha la facoltà di portare a sviluppare
la SuperCoscienza e di attivare tutte le potenzialità latenti che ognuno di
noi possiede. Nel 1973, quando uscirono questi articoli, non esistevano
ancora le varie scuole, spesso trasformate in sette e botteghe dove il
fanatismo imperava e il rischio di plagio della personalità era fortissimo.
In America molte persone avevano posto fine alla loro vita dopo aver
sperimentato la Terapia-E e questo stava a significare che l’umanità non
era ancora pronta per questo tipo di divulgazione. Bernardino non parlò
più di Terapia-E sui numeri della rivista, ne accennava brevemente qua
e là nelle sue conferenze quindicinali e il manoscritto sulla Terapia-E
rimase nascosto nella sua casa. Solo nel 1993 Bernardino comincia a
parlare diffusamente della Supercoscienza e della Terapia-E durante le
conferenze quindicinali. Ne parlerà per tutto l’anno fornendo così ai
partecipanti alle riunioni materiale su cui poter riflettere e lavorare.
Qui di seguito presentiamo una breve disamina dei concetti
fondamentali che riguardano la ricerca della supercoscienza
La Terapia-E si basa sulla possibilità per ogni uomo di immergersi nella
Supercoscienza. Tre sono i livelli di coscienza umana:
- Conscio
- Subconsio (ciò che ci spinge all’azione sotto l’influenza del
nostro karma)
- Superconscio
Chiameremo “E” la supercoscienza attraverso la quale è possibile
arrivare a mettersi in contatto con la propria anima, la divinità che è in
tutti noi. La terapia di “E “ è quella che ci permette di svelare appieno
tutti i nostri poteri che sono latenti poiché occultati dallo strapotere della
nostra mente cosciente. Il primo lavoro da fare è quindi quello di non
lasciarsi influenzare dalla mente, ma cercare di tenerla sotto controllo, di 51
riconoscerne l’azione e di limitarla ai suoi ranghi. La mente cosciente è
come la segretaria di un’importante azienda che cerca sempre di imporre
la sua visione limitata al Presidente che ha una visione più ampia della
strategia aziendale. Riconoscere l’azione della mente non è difficile: ci
siamo immersi! Ogni volta che sparliamo, che critichiamo, che
proviamo emozioni negative, che abbiamo rancori, paure, rabbie,
rimorsi; ogni volta che non riusciamo a rilassarci e a gratificarci per
quello che facciamo noi subiamo l’influsso della mente cosciente. In
questi ultimi cinquant’anni, con l’avvento dei mezzi di comunicazione
di massa il potere della mente conscia è diventato abnorme. L’enorme
produzione del fattore mentale ha portato l’uomo ad essere schiavo
delle sue stesse elaborazioni. Per scoprire il livello superconscio è
necessario controllare la nostra mente. Di metodi ce ne sono tanti e se
siete arrivati a leggere queste righe significa che siete già ad un livello di
controllo mentale più che accettabile.
La mente cosciente è anche quella che ci permette di conoscere e la
conoscenza è uno strumento per arrivare alla supercoscienza. Ma ora
vediamo cosa può fare la supercoscienza quando applichiamo la
Terapia-E.
La Supercoscienza ha dieci poteri:
1) Il potere di riconoscere le cause.
Questo può avvenire anche a livello conscio, ma E riconosce le cause,
non formula giudizi personalistici. Riconoscere una causa significa saper
cogliere un aspetto del mondo parallelo che ci influenza in modo
inimmaginabile. Se osserviamo un problema, una persona, cercando di
non usare la mente conscia, ma lasciandoci influenzare dalla nostra
Supercoscienza, noi stiamo applicando la Terapia E. Se giudichiamo una
persona, un fatto, un problema rimarcandone gli errori e le negatività
stiamo sviluppando il potere della mente conscia che adombrerà la
supercoscienza.
2) Il potere di giudicare le azioni
52
Se E riconosce la causa non le giudica in rapporto alla nostra mente, ma
in rapporto a quell’intricata trama del tessuto che è la nostra vita. Il
giudizio allora è in rapporto all’Anima che ha determinato, nel mondo
delle cause, quegli effetti particolari su cui ci sentiamo in dovere di
esprimere giudizi. Siccome E è infallibile il suo giudizio è sempre vero.
Ma solo se avremo riconosciuto l’azione di E riusciremo a diventare
infallibili nel nostro giudizio.
3) Il potere di conoscere tutto ciò che forma la nostra vita
E’ il potere di comprendere cosa siano i sentimenti, le emozioni, le
fobie, le motivazioni e tutto ciò che muove la nostra personalità. Queste
strutture mentali fanno parte della coscienza ed è molto importante
esserne coscienti tramite E. Come fare? Nel momento in cui siete preda
un forte impulso legato ad un’emozione o un’ altra pulsione istintiva
provate a ricordarvi dell’esistenza di E.
Basta questo, provate a vedere se ci riuscite.
4) Il potere di comprendere le strutture
Si intende la struttura mentale propria e degli altri. Se E agisce
riconosce immediatamente il carattere della persona che secondo le più
recenti teorie psicologiche si può raggruppare in cinque categorie tutte
presenti nella personalità. Infatti ognuno di noi è, per condizione
genetica ereditata, + o - introverso/estroverso, amorevole/polemico,
aperto o chiuso a nuove esperienze, coscienzioso/disordinato,
nevrotico/stabile. Queste strutture mentali formano il carattere
dell’individuo che per condizioni ereditarie ( karmiche) e per
condizionamento ambientale lo portano ad avere una particolare
struttura mentale. L’E Therapy, che ci mette in contatto con la
Supercoscienza, ci permette di riconoscere immediatamente che tipo di
carattere ha una persona che ci sta di fronte e quindi di riuscire a capire
meglio gli altri. Giungiamo quindi a capire il quinto potere.
5) Il potere di penetrare il carattere degli altri
Ogni persona che incontriamo è importante. Nessuno si presenta nella
sfera della nostra vita senza un significato per i mondi paralleli. Neanche
gli incontri che avvengono per strada sono casuali. Questo ripeteva 53
sempre, ad ogni conferenza, Bernardino. Quando E agisce è in grado di
capire quale significato e importanza ha una persona per la nostra vita. E
quando qualcuno ci urta, non ci piace, significa che costui ha qualcosa
da insegnarci.
6) Il potere di valutare le tendenze
Quando in una persona sappiamo riconoscere la sua energia particolare,
i suoi pregi e le sue tendenze positive siamo anche in grado di percepire
quale bottone schiacciare per sviluppare le tendenze a cambiare alcune
strutture mentali e quindi il suo carattere. Quando notiamo delle
tendenze negative dobbiamo ignorarle e sviluppare le tendenze positive.
Le negatività delle persone sono delle richieste d’amore.
7) Il potere di raggiungere stati emozionali integrati
E’ il potere di ottenere ciò che si desidera. Quando desideriamo qualcosa
e lo otteniamo siamo felici. Il nostro desiderio non deve però nuocere
agli altri. Non ci deve essere prevaricazione nel desiderio, poiché tutti
noi, tutta la vita è integrata in strutture interconnesse. Il tessuto della vita
ha una trama che unisce tutti gli uomini e tutte le creature della Terra, la
coscienza ambientalista deriva da questa antica convinzione esoterica
conosciuta già duemila anni prima di Cristo.
8) Il potere di investigare la storia
La nostra storia personale è molto importante, non solo i nostri genitori
e i nostri nonni, ma tutti gli antenati che ci hanno preceduto sono in
qualche modo importanti per la nostra vita attuale. Con la Terapia E si
può retrocedere a passate esperienze prenatali o scrutare il passato del
nostro personaggio. Essere in pace con i nostri genitori è la condizione
indispensabile per sviluppare la Supercoscienza.
9) Il potere delle percezioni extrasensoriali
E’ il potere di penetrare nella mente delle altre persone e di tutte le cose
viventi. Non è un bel potere in quanto ciò che si può vedere non è molto
edificante. Con questo potere si vede anche la propria e altrui energia
negativa che chiamiamo morte e che sta sulla spalla sinistra di ognuno di
noi e il nostro angelo custode che sta sulla spalla destra.
10) Il potere dell’infallibilità54
Tutto ciò che fa la supercoscienza è giusto, quello che fa la mente può
essere sbagliato. Se ci affidiamo alla supercoscienza avremo il dono
dell’infallibilità
Oltre a questi dieci poteri Bernardino parlò di quattordici simboli che
occorre tenere presenti per sviluppare la Supercoscienza. Disse anche
quale era il metodo per sviluppare questi simboli a livello di
Supercoscienza.
Disse infatti di visualizzare su una lavagna immaginaria i seguenti
concetti/simboli che ci sono già conosciuti a livello conscio, ma occorre
farli passare anche attraverso E.
( Questo esercizio sembra semplice, ma la nostra mente ci inganna e non
ci permette quasi mai di portare a termine la sperimentazione)
I quattordici simboli da passare ad E sono:
1) Desiderio
2) Odio,antagonismo
3) Inerzia mentale
4) Paure, preoccupazioni
5) Dubbio Incertezza
6) Ignoranza, confusione
7) Ansia, apatia
8) Dolore fisico, mentale
9) Volontà, uso del pensiero
10) Estasi, fuoco
11) Felicità mentale
12) Percezione dello spazio e delle apparenze
13) Consapevolezza di essere consapevoli
14) Motivazioni, scopi
Scrivendo alcuni di questi simboli sulla lavagna mentale ( possiamo
sceglierne anche uno solo, o due, quelli che ci sono più familiari, a cui
siamo più avvezzi), e sforzandoci di tenere a freno la mente si riesce a
far penetrare questi simboli nella supercoscienza e i simboli
acquisiscono significati più profondi, nuovi a cui non avevamo mai 55
pensato prima. Se stiamo svolgendo il lavoro giusto questi simboli
muoveranno l’inconscio collettivo e noi riceveremo stimoli e pensieri
nuovi.
Questo è possibile perché la supercoscienza è collegata a tutto e a tutti e
quindi ha enormi poteri. Se nella vita operiamo con i dieci poteri e i
quattordici simboli riusciremo a entrare in contatto permanente con la
nostra Supercoscienza. Il maggior ostacolo a tutto ciò ci verrà proprio da
noi stessi o meglio, da quella parte di noi stessi che noi crediamo occupi
la totalità della nostra persona: la nostra mente conscia.
Un altro importante elemento conoscitivo del processo conoscitivo di E
è costituito dal simbolo del fuoco. Il fuoco eterico viene visto dai
sensitivi come un fuoco azzurro ed è l’energia che muove il sangue e la
vita intera. Ci sono quattro tipi di fuochi:
Il fuoco estatico.
Il fuoco estatico senza pensieri.
Il fuoco tranquillo.
Il fuoco neutrale.
Quando si manifesta il fuoco estatico si vedono le cose in modo
completamente differente dal normale: con la sperimentazione di questo
fuoco si hanno viaggi astrali, intuizioni, telecinesi, energia e vitalità.
Purtroppo la droga fa sperimentare questo tipo di fuoco, ma distrugge
in maniera irreversibile le porte che ci permettono di essere consapevoli
anche della realtà di ogni giorno. Bernardino ha sempre stigmatizzato
l’uso delle droghe, anche se aveva conosciuto innumerevoli giovani,
nonché studiato piccoli gruppi indigeni che ne facevano uso quotidiano.
Nella droga Bernardino vedeva soprattutto la pericolosità, per noi popoli
occidentali, di non riuscire a conciliare il rapporto tra la mente e le
esperienze che la droga induceva con il conseguente pericolo per il
nostro personaggio di ridursi ad una larva umana o incorrere nella
malattia mentale.
56
Il fuoco estatico sperimentato senza l’ausilio di droghe si può invece
avere solo con un’adeguata preparazione spirituale che deriva da un
controllo puntuale dei nostri pensieri e quindi della nostra mente.
Il fuoco estatico senza pensieri porta a sviluppare invece la
chiaroveggenza: si vedono ovoidi gelatinosi con sprazzi di luce, persone
che non esistono e la paura è spesso compagna di queste manifestazioni.
Quando si arriva alla Supercoscienza si sperimentata questo tipo di
fuoco senza pensieri.
Il fuoco tranquillo è manifestazione di benessere psichico e si
sperimenta quando si fa qualcosa con una grande carica, senza sentire
fatica, con grande distacco. Si manifesta nei giochi, nelle attività all’aria
aperta, quando si ritrova il gusto per le cose semplici che danno
benessere.
Il fuoco neutrale è una manifestazione dell’armonia e si manifesta
quando si ha quel senso di appagamento per la cura dei bambini, dei
piccoli animali, per l’ammirazione delle manifestazioni naturali. La
sperimentazione di questo fuoco permette anche di vedere le cose con
equilibrio e di risolvere i problemi con facilità.
La sperimentazione dei fuochi puri conduce alla sperimentazione del
tremulo, un’energia particolarmente potente proveniente dai mondi
paralleli che porta ad un tremolio come se si avesse la febbre; oppure
può far sperimentare dei dolori forti dietro alle ginocchia e spesso queste
cose evitano pericolose situazioni o incidenti automobilistici. Noi non ne
siamo coscienti, ma il mondo parallelo ci osserva e quando non ci sono
impedimenti karmici ci protegge. I fuochi puri inoltre ci donano buon
cuore, sicurezza e piacere per la vita.
Per addentrarsi nella supercoscienza c’è bisogno di un periodo di stasi,
occorre mettere in pratica l’esercizio della lavagna, occorre tenere a
freno la mente e aver fiducia nel mondo parallelo. I fenomeni
cominceranno e si svilupperanno. I sogni sono importanti in questa fase.
Conviene annotarli su un taccuino e cercare di capirne i messaggi. I
sogni servono anche a superare i limiti che ci impone la mente. Tutti i
limiti possono essere superati se impariamo a chiedere alla 57
supercoscienza cose che vanno al di là delle possibilità della mente
ordinaria. La nostra mente, la nostra pazza di casa, non crede alla
supercoscienza e agisce sempre in modo assurdo. Il nostro compito è
quello di non ascoltarla, solo in questo modo ci lascerà in pace.
La Terapia E si svolge vivendo giorno per giorno, nei rapporti
quotidiani con le persone, con i familiari. Non è necessario rinchiudersi
in un monastero o isolarsi dalla società, si può fare anche questo, ma è
nella vita di ogni giorno che si può sviluppare meglio il controllo
mentale, in ogni situazione, in ogni atteggiamento, in ogni colloquio, in
ogni sguardo, in ogni gesto si può essere consapevoli dei vari simboli e
dei vari poteri che la supercoscienza ha di trascendere ed ottenere le
cose necessarie alla nostra vita. Paradossalmente non è difficile arrivare
alla supercoscienza, ma è difficilissimo capire che noi non siamo la
nostra mente.
Tra la regina Giuliana e il principe Youssoupoff
Negli anni cinquanta e per tutto il decennio successivo Bernardino si
prodigò in favore dei detenuti del carcere di San Vittore. Fu visitatore
ufficiale del carcere assistendo centinaia di giovani finiti dietro le sbarre
più per ignoranza che per colpa. Per questi giovani si adoperò per
procurar loro avvocati, posti di lavoro, domande di grazia, ma
soprattutto quel conforto e calore umano che difficilmente riuscivano a
trovare in carcere. A volte inviava alcuni di questi giovani, quando essi
uscivano dal carcere, in Olanda, dove tramite reti di conoscenze, in
primis la regina Giuliana d’Olanda di cui era intimo amico, venivano
avviati ad una professione che li reintegrava nella società. Bernardino
era profondamente anarchico: reputava che sarebbe stato meglio mettere 58
dietro le sbarre giudici e politici piuttosto che i giovani che la società
costringeva a delinquere.
Sul numero 19 della rivista parla di questa sua esperienza di visitatore
delle carceri descrivendo le difficoltà che incontrava in questo suo
lavoro di servizio e come questo servizio lo avesse sempre più convinto
che il mondo funzionava un po’ a rovescio. In quest’ottica di mondo
rovesciato Bernardino affronta in due articoli differenti il linguaggio
delle rune.
In questi articoli Bernardino afferma che il linguaggio runico non è altro
che una trasposizione simbolica dei concetti della Quarta Dimensione, la
dimensione cubica. Run in anglosassone significa “segreto” e “runa”
mago. Per secoli la scrittura runica fu appannaggio dei soli druidi, che
conservavano gelosamente la conoscenza in quanto questo linguaggio
vi era la scrittura che permetteva di leggere i segreti che si celano nella
natura. I segmenti umani formano simboli runici, le stesse montagne, i
fiumi e alberi hanno forme che spesso si possono leggere usando
l’intuizione e il linguaggio druidico. L’invenzione delle rune si fa
risalire ad Odino, dio della saggezza, che stando appeso a testa in giù
all’albero sacro Yggdrasil, il sacro frassino da cui tutto ebbe origine,
ricevette in dono le rune e subito dopo, come se le rune gli avessero
donato la saggezza, cadde quindi dall’albero e cominciò a vedere le cose
per il suo verso giusto.
Bernardino non esorta ad imparare i linguaggio delle rune, ma ricorda
come una volta giunti a dominare la mente, il mondo non appare più
capovolto, come accadeva ad Odino quando stava appeso all’albero
Yggdrasil, ma riprende il suo aspetto naturale, non contraffatto dagli
inganni mentali.
Questo aspetto del vedere il mondo capovolto viene spesso ripreso da
Bernardino nei diversi numeri della rivista da lui fondata. Anche
l’esoterista Gurdjieff crede che l’uomo moderno veda la realtà al
contrario e questo per colpa della ghiandola Kundabuffer ,
probabilmente una ghiandola eterica, non fisica, che ha il compito di
tenere l’uomo ancorato al mentalismo per scopi che non sono ancora
stati resi noti. L’uomo guarda solo agli effetti e dimentica le cause da 59
cui questi effetti derivano per una specie di inganno o di predisposizione
che fin dalla nascita ci condiziona nel nostro vivere.
Tra gli articoli che compongono il numero diciannove della rivista
spicca quello dedicato al principe Youssoupoff, nato a Pietroburgo il 24
marzo del 1887 e morto a Parigi il 27 settembre 1967. Il principe
Youssoupoff divenne famoso per essere stato l’assassino dello sciamano
Rasputin che aveva soggiogato al suo potere medianico tutta la famiglia
reale di Russia.
Il principe russo Youssoupoff era un uomo bellissimo e ricchissimo, un
autentico rappresentante dell’Orda d’Oro. I ricevimenti che dava nelle
sue case vedevano più di duemila invitati mangiare in vasellami d’oro
massiccio in splendidi palazzi della Russia Imperiale.La dinastia degli
Youssoupoff faceva risalire le sue origini al condottiero Tamerlano. Il
principe era un convinto spiritualista per nulla intrappolato nelle
dinamiche mentali del Bene e del Male. Agiva con spontaneità convinto
di essere sempre nel giusto. Organizzò l’assassinio di Rasputin con
meticolosa freddezza. Lo sciamano mangiò a volontà polpette
avvelenate, ma su di lui il veleno non faceva effetto, allora il principe gli
sparò un colpo al petto. Rasputin, benché ferito a morte si trascinò fuori
dal Palazzo per diverse centinaia di metri, ma fuori dal palazzo fu
raggiunto da altre quattro pallottole e quindi fu gettato nella Neva
gelata. I medici che gli fecero l’autopsia scoprirono che lo sciamano era
ancora vivo quando fu gettato in acqua, ma i poteri sciamanici non
potevano nulla contro le imperscrutabili leggi del Karma.
Il principe non si pentì mai di quello che aveva fatto ricordando sempre,
nel corso della sua lunga vita di essere stato colui che aveva ucciso uno
dei più potenti veggenti che la storia ricordi. Il principe Youssoupoff
viene visto da Bernardino come un agente del Karma. Questa
definizione ricorreva spesso nei suoi scritti e nei suoi discorsi. Difficile
capire fino in fondo cosa volesse significare con questa congettura, ma
in sostanza riteneva che i valori morali non potevano essere assoluti: la
morte non era ritenuta da B.d.B. come sempre negativa e in questo
gioco di diversi fattori l’agente del Karma era colui che doveva 60
intervenire in quel determinato momento per saldare un ipotetico conto
che le condizioni della vita aveva lasciato in sospeso. Il Male pertanto
non viene visto come una categoria morale assoluta, ma relativa in
funzione del più complesso gioco di parti che è la Vita.
Questo per raccontarla con parole semplici, ma in realtà tutto il gioco
del karma fa parte dell’illusione terrena e quindi non è facile intuire con
la mente questo concetto. Occorre sgomberare il campo dalle
conoscenze e lasciare alla supercoscienza il compito di capire questi
misteri. E’ come se nella vita terrena, ogni fatto produca delle
conseguenze che si debbano in qualche modo concludere. Il vento che
alza l’onda e si infrange sulla roccia, il sasso che gettato nel vuoto deve
inesorabilmente cadere, l’amore che si prova per una
cosa/animale/persona che fa vibrare i corpi sottili, l’odio che si prova
per le persone che generano onde di disarmonia.
Il karma è tutto questo e ancora molto di più. Non è soltanto del
seminare e raccogliere, come si riteneva negli ambienti teosofici di
alcuni decenni or sono, non è soltanto una legge di causa-effetto di tipo
meccanico. In realtà non si può comprendere il karma senza mettersi in
contatto con la supercoscienza, non si può ridurre una questione così
importante per la vita umana ad una semplice legge di azione e reazione.
Il karma agisce con le energie della realtà parallela, dove esseri-energie
vivono anche grazie al nostro vivere. Il principe Youssoupoff non portò
le conseguenze karmiche per aver ucciso lo sciamano Rasputin. Egli era
venuto per “ sciogliere un nodo” come diceva spesso B.d.B. Un nodo
nel tessuto della vita che Dio stesso vede nella realtà dello spirito. Tutto
questo è molto difficile da comprendere e da spiegare, perché, sono
sempre parole di Bernardino: “…non ci sono ancora le parole per dire!”.
61
The Marvellous boy e l’utopia
Bernardino era un utopista autentico. La stessa realizzazione del
Villaggio Verde, da lui sognata fin dagli anni cinquanta e attuata a
Cavallirio, in provincia di Novara negli ultimi decenni del XX secolo,
tra mille difficoltà; riuscì ad andare in porto per la forte carica ideale e
utopica che ci mise in tutti gli anni di difficoltà in cui passò questa
realizzazione che è visibile e visitale ancora oggi.
Nel numero 21 della rivista Bernardino ci parla di Thomas Chatterton,
poeta inglese nato il 20 novembre del 1752 a Bristol e ivi morto il 24
agosto del 1770. La sua povertà estrema e l’incomprensione della
società lo portarono al suicidio giovanissimo, ma Chatterton aveva
prodotto dai tredici ai diciotto anni poemi e racconti di una tale forza
che i romantici inglesi Wordseworth e Coleriddge, nonché Keat e
Shelley lo definirono “The Marvellous boy”. Dove prese queste
ispirazioni per scrivere questo ragazzo figlio di un sacrestano di Bristol?
62
B.d.B racconta che ( grazie all’indagine psicotemtica) suo padre aveva
acquistato una cassa di vecchi documenti da una chiesa di Redcliffe per
usare la forte carta per farne delle bambole di cartapesta. Il ragazzo,
riuscì a nascondere alcuni volumi e non si sa come riuscì a tradurli
usando la sua intuizione. Con questi documenti e usando la sua fantasia
Chatterton scrisse poemi, racconti, poesie che pubblicò firmandoli con il
nome di Thomas Rowley. Quando si scoprì che l’autore di quegli scritti
divenuti popolari era un ragazzo di quindici anni si gridò alla frode e
Chatterton venne abbandonato a se stesso. La sua pulsione alla scrittura
era istintiva e la forza vitale dei suoi versi fu riconosciuta solo nel secolo
successivo. Morì dopo tre giorni di digiuno avvelenandosi con arsenico
e oppio. La sua morte fu un’icona di come potevano morire gli eroi
romantici e molti pittori illustrarono l’ipotetica scena del giovane poeta
riverso sul letto, abbandonato dal mondo intero.
Nei vari numeri dell’Età dell’Acquario, Bernardino presentò diversi
personaggi del passato che avevano avuto dei contatti con l’Altra Realtà
e che, pur restando sconosciuti alla storia, influenzarono moltissimo la
cultura e la mentalità dell’umanità. Questi personaggi erano quasi
sempre degli utopisti, persone che credevano nei sogni e si rifiutavano di
compiere le meschine operazioni quotidiane che svolgono i pragmatici.
Un altro esempio di sogno utopico fu quello di Ralahine, presentato da
B.d.B sempre sul numero 21 della rivista. Nel 1830, in Irlanda, i
contadini erano talmente infuriati per la povertà patita che scatenarono
l’inferno nelle contee tanto che il governo britannico fu costretto a
muovere l’esercito per ristabilire l’ordine. Ma la fame non si placa con i
fucili. Nella città di Limerick un nobile illuminato decise di costituire
una cooperativa agricola con 618 acri di terreno che coinvolgesse oltre
alla sua famiglia anche tutti coloro che ne volessero far parte. Il nobile si
chiamava Vandeleur ed era il proprietario della contea di Ralahine.
Vandeleur credeva che per risolvere il problema della povertà occorresse
dare lavoro, ma anche costituire le basi per l’arricchimento culturale
delle persone. Il progetto, considerato utopia pura a quei tempi,
prevedeva la costruzione di una grande casa con un salone da pranzo 63
comune, una biblioteca, sala conferenza, un dormitorio comune e delle
casette per le famiglie. Al sogno aderirono 52 membri di cui 12 erano
fanciulli orfani. La cooperativa partì e le famiglie producevano per sé e
anche per altri. Intanto l’esperimento incontrò l’ostilità degli altri nobili
che denunciarono Vandaleur a sua maestà il re Guglielmo IV. Ma il re
consigliato anche da alcuni illuminati lasciò che l’esperimento
continuasse.
Presto la fama di Ralahine fece il giro dell’Europa e numerose
personalità giunsero a visitare la contea. Tra questi è da ricordare
l’industriale e utopista R. Owen che tenne poi numerose conferenze per
illustrare l’esperimento di Ralahine.
La comunità prosperava, ma la maldicenza continuava a minare alla
base l’esperimento utopico tanto che nel 1866 la cooperativa fu costretta
a chiudere con mezzi legali.
In sostanza era successo che il Conte Vandaleur aveva cominciato a
recarsi a Londra a giocare d’azzardo e una sera fu ubriacato a tal punto
che si giocò tutto, compreso la cooperativa di Ralahine di cui era
presidente. Ovviamente perse tutto e gli avvocati spogliarono il conte di
tutti i suoi averi.
Ma l’esperimento continuò in tutte le parti d’Europa, dalla Francia al
Belgio, dalla Serbia all’Italia. In particolare a Reggio Emilia, già nel
1912 si contavano più di 61 cooperative agricole che porteranno questo
modello organizzativo al successo sia per le capacità di produzione che
di arricchimento sociale e culturale.
L’utopia è una visione dovuta al contatto cosciente o inconscio con la
Realtà Parallela con cui vengono precipitate nella mente di alcune
persone già pronte per capire concetti e idee che si sviluppano nei secoli
successivi. Essere utopici è sicuramente una predisposizione della nostra
personalità a lasciarci condizionare dalla supercoscienza. Sono questi
slanci verso l’ignoto che fanno avanzare la coscienza umana.
64
Ignorare di ignorare
B.d.B nei suoi scritti ricorre spesso alla frase “Ignorare di ignorare”
collegandola sempre alla mancanza di conoscenza della Realtà Spirituale
da parte della maggior parte degli uomini. L’individuo che ha questa
mancanza non sa che esiste un mondo di cause che ci è invisibile e che
agisce in ogni momento nella nostra realtà.
Quest’Altra Realtà è decifrabile usando la psicotematica che è “come
uno schermo che permette di vedere al di là di ogni materialità, uno
schermo che ci fa vedere in ogni momento ciò che di spirituale sta
fluendo da ciò che chiamiamo passato a ciò che chiamiamo futuro”.
Chi ignora di ignorare è dunque colui che non ha la conoscenza della
dimensione spirituale della vita perché la sua mente ha preso il
sopravvento della sua personalità limitando ed escludendo tutti i
messaggi provenienti dall’Anima.
E’ dunque una mancanza dell’individuo, quella di non conoscere la
dimensione vera di tutte le cose che esistono, ma è anche una colpa della
nostra società moderna quella di oscurare i simboli potenti che ci
portano alla dimensione spirituale.
Il mentalismo imperante e sempre più crescente degli ultimi
trenta/cinquant’anni ha svuotato di valori la vita umana e ha permesso
a quell’elaboratore di informazioni che è la nostra mente di diventare la 65
padrona della nostra vita. Le invenzioni straordinarie di questi ultimi
cinquant’anni hanno permesso progressi nel campo scientifico e
tecnologico inimmaginabili fino a prima dell’ultima grande guerra.
Tutto ciò è stato reso possibile dalle applicazioni tecnologiche di alcune
grandi scoperte scientifiche avvenute nei primi trent’anni del secolo XX:
la relatività e la fisica quantistica. Queste scoperte furono opera di due
grandi scienziati: Einstein e Heisenberg, due personalità che avevano
imparato ad usare la mente e la propria intuizione. Sono bastati questi
due individui per rivoluzionare la scienza, la tecnica, le nostre case, il
nostro modo di vivere e di conseguenza la nostra mente e il modo di
vivere dell’umanità intera.
Il messaggio che B.d.B ha divulgato per più di 50 anni afferma che è
l’individuo che può modificare il mondo intero perché basta che una
persona, in qualunque luogo della Terra esso si trovi, scopra qualcosa di
importante e questo qualcosa diventa parte dell’inconscio collettivo e
diventa disponibile a tutta l’umanità. Sempre secondo Bernardino questa
possibilità è dovuta al fatto che ognuno di noi è comunque legato a
questo inconscio collettivo da una pellicola che si forma in ogni istante.
Di questa pellicola ne fanno parte tutti quelli, persone,animali, piante,
avvenimenti, che nascono in un ogni istante su tutto il pianeta Terra. E’
mediante questa pellicola che noi abbiamo quelle intuizioni, quelle
sensazioni, quelle simpatie o antipatie che compongono tutta la nostra
vita. E’ grazie a questa pellicola che alcuni individui intuiscono delle
cose e altri, magari situati da tutt’altra parte del mondo, elaborano
queste intuizioni, le strutturano, le rivestono di teoria scientifica e ne
danno annuncio al mondo.
A causa di questa idea della pellicola con la quale ognuno di noi è in
contatto con la vita dell’intero pianeta, Bernardino diceva che ognuno di
noi dovrebbe investigare intorno ai fatti accaduti il giorno in cui si è
nati, poiché tutte quelle cose che sono successe in quel giorno hanno a
che fare con il nostro destino.
66
Ignorare di ignorare significa anche non ascoltare i messaggi e le
intuizioni che ci provengono dall’ inconscio collettivo.
Tra le intuizioni più formidabili che l’uomo abbia mai avuto occorre
ricordare la scoperta dei miti e di tutta la mitologia che ogni popolo ha
sviluppato agli albori della civiltà. Come siano nati i miti rimane un
mistero, soprattutto l’organicità e la completezza della mitologia greca
che ha influenzato e influenza ancora l’odierna umanità. Questi miti
sono tuttora vivi nell’inconscio e ci influenzano ancora.
B.d.B, nei diversi numeri della rivista, sviluppava sempre l’argomento
legato alla mitologia, magari legandolo ad aspetti del tempo moderno o
del momento particolare in cui scriveva.
Sul numero ventidue, insieme alla presentazione di alcuni personaggi
del passato che hanno influenzato il mondo d’oggi ci parla del mito di
Mercurio.
Mercurio è anche il dio dei ladri. Appena nato scappò dalle fasce e rubò
cinquanta giovenche ad Apollo. Mercurio agisce ancora nel nostro
mondo, agirà sempre finché esisteranno gli inganni e i furti. In quel
numero della rivista dell’Età dell’Acquario, Bernardino scriveva, era il
1982, che i tempi che si stavano vivendo erano fortemente influenzati da
Mercurio perché il furto e le ruberie erano in ogni apparato.
Spiegare il mito non è necessario, il mito è come l’opera d’arte, se ne
percepisce la bellezza e non la si sa spiegare, ci piace o non ci piace,
dipende da come è sintonizzata con la nostra anima. Così ognuno di noi
ha un mito a cui è particolarmente devoto, lo ricorda e in qualche modo
lo influenza. Probabilmente quel mito ha a che fare con la nostra Anima
e con il nostro destino. A questo proposito è interessante ricordare come
il filosofo James Hillman, nel suo libro “ Il Codice dell’Anima” parli del
destino dell’uomo. Il filosofo più conosciuto di quest’epoca si
riappropria del mito platonico di ER, dove si dice che agli uomini,
prima di nascere viene affiancato un daimon che incarna il destino che
ognuno di noi deve compiere e questo destino viene definito prima della
nascita dalle tre parche Cloto, Lachesi e Atropo e sacralizzato dalla dea 67
Necessità che spedisce gli uomini sulla Terra senza possibilità di
modificarlo.
Hillman, attraverso i suoi studi sul destino degli uomini importanti ha
scoperto come tutta la vita umana sia una commedia che è già stata
scritta dall’Autore e l’uomo ha la facoltà di recitarla nel migliore dei
modi possibili.
Il parallelismo con tutta la divulgazione di Bernardino del Boca è
addirittura sconcertante.
L’energia dell’Orda d’Oro e la Bellezza
Il tema della Bellezza è stato uno dei cavalli di battaglia di tutta la
divulgazione acquariana di Bernardino. La sua sensibilità artistica, e non
solo, lo portavano ad ammirare le manifestazione della Bellezza in ogni
dove: in un fiore di campo, in un ragazzo, in un’opera d’arte, in un
tramonto. In apertura del numero 23 della rivista, del gennaio 1983,
Bernardino spiega come sia l’energia dell’Orda d’Oro a far fiorire la
Bellezza, per un momento, una stagione, una vita intera; in un
individuo, un fiore, un paesaggio, un animale.
E’ un’energia nota da millenni non solo agli esoteristi che la conoscono
da sempre, ma anche agli studiosi di estetica.
Quest’energia, proveniente direttamente dalla Realtà Parallela, colora di
bello i volti dei bambini e della Natura intera. Poi con il tempo questa
Bellezza svanisce, si decolora non perché non ci sia energia per poterla
mantenere, ma perché nell’uomo la mente si intromette e rovina la
spontaneità e non permette più al mistero che caratterizza questa
energia di manifestarsi. E’ la prima mente, la pazza di casa, che con le
sue censure, con i suoi no, con le sue false congetture chiude la porta a
questa energia primordiale.
Gli stessi genitori spesso non si accorgono dei propri figli che intorno ai
dodici anni cominciano a diventare così belli da suscitare l’ammirazione
di tutti. L’energia dell’Orda d’Oro non avvolge tutti allo stesso modo, e 68
non è solo una questione di ereditarietà. Coloro che per motivi
sconosciuti sono invasi da questa energia, diventano persone molto
sensibili e la Vita affida loro un compito particolare da svolgere che non
necessariamente è un compito importante agli occhi di noi umani.
Sconosciute sono le motivazioni con cui la Vita sceglie questi suoi
messaggeri toccati dal passaggio dell’Orda d’Oro, ma noi li possiamo
riconoscere perché quando li guardiamo ci sentiamo più vivi, in armonia
con il momento e in pace con la nostra mente. Il passaggio dell’Orda
d’Oro avviene costantemente, in tutto il mondo, e il suo manifestarsi è
l’espressione della Bellezza negli aspetti più svariati. Nell’era della
comunicazione di massa, della televisione e del cinema, quest’energia
diventa più visibile agli occhi della gente.
Mai come oggi il mito della bellezza è diventato così comune tra le
persone di ogni condizione sociale. E’ anche una sensazione comune che
i bambini e i giovani siano sempre più belli delle epoche passate, anche
se non dobbiamo disdegnare i canoni di bellezza delle epoche passate.
Essendo un’energia che fluisce da una dimensione ad un’altra, l’Orda
d’Oro è in continuo movimento e non si può fermare. Secondo le scuole
esoteriche buddiste il simbolo che caratterizza l’Orda d’Oro è la svastica
con rotazione destrosa, primo dei 65 simboli di augurio lasciati
dall’impronta del piede del Buddha. La svastica destrosa fluisce
direttamente dalle energie angeliche ed è in correlazione diretta con il
fuoco blu che fa muovere il sangue. Non è da confondere con la
sausvastica, quella dei nazisti che ha una rotazione sinistrorsa, che è
l’energia dei figli del Sole, dei potenti e degli eletti, quella di chi è
interessato al potere che ha il compito di distruggere più che di creare.
Tutti noi abbiamo esperienza diretta di qualcuno che è stato baciato
dall’energia dell’Orda d’Oro, un figlio, un nipote, un’ amica; tutti noi
abbiamo ammirato la grazia con cui si stira un gatto o gli occhi umidi di
un cane affettuoso. Sappiamo anche che questi momenti non durano, ma
altri subentreranno in questo gioco dei mutamenti che la Vita ci mette
accanto.69
Il tema della Bellezza viene trattato anche in un quaderno dell’Età
dell’acquario, pubblicazioni periodiche a tema della casa editrice
fondata e diretta da B.d.B., dal titolo lo Yoga della Bellezza.
Bernardino nell’introduzione a questo quaderno ricorda come la parola
yoga significhi unione, unione con la divinità, e che lo yoga della
Bellezza è la capacità di percepire con il cuore ogni forma di Bellezza
per goderne con lo spirito ogni suo aspetto fisico e metafisico e in un
certo senso unirsi a Dio che è infinita Bellezza. La Bellezza è chiamata
dall’amore e dove c’è amore c’è Bellezza.
“Lo yoga della Bellezza non ha bisogno di far assumere al corpo quelle
posizioni che liberano o caricano i chacram, e che armonizzano il
chimismo e la funzione degli organi. Non opera all’esterno, ma
dall’interno, come un atto di fede, spontaneo e puro. Non è il corpo o la
mente che agiscono, ma è il nostro spirito che ci fa percepire ciò che
finora non avevamo mai percepito in modo cosciente: il passaggio
dall’intangibile e misteriosa bellezza che sfiora tutte le cose, che alle
parole dei poeti dà valori che prima erano sconosciuti, che fa captare ai
musicisti, ai pittori, agli scultori,ai danzatori, quei valori spirituali che
possono innalzare l’uomo al di sopra del grigiore della monotona
esistenza materiale.”
Come sempre nella sua divulgazione, B.d.B esorta il lettore a controllare
la sua mente, quella sua pazza di casa che, se lasciata libera, non ci
lascia vedere la bellezza, ma solo i difetti.
Per sviluppare questo yoga è dunque necessario condurre una continua e
precisa opera di controllo del livello mentale inferiore. Ma come si fa a
controllare la mente?
La cosa più semplice è cercare di non lasciarsi ingannare.
Se il nostro dialogo interiore ci pone continuamente di fronte situazioni
immaginarie piene di critiche, gelosie, calcoli, perfide elucubrazioni e
non riusciamo a capire che non siamo noi a pensare, ma è la mente che
ragiona da sola con il suo conosciuto, significa che siamo ancora
prigionieri della nostra mente. L’io non è ancora Io Sono. Non abbiamo
ancora sviluppato la consapevolezza interiore che ci fa percepire quando 70
i pensieri provengono dal cuore e dall’anima o quando provengono
dalle nostre peggiori elaborazioni mentali.
Ho detto peggiori, perché la mente è capace anche di ottime elaborazioni
mentali, ma questo dipende sempre dalla nostra capacità di controllo.
Una mente disciplinata è sicuramente meglio di una mente che vaga
senza controllo. Lo yoga della bellezza si può praticare per calmare la
mente che è l’unico modo per giungere alla realizzazione spirituale, alla
supercoscienza, alla diretta esperienza con le energie superiori.
Riconoscere la bellezza in ogni sua manifestazione è un modo per
arrivare alla propria autorealizzazione, nella bellezza c’è amore e
nell’amore ci sono gli influssi del cuore e della nostra anima.
Per verificare se siamo sintonizzati su questa energia è sufficiente fare
un’ esame di coscienza e porci una domanda:
Quando incontriamo e parliamo con una persona cosa notiamo nella
prima impressione: gli aspetti positivi del fisico e del carattere o i
difetti?
71
L’esoterismo di Bernardino del Boca
Bernardino era un esoterista. Molti oggi si vantano di esserlo, molti
usano questo attributo per far denaro ed ingannare i deboli. Nel n° 27
della rivista B.d.B. dà la definizione di esoterismo: “ L’esoterista è colui
a cui la Vita offre l’opportunità di intuire la Realtà Nascosta, la Realtà
Spirituale, ma non gli permette di parlarne perché non ci sono ancora le
parole per dire.”
E’ un concetto culturale, direi filosofico. Intanto il termine Vita, con la
V maiuscola, indica che l’esoterista è colui che riconosce il movimento
vitale come l’unica cosa importante a cui fare attenzione: non soltanto la
propria vita, o quella dei nostri cari, ma la vita di tutti gli esseri, dal
nostro odiato vicino di casa ai virus che tanto ci fanno paura. La Vita è
una. L’esoterista è colui che la riconosce e la rispetta.
B.d.B era esoterista perché aveva ricevuto un’iniziazione nel lontano
1947, su un’isola sperduta dell’Indonesia da monaci buddisti a loro volta
uomini illuminati. La storia di questa iniziazione è ben descritta nel suo
libro “Iniziazione alle Strade Alte” Bresci Editore.
Inutile dire che gli esoteristi sono anche dei sensitivi, non
necessariamente dei chiaroveggenti, ma hanno delle intuizioni che le
persone normali non conoscono. Bernardino diceva che la Vita usa gli
esoteristi da millenni per sviluppare la coscienza umana. Sarebbero loro,
72
questi sconosciuti uomini ad aver influenzato i pensatori più importanti
al fine di creare quelle condizioni culturali propizie allo sviluppo della
coscienza. Pensiamo al quinto secolo a.c. In Grecia nascono i filosofi
che indicheranno alle future generazioni su quali concetti morali e
culturali ci si dovrà confrontare; in India nasce e opera il Buddha che
influenzerà la cultura di nazioni e popoli per millenni, costituendo
tutt’ora un corpus culturale di incredibile attualità, in Cina nasce Lao
Tze e Confucio che svilupperanno concetti morali e culturali destinati a
incidere nella coscienza umana.
Risalendo ancora più indietro nel tempo ci possiamo portare a circa 30-
40 mila anni fa: improvvisamente in tutte le caverne del mondo,
separate da mari e foreste impenetrabili, gli uomini cominciano a
dipingere e lasciare segni artistici sulle rocce, chi li ha ispirati? Perché
tutti nello stesso periodo? Sembra che ci siano dei momenti in cui la
Vita impone delle svolte, piccoli salti di energia, come quando un
elettrone viene colpito da un fotone e passa ad un altro livello liberando
energia.
L’influenza degli esoteristi non appare, ma è presente anche in luoghi
dove è difficile pensare possano esistere come ad esempio la stessa
Cina comunista che aveva tra i fondatori del partito comunista, un
esoterista molto vicino a Mao Tse-tung, un certo Tung Pi-wu, ricordato
dai libri di storia per essere stato il primo presidente della Cina
Popolare. Vediamo come lo descrive Bernardino nel citato libro
Singapore Milano Kano a pg. 106.
- Faccio perciò un ponte telepatico con Tung Pi-wu, il mio grande
e vecchio amico di sempre. La sua saggezza mi solleva dal peso
di Gheza. Questo saggio cinese, che il popolo considera soltanto
come uno dei fondatori del partito comunista cinese, e ricorda
come il primo presidente del Governo Popolare Cinese , ha
avuto un difficile compito karmico, che solo Mao Tse-tumg
conosce. Quando nel 1947, padre Theillard de Chardin volle
vedere come facevo i ponti telepatici, chiamai Tung Pi-wu, e la
sua prima fase fu: “ Ho 61 anni, e i giorni passano veloci…”. 73
Ora mi ha detto: “ Ho 86 anni, il tempo vola, pazzamente. Che
peccato non poter assistere al crollo del vecchio mondo, che
peccato non poter vedere nascere ciò che abbiamo seminato..” –
Anche se è difficile capire cosa ci facesse uno spiritualista tra i capi del
partito comunista cinese tutto ciò appare normale agli esoteristi.
La vita si evolve sia nella forma che nella coscienza e lo strumento della
Selezione Naturale ben si adatta al concetto di evoluzione propugnato da
B.d.B. Spesso la strategia di sopravvivenza dei geni che stanno negli
individui si basa sul sorriso e sulla cooperazione anziché sulla guerra.
La moderna antropologia culturale afferma che lo scopo dell’evoluzione
non è la diffusione dei propri geni: sono i geni che fanno in modo di
replicarsi. Come? costruendo moduli mentali appropriati; sesso, amore,
felicità, salute, ecc. sono trappole o illusioni mediante i quali i geni si
replicano. E cosa sono i geni se non la stessa Vita misteriosa e
sconosciuta che sta dentro di noi?
Gli esoteristi tracciano delle strade mentali che poi, in seguito,
diverranno le vie maestre da percorrere. Uno strumento della Vita, uno
strumento organizzato è la Fratellanza Sarmoun o Grande Fratellanza
Bianca, che opera segretamente nel mondo senza clamore, consentendo
che si pensi ad una leggenda più che ad una organizzazione dedita al
progresso della coscienza. Se ne hanno accenni in vari racconti e sono
diversi i Maestri Spirituali che ne parlano. In chiave letteraria si può
trovare qualche spunto nel Pellegrinaggio in Oriente di Hermann Hesse.
Questo scrittore, affermava Bernardino, apparteneva alle Strade Alte,
altro nome che sta ad indicare l’esoterismo che ha il compito di
sviluppare la coscienza umana.
Non essendoci le parole per dire risulta alquanto difficile parlarne, però
qualche concetto si può anche tentare di fornirlo.
In Oriente esiste la cultura del Maestro Spirituale che dona al suo
discepolo l’iniziazione, un dono che permette al discepolo di conoscere i 74
segreti della Vita. In Occidente è sempre esistito un movimento occulto
che ha sempre tramandato, attraverso ristretti circoli, delle conoscenze
che non potevano essere trasmesse alle masse. Questi individui erano
degli ereteci e alcuni di loro hanno rischiato il rogo. Nell’ottocento, con
la nascita del movimento teosofico si inizia a parlare dei Maestri che
non stanno in questa realtà, ma vivono nei nove monasteri di Sarmoun,
dislocati nelle montagne dell’Asia, inaccessibili ai non iniziati.
Guardando l’opera svolta da Bernardino si può capire quale sia stato il
suo compito: seminare nella mentalità bigotta e clericale italiana degli
anni ’50 concetti, idee, costumi diversi in modo che la coscienza di
molti uomini cambiasse e di conseguenza tutta la società.
Per far questo ha usato diversi metodi: la scrittura, l’attività di
conferenziere, l’insegnamento, la diplomazia, la pittura, il pensiero, i
sassi, le persone che gli erano più vicine.
Da ricordare assolutamente che la sua opera di “rottura di una mentalità”
inizia in Italia nel 1951, al ritorno da Singapore. Il riferimento storico
preciso coincide con la pubblicazione di un suo libro in italiano “ La
lunga notte di Singapore”-1951- libro bloccato da tutte le procure
italiane su imput dei politici democristiani. Questo libro ha segnato sul
piano della coscienza collettiva un importante momento di rottura che
porteranno la cultura italiana a sviluppare intellettuali scomodi al potere
come Pier Paolo Pasolini. Sempre nei primi anni cinquanta B.d.B.
diventerà il primo paladino della liberazione sessuale in Italia, etero ed
omo, affermando, come delegato italiano ad Amsterdam ai congressi
I.C.S.E., una visione dello sviluppo dell’energia sessuale come
strumento di affermazione della personalità nella società che avrebbe
portato i giovani a scoprire la parte più spirituale della loro personalità.
Per l’Oriente spirituale, a cui B.d.B. era stato iniziato, il sesso non è
legato al peccato come per l’Occidente, ma alla felicità e alla
affermazione dello spirito.
Essendo un iniziato sapeva usare anche mezzi non convenzionali per
smuovere le coscienze. Ad esempio quando viaggiava in un paese 75
straniero si portava sempre appresso un sasso, lo “ caricava”
mentalmente di un pensiero positivo, di libertà, d’amore e lo lasciava
cadere dove più era necessario. Essere esoteristi significa anche questo:
agire con le energie del Mondo di Mezzo per cambiare la società, per
renderla migliore di come adesso è. Questi concetti non entreranno mai
nella mente delle persone acculturate perché vengono ritenute
superstiziose, o da uomini primitivi. L’esoterismo è anche questo: far
credere che i concetti su cui si basa siano puerili e innocui, e in realtà lo
sono se vengono visti nella chiave sbagliata. Nessuno può cambiare la
mente di un’altra persona, deve essere la persona a cambiare
dall’interno.
Per diventare esoteristi non occorre recitare formule magiche, l’unica
cosa che ricordava sempre Bernardino era quella di usare il proprio
cuore per donare amore, calore, sorrisi, pensieri positivi. Come
esoterista, B.d.B. svolgeva sempre anche un lavoro particolare:
dipingeva o effettuava collagges su vecchi mobili e bottiglie per fissare
un suo sogno, una sua idea. In questo modo caricava le sue opere d’arte
per il futuro. Quando si trovava a Singapore, come diplomatico italiano,
creò numerose opere che finirono nelle case dei ricchi di quel paese.
Tornato in Italia continuò la sua attività pittorica e oggi i suoi quadri
sono dispersi in molte case di italiani.
Nelle sue conferenze diceva sempre che il suo compito era anche quello
di riuscire a portare tre o quattro persone ad entrare coscientemente a
contatto con la Realtà Spirituale e quindi a diventare esoteristi. Fu
sempre il suo cruccio, tanto che in un certo periodo disse pure
pubblicamente di aver trovato un giovane che avrebbe continuato la sua
opera, ma il giovane rifiutò quel ruolo e oggi non sappiamo se c’è
qualcuno in Italia che sta continuando il suo lavoro per le Strade Alte.
76
Il Console di Singapore
Dal 1946 al 1949, Bernardino svolge attività diplomatica come console
italiano nella colonia britannica di Singapore. Il jet set di Singapore lo
accoglie come una star, un italiano, studioso di antropologia culturale,
pittore, architetto e per di più sensitivo fanno di B.d.B. la vera
attrazione di Singapore per quegli anni. E’ a Singapore che B.d.B. fa la
sua prima esperienza con gli Zoit e con Quelli che camminano sulle
Strade Alte. E’ a Singapore che Bernardino viene portato a Nawga
Sangga, il tempio dell’isola indonesiana dove verrà Iniziato all’uso della
psicotematica e al lavoro di preparazione dell’età acquariana per il quale
era destinato.
L’attività consolare è solo una parte dell’intensa vita di quegl’anni:
B.d.B. intreccia infatti relazioni durature e importanti per tutta la sua
vita: pur essendo sposato, con la moglie però lontana e ormai in fase di
separazione, avrà un figlio, Lian, da una donna malese; riesce a fare
viaggi con mezzi militari in tutta l’Indocina in compagnia di due
giovani che erano come lui: Jimmy, la sua guardia del corpo e quel
personaggio misterioso che B.d.B. chiama l’Americano.
Dai diari di Bernardino si capisce che Jimmy è un giovane che ha i suoi
stessi interessi, che conosce molto bene i templi di Singapore ed è
estremamente pronto e preparato alle tematiche che B.d.B. svilupperà
in seguito. Sembra che Qualcuno lo abbia messo al fianco di B.d.B. per
tenere calma la sua psiche, per fargli capire che quello che lui vedeva e
pensava era del tutto normale e condivisibile anche se riservato a pochi.
Anche l’Americano, appare come un giovane dotato di poteri
extrasensoriali e sembra far parte dei servizi segreti. B.d.B. non rivelerà
mai il nome di questa persona americana anche se in un suo libro appare
la foto. Questi suoi due amici lo consolano mentre lui compie i primi 77
passi che lo condurranno all’iniziazione che proprio l’Americano
organizzerà. Probabilmente queste due persone avevano il compito di
creare quell’armonia di gruppo tale per cui risultava più facile accettare
le cose anche più difficili.
A Singapore B.d.B. svolge anche un’intensa attività pittorica, tanto
che le sue mostre vengono presentate dalla stampa con grande
ammirazione. Probabilmente i suoi quadri sono sparsi nelle case di
moltissime persone importanti dell’Asia come il potente miliardario
cinese Aw Boon Haw il proprietario del Balsamo di Tigre per cui
dipinse molti pannelli per la sua reggia di Singapore.
Fu in quegli anni che strinse rapporti anche con la Cina, in particolare
con quella egli chiamò “la mia suora di Macao”, veggente anch’essa, a
cui inviava corrispondenza, pacchi e foto di persone da aiutare. Oltre
che essere amico del primo presidente della Cina Popolare, Tung Pi-Wu,
aiutò anche politici potenti come Mr. Fu, ministro delle finanze della
Cina di Mao Tse Tung, ad esportare valuta per milioni di dollari da
Singapore alla Cina per garantire alla nuova repubblica popolare un
inizio economico roseo.
L’iniziazione alle Strade Alte, avvenuta il 22 ottobre del 1947, viene
raccontata da B.d.B. in un suo libro e viene descritto nelle sue varie
fasi: dal viaggio in incognito su una giunca cinese per raggiungere
l’isola dove avverrà l’iniziazione al momento dove racconta come
venisse trasportato in un tempio aperto situato nella giungla, con un
pavimento nero lucidato a specchio, dove sacerdoti e danzatori nudi
compiono il rito di iniziazione che permetterà a B.d.B. di essere
cosciente della Realtà Spirituale. Questa iniziazione si svolge su un’isola
al largo di Sumatra dove oltre al tempio aperto vi sono costruzioni che
racchiudono biblioteche ricche di volumi preziosi di ogni epoca e ogni
cultura.
B.d.B. racconta come l’Alto Sacerdote del tempio gli fece assorbire,
direttamente nel cervello, come se fossero passati allo scanner, diversi
volumi, e gli fece sperimentare per la prima volta la psicotematica, 78
ovvero la capacità di comprendere un libro sfogliandolo o di mettersi in
comunicazione con il Tutto, come se la nostra mente fosse un computer
mentale personale collegato al più potente motore di ricerca del mondo.
Il diario di Bernardino descrive certe cose che assomigliano in modo
impressionante alla ricerca di informazioni che oggi tutti noi compiamo
con i motori di ricerca di internet. Nel 1947 i motori di ricerca di
Internet erano ancora sconosciuti e il teosofo Bernardino del Boca
sperimentava in prima persona il primo motore di ricerca umano.
B.d.B. ha sempre detto che questa possibilità è propria dell’uomo
evoluto, dell’uomo che ha superato il primo livello mentale e conosce la
Realtà Spirituale. Questo uomo però è ancora molto raro e oggi
apparirebbe quasi un fenomeno da programma televisivo. Probabilmente
lo sviluppo futuro dell’umanità andrà in questo senso e le capacità che
oggi sono dei motori di ricerca diverranno anche una possibilità della
mente umana, come del resto già sperimentava Bernardino a partire dal
1947.
La vita a Singapore è piena di contatti con persone che diventeranno
famose: dall’attore Ronald Regan a Tab Hunter che lo porteranno a
stringere rapporti personali con una cerchia di attori di Holliwood che
avevano simpatie per le idee della nuova età acquariana, come James
Dean, Natalie Wood, Robert Chambrlain e il regista F. Capra. E’ a
Singapore che comincia le sperimentazioni dei viaggi astrali, viaggi che
lo portavano a scoprire i luoghi carichi magneticamente della Terra che
avrebbero avuto un compito per il futuro. Tra questi luoghi Bernardino
citava sempre Cracovia, il Wawel di Cracovia dove Apollonio da Tiana
aveva seppellito una pietra carica di magnetismo. Oggi non possiamo
dimenticare che in questa città svolgeva la sua attività sacerdotale Karol
Woiytila.
Singapore per Bernardino è una palestra. Svolge un’indagine curiosa, la
compie usando il suo motore di ricerca personale, il google privato che
risiedeva in lui. L’indagine ha per tema il Segreto e le società segrete.
Gli viene commissionata dall’Americano allo scopo di comprendere 79
come agisce il segreto nell’animo umano. L’indagine si svolgeva in
questo modo: l’Americano gli citava un nome o gli diceva di guardare
una persona che stava nella sala ristorante dove erano soliti far colazione
e Bernardino cominciava a fornire informazioni.
Bastava citare un nome, anche difficile e cinese, che Bernardino
cominciava a snocciolare dati, storie, vita morte e miracoli dei
personaggi che avevano fondato quella particolare società segreta e le
motivazioni nascoste che sottostavano alle società che erano tutte
riconducibile alla Triade cinese. Nel riportare per iscritto tali storie del
Segreto, Bernardino non sbaglia un nome, anche quelli più difficili e
combinati di origine sanscrita. Quella dei nomi fu sempre una
particolarità di Bernardino: i nomi per gli esoteristi sono numeri
attraverso cui si risale a realtà più complesse che hanno significato per i
sei piani di vita che stanno sopra di noi.
Per fare un esempio riporto una pagina del libro “Il Servizio” è una
pagina del suo diario datato 23 ottobre 1986:
“Gli Zoit sono come un computer. Quando io ho un dubbio o desidero
sapere qualcosa, essi sondano dentro di me, in quei miliardi di
chilometri di conoscenza che mi lega al Tutto e, con pazienza e lucidità,
ridanno le risposte che erano dentro di me, prima ancora che io
formulassi la domanda o che nascesse in me il desiderio. A un dubbio
sulla discendenza, cioè su come cercare il passato di una famiglia, mi
hanno provato che la Casa Reale inglese discende dall’antica Casa di
Re Davide, dall’Irlandese Niall di Tara, da Fergus il grande del Galles,
da Vologaeses della Parthia, da John Ase I della Bulgaria, da Lyubomir
di Raska, da Lazar zar dei Serbi, dal duca Andronicus di Bisanzio, dal
duca Amedeo VIII di Savoia ( poi eletto papa col nome di Felice V) da
Baldovino II di Gerusalemme, dal duca Borivoj di Bohemia, da
Roberto il forte conte di Parigi, da Carlo Magno del Sacro Romano
Impero, dal conte Bukhard di Zollern, da Liutpoldo Margravio di
Corinzia, dal principe Almos dell’Ungheria, da Giovanni de’ Medici di
Firenze, da Matteo I visconte di Milano, dal duca Mieszko di Polonia, 80
dal principe Lutuwer di Lituania, dal conte Henry del Portogallo, dal
voivoda Bodgar I di Moldavia, dal re Rulik fi Russia dal re Ingiald di
Uppsala, dal re Ivar di Danimarca, dal Cid Campeador di Spagna, dal
colonnello Augustin Warner II della Virginia, Usa.
E, secondo gli Zoit, la regina madre, Mary di Kent, discende dal Gengis
Khan.
Questa sequela di nomi è da me abbreviata. Gli Zoit mi hanno anche
dato tutte le discendenze con le prove. Quando la mia mente formula dei
dubbi su tutta questa incredibile discendenza, gli Zoit mi citano il libro
che documenta tutta questa genealogia: Royal Highness of the royal
Child di sir Iain Moncreiffe of That Ilk ( edizione Hamish Hamilton,
London 1982).
Ho chiesto agli Zoit come fanno a sapere tutto della Terra. Mi hanno
risposto che a loro basta trovare una”coscienza umana”, scendere
mediante essa sul piano dell’inconscio collettivo e, come un computer,
chiedere ciò che vogliono sapere. Ma il canale deve essere aperto,
tenuto aperto. Gli Zoit mi hanno anche detto che una genealogia del
tipo della famiglia reale inglese, esiste per tutti i cittadini del mondo.
Non ha importanza l’individuo. Ciò che conta è ciò che lui porta e
trasmette nel tempo.”
Secondo Bernardino l’uso del segreto serviva agli uomini per
assoggettare altri uomini e taglieggiare le coscienze prima ancora che le
attività umane. Il segreto, dice Bernardino, è la porta principale
attraverso cui entra il Maligno. Nel momento in cui un bambino
comincia a dire: “ Ho un segreto” inizia a lasciar passare l’influsso
dell’energia negativa che è presente in ognuno di noi. Nel diario del
1948, Bernardino parla della forza delle società segrete cinesi che erano
diventate molto potenti fuori dal paese, nel Siam soprattutto, tanto forti
da non permettere al comunismo di installarsi al potere in quel paese.
Sempre a Singapore Bernardino fa la sua prima esperienza con Quelli
che Camminano sulle Strade Alte. Jimmy e l’Americano lo informano
che nella sua vita farà spesso degli incontri che a dire strani è davvero
eufemistico. Bernardino li chiama I DUE, perché sono sempre in coppia 81
e vestiti di tutto punto e parlano tra loro di lui e del lavoro che dovrà
compiere in Occidente.
Costoro hanno la particolarità di apparire e scomparire dal nulla senza
che nessuno se ne accorga. I DUE saranno sempre presenti nelle
esperienze paranormali di Bernardino e rimangono un vero enigma in
quanto lui stesso non ebbe mai occasione di parlarne diffusamente.
Dai diari di Singapore traspare un amore viscerale per quel paese e per
quella vita così aperta alle nuove esperienze che tanto contrastava con
l’aria grigia, moralista e bigotta che si respirava in Italia nell’immediato
dopoguerra., ma forse era proprio questo uno dei compiti che le Strade
Alte gli avevano affidato: seminare le nuove idee di apertura mentale
necessarie a sviluppare la coscienza di un popolo.
B.d.B. tornerà in Italia a malincuore, se n’era andato con gioia nel
1946 perché non ne sopportava la mentalità ma l’Italia doveva essere la
sua palestra, e oggi nessuno può dire che la coscienza italiana non sia
cambiata.
82
L’Altra Realtà
Nelle sue conferenze Bernardino ci diceva sempre che il suo compito era
di preparare qualcuno di noi che lo ascoltavamo ad entrare in contatto
con l’Altra Realtà. Sul numero 32 della rivista, B.d.B. dice che ogni
esoterista ha il compito di prendere coscienza dell’ ”altra realtà” che è di
carattere spirituale. In questo articolo di apertura della rivista n° 32
Bernardino racconta come in ogni epoca umana vi siano stati degli
individui che, scendendo negli abissi infiniti della propria coscienza,
avevano scoperto l’ “ altra realtà” – l’iridescente realtà che i nostri sensi
e la nostra mente non possono ancora descrivere con le parole. Ogni
notte tutti gli uomini passano, per un attimo, nell’altra realtà. Ogni
notte gli uomini attraversano la porta di questo mondo per portare “il
cibo alla luna” che sembra essere il vero compito dell’energia di cui
l’uomo fa uso durante la giornata. Ogni giorno gli uomini vivono, cioè
lottano, sognano, desiderano, odiano, amano, usano l’energia
abbondante che fluisce dalla Vita, cioè dall’altra realtà e ogni notte gli
uomini consegnano alla luna la sublimazione dell’energia giornaliera.
Questo avviene nella fase più profonda del nostro sonno e per un attimo
superiamo inconsciamente la soglia dell’altra realtà.
Per giungere coscientemente all’altra realtà occorre aver dominato la
nostra mente con tutti i suoi inganni e questo è il vero lavoro
dell’esoterista. Dominare la nostra mente significa aver imboccato il
sentiero del cuore.
La mitologia indù dice che esiste un Guardiano della Soglia, il re dei
serpenti Naga che ai discepoli che vogliono passare la soglia pone
queste domande:
- Del Temperamento che ti ha dato la vita, che carattere hai
sviluppato?
- Dei Sentimenti di cui sei stato dotato, che emozioni hai
distillato? Che cosa hai tessuto con tutto ciò di cui sei stato
83
circondato, con tutto ciò con cui sei stato legato con i fili del
karma?
Bernardino, sono sempre sue parole tratte dallo stesso articolo, dice che
l’esoterista deve dare soprattutto una risposta: “ HO IMPARATO A
NON GIUDICARE”.
La vita è un tessuto e noi siamo nella trama con i fili che ci fanno vedere
solo una parte della tessitura. L’apertura all’altra realtà ci permette di
conoscere l’esistenza di questo tessuto e del suo Tessitore. Anche in
questa metafora del tessuto Bernardino espone la sua originale teoria del
karma e della reincarnazione.
Per Bernardino il karma è costituito dalla posizione che noi occupiamo
nel tessuto della vita, il karma è limitazione, è come una cornice in cui
possiamo muoverci senza poterne uscire, la trama esterna del tessuto
della nostra vita, con i nodi che rappresentano i nostri cari, con i fili
liberi che vogliono essere le nostre possibilità. Con la morte l’uomo
abbandona il tessuto, che può però essere continuato in un’altra
posizione, con altri nodi e altri fili senza perciò essere ancora la stessa
personalità che ha tessuto la trama precedente. Alla sua morte l’uomo
lascia un vestito, che è parte di altri vestiti, di un’immensa coperta che è
la vita. Riprendere lo stesso vestito è una possibilità, non è l’unica. La
reincarnazione per Bernardino è un’illusione: la vera realtà è costituita
dall’annullamento dell’io, mentre chi pensa che dopo la morte potrà
reincarnarsi non ha ancora imparato a sublimare il piccolo io, che è un
nodo del tessuto, dall’Essenza che è il Tessitore.
La matassa dell’esistenza personale è modellata e definita dalle
circostanze, dall’interazione delle leggi di causa ed effetto e dall’idea di
se stessi che nasce da questo fluire dell’esperienza che, come è detto
nella “ Dottrina Segreta” è prodotto dal misterioso legame della
memoria. La mente, diretta dalle leggi di associazione produce
persistenti connessioni fra le varie sensazioni e possibilità di sensazioni
e connettendole insieme genera la nozione del sé.
L’auto consapevolezza nasce da un altro ordine di percezione, da una
sempre crescente indipendenza dalla memoria ed è questa auto 84
consapevolezza che ci può portare a scoprire l’altra realtà. Chi vuole
scoprire la dimensione spirituale della vita deve cambiare il tono della
propria nota esistenziale, scoprire il lato divino ed affermarlo in una
continua lotta con la nostra mente che non vuole perdere il suo potere
interiore su di noi. La mente è quella parte della nostra consapevolezza
che pone sempre i dubbi, che sviluppa in noi le contraddizioni per farci
vivere secondo gli schemi abituali della memoria e dei suoi confini.
La nostra mente è la trama stessa del tessuto della nostra vita. Appena
svegli i fili che compongono il nostro tessuto cominciano a prendere le
redini della nostra vita, i fili anche sono le persone che ci circondano,
soprattutto le menti delle persone che ci circondano. Se la posizione in
cui recitiamo la nostra vita è favorevole saremo circondati da fili e nodi
a noi favorevoli, per cui l’influenza dei fili sarà direzionata verso la
nostra autorealizzazione e consapevolezza. Se non raggiungiamo la
consapevolezza dell’esistenza dell’Altra Realtà è perché a monte, cioè
prima di venire ad occupare una posizione nel tessuto della vita, noi
abbiamo scelto una trama che non ci avrebbe permesso di conoscere
l’Altra Realtà. Evidentemente la vita di coloro che hanno conosciuto
Bernardino del Boca era destinata in una certa misura a prendere
coscienza della realtà spirituale poiché Bernardino era un nodo centrale
del loro tessuto vitale.
Le dottrine orientali insegnano che l’uomo che ha la possibilità di vivere
accanto ad un maestro spirituale sono da ritenersi uomini fortunati
poiché il maestro può cambiare il corso di una vita in pochi minuti.
Per sforzarsi di conoscere l’altra realtà l’uomo deve affermare il dio
conscio dentro di sé. E’ solo questo graduale emergere del Sé Superiore
che può risvegliare un’altra consapevolezza.
85
La dimensione magica
Bernardino era uno studioso di antropologia. I suoi studi in questo ramo
delle scienze umane erano iniziati già prima di recarsi a Singapore come
Console nel 1946. La sua formazione avvenne infatti all’università di
Ginevra prima e durante la 2^ guerra mondiale. Nel periodo del
consolato a Singapore, Bernardino strinse legami con studiosi come
padre Teillard de Chardin, Renè Guenon, più tardi fu in contatto con
Margarete Mead esponente di quel ramo dell’antropologia culturale che
studia l’uomo inserito nel suo ambiente e vede la cultura come una
sovrastruttura creata dall’uomo come risposta agli stimoli che
l’ambiente in cui vive gli pone.
Gli studi sulle culture umane e soprattutto verso quelle popolazioni che
venivano ritenute “ primitive “ daranno a Bernardino strumenti di analisi
del pensiero e di comprensione della loro cultura molto
particolareggiati in quanto anch’egli aveva le esperienze extrasensoriali
che gli stregoni di queste popolazioni provavano e quindi trovava una
certa affinità e compiacenza in quanto lui stesso moderno stregone.
I suoi studi sui popoli ancora indenni dal modernismo occidentale lo
portano a capire come alcuni uomini, più sensibili di altri, abbiano
scoperto ciò che anche lui aveva scoperto: c’è un regno nascosto alla
nostra vista usuale che è accessibile a coloro che hanno imparato a
mettersi in contatto con il mondo invisibile.
Per entrare in contatto con la dimensione magica gli uomini primitivi
usano delle droghe naturali che si trovano nel loro ambiente come ad
esempio gli Amawaka della foresta amazzonica che usano l’ayawaskha,
la liana del morto a cui Humboldt diede il nome di Banisteria Caapi.
Questa droga viene usata dagli stregoni Amawaka per entrare in contatto
con la dimensione magica per risolvere tutte le questioni, da quelle
pratiche di come e dove cacciare o rifugiarsi a quelle morali o sociali e
filosofiche.
86
Il potere degli stregoni dei popoli primitivi si basa dunque sulla
completa fiducia nel mondo parallelo. Sostanzialmente la droga degli
stregoni porta l’uomo a sdoppiarsi, a viaggiare in astrale e nel fare
queste operazioni magiche seguono dei rituali perché il mondo magico è
pieno di insidie, ci sono angeli e demoni, larve spettrali e figure amiche.
Il rituale predispone lo stregone a entrare in contatto solo con chi ha
bisogno di essere consigliato, non di chiunque popola il vasto mondo di
mezzo. Sul numero 33 della rivista Bernardino dice che il potere che gli
stregoni hanno deriva dal mondo degli uccelli. Lo sciamano è scelto dal
regno degli uccelli alla nascita e il suo potere ha quasi più significato per
gli uccelli che per gli uomini. Gli uccelli hanno regnato sulla terra prima
di noi e oggi, in numero spaventoso osservano le pazzie degli uomini.
La realtà parallela ha collegamenti con il mondo degli uccelli.
La riflessione spontanea di Bernardino era che le moderne religioni
hanno avuto origine dalle percezioni extrasensoriali degli stregoni. Il
credere ad una cosa, il dare un nome ad una cosa sconosciuta, anche se
invisibile, è darle vita. E’ questo l’atto magico più primitivo che esista, e
sono stati proprio i popoli primitivi e gli sciamani coloro che hanno
usato spontaneamente questa primitiva magia. La dimensione magica
non esisterebbe se non ci fossero stati gli uomini che hanno indagato e
interpretato questa dimensione dando i nomi che l’ hanno catalogata e l’
hanno fatta apparire così reale.
La dimensione magica, catalogata come eretica e poi denigrata dalla
cultura ufficiale ha le sue radici in un lato dell’uomo che non usa la
logica e la razionalità per spiegare la vita. I maghi del passato hanno
sempre cercato la conoscenza, avevano un’autentica sete di sapere e
hanno posto le basi della conoscenza moderna, basti pensare al baule di
Newton che conteneva tutti gli alambicchi del perfetto alchimista per
farsi una ragione della coesistenza della dimensione magica con quella
razionale.
La dimensione magica è rimasta sempre una costante del progresso,
opponendo ai processi culturali razionalistici e scientifici, l’irrazionale e
il mistero. Bernardino non affronta la magia come siamo abituati a 87
pensare, non dice quello che bisogna fare o non bisogna fare per evocare
lo spirito dell’aria o del fuoco, anzi se ne guarda bene dall’incitare a
queste pratiche; per lui la vera magia è sempre la conquista della propria
mente, la scoperta dell’amore e della benevolenza e di tutte le più alte
qualità umane, vere espressioni della magia della vita.
Per Bernardino la riscoperta della dimensione magica, i suoi articoli
sono datati tra gli anni sessanta e settanta, servirà a far risvegliare la
coscienza dell’uomo per portarla verso l’età dell’acquario,
“ la riscoperta di una nuova logica ci permetterà di passare dal piano
della conoscenza a quello della saggezza, per poter raggiungere la
comprensione, poi il controllo sulla materia, poi il controllo sullo
Spirito nella materia, per raggiungere infine il vero controllo dello
Spirito.” (N° 1 della rivista L’Età dell’Acquario –1970)
Per Bernardino la vera magia è dunque la capacità dell’uomo di
evolversi verso forme di controllo superiore e verso il riconoscimento
delle energie spirituali.
Angeli e Demoni sono presenti in tutte le culture, anche se le pratiche
sciamaniche sono differenti, tutti i popoli della terra riconoscono la
presenza di spiriti benigni e maligni al loro fianco. Le religioni sono
un’evoluzione della coscienza religiosa di tipo animistico, le discendenti
logiche e lineari della tradizione magica e sciamanica che curiosamente
hanno finito per etichettare come false o manifestazione del maligno
ogni interferenza della dimensione magica nella vita quotidiana.
I fratelli spirituali
88
L’Iniziazione avvenuta nel tempio di Nawa Sanga, al largo delle coste di
Sumatra, nel 1947, ha concesso all’uomo Bernardino del Boca il diritto
di essere accolto nella Fratellanza Universale che esiste da quando
l’uomo ha iniziato a dare importanza ai valori più alti come la libertà,
giustizia, amore, compassione, spiritualità. Tale Fratellanza chiamata
Sarmoun o Bianca ha sede nei nove monasteri che circondano la Catena
Himalayana ed è composta dagli individui che hanno sviluppato il
completo controllo mentale e sviluppato il loro cuore. Non si accede a
questa fratellanza soltanto con i buoni propositi, ma si vieni scelti. C’è
un detto in Oriente che dice:
“ Quando il discepolo è pronto, il maestro appare”.
I metodi con cui il discepolo viene scelto rimangono oscuri, ma di certo
si sa che alcune persone diventano esoteristi per compiere un particolare
lavoro. B.d.B. diceva che erano quelli delle Strade Alte che decidevano
chi poteva svolgere quel particolare lavoro e a quel punto il prescelto
diventava un iniziato. B.d.B. affronta il tema dell’esoterismo in tutti i
suoi articoli di fondo della rivista L’Età dell’Acquario, ma ne parla più
diffusamente in alcuni articoli apparsi negli anni 89 e 90 del secolo
scorso.
Così il discepolo Bernardino del Boca, il 23 ottobre 1947 divenne un
iniziato, perché il suo personaggio era pronto, ed entrò di diritto a far
parte della fratellanza Sarmoun. In genere vi entrano solo gli uomini che
poi avranno un compito particolare da svolgere nella vita: sviluppare le
coscienze di altri uomini per affermare il processo di sviluppo della
coscienza umana. Bernardino era quindi un guerriero del Bene che
combatteva la sua battaglia con il cuore e con le parole, contro quel
substrato di indifferenza e di egoismi che costituisce il nutrimento
principale del Male.
Oggi nel terzo millennio sembra alquanto antiquato parlare di queste
cose che possono andare bene per un romanzo o per un film, ma lo
scopo di questa Fratellanza è stato, per duemila e più anni, proprio
quello di far apparire come leggenda e storia inventata la sua stessa
esistenza.89
In Europa fin dal 1450 un gruppo di nobili e intellettuali aveva
cominciato ad interessarsi di occultismo raccogliendo i testi antichi e
cercando di attuare moderne sperimentazioni come la psicometria.
B.d.B. ne parla nei numeri 46, 47 della rivista L’Età dell’Acquario.
Fra questi personaggi che si interessavano segretamente d’occultismo vi
era il conte Dunois de Longueville, detto il Bastardo d’Orleans. Uomo
d’arme aiutò Giovanna d’Arco ed espugnò Caen, capoluogo del
dipartimento del Calvados dove si organizzò il primo centro dedito
all’occultismo. Questa zona della Francia pare essere costituita di una
roccia rossa ricca di ferro e il luogo sembra carico a livello eterico,
quindi idoneo per la sperimentazione con la Realtà Parallela. Nel tempo
la tradizione occultista dei nobili francesi del Calvados si radicò tanto
che nei nove castelli privati della zona si tenevano riunioni e
sperimentazioni anche di carattere scientifico che hanno avuto lo scopo
di raccogliere manoscritti antichi e una quantità tale di volumi da
costituire nel tempo un vero patrimonio dell’umanità. La biblioteca
degli Occultisti del Calvados è tra le più fornite del pianeta in materia di
scienze occulte e di storie ai confini della realtà. Prima dello scoppio
della seconda guerra mondiale gli occultisti del Calvados, presagendo il
pericolo per i loro preziosi volumi emigrarono dall’Europa in attesa che
il mondo occidentale placasse la sua follia.
Gli occultisti del Calvados, pur essendosi strutturati in una
organizzazione fra le più chiuse, avevano, come i templari, le loro “ vie
particolari”, i loro rifugi segreti, le loro alleanze nelle altre province
francesi e all’estero. Per molti anni il grandioso castello di Keriolet, a
due chilometri da Concarnean nel Finistére, fu il punto d’incontro degli
occultisti che studiavano l’evoluzione della storia umana. Poi la
principessa Chaveneau de Quercine-Narychkine vendette il castello al
dipartimento del Finistére, ed ora è un museo che raccoglie
testimonianze degli occultisti del Calvados, Testimonianze che tutti
ignorano.
A raccontare come gli occultisti del Calvados abbiano deciso di lasciare
l’Europa è lo stesso Bernardino del Boca in un articolo della rivista, il n° 90
54 dell’aprile del 1988. B.d.B. racconta come il 21 dicembre del 1938, a
Parigi, in un angolo di una casa vicino alla Senna si incontrarono
occultusti ed iniziati di tutta Europa per decidere dove andare per
portare in salvo i preziosi documenti da loro custoditi. Alla fine
decisero di lasciare la Francia dividendosi in tre gruppi: il primo gruppo
sarebbe partito per l’Oriente, il secondo gruppo, quello che portava
buona parte dei documenti segreti sarebbe partito per il Messico, il terzo
gruppo avrebbe raggiunto la Mongolia attraverso la Transiberiana e la
Cina. Oggi gli occultisti del Calvados del primo gruppo vivono non
lontano da Dili, isola di Timor, quelli del secondo gruppo hanno lasciato
il Messico nel 1946 per trasferirsi in una località montana del Perù.
Quelli del terzo gruppo hanno trovato rifugio, dopo diverse peripezie,
nel monastero di Youndounbeissin-kure in Mongolia ai margini del
deserto del Gobi.
Nell’articolo, B.d.B. ricorda come il lavoro di questi tre gruppi sia molto
importante in quanto essi conservano quei segreti che l’umanità, ancora
schiava del maligno, non può conoscere. Sono questi gruppi che attivano
i centri di ascolto e tengono uniti gli esoteristi che dedicano la loro vita
insegnando a tutti come vivere nella realtà spirituale per svegliare la
propria Anima che dorme. Bernardino ricorda infine che pensare a
questi gruppi con simpatia si tirano forti fili e si collabora
all’evoluzione della coscienza umana.
Andando ancora a ritroso nel tempo dobbiamo ricordare il Conte di
Saint Germain, ricordato spesso da B.d.B. nella rivista, che viene
presentato come una figura composita che cambiava spesso nome e
personalità per volere di quelle “ energie spirituali” a cui soggiaceva
anche Bernardino stesso. Il conte di Saint Germain vagò spesso per
l’Europa e prima della rivoluzione francese lo troviamo in Turchia
ospite del Sultano, a cui insegnò diverse tecniche per aumentare i suoi
affari, ma in realtà aveva un compito ben preciso, preparare la Turchia a
quella libertà di idee che presto avrebbe coinvolto l’Europa in tutte le
sue regioni. Nella città di Kars, organizzò un gruppo esoterico da cui
poi, tra l’ottocento e il novecento emergeranno figure come Peter 91
Danov, Omram Aivanov e Gurdjieff. In Turchia il Conte di S. Germani
introdusse la letteratura europea del tempo e influenzò costantemente,
nei luoghi di ritrovo del suo tempo come i bagni turchi e i ricevimenti, i
potenti visir e il sultano con le nuove idee di progresso che si stavano
sviluppando in Europa. E’ da questo lavoro che nacque poi la moderna
Turchia di Kemal Ataturk ed è per questo lavoro che oggi la Turchia è il
paese mussulmano più allineato con le espressioni di libero pensiero che
caratterizza la moderna Europa.
Ancora una volta appare chiaro che le energie intelligenti del mondo
parallelo cercano in ogni modo di influenzare l’evoluzione umana
sviluppandone la coscienza.
Sul numero 70 della rivista Bernardino dice:
“ Queste intelligenti ed invisibili energie del mondo parallelo possono
contattare solo coloro che hanno speciali qualità innate, cioè sono
altruisti, comprensivi, buoni e sensibili e che il karma ha posto in
situazioni sociali in cui possono facilmente essere all’altezza del
compito che viene loro affidato “.
Per tutta la sua vita Bernardino non ha fatto altro che cercare di
influenzare le menti predisposte alla nuova mentalità acquariana che
piano piano, senza scossoni si sta diffondendo trasversalmente nella
società, nella cultura e nelle menti delle persone più sensibili.
Studiare il pensiero di Bernardino del Boca aiuta ad allargare questa
comunità che vuole il progresso spirituale di tutto il pianeta.
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