Sass Maor - Scalet Biasin

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Sass Maor, Scalet - Biasin Relazione da una ripetizione di agosto 2013. Primi salitori : S. Scalet & G. Biasin, 1964 Difficoltà : VI+/A0, EDinf. Lunghezza : circa 600 metri. Tempi : 8/10 ore Materiale : assortimento di nuts e friends (fino al 2), martello e chiodi. Commento : Bella via su una parete imponente con una esposizione impressionante e continua nella parte alta. Alla (relativamente) facile e rapida parte iniziale, seguono 9 tiri impegnativi: - I primi due sono su roccia decisamente pessima ma ben chiodati e/o ben proteggibili. - I 4 tiri centrali si effettuano in arrampicata libera su placche e roccia da sogno. Medie difficoltà (VI/VI+) con chiodatura più rarefatta e non troppe possibilità di integrazione. - Gli ultimi 3 tiri riservano una arrampicata prevalentemente in artificiale con chiodatura abbondante e roccia buona. La discesa è abbastanza agevole e veloce, ma l’accesso è lungo e non semplice e contribuisce a rendere l’ascensione abbastanza impegnativa.

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Sass Maor, Scalet - Biasin

Relazione da una ripetizione di agosto 2013. Primi salitori: S. Scalet & G. Biasin, 1964 Difficoltà: VI+/A0, EDinf. Lunghezza: circa 600 metri. Tempi: 8/10 ore Materiale: assortimento di nuts e friends (fino al 2), martello e chiodi. Commento: Bella via su una parete imponente con una esposizione impressionante e continua nella parte alta. Alla (relativamente) facile e rapida parte iniziale, seguono 9 tiri impegnativi:

- I primi due sono su roccia decisamente pessima ma ben chiodati e/o ben proteggibili. - I 4 tiri centrali si effettuano in arrampicata libera su placche e roccia da sogno. Medie

difficoltà (VI/VI+) con chiodatura più rarefatta e non troppe possibilità di integrazione. - Gli ultimi 3 tiri riservano una arrampicata prevalentemente in artificiale con chiodatura

abbondante e roccia buona. La discesa è abbastanza agevole e veloce, ma l’accesso è lungo e non semplice e contribuisce a rendere l’ascensione abbastanza impegnativa.

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Avvicinamento: dal Rifugio del Velo seguire il sentiero del cacciatore verso Sud-Est risalendo il ghiaione. Giunti quasi in prossimità del colletto non raggiungerlo ma continuare a salire sulla dx per roccette fino a raggiungere la cresta della cima della stanga e abbassarsi per roccette sull’altro versante (con nebbia o buio non è facile individuare l’itinerario migliore) fino a una biforcazione del sentiero (cartello). Non seguire il sentiero Buzzati sulla dx, ma continuare sul sentiero del cacciatore verso sx abbassandosi lungamente in un ampio canale. Giunti in vista della parete il sentiero piega verso di essa costeggiando delle rocce; quando il sentiero riprende a scendere lo si abbandona seguendo delle tracce che quasi in orizzontale conducono alla base dell’evidente canale di accesso (posto da bivacco). Si risale il canale (inizialmente II/III poi I/II) fino alla sella della banca orba; si prosegue lungo l’evidente rampa obliqua superando una strozzatura che obbliga a spostarsi all’esterno (III - esposto); poco più sopra si trova un clessidrone con cordazzo. L’attacco si trova 5 metri più sopra su un comodo terrazzino in prossimità di un breve muretto fessurato oltre il quale si scorge una facile rampa. Contare almeno 2 ore dal rifugio del Velo. Descrizione: � 1° tiro: superare con passo duro e fisico il muretto iniziale (clessidra in alto sulla sx) e proseguire nell’evidente rampa obliqua verso sx fino alla base di un pilastro che crea sulla dx un evidente diedro. Sosta su clessidre. [35 m, 1 passo di V+/VI, poi III] � 2° tiro: superare il muretto sovrastante la sosta sulla sx del pilastro (clessidre) e seguire la successiva rampa ascendente verso sx. Al suo termine superare un muretto verticale (clessidra) e proseguire sino a un buon terrazzo dove si sosta su clessidre [55 m, IV+] � 3° tiro: Salire la bellissima placca nera sovrastante la sosta seguendo i punti più deboli (numerose clessidre) e puntando in alto un diedrino sulla sx (in questo tiro ci sono pochissimi punti di riferimento). sosta da attrezzare su un chiodo + clessidre. [50 m, V] � 4° tiro: salire il diedro sulla sx e successivamente obliquare a dx puntando una evidente fessura; risalirla fino a dove questa si fa verticale e uscire sulla sx sostando dopo pochi metri su grandi clessidroni [35 m, IV+] � 5° tiro: seguire la breve rampetta sulla sx e traversare poco sopra a dx puntando la base della evidente fessura gialla. Sosta su comodo terrazzino su chiodo e clessidra [30 m; IV]

� 6° tiro: obliquare a dx puntando la base della fessura (o salire pochi metri sopra la sosta e traversare successivamente in orizzontale); risalire la fessura su roccia scabrosa (numerosi chiodi) sino a dove questa termina sotto grandi strapiombi gialli. Sosta molto esposta appesa su 5 chiodi [45 m; VI+] � 7° tiro: traversare qualche metro a dx (3 chiodi) portandosi alla base del grande diedro giallo e risalirlo (4 chiodi + nut incastrato) fino a una grande clessidra dove si ha la possibilità di traversare facilmente a dx andando a sostare comodamente su 1 chiodo e 1 clessidra. Su questo tiro la roccia è davvero molto marcia. [30 m; VI+/A0] � 8° tiro: obliquare in leggera ascesa verso sx rinviando inizialmente una grande clessidra e seguendo successivamente gli evidenti chiodi. Raggiungere nuovamente il fondo del diedro (sosta con cordino su chiodi) e traversare orizzontalmente a sx fino a un esposto piccolo gradino sul filo dello spigolo dove si sosta su 2 chiodi (un terzo chiodo si è spezzato alla cordata sotto di noi, quindi forse sarebbe consigliabile rimpiazzarlo…). La roccia su questo tiro torna ad essere buona. [20 m; VI/A0]

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� 9° tiro: obliquare a sx su roccia nera bellissima puntando un evidente chiodo e continuare seguendo una bella fessura fino a un piccolo gradino dove si sosta su 3 clessidre [20 m; VI-] � 10° tiro: seguire il successivo diedrino (chiodo) e l’ostica placchetta sovrastante (chiodo non ottimo con cordino) e proseguire in obliquo verso sx (clessidra) fino alla sosta su chiodi [30 m; VI+] � 11° tiro: traversare in orizzontale a dx fino a una zona più facile e risalirla obliquando a sx fino a una zona appoggiata. Puntare la base di un diedrino (2 chiodi) e risalirlo fino alla sosta da attrezzare su 2 chiodi. [45 m; V+] � 12° tiro: traversare in orizzontale a sx fino a sotto la verticale di un muretto con 2 chiodi a pressione; salire quindi verticalmente qualche metro fino a rinviare due chiodi vicini molto a dx e superare il successivo muretto verticale in artificiale (1 chiodo + 2 chiodi a pressione + 1 clessidra). Obliquare quindi verso dx puntando un chiodo e sostare poco più sopra su 2 chiodi + una clessidra su un piccolo gradino [30 m; VI/A0] � 13° tiro: salire in verticale sopra la sosta puntando il muro giallo chiodato. Risalirlo seguendo i numerosi chiodi (1 passo obbligato a metà) fino alla base di una fessura levigata che si risale brevemente (1 chiodo e ottime possibilità di integrazione con dadi/friends) fino alla sosta appesa ed incredibilmente esposta su 3 chiodi + 1 fix) [35 m; VI/A0] � 14° tiro: superare in artificiale il muro strapiombante sovrastante (2 chiodi + 2 fix + 2 chiodi a pressione) uscendo successivamente sulla sx su facile rampa fino a un piccolo diedro dove si sosta su 2 chiodi + 1 fix. [15 m; V/A0] � 15° tiro: proseguire nel canale sovrastante la sosta e obliquare successivamente a dx. con percorso non obbligato si esce in vetta. [180 m; II/III] Discesa: dalla vetta scendere ad un intaglio verso Nord ed individuare una calata su 2 anelloni pochi metri più sotto sul versante Nord-Est. Raggiungerla con un giro un po’ largo su facili roccette e calarsi con 1 doppia da 50 metri (o 2 doppie più corte) fino a una larga cengia. Seguire la cengia verso sx (faccia a valle) in direzione della cima della Madonna seguendo gli ometti e le tracce di passaggio (I/II). Giunti in vista della Cima della Madonna ci si cala con 1 o 2 doppie (25m + 25 m) su ancoraggi cementati per superare delle placchette e si giunge su un’altra cengia ghiaiosa (occhio al grande buco presente in prossimità della parete). Seguendo le tracce di passaggio e gli ometti si scende brevemente verso sx (faccia a valle – non scendere nel canalone ancora più a sx) e si individua un altro ancoraggio cementato posto sulla verticale dell’intaglio con la Cima della Madonna. Altre due brevi doppie (25 m + 25 m) depositano pochi metri sotto l’intaglio tra le due cime. Si segue il canale verso Sud-Est (faccia a valle nel senso delle ultime calate) fino a un boccione incastrato nel canale che si supera con una breve doppia (10 m) su ancoraggio cementato. Da qui seguire il canale di dx su delle facili roccette sulla sx (faccia a valle) e dove questo si biforca in un grande canale sulla sx ed un piccolo canale sulla dx tenersi al centro seguendo la crestina rocciosa tra i due canali ed al suo termine abbassarsi verso sx (faccia a valle) nel canalone più ampio fino a una clessidra con cordone che permette di superare un salto più verticale con una doppia da 20 metri (possibile disarrampicare tenendosi inizialmente verso dx e successivamente verso sx faccia a valle). Poco più sotto si individua sulla dx (faccia a valle) un ultimo ancoraggio cementato che con una doppia di 20 metri deposita sui ghiaioni alla base della parete Ovest della Cima della Madonna. Seguendo le tracce sulla dx (faccia a valle) si arriva brevemente al Rifugio del Velo (1h30’ dalla cima).

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La bellissima placca del terzo tiro.

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Il traverso che permette di raggiungere la fessura gialla (sesto tiro).

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Sul bellissimo ottavo tiro.

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La partenza del decimo tiro.

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Il traverso iniziale dell’undicesimo tiro.