SAPER VIVERE LA CITTÀ - CHIAIA MAGAZINE · di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso...

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www.chiaiamagazine.it magazine Anno IV - n.3 marzo 2009 Chiaia Magazine + Dvd 3,90 euro IUPPITER EDIZIONI CHIAIA magazine SAPER VIVERE LA CITTÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo CHIAIA MACCHINA? MACCHINA? di chi è questa di chi è questa L’uscita del film «Fortapàsc» di Marco Risi rilancia la drammatica vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, a soli 26 anni, con dieci colpi di pistola, mentre ritornava a casa a bordo della sua fragile Mehari. Oggi, quanti sono i giovani che conoscono vita e passione del cronista de «Il Mattino»?

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Anno IV - n.3 marzo 2009Chiaia Magazine + Dvd 3,90 euro IUPPITER EDIZIONI

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S A P E R V I V E R E L A C I T TÀil mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo

CHIAIA

MACCHINA?MACCHINA?di chi è questadi chi è questa

L’uscita del film «Fortapàsc» di Marco Risi rilancia la drammatica vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, a soli 26 anni, con dieci colpi di pistola, mentre ritornava a casa a bordodella sua fragile Mehari. Oggi, quanti sono i giovani che conoscono vita e passione del cronista de «Il Mattino»?

Bisogna «ripensare»la stazione di MergellinaSpettabile redazione, è necessarioripensare la stazione Fs diMergellina: un edificio bellissi-mo, la cui fruizione è stataevidentemente annullata dallosviluppo - peraltro positivo -dell’Alta velocità. I treni a lungapercorrenza che fermano aMergellina sono ormai pochissi-mi, la biglietteria è spesso vuotae mai affollata. C’è poi una «saladel presidente», suppongo bellis-sima, ma evidentemente inutiliz-zata. Un sedicente ufficio infor-mazioni. Insomma una miscella-nea di cose evidentemente privedi una visione d’insieme, fruttodello stratificarsi di cose pre-Tave post-Tav. Oggi Mergellina èsostanzialmente una stazionedella linea metropolitana, manon ha certamente senso concepi-re come tale l’edificio che laospita. Mi pare perciò il caso diripensare strategicamente esistemicamente questo Luogo,fondamentale per il quartiere eper la città. Una grande libreriache sia motore culturale e attrat-tore di persone? Una caffetteriaelegante? Un teatro? Non so, nonmi spingo a fare ipotesi, senten-domi inadeguato a tale scopo enon disponendo comunque dellenecessarie informazioni. Trovoperò evidente che, allo stato,concepita come materia di«Grandi stazioni» (ciò che Mergel-lina ha ormai cessato di essere),la stazione di Mergellina è unmonumento morente, destinatoal nulla. Ed è proprio un pecca-to, in una città e in un quartiereche sono così pieni di vita.

Dario Ciccarelli

Verde mortificato:la dura vita degli alberi

Gentile redazione, mi congratuloper la bella copertina del numerodi Chiaia Magazine di febbraio,dedicata alla mattanza del verdein città. Ma gli ambientalistiesistono ancora? L’assessorecomunale all’ambiente comepassa le sue giornate? Moltialberi della Villa Comunale sonorealmente malati e la vicinanzadei cantieri «Linea 6» della

Riviera di Chiaia mi sembra chenon migliori la situazione delpatrimonio arboreo della Villa.In più, vorrei capire come mainon si è provveduto in tempo asalvare le palme della città: vialeGramsci ormai, come avetedocumentato, è un cimitero dialberi. Da cittadina, mi piacereb-be vedere più verde e menocemento, più giardini e aiuole emeno tabelloni pubblicitari. Saràpossibile, un giorno, tutto questo?

Rosa Palumbo

Tabelloni pubblicitari:l’assedio continuaGentile redazione, tempo fa miha meravigliato e, positivamentecolpito, la presa di posizionedella sindaca Iervolino, controquella campagna pubblicitariache ha invaso la città, che mal-trattava le donne. Mi sarebbepiaciuta, però, da parte dellaIervolino, la stessa determinazio-ne nel condannare il vergognosoassedio dei tabelloni pubblicitari.Perché non si avvia un procedi-mento di rimozione per quelliche, oggettivamente, ostacolano ilpassaggio dei pedoni e deturpa-no il paesaggio e l’estetica dellacittà? Dal Vomero a Fuorigrotta,da Chiaia a Secondigliano, leinstallazioni pubblicitarie sonodavvero troppe e malgrado lepromesse dei vari assessoriall’Arredo e Decoro Urbano, tuttoè rimasto com’era. I cittadinisegnalano ma il Comune datroppo tempo ignora i cittadini.

Marco Bottino

Via dei Mille,la raccolta dei dissuasori Segnalo che a via dei Mille, oltrealla raccolta differenziata biso-gnerebbe iniziare a fare quelladei dissuasori del nuovo lookurbano del centro. Infatti, segna-lo che sul marciapiede di frontealla discoteca «La Mela», alcunipaletti sono stati divelti. Honotato, inoltre, che la base diquesti dissuasori è già consuma-ta. Mi domando: con che mate-riale sono stati fatti? La ditta cheli ha impiantati, lo ha fatto conla dovuta accuratezza?

Giovanni Salerno

SOS CHIAIA MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 2

di NINO DE NICOLA

Una nuova stagione di opere pubbliche, declinate sul dop-pio profilo della compatibilità ambientale e della fun-zionalità urbana (parcheggi, risanamento urbanisticoetc): è la strategia vincente per il rilancio di Napoli.Dunque: la partita va giocata da subito e la posta va al-

zata. La pensano così imprenditori e cittadini napoletani: ma un pat-to virtuoso tra mondo produttivo e cittadinanza non basta. Perché sulnostro futuro c'è la solita, maledetta ipoteca: quella politica. La piùindecifrabile delle incognite sono i nostri amministratori. È recente,

ad esempio, l'annuncio che il Comune gestirà 220 milioni di euro peril recupero del Centro Storico con una serie di opere in rete: dalla «Ca-sa della Letteratura», al «Museo dell'Immigrazione», al «Polo del gio-cattolo» etc. La sensazione, purtroppo, è quella di scelte velleitarie ca-late dall'alto. Lo ha capito Lino Ferrara, patron di «NauticSud», quan-do parla di radicali trasformazioni, alludendo alla creazione di por-ticcioli turistici o riqualificazione dei presistenti sulla costa parteno-pea. Insomma: turismo, imprenditoria, accoglienza, poggiati sulla ri-sorsa mare, capitale fenomenale ma purtroppo ignorato, anche per col-pa di vetusti piani urbanistici. Perciò è duro ammetterlo: ma ancorauna volta «il mare non bagna Napoli».

IL PUNTO. RILANCIAMO LA CITTÀ CON LE GRANDI OPERE

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Quelli di Chiaia MagazineLeo Aruta, Antonio Biancospino,

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SAPER VIVERE LA CITTÀ

Anno IV n.3 - marzo 2009

NUMERI UTILIEMERGENZE-SICUREZZACARABINIERI 112

Stazione CC (via Orazio 73) Tel. 081.681122Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)Tel. 081.417486

POLIZIA 113

Comm. Posillipo (via Manzoni 249)Tel. 081.5983211Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)Tel. 081.5980311

POLIZIOTTI DI QUARTIERE

Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)

POLIZIA STRADALE

Tel. 081.5954111

SOCCORSO STRADALE ACI

Numero verde 803116

VIGILI URBANI

Tel. 081.7513177Unità oper. Riviera di Chiaia 105Tel. 081.7619001

VIGILI DEL FUOCO 115

GUARDIA DI FINANZA 117

PRONTO SOCCORSO 118

AMMINISTRAZIONEMUNICIPALITÀ 1

Sede Consiglio Tel. 081.7951741/42Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501

SANITÀPRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI

Tel. 081.2547256

GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI

Tel. 081.7613466

OSPEDALE PAUSILIPON

Tel. 081.2205111OSPEDALE FATEBENEFRATELLI

Tel. 081.5981111 - 081.5757220DISTR. SAN. 44

Assistenza Anziani Tel. 081.2547715Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074

AI NOSTRI LETTORIInvitiamo i nostri lettori a indicarci cosa non va nel quartiere e a proporci soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di voi.Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia MagazineVia dei Mille, 59 - 80121 Napolioppure alla [email protected]

La vignetta di Malatesta

Caro Giancarlo Siani, tempo fa ho letto sul Mattino dell'usci-ta di un libro contenente gran parte del tuo lavoro giorna-

listico. Dell'articolo mi colpito in maniera particolare ancheuna frase del sindaco Rosa Russo Iervolino che diceva: «Eadesso facciamolo vivere». Pare che la dichiarazione raccoltadal Mattino è stata data dal sindaco mentre sfogliava commos-sa il volume. Certo una frase così, detta dal primo cittadino,assume un significato ed un impegno forte e chiaro. VediGiancarlo, purtroppo dalla pubblicazione di questo articolonulla è cambiato in questa città, a parte qualche «tracco»senza il botto finale. A fare il giornalista per un giovane ditalento, quale tu sei stato, è altrettanto difficile oggi come loè stato per il passato. Precariato, grandi sacrifici per la soprav-vivenza, e taluni editori pronti a sfruttare ogni velleità epassione dei giovani aspiranti giornalisti in cambio di pochieuro se non addirittura nulla e con, quindi, un futuro chenon ti dico. Non parliamo poi della criminalità, caro amicomio, un problema che tu hai conosciuto meglio di chiunquealtro fino a diventare, tuo malgrado, un simbolo di lotta allacamorra. Ogni tanto qualcuno rispolvera il tuo nome, usan-dolo con comodità un po’ di qua e un po’ di là, come si èsoliti fare di questi tempi. Come puoi ben capire, anche dalle

dichiarazioni fatte qua e là, quando non fai più notizia nellanostra civiltà ci si dimentica spesso del volto e del nome diquelle persone che come te hanno creduto con passione edamore nel proprio lavoro, nella propria vita, in una societàmigliore. Sono contento che qualcuno ha pensato di pubbli-care le tue opere o ha voluto riportarti in vita con il cinemaper raccontare la tua passione, le tue lotte, il tuo valore. Lagente, i politici, spesso anche i giornalisti, preferiscono rac-contare tragedie e drammi dei nostri tempi ad appannaggiodelle ragioni stesse e delle lotte per cui queste cose accadono.Piuttosto che ricordarle è meglio dimenticarle, perché costa-no care, molto care a chi il potere già ce l'ha. Comunque tantiamici giornalisti non ti hanno mai dimenticato, rivivendonella tua vita quelle esperienze di passione e di sofferenzache solo questo lavoro ti sa dare e che tu hai saputo rappre-sentare al meglio nella tua breve ma intensa carriera. Scusa-mi se dedico questa ultima parte al sindaco: vede, signoraIervolino, cosa è stato fatto in questi mesi per «far vivere»Giancarlo? Nulla! Per far vivere Giancarlo e la sua storia,bisognerebbe fare quello che da troppo tempo si continua anon fare nella nostra terra. Per la passione che ha espresso lasua vita, per il suo credo, il suo sacrificio, sarebbe già molto senon morisse più nessuno per camorra o corruzione. Sarebbegià tanto se la generazione fallimentare dei matusalemme dellapolitica lasciasse spazio a quei giovani di passione, e ce nesono tanti, che, come Giancarlo voleva, vogliono ancora e conla stessa passione cambiare e migliorare la nostra terra.

IL MORSO DELLA TARANTAdi PAOLO D’ANGELO

GIANCARLO, NULLA È CAMBIATO

I ragazzi: Siani chi? Il comico?SONDAGGIO. Solamente 3 liceali su 80 conoscono la figura e la storia dell’unico giornalista assassinato dalla camorra

PRIMO PIANO MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 3

Nicola Sellitti

“Fiesta”, risate e occhicolor del cielo.Sono le tre

istantanee che il cognomeSiani fa scattare nellamente degli studentinapoletani. Alunni dei liceiclassici Umberto eGaribaldi, degli scientificiVincenzo Cuoco e Vittorini:per loro esiste solo ilcomico Alessandro.Giancarlo è l’ignoto. Solotre su ottanta conosconolui e la sua storia. Gli altriripercorrono a memoria losketch del motorino e«L’ultima cena» delcabarettista napoletano.Nessuno però ha mai lettol’ultimo articolo delcronista ucciso dallacamorra nel settembre del1985. Anzi no, quelle 40righe tornano alla mentead un liceale del Garibaldi.«Raccontava di una nonnache mandava il nipote12enne a vendere eroina -spiega Sergio, 16 anni dellaII A - Mi sono documentato,l’uccisione di Giancarlo èuna storia assurda di cuinulla mi è stato raccontatoa scuola». Sergio è il solodella sua classe - 25studenti equamente divisiper sesso - a esser entratonei dettagli della vita delcronista. Il resto è enclavedi facce dubbiose e divisetra chi vorrebbe saperne dipiù e chi non è interessato.«Ho saputo della suatragica fine in un

programma a lui dedicatosu Raitre. Ho letto così tuttii suoi articoli» spiega Annadella I A dell’Umberto. Lastudentessa si vanta tra gliamici. È l’unica della suacompagnia che ha saputodir qualcosa su un martiredella sua e nostra città.Un gruppetto di sei ragazziè seduto sugli scalini checonducono al liceoscientifico Vincenzo Cuoco.Ignorano chi sia statoGiancarlo. «C’è un sito doveposso documentarmi? Chilo ha ucciso?» chiedeAntonio, I E, uno dei piùcuriosi. «I miei genitoriforse mi hanno accennatoqualcosa in passato»aggiunge Giuseppe, I C.Giovanni, 15 anni, è il terzoragazzo intervistato checonosce Giancarlo Siani.Frequenta il liceoSannazaro al Vomero, ilquartiere del cronista. «Èstato un grande cronistache credeva nel suo lavoro -dice - Sarà sempre unesempio per me che hointenzione diintraprendere la stessaprofessione». Alla pronuncia delcognome Siani, Emanuele,studente al 2° anno delliceo scientifico Vittorini invia Domenico Fontana,afferma: «Comicomediocre». Ma dopo unminuto in silenzio undubbio: «Ah, era ilgiornalista ucciso dallacamorra?». Sì, Emanuele,era proprio lui.

Nella definitiva traiettoria di sangue, il 23settembre 1985, in una via del Vomero mai

così gelida, Siani Giancarlo, cronista in attesad'assunzione, lasciò un pensiero finale alla suaCitroën Mehari. Come l'elmetto che, secondo ilmito greco, trattiene l'estremo sogno del guer-riero colpito a morte, così quella macchinafumetto, d'un verde sfottitore, aperta e nuda,corazzata esclusivamente di nuvole e stelle,conserva, forse nell'anima del cruscotto, l'ultimofiato del suo conducente senza corona e senzascorta. I cartoni animati degli anni Ottantalanciavano nei cieli i robot di Go Nagai, fratutti Goldrake, macchina indistruttibile dall'a-labarda spaziale, guidata da Actarus, il miglio-re a difendere la terra dai mostri di Vega. Lasigla della serie animata, che anche Saviano,classe '78, forse all'epoca avrà canticchiato,faceva pressappoco così: «Va' distruggi il maleva'… mille armi tu hai… non arrenderti maiperché il bene tu sei, sei con noi…». Siani con lasua macchinina, targata Na K14314, coloratacome un disco volante, s'inoltrava nella Gomor-ra di Torre Annunziata non per distruggere ilmale, però: la sua missione era tentare diraccontarlo, documentarlo. Dargli un titolo.Registrarne il senso. A differenza di Actarus,era privo d'armatura, scoperto come la suaintrepida Mehari. Niente scudi né lame rotanti:solo un taccuino, una biro, una macchina dascrivere e quell'ingovernabile amore per ilmestiere di giornalista che è inutile spiegare achi non ce l'ha: passione senza tregua, curvi perore su una scrivania, il tempo di un caffè, intesta già il prossimo pezzo, nessuna medaglia,una firma in grassetto in fondo a una colonni-na e forse un'apertura, prima il giornale e poiil resto. A quasi 25 anni dall'esecuzione diSiani, mentre Goldrake è in manutenzione eSaviano, suo malgrado, si è risvegliato Actarus,il cinema civile di Marco Risi con «Fortapàsc»riapre la portiera della Mehari, come alcunianni fa fece anche Maurizio Fiume con «E io tiseguo». La speranza della fiction è quella diritrovare nel cruscotto l'estremo sogno, l'ultimopensiero del cronista. In quell'auto fragile,antieroica, simbolo di slancio giovanile, trabal-lante confessionale, disarmata e libera, c'è tuttala vita e la morte di Giancarlo.

IL CORSIVOdi MASSIMILIANO DE FRANCESCO

UNA VITA «SCOPERTA»

Giancarlo Siani, trucidato a 26 anni dai mitra della malavita:l'unico giornalista punito con la morte dalla camorra. Eracollaboratore de «Il Mattino»: al quotidiano di via Chiatamo-ne consegnava, prima da Torre Annunziata e poi da Napoli,inchieste coraggiose sui misfatti del crimine organizzato,indagandone gli intrecci con politica e imprenditoria. Poi, il23 settembre 1985, un commando di belve spense la sua vitacol piombo. E dopo di lui il fiume delle parole, stampate enon, poi un processo, infine un silenzio gelido: doveva esserela sua una lezione elevata a simbolo per non mollare unmillimetro alle canaglie armate. Non è andata così. Qualcunoperò si è ricordato di lui. Sono 7 le scuole in suo nome: aQuarto, Torre del Greco, Marano, Villaricca, Gragnano, Mu-gnano e Napoli. A lui è dedicato un cineteatro a Marano. Sullasua storia Antonio Franchini ha scritto il libro «L'abusivo».Inoltre, al Vomero, gli è stata intitolata una strada: rampeGiancarlo Siani. E, su Siani, prima dell'attuale «Fortapàsc»,sono stati girati già tre film: il corto «In nome di Giancarlo»(1991) di Maurizio Fiume, «Mehari» (1999) di Gianfranco DeRosa, ed «E io ti seguo» (2003) dello stesso Fiume. Infine c'èun premio giornalistico e il sito www.giancarlosiani.it

7 scuole, un teatro e 4 film nel nome di Giancarlo Siani

ALBUMGiancarlo Siani era nato nel 1959. Di famiglia bor-ghese, ragazzo del Vomero, aveva frequentato illiceo classico «Giovanbattista Vico», dove avevarespirato cultura classica e fermenti politici. Tre immagini significative della vita di GiancarloSiani. Da sinistra: il cronista impegnato in una lezio-ne di giornalismo in un’aula del liceo Umberto; lascrivania e la macchina da scrivere da lui utilizzatenella redazione de Il Mattino; la sua inseparabileCitroën Mehari, l’auto in cui fu freddato dai sicaridella camorra nel 1985, parcheggiata in questuradopo il delitto. In basso: un’istantanea di Siani rivisi-tata dal grafico.

Le iniziative di Chiaia MagazineIn ESCLUSIVA con il giornale il film su GIANCARLO SIANI“E io ti seguo”, scritto, diretto e prodotto da Maurizio Fiume.

Nelle edicole di Napoli e Provincia a soli 3,90 euro

“Io non voglio conoscere la verità ma mi piacerebbe poterla scrivere”

PRIMO PIANO MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 4

Marco Risi: «Vi presento il mio Siani»

Rita Giuseppone

Giancarlo Siani era un abu-sivo. Un precario. Al Mattinonon aveva ancora una scri-

vania tutta sua. Eppure Siani, pri-ma come corrispondente da Tor-re Annunziata e poi come redat-tore in attesa di assunzione, ave-va condotto uno scrupoloso lavo-ro di ricerca e di denuncia controil sistema criminale che domina-va la città vesuviana con circa 300articoli in tre anni e numerosisaggi pubblicati dall’Osservatoriosulla camorra. L’articolo della sua condanna amorte fu quello del 10 giugno1985, dove ipotizzava che l’arrestodi Valentino Gionta, avvenuto duegiorni prima, potesse «essere ilprezzo pagato dagli stessi Nuvo-letta per mettere fine alla guerracon l’altro clan di Nuova Fami-glia, i Bardellino». Poco dopo i Nu-voletta comunicarono ai Giontache «lo zio», Totò Riina, non tol-lerava queste insinuazioni sull’o-nore dei mafiosi. E così fu. Gian-carlo Siani è stato l’unico giorna-lista ucciso dalla camorra. MaSiani s’impegnava anche per i tos-sicodipendenti e gli emarginati.Pochi mesi prima della morte scri-veva all’amica Chiara Grattoni:«In questi giorni stiamo prepa-rando il libro dossier “Torre An-nunziata un anno dopo la stra-ge”. Ho un sacco di foto bellissimee notizie che nessuno ha mai pub-blicato». Molte delle lettere di Sia-ni hanno rappresentato una fon-te preziosa che ha permesso aMarco Risi di realizzare il suo For-tapàsc, film sugli ultimi mesi di vi-ta del cronista. Un progetto che ilregista di Mery per sempre e Il murodi gomma aveva in cantiere già dal2004 ma che non aveva potutorealizzare se non dopo l’arrivo deifondi.Chi era l’uomo Siani? Giancarlo era un ragazzo pienodi entusiasmo, amava vivere equesto emerge dalle lettere allasua fidanzata che ho potuto leg-gere per entrare nel suo mondo.Era pieno di stimoli, come nel suolavoro così nel privato, un appas-sionato, non solo con le donnema anche nella vita. Quando fu ucciso, Siani era sulpunto di essere assunto al Mat-tino. Nel film come ha trattatoquesta dimensione di precarietàdella sua vita?La sensazione di incertezza si evi-denzia in alcune scene, comequando la fidanzata gli dice «ba-

sta, o ti butti o me ne vado» op-pure nella scena in cui, in unoscontro dai toni accesi con ungiornalista del quotidiano, gli vie-ne ribadito di ricordarsi che la suaè ancora una condizione preca-ria. Secondo me è proprio tra gliabusivi che si nascondono i veritalenti del giornalismo, quello ve-ro. Ma mi piace pensare che Gian-carlo avrebbe continuato il suo la-voro con lo stesso entusiasmo an-che una volta assunto. Pochi giorni prima dell’iniziodelle riprese è stata trovata l’au-to di Siani, la Mehari. Può di-ventare un simbolo da esporre?Quale collocazione immagina?Questo fatto l’ho considerato co-me un segno del destino. Tutta la

lavorazione del film è stata ac-compagnata da uno stato di gra-zia speciale, sono successe tantecose belle e poter usare la sua au-to è stato un modo in più per en-trare nel suo mondo. Vedere quel-la Mehari, tutta aperta, in vetro-resina fa capire che Giancarlo sifidava. Non sospettava né temevache qualcuno volesse ucciderlo.Non aveva paura. Ciò dovrebbe es-sere di esempio per i giovani, perchi non conosce la sua storia, per-ciò credo che l’auto dovrebbe es-sere posta in uno spazio dedicatoalla sua memoria, magari in unmuseo, ma dove la gente possa ve-derla, non in un posto triste, isti-tuzionale. Lei è a conoscenza dell’esistenzadi un precedente film sulla vitadi Giancarlo, E io ti seguo, diMaurizio Fiume? Sì, lo conosco, quando uscì mi tro-vavo a Napoli perché avrei dovu-to cominciare le riprese di Forta-pàsc, ma non l’ho visto. Come mai? Me ne parlò Paolo (Siani, fratellodel giornalista ndr) raccontando-mi che non era stato favorevol-mente colpito da certi aspetti delfilm. Ma in realtà non lo vidi per-ché non volevo essere influenza-to nel mio lavoro. Pensavo che,nel caso fosse stato un film bel-lissimo, non avrei saputo comefarlo meglio.

FORTAPÀSC (2008)BUDGET: 5 MILIONI DI EURO Il film di Marco Risi, sceneggiato da Jim Carrington eAndrea Purgatori, che con il regista già lavorò nellapellicola sul caso Ustica «Il muro di gomma», ècostato 5 milioni di euro, di cui un milione e otto-centomila euro dal ministero dello Spettacolo e117mila euro dalla Regione Campania. (Foto di F. DiGiulio dal set: Libero De Rienzo e Valentina Lodovini;Massimiliano e Gianfranco Gallo; L. De Rienzo eGianfelice Imparato; L. De Rienzo e Ernesto Mahieux).

L'uscita di Fortapàsc è strettamente legata al fenomeno Gomorra.A confermarlo sul giornale on line iustitia.it, è Gianfranco DeRosa, produttore esecutivo della pellicola: «Se finalmente siamoarrivati al traguardo dobbiamo dire grazie a Gomorra, al libro diRoberto Saviano e soprattutto al film di Matteo Garrone. Lasceneggiatura di Fortapàsc era finita su uno scaffale ad accumula-re polvere quando nell'autunno 2007 le riprese di Gomorrahanno dato una scossa ai vertici di Rai Cinema. È poi arrivata laspinta determinante di Angelo Barbagallo, presidente dell'Api,l'associazione dei produttori indipendenti, imprenditore stimatoin Italia e all'estero, e la macchina si è rimessa in moto». Con ilfilm di Garrone, intanto, Fortapàsc ha in comune tre attori (Salva-tore Cantalupo, Gianfelice Imparato e Sasà Striano) e il direttoredella fotografia (Marco Onorato). L'attore Ernesto Mahieux, chein Fortapàsc veste i panni di Sasà, è l'inquietante protagonista deL'imbalsamatore, film rivelazione di Garrone.

Quella che vediamo in Fortapàsc, guidata dall'attore Libero DeRienzo (nella foto), è la vera Citroën Mehari di Giancarlo Siani. Aritrovarla in un agriturismo siciliano, una settimana primadell'inizio delle riprese, è stato Michele Caiazzo, ex sindaco diPomigliano d'Arco. «Da viola abbiamo riportato il colore all'ori-ginale verdino», ha detto a iustitia.it il produttore De Rosa,autore nel 1999 di un cortometraggio proprio dal titolo «Meha-ri». «Un giorno - ha dichiarato Marco Risi - mentre eravamo inuna strada del Vomero, è passato per caso vicino al set un amicodi Giancarlo che ha riconosciuto la macchina e, commuovendosifino alle lacrime, ci ha detto: “Mi raccomando fatelo benequesto film perché Giancarlo aveva un cuore grande così”».

LE AFFINITÀFORTAPÀSC/GOMORRA

LA CURIOSITÀLA MEHARI RITROVATA

L’INTERVISTA. Il regista spiega «Fortapàsc», ultima prova d’impegno civile sullavita del giornalista. E dice: «La sua auto è un simbolo: mettiamola in un museo»

LA SCHEDA DEL FILMFortapàsc (2008). Durata: 108’. Regia diMarco Risi (nella foto). Interpreti:Libero De Rienzo (Siani), ValentinaLodovini (Daniela, la fidanzata),Michele Riondino (Rico, l’amico). Nelcast anche Massimiliano Gallo(Valentino Gionta), Ernesto Mahieux(Sasà), Salvatore Cantalupo (Ferrara),Gigio Morra (Carmine Alfieri),Gianfranco Gallo (Donnarumma),Antonio Buonomo (LorenzoNuvoletta), Ennio Fantastichini (il sin-daco Cassano), Duccio Camerini(Angelo Nuvoletta), Renato Carpentieri(Amato Lamberti), Gianfelice Imparato(il pretore Rosone), MarcelloMazzarella (emissario mafioso),Daniele Pecci (capitano Sensales).Sceneggiatura: M.Risi, AndreaPurgatori, Jim Carrington. Prodotto daBìBi Film-Rai Cinema-Minerva Group.

MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 5PRIMO PIANO

Perché a Saviano piacque «E io ti seguo»L’ARTICOLO. Nel 2004 l’autore di «Gomorra» commentò sulle pagine del Manifestoil primo lungometraggio sul caso Siani, firmato dal regista napoletano Maurizio Fiume

Film prezioso «E io ti seguo» di MaurizioFiume, con il merito di ricostruire in mo-do significativo la vicenda di Giancarlo

Siani, il suo percorso umano e la sua profes-sione innescata dalla passione del vero. Gian-carlo Siani venne ammazzato il 23 settembredel 1985. (…) Il movente preciso del suo assas-sinio per molti rimane un mistero. Non con-vince la verità processuale, o almeno non con-vince tutti. Quell'articolo di 4000 battute pub-blicato su Il Mattino il 10 giugno del 1985 fir-mato da Siani aveva generato grandi fastidinel clan Nuvoletta. (…) Per molti osservatoriquell'articolo non basta a spiegare la condan-na a morte ma piuttosto bisogna dirigere le at-tenzioni verso le ricerche che Giancarlo Sianistava facendo sulla ricostruzione del dopo ter-remoto, il grande business degli appalti che ave-va rimpinguato le tasche di dirigenti politici,imprenditori e soprattutto camorristi. Sianiaveva raccolto materiale prezioso con nomi esituazioni per farne un libro che non vedràmai luce e le cui bozze non verranno mai ri-trovate. Il movente unico che accomuna le di-verse ipotesi è però certo: Siani fu ucciso perquello che scriveva. Questo giovane corrispon-dente riusciva nei ristretti spazi che gli veni-vano concessi a ricostruire gli scenari di ca-morra, gli equilibri di potere, evitando di are-narsi sul mero dato di cronaca. Giancarlo Sia-ni gettava nuove ipotesi di senso attraverso glielementi che scovava sul campo o gli venivanoforniti dai fatti. Il suo era un giornalismo fon-dato sull'analisi della camorra come fenome-nologia di potere e non come fenomeno crimi-nale. In tal senso la congettura, l'ipotesi, dive-nivano nei suoi articoli strumenti per com-prendere le articolazioni tra camorra, im-prenditoria e politica. Riflettere sul caso Sianinon deve essere solo un modo per commemo-rare il suo sacrificio e ricordare la sua breve vi-ta, deve divenire un necessario momento perconsiderare lo stato attuale del giornalismod'inchiesta. Seguendo quanto affermato daGiuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini il giornali-

smo d'inchiesta in Italia risulta una pratica cheormai interessa poco ai lettori ed ai direttoridei giornali, esso sembra ormai defunto. Lamorte del giornalismo d'inchiesta diventa unagaranzia di silenzio sui complicatissimi affarieconomici della camorra. (…) La camorra d'al-tro canto non è morta. La sua egemonia è for-tissima e totale. (…) Mai come in questa fase siavrebbe bisogno di un giornalismo d'inchiestacapace di districare il ginepraio di investimentiche vede i clan camorristici tramutarsi in pre-stigiose aziende, controllare i trasporti, im-porre prezzi e prodotti ed ovviamente mutar-si in gradi fucine di voto e di potere politico. Igiornali locali sono le uniche testate che dan-no informazione sulla camorra mutandosi pe-rò in bollettini di morte e di faide in un flus-so di cronaca senza volontà di approfondi-mento e denuncia. La figura del giornalista d'inchiesta dovrebbeporsi come intermediario tra la verità giuri-dica e la verità storica. Due piani assai diver-si e sovente non sovrapponibili. Proprio l'infi-nita costruzione e decostruzione degli elemen-ti, dei fatti, delle ipotesi rappresentano il com-pito del giornalista che si occupa di camorra.Giancarlo Siani fu ucciso a 26 anni, in una se-rata ancora estiva di settembre, mentre tor-nava a casa pieno di vita con la sua Meharida una giornata allegra. La sua giovane bio-grafia, la foto di quel corpo smilzo ed occhia-luto piegato dai colpi di mitra mostrano quan-to fragile fosse quel ragazzo le cui vere paroleavevano fatto tremare i potentissimi capi diinoppugnabili organizzazioni. E' proprio innome della infinita forza della denuncia uni-ta ad una terribile fragilità della persona chebisognerà rintracciare le coordinate per far ri-nascere un nuovo giornalismo d'inchiesta dif-fuso ed efficace al punto da non costringere adun'eroica e solitaria battaglia i pochi ed ina-scoltati inviati di provincia.

(Roberto Saviano, Il Manifesto, 11 giugno 2004)

E IO TI SEGUO (2003)BUDGET: 350 MILA EUROIl film scritto, diretto e prodotto da Maurizio Fiume,interpretato da Yari Gugliucci, è stato proiettatonelle scuole, in convegni e cineforum, ma di fattonon è mai uscito nelle sale. Il critico MorandoMorandini nel suo «Dizionario dei film» scrive:«Avrebbe meritato una distribuzione più forte» SkyVivo lo ha mandato in onda il 23 settembre 2006,mai più riproponendolo. (Nelle foto tratte dal set di«E io ti seguo» Yari Gugliucci e Carlotta Natoli)

Il Siani di «Fortapàsc» è interpretato daLibero De Rienzo, napoletano, classe 1978,attore, regista e sceneggiatore. Dopodiverse esperienze teatrali esordisce alcinema nel ‘98 in «Più leggero non basta»di Elisabetta Lodoli. Nel 2001 il registaMarco Ponti lo sceglie per «Santa Marado-na», film acclamato da pubblico e critica,che gli frutta il David di Donatello. Dueanni dopo, sempre con la regia di Ponti,recita al fianco di Vanessa Incontrada in«A/R Andata + Ritorno» e nel 2006 in«Palermo Milano Il ritorno». Nello stessoanno gira la fiction «Nassyria» di MicheleSoavi. Nel 2005 ha scritto, diretto edinterpretato «Senza sangue - La morte nonesiste». Il film, che ha come tema principa-le l’incesto, spicca per l’originalità delleinquadrature e per il budget limitato.

Yari Gugliucci, nato a Salerno nel 1974, è ilSiani di «E io ti seguo». Ha esordito comeattore a teatro a soli 13 anni. Laureato insociologia, ha recitato a Londra assieme aMichelle Pfeiffer e Kevin Klein in «Thetempest» di Shakespeare. L’esordio cine-matografico è del 1995, proprio conMaurizio Fiume, nel film «Isotta», presen-tato al Festival di Venezia. Nello stessoanno si cimenta nella regia del corto «Lamadre di mio padre» vincendo il premioGara Essentielle. Al cinema ha lavoratocon Lina Wertmuller, Francesco Apolloni econ Federico Zampaglione in «Nerobifamiliare». Sceneggiatore di vari spetta-coli teatrali, ha partecipato a diversefiction tra cui «La piovra 8», «Luisa Sanfeli-ce» e, nel 2005, «Nassyria» proprio insie-me a Libero De Rienzo.

I DUE SIANILIBERO DE RIENZO/YARI GUGLIUCCI

Alvaro Mirabelli

L’inchiesta di Chiaia Magazine,col valido supporto del Comita-to Portosalvo, sul patrimonio ar-

tistco-architettonico a rischio delquartiere Chiaia è ormai alla sua 5°puntata. In cima alla lista dei tesori ol-traggiati oggi si accomoda a pie-no titolo il Ponte di Chiaia. Laparabola discendente del monu-mento è uno spaccato esemplaredei guasti prodotti dalla distra-zione fatale delle Istituzioni. Lasua inarrestabile decadenza è sot-to gli occhi di tutti e i toni allar-mati dei commercianti si incro-ciano ormai quotidianamentecon le preoccupazioni dei resi-denti: basta alzare il naso all'insùe rivolgere uno sguardo più at-tento ai segnali di decadenza ga-loppante che appaiono sulla «pel-le» butterata della struttura. Ditutto, di più nella cartella clinica

del monumento: quanto bastaper una mobilitazione urgente infavore del «grande malato» da sot-toporre al più presto ad un'au-tentica terapia urto che lo ripor-ti ai fasti di un tempo. L'impo-nente costruzione fu realizzatanel 1636 per collegare la collinadi Pizzofalcone a quella delle Mor-telle (Quartieri Spagnoli): lavoriche rientravano nel complesso dimodifiche, progettate dall'archi-tetto Domenico Fontana per con-ferire a via Chiaia il suo attualeaspetto. Il Ponte fu poi rifatto nel1834 a forma di arco trionfale. Leeleganti decorazioni, a stucco e ri-lievi, che campeggiano su ambe-due i lati, furono realizzate da Ti-to Angelini, Gennaro Calì e Tom-maso Arnaud: e sono le stesse chesi possono ammirare oggi, ecce-zion fatta per lo stemma borbo-nico che, dopo l'Unità d'Italia, fusostituito da quello di casa Savoia.Testimonianze di una gloria an-

tica che da qualche anno stannocascando a pezzi. Esattamente co-me il cornicione che qualche tem-po fa iniziò a collassare, perden-do frammenti che solo per unmiracolo atterrarono su viaChiaia, senza ferire i passanti. Lamessa in sicurezza, sollecitatadalla prima Municipalità, fu ef-fettuata immediatamente: maquell'intervento isolato ha rap-presentato l'unica attenzione de-dicata dal Comune alla malfer-ma salute del Ponte. Da allora pez-zetti d'intonaco nevicano sulla te-sta dei passanti. E non solo quel-li. A cascare giù, avverte la gente,sono persino le lampadine di unvecchio addobbo natalizio, ab-bandonato lì a marcire. Inoltre,versano in condizioni precarie an-che stucchi e decori. Infine: i mar-mi monumentali ai lati di via Ni-cotera sono imbrattati da graffi-ti e manifesti.

(5 - Continua)

Quel Ponte di Chiaia tra miseria e nobiltàL’INCHIESTA. Per lo storico monumento una decadenza inarrestabile: stucchie decori compromessi, cornicione a pezzi, i marmi deturpati dalle scritte spray

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Internet è uno strumento di comunicazione comegli altri, per cui i reati di ingiuria e la diffamazio-

ne, come possono compiersi per lettera, telefono o tra-mite mezzi di comunicazione di massa, possono sen-z’altro considerarsi realizzati con la posta elettroni-ca, i newsgroup o i contenuti pubblicati all’internodi un sito. La questione, dunque, riguarda i cd. reatiinformatici, vale a dire tutti quei reati lesivi della libertàinformatica degli utenti. Tra i diritti della personali-tà facilmente aggredibili vi è il diritto alla reputazio-ne, minacciabile mediante la diffusione di notizie fal-se o diffamatorie ai danni di un soggetto, attraversointernet, che consente una capillare diffusione inogni angolo del mondo dei contenuti in esso pubbli-cati. Tale diritto, in caso di sua violazione, dà luogoal delitto di diffamazione che è un reato di evento chesi realizza nel momento della diffusione all’esternodel messaggio con la sua percezione da parte dei ter-zi, conseguendone che esso può risultare temporal-mente differenziato rispetto alla condotta, con la pos-sibile ravvisabilità della fattispecie tentata. Ora la que-stione da affrontare è: cosa accade quando un sito in-ternet pubblica affermazioni o riporta notizie lesivedell’onore e quindi della reputazione di una persona?La legge 547/93 ha introdotto nel nostro ordinamen-to una serie di nuove ipotesi di reato classificate co-me «crimini informatici»; non ha però nulla aggiun-to in ordine alla possibilità di configurare anche il rea-to di ingiuria o diffamazione perpetuato con le retiinformatiche o telematiche. Non è difficile sostenere,tuttavia, che le fattispecie di reato di cui agli art. 594(ingiuria) e 595 (diffamazione) del codice penale, so-no sufficientemente generiche da ricomprendere an-

che tutti quei comportamenti offensivi che si com-piono con le reti informatiche e le moderne tecnichedi comunicazione in generale. La stessa Corte di Cas-sazione, in una recente pronuncia, ha affermato cheè addirittura intuitivo che «i reati previsti dagli arti-coli 594 e 595 codice penale possano essere commessianche per via telematica o informatica; basterebbepensare alla cosiddetta trasmissione via e-mail, perrendersi conto che è certamente possibile che unagente, inviando a più persone messaggi atti ad of-fendere un soggetto, realizzi la condotta tipica del de-litto di ingiuria (se il destinatario è lo stesso soggettooffeso) o di diffamazione (se i destinatari sono perso-ne diverse)». La Corte afferma, in particolare, che il rea-to di diffamazione si perfeziona nel momento in cuiil messaggio viene percepito da parte di soggetti chesiano terzi rispetto all’agente ed alla persona offesa.Non è infatti necessaria la contestualità tra l’offesa ela sua percezione «ben potendo i destinatari trovarsipersino a grande distanza gli uni dagli altri, ovverodall’agente». Da quanto ora affermato, può ricavarsicon certezza che la diffamazione e l’ingiuria, oltre cheper il mezzo e-mail, possono realizzarsi anche con tut-ti i diversi servizi della rete. Nel caso, dunque, in cuici si trovi esposti ad essere diffamati tramite la rete diinternet occorre presentare una querela nei confrontidell’autore del reato presso la Stazione dei Carabi-nieri o presso la Questura entro 3 mesi dal momentodella percezione dell’evento lesivo. Una volta ottenu-ta la condanna per diffamazione, ci si può rivolgereall’autorità giudiziaria civile competente per chiede-re il consequenziale risarcimento danni all’immagi-ne che andrà liquidato in via equitativa.

LO SPORTELLOdi FERNANDO LUDIONE*

LA RETE DEI CRIMINI INFORMATICI

Quartiere San Ferdinando: nella cenerentola della Municipali-tà 1 minilavori in corso. I vicoli della città obliqua, infatti,sono una priorità per Fabio Chiosi, presidente di Chiaia: lotestmoniano i fatti. Tra le cose realizzate c'è il recupero dipiazzetta S. Anna di Palazzo, ormai palettizzata e pedonaliz-zata dopo la bonifica dalle auto e dall'immondizia: prossimala sistemazione di 5 fioriere e di 5 panchine. Completato, poi,il camminamento con dissuasori incatenati a Cappella Vec-chia. Tra gli obiettivi imminenti via Gradoni di Chiaia dove,all'incrocio con via Nardones, sarà collocata una barriera cheimpedirà ai motorini (ma non ai disabili) di dirigersi verso viaChiaia: e sarà anche realizzato un camminamento con paletti.La barriera antimotorini sarà anche piazzata all'incrocio travia S. Anna di Palazzo e via Nardones. Sarà poi chiuso e palet-tizzato vicoletto Berio. Per impedire sosta selvaggia, a SantaBrigida saranno collocati dissuasori lungo i marciapiedi e ailati dei passi carrai. Stesso intervento a Santa Lucia, a partiredal lato mare. Chiosi, intanto, accende i riflettori sulle condi-zioni del ponte in via Andrea d'Isernia: «Sotto la campata siverifica da tempo una grave infiltrazione di acqua piovana. Lastruttura ricade in diverse competenze: innanzitutto il Servi-zio Strade (già allertato), poi quello Fognature, infine Provin-cia e Mun. 1. Urge dunque un tavolo di concertazione».

LICEO «TITO LUCREZIO CARO»

Le «Olimpiadi» del latinoLo scorso 6 marzo, presso il LiceoScientifico «Tito Lucrezio Caro», invia Manzoni, si è rinnovata la tradi-zione del «Certamen Lucretianumnazionale», dedicato all'illustreautore latino e ormai alla sua 9°edizione. Stavolta il cimento, imper-niato sulla traduzione di un branodello stesso Lucrezio o di altro autorelatino che si occupi del filosofo, haconsegnato agli studenti in gara unpasso di Lattanzio. 160 i giovaniaccorsi da Napoli, Campania, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardiae Veneto. L'iniziativa, ideata dall'Istituto posillipino e organizza-ta da un combattivo staff di docenti e amministrativi capitanatidal professor Paolo Cutolo, affonda le sue radici nell'humusricco di classicità della collina di Posillipo dove, proprio nellazona del Liceo, è documentata la presenza della scuola epicureadel filosofo Sirone. «Lo scopo della gara - ha spiegato il presideCarmela Liana Nunziata (nella foto) - è quello di motivare i giova-ni e gratificarne l'impegno». La premiazione dei vincitori si èsvolta al Circolo Posillipo. Primi classificati: Daniele Mastai(Lecce), Eleonora Taddei (Pistoia) e Paolo Riccio (Napoli). «Ungrazie - ha aggiunto il preside - va alle famiglie dei nostri stu-denti che hanno ospitato i ragazzi provenienti dal resto d'Italia».

ASGAM, SUCCESSO AL NAUTICSUD

La rinascita viene del mareSottrarre spazio alla malanapoli, educando alla legalità lenuove generazioni, quelle più esposte al vocabolario inquinantedella malavita. È l'obiettivo dell'Asgam Onlus, «AssociazioneSostenitori Giovani Amici del Mare», in cui convergono militaridella Guardia di Finanza e semplici cittadini. Fin qui normaleroutine, quella di un volontariato schierato dalla parte degli«scugnizzi» a rischio. Il valore aggiunto targato Asgam, però, èin una strategia innovativa, racchiusa nel motto «Il Mare cometerapia». Insomma, il mare come riscatto di un'infanzia negatadalla dispersione scolastica, dalla devianza antisociale, daicomportamenti illeciti. E' su questo sfondo, infatti, che si sonoarticolati i progetti «Scuola in mare», «Mare amico» e altri chenel 2008 hanno coinvolto più di 130 «guaglioni». Per loro,adesso, Asgam si inventa, il «Progetto Napolitano», anch'essoancorato alla «risorsa mare»: per insegnare, infatti, ai giovani ilsenso dello Stato e i valori della vita, verrà loro affidata laristrutturazione di un'imbarcazione utilizzata per il narcotraf-fico e sequestrata dalla Fiamme Gialle. L'impresa sarà documen-tata e inviata al presidente Napolitano, auspicandone la presen-za al varo dell'imbarcazione, una volta recuperata. Il progetto èstato presentato alla 40° edizione di «Nauticsud», guadagnandoil consensodi Lino Ferrara, patron della Fiera. (g.m.)

DISSUASORI E PALETTIZZAZIONE

Stop alla sosta selvaggia

*Picozzi & Morigi - Studio LegaleNapoli, piazza Piedigrotta, 15

Tel. 081.7618008 - Fax 081.664465

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Vico S. Maria la Neve,lavori «rimandati»RIQUALIFICAZIONE. Stop del restyling a causa della posizione non idonea dellecanaline dei sottoservizi. Via Martucci: rinviata a settembre la questione dei minibus

QUARTIERISSIME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 7

Rita Giuseppone

Situazione di stallo per ilavori in vico Santa Maria laNeve. Dopo l'ultimo sopral-

luogo dei tecnici della Municipa-lità è stato constatato che lecanaline dei sottoservizi qualigas ed elettricità sono stateposizionate a pochi centimetridalla superficie, quando invecedovrebbero trovarsi ad unaprofondità di 2,5 metri. Ciò haprovocato l'immediato stop deilavori di riqualificazione dellastrada. E siccome non si prevedeun intervento tempestivo daparte dei gestori dei sottoservizi,si è provveduto ad asfaltare vicoSanta Maria la Neve per ripristi-narne la viabilità. Va da sé che idisagi restano gli stessi che

Chiaia Magazine denuncia dadicembre 2007. Sampietrinidivelti, paletti abusivi, tombiniintasati, buche da guinness,marciapiedi assenti e illumina-zione scarsa sono solo alcuni deidisagi che affliggono residenti,commercianti e passanti, senzacontare gli slarghi che automati-camente si trasformano in disca-riche abusive. Nessuna nuova anche per icommercianti di via Martucci: aseguito di un incontro avvenutolo scorso novembre, Fabio Chio-si, presidente della Municipalità1, si era attivato per ottenere ilpassaggio di un minibus nellazona e il cambio del senso dimarcia di via Piscicelli. Duemisure richieste a gran voce daicommercianti che stanno viven-

do un momento di crisi senzaprecedenti a causa delle condi-zioni di degrado e di abbandonodell'area, penalizzata anche dalfatto che gli automobilisti che lapercorrono hanno come unicosbocco possibile la Riviera. Pur-troppo l'Anm ha fatto sapere chefino a settembre non ci saràdisponibilità di mezzi da sposta-re sulla tratta. Per via Piscicelli,invece, l’altolà all’inversione delsenso di marcia è stato dato dallaPolizia Municipale che impiegaben quattro unità per proteggerecon le transenne l'uscita deglialunni della scuola «De Amicis»:di fatto, quindi, la strada è chiu-sa al traffico per permettere iltransito dei bambini e la sostadei genitori che li aspettanoall’uscita.

Con la legge n.89/2001, meglio conosciuta come«Legge Pinto», è data la possibilità a chi ha subito un

danno, patrimoniale o non, che derivi dalla non «ragio-nevole» durata del processo, di ottenere una equa ripa-razione. Era prevedibile, dato lo stallo di molti ufficigiudiziari italiani, le procedure spesso farraginose,l'inadeguatezza delle forze in campo, che questi proce-dimenti aumentassero negli anni, creando un ulteriorecarico di provvedimenti da dover emettere. E comeconseguenza di ciò, in prima battuta la Corte di Appel-lo, organo dinanzi al quale il procedimento va propo-sto, e poi la Corte di Cassazione hanno più volte cercatodi porre dei limiti alle richieste risarcitorie proposte,cercando di dar vita a dei parametri cui doversi attene-re nella speranza di dover decidere col tempo… menoprocessi, almeno di questo tipo. A tal proposito è dasegnalare una recentissima pronuncia della Cassazioneche ha precisato come il cittadino abbia comunquediritto alla liquidazione del danno non patrimoniale,prodotto dalle sofferenze psichiche, anche nel caso diun «modesto valore economico» della somma richiesta.Il danno non patrimoniale sofferto dalla «parte» per laeccessiva durata del processo ha natura psicologica e,quindi, è difficilmente dimostrabile: ma lo stress e lasofferenza psichica conseguenti ad un processo eccessi-vamente lungo, lesivo dei diritti e delle libertà fonda-mentali dell'uomo, sono «in re ipsa» nel senso che unavolta che sia stata accertata la violazione di tali diritti,può considerarsi provata anche la sofferenza psicologi-ca della parte. E ciò che è ancora più interessante (einnovativo rispetto a pronunce precedenti) è la possibi-lità di ottenere una «equa riparazione» anche quando lasomma richiesta ha un modesto valore economico: ciòperché - ed è il ragionamento della Corte - l'ansia e lasofferenza conseguenti ad un procedimento giudiziariosono propri del giudizio, indipendentemente dal valoreeconomico. Questo aspetto può eventualmente incideresolo sulla quantificazione del risarcimento.

L’ORA LEGALEdi ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI

LA DURATA DEI PROCESSI

Age Campania, così si assistono i malati terminaliIL CONVEGNO. All’Hotel Alabardieri si è discusso sul fine-vita e sulla formazione degli operatori sanitari

Successo e clima partecipativo alconvegno organizzato svoltosimercoledì 12 marzo all'Hotel Ala-bardieri, in occasione delle Gior-nate Geriatriche 2009, dalla se-zione Campania dell'Associazio-ne Geriatri Ospedalieri (AGE) sultema «Imparare ad accogliere lamorte, sostenendo e accettando lavita: siamo pronti ad accogliere lasfida». Si è trattato di un'intensagiornata di confronto e di rifles-sioni sul tema del fine-vita nel pa-ziente anziano: dalla dimensioneassistenziale alla rete dei servizi.L’evento è stato promosso da Cle-lia Volpe, presidente di AGE Cam-pania, Nel ruolo di moderatoreSalvatore Putignano, presidentenazionale dell'Associazione Ge-riatri Extraospedalieri e speciali-sta ambulatoriale Geriatra pressola Asl Na 1. Tra i relatori: Gabrie-le Peperoni, presidente dell'Or-dine dei Medici di Napoli e pro-vincia, Alberto Cester, direttoredel dipartimento di Geriatria eRiabilitazione ULSS 13 di Mera-no, Ciro Manzo, responsabilescientifico di AGE Campania, Ni-cola Silvestri, direttore sanitario

della Asl Na 1, monsignor Leo-nardo Zeccolella, responsabilecoordinamento della Pastorale Sa-nitaria della Diocesi di Napoli, eOttavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Cam-pania. L'occasione si è rivelata pre-ziosa per tracciare il punto sulcomplesso scenario del pazienteanziano morente. Contestual-mente è stato prospettato un per-corso di sostegni articolati che,sullo sfondo indispensabile diuna collaborazione virtuosa tramedico, famiglia e Istituzioni, as-

sicurino al malato, un fine-vitadignitoso e al riparo da sofferen-ze fisiche e psicologiche. In que-sto senso è emersa, tra l'altro, l'a-zione costante svolta da AGE Cam-pania in favore dell'attivazione diun Corso che fornisca agli opera-tori conoscenze e aggiornamentiin materia di assistenza domici-liare al malato terminale (cosid-detta «Assistenza dedicata») al fi-ne di garantire una risposta seriae professionale ai bisogni del pa-ziente stesso e della sua famiglia.«Il corso - ha affermato Clelia Vol-

pe - nasce per informare la genteche l'AGE lavora per dare soste-gno ai pazienti in fin di vita e ailoro familiari. Ed è per questo chel'obiettivo a breve termine è ap-punto quello di organizzare stagedi aggiornamento per medici, in-fermieri e anche badanti, figuraquest'ultima poco preparata dalpunto di vista professionale». Insintonia con la promotrice del-l'evento anche il dottor Ciro Man-zo: «Si tratta di una questione ir-risolta. Per le Asl è difficile inve-stire sulle badanti poiché non as-sicurano continuità nel seguire imalati. La soluzione, quindi, po-trebbe essere proprio un corsoprofessionale, ma solo per chi ga-rantisce in forma scritta 6 mesiconsecutivi di assistenza dome-stica ai pazienti». Manzo ha inol-tre sottolineato «come la fase ter-minale del malato abbia una ri-levante componente scientifica ecome sia perciò necessario valo-rizzare di più la figura dell'ope-ratore sanitario che vive in primapersona i disagi dell'anziano ter-minale». Per Alberto Cester «l'as-sistenza sanitaria non basta. Ser-

vono politiche sociali che renda-no stimolante la vita della terzaetà». Nel mirino di Salvatore Pu-tignano lo scenario regionale: «LaCampania è la regione dove si in-vecchia peggio. Il compito del ge-riatra, oggi, non è solo quello diassistere ma anche di prevenire irischi maggiori. Purtroppo, però,a causa del vigente sistema del-l'esenzione del ticket su patolo-gia, è difficile effettuare una dia-gnosi che tenga conto di fattoripiù complessi visto che gli esamiche esulano dalla patologia ac-certata sono a pagamento. Si trat-ta di assistenza negata. La geria-tria in Campania, invece, deve po-ter affrontare la sofferenza del-l'anziano». Nicola Silvestri non ha dubbi: «L'o-biettivo è l'assistenza domiciliareintegrata. Garantita da professio-nisti adeguatamente formati cheassicurino la continuità delle cu-re e del supporto ospedaliero. Idue versanti su cui agire sono giu-sta redistribuzione delle risorsesanitarie e copertura di respon-sabilità più appropriate per ognifigura coinvolta». (r.s)

Clelia Volpe, presidente Age Campania e Nicola Silvestri, direttore sanitario Asl Na 1

Da sinistra: via Martucci dovrà ancora attendere per il passaggio dei minibus; a vico S. Maria la Neve i disagi continuano.

Ultimo spettacolo per il Warner VillageIL CASO. Il 30 aprile chiude il prestigioso multisala di Chiaia. Sono 17 i dipendentiche perderanno il posto. «Struttura improduttiva» la motivazione dell’azienda

QUARTIERISSIME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 8

Rita Giuseppone

Il Warner Village chiuderà il30 aprile. L’unico finale pos-sible per la travagliata vicen-

da del multisala di Chiaia è sta-to decretato pochi giorni fa, nelcorso di un incontro tra la diri-genza del colosso americano e irappresentanti sindacali chehanno tentato di scongiurare lachiusura. Secondo i vertici del-la Warner Bros «la struttura èimproduttiva» e quindi non c’èalcuna speranza che la chiusu-ra (che dal 31 dicembre 2008 eraslittata al 30 aprile) sia ulte-riormente prorogata. Cala il si-pario sulle speranze dei 17 di-pendenti rimasti al servizio delmultisala e di tutti coloro che,nel quartiere Chiaia, considera-vano il Warner un importantepunto di aggregazione sociale eculturale in città. Nonostante il grande successo

della raccolta firme promossada Chiaia Magazine, che ha col-lezionato ben 4.000 adesioni, eil consenso del popolo di Face-book, che si è mobilitato con ilgruppo «Salviamo il Metropoli-tan Warner Village di Napoli»,chiuderà uno dei multisala piùprestigiosi della città e non si sase sarà rimpiazzato e da cosa. A

condannare il Warner è stata lascarsità degli incassi, anche se,in un incontro avvenuto lo scor-so novembre tra dipendenti esindacati, si era cercato di indi-viduare le cause della poca af-fluenza, come, ad esempio, l’en-demica carenza di parcheggi inzona, e di limitare costi gestio-nali e fitto della struttura per

giungere ad una nuova proro-ga della chiusura. Una boccatad’ossigeno, da sfruttare ancheper ottenere l’aiuto degli enticomunali e regionali che, conil vicesindaco Tino Santangeloe l’assessore regionale alle Atti-vità Produttive, Andrea Cozzo-lino, dalle pagine di diversi quo-tidiani avevano dichiarato di vo-

lersi impegnare per trovare unasoluzione diversa dalla cessa-zione di attività. Purtroppo ciònon ha cambiato una realtà cheOsvaldo Barba, responsabileCgil Sic, conosce perfettamentepoiché ha seguito la vicenda sinda quando lo scorso inverno laWarner aveva puntato il ditocontro il multisala di Chiaia, mi-nacciando il «the end». «Nella ri-unione del 10 marzo scorso - hacommentato il rappresentantesindacale - è stato confermatoche l’azienda lascerà i locali il30 aprile a causa dell’impro-duttività della struttura. Ora,come sindacato, il nostro inte-resse è quello di aprire un tavo-lo con gli enti per valutare la fu-tura collocazione dei 17 lavora-tori. Nel frattempo ci stiamo giàattivando per salvaguardare idipendenti mediante l’applica-zione delle misure previste dalloro contratto».

SANTA LUCIA: AUTO «ECCELLENTI»SUL MARCIAPIEDE DELLA REGIONEAccade spesso che le auto «eccellenti» della Regio-ne parcheggino sul marciapiede di Palazzo SantaLucia (vedi foto): alla faccia dei pedoni, alla fac-ciaccia degli automobilisti qualunque. Per la castaarrogante non valgono evidentemente le leggi chevalgono per i «sudditi». Comportamenti immoraliche persino i poveri vigili, mandati a presidiare lazona, sudando sette camicie, faticano a reprimere:loro si allontanano e il marciapiede si ripopola difacce toste e soste abusive. Da indignarsi.

PORTICATO DI VIA MORELLI:IL GARAGE DEGLI STRAFOTTENTINegli anni '50, sotto il porticato di via Morelli, «sto-rico» ed imponente, con la sua bella pavimentazio-ne a mosaico, gli anziani ci passeggiavano, le mam-me pure mentre i bimbi prendevano la rincorsa e ci«slittavano» sopra. Ma la cartolina è quella di un pas-sato ingiallito. Nel corso degli anni, infatti, i pedonisono stati sfrattati e da un bel pezzo, tra le colonne,prospera il garage degli strafottenti (vedi foto). In-tanto la pavimentazione è ormai devastata in piùpunti e il porticato gronda sporcizia.

Lavori in corso. Sarà completata entroaprile la riqualificazione di vico Vastoa Chiaia. All'incrocio tra vico Vasto esalita Vetriera si sta anche realizzan-do un angolo pedonale con unapianta ed una panchina. «Per favorirepoi il deflusso dell'acqua piovana -spiega l'architetto Massimo Rosi,progettista dell'intervento - sono stateraddoppiate le caditoie: da 20 passa-no a 40. Fondamentale, però, infuturo una pulizia ciclica delle stes-se». «Un correttivo importante, non

presente nel progetto originario, mada realizzare al più presto - aggiungeil vicepresidente della prima Munici-palità Maurizio Tesorone - è la siste-mazione di un'adeguata palettaturasul lato destro della via (procedendoin salita) visto che il lato sinistro sipresenta sempre ingombro di auto emotorini in sosta: ciò restringe lacarreggiata, obbligando i veicoli intransito a rasentare i palazzi. È evi-dente il rischio per le persone cheescono dai negozi o dai portoni:indispensabile dunque un cammina-mento protetto». Il sollecito, indirizzato dal vicepresi-dente Tesorone all'assessorato comu-nale al Decoro e Arredo Urbano, fa il

paio con l'altro rivolto non solo alnuovo assessore al Decoro UrbanoDiego Guida, ma anche all'assessorecomunale alla Manutenzione Agosti-no Nuzzolo: l'invito a intervenired’urgenza riguarda via Chiaia «dove -dice Tesorone - è ormai improcrasti-nabile un intervento di risistemazio-ne della pavimentazione in basoli,ormai trasformatasi in un percorso diguerra. Buche e dissesti - prosegue -sono un'insidia per i passanti e l'im-minente struscio pasquale, che a viaChiaia è una tradizione, rischia ditrasformarsi in un’ecatombe di cadu-te, destinate non solo a far vittimema ad aumentare le liti risarcitorietra Comune e cittadini».

RIQUALIFICAZIONE

Vico Vasto, raddoppiano le caditoie

•2002 l’anno di apertura

•1.140.000 euro di fitto all’anno

•17 dipendenti

•7 sale

•1617 posti

Tutti i numeri del WARNER

Decentramento bluff, Chiaia si mobilitaIL CASO. Casse al verde, fondi scarsi, autonomia finanziaria al palo: la riforma daburla nel mirino della Municipalità 1. La soluzione: redistribuire le entrate fiscali

QUARTIERISSIME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 9

Oscar Medina

Un’operazione storica di in-gegneria istituzionale:quando nell'estate 2006 è

decollata la riforma del decen-tramento amministrativo con 10nuove Municipalità cittadine, Pa-lazzo San Giacomo non rispar-miò gli squilli di tromba. A darretta alla giunta Iervolino e allasua maggioranza, la Riformaavrebbe ridisegnato dalle radiciil governo del territorio. Addiocircoscrizioni, banali sportelli diquartiere. Parlava chiaro il Re-golamento della riforma (agli ar-ticoli 68 e 18). Soprattutto su unpunto: autonomia finanziaria,ovvero la libertà per ogni Muni-cipalità di redigersi un bilanciocontabile e spenderlo come cre-deva, ma calibrando il centesi-mo e nella trasparenza totale. Ga-ranzia non da poco per i cittadi-ni. A distanza di 3 anni, però, iproclami hanno fatto la muffa ei parlamentini municipali con-tinuano a contare poco: i soldi,come sempre, vanno a mendi-carli a Palazzo e, se vogliono spo-stare un mattone, devono chie-dere il permesso agli assessori diPalazzo San Giacomo, quelli chegestiscono i rubinetti della spesapubblica. Insomma, una riformadi carta straccia: che ciclica-mente scatena le ire di FabioChiosi, presidente di Chiaia, edei suoi consiglieri. Non stupi-

sce, perciò, il risoluto passo isti-tuzionale, maturato nella presi-denza municipale di Santa Mariadegli Angeli. Suona la carica persé e per le altre Municipalità ilparlamentino di Chiaia-Posilli-po-San Ferdinando e mette nerosu bianco, con una delibera con-siliare, l'invito al rispetto dei pat-ti: se la riforma prevede un bud-get per le Municipalità, che il Co-mune allarghi i cordoni dellaborsa. Il documento approvatodalla Municipalità 1 porta in cal-ce la firma di Francesco Salerno(nella foto in alto), presidente del-la Commissione municipale De-centramento e Bilancio. È statolui a costruire tecnicamente laproposta deliberativa che ades-so è stata spedita al vaglio del Co-mune e degli altri 9 presidentimunicipali: l'idea è quella della

«decentralizzazione fiscale». Og-gi infatti è il Comune a mono-polizzare tutte le entrate, com-prese quelle delle tasse locali (os-sia Tarsu, Ici - quando è dovuta -, occupazione di suolo, oneriDIA). Lo spunto di Salerno, allo-ra, è semplice: assegnare alle Mu-nicipalità quote percentuali fis-se di questi introiti. «Sia chiaro.- puntualizza lui - Nessuna nuo-va tassa. Ma solo decentramentodi ciò che già è disponibile». L'in-cognita, però, è la fattibilità: conun Comune che predica il de-centramento delle risorse ma,nei fatti, le accentra a sé, la svol-ta appare lontana e «tuttavia sta-volta - dice Salerno - va rivendi-cata ostinatamente. Da troppotempo, infatti, si assiste allo stra-potere sperperante dei Comuni:un freno a questa emorragia puòinvece essere rappresentato daun nuovo ruolo gestionale edeconomico delle Municipalità:perché è qui che il faccia a facciatra cittadino e istituzione è quo-tidiano e reale». In altre parole: sei soldi li spende la Municipalità,il cittadino verifica subito la bon-tà dell'impiego e, nel caso, sa do-ve e con chi protestare. E poi: laMunicipalità conosce di primamano i disagi del quartiere. «Sta-nare il governo comunale sullafarsa del “decentramento a pa-role” è un dovere», conclude Sa-lerno.

Fate attenzione alla foto: da circa un anno sonostati installati in Via Orazio, e non solo, gli

oramai famosi paletti sui marciapiedi appenarifatti. Bene, i paletti hanno la funzione di evitareil parcheggio selvaggio delle auto sui marciapiedi:le auto, infatti, ostruivano il passaggio pedonale econ il loro peso creavano avvallamenti sulla nuovapavimentazione. Oggi molti paletti sono saltati,non vengono sostituiti ed i marciapiedi già sonorappezzati con asfalto nero, nel giro di un soloanno, malgrado le ingenti cifre spese. E’ l’ennesi-mo esempio di lavori pessimi e soldi sprecati.

LA SEGNALAZIONEdi MASSIMO GALLOTTA

IL SALTO DEI PALETTI

RIFLESSIONIdi MIMMO DELLA CORTE

SPRECHI GRAFICI E DIGITALI

Certo le risorse investite,con il decreto dirigenziale

n. 1 del 9 gennaio 2009, per larealizzazione del «Progettografico Bollettino UfficialeRegione Campania», affidataalla Soc. Coop arl OfficinaCreativa di Napoli, non sonomolte: appena 2.500 euroovvero quasi 5milioni divecchie lire. Meglio poco cheniente, insomma. Già! Macome si dice a Napoli: «ciènteniente, accedèttero o' ciuccio».Ed è proprio quello che èsuccesso e sta succedendo inCampania. La nuova coperti-na, più agile e godibile, soddi-sfa di più anche l'occhio che,come si sa, «vuole la suaparte». Eppure, non riusciamoa non chiederci se era proprioindispensabile mandare inpensione quella vecchia chefunzionava benissimo.

Campania digitaleIntanto la «Campania digitaleSrl,» società «in house» dellaRegione Campania, ha inaugu-rato positivamente il 2009:due delibere, la 1919 del 5dicembre e la 2071 del 31dicembre, le consentonoinfatti un corposo introito di4milioni e 150mila euro. Conla prima, voluta dall'assessoreal Turismo Claudio Velardi eapprovata dal governatoreAntonio Bassolino, ha ricevu-to in dote per il triennio 2009-2011, 3milioni e mezzo: conessi dovrà provvedere allarottamazione dei due vecchi sitiregionali che promuovevano ilturismo in Campania(www.turismoregionecampa-nia.it e www.in-campania.com) e alla creazio-ne di una nuova «Piattaformadi Comunicazione multime-diali Beni Culturali - Agendo-

na», con l'obiettivo della«razionalizzazione dellestrategie e delle spese relativealla comunicazione web suturismo e beni culturali dellaCampania», basata su di unadoppia direttrice di marcia,una rivolta ai turisti e l'altraagli operatori turistici. Il 6novembre scorso, però, era giàstata approvato un bando di12milioni e 600mila euro perla «ideazione, progettazione,realizzazione, esecuzione egestione di campagne dicomunicazione e di servizi dimarketing e supporto per lapromozione turistica dellaCampania». Ed eccoci allaseconda delibera: con essa«Campania digitale” si è vistaassegnare 650mila euro per«sostenere la realizzazione diun ampio programma diazioni di promozione diservizi per il miglioramentodelle condizioni di sicurezzaanche in riferimento ad unanno particolarmente impor-tante per la Regione Campaniadi impegno contro tutte lemafie». Ciò perchè la «Campa-nia è stata designata capitaleantimafia sociale e responsabi-le». E come la «Campaniadigitale» garantirà la sicurez-za? Lo faranno, dicono, conattività di sensibilizzazione,ricerche di mercato, marke-ting analysis, pianificazionemedia, creatività, marketingstrategico e territoriale, coin-volgendo reti formali (cioè?) edinformali (ovvero?) nellacostruzione di un percorsoche «incrementi il senso diappartenenza alla comunitàdell'antimafia». A noi sembrala solita nuvola di paroloni. Aproposito: anche queste risor-se saranno prelevati dai fondieuropei. Non è una novità.

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chiaiamagazine

Laura Cocozza

Un piccolo terremotoha sconquassato ilmondo dell'arte il

mese scorso. Motivo: unamail nella quale SalvatorePica annunciava la chiusu-ra della sua galleria d'arte.Un annuncio che sembravaquasi una massima, nelpieno stile del suo autore:«Chiudiamo un ciclo che èdurato quarant'anni. È sta-to bello viaggiare una vitanell'arte». Seguiva un’ama-ra constatazione: «Stendia-mo un velo pietoso sulleistituzioni napoletane chein tanti anni di nostro im-pegno artistico-sociale, nonhanno mai concesso un fi-nanziamento pubblico ainostri spazi culturali, per-ché la nostra idea dell'usosociale dell'arte è milionianni luce distante dalla lo-ro». Poi il ripensamento. Al-tra mail: «La reazione affet-tuosa dei nostri amici ci haindotto a sospendere lachiusura: ritorniamo adoperare per rappresentareuna voce critica nei con-fronti del mondo istituzio-nale, quasi una spina nelfianco, per stimolarlo ad al-largare i propri orizzontiverso il mondo artistico gio-vanile». Insomma, la PicaGallery c'è e ci sarà ancora,ma avrà un sottotitolo:P.A.N., acronimo di PoveraArte Napoletana, ovvero“Gli emarginati dell'arte”. Irrinunciabile l'incontrocon l'autore, Salvatore Pica,un «vecchio ragazzo» di 70anni che ne ha passati qua-ranta sui marciapiedi del-l'arte, (come recita il sotto-titolo di «Vissi d'arte 19682008», l'ultima sua pubbli-cazione). Incatalogabile, na-turalmente dandy, l'orolo-gio dell'estro più avanti de-gli altri, Pica ha attraversa-to generazioni di napoleta-ni Vip e Nip lasciando quae là il segno del suo pas-saggio. A cominciare dal

1968 quando inaugura ilcentro Ellisse prima a ViaCarducci e poi a Piazza Vit-toria o quando, tra gli anni'80 e '90 apre il Pick & Paicin via Ferrigni, trasfor-mandosi in «uomo dellanotte» o quando, infine, nel2000 ritorna in campo conla Pica Gallery in via Ve-triera, l'ultima sperimen-tazione. Pica, ma lei si sente unemarginato?Mica io, sono i giovani ar-tisti ad essere emarginati. Èa loro che si riferisce la nuo-va sigla che accompagneràla Picagallery nelle sueprossime iniziative. La sigla, Pan, però è ancheil nome di un museo na-poletano...Sì, ma quello è uno degliesempi di come l'arte vengausata per sperperare i soldipubblici. E’ una conse-guenza di quel catastrofi-smo napoletano che luci-damente anticipammo nel1981 con l’Accademia dellaCatastrofe.Ma se fosse il direttore delmuseo Pan, cosa farebbe?Destinerei un 30 per centodi risorse alla storia dell'ar-te napoletana, un altro 30alla ricerca giovanile, un al-tro 30 a chi interessa pro-durre arte e il restante 10

per cento lo terrei di riser-va per affrontare l'impre-vedibilità del mercato. Inquesto modo diventerebbeun luogo dove i turisti po-trebbero ritrovare tutte leanime dell'arte napoletanae dove i giovani, collegatialle accademie e agli istitu-ti d'arte del mondo, po-trebbero confrontare e con-frontarsi.Anni fa, in un cortome-traggio diretto da Mauri-zio Fiume, ha vestito ipanni di sindaco di Napo-li. Se lo fosse veramente...Tirerei fuori la vera animaartisticamente nobile diuna minoranza di napole-tani, messi a tacere dal con-formismo imperante dellativù e della stampa.Qual è la sua idea di usosociale dell'arte?L'arte non è solo dell'arti-sta, ma di tutti i soggettiche la condividono. L'arti-sta dovrebbe essere capacedi dare la sintesi storica e ri-portare a noi fruitori unaspecie di lezione di vita. L'arte contemporanea, og-gi, svolge questo ruolo?Sono stato insieme a miofiglio di 12 anni e ad alcu-ni suoi amici, a vedere unamostra dove c'erano operedi Hermann Nitsch e Mau-rizio Cattelan. I ragazzi si

sono molto divertiti. Ed iomi sono chiesto perchè. Larisposta è stata: perché ètutto un gioco. Nitsch, conla sua provvisorietà, il fintotrash e la finta violenza èportatore di tutti gli pseu-dovalori anticulturali del-l'economia globalizzatamentre Cattelan rappre-senta il trionfo del situa-zionismo anni 2000. ConHitler in ginocchio, il Papaa terra e tre pupazzi su unalbero vuole rappresentarel'imprevedibilità appog-giandosi su figure storiche.Sono giochi che facevamoda piccoli. La sintesi degliartisti contemporanei digrido è il vuoto artistico. E i suoi amati giovani?I giovani artisti colti sonoquelli che mi interessano,perché sono sempre porta-tori di coscienza e di cata-strofe. Da essi esce semprefuori la contraddizione so-ciale tra forte e debole, traricco e povero, tra brutto ebello. Cosa che non avvienecon gli artisti collegati almercato, che altro non sonoche scenografi di collezio-nisti, fanno arte decorativa. Cosa farà da adesso in poi?Continuerò ad alimentareil Don Chisciotte che c'è inme, anche perchè i mieiamici amano molto questomio aspetto. Ma, a diffe-renza di prima, sarò unDon Chisciotte cosciente dicombattere contro i mulinia vento.Un desiderio per il futuro?Ho tantissimo materialecartaceo, fotografico e vi-deo di 40 anni d’arte napo-letana. Sarebbe bello espor-lo in un museo, per ridarealla città un percorso, perfarle ritornare la memoria,per stimolarla. Ma ci vor-rebbe un bel finanziamen-to pubblico..Ma non bisogna aiutare igiovani?Appunto. Io chiedo un fi-nanziamento per un pove-ro teenager di 70 anni.

Pica: «Ecco come gestirei il museo Pan»LA PROVOCAZIONE. Il gallerista napoletano detta il suo codice in difesa della cultura:spazio ai giovani artisti emarginati e stop all’arte «usata per sperperare soldi pubblici»

La trasmissione «I protagonisti», a breve in onda suun'emittente locale, sta richiamando nei locali dellostorico Salone Margherita tanti giovani che hanno lecarte in regola per sfondare nel mondo dello spettaco-lo. Prima regola de «I protagonisti»: no a raccomandatio segnalati dai soliti noti, ma solo ragazzi che hannotalento e passione. E così sono accorsi in tanti nelSalone Margherita Restaurant Cafè del Barbaro Group.La trasmissione è curata dal regista Eugenio Di Ronza,il conduttore è Davide Ponticiello, detto «Il Barone»,nello staff dello show anche i reporter della notteFabio Tempesta e Tommy Totaro. Tra i «protagonisti»della trasmissione sono stati subito notati i vincitoridel festival di Piedigrotta «i Duende» Antonio Rocco eMarianna Corrado (nella foto), entrambi giovanissimi ebravissimi. Da segnalare la Band «i Kumbà» di Cristia-no Amoroso che con il suo repertorio «taverna show»ha dato un pizzico di comicità all'evento.

LA TRASMISSIONE

Arrivano I protagonisti

LOCALI «CULT»

Le delizie di Orazio Cafè

Orazio Cafè: partenza lanciata. Il nuovo meet-pointdi via Orazio 147 sta già bruciando le tappe. Opzionidi prima scelta per il piacere della clientela ne hannogià fatto un locale di culto. Gli assi nella manica diOrazio Cafè, mix suggestivo tra un bistrot parigino eun covo esistenzialista, sono tanti e tutti allettanti:dall'atmosfera fashion ai week end con musica live,dalla sala fumatori alle delizie del buffet, sfornatedalla cucina del bar. E qui Alessandra Lancellotti,vulcanica imprenditrice conquistata alla ristorazionee alla movida, sfodera il jolly. Da bravo patron, infat-ti, è lei a controllare in prima persona i peccati digola serviti ai suoi avventori. E si vede! Sul tavolo, aora di pranzo, atterrano leccornie come la «genove-se», la «pasta fagioli e cozze», le «farfalline al formag-gio fuso e tartufo», le «pennette alla siciliana» eformidabili frittate di maccheroni. Di sera, poi, laribalta è tutta per il Wine-bar e il suo mattatore:l'«aperitivo rinforzato» della casa, scortato da formag-gi e salami, rusticamente adagiati su un bel taglione.L'ora della movida e della musica, però, scocca so-prattutto dal venerdì alla domenica quando il clubchiude alle 24 (le altre sere alle 22). E se il giorno ègiovane, una chance intrigante: la ricca colazionetargata Orazio Cafè con croissant e cappuccinoserviti a domicilio. Orazio Cafè riposa il lunedì.

Da Cannes a Venezia, sancta sanctorum del cinema diqualità: gente che va, gente che viene, superstar, arcidi-vi. Nella fiera delle vanità festivaliere, obiettivo atracolla, si è aggirata la fotografa Cinzia Camela, e haimmortalato in 40 istantanee tic, sorrisi, look e frene-sie delle icone del grande schermo, cogliendo sotto lavernice degli stereotipi l'umanità dei vip cinematogra-fici. 40 clic che ora costituiscono il corpus di «Oltre loschermo: istantanee ai festival di Venezia e Cannes». Lamostra curata da Mario Pellegrino, è alla Galleria «Bludi Prussia» (via Filangieri 42) dal 21 aprile al 7 giugno.

MOSTRE/ AL BLU DI PRUSSIA

Oltre lo schermo

SOCIETÀ&COSTUME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 11

Rita Giuseppone

Per il terzo anniversario Cen-tri del Sole Ra sta preparan-do ai suoi clienti un’acco-

glienza tutta speciale con due no-vità che faranno felici i cultori del-la bellezza e soprattutto del be-nessere a 360 gradi. Il centro divia Martucci, infatti, a breve de-dicherà ancora più spazio all’e-stetica, con una seconda sala dadestinare ai trattamenti viso e cor-po e un «Nail Point» dove non si cu-reranno solo le unghie ma ver-ranno effettuati trattamenti spe-cifici per tutta la mano. In soli treanni di vita, con tre centri a Na-poli, uno a Caserta e l’ultimo,inaugurato il 14 marzo, a Milano,Gianluca e Stefania Salierno han-no affermato la loro filosofia dibenessere basata sul «risveglio deisensi». Migliorare il proprio aspet-to rilassandosi è la formula vin-cente della cura del benessere fi-sico e interiore. Alle persone chesempre più soffrono di stress cau-sato da ritmi di vita troppo inten-si, i coniugi Salierno consiglianoi trattamenti olistici: massaggi lin-fodrenanti, antistress e persona-lizzati, da combinare in pacchet-ti il cui prezzo base è di 300 europer un totale di dieci massaggi del-la durata di un’ora. Oltre al Bam-boo Massage, al Cranial Massage eall’ormai diffusa tecnica dello Shi-rodara, i Centri del Sole Ra offro-no ai più desiderosi di coccole peril proprio corpo il trattamento al

cioccolato ed il Soap Dream, che ri-scuotono molto successo presso iclienti ai quali basta recarsi al cen-tro per usufruire di trattamentiesclusivi e altamente professiona-li, che si eseguono nelle più pre-stigiose Spa del mondo. «Il perso-nale di tutti i nostri centri - spie-ga Stefania - è scelto con accurataselezione e si sottopone a conti-nui aggiornamenti, necessari perchi lavora nel settore del benesse-re e della cura del corpo, avido dinovità e sempre in evoluzione».L’uso di prodotti a base di princi-pi attivi contenenti gli ultimi ri-trovati scientifici in fatto di bel-lezza è la chiave dei trattamentiestetici viso e corpo che sono il fio-re all’occhiello del centro di viaMartucci. «Per il viso - prosegueStefania - i più richiesti sono i trat-tamenti idratanti e ossigenanti co-me l’Hydroptimale e l’Oxyliance del-la Sothys, leader mondiale nel set-tore. Il primo, un trattamento intre dimensioni, regola e mantieneil tasso idrico delle cellule, stimo-lando il meccanismo di auto-idra-tazione delle stesse e permettendoun’idratazione continua e perfet-ta della pelle del viso. Il secondo,è perfetto per combattere l’accu-mulo di tossine che, a causa dellosmog e dell’inquinamento atmo-sferico, penetrano nella nostra pel-le, accelerandone il processo d’in-vecchiamento. Grazie all’ossige-nazione, con l’Oxyliance si impe-disce l’asfissia dei tessuti e si ac-celera il metabolismo respiratorio

delle cellule del viso. Entrambi itrattamenti regalano vitalità e lu-minosità, la pelle è più unifor-mata e levigata, conferendo al vi-so un aspetto realmente più gio-vane e fresco che è il sogno di tut-te le donne e non solo». E infattinon mancano trattamenti desti-nati alla cura della pelle del visodell’uomo che, come spiega Ste-fania, ha bisogno soprattutto diliberarsi dalle tossine e dagli ac-cumuli di stress. «Con questi trat-tamenti - prosegue - è possibile ri-durre le tensioni nervose, stimo-lare lo spirito e detossinare la pel-le dell’uomo, grazie all’efficaciadei componenti idratanti, tonifi-canti, anti-rughe e anti-inquina-mento che vengono applicati conun particolare massaggio zen.Molti oggi si affidano alla chirur-gia estetica ma il successo dei no-stri trattamenti dimostra che, conuna cura del viso preventiva e co-stante, si possono raggiungere ri-sultati efficaci e duraturi». Centridel Sole Ra, però, non è soltantoestetica: anche abbronzarsi puòessere un dono da fare a sé stessiin termini di relax, grazie alla spe-ciale poltrona usata per la lampa-da trifacciale che esegue un mas-saggio shiatzu durante l’esposi-zione. Per chi ama l’abbronzaturaintegrale, invece, c’è la possibilitàdi fare la doccia subito dopo l’ab-bronzatura, permettendo a chi neusufruisce di tornare immediata-mente ai propri impegni freschi,riposati e più belli.

CENTRI DEL SOLE RA. La beauty di via Martucci si fa più bella con il «Nail Point». Le novità di primavera

Le coccole del benessere RIFLETTORILE SERATE DELLA GARÇONNE

Dove andiamo stasera? Ma alla Garçonne, parbleu! Il locale divico Santa Maria a Cappella Vecchia ormai fa tendenza tra igiovani (e i meno giovani) della Chiaia che conta. Il loungebar, che si trova a due passi da Piazza dei Martiri, in questiultimi tempi si è imposto come uno dei ritrovi più glamour efashion della città. L'atmosfera è magica e ti cattura subito: lafesta è qui, con una carica di allegria e di spensieratezza.Entri e ti senti già coinvolto. Ad accogliere gli amici, TittiSettimo con il marito Carlo Pane, e Marco Postiglione. ArtDirector Antonio Salmieri; dj il bravissimo Roberto Gagliar-di. Fra gli habituès delle splendide serate: Pino Vitale, Co-stantino La Rocca, Vincenzo Fusco e Enzo Lama, MauroSolinas, Francesco Milone, Ernestino Palumbo, i Pr MarcoMonizio, Enrico Palazzi e Fabrizio Capua, StefanoGagliardi, Cristiano Pelli, Maurizio Boni. (Fabio Tempesta)

FESTA ALLO CHEZ MOIPER COSTA CROCIERE

Allo Chez Moi, attori «inscena» con abiti ricopertidi foto del magico mondoCosta Crociere, durante ilparty di chiusura dell'ini-ziativa Costa 4you 4twoideata e curata da Emilia-na Di Domenico e NanniResi. Massimo Mignola,padre del progetto, ha datoil benvenuto ai numerosiospiti intervenuti.

foto di Pippo by Capri

VERNISSAGE ALLAMANNINI GALLERY

Venerdì 3 aprile alla ManinniGallery di via Monte di Dio75, vernissage della mostra

“Le spatole” firmata dall'arti-sta Diego Santanelli. Per

l'occasione il poeta GiuseppeBilotta reciterà alcune sue

liriche. L’estro di Santanelli siconcentra questa volta sul-l’attrezzo principe del me-

stiere pittorico: è la spatola,infatti, che plasma la mate-ria, impasta colori, traccia

solchi e direzioni.

SOCIETÀ&COSTUME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 12

IN REDAZIONE CON...

Trentotto anni, responsabile dellaredazione spettacoli del Roma, ilgiornalismo gli scorre nel sangue.Con la passione che non lo abban-dona mai da quando ha iniziato ascrivere i primi articoli, Diego par-la di Napoli tra teatro, musica e li-bri. La cultura a Napoli oggi...È un momento di grande difficol-tà, non soltanto nel contesto inter-nazionale, ma soprattutto nellarealtà che ci è più vicina. Lo sban-do politico vissuto dalla nostra cit-tà non può lasciare immune ilmondo culturale ed artistico.Quali sono le strutture che riesco-no a legare Napoli al resto d'Italia?I teatri Augusteo, Bellini e Diana co-involgono artisti italiani di grandefama: grazie al privato Napoli puòconfrontarsi con il resto della pe-nisola, mentre il settore pubblicodovrebbe fare molto di più.Quali sono gli interpreti parteno-pei che stanno crescendo di piùdal punto di vista artistico?Sal da Vinci, nella dimensione mu-sicale, ha trovato una via espressi-va originale ancor prima di Sanre-mo. Per il mondo del teatro, Napo-li, grazie agli artisti del Tam e delDuel Bit di Agnano, sembra inve-stire, con grinta ed entusiasmo, nel-le maglie colorate del cabaret e del-la comicità.Un libro per i nostri lettori...Il romanzo «Il senso del dolore» diMaurizio de Giovanni: i lavori diquesto scrittore napoletano hannola forza di comprendere la caleido-scopica complessità di quanto acca-de dentro e fuori di noi.

(a.c.)

DIEGO PAURA

Aurora Cacopardo

Giovedì 5 marzo all'Istitu-to Italiano per gli StudiFilosofici Giulio Rolan-

do ha presentato l'ultimonumero del periodico IlCerchio ricordandone anche iquindici anni. Tra i numerosiintervenuti vi era il professorDomenico Fisichella cheoltre ad elogiare i quindicianni di presenza a Napoli efuori Napoli della prestigiosarivista ha parlato dell’Origine etrasformazione dello Stato soste-nendo che lo Stato unitario èstata la mirabile invenzionefilosofica, giuridica politicadell’era moderna. Fin dal suosorgere, nel XVII secolo inFrancia, esso si è caratterizza-to per l'efficienza degli appa-rati pubblici, per l'unitarietàdella normazione, per ilsistema fiscale omogeneo emeno arbitrario rispetto allafiscalità su base locale. Perciòlo Stato nei secoli XVII XVIII eXIX, ha ingaggiato una lottacon quei poteri locali cheerano espressione della pre-modernità e della sopravvi-venza del Medioevo vincendo-li, e quindi cambiando lastessa società. Per quantoattiene poi al concetto difederalismo ha sostenuto che

la dottrina ha elaborato dueconcetti fondamentali difederalismo: uno è il federali-smo per aggregazione tipicodell'esperienza degli StatiUniti d'America, della Germa-nia e della Svizzera. Talefederalismo è coerente con lalogica della modernità, carat-terizzata da un impegnoistituzionale tendenzialmen-te unitario per condurrel'Europa, attraverso la nascitae lo sviluppo dello Stato, fuorida quella che è stata definital'anarchia feudale. Il secondo concetto di federa-lismo è quello di federalismoper disaggregazione, che

partendo da una condizionedi tipo unitario tende vicever-sa a parcellizzare il quadroistituzionale. I rischi di que-sto secondo modello sonoevidenti. Il direttore GiulioRolando ha ricordato che il27 marzo sempre all'IstitutoItaliano ci sarà una conferen-za su «Napoli 1909-2009, dalFuturismo idee per il cambia-mento» con la presenza diMarcello Veneziani chenell’occasione presenterà ilsuo ultimo libro Sud. L'incon-tro sarà l'appendice dell'atten-zione che l'ultimo numerodel Cerchio ha dedicato alCentenario del Futurismo,

con l'obiettivo, dichiaratopersino nel titolo del conve-gno, di edificare sull'architra-ve del messaggio marinettia-no, setacciato dai relatori, unpossibile viatico per il futuro.Opinioni in libera uscita,dunque, nell'arena del 27 dimarzo: le stesse apparse, nerosu bianco, nel fascicolo spe-ciale del Cerchio, e tutteovviamente inserite nell'orbi-ta celebrativa del Futurismo,rivisitato però alla luce dellalettura estetica che la corren-te conobbe a Napoli. Eccoperché, alla ricerca di even-tuali chiavi di cambiamento,temperate al fuoco dell'impe-to modernista e del vitalismotargato Cangiullo, si ritrove-ranno intorno ad un tavolonove cervelli, tutti disobbe-dienti agli schemi precotti.Ecco perché, «tra mille fuochid'artificio», collideranno levoci di Giuseppe Albanese,Pierfranco Bruni, MarilenaCavallo, Lucio Ciccone, Mat-teo D'Ambrosio, FrancescoD'Episcopo, Paolo FerroneBurali, Luigi Tallarico eMaurizio Vitello. Infine: il Cerchio chiuderà il«cerchio» con la mostra«Zang-Il primo mobile futuri-sta», in programma a maggioa Palazzo Reale.

CULTURA. La rivista diretta da Giulio Rolando compie 15 anni e festeggia l’evento condue incontri di alto profilo e un numero speciale dedicato al movimento di Marinetti

Stato e futurismo, «Il Cerchio» in campo

La cultura secondo la Comunità Evan-gelica Luterana di Napoli. Dopo il menuconcertistico invernale, svoltosi nellaChiesa Evangelica Luterana in via CarloPoerio 5, ed il successo ottenuto sul fron-te letterario con il Concorso Nazionale«Una piazza, un racconto», dedicato al-le proposte narrative firmate da autoriemergenti (e relativa pubblicazione del-l'omonimo libro «Una piazza, un rac-conto», edito da Iuppiter), la direttriceartistica Luciana Renzetti comunica oraagli habitué il calendario musicale diaprile. 8 aprile: «INRI, Passione secondoAnonimo», ovvero musica di Carlo Ga-lante interpretata da Mariana Muresa-

nu e Giuseppe Navelli (violini), FilippoDell'Arciprete (viola), Ilje Ionescu (vio-loncello), Patrizia Polia (soprano), An-drea De Goyzueta (attore). 15 aprile:«Musiche di Bach, Ravel e altri», esegui-te da Eva Esser (violino) e Dorothea vonAlbrecht (violoncello). 22 aprile: «Musi-che di Bach, Beethoven, Chopin, Liszt»,al piano Michele Massaro. 27 aprile:«Esibizione e premiazione dei 5 finalistidella 9° edizione del Concorso di Com-posizione». 29 aprile: «Musiche di Scar-latti, Bach, Albeniz e altri autori», ese-guite dal fisarmonicista Giuseppe Sci-gliano. Ingresso libero. Orario d'inizio:ore 20.30 (g.m.)

CHIESA EVANGELICA LUTERANA

Aprile, il carnet dei concerti

La copertina dell’ultimo numero de «Il Cerchio»; il direttore Giulio Rolando

SOCIETÀ&COSTUME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 13

ZEPPOLE E FIORI. Alla Tabaccheria Postiglione di LargoFerrandina a Chiaia, malgrado le giornate pazze di marzo, sirespira già l’odore di primavera. Tra uova di Pasqua e gratta evinci, Alberto Postiglione, dalla sua postazione dei sogni,sfodera un ventaglio di numeri vincenti. «Questo mese èd’obbligo giocare il terno del papà 19 - 4 - 9 sulla ruota diNapoli e su quella di Roma. In più - aggiunge il nostro mago

del lotto - bisogna credere nel numero 9 e affiancargli il 22, il70 e il 52, per una quaterna da giocare su Napole e tuttealmeno per 8 estrazioni». E non finisce qui. In occasione dellaPasqua è necessario non dimenticare le «sacre» combinazioni.Postiglione, con il suo consueto buonumore ha l’ambo giustoche fa per noi: «Ad aprile, almeno per 6 estrazioni, consigliol’accoppiata 68 e 73, l’ambo delle palme, da giocare sullaruota di Roma e su tutte». Chi, invece, già si sente “primaveri-le”, può puntare sul terno della meraviglia che fa 72 - 21 - 81.Questi numeri vanno giocati una volta a settimana, preferi-bilmente di giovedì». Nell’attesa del trionfo dei mandorli,speriamo che su qualche ruota «sbocci» una bella vincita.

terni favole&Incognita:

se si fa orecchio da mercante che si faràper il naso e la gola?

Renato Rocco

Fabiola Morano

Negli occhi di un bambino nonc'è paura di come appare. Moltibambini, però, nascono conmalformazioni del volto che necondizionano la vita e, a volte,la sopravvivenza. Sono i bambi-ni che nascono con la labiopala-toschisi (il labbro leporino), unamalformazione congenita checolpisce molti neonati del terzomondo. Una patologia che,estetica a parte, innesca proble-mi di linguaggio, o, facilitandola deviazione di cibo nelle vierespiratorie, pone problemiimmediati nell'alimentazionedel neonato e nella profilassidelle infezioni broncopolmona-ri da aspirazione. Ma la medici-na non è inerme. Anzi. «È fanta-stico restituire, con un sempliceintervento, questi bambini auna vita quasi normale. Ed è ciòche faccio»: sono parole diGiulio Gherardini, 43 anni,chirurgo plastico, radici roma-ne, napoletano d'adozione,impegnato da 10 anni nella curadelle labiopalatoschisi, dopo unlunghissimo periodo di forma-zione all'estero. Per lui vale laconsiderazione che, se la chirur-gia plastica è icona di vanità, inrealtà può curare patologiegravi e fare la differenza nella

vita di molte persone. «Da annimi occupo di bambini del terzomondo, un universo affascinan-te, lontano, difficile. Ho iniziatoper curiosità e per mettere afrutto il mio training america-no; poi ne sono rimasto prigio-niero ed utilizzo il mio tempolibero per raggiungere ed opera-re bambini che non avrebberochance di sopravvivere al difuori di un'esistenza adulta aimargini. Lo faccio per Eric,Subete, Assef, Jemal, Joseph,Margaret e per tanti altri».Intanto è proprio il caso di direche, se Gherardini è il chirurgodei sorrisi, non poteva chescegliere Napoli per mettere afrutto la sua professionalità.

«Una città - dice - che mi hainsegnato il sorriso, lo stessoche trasmetto ai miei bimbi».Volontario dell'organizzazioneinternazionale «OperationSmile», Gherardini promuoveanche la formazione di struttu-re specialistiche d'avanguardia.«45 minuti rendono vivibile ilfuturo di un bambino»: il chi-rurgo allude ai tre quarti d'orain cui, in media, si consumanon solo un intervento tecnico,ma anche il senso profondo diuna missione di vita. Un gesto umanitario, quindi, edecisivo nel disegnare un desti-no diverso a tutti quei bambiniche nascono malformati al visonei paesi più disagiati del mon-do e che difficilmente potrebbe-ro essere operati nel loro paese.Ma non è tutto: «La “mia” chi-rurgia plastica - puntualizza -,oltre al miglioramento estetico,si occupa della riparazione diparti del corpo deformate odanneggiate da malformazionio agenti esterni». Gherardini, dunque, come unglobe trotter della speranza. Maquanto gli costa in termini disacrifici? «Sono stato in tantiPaesi tra cui Kenia, Honduras,Romania, Egitto, Vietnam,Giordania, Etiopia: non sonoancora stanco».

Aurora Cacopardo

La raccolta di liriche di Guglielmo Apri-le , classe ‘78, Il Dio che vaga col vento(Format -Associazione La Clessidra, 96pagine), si apre con premesse impegnati-ve a cavallo tra vecchio e nuovo secolo;ed è proprio la compresenza di vocidifferenti (da echi crepuscolari o dascarnificazioni ermetiche) che rendesuggestiva la raccolta. I due segmenti fondamentali che lacaratterizzano sono la memoria e lanostalgia, segmenti che ci conduconoalle due sezioni della raccolta: «Sinfoniadel mare» e «Paesaggi americani». Il mito

sembra essere la chiave di lettura chepermette ad Aprile di sfogliare la marghe-rita del tempo e della vita. In un panora-ma culturale - quello odierno - che obbligaa riorganizzare strutture percettive emodalità di relazione all'interno di untempo e di uno spazio in accelerazionecontinua, l’autore fa una scelta sulla basedi riferimenti e di relazioni culturali. Nel suo nomadismo lirico si rintraccianoprofili e matrici, nelle quali le eredità, leidentità, ed i legami con le culture medi-terranee costituiscono la chiave di letturasignificativa: tracciato onirico, esistenzia-le, metaforico. Ci incamminiamo, così, trale tartarughe delle Galapagos e le balene

di Capo Horn, dall' estasi marina quandoun Dio regnava sulle acque a Magellanosignore degli oceani; dalla nostalgia alsentimento della memoria. Antichi sogni, antichi gesti, ricordi cheparlano e restano a far da sfondo ai crepu-scoli e ai tramonti di un'epoca. In una delle poesie più intense dellaraccolta marina di Guglielmo Aprile,intitolata «Mi chiamerai di nuovo figlio,mare» leggiamo: «Canta per me, canta alungo, ma piano/, a bassa voce, mare, conl’organo/ sepolto nelle tue grotte/, con lemolte, polifoniche bocche/ che si apronosui tuoi fondali,/ con il coro lamentosodelle tue risacche/ che trascinano al largoil nuotatore,/ con la tua armonica cheaddormenta/ uomini e pesci, isole e nuvo-le, in un solo/ ondulante abbandonosmemorato».

STORIE ESEMPLARI

Giulio Gherardini, il chirurgo del sorriso

LIBRIDINE

La sinfonia del mare nei versi di Guglielmo Aprile

Da dicembre a maggio il Sancarluccio, il co-raggioso e sorprendente teatro di Chiaia,

ospita da anni «Convivio Armonico», una piccolama ricercata stagione di musica ed altro: tuttoin dimensione da camera. Abbiamo visto anche nelle programmazioniscorse intermezzi, oggi in cd, ma abbiamo ancheascoltato concerti con ospiti, «Ensemble abulia»,ad esempio, sempre proposte ricercate. Vi siesibisce la formazione «Le musiche da camera»,in cui ha suonato spesso con il gruppo al cemba-lo per molto tempo l'ottimo musicologo Pier-paolo de Martino. Dell'impresa è guida Egidio Mastrominico, oggia fianco della mamma insigne (Pina Cipriani)anima di tutta l'attività del teatro. A lui si devo-no le impostazioni drammaturgiche, è lui illeader del gruppo strumentale al primo leggio.Il concerto spettacolo, ispirato al secolo XVIII,tratto dal diario di viaggio del Burney e da«Ilresto di niente» di Enzo Striano, realizzato conla contrapposizione dei testi, con Rosa Montanoe Giusto d'Auria, è stato, lo scorso anno ed inquesto, ottima produzione, con il titolo che fariferimento ad un the in casa Hamilton, ovverodell'ambasciatore d'Inghilerra che abitava apiazza dei Martiri, in fondo, in via CappellaVecchia, a Palazzo Sessa. E pochi sanno identifi-carlo, crediamo: vi fu pure ospite Mozart. Maquesta è altra storia: lo spettacolo lo proposel’altr’anno il «Centro di musica antica». Pregevo-li anche le rielaborazioni di favole con Livio deLuca, già proposte con successo nel recentepassato. Ad Aprile ci sarà un omaggio a Schu-mann e signora.

SFIZI&NOTEdi MASSIMO LO IACONO

SANCARLUCCIO «ARMONICO»

SOCIETÀ&COSTUME MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 14

SHOPPING

Occhiali vintage per JR

Un tonicissimo Paolo D’Angelo, «ta-rantaman», con la moglie Rossella ele bellissime figlie Giorgia e Gaia, hafesteggiato le sue 45 primavere nelprivè del Regina Margherita. Tra gliinvitati: Edoardo Bennato, MimmoSpena, Anna Annunziata, Enzo Ar-genzio, Peppe Puttini, Arianna Seri-no, Paolo Puttini, Paola Carotenuto,Laura e Valerio De Risi, Sisto Sanse-verino, Daniela Capasso, Gino Pa-duano Massimo Di Stasio, Maria-grazia Pirri, Chiara Blandini, Ange-lo Catani, Ernesto Chiariello, Fabri-zio Bagarelli, Nino De Nicola. Per-fetta l’organizzazione di Marco Iorio.

COMPLEANNI

45 volte Paolo

Esiste da poco più di 3 anni, ma il boom lo hafatto solo ora: Twitter è il servizio di microblog-ging che sta scalando le vette del web 2.0. Ilsuo successo risiede nel suo essere un socialnetwork con l’istantaneità di una chat.Twitter consente di lasciare un messaggiolungo non più di 140 caratteri tramite web,messenger o sms letto dalle persone chehanno scelto di seguire i tuoi aggiornamenti(detti «twits»), ma anche di seguire i twits dellepersone che scegli di seguire tu ed esseresempre aggiornato. Il social network è natoper rispondere alla domanda «Cosa stai facen-do?», quindi lo scopo principale è quello dicomunicare a tutti quello che si sta facendo inquel determinato istante. Ma può essereutilizzato in mille altri modi: per raccontarela nostra giornata tramite brevi messaggi, percondividere link, risorse e applicazioni inte-ressanti, per darsi appuntamenti. Il segretodel suo successo? Semplice. Oltre che dal pc, èpossibile inserire gli aggiornamenti anche viasms da un normalissimo cellulare (tuttavia inItalia è necessario possedere uno smartphonecollegato al web). Ecco come, a poco a poco,Twitter è diventato un fenomeno da 4 milionidi iscritti. Per usarlo occorre registrarsi. L’ope-razione è velocissima e gratuita: bisogna soloinserire l’e-mail e scegliere un nickname.Dopo questo primo step è possibile lasciare iprimi messaggi alla community. La paginapersonale è formata dai «followers», ossia lepersone che hanno deciso di mettersi incontatto con il nostro account, e dai «follo-wing», quelli che scegliamo di seguire noi. Pertrovare amici su Twitter basta cliccare su «findpeople». In realtà la twitter-mania è esplosagrazie ad alcuni recenti fatti di cronaca. Primofra tutti, la cerimonia per l'insediamento delpresidente Barack Obama alla casa Bianca. Poilo scoop: il sito di microblogging ha bruciatotutte le agenzie del mondo comunicando con15 minuti di anticipo l'atterraggio di fortunadell'Airbus 320 sull’Hudson river.

PAUSA BLOGdi LEO ARUTA

http://leoaruta.simplicissimus.it

IL BOOM DI TWITTER

DA NON PERDERECentro di Musica Antica Pietà de' Turchini (via SantaCaterina da Siena 38): il 24 marzo, alle ore 20.30, ilconcerto intitolato «Dialoghi per la passione» ovvero lemusiche sacre di Francesco Provenzale. La direzione èaffidata al maestro Antonio Florio. Gli interpreti sonoValentina Varriale e Cristina Arcari (soprani), FilippoMineccia (contralto), Giuseppe Di Vittorio e RosarioTotaro (tenori) e, infine, Giuseppe Naviglio (basso). Poi,l'8 aprile, alle ore 20.30, concerto intitolato «Gli Antichie i Moderni - Lecons del Tenébres». In scaletta, quindi,musiche di Francois Couperin e Gérard Pesson, edinoltre musiche delle tradizioni ebraica, cristiana e

musulmana. Sul podio Francesco Baroni. Gli interpreti:Patrizia Vaccari e Laura Antonaz (soprani), Marco DiPorto (solista del Coro della Sinagoga di Roma), Rai-mundo Pereira (cantore pontificio della Cappella Sisti-na) e Derwish Ali Abdellah (cantore della Moschea diRoma). Infotel 081.402395Istituto Cervantes (via N. Sauro 23): fino al 27 marzo,le foto d'autore di «Visioni e Città». Si tratta delladoppia personale di Danilo Donzelli e Libero De Cun-zo, dedicata a tre grandi città spagnole: Barcellona,Bilbao e San Sebastian. In 30 scatti a colori un conden-sato rivelatore di tre realtà urbane della Spagna con-temporanea. Infotel 081.19563311

Football americano: Napoli si fa ono-re. Genny Veneziano (nella foto) 20 an-ni, studente di scienze motorie allePartenope, e chiaiese doc, è stato no-minato dalla Federazione ItalianaFootball, giocatore di interesse nazio-nale per la selezione under 21, nel ruo-lo di defensive back. Insieme a lui sonostati nominati anche Giovanni Medi-ci, Valerio Carafa e Alessandro De Sta-sio. I quattro ragazzi, tutti del teamBriganti Napoli, vestiranno dunque lamaglia azzurra. L’obiettivo immedia-to, però, è di guadagnarsi l’accesso al-la finale del torneo nazionale, che sidisputerà proprio a Napoli a giugno.

«Chip and Vintage»: una linea di occhialilanciati dallo store JR, che strizza l'oc-chio al gusto d'annata, rileggendolo inchiave moderna. Colori fluo, designstravagante, effetti speciali da inforcaresul naso per chi è a caccia di accessoriesclusivi, per chi - per citare Battiato -esige «più carisma e sintomatico miste-ro». «Chip and Vintage», allora, è indossa-re al centro del volto un mix grintoso ditrent'anni di look (dai '70 ai '90), riverni-ciato di atmosfere contemporanee.Occhiali fashion, tra l'altro, dal prezzochip: 20 euro appena. Dove trovarli? Neidue punti vendita JR di Napoli allaRiviera di Chiaia 261 e in via Cuoco 7.

SPORT

Campioni in erba

La Villa Comunale è l'unico polmone verde al centro della città esi sviluppa parallelamente a via Caracciolo, da piazza Vittoria a

piazza della Repubblica: merita pertanto almeno due «sguardi». Prima di narrarne la storia - cosa che faremo la prossima volta -accenneremo ad un racconto di commossa interiorità e di perfettocalibro descrittivo collegato all'ameno verde in riva al mare. Il veronome dell'autore, Teodor Jozef Konrad Nalecz Korzieniowski, nonci dice niente; ma il nome anglicizzato - Joseph Conrad -assuntonel 1895, ci spiega quasi tutto: è il maggiore prosatore europeo delgenere «avventuroso» - basti ricordare Lord Jim, La linea d'ombra,Tifone e Cuore di tenebra - e, quando passò per Napoli, lasciò la suaimpronta narrativa. Questa la storia per sommi capi. Un conte, unsignore anziano straniero, trova nel golfo di Napoli l'unico climache gli si adatti. Vive in albergo, pranza in panciotto da sera esmoking con cravatta nera, i capelli bianchi pettinati all'indietro, ibaffi bianchi folti ma ben spazzolati, mattina e sera sempre impec-cabile nel vestire. Come si vede, il personaggio è perfetto comebersaglio per qualche avventura in una delle città più a luci edombre che vi siano al mondo. Ed il fattaccio puntualmente accade:una tiepida sera, nella Villa, avviene un fatto in fondo banale, unarapina, che finirebbe lì se solo l'onestissimo gentiluomo avesseportato più contante nel portafoglio e avesse ceduto i due anelli difamiglia. Apriti cielo! Il rapinatore - membro di «riguardo» di unaqualche cosca locale - se la prende (è il caso di dirlo!) a morte,promette una feroce vendetta. Il conte ne è sconvolto: tutta l'armo-nia della sua vita, la dignità, risulta infranta, Napoli non gli parepiù sicura. Deve assolutamente andar via, pur sapendo che nessunaltro clima si concilierà con la sua salute e le sue abitudini, Napoligli appare madre e matrigna, amante e carnefice, oggetto rimpian-to e seme di morte. Il narratore ci regala l'ultimo saluto alla stazio-ne attraverso le parole dell'amico napoletano: «…mi tolsi il cappelloper pagare l'ultimo tributo di affetto. Il profilo del Conde (così lochiamava, ndr) scivolò lontano da me dietro il vetro illuminato.Vedi Napoli e poi muori!». Napoli, città di contrasti, si prestavaassai bene a fare da palcoscenico almeno ad una breve pièce. EConrad non si lasciò scappare l'occasione.

SGUARDI LONTANIdi FRANCESCO IODICE

CONRAD, VIDE NAPOLI E POI... SCRISSEAntonella Carlo

In Italia ed in Cina, inInghilterra ed in Francia, inSpagna e negli Stati Unitil'immaginazione ha l'obiet-tivo di rendere più armoni-co ed intrigante lo spazio incui viviamo: parte da questasalda radice cosmopolita ilsaggio «Architettura e crea-tività» (Alinea Editrice), cheDesmond Hui, FrancescaMuzzillo ed AntonellaViolano hanno presentatoalla Biennale di Venezia loscorso settembre. Il sostratointernazionale si svela, alprimo colpo d'occhio, inalcune componenti basilaridel lavoro: tradotto in italia-no ed inglese, aperto dalledense pagine di DesmondHui, docente di Studi cultu-rali ed architettura allaChinese University di HongKong, «Architecture andcreativity» si pone l’obietti-vo di trovare i punti dicontatto fra progetto teori-co, fantasia e sostenibilità.Francesca Muzzillo edAntonella Violano, rispetti-vamente professore associa-to e ricercatore alla facoltàdi Architettura «Luigi Vanvi-telli» della Seconda Univer-

sità di Napoli, cercano unosguardo a trecentosessantagradi sulle tendenze piùsperimentali della concezio-ne dello spazio contempora-neo. E se Desmond Huiprivilegia la prospettivacuriosa su una Cina prontaa scommettere sulle nuovegeometrie della creatività,le altre due autrici delsaggio collocano la realtàpartenopea in un contestodavvero europeo. A Francesca Muzzillo spettail ruolo di stabilire, dunque,le basi metodologiche del-l'indagine, chiarendo gli«imperativi ed i piaceri»della sinergia tra immagina-zione progettuale e sosteni-

bilità; ad Antonella Violano,ancora, tocca il compito diriscoprire le «perle» deisentieri architettonici post-moderni a Napoli, presenta-ti anche nei suggestividisegni di Paola del Prete.Così il lettore si ritrovaimmerso in emozionanti ecolti percorsi architettonici,in cui la raffinatezza dellaricerca non pregiudica lalinearità della trattazione:in un'analisi aggiornatissi-ma delle caleidoscopichedimensioni dell'arte, eccoche città e nazioni si incon-trano sul ricco piano diun'industria culturalesempre al passo con i tempi. In questa prospettiva, «Ar-chitettura e creatività» nonè un libro per specialisti,ma un'opera essenziale echiara destinata a tutticoloro che si interroganosulla natura strutturale deiluoghi in cui viviamo: ailettori più curiosi, dunque,la possibilità di viaggiarestando incollati alla propriapoltrona. Hong Kong, Singa-pore, Parigi, Londra e Napo-li sono, infatti, a portata dipagina, sempre unite daifili inscindibili della origi-nalità creativa.

SAGGIO SCRITTO DA HUI, MUZZILLO E VIOLANO

Città nuove tra «architetturae creatività»

INIZIATIVE DI CHIAIA MAGAZINE MARZO 2009 - CHIAIA MAGAZINE 15

CHIAIA MAGAZINE IN EDICOLAChiaia Magazine si rafforza e alla distribuzionegratuita affianca anche quella nelle edicole diNapoli e Provincia. Nel circuito delle edicole, pe-rò, il mensile ideato ed edito da Iuppiter Groups.c.g., entra con la formula degli allegati. Ognimese, infatti, Chiaia Magazine proporrà un li-bro, un dvd o un supplemento culturale a unprezzo promozionale. Questo mese, in esclusi-va, il film su Giancarlo Siani «E io ti seguo»,prodotto, scritto e diretto da Maurizio Fiume.

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Chiaiatour, aprile nel segno dello struscio

Dopo il successo del numero di dicem-bre, ChiaiaTour, supplemento quadri-mestrale di Chiaia Magazine intera-mente dedicato alle bellezze della Cam-pania, tornerà ad aprile con un terzonumero che si preannuncia ricco di cu-

riosità e percorsi turistici alternativi. Trale anticipazioni del numero di aprile se-gnaliamo «Campania in bici» ovvero al-la riscoperta degli itinerari naturalistici,«Le teste di Napoli» e «Miti, riti e per-sonaggi dello struscio partenopeo».

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