SALUTE inGRATA NOV-DIC 2009 - Ristretti · 2015. 10. 28. · N. 10 SALUTE inGRATA Nov. Dic. 2009...

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“il Fuori si accorga che il Dentro è una sua parte” Periodico di Informazione dell’Area Sanitaria della Casa di Reclusione Milano-Bollate Anno 2 - Novembre-Dicembre 2009 N.10 L’INFLUENZA

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“il Fuori si accorga che il Dentro è una sua parte”

Periodico di Informazione dell’Area Sanitaria della 2° Casa di Reclusione Milano-Bollate

Anno 2 - Novembre-Dicembre 2009 N.10

L’INFLUENZA

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esidero informarviche abbiamo apertouna nuova redazione

in questo carcere al repartodelle persone protette, il set-timo, e anche lo sportello sa-lute per ascoltare e contribuirea dare valore al tempo chepassa, alla privazione della li-bertà, al rispetto della salute. Idetenuti che si occupano diquest'ulteriore doppio serviziosi sentono orgogliosi di poteraiutare i compagni che sonodoppiamente in difficoltà: c’èla detenzione e c’è “il bollo”dell’art.609. Questo è il Pro-getto Bollate che nella sua uni-cità raggiunge i cuori, lepassioni e aggancia le compe-tenze indispensabili per prose-guire ed essere messaggero diun nuovo, veramente nuovo,modo di fare carcere ed esseredetenuti e detenute. Certo cisono gli indifferenti, i nostal-gici, i detrattori, gli illusi, iguerrafondai, i polemici persfizio e perditempo e anche iqualunquisti.Portare avanti un’idea, con-frontarsi risolvendo quantonon è mai stato provato e at-tuato, non è cosa da poco, ne-cessita sicuramente di duedoti indispensabili e questeappartengono ai grandi, a chiha cambiato le cose nelmondo: coraggio e perseve-ranza. Chi ci crede? Qui intanti davvero: chi ha la re-

sponsabilità decisionale e di-rettiva, chi la sicurezza chetutto sia espletato nel rispettodei diritti e dei doveri, chi lascelta di curare gli ammalatipreservandone la vita fino al-l’ultimo, i detenuti e le dete-nute che stanno svolgendo lacomplessa iniziativa per la sa-lute e la sua tutela in carcere.Tutti appartengono a questapiccolissima compagine dipersone che stanno bene e sioccupano di chi sta male.Adoperando il termine com-pagine, troppo spesso identifi-cato come guerresco, ci si puòimmaginare che nei reparti,nell’infermeria, sul tavolo deldirettore e del dirigente sani-tario, arrivino copiose lamen-tele, reclami, denunce perquanto non funziona, e nonfunziona, nell’istituto. Ab-biamo scelto un percorso piùdolce ma non meno incisivo;tutte le persone che se ne oc-cupano, hanno scelto il dia-logo, l’informazione, il rispettodella privacy nel dolore perchéa Bollate vogliamo e possiamoparlare e non solo mandarelettere, domandine, esposti.Un nuovo modo di farsi sen-tire nel bisogno, più faticoso,più lento, non da scoop gior-nalistico ma certamente più amisura d’uomo, più “rivoluzio-nario”: ecco di fondo c’è che,qui tutti, detenuti e detenuti,operatori, polizia, volontari

siamo persone e possiamoammalarci e stare male. Rico-noscere questo e non differen-ziare in alcun modo le personesullo stato di salute fisico e psi-chico, sul tipo di reato com-messo, sul tipo di rapportolavorativo, sul tipo di capacitàintellettuale o sul potere istitu-zionale riconosciuto è co-struire sentieri piani,abbattere i muri di una beceramentalità del pregiudizio, direnoi invece che io, lasciare paceai nostri figli e figlie.Non ho più spazio, solo un’al-tra notizia: abbiamo apertouna nuova rubrica fissa “par-lano i diversamente abili nel-l’istituto”. Leggiamo cosa civogliono dire.

Viviana Brinkmann

E POI, NON SIAMO NEANCHE MALATI

EDITORIALE

D

LA REDAZIONE

Lo staff di Salute inGrataringrazia di cuore il nostroDirettore responsabile ditestata il Dr. Angelo Majper essere venuto a tro-varci in redazione ilgiorno 20.10.2009 a con-dividere con noi espe-rienze ed emozioni.

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N. 10 SALUTE inGRATA Nov. Dic. 2009

D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L EA n g e l o M a j

V I C E D I R E T T O R IV i v i a n a B r i n k m a n nM a t i l d e N a p o l e o n e

S E G R E T E R I AW a l t e r B o r t o l o z z oV i n c e n z o M i c c h i a

C A P O R E D A T T O R EP a s q u a l e F o r t i K a r i m

V I C E C A P O R E D A T T O R EI s i d o r o B o s s i o

R E D A Z I O N E C E N T R A L EP a s q u a l e C e s a r a n oG i a c o m o D ’ A n g e l o

I v a n o L i c c a r d oD i e g o P i s a n o

E n z o V i s c i g l i aR E D A Z I O N E A L 7 ° R E P A R T O

C A P O R E D A T T O R ES a i d K u r t e s i

V I C E C A P O R E D A T T O R EC l a u d i o R o s s e t t o

R E D A T T O R EP a o l o C i r i l l o

S E G R E T A R I O D I R E D A Z I O N EE n z o C e s a r a n o

R E D A Z I O N E A L F E M M I N I L EC A P O R E D A T T R I C E

G i a n c a r l a M o l t e n iV I C E C A P O R E D A T T R I C E

C i r e t t a G i r a r d iS E G R E T A R I A D I R E D A Z I O N E

P a t r i z i a M i l e s iF R E E L A N C ER o b e r t o A l l e g r i

V i n c e n z o A r t i a c oE n z o B e r l i n g e r i

P i e r o C u n s o l oT R A D U T T O R I

D i e g o M e l i l l oH o x h a Q e m a l

A l e x a n d e r S c h e f f l e r C O R R E T T O R E T E S T I

R o b e r t o L u m i aA R T D I R E C T O RA n t o n i n o B a r t o l o t t a

V I C E A R T D I R E C T O RR o c c o S q u i l l a c i o t i

F O T O G R A F I A I N T E R N AA n t o n i o S o r i c e

I M M A G I N I E F O T O E S T E R N EE s t e r L u i s a L a n f r a n c h iA M M I N I S T R A Z I O N E

D i e g o P i s a n oD I F F U S I O N E

F r a n c e s c o E r r e d eL O G O

G i u s e p p e C a s s a n oH A N N O C O L L A B O R A T O

C a t i a B i a n c h i G i u s e p p e C a s t i g l i a

F a b i o F o s s a t i M a r i a P i a A v i r a g h i

L o r i s L a r e aM a r i s L i l i a n a

F r a n c e s c o M o a v e r o E m a n u e l e M o n t a l b a n o

M a r i a N a r d o C e s a r e Z u b a n i

S T A M P AM I O L A G R A F I C H E S . r . l .

V i a N . B a t t a g l i a , 2 72 0 1 2 7 M I L A N O

E D I T O R EA s s o c i a z i o n e d i V o l o n t a r i a t o

G l i a m i c i d i Z a c c h e o - L o m b a r d i a S e d e L e g a l e V i a T . C a l z e c c h i , 2

2 0 1 3 3 M i l a n o T e l . 0 2 / 3 3 4 0 2 9 9 0 C e l l . 3 4 7 7 4 0 2 5 2 4

w w w . a m i c i d i z a c c h e o - l o m b a r d i a . i ti n f o @ a m i c i d i z a c c h e o - l o m b a r d i a . i t

A d e r e n t e a l l a C o n f e r e n z aR e g i o n a l e V o l o n t a r i a t o

G i u s t i z i a d e l l a L o m b a r d i aA d e r e n t e a l l a F e d e r a z i o n e

N a z i o n a l e d e l l ’ I n f o r m a z i o n e d a l c a r c e r e e s u l c a r c e r e

Questo numero è stato chiuso in Redazione i l27/11/2009 al le ore 18: 00

Tiratura 12.000 copie

2 EDITORIALEViviana Brinkmann4 - 5 DIVERSAMENTE ABILI Ivano Liccardo6 INTERVISTA ALL’ISPET-TORE MONTALBANOLa Redazione7 INTEGRAZIONE DEIPROTETTICatia Bianchi8 FELICE DI FARVI PARTESaid Kurtesi8 LE SETTE VOCIEnzo Cesarano8 LA SETTIMA VITAPaolo Cirillo10 INTERVISTA AL DOTT.MOAVEROLa Redazione11 PRONTO SOCCORSOMaria Nardo12-13 INTERVISTA ALFEMMINILELa Redazione Femminile14-15 ALLARME INFLUENZALa Redazione18 L’INFLUENZA DELL’INFLUENZAAlexander Scheffler19 VIRUS MUTANTIRoberto Lumia20 PANDEMIAAntonio Sorice21 LA SALUTE NON èTUTTO, MA é MOLTOIsidoro Bossio22 CHE COSA èL’ INFLUENZA ?Cesare Zubani23 LA REDAZIONE SI CONGRATULALa Redazione24 ARRIVANO LE SUPERFARMACIEVincenzo Micchia 25 MALATTIE INFETTIVEDiego Pisano26 PACE E SALUTEAntonino Bartolotta27 MORBO D’ALZHEIMERGiacomo D’Angelo28 INTERVISTA AL MEDICO DEL 7°REPARTO LILIANA MARISLa Redazione

LA REDAZIONE

10 MAMMACiretta Girardi16 LA SALUTE DELLOSPIRITODon Fabio Fossati23 CAMMEO STORICOLoris Larea25 RIDERE FA BUONSANGUEGiuseppe Castiglia29 I REPARTI MASCHILEMALANNI INVERNALISettimo Manfrinato30 I REPARTI MASCHILETANTI ANZIANI IN REPARTOOuasfi Ben Chraiet, Luigi Polichetti30 I REPARTI FEMMINILEBENVENUTA SIG.RA ROGGIOMaria Antonietta Roggio31 LA SALUTE IN TAVOLAEnzo Visciglia

SOMMARIO

Registrazione Tribunale di MilanoN. 608 del 10/10/2008

AVVISOCari lettori, Salute inGrata e SportelloSalute distribuiscono unquestionario per miglio-rare la qualità del giornalee il servizio Sportello allapopolazione detenuta. Vichiediamo di compilare lascheda che verrà distri-buita e ritirata dopo 3giorni. Al ritiro provve-derà il vostro referente direparto dello Sportello Sa-lute.

Grazie di cuore!

Lo staff di Salute inGrata elo Sportello Salute

RUBRICHE

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uesta è la mia storia,nel '98 fui arrestato inFrancia, immediata-

mente fui portato in un car-cere di massima sicurezza, dalì iniziò il mio incubo, non soloperché ero in una nazionestraniera, ma anche perché mimisero in isolamento. Le celled’isolamento erano all’internodi un cunicolo a 15 metri sottoterra e freddo ed umiditàerano insopportabili. Pre-metto di essere affetto da unamalformazione agli arti infe-riore dalla nascita ed in quellecondizioni, lentamente le miegambe si stavano atrofizzandoa causa dell’impossibilità dimovimento. Chiesi aiuto, maottenni solo pesanti dosi di se-dativi e le mie gambe diven-nero praticamente semiparalizzate. Dopo sei mesipotei lasciare l’isolamento, malo feci in carrozzella. A quelpunto, chiesi una visita orto-pedica che si concretizzò solodopo un anno. Finalmente ar-rivò il giorno della visita, masubito mi resi conto che non viera alcuna volontà di ricorrerea cure adeguate, ma divenniaddirittura motivo di deri-sione. Ricordo un agente, cheguardando le mie lastre, conun sorriso le paragonò a quelledi ROBOCOP. Non parlo ilfrancese, ma capii quel che ve-niva detto ed ancora ricordo

l’enorme disagio che provai.Tornato in istituto, compresiche nulla era cambiato e ciò mifece cadere in depressione.Molti anni sono passati da al-lora, ma della Francia è questoil quadro che ancora mi portodentro: malasanità, emargina-zione e nessuna umanità. Una volta tornato in Patria,misi su famiglia, ma in brevetempo fui raggiunto da un en-nesimo mandato di cattura.Rientrai in carcere e feci pre-sente che avevo una deforma-zione cronica e necessitavo divisite ortopediche periodicheoltre che di lavorare e così ac-cettai un lavoro come addetto

alle pulizie, nonostante le bar-riere architettoniche fosseromotivo d’impedimento ad unsicuro svolgimento dellostesso. “Come da copione”non passò molto tempo che mifeci male cadendo e durante ilperiodo d’infortunio seguiiuna terapia che mi danneggiòfegato e stomaco; insomma lecose andavano peggiorando. In quel periodo feci molte

istanze per gli arresti domici-liari, che ottenni solo in se-guito a certificazione resa daun medico legale. Essendopersona non detenuta riusciiad organizzare un interventochirurgico in breve tempo e aseguire un programma di fi-sioterapia, ma ancora unavolta la vita aveva in serbo perme un duro colpo, infatti nelgiro di quattro mesi morironoentrambi i miei genitori ed ioentrai in depressione. L’alcooldivenne un appiglio che con-tribuì alla devastazione delmio essere e mi feci sorpren-dere in violazione degli arrestidomiciliari; motivo per ilquale fui riportato dentro.Fortunatamente sono statotradotto a Bollate, dove ho ri-cevuto adeguate cure e l’af-fiancamento di un piantone(altra persona detenuta cheaiuta nelle funzioni primariedei disabili) in seguito adun’ennesima caduta. Tuttosommato fino al momentodella seconda concessionedegli arresti domiciliari le coseandarono piuttosto bene,anche se non ho mai avuto lapossibilità di lavorare. Come detto mi venne concessala detenzione domiciliare, maancora arrivò una condannadefinitiva che determinò il mioingresso presso l’antica ..casacircondariale di Milano.

Non solo difficoltà strutturaliDIVERSAMENTE ABILI

Pari opportunità per i portatori di handicapIvano Liccardo

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. Un’esperienza osereidire traumatizzante, a causadella fatiscente struttura edell’assoluta inadeguatezzadell’area sanitaria, ma il peg-gio doveva ancora arrivare, in-fatti in breve fui trasferito e miritrovai in un carcere che diazzurro non ha nulla. A quelpunto non si trattava più distrutture fatiscenti ma di unritorno al medioevo. Pensavod’averle viste tutte, ma quelposto mi mancava. Arrivai ininverno e trovandomi suun’isola dovetti vi-vere quello che era ilsuo particolare statoclimatico, i caloriferinon funzionavano ele muffe di umidoalle pareti rendevanoancora più palpabilela sensazione di ma-lessere causata dalfreddo. Per ovviare,gran parte delle gior-nate le passavo inbranda cercando dirimanere al caldo matale soluzione aggra-vava sempre più lasituazione delle mie gambe ecosì mi ritrovai a non poter piùfare a meno delle stampelle.Il dirigente sanitario dell’isti-tuto fece di tutto perché ve-nissi trasferito, al centroclinico più vicino, ma non ci funulla da fare e mi ritrovai nellecondizioni di non essere piùautosufficiente. A quel puntonon potendo accedere ad atti-vità lavorative chiesi che si po-tesse stilare una relazione perpoter prendere almeno la pen-sione d’invalidità ma, nono-stante i miei continui solleciti,

non è stato possibile trovareuna soluzione utile al conse-guimento di tale obbiettivo.Ciò che invece riuscii ad otte-nere fu il trasferimento a Bol-late. Onestamente devoconfermare quanto già accen-nato in precedenza e cioè cheall’interno di questa struttural’area sanitaria è veramentevalida sia per ciò che riguardal’attrezzatura che per ciò cheriguarda il personale, ma nonsolo, infatti l’organizzazione eil coordinamento con le strut-

ture ospedaliere esterne,rende l’assistenza sanitariadavvero efficiente; sono peròancora in attesa di una riso-nanza magnetica che a causadel lento iter e soprattutto inrelazione alle lunghissime listed’attesa non si è ancora potutaeffettuare. Comunque tornarea Bollate mi ha portato a vi-vere più serenamente la miacondizione, anche in relazionea quello che è stato il riavvici-namento familiare.Devo comunque far notareche anche in questo istituto

non mi è stato permesso d’ac-cedere ad attività lavorativeadatte alla mia condizione, no-nostante siano presentiaziende di servizi, soprattuttoin considerazione del fatto chein ogni azienda con più di uncerto numero di dipendentidovrebbe esservi possibilitàd’impiego per i diversamenteabili. Purtroppo quando si deve farei conti con gambe malandate èindispensabile fare affida-mento su braccia forti ed a tal

fine mi feci autoriz-zare ad accedere alleattività fisiche in pa-lestra unitamente almio piantone. Nono-stante la logicità delconcetto secondo ilquale un invalido habisogno di sostegnoper tali attività fisi-che, mi venne negatol’accompagnamentoda parte del pian-tone. Sempre se-guendo la"logica" seero in grado di svol-gere attività fisica,

potevo sicuramente agire incompleta autonomia. Indi-gnato mi rivolsi ai medici peravere un colloquio con l’orto-pedico; lo specialista alla finemi diede ragione autorizzan-domi in via definitiva ad acce-dere alle attività fisiche inpalestra accompagnato dalmio piantone.Recentemente una direttiva li-mita il ricorso all'accompa-gnamento del piantone equesto è causa di ulteriore di-sagio per noi diversamenteabili.

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Lei è il responsabile del7° reparto, può indicarein cosa si differenziaquesto reparto rispettoagli altri presenti nel-l’istituto di Bollate?Si differenza che sono dete-nuti protetti in quanto il 90%dei ristretti rispondono direati sessuali e il 10% sonodetenuti comuni; in più, i re-parti sono chiusi, rispetto alresto di Bollate.Quanti sono i detenuti ri-stretti presso questo re-parto?Sono 189 fino ad ora, ma fraqualche giorno arriverannooltre 100 detenuti da altriistituti.Da circa due anni in isti-tuto si sperimenta unprogetto pionieristicoche si occupa della salutedei detenuti; tale inizia-tiva è stata presentata alei e alla polizia peniten-ziaria, affinché anche idetenuti del 7° repartopossano usufruire di

questo servizio.Quali sono le sue impres-sioni sul progetto? Ri-tiene che sia un progettoutile?Grazie all’incontro avvenutocon i volontari, Gli amici diZaccheo, nella persona di Vi-viana Brinkmann e i volon-tari detenuti che ne fannoparte, sono venuto a cono-scenza di questo progettopionieristico. Sono contentodi poter dare un mio contri-buto per la riuscita di questonel 7° reparto, penso inoltreche il vostro sia assoluta-mente un progetto utilissimoin quanto il detenuto primasi confronta con voi detenutie poi con noi. Far emergere iproblemi sanitari è sicura-mente utilissimo. Si do-vrebbe sponsorizzare di piùl’iniziativa in quanto nontutti i detenuti hanno cono-scenza del progetto salute edi cosa si occupa.Il progetto salute s’inse-risce in quello più ampio

della struttura Bollate,che ha l’obiettivo di ren-dere partecipi i detenutidell’organizzazione deiservizi propri dell’isti-tuto. Secondo lei, qualirisultati sta producendoquesto nuovo modo diintendere la detenzione?Secondo me è assolutamentepositivo, l’obiettivo è quellodi migliorare la condizionedi tutti i detenuti, Polizia Pe-nitenziaria e tutti gli opera-tori che operanoall’interno.Dovrebbe essereun progetto da estendere atutti gli istituti italiani. Perdi più ritengo che la condi-zione di reinserimento do-vrebbe trovare riscontroanche all’esterno.Pensa che questa culturacivile di intendere il car-cere possa essere estesaanche in altri istituti pe-nitenziari?Sicuramente si, anzi do-vrebbe essere presa ad esem-pio.Mediaticamente e nonsolo, il Paese è colpitodalla Pandemia dell’in-fluenza A, i detenuticome vivono questa“emergenza”?Qui in questo reparto nes-suno mi ha chiesto niente,nonostante siano stati messigli avvisi nei reparti per larichiesta di vaccinarsi.

La Redazione

Conosciamo il 7° RepartoINTERVISTA ALL’ISPETTORE MONTALBANO

Il progetto salute varca il cancello

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ell’aprile di que-st'anno si sono apertii nuovi padiglioni del

nostro istituto, destinati all'ac-coglienza dei detenuti cosidetti“protetti”. In 140, con prove-nienza prevalente dalle carceridi Opera, Monza, S.Vittore eBergamo, sono stati trasferitipresso il “settimo reparto”. 609l'articolo contestato: violenzasessuale. Tanti commi quantele situazioni di fragilità di rap-porti interpersonali, spesso in-trafamiliari, che sfociano intragedie esistenziali per vittimee carnefici. Nonostante la diffi-coltà a parlarne, queste realtà,dalle molteplici sfaccettature,esistono e scuotono le co-scienze di tutti, dentro e fuorile mura, segno tangibile di unasocietà ammalata, in cui ilsesso diventa lo strumento gio-coforza di relazioni distorte atutti i livelli (genitore/figlio,uomo/donna, uomo/uomo,adulto/minore). Il settimo reparto è a tutt’oggi

una nuova esperienza, ancoratutta da costruire: già la stessaconcezione del termine “pro-tetto” deve in questo contestoscontrarsi con una rappresen-tazione della detenzione cheha poco a che vedere con isole,più o meno felici, in cui è abi-tudine rinchiudere ciò che nonci piace. Da qualche anno,anche in questa direzione, aBollate si parla di integra-zione. è sicuramente una sfidaculturale di alto livello, cheparte da presupposti che mal

tollerano i livelli di ipocrisiasolitamente in circolo da que-ste parti. Per dirla alla ma-niera toscana: “noi ci siprova!”. Quando attraverso il por-tone che delimita il passag-gio dal settimo reparto alresto dell’istituto, provo im-mancabilmente una sensa-zione di stordimento, come seda un'isola deserta dei tropicifossi teletrasportata nel soukdi una medina. Il tentativofatto in questi mesi è statoquello di portare l'esperienzadi Bollate dentro il settimoreparto, al fine di poter ga-rantire a tutti lavoro, scuola,opportunità per il tempo li-bero, cultura ecc. Forse arri-verà il giorno in cui il settimoreparto sarà portato dentro aBollate, e non così tanto perfare, ma perché si è davverocompresa e condivisa la pa-rola integrazione.

Catia BianchiEducatore

Progetto BollateINTEGRAZIONE DEI PROTETTI

Un muro chiamato Art. 609

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Corridoio d’ingresso al 7° reparto II C.R. Milano-Bollate

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Un duro, ma serenopercorso

FELICE DI FARVIPARTE

Persone “speciali” a sostegno del progetto

Un saluto a tutti, ora toccaanche a noi. Io come i mieicompagni siamo gli ultimi ar-rivati e presentiamo la reda-zione di “Salute inGrata” del 7°reparto; sono molto contentodel lavoro che si svolge alla re-dazione centrale e sono felicis-simo di farvi parte. Stoespiando la mia pena per reatidi carattere sessuale, e pro-vengo dal progetto dell’Equipe del Dott. Giulini per isex offenders; con il percorsogià fatto, sono molto contentodel trattamento fatto e ho im-parato a non stare in solitu-dine e a non escludermi dallasocietà. I miei compagni dellasede centrale mi aiutano per-mettendomi di continuare nelmio percorso per stare in-sieme agli altri a rapportarmisenza paura ne collera comeuna persona libera.Uno speciale augurio va alcapo redattore Pasquale Fortiper una guarigione imme-diata e tanta serenità.

Said Kurtesi

L’inizio di un percorso

LE SETTE VOCI

Un progetto volto al benessere dei detenuti

Trovo molto bello il progettodello Sportello Salute e la re-dazione di Salute inGrata, cipiace molto contribuire a farequesta bellissima esperienza,come volontari e dedicarci allepersone che hanno bisognod’aiuto. Visto che siamo all’ini-zio cercheremo di poter dare ilmeglio di noi, cominciandodalle fondamenta iniziando apiccoli passi, perché questo re-parto si è avviato da pochimesi, tutto è nuovo ed anche lepersone sono nuove. Molti dinoi, che vivono in questastruttura, sono alla loro primacarcerazione e si sentonosmarriti. Purtroppo ci sonopersone che non stanno benema si sa che la buona salutedipende anche dallo stile divita che abbiamo vissutoprima della carcerazione;quindi è molto importante ri-spettare e mantenere in ot-tima forma il nostro corpo.

Con questo volontariato cer-cheremo di aiutare gli altri de-tenuti del nostro reparto, inmodo da dare voce a molteproblematiche, con la spe-ranza che questo progettocontinui per il benessere ditutti i compagni che si trovanoin questo istituto… non solo inquesto istituto, ma che si dif-fonda in altri istituti italiani.

Enzo Cesarano

Un nuovo stimolo

LA SETTIMA VITA

Ho capito quanto sia importante aiutare

Mi chiamoPaolo Cirillo e sonocontento di far parte di ungruppo così bello come “SaluteinGrata”. Questo mi fa sentirevivo e l’opportunità di poteraiutare le persone in meritoallo stato di salute, capire iloro problemi e quindi dareuna mano, mi convince chenella vita bisogna aiutare tutti,specialmente chi è in carcere.

Paolo Cirillo

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Topo Gigio è il testimonial anti influenzale del Ministero della Salute

I CONSIGLI GIUSTII CONSIGLI GIUSTI

Lavarsi con cura eLavarsi con cura espesso le mani conspesso le mani con

acqua e sapone.acqua e sapone.

Se ci si dimentica diSe ci si dimentica dilavarsi le mani nonlavarsi le mani nontoccarsi occhi, nasotoccarsi occhi, naso

o bocca.o bocca.

Coprirsi naso eCoprirsi naso ebocca con un fazzobocca con un fazzo--

letto di carta quandoletto di carta quandosi tossisce o si starsi tossisce o si star--nutisce, e gettarlonutisce, e gettarlo

subito via.subito via.

Aprire spesso le fiAprire spesso le fi--nestre per aerarenestre per aerare

l’ambiente.l’ambiente.

Se si ha tosse, febSe si ha tosse, feb--bre, cefalea, raffredbre, cefalea, raffred--

dore, consultare ildore, consultare ilmedicomedico ..

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Per questo numero del nostrogiornale ed in riferimento altema dell’influenza A- H1N1,abbiamo pensato di rendereinformazione, intervistando ilsempre disponibile Dott.Moavero.Per l’allarme influenza A-H1N1 l’istituto ha fattoprevenzione ed informa-zione sul caso?Dalle informazioni ricevute daldirettore sanitario, già daiprimi di Novembre è stato pos-sibile per gli operatori sanitariessere vaccinati per il virus in-fluenzale A-H1N1. Per quantoriguarda i detenuti ancora nonci sono disposizioni, ma saràcomunque possibile la sommi-nistrazione soltanto del vac-cino contro l’influenzapandemica. Per gli operatorisanitari è prevista anche la vac-cinazione per l’influenza sta-gionale su base volontaria.In relazione all’influenzaA-H1N1 si sono registraticasi all’interno dell’isti-tuto?In quest’ultimo periodo cisono stati molti casi di sin-drome influenzale con sinto-matologia più o meno grave,quali aumento della tempera-tura corporea, tosse, catarro,dolori diffusi e malessere ge-nerale che però si sono risoltinell'arco di pochi giorni. For-tunatamente fino ad ora però,non c'è stato nessun caso “ac-certato o sospetto” di influenzadi tipo pandemico.Si prevede che ci possa es-

sere contagio?Naturalmente stiamo parlandodi una malattia di per se conta-giosa, viste le modalità di tra-smissione, sopratutto a livellodell'apparato respiratorio. Almomento, ripeto, non ci sonostati casi, ma il contagio po-trebbe avvenire anche attra-verso il contatto con le personeesterne alla struttura, che vi en-trano per i più svariati motivi.Quali sono i soggetti a ri-schio?Esiste un protocollo d’intesastilato dal Ministero della Sa-lute e convalidato, nel nostrocaso, dalla Regione Lombar-dia, che elenca una categoria dipersone a rischio: diabetici,cardiopatici, ipertesi, nefropa-tici (persone affette da gravimalattie renali), soggetti affettida problemi respiratori qualiper esempio enfisema, asma,bronchiti croniche, soggettiimmunodepressi sia di tipocongenito che di tipo acquisito,cioè persone che hanno un si-stema immunitario già com-promesso fin dalla nascitaoppure acquisita in seguito adinfezione (sieropositivi perHIV) oppure soggetti mal nu-triti. Inoltre alcune categorie dilavoratori che operano nel set-tore pubblico o nei servizi diprimaria importanza. Quali sono i sintomi del-l'influenza pandemica?La sintomatologia è simile aquella dell'influenza stagionaleed è per questo motivo chemolte persone si sono messe in

allarme ai primi sintomi anchedi una “banale” sindrome in-fluenzale. Il contagio da virusA-H1N1 può dare una febbremolto alta, che in alcuni casipuò superare anche i 40° C, do-lori articolari e muscolari, ma-lessere generale, nausea,vomito, cefalea.Come comportarsi in casodi contagio?Siccome la contagiosità èmolto elevata, ed avvienecome già ribadito, sopratuttoattraverso l’apparato respira-torio, è consigliabile proteg-gersi con delle mascherine, manon solo! le norme igienichedevono essere rigorosamenterispettate, quindi lavarsi lemani ed eliminare i fazzolettidopo l’utilizzo aiuta a preve-nire il contagio. Qualora si ve-rificasse un caso sospetto oaccertato di influenza pande-mica è previsto l’isolamentosanitario, essendo l’istituto pe-nitenziario una grande collet-tività che deve garantire lasalute di ogni individuo.Allo stato odierno, consi-glia il vaccino?Si! Io consiglio il vaccino, poi-ché secondo il mio punto divista si tratta di una profilassivalida contro la malattia. Io adesempio ho aderito alla diret-tiva dell’ospedale Sacco se-condo la quale, gli operatorisanitari potevano sottoporsialla vaccinazione e già ai primidi novembre sono stato vacci-nato.

La Redazione

Cosa succede in IstitutoINTERVISTA AL DOTT. MOAVERO

Nessun caso di influenza A- H1 N1

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a f ine del la bel lastagione e l ’arrivodell’Autunno portano

l’organismo umano a subireuno stress psico-fisico non deltutto indifferente; grande im-portanza in questo processoha questo anno 2009, il virusH1N1 che ha praticamentemesso la popolazione mon-diale a rischio pandemia in-fluenzale, è motivo dipreoccupazione.I media conti-nuano a daregiorno dopogiorno notiziecontrastanti, seda un lato vieneaffermato chequesta influenzanon è particolar-mente virulenta,dall’altro latoogni giorno cifanno sapere chei decessi sono incontinuo au-mento. Ciò in-f l u e n z as i c u r a m e n t ecomportamentoed abitudini dellepersone che pernon esporsi a ri-schi inutili ritengono di dovercorrere ai ripari. L’allarmismogenerale che si è venuto acreare è forse eccessivo, ma si-curamente conseguenza del ri-tardo relativo alladistribuzione e somministra-zione del vaccino. Nel nostroistituto di reclusione il virus hafatto il suo ingresso sicura-mente favorito dall’accesso,per i più svariati motivi, delle

persone esterne (familiari deidetenuti per i colloqui, agentidi Polizia Penitenziaria, perso-nale sanitario, volontari ecc.ecc.). In pronto soccorso e negli am-bulatori dei reparti, le visitemediche sono in continuo au-mento rispetto a qualche set-timana passata ma non vi ècomunque riscontro di patolo-gie tanto gravi da necessitare

il ricorso all’isolamento del pa-ziente.Leggera febbre, malessere ge-nerale con spossatezza fisica,dolori articolari e faringiti,sono i sintomi che più di fre-quente si manifestano nei no-stri pazienti, che vengonocurati con terapia sintomatica.Il virus è facilmente trasmetti-bile e ne sono stati colpiti piùcompagni di una stessa cella,

ma successivamente alla cura,sono tornati in forma comeprima e ciò ci rende ottimisti.Qualche detenuto, magari unpo’ avanti con gli anni, du-rante la visita si fa scappare labattuta: “Dottoressa non vor-rei essere io il prossimo a mo-rire !”Tali episodi mi fanno rifletteresull’effettiva preoccupazioneche alberga nei pensieri della

popolazione de-tenuta, ma nonmanco mai ditranquillizzarechi viene a farsivisitare, riba-dendo che la sa-lute è un beneprezioso per tutti,detenuti e non eche quindi va tu-telata con ognimezzo.In qualunquecaso mi sento diconsigliare di fargrande consumodi frutta e ver-dura, poiché talialimenti sono ric-chi di vitamine edantiossidanti.Dunque occhio

all’alimentazione, attenti aicolpi d’aria fredda e mi racco-mando osservate le regole diprevenzione: lavarsi bene lemani, coprirsi la bocca tos-sendo, buttare via il fazzolet-tino di carta dopo essersisoffiati il naso, perché ricor-date che per Natale è in arrivol’influenza stagionale.

Dott.ssa Maria Nardo

Allarme influenzaPRONTO SOCCORSO

Tanta preoccupazione e nessun caso grave

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n questo nostro articolo,vorremmo far riferimento aquanto è stato riportato, già

il mese passato, sul tema “in-fluenza nelle carceri”. Il Ministro alla Sanità affermavache, detenuti e personale di Po-lizia Penitenziaria, unitamente acoloro che all’interno delle car-ceri svolgono una qualsiasi atti-vità, non sono a rischiopandemia.In seguito a tali dichiarazioni, viè stata grande mobilitazione ge-nerale alla quale ha preso parteanche il Garante dei detenuti perla regione Lazio: Angelo Mar-roni, nonché il Sig. Capece, re-sponsabile del sindacato Sappe.Questi sostenevano a loro voltache il carcere è un luogo assolu-tamente soggetto all’espansionedel virus A-H1 N1, oltre che na-turalmente altre tipologie divirus influenzali, in quanto co-munità chiuse. Dopo aver sollevato il problema,al Ministero della Sanità, si sonoresi conto che la loro non erastata un’affermazione felice ed èstato in seguito stabilito dagli or-gani superiori di gestione dellevaccinazioni, che il vaccino vadistribuito oltre che al personalepenitenziario che ne facesse ri-chiesta, anche ai detenuti in etàavanzata ed a tutti gli affetti dapatologie che in caso di contagiodel virus H1N1 potrebbero in-correre in gravi complicanze.Per fortuna ci sono ancora per-sone di buon senso e che soprat-tutto, parlano con cognizione di

causa, tenuto conto del fatto chesono vicine al mondo del car-cere.Dopo un mese dall’afferma-zione del Ministro della Sanità,il giornale “La Repubblica”, ri-portava un’intervista a LueMontagnier (professore di famamondiale, scopritore del virusHIV), il cui soggetto era ap-punto l’influenza di tipo A, nellaquale spiegava le modalità disviluppo, nonché dati ed accor-gimenti per la prevenzione.A tale proposito noi ci siamo vo-lute documentare facendoanche un’intervista al medicodel reparto femminile: Dott. ssaMaria Pia Airaghi .Dottoressa da quanti anni

lavora in carcere e come sitrova?- Da due anni esattamente aMarzo 2009. Mi trovo moltobene e m’interessava l’espe-rienza del contatto con donnedetenute, devo però dire che perme è stata una cosa del tuttocasuale.Ha trovato delle difficoltà?- All’inizio parecchie, poca or-ganizzazione e difficile gestionedelle detenute. Pensavo che la-

vorando in carcere avrei risoltole vicissitudini in poche ore, in-vece fortunatamente non èstato così. Innanzi tutto seguole pazienti quotidianamente,avendo così modo di constatarel’evolversi del malore.La malattia più frequente?- “Carcerite”, afferma con unsorriso, le patologie spesso psi-cosomatiche si diversificano edi sintomi vanno determinati aseconda delle valutazioni rela-tive ad ogni individuo.Cosa ci può dire a propo-sito dell’allarme influenza?- Ci stiamo organizzando perun’eventuale pandemia, prepa-rando celle d’isolamento.Come si manifesta questamalattia e quale consigliopuò dare?- Il virus A-H1N1 e gli altri virusdell’influenza stagionale pos-sono dare sintomatologie ana-loghe, quindi febbre alta e tosse,disturbi delle prime vie aeree,tosse o dolori muscolari. La dif-fusione dei virus influenzali av-viene soprattutto nella fase dibreve incubazione e di manife-stazione dei primi sintomi e co-munque per via aerea, ossia adistanza molto ravvicinata. Leinformazioni ad oggi disponi-bili non giustificano atteggia-menti allarmistici, che non sonoscientificamente motivati.Per sostenere il sistema immu-nitario, sono di vitale impor-tanza i fattori psicologici. Ladiffusione dei virus influenzalipuò essere contenuta con

Categorie a rischioINTERVISTA AL FEMMINILE

Scampato pericolo

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VIRUS H1 N1

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..due norme: • Misure generali: finalizzatealla prevenzione del contagio.• Misure specifiche: quali levaccinazioni; finalizzate ad at-tivare nel soggetto una rispostaimmunitaria specifica perquello o quei virus.Il vaccino specifico contro ilvirus A- H1N1 sarà disponibilenel mese di novembre, manell’attesa il mio consiglio è dilavarsi le mani con molta curae regolarità, con sapone o consoluzione idroalcolica, evitarecontatti con persone che pos-sono essere malate, favorire ilricambio d’aria negli ambientiin cui si permane, aprendospesso le finestre, dormire untempo adeguato, alimentarsi inmodo corretto e svolgere atti-vità fisica, coprirsi naso e boccain caso di tosse e buttare i faz-zoletti di carta dopo essersi sof-fiati il naso, bere molto,mangiare frutta, verdura e cer-care di eliminare lo stress,anche se non deve essere deltutto possibile, visto il posto incui vi trovate.Esattamente, come diceva ilProf. Montagnier: “Che brava lanostra dottoressa, ha superato

l’esame”! Non avevamo dubbi,la dottoressa è veramente unbravo medico.Dottoressa le capita di rac-contare all’esterno le espe-rienze che ha o che haavuto in carcere?- Sì alle mie figlie, coinvolgen-dole, cercando far loro capire lasofferenza che regna fra voi.Visto la dedizione con la qualesvolge la propria attività, cisiamo sentite in dovere d’inter-vistare anche l’infermiera dellanostra sezione, persona moltoattenta (garibaldina), semprepronta e disponibile con il suosorriso speciale, ad aiutarci econsigliarci.Arianna da quanto tempolavori in carcere e per qualiragioni hai scelto di lavo-rare qui?-Provengo da un paese stra-niero, pertanto ho incontratomolte difficoltà lavorative, pra-ticamente non trovavo lavoro,mi è capitata questa opportu-nità ed ora sono ben feliced’averla accettata.Capita anche a te di raccon-tare di noi: delle tue sensa-zioni e delle esperienze chefai qui?

- Spesso e sovente parlo di voi achi conosco e frequento.Poi con un sorriso aggiunge: edico che vi faccio filare! è vero, Arianna non parla maidue volte.-O così o così! Questo sembraessere il suo motto. E’ molto disponibile e pensate,ha addirittura provveduto allacura del nostro corpo, facendoentrare dall’esterno un’estetista.Per delle femminucce come noiquesto è stato un vero regalo.Grazie Arianna!Per terminare quest’articolo,non ci rimane altro che fare unariflessione: per fortuna “scam-pato pericolo”. Grazie agli attac-chi di chi si è sentito coinvoltonella questione, anche noi dete-nute/i siamo state inserite nellacategoria così detta: “A rischio”. Giunte alla fine di questo nostroarticolo, ci teniamo a sottoli-neare che non siamo personeesperte in materia, ma pen-siamo comunque d’aver reso unservizio informativo chiarifica-tore in merito a prevenzioni,diete da seguire e fattori psico-logici incisivi, ma soprattuttotrasmettendo che nonostantequesta sia una comunità chiusa,resta sempre aperta a personesensibili che qui adempiono conumanità, impegno e professio-nalità alle loro mansioni.

La Redazione Femminile

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gni inverno, milioni dipersone in tutto ilmondo sono colpite da

questa infezione che non è pe-ricolosa, ma obbliga a stare aletto per 3-5 giorni con febbre,malessere, infezioni respirato-rie.Quest’anno, accanto a quellastagionale, ci sarà anche l’in-fluenza A-H1N1, la famosa“suina”. Preoccupa, perché èun virus nuovo di cui si sa an-cora poco. Quanto è pericoloso? Come sidistingue da quelli stagionali?Come ci si protegge?Si trasmette come un raffred-dore?L’influenza A-H1N1 è un’infe-zione respiratoria con caratte-ristiche simili a quelle dellaclassica influenza stagionale.Viene chiamata cosi perché ilvirus che la provoca è il risul-tato di un incrocio tra due

ceppi virali diffusi negli alleva-menti di maiali. Evento questo, che non è unanovità; si è verificato più voltea partire dagli anni ‘50. Quelloche è nuovo è il virus, che si èdiffuso rapidamente in diversezone del mondo. Non è più pericoloso di altri,ma non avendo ancora svilup-pato anticorpi in grado di at-taccarlo, abbiamo piùprobabilità di contrarlo.I virologi spiegano: “Si tra-smette attraverso le gocciolinedi saliva emesse dal malatoquando tossisce o starnutisceoppure toccando oggetti su cuiqueste si sono depositate”spiega Aurelio Sessa, presi-dente Regionale per la Lom-bardia della Società Italiana diMedicina Generale.Preferisce i più giovani.Come si riconosce?L’influenza da virus A-H1N1 è

caratterizzata da tre sintomi:febbre alta(oltre i 38°), pro-blemi respiratori(tosse, mal digola, raffreddore) e malesseregenerale (mal di testa, dolorealle ossa, debolezza). Da que-sto punto di vista, è una ba-nale influenza, tuttavia inalcune persone con sistemaimmunitario compromesso(cardiopatici, diabetici, malaticronici), nelle donne in gravi-danza e nei bambini con menodi due anni, il virus può infet-tare non solo gola e prime vieaeree, ma anche i polmoni.Queste complicanze riguar-dano soprattutto bambini eragazzi: “Si ammalano più fa-cilmente, perchè hanno incon-trato meno virus rispetto a unadulto e quindi hanno minoridifese immunitarie” spiegaFabrizio Pregliasco, virologoall’Università degli Studi diMilano. Per questo i me

Come non prenderlaALLARME INFLUENZA

Rimedi, vaccini e diete

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0 5 1 0 1 5 2 0 2 5 3 0 3 5 4 0 4 5 5 0 5 5 6 0 6 5 7 0

CHI SONOPIù A

RISCHIOSecondo un’analisisu 6560 Europeicontagiati dal virusA-H1N1, le personepiù colpite si regi-strano nella fascia dietà fra i 10 e 29anni.La fonte è l’Eccdc, ilCentro Europeo peril controllo e la pre-venzione delle ma-lattie.

32%23% 32% 9% 7% 4% 2%

78%

Rischio

Anni

O

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..dici consigliano la vac-cinazione ai giovani.Vaccinarsi: sì o no?Il vaccino antinfluen-zale è un preparatocostituito da virusuccisi o attenuati chestimola il sistemaimmunitario a pro-durre anticorpi.Quello contro i virusstagionali è gratis peranziani con più di 65anni e malati cronici, è con-sigliato a tutti, a esclusione dilattanti di età inferiore a seimesi e persone allergiche auna o più componenti del vac-cino. Quello per l’influenza A,invece, è gratuito per tutti, mai benefici del vaccino vannodal 30 all’80 %; “Farlo, nongarantisce una protezione to-tale”, spiega Pregliasco. Va ri-cordato poi, che il vaccino nonè privo di conseguenze: puòcausare reazioni allergiche dipiccola entità, ma anche dannineurologici e paralisi (soprat-tutto nei bambini). Per questomolti medici insistono sullaprevenzione. La prima regolaè variare la dieta.Vanno privilegiati i cibi fre-schi, di stagione, integrali, bio-logici; indispensabili frutta everdura, meglio crude. Alcunehanno particolari virtù immu-nostimolanti: aglio, cipolla,arancia, limone, cavolo, ca-rota, tè verde e spezie (can-nella, timo, peperoncino,salvia). Da non dimenticaresonno e sport: dormendo al-meno 7 ore per notte aumen-tiamo il GH, l’ormone dellacrescita, che stimola la produ-zione di linfociti (globuli bian-chi che attaccano i corpi

estranei).Un’ora o un’ora e mezza algiorno di attività fisica, ab-bassa del 25 % il rischio di in-fezioni.Infine, una raccomandazione:lavarsi le mani spesso(almenoprima di sedersi a tavola e alrientro a casa). Lo dice unostudio pubblicato sulla rivistaBritish Medical Journal. Senon si ha la possibilità di usareacqua e sapone, vanno beneanche i gel e i disinfettanti incommercio.I vaccini “naturali”

Per potenziare le difese immu-nitarie, oggi ci sono a disposi-zione anche i cosiddetti

vaccini immunostimolanti,che aiutano l’organismo a

combattere meglio ivirus influenzali ele infezioni delleprime vie respiratorie.I medicinali immuno-stimolanti favorisconola produzione di celluleche uccidono quelle in-

fettate dai virus. Questo per-mette loro di “dribblare” imutamenti del virus. Proteg-gono dall’influenza (anche laA) e dalla maggior parte delleinfezioni respiratorie.Per scacciare mal di gola etosse, sono eccezionali i sem-plici fumenti. Basta aggiun-gere all’acqua in ebollizionedel sale ed una manciata di fo-glie fresche o essiccate di sal-via, pino, eucalipto e lavanda;esse fluidificano il catarro e ri-ducono l’infiammazione.Per le bronchiti è dimostratoche un cucchiaino di mielesciolto in una tazza di latte o ditisana fumante, attenua latosse secca in modo efficace.Le erbe naturali si prendononei mesi più freddi e garanti-scono una protezione in piùcontro i malanni di stagione.Ecco le più efficaci: Echima-cea; ricca di vitamina C, Ace-rola; indispensabile per curarele infezioni.Tra i minerali, lo Zinco è il piùimportante alleato delle nostredifese, alcuni milligrammi algiorno attivano il sistema im-munitario contro i virus. Notizie tratte da “Natural Style”

La Redazione

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Scrive Antony De Melloin una delle sue folgo-ranti storie: "Un uomotrovò un uovo d' aquila elo mise nel nido di unachioccia. L'uovo sischiuse e l'aquilottocrebbe insieme ai pul-cini. Per tutta la vital'aquila fece quel che fa-cevano i polli del cortile.Un giorno, quand'eraormai vecchia, vide sopradi se, nel cielo sgombrodi nubi, uno splendidouccello che planava, mae-stoso ed elegante. “Chi èquello?" chiese. Il vicinorispose: "è l'aquila, il redegli uccelli che appar-tiene al cielo mentre noiapparteniamo alla terra,perché siamo polli". Cosìl'aquila visse e morìcome un pollo, perchéera ciò che pensava di es-sere..."Non è una pagina di van-gelo, ma per allegoria eper contrasto dice alcunecose che hanno un sa-pore profondamenteevangelico.

Gesù è l’aquila che volaalta per far scoprire agliuomini di non essere deipolli, perché Dio li ha vo-luti capaci di sfidare icieli e non vuole che pas-sino la vita a razzolaretra le pietre. Il giorno diNatale Dio finisce di es-sere un’aquila, che vivedi splendida solitudinenei suoi cieli inarrivabili,e decide di essereun’aquila che appare neicieli dei nostri pollai perrisvegliare in noi lo spi-rito dell’avventura e dellavita ad alta quota. Diversamente dalla sto-ria, “l’aquila, che èGesù”, scende sulla terraper insegnare agli uo-mini a volare. Sta a noidecidere se preferiamol’aurea mediocrità del-l’aia o se vogliamo pro-vare a sfidare i venti,stando dietro al Maestrodi Nazareth. Diversamente dalla sto-ria la grande aquila che èGesù non si limita ad ap-parire alta nel cielo per

risvegliare nella gallinala nostalgia del volo, mascende nell’aia, “diventa”una gallina per accompa-gnare il percorso di libe-razione dei nostri sogni econdurli dal pollaio allealte vette.Vorrei ricordare a tuttiche il Natale cristiano èuna festa di liberazione,perché finisce l’ango-scioso sospetto che alber-gava nel cuoredell’uomo: “Dio è nemicodella mia libertà?” Iniziainvece un’alleanza ine-dita tra la nostra terra e ilcielo di Dio. Lui si fa“carne e terra”, perchénoi uomini potessimo di-ventare “cielo e vento”.Certo, tutto questo a unpatto: che noi troviamo ilcoraggio di smetterla dipensare di essere soloterra e cominciamo aguardare un po’ al di làdel recinto dove siamosoliti vivere.

Don Fabio Fossati

La nascita dell’aquilaUN PENSIERO SUL NATALE CHE

RITORNA A INCROCIARE I NOSTRIPASSI

aquile o polli?

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Tu scendi dalle stelle - You descend from the star Canto pastorale - Pastoral song

S. Alfonso de’ Liguori (1696-1787)

buon natale

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Tu scendi dalle stelle - You descend from the star Canto pastorale - Pastoral song

S. Alfonso de’ Liguori (1696-1787)

buon natale

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l titolo è un voluto giocodi parole e credo sia effi-cace per introdurre l’ar-

gomento. Tutto il seguentecontenuto del presente arti-colo parte con la domanda:Quanto l’influenza può in-fluenzare la vita durante lacarcerazione? è doveroso descrivere il signi-ficato delle due parole più “in-fluenti”. Esistono due tipologiedi influenza: l’influenza deri-vante dalla parola influire, cioèqualcuno o qualcosa che godedi autorità, potere oppure pre-stigio in relazione al cui con-cetto, il titolo dell’articolosarebbe anche potuto essere “ilpotere dell’influenza”e l’in-fluenza intesa come “grippe”(termine medico), derivantedal senso di “diffusione di cosafluida”, quindi epidemia. Que-sta è scientificamente descrittacome malattia contagiosa, de-terminata da virus (sono cono-sciuti 3 tipi: A, A1 e B). ècaratterizzata da sintomimolto vari, a seconda della lo-calizzazione virale; colpisceprevalentemente l’apparatorespiratorio con febbre più omeno alta, stato di astenia etendenza alle complicazionirespiratorie provocate da asso-ciazioni batteriche….per dirlain modo semplice, cominciacosì: prima un senso di sec-chezza nella parte alta della fa-ringe (gola) e un pizzicore, poi

degli starnuti, dopo un liquidochiaro che irrita la narice, ilnaso si chiude, la fronte di-viene pesante, gli occhi lacri-mano, la voce cambia comequando si chiude il naso con ledita, un modico mal di testa(quando va bene), un males-sere generale, la febbre con ilmal di ossa ed infine “l’im-presa”. Ecco qui la parolachiave, l’impresa , quella cheunisce il malessere fisico do-vuto all’influenza alla deten-zione. L’influenza è undisturbo fisico forte che perl’appunto influenza negativa-mente il nostro noioso quoti-diano e scombussola laroutine. Di fatto quando inteoria dovremmo effettiva-mente rinunciare ai nostripochi svaghi giornalieri e ripo-sare poiché “influenzati dal-l’influenza”noi detenuti siamocostretti ad organizzare e pia-nificare quello che si spera es-sere un valido piano direcupero che inevitabilmentecomincia con l’organizzazionedella visita medica speciali-stica, attendere l’erogazione diuna terapia adatta in tempoutile e soprattutto vincere la“sfiducia” nei confronti delmedico istituzionale (anche seconvinto che il tema fiducia-sfiducia nell’organizzazionesanitaria delle istituzioni car-cerarie meriterebbe un capi-tolo a se stante). A volte questa

impresa risulta insormonta-bile per una persona detenuta,in quanto influenzata dallarassegnazione e dalla debili-tante malattia.A volte è meglio attenderel’infermiera di sezione chepassa le terapie serali, chie-dere il solito rimedio “stan-dard” a base di Nimesulide oquando va bene una pastigliadi Paracetamolo ed ovvia-mente una buona dose di for-tuna e speranza in merito allaguarigione. Tutto questo solose si è estremamente fortu-nati, e conditio sine qua non,che l’infermiera sia di buonumore. Tenuto conto che il Decretodel Presidente del Consigliodei Ministri del 1 Aprile 2008stabilisce che i detenuti alpari dei cittadini in stato di li-bertà hanno diritto, nell’am-bito del Servizio SanitarioNazionale, alla prevenzione,alla diagnosi, alla cura e suc-cessivamente diritto adun’adeguata riabilitazione,secondo voi il nostro dirittoviene rispettato? Sarei cu-rioso di sapere cosa ne pen-sate e credo sia cosa utileinviare delle vostre impres-sioni alla nostra redazione,perché chissà, magari tutti in-sieme possiamo trasformarel’attuale impresa, in una sem-plice ed efficace operazione diroutine.

Cosa fare per curarsiL’INFLUENZA DELL’ INFLUENZA

Quando ottenere una cura diventa un’impresa

Alexander Scheffler

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apevate che l’influenzasi trasmette da sempresopratutto per via

aerea?Quanti sanno che l’influenzapuò causare la morte? Sapevate che gli attualivirus, come ad esempio ilvirus A-H1N1 sono l’evolu-zione di non più di tre ceppiprimordiali mutati nei se-coli?Molte sono le informazioniacquisite nel tempo, ma an-cora non si conoscono le di-namiche secondo le quali lemalattie si trasmettono. C’èda tenere in considerazioneche spesso il contagio ci de-riva dal regno animale (zoo-nosi) e questo a ulterioreconferma del fatto che i virussono in continua evoluzione,infatti nonostante le diver-sità biologiche che da essi cicontraddistinguono i virushanno la capacità di trasfor-marsi, adeguandosi alle di-verse tipologie di DNA.Proprio la considerazionedel fatto che diverse catego-rie tra gli esseri viventi sonovulnerabili a determinativirus, ci da la possibilità distudiare quelle categorie cheinvece non lo sono e da essepoter capire quali difese im-munitarie mettono in attoper rendersi immuni. Tor-nando alle modalità di tra-smissione di virus dagli

animali all’uomo ed in consi-derazione di quanto appenadetto, pensiamo un po’ allemalattie di questi ultimianni, per le quali grande ecomediatico si è speso: c’è statal’influenza aviaria e que-st’anno quella suina. In-somma pare proprio che allabase dello sviluppo dei virusvi sia un’iniziale estensionedella patologia all’internodel regno animale, ma ciòche sorprende è con quantarapidità e violenza tali ma-lattie aderiscano a quella cheè la biologia del corpoumano e se si è già affetti dapatologie che hanno danneg-giato il sistema respiratorioo cardiocircolatorio, l’esserecontagiati dai virus influen-zali può aggravare le condi-zioni degli ammalati e neicasi più gravi, può addirit-tura essere causa di decesso.Basti pensare che ogni annosolo in Italia, sono tantissimigli individui che in seguito alcontagio da influenza stagio-nale muoiono. Ho letto di re-cente, che a causa delcarente sistema immunitariodi alcune specie animali, ivirus sono nelle condizioniideali per perfezionare ilmodo d’attacco più efficaceper divenire letali, un po’come dire che il regno ani-male è il campo d’addestra-mento prima della grande

battaglia, campo dove ilvirus può seguire un pro-cesso evolutivo con la fina-lità di rendersi immune alledifese farmacologiche messein atto dall’uomo e solo al-lora, quando la mutazione èavvenuta ci si rende contodel pericolo, poiché di fattonon si hanno farmaci ai qualii virus non si siano adeguati.Fortunatamente il continuomonitoraggio di tale evolu-zione ci permette d’indivi-duare forme viventi che daessi sono immuni e da questitrarre le informazioni biolo-giche necessarie affinchépossa essere prodotto un ef-ficace vaccino specifico, ma èdunque ragionevole trarre laconsiderazione secondo laquale l’anno prossimo anchequesto ennesimo ostacolo al-l’espandersi di un determi-nato virus, sia superato daun’ennesima evoluzione diquesto.Purtroppo le malattie infet-tive fanno parte di questomondo tanto quanto ciò chelo compone ed è utopisticopensare di trovare un far-maco in grado di contrastarein modo definitivo i virus in-fluenzali, ma è rassicurantepensare che tanto quanto ivirus, anche l’uomo è in con-tinua evoluzione e che so-prattutto in ambito medicoquesta sia una grande realtà.

Ogni anno si cambiaVIRUS MUTANTIRicerca in evoluzione

Roberto Lumia

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Page 20: SALUTE inGRATA NOV-DIC 2009 - Ristretti · 2015. 10. 28. · N. 10 SALUTE inGRATA Nov. Dic. 2009 DIRETTORE RESPONSABILE Angelo Maj VICEDIRETTORI Viviana Brinkmann Matilde Napoleone

n questi giorni si parlanel mondo di Pande-mia, l’influenza detta di

tipo A ed i ricordi volanolontano fino a vent’anni fa,quando vi fu la notizia deiprimi contagiati dell’AIDS .Leggendo i giornali sembrache nel mondo esterno regniil panico, nessuno ha ancoracapito come si trasmetta ilvirus, ma dal divieto di ba-ciare, alla probabile chiusuradelle scuole e forse anche allasospensione del campionatodi calcio, preoccupanti noti-zie sono all’ordine del giornoe la vendita di mascherine edantibiotici fanno la fortuna dialcune ditte farmaceutiche.Qui a Bollate come si vive? Sicuramente cercando sem-pre più di tenersi informatied anche se qualche compa-gno è preoccupato, ad ogginon esistono casi denunciatiall’ interno dell’ istituto.Sicuramente la Direzioneavrà concordato con il Prov-veditorato un piano per af-frontare l’eventuale crisianche qui all’interno, se cisarà.Siamo a novembre e le atti-vità sono tutte riprese, anchela scuola ha avuto inizio,quindi ci sarà un’affluenza didocenti e volontari che po-tranno essere l’eventualeponte per il virus tra l’esterno

e l’interno.Certamente sia la Polizia Pe-nitenziaria che noi viviamoquesti giorni con appren-sione, ma la vita continuapressoché con gli stessi ritmi.La sanità mondiale si è atti-vata immediatamente ed ènoto che è già pronto il vac-cino che proprio in questoperiodo è prodotto per soddi-sfare la richiesta della popo-lazione.La speranza è che l’igno-ranza ed il panico non la fac-ciano da padroni e cheepisodi come quello di Na-poli, dove sono avvenuti inquesti giorni diversi decessinon si ripetano. è impensa-bile che i familiari siano statitrattati come appestati, alpunto che alcuni concitta-dini incrociandoli cambias-sero strada mentre i vicini dicasa addirittura vivono dareclusi.Questa è la pandemia peg-giore, un virus chiamato“paura”.Mi auguro che qui non ar-rivi, visto che l’abbiamovissuto vent’anni orsono edil ricordo di quel periodo incarcere, oltre a farmi malemi rattrista parecchio.Ammalarsi è già motivo dipreoccupazione e sentirsiemarginati non fa che peg-giorare le cose.

Virus H1N1PANDEMIA

Prima del virus bisogna combattere la paura

Antonio Sorice

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I PoesiaMAMMA

Tu sei il mio angelo, tu checon la tua semplicepresenza porti il sorriso nelmio cuore ...Sei tu mamma ... sei la miapersona specialeche nessuno al mondo potràmai sostituire!

TI VOGLIO BENE Con l'anima non con il cuore,perché il cuore smetterà dibattere mentre la mia animavivrà in eterno Sei l'arcobaleno dopo la tem-pesta, sei tu che mi fai pian-gere per una parolainterpretata male e mi faiemozionare quando pensoche mi appartieni ... Quando sei nata pioveva, manon erano gocce di pioggia.Erano le lacrime del cielo chesi infrangevano nel suolo peraver perso una stella comete. Si cresce, si migliora o sipeggiora, si ama o si odia...ma ricorda che la tua stradasarà sempre ricca di personeche ti vogliono bene, perché sei semplicemente UNICA.Sono parole comuni per temia grande mamma ...

Ciretta Girardi

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a salute è senza dubbiouno dei beni più pre-ziosi concessi all'umana

esistenza: essa fa così intima-mente parte di noi che, dinorma, neppure l’apprez-ziamo.La sua importanza ci appareevidente solo quando, per unaccidente qualsiasi, anche unaminima ferita o un lieve males-sere, viene turbato il mirabileequilibrio del nostro organi-smo.Forse non è il dono maggioreconcesso all'uomo, infatti, nonraramente sentiamo di per-sone disposte a grandi sacrifici,ad immolare la vita stessa perun ideale sacro o profano chesia.è stato però anche osservato,con non poca ironia nei con-fronti dell'umana natura, chese l’uomo a vent’anni sogna lagloria, a trenta l’amore e a qua-ranta la ricchezza, a cinquantaanni può essere già contento senon abbisogna d’aiuto.Noi che abbiamo ormai ridi-mensionato le nostre aspira-zioni, ma che conserviamoancora fiducia nel valore dellavita, consideriamo la salutecome premessa fondamentaleper ogni nostra vantaggiosa at-tività e per una valida perma-nenza nel contesto sociale.Oggi spesso si parla di “dirittoalla salute” ed un preciso rife-rimento in proposito è pre-

sente anche nella Carta Costi-tuzionale dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità (OMS)che, ha definito la salute “unostato di benessere fisico, men-tale e non meno importante:sociale”, inoltre afferma cheessa è uno dei diritti fonda-mentali di ogni essere umano,qualunque sia la sua razza, lasua religione, la sua opinionepolitica, la sua condizione eco-nomica ed appunto sociale.Purtroppo la dea dagli occhibendati: la Fortuna, non con-cede a tutti un eguale livello disalute, come non dà eguale bel-lezza ed intelligenza. Bisognariconoscere che il mondo bio-logico è per propria natura in-giusto e crea disparità, che ilmondo sociale difficilmenteriesce a colmare.La salute è dunque un beneconcesso all'uomo, non un di-ritto. In un mondo civile sipotrà eventualmente parlare di

diritto all'assistenza, comeprova d’impegno nei confrontidi chi è malato o invalido. As-solutamente più corretta èquindi l'espressione riportatanella Costituzione della Re-pubblica Italiana, secondo laquale: “La tutela della salute èfondamentale diritto dell'indi-viduo ed interesse della collet-tività”.Troppo spesso si vantano oggidiritti, mentre si dimenticano idoveri e la salute è proprio unbene che dobbiamo difendereda tutte le insidie, conservare eguadagnarci giorno per giornoapplicando corretti principi dieducazione sanitaria e di medi-cina preventiva.è nostro dovere prodigarciperché tali principi siano larga-mente divulgati ed applicatianche se implicano qualchesacrificio o se richiedono qual-che rinuncia in relazione allenostre abitudini di vita.

Cosa vuol dire stare bene?LA SALUTE NON è TUTTO, MA è MOLTO

Salute, diritto e dovere dell'uomo moderno

Isidoro Bossio

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L

L’Editore di SALUTE inGRATA ringrazia coloro iL’Editore di SALUTE inGRATA ringrazia coloro iquali hanno contribuito al sostegno economico delquali hanno contribuito al sostegno economico del

periodico:periodico:Allegri Roberto; Baadi Salah; Bartolotta Antonino;Ben Chraiet Oustfi; Berlingeri Enzo; BortolozzoWalter; Bossio Isidoro; Cesarano Enzo; CirilloPaolo; Cunsolo Piero; Conte Giovanni; Di PasqualeEttore; Errede Francesco; Lumia Roberto; KurtesiSaid; M'bengne Issa; Manfrinato Settimo; MelilloDiego; Micchia Vincenzo; Pisano Diego; Shehi Lul-zim; Sorice Antonio; Tarantola Andrea; Vataj Pje-ter; Squilacioti Rocco; Girardi Ciretta; MilesiPatrizia; Molteni Giancarla .

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econdo voi perché almalanno stagionale èstato dato il nome “in-

fluenza”?Pare che secondo un’anticacredenza, nella stagionefredda si subiva l’influenza dialtri individui malati, amma-landosi a propria volta, per cuicol passare del tempo si è con-solidato il modo di dire: “Hopreso l’influenza”.Ma cos’è? E’ una patologia in-fettiva molto contagiosa e col-pisce persone di qualsiasi etàed attacca prevalentementel’apparato respiratorio. Essa ècausata da un gruppo di virusdenominati Orthomyxovirus(dal greco orto: dritto, e mixa;muco).Questi virus sono in grado dipenetrare nelle cellule dellemucose, delle vie aeree dan-neggiandole.Sono virus piuttosto grandi edhanno un genoma compostodi otto segmenti di RNA, av-volti da una struttura proteica

elicoidale, a sua volta rac-chiusa in una struttura ricca dilipidi e provvista di elementiproteici, i quali servono a rico-noscere i recettori e penetrarenelle cellule nelle quali da-ranno luogo alla loro moltipli-cazione. Questi virus hanno lacapacità di uccidere le celluledentro le quali si incremen-tano; questo porta al danneg-giamento della mucosa dellevie aeree (faringite e bron-chite) e una conseguente in-fiammazione dovuta almovimento del muco il qualeha invece funzione protettiva,non permettendo l’adesionedei batteri ai tessuti, evitandodunque una loro colonizza-zione. Quando succede questoall’infezione virale, si sovrap-pone un’infezione batterica,ecco perché spesso il medicoprescrive antibiotici, che sonofarmaci antibatterici e non an-tivirali.Chiudendo questa parentesipiuttosto tecnica, vorrei par-

lare di quanto avviene tra dinoi detenuti dell’infermeria, ionoto che questo cambio re-pentino di clima ha aiutato ildiffondersi di un semplice raf-freddore, anche se alcuni ac-cusano mal di gola ed un po’ dibronchite; pochi per fortuna.Non conosco la situazionenegli altri reparti, ma quimolte persone sono già debili-tate da altre patologie e nonvorrei che con il passare deltempo e permanendo questasituazione climatica, qualcunopossa accusare delle ancor piùsgradevoli e pesanti malattiedovute appunto all’influenzadi tipo A. Allo stato attuale co-munque, la situazione qui ininfermeria è, potrei dire nellanorma, ma siamo solo a No-vembre. Auguriamoci che lasituazione resti tale anche neimesi a venire.Grazie per l’attenzione e colgol’occasione per augurarebuona salute a tutti.

Cesare Zubani

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CAMMEO STORICONel corso dei secoli al l ' inf luenza sono stati dati tanti nomi ( ipiù recenti sono la Texana, la Cinese o Asiatica, la Suina ecc.)ma la causa è sempre lo stesso virus. Questo virus, che fu fotografato per la prima volta in Americanel 1941 grazie a l microscopio e let tronico, è “mutogenico”;

ogni anno si evolve e diventa immune agli antibiotici . Quindi i l nostro sistema immunitario non è preparato al le nuove influenzee, di conseguenza, ci “becchiamo” i l raffreddore. Nei secoli scorsi, non esistendo le vaccinazioni, il virus dell' influenza ha causatotantissimi decessi: basti ricordare tra la I e la II guerra mondiale, l'influenza dettaSpagnola causò in Europa centinaia di migliaia di vittime.

A c u r a d i L o r i s L a r e aAgente di Polizia Penitenziaria

Orthomyxovirus: il ceppo virale dell’influenzaCHE COSA è L’INFLUENZA?

Un po’ di notizie

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LA REDAZIONE SI CONGRATULA

L’ART DIRECTOR RICEVE L’ENCOMIO

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renotare un esame e riti-rare il referto dal farma-cista e se il medico di

famiglia lo prescrive, passare infarmacia per controllare il cole-sterolo o la glicemia ed ancoraricevere direttamente a casa imedicinali di cui si ha bisogno. Sono solo alcuni dei nuovi ser-vizi che avremo presto dalle far-macie in convenzione con ilServizio Sanitario Nazionalequesti infatti li prevede un de-

creto legislativo (in via di pub-blicazione in Gazzetta Ufficialeapprovato lo scorso 2 ottobre inattuazione della delega previstadall'art.11, legge n.69/09). “Già oggi alcune farmacie neforniscono alcuni, a pagamentoo gratis grazie ad accordi con leRegioni”, precisa AnnarosaRacca, presidente di Feder-farma (federazione dei titolari difarmacia). “Con l’entrata in vi-gore della nuova normativaperò, saranno disponibili intutta Italia e sempre gratuita-mente. Le farmacie saranno li-bere di aderire, ma appareverosimile che lo facciano tutte.Siamo riusciti a realizzare il pro-cesso d'informatizzazione e riu-sciremo a creare anche questarete di servizi per il cittadino”. Dunque in relazione a tali di-chiarazioni, è pertinente affer-mare che si potranno prenotarenella farmacia più vicina a casa

visite ed esami e lo potremo fareanche il sabato e la domenica inquella di turno.Effettuare mini analisi, controlliindividuali periodici su richiestadel medico di famiglia non ri-chiederà più l’esasperante iter alquale siamo abituati. Consegne-ranno a casa farmaci, disposi-tivi, miscele per nutrizioneartificiale e terapie del dolore.Rivolgendo il pensiero a pa-zienti disabili magari costretti arestare a letto o agli anziani, ri-sulta impensabile non apprez-zare tale positivo cambiamento. Insomma una super farmaciache sarà di supporto ai medici difamiglia e agli ospedali, al fine direndere migliore il Servizio Sa-nitario Nazionale. Un’ottimainiziativa a favore dei più, masoprattutto dei disabili.

Tratto dal Corriere della Seradel 01/11/09

Aumentano gli strumenti al servizio del cittadinoARRIVANO LE SUPER FARMACIE

Nuovi servizi: dalle analisi, all'aiuto per i malati croniciVincenzo Micchia

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Il Traduttore Hoxha Qemal ci lascia, è ri-tornato in libertà! Un “in bocca al lupo” datutta la Redazione.D i a m o i l n o s t r o c a l o r o s o b e n v e -nuto (vedi fo to) a : Giancarla Molteni, Capo Redattrice alFemminile. Buon lavoro!

La Redazione

NOTIZIE

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tudiosi, professori, ecase farmaceutichesono alla continua ri-

cerca di vaccini e cure perprevenire le svariate malattieche popolano la Terra. Negliultimi anni si sono fatti passida gigante nella lotta contromalattie mortali come il can-cro, l’Aids ed altre, sottova-lutando però le nuoveinfluenze che arrivano pun-tualmente ogni anno. La te-muta influenza A, tantovirulenta a causa di un virusidentificato come H1 N1, hagià fatto parecchie vittime nelmondo. I primi contagi sisono avuti nelle Americhe,ma ben presto si sono estesiin Asia, Europa settentrio-nale ed è cronaca di questesettimane che anche in Italia

vi siano stati decessi attribui-bili a questo particolareceppo dell’influenza. In que-sti mesi sono state molte leraccomandazioni dei medici,riguardanti questo Virus. I governi continuano a rassi-curare le popolazioni dando

conferma sulla stabilità delceppo, ma la probabilità cheil virus muti in una forma piùresistente alle cure, è con-creta. In Italia, il vice Mini-stro della salute, dice che unaprima fornitura di 500 miladosi di vaccino per l’in-fluenza A, è già arrivata. Sitratta di vaccini quaranten-nali, cioè che non possonoessere utilizzati prima del-l’autorizzazione dell’Emea(L’Agenzia Europea del far-maco). Quando l’Emea daràl’autorizzazione, inizierà lacampagna di vaccinazioneper 8,6 milioni di persone.Auguriamoci dunque, che icinquanta milioni di abitantirimanenti in Italia abbianoquanto prima la loro vaccina-zione.

Pronti ad intervenireMALATTIE INFETTIVE

Da sempre l’uomo combatte le malattie Diego Pisano

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ridere fa buon sangueLA VIGILIA DI NATALE

Antonio con una bella Ferrari fiammante intravede sulla statale Salvatore, con un bueed un asinello, che fa l’autostop. Si ferma e gli chiede: “Salvatore cosa fai con il bue e l’asinello?” Salvatore risponde:“Niente quest’anno voglio fare un vero presepe vivente per cui li porto a casa!”Antonio: “Si, va bene, ma come fai a chiedere l’autostop con loro?”Salvatore:“Non è un problema, basta legarli dietro e camminano da soli”.A questo punto Antonio dice a Salvatore: “Se le cose stanno così non c’è problema! e legatigli animali, salii in macchina.I due si avviano ed Antonio dice a Salvatore: “ Vado piano non si sa mai” Salvatore:“Nooo! Vai pure non preoccuparti!”Antonio a questo punto accellera sino ad arrivare a cento all’ora, e dice: “è troppo?”Salvatore risponde.“Nooo! Corri ancora, stai tranquillo!”Antonio arriva a duecento kilometri all’ora, guarda nello specchietto retrovisore e dice:“Mi sa che stiamo esagerando, c’è la mucca che ha tirato fuori la lingua da un lato”.Salvatore:“Accellera, accellera che vuole superare!”

Giuseppe Castiglia

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VIRUS H1 N1

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li umili di tutta laterra, di sofferto e sof-ferente disagio sociale,

non hanno mai avanzato pre-tese relative ad armamenti, di-chiarazioni di guerra, né maihanno fatto della loro condi-zione motivo di tortura. Consi-derazioni queste, cheesprimono il concetto secondoil quale: “Nella natura degli ul-timi non esistono guerre”.Da detenuti, senza evasive di-scolpe, in considerazione delfatto che volenti o dolenti, laviolenza in qualche modo l’ab-biamo praticata, riteniamo cheil concetto di pace qui, appuntoin questi luoghi, deve esserespecchio di un reale convinci-mento relativo al fatto che l’es-sere civili implica il non essereviolenti, solo così può esseredavvero consentito a tutti di ri-fiutare ogni tipo di violenza.Noi detenuti siamo parte dellasocietà in tutte le sue connota-zioni, per cui riteniamo che, selo Stato vuole essere espres-sione di civiltà a garanzia dellavita del singolo e della colletti-vità, tutti si devono sentirepartecipi dello Stato di Dirittoin tutte le sue manifestazioni.Quella che si è svolta anche al-l’interno di questa struttura, èstata una Marcia Mondiale perla pace che, prima di ogni qual-siasi altra considerazione deveiniziare dentro ognuno di noi

per poi essere estesa ad ogniluogo. Qui nel carcere di Bol-late, abbiamo espresso la vo-lontà di essere parte della cittàdegli uomini, partecipando inmodo sicuramente fisico, masoprattutto umano alla mani-festazione concretizzatasi nellamarcia per la pace.Noi di Salute inGrata, perio-dico mensile sulla Salute dellaII C.R. di Milano-Bollate, insenso attivo e propositivo, cioccupiamo ogni giorno da vo-lontari, dello sviluppo di unprogetto relativo al tema “sa-lute”. Sicuramente le attivitàsvolte in quest’ambito sono as-solutamente compatibili colconcetto di pace, poiché pren-dersi cura di un altro individuovuol dire sentire grande re-

sponsabilità nei confronti del-l’avvenire, del benessere, dellasalute, della cura di altri. L’es-sere preoccupati, il farsi caricodelle sofferenze altrui, significainstaurare un rapporto d’alle-anza, di complicità, di soste-gno, di pace appunto, conl’individuo stesso. La salute intesa come bellezzainteriore, come modo concretodi condividere con l’altrol’esperienza di un umano rap-porto, senza cancelli o divisoridati da differenze culturali,razziali e religiose.Per concludere, riteniamo chela pace sia dentro ognuno dinoi, dentro ogni individuo chesente l’altro come se stesso e ri-conosce il suo prossimo in ognidove del pianeta.

Pace significa anche aver cura del prossimoPACE E SALUTE

Marcia per la pace: il punto di partenza è dentro di noi Antonino Bartolotta

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u per la prima volta clas-sificata nel 1906 dal neu-rologo tedesco Alois

Alzheimer, cui deve il nome, fuinizialmente considerata unarara forma neurodegenerativa disoggetti giovani e indicata comedemenza pre-senile. In seguito,si riscontrò che era più diffusonegli anziani (colpisce il 5% deisoggetti oltre 65 anni e il 20-40%di quelli oltre 85 anni).Negli individui fra 30 e 50 anni,la malattia è indicata come Al-zheimer precoce. I malati in Ita-lia sono 600.000 circa, cifra cheentro il 2020 sembra destinata araddoppiare.Anche se i malati d’Alzheimersono principalmente individui inetà avanzata, la patologia nonsembra essere riconducibile alprocesso di invecchiamento fi-siologico, che può rallentare al-cune funzioni, ma nondeterminare disturbi quali l’inca-pacità di ricordare azioni appenacompiute o di riconoscere i fami-liari. Non sono noti specifici fat-tori responsabili della malattia;non si tratta di una patologia ere-ditaria, anche se si osserva unacerta familiarità, cioè la tendenzaa presentarsi con una certa cicli-cità in alcune famiglie.La malattia colpisce le cellulenervose della corteccia cerebrale,ovvero della porzione dell’ence-falo che presiede alle funzionipsichiche più complesse, quali la

parola, la scrittura e l’elabora-zione del pensiero. I sintomidell’Alzheimer, di conseguenza,comprendono la progressivaperdita delle facoltà che dipen-dono dalla corteccia: il malatonon riesce a coordinare i movi-menti, perde la memoria e granparte delle sue capacità mentali;in fasi più avanzate, vi è una pro-gressiva perdita di autonomianello svolgere le attività quoti-diane e possono comparire sin-tomi quali: disorientamento,depressione, irritabilità. La ma-lattia può rimanere silente peranni, ma al suo manifestarsi nonè possibile prevederne il decorso,ovvero tempi e gravità dei sin-tomi. Non è letale, ma può note-volmente peggiorare la qualitàdella vita del paziente; si protraein media per 6-8 anni, anche sesi registrano casi di pazienti ma-lati da 20 anni. Il decesso soprag-giunge per complicazioni qualipolmonite e altri infezioni. Lacompleta certezza della diagnosipuò aversi soltanto da esamepost-mortem dei tessuti cere-brali; esistono però alcuni criteriche permettono un’accuratezzadella valutazione del 90%. Allacomparsa di segni di demenza,che potrebbero costituire l’indi-zio di una degenerazione di tipoAlzheimer, si compiono alcuneindagini allo scopo di escludereeventuali altre cause di demenza.L’anamnesi del paziente per-

mette di verificarne la storia cli-nica, le abitudini, e la familiaritàdella malattia; esami radiologici,e in modo particolare la tomo-grafia computerizzata e la riso-nanza magnetica nucleare,evidenziano eventuali lesioni oformazioni tumorali che potreb-bero essere correlate con i sin-tomi rilevati.Allo stato attuale, non si cono-scono cure che permettano diguarire la malattia e di ripristi-nare le facoltà mentali compro-messe. Alcuni farmaci inibitori,hanno per un certo periodo ditempo un effetto di rallenta-mento del processo neurodege-nerativo. Ai malati vieneconsigliato, per quanto possibile,il mantenimento di un’attività fi-sica e l’esecuzione di esercizi dimemoria.Il vaccino potrebbe fermare ilprocesso degenerativo, anche senon arrestare definitivamente ildecorso dell’Alzheimer.

Malattia degenerativaMORBO D’ALZHEIMER

600.000 casi in Italia e nessuna cura definitiva

Giacomo D'Angelo

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F

ERRATA CORRIGE

Sul precedentenumero, a pag.10, per ministridi culto evange-lici, si legga mi-nistri di culto

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Dottoressa da quantotempo esercita la profes-sione di medico?Ho cominciato a svolgere questaprofessione quattordici anni fae lavoro presso l’area sanitariadi questo istituto da quando èstato aperto il 7° reparto nell’Adel 2009.Come si trova a lavorarepresso un istituto peniten-ziario?Direi più che bene. Noto solo al-cune diversità nell’uso di alcunifarmaci.Vengono usati in maniera spa-smodica gli antinfiammatori(Aulin etc.) e spesso veniamo aconoscenza del fatto che alcunidetenuti fanno un uso errato delfarmaco: “ Li sniffano”!Parecchi hanno alle spalle espe-rienze di tossicodipendenza.Ovviamente monitorando e fa-cendo attenzione alla prescri-zione dei farmaci, notiamo chealcuni pazienti pongono richie-ste per avere antinfiammatoridel tutto non coincidenti con laloro patologia.Nota qualche carenzastrutturale o strumentaledell’area sanitaria?Sicuramente c’è qualche ca-renza strumentale. Alcuni diquesti sono purtroppo obsoleti,ma comunque idonei a soddi-sfare le esigenze primarie. Man-cano degli strumenti d’arredo,carrozzine e barelle hanno deci-samente fatto il loro tempo e sa-rebbe ormai ora di mandarle inpensione.Il dirigente sanitario ha più e piùvolte fatto richiesta all’OspedaleSacco, ma stiamo ancora atten-

dendo. Non mancano certo lesollecitazioni ma ancora nulla.Spesso i pazienti detenutilamentano lunghe attese,in relazione alla possibilitàd’effettuare visite speciali-stiche all’esterno, ha com-menti in merito?I tempi d’attesa sicuramentenon si discostano molto daquelli patiti dalle persone libere,purtroppo i lenti iter burocraticisono causa di disagio tanto fuoriquanto dentro.Noi come medici dell’area sani-taria dell’istituto, eseguiamo contempestività le varie richieste divisite esterne. La segnalazioneviene in primo luogo effettuatada medici specialisti collabora-tori interni (Cardiologo, Infetti-vologo, Oculista, Dentista etc.) esuccessivamente informiamo ipazienti dell’avvenuto inviodella richiesta di visita speciali-stica esterna. Una volta ottenutoil consenso, viene fisicamenteinviata la richiesta all’ospedale.In relazione alla disponibilitàdella struttura esterna, provve-diamo ad organizzare la visita.Nel caso ci fosse necessità di vi-sita immediata o imminente,questa viene solitamente effet-tuata entro tre giorni dall’inoltrodella richiesta.Il personale medico è suffi-ciente?Al momento siamo quattro me-dici e cinque infermieri, ma re-stiamo comunque al di sotto diquello che sarebbe l’organico ot-timale in relazione al numero dipersone detenute che tra l’altroè in continua crescita. è statafatta richiesta d’integrazione del

personale e a breve dovrebberoarrivare due nuovi medici e treinfermieri.Per quanto riguarda ilpronto soccorso, riuscite acoprire il turno notturno?Assolutamente si! Per il turno dinotte c’è un’unità medica che sioccupa di tutti gli interventi ri-chiesti in istituto.

La Dott.ssa chiede di rispondereall’articolo pubblicato nelN.5°/2009 del giornale “Cartebollate”, secondo il quale l’ope-rato dello Sportello Salute nonrispecchia affatto i presuppostiriportati nel progetto iniziale,non soddisfacendo di fatto lenecessità dei detenuti richie-denti e non riuscendo dare ri-sposte significative atte allarisoluzione dei problemi denun-ciati ed a tale riferimento dice:“Io non credo che l’area sanita-ria non abbia fatto il possibileper dare risposta e ricercare ilpercorso di risoluzione più ido-neo ai problemi denunciati,compresi quelli a cui si fa riferi-mento nell’articolo, i tempi d’at-tesa, lo ribadisco, sono quelliche purtroppo si patisconoanche all’esterno, noi siamosempre disponibili e sempredalla parte dei detenuti pazienti,visto che non vi è alcuna discri-minazione data dal fatto di ope-rare all’interno di un carcere.noi andiamo avanti con le no-stre indagini in conformità alprotocollo e nulla di meno”.

Liliana Maris

Medico del 7° Reparto

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INTERVISTA AL MEDICO DEL SETTIMO REPARTO

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ome ogni anno, con ilgiungere dell’invernocomincia il calvario

dell’influenza e dei malannistagionali. La moltitudine dipersone all’interno di unastruttura come il carcere, fa-cilita il diffondersi del virusdell’influenza e il contagio fraindividui può avvenire conuna semplice stretta di mano,un colpo di tosse o un abbrac-cio amichevole nei confrontidi parenti e amici. Il Mini-stero della Salute ha pro-mosso uno spot nel qualeTopo Gigio ci consiglia comeevitare il probabile contagioattraverso cinque semplici in-dicazioni: l’accuratezza nel la-varsi le mani, proteggersi labocca quando si tossisce, but-tare il fazzoletto dopo essersisoffiato il naso ecc. ecc. I distratti però non osservanotali regole di prevenzione; amio modo di vedere ciò non èsufficiente ad evitare che ilvirus possa propagarsi nel-l’ambiente e soprattutto in unposto come quello nel qualemolti sono costretti, infattibasta che nella propria cellaci sia un compagno malato,perché il virus venga tra-smesso agli altri occupanti econ tutta probabilità all’in-tera sezione. Il vaccino è un ottimo rime-dio per tenere lontano la pa-tologia, ma sinceramente di

una disponibilità di tale far-maco per i detenuti, ne hosolo sentito parlare e ne holetto sul giornale Salute in-Grata, ma ad oggi non sono aconoscenza del fatto chequalcuno ne abbia benefi-ciato. Bisogna anche tenereconto che viviamo in un am-biente estremamente umidoe freddo, che mette a duraprova il nostro corpo. Sicura-mente le carenze strutturalinon aiutano, infatti è cosanormale uscire dalla docciacon i capelli bagnati e nonavere la possibilità d’asciu-garli prima, dovendo poi per-correre il freddo corridoiodella sezione per tornare incella. Sappiamo benissimoche le temperature invernalisono estremamente rigide ese non per l’influenza, si ri-schia di cadere malati magariin preda ad una broncopol-monite. Ricapitolando: vi sono ca-renze strutturali, non è possi-

bile coprirsi in modo ade-guato per ripararsi dal freddoa causa di alcune limitazionisull’abbigliamento in entratae purtroppo si è costretti aconvivere con centinaia dipersone spesso non osser-vanti delle semplici regole diprevenzione di cui sopra. Lasituazione non è certo sem-plice da gestire, ma per quelche mi riguarda, mi sento diconsigliare un’alimentazionericca di vitamine e se proprioci si deve ammalare, ricorda-tevi che come diceva mianonna: “l’influenza ci mettetre giorni per venire, tregiorni per restare e tre giorniper andare!”Auguri!

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I REPARTI

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MALANNI INVERNALISettimo Manfrinato

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uongiorno, sono ilnuovo capo gruppodello Sportello Sa-

lute e vi parlo dei problemidei detenuti del settimo re-parto. Qui molti di noi sonoanziani e spesso con pro-blemi di salute. Purtroppoho incominciato da poco eho molto poco da dirvi.A differenza degli altri re-parti, qui siamo chiusi ed èdifficile comunicare con glialtri detenuti, ma posso sicu-ramente affermare che moltidi noi affrontano l’influenzacon un po’ di paura. Ci sichiede quando saremo vacci-nati in modo efficace perpoter contrastare l’influenzadi tipo A, visto che ormaisiamo alle porte dell’invernoe ci si ammala facilmente.Nella sezione in cui sonovedo altri compagni che sof-

frono perché hanno pro-blemi di salute; ci sono al-cuni detenuti che hannoproblemi di cuore, altri sonodiabetici e altri ancora vit-time delle più svariate pro-blematiche. è innegabile chenelle strutture carcerarie cisiano più problemi da affron-tare rispetto a quando si èfuori e questa condizione in-fluisce sicuramente anchesulla possibilità che un indi-viduo ha di curarsi. Tor-nando per un attimo al fattoche qui al settimo reparto èaltissima la percentuale dipersone anziane, non si puòignorare che queste siano in-cluse in una categoria parti-colarmente a rischio e quindia rischio è l’intera sezione,soprattutto tenendo contoche la stragrande maggio-ranza di questi, è affetto da

altre patologie che in caso dicontagio del virus A-H1N1,potrebbero portare a compli-cazioni.Ringrazio per aver avuto lapossibilità di scrivere unarticolo con quel poco cheho potuto dirvi ed in parti-colare ringrazio tutto lostaff che opera nella reda-zione di Salute inGrata eallo Sportello Salute, per ilquale svolgo attività comevolontario, al fine d’aiutarechi ne ha bisogno, cercandodi risolvere molte proble-matiche legate alle diffi-coltà di contatto delreparto, con l’area sanitariae grazie da parte di tutti co-loro che possono essereaiutati.

Ouasfi Ben Chraiet,

Luigi Polichetti

TANTI ANZIANI IN REPARTO

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uon giorno a tuttele redazioni di “Sa-lute inGrata” e

“Sportello Salute”.Mi chiamo Maria Anto-nietta Roggio e sono unavolontaria che partecipaalle iniziative dell’associa-zione “Gli amici di Zac-cheo”.

è poco più di un mese chefaccio parte dello SportelloSalute ed ascoltando lemie compagne della reda-zione, ho avuto modo dicomprendere l’importanzadell’attività come volonta-ria che mi accingo a svol-gere.Ho preso in considera-

zione il fatto che aiutare lepersone che soffrono è perme motivo di grande grati-ficazione, poiché ritengosia assolutamente indi-spensabile dare una manoa chi ne ha bisogno. Ho re-cepito tale necessità ed orafaccio parte del gruppo,buon lavoro a tutti!

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I REPARTI

B

Una volontaria aggiuntaBENVENUTA SIG.RA ROGGIO

Una nuova figura allo Sportello SaluteMaria Antonietta Roggio

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n questi tempi di “magra”, aiquali poco si addicono le paren-tesi conviviali e gioiose, Natale e

Capodanno sono una benedizione per tutti. Magari si tira la cinghia tuttol’anno, ma al cenone della vigilia o di S. Silvestro nessuno rinuncia (nemmenoqui da noi) e così, neppure al pranzo della giornata di Natale. Cenoni e convivi

di fine anno sono solitamente roccaforti delle tradizioni più radicate in tutt’Italia. Negli ultimi anni della mia permanenza in carcere, mi sono ritrovato a celebrare le festivitànatalizie in diversi istituti penitenziari del Paese. Ho avuto così l’opportunità di assaggiaremio malgrado, le innumerevoli varianti dei piatti tradizionali di cui si compongono i cenonidi Natale e della vigilia di capodanno. Il menù delle feste prevede solitamente tutte le por-tate, dall’antipasto al dolce, includendo ricette diversissime da regione a regione ma deno-minatore comune di questa tradizione nazionale è proprio il rituale della “grande abbuffata”condivisa con parenti ed amici. Questo eccesso nutrizionale senza riserve, per quanto pia-cevole, può trasformarsi però, in un boomerang metabolico dannoso per la nostra salute.Si parla di circa 1500 calorie in più al giorno, che alla fine delle feste si trasformeranno inalmeno 2 o 3 chili di peso corporeo in più. I consigli dei nutrizionisti sono sempre gli stessi,intensificare l’attività fisica e cercare di limitarsi, mangiando in modo vario ed equilibrato,riducendo l’assunzione di alcolici, zuccheri e di grassi saturi. Anche per quanto riguarda lacomposizione delle portate del cenone, si possono prediligere alcune pietanze maggior-mente indicate per il nostro benessere. Le portate di pesce rappresentano un ottimo esem-pio, con le quali è possibile eccedere senza troppe remore, fatto salvo per il portafoglio.L’acquisto del pesce dovrebbe essere rivolto soprattutto verso quelle specie contenentigrassi essenziali, come il salmone o il pesce azzurro. Da un punto di vista nutrizionale, que-sti pesci garantiscono un apporto di proteine di elevata qualità e sono ricchi di acidi grassipolinsaturi e soprattutto di Omega 3.Passando dal secondo al contorno non si può non menzionare un altro alimento tradizio-nale dei cenoni: le lenticchie; si tratta di un vero e proprio supercibo salutistico, oltre adalti livelli di proteine, le lenticchie forniscono fibre in grado di ridurre i livelli di colesterolo,vitamine del gruppo B ed in particolare l’acido folico e diversi minerali. Questi legumi rap-presentano anche una delle migliori fonti di ferro. In ultimo per trasformare le classichelenticchie, in una portata in grado di tamponare gli effetti meno benefici del cotechino,consiglio di usare come condimento a freddo un altro supercibo: l’olio di oliva extra vergine.L’aggiunta di olio d’oliva ai nostri piatti sembra infatti, migliorare il rapporto tra il cole-sterolo pericoloso (ldl) e quello protettivo (hdl), questo effetto sarebbe dovuto soprattuttoall’alto contenuto di acidi grassi monosaturi, in particolare l’acido oleico. Nell’olio di olivasono contenuti poi altri elementi minori di cui alcuni dotati di notevole interesse biologico,quali per esempio sostanze ad alta azione antinfiammatoria. Infine vorrei darvi una ricettaper un buon primo piatto insolito, ma semplicissimo: penne con miele d’acacia e pecorinoromano per 10 persone:Cuocete 800 grammi di penne lisce o rigate, a cottura ultimata mettetele in un contenitorecapace e conditele con poco olio. Cospargetele poi con 300 gr. di miele d’acacia mescolandobene e spolverate con 200 gr. di cannella. Per finire condite il tutto con 300 gr di pecorinoromano. Naturalmente è una ricetta “dietetica” per modo di dire, (nelle feste le diete si la-sciano da parte), ma in ogni caso molto più leggera di tante preparazioni tradizionali.BUONE FESTE A TUTTI DI CUORE

Enzo Visciglia

I consigli di Enzo ILa salute in tavola

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Ass.ne GLI AMICI DI ZACCHEO-LOMBARDIAwww.amicidizaccheo-lombardia.itinfo@amicidizaccheo-lombardia.it

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LA NOSTRA MISSIONE è...

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ORARI SPORTELLIREPARTO MASCHILE: GIOVEDI dalle ore 15:00 alle ore 17:00

REPARTO FEMMINILE: SABATO (ogni 15 gg.) dalle ore 16:00 alleore 17:00

REPARTO SETTIMO: SABATO dalle ore 15:00 alleore 17:00

“SPORTELLO SALUTE”

associazione di volontariato

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Lombardia

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su Banca INTESA SAN PAOLOIBAN:

I T 7 4 F030 6909 4986 1531 5853 985solo così possiamo continuare

a far sentire la voce dei detenuti malati

e delle loro problematiche

NEL TUO REPARTO I REFERENTI CHE POSSONO ESSERTI D’AIUTO SONO:

1° REPARTO: SALAH BAADI

MARCO CABONI

ETTORE DI PASQUALE

AMIR ELIBZARY

2° REPARTO: ALTIM BAHO

SETTIMO MANfRINATO

DIEGO MELILLO

3° REPARTO: ANTONIO DI VIRGILIO

LUIS CJUNO

ISSA M’BENGE

OLTION XHIKA

4° REPARTO: GIOVANNI CONTE

RAUL PRIETO

LULZIM SHEHI

5° REPARTO: JULIAN HERRERA

PJETER VATAJ

5° REPARTO: OUASfI BEN CHRAIE

fEMMINILE: MARIA ANTONIETTA ROGGIO

ALICE

sartoriaIl Germoglio

HANNO COLLABORATO: