Roma Capitale per i quartieri climaticamente neutrali...valutazione di nuove soluzioni e tecnologie...
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Roma Capitale per i quartieri
climaticamente neutrali
Esperienze europee a confronto
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Il Progetto CLUE Fiammetta Curcio -Responsabile Progetto CLUE per Roma Capitale
Il progetto CLUE (Distretti Urbani Climaticamente Neutri in Europa) affronta le
sfide che le città sostenibili si trovano ad affrontare nel loro cammino per
diventare carbon neutral.
Il punto di partenza del progetto è il lavoro delle città per creare i quartieri
urbani climaticamente neutri utilizzando nuove tecnologie e tecniche di
costruzione innovative per ridurre le emissioni di CO2. Uno degli obiettivi
principali del progetto CLUE è quello di rafforzare la capacità locale e regionale
nell'elaborazione delle politiche per quanto riguarda l'attuazione e la
valutazione di nuove soluzioni e tecnologie per un'economia a basse emissioni
di CO2 nelle aree urbane.
Il consorzio riunisce partner provenienti da nove enti locali e regionali, oltre a
tre Università di 9 Paesi europei. Capofila è la città di Stoccolma.
CLUE esplora le buone pratiche nella progettazione e nella realizzazione di
sistemi, soluzioni e tecnologie per i distretti urbani climaticamente neutri,
nonché i metodi per misurare, monitorare, comunicare, verificare e valutare gli
sforzi tesi alla mitigazione del clima. Le attività del progetto si sono tradotte in
un database di buone pratiche e raccomandazioni politiche sulla integrazione
degli aspetti climatici nel processo di sviluppo urbano. Inoltre, i partner del
progetto CLUE hanno sviluppato linee guida per la metodologia nonché i piani
di attuazione per tutte le regioni partecipanti. I lavori del progetto si
concludono a fine 2014.
Sviluppo di una metodologia
I partecipanti sono stati impegnati nel rivedere i metodi per lo sviluppo dei
quartieri urbani climaticamente neutri. L'obiettivo è stato quello di individuare
metodi sviluppati sia nella comunità scientifica sia in quella tecnica e riferire
sulla loro attuazione effettiva nella pianificazione urbanistica e nello sviluppo
urbano.
Il progetto ha preso in esame almeno un caso studio di ciascun partner, di
ambito comunale o regionale, mostrando i loro progressi con i distretti urbani
climaticamente neutri e quali metodi hanno usato. Il progetto ha utilizzato
queste informazioni, insieme con i risultati provenienti dai seminari tecnici, per
sviluppare linee guida sul modo migliore per implementare nuove metodologie
per i distretti urbani climaticamente neutri.
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La selezione delle buone pratiche
Essendo lo scopo principale del progetto quello di identificare le buone pratiche
per giungere a distretti urbani climaticamente neutri, il progetto CLUE ha
impegnato i suoi partner nella raccolta di esempi locali su come cogliere tale
obiettivo. Come primo passo, 89 buone pratiche sono state individuate dalle
città e dalle regioni partecipanti. Questi esempi sono correlati a tutti i cinque
gruppi di lavoro del progetto:
1. Legislazione e regolamenti
2. Impegno/partecipazione del settore privato e dei cittadini
3. Strategie di pianificazione
4. Tecnologie e sistemi per il riscaldamento, il raffrescamento ed efficienza
energetica
5. Trasporti urbani
La seconda fase è stata la selezione di due o tre esempi di buona pratica in
ciascun gruppo di lavoro tematico di cui sopra. Tali esempi sono stati studiati in
dettaglio. Il risultato è quindi una raccolta di materiale completo che mostra
come le città e le regioni possono procedere durante la pianificazione delle aree
carbon neutral. Sono stati presi in considerazione i diversi livelli d’impegno e di
obiettivi politici in materia di mitigazione del clima, nonché i diversi stadi di
partenza di città e regioni in tutta Europa.
Il prodotto finale è la messa a disposizione di consulenza politica su come gli
esempi di buone pratiche individuati possono essere introdotti nei processi
decisionali di pianificazione nelle città e nelle regioni. Lo scambio è risultato
tanto più efficace quanto più è stata applicata nel dettaglio una metodologia di
reale interazione tra chi offre e chi riceve l’esperienza appunto di buona pratica.
La sfida dunque è quella di lavorare in tandem e di contribuire, da parte del
soggetto “offerente”, a decontestualizzare la propria buona pratica e a far
emergere il processo che ha portato a comporla con date caratteristiche e, da
parte del soggetto che la accoglie, a cercare di prevederne gli effetti sulla
propria realtà locale e i necessari aggiustamenti.
Il Progetto CLUE ha rappresentato per Roma l’occasione di studiare e far
emergere importanti spunti provenienti da due esperienze compiute dalla Città
di Amburgo nel campo urbanistico.
Questa pubblicazione intende quindi illustrarne le caratteristiche e proporre
alcune riflessioni.
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Roma Capitale e il progetto CLUE Giovanni Caudo - Assessore alla trasformazione
urbana di Roma Capitale
Roma, negli ultimi vent’anni è cresciuta in maniera
continua, spesso disordinata, saldandosi in più punti
con i comuni limitrofi. Le politiche degli ultimi anni
hanno incentivato un modello di sviluppo urbano che, oltre ad intaccare lo
straordinario patrimonio dell’agro romano, non ha fornito risposte ai problemi
pregressi. Nelle linee programmatiche dell’amministrazione guidata dal sindaco
Ignazio Marino abbiamo indicato la necessità di un cambio di rotta.
Altre città europee hanno già raccolto, negli anni passati, la sfida del
cambiamento e dedicato un impegno specifico al governo della transizione
dalla fase dell’espansione a quella di una nuova urbanità, come esito di processi
riguardanti il già costruito e abitato. Le città della vecchia Europa, avendo
sostanzialmente esaurito la fase di espansione fisica, hanno oggi nelle forme
dell’urbanizzazione la leva principale su cui agire per collocarsi entro lo scenario
globale senza perdere la loro specificità e peculiarità, potremmo dire, senza
perdere la loro storia e il loro insegnamento. Anche le città italiane, e tra queste
Roma più delle altre, per storia e cultura, hanno il compito di definire le politiche
più indicate per dare forma a una urbanizzazione senza espansione fisica. Non si
tratta semplicemente di porre un limite, pur necessario, al consumo di suolo, né
di risolvere annose diatribe sulla valorizzazione delle aree dismesse, stabilendo
soglie quantitative. Si tratta di qualcosa di più e di qualcosa di differente. Il
futuro della nostra città dipende dalla capacità di esercitare in modo pieno ed
efficace la funzione di regia pubblica, in tutte le fasi della trasformazione urbana
– dall’ideazione all’attuazione – anche per sollecitare e indirizzare investimenti
privati di elevata qualità, capaci di assicurare un rapporto più equilibrato con le
risorse ambientali, una maggiore vivibilità degli insediamenti, un’elevata qualità
delle costruzioni.
All’interno di questa prospettiva si colloca l’interesse specifico per il progetto
europeo CLUE e, in particolare, per le politiche di rigenerazione urbana della
città di Amburgo che sono illustrate in questo volume. Amburgo costituisce, a
questo proposito, un caso di grande interesse, utile per comprendere l’ampiezza
della sfida che ci attende.
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Perché distretti urbani climaticamente neutrali? Franco La Torre - Responsabile Progetto CLUE per Risorse per Roma S.p.A.
Oggi, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e questa
percentuale è destinata ad aumentare. La stessa tendenza vale in Europa: la
vasta urbanizzazione iniziata dopo la seconda guerra mondiale continuerà e 4
su 5 europei vivrà in aree urbane entro il 2050.
Per questa ragione, ciò che si farà in città può costituire un contributo
fondamentale alla mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico.
Infatti, le città:
• sono territori dove si sprigionano rilevanti quantità di CO2, rappresentando
un ambito fondamentale per ridurre le emissioni,
• nel loro processo di crescita, possono sperimentare le migliori tecnologie
disponibili,
• sono abitate, spesso, da residenti giovani, sensibili alle questioni ambientali
e più portati al cambiamento.
L’esperienza del progetto CLUE evidenzia che le soluzioni, per far fronte al
cambiamento climatico, sono prevalentemente soluzioni urbane.
Prima di tutto l'uso di combustibili fossili, come principale fonte di emissioni di
gas serra, è determinata dalle condizioni locali, di carattere fisico, climatico o
economico, come evidenziato dai settori della mobilità e del condizionamento
(riscaldamento/raffreddamento).
Le condizioni climatiche e geofisiche locali determinano le scelte nella
produzione di energia rinnovabile: il vento per le turbine eoliche, le montagne
per l'energia idroelettrica, la luce del sole per il fotovoltaico e il calore
geotermico; che non deve essere captato troppo in profondità, ecc.
La fattibilità delle scelte dipende, fortemente, dal sistema delle infrastrutture
urbane, dalla normativa, dalle conoscenze e, non ultima, dalla volontà politica.
Le città possono trarre vantaggio dall’esperienza di altre città.
L’esperienza degli ultimi anni dimostra che i processi di pianificazione urbana
sono espressione di culture e istituzioni locali.
Le aree urbane climaticamente neutrali di altre città possono essere fonte di
ispirazione. Esse non possono agire come modelli da copiare poiché le
condizioni fisiche e istituzionali di ogni città sono uniche.
La neutralità climatica
La neutralità climatica si propone di sviluppare strategie e azioni che evitino il
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cambiamento climatico globale, attraverso l'eliminazione delle emissioni di
anidride carbonica derivanti dai prodotti e servizi. Città, imprese e altre parti
interessate attualmente utilizzano il concetto di neutralità climatica in modi
diversi, quando si riferiscono ad ambiti come orari, attività, settori e aree
geografiche.
Non c’é consenso sulla definizione di neutralità climatica, tanto meno su cosa
comprenda. I concetti, attualmente disponibili, sono zero emissioni di carbonio,
rete di carbonio pari a zero, emissioni zero e basso tenore di carbonio.
Un’attività rigorosamente a zero emissioni di carbonio significa che nessun
carbonio è emesso a all'interno del confine geografico della città (trasporti,
energia elettrica, produzione) e all’esterno (ciclo di prospettiva di vita di energia
elettrica, combustibili, ecc).
Ciò significa che nessun bilanciamento o compensazione sono ammessi. Questo
è praticamente impossibile. Le restrizioni alle compensazioni commerciali sono,
quindi, cruciali per la discussione di neutralità climatica nella pratica. Nella
definizione, utilizzata dalla Commissione britannica per lo sviluppo sostenibile
(Commissione per lo sviluppo sostenibile del Regno Unito, 2007), la limitazione
delle compensazioni è discussa nella definizione di un'organizzazione carbon
neutral, come segue:
"Uno che non provoca accumulo netto di CO2 nell'atmosfera. Pertanto, la
neutralità di carbonio consente che le emissioni siano canalizzate verso altro
luogo, un processo che si chiama ”offsetting (compensazione)”. Tuttavia, la
Commissione mette in guardia contro una politica di neutralità di carbonio che si
concentra esclusivamente sull’offsetting (compensazione) del carbonio. Poiché
l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le emissioni complessive nel corso del
tempo, le emissioni semplicemente compensate senza una strategia di gestione
del carbonio in atto è, nella migliore delle ipotesi, errata e, nel peggiore dei casi,
controproducente."
Una definizione di neutralità climatica che potrebbe essere utile è quella
suggerita dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Europa
(UNECE) nel rapporto sul clima “Città Climaticamente Neutrali” del 2011:
"Mitigazione e adattamento sono le due facce di una strategia urbana per la
neutralità climatica. Tale strategia suggerisce che:
a. le città mirano a raggiungere zero emissioni di gas a effetto serra, riducendo
le emissioni il più possibile e sviluppando meccanismi per compensare le
emissioni residue inevitabili, e
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b. le città mirano a diventare a prova di clima, o resilienti agli impatti negativi
del cambiamento climatico attraverso il miglioramento delle loro capacità di
adattamento."
Il suggerimento dell’UNECE per la mitigazione e l'adattamento potrebbe
essere utilizzato per stabilire gli obiettivi per la neutralità climatica nei
distretti urbani.
La definizione proposta dall’UNECE è molto aperta e, allo stesso tempo, vaga.
Ha il vantaggio di proporre nuove idee e di coinvolgere nuovi attori, in una
prospettiva ampia, per sostenere l'innovazione e lo sviluppo per la neutralità
climatica. Allo stesso tempo, invita le città ad essere trasparenti, per favorire una
partecipazione responsabile, da parte di tutti i portatori d’interesse, al fine di
evitare il "green washing".
Il rapporto UNECE rimanda ad una visione più olistica di sviluppo.
"Mentre la neutralità climatica è una strategia per essere 'clima-smart', è anche
un mezzo per affrontare altre sfide ambientali, economiche e sociali.”
Questo è un aspetto importante e tende a rafforzare il messaggio
fondamentale: l’obiettivo della neutralità climatica nei distretti urbani deve
essere collegato ai temi, più generali, dello sviluppo urbano sostenibile. Tale
connessione è necessaria per evitare la sottovalutazione di ambiti e tematiche,
vale a dire l'attuazione di misure di mitigazione del clima, che creano nuovi
problemi riguardanti altre questioni.
Città e mitigazione climatica globale
Le città occupano solo il 2% della terra emersa del mondo. Allo stesso tempo,
sono i principali responsabili del cambiamento climatico e rappresentano il 75%
del consumo energetico mondiale e fino all’ 80% delle emissioni globali di gas
serra (Dulal & Akbar, 2013). Poiché le città sono fonti piuttosto concentrate di
grandi emissioni di gas serra, dovrebbero essere una priorità nelle politiche
climatiche. Inoltre, l'urbanizzazione continua vedrà crescere le aree residenziali.
Impatti del cambiamento climatico – quali l'innalzamento del livello del mare,
inondazioni, cicloni più frequenti e più forti, più ondate di calore e siccità,
malattie tropicali in zone a clima temperato, con lo spostamento di zone
ecologiche – avranno un effetto devastante sulle diverse aree urbane.
Teniamo presente che, circa, il 90% delle le grandi città si trova lungo le coste. Il
cambiamento climatico può influenzare le infrastrutture e i servizi urbani
causando un danno patrimoniale e il peggioramento della qualità della vita
nelle città. Tuttavia, le città sono anche luoghi di innovazione, comunicazione e
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commercio e hanno la possibilità di guidare l'azione globale per la mitigazione
dei cambiamenti climatici. Le singole decisioni e le politiche possono avere un
impatto e contribuire agli effetti globali, soprattutto se impariamo dai successi e
fallimenti propri e degli altri.
Con l'obiettivo di ridurre le cause del cambiamento climatico, alcune città hanno
creato la tendenza di includere gli obiettivi di riduzione dei gas serra nei piani di
sviluppo urbano. L'adozione di obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dei
governi di tutto il mondo è iniziato con la ratifica del Protocollo di Kyoto:
"Riduzione del 5% delle emissioni di gas serra entro il 2012, rispetto ai livelli del
1990”. L'Unione Europea definisce le proprie ambizioni come "20-20-20",
impegnandosi a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra dell'UE, il
miglioramento del 20% dell'efficienza energetica dell'UE e un aumento del 20%
della quota di energie rinnovabili per il consumo di energia entro il 2020.
Attualmente ci sono circa 6000 città, in tutto il mondo, che hanno fissato
obiettivi per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Queste città hanno
sviluppato piani d'azione locali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Nel
percorso verso il conseguimento degli obiettivi di carbonio dell’UE, molte città si
impegnano volontariamente ad aumentare l'efficienza energetica e l'uso di fonti
di energia rinnovabili. Avviato dalla Commissione Europea, il Patto dei Sindaci
sostiene gli sforzi dei governi locali per l'attuazione di una politica dell’energia
sostenibile.
Inoltre, una serie di iniziative sono state stabilite per aiutare le città in tutto il
mondo verso il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione climatica: C40, la
Clinton Climate Initiative, UN-Habitat, 100 Resilient Cities e altre sono stati
istituite per promuovere azioni legate al clima sostenibili a livello locale. Queste
iniziative promuovono l'attuazione della politica climatica a livello urbano o
addirittura di quartiere, perché i governi locali promulgano decisioni ed
esercitano il controllo su molti fattori legati alle emissioni di gas serra e possono
prendere decisioni riguardanti l'uso del territorio, il trasporto, lo smaltimento dei
rifiuti, l’arredo urbano, i regolamenti residenziali e commerciali.
La rilevanza di questi ambiti dimostra l’importanza dell’azione locale e, di
conseguenza il ruolo che le città possono giocare nel contribuire allo sviluppo
sostenibile globale e a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
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PARTE I
IBA HAMBURG
Città libera ed anseatica di Amburgo – informazioni generali
Situata nel nord della Germania, la città di Amburgo è una città-stato ed è la
seconda città più grande della Germania. E' una delle poche città tedesche in cui
la popolazione è in aumento. Studi demografici stimano che l'attuale
popolazione (1,8 milioni - 2014) crescerà di 80.000 unità entro il 2020. Di
conseguenza vi sono pochi immobili di tipo residenziale a disposizione,
soprattutto quando si tratta di alloggi a prezzi accessibili (Freie und Hansestadt
Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2007). La Regione
Metropolitana (Land) di Amburgo, regione economica della Germania di cui
fanno parte anche alcune zone della bassa Sassonia, Schleswig-Holstein e
Mecklenburg-Vorpommern, ha una popolazione di circa cinque milioni di
persone.
La città ha una superficie di circa 755 km² e racchiude ampi spazi di verde,
percorsi d'acqua e boschi: oltre il 16% della superficie urbana è costituito da
parchi, zone ricreative e paesaggi in periferia adibiti all'agricoltura. Questi
potrebbero rappresentare solo alcuni dei motivi per cui la città vanta un alto
tenore di vita ed abitazioni di qualità. L’8% della superficie urbana è costituito
da ruscelli, stagni e laghi (ad esempio l'Alster interno ed esterno). Le aree
portuali occupano all'incirca 74 km² della superficie urbana. Il fiume Elba non è
solo fondamentale per il porto industriale, ma funge da confine naturale
suddividendo la città in piccole zone.
Situata lungo il corso del fiume Elba, Amburgo è rinomata per essere uno dei
principali centri del commercio grazie alla sua posizione strategica a cavallo tra
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il Mare del Nord e il Mar Baltico. La città vanta il terzo porto più grande
d'Europa e, in termini di movimentazione di container, rientra nella classifica dei
venti porti più importanti al mondo. I principali settori industriali di Amburgo
sono l'aviazione civile, la trasformazione di prodotti alimentari e l'industria
pesante (metallurgia).
Per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella politica climatica nazionale e
migliorare la qualità della vita ad Amburgo, il Governo (Senat) ha approvato il
Piano di Azione per il Clima 2007-2012 contenente quasi 500 progetti diversi
pianificati, avviati o realizzati durante il suddetto periodo. Tra il 2007 e il 2012 il
piano è stato monitorato ed aggiornato annualmente. Al di là dei singoli
progetti, un contributo fondamentale per l'implementazione delle misure a
protezione dell'ambiente è stato rappresentato dai sussidi statali per la
costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica, le operazioni di retrofit
sul parco immobiliare esistente e l'integrazione delle energie rinnovabili.
L’obiettivo complessivo era una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il
2020 e dell’80 % entro il 2050. Le emissioni di CO2 pro capite sono state ridotte
del 15 % rispetto al 1990. (Bürgerschaft der Freien und Hansestadt Hamburg,
2013)
Nel 2013 il piano di azione per il clima è stato seguito dal piano consolidato per
la protezione del clima e dal piano di azione denominato “adattamento al
cambiamento climatico”. Il piano consolidato prevede diversi interventi che
riguardano principalmente i campi della mobilità, dell'edilizia e dell'efficienza
energetica, tutti atti a garantire un approccio olistico al raggiungimento degli
obiettivi. Il Piano Consolidato scade nel 2050, ma il 2020 ne rappresenta la
prima tappa fondamentale. Il piano prevede, a partire dal 2020, una riduzione
annuale nelle emissioni di CO2 pari a 2 milioni di tonnellate. Quello che più ci
preme è che il piano stabilisce che gli sforzi della IBA di Amburgo devono essere
portati avanti ovvero che vadano sviluppati nuovi progetti e conclusi quelli
esistenti.
La Fiera Internazionale dell'Edilizia (IBA) - Amburgo 2013
Le fiere internazionali dell'edilizia sono una tradizione consolidata in Germania.
La prima fiera venne organizzata nel 1901 a Darmstadt (Alture di Mathilden) con
l'obiettivo di presentare le tecnologie più avanzate nel settore dell'edilizia ad un
vasto pubblico internazionale nel contesto delle esibizioni mondiali. Gli IBA
hanno rappresentato una prestigiosa piattaforma per l'architettura e la cultura
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dell'abitare. Le fiere dell'edilizia possono essere viste come laboratori e spinte
propulsive dello sviluppo urbano e si spingono oltre la mera rappresentazione
di architettura e tipologie costruttive. Gli IBA sono una sorta di task force che si
prefigge delle scadenze ben precise. Nel 2006, la libera e anseatica città di
Amburgo ospitò la IBA e la Fiera Internazionale del Giardino (FIG) per
promuovere la riqualificazione della zona "al di là del fiume Elba", ovvero per
creare nuove opportunità di sviluppo per le isole dell'Elba (Wilhelmsburg e
Veddel) e il porto di Harburg. La IBA e la FIG vennero istituite dalla città di
Amburgo nel 2006 proprio con questo scopo. Entrambe sono di proprietà della
città ed interconnesse in termini di organizzazione e management. Alla IBA
vennero inizialmente riconosciuti fondi per 100 milioni di euro, successivamente
ridotti a 90 milioni di euro con l'avvento della crisi del 2009. L’obiettivo della IBA
era di sviluppare progetti per il “futuro della metropoli” tra il 2007 e il 2013.
Questo punto verrà approfondito più avanti. L'obiettivo complessivo era di
rendere le isole sull’Elba quasi interamente dipendenti dalle energie rinnovabili
entro il 2050. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)
Sede dell'IBA – Wilhelmsburg, Veddel, Porto di Harburg
L'IBA opera nei due distretti di Wilhelmsburg e Veddel e nella zona del porto di
Harburg. Con una superficie di 35 km² e 55.000 abitanti, questa zona è l'isola
abitata più grande d'Europa L'isola è situata sul fiume Elba che la separa dalla
città di Amburgo a Nord. Il panorama urbano dell'isola è costituito dalla zona
portuale ad Ovest e dalle zone industriali a Nord. Inoltre, l'isola è attraversata da
infrastrutture fondamentali per il trasporto nazionale: una linea ferroviaria
strategica che attraversa il paese da Nord a Sud, una delle due autostrade
principali ed una strada di grande comunicazione. Questa zona è collegata alle
altre parti della città attraverso il servizio ferroviario metropolitano (S-Bahn), gli
autobus e una nuova pista ciclabile che attraversa il porto e la vecchia galleria
dell'Elba.
Caratteristica è la suddivisione della zona in 15 distretti, ognuno risalente a
periodi storici diversi. Nella zona vi sono numerosi edifici e paesaggi: dalle case
indipendenti situate nelle zone agricole e rurali ai palazzi alti delle zone
residenziali tipiche degli anni settanta e le zone commerciali, dai piccoli
appezzamenti di terreno di proprietà del comune (destinati ad orti urbani) agli
ampi spazi dedicati allo stoccaggio dei container.
Da molti anni nei distretti di Wilhelmsburg e Veddel si trovano principalmente
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piccole imprese, industrie e alloggi per la classe operaia. Situati nelle immediate
vicinanze del porto e offrendo alloggi a buon mercato, questi due distretti
attirarono numerosi operai e immigrati poco istruiti. La diffusione sempre
maggiore di sistemi automatizzati e l'introduzione dei container richiesero spazi
più ampi per il porto e portarono al progressivo abbandono delle operazioni
portuali (e quindi del fabbisogno di forza lavoro). Questo comportò inoltre un
progressivo decadimento della zona. Inoltre, in seguito alla grande inondazione
del 1962, questa zona venne ulteriormente trascurata dalle autorità di Amburgo,
soprattutto per quanto riguarda la sua funzione residenziale. Nella zona si
svilupparono principalmente le attività industriali ed il porto. Il distretto era
caratterizzato da case popolari, una discarica (Mülldeponie Georgswerder), una
zona di stoccaggio container e autostrade. (Freie und Hansestadt Hamburg -
Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013).
Popolazione e imprese
Nonostante durante gli ultimi anni siano stati realizzati numerosi interventi,
Wilhelmsburg rimane una zona socialmente svantaggiata rispetto ad altri
distretti di Amburgo. Molti residenti fanno affidamento ai sussidi sociali, sono di
origine immigrata e spesso non hanno terminato gli studi scolastici. Il reddito
medio è inferiore (-25%) rispetto alla media di Amburgo. Va però sottolineato
che la situazione è in miglioramento dal 2006. (Freie und Hansestadt Hamburg -
Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, 2013)
La percentuale di case popolari (30%) è relativamente elevata rispetto ai livelli di
Amburgo (11%). Va evidenziato però che i contratti agevolati di locazione
scadranno nel 2017 e quindi probabilmente scenderà anche il numero di alloggi
popolari. Bisogna considerare che alcuni progetti di retrofit per le case popolari
termineranno a breve e che quindi vi è anche una possibilità concreta che tale
numero non scenda affatto. L'affitto medio per questi alloggi è aumentato di 0,6
euro raggiungendo quota 7,99 euro al m2 (2012), comunque molto inferiore
rispetto a quello che viene pagato ad Amburgo (10,99 euro al m2). (Analyse &
Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen, Immobilien und Stadtenwicklung
mbH, 2012, p. 13)
Il più significativo contributo all'economia di Wilhelmsburg viene dalle attività
industriali e dalle piccole imprese che dipendono dalle attività e dai servizi
portuali, che sono destinate a rimanere stabili nel tempo. Inoltre, Wilhelmsburg
offre la possibilità di vivere nelle immediate vicinanze della propria sede di
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lavoro, un aspetto che verrà ulteriormente migliorato in futuro. Vi sono diverse
zone industriali, un'industria creativa in crescita e altri settori industriali. Nella
recente "Wilhelmsburg central" sono state costruite un centro medico, una
residenza sanitaria assistenziale ed altri servizi.
La percentuale di studenti che risiedono nell'isola e che conseguono il diploma
scolastico (Abitur) è aumentata dal 23% (2008/2009) al 29% (2012). Ad
Amburgo la percentuale è del 54% (2011). Parallelamente è diminuita la
percentuale di studenti che abbandonano la scuola senza aver conseguito il
diploma dal 25% (2008/2009) al 15% (2012). Una percentuale che comunque
rimane di gran lunga superiore alla media registrata ad Amburgo (7 %). Il tasso
di disoccupazione è diminuito ed ora si è assestato sui livelli registrati ad
Amburgo (11%). (Analyse & Konzepte - Beratungsgesellschaft für Wohnen,
Immobilien und Stadtenwicklung mbH, 2012, pp. 20-21).
Il Concetto di Riqualificazione Urbana per le zone “Al di Là dell'Elba“
Nonostante sia il distretto più esteso di Amburgo ed occupi una posizione
centrale, Wilhelmsburg è stata trascurata per molti anni dalle autorità di
Amburgo e dai suoi cittadini. Visto lo stato di degrado in cui versava
Wilhelmsburg, i residenti si sono attivati ed hanno organizzato una conferenza
per discutere sul suo futuro. Hanno così sviluppato una visione per il futuro di
Wilhelmsburg, creando una sorta di Libro Bianco (Weißbuch). Tra gli interventi
ritenuti prioritari vi sono: il miglioramento delle scuole e del trasporto pubblico
e la costruzione di zone residenziali dedicate alle famiglie. (Zukunftskonferenz
Wilhlemsburg, 2002)
Da qui, nel 2003, nacque l'idea della riqualificazione delle zone “Al di là
dell'Elba” un progetto del Ministero per lo Sviluppo Urbano ed Ambientale
(Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt, BSU). Il progetto intendeva far
fronte alla crescente domanda per nuovi spazi residenziali e approvava l'idea
che il distretto richiedesse una riqualificazione delle zone centrali e non
un'espansione delle zone di periferia situate a nord.
Nel 2013, per dare ulteriore spinta al processo di riqualificazione delle zone “Al
di là dell'Elba”, la città di Amburgo scelse di tenere l'IBA e la Fiera
Internazionale del Giardino (FIG) al centro dell’isola fluviale di Wilhelmsburg. La
IBA e la FIG vennero istituite dalla città di Amburgo nel 2006 proprio a questo
scopo. Entrambe sono di proprietà della città ed interconnesse in termini di
organizzazione e management. Alla IBA vennero inizialmente riconosciuti fondi
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per 100 milioni di euro, successivamente ridotti a 90 milioni di euro con
l'avvento della crisi del 2009.
“E' consuetudine che, a livello organizzativo, un IBA goda di una certa
indipendenza dalle unità amministrative tradizionali. Solitamente essa viene
costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una società a responsabilità
limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto alle gerarchie
amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse una società
privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o responsabilità
amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene stabilito dal
parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso processi
democratici.”
IBA - Tematiche principali
La IBA di Amburgo affrontò tre tematiche fondamentali nell’ottica ci creare una
"Metropoli del Futuro". Per trovare una soluzione al rapporto difficile tra
sviluppo portuale e riqualificazione residenziale, la tematica “Metrozones”
introdusse l’idea di migliorare le periferie interne avvalendosi anche del
contributo della FIG. Vennero quindi creati "distretti di alta qualità" e si tentò di
trovare una soluzione al contrasto tra le zone lavorative e residenziali. La
tematica “Cosmopolis” affrontava il tema relativo ad una coesistenza in un
futuro che vede società urbane sempre più multi-culturali. Questo punto
valutava la diversità come un vantaggio da sfruttare ed incoraggiare attraverso
la costruzione di nuove infrastrutture e la riqualificazione urbana. Le parole
chiave erano "formazione" e "lavoro". (International Bauaustellung IBA Hamburg
GmbH, 2010)
L'ultima tematica - “le città e il cambiamento climatico” - venne sviluppata
alla luce di ciò che comporta uno sviluppo urbano nell'era post-fossile e che
non contempla l'utilizzo di energia nucleare (da notare che il 75% delle
emissioni globali di CO2 viene prodotta negli ambienti urbani). La necessità di
affrontare un tema come questo divenne ancor più urgente in seguito alla
pubblicazione del rapporto IPCC nel 2007. Questa tematica si pone l'obiettivo di
stabilire nuovi standard per le "metropoli del futuro" e di proporre interventi di
riferimento che, a livello urbano, possano rispondere alle nuove sfide introdotte
dal cambiamento climatico. Quindi, da un lato vennero sviluppate strategie e
progetti per contrastare il cambiamento climatico (cd mitigazione): riduzione dei
gas serra, aumento dell'efficienza e del risparmio energetico, promozione delle
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fonti rinnovabili. Dall'altro ci si occupò di gestire le conseguenze del
cambiamento climatico (cd adattamento). Ad ogni modo tutti i progetti IBA
dovevano rispettare un obiettivo fondamentale, ovvero il "Progetto Preliminare
di Protezione del Clima per una Wilhelmsburg Rinnovabile”, ciò comportava che
il loro bilancio globale di CO2 non poteva andarsi a sommare alle emissioni
complessive prodotte sull’isola. Per raggiungere il suddetto scopo, le emissioni
"inevitabili" di CO2 dovevano essere compensate attraverso progetti che fanno
uso di energia rinnovabile. Tutti i progetti sviluppati secondo questa filosofia
strategica avevano l’obbligo di diventare completamente rinnovabili nel lungo
termine. (International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)
Organigramma della IBA di Amburgo
La IBA è un'organizzazione che appartiene alla Città di Amburgo alla quale viene
riconosciuto un proprio budget. E' consuetudine che, a livello organizzativo, un
IBA goda di una certa indipendenza dalle unità amministrative tradizionali.
Solitamente essa viene costituita sotto forma di una GmbH tedesca, ovvero una
società a responsabilità limitata. Gode quindi di una buona autonomia rispetto
alle gerarchie amministrative tradizionali e può quindi muoversi come se fosse
una società privata. Nonostante un IBA non abbia poteri indipendenti o
responsabilità amministrative, ha un ambito di sua competenza che viene
stabilito dal parlamento (Bürgerschaft ad Amburgo) e legittimato attraverso
processi democratici. Di conseguenza la IBA dialoga con diverse istituzioni
ufficiali quali la BSU, il Ministero delle Finanze (titolare dei beni immobili
detenuti dalla città), le amministrazioni distrettuali di Amburgo-Centro e
Amburgo-Amburgo ed altre amministrazioni e società della città. Quando venne
istituita la IBA aveva due Amministratori Delegati (l'AD della FIG era anche l'AD
della IBA e viceversa). Tuttavia a partire dall'anno successivo a quello della sua
inaugurazione, la IBA ha avuto un solo AD. Contribuiscono al lavoro della IBA
anche diversi comitati, consigli e commissioni composte da esperti provenienti
dal mondo universitario, aziendale e istituzionale nonché i residenti e le autorità
pubbliche. Le linee guida e le delibere dell'IBA vengono approvate dal Consiglio
di Amministrazione che è composto da diversi personaggi politici tra cui il
Senatore dell'Ambiente Jutta Blankau e i suoi funzionari. Una commissione di
consulenza formata da esperti di calibro internazionale ha stabilito i cosiddetti "
Criteri di Eccellenza" e si confronta su tutte le tematiche ad essi connessi. Tale
commissione non ha alcun potere decisionale. Un gruppo di esperti ha
15
sviluppato sette criteri di eccellenza a cui si devono conformare i progetti della
IBA, in questo modo i progetti non rimangono semplici progetti, ma sono fonte
di ispirazione per soluzioni inedite, ovvero soluzioni che stabiliscono gli
standard del futuro. I progetti IBA, per essere definiti tali, devono soddisfare
tutti e sette i suddetti criteri di eccellenza. Il consiglio che fornisce consulenza
sul clima e l'energia è composto da esperti nei campi della scienza, della politica
e dell'applicazione pratica. La sua funzione è di seguire il lavoro della IBA in
maniera critica e promuovere l'innovazione come parte integrante dei progetti
IBA. Il consiglio si è riunito 3-4 volte all'anno.
Una task force dedicata (Projektgruppe “Sprung über die Elbe”) venne costituita
all'interno della BSU per sostenere gli sforzi di riqualificazione urbana delle aree
“Al di là dell'Elba”. Inoltre venne istituito un gruppo deliberativo e di
coordinamento (Koordinierungskreis “Sprung über die Elbe”) che si riuniva
regolarmente per coordinare le attività e le relative amministrazioni.
Figura 1 - Organigramma della IBA Hamburg GmbH
Il compito principale della IBA è di acquisire, coordinare ed assegnare gli
investimenti privati ed eventualmente quelli pubblici. Solo in casi eccezionali la
IBA ha ricoperto il ruolo di investitore o sponsor di un progetto di costruzione.
Tutti i progetti devono superare il processo di selezione e di approvazione
prima di essere riconosciuti come progetti IBA. Un impegno maggiore verso
quelli che sono gli obiettivi dell'IBA venne ottenuto attraverso i seguenti
passaggi:
I contratti di cooperazione venivano sottoscritti con tutti i partner principali
e gli stakeholder, costituendo quindi le basi per il lavoro collaborativo IBA.
Gli accordi per l'acquisto degli immobili detenuti dalla città vengono siglati
16
in base ai contratti di “Quality Assurance" sottoscritti dalla l'IBA e dai singoli
investitori. Tali contratti sancivano che tutti gli edifici dovevano soddisfare
gli Standard Minimi della IBA ovvero avere un'efficienza energetica
superiore del 30% rispetto ai requisiti stabiliti a livello nazionale (EnEV
2009).
L'IBA aveva un budget di 20 milioni di euro da assegnare a progetti
immobiliari molto innovativi. Il riconoscimento di questi fondi aggiuntivi era
vincolato, per ciascun progetto, da particolari condizioni sanciti nel
contratto di quality assurance. La maggior parte dei progetti immobiliari
innovativi ottennero i fondi messi a disposizione dalla IBA. Nel caso in cui
un progetto avesse deviato dai termini contrattuali sarebbe cessata
l'erogazione dei fondi.
Il consenso dei residenti e dei politici presenti sul territorio è stato ottenuto
attraverso la prassi, implementata dalla IBA - Amburgo, di renderli ampiamente
partecipi nei processi di pianificazione. A seconda del target e del progetto
specifico, sono state impiegate diverse strategie per coinvolgere i cittadini
residenti sull'isola. Per tutti i progetti IBA ci siamo confrontati con i
rappresentanti dei residenti sul territorio e con i diretti interessati. La
partecipazione dei residenti era fondamentale per migliorare l'efficienza
energetica attraverso, ad esempio, operazioni di retrofit. Con l'esperienza
abbiamo compreso che le popolazioni vadano convinte a livello emotivo. Un
approccio in questo senso è stato rappresentato dalle "Commissioni
Partecipative" costituite da 24 residenti che, nonostante non avessero alcun
potere decisionale, potevano avanzare le proprie proposte. L'opinione di tale
commissione è stata indispensabile. Un altro approccio utilizzato è stata una
Chat che intrattenevamo regolarmente con i Cittadini" nell'ottica di incoraggiare
un confronto aperto. Nonostante i nostri sforzi atti a coinvolgere i loro
rappresentanti, gli immigrati non sono stati rappresentati adeguatamente negli
eventi partecipativi.
Inoltre ci siamo impegnati affinché i progetti godessero di ampia visibilità. Sono
stati promossi numerosi progetti di divulgazione mirati a target diversi ed è
stata pubblicata una rivista quadrimestrale della IBA (“IBA Blick”) che riportava
gli attuali sviluppi, gli eventi ecc. Inoltre, i cittadini hanno avuto la possibilità di
esplorare i progetti sull'isola di Elba attraverso visite guidate in bicicletta o in
autobus. Venne anche installata una colonnina informativa per ciascun progetto
IBA. Informazioni sugli sviluppi dei progetti sono state messe a disposizione dei
17
visitatori attraverso una serie di mostre dedicate (ad esempio sulla Energy Hill).
Inoltre la mostra permanente al molo IBA - "IBA: Lavori in Corso" - ha
rappresentato un luogo di confronto per visitatori, residenti e gruppi di esperti.
Vennero anche organizzati workshop IBA su diversi temi per garantire, da un
lato, assistenza e formazione agli esperti e dall'altro un confronto con i cittadini.
Ad esempio, il concetto della protezione del clima fu analizzato criticamente da
esperti di calibro internazionale.
Nonostante la IBA è di proprietà della città di Amburgo, ed è quindi posta sotto
il suo diretto controllo, gode di ampia autonomia nella scelta dei progetti su cui
lavorare e i concetti da sviluppare. In altre parole la città di Amburgo non emana
direttive atte a stabilire quali attività debba svolgere la IBA.
Nel 2009, per dare maggiore slancio all'uso di energia rinnovabile ad Amburgo,
il Parlamento della città fondò l'azienda municipalizzata "HAMBURG ENERGIE".
Questo rappresentò una tappa fondamentale del progetto per la trasformazione
di Amburgo nella Capitale Verde d'Europa entro il 2011. Successivamente
HAMBURG ENERGIE ricoprì il duplice ruolo di partner ed investitore
relativamente ai progetti sull'energia rinnovabile nel contesto della IBA.
Il Quadro (Legislativo) nella Città di Amburgo
L’offerta sulla base del progetto preliminare (“Konzeptausschreibung”)
Nella vendita di terreni di proprietà ad investitori o sviluppatori di progetti, la
città di Amburgo applica una convenzione interna nota come "l’offerta sulla
base del progetto preliminare” (OPP). Questo verrà approfondito in questa
sezione. Dall'inizio del 2010 diverse autorità responsabili per la pianificazione
urbana di Amburgo applicarono il metodo OPP, approvato come parte
integrante del piano per la riqualificazione delle aree residenziali. Il piano venne
sviluppato per promuovere la costruzione di immobili dai prezzi accessibili e con
ottime prestazioni energetiche. Da quando questo metodo è diventato
operativo la valutazione dei progetti preliminari per l'assegnazione dei beni
immobili viene assegnato il 70% del punteggio complessivo alla qualità del
progetto preliminare e il rimanente 30% all'offerta in termini economici.
Inizialmente il punteggio assegnato durante la valutazione dei progetti era
suddiviso in parti uguali: un terzo veniva assegnato al fattore
residenziale/sociale, un terzo al design urbano ed un terzo alle prestazioni
energetiche. Oggi viene dato maggior peso alla politica sociale unita al fattore
residenziale/sociale. Infatti il 40% del punteggio (280/700) viene attribuito al
18
fattore residenziale/sociale e all'architettura/design urbano, mentre la
prestazione energetica rappresenta il 20% (140/700.). Nella valutazione
complessiva dell’OPP, la sostenibilità e la prestazione energetica costituiscono
solo il 14%.
Di solito la prestazione energetica è valutata secondo il seguente schema:
¬ KfW Immobile con Efficienza 70 (70 KWh/m2/a): 20 punti
¬ KfW Immobile con Efficienza 55: 50 punti
¬ Immobile con Efficienza 40: 80 punti
¬ Case passive: 100 punti
¬ Immobile con Efficienza Pro: 120 punti
¬ Materiali isolanti sostenibili certificati Blue Angel: 10 punti
¬ Certificazione DGNB o NaWoh: 10 punti
Ad oggi sono stati valutati 30 OPP con questa procedura. Non sussistono dei
requisiti minimi in termini di standard energetici per un immobile, tuttavia viene
assegnato un punteggio pari a zero alle OPP che non vanno oltre lo standard
nazionale. Una commissione composta da tutte le autorità pertinenti (il comune,
il Ministero delle Finanze, il Ministero della pianificazione urbanistica ed
ambientale) decide se approvare o meno le offerte pervenute in base ai suddetti
criteri. Vi sono comunque eccezioni per le associazioni e le municipalizzate
(SAGA GWG) che si occupano di edilizia popolare. L'assegnazione degli immobili
alle associazioni che si occupano di edilizia popolare viene stabilita dall'Agenzia
per le Associazioni di Edilizia Popolare (parte del BSU). (Krämer, 2014)
Questo processo di valutazione è stato usato per gli appezzamenti di
Wilhelmsburg-Central e facenti parte dell'attuale progetto di riqualificazione
urbana di Neugraben.
Quadro legislativo, incentivi fiscali e sussidi
In questa parte vengono delineate le leggi e gli incentivi fiscali più rilevanti che
vanno a formare quelli che sono i quadri regionali e nazionali. Infatti, da un lato
vi sono leggi nazionali che regolano gli standard energetici per gli edifici e l'uso
delle fonti rinnovabili e dall'altro vi sono leggi specifiche che vengono emanati
dal parlamento di Amburgo e che hanno quindi solo validità entro i confini di
sua competenza. Questo aspetto verrà approfondito più avanti. Si rende noto
che, ad oggi, solo il comune di Amburgo ha emanato una legge dedicata agli
standard energetici per gli edifici, con limiti più stringenti rispetto a quelli
nazionali. Tuttavia, con l'aggiornamento della legge nazionale, questa
19
disposizione è diventata obsoleta e, ad oggi, la Città di Amburgo non ha
provveduto ad aggiornarla.
Il meccanismo Tedesco per l'acquisto di Energia immessa nella rete e la
rinnovata legge sulla produzione di energia da fonti rinnovabili
La legge sulla generazione di energia da fonti rinnovabili (EEG/ Erneuerbare
Energien Gesetz) si pone i seguenti obiettivi:
Uno sviluppo sostenibile nel settore della fornitura di energia
Accelerare lo sviluppo tecnologico per favorire la generazione di elettricità
da fonti rinnovabili
L'obiettivo principale è di portare la percentuale di Energia generata da Fonti
Rinnovabili (EFR) al 40-45% nel 2025 e al 55-60% nel 2035. Si presume che
questo obiettivo verrà raggiunto garantendo un prezzo di acquisto a coloro che
immettono EFR nella rete per i prossimi 20 anni. Il prezzo di acquisto diminuisce
con il tempo a seconda della fonte rinnovabile che viene impiegata. La legge
promuove l’EFR che viene immessa nella rete nazionale di fornitura elettrica. La
EEG stabilisce che il gestore è tenuto ad allacciare i produttori di EFR alla rete ed
ad acquistare l’EFR. Questa legge venne introdotta per la prima volta nel 1990
ed è stata oggetto di numerosi aggiornamenti per garantire che procedesse di
pari passo con gli sviluppi tecnologici politici. L'ultimo aggiornamento risale al
Luglio del 2014. Il governo tedesco ha deciso di ridurre il prezzo di acquisto
riconosciuto ai nuovi produttori di EFR e di limitare la diffusione delle fonti
rinnovabili.
Il prezzo di acquisto è stato determinante per i progetti della IBA che
prevedevano l'uso di fonti rinnovabili.
Regolamento in Materia Edilizia (EnEV 2009 - Energie Einsparverordnung)
EnEV 2009 è stato emanato dal governo nazionale e si rifà alla legge sulla
riduzione del consumo energetico negli edifici (Energieeinsparungsgesetz –
EnEG). Si prefigge lo scopo di ridurre il fabbisogno energetico primario degli
edifici. Il regolamento è stato migliorato integrando disposizioni sugli impianti
di riscaldamento e sui requisiti di isolamento termico. Tutto ciò viene fatto
nell'ottica di raggiungere gli obiettivi nazionali ovvero di rendere Carbon
Neutral l'intero parco immobiliare entro il 2050. Il regolamento stabilisce i
requisiti di efficienza energetica per diverse categorie immobiliari: residenziale,
uffici ed alcuni tipologie di edifici commerciali. Stabilisce inoltre dei valori limite
di fabbisogno energetico primario (su base annuale) e stringenti standard in
termini di dispersione di calore a seconda della categoria di immobile. EnEV
20
viene applicato sia agli edifici di nuova costruzione che a quelli interessati da
operazioni di retrofit. Per garantire la massima efficienza energetica e
l'applicazione delle tecnologie più avanzate il progetto viene revisionato ad anni
alternativi. (Bundesministerium für Bauen, Stadtentwicklung und Verkehr, 2013)
Per i progetti della IBA è stato applicato EnEV 2009, mentre la versione attuale
del EnEv è stata applicata a partire dal 2014. Di seguito viene descritta la
procedura per calcolare il fabbisogno energetico primario:
Fase: 1 L'ingegneria di installazione viene compreso nel calcolo del bilancio
energetico: viene valutata quindi la dispersione durante il processo di
generazione, distribuzione, stoccaggio e conferimento dell'energia termica. Non
viene più considerata l'energia disponibile per una certa superficie (energia
utile), ma l'energia finale (quella proveniente dalla fonte) conferita al cantiere.
Fase 2: Il fabbisogno di energia finale viene calcolato in base all'energia primaria
in quanto vengono valutate - attraverso un coefficiente di energia primaria e nel
calcolo del bilancio energetico dell'edificio - le perdite dovute alla generazione,
conversione e trasporto dalla fonte. (Internationale Bauaustellung IBA Hamburg
GmbH, 2010)
Pianificazione Energetica ed Urbana - Quadro Legislativo
In Germania la pianificazione a livello comunale si conforma alla legge federale
in materia edilizia (BauGB), che disciplina l'ambiente edificato e definisce gli
strumenti principali di pianificazione urbana. Stabilisce inoltre ciò che può
essere fatto, chi ne è responsabile e le modalità in cui può essere fatto. La
pianificazione locale è svolta dai comuni secondo gli obbiettivi ed i requisiti
stabiliti a livello nazionale.
Il piano regolatore comunale non può stabilire norme in materia di
collegamento e uso della rete di distribuzione del calore. Un regolamento in
questo senso non è contenuto nella legge federale in materia edilizia. Tuttavia,
ogni stato federale stabilisce le norme per il collegamento e l'uso della rete
comunale di distribuzione del calore all'interno dei regolamenti comunali .
(Deutsches Institut für Urbanistik, 2011) Come parte del suddetto quadro
legislativo, il parlamento di Amburgo approvò una legge per la protezione del
clima (Hamburgisches Klimaschutzgesetz) nel 1997. Ad oggi Amburgo è l'unica
città-stato della Germania che ha approvato una legge di questo tipo.
L'obiettivo della legge è di proteggere il clima attraverso la riduzione del
fabbisogno energetico. Per raggiungere tale scopo la legge stabilisce requisiti
vincolanti in materia di impianti di riscaldamento elettrico, reti comunali di
21
distribuzione del calore, involucri edilizi, ecc.
La Legge per la Protezione del Clima stabilisce anche che il Governo (Senat) di
Amburgo può emanare ordinanze che impongono a tutti gli edifici di nuova
costruzione, situati in una certa zona, l'allacciamento coatto alla rete comunale
di distribuzione del calore (§ 4 I HmbKliSchG). Sono esenti solo gli edifici che
presentano un fabbisogno energetico minimo (es. le case passive). La legge per
la protezione del clima rende obbligatorio l'allacciamento alla rete comunale di
distribuzione del calore per garantire che ciò avvenga per tutte le nuove
costruzioni nel quartiere di Wilhelmsburg-Central. Inoltre, attraverso la
presentazione di offerte da parte degli appaltatori e fornitori di energia
interessati a gestire la rete di distribuzione, possono essere siglati contratti di
procurement. L'assegnatario viene scelto in base al costo e alla qualità del
progetto. Il parametro fondamentale per stabilire la qualità di un'OPP potrebbe
essere il rapporto CO2/KWh.
La legge per la protezione del clima stabilisce inoltre limiti più stringenti in
termini di fabbisogno energetico rispetto a EnEV. Tuttavia, quest'affermazione fa
riferimento a EnEV 2007 ed è quindi obsoleta e richiede un aggiornamento. Va
comunque ribadito che Amburgo è l'unico stato federale ad aver emanato
un'ordinanza di questo tipo. (Hamburger Senat, 2007)
Procedure per lo Stanziamento di Fondi a confronto: Germania e Amburgo
Vi sono una serie di incentivi per i progetti che comportano: l'impiego di
energia da fonti rinnovabili, la costruzione di edifici nuovi o operazioni di retrofit
per le costruzioni esistenti. A livello nazionale i prestiti vengono erogati dalla
Banca per la Ricostruzione (Kreditanstalt für Wiederaufbau-KfW). L’entità del
prestito varia a seconda dell'indice di prestazione energetica degli edifici (es.
KfW 55 per le abitazioni (55 KWh/m2/a)). Gli indici richiesti sono più bassi
rispetto allo Standard stabilito dal EnEv (2014). A livello cittadino prestiti e
sussidi vengono erogati dalla Banca di Amburgo dell'Investimento e dello
Sviluppo (IFB - Hamburgische Investitions und Förderbank). In alcuni casi, i
prestiti/sussidi forniti dalle due banche possono essere combinati tra loro
rendendo molto vantaggiosi gli investimenti nelle energie rinnovabili o
nell'efficienza energetica degli edifici. Gli incentivi fiscali sono stati sfruttati per
diversi progetti della IBA. Possono anche fungere da Quality Assurance in
quanto vengono esclusivamente elargiti a fronte di requisiti documentabili (es.
certificato energetico-Energiepass) e molto stringenti.
22
IBA di Amburgo: obiettivi raggiunti ed esperienza acquisita
Inizialmente era previsto che il progetto IBA di Amburgo si sviluppasse tra il
2007 ed il 2013. Tuttavia, il parlamento di Amburgo ha deciso di prolungare
questo periodo oltre il 2013, permettendo quindi alla IBA di sviluppare alcuni
progetti nuovi e di terminare quei pochi progetti ancora da ultimare. Da quanto
detto, si evince che la maggior parte dei progetti previsti sono stati ultimati con
pochissime eccezioni (Energia Geotermica dal Sottosuolo con scadenza nel 2015
e Abitazioni rispettose del Clima - Haulander Weg - con scadenza nel 2018). Nel
periodo 2006-2013, gli investimenti del settore privato hanno raggiunto 700
milioni di euro e sono state costruite circa 1200 nuove unità abitative nel
contesto della IBA. Inoltre sono stati identificati a Wilhelmsburg, Veddel e nella
zona del porto di Harburg siti potenziali per la costruzione di ulteriori 1800
unità abitative. Queste verranno sviluppate e realizzate a partire dal 2013. I
progetti realizzati sono stati aperti al pubblico dal 23 Marzo al 3 Novembre
2013.
I risultati dimostrano che la IBA e le FIG sono più che adeguate a promuovere il
miglioramento del tenore di vita sull'isola fluviale:
Siamo riusciti ad attirare quantità notevoli di investimenti privati.
Le numerose richieste pervenute in occasione della conferenza tenuta nel 2002
sul futuro dell'isola (es. rendere accessibile la zona di Spreehafen, creare un
centro a Wilhelmsburg e migliorare la qualità degli istituti per l'istruzione) ed
aventi quindi come obiettivo il miglioramento della qualità di vita dei residenti
sono stati resi possibili attraverso la IBA e le FIG.
Grazie ai progetti sviluppati nel contesto della IBA e delle FIG, una zona a Sud di
Amburgo - prima sconosciuta e degradata - si è trasformato in un centro di
riqualificazione urbana all'avanguardia. Il requisito fondamentale per lo sviluppo
urbano è stato quindi la concentrazione degli investimenti nell'istruzione, nel
mercato del lavoro locale e nella cultura. Tuttavia, rimangono aspetti che
richiedono attenzione e che andranno affrontati più avanti.
Entro il 2015, i progetti completati o pianificati ad oggi, contribuiranno al
fabbisogno energetico complessivo generando il 54% di energia rinnovabile e il
14% di riscaldamento da fonti rinnovabili.
Viene illustrato di seguito una sintesi degli obbiettivi raggiunti finora ed in
particolare nel campo energetico:
All'insegna della tematica “Metrozones” ci si era prefissati di realizzare uno dei
più grandi progetti edilizi ovvero un centro urbano sull'isola fluviale di
23
Wihlemsburg, denominato Wilhelmsburg Central. Il centro si estende su una
superficie di 30 ettari e comprende: zone ricreative, appartamenti, uffici, zone
commerciali e di servizio. Tutto questo costituisce il cuore di Wilhelmsburg
insieme al Nuovo Parco dell'Isola sviluppato dalla FIG (International
Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010). Uno dei requisiti per questo
progetto è lo spostamento della strada principale (Bundestraße
“Wilhelmsburger Reichstraße”) nelle vicinanze della linea ferroviaria che verrà
completato nel 2019. Più avanti, questo spostamento offrirà nuove possibilità
per le piccole imprese e le zone residenziali poiché renderà disponibili nuovi
appezzamenti. La strada dev'essere spostata per favorire il suo rinnovamento e
per far fronte ad uno stimato aumento del traffico che richiederà un’
ottimizzazione operativa per la gestione del traffico sull'isola di Elba. Questi
lavori porteranno un ulteriore beneficio importante ovvero la riduzione
dell'inquinamento acustico in quanto nuove misure verranno attuate per
attenuare il rumore proveniente dalla strada di nuova costruzione e dalla
ferrovia. Inoltre le strade attuali non hanno caratteristiche sufficienti per
affrontare gli sviluppi futuri, soprattutto quelli derivanti dalle attività del porto.
La destinazione delle aree recuperate in seguito a quest'operazione è oggetto
del lavoro attuale della IBA.
Istituzione responsabile Responsabilità/compiti
Nome della società, descrizione
delle sue funzioni all'interno dello
scenario istituzionale
Descrizione del ruolo e delle responsabilità /
compiti all'interno del processo di
elaborazione IP
IBA Hamburg GmbH Promotore e Coordinatore
Ministero dello Sviluppo Urbano e
dell'Ambiente di Amburgo
Finanziatore e Consulente dedicato -
Promotore principale e Coordinatore
Working Group: JHJ Bleicherode e
egs Netzwerk Nordhausen
Esperti coinvolti
Ulteriori stakeholder coinvolti Responsabilità/compiti
Nome della società, descrizione
delle sue funzioni all'interno dello
scenario istituzionale
Descrizione del ruolo/compiti all'interno
dell'area di competenza
Le amministrazioni dei Distretti di
Amburgo Central e Amburgo
Harburg
Responsabile delle attività sul territorio (es.
Piani di Assetto Territoriale)
Amministrazione Finanziaria di
Amburgo
Proprietario del appezzamento comunale che
dev'essere venduto come parte del progetto di
sviluppo
Varie amministrazioni coordinate
dalla KKS
Responsabile di diversi settori e campi
24
HAMBURG ENERGIE GmbH Installazioni energetiche principali - Investitore
SAGA GWG Associazione Cittadina per l'edilizia popolare
Investitori Investono nei singoli progetti
IBA partnership costituita da circa
150 istituzioni
Sostegno ai progetti di sviluppo della IBA
All'insegna della tematica “Metrozones” ci si era prefissati di realizzare uno dei
più grandi progetti edilizi ovvero un centro urbano sull'isola fluviale di
Wihlemsburg, denominato Wilhelmsburg Central. Il centro si estende su una
superficie di 30 ettari e comprende: zone ricreative, appartamenti, uffici, zone
commerciali e di servizio. Tutto questo costituisce il cuore di Wilhelmsburg
insieme al Nuovo Parco dell'Isola sviluppato dalla FIG (International
Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010). Uno dei requisiti per questo
progetto è lo spostamento della strada principale (Bundestraße
“Wilhelmsburger Reichstraße”) nelle vicinanze della linea ferroviaria che verrà
completato nel 2019. Più avanti, questo spostamento offrirà nuove possibilità
per le piccole imprese e le zone residenziali poiché renderà disponibili nuovi
appezzamenti. La strada dev'essere spostata per favorire il suo rinnovamento e
per far fronte ad uno stimato aumento aumento del traffico che richiederà un’
ottimizzazione operativa per la gestione del traffico sull'isola di Elba. Questi
lavori porteranno un ulteriore beneficio importante ovvero la riduzione
dell'inquinamento acustico in quanto nuove misure verranno attuate per
attenuare il rumore proveniente dalla strada di nuova costruzione e dalla
ferrovia. Inoltre le strade attuali non hanno caratteristiche sufficienti per
affrontare gli sviluppi futuri, soprattutto quelli derivanti dalle attività del porto.
La destinazione delle aree recuperate in seguito a quest'operazione è oggetto
del lavoro attuale della IBA.
Situazione del Sistema energetico nel 2007
La seguente tabella riporta il fabbisogno energetico complessivo e le emissioni
di CO2 nell'area IBA per il 2007. Il fabbisogno energetico finale per ciascun
edificio dipende dall'ambiente urbano, come è riportato nella seguente figura.
25
Fabbisogno di calore 550 gigawatt ore (di cui 1% da EFR)
Fabbisogno di
elettricità
143 gigawatt ore (di cui 10 % da EFR)
Emissioni totali di CO2 200.000 tonnellate
Tabella 1 - Situazione relativa al 2007
26
La produzione di energia a Wilhelmsburg per il primo anno era prevalentemente
di origine fossile. Inoltre gli impianti dell'isola non erano allacciati alla rete
distrettuale di distribuzione del calore. Vi era infatti solo una piccola rete nella
zona orientale dell'isola. Per la produzione di energia rinnovabile vennero
installate delle turbine eoliche nella discarica di Georgswerder nel 2007. Inoltre
erano stati già installati pannelli fotovoltaici su alcuni edifici.
Figura 2 - Fabbisogno di riscaldamento e acqua calda (2007)
27
Figura 3 - Fabbisogno di elettricità (2007)
Una fornitura di energia proveniente esclusivamente da fonti
rinnovabili (100%) - Vision
La vision fa parte del "Progetto Preliminare di Protezione del Clima per una
Wilhelmsburg Rinnovabile" e prevede una dipendenza totale (100%) da fonti
rinnovabili entro il 2050. Il Progetto Preliminare venne preparato tra il 2008 e il
2010 da un consorzio di esperti (Commissione Consultiva per l'Energia e il
Clima) e con la collaborazione della IBA. I dati sono il risultato di un sondaggio
effettuato sugli attuali consumi energetici di vari settori (residenziale, servizi,
uffici, edifici amministrativi) attivi sull'isola. I risultati di questo sondaggio, gli
andamenti stimati del fabbisogno energetico e gli interventi necessari per la
28
conversione degli attuali edifici in un parco immobiliare Carbon Neutral furono
presentati nello studio "Ottimizzazione Energetica secondo il Modello IBA
Amburgo" (Energetische Optimierung des Modellraums IBA Hamburg). Questo
studio preparò uno scenario di analisi per mettere a confronto il fabbisogno
energetico del futuro con le opportunità di risparmio energetico, un aumento di
efficienza energetica e l'uso di energie rinnovabili nei diversi ambienti urbani
delle isole sull'Elba, nonché una preparazione di interventi strategici per
ottimizzare le riserve energetiche.
Questo studio andò a costituire le basi per la preparazione della prima "cartina
energetica”, poi pubblicata nel Dicembre del 2010.
La Cartina Energetica
I risultati dello studio "Ottimizzazione Energetica secondo il Modello IBA
Amburgo" svolto con la collaborazione della Commissione Consultiva per
l'Energia e il Clima, va a costituire le fondamenta per lo sviluppo della "Cartina
Energetica" delle Isole sull'Elba ed elenca i mezzi e i progetti per i sistemi di
fornitura di energia presenti sulle isole fluviali. L'obiettivo è di poter presentare
un modello energetico tridimensionale della regione dimostrativa della IBA.
(International Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2011)
Scenari
Vennero sviluppati quattro possibili scenari rappresentati attraverso cartine
energetiche (due di tipo standard e due di eccellenza) per il 2007 (inizio
dell'operato IBA), il 2013 (anno di presentazione), il 2020 e il 2050. Gli scenari
prevedevano interventi di retrofit per il parco immobiliare attuale, standard
elevati di efficienza energetica per le nuove costruzioni, una produzione in situ
di elettricità e reti distrettuali per la distribuzione di calore alimentati da EFR.
I due scenari di tipo standard prevedono un andamento normale ovvero fanno
riferimento alle condizioni che si andrebbero delineando in seguito ad un
semplice adeguamento ai requisiti nazionali di risparmio energetico ed agli
sviluppi tecnici. Non consideravano i progetti IBA.
Scenario di tipo Standard 1: andamento regolare che prevede
l'allacciamento della zona IBA alla rete distrettuale di distribuzione del
calore alimentato dalla centrale Moorburg CHP (a carbone)
Scenario di tipo Standard 2: andamento regolare che non prevede il
suddetto allaccio, ma il semplice adattamento agli effetti probabili che
avrebbe uno sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nella zona IBA
(Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH, 2010)
29
I due scenari di eccellenza si fondano sui progetti dall'alta efficienza energetica
e sul "Progetto Preliminare di Protezione del Clima per una Wilhelmsburg
Rinnovabile” della IBA. In questi scenari, le conquiste fatte in materia di
generazione di energia rinnovabile e l'ammodernamento di edifici nell'ottica del
risparmio energetico hanno un peso maggiore e si sviluppano in maniera più
rapida rispetto agli altri due scenari.
Lo Scenario di Eccellenza 1 è caratterizzato da una promozione intensiva
dello sviluppo delle potenzialità legate allo sfruttamento dell'energia
geotermica dal sottosuolo, che – qualora venisse realizzato – porterebbe
rendimenti importanti.
Lo Scenario di Eccellenza 2 prevede principalmente una diversificazione
delle fonti di energia rinnovabile. (Internationale Bauaustellung IBA
Hamburg GmbH, 2010)
I due Scenari di Eccellenza furono sviluppati come alternativa ai due scenari di
tipo Standard, per integrare i progetti concreti della IBA e per esaminare i settori
più promettenti in termini di sfruttamento di energia rinnovabile. I due scenari
hanno in comune il fatto di prevedere soluzioni locali e decentralizzate, facendo
leva sui vantaggi in termini di indipendenza energetica che deriverebbero
dall'uso di energie rinnovabili.
Cartina Energetica - Conclusioni
I risultati degli interventi previsti nel "Progetto Preliminare di Protezione del
Clima per una Wilhelmsburg Rinnovabile” furono monitorati nel contesto del
progetto nazionale dei sussidi “EnEff:Stadt – Alla ricerca della Città
Energeticamente Efficiente” sviluppato dal Ministero Federale dell'Economia e
dell'Energia, dall'Università Tecnica di Braunschweig e dal centro per la ricerca
sull'energia della Bassa Sassonia (Niedersachsen). Le proiezioni hanno
dimostrato che, entro il 2050, le emissioni di CO2 possono essere ridotte del
63% (nello Scenario di tipo Standard 1) e del 70% (nello Scenario di tipo
Standard 2). Negli scenari di Eccellenza (1e2) le proiezioni hanno dimostrato che
le emissioni di CO2 possono essere abbattute del 95% entro il 2050. Dal
sondaggio è emerso che la centrale Moorburg CHP rappresenta un ostacolo per
il conseguimento di una Wilhelmsburg Carbon Neutral entro il 2050.
Riassumendo quindi il sondaggio ha dimostrato che l'obiettivo della città di
Amburgo di proteggere il clima riducendo le emissioni di CO2 dell' 80% può
esclusivamente essere raggiunto utilizzando uno scenario di eccellenza. I
risultati dello studio indicano addirittura che un aumento della popolazione (da
30
55.000 a 73.000) non sarebbe di ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo,
ovvero di generare abbastanza EFR per le isole sull'Elba entro il 2050. Volendo
essere più esaustivi: una fornitura totale (100%) di EFR è possibile entro il 2025,
mentre il fabbisogno degli impianti di riscaldamento potrebbe essere
soddisfatta all’85% da fonti rinnovabili entro il 2050 portando le isole sull'Elba
ad essere pressoché Carbon Neutral entro il 2050. Anche prendendo come
riferimento il periodo 2007-2013, è stato possibile abbattere le emissioni di CO2
del 15 % (25.000 tonnellate). (Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH,
2010)
Verso Progetti IBA interamente rinnovabili
Per garantire che la prima fase potesse essere Carbon Neutral sono stati
realizzati diversi progetti di energia rinnovabile nell'area IBA tra il 2007 e il 2013.
Un campione rappresentativo di questi progetti verrà illustrato nella parte
successiva. I progetti IBA non ancora avviati o ultimati (al 2013) fanno parte del
nostro secondo piano di azione.
Energy Hill Georgswerder, un ex discarica che gestiva rifiuti tossici, attualmente
soddisfa il 20% dell'elettricità utilizzata dall'isola sull'Elba attraverso una turbina
eolica da 3.4 MW ed un impianto fotovoltaico da 900 kWp. Numerosi edifici di
nuova costruzione fanno uso di impianti fotovoltaici, solari termici e geotermici
raggiungendo coefficienti energetici nulli (differenza tra l'energia assorbita dalla
rete e quella prodotta in situ). Come già affermato, tutti i progetti per le
costruzioni nuove devono soddisfare standard energetici superiori (+30%) a
quello stabilito a livello nazionale (EnEv). Per quanto riguarda l'efficienza e la
sostenibilità delle risorse, il materiale usato prevalentemente per la maggior
parte dei progetti edilizi è stato il legno. Inoltre sono stati sviluppati progetti di
retrofit con le associazioni per l'edilizia popolare ed i proprietari delle case. I
progetti hanno coinvolto anche i residenti attraverso iniziative e campagne atte
a motivarli ad eseguire sulle proprie abitazioni operazioni di retrofit e interventi
per il risparmio energetico.
31
PARTE II
Il Progetto HafenCity
Amburgo guarda al futuro: HafenCity – Il progetto urbano più
grande d’Europa – un punto di riferimento per lo sviluppo di una
città europea che si affaccia sull’acqua.
La città di Amburgo ridefinisce nuovi standard a livello europeo nello sviluppo
di una nuova area urbana lungo il fiume Elba.
Ad HafenCity acqua e
terraferma convivono
instaurando un
rapporto unico poiché
la zona non è né
circondata da dighe né
distaccata dal fiume. Ad
eccezione dei moli e del
lungofiume l’intera area
verrà innalzata a
un’altezza di 8-9 m sul
fiume. L’idea di
costruire su cumuli compattati artificialmente (warfts) conferisce a un’area
precedentemente caratterizzata dalle attività industriali e portuali una
topografia nuova e al contempo unica, assicurando una protezione dalle
esondazioni, ma non intaccando l’accesso al fiume e l’atmosfera tipica delle
zone portuali.
Al contempo gli obiettivi di sviluppo di HafenCity sono molto complessi.
La definizione di un distretto urbano completamente rinnovato
Lo scopo è di ridefinire una nuova area centrale in termini urbanistici e
architettonici. Composta in passato principalmente da capannoni mono piano
(che si possono ancora trovare a Oberhafenquartier) e da un numero limitato di
edifici degni di non essere demoliti, HafenCity è ora principalmente costituita da
edifici di nuova costruzione. Complessivamente le costruzioni andranno a
occupare una Superficie Lorda di Pavimento (SLP) di 2,32 milioni di m². Saranno
32
costruite entro il 2025 oltre 6000 unità immobiliari di tipo residenziale per oltre
12.000 residenti, aree commerciali per oltre 45.000 posti di lavoro, ristoranti, bar,
negozi, parchi, lungofiumi, centri commerciali e aree adibite ad attività culturali
e di svago.
La reinterpretazione urbanistica e architettonica si baserà sulle strutture
esistenti, l’ambiente urbano verrà definito dallo Speicherstadt, dalle strutture
portuali, da alcuni edifici esistenti e soprattutto dalla prospettiva orizzontale e
dall’asse visivo del centro città. L’utilizzo del mattone rosso klinker nelle zone
che si affacciano su Speicherstadt e nel centro di HafenCity costituirà ulteriore
elemento caratterizzante.
Lo sviluppo da ovest ad est
La progettazione di HafenCity si sviluppa da Ovest a Est e da Nord a Sud, 56 i
progetti realizzati ad oggi e quarantanove sono attualmente nelle fasi di
progettazione o di realizzazione. Sono stati siglati contratti di vendita o accordi
di esclusiva per terreni che complessivamente occupano una SLP di circa un
milione di m². Nel frattempo HafenCity è diventata una meta ambita in cui
lavorare e vivere. Una dimostrazione dell’anima di questo distretto urbano è la
vivacità dei quartieri orientali. Sono state realizzate quasi 1.500 unità abitative
ed oltre 450 aziende hanno aperto le loro filiali a HafenCity. Nel 2013, tre
multinazionali (BP, Hanjin Shipping e Greenpeace) hanno preso in affitto uffici a
HafenCity, mentre altre aziende (Marquard & Bahls, Gebr. Heinemann e Engel &
Völkers) stanno costruendo nuove sedi o allargando quelle esistenti nel 2014.
Nel 2009 è stato completato il primo quartiere di HafenCity: Am
Sandorkai/Dalmannkai.
Nel 2011 nelle immediate vicinanze, è stata completata la realizzazione di un
secondo grande quartiere (Am Sandtorpark/Grasbrook), molto apprezzato dalle
giovani famiglie. Nel 2013 è stato aperto il parco di Grasbrook con strutture
adibite allo svago e al divertimento di adulti e bambini.
Nelle vicinanze, a Strandkai, sono stati realizzati nel 2009 il complesso edilizio
che comprende la torre Marco Polo e l’edificio multipiano per il Quartier
Generale della Unilever. Al contempo vennero aperte le prime terrazze sul fiume
Elba (Elbterrassen). Ad Est, sul lotto di terreno adiacente, sono iniziati nel 2014 i
lavori per il quartier generale della Engel Völkers e sono attesi i risultati del
bando per lo sviluppo architettonico di Strandkai Ovest (attualmente non
edificato). Nel 2011 sono terminati i lavori per il quartiere di Brooktorkai/Ericus
33
in cui trovano sede DNV Germanischer Lloyd ed il Gruppo Spiegel ovvero le due
aziende che occupano il maggior numero di uffici ad HafenCity.
Le zone urbane vanno in scena sino a Baakenhafen
Con una superficie di 13,7 ettari, Űberseequartier è il cuore commerciale di
HafenCity. Gli investimenti nella zona Nord del quartiere hanno già raggiunto
360 milioni di euro. Vi sono oltre 500 residenti nella zona e molti negozi e servizi
hanno aperto le proprie attività lungo il Boulevard.
Nel 2012 è diventata operativa la metropolitana U4 offrendo collegamenti
frequenti alla stazione di Űberseequartier. Mentre la Cinnamon Tower
continuava la sua ascesa verso il cielo, nel 2014 sono stati avviati i lavori di
riqualificazione dell’ex ufficio del comandante di porto (Altes Hafenamt). Sono
inoltre in corso i lavori di preparazione per le costruzioni nella parte
settentrionale del quartiere (ancora non edificata).
Nonostante manchi ancora molto al completamento dei lavori nella zona Nord,
quelli a Űberseequartier Sud avanzano rapidamente. Nel 2014, in cui è prevista
una revisione della pianificazione e del progetto preliminare per il quartiere, un
nuovo partner ha affiancato il consorzio Űberseequartier nella joint venture.
Verranno ulteriormente sviluppate le zone adibite allo shopping,
all’intrattenimento e al miglioramento della qualità di vita e sarà migliorato il
sistema per la protezione dei centri commerciali dalle intemperie, vitale per il
loro funzionamento.
Ad Elbertorquartier (luogo in cui nel 2008 venne aperto il Museo Internazionale
del Mare nel magazzino storico Kaispeicher B) ad aprile 2014, la neo-costruita
Università di HafenCity (HCU) ha accolto i suoi primi 2000 studenti.
Nelle vicinanze, a Magdeburger Hafen, è stato completato il complesso
denominato Elbe Arcades: tra gli affittuari troviamo Greenpeace e DesignPort
Hamburg nonché un’ampia componemte residenziale. Altri progetti innovativi,
tra cui la Musicians’ House, verranno completati nel 2014 o sono in fase di
costruzione.
Nel quartiere di Am Lohsepark, che collega Elbtorquartier alla parte orientale di
HafenCity, i primi progetti per le aree residenziali vennero avviati nel 2012. Tra
questi ricordiamo i lavori strutturali per il parco centrale di HafenCity
(Loshepark) la “cerniera” verde tra il porto di Brooktorhafen e il fiume Elba.
Grazie allo smantellamento dei capannoni i lavori potranno terminare prima del
previsto ovvero entro il 2015. Nella zona adiacente alla HCU nel 2014 è previsto
34
l’avvio dei lavori per la costruzione di edifici Smart (Intelligent Quarters) che
comprenderà un edificio per uffici alto 70 metri, altri due edifici e circa sessanta
appartamenti.
Nel 2012 i quartieri orientali di Baakenhafen, Oberhafen ed Elbbrűcken sono
entrati nella fase di sviluppo. I bandi per l’assegnazione di una superficie di
6.000 m² (ex-magazzini) a Oberhafen, per progetti culturali e creativi, sono in
corso; questa zona è già sede di numerosi eventi culturali.
HafenCity è composta da dieci quartieri molto diversi tra loro
Il progetto per Baakenhafen prevede la costruzione di un albergo studiato per le
famiglie, alloggi popolari ed abitazioni finanziate dai privati. I lavori sono iniziati
nel 2014. Contratti di esclusiva sono in fase di preparazione per 720
appartamenti alcuni dei quali verranno costruiti all’interno delle Waterhouses
(case sull’acqua). Infine a Elbbrűcken verrà dichiarato entro la fine del 2014 il
vincitore del bando per la pianificazione urbana; con quest’ultimo evento verrà
completata la pianificazione urbana di HafenCity.
Processo di sviluppo
La HafenCity Hamburg GmbH supervisiona tutti i lavori in qualità di gestore
dello sviluppo della città, detentore delle proprietà e sviluppatore di
infrastrutture.
Dal 1° Ottobre 2006, HafenCity è considerata un’area prioritaria: tutti i progetti
di zonizzazione vengono valutati dalla Commissione per lo Sviluppo Urbano
istituita a tale scopo e che rappresenta tutti i partiti politici che risiedono nel
parlamento di Amburgo. I permessi di costruire vengono rilasciati dal Ministero
per lo Sviluppo Urbano. Alla luce di quello che è l’obiettivo finale ovvero definire
standard internazionali di qualità della strategia e dell’architettura, è
fondamentale attirare investitori e imprese edili che sono pronti a far parte di un
35
processo che mira a stabilire nuovi standard
di elevata qualità e ad intraprendere percorsi innovativi.
Per l’assegnazione dei terreni destinati ad uso residenziale il risultato del
confronto tra le offerte è decisivo. L’assegnazione non avviene in base all’offerta
più vantaggiosa in termini economici; ricoprono invece un ruolo fondamentale
le strategie di utilizzo del lotto contenute nei progetti ricevuti. L’assegnazione
degli appezzamenti per la costruzione di edifici ad uffici non segue il suddetto
criterio: le aziende che intendono occupare il 60-70% di un edificio o del terreno
con i propri dipendenti possono fare domanda direttamente a HafenCity
Hamburg GmbH.
I contratti di esclusiva garantiscono qualità elevata
Indipendentemente dalla destinazione d’uso, la ratifica della Commissione
Statale viene seguita da un contratto di esclusiva per un periodo specifico nel
quale vi è l’obbligo di avviare la pianificazione.
L’investitore/usufruttuario procede, in collaborazione con la Città di Amburgo,
ad indire un bando di concorso di architettura, può commissionare indagini del
sito e deve fare i preparativi per ottenere il permesso di costruire. L’acquirente,
la HafenCity Hamburg GmbH e le autorità competenti rimangono in costante
dialogo per tutta la durata della suddetta procedura. Il vantaggio per le imprese
edili è che il finanziamento per l’acquisto è rimandato alla concessione del
permesso di costruire (e all’acquisto effettivo); sino a questo momento si ha la
facoltà di migliorare la qualità del prodotto che si intende acquisire, ricercare
fonti di finanziamento e possibilmente trovare altri fruitori. Al contempo la Città
mantiene la possibilità di garantire la qualità del progetto intervenendo durante
la fase di sviluppo (che ha una durata di 18 mesi dal momento in cui viene
sottoscritto il contratto di esclusiva) ed accertarsi che le tempistiche e le
destinazioni d’uso proposte nel progetto preliminare vengano effettivamente
rispettate (in quanto la cessione vera e propria non avviene fino alla concessione
del permesso di costruire). Tutto ciò
assicura che la città e le imprese edili
lavorino insieme di comune interesse
riducendo così i rischi, ottimizzando i costi,
la qualità complessiva e la tempistica.
L’intensa interazione tra corsi d’acqua e terraferma
influisce sensibilmente sul Panorama di HafenCity
36
La Fondazione di HafenCity: il Master Plan
HafenCity è una città in costruzione: si respira già un’aria da grande città
nella parte pressoché terminata ad Ovest; la parte centrale è in fase di
ultimazione mentre i lavori di costruzioni sono stati avviati nella zona Est.
A livello mondiale HafenCity rappresenta uno dei progetti più affascinanti di
riqualificazione urbana sull’acqua. Il progetto preliminare ridefinisce nuovi
standard e vedrà un’espansione imponente (+40%) del Centro di Amburgo. Il
suo sviluppo coinvolge non solo il centro città, ma anche l’intero comune
insieme ai suoi 1,7 milioni di abitanti e la metropoli circostante che vanta una
popolazione di oltre cinque milioni. L’identità marittima di Amburgo si rafforza,
mentre HafenCity diventa un punto di riferimento per lo sviluppo dei centri
urbani europei del XXI secolo. HafenCity viene già considerata da molti un
esempio di eccellenza per i principali progetti internazionali di sviluppo urbano;
nonostante il progetto di riqualificazione si estenda sino al 2025.
Creato il fulcro della città
La riqualificazione di HafenCity è basata sul Masterplan, approvato dal governo
(Senat) di Amburgo il 29 Febbraio del 2000. Questo piano è stato poi
ulteriormente sviluppato nel 2010 per la zona Est, in seguito ad approfondite
confronti pubblici. Tra il 2000 e il 2010 il Piano, con la sua proposta per un mix
di orizzontale e verticale di usi urbani ed il suo schema generale molto flessibile,
rappresentò un ottimo punto di partenza per la riqualificazione delle aree
portuali a sud del centro città. Tuttavia era sprovvisto di un progetto dettagliato
per i quartieri orientali (Oberhafen, Baakenhafen e Elbbrűcken).
Nell’ultimo decennio la situazione è cambiata significativamente. Allora la zona
Est di HafenCity era considerata quasi al pari di una periferia dell’area centrale,
ma di recente, grazie alle nuove fermate della metropolitana, viene considerata
una parte integrante del centro città.
La ridefinizione del Piano è stata condotta da HafenCity Hamburg GmbH
insieme al Ministero per lo Sviluppo Urbano e l’Ambiente di Amburgo nonché
daii principali autori del Masterplan originario Kees Christiaanse ed ASTOC. Al
contempo s’incoraggiava il dibattito pubblico attraverso un programma di oltre
40 incontri. Da allora il Piano ridefinito è stato messo a punto ulteriormente
durante le fasi successive (bandi di progettazione urbana, concorsi di
progettazione architettonica e paesaggistica).
37
I quartieri Est possono vantare paesaggi unici
Rispetto alle zone occidentali e centrali di HafenCity, i tre quartieri orientali
hanno una superficie maggiore, ma sono meno integrati nella città esistente.
La loro vicinanza alle infrastrutture di trasporto renderà necessario sviluppare
sistemi di protezione contro l’inquinamento acustico. Tuttavia, la loro
condizione è anche motivo di opportunità ovvero ognuno di essi potrà
beneficiare di una propria unicità: Am Baakenhafen sarà principalmente un
luogo dove vivere e divertirsi, Oberhafen diventerà un quartiere per la cultura e
la creatività mentre Elbbrűcken sarà una location urbana per le abitazioni e le
aziende.
Con la ridefinizione del Piano l’obiettivo prefissato di riqualificare circa 1,5
milioni m² di Superficie lorda di pavimento (GFA) è diventato più ambizioso
raggiungendo quota 2,32 milioni di m² di superficie. Questo venne ottenuto
aumentando la densità e spostando le aziende dalle loro sedi sul porto. Anche il
parziale riempimento della parte est del bacino portuale di Baakenhafen ha
contribuito ad aumentare la superficie a disposizione (da 123 a 127 ettari).
Grazie alla rivisitazione del Piano cresce anche il numero delle case da costruire.
2.800 unità abitative verranno costruite a Baakenhafen e Elbbrűcken portando
quindi il numero complessivo di abitazioni ad HafenCity da 5.500 a 6.000
(prendendo come riferimento la superficie media aumentata a 110 m² di GFA).
Verrà dato più spazio alle cooerative edilizie nella procedura di assegnazione
degli appezzamenti di terreno e dal 2011 un terzo delle aree residenziali verrà
destinato alle case popolari. Anche i posti di lavoro potenziali saliranno da
40.000 ad oltre i 45.000 (principalmente nei settori delle attività per il tempo
libero, della vendita al dettaglio, del catering e dell’ospitalità).
Spazio verde e elevati livelli di sostenibilità
Il carattere verde di HafenCity verrà ulteriormente rafforzato. Le piazze, piccole o
grandi che siano, e i collegamenti tra di esse porteranno a sviluppi inediti per
l’integrazione degli spazi urbani. Lohsepark, il “Central Park” di HafenCity, verrà
esteso fino al confine con il fiume Elba. Nella parte Sud un percorso pedonale
lungo il fiume Elba potrebbe incoraggiare le persone a continuare il proprio
cammino verso Entenwerder; un’area leisure verrà creata presso il bacino
portuale di Baakenhafen.
L’area per spazi pubblici cresce da 24 a 28 ettari, senza contare le aree private
accessibili al pubblico. Il waterfront pubblico è stato esteso da 10 a 10,5 km.
38
I livelli alti di sostenibilità raggiunti nei quartieri Ovest e Centro verranno in
realtà ulteriormente migliorati ad Est. Oltre a stabilire un nuovo concetto in
termini di impiantistica per il riscaldamento, questi edifici soddisferanno i
requisiti severi per il conferimento della Gold HafenCity Ecolabel. verranno
sviluppate infrastrutture per la mobilità altamente flessibili: la metropolitana U4
verrà estesa fermandosi anche a Elbbrűcken, verranno introdotti autobus a
idrogeno, punti noleggio bici, parcheggi car sharing e mobilità elettrica
combinati ad un numero drasticamente ridotto di parcheggi per le autovetture.
Tutto il quartiere di Baakenhafen diventerà quindi un punto di riferimento per la
mobilità sostenibile e in cui i proprietari di immobili saranno costretti ad
implementare criteri di mobilità sostenibile.
Con riferimento ai trasporti la zona Est di HafenCity avrà una eccellente rete di
collegamenti. Tuttavia queste infrastrutture di trasporto porteranno ad un
maggior inquinamento acustico nelle zone Settentrionali ed Orientali. Di
conseguenza saranno applicate nell’area una sapiente pianificazione urbana e
innovazioni tecnologiche. Edifici per uffici mostreranno le loro imponenti
facciate rivolte verso la principale arteria orientale di traffico (Versmannstrasse),
isolando la zona Sud dal rumore ivi prodotto. I complessi residenziali semi-
chiusi formeranno cortili interni per assicurare una co-esistenza protetta degli
inquilini.
In conclusione, la rivisitazione del Masterplan ha rafforzato la dimensione
urbana di HafenCity. Lo schema di riqualificazione urbana è quindi stato
ripensato a fondo stabilendo i più elevati standard ed estendendosi fino ai limiti
orientali del territorio.
39
Sostenibilità ad HafenCity: una Città per il XXI Secolo
Attraverso lo sviluppo urbano sostenibile HafenCity stabilisce standard
all’avanguardia per il futuro. Una riqualificazione dei moli e delle zone
industriali aumenta la superficie di Amburgo del 40%
Il principio alla base dello sviluppo di HafenCity è di per sé indice di sostenibilità
poiché, invece di consentire un espansione della città di Amburgo nelle zone
agricole della sua periferia, in alcuni casi vengono rigenerate le zone portuali
inutilizzate ed interne alla città. Quindi non solo viene riciclato il territorio, ma si
compie con successo un aumento interno della densità. Questa riqualificazione
incorpora inoltre molti altri aspetti, principalmente ecologici, ma anche
economici e sociali. Gli interventi sostenibili vengono implementati su diversi
livelli (es. costruzioni, fornitura di energia e mobilità). Nel medio e lungo termine
questo consentirà ad HafenCity di dare un contributo significativo al
raggiungimento degli obiettivi climatici fissati da Amburgo, ovvero una
riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990. Infatti
dovrebbe essere qui possibile ridurre le emissioni del 50% implementando un
sistema innovativo per la fornitura di elettricità e calore.
Uso efficiente del suolo
HafenCity comincia a prendere forma in una zona centrale di 157 ettari, prima
dominata dalle aree portuali ed industriali. Nelle aree contaminate (es. Il sito
dove veniva prodotto e raffinato il gas - l’attuale Űberseequartier Sud) è stato
rimosso il terreno con un processo complesso che ha notevolmente migliorato il
valore ecologico della ex-zona industriale e sensibilmente ridotto il fenomeno
dell’impermeabilizzazione del suolo. La superficie a disposizione viene edificata
intensamente, con edifici molto alti: l’indice di sfruttamento (Floor Space Index)
oscilla tra 3,7 a 5,6 a seconda del quartiere, valori in linea con altre città europee
con livelli buoni di densità abitativa. Conseguentemente sono ottimi anche i
livelli di densità in base alla destinazione d’uso: 94 residenti e 355
impiegati/ettaro. Vengono raggiunti nuovi standard anche in termini della
distribuzione dello spazio. Le strade occupano solo il 24% della superficie (nella
città di Amburgo circa il 40%, tangenziali incluse), mentre il 38% è a
disposizione per spazi all’aperto accessibili al pubblico (inclusi 3,1 km di
lungoElba). Quindi il territorio di HafenCity si presta a concentrare molteplici usi
garantendo ampi spazi pubblici e limitando lo spazio concesso alle strade di
40
accesso indispensabili.
Con la ridefinizione del Masterplan per lo sviluppo urbano di HafenCity Est si delinea un quartiere
completamente nuovo, un proseguimento del successo dei quartieri occidentali che si estende sino
ai ponti di Elbbrűcken. A HafenCity una grossa percentuale della superficie è destinata ai parchi, le
piazze e le passeggiate lungo i corsi e i bacini d’acqua. Questo è stato possibile con uno sviluppo a
densità elevata, la costruzione di edifici su fondamenta rialzate e l’integrazione dei parcheggi
Città di brevi distanze
HafenCity offre un sapiente mix di usi urbani. La casa, il lavoro, gli spazi culturali
e per il tempo libero e le zone commerciali sono tutti a portata di mano. La fitta
rete di vialetti fa uso anche di alcuni spazi di proprietà privata. La densa rete del
parco immobiliare e la vicinanza degli edifici alle distese d’acqua garantiscono
effetti positivi per l’ambiente. Durante l’estate la presenza dell’acqua comporta
una riduzione sensibile del fenomeno denominato “isola di calore” tipico delle
zone urbane, viene così diminuito il fabbisogno energetico legato all’uso di aria
condizionata e migliorato il comfort negli ambienti domestici e lavorativi.
La zona a Nord dell’Elba è esposta sia ai rumori provenienti dalle attività portuali
che si svolgono a Sud del fiume sia a quelli provenienti dal traffico di HafenCity
Est. Di conseguenza gli edifici e le infrastrutture devono soddisfare requisiti
molto stringenti. L’esposizione a queste forme di inquinamento acustico viene
ridotta attraverso una corretta disposizione e organizzazione degli edifici,
Composizione del territorio di HafenCity
Superficie coperta d’acqua* 28,1 ettari
Pontoni sull’acqua 1,4 ettari
Superficie di terraferma*
Superficie destinata al Traffico 26,3 ettari
Superficie Edificata 33,9 ettari
Spazi aperti accessibili al pubblico 28,1 ettari (piazze, parchi, passeggiate lungo corsi e bacini d’acqua, sentieri)
Aree private accessibili al pubblico 13,8 ettari
Aree private non accessibili al pubblico 7,8 ettari
*con l’esclusione del Quartiere di Oberhafen
41
orientamento delle sale ricettive e attraverso l’applicazione di pellicole speciali
fonoassorbenti. I regolamenti urbanistici hanno bloccato ai livelli attuali tutte le
emissioni provenienti dai macchinari portuali che operano sul versante Sud del
fiume.
Un altro aspetto fondamentale in termini di sostenibilità è la protezione a lungo
termine dalle esondazioni del fiume. Le strade sono infatti costruite su
fondamenta solide a 8-9 m di altezza sul livello del fiume e le autovetture
possono essere parcheggiate all’interno di parcheggi sotterranei
(impermeabilizzati e collocati nei basamenti degli edifici). I parcheggi coperti
non possono essere costruiti sopra il livello del fiume. Ciò comporta che gli
spazi per la sosta consumino pochissimo spazio pubblico. A fine 2012, HafenCity
è stata inclusa nel sistema centralizzato di assistenza al parcheggio che riduce il
numero di veicoli in cerca di parcheggio e dei parcheggi abusivi. Verrà inoltre
introdotto progressivamente su tutto il territorio un sistema per la gestione dei
parcheggi.
Mobilità sostenibile
Tuttavia risulta molto facile raggiungere HafenCity senza auto. Svolge un ruolo
fondamentale in questo senso la metropolitana U4, operativa dal 2012. Quando
verrà inaugurata la terza fermata della metro U4 a Elbbrűcken e le costruzioni a
HafenCity saranno prossime all’ultimazione, è stimato che 35.000 persone
useranno la metro quotidianamente. La città vanta anche una rete capillare di
fermate bus. E’ già operativo nei pressi di Elbphilarmonie il primo pontile per il
servizio vaporetto (altri due verranno realizzati a HafenCity University e
Elbbrűcken). E’ già operativa una bellissima e fitta rete pedonale e di mobilità
ciclistica che comprende numerosi ponti e permette agli utenti di spostarsi
rapidamente da questo quartiere urbano nuovo al centro città. Il 70% dei
percorsi pedonali e ciclabili è isolata dal traffico motorizzato e attraversa
lungofiumi, pontili e piazze; il 30% scorre lungo corsi d’acqua. I punti noleggio
bici rendono possibili ed appetibili i giri turistici di HafenCity ad emissioni zero.
In futuro il traffico individuale motorizzato rappresenterà il 20-25% della
mobilità complessiva (ad Amburgo la percentuale è del 47%). A questo scopo
infrastrutture flessibili per la mobilità verranno sviluppate a HafenCity Centro e
HafenCity Est. Oltre alla nuova linea U4 della metropolitana è in fase di sviluppo
un intero sistema di mobilità sostenibile che comprende autobus a idrogeno,
punti noleggio bici, parcheggi car sharing e mobilità elettrica combinati ad un
42
numero drasticamente ridotto di parcheggi per le autovetture.
HafenCity fa anche parte della regione di riferimento di Amburgo per la mobilità
elettrica. Dopo l’installazione del primo punto di ricarica elettrica ad Osakaallee
(cui faranno seguito altre colonnine da collocare negli edifici privati) a Dicembre
2012 è diventata operativa la prima stazione di ricarica rapida (DC) nei pressi
della centrale per il teleriscaldamento (Heizwerk). Presso la stazione è possibile
ricaricare la propria autovettura elettrica in soli 30 minuti (tempi di ricarica per
una colonnina tradizionale: 4 ore). Gli autobus per il trasporto locale e le
autovetture effettuano ricariche di idrogeno presso la nuova stazione di servizio
dal 2012.
Gli sforzi per aumentare i livelli di sostenibilità sono ancora maggiori ad
HafenCity Est. L’intera zona è un punto di riferimento per la mobilità sostenibile.
Qui è obbligatoria per i proprietari di immobili l’implementazione di criteri di
mobilità sostenibile. I progetti devono già contenere idee e modalità
organizzative in questo senso nella fase dell’assegnazione del contratto di
esclusiva.
Tra i criteri ricordiamo: la predisposizione negli edifici di un numero di
parcheggi inferiori alla media (con una conseguente riduzione di parcheggi
disponibili nelle aree pubbliche), l’obbligo di prevedere colonnine elettriche per
il 30% dei posteggi auto come l’integrazione di un sistema di car-sharing di
quartiere con una flotta che comprende un elevato numero di auto elettriche. I
fabbisogni energetici delle autovetture elettriche dovrebbero essere soddisfatti
da energia rinnovabile generata internamente (negli edifici) ed esternamente
(dai gestori dei servizi energetici). Il legame tecnologico tra le autovetture e gli
edifici crea un’interfaccia inedita che verrà utilizzata per i progressi tecnici del
futuro. Potrebbero essere valutate soluzioni all’avanguardia, da far procedere di
pari passo con i progressi tecnologici, per una rete Smart in cui l’autovettura
diventa un mezzo per l’accumulo di energia (dall’autovettura verso rete) capace
di ottimizzare il ciclo energetico negli edifici.
Nel corso degli ultimi anni sono stati costruiti i primi quartieri su terreni precedentemente adibiti
alle attività portuali ed industriali
43
Anche la mobilità ciclistica ricopre un ruolo importante. Sono in fase di
pianificazione accessi e uscite facilitati per le rimesse sotterranee nonché
l’integrazione delle e-bike, delle biciclette a pedalata assistita (EPAC) ed altre
mini-veicoli elettrici. Le suddette strategie unite ad un ottimo servizio di
trasporto pubblico, percorsi pedonali e ciclabili di qualità, porteranno in futuro
ad una marcata riduzione della richiesta di trasporto individuale motorizzato.
Tutti gli edifici di HafenCity Ovest sono collegati a reti distrettuali di
teleriscaldamento alimentate da centrali di cogenerazione. La fornitura
decentralizzata di calore fa affidamento anche alla tecnologia fuel cell, l’energia
geotermica e quella solare termica. Il risultato è un blend energetico con
emissioni di CO2
molto ridotti (175g/kWh rispetto ai 240g/kWh medi prodotti
dalle reti tradizionali di fornitura del calore che utilizzano il gas). Il bando
europeo pubblicato nel 2003 per la gestione della rete di teleriscaldamento per
HafenCity Ovest venne assegnato al fornitore energetico Vattenfall.
Il nuovo sistema di teleriscaldamento per HafenCity Est porterà i livelli di
emissioni di CO2 a 89 g/kWh (un valore sensibilmente più basso rispetto a
quello attuale). Il bando era aperto a tutti i paesi europei e nel 2009 venne
assegnato a Dalkia Energie. Il progetto preliminare proposto dalla società
contempla una rete locale di teleriscaldamento e un impianto di cogenerazione
alimentato da impianti situati sia dentro che fuori HafenCity. Quasi tutte le fonti
energetiche utilizzate sono rinnovabili: un impianto di combustione a biomassa
legnosa, una fuel cell a biometano, un impianto di cogenerazione con
alimentazione a gas ed una pompa di calore. La combustione del legno
alimenterà uno dei tre impianti di riscaldamento che è stato costruito negli ex
mercati centrali di Amburgo al posto del vecchio impianto di combustione,
sempre a legna). Grazie alla sua organizzazione decentrata il sistema di
teleriscaldamento potrà crescere insieme al distretto della città. La
progettazione modulare fu un elemento decisivo per l’assegnazione del bando,
visto che la riqualificazione di HafenCity non verrà terminata prima del 2025 non
è possibile stimarne con precisione il fabbisogno energetico.
Nel 2007 la HafenCity Hamburg GmbH presentò il primo sistema tedesco di
certificazione per l’edilizia sostenibile. Prima dell’esistenza di questo sistema la
società assegnava il gold Ecolabel per meriti straordinari e la silver Ecolabel per
meriti speciali nella realizzazione di edifici sostenibili. Lo scopo è di incoraggiare
gli sviluppatori immobiliari del settore pubblico e privato a gestire
44
responsabilmente le risorse. Viene valutata la sostenibilità ecologica, economica
e sociale di un progetto di costruzione.
Inizialmente il sistema di certificazione Ecolabel veniva applicato solo per i
progetti di costruzione che riguardavano aree residenziali, uffici o edifici
particolari. Tuttavia, in seguito al numero elevato di edifici che venivano costruiti
a HafenCity Centro e HafenCity Est per altri settori (commercio al minuto,,
attività alberghiera etc.) venne deciso nel 2010 di applicare anche a questi
settori lo stesso sistema di certificazione.
L’HafenCity Ecolabel oro e argento
L‘HafenCity Ecolabel può anche essere assegnato prima ancora che siano iniziati
i lavori di costruzione. L’impresa edile presenta la richiesta di concessione con i
relativi documenti progettuali che dimostrano i meriti particolari o speciali di
sostenibilità dell’edificio proposto. Una volta che i suddetti meriti sono stati
accertati da un’agenzia indipendente il progetto riceve una certificazione
temporanea. Questo permette ai costruttori e alle società di riqualificazione
urbana di convincere i potenziali acquirenti circa la sostenibilità dei loro progetti
durante la fase iniziale di marketing. La certificazione definitiva viene assegnata
in seguito alla realizzazione dell’opera e al conseguimento degli standard
energetici di Categoria 1.
Per l’assegnazione del certificato vengono valutate cinque categorie:
Una riduzione del fabbisogno energetico primario ben oltre i requisiti
standard.
Gestione sostenibile di beni pubblici (es. l’impiego di impianti igienico-
sanitari all’avanguardia che riducono il consumo d’acqua); Un uso efficiente
delle zone accessibili al pubblico e misure a favore delle famiglie nelle
costruzioni commerciali e alberghiere
L’uso di materiali ecologici privi di alogeni, solventi volatili o biocidi. Viene
anche riconosciuto l’uso di legno tropicale certificato.
L’attenzione verso la salute e il benessere: temperature dei locali idonee
all’organismo umano, arredi ed infissi anti allergenici, isolamento acustico e
dai fenomeni di riverberazione, finiture antiriflesso e circolazione dell’aria
nei locali con condizionamento.
Sfruttamento sostenibile dell’edificio: bassa manutenzione o uso di
materiali durevoli e accessibilità e fruibilità completa per i disabili.
L’HafenCity Ecolabel ha riscosso un notevole successo. Dopo pochi anni,
45
numerosi progetti hanno soddisfatto i requisiti stringenti per la certificazione
Gold label (conferimento definitivo, o pre- certificazione o sono stati concepiti
per l’assegnazione). Tra questi ricordiamo la scuola elementare
Katharinenschule, l’Università di HafenCity, l’Elbe Arcades a Magdeburger Hafen,
nonché la Musicians’ House e il Forum Ecumenico a Shanghaiallee. La prima
certificazione definitiva Ecolabel Gold venne assegnata a Dicembre 2011, al
Quartier Generale della Unilever a Strandkai.
Da allora il più alto grado di certificazione è stato assegnato all’edificio del
Gruppo Editoriale Spiegel, al Centro Commerciale Centurion e al Loft NIDUS (il
primo edificio residenziale).
Adesso nei bandi viene sempre più richiesta la conformità ai requisiti Ecolabel
Gold. Nel quartiere Am Lohsepark, tutti gli edifici sui siti appartenenti al Fondo
Speciale di Amburgo per la Città e il Porto, verranno costruiti in conformità allo
standard l’Ecolabel Gold. I requisiti vengono spesso soddisfatti anche dalle
costruzioni nei quartieri orientali di Baakenhafen e Elbbrűcken.
Il concetto di
traffico a HafenCity
è studiato anche
per i pedoni;
quando verranno
completati i lavori
anche i ciclisti
beneficeranno di
una mobilità su
misura
L’edilizia sostenibile non è prerogativa del parco immobiliare. Anche il ponte di
Baakenhafen ha stabilito nuovi standard nel proprio settore grazie al suo modo
insolito di coniugare l’architettura, l’ingegneria civile e la sostenibilità. Questo è
solo uno fra i cinque progetti pilota (che interessano il territorio nazionale) che
è stato pianificato e implementato secondo specifiche caratteristiche di
sostenibilità nel campo delle strutture proprie dell’ingegneria civile. Queste
caratteristiche vennero verificate attraverso una procedura di valutazione della
“Sostenibilità dei ponti stradali durante il loro ciclo di vita”. Tale procedura
venne sviluppata in seguito ad un’ordinanza dell’Istituto Federale Tedesco per le
46
Strade. I seguenti punti furono oggetto della valutazione: qualità ecologica
(utilizzo delle risorse, produzione di rifiuti), prestazione economica (costo del
ciclo di vita), qualità funzionali e socio-culturali (salute, confort, livello di
soddisfazione degli utenti, funzionalità), qualità tecnica e del processo
produttivo durante la costruzione.
Un quadro complessivo sul tema “HafenCity e la Sostenibilità” è rappresentato
al Padiglione della Sostenibilità “Osaka 9” situato al Lungoporto di
Magdeburger Hafen. I temi fondamentali che vengono affrontati dalla mostra
permanente sono: l’Uso Sostenibile del Territorio e Una Struttura Urbana
Multiuso, Organizzazione della Mobilità: Risparmio Energetico e Tempi Ridotti,
Fornitura Sostenibile di Energia, Edilizia Sostenibile. Il Padiglione informativo
rappresenta anche un punto di incontro per giri turistici ed un luogo per eventi
organizzati a ridosso del canale.
Il Padiglione
Informativo
“Osaka 9” offre
un quadro
complessivo del
tema HafenCity e
la Sostenibilità
47
Abitare nel Centro: HafenCity, un Luogo di
coesistenza amichevole
HafenCity Ovest è diventata un’area urbana che ospita oltre 2.000 persone.
I vicini di casa hanno origini e stili di vita molto diversi tra loro, ma il
networking è già in fase avanzata.
La varietà di alloggi a disposizione a HafenCity comprende un piccolo insieme di
appartamenti in affitto o in vendita a prezzi diversi (i prezzi variano da quelli per
le case popolari a quelli per le case di lusso) e viene incontro alle esigenze
particolari che possono avere determinati gruppi quali i musicisti, i designer e i
professionisti più esperti. Le cooperative edilizie e le joint venture hanno avuto
un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura dell’abitare a HafenCity,
gestendo il settore di fascia media del mercato immobiliare delle nuove
costruzioni e agendo al contempo come catalizzatori per la formazione di un
vicinato amichevole.
Alcune caratteristiche speciali (protezione contro le esondazioni, fondamenta
degli edifici e elevati standard ecologici) determinano un affitto medio più
elevato (+2-3 euro/m²) rispetto ad edifici simili di nuova costruzione nel centro
città. Tuttavia la varietà in termini di cultura dell’abitare, prezzi e stili
architettonici che la zona è capace di offrire ai propri residenti attira molte
persone. Molti sono pronti ad affrontare una spesa iniziale maggiore a fronte di
un miglior equilibrio lavoro/vita privata e minori costi legati alla mobilità
(potendo trovare nelle immediate vicinanze il proprio luogo di lavoro, la
possibilità di soddisfare esigenze quotidiane, le scuole, le strutture per il tempo
libero ecc.).
HafenCity, una città a dimensione di bambino: oltre alle infrastrutture, le famiglie apprezzano la
possibilità di poter coniugare lavoro e vita familiare in modo flessibile. Le famiglie con bambini
piccoli sono particolarmente rappresentate
48
E’ possibile fare un quadro generale circa la composizione dei residenti: la
percentuale di alloggi in cui abitano anche bambini è in graduale aumento e
rappresenta oggi il 14,5%, superiore alle percentuali registrate nei quartieri del
centro città. Il peso sempre maggiore che ricopre la costruzione di case popolari
a HafenCity rispetto ai quartieri residenziali più “maturi” del centro città
dovrebbe dare ulteriore spinta alla suddetta crescita negli anni a venire.
Nei prossimi anni verranno costruiti un liceo e un’altra scuola elementare,
nonché numerosi asili nido. Avranno un ruolo fondamentale in questo senso
anche le tre comunità ricreative e sociali situate a Grasbrookpark, Lohsepark e
Baakenhafen e il centro artistico per bambini (KinderKulturHaus) a Strandkai.
I residenti hanno trovato particolarmente interessanti i seguenti fattori: la
posizione prestigiosa che si affaccia sui numerosi canali e sul fiume, le tipologie
di unità immobiliari e l’ottima infrastruttura del trasporto.
Il 41,3% delle case è abitata da persone singole, una percentuale inferiore alla
media registrata nella città di Amburgo (53,6%) e di gran lunga inferiore alle
percentuali registrate in alcuni distretti del centro città (solitamente oltre il 60%).
Plaza Vasco de Gama presso il lungoporto di Dalmannkai con le sue aree adibite al basket, bar e
ristoranti è un luogo di ritrovo per tutte le età
49
PARTE III
Amburgo XXI secolo: la qualità dell’azione pubblica
Rossella Caputo, Dirigente della U.O. Qualità Urbana e Certificazione
Energetica/Ambientale del Dipartimento Programmazione e Attuazione
Urbanistica di Roma Capitale
Amburgo! E’ di più di un mucchio di pietre, tetti, finestre,
tappeti, letti. Strade, ponti e lampioni….E’ infinitamente di
più. E’ la nostra volontà di essere. Di essere non da qualche
parte e in qualche modo, ma qui e solo qui, tra l’Alster e
l’Elba - di essere solo come siamo, noi di Amburgo. Lo
ammettiamo senza vergogna: i venti del mare e la nebbia
del fiume ci hanno incantato e stregato a rimanere”.
Wolfang Borchert ,”Stadt, stadt: Mutter zwischen Himmel
und Erde. Hamburg”, 1947
La Città-Stato anseatica di Amburgo si sta affermando come leader in Europa in
tema di riqualificazione urbana ecosostenibile.
Dall’inizio del secolo Amburgo, la città “anfibia”, la cui struttura deriva dal
connubio tra terra ed acqua, ha ripensato due brani di città sul fiume Elba, la
zona dei vecchi docks, ora ribattezzata HafenCity e l’isola di Wilhelmsburg, aree
centrali ma degradate o marginali, come nuovi poli di sviluppo urbano,
esplorando percorsi innovativi dal punto di vista ambientale e sociale con
specifica attenzione allo spazio pubblico.
Impegnata dalla fine del secolo scorso in un rinnovamento che vanta numerose
iniziative mirate all'efficienza energetica e alla tutela ambientale e climatica,
Amburgo si è aggiudicata il titolo di “European Green Capital 2011”, assegnato
dalla Commissione Europea.
HafenCity: cogliere le opportunità e tradurle in azioni progettuali
concrete
Il progetto di HafenCity, uno dei più interessanti esempi di rigenerazione urbana
in Europa, la cui prima “vision” risale al 1997, nacque in risposta allo
spostamento verso ovest, lungo l’estuario del fiume, delle attività portuali che si
svolgevano nell‘area: un ampio spazio urbano, non più adatto a ospitare
50
l‘attracco di navi porta container di dimensioni sempre maggiori, si era reso
disponibile per una nuova stagione di sviluppo.
Il progressivo abbandono dei bacini storici è stato colto dalla Città come una
straordinaria occasione di rinnovamento, avviato nell’aprile 1999 con
l’aggiudicazione del concorso per il Masterplan di HafenCity a Kees
Christiaanse / ASTOC.
In attuazione del Masterplan e dei progetti architettonici che ne sono scaturiti i
magazzini portuali sono stati convertiti in edilizia residenziale e direzionale e
implementati da un'efficiente sistema di infrastrutture e servizi, dando vita ad
uno dei più solidi progetti di sviluppo di un pezzo di città storica in Europa, sia
per dimensioni, sia in relazione ai principi cui ci si è attenuti.
Tutta l’area è dunque oggetto di progetti di trasformazione urbana, ad esito di
una pianificazione strategica che sta ridefinendo, attraverso un chiaro
programma di ridisegno urbano di questo brano di città contemporanea, la
stessa immagine internazionale della Città Stato di Amburgo, in cui il recupero
dell'archeologia industriale si coniuga con il design e le tecnologie più
innovative.
Il programma insediativo e progettuale è stato delineato, in un rapporto
pubblico-privato trasparente e innovativo, con un’efficace mescolanza di
concretezza e inventiva e tradotto in realizzazioni connotate dalla costante
attenzione al confronto tra memoria e innovazione tecnologica, architettura e
valori del paesaggio urbano e fluviale.
L’attività di trasformazione è stata coordinata e promossa in fasi successive
attraverso concorsi e confronti di urbanistica e di architettura. I piani dei diversi
comparti e i progetti di ogni edificio, anche realizzato su iniziativa privata, sono
stati scelti attraverso la procedura del concorso di architettura a inviti,
garantendo controllo e flessibilità alla crescita urbana.
Il punto di forza della trasformazione urbana risiede nella regolazione del
Masterplan che la governa, inteso come un programma adattabile,
continuamente aggiornato e raffinato, i cui principi guida si combinano con
regole operative flessibili.
I principali obiettivi di sviluppo e il piano strutturale per HafenCity
Premesso che HafenCity è perfettamente posizionata per ricollegare il centro di
Amburgo e il porto dopo oltre cento anni di separazione e promette ottime
opportunità per il futuro di Amburgo, il piano ha ritenuto che queste
51
opportunità potessero essere pienamente sfruttate solo rafforzando il ruolo
metropolitano di Amburgo in un contesto competitivo a livello internazionale,
mantenendo al contempo l’identità individuale della Città.
L’obiettivo economico individuato prevedeva pertanto di reinvestire i proventi
derivanti dall’iniziativa urbanistica per la costruzione di un terminal destinato al
porto commerciale, necessario ad Amburgo per poter competere a livello
internazionale nel traffico delle navi porta-container.
L’uso del suolo in HafenCity
La posizione centrale di HafenCity in Amburgo e nella sua regione
metropolitana, e il costo elevato dello sviluppo nel suo complesso, richiedono
una corrispondente densità edilizia urbana su tutto il sito. L’esame di tutti i
diversi scenari di uso dei terreni e i disegni preliminari nel concept di Masterplan,
ha comportato una previsione di superficie lorda di nuove edificazioni di circa
1,5 milioni di m².
Questa stima è stata confermata dall'esito del concorso di pianificazione e
quindi è stata utilizzata come base nel Masterplan.
Nel Masterplan era stato calcolato che l'area avrebbe potuto ospitare 5.500
appartamenti per circa 12.000 abitanti e offrire circa 20.000 posti di lavoro. I dati
preliminari sono stati utilizzati fino alla redazione di piani più dettagliati.
Il mix di usi e le prescrizioni per gli spazi pubblici del waterfront
Il piano per HafenCity, con l'obiettivo di innalzare il ruolo metropolitano della
Città, ha inteso dotare dunque il centro di Amburgo di nuove infrastrutture per
sostenere attività di commercio al dettaglio, intrattenimento, svago, cultura e
turismo, enfatizzando le caratteristiche di HafenCity attraverso i servizi offerti e
ponendo l’accento sul fascino internazionale e sull’atmosfera speciale della zona
del porto di Magdeburger Hafen, sia per la sua potenzialità di irradiarla al
contesto urbano, sia per il suo ruolo di accesso ad HafenCity.
La scelta progettuale del mantenimento di elementi significativi dell’area
portuale dal punto di vista visivo, come gru di sollevamento e banchine,
costituisce un valore aggiunto per l’area: secondo gli obiettivi del Masterplan le
aree di banchina si sono trasformate in promenades ampie aperte al pubblico,
con padiglioni con caffè e negozi che creano un sofisticato ambiente urbano; il
disegno di ogni zona di banchina è in stretta relazione con le limitrofe aree
commerciali e residenziali e con gli spazi pubblici.
52
A giudicare dagli interventi realizzati finora, le funzioni sono state bilanciate con
cura in un design piuttosto ricercato e attento ai dettagli e l’obiettivo è stato in
larga misura raggiunto.
Il processo di pianificazione ha prestato infine particolare attenzione
all'obiettivo di rendere il waterside di HafenCity un luogo di aggregazione
accessibile in totale sicurezza. Anche quest’obiettivo è stato raggiunto grazie
alle precauzioni di sicurezza adottate per gli argini e i piani terra (elevati rispetto
alle variazioni del livello dell'acqua delle maree).
Il piano segnalava inoltre che HafenCity, tenendo conto dei progressi
tecnologici, avrebbe potuto fornire opportunità di integrazione nella struttura
urbana alle industrie di fabbricazione e allo small business.
Il processo di pianificazione di HafenCity: progettazione e
costruzione dell’”effetto città”
La sfida di HafenCity può essere sintetizzata nella decisione di dare vita al 2025
ad un incremento dimensionale del 40% del centro della città, senza ulteriore
consumo di suolo ma sfruttando per espandersi un’area brownfield.
Ad HafenCity nell’arco di 25 anni verranno sviluppati distretti caratterizzati da
una forte connotazione urbana, ottenuta attraverso un mix attento e sapiente
tra l’adozione della scala dimensionale della città storica e la costruzione “a
tavolino” della complessità tipica della città consolidata.
Un obiettivo primario di pianificazione indicato dal Masterplan per il futuro
assetto urbano è difatti, come accennato in precedenza, il mix urbano di usi
diversi, dal residenziale all'industriale, con una densità di costruzione
appropriata per un centro, attraverso un piano sofisticato ed equilibrato, in cui i
vari usi siano miscelati sia verticalmente sia orizzontalmente: all'interno di un
edificio, tra edifici, all'interno di un quartiere e tra quartieri.
In base al Masterplan le singole suddivisioni in quartieri sono state e saranno
sviluppate passo dopo passo, in modo da essere in grado di funzionare come
unità autonome. Ogni quartiere è progettato in base a un proprio carattere
individuale e allo stesso tempo si fonderà con l'ambiente urbano, per costruire
un legame identitario tra il luogo e i suoi abitanti. Per il disegno dei confini e le
transizioni tra le diverse aree è richiesto un corrispondente grado di attenzione
speciale in sede progettuale.
L’offerta di nuovi appartamenti deve rispondere alla domanda di diversificazione
guidata dal mercato immobiliare per una vasta gamma di gruppi demografici e
53
per una varietà di stili di vita individuali, compresa l’offerta di residenze urbane
di lusso. Per lo sviluppo residenziale il piano definisce i siti più adatti, località e
spazi aperti sul waterfront come Sandtorhafen e i quartieri di Baakenhafen ed
entrambi i lati del parco di Lohseplatz .
L’effetto città è garantito dalla prescrizione, in fase di piano di standard di
qualità eccezionalmente elevati per la progettazione degli edifici e degli spazi
pubblici e dalla successiva creazione di concrete opportunità per attrarre le
attività ritenute più idonee in ciascuno dei nuovi quartieri.
Si pensi alla capacità di richiamo di imprese operanti nel settore dell'economia
digitale, dei nuovi media, per rendere la zona ancora più attrattiva per il settore
dei servizi orientati all’impresa, in modo che nuovi utenti creativi siano invogliati
a spostarsi nel quartiere. Il carattere di quartiere giovane e creativo si svilupperà
ulteriormente con l’apertura dell’Università di HafenCity, anticipata dal recente
insediamento della facoltà di Architettura.
Si pensi ancora alla crescente capacità di attrazione delle imprese turistiche, che
trova uno dei suoi punti di forza nella varietà degli spazi urbani e delle
architetture (tra le quali spicca qualche stimolante proposta d’innovazione delle
forme architettoniche opera delle migliori firme dell’architettura
contemporanea) e nel fascino internazionale dei servizi offerti, inseriti in una
molteplicità di spazi aperti urbani, vivaci ma tranquilli: piazze, grandi e piccole
(le Terrazze Magellano e Marco Polo, la Piazza Vasco da Gama), di passeggiate
sul waterfront accanto all'acqua (su Am Sandtorkai e Am Kaiserkai) e di luoghi
da cui è possibile godere di scorci sorprendenti sulla città.
Non si può tacere tuttavia che queste scelte sembrano piuttosto aver favorito il
proliferare di una formale complessità urbana, che non riesce ancora a produrre
un effetto urbano pienamente convincente.
E’ esemplare in tal senso il design “ridondante” degli spazi pubblici di
HafenCity ovest, realizzato a seguito di un concorso vinto nel 2002 dallo
studio EMBT di Benedetta Tagliabue.
Va riconosciuto comunque alla Città di aver avuto una lungimirante capacità di
valorizzare il suo cuore marittimo, oltreché con interventi architettonici mirati,
con una costante opera di vivacizzazione culturale. Gli spazi pubblici, realizzati
per fasi, offrono occasioni diversificate di svago e cultura, il mix funzionale negli
isolati, con usi differenziati nelle diverse ore del giorno, tende alla creazione di
una comunità urbana sempre attiva.
Il porto di Amburgo, nonostante disti 100 km dal mare e di fatto si sia
54
sviluppato lungo il fiume Elba, è fra i primi tre porti europei e tra i principali al
mondo.
Grazie alle prescrizioni del Masterplan la funzionalità del porto si sta integrando,
anche esteticamente, con gli spazi residenziali, con gli uffici, con la vita culturale
e con il turismo.
Ad HafenCity l’innovazione è parte integrante del tessuto urbano e lo sviluppo
della zona sta creando una prospettiva di Amburgo completamente nuova, ma il
Masterplan mantiene uno sguardo sul passato, costituito nella parte
settentrionale dallo Speicherstadt, con i suoi edifici storici, i magazzini in cui
venivano custodite merci preziose (spezie, caffè e tappeti orientali), con i ponti,
con le pareti di banchina e i canali; una straordinaria testimonianza di
archeologia industriale divenuta dal 1991 un monumento storico-culturale.
Come regola generale del Masterplan, l'altezza delle strutture nella zona
HafenCity non deve superare l'altezza degli edifici dello Speicherstadt: la gran
parte degli edifici progettati è di sei- sette piani, in analogia con le altezze degli
edifici nella città antica e anche la struttura a blocchi con corti interne richiama
la densità edilizia della città storica.
HafenCity è articolata in 10 differenti quartieri e presenta parti già costruite ed
abitate, parti in fase di costruzione o di cantierizzazione, parti in fase di
progettazione.
L'area attualmente in costruzione, comprese le parti completate, si estende dalla
“Concert Hall Elbphilharmonie”, sulla punta del Dalmannkai a ovest fino alla
coppia di edifici che ospitano gli uffici di Der Spiegel e della Ericus Contor a
Ericusspitze.
HafenCity, la “PortoCittà”, come è stata ridefinita l’ex zona portuale, costituisce
l’affaccio della città a nord sul fiume Elba e ne disegnerà il nuovo skyline. Se lo
skyline di Amburgo comprende i campanili delle chiese principali, il municipio e
una serie di grattacieli, per la sua posizione HafenCity sta proponendo alla città
nuovi punti di
riferimento territoriali:
la Marco Polo Tower e
la sede di Unilever, la
Filarmonica, le sedi di
Der Spigel e della Ericus
Contor.
In particolare il
55
complesso che comprende la Marco Polo Tower, una torre residenziale alta 55
metri e la sede di Unilever, in una posizione molto attrattiva su Strandkai, è
stato completato, su progetto di Behnisch Architekten, nel 2009. Progettata
secondo principi di sostenibilità all’avanguardia, l’Unilever Haus, è diventata un
landmark e ha ottenuto riconoscimenti internazionali tra cui quello di "Edificio
per uffici dell'anno" al World Architecture Festival 2009: tutte le aree sono
studiate per catturare la massima quantità di luce possibile e creare condizioni
microclimatiche ottimali.
L’”Elbphilharmonie Concert Hall”, ancora in costruzione, progettata da
Herzog e De Meuron al posto di un ex deposito di cacao, è tra gli edifici più
discussi e più rappresentativi di HafenCity, destinato a diventare uno dei simboli
di Amburgo, con il grande auditorium (2.150 posti), un piccolo auditorium (550),
sala prove (100), un hotel di lusso (circa 250 camere), strutture per conferenze e
benessere, residenze (circa 45 appartamenti).
Il Masterplan ha prescritto particolare attenzione al ruolo architettonico
dell’Ericusspitze e pertanto nel 2007 è stato indetto un concorso internazionale
di progettazione del sito. Gli
edifici di Der Spiegel e della
Ericus Contor, progettati
dallo studio vincitore del
concorso, Henning Larsen di
Copenhagen e completati
nel 2011, sono disegnati
come grandi forme ad “U”
che abbracciano lo spazio
urbano verso cui sono diretti.
L’edificio di Der Spiegel è orientato verso la città e si contrappone all’"Ericus",
che abbraccia lo spazio verde esterno rivolto verso il Lohsepark. Entrambi i corpi
comunicano con una grande piazza orientata verso il fiume e con un’area
pubblica d’accesso al complesso. L'edificio di Ericus sarà essenziale per il
completamento dello spazio ampio del parco, lo Spiegel, dotato di uno spazio
interno dal carattere urbano, diventerà la porta di accesso di Hafencity vista
dalla stazione principale e Brooktorkai.
L’immobile situato al margine orientale del quartiere di Dalmannkai, progettato
da David Chipperfield si segnala tra i frutti del metodo di selezione dei
progetti attraverso concorsi, che ha trasformato HafenCity in irripetibile
56
laboratorio di rigenerazione urbana, in cui
architetti di fama internazionale e nazionale
hanno lasciato la propria impronta in un
sistema di cui viene percepita un’alta qualità
diffusa.
L’edificio, con la sua facciata scandita con
rigore, crea una sofisticata transizione dagli
edifici più alti, per uffici, del quartiere di
Grasbrook agli edifici a pochi piani, per
appartamenti, di Dalmannkai.
Nuovo punto di incontro tedesco-americano di Amburgo, l’Amburgo-America-
Center, è stato progettato dallo studio Richard Meier sul luogo
precedentemente occupato da un magazzino di caffè nel quartiere di
Sandtorpark e costruito dal 2006.
Il Centro fornisce ad Amburgo una base permanente per promuovere i suoi
legami culturali ed economici con l'America e con la città gemellata di Chicago.
Il concetto strutturale dell’edificio è una pura sintesi geometrica tra prestigiose
facciate in vetro e luminose superfici di metallo bianco.
Al fianco dei grandi nomi dell'architettura
internazionale come Herzog e De Meuron,e
Chipperfield e Meier, lo studio Antonio
Citterio Patricia Viel and Partners, vincitore
di un concorso di progettazione, ha realizzato
ad HafenCity un nuovo complesso a uso
misto, denominato Booktorkai 22. Il
complesso integra residenze e uffici in un
unico blocco, impostato su due volumi
distinti che condividono il piano terra vetrato,
proiettato verso lo spazio urbano con un ristorante, un bar e la lobby di
ingresso separata per uffici e residenze. Mentre nell'edificio più basso si trovano
gli uffici, gli alloggi sono stati distribuiti nell'edificio a torre: la zona giorno di
ogni appartamento è dotata di una loggia, che consente un affaccio privilegiato
sull'acqua e sul futuro parco lineare Lohsepark. Le due porzioni del progetto si
presentano con due facciate autonome, legate tra loro dal nastro vetrato del
piano terra e dall'accostamento cromatico dei materiali di rivestimento: lastre di
pietra arenaria per il volume residenziale, klinker scuro rossastro per il volume
57
degli uffici, entrambi accomunati dai profili color bronzo delle finestrature.
Nel 2014 sono in corso interventi per 180.000 m² di superficie lorda di
pavimento, per un volume di investimenti di circa 650 milioni di euro.
La maggior parte dei lavori in corso si concentra nell’Uberseequartier, la cui
struttura è orientata parallelamente al Magdeburger Hafen.
Uberseequartier, il “quartiere d’oltremare”, il futuro centro nevralgico di
HafenCity, è una parte di città progettata a scala d’uomo, connessa alla città
storica e affacciata sul fiume, un quartiere residenziale e commerciale, che offre
una varietà di opportunità ricreative e culturali in una piacevole atmosfera
urbana.
Per ottenere questo risultato sono state definite linee guida precise per
l’edificato, le destinazioni d’uso, la distribuzione degli spazi. In fase di
progettazione, è stato creato un layout per garantire una varietà di percorsi e
prospettive verso il fiume Elba.
In fase di pianificazione il settore immobiliare ha concordato con la società di
gestione HafenCity Hamburg GmbH che lo sviluppo dell’Uberseequartier, con la
sua superficie lorda di pavimento prevista di 110.000 m², avvenga unitariamente
e tempestivamente.
Il piano ha previsto un equilibrato mix funzionale per garantire complessità e
vivibilità; si sono realizzati e si realizzeranno residenze, uffici, attività
commerciali, spazi per la cultura e ricreativi come polo di attrazione per i
residenti, per chi lavora nel quartiere, per la popolazione di Amburgo e per i
turisti.
Si è esclusa la creazione di grandi
centri commerciali per favorire
una rete puntuale di esercizi e
recuperare il modello tradizionale
di commercio diffuso; per
conseguire questo obiettivo nelle
convenzioni con gli operatori è
previsto l’obbligo di collocare gli
esercizi commerciali (circoscritti al
commercio al dettaglio e ai prodotti d’innovazione) al piano terreno lungo
strade e piazze e di far affacciare gli esercizi per la ristorazione su spazi aperti,
con scorci in direzione dell’acqua.
La progettazione degli spazi esterni del quartiere e del Magdeburger Hafen, è
58
stata affidata allo studio BB+GG arquitectes di Beth Galì, vincitore del
concorso bandito nel 2006, che intende contraddistinguere il viale centrale del
quartiere, pensato come il cuore pulsante di HafenCity, e le piazze circostanti
come luoghi di sosta e di socialità.
I diversi caratteri degli spazi urbani con i loro contrasti tra le facciate
sull’Uberseeboulevard, il viale interno, e le visuali sul Magdeburger Hafen o sul
Sandtorpark, si riunificano negli spazi esterni: nei diversi comparti del quartiere
sono stati uniformati per scelta i materiali di pavimentazione e l’arredo urbano,
assicurando un elemento di continuità chiaramente percepibile.
Solo ad alcuni edifici, posti in posizioni significative e panoramiche, è consentito
raggiungere altezze maggiori: avranno funzione di “belvedere” e di landmark
all’interno del profilo urbano: nell’Uberseequartier saranno realizzati lo Science
Center e l’Hamburg Cruise Center.
Lo Science Center
progettato da Koolhaas
– OMA nel 2008, che
dovrebbe sorgere sul
waterfront nel punto di
incontro tra il
Magdeburger Hafen e
l’Elba, in prossimità
dell’attracco delle navi da
crociera e porta container, è un vero e proprio totem urbano, che segnala
l’unione tra il porto e la città. Il complesso comprenderà lo Science Center,
l’Aquarium e lo Science Theatre, ma al momento le necessarie risorse pubbliche
non sono disponibili e HafenCity GMBH è alla ricerca di sponsor.
L’Hamburg Cruise Center
progettato da
Massimiliano Fuksas, è un
complesso che comprende
un albergo di lusso, il
terminal per le navi da
crociera e quello per i bus.
Adiacente al quartiere è
stata realizzata la Katharinenschule, progettata dallo studio Spengler &
Wiescholek, una scuola elementare di cinque piani che ospita 450 bambini.
59
Molto particolare il cortile sul
tetto: una rete alta 4 metri
protegge i bambini e funge
da sostegno per un
pergolato di vite che colora il
tetto con i frutti di stagione e
garantisce la protezione dal
sole. Un secondo cortile al
piano terra è parzialmente
coperto da una pensilina e
può essere usato anche in caso di pioggia.
Per invogliare le famiglie giovani a trasferirsi qui la scuola accoglie i bambini per
tutta la giornata, anche oltre l’orario scolastico; grazie a questa opportunità e
alla presenza di due parchi, ad HafenCity continuano ad arrivare giovani
famiglie.
HafenCity modello ecologico urbano del futuro: sostenibilità
ambientale ed efficienza energetica
Ciò che rende il Masterplan di HafenCity diverso da altri grandi progetti di
sviluppo urbano è posizione unica dell’area e il suo obiettivo di promuovere
urbanità accoppiata con la sostenibilità.
Il progetto HafenCity è stato impostato come un utile contributo per un futuro
sostenibile della città. La conversione di aree precedentemente utilizzate per
attività legate al bacino si tradurrà in una serie di effetti positivi, ecologici e in
termini di futuro sviluppo urbano di Amburgo. L'ambiente di HafenCity si sta
plasmando con attenzione al futuro a lungo termine: è un esempio di
sostenibilità, per gli standard elevati nella pianificazione e realizzazione di edifici
"verdi" e nei concetti di energia e mobilità.
L’uso economico dell'energia è stato pensato come un fattore chiave al fine di
ridurre al minimo le influenze sui cambiamenti climatici. Ogni sforzo è
indirizzato ad integrare la sostenibilità, e si intende sfruttare tutte le opportunità
per il risparmio di risorse naturali nella produzione di energia. Secondo le
prescrizioni del Masterplan il prerequisito per la produzione di energia solare
costituito da una grande quantità di facciate libere rivolte a sud lungo le
banchine e in tutto il resto del sito è valorizzato nella progettazione e nella
disposizione degli edifici; altre forme ecocompatibili di produzione energetica
60
sono state utilizzate.
La strategia di approccio integrato allo sviluppo sostenibile per la rigenerazione
dei siti dell’ex porto in HafenCity si basa dunque essenzialmente su:
la scelta dell’alta densità urbana e dell’alto grado di usi misti per un
uso efficiente e sostenibile del territorio;
un concetto di trasporto sostenibile per ridurre le emissioni di
carbonio, che comprende la ferrovia sotterranea in HafenCity di
collegamento con il centro edificato esistente, gli autobus alimentati
a idrogeno e la promozione di HafenCity come città “pedonale”;
la rete di riscaldamento del quartiere basata su limiti di carbonio
molto bassi e l’utilizzo di una quantità significativa di fonti
energetiche rinnovabili;
l'uso consistente di materiali da costruzione eco-compatibili.
un sistema di certificazione per gli edifici.
Mentre i primi due livelli possono essere considerati ormai come norme di
pianificazione dei beni pubblici nelle città sostenibili del XXI secolo - seppur con
enormi conseguenze per gli investimenti privati - gli altri livelli sono
principalmente risultato dei processi di mercato.
La connessione all’impianto di riscaldamento di distretto è una soluzione
adeguata per fornire energia elettrica e riscaldamento per HafenCity, riducendo
le emissioni di C02 e conservando energia, insieme all'introduzione di metodi di
costruzione e materiali ecocompatibili e di tecnologie per la generazione di
potenza e calore (l'utilizzo di energia solare attiva o passiva).
Per l'approvvigionamento energetico di riscaldamento di Hafen City ovest ed
est sono state attivate nel 2003 e nel 2009 due procedure di gara europee.
Il contratto per la fornitura di calore per la parte ovest di HafenCity è andato nel
2003 ad una compagnia che si è impegnata a non superare il limite di emissioni
di 175 gr di CO2 per ogni kWh, con una riduzione delle emissioni del 27%
rispetto al riscaldamento con impianti a gas singoli. Tutti gli edifici in HafenCity
ovest sono connessi alle reti di riscaldamento centralizzate degli isolati. Ciò, in
combinazione con impianti decentralizzati con caldaie a celle combustibili e
solare termico, produce un mix molto efficiente; in alcuni casi sono utilizzati
impianti geotermici.
La fornitura di calore alla parte est vedrà un’ulteriore riduzione delle emissioni di
CO2 fino a 89 g/kWh. Ad esito del relativo concorso europeo, concluso nel 2009,
è stato scelto un progetto per l’impiego di tecnologie basate su risorse
61
pressoché interamente rinnovabili: combustione di biomasse, celle combustibili
a biometano e pompe di calore. La flessibilità, ossia la possibilità di potenziare
gli impianti a seconda del futuro sviluppo di HafenCity previsto fino al 2020, ma
non esattamente stimabile al presente, è stato un fattore cruciale
nell’assegnazione del contratto.
A seguito dell'adozione del Masterplan nel 2000, le capacità di favorire approcci
sostenibili si sono concentrate inizialmente sui primi tre livelli sopra citati.
La certificazione volontaria degli edifici è uno sviluppo di mercato ancora in
corso, che rimarrà aperto fino a quando il progetto di HafenCity sarà
completato.
Era evidente in fase iniziale di attuazione del Masterplan la mancanza di un
sistema di certificazione degli edifici sostenibili in Germania, dato che i sistemi
adottati altrove, ad esempio il sistema americano Leed o il britannico Breeam,
non erano considerati adattabili alle possibilità specifiche di HafenCity.
Al fine di stabilire gli standard edilizi sostenibili più appropriati per più di 2
milioni di m² di superficie lorda di pavimento dei nuovi edifici, HafenCity
Hamburg GmbH ha commissionato ad un team di consulenti lo sviluppo di uno
specifico sistema di certificazione per HafenCity, sulla base degli standard
internazionali disponibili e di studi preliminari tedeschi.
L’HafenCity Ecolabel (il marchio europeo di qualità ecologica che premia
prodotti e servizi, ai sensi del Regolamento CE n. 1980/2000) assegna due livelli,
“oro” e “argento” e ha rappresentato il primo standard trasparente e
comprensibile per la certificazione degli edifici sostenibili in Germania.
Il sistema di certificazione “Edilizia sostenibile in HafenCity” è utilizzato dal 2007.
Fino all'inizio del 2010, circa 200.000 m² di superficie lorda di pavimento (Gross
Floor Area) erano stati pre-certificati o erano in attesa di certificazione: tra gli
edifici completati e preliminarmente certificati “oro” troviamo ad esempio la
Kesselhouse (sede dell’InfoCenter di HafenCity), l’edificio che ospita gli uffici di
Greenpeace, la scuola primaria Katharinen, la sede di Unilever e la nuova sede di
Der Spiegel. L'opzione di certificazione ha innescato una considerevole spinta
verso la sostenibilità in HafenCity.
Le aspettative di utenti e sviluppatori sono cresciute perché in particolare gli
imprenditori desiderano aumentare e garantire a lungo termine la competitività
dei loro edifici. La pubblicazione del catalogo dei criteri per l'HafenCity Ecolabel
ha fornito ad architetti e consulenti, in una fase iniziale del processo di sviluppo,
istruzioni che specificavano il quadro ecologico desiderato, come aiuto per
62
proporre soluzioni creative in grado di combinare sostenibilità e qualità
estetiche del progetto, durante la fase dei concorsi di architettura.
Come ulteriore effetto propulsivo, la concentrazione di progetti di edilizia
sostenibile in HafenCity sta aiutando a stimolare la consapevolezza nazionale e
internazionale circa l’uso sistematico delle norme di edilizia ecologicamente
sostenibile, soprattutto se coincide con il successo delle architetture sostenibili,
come nel caso dell'edificio della Unilever (nominato nel 2009, come abbiamo
ricordato, miglior edificio per uffici del mondo) e sta promuovendo anche la
questione della costruzione sostenibile attraverso i media.
Poiché lo sviluppo di un folto gruppo di edifici altamente sostenibili si è rivelato
così significativo, il sistema di certificazione di HafenCity è stato completamente
rivisto e reso disponibile a partire dal 2010.
La nuova edizione, che incorpora miglioramenti ricavati dall'esperienza di
certificazione avviata nel 2007, comprende le revisioni del EnEV 2009 (normativa
tedesca per il risparmio energetico negli edifici e i sistemi di costruzione) e
l’estensione del sistema per coprire nuovi usi (alberghi, vendita al dettaglio e
proprietà ad uso misto). Di conseguenza, tutti i principali tipi di edificio di
HafenCity hanno ora la propria classe di certificazione. Questo crea le
precondizioni per conseguire l'obiettivo di almeno il 30% dei futuri edifici
conformi ai requisiti per l’Ecolabel “oro”, che oltre all’uso responsabile delle
risorse riconosce anche la sostenibilità economica e sociale degli interventi e
incoraggia i clienti e gli utenti a puntare su questo standard elevato anche per
ragioni di marketing immobiliare.
Il certificato continuerà ad essere attribuito da HafenCity Hamburg GmbH,
anche se la revisione è stata effettuata in stretta collaborazione e in conformità
con gli standard dei criteri di certificazione del German Sustainable Building
Council - DGNB, (nato nel 2007 anche per iniziativa dell’Autorità di HafenCity
Hamburg GmbH).
In prospettiva anche le revisioni e la trasparenza dei criteri di documentazione
dovrebbero aumentare la disponibilità di utenti e sviluppatori ad optare per la
certificazione dei loro edifici in HafenCity.
Le principali caratteristiche del sistema di certificazione di HafenCity sono:
1. il sistema si concentra in particolare sulle possibilità nel nucleo centrale di
HafenCity;
2. il sistema comprende un accordo contrattuale tra HafenCity Hamburg
GmbH e gli operatori, con l'obiettivo non solo di raggiungere la qualità
63
costruttiva ma anche di garantire l'effettiva qualità di utilizzo una volta che
gli edifici sostenibili sono in funzione, misurandone l'efficienza energetica;
3. il sistema rende possibile da un lato ottenere in parallelo un certificato
DGNB a basso costo grazie alla coincidenza della documentazione di
certificazione richiesta; d'altra parte il sistema di HafenCity, grazie alla sua
vasta esperienza di mercato e di flessibilità, è in grado di rispondere meglio
e più velocemente alle nuove opportunità e requisiti, consentendo di
sfruttare più efficacemente le potenzialità in HafenCity rispetto al certificato
DGNB.
Gli spazi della partecipazione: l’InfoCenter nella Kesselhaus e il
Sustainability Pavilion OSAKA 9
I visitatori dispongono di una fonte di informazioni relative alla pianificazione e
all’evoluzione del Progetto di sviluppo urbano della più grande area centrale
d'Europa nell’InfoCenter di HafenCity. Lo spazio informativo, ospitato in una
vecchia centrale idrodinamica del 1886/87 color rosso-mattone (testimonianza
della cosiddetta “Amburgo rossa, città di mattoni”), restaurata e riconvertita,
documenta da oltre dieci anni gli sviluppi in HafenCity con testi completi e
opuscoli gratuiti.
Nel foyer dell’InfoCenter si può ammirare l’intera distesa del sito HafenCity su
una fotografia aerea, mentre speciali punti informativi offrono ulteriori
approfondimenti: è possibile studiare il modello urbano di HafenCity in scala 1:
500, su cui il crescente dettaglio riflette lo stato di avanzamento dei lavori, oltre
ai plastici della “Elbphilharmonie Concert Hall” e dell’Uberseequartier.
Nello spazio informativo si organizzano inoltre mostre temporanee, ad esempio
sui concorsi d’architettura.
Il percorso guidato che abbiamo effettuato nei quartieri centrali di HafenCity, a
partire dall’InfoCenter fino al Sustainability Pavilion OSAKA 9, ci ha fatto
apprezzare i risultati ottenuti dall’Autorità di HafenCity (la società per la
gestione della trasformazione urbana, rivelatasi una guida forte ed efficace del
processo di pianificazione e attuazione) e comprendere il tipo di sfide che
emergono in un processo così complesso.
Nel Padiglione di Sostenibilità Osaka 9, nel Magdeburger Hafen, prendono vita
le questioni fondamentali dello sviluppo urbano ecologico e sostenibile di
HafenCity.
Il padiglione di sostenibilità propone una chiara panoramica dello spettro di
64
attività in cui si focalizza lo sviluppo urbano sostenibile. Lo spazio espositivo è
allestito con un'installazione - scultura di pallet di legno usati, che allude al
vecchio porto, mentre mostre integrate multimediali chiariscono le questioni
che interessano lo sviluppo urbano sostenibile.
Un po’ di storia: Amburgo e il Progetto ”European Solar Building
Exhibitions”
La costruzione della leadership di Amburgo in tema di riqualificazione urbana
ecosostenibile è un processo ininterrotto dall’inizio del secolo.
HafenCity e Wilhelmsburg 18 furono due delle tre localizzazioni inserite nel
prestigioso Progetto ’”European Solar Building Exhibitions” (nel quadro del
Programma Altener 2002), selezionate nel 2003 con l’obiettivo di soddisfare la
domanda differenziata del mercato abitativo e direzionale per offrire un ampio
spettro di tipologie edilizie che utilizzano sistemi di solare passivo (case
unifamiliari, bifamiliari, in linea, edifici per uffici), collocate in differenti contesti
urbani (insediamenti ad alta densità nelle aree da riconvertire nella città
compatta, mantenimento di basse densità e conservazione del paesaggio nelle
aree periferiche).
In particolare HafenCity fu scelta perché collocata in zona centrale e
Wilhelmsburg 18 perché collocata nella zona semicentrale della città, ad est
della città compatta, con caratteri di residenze unifamiliari di qualità. La terza
area, Hamburg–Heimfeld, era invece collocata in area periferica a sud del centro
di Amburgo.
In tempi brevi fu avviata la realizzazione degli interventi progettati per
l’esposizione di Case Solari del 2005, ultimati entro il 2004.
Il coordinamento del progetto “European Solar Building Exhibitions” fu
assicurato dallo ZEBAU (Zentrum fur Energie Bauen, Architektur und Umvelt),
organismo finanziato da Dipartimenti del Senato di Amburgo, da tre Università,
da banche e da utilities locali.
All’impegno economico per la realizzazione del progetto contribuirono i
costruttori che parteciparono all’esposizione, sponsor locali, nazionali e
internazionali, la vendita di biglietti, la pubblicità, fondi statali per l’innovazione.
La scelta di indicare per l’Esposizione l’insediamento di HafenCity, di notevole
rilevanza e valore per la collocazione privilegiata a ridosso del centro storico e
per funzioni e qualità del paesaggio urbano (e l’indicazione al suo interno di
un’area collocata in uno dei comparti edificatori del prestigioso quartiere di
65
Dalmannkai), indica l’importanza che era stata riconosciuta dalla Città di
Amburgo al Progetto dell’Esposizione Europea di Case Solari, che ha contribuito
ad accelerare lo sviluppo edilizio sostenibile di HafenCity e di Wilhelmsburg.
L’importanza attribuita da Amburgo al ricorso alle fonti energetiche rinnovabili è
testimoniata anche dalla partecipazione al Progetto ”EU Competition”, che ha
organizzato un concorso di architettura per case solari che ha coinvolto città
tedesche, austriache, ungheresi, i cui risultati furono presentati nel 2003.
Wilhelmsburg: trasformare aree a bassa densità considerate
marginali in un quartiere sperimentale dell'abitare sostenibile
Nell'area di Wilhelmsburg la Città-Stato di Amburgo ha sviluppato un nuovo
grande progetto, la Mostra Internazionale del Costruito, “Internationale
Bauasstellung” (IBA), che arricchisce ulteriormente i caratteri di sostenibilità della
città.
L’IBA opera sull’isola che, con i suoi 35 km², è la più grande isola di fiume
d’Europa, a pochi chilometri dal centro storico, con l’obiettivo di trasformare
aree a bassa densità, considerate marginali, in un quartiere sperimentale dove
sono previste residenze, uffici e un grande parco, con un progetto volto a
qualificare il rapporto tra città e natura, con particolare attenzione ai temi posti
dal cambiamento climatico, sperimentando nuove soluzioni dell'abitare
sostenibile e utilizzando sistemi integrati di energie rinnovabili.
Una risposta con forte valenza simbolica alle problematiche di sostenibilità e
inclusione sociale presenti nell’area è la realizzazione dell'edificio destinato a
ospitare gli uffici pubblici del Ministero dello Sviluppo Urbano e dell’Ambiente
della Città-Stato, firmato da Sauerbruch Hutton.
Nel 2013 l’IBA ha mostrato i primi tre anni di lavoro, esibendo 70 progetti,
aggiudicati tra il 2007 e il 2013 a studi di architettura in partnership con imprese
e sponsor, con un processo che ha assicurato di portare a termine circa 50
opere per la Mostra Internazionale di Architettura con un budget limitato messo
a disposizione dall’amministrazione locale.
Nell’area di Wilhelmsburg l’IBA ha messo a fuoco 3 temi chiave, assunti come i
più urgenti della contemporaneità: la “città nell'epoca dei cambiamenti climatici”
e il suo sviluppo in armonia con l'ambiente, la "cosmopoli" come luogo di
integrazione multietnica, di incontro di diverse culture e le "metrozone", nuove
città all'interno di quella esistente, per costruire un futuro alle zone di confine e
passaggio tra città e campagna, tra città e grandi infrastrutture, tra città storica e
66
zone industriali dismesse.
E’ interessante notare come nel 2007, all’inizio del suo lavoro di ricerca sulla
metropoli del futuro, il progetto IBA abbia sistematicamente valutato, in scambi
con esperti e residenti, i punti di forza e di debolezza, i problemi e le
potenzialità del quartiere. Da questi focus sono emersi i tre spunti, assunti poi
come temi chiave della trasformazione urbana:
Come può beneficiare Amburgo della diversità culturale?
Come può sbloccare le potenzialità delle zone di transizione del suo
centro?
Come può salvaguardare il clima usando la sua energia?
I tre temi che s’intrecciano nel progetto IBA sono stati declinati secondo le
seguenti linee di azione:
1. Città e cambiamenti climatici
Utilizzo delle fonti locali di energia.
Costruire in modalità climaticamente neutrale.
Ripensare lo sviluppo urbano attraverso e con l'acqua.
2. Cosmopolis
Rendere la globalizzazione un processo produttivo.
Creare una comunità urbana multietnica.
Maggiore potere all’istruzione e alla conoscenza.
3. Metrozones
Creare quartieri urbani di qualità.
Dare forma alle periferie interne.
Promuovere la compatibilità urbanistica
Ci occuperemo nel seguito dei progetti “Cities and climate change” e
“Metrozones”.
Il progetto “Città e cambiamenti climatici”
Gli obiettivi del progetto su “Città e cambiamenti climatici” sono:
1) portare a 0 le emissioni di CO2 nel 2050, nonostante la crescita prevista di
popolazione di circa 18.000 persone;
2) raggiungere l’autosufficienza nella produzione di energia elettrica nel 2030;
3) raggiungere l’autosufficienza nel riscaldamento nel 2050.
L'obiettivo è implementare nuove risorse energetiche per la Città, rendendo
Willemsbourgh autosufficiente dal punto di vista energetico attraverso la
realizzazione di edifici energeticamente efficienti, sistemi energetici basati
67
esclusivamente su energie alternative ed estrema efficienza degli impianti.
I percorsi verso i distretti climaticamente neutrali e post-fossili per l’isola
sull’Elba fissano l’obiettivo del 100% di rinnovabili ed energia prodotta nel
Distretto per i settori abitativo, commerciale e fornitori di servizi, attraverso una
centrale di produzione energetica collegata a turbine di energia eolica, pannelli
fotovoltaici, turbine di energia minieolica, energia da biogas e biomassa ed
energia geotermica dall'acqua del fiume.
I campi di intervento strategico per il concept futuro riguardano dunque le
energie rinnovabili, la rete di riscaldamento rigenerativa, le nuove costruzioni
energeticamente eccellenti e la rigenerazione in nuovi standard di costruzione.
Come esempi di interventi per le energie rinnovabili l’IBA ha presentato tra gli
altri l’Energy Hill Georgswerder, l’Open House e l’Energy Bunker.
Fino al 1979 l’Energy Hill
Georgswerder era una
discarica di rifiuti domestici e
rifiuti tossici industriali, che
produceva diossine che si
insinuavano nelle acque
sotterranee. A seguito dello
scandalo seguito a questa
scoperta la collina fu messa
in sicurezza a costi elevati e
la superficie esterna fu coperta di vegetazione.
Tra il 1992 e il 2004 la collina è stata costellata di pale eoliche e unità
fotovoltaiche che generano elettricità per la rete pubblica, mentre un nuovo
sentiero circolare, realizzato intorno alla sommità della collina, offre vedute sulla
città. All’interno della collina la fermentazione dei rifiuti entro un sito sigillato
crea gas con un alto contenuto di metano, che produce energia termica per
vicini siti industriali.
Poiché Amburgo ha scelto la via dei concorsi anche in occasione dell'IBA, ne ha
indetto uno proprio per realizzare il parco ecologico al posto dell'ex discarica
Georgswerder, che ha previsto anche l’allestimento di uno spazio informativo,
in cui le vicende del sito sono illustrate efficacemente con proiezioni
multimediali.
68
L’Open House - Passive
House 'Plus', progettata dal
gruppo olandese Onix di
Groningen e completata nel
2011, è un progetto IBA che
coinvolge la costruzione di un
edificio residenziale con 22
appartamenti (in proprietà o
in affitto) con una sala
comune. In questo edificio tre
investitori hanno realizzato tre diverse forme di alloggio per un gruppo di
residenti. Le ali ovest ed est contengono 32 appartamenti di edilizia
sovvenzionata in affitto, mentre l'ala sud è costituita da sette abitazioni private,
quattro appartamenti loft e un appartamentino.
Realizzata con un investimento di 9,8 milioni di euro, coniuga i più alti standard
di efficienza energetica con l’uso di forme di energia rinnovabile e con risposte
puntuali alle richieste degli abitanti di disporre di spazi condivisi.
Proprietari e inquilini sono stati coinvolti nella redazione del progetto fin
dall'inizio, nel tentativo di soddisfare le richieste individuali più fedelmente
possibile. Il concetto di cooperazione di vicinato che caratterizza l'Open House
continua all'interno delle unità residenziali, che sono aperte per le esigenze
individuali e le idee dei futuri proprietari.
Casa passiva 'plus' significa che la costruzione adotta provvedimenti energici per
ridurre in modo significativo la domanda di energia primaria rispetto ad una
casa passiva standard, con un corrispondente risparmio delle emissioni di CO2,
pertanto l'Open House si è rivelata più costosa di una casa passiva standard, per
la speciale concezione architettonica e le elevate esigenze in materia di
efficienza energetica.
I costi aggiuntivi sono stati a carico dei fondi per le questioni legate al clima
dell’Autorità per lo sviluppo urbano e l’ambiente di (Amburgo Behörde für
Stadtentwicklung) e di IBA.
69
La Rete di riscaldamento
rigenerativa si avvale fino al
2013/2014 del “Bunker
dell’Energia”. Il bunker, costruito
dal III Reich nel 1943, è alto oltre
30 metri con muri spessi 3 metri.
Fu utilizzato solo durante la
Seconda Guerra Mondiale per
difendersi dagli attacchi degli
Alleati e rimase poi inutilizzato per decenni. Anziché demolire il bunker, ridotto
in rovina, ad un costo di 13 milioni di euro, l’IBA ha scelto di riconvertirlo in un
simbolo del futuro con un progetto costato 26,7 milioni di euro, finanziato
dall’Unione Europea e cofinanziato dalla società Hamburg Energie.
Il progetto di riconversione-modello
dell’edificio dismesso, firmato dagli
architetti Hegger Hegger Schleiff
di Kassel, ha ottenuto importanti
riconoscimenti: il German Design
Award 2015 / Excellent
Communications Design Special
Mention, l’European Solar Prize
2013 e l’IBA Excellence Awards.
Al suo interno si trovano un
memoriale e una caffetteria con
una terrazza da cui si gode una
visuale su tutta la città.
La costruzione è diventata una
centrale di produzione di energia
alternativa capace, a pieno
regime, di generare 22.500
megawatt di calore e 3000
megawatt di elettricità l’ora. Un “Energy Bunker” che attraverso una
combinazione di 1.600 m² di pannelli solari montati sulla facciata sud e 1.100 m²
di pannelli fotovoltaici collocati sul tetto, e insieme ad una cisterna d’acqua di
quasi due milioni di metri cubi riscaldata a biogas – utilizzando anche l’energia
di scarto fornita da una centrale situata nelle vicinanze – genera calore e
70
fornisce elettricità a 1000 case del quartiere Reiherstieg sparse su una superficie
di 1,2 km².
La politica di decentramento della produzione di energia attuata dall’IBA con
l’”Energy Bunker”, garantisce un risparmio annuo di 6600 tonnellate di CO2 non
immesse in atmosfera.
Le reti rigenerative di riscaldamento si avvalgono della rete integrata per
l’Energia di Wilhelmsburg Centrale, completata nel 2013 e costata 3,8 milioni
di euro, che ha creato una grande centrale energetica virtuale e reti di
riscaldamento locale, che alimenta il Ministero per l’Ambiente e lo Sviluppo
Urbano e le case sperimentali.
Dopo il 2013 si prevede l’estensione e l’accoppiamento facoltativo di reti e
l’apertura di nuove aree.
Il progetto “Metrozones”
Con il progetto
“Metrozones” l’IBA ha
puntato a realizzare
nuove costruzioni per la
città, efficienti dal punto
di vista energetico, con
standard superiori
almeno del 30% allo
standard nazionale EnEV
2009, di cui il 40% degli edifici con standard di casa passiva.
Per l’Esposizione 2013 è stata realizzata una rassegna di edifici sperimentali - un
vero e proprio “catalogo in scala 1:1” - nelle vicinanze dell’International Garden
Show Centre.
Le case ibride sono una delle 4 tipologie di case presentate nella “Mostra
Internazionale del Costruito”. Parallelamente a queste l’IBA ha introdotto anche
le case con materiali intelligenti, le case a prezzi intelligenti e le case
sull’acqua, tutte risposte concettuali e architettoniche alle domande sul futuro
delle città.
Le case ibride mostrano come saranno flessibili gli edifici di domani, adattandosi
ai bisogni degli utilizzatori; le case con materiali intelligenti consentono alle
facciate e agli edifici di reagire dinamicamente ai cambiamenti.
L’IBA presenta, con le case a prezzi intelligenti, una gamma di soluzioni a buon
71
prezzo, realizzabili anche nelle aree centrali e, con le case sull’acqua, idee
innovative e confortevoli dal punto di vista ambientale per edifici sull’acqua.
In questo modo l’IBA è una vetrina dei progetti che Amburgo ha varato
sull’isola, riferiti alla natura e all’energia, all’educazione, alla cultura facendo
emergere il senso letterale della definizione di “Mostra del costruito”.
Wilhelmsburg Central e la “mostra nella mostra” formano una combinazione
ideale per presentare i frutti del lavoro dell’IBA e far conoscere le nuove
tecnologie, i materiali sperimentali e più all'avanguardia utilizzati per la
realizzazione di questi edifici.
Cinque studi di architettura sono stati invitati a progettare un edificio in cui
coniugare l’alta efficienza energetica con standard di versatilità degli interni.
Il progetto vincitore del concorso per una casa ibrida, firmato dal gruppo
Nägeliarchitekten di Berlino, inizialmente fu costruito per uso del centro
amministrativo per l'adiacente International Garden Show Hamburg (IGS), tra
aprile e ottobre 2013. L'IBA ha utilizzato anche una sala espositiva nel Centro
IGS da ottobre 2011 a marzo 2013.
L'edificio di quattro piani, che consente molta variabilità nell’allestimento degli
spazi, si erge su pilastri in cemento affondati in un cumulo di terreno all'interno
del parco, che contiene anche il piano terra e spazi espositivi.
Dopo il primo ciclo di utilizzo dell'edificio come spazio espositivo, grazie alla sua
versatilità offre molte opportunità di uso misto residenziale e lavorativo, o solo
residenziale.
Al piano terra si può suddividere in grande o piccoli uffici o unità commerciali in
modo relativamente semplice. Un sistema di supporti ed elementi strutturali
regolabili assicura che ai piani superiori possa anche essere diviso per adattarsi
alle mutevoli esigenze degli abitanti. Gli uffici possono essere convertiti in
appartamenti e poi di nuovo in uffici. Ciascuna delle dieci unità è di una forma
72
ad U, disposta intorno ad un atrio. Questi atri non solo permettono alla luce
diurna di penetrare nell’edificio tutto l'anno, ma possono anche essere aperti,
quindi servire come balconi ad incasso.
Due nuove Case Ibride sono state realizzate dagli architetti Brandlhuber +
NiehuserS di Berlino vicino all’International Garden Show Centre. Le Case Ibride,
frutto di un concorso di architettura, sono progettate in base alle diverse
condizioni di illuminazione per vivere e lavorare. Caratteristica di ciascun
appartamento è un modulo composto da due livelli interconnessi che lo
attraversa da nord a sud e da est a ovest. L’idea innovativa di base è stata
sviluppata prendendo in considerazione il fatto che vivere e lavorare richiedono
condizioni ottimali di luce differenti durante il giorno. Gli appartamenti si
conformano ai bisogni di chi lavora in casa, nel proprio ufficio o studio in diversi
momenti e sono organizzati in un’area di lavoro orientata nord - sud al livello di
ingresso e in un’area abitativa orientata est - ovest al livello superiore. Come se
fosse un edificio indipendente ogni appartamento ha viste in tutte le direzioni.
Le superfici interne sono unite da uno spazio aperto con una scala nell’area
dove i due moduli si sovrappongono per formare un’unità a due livelli.
L’interconnessione e sovrapposizione di queste unità produce due strutture
compatte con 12 appartamenti. Per ottenere una maggiore varietà progettuale
entrambi gli edifici hanno unità aggiuntive orientate nord sud al primo e terzo
piano per un totale di 16 appartamenti con un taglio di 65-145 m² e per un
investimento totale di 5 milioni di euro.
Le case ibride utilizzano tecniche costruttive ecocompatibili. Rispetto ai
tradizionali edifici residenziali, lo sforzo strutturale coinvolto qualora cambi la
funzione dell'edificio è molto basso, e tale eventualità è stata rappresentata nel
concetto di utilizzo versatile. Questo significa che se le unità sono fuse,
ridimensionate o convertite, non solo vengono risparmiati tempo e denaro, ma
73
c'è anche una minima spesa nei materiali utilizzati. Modificando un'unità per il
cambio di stile di vita dei suoi residenti, resta impregiudicato l'intero edificio.
A sud delle case ibride e all’interno del parco, lungo il canale per il canottaggio,
dove sono stati edificati i progetti di sviluppo ibrido, è stato realizzato il terzo
progetto di casa ibrida, in cui la separazione tra i diversi usi dell'edificio -
abitativo, commerciale, per uffici - intelligentemente progettata, inizia già dagli
ingressi.
L'edificio di quattro piani,
progettato dallo studio Bieling
Architekten di Amburgo, è basato
su una griglia che permette una
grande versatilità nel-
l’organizzazione dei singoli piani.
Questo significa che le unità di
soggiorno e di lavoro organizzate
su un unico piano, pur
funzionando separatamente, possono essere collegate con il minimo sforzo.
Diverse unità possono essere unite insieme per coprire un intero piano. Sarebbe
anche possibile combinare le singole unità in appartamentini o unire insieme
aree per vivere e lavorare. La facciata, composta da moduli prefabbricati in
legno, può essere adattata al nuovo layout all'interno dell'edificio rapidamente
ed efficacemente. In questo modo sono state create 20 unità, di dimensioni tra
43 e 120 metri quadrati.
A distanza, l'edificio sembra molto compatto, ma se visto da vicino sfumature e
dettagli possono essere individuati. Rientranze e spazi aperti rompono la forma
cubica, lasciando che la luce naturale fluisca all'interno. Queste nicchie fungono
da balconi per i residenti, dando loro un po' di spazio all'aperto al riparo dalle
intemperie.
Le Case sull’acqua sono state
progettate dallo studio Schenk +
Waiblinger Architekten di
Amburgo e costruiti tra il 2011 e il
2013.
Questi cinque edifici dimostrano
come posizioni sull’acqua
possono essere utilizzate come
74
aree residenziali, tenendo in considerazione le preoccupazioni ambientali e la
sicurezza dei residenti.
Le Water Houses sono un insieme di 4 case a 3 piani e di un edificio a torre (34
appartamenti per una superficie lorda di 4.640 m²), costruito su palafitte in un
bacino di riserva idrica di circa 4.000 metri quadrati di superficie. Questo bacino
creato dall’IBA, alimentato con acqua piovana e collegato con la rete esistente
dei canali, è stato realizzato in un'area di Wilhelmsburg centrale a rischio di
inondazione.
Il complesso è costituito da quattro case
triplex, con tre appartamenti per piano e dalla
Water Tower di nove piani, che contiene venti
appartamenti. Ogni appartamento nelle case
triplex ha una propria terrazza sull’acqua con
grandi pannelli di vetro, mentre i residenti
della Water Tower hanno accesso a una
spaziosa terrazza comune.
Il collegamento con l'acqua è palpabile in
tutto l'intero complesso: ci sono moli
galleggianti, terrazze, giardini sommersi e
pareti d'acqua, a protezione della privacy, che
sottolineano la particolare qualità della vita
sull'acqua, considerato che in nessun altra
città tedesca l’acqua fa parte dell'identità
locale come ad Amburgo, dove vivere sull'acqua rappresenta per molti abitanti
la risposta ad una particolare attitudine verso la vita.
Gli edifici sono costruiti secondo standard di casa passiva, richiedono un
minimo di riscaldamento e tutte le loro esigenze di energia possono essere
soddisfatte utilizzando fonti rinnovabili. Una pompa di calore geotermica utilizza
l'acqua per riscaldare le case, mentre gli elementi termici solari in facciata
garantiscono la fornitura base di acqua calda.
La Water Houses sono anche collegate alla rete di teleriscaldamento Open del
Distretto. Tecnologie di costruzione intelligente controllano la ventilazione e la
fornitura di energia.
La Società tedesca per l'edilizia sostenibile, il DGNB, ha premiato le Water
Houses con il certificato “oro” come riconoscimento per l'elevato standard.
75
Anche le Case in Materiale
Smart - “Smart is green”,
realizzate dal team Zillerplus
Architekten e Stadtplaner di
Monaco, sono state costruite con
uno standard di casa passiva tra il
2011 e il 2013; comprendono 15
Unità con uno spazio lordo di
1.740 m², e una superficie netta di
1.340 m² e sono collegate alla rete di teleriscaldamento Open del Distretto.
Con “Smart is green”, la facciata e il tetto sono componenti attivi nel concetto
tecnico e quindi, grazie alle loro tecnologie innovative, che creano energia che
viene consumata direttamente in casa, non sono solo un guscio o una
protezione contro gli eventi meteo e il clima.
I vari elementi di facciata creano e conservano energia tutto l'anno. Un
dispositivo di archiviazione del calore latente a breve termine (Phase Change
Material) memorizza l'energia termica in eccesso e la utilizza o la immette nella
rete locale di riscaldamento. Questo significa che la casa è sia utente sia
fornitore di energia di Wilhelmsburg Mitte.
Zone a fotovoltaico e solare termico sono situate sul guscio esterno e sul tetto.
La facciata è costituita da strati sovrapposti: moduli fotovoltaici sulle balaustre
dei balconi, unità di solare termico sul tetto ed elementi modulari verdi (giardini
verticali con piante rampicanti) sul lato sud che proteggono contro l’eccesso di
calore estivo.
“Smart is green” è l'unico edificio IBA di Amburgo ad aver ricevuto il sigillo di
qualità DENA “Efficiency House Plus”.
Un altro aspetto interessante è che il layout e lo sviluppo dell'edificio sono
progettati in modo che gli appartamenti siano flessibili, e le unità possano
essere divise ed estese per adattarsi alle mutevoli esigenze degli occupanti.
La Casa in materiale Smart – Woodcube, progettata dall’Architekturagentur
di Stoccarda, costruita nel 2012-2013, contiene 7 unità con spazio lordo di 1.480
m² circa, collegate alla rete di teleriscaldamento Open del Distretto.
76
Il concetto di energia si basa sulla costruzione in legno massiccio senza viti o
colla, con tenuta all'aria senza lamine o membrane e materiale isolante
rinnovabile, che rende possibile raggiungere requisiti di energia riscaldante più
bassi che in una casa passiva ma con un tipo di costruzione che “respira”.
Le Case in Materiale Smart -- Soft House, progettate dagli architetti Kennedy
& Violich Architecture di Boston, costruite tra il 2011 e il 2013, hanno una
dimensione di 4 unità, con spazio lordo di 790 m², superficie netta di 520 m² e
standard di casa passiva. Per sfruttare la luce solare in modo versatile e
intelligente il concetto energetico è integrato da moduli fotovoltaici in strisce di
membrana tessile sul tetto e sulla facciata sud, orientabili secondo la posizione
del sole per produrre energia, che fungono al contempo da tende di protezione
dal sole per gli spazi interni di soggiorno.
Inoltre la costruzione di legno massello, alternativa ecologica ai materiali
convenzionali, rende la casa un modello di edilizia sostenibile.
La facciata di membrana tessile sul lato meridionale dell'edificio è mobile verso
la luce del sole, ad imitazione del comportamento del girasole. Le celle
fotovoltaiche orientabili incorporate nella membrana tengono parti della
facciata in ombra in estate, mentre in inverno permettono alla luce di penetrare
77
più in profondità all'interno. L’orientamento delle membrane può essere
regolato anche dagli abitanti. Le tende sono una caratteristica di design della
casa: "tende" mobili trasparenti all'interno degli appartamenti permettono ai
residenti di suddividere gli interni spaziosi e modificare il layout come
desiderano. Le tende aiutano anche i residenti a regolare il calore nelle proprie
case. L'elettricità generata dalla membrana tessile all'esterno dell'edificio è
alimentata direttamente in queste tende, che sono incorporate con LED e
possono anche fornire luce ulteriore all'interno di appartamenti.
La Casa in materiale Smart - casa
BIQ, progettata dall’architetto
Splitterwerk di Graz con ARUP
GMBH di Berlino, è un edificio cubico
a cinque piani costruito con uno
standard di casa passiva tra il 2011 e il
2013, con un taglio di 15 unità
residenziali di 1.800 m² circa di
superficie lorda, collegate alla rete di
teleriscaldamento Open del Distretto.
Il concetto energetico della casa
BIQ, la prima al mondo con un
bio-reattore sulle facciate sud-
ovest e sud-est, consiste in
pannelli in vetro in cui sono
coltivate in acqua micro-alghe
usate come biomassa per
produrre biogas, che alimenta
energicamente l’edificio. I lati
dell'edificio rivolti al sole hanno un secondo guscio esterno in facciata. Micro-
alghe– piccole piante, non più grandi di batteri – sono prodotte all'interno di
questo guscio. Essi permettono alla casa di produrre la propria energia. Le alghe
devono solo crescere, perciò sono continuamente rifornite con liquidi nutrienti e
anidride carbonica attraverso un circuito separato di acqua che attraversa la
facciata e con l'aiuto della luce del sole possono operare la fotosintesi. Le alghe
fioriscono e si moltiplicano in un ciclo regolare fino a quando possono essere
raccolte, separate dal resto delle alghe e trasferite come una polpa spessa alla
sala tecnica del BIQ. In seguito possono essere fermentate in un impianto di
78
biogas esterno e quindi ri-utilizzate per la generazione di biogas. In alternativa,
le alghe possono essere utilizzate per la ricerca di cosmetici e nelle industrie
alimentari. A seconda della stagione e dei requisiti, le alghe possono essere
utilizzate in modi diversi (conversione in calore in inverno o uso di biomassa nel
settore alimentare nei mesi estivi quando la crescita è più veloce). Le alghe sono
particolarmente adatte a questo processo perché, confrontate con le piante
coltivate in terreno, possono produrre fino a cinque volte più biomassa per
ettaro e contengono in grande proporzione gli oli che possono essere utilizzati
per generare energia. Le alghe possono anche controllare la luce e forniscono
ombra.
La facciata di alghe "intelligente" della casa BIQ è il primo prototipo del suo
genere nel mondo e fa uso della più innovativa tecnologia energetica e
ambientale.
Il BIQ, con il concetto olistico di energia che esprime, è un punto culminante
della "Mostra all'interno della Mostra”: si estrae tutta l'energia necessaria per
generare elettricità e calore da fonti rinnovabili e i combustibili fossili
rimangono intatti. La facciata raccoglie energia assorbendo la luce che non
viene utilizzata dalle alghe e genera calore, come in un'unità termica solare, che
può essere memorizzata nel terreno mediante scambiatori di calore. Questo
concetto di energia sostenibile è quindi in grado di creare un ciclo di energia
solare termica, energia geotermica, riscaldamento locale e cattura di biomassa
usando la facciata del bio-reattore. Biomassa e calore sono prodotti attraverso
la fotosintesi e l’energia solare. La facciata cambia colore con la continua
crescita delle alghe e così sembra in movimento.
Spaziosi balconi danno agli abitanti una stupenda vista sul parco, così come la
possibilità di vedere da vicino l'impianto naturale contenuto nella facciata e
anche i visitatori possono osservare come cresce la materia. Il verde della
facciata dimostra che le alghe stanno abbattendo l'anidride carbonica e la
stanno elaborando attraverso la fotosintesi. La visibilità dall'esterno dell'edificio
di questa forma rinnovabile di produzione di energia è parte intenzionale del
concetto architettonico.
All'interno, il BIQ rivela la concezione della vita urbana nel futuro. La sempre
maggiore interconnessione tra vita e lavoro e la crescente domanda di spazi per
alloggi adattabili significa che ci sarà una richiesta di versatilità per i piani terra
residenziali. Due dei quindici appartamenti ospitati nel BIQ non hanno stanze
separate, sono appartamenti - modello con tipologie innovative basate sul
79
principio del vivere “a domanda”, in cui le funzioni abitative non sono ospitate
in stanze separate ma sono allestite successivamente o simultaneamente in una
“zona neutra”. A seconda delle esigenze, singole funzioni dell'appartamento –
bagno, cucina, zona notte – possono essere scambiate o combinate. In questo
modo, le necessità della vita quotidiana determinano l'aspetto
dell'appartamento e il layout versatile può essere adattato per soddisfare i
residenti e il loro vivere quotidiano.
Legislazione, partecipazione e coinvolgimento dei portatori di
interessi
L’IBA presta costante attenzione al
dialogo con i cittadini. Presso
l’IBA Dock, il centro informativo
ed espositivo, progettato da Han
Slawik Architectural Bureau di
Hannover e completato nel 2010,
è possibile ottenere materiali
informativi sui progetti e studiare
il modello in scala degli interventi
previsti dal nuovo grande progetto dell'area di Wilhelmsburg.
Il programma IBA riguarda anche progetti culturali ed educativi, nei quali gli
specialisti coinvolti hanno esplorato in particolare il tema delle aree di
transizione, le “inner peripheries”, che Amburgo come ogni area metropolitana
trova nei bordi tra le diverse funzioni del territorio urbano, zone di confine tra
città e terra di nessuno.
Due volte l’anno sono organizzati incontri di Informazione sullo stato dei
progetti e di scambio su argomenti speciali, cui partecipano dalle 50 alle 500
persone. Sono inoltre gestiti dall’IBA forum e gruppi di lavoro.
Presentazioni e discussioni sono organizzate per illustrare lo stato dei progetti a
residenti, investitori e futuri utenti, cui partecipano dalle 20 alle 100 persone.
Attualmente sono in discussione circa 10 progetti.
Il processo di partecipazione per l’approvazione dei progetti IBA si articola nei
seguenti passaggi successivi: il coinvolgimento dell’Amministrazione; la
discussione pubblica "precoce" degli interventi, in fase di redazione del
progetto; il coinvolgimento successivo dell’Amministrazione e delle ONG; la
presentazione pubblica; l’integrazione di commenti fino all’approvazione.
80
Sotto il profilo legislativo è interessante notare che le reti di riscaldamento
possono essere ancorate nello zoning (Piano di Uso del territorio).
Amburgo ha promulgato una Legge di protezione del clima che prevede che il
Senato possa prescrivere l'utilizzo di tipi specifici e tecnologie di incontro della
domanda di calore, in particolare la connessione a una rete di teleriscaldamento
di distretto. Questo vale per reti alimentate dal calore prodotto dalla
cogenerazione, dallo scarto industriale o da energie rinnovabili". "i nuovi edifici
devono essere collegati a una rete di riscaldamento di Distretto che è
principalmente fornita da energie rinnovabili per il riscaldamento e la produzione
di acqua calda per uso domestico”.
Questa clausola è stata applicata a Amburgo in più di 50 casi.
Considerazioni conclusive
Quali asset hanno reso vincente la sfida della Città Stato di Amburgo nella
gestione delle trasformazioni urbane di HafenCity e Wilhelmsburg, due siti
pianificati e progettati per divenire sostenibili sotto il profilo energetico e
ambientale, oltreché economico-sociale?
Da quanto emerge dallo studio delle due esperienze è possibile affermare che la
sfida a lungo termine per la pianificazione strategica e la realizzazione dei
Programmi di trasformazione di HafenCity e di Wilhelmsburg si sta misurando
sulla capacità, finora ampiamente dimostrata dalla Città-Stato di Amburgo, di
cogliere il giusto equilibrio tra crescita e integrazione, tra stimolo economico e
considerazioni sociali, tra innovazione e tradizione, tra criteri locali e
internazionali, con l’ambizione di conseguire un’alta qualità urbana di
riferimento nel contesto di una ridefinizione del ruolo internazionale della Città.
Questo percorso di sviluppo innovativo e di successo intrapreso dalla Città si è
basato in sintesi su alcuni capisaldi:
L’individuazione di due ambiti di rilevante interesse per lo sviluppo urbano
della Città (si noti che l’infrastruttura portuale di Amburgo, a sud del fiume
Elba, è superiore per estensione territoriale al 50% dell’intera superficie
urbanizzata della città) e la lungimiranza nel restituire loro un ruolo urbano
centrale lavorando con l’acqua e con l’energia. La concentrazione su di essi
di risorse: istituzionali, finanziarie, umane, di ricerca (negli uffici dell’IBA di
Amburgo, lavorano al rinnovamento dell’area di Wilhelmsburg 30 specialisti
nei vari settori di intervento).
Le modalità e i requisiti organizzativo- istituzionali adottati per il governo
81
della complessità:
un’adeguata selezione professionale di personale di alto profilo tecnico,
orientato alla qualità dell’azione pubblica e all’introduzione di nuove
tecnologie e strategie di sviluppo urbano e la collaborazione costante
delle istituzioni locali con soggetti detentori di “saperi esperti”
(università, centri di ricerca), che hanno favorito anche un’efficiente
gestione dei fondi europei;
la certezza del diritto per gli investitori: ambiente giuridico e
istituzionale sicuro e stabile; procedure e tempi certi, in sostanza
adeguata qualità istituzionale.
Una visione di lungo periodo, ovvero la definizione di una visione strategica
dei due ambiti di sviluppo urbano, che ha delineato il ruolo e la struttura
dei nuovi insediamenti nell’organizzazione della città in una prospettiva
temporale di 25-50 anni, insieme con gli strumenti per la loro integrazione
con le aree adiacenti.
La redazione di Programmi di rigenerazione urbana sostenibile concreti ma
anche immaginifici, definiti temporalmente, dei quali è stata garantita la
continuità nel lungo periodo, indipendentemente dalle alternanze di
governo.
La traduzione della vision in piani strategici flessibili (ma con chiare
indicazioni per la progettazione di massima degli spazi aperti pubblici) e in
azioni e progetti in grado di innestare enzimi di sviluppo in quelle aree
centrali degradate (l’ex zona portuale) o marginali (l’isola di fiume),
assecondarne la crescita, esaltando le specificità dei loro caratteri territoriali
identitari.
La priorità attribuita alla qualità del design architettonico (e dello spazio
collettivo) e a criteri ecosostenibili di selezione nei concorsi di
progettazione, unita al ricorso al principio di varietà nella costruzione
dell’effetto urbano e della qualità urbana diffusa, ottenuta attraverso il
contributo di diversi studi di architettura.
La sperimentazione di una molteplicità di esperienze (anche attraverso la
costruzione di prototipi nel caso dell’IBA), da cui estrapolare le migliori
pratiche, per favorirne la diffusione.
L’adozione di strategie di innovazione e inclusione sociale attraverso la
sperimentazione di tipologie dell’abitare e nuove tecnologie, tenendo in
conto anche gli esiti sociali degli interventi.
82
Le chiare politiche energetiche, nazionali, regionali e locali.
L’approccio al sistema dell’efficienza energetica e le conseguenti azioni di
rigenerazione urbana su tutti fattori da cui dipende (morfologia urbana, uso
dei materiali e del verde, trasporti, rifiuti ,etc.).
L’utilizzo delle certificazioni volontarie di qualità per elevare lo standard
degli edifici e implementare il risparmio energetico.
83
CONCLUSIONI
CLUE e pianificazione. Lezioni apprese dal caso di
Amburgo e suggerimenti per una possibile
traduzione nell’esperienza romana di oggi Mauro Baioni, Assessorato alla trasformazione urbana di Roma Capitale
Premessa
Il governo delle città dovrebbe essere oggetto prioritario delle politiche
pubbliche e del dibattito politico culturale. In molti paesi lo è, ma non in Italia,
dove la scarsa consapevolezza del ruolo economico e sociale che le città
svolgono nel loro insieme fa sì che manchi una politica urbana a livello
nazionale.
Così si è espresso, non molti anni fa, il Comitato per le Scienze Sociali nel Libro
bianco sul governo delle città italiane, lamentando un crescente paradosso. La
presenza di una trama di città, articolata e densa e profondamente ancorata
nella storia millenaria del nostro paese, non si è tradotta in un ordinamento in
grado di valorizzare il ruolo e le specificità delle autonomie locali, né queste
ultime sono state messe in grado di sviluppare una cultura innovativa sulla città
e sulle politiche urbane, e ciò da diversi punti di vista: culturale, tecnico, del
management, del dibattito pubblico.
Quest’anomalia si avverte in modo particolarmente marcato nelle occasioni di
confronto e di cooperazione con altre città europee favorite dai programmi
comunitari.
Anche nel caso del progetto CLUE e di Amburgo, la distanza percepibile con le
iniziative assunte nel nostro Paese non sembra dovuta a particolari innovazioni –
di metodo o di contenuto. In tutte le città europee, un ampio insieme di
iniziative ha interessato la riconversione di ampi siti produttivi e la
riqualificazione di aree periferiche. La trasformazione dell’area portuale di
Hafencity così come l’IBA di Willemsburg non fanno eccezione e segnalano il
fatto che il distacco con il nostro paese è dovuto ad alcune criticità sistemiche:
- l’assenza di politiche urbane nazionali e la frammentarietà delle iniziative
assunte nell’impiego dei finanziamenti europei riconducibili alla cosiddetta
“agenda urbana”;
- la progressiva deformazione del quadro legislativo, finalizzata alla
84
realizzazione di opere e infrastrutture e non alla definizione di politiche
urbanistiche integrate sotto il profilo sociale, ambientale, culturale;
- la progressiva delegittimazione degli apparati tecnici della pubblica
amministrazione, mascherata da pseudo finalità di semplificazione della
burocrazia e di contenimento della spesa pubblica;
- l’inadeguatezza e instabilità del quadro istituzionale (basti pensare alla
soppressione delle provincie, alla faticosa costituzione delle città
metropolitane, alle convulsioni in materia di riforma del titolo V);
- la mancanza di una effettiva cultura della governance, intesa come capacità
di assicurare coralità all’iniziativa dei diversi segmenti della pubblica
amministrazione titolari di competenze parziali, alla trasparenza della
collaborazione pubblico-privato, all’accountability e al dialogo con i
cittadini.
Potendo confidare su un assetto delle istituzioni e su apparati tecnocratici
efficienti, nei paesi dell’Europa del centro-nord, e Amburgo non fa eccezione, le
istanze ambientali, sociali e di democrazia dei processi decisionali all’interno
delle operazioni di trasformazione urbana, hanno trovato risposte, sia pure
parziali, nelle iniziative di carattere sperimentale, come IBA-Wilhemsburg, o
negli interventi di rigenerazione urbana, come Hafen City. Viceversa, la mancata
risoluzione delle criticità strutturali del nostro Paese costituisce un pesante
condizionamento.
Premesso questo, abbiamo selezionato tre aspetti chiave sui quali
l’Amministrazione capitolina può comunque intervenire, anche in assenza delle
auspicabili riforme di sistema necessarie per rimediare ai problemi accennati in
precedenza.
1. Una certa idea di regia pubblica. In molte esperienze europee di rinnovo
urbano la collaborazione tra pubblico e privato avviene all’interno di una cornice
stabilita, nella quale non è messo in discussione il ruolo di guida
dell’amministrazione pubblica, né si ricorre a forme di negoziazione con gli
investitori privati per definire le scelte urbanistiche.
Amburgo. L’operazione di Hafen City poggia sui seguenti capisaldi:
- la proprietà del terreno non è preventivamente conferita a un soggetto
investitore privato, bensì affidata a un’agenzia pubblica costituita ad hoc:
HafenCity Hamburg Gmbh (HCH); a quest’ultima sono affidati i compiti
specifici che esorbitano dalle ordinarie attività delle strutture municipali:
85
progettazione, realizzazione degli interventi propedeutici alla trasformazione
urbana, definizione dei contratti con gli investitori privati, gestione dei
processi di partecipazione e comunicazione;
- gli organi rappresentativi mantengono il controllo delle decisioni cruciali: il
supervisory board di HCH è presieduto dal sindaco di Amburgo e composto
da consiglieri comunali; le scelte urbanistiche e i contratti stipulati con gli
investitori privati devono essere approvati dalle commissioni comunali e
ministeriali competenti per l’urbanistica; nelle giurie di concorso è prevista la
presenza del chief planning officer ministeriale, di consiglieri e parlamentari;
- la società di scopo è guidata da un manager laureato con il titolo di “real
estate economist” (già advisor dei grandi progetti della Hauptbahnhof e del
Sony-Center di Berlino) e, per gli aspetti progettuali, da un urbanista, già
dirigente della pianificazione a Dresda fino al 1999.
- la società di scopo HCH ha specifici obblighi di trasparenza, pubblicità (intesa
come comunicazione ai cittadini) e rendicontazione del proprio operato;
- la definizione del piano generale è basata su chiari obiettivi riguardanti il
ruolo del nuovo insediamento nell’organizzazione della città, le relazioni con
le aree circostanti (in particolare con il centro storico), i caratteri del contesto
(un’area portuale), la distribuzione delle funzioni, i collegamenti mediante il
trasporto pubblico e la rete ciclabile, i caratteri degli spazi pubblici;
- è posta specifica attenzione all’affidabilità e alla rendicontazione: fin dalle
prime fasi di ideazione sono indicati in modo esplicito i risultati attesi, le
forme di finanziamento da attivare, il cronoprogramma degli interventi;
successivamente, è assicurato il monitoraggio continuo dell’attuazione;
- gli investitori privati intervengono a seguito di procedure di evidenza
pubblica nelle quali viene premiata la proposta migliore e non quella
economicamente più vantaggiosa; per questo vengono privilegiati investitori
disponibili ad assicurare elevati standard nella progettazione architettonica e
nelle tecnologie di costruzione, e a cooperare a questo scopo con la
municipalità; ottenuta una “opzione di assegnazione”, l’investitore deve
effettuare un concorso di architettura per la progettazione, in cooperazione
con la società di scopo e la municipalità, e deve prestare garanzie finanziarie
riguardanti la realizzazione dell’intervento; solo a valle dell’ottenimento del
permesso di costruire, si perfeziona la vendita dell’area;
- l’operazione non è caricata di finalità ultronee: non deve concorrere al
86
risanamento del bilancio, né produrre risorse per infrastrutture generali;
l’estensione della metropolitana, l’auditorium, l’università, il museo e le opere
esterne all’area di intervento sono finanziate con la tassazione generale o
con altri fondi;
- la trasformazione urbanistica è regolata attraverso un “masterplan”,
approvato formalmente il 29 febbraio 2000 e sottoposto a una variante
sostanziale, riguardante il settore est, dieci anni più tardi; la revisione del
piano è avvenuta attraverso un dibattito pubblico con la città (articolato in
più di 40 incontri) e un progressivo affinamento della proposta attraverso
concorsi di progettazione riguardanti l’assetto del quartiere, gli spazi
pubblici, lo zoning e gli aspetti architettonici.
Roma. Nella capitale, come in molte altre città italiane il rapporto pubblico
privato è stato impostato su altre basi, con risultati complessivamente poco
soddisfacenti, sia quando si è ricorso al cosiddetto project financing, sia quando
è stata affidata all’iniziativa privata la definizione degli strumenti urbanistici
esecutivi, riservando all’Amministrazione pubblica un controllo prevalentemente
procedurale. È possibile correggere questa impostazione, restituendo al
soggetto pubblico la pienezza della regia delle operazioni di trasformazione
urbana.
Come ricordato in premessa, sono auspicabili modifiche della legislazione e
delle politiche di finanza pubblica che restituiscano ai comuni – e in particolare
alle città metropolitane – adeguate risorse per recuperare il gap infrastrutturale
che si è progressivamente formato negli ultimi decenni. Questo consentirebbe
di non gravare di finalità improprie le singole operazioni di trasformazione
urbana, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono le aree di proprietà
pubblica.
Anche nel quadro attuale, è comunque possibile introdurre alcune modifiche nel
procedimento di definizione delle proposte di trasformazione urbana. Con
l’eccezione della certificazione di qualità, tuttora definibile come una pratica
innovativa, si tratta di ricorrere a strumenti e comportamenti ordinari, sebbene
non sempre utilizzati nella prassi corrente.
Fase d’impostazione. La definizione preventiva del ruolo del nuovo insediamento
nell’organizzazione della città, le relazioni con le aree circostanti e con i caratteri
del contesto, la distribuzione delle funzioni sono i fattori chiave che devono
essere definiti nella fase iniziale dall’amministrazione pubblica, anche attraverso
forme di dialogo con i cittadini e con le associazioni che consentano di
87
indirizzare la definizione e selezione delle proposte.
Fase di progettazione urbana. È possibile ricorrere a forme concorsuali:
- per la definizione dei cosiddetti masterplan, ponendo la necessaria
attenzione alla fase nella quale le indicazioni quantitative e qualitative del
piano regolatore si traducono in una specifica configurazione dell’impianto
fondiario e dell’assetto planivolumetrico;
- per la definizione del progetto architettonico nel caso di edifici, pubblici e
privati, particolarmente significativi per funzione o collocazione.
Fase di realizzazione. Attraverso l’adozione di sistemi di certificazione è
possibile garantire la qualità delle realizzazioni, anche nella fase di
cantierizzazione e dopo la conclusione dei lavori, con il coinvolgimento attivo
del promotore e del soggetto attuatore. L’impegno alla rendicontazione
costituisce un’ulteriore forma di garanzia. Il mantenimento di un canale di
comunicazione e dialogo con gli abitanti consente, laddove opportuno, di
introdurre modifiche al progetto iniziale.
La collaborazione pubblico-privato, nelle tre fasi, può essere incentivata
attraverso l’adozione di linee guida per la presentazione delle proposte, la
stipula di protocolli d’intesa riguardanti lo svolgimento dei concorsi e, infine, il
convenzionamento nella fase attuativa. Anche in quest’ultima fase, devono
essere garantite opportune forme di trasparenza e informazione e resa possibile
un’interlocuzione con i cittadini e le associazioni locali.
2. Una certa idea dell’insediamento urbano. La compattezza costituisce un
tratto distintivo della città europea. Nella città compatta e dalle corte distanze è
possibile accedere ai servizi attraverso il trasporto pubblico o semplicemente a
piedi o in bicicletta, e le funzioni residenziali, produttive e di servizio sono
strettamente integrate le une alle altre. Come testimoniano i centri storici e
molti quartieri novecenteschi, densità edilizie elevate non compromettono la
vivibilità, purché aree verdi, attrezzature e spazi pubblici siano presenti e ben
distribuiti, in modo tale da favorire le relazioni sociali e gli spostamenti.
Amburgo. Hafen City è un quartiere caratterizzato da densità edilizie elevate. Il
masterplan e i successivi progetti attuativi hanno dedicato specifica attenzione
al layout degli spazi aperti e alla distribuzione dei servizi, per consentire il
massimo sfruttamento del suolo assicurando un’elevata vivibilità e attrattività.
In particolare sono stati perseguiti i seguenti obiettivi:
- uso efficiente del suolo; la densità non è stata intesa come fattore di
88
sfruttamento economico, ma come parametro che esprime il carattere
compiutamente urbano dell’area;
- presenza consistente di aree liberamente accessibili (parte di proprietà
pubblica, parte nei settori terziari di proprietà privata), sia per quantità (solo
il 40% del suolo è adibito a edifici e spazi scoperti pertinenziali), sia per
qualità;
- facile accessibilità al trasporto pubblico e connessione con le aree centrali e
con i servizi presenti nella città;
- concezione innovativa della mobilità interna al quartiere; è stata concessa
una deroga agli standard di parcheggio privato connessa al ricorso
obbligatorio al car sharing e alla condivisione di veicoli elettrici;
- elevati standard di efficienza riguardanti il consumo di energia e di acqua,
l’utilizzo di materiali “ecofriendly”, la considerazione degli aspetti di confort,
salute e funzionalità, la riduzione dei costi di manutenzione, la gestione del
cantiere; ad Hafen City è stata sperimentata una certificazione di qualità per
gli edifici che soddisfano almeno tre su cinque categorie di requisiti.
- elevati standard di qualità riguardanti le opere pubbliche (p.es. i ponti e le
piste ciclabili);
- integrazione degli usi, intesa sia come compresenza di usi differenti nello
stesso ambito o settore, sia come distribuzione ai diversi piani degli edifici; di
conseguenza il quartiere si caratterizza per le “corte distanze”: tutto ciò che
occorre per la vita quotidiana è presente e raggiungibili con brevi percorsi;
- caratterizzazione del quartiere come luogo attrattivo di iniziative culturali;
- presenza di un’equilibrata ripartizione tra alloggi in vendita/affitto a prezzi di
mercato e a prezzo calmierato (6-8€/mq/mese).
Roma è una città fortemente eterogenea e, di conseguenza, non è possibile
proporre un unico modello di insediamento, valido per tutte le iniziative di
rigenerazione che interessano tanto le parti centrali, quanto le aree esterne della
città. Premesso questo, è comunque possibile innalzare la qualità della
progettazione degli insediamenti urbani, mediante il ricorso:
- alla traduzione delle densità edilizie in forme di organizzazione degli edifici e
degli spazi aperti che pongano al centro dell’attenzione lo spazio pubblico;
- alla sperimentazione di forme innovative di mobilità, ovunque si intervenga
in aree poste lungo le direttrici del trasporto pubblico;
89
- all’adozione, anche in forma sperimentale, di standard di qualità certificabili,
sia per gli edifici privati, sia per le opere pubbliche;
- all’insediamento di attrezzature di scala urbana o di quartiere in grado di
caratterizzare il luogo, attraverso un’equilibrata ripartizione delle funzioni
residenziali e non residenziali e la previsione di una quota di spazi sottratti al
libero mercato;
- per quanto riguarda questi ultimi, alla promozione di forme sperimentali di
gestione nel campo della residenza, dei servizi alla persona,
dell’associazionismo e delle forme di impresa a carattere sociale, ecc.
L’esasperata frammentazione della periferia romana, caratterizzata da
successioni di interventi pianificati, insediamenti informali, infrastrutture (non di
rado incomplete) e spazi aperti residuali, rende particolarmente pressante
l’esigenza di integrazione con l’intorno.
I criteri sopra indicati, e altri che discendono dalle specifiche caratteristiche dei
luoghi e delle trasformazioni previste, devono essere presi a riferimento per la
selezione delle proposte.
3. Una certa idea di qualità. Con l’eccezione dei cosiddetti standard urbanistici,
fissati per legge, non esiste nel campo della pianificazione urbanistica un
insieme codificato di parametri e misure per valutare la qualità di un
insediamento urbano. Meno problematica e sempre più diffusa, è la
certificazione di qualità alla scala della progettazione architettonica degli edifici
privati e delle opere pubbliche, attraverso la quale è possibile incidere in modo
rilevante sulla vivibilità degli insediamenti urbani. Analogamente a quanto
avviene nel campo della produzione di merci e servizi per le persone, il
riconoscimento pubblico della qualità costruttiva costituisce un veicolo di
promozione del quartiere, con ricadute positive anche sotto il profilo
economico. Con poche eccezioni, i requisiti richiesti attengono alla sfera
tecnologica e al processo produttivo e sono agevolmente riscontrabili ai fini di
una certificazione.
Amburgo. Ad Hafen City è stato introdotto un sistema di certificazione di
qualità degli interventi (HafenCity Ecolabel), per incentivare il raggiungimento di
alcuni obiettivi di interesse generale:
- riduzione dei consumi e degli impatti ambientali;
- riduzione dell’utilizzo dell’automobile, a vantaggio della ciclabilità;
- incremento del confort per i futuri abitanti e utilizzatori;
90
- accessibilità per le persone con disabilità.
Sono stabiliti parametri specifici per le residenze, gli alberghi e le attività
commerciali e due livelli di qualità (argento e oro).
L’adesione al protocollo di qualità (ovverosia all’insieme di criteri e parametri da
rispettare per ottenere la certificazione) è formalizzata al momento dell’opzione
di assegnazione, una lettera di intenti e l'applicazione da parte del richiedente.
Dopo la verifica formale della domanda, la società HCH conclude un accordo
con il quale il richiedente si impegna a raggiungere gli obiettivi progettuali e a
fornire una documentazione verificabile. Il mancato rispetto dell’accordo
comporta penalità contrattuali e, se necessario, il ritiro del marchio di qualità
ecologica. Ottenuto il certificato preliminare, il team progettuale scelto
dall’investitore – integrato con consulenti specializzati negli aspetti della
sostenibilità – sviluppa la proposta e si fa carico di garantire il rispetto dei
parametri. A seguito del completamento dei lavori, una commissione esterna
valuta la rispondenza e assegna il certificato definitivo, con la possibilità di
sfruttamento del marchio.
Roma. L’esperienza di HafenCity può essere tradotta e resa operativa anche nel
nostro Paese, applicandola alle operazioni di trasformazione urbana più rilevanti
nelle quali è ragionevolmente più agevole ottenere l’adesione volontaria degli
investitori.
L’esperienza tedesca insegna che, per ottenere il certificato di qualità,
l’investitore deve assumere, formalmente, una serie di impegni riguardanti la
fase di progettazione e realizzazione, producendo tutta la documentazione
necessaria. Una commissione esterna è incaricata delle opportune verifiche: la
sua autorevolezza e indipendenza sono condizioni essenziali perché la
certificazione non sia svilita a mero adempimento formale.
In forme semplificate, possono essere previste certificazioni di qualità anche
nelle trasformazioni di entità più limitata (per esempio, nell’ambito dei
programmi integrati), per favorire la diffusione di pratiche innovative.
A valle delle sperimentazioni, quando l’adozione di specifici requisiti tecnologici
e progettuali sia possibile in via ordinaria, i criteri possono essere recepiti
all’interno del regolamento edilizio comunale. Anche in questo caso, tuttavia, è
opportuno distinguere i requisiti minimi obbligatori, da quelli facoltativi, il cui
raggiungimento può essere premiato attraverso la riduzione di oneri, il
riconoscimento delle limitate premialità edilizie previste dal PRG, l’attestazione
di qualità.
91
Bibliografia
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Stadtenwicklung mbH. (2012). IBA Strukturmonitoring 2012 -Endbericht-.
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Freie und Hansestadt Hamburg - Behörde für Stadtentwicklung und Umwelt.
(2013). Zukunftsbild Elbinseln 2013+ Zwischenbilanz. Amburgo.
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Internationale Bauaustellung IBA Hamburg GmbH. (2010). ENERGY ATLAS -
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Krämer, D. P. (2014 йил 16-09.). e-mail. Amburgo.
Zukunftskonferenz Wilhlemsburg. (2002). Weißbuch. Amburgo: Stadt Hamburg.
92
Colophon
Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto CLUE (Climate
Neutral Urban Districts in Europe) co-finanziato dalla Commissione Europea –
Programma di Cooperazione Territoriale INTERREG IVC.
European Union
Partenariato di progetto:
1. City of Stockholm City Planning Administration SE
2. Edinburgh Napier University UK
3. Free and Hanseatic City of Hamburg DE
4. KTH Royal Institute of Technology SE
5. Roma Capitale IT
6. Barcelona Regional ES
7. Città di Torino IT
8. Delft University of Technology NL
9. Malopolska Region PL
10. Municipality of Paggaio EL
11. Risorse per Roma S.p.A. IT
Cover e Graphic design:
FITT S.r.l. - Andrea Vignoli, Maurizio Angeli Felicioni
Pubblicazione a cura di Roma Capitale.
Questa pubblicazione riflette esclusivamente il punto di vista degli autori e la
Commissione non può ritenersi responsabile per qualsiasi uso che può essere
fatto delle informazioni contenute nella pubblicazione stessa.
Tutte le foto della presente pubblicazione sono state fornite da IBA Hamburg
GmbH, HafenCity GmbH e Wilhelmsburg.
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Indice
Il Progetto CLUE ....................................................................................................... 1
Roma Capitale e il progetto CLUE ........................................................................... 3
Perché distretti urbani climaticamente neutrali? .................................................. 4
PARTE I ..................................................................................................................... 8
IBA HAMBURG ......................................................................................................... 8
Città libera ed anseatica di Amburgo – informazioni generali ............................................ 8
La Fiera Internazionale dell'Edilizia (IBA) - Amburgo 2013 ................................................... 9
Sede dell'IBA – Wilhelmsburg, Veddel, Porto di Harburg .................................................. 10
Popolazione e imprese .................................................................................................................. 11
Il Concetto di Riqualificazione Urbana per le zone “Al di Là dell'Elba“ .......................... 12
IBA - Tematiche principali ............................................................................................................ 13
Organigramma della IBA di Amburgo ...................................................................................... 14
Il Quadro (Legislativo) nella Città di Amburgo ...................................................................... 17
Quadro legislativo, incentivi fiscali e sussidi ........................................................................... 18
IBA di Amburgo: obiettivi raggiunti ed esperienza acquisita ............................................ 22
Situazione del Sistema energetico nel 2007 ........................................................................... 24
Una fornitura di energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili (100%) -
Vision .................................................................................................................................................. 27
Verso Progetti IBA interamente rinnovabili ............................................................................ 30
PARTE II .................................................................................................................. 31
Il Progetto HafenCity ............................................................................................. 31
Amburgo guarda al futuro: HafenCity – Il progetto urbano più grande d’Europa – un
punto di riferimento per lo sviluppo di una città europea che si affaccia sull’acqua. 31
La definizione di un distretto urbano completamente rinnovato .................................... 31
Lo sviluppo da ovest ad est ......................................................................................................... 32
Le zone urbane vanno in scena sino a Baakenhafen ........................................................... 33
Processo di sviluppo ...................................................................................................................... 34
I contratti di esclusiva garantiscono qualità elevata ............................................................ 35
La Fondazione di HafenCity: il Master Plan ......................................................... 36
Creato il fulcro della città ............................................................................................................. 36
I quartieri Est possono vantare paesaggi unici ...................................................................... 37
Spazio verde e elevati livelli di sostenibilità............................................................................ 37
Uso efficiente del suolo ................................................................................................................ 39
Città di brevi distanze .................................................................................................................... 40
Mobilità sostenibile ........................................................................................................................ 41
L’HafenCity Ecolabel oro e argento ........................................................................................... 44
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Abitare nel Centro: HafenCity, un Luogo di coesistenza amichevole ................. 47
PARTE III.................................................................................................................. 49
Amburgo XXI secolo: la qualità dell’azione pubblica .......................................... 49
HafenCity: cogliere le opportunità e tradurle in azioni progettuali concrete ............... 49
I principali obiettivi di sviluppo e il piano strutturale per HafenCity ............................... 50
L’uso del suolo in HafenCity ........................................................................................................ 51
Il mix di usi e le prescrizioni per gli spazi pubblici del waterfront ................................... 51
Il processo di pianificazione di HafenCity: progettazione e costruzione dell’”effetto
città” .................................................................................................................................................... 52
HafenCity modello ecologico urbano del futuro: sostenibilità ambientale ed
efficienza energetica....................................................................................................................... 59
Gli spazi della partecipazione: l’InfoCenter nella Kesselhaus e il Sustainability Pavilion
OSAKA 9 ............................................................................................................................................. 63
Un po’ di storia: Amburgo e il Progetto ”European Solar Building Exhibitions” .......... 64
Wilhelmsburg: trasformare aree a bassa densità considerate marginali in un
quartiere sperimentale dell'abitare sostenibile ...................................................................... 65
Il progetto “Città e cambiamenti climatici” ............................................................................. 66
Il progetto “Metrozones” .............................................................................................................. 70
Legislazione, partecipazione e coinvolgimento dei portatori di interessi ...................... 79
Considerazioni conclusive............................................................................................................. 80
CONCLUSIONI ......................................................................................................... 83
CLUE e pianificazione. Lezioni apprese dal caso di Amburgo e suggerimenti per
una possibile traduzione nell’esperienza romana di oggi ................................... 83
Bibliografia ............................................................................................................. 91
Colophon ................................................................................................................. 92