Roccasalva CONFRONTARE LE SINTASSI DELLA RETE URBANA - … · Secondo un ordine crescente di...

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1 XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI CONFRONTARE LE SINTASSI DELLA RETE URBANA: UNA PROPOSTA APPLICATIVA Giuseppe ROCCASALVA 1 , SOMMARIO Le analisi configurazionali dello spazio urbano (spatial configuration analyses) possono essere usate per scelte che riguardano la progettazione, la conservazione o la valorizzazione dei tessuti urbani delle città. Queste analisi permettono di studiare le modifiche dello spazio urbano sia in termini diacronici sia sincronici, con particolare riferimento a quei fattori economici e sociali che sono sensibili alle scelte di variazione della struttura dello spazio urbano. L’utilizzo di queste tecniche è da affinare soprattutto per quanto riguarda il modo di comunicare e confrontare gli esiti. Attraverso un confronto tra due realtà territoriali apparentemente differenti (AMT di Torino e Il Cairo), l’articolo descrive il ruolo e l’utilità degli studi configurazionali. Inoltre propone un’iniziativa comune (Open Syntax Italy) volta a condividere in modo univoco il sistema di letture sintattiche attraverso un protocollo di georeferenziazione che sia consultabile da tutti. L’obiettivo è quello di favorire la condivisione della conoscenza sulla struttura sintattica, rafforzando gli studi di un singolo territorio e amplificandone le potenzialità attraverso un particolare confronto. 1 Politecnico di Torino LAQ/tip-SiTI (DAD-DIST), c/o SiTI via P.C. Boggio 61, 10138, Torino, e-mail: [email protected]

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XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI

CONFRONTARE LE SINTASSI DELLA RETE URBANA: UNA PROPOSTA APPLICATIVA

Giuseppe ROCCASALVA1,

SOMMARIO

Le analisi configurazionali dello spazio urbano (spatial configuration analyses)

possono essere usate per scelte che riguardano la progettazione, la conservazione o la

valorizzazione dei tessuti urbani delle città. Queste analisi permettono di studiare le modifiche

dello spazio urbano sia in termini diacronici sia sincronici, con particolare riferimento a quei

fattori economici e sociali che sono sensibili alle scelte di variazione della struttura dello

spazio urbano.

L’utilizzo di queste tecniche è da affinare soprattutto per quanto riguarda il modo di

comunicare e confrontare gli esiti. Attraverso un confronto tra due realtà territoriali

apparentemente differenti (AMT di Torino e Il Cairo), l’articolo descrive il ruolo e l’utilità

degli studi configurazionali. Inoltre propone un’iniziativa comune (Open Syntax Italy) volta a

condividere in modo univoco il sistema di letture sintattiche attraverso un protocollo di

georeferenziazione che sia consultabile da tutti. L’obiettivo è quello di favorire la

condivisione della conoscenza sulla struttura sintattica, rafforzando gli studi di un singolo

territorio e amplificandone le potenzialità attraverso un particolare confronto.

1 Politecnico di Torino LAQ/tip-SiTI (DAD-DIST), c/o SiTI via P.C. Boggio 61, 10138, Torino, e-mail: [email protected]

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Introduzione

Negli ultimi trent’anni le analisi morfologico-configurazionali note come “Space

Syntax Analyses” hanno portato avanti – con approcci diversificati – una ricerca mirata a

comprendere meglio le proprietà e le possibilità connesse con la distribuzione della forma

delle città. Nonostante le doverose critiche, queste analisi hanno messo in evidenza delle

condizioni legate alla forma delle città che già erano intuitivamente note agli studi precedenti

sulla morfologia ma hanno aggiunto la possibilità di una misurazione oggettiva e

standardizzata.

La lettura della distribuzione della forma dello spazio attraverso un insieme

d’indicatori matematici ha permesso la trasposizione di considerazioni qualitative - anche non

nuove e presenti da anni in letteratura – in forme matematiche che possono subire una lettura

più sistematica, ripetibile e algebrica. Inoltre, una lettura della distribuzione della forma così

standardizzata ha reso possibile il dialogo tra la progettazione urbana e altri studi e discipline

che si occupano di città come l’ingegneria dei trasporti, le scienze cognitive, la progettazione

energetica etc...Sono rintracciabili studi nel campo della mobilità, della sicurezza urbana o

della valorizzazione economico-immobiliare che hanno tentato una relazione con gli

indicatori sulla sintassi dello spazio.

Sebbene le analisi sintattiche della forma siano soprattutto un supporto alla

progettazione, alcuni studi (B. Jiang, V. Cutini) stanno riflettendo su come questa lettura,

seppur parziale, possa rivelarci altre informazioni sull’origine ed sull’evoluzione insediativa.

In quest’ottica, quest’ articolo si domanda quale potrebbe essere il modo migliore per sfruttare

questa lettura tipizzata.

Gli studi sintattici sulla forma delle città presenti in letteratura, assumono tecniche di

analisi varie e la loro sistematizzazione non è stata mai tentata né forse ha motivo di essere

sperimentata. Invece, se si assume che le diverse metodologie di analisi morfologico-

configurazionale si distinguono nel modo di leggere la distribuzione della forma delle città,

sarebbe più opportuno concentrare un tentativo di sistematizzazione sugli esiti che sono forse

il punto comune a tutti e quello che potrebbe avere maggiori affinità. Da questa

considerazione nasce l’esigenza di capire come e se il confronto degli esiti può aprire un

nuovo capitolo di approfondimento su questo metodo.

La Configurazione

E’ opportuno introdurre brevemente il concetto di configurazione per poterne

discuterne i possibili impieghi analitici e le potenzialità che quest’ articolo intende mettere in

evidenza.

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Le analisi configurazionali tentano di leggere la struttura e la qualità delle connessioni

in un sistema dato. Le connessioni possono essere di diverso tipo a seconda della disciplina

che le esamina (fisica, grammatica, estetica-arte, morfologia etc...). In Fisica della materia, la

configurazione elettronica (posizione reciproca degli elettroni) permette di studiare i legami di

un atomo e di definirne le ragioni della stabilità dell’atomo e della conformazione della

materia al variare di questi legami. Nella Linguistica la configurazione è la sintassi, ovvero le

relazioni che esistono tra le parole o le lettere nella lettura. Similmente, in ambito urbano, le

analisi configurazionali delle città tentano di leggere la struttura della forma di una città, a

partire dai legami tra le forme in un sistema di spazi, ovvero la conformazione della città o

delle forme abitate. Ogni spazio tra gli edifici viene interpretato e messo in relazione con gli

spazi contermini e con tutti il sistema (la rete) di spazi della città o della porzione di città che

si vuole studiare.

In termini generali, per descrivere quanto il concetto di configurazione sia connaturato

al modo di ragionare e apprendere dell’essere umano basta pensare ad una frase in cui le

parole siano composte solo da alcune lettere, quelle iniziali e finali e solo alcune centrali; in

questo caso riusciremmo comunque a leggere la frase. Inoltre se invertissimo l’ordine di

alcune lettere nelle parole, riusciremmo comunque a non avere grandi difficoltà di lettura. Ad

esempio, è possibile leggere le seguenti parole e frasi incomplete:

GR_MM_T_ _A

UN_VE_S_TÁ

S_GN_FI_AT_

Secondo un ordine crescente di difficoltà, dovrebbe essere possibile leggere e capire le

parole precedenti. La mente umana colma automaticamente le lacune grazie ai legami che

crea tra informazioni presenti e conoscenze disponibili.

“Uno stduio ha rileavto che la mente umana legge le parole non per inetro, nel senso

che se si scamibassero di posto le lettere al cetnro di una paorla senza muvoere le prime due e

le ultime due, si leggreebbe beinsismo”.

Non importa l’ordine delle lettere di una parola se la prima e l’ultima sono al loro

posto. Questo accade perché la mente non legge ogni lettera singolarmente ma la parola per

intero, lasciando quindi alla mente assemblare le lettere ed interpretare la parola

correttamente.

I precedenti giochi di parole e frasi sono alcuni tra i tanti che fanno intuire le

peculiarità del rapporto che esiste tra configurazione e apprendimento. Se trasponiamo questo

rapporto in un esempio di tipo grafico simile al gioco di lettere, possiamo ugualmente

verificarne il valore. Ad esempio, prendiamo due schemi con la stessa configurazione ma

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composti da elementi di forma diversa; la mente intuisce che sono simili nonostante la

differenza dei componenti.

Figura 1 Due serie di configurazioni grafiche di cui si percepisce la somiglianza nonostante siano composte da elementi

differenti. (fonte : Hillier 1996)

Il riconoscimento della configurazione di un’immagine, di una forma o di uno spazio è

una capacità che la mente umana possiede in modo intuitivo e non analitico. Come spiega

Hillier (1996), fondatore delle analisi configurazionali dello spazio urbano, abitualmente ma

non consciamente facciamo associazioni configurazionali senza pensarci e senza saperne

descrivere i meccanismi e i pesi. Nel linguaggio possiamo distinguere concetti di cui abbiamo

un’idea (le parole e ciò che significano) e i concetti con cui ci formiamo un’opinione (le

regole sintattiche e semantiche con cui organizziamo le parole per creare un significato). I

primi sono consapevoli mentre i secondi rappresentano una struttura nascosta, come le regole

configurazionali, appena sotto il livello di coscienza. Sempre Hillier ricorda che questa

“inconscia configurazionalità” è presente ovunque, anche nei nostri comportamenti sociali più

comuni, in cui seguiamo un sistema di regole a volte senza rendercene conto (sedersi a tavola,

seguire una lezione, riunirsi in cerchi per dialogare etc..).

Comprendere come la configurazione di uno spazio influenzi il nostro modo di fare

esperienza della città è un tema molto frequentato nella letteratura sulla morfologia urbana ma

queste analisi si propongono anche come un metodo standardizzato che tenta di offrire un

supporto “non discorsivo” ed evidente alle scelte.

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Classificare per confrontare: il ruolo delle analisi

Numerosi studi professionali in tutto il mondo forniscono specifiche consulenze

sull’efficienza della forma in termini estetici, energetici, funzionali, ambientali paesaggistici,

urbanistici etc… Le analisi configurazionali affiancano molte di queste attività, generando

negli ultimi dieci anni una rete di centri di consulenza (pubblici e privati). Alfiere di questa

diffusione fu forse l’Arch. Norman Foster che affidò dal 1992 allo studio londinese di Hillier

una serie di consulenze sui suoi progetti per poter supportare alcune scelte o testare gli effetti

delle sue proposte sia in ambito architettonico sia alla scala del progetto urbano. Come questo

esempio di efficace intesa professionale si possono contare, dall’Australia alla Svezia, più di

dieci situazioni nel mondo in cui esiste una consolidata comunione tra lo sviluppo scientifico

dell’analisi dello spazio urbano e le numerose realizzazioni che hanno incluso le letture

configurazionali nelle scelte progettuali.

Le analisi configurazionali dello spazio sono sistematiche ma hanno un ruolo specifico

a seconda del tipo di analisi adottate, che a loro volta dipende dagli interessi o dalla scala

dell’indagine che si deve affrontare. Una classificazione delle tipologie applicative è

necessaria per poter avviare una condivisione della conoscenza tra la comunità di esperti che

studiano e usano queste analisi.

Sia per i progetti che ricadono nel settore privato sia per quelle che sono guidate dal

pubblico, le applicazioni delle analisi configurazionali si occupano principalmente dei modelli

di movimento che permettono di capire i problemi relativi al sistema degli spostamenti in una

città. In questi casi, le analisi configurazionali hanno prevalentemente un ruolo di confronto

delle alternative di sviluppo e di gerarchizzazione delle scelte. Si possono contare analisi

configurazionali alla scala globale di una città che tentano di individuare la migliore

localizzazione di un edificio monofunzionale (ad esempio un ospedale, un centro

commerciale e un ufficio) o analisi che ordinano l’efficienza distributiva di settori specifici di

una città.

Se consideriamo il progetto degli spazi aperti di una città, si possono contare progetti

che sono solitamente affidati alla cura e manutenzione del settore pubblico; questi spazi della

città sono analizzati mettendo in relazione l’efficienza spaziale con i possibili movimenti. Le

analisi configurazionali stimano ad esempio, la continuità tra gli spazi aperti o la visibilità

locale, che concorrono ad anticipare alcuni modi in cui gli spazi verranno percepiti e usati dai

fruitori finali.

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Nell’ambito degli studi sulla mobilità, l’analisi della configurazione urbana sembra

competere con le simulazioni trasportistiche ma in realtà rileva tutt’altro ordine previsionale.

Dal progetto di una nuova infrastruttura urbana alla modifica del funzionamento degli incroci

stradali, la lettura della sintassi dello spazio propone di valutare l’impatto sociale, economico

e ambientale di strategie alternative di movimento pedonale, ciclabile e veicolare. In questo

caso, spesso le analisi sono affiancate da più tradizionali tecniche di osservazione che

contribuiscono a calibrare le simulazioni sui flussi di movimento e a migliorare la consistenza

degli studi sintattici. Sebbene la teoria della sintassi dello spazio sia spesso riferita al

movimento pedonale, essa considera l’ordine e la distribuzione delle varie componenti della

mobilità (trasporto pubblico e privato, carrabile e ciclabile).

Nell’ambito degli studi sul mix funzionale e sulla diversità delle destinazioni d’uso di

una città, le analisi configurazionali sono prevalentemente dedite allo studio del rapporto fra

movimento e attività. Il concetto di economia dei flussi (movement economy), discusso da

Hillier, propone di interpretare lo sviluppo economico sulla base dell’intensità di probabile

utilizzo dello spazio analizzato. Lo spazio è la “macchina” che può innescare uno sviluppo

economico-sociale, mantenerlo in vita o scoraggiarlo. Sia la piccola sia la grande

distribuzione hanno dei quadri esigenziali con specifiche necessità o propedeuticità

localizzative. Basti pensare alla specificità dei “corner shop” non soltanto da un punto di vista

merceologico ma soprattutto localizzativo. Nell’ambito del geo-marketing sono state

sviluppate delle regole di posizionamento che contemplano regole formali che coincidono in

parte con quelle che possono essere lette dalle analisi configurazionali (posizionamento

globale, visibilità relativa e di facciata). Combinando studi di osservazione diretta dello spazio

pubblico (Gehl 1970) con modelli di flusso dei passanti (White 1060), si producono schemi di

distribuzione che sono utili per capire e ottimizzare i modelli di frequentazione e di passaggio.

Trascurando l’elencazione delle applicazioni che si possono contare nell’ambito della

progettazione di edifici (pubblici o privati), è interessante inserire in questa breve

classificazione anche quelle analisi configurazionali che si distinguono per il modo in cui

sono usate all’interno del processo di valutazione delle scelte progettuali. Se inizialmente le

analisi configurazionali erano usate come strumento di verifica della validità dei progetti,

permettendo di apporre modifiche ancora nel corso del ragionamento progettuale, in seguito

sono diventate anche uno strumento di misurazione, soprattutto quando le analisi vengono

effettuate in una fase già matura del processo. In quest’ultimo caso, gli indicatori misurati

dalle analisi configurazionali servono come riferimento per un confronto non con delle

alternative ma con dei modelli o con lo stato di fatto.

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Infine possiamo dire che tutti gli ambiti di questa classificazione non offrono soluzioni

standard ma sono accomunati dall’adozione di un approccio di lavoro standardardizzato, in

grado di supportare il processo di valutazione delle scelte progettuali. Nei diversi ambiti

d’indagine si contraddistingue un certa omogeneità di applicazione che utilizza inoltre una

logica tran-scalare in cui il confronto attraverso gli indicatori è sempre visto alla scala globale

e locale del progetto urbano.

Syntattic open data: il confronto come metodo

Figura 2 : Portale internet “Open Syntax Italy” (fonte : produzione dell’autore)

Sfruttando il processo sistematico che è alla base delle analisi configurazionali, questo

articolo propone di avviare un modo di condivisione degli esiti su base geografica attraverso

un sito internet dedicato. Si ritiene che la costruzione condivisa della conoscenza

configurazionale del territorio sia un processo più preciso e più consistente di quelle che

potrebbe fare un singolo strumento di simulazione. Quest’opinione è motivata dal modo in cui

lo spazio urbano è trasformato in una mappa utile alle analisi configurazionali. Questo

passaggio comporta una conoscenza del territorio che non può totalmente essere sostituita

dalla macchina ma che è essa stessa “motore” principale degli studi sulla configurazione dello

spazio urbano. In poche parole, la traduzione degli spazi aperti in struttura configurazionale

comprende la conoscenza locale dei luoghi che non può che essere affidata alle esperienze di

ciascuno.

Per facilitare il processo di acquisizione e condivisione della conoscenza

configurazionale del territorio si è impostato un particolare sito internet. Questo portale sfrutta

il concetto di “crowd mapping” cioè di mappe partecipate, in cui ognuno contribuisce alla

costruzione di una conoscenza collettiva e condivisa del territorio a partire dalla propria

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esperienza scientifica. Il sito, denominato Open Syntax Italy, intende raccogliere le analisi

configurazionali dei vari esperti che in giro per l’Italia studiano il territorio attraverso le

letture e le dimensioni configurazionali. Oltre alla condivisione, si ritiene che l’apertura dei

dati pubblicati (open data) possa generare un servizio aggiuntivo anche a chi non è

propriamente cosciente del modo in cui si analizza la struttura sintattica di un territorio ma

capisce o intuisce induttivamente le potenzialità che una misura configurazionale può avere

rispetto ad altri interessi e caratteristiche sociali, ambientali ed economiche che sono sensibili

alla trasformazione dello spazio urbano.

Il sito internet, come un geoportale, raccoglie le analisi configurazionali mostrando su

base geografica il mosaico dei vari studi sul territorio italiano.

Per capire quali dati sono quelli che più di tutti possono essere facilmente pubblicabili

e condivisibili sul portale Open Syntax Italy, è necessario stabilire alcuni sistemi di

riferimento e di misurazione comuni.

All’inizio la lettura della sintassi dello spazio si basava su indicatori semplici e

riconducibili all’accessibilità della forma, come ad esempio la profondità totale o media e

l’integrazione, oggi ci sono numerose misure più raffinate che permettono specifiche analisi.

In generale, le dimensioni delle analisi configurazionali sono il frutto della combinazione di

quattro categorie che riguardano la tipologia di calcolo (algoritmo o calcolo della scelta uno,

due), la distanza (topologica, angolare o metrica), il raggio (topologico, angolare o metrico) e

il peso (basato sulle lunghezze dei segmenti di uno spazio convesso o sulle loro dimensioni

topologiche o sulla loro riduzione a nodi etc…).

I calcoli che si possono sperimentare sono diversi ma soprattutto è importante valutare

quali coefficienti di calibrazione adottare di volta in volta, nei vari contesti di forma, alle varie

scale e in rapporto all’obbiettivo dell’indagine.

Ad esempio, le distanze fanno variare l’informazione che la misura descrive. Tuttavia

la distanza topologica è prevalentemente utile per i confronti configurazionali. Questo tipo di

distanza non considerando le dimensioni euclidee dello spazio permette di misurare

l’organizzazione (sistema di relazioni) di diverse porzioni di territorio anche distanti tra loro.

La distanza angolare è un affinamento di quella topologica e tenta di includere le

informazioni tipiche di una distanza euclidea alle caratteristiche sintattiche dello spazio. La

distanza angolare è particolarmente utile per semplificare le opzioni in contesti morfologici

particolarmente contorti o in ambienti architettonici che hanno bisogno di essere analizzati

non soltanto in relazione ai movimenti potenziali ma anche in funzioni di fattori come la

sicurezza, la permeabilità etc… Infine, la distanza metrica è utile per confrontare il dettaglio

delle superfici di progetto in un contesto topologico al fine di cercare delle ricorrenze tra gli

indicatori (ad esempio un confronto più specifico con gli standard urbanistico, ovvero

quantità di superficie lorda di pavimento rispetto alla quantità di spazi aperti di relazione di

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pari-visibilità). Inoltre le distanze metriche sono utili in fase sperimentale nell’ambito delle

calibrazione con le altre due distanze.

Alcune di queste combinazioni danno dei risultati già consolidati da numerose

esperienze applicative mentre altri accostamenti non sono stati ancora testati, pubblicati

ufficialmente o non danno dei risultati particolarmente significativi.

In generale, ogni indicatore può avere una o più analisi di riferimento ma la migliore

lettura ed interpretazione di uno spazio ha spesso solo una (o più opportuna) modalità

applicativa.

Il portale Open Syntax Italy propone agli utenti due semplici funzioni di condivisione

che permettono, al netto di tutti i possibili ragionamenti sui vari contesti urbani, una

condivisione basata su informazioni comuni e confrontabili.

La prima funzione riguarda la condivisione delle mappe assiali del contesto studiato.

Gli utenti possono caricare sulla geografica di base un livello (axial map) che trasmette il

valore di integrazione o di scelta globale di un territorio. Questo valoro è una misura

normalizzata e globale per cui ammette il confronto diretto tra contesti territoriali differenti.

Oltre a verificare lo stato di efficienza del sistema degli spazi di una porzione di territorio si

potrà anche in futuro monitorare lo stato di miglioramento o peggioramento dei valori globali

di accessibilità e interazione di una città al variare della sua morfologia.

La seconda funzione permette agli utenti di inserire le banche dati delle analisi

configurazionali svolte. Questa funzione non è visualizzabile su mappa ma solo attraverso

grafici a rete (spider gram) che permettono una tra le più interessanti e utili forme di

confronto di tipo quantitativo. Questi confronti numerici implicano una misurazione diretta e

precisa dei valori su diversi territori o di valori differenti sullo stesso territorio.

La “correlazione” e la “tran-scalabilità” sono tra le principali forme di misurazione e

confronto numerico che prevede il portale.

Nella lettura delle analisi configurazionali ma in generale nel tentativo di cercare delle

relazioni tra variabili differenti, è importante comprendere il significato di termini come

correlazione e regressione da un punto di vista matematico e rispetto al modo in cui vengono

esaminate nelle analisi legate alla struttura dello spazio.

In generale, date due o più variabili è possibile esprimere la relazione eventualmente

esistente tra di esse attraverso le analisi di correlazione o di regressione. La correlazione è una

misura di relazione tra due o più variabili. La scala di misura adoperata deve essere un

intervallo, ovvero i coefficienti di correlazione possono assumere valori da -1,00 a +1,00. Il

valore di -1,00 rappresenta una perfetta correlazione negativa, mentre un valore di +1,00

rappresenta una perfetta correlazione positiva. Un valore di 0,00 rappresenta una mancanza di

correlazione. Il tipo di correlazione adoperato più frequentemente è la r di Pearson, detto

anche coefficiente di correlazione lineare. Questa correlazione misura la “proporzionalità” di

due variabili ed è indifferente all’unità di misura o grandezza di ciascuna variabile. La

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condizione di proporzionalità è elevata se può essere schematizzata da una linea retta

(inclinata positivamente o negativamente).

La linea retta che si usa nei grafici di correlazione è chiamata retta di regressione o

retta ai minimi quadrati, perché è determinata in modo tale che la somma delle distanze al

quadrato di tutti i punti da corrispondenti punti della retta sia la minore possibile. Il concetto

di distanze al quadrato ha un’importante conseguenza funzionale su come il valore del

coefficiente di correlazione reagisce al variare dell’organizzazione dei dati.

La retta di regressione può essere descritta dalla

y = a + bx

dove y = variabile dipendente

x = variabile indipendente

a = costante

b = coefficiente di regressione

La significatività di un coefficiente di correlazione cambia con la dimensione del

campione da cui è stato calcolato. Il test di significatività si basa sull’assunto che la

distribuzione dei residui (cioè le deviazioni dalla retta di regressione) per la variabile

dipendente y segua quella di una normale e che la variabilità degli stessi residui sia la stessa

per tutti i possibili valori della variabile indipendente x2. Quando si ha un basso livello di

significatività il coefficiente r di correlazione e quello b di regressione risultano

numericamente piccoli, mentre il grafico è caratterizzato da due rette (y = a + bx ; x = a + by)

che sottendono un angolo ampio. Nel caso opposto (angolo piccolo tra le rette di regressione)

la relazione tra le variabili è più forte e il coefficiente di correlazione è elevato (prossimo a

+1,00 oppure -1,00).

Le correlazioni sono state utilizzate anche nello studio dinamico della variazione di un

fattore. L’osservazione di un fenomeno nel tempo e nello spazio da origine a forme di lettura

che usano il calcolo di correlazione. Ad esempio, in biologia si chiama allometria3 lo studio

dell’evoluzioni delle relazioni di forma al variare della scala. In molte discipline c’è la

convinzione che esistano delle regole nella relazione tra le geometrie di funzionamento degli

elementi osservabili e fenomeni sociali, economici o naturali. Per dimostrare questo principio,

in molti ambiti disciplinari si sono effettuati studi di correlazione tra variabili alle diverse

scale e nel tempo. Le correlazioni economico-sociali sulle città sono tra le più note (PIL e il

consumo energetico o la crescita del numero di stazioni di rifornimento, il costo della benzina

e la dimensioni-densità delle città). Ogni correlazione confronta la scalabilità delle relazioni

tra due condizioni (ad esempio la popolazione e il consumo del suolo o le scelte di mobilità).

2 Borra, S., et al 2008 3 In biologia è lo studio dell’evoluzione di una o più parti di un organismo che presentano caratteristiche diverse dagli altri. Definita in modo accurato prima da Otto Snell (1892) e poi da Julian Huxley (1932), l’allometria è il principio secondo cui si possono ritrovare delle correlazioni tran-scalari nelle forme naturali

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Ad esempio, in ambito energetico, la discontinuità nella dimensione degli edifici e nella loro

densità altera significativamente l’impronta energetica. Per cui il rapporto tra forma e densità

del tessuto urbano possiede una regola che ricorre alle diverse scale, influendo sul valore di

consumo energetico. Quindi esiste una relazione misurabile tra scala globale e forma locale.

Figura 3: Energia contro densità: Se guardiamo due città simili per clima e popolazione come Detroit e Copenaghen notiamo

come la dimensione della densità influenzi fortemente i modelli di mobilità delle persone. Monaco e Hong Kong sono

relativamente molto dense e trafficate ma presentano dei modelli di consumo molto più sostenibili.(fonte Newman e

Kenworthy 1989)

Caso pilota: confronto sintattico tra Il Cairo e Torino

Questo caso prende spunto da quella parte di studi configurazionali che sono dedicati a

capire le regolarità morfologiche dei tessuti urbani alternativi o differenti. L'obiettivo è quello

di costruire un metodo di confronto tra un tessuto come quello torinese e altri contesti. Ciò é

possibile mettendo a confronto le stesse relazioni tra la rete degli spazi locali in tessuti urbani

che sono differenti per caratteristiche sociali, culturali o economiche. In particolare è stata

scelta la città del Cairo poiché quest'ultima è profondamente diversa dalle città europee e da

Torino in particolare. Il Cairo ha una popolazione di circa 11 milioni di abitanti (nella sola

città) e un trend di crescita di 1,6% annuo, con una costante e rapida modifica morfologica. La

dinamicità di Torino invece mostra un trend di crescita della popolazione di 0,3% annuo e

concentrate trasformazioni territoriali il cui iter d'implementazione é decisamente più lento.

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Figura 4 (sinistra)Trend di crescita della popolazione. La città del Cairo ha un trend di crescita conforme a quello nazionale

mentre Torino presenta un 0,3% a fronte di 3,4% nazionale. Simili sono anche i trend di crescita nell’ambito rurale o anche

nelle altre città egiziane. (fonte the guardian). (destra) Elaborazione GIS delle principali destinazioni d’uso ed infrastrutture.

Sono messe in evidenza le strade principali (in nero) e quelle ad alto scorrimento come la tangenziale e le strade regionali (in

rosso). Inoltre la mappa ha campito in rosso gli edifici residenziali, in giallo il commercio, in grigio e nero gli edifici

pubblici-religiosi.

Originariamente la struttura urbana principale della città del Cairo era concentra ad est

del Nilo anche per la presenza delle ramificazioni del trasporto ferroviario. Oggi, pur

mantenendo una forte concentrazione nell’area centrale, la gran parte degli insediamenti si

trova all’interno di anelli concentrici ma discontinui di strade che terminano con il raccordo

principale lontano dal centro. La città possiede due linee di metropolitana che s’intersecano

nell’area centrale e servono principalmente quattro aree insediative a nord e nord est, a sud e

sud ovest. Le attività commerciali sono maggiormente concentrate nell’area centrale mentre

gli edifici pubblici e religiosi sono diffusi e spesso costituiscono una pluralità di centri sempre

all’interno del principale anello di raccordo stradale.

Il confronto tra il caso torinese e quello egiziano è dimensionalmente possibile se si

pensa che entrambe le principali superfici urbane possano quasi interamente essere racchiuse

in un rettangolo di 20 km di lato. Nonostante il sistema geografico sia quasi della stessa

dimensione, è importante sottolineare che negli stessi spazi la città del Cairo possiede dieci

volte la popolazione di Torino.

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Figura 5 Confronto dimensionale tra le città del Cairo e di Torino (i lati neri misurano 20 km ciascuno).(a sinistra) Foto aeree

delle due città. (a destra) Composizione del’insieme delle circoscrizioni di Torino e delle aree amministrative della città del

Cairo (in quest’ultima l’area sottolineata da una linea bianca è la superficie dei quartieri che sono stati indagati). (fonte:

elaborazione dell’autore)

La città del Cairo si è sviluppata in modo incrementale e con alcuni specifici sviluppi

insediativi, ognuno con una forma e un carattere differente. Ciò ha prodotto una città fatta di

quartieri molto ben definiti e di “aree di transizione” che li mettono in relazione. Tra i

quartieri ben definiti sono state messe in evidenza le caratteristiche dell’area centrale (city

centre), di Shobra, di Heliopolis, di Nasr e di Mohandeseen.

L’area centrale (city center o garden city) è stata pianificata nella seconda metà

dell’ottocento con l’intento di imitare la morfologia di Parigi. Si tratta di una struttura radiale

che ha mantenuto limiti ben definiti come il Nilo a est, una strada di scorrimento a nord e la

città antica (Fatimid) a ovest. L’area di Shobra è stata progettata negli anni novanta per

collegare il Palazzo Reale al centro attraverso un asse stradale. Quest’ultimo, insieme con i

margini dei lotti agricoli sono diventati i segni generatrici del nuovo sviluppo insediativo

dell’area. Anche quest’area ha mantenuto fino ad oggi dei confini definiti dall’acqua, dalle

infrastrutture primarie e dalla ferrovia. L’area di Heliopolis (letteralmente la città del Dio Sole

o della luce) è una classica città satellite per il Cairo, nata intorno al 1910. Il principale

collegamento è dato da una nuova linea della metropolitana. La struttura urbana è

caratterizzata da assi stradali posti radialmente al cui incrocio sono spesso collocate degli

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spazi autonomi. La cittadella di Heliopolis è una centralità non solo residenziale ma con

diversi servizi ed è solo parzialmente circoscritta dalle aree dell’aeroporto e da quelle militari

(ancora più ad est). L’area di Mohandeseen (appena fuori dall’area amministrativa del Cairo e

in cui sorgono le famose piramidi) nasce intorno al 1950 ed è il primo ampliamento progettato

ad ovest del Nilo. Rispetto alle trasformazioni precedenti dell’area nord-est, questo sviluppo

si è protratto negli anni e non ha mai raggiunto una densità ed omogeneità del tessuto urbano

ma è fatto di parti piuttosto differenti tra loro. La città di Nasr, la più recente (1960), è l’unica

progettata secondo una struttura rigidamente ortogonale con sottoaree e relativi centri. L’area

è circondata per gran parte dalle aree militari comuni anche al margine sud di Heliopolis.

Queste aree sono tra le principali e più caratteristiche del tessuto progettato del Cairo.

Dopo aver interpretato i principali settori del tessuto del Cairo ed averne definito l'epoca di

sviluppo, si è passati alla costruzione del modello configurazionale della morfologia

consolidata degli spazi progettati per una superficie totale che circonda e connette questi

cinque settori. Si tratta di una “finestra d’indagine” che potrebbe equivalere all’Area

Metropolitana della Città del Cairo e che è circoscritta dal principale collegamento anulare

della città (tipo tangenziale). La costruzione della mappa delle assialità è stata basata sulle

informazioni cartografiche “aperte” dell’Agenzia delle Entrate Egiziana, su mappe aeree del

2007, attraverso confronti con professionisti locali e infine con un sopralluogo nell'inverno

2012.

In termini generali, la lettura configurazionale mette in evidenza attraverso le misure

globali, i principali assi di collegamento e distribuzione del sistema osservato.

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Figura 6 Mappa della configurazione della Città del Cairo (gli assi con colori più caldi hanno valori maggiori mentre

l’azzurro e il blu mostrano le aree più segregate). (sinistra) Secondo momento morfologico (post 1995): scelta globale e

(destra) scelta locale.

Nonostante i quattro insediamenti siano le aree più dense di assi, la configurazione

mostra che al loro interno vi sia una prevalenza di aree segregate. Ciò è dovuto alla natura

stessa delle scelte insediative di queste aree, nate velocemente per un’esigenza abitativa e

collegate in modo puntuale con il contesto globale della città. Inoltre porzioni interne sono ate

con forme autonome e introverse rispetto al contesto.

Se si osserva la centralità dell’integrazione (area di aggregazione dei valori più alti-

caldi) si nota che non è concentrata in nessuna delle aree insediative principali ma è

parzialmente a ridosso del “cuore” storico della città. In particolare, nell’area a nord dell’area

centrale (City Centre-Garden city) ma soprattutto adiacente alla città antica (Fatimid).

Nonostante la città antica non sia leggibile nella sua interezza per via della sua

rappresentazione cartografica compatta, ha mantenuto negli anni la vicinanza ai principali

spostamenti che interessano l’intera distribuzione della città.

Un secondo livello di assi più integrati si “diffonde” radialmente dal centro verso gli

insediamenti a nord est e est (Heliopolis e Nasr). Questi spazi rappresentano gli assi che

originariamente diedero avvio allo sviluppo degli insediamenti e che hanno mantenuto il loro

ruolo nel tempo. Sono invece più frammentati i percorsi che conducono agli insediamenti ad

ovest (Mohandeseen e Shobra). Si osservano anche in questo secondo livello d’integrazione,

raccordi anulari di strade che permettono alcuni collegamenti tra le aree (Shobra-Heliopolis-

Nasr). Questi collegamenti sono deboli ma molto importanti perché liberano le aree

insediative dalla dipendenza con il centro della città.

Se osserviamo la scala locale delle misure configurazionali, notiamo che ogni

insediamento ha uno o più assi di distribuzione posizionati in modo baricentrale al sistema di

assi (tranne l’area di Nasr che è adiacente all’asse principale di collegamento con l’aeroporto).

Questo è ancora più evidente se si osserva la mappa dell’integrazione con un raggio

d’indagine di 2000 metri. In questo dettaglio si mettono in evidenza le centralità locali e gli

spazi meglio serviti di ogni insediamento. Gli insediamenti con uno schema radiale hanno una

pluralità di centri mentre Heliopolis e Nars mostrano delle deboli prevalenze d’integrazione

locale. Ciò è dovuto alla struttura regolare del tessuto ma soprattutto al fatto che quest’ultimi

sono meglio connessi con il centro a discapito della formazione di centri locali di attrattività.

Infine alla scala locale non è evidente un sistema di centralità sull’area a ridosso della città

vecchia dato che invece emergeva alla scala globale. Ciò è dovuto alla rarefazione

d’informazioni configurazionali locali sulla forma, ovvero al fatto che questi spazi sono

caratterizzati da tessuti “informali” o non ben definiti.

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E’ importante sottolineare che la ricostruzione del tessuto globale della città del Cairo

ha tenuto conto delle aree consolidate e del tessuto di spazi così come definito dai sistemi

informativi (GIS). Questi tessuti urbani sono importanti soprattutto per quanto riguarda i loro

confini che devono essere considerati come limiti nella lettura configurazionale. I margini

possono essere labili ma è molto importante che si riconosca nelle letture morfologiche la

differenza tra tessuti spontanei o informali e quelli consolidati così da poterne dare

un’opportuna rappresentazione e quindi comprensione. Gli esiti delle analisi configurazionali

hanno comunque attribuito a queste aree alti livelli d’integrazione nonostante le informazioni

deducibili dallo spazio siano solo parziali.

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Figura 7 (in alto) Margini tra il tessuto spontaneo antico e tessuto degli spazi progettati (linea blu in pianta e bianca

nell’immagine aerea non zenitale) (fonte: elaborazione dell’autore). I margini sono in continua evoluzione, l’uno contamina

l’altro man mano che gli spazi delle strade e i percorsi sono ufficializzati e regolarizzati. (in basso) due immagini

rappresentativi della struttura urbana organizzata di Giza (destra) e della città antica (Fatimid) in cui non sono tracciate strade

ma è si compone di un intricato sistema di vicoli.

Alcune riflessioni sui confronti

Oltre al confronto diacronico e sincronico tra gli spazi urbani della stessa città,

un’ulteriore analisi può essere fatta attraverso l’accostamento delle misure sintattiche di

diversi casi studio. In questo paragrafo sono messe brevemente in evidenza le modalità con

cui è possibile approfondire la lettura dei dati osservati e misurati dalle mappe assiali del caso

studio di Torino e del Cairo, attraverso i grafici di regressione.

In particolare, sono state messe in relazione alcune misure (integrazione e connettività)

che mostrano la distribuzione dell’indicatore d’intellegibilità e di sinergia. Questi confronti

permettono di formulare delle ipotesi sulle caratteristiche della forma dello spazio considerato

ed eventualmente metterla in relazione con altri tessuti urbani.

L’intellegibilità permette di comprendere la semplicità con cui la forma di una città si

mostra all’osservatore, ovvero il modo in cui un sistema di spazi può essere più o meno facile

da osservare, percorrere e capire. L’intelligibilità è un indicatore di secondo livello ed è

rilevante nella formazione di nuovi tessuti urbani in quanto propedeutica alla formazione del

senso di appartenenza e dell’identità da parte degli utilizzatori finali.

La sinergia invece definisce il grado di relazione che le parti hanno con il tutto, ovvero

il legame che esiste tra le scelte locali e globali. La sinergia è rilevante per stabilire il peso o

l’influenza che una scelta globale ha in rapporto al sistema degli spazi locali e viceversa per

una trasformazione locale.

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0.201583 1.77404

0

121 R² = 0.139678

Integration [HH]

Connectivity

0.210897 5.18236

0.201583

1.77404 R² = 0.598442

Integration [HH] R3

Integration [HH]

Figura 8 Grafici dell’indicatore di Intellegibilità (sinistra) e di Sinergia (destra), Torino 2010. Ogni punto equivale ad uno

spazio del sistema considerato e i colori caldi trasmetto i valori più alti della misura considerata mentre quelli freddi la più

bassa. (fonte: elaborazioni dell’autore)

Osservando i grafici dell’intellegibilità, si nota come la maggior parte degli spazi

(puntini del grafico) ha una distribuzione compatta che segue la linea detta di regressione. Ciò

significa che buona parte degli spazi del tessuto urbano dell’AMT torinese ha un buon livello

d’intellegibilità, con la maggior parte degli spazi che misurano tra un minimo di 0,2 e un

massimo di 1,2 (picco) d’intellegibilità. Questo tipo di distribuzione, omogenea è piuttosto

indifferente alla localizzazione di una funzione piuttosto che un uso. Nella progettazione di

nuove realtà, un tessuto come quello di Torino rende più difficile far emergere delle

specificità locali a causa della monotona omogeneità del suo tessuto. La formazione di nuove

e future centralità deve confrontarsi con i valori di picco del grafico per poter pesare ed

influenzare il sistema integrato torinese.

La sinergia invece mostra dei rapporti costanti tra le misure locali e globali del sistema

con una dispersione (ovvero una minore relazione) per quegli spazi (puntini blu tra 0,2 e 1,98)

che rappresentano il tessuto periurbano e distante del sistema (collina ma anche le aree

segregate di alcuni comuni di cintura). Tuttavia la pendenza della retta indica che le relazioni

tra le scelte che si fanno sulla quasi totalità dell’AMT o anche sugli interventi locali di una

sola circoscrizione, possono avere un reciproco effetto sul resto del sistema.

0.163669 2.97293

0

44 R² = 0.0425175

Integration [HH]

Connectivity

0.210897 4.21721

0.163669

2.97293 R² = 0.192663

Integration [HH] R3

Integration [HH]

Figura 9 Grafici dell’indicatore di Intellegibilità (sinistra) e di Sinergia (destra), Città del Cairo 2007. Ogni punto equivale ad

uno spazio del sistema considerato e i colori caldi trasmetto i valori più alti della misura considerata mentre quelli freddi la

più bassa. (fonte: elaborazioni dell’autore)

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Passando alla lettura dei grafici dell’intellegibilità e della sinergia del sistema di spazi

della città del Cairo, si possono notare specifiche caratteristiche, in parte vicine alle letture sul

caso studio di Torino, nonostante la differenza di forma, sviluppo e uso delle due città. In

generale, l’indicatore d’intellegibilità del Cairo ha un andamento simile al tessuto urbano

torinese. Si nota, infatti, una concentrazione della maggior parte degli spazi in un intervallo

d’integrazione che misura da 0,16 fino 0,85. Ciò indica che gli spazi che si collocano in

questo insieme o nella vicinanza di questi valori sono difficili da percorrere, da capire e

spesso non favoriscono l’uso sociale degli spazi. In queste aree si concentrano solitamente le

zone residenziali. In questo caso, il tessuto non è indifferente alle funzioni presenti o che

possono insediarsi.

Tuttavia, i livelli di correlazione totali tra le misure dell’intellegibilità sono inferiori al

caso torinese (0,04 contro 0,13 dove 1 è il livello massimo) ma non come ci si potrebbe

aspettare da un tessuto contorto, privo di maglie ortogonali di distribuzione come quello

egiziano. Ciò significa, ad esempio, che Torino è più semplice da capire e percorre per un

turista rispetto al Cairo ma non in modo così significativo.

L’indicatore di sinergia degli spazi del tessuto del Cairo mostra un andamento simile a

quello di Torino ma senza interruzioni. Questo indica una migliore relazione tra globale e

locale del sistema di spazi del Cairo rispetto a Torino. Infatti, la correlazione tra i valori della

sinergia sono migliori nella lettura del Cairo che non in Torino (0,19 contro 0,59 dove 1 è il

valore migliore). Ciò, oltre ad essere alquanto sorprendente, è giustificato dal fatto che il

Cairo ha un sistema di spazi locali (gli insediamenti) strettamente dipendente dal nodo

centrale. Pertanto le modifiche (globali e locali) sono sensibili a questa dipendenza più che in

Torino. Il grafico della sinergia mostra, infatti, un ottimo livello di relazione tra i valori locali

e globali, con la quasi totalità dei valori con un andamento a rapporto costante.

Questi confronti tentano di contribuire a trovare le relazioni tra locale e globale anche

in contesti in cui la densità, la cultura e la storia sono così apparentemente differenti.

Conclusioni

Le riflessioni presentate in quest’ articolo sono frutto di un ragionamento ancora

iniziale ma che ha mostrato delle intenzioni determinate e un metodo di lavoro certo per il

futuro. Le misure delle analisi configurazionali stanno diventando un’analisi concreta e

riconosciuta e spesso nascono in studi settoriali ben definiti e ampiamente pubblicati. In

particolare, si ricorda lo studio sulle capacità sociali della forma urbana4, lo studio

sull’impatto della pedonalizzazione di uno spazio urbano5, lo studio sull’influenza della

4 Marcus, L., Spatial Capital and How to measure it: an outline of an analytical theory of the social performativity of urban form, 2007 5 Peponis J., Ozbil A., Bafna S. The Effects of Street Configuration on Transit Ridership, 2007

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centralità nelle decentralizzazioni6, lo studio sulle dinamiche della congestione del traffico7 o

sulla frammentazione urbana negli insediamenti informali8. Inoltre, nella redazione di alcuni

complessi protocolli di valutazione urbana (ad esempio quello recente del Leed Neighborhood

Italia) sono inclusi caratteri e dimensioni riconducibili alle teorie della Sintassi dello Spazio

(Space Syntax).

La convinzione di fondo è che la condivisione degli studi sulla configurazione urbana

conduca ad una migliore interpretazione dell’indipendenza tran-scalare dei dati e della

correlazione delle dimensioni sintattiche con altri possibili impatti sulla città (economiche,

sociali ed ambientali). Il metodo di condivisione proposto amplifica la comprensione della

"morfologia sociale" passando attraverso una valutazione collettiva, costantemente

aggiornata. Con il tempo, il sedimentarsi di varie esperienze di analisi renderà forse possibile

arrivare a definire delle “misure limite” di configurazione che potranno magari essere una

guida per il monitoraggio e tutela delle trasformazioni territoriali al pari di altri fattori

sull’inquinamento o sull’efficientamento energetico.

Riconoscimenti

Lavoro svolto con il contributo economico del Centro SiTI (Istituto Superiore sui

Sistemi Territoriali per l’Innovazione).

Bibliografia

Hillier B., Space is the machine, a configurational theory of architecture, Cambridge

University Press, Cambridge (Capitolo II)1996.

Borra, S., Di Ciaccio, A., Statistica: metodologie per le scienze economiche e sociali, Milano,

McGraw-Hill, 2008

6 Ortiz-Chao C., Hiller B., In search of pattern of land –use in Mexico city. Logistic regression at the plot level. 2007 7 Nagel K., Schreckenberg M., A cellular automaton model for freeway traffic. Journal de Physique I 2 (12), 1992 8 Sobreira F. & Gomes M. City of Slums: self-organisation across scales, (CASA working paper) anche in proceeding International Conference on Complex Systems (ICCS2002), Nashua, NH, USA, June 9-14, 2002; vedi anche The logic of diversity: complexity and dynamic in spontaneous settlements Tesi di Dottorato Federal University of Pernanbuco.

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ABSTRACT

Spatatial cofigurational analyses can be used to support decision affecting the design,

conservation or improvement of the urban city fabric. These analytic method allows to study

urban space transformation both diachronically and synchronically. Particularly, configuration

analyses focus on the relation between economic and social factors that are sensitive to

configuration choices of urban space.

The output of these analytic method must be easier to share and disseminate. This is

possible by means of crowd mapping syntactic data and share with all. The article describes

how to start this process through a pilot project. The goal is to encourage to share

configuration knowledge by clustering syntactic studies of a single territory and by

amplifying the potential of single analytic experience.