Riv 2 2015

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Marzo - Aprile 2015 - Anno XVI n. 2

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rivista amici di gesù crocifisso movimento laicale passionista

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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Marzo - Aprile 2015 - Anno XVI n. 2

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cetti ideologi-c i ” 1 0 . S o n o“colonizzazio-ni ideologicheche cercano didistruggere laf a m i g l i a ” 11

frutto di unp e n s i e r ounico, domi-nante e totali-tario.12. Ma,s o t t o l i n e asempre papaFrancesco, lacrisi dellafamiglia hadato origine aduna crisisociale “diecologia umana” in cui i più deboli,bambini, donne e anziani sono i piùesposti.” mentre “la famiglia rimane alfondamento della convivenza e lagaranzia dello sfaldamento sociale. Ibambini hanno diritto a un papà ed unamamma.”13

Cosa fare allora in questa situazione?Risponde il papa che “gli stati dovreb-bero “insistere sui pilastri fondamenta-li che reggono la nazione”: i suoi beniimmateriali. 14. E alle famiglie primadi tutto, direbbe il papa, bisogna con-servare il “sogno della famiglia” dovel’amore diventa un progetto per tutti igiorni coltivato con la preghiera e cosìsi può diventare “voci profetiche”nella nostra società.15. Non scoraggiar-si delle difficoltà. Le prove fanno partedella vita. Basta non arrendersi e rico-minciare ancora. 16. Oggi è richiesto ditestimoniare quanto sia bello e buonoformare un famiglia; quanto sia indi-spensabile per la vita del mondo e del-l’umanità”17 perché non c’è altro chela “testimonianza”18. E questa testimo-nianza è importante sia perché laChiesa è, in maggior parte, una comu-nità di famiglie sia perché, storica-mente, l’irradiazione del cristianesimoè avvenuto e avviene attraverso lefamiglie.

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III - CHIESA E FAMIGLIA2

La Famiglia viene dal Conciliodefinita “Chiesa domestica”1 o“santuario domestico della

Chiesa”2 proprio per sottolineare lereciproche relazione che intercorronotra le due realtà. All’interno dellaComunità ecclesiale, la coppia e lafamiglia cristiana sono chiamate apercorrere un singolare itinerario difede. Così tra la grande Chiesa e la“piccola Chiesa” si realizza ognigiorno, in forza della presenza delloSpirito, uno “scambio di doni”, che èreciproca comunicazione di beni spir-ituali“.3 Questa reciproca partecipa-zione fa sì che la famiglia, è unmodello per la “grande Chiesa” inquanto “renderà manifesta a tutti laviva presenza del salvatore nel mondoe la genuina natura della Chiesa, siacon l’amore, la fecondità generosa,l’unità e la fedeltà degli sposi, sia conl‘amorevole cooperazione di tutti isuoi membri”4. “Dio, dice papaFrancesco, si rispecchia” negli sposi “,“Anche Dio, infatti , è comunione: letre persone del Padre, del Figlio edello Spirito Santo vivono da sempre eper sempre in unità perfetta.”5 In basea questa reciproca compenetrazione“le famiglie non sono semplicementel’oggetto dell’attenzione” dellaChiesa. Esse sono anche il “soggetto”6

nel pellegrinaggio del Popolo di Dio.“Il Papa, sottolinea Mons. Paglia,guarda le famiglie con gratitudine discoprire l’opera che Dio stesso compieattraverso l’amore dell’uomo e delladonna, dei padri e delle madri, dei figlie delle figlie, dei fratelli e delle sorel-le, dei nonni e dei nipoti”7. La famiglia oggi è disprezzata, è mal-trattata e questo , dice sempre papaFrancesco,“penso che sia una cosamolto triste e dolorosa. La famiglianon è stata mai attaccata come ora”8

invece la famiglia “ha una forza in sé”e non si può parlare di “un concetto difamiglia conservatrice e progressista”9

“La famiglia è un fatto antropologico,e conseguentemente un fatto sociale,di cultura: non dobbiamo cadere nellatrappola di essere qualificati con con-

1 Lumen Gentium n. 11. 2 Apostolicam actuositatem, n. 11.3 Giovanni Paolo II, Presentazione delDirettorio di Pastorale Famigliare, CEI1993.4 GS 48; Familiaris Consortio, 13.5 Udienza generale 2 aprile 2014.6 Cfr. Presentazione lettera alla Famiglie diMons Vincenzo paglia 25.05 2014.7 Ivi.8 Cfr. Incontro col movimento Schenstatt26.10.2014.9 Udienza partecipanti Colloquio comple-mentarietà 17.11.2014.10 Ivi.11 Cfr. discorso alle famiglie filippine 6gennaio 2015 cfr. pure intervista in aereoquando ha spiegato cosa intende per “colo-nizzazione ideologica.”12 Nell’intervista in aereo il papa consi-glia di leggere “il Padrone del mondo” diBenson, un romanzo sul poteredell’Anticristo.13 Udienza partecipanti Colloquio comple-mentarietà 17.11.2014.14 Ivi.15 Cfr. discorso alle famiglie filippine 6gennaio 2015.16 Udienza generale 2 aprile 2014.17 Concistori straordinario 20 febbraio2013.18 Cfr. traduzione delle cinque risposte conil movimento Schenstatt 26.10.2014.

Luciano Temperilli

In copertina: l’Uomo della Sindone.Ostensione straordinaria a Torino da 19 aprileal 24 giugno. Articolo a pag. 9.

Marzo 2015 Famiglia,credi cio che sei

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Famiglia,credi cio che sei

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L’incarnazione del Figlio di Dioapre un nuovo inizio nella storiauniversale dell’uomo e della

donna. E questo nuovo inizio accadein seno ad una famiglia. Gesù nacquein una famiglia. Viene come un figliodi famiglia.”19 Dio ricomincia la storiadell’alleanza in una famiglia e la fami-glia di Gesù “non era una famigliafinta, non era una famiglia irreale”20

sottolinea il Papa. Infatti oltre allaricerca della volontà di Dio, da braviosservanti,21 la famiglia si trova subitoimmersa nella logica del tempo22 e nelmondo delle relazioni23 con parenti egente nuova che si apre al mistero del-l’incontro con il Re dei Giudei, con ilSalvatore, con la luce per illuminare legenti24. Situazioni che pongono inter-rogativi ai genitori25 sostenendo leattese e indicando momenti critici.Dopo la vita di famiglia riprende nor-malmente. Così la descrive il papa:“Gesù è rimasto in quella periferia pertrent’anni. E uno potrebbe dire: “Maquesto Dio che viene a salvarci, haperso trent’anni lì, in quella periferiamalfamata?” Ha perso trent’anni. Luiha voluto questo. Il cammino di Gesùera in quella famiglia. Non si parla dimiracoli o guarigioni, di predicazioni ,di folle che accorrono; a Nazarethtutto sembra accadere “normalmente”,secondo le consuetudini di una pia eoperosa famiglia israelita: la mammafaceva tutte le cose da mamma. Ilpapà, falegname, lavorava, insegnavaal figlio a lavorare. Trent’anni. Ma ciòche era importante lì era la fami-glia!”26. I genitori, come collaboratoried interpreti dell’opera di Dio,27 sicu-ramente hanno educato Gesù ad essereun pio osservante della legge28. Laprima crisi, in questa tranquilla nor-malità, accade, un po’ come in tutte lefamiglie, con il Gesù adolescente allaricerca della propria identità29 nel pel-legrinaggio a Gerusalemme, forse perla cerimonia di passaggio all’età adul-ta. Ci dice l’evangelista Luca che igenitori non compresero, ma Maria“serbava queste cose nel suo cuore”come ogni mamma attenta alle novitànella vita del figlio. Da questomomento Giuseppe scompare. La tra-dizione vuole che morì prima dell’atti-vità pubblica di Gesù tra le braccia diGesù e di Maria. Ma la famiglia, spe-cialmente la mamma ed i cosiddetti“fratelli”30, rimangono nella vita diGesù. Così li vediamo alle nozze diCana31 dove Maria esercita la suainfluenza su il figlio, apparentementerecalcitrante, per risolvere l’imbarazzo

degli ospiti ad una festa di matrimo-nio. Quanto aveva conservato nelcuore ha in questo momento la suamanifestazione. Il Vangelo sottolineache “i discepoli” credettero in lui. LaMadre già ci credeva. Ancora. Lafamiglia di Gesù, vedendo le difficoltàdel Signore per l’afflusso della folla el’ostilità dei nemici,cercano di ripor-tarlo a casa32 o almeno di contattarlo33.Ancora una volta, come circa ventianni prima, Gesù non solo rivendica lasua autonomia ma allarga lo sguardosulla nuova famiglia che si crea attor-no a lui. La famiglia naturale, ovvia-mente, non viene esclusa anzi vieneesaltata in colei che aveva detto tren-t’anni prima “avvenga per me secondola tua parola”34. Da lì a poco laVergine scoprì la nuova maternitàdella nuova famiglia 35 quando, comedicono i padri, partorirà nel dolore idiscepoli del figlio. I fratelli, increduliin un passato recente,36 sono oggettodel messaggio della risurrezione37. Liritroviamo insieme agli apostoli eMaria nel cenacolo38 in attesa delloSpirito Santo.Intorno a Gesù c’è sempre la famiglia,il padre, la madre, i suoi familiari, chepartecipano alla sua avventura umanae all’opera di salvezza tra alti e bassima, alla fine, con fedeltà e dedizione.“Da allora, ogni volta che c’è unafamiglia che custodisce questo miste-ro, fosse anche alla periferia delmondo, il mistero del Figlio di Dio, ilmistero di Gesù che viene a salvarci, èall’opera. E viene per salvare il

mondo. E questa è la grande missionedella famiglia: fare posto a Gesù cheviene”.39

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19 Udienza del 17 dicembre 2014.20 Ivi.21 Cfr.Lc 1,38 “Eccomi sono la serva…”;2,19: “Maria, da parte sua, serbava tuttequeste cose meditandole nel suo cuore”;Cfr. i sogni di Giuseppe Mt 1,20; 2,13.22 Cfr. Mt 2: visita dei magi,fuga inEgitto,dimora Nazaret.23 Cfr.la vistazione Lc 1; la visita dei pasto-ri Lc 2; visita dei magi Mt. 2; presentazio-ne al tempio Lc 2.24 Cfr.Mt. 2,2; Lc 2,11; Lc 2,29.25 Cfr. Lc 2,33 - 36.26 Udienza del 17 dicembre 2014.27 Cfr. GS 50.28 Cfr Lc 4,16 “Si recò di nuovo a Nazaretdove era stato allevato; ed entrò, secondo ilsuo solito…” Cfr. anche Udienza del 17dicembre 2014.29 Cfr. Lc 2,46 -50.30 Cfr. Gv. 2,12. Secondo la tradizionisarebbero i cugini. Secondo i vangeli apo-crifi i “fratellastri” figli di un primo matri-monio di S. Giuseppe.31 Cfr. Gv 2.32 Cfr. Mc 3, 20.33 Cfr. Mc 3,31 - 35.34 Lc 1,38.35 Gv 19,25 - 27.36 Cfr. Gv 7, 1-9.37 Cfr. Gv 20,17.38 Cfr At 1,14.39 Udienza del 17 dicembre 2014.

IV - LA SACRA FAMIGLIA:La famiglia di Dio

Luciano TemperilliAprile 2015

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presenza quando il Risorto – sul «maredi Tiberiade» – appare per la terzavolta ai discepoli. Lì è il primo a rico-nosce, in quell’uomo che rivolge lorola parola dalla riva, il Signore, mentreessi sono sul lago a pescare (Gv 21,7).Viene menzionato anche nell’ultimodialogo tra Gesù risorto e Pietro,prima della conclusione del vangelo(Gv 21,20-23). Questo discepolo –senza cessare di essere un personaggiostorico – assume una valenza simboli-ca. In altre parole, sul suo esempio,ogni cristiano è chiamato a vivere unrapporto di intima amicizia con ilSignore, deve possedere un grandespirito di fortezza per essere capace diseguire Gesù fino ai piedi della croce,dove trova la presenza materna diMaria. Infine, ogni persona che simette al seguito di Gesù, è esortata apercorrere i sentieri della storiacogliendo in essa i segni che rivelanola presenza del Risorto.

La fede del discepoloprediletto

Dopo questa digressione sulla figu-ra del discepolo amato da Gesù, tornia-mo al nostro testo. Simon Pietro e l’al-tro discepolo, avuta notizia dell’assen-za del corpo del Signore dalla tomba,corrono insieme verso il luogo dellasepoltura. Il discepolo amato, giuntoper primo sul luogo, vede le bende cheavvolgevano il corpo di Gesù che giac-ciono a terra, ma non osa entrare. Nelfrattempo arriva Simon Pietro. Egliinvece entra, vede le bende ed il suda-rio, che stava sul capo di Gesù, arroto-lato a parte. A questo punto anche il

discepolo amato fa il suo ingresso nelsepolcro. Dopo aver visto le stessecose di Pietro, si apre alla fede. Checosa ha condotto questo discepolo acredere nella risurrezione? In primoluogo il modo in cui sono state trovatele bende ed il sudario. A questo propo-sito dice S. Giovanni Crisostomo, unPadre della Chiesa: «Chiunque avesserimosso il corpo, non lo avrebbe primaspogliato, né si sarebbe preso il distur-bo di rimuovere e di arrotolare il suda-rio e di lasciarlo in un luogo a parte».Oltre a questo, dobbiamo segnalare lacarità come la virtù che ha condottoquesto discepolo alla fede. Egli, essen-do amato da Gesù, non poteva checontraccambiare con altrettanta bene-volenza. È stato dunque l’amore adaver “affinato” lo sguardo di questodiscepolo e averlo reso capace dicogliere, nei segni presenti all’internodel sepolcro, “l’annuncio” della vitto-ria del Signore sulla morte.

La Buona Notizia

Il battezzato ha una caratteristicache lo “segna” per tutta la vita: l’amo-re che Gesù riversa nella sua anima. Èin questo contesto che il cristianodiventa capace di aderire al Signore,seguendolo fin sotto la croce. Ma nonsolo, la carità dà al fedele la forzanecessaria per amare anche la Chiesa –simboleggiata dal discepolo predilettoe da Maria ai piedi di Gesù morente –e di aprirsi alla speranza. La luce dellafede, infatti, permette al battezzato dicogliere perfino nei “sepolcri” i segnidella presenza del Signore, vita e gioiadel discepolo.

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Carissimi lettori, nel nostro per-corso di riflessione sul Risortosiamo arrivati al vangelo

secondo Giovanni. Quest’opera ciaccompagnerà lungo i prossimi mesi.Iniziamo con la lettura-ascolto delbrano biblico.

Il primo giorno della settimana,Maria di Màgdala si recò al sepolcrodi mattino, quando era ancora buio, evide che la pietra era stata tolta dalsepolcro. Corse allora e andò daSimon Pietro e dall’altro discepolo,quello che Gesù amava, e disse loro:«Hanno portato via il Signore dalsepolcro e non sappiamo dove l’hannoposto!». Pietro allora uscì insiemeall’altro discepolo e si recarono alsepolcro. Correvano insieme tutti edue, ma l’altro discepolo corse piùveloce di Pietro e giunse per primo alsepolcro. Si chinò, vide i teli posati là,ma non entrò. Giunse intanto ancheSimon Pietro, che lo seguiva, ed entrònel sepolcro e osservò i teli posati là, eil sudario – che era stato sul suo capo– non posato là con i teli, ma avvoltoin un luogo a parte. Allora entrò anchel’altro discepolo, che era giunto perprimo al sepolcro, e vide e credette.Infatti non avevano ancora compresola Scrittura, che cioè egli doveva risor-gere dai morti. I discepoli perciò se netornarono di nuovo a casa.

Il discepolo che Gesù ama

Maria Maddalena giunge al sepol-cro di buon mattino – praticamentequando è ancora buio – nel primo gior-no della settimana, cioè la domenica.Giunta nei pressi della tomba, restasorpresa nel vedere la pietra che si tro-vava al suo ingresso rotolata via. Ladonna, sconcertata, corre per dare lanotizia a Simon Pietro e all’altrodiscepolo, quello che Gesù amava.Questo personaggio che – pur nonavendo un nome – viene identificatodalla tradizione cristiana con l’aposto-lo Giovanni, si trova anche in altripassi del vangelo. Compare la primavolta durante l’ultima cena di Gesùcon “i suoi” (cf. Gv 13,1). In quell’oc-casione viene ritratto mentre posa ilcapo sul petto di Gesù e riesce a farsisegnalare chi è che sta per tradirlo (Gv13,23-26). Probabilmente è lui ildiscepolo che, insieme a Pietro, segueGesù fin dentro il cortile del sommosacerdote (Gv 18,15-16). Lo troviamopoi ai piedi della croce, dove accogliela madre di Gesù nella sua vita comela propria madre (Gv 19,25-27). Inun’ultima occasione si segnala la sua

4 VIII - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙLa fede del discepolo che Gesù ama (Gv 20,1-10)

Roberto Cecconi CP

Il mattino della resurrezione, Eugene Bernand 1898

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anche perché è comunione di cosesante: l’amore di Dio rivelatoci inCristo e tutti i suoi doni. In questacomunione nessuno possiede solo persé, ma quanto ha è per tutti.

2. «Dov’è tuo fratello?» (Gn4,9 ) – Le parrocchie e le comunità.-

Quanto detto per la Chiesa univer-sale è necessario tradurlo nella vitadelle parrocchie e comunità. In esse sisperimenta di far parte di un solocorpo? Un corpo che insieme riceve econdivide quanto Dio vuole donare?Un corpo, che conosce e si prendecura dei suoi membri più deboli, pove-ri e piccoli? O ci rifugiamo in unamore universale che dimentica ilLazzaro seduto davanti alla propriaporta chiusa? (cfr Lc 16,19-31). Perricevere e far fruttificare quanto Dio cidà vanno superati i confini dellaChiesa visibile in due direzioni. Inprimo luogo, unendoci alla Chiesa delcielo nella preghiera. La Chiesa delcielo non è trionfante perché ha volta-to le spalle alle sofferenze del mondoe gode da sola. I santi hanno vinto l’in-differenza, la durezza di cuore. Anchenoi partecipiamo dei meriti e dellagioia dei santi ed essi partecipano allanostra lotta e al nostro desiderio dipace e di riconciliazione. Ogni comu-nità cristiana è chiamata a varcare lasoglia della società che la circonda,dei poveri e lontani. La Chiesa per suanatura è missionaria, non ripiegata suse stessa, ma mandata a tutti gli uomi-ni. Così possiamo vedere nel nostroprossimo il fratello e la sorella per iquali Cristo è morto ed è risorto.

Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamoricevuto anche per loro. Quanto desi-dero che le nostre parrocchie e lenostre comunità diventino delle isoledi misericordia in mezzo al mare del-l’indifferenza!

3. «Rinfrancate i vostricuori!» (Gc 5,8 ) – Il singolo fedele.

Anche come singoli abbiamo latentazione dell’indifferenza. Siamosaturi di notizie sconvolgenti dellasofferenza umana e sentiamo lanostra incapacità ad intervenire. Chefare per non lasciarci assorbire daquesta spirale di impotenza? In primoluogo, possiamo pregare. Non trascu-riamo la forza della preghiera di tanti!L’iniziativa 24 ore per il Signore,che auspico si celebri in tutta laChiesa, anche a livello diocesano,nei giorni 13 e 14 marzo, vuolemanifestare la necessità della pre-ghiera. In secondo luogo, possiamoaiutare con gesti di carità con i vicinie i lontani. La Quaresima è un tempopropizio per mostrare questo interes-se all’altro con un segno, anche pic-colo, ma concreto. E in terzo luogo, lasofferenza dell’altro costituisce unrichiamo alla conversione. Confidia-mo nelle infinite possibilità dell’amo-re di Dio. Resistiamo alla tentazionediabolica che ci fa credere di potercisalvare e salvare il mondo da soli.Assicuro la mia preghiera affinchéogni credente e ogni comunità eccle-siale percorra con frutto l’itinerarioquaresimale.

(Sintesi di P. Alberto)

Cari fratelli e sorelle, laQuaresima è un tempo di rin-novamento per la Chiesa, le

comunità e i singoli fedeli.Soprattutto è un « tempo di grazia »(2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nullache prima non ci abbia donato: « Noiamiamo perché egli ci ha amati perprimo » (1 Gv 4,19). Però quando noistiamo bene, ci dimentichiamo deglialtri, cosa che Dio Padre non fa mai.Questo egoismo e indifferenza mon-diale ci fa parlare di una globalizza-zione dell’indifferenza. L’indiffe-renza verso il prossimo e verso Dio èuna reale tentazione anche per noi cri-stiani. Abbiamo perciò bisogno di sen-tire in ogni Quaresima il grido dei pro-feti che alzano la voce e ci svegliano.Dio non è indifferente al mondo, malo ama fino a dare il suo Figlio per lasalvezza di ogni uomo. Con il Figlio diDio incarnato, si apre la porta tra Dioe uomo, tra cielo e terra. La Chiesa èla mano che tiene aperta questa portacon la Parola, i Sacramenti, la vita difede che si rende efficace nella carità.Vorrei proporvi tre passi da meditareper questo rinnovamento.

1. «Se un membro soffre,tutte le membra soffrono» (1Cor 12,26 ). La Chiesa

La carità di Dio che rompe quellamortale chiusura in se stessi che èl’indifferenza, ci viene offerta dallaChiesa con il suo insegnamento e conla sua testimonianza. Si può peròtestimoniare solo qualcosa che primaabbiamo sperimentato. Il cristiano ècolui che permette a Dio di rivestirlodella sua bontà e misericordia, di rive-stirlo di Cristo, per diventare comeLui, servo di Dio e degli uomini. Celo ricorda bene la liturgia del GiovedìSanto con il rito della lavanda deipiedi. Pietro non voleva che Gesù glilavasse i piedi, ma poi ha capito cheGesù non vuole essere solo un esem-pio per come dobbiamo lavarci i piedigli uni gli altri. Questo servizio puòfarlo solo chi prima si è lasciato lava-re i piedi da Cristo. Solo questi ha «parte » con lui (Gv 13,8) e così puòservire l’uomo. La Quaresima è untempo propizio per lasciarci servireda Cristo e così diventare come Lui.Ciò avviene quando ascoltiamo laParola di Dio e quando riceviamo isacramenti, in particolare l’Eucaristia.Chi è di Cristo appartiene ad un solocorpo e in Lui non si è indifferentil’uno all’altro.

La Chiesa è communio sanctorumperché vi partecipano i santi, ma

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2015«RINFRANCATE I VOSTRI CUORI» (GC 5,8)

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Ringrazio il Signore di potercelebrare questa Santa Messadi inizio del ministero petrino

nella solennità di San Giuseppe, sposodella Vergine Maria e patrono dellaChiesa universale: è una coincidenzamolto ricca di significato.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo che«Giuseppe fece come gli aveva ordi-nato l’Angelo del Signore e prese consé la sua sposa» (Mt 1,24). In questeparole è già racchiusa la missione cheDio affida a Giuseppe, quella di esserecustos, custode. Custode di chi? DiMaria e di Gesù; ma è una custodiache si estende poi alla Chiesa: «SanGiuseppe, come ebbe amorevole curadi Maria e si dedicò con gioioso impe-gno all’educazione di Gesù Cristo,così custodisce e protegge il suo misti-co corpo, la Chiesa, di cui la VergineSanta è figura e modello» (Es. ap. Red.Custos di Giovanni P. II 1).

Come esercita Giuseppe questacustodia? Con discrezione, con umil-tà, nel silenzio, ma con una presenzacostante e una fedeltà totale, anchequando non comprende. Dal matrimo-nio con Maria fino all’episodio diGesù dodicenne nel Tempio diGerusalemme, accompagna con pre-mura e tutto l’amore ogni momento. Èaccanto a Maria sua sposa nei momen-ti sereni e in quelli difficili della vita,nel viaggio a Betlemme per il censi-mento e nelle ore trepidanti e gioiosedel parto; nel momento drammaticodella fuga in Egitto e nella ricercaaffannosa del figlio al Tempio; e poinella quotidianità della casa diNazaret, nel laboratorio dove ha inse-gnato il mestiere a Gesù.

Come vive Giuseppe la sua voca-zione di custode di Maria, di Gesù,della Chiesa? Nella costante attenzio-ne a Dio, aperto ai suoi segni, disponi-bile al suo progetto, non tanto al pro-prio; ed è quello che Dio chiede aDavide, come abbiamo ascoltato nellaprima Lettura: Dio non desidera unacasa costruita dall’uomo, ma desiderala fedeltà alla sua Parola, al suo dise-gno; ed è Dio stesso che costruisce lacasa, ma di pietre vive segnate dal suoSpirito.

E Giuseppe è“custode”, perchésa ascoltare Dio,si lascia guidaredalla sua volontà,e proprio per que-sto è ancora piùsensibile alle per-sone che gli sonoaffidate, sa legge-re con realismogli avvenimenti, èattento a ciò chelo circonda, e saprendere le deci-sioni più sagge.In lui, cari amici,vediamo come sirisponde allavocazione di Dio,con disponibilità,con prontezza,ma vediamoanche qual è ilcentro della vocazione cristiana:Cristo! Custodiamo Cristo nellanostra vita, per custodire gli altri,per custodire il creato!

La vocazione del custodire, però,non riguarda solamente noi cristiani,ha una dimensione che precede e che èsemplicemente umana, riguarda tutti.È il custodire l’intero creato, la bellez-za del creato, come ci viene detto nelLibro della Genesi e come ci hamostrato san Francesco d’Assisi: èl’avere rispetto per ogni creatura diDio e per l’ambiente in cui viviamo.E’ il custodire la gente, l’aver cura ditutti, di ogni persona, con amore, spe-cialmente dei bambini, dei vecchi, dicoloro che sono più fragili e che spes-so sono nella periferia del nostrocuore. È l’aver cura l’uno dell’altronella famiglia: i coniugi si custodisco-no reciprocamente, poi come genitorisi prendono cura dei figli, e col tempoanche i figli diventano custodi deigenitori. È il vivere con sincerità leamicizie, che sono un reciproco custo-dirsi nella confidenza, nel rispetto enel bene. In fondo, tutto è affidato allacustodia dell’uomo, ed è una respon-sabilità che ci riguarda tutti. Siatecustodi dei doni di Dio!

E quando l’uomo viene meno aquesta responsabilità di custodire,quando non ci prendiamo cura delcreato e dei fratelli, allora trova spaziola distruzione e il cuore inaridisce. Inogni epoca della storia, purtroppo, cisono degli “Erode” che tramano dise-gni di morte, distruggono e deturpanoil volto dell’uomo e della donna.

Vorrei chiedere a tutti coloro cheoccupano ruoli di responsabilità inambito economico, politico o sociale,a tutti gli uomini e le donne di buonavolontà: siamo “custodi” della crea-zione, del disegno di Dio iscritto nellanatura, custodi dell’altro, dell’ambien-te; non lasciamo che segni di distru-zione e di morte accompagnino il cam-mino di questo nostro mondo! Ma per“custodire” dobbiamo anche averecura di noi stessi!

Ricordiamo che l’odio, l’invidia, lasuperbia sporcano la vita! Custodirevuol dire allora vigilare sui nostri sen-timenti, sul nostro cuore, perché è pro-prio da lì che escono le intenzionibuone e cattive: quelle che costruisco-no e quelle che distruggono! Non dob-biamo avere paura della bontà e dellatenerezza!

Papa Francesco

PAPA FRANCESCO AFFIDA A S. GIUSEPPE IL SUO PONTIFICATOOMELIA DELL’INIZIO DEL PONTIFICATO: 19 MARZO 2013

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7COME VIVERE LA QUARESIMA

Gabriele Cingolani

Torna la quaresima per ricordar-ci le cose serie. Meno male,dato che nessuno ci rende più

questo servizio. La chiesa, con la sualiturgia e catechesi e con i suoi sacra-menti non ci consente di restare alungo distratti. Va bene pensare ai pro-blemi materiali, agli affari, alla salute,a qualche divertimento, ma la nostravita non è tutta qui. Se l’abbiamo ridot-ta solo a questo, siamo caduti nella ten-tazione, da cui la quaresima ci mette inguardia fin dalla prima domenica.

Perché la Quaresima?È nata come periodo di gioia e di

festa in preparazione alla pasqua. Per icristiani festa significava partecipazio-ne alla risurrezione del Signore diven-tando membra del suo corpo col batte-simo, venendo reintegrati nella suacomunità col perdono dei peccati,incontrando il Risorto nella parola enel pane dell’Eucaristia. Non è comeoggi in cui la festa è solo carnevale ediscoteca, e non siamo più capaci divibrare di gioia quando incontriamo ilSignore. Le prime forme di quaresimafurono praticate dai monaci d’Egittotra il 200 e il 300 DC. Terminato iltempo natalizio, digiunavano 40 gior-ni per prepararsi alla pasqua. Poi sicominciò e dedicare sei settimane allafase finale della preparazione dei cate-cumeni al battesimo, che si ammini-strava nella veglia pasquale. Durantelo stesso periodo i penitenti, cioè quel-li che avevano commesso peccatisocialmente notevoli, si preparavanoall’assoluzione che ricevevano il gio-vedì santo. Così a pasqua tutti parteci-pavano all’Eucaristia: i neo battezzatie cresimati, i peccatori riconciliati el’assemblea dei praticanti. Era ungrande evento per tutta la comunità. Sicelebravano i sacramenti dell’inizia-zione e quello della riconciliazione.

Mentre i catecumeni si preparava-no alla pasqua con i diversi passi delloro itinerario – ingresso, scrutini,consegna del Credo e del Padre Nostro– il resto della comunità si preparavaaccentuando alcuni valori della spiri-tualità cristiana, come preghiera,digiuno e opere di carità.

Nel corso dei secoli l’aspettosacramentale si attenuò per l’introdu-

zione del battesi-mo dei bambini edella confessioneprivata. Si svi-lupparono peròpratiche di devo-zione e di cate-chesi, come mis-sioni, via Crucis,sacre rappresen-tazioni e gestipenitenziali. Laquaresima erarispettata anchedall’organizza-zione sociale. Sisospendevano leguerre e si elimi-navano spettacoli profani. La durata di40 giorni si consolidò perché sia nelVT che nel Nuovo questo numeroindica sempre speciali interventi diDio a favore dell’umanità. 40 annidurò il cammino degli ebrei nel deser-to. Di 40 giorni furono il diluvio uni-versale, l’esplorazione della terra pro-messa, il colloquio di Mosè con Diosul Sinai, il tempo di conversione con-cesso alla città di Ninive, il camminodi Elia verso l’Oreb, il digiuno di Gesùnel deserto.

Come vivere la quaresimaoggi?

Il Vaticano II ha rivalutato il rap-porto della quaresima con il battesimoe con la riconciliazione. I catecumenidevono tornare a viverla come ultimafase della loro preparazione battesima-le. I battezzati devono viverla comeriscoperta degli impegni e delleresponsabilità del battesimo.

Con la divisione dell’anno liturgi-co in tre cicli, solo il ciclo A conservatesti battesimali. Gli altri due hannotematiche prevalenti ma non uniformi:l’alleanza nel ciclo B e la riconcilia-zione nel ciclo C. Per tutti la quaresi-ma dev’essere un tempo di purifica-zione e di ricarica spirituale. L’invito“Convertitevi e credete al Vangelo”,che ci viene rivolto fin dal giorno delleCeneri, sintetizza l’impegno spiritualedi questo periodo. Dobbiamo consoli-dare la nostra istruzione cristiana,ripassando il catechismo e partecipan-do alla catechesi delle parrocchie.

L’ignoranza in materia di fede stadiventando impressionante nellenostre comunità. Le pratiche tradizio-nali, adattate alle nostre situazioni,restano valide.

PREGHIERA, come affermazio-ne che Dio è al primo posto nellanostra vita. Preghiera da soli e in fami-glia, col rosario, la meditazione esoprattutto l’Eucaristia domenicale.Molti hanno perso il senso della pre-ghiera e quindi anche della vita cristia-na. Ricuperare almeno un momento dipreghiera serve a salvare e a rimetterein sesto la pratica della fede.

PENITENZA, per liberarci dallaschiavitù delle cose di questo mondo.Penitenza tipica quaresimale è ildigiuno. Non solo in senso dietetico,ma soprattutto come affermazione cheabbiamo fame di Dio, vogliamo nutrir-ci della sua parola e vogliamo stare incomunione con lui. Per questo ci limi-tiamo non solo nel cibo, ma evitiamole distrazioni, la perdita di tempo equanto ci impedisce l’unione con Dio.Soprattutto vogliamo digiunare dalpeccato, in tutte le sue forme, da cui ciliberiamo col sacramento della confes-sione.

CARITA’, non solo dando in ele-mosina il superfluo, ma condividendoi nostri beni con quanti sono più biso-gnosi di noi. Soprattutto condividendoil tempo, l’affetto, la comprensione, ilperdono. Le tradizionali opere dimisericordia spirituale e materialerestano un campo aperto alle nostreiniziative di carità.

Amici di Fossacesia in ritiro a Morrovalle, 14-12-14

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Non mi ero preparato niente, trannequalche spunto, qualche frasedell’Evangelii Gaudium. Ho parlatocome sempre ho fatto. Da tanti annifaccio questo tipo di conferenze. E hocreduto, anzi ero convinto di averdetto le solite cose che si dicono perrimanere coerenti con l’oggetto del-l’incontro.

Ho toccato argomenti di sofferen-za, come solitudine, malattie, morte;ma credimi, in modo del tutto normalee a carattere psicologico - pratico. Allafine dell’incontro molte persone misono venute incontro ringraziandomicon le lacrime agli occhi per quelloche avevo detto. Fra queste, una signo-ra che mentre parlavo, spontaneamen-te ho fissato negli occhi parlando dellamorte. Questa signora mi ha poi dettoche le è morto un figlio di 18 anni. Ionon sapevo niente di tutto questo.Questa signora - dopo la conferenza -mi ha intrattenuto ringraziandomi ditutto. Altri mi hanno detto che mentreparlavo traspariva qualcosa di partico-lare. E alla fine la Madre Generale miha regalato una rosa bianca. Credimi,padre, io non mi sono reso conto ditutto questo che avrei detto e fatto. Seme lo hanno detto in questo modo, èvero! Ma io ero e sono convinto diavere detto cose normali. Vedi, io - tumi conosci - non sono nessuno, non lodico per falsa umiltà. Non ho fatto car-riera, non sono un personaggio di spic-co, umanamente parlando, ho vinto ilguiness dei primati alla rovescia con lasituazione di Anna, come gli Amici diG. C. conoscono.

8

Carissimo padre, le tue parole miarrivano come la voce stessa diDio, che comprendendo la mia

situazione, mi ha già consacrato, pro-prio come affermi tu. In tutto questotribolare, mi consola una grande real-tà: chi, in qualche modo, vive una vitacrocifissa si trova già nell’ottica enella realtà della Resurrezione. In altreparole chi soffre rimettendo a Dio ilproprio soffrire è già risorto, anche setante volte non ce ne rendiamo conto.L’importante è rimanere ancorati allaCroce di Cristo offrendogli, - non ognigiorno - ma in tutti i momenti dellagiornata e anche della notte, sé stessi etutta la propria vita. Solo allora si arri-va ad una preghiera - incontro -unione che va ben oltre le parole.

Dalla preghiera verbalealla preghieradi disposizione

La preghiera verbale è importante,costituisce il primo accesso psicodina-mico, perché mette in relazione pen-siero, ideazione, affetti, emozioni; madopo questo livello si entra in una pre-ghiera di disposizione sempre più pro-fonda nella quale le parole servonosempre meno, poiché lasciano il postoa livelli di interiorità sempre più pro-fondi. Si tratta di esperienze reali diconsapevolezza, di coscienza in cuisenti tangibilmente lo Spirito di Dioche è dentro di te, fuori di te, intorno ate.

Per esprimersi con parole umane edecisamente limitate, si tratta di uncampo vibrazionale, infinito, sottile,forte e delicato al tempo stesso, che tiabbraccia, ti solleva, ti guida, non saineanche verso dove, quanto, quando eperché. Ma sai che il mistero, razio-nalmente inconoscibile, impalpabile,esiste e con chiarezza di coscienza ti faattraversare dimensioni dello spiritosempre diverse: un po’ come se stessipercorrendo un corridoio luminosocon le tenebre ai lati, ma tenebre chenon ti fanno paura, tenebre che cisono, ma che in qualche modo non titoccano nella coscienza profonda,anche se costituiscono tribolazioni diordine materiale ed esistenziale terre-no. E’ come se si attraversassero varieporte che ti si aprono al momento giu-sto per farti avanzare nel cammino.

Tra la vita e la VITA!

Caro padre, io sto vivendo tuttoquesto: mi sento - non nel senso nega-tivo - fra la vita e la morte. Ma per me

di Fabrizio - Firenze

VITA E PREGHIERAANCORATE ALLA CROCE DICRISTO

questa morte, non è quella che teme lamaggior parte della persone; per me èsolo una di queste porte che è Cristostesso che chiama con i suoi tempi econ i suoi modi. Ciò che desidero dirtiè che mi sento vivere contemporanea-mente sia nell’aldilà, che di qua. Nonfraintendermi. Non c’è niente di pato-logico in tutto questo. Non riesco atrovare le parole corrette per esprimer-mi, ma so che tu mi comprendi benis-simo. Forse con parole più semplici, ilvecchio catechismo insegnava che Dioè in cielo, in terra e in ogni luogo. Ioho solo cercato di spiegare questasemplicità, forse complicandola....unpo’.

Non ho nessuno con cui parlare alivelli così spirituali. Tu sei l’unicapersona che abbia sempre compresoquello che volevo dire. Vedi, padre,non poterne parlare con nessuno gene-ra un senso di solitudine, un bisognodi comunicare che rimane spesso ine-spresso, perché se vado a parlare dicerte realtà a persone che non com-prendono, non solo faccio del male ame stesso, ma involontariamente lofaccio anche a loro. E’ come caricareun peso di 200 Kg. sulle spalle di unapersona che ne pesa solo 50. Prima hodetto che mi sento fra la vita e lamorte, ma più precisamente devoaffermare che mi sento fra la vita e la“VITA”.

Il 22 febbraio scorso sono statoinvitato all’Istituto religioso Casa LaMadonnina di Firenze a tenere unaconferenza sul tema: “Coltivare lasperanza nelle periferie del mondo”.

Fabrizio in preghiera

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9L’UOMO DELLA SINDONEIntervista con il Prof. Baldacchini

In occasione del bicentenario dellanascita di Don Bosco, dal 19 apri-le al 24 giugno si svolgerà a

Torino una Ostensione straordinariadella Sindone. Papa Francesco, che sirecherà nel capoluogo piemontese il21 giugno, ha detto che “l’Uomo dellaSindone ci invita a contemplare Gesùdi Nazaret … e ci spinge a salire ilMonte del Calvario … a immergercinel silenzio eloquente dell’amore”.Numerose sono le iniziative che pre-sentano quest’anno la realtà del SacroLino. Nei giorni scorsi ne ha parlato,nella parrocchia pontificia di SanTommaso da Villanova a CastelGandolfo, il prof. GiuseppeBaldacchini, esperto sindonologo.

Lucia Fiore gli ha chiesto qualisiano le ultime scoperte scientifiche:

R. – Le scoperte scientifiche degliultimi due anni riguardano un nuovometodo di datazione meccanica dellaSindone e la scoperta che esiste unalone intorno al volto della Sindoneche ha riaperto il dibattito sui cosid-detti “secoli bui della Sindone”, cioèil periodo prima del 1300 durante ilquale non si conoscono bene i fattiriguardanti questa immagine.

D. – Quali ipotesi ha avanzato perrispondere ad una serie di quesitisulla formazione dell’immagine cor-porea?

R. – Quella è stata, in realtà, laparte - che riguarda la Sindone - chemi ha interessato di più fin dall’inizio,nel senso che la mia preparazione difisico mi ha permesso di fare delle ipo-tesi sulla possibilità che l’immaginefosse dovuta ad un’esplosione di ener-gia. E questa ipotesi è stata verificata

in laboratorio con l’uso di sorgentilaser molto particolari. Dopo unlungo lavoro, abbiamo dimostrato chein realtà in certe condizioni questesorgenti laser possono produrre leimmagini simil-sindoniche. È chiaroche con queste sorgenti veniva simula-ta un’esplosione di luce. Quindi cheun lampo di luce che abbia prodottoquesta Sindone è stato corroborato damisure scientifiche di un certo spesso-re.

D. – Lei ha parlato anche di teo-ria dell’annichilazione …

R. – Questa è un’ipotesi. Quindisiamo nel campo delle ipotesi, perchése è vero che l’immagine che si osser-va della Sindone è stata creata da unlampo brevissimo e intensissimo diluce, ci si può chiedere come sia avve-nuto questo lampo di luce. Sono molteipotesi che circolano già da moltissimianni, ma tutte peccano in qualcheaspetto che non torna dal punto divista delle leggi della fisica che noioggi conosciamo. Per cui ho portatoquesta ipotesi dell’annichilazione40

che è ‘unica – almeno per quello chemi riguarda – che riesce a spiegareche cosa sia avvenuto non contravve-nendo a tutte le leggi della fisica che siconoscono e rispettando anche la sto-ria dei fatti che si conosce almeno finoa questo momento.

D. – Al di là di queste scoperte,come si pone di fronte al misterodello Sindone?

R. – Come scienziato mi pongo conuna grandissima curiosità; è tuttoveramente affascinante, perché quan-do non si riesce a risolvere un proble-ma o si intravede come poterlo risol-

vere - e questo fa parte del nostromestiere -, ci piace andare fino infondo finché non vediamo le ragioniprime. Naturalmente come fedele sonoestremamente interessato, perché se,come credo, la Sindone non è un falso- come è assunto da molte persone –tutti i segni presenti nell’immagineconcordano tantissimo con quello cheè scritto nel Vangelo riguardo laPassione e morte di Gesù Cristo.Quindi questo ci dovrebbe far riflette-re sulla veridicità di questa tesi cheviene messa in dubbio da molte perso-ne.

da RadioVaticana 01 febbraio 2015www.radiovaticana.org

40 Cfr LA STAMPA – Vatican Insider –

04.07.2012 “Ma il corpo come è sparito?

Risponde Baldacchini: “L’unico fenomeno

conosciuto in Fisica che conduca alla spa-

rizione completa della massa con produ-

zione di energia equivalente è il processo

di annichilazione materia-antimateria

(AMA), che oggi può essere riprodotto

solo a livello subatomico nei laboratori

di particelle elementari, ma che è stato

invece dominante subito dopo il Big

Bang, cioè negli istanti iniziali di esisten-

za del nostro universo.”Ostensione 11 maggio 1578

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10 PASSIONISTI CHIESA E SOCIETÀ

India, chiesesotto attacco vandaliArcivescovo New Delhi:preoccupazione

Alta tensione a New Delhi per inumerosi attacchi vandalici registrati adanno di chiese. Dopo l’ultimo episo-dio, che ha visto protagonista la St.Alphonsa’s Church, in un comunicatol’arcivescovo Anil J.T. Couto ha mani-festato “la sua profonda preoccupazio-ne per il crescente numero di attacchi,riflesso di una campagna di odio daparte di gruppi il cui unico scopo è diinfrangere l’armonia religiosa”dell’India.

50° di sacerdozio diP. Mario Bartolini

Il 3 marzo prossimo ritornerà inItalia per un periodo di riposo P.Mario Bartolini missionario in Perù.Quest’anno egli celebra il 50° anni-versario di Ordinazione sacerdotale.Padre Mario Bartolini è un missiona-rio passionista originario diRoccafluvione (AP). Vive da 35 annia Barranquitas, una sperduta localitàamazzonica nella provincia di SanMartin, regione dell’Alto Amazonas.Trascorre il suo tempo alternandoattività sedentaria tra i campesinos diBarranquitas e lunghe tourné suifiumi in visita ai villaggi delle popo-lazioni indigene della regione. Fino aquando le ruspe e le motoseghe di unamultinazionale non hanno tentato distravolgere completamente l’ambien-te naturale ed umano della regione. A

questo punto il missionario si trasfor-ma in passionario dell’ambiente e deidiritti umani. Accusato e messo sottoprocesso per istigazione alla rivolta eribellione allo Stato è stato definiti-vamente assolto il 13 gennaio 2012.dal giudice del tribunale diTarapoto, in Perù. A lui i miglioriauguri degli Amici di GesùCrocifisso.

Angelus: Francescoannuncia viaggio aSarajevo il 6 giugno

A sorpresa, all’ Angelus di domeni-ca 1 febbraio , l’annuncio di PapaFrancesco di un prossimo viaggio aSarajevo. “Sabato 6 giugno, a Diopiacendo - ha detto Francesco - mirecherò a Sarajevo, capitale dellaBosnia ed Erzegovina.Vi chiedo find’ora di pregare affinché la mia visitaa quelle care popolazioni sia di inco-raggiamento per i fedeli cattolici,susciti fermenti di bene e contribuiscaal consolidamento della fraternità edella pace, del dialogo interreligioso,dell’amicizia

Giornata per la Vita.Vescovi contro culturadella morte

Si celebra, il 1 febbraio, la 37aGiornata per la vita. Nel messaggioredatto per l’occasione dallaConferenza Episcopale Italiana daltitolo ‘Solidali per la vita’, i vescovichiedono a fedeli, società e politica diimpegnarsi senza riserve per combat-tere la cultura di morte rappresentatanon solo dall’aborto ma anche danuove, drammatiche frontiere come lemanipolazioni embrionali e l’eutana-sia.

Al via raccolta firmeper moratoria Onusu utero in affitto

Una richiesta all’Onu di indire unamoratoria sull’utero in affitto.L’iniziativa lanciata dal quotidiano LaCroce ha già raccolto in pochi giornioltre 30 mila firme. Ad ispirarla è statala vicenda di Sushma Pandey, la17enne indiana morta a causa dei trat-tamenti ormonali propedeutici per unaprocedura di maternità surrogataacquistata in Occidente.

Era cristianoil giornalista giapponeseucciso dall’Isis

Era cristiano Kenji Goto, il giorna-lista giapponese decapitato dall’Isis. Eproprio la volontà di dare voce agliultimi era la principale motivazione delsuo lavoro anche in Siria. Kenji Gotoapparteneva alla piccolissima comuni-tà cristiana del Giappone, meno dell’1per cento della popolazione del Paese.Quarantasette anni, originario diSendai, Goto si era convertito al cri-stianesimo nel 1997. Proprio la suafede cristiana, unita a una grande sen-sibilità sul tema della pace avevaorientato la sua attività professionale

Facebook, ora si possonosegnalare notizie falsee bufale

Mentre cresce il peso del social net-work nelle abitudini informative degliutenti, arrivano nuove funzionalità perlimitare il diffondersi di contenuti pocoattendibili. I post con molte segnalazio-ni saranno accompagnati da un avvisoagli iscritti. Una nuova funzionalità persegnalare bufale e articoli deliberata-mente falsi. Ma anche un avviso permettere in allerta gli altri utenti primache un post sospetto si diffonda troppo.

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11I TESTIMONI:Ven. ELISABETTA TASCA, madre di 13 figli

Famiglia,diventacio che sei

Il 6 dicembre 2014 PapaFrancesco ha dichiaratoVenerabile Tasca Elisabetta. Con

gioia torniamo a parlare sulla nostrarivista di lei, conosciuta come“Mamma Elisabetta”. Nasce a SanZenone degli Ezzelini (Tv) il 24 aprile1899 da Angelo e Luigia Battagin.Ultima di sette figli fa parte di un’one-sta famiglia di contadini, dove si lavo-ra e si prega. Il padre Angelo tutte lesere leggeva e commentava una pagi-na della Bibbia. Elisabetta se ne ricor-derà per tutta la vita e anche lei faràcosì con i suoi figli. Già da giovanettaera appassionata dall’Eucaristia eaveva appreso dai genitori la devozio-ne al Crocifisso e alla Madonna. Eramolto socievole e attenta ai bisognidegli altri. Aveva l’incarico di portareil pranzo al fratello Antonio che lavo-rava alla costruzione della chiesa di S.Zenone (Tv). Antonio si lamentavapoiché il cibo gli sembrava insuffi-ciente. Elisabetta disse alla mamma diaggiungere anche la sua razione per-ché avrebbero mangiato insieme, malei saltava il pranzo. Dimagrì vistosa-mente, si ammalò, e si scopri il carita-tevole trucco.

Arrivata all’età di decidere del suofuturo, attirò l’attenzione del giovaneGiuseppe Serena, da poco tornatodalla prima guerra mondiale. Era ungiovane biondo, occhi azzurri, serio egeneroso. Ma Elisabetta non risposecon entusiasmo al suo interessamento.Confesserà poi: “Non mi veniva vogliadi amarlo”. Confidò il suo problemaad un sacerdote, che le rispose di pren-dere il primo che veniva per non resta-re zitella visto che molti ragazzi eranomorti in guerra. A Elisabetta non piac-que la risposta e ritornò a casa amareg-giata. Si recò allora al santuario dellaMadonna del Monte per affidare aMaria il suo problema. E la Madonnaintervenne. Mentre recitare il rosario,la Madre celeste le mise nel cuore unamore intenso verso il biondo bersa-gliere. Il matrimonio venne celebratoil 6 aprile 1921. “Nel giorno del mio

matrimonio, durante la messa - rac-conta Elisabetta - feci al Signore que-sta preghiera: Signore, nel mio matri-monio farò sempre la tua volontà eaccetterò tutti i figli che vorrai darmi,però, ti prego, fa che alcuni sianosacerdoti e altre religiose; se Tu vuoi,prendili anche tutti al tuo servizio”.Dei dodici figli adulti, uno era mortoin tenera età, il Signore se ne presequattro; non mantenne del tutto ilpatto, ma lei dirà: “sono contenta lostesso, perché anche gli altri otto figlihanno formato buone famiglie”. Duedivennero sacerdoti passionisti, P.Galileo e P. Gabriele e due suore.

Appena quattro mesi dopo il matri-monio scopre nel marito un difetto, diquelli che sarebbero capaci di mandareall’aria un matrimonio. La sposinapiange, prega e tiene duro, fermamen-te convinta che “la parola data a Diobisogna mantenerla a tutti i costi”.Proprio in questo periodo conosce sanLeopoldo Mandic, dal quale il maritosoleva andare a confessarsi una voltaall’anno a Padova. Il santo frate diven-ne la sua guida in un cammino di san-tità fino a farle amare anche la crocesulla quale, confiderà un giorno, reste-rà appesa per 46 anni.

La famiglia cresceva e i figli pren-dono la loro strada, Giuseppe siammala e per quattro anni resta immo-bilizzato sulla sua carrozzina.

Elisabetta lo curerà con amore epazienza fino alla morte, nel 1967.

Il 2 ottobre 1978 si ammala anchelei di broncopolmonite. È paziente enon chiede preghiere per la sua guari-gione, ma per fare in tutto la volontà diDio. Nel letto di morte, presenti i dodi-ci figli, mamma Elisabetta chiese chesi celebrasse una santa Messa per rin-graziare il Signore. Raccomanda aifigli: “Dopo la mia morte, cantereteper me il Te Deum, in ringraziamentoa Dio per i tanti doni ricevuti, soprat-tutto per la fedeltà alla mia vocazionecristiana e familiare, la rettitudine dicoscienza, il buon carattere, i 12 figlie in particolare per i 4 figli religiosi”.

Muore serenamente il 3 novembre1978 e ben presto la fama di santità diElisabetta Tasca Serena si diffuse ecosì al cimitero accorrevano moltidevoti, specialmente madri di fami-glia, per venerarla e per raccomandarsialla sua protezione. Il 20 dicembre1991 iniziò la causa di canonizzazio-ne. Il 13 novembre 1997 la salma dellaServa di Dio fu trasportata dal cimite-ro di Brendola ad una cappella attiguaalla chiesa dei Passionisti di SanZenone degli Ezzelini. Si attende oraun miracolo per la beatificazione.

La vita cristiana di “MammaElisabetta” era fondata su basi moltosolide: la Provvidenza, la Parola diDio, la Passione del Signore e lavolontà di Dio. La sua vita era fatta dipreghiera, Eucaristia e lavoro.

La santità di mamma Elisabetta èsimile a quella di altri santi passionistie di tanti santi e padri e madri di fami-glia che hanno saputo riempire la vitaordinaria di amore di Dio e del prossi-mo, rispondendo ogni giorno alla santavolontà di Dio. Accogliamo questatestimonianza come un dono delSignore che non si stanca mai di ricor-darci la via dell’amore come unicastrada verso la santità per tutte le voca-zioni. Sarà modello e protettricesoprattutto per tante mamme di fami-glia.

[email protected]

a cura di Federico Di Saverio, CP

Elisabetta Tasca

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za a causa di un eccessivo clericalismo.La formazione dei laici e l’evangelizza-zione delle categorie professionali eintellettuali rappresentano un’importan-te sfida pastorale”.

Non dimentichiamo l’impegno cheripetiamo ogni giorno nella “Promessadi amore”: “Fa che io ti ami e ti facciaamare”. Essere “testimoni di CristoCrocifisso e Risorto” è l’impegno cheSan Paolo della Croce addita oggi ancheai “laici passionisti”. I laici passionistinon fanno un voto, come i religiosi, mauna promessa solenne a GesùCrocifisso: “Fa che io ti ami e ti facciaamare”. Non è vero passionista chi nonè un grande innamorato e un vero apo-stolo di Gesù Crocifisso.

Le nostre Fraternità debbonoessere aperte e gioiose, serene e acco-glienti, Amici di un Gesù Crocifisso,ma ora glorioso, gioioso e con le pia-ghe gloriose

Le nostre Fraternità, se vogliamoavere un avvenire nella Chiesa, in unmondo che si sta allontanando semprepiù da Dio, devono passare da “sempli-ci gruppi di preghiera” a “gruppiecclesiali”, che partono dalla preghiera,soprattutto come contemplazione del-l’amore a Gesù Crocifisso, per arrivarea un grande impegno missionario:“Amare e fare amare GesùCrocifisso”. Una grande occasionel’abbiamo nella prossima Quaresimacon la Peregrinatio Crucis, portando ilCrocifisso nelle famiglie, per riportarvila fede e la preghiera. Vale anche per noiil grido di san Luigi Orione: “Un cri-stiano che non è apostolo è un aposta-ta”.

[email protected]

per vincere il peccato e incamminarele anime in poco tempo a gran santi-tà». Di questo impegno i religiosi devo-no fare un voto particolare, che è ildistintivo della Congregazione. Quelliche non si possono dedicare alla predi-cazione devono fare questo con ognialtro mezzo, con l’esempio e con la pre-ghiera.

Questo vuole oggi la Chiesa da tuttii laici che vogliono vivere in modoserio la propria fede. La grandeEsortazione Apostolica “I fedeli Laici”di S. Giovanni Paolo II dedica buonaparte del suo svolgimento all’apostolatodei laici. Scrive tra l’altro: “I fedelilaici, proprio perché membri dellachiesa, hanno la vocazione e la mis-sione di essere annunciatori delVangelo. È una urgenza intramonta-bile. Ogni discepolo è chiamato inprima persona; nessuno può sottrarsinel dare la sua propria risposta:“Guai a me, se non predicassi il van-gelo!” (1Cor 9,16). A tutti ripeto ilgrido appassionato: Non abbiatepaura! Aprite, anzi, spalancate le portea Cristo!” .

Questo addita oggi Papa Francescoalla Chiesa, che deve essere una Chiesacon le porte sempre aperte, sempre inuscita verso le periferie. Scrive nellaEvangelii Gaudium 102: “È cresciuta lacoscienza dell’identità e della missionedel laico nella Chiesa. Disponiamo diun numeroso laicato, benché non suffi-ciente, con un radicato senso comunita-rio e una grande fedeltà all’impegnodella carità, della catechesi, della cele-brazione della fede. La presa di coscien-za di questa responsabilità laicale nascedal Battesimo e dalla Confermazione,ma a volte non si manifesta a sufficien-

Nelle nostre catechesi, special-mente negli anni 2011 – 2012,abbiamo cercato di sintetizzare

gli elementi essenziali della dottrinaspirituale di san Paolo della Croce: “LaPassione, mare di dolore e di amore”.“La vita di fede”. “La Volontà di Dioal primo posto”. “Nel seno delPadre”. “Per essere santi ci vuole la Ne la T”. “Morte mistica e divina rina-scita”. “Partecipare alla Passione diGesù”. “Dal Crocifisso ai crocifissi”.

Visto così, il cammino spiritualeadditato dal Santo, potrebbe sembraretroppo ripiegato su se stesso, come sel’unico pensiero fosse la propria salvez-za e santificazione. San Paolo dellaCroce ha trovato il centro del camminospirituale in Gesù Crocifisso; da Lui haimparato non solo l’amore di Dio, maanche il valore delle anime, costate ilsangue di Cristo e quindi l’urgenzadell’apostolato.

Già nel diario del Castellazzo, il gio-vane Paolo, meditando la passione diGesù, scriveva il 4 dicembre 1720:«Dicevo che mi desidererei scarnifica-to per un’anima e mi pareva languire,vedendo la perdita di tante anime,che non sentono il frutto della passio-ne del mio Gesù». Queste parole espri-mono con grande chiarezza l’intimorapporto tra la contemplazione delCrocifisso e l’apostolato.

Infatti Paolo, terminati i 40 giorni diritiro a Castellazzo, incomincia unintenso apostolato, prima in patria e poiin varie regioni d’Italia, apostolato chediventa sempre più intenso quandoviene consacrato sacerdote. Ha scopertoil mezzo più efficace per riportare a Diole anime più lontane, cioè la meditazio-ne della passione di Gesù. Nonostante ilgrave impegno di fondare un nuovo isti-tuto religioso maschile e femminile, eglipredica centinaia di missioni in molteregioni d’Italia, guida spiritualmentemigliaia di anime, scrive decine dimigliaia di lettere di direzione spiritua-le.

Egli vuole i suoi religiosi grandicontemplativi e “santi operai”, cioègrandi apostoli. Nella Regola dei pas-sionisti ricorda che “uno dei fini prin-cipali della Congregazione è non solod’essere indefessi nella santa orazio-ne, per attendere alla santa unionecon Dio, ma ancora d’incamminarvi inostri prossimi”.

Desidera che i passionisti faccianoquesto non solo nella predicazione, maanche quando confessano, nei dialoghispirituali e in tutte le occasioni opportu-ne, convinto che la meditazione dellapassione è un «mezzo efficacissimo

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Alberto Pierangioli

APOSTOLI DEL CROCIFISSO:FARE AMARE L’AMORE

Festa della Passione a Civitanova M.Gli Amici si preparano alla Peregrinatio Crucis

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13AL POZZO DI GIACOBBE (Gv 4,5 ss)

Andreea Chiriches

Al pozzo insegnasti, Signore,che la nostra legge non è latua Legge, che il nostro pen-

siero ha poco del tuo pensiero. Paganae peccatrice, non ti sei estraniato inquel rifugio protetto e sicuro che èl’osservanza del rigore della leggeumana. Ma le parlasti senza badare aigiudizi perché sei Dio che sovrastatutti e tutto, perché siamo tuoi. Nonc’è alcun criterio che ci distinguadavanti ai tuoi occhi, mentre noi neabbiamo inventati mille per non con-fonderci, per non mischiarci. Hai inve-ce un criterio secondo il quale accoglile creature in un solo abbraccio:l’amore divino di padre; al pozzo, sep-pellisti il pregiudizio, perché tutti sonochiamati alla conoscenza della verità,alla salvezza. Quanto poco abbiamocapito del tuo amore, ignari che ancheil peccatore più grande può redimersi.

Concedimi, mio Gesù, la condi-scendenza della samaritana, perchécome lei possa essere aperta a chi èdiverso da me nel pensiero, nella fede,seguendo criteri razionali, bensì miran-do alla realizzazione del Bene; cheanche la mia anima possa sempre cam-minare, aiutare guidata da un unicoprincipio, l’amore; che la mia presen-za, le mie parole siano sempre amore,amore che si offre senza giudicare,amore che non ha paura di sprecarsi.

Ho bisogno di bere al tuo pozzo,mio Signore. L’anima non può nutrirsidi cose che appartengono al mondo e,nel tentativo di cercare altre fonti disussistenza, si perde continuamente.Ha bisogno di dissetarsi alla tua fonte,nella fiducia che essa stessa diventeràsorgente che zampilla per la vita eter-na. In tal modo tu diventi la mia stessavita. Non si può assaggiare te senzapoi desiderare piccoli frantumi di te.Ricchezza, onori, piaceri... tutto ciòche appartiene al mondo diventa insi-pido. Il cuore esige sempre più te, cheriveli all’anima i suoi veri bisogni esei sempre pronto a provvedere. Daltuo pozzo l’anima mia trae la sua linfa,mio Gesù, e in te solo trova tutto ciòche essa necessita.

Con la samaritana ti chiedo:Dammi da bere l’acqua viva. Mantieniacceso in me il richiamo continuo chemi porti al pozzo della vita, la Chiesa,

dove dimorano le sorgenti della reden-zione. Lì mi attendi seduto, spessostanco, affamato, assettato, nella spe-ranza che l’anima mia si riversi nellatua; un Dio che, come dicevasant’Agostino, con la sua forza ci hacreati e con la sua debolezza è venutoa cercarci, a salvarci. LiberamiSignore, come lo facesti al pozzo, ilcuore e la coscienza dai pesi che mischiacciano. C’è un desiderio insop-primibile di liberarmi dai dolori dellacoscienza, c’è desiderio di penitenza.

È il pozzo della vita che mi attendi,tu, , amore e perdono, tu che conosci ilmio cuore. La purezza della tua pre-senza condanna i miei peccati. Nonservono parole d’accusa, basta che miparli della grazia che rinnova l’anima.

Al pozzo mi parlasti da Dio che sacosa desidera da una preghiera che sivuole autentica, “perché il Padre cercatali adoratori. ’’ Quante volte penso chesia io a cercarti, invece dici che sia Diocolui che cerca l’uomo… l’uomo che sapregare bene, in spirito e verità, lontanoda ogni forma di idolatria, al di là diconfini spaziali, del formalismo, nellacognizione che sei ovunque; preghierafatta con tutto l’essere, con tutto ilcuore, motivata e guidata da un’animache trova il piacere nella tua presenza.

Cerchi l’anima accesa, che non saattendere la santa messa, che ama starecon te in qualsiasi momento. Cerchil’anima che conosce la Verità, ama la

tua Parola, e ti adora non in conformi-tà con le nostre eresie, ma con la veri-tà rivelata. Cerchi pensieri, atteggia-menti, modi di fare che sappiano di te.

Ti chiedo, mio Gesù, il desideriodella samaritana di conoscere e di cer-care senza sosta la Verità. Come alpozzo, non smettere mai di stravolge-re le mie convinzioni, e rivelati sem-pre a quest’anima in un perenne:“Sono io, che ti parlo”. Anche leisapeva molto, ma a cosa serve posse-dere nozioni teoriche se dovesse man-care l’incontro personale con te.

Non vuoi la fede cieca, ma l’animache prega e ti adora in simbiosi con lamente che ti conosce nella tua Parola.Fai che io ti adori sempre in una fedevera, piena e concreta. Dammi una bri-ciola della tua saggezza, e tanta umiltà,per avvicinare chi è lontano da te, perimparare a guadagnare le anime per lavita eterna, nella consapevolezza chenon c’è un compito più grande, piùnobile e più difficile di questo. Donamil’amore per il prossimo di quella donnapagana, affinché, come lei, non nascon-da mai la Verità nel mio cuore, maabbia sempre fretta di offrirla con deli-catezza, nella consapevolezza cherisponderò in eterno per tutte le volteche ho esitato di farlo. Fammi sederecon te, al pozzo, per godere della tuapace, della tua quiete, perché possa spo-gliarmi da tutto e riceverti, vita eterna. [email protected]

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lo fa lui. Non passa giorno che non rin-grazio il Signore di averla incontrata edi avermi fatto diventare passionista.Purtroppo i cattivi pensieri ci sonosempre perché siamo umani, ma conl’aiuto del Signore ho imparato a cac-ciarli con l’esempio dei padri del deser-to quando dicono....andate via da me.. epoi invoco il Signore che non mi lasciamai sola e mi getto tra le sue braccia diamore. Il 2015 sarà un anno ancora piùbello perché avrei il desiderio di fare laconsacrazione perpetua, e dire per tuttala mia vita Gesù: “Sono accanto a te enon ti lascerò mai solo. Quanto ti hoamato e quanto ti amo”! E.P.

“Dio ha creato l’uomoper amore e lo hachiamato all’amore”

Carissimo padre, ho letto la cate-chesi di gennaio:è buona. È meravi-glioso aver intuito la tematica dellaFamiglia per questo anno. Significasoprattutto aprirsi all’azione delloSpirito per meglio scoprire la bellezzadella vita cristiana in quella comunio-ne sacramentale istituita da Dio. Cisono tantissimi testi che potrebberoaiutarci. Il santo papa Giovani Paolo IIdedicò tutte le catechesi dei mercoledìdel 1994, che chiamò l’anno dellafamiglia. Anche le tue catechesi sicu-

Auguri del P. Generaleemerito

Caro P. Alberto, ricevo e leggosempre con molto interesse e piacerele Catechesi che invia agli Amici diGesù Crocifisso per la loro crescitaspirituale. La ringrazio e con l’occa-sione le auguro con fraterno affetto estima Buon Anno 2015; estendo isaluti e gli auguri a tutti gli Amici diGesù Crocifisso molti dei quali hoavuto modo di incontrare e conoscere.Il Signore ci benedica tutti.

P. Ottaviano D’Egidio.

Pregare s’imparapregando

Caro Padre, in questo tempo ho cer-cato di mettere in pratica un suo sugge-rimento: “Mai abbandonare la preghie-ra”. Il mio dialogo con il Signore si èfatto più intenso, costante, profondo. Èproprio vero che pregando si impara apregare. Il Signore non ci lascia maisoli, anzi più si prega più diventa gelo-so e ci attira a sé e ci modella lentamen-te come più gli piace; quando ci faccia-mo modellare da Lui come la cretadiventiamo migliori con noi stessi econ gli altri, ma soprattutto viviamonell’amore e questa è una cosa meravi-gliosa. Il rosario quotidiano ci aiuta adaprire la strada del dialogo, poi il resto

ramente ci arricchirà in tutto il 2015.Davvero “Dio ha creato l’uomo peramore e lo ha chiamato all’amore”.

Antonio Piccolo di NA

A S. Gabriele ho capitomolte cose…

Caro padre, ti ringrazio per i con-sigli che dai a tutta la comunità esoprattutto per averci guidati negliesercizi spirituali a S. Gabriele, dovemi sono sentita parte di un disegno piùgrande, quello di aiutare le personeche sono in difficoltà. A S. Gabriele hocapito molte cose, come ad esempioche il Signore ci chiama e noi dobbia-mo solamente lasciarci guidare dallasua volontà. Ho sperimentato che conla preghiera si possono superare osta-coli molto più grandi di noi, come laperdita di un nostro caro, perché conla fede tutto è più facile. Ringrazio ilSignore di avermi dato una famigliaunità nella fede, infatti Massimo faràla Consacrazione a Gesù Crocifisso,iniziando cosi un cammino di pace eamore spirituale.

Anna Vagnozzi di Castellano FM.

La mia vita non avevasenso…

Mi chiamo Maria Luisa ed è dapochi mesi che faccio parte degliAGC. Ringrazio tanto la mia AmicaLuigina che mi ha indicato questo bel-lissimo cammino . La mia vita primaera triste, non aveva senso di viverla;adesso la mia vita è cambiata: mi sentopiù serena, prego Gesù Crocifisso diessermi sempre vicino. Ringrazioanche te, caro padre, che ci guidi inquesto cammino, con tanta fede eamore per Gesù. Vi voglio bene a tutti.

Maria Luisa Giulianova

Un’altra Amicacentenaria

Forani Assunta, la più fragile di 5figli di una famiglia patriarcale diCivitanova M., dove vive con la figliaAugusta, è stata l’unica a tagliare iltraguardo dei 100 anni il 23-12-2014.È iscritta agli AGC dal 02-01-1991, da24 anni, una delle prime aderenti.Nel pomeriggio del suo compleanno,il P. Alberto, con alcuni AGC di

“SARETE MIEI TESTIMONI”

a cura di Alberto Pierangioli

Festa ad Assunta Amica centenaria

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Amici di Giulianova in ritiro a Morrovalle

Civitanova, sono andati a farle gliauguri, a pregare con lei e farle unmomento di festa. Assunta, sedutatranquillamente su una sedia, ancorain buona salute, a ogni complimentoripeteva di continuo: “Non meritotutto questo”. Ha pregato e cantatocon noi. A chi le ha chiesto come hafatto ad arrivare a questa bella età, hadetto: “Stare sempre in pace con Dioe con gli uomini”.

Pia

Ida e AntonioCaro padre, voglio ringraziarti di

vero cuore per la meravigliosa “mezzagiornata” di ritiro trascorsa aMorrovalle con te, in grande comu-nione tra tutti noi. Grazie dell’acco-glienza riservataci e soprattutto grazieal Signore che ha donato tutto ciò. Tiringrazio di tutto cuore per l’amorespeciale che stai riservando perAntonio. Il Signore per mezzo tuo losta prendendo per mano e insieme allasua cara Ida lo sta guidando; la suagrande e sofferta serenità (e dolore),dopo la morte di Ida, mi sconvolgono!Stamattina, quando siamo entrati,insieme ad Antonio, nella cameretta diS. Gabriele mi è sembrato che accantoa noi ci fosse anche Ida, sorridente eserena come se stesse godendo connoi delle “bellezze” della vita di SGabriele. Ho versato lacrime di gioia edolore insieme. La sera del 15 agostoprima di partire per gli esercizi spiri-tuali a S. Gabriele, andai a salutare Idain ospedale. Stava molto male, aprì gliocchi e mi fece un gran sorriso. Ledissi: “Sono venuta a salutarti, vado aS. Gabriele per qualche giorno”. Midisse: “Prega per me S Gabriele!” Il17 mattina lasciò la vita terrena. IlSignore ha permesso che Antonioaccogliesse l’invito a far parte degliAGC perché era nei suoi progetti, maci sarà stato anche l’aiuto di Ida. APasqua avevo regalato a Ida il libro“Voi siete mie amici”. Quanto è gran-de il Signore e quante meravigliecompie! Qualche sera fa Antonio ci haaperto il suo cuore e ci ha detto ciò cheha scritto a te! L’amore tra Ida eAntonio è così forte da darci grandiinsegnamenti. Dobbiamo imparare daloro tante cose.

Olga Erasmi di Giulianova

Ida, ti amo!Buonasera, caro padre e scusa se

solo in ritardo riesco a farti gli auguriper il nuovo anno. Questi ultimi giornisono stato molto impegnato con il miofiglio più piccolo, Paolo, per starglivicino mentre faceva i tanti compitiscolastici. Non avevamo fatto nulladurante le vacanze natalizie, io crede-vo che i compiti a casa fossero pochied invece erano tanti, compresa unalunga poesia da imparare a memoria.Siamo andati in crisi tutti e due eabbiamo pianto tutti e due. Alla fine,sicuramente anche per l’aiuto di Idadal cielo, ce l’abbiamo fatta. Speroche davvero sia riuscito ad aiutarePaolo a fare tutto! Per il resto, carissi-mo padre, quanto mi manca Ida! Ieri èstato anche l’anniversario del nostromatrimonio; puoi immaginare comel’ho vissuto e come ho vissuto i com-pleanni di mio figlio Silvio, universi-tario a Milano, di mia moglie e diPaolo il piccolo e poi il Natale, ilCapodanno, la Befana, senza la miaIda. Passano tutte le ricorrenze vissutesenza di lei, senza i suoi abbracci.Come mi manca! Che tristezza! Vorreidire di più per farmi capire, ma credi-mi, è veramente difficile trovare leparole giuste. Iniziamo l’anno nuovodove si parla della famiglia, la sacrafamiglia. In questo tempo io avreipotuto dire veramente tanto della mia

famiglia ed ora mi trovo ad avere tantepaure e incertezze. Paura di non farce-la da solo e incertezze sul mio modo diaffrontare questa situazione nuova. Avolte ho dubbi anche sulla mia piccolafede che è molto debole. Ho avuto unamoglie con una fede grande ed io misento piccolo, molto piccolo. In questigiorni, e lo dovrò confessare, mi capitaspesso di giudicare gli altri nei mieitanti pensieri. Forse perché si dà tantoe si pretende qualcosa dietro, quandosappiamo che la Carità deve esserefatta senza nulla pretendere. A Paolo,il piccolo che dorme con me, sta suc-cedendo che di notte mi abbracci piùdel normale e mi bacia. Questo subitomi fa pensare a come questo bimboabbia bisogno della mamma e si attac-chi a me ed io che mi rattristo perchépenso di non essere capace fino infondo di dargli tutto l’affetto di cui luiha bisogno. Ecco, caro Padre Alberto,queste sono alcune cose che mi passa-no per la mente e che sto vivendo gior-no per giorno. Qualche volta vorreigridare a squarciagola: IDA TI AMO.Ti ringrazio per essere sempre vicino ame e alla mia famiglia con le tue pre-ghiere. Per me è tanto. Vorrei cheanche io possa pregare tanto per te mati devi accontentare di una persona chedeve fare ancora tanta strada. Grazie,amico caro. Grazie.

Antonio Frezza di Giulianova

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SOMMARIO

2. P. Luciano Temperilli Chiesa e famiglia 3. P. Luciano Temperilli La famiglia di Dio e la Sacra Famiglia4. P. R. Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù5. Papa Francesco Messaggio per la Quaresima 20156. Papa Francesco Papa Francesco si affida a S. Giuseppe7. Gabriele Cingolani CP La Quaresima8. Fabrizio Firenze Vita e preghiera ancorate alla Croce9. *** L’Uomo della Sindone10. *** Passionisti, Chiesa e Società11. Federico di Saverio CP Ven. Elisabetta Tasca12. P. Alberto Pierangioli Apostoli del Crocifisso13. Andreea Chiriches Al pozzo di Giacobbe14-15. Vari Testimonianze16. P. Alberto Marzo - Aprile 2015

RICORDIAMO AL SIGNORE I NOSTRI DEFUNTI

Sardini Fanny di M. S. Giusto: 06-01-15; Ranzuglia Argia di Macerata: 25-01-15.

Marzo-Aprile 2015 – Anno XVI n. 2

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. L. TemperilliMad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - [email protected] G.C. P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

MARZO-APRILE 2015Carissimi/e, inizieremo il primo marzo con la grazia del ritiro a Morrovalle e nel pomeriggio con lagioia del nostro primo incontro con il superiore generale, Padre Joachim Rego , che verràa portarci il suo incoraggiamento e la sua benedizione. I mesi di marzo e aprile ci portano a vivere intensamente il mistero doloroso e amoroso dellapassione e morte di Gesù nella Quaresima e poi l’esplosione della sua nuova vita e risurrezione conil tempo pasquale. Contempleremo così con tanta fede e amore Gesù Crocifisso e Risorto. La Quaresima ci chiama non solo a vivere personalmente e comunitariamente la Passione di Gesùnei nostri incontri, ma anche ad annunciarla ad altri con l’esercizio della PeregrinatioCrucis organizzata da quasi tutte le Fraternità nelle famiglie che vorranno accogliere GesùCrocifisso, per ravvivare la fede e riportarvi la preghiera.Il 19 aprile inizieremo le consacrazioni2015 a Fossacesia.Invio gli auguri più cari di BUONA QUARESIMA e BUONA PASQUA a tutti i nostri Amicie famiglie; al Superiore Generale e Provinciale e loro Consigli, ai Vescovi, Parroci e Assistenti dellenostre Fraternità, ai Confratelli e Consorelle Passionisti e ai tanti simpatizzanti. Pregate per me.Un abbraccio nel Signore e tante benedizioni.

Padre Alberto Pierangioli

CALENDARIO DEGLI AMICI MARZO-APRILE 2015

01 marzo Ritiro mensile a Morrovalle03 aprile Venerdì Santo: il giorno dell’Amore12 aprile Ritiro mensile a Morrovalle19 aprile Consacrazioni a Fossacesia03 maggio Ritiro e consacrazioni a Morrovalle