Ricerca Turismo Genova 2012
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Transcript of Ricerca Turismo Genova 2012
Ente Bilaterale Territoriale del Turismo
di Genova e provincia
OSSERVATORIO TURISMO
Focus Settore Alberghiero
Ricerca 2011
Genova, maggio 2012
Conoscere per decidere, questo l’assunto che sta alla base dell’investimento che l’Ente Bilaterale del Turismo di Genova e provincia ha attuato in questi anni
con la creazione dell’Osservatorio Turismo.
Uno strumento, quello dell’Osservatorio, da sempre importante per comprendere le dinamiche imprenditoriali e occupazionali delle imprese, nonché il loro
rapporto con lo sviluppo delle competenze e la competitività sul mercato.
Una serie di dati e di tendenze - evidenziate anche in questa ricerca - che sono utilizzabili dalle parti sociali, dagli imprenditori, dalle Istituzioni e da tutti gli
stakeholder coinvolti nel processo di governance del settore turistico nella nostra provincia.
In particolare, questa edizione della ricerca dell’Osservatorio è dedicata al settore alberghiero, un comparto centrale e strategico della nostra offerta turistica
che attraversa oggi, dopo lo sviluppo registrato nell’ultimo decennio, una fase congiunturale certamente delicata.
I lettori troveranno nelle pagine seguenti sia dati conoscitivi del settore sia un particolare focus realizzato attraverso un’indagine sul campo rivolta alle imprese
alberghiere da cui emerge un quadro chiaro e significativo rispetto a fattori quali l’occupazione, la formazione, il mercato, la stagionalità, il marketing territoriale
e una prima analisi circa una serie di indicatori di produttività.
Un lavoro complesso, durato un anno, da divulgare e discutere e per il quale desideriamo rivolgere un particolare ringraziamento al gruppo di lavoro, a tutte
le componenti della bilateralità, alle imprese intervistate e agli Enti che hanno fornito la propria collaborazione.
Roberto Fusco Luca Maestripieri
Presidente Vicepresidente
Presentazione Ricerca
PremessaPresentazione della ricerca da parte della Presidenza e Vicepresidenza dell’Ente
Indice
Cap. 1 - L’osservatorio: obiettivi e metodologia pag. 4
Cap. 2 - Il settore del turismo a Genova e provincia pag. 5
2.1 Domanda e offerta turistica
2.2 Dinamica imprenditoriale
2.3 Dinamica occupazionale
Cap. 3 - Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca pag. 24
Cap. 4 - Occupazione pag. 29
Cap. 5 - Formazione e competenze pag. 40
Cap. 6 - Mercato e stagionalità pag. 45
Cap. 7 - Governance pag. 50
Cap. 8 - Mappa degli indicatori di produttività pag. 51
Cap. 9 - Considerazioni conclusive pag. 56
4
In linea con quanto previsto dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro)
e dalla proposta di revisione degli statuti degli Enti Bilaterali Territoriali, molti con-
tratti territoriali s’impegnano a costituire, nell’ambito della bilateralità, Osserva-
tori provinciali al fine di monitorare l’occupazione in relazione all’andamento del
settore ed alla evoluzione del mercato del lavoro nei suoi aspetti qualitativi e
quantitativi.
Inoltre, è demandata a questi Osservatori una valutazione del settore che con-
senta alle parti sociali di avere ulteriori elementi conoscitivi al fine di definire una
serie di parametri sulla cui base procedere all’erogazione salariale di secondo li-
vello.
In questa nuova fase, quindi, lo strumento dell’Osservatorio diventa necessario
all’azione della bilateralità nelle sue componenti ed in modo più estensivo può
rappresentare un valido supporto ai processi decisionali in ambito terziario.
E’, infatti, importante capire, in provincia di Genova, quali sono le dinamiche del
comparto, come reagiscono le imprese a fronte della congiuntura sfavorevole,
quali indicatori socio-economici mostrano e che incidenza rivestono sui bilanci
delle imprese, sui processi produttivi e sull’occupazione.
Il modello di ricerca realizzato ha consentito all’Ente Bilaterale di costituire l’Os-
servatorio provinciale di settore che ha risposto in primo luogo agli obiettivi pre-
detti, attraverso un monitoraggio continuo di aspetti quali:
- l’evoluzione del mercato;
- la dinamica imprenditoriale;
- la dinamica occupazionale;
- i fabbisogni formativi.
Inoltre, l’analisi ha consentito di comprendere le strategie, gli strumenti ed i me-
todi in favore dell’occupazione e del posizionamento competitivo delle imprese
alberghiere di Genova e provincia.
L’attuale ricerca, infatti, ha avuto come obiettivo proprio quello di focalizzarsi e
di monitorare il settore alberghiero, un comparto considerato primario nell’eco-
nomia turistica di un territorio.
La metodologia di ricerca è stata articolata su due fasi di lavoro principali:
Infatti, il metodo ha previsto, da un lato, la raccolta da varie fonti e l’elaborazione
di una serie di dati quantitativi e qualitativi delle imprese del settore e, dall’altro,
la realizzazione di un’indagine sul campo, attuata con la somministrazione di un
questionario (“di persona”, attraverso incontri fissati) da parte di operatori di ri-
cerca ad un campione ragionato e significativo di imprese stesse per reperire dati,
informazioni ed opinioni di processo, di metodo e di tendenza.
Nello specifico, i fattori principali per la definizione del campione di ricerca sono
stati:
Al termine sono stati elaborati ed integrati sia i risultati dell’indagine sul campo
sia i dati quanti-qualitativi raccolti da altre fonti.
Questo consente ora, presso la bilateralità, di avere:
A.
B.
Cap. 1 L’osservatorio: obiettivi e metodologia
Analisi generale: della domanda-offerta turistica e delle dinamiche im-
prenditoriali ed occupazionali delle imprese turistiche a Genova e provin-
cia;
Indagine sul campo: (realizzata nel periodo inverno-primavera 2012, attra-
verso somministrazione di un questionario) ad un campione ragionato e
significativo d’imprese del focus di ricerca (alberghi).
quello tipologico (alberghi, locande, residenze d’epoca, rta);
quello areale (Genova metropolitana, Tigullio, Riviera Ponente, Golfo Pa-
radiso, Entroterra.
-
-
una ‘fotografia’ precisa del settore alberghiero a livello provinciale rispetto
alle tematiche di competenza dell’Ente individuate per lo specifico seg-
mento di attività (Focus);
una banca dati di sistema i cui dati oggettivi ‘a libreria’ sono consultabili
ed interpretabili da parte delle varie componenti sociali ed istituzionali.
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cap.1 L’osservatorio: obiettivi e metodologia
5
Cap. 2 Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Dalla lettura dei dati messi a disposizione dall'Amministrazione Provinciale gli ar-
rivi totali (cioè quanti turisti hanno soggiornato nelle strutture ricettive) nel 2011
in provincia di Genova sono stati 1.444.924. Il grafico 2.1.1 evidenzia il movimento
turistico relativo agli arrivi distribuito nelle aree che compongono il territorio ge-
novese e l’incidenza percentuale degli arrivi di un’area sul totale degli arrivi pro-
vinciali. Nell’area Genova metropolitana gli arrivi sono stati 783.760 e pesano
percentualmente il 54% rispetto al totale arrivi della provincia, ciò significa che
54 turisti su 100 scelgono di soggiornare nell’area metropolitana. 490.286 gli arrivi
nel Tigullio con un peso percentuale del 34%, 64.445 gli arrivi nella Riviera di Po-
nente con peso del 5%, 59.916 gli arrivi nel Golfo Paradiso con peso del 4% e
46.517 gli arrivi nell’entroterra con peso 3%.
2.1 - Domanda e offerta turistica Graf. 2.1.1 - Arrivi totali 2011 per area e relativo peso percentuale
La ricerca promossa dall’Osservatorio Turismo dell’Ente Bilaterale non aveva come
obiettivo un’analisi di marketing turistico della provincia di Genova ma riteniamo
necessario, in questo capitolo, inquadrare il contesto di mercato nel quale im-
prese e lavoratori operano sotto due principali punti di vista: la domanda (cioè i
flussi turistici) e l’offerta ricettiva.
Naturalmente la filiera produttiva turistica è più articolata e complessa (e lo ve-
dremo più avanti nello sviluppo dell’indagine) comprendendo non solo i flussi di
domanda e le imprese ricettive ma, questi fattori, costituiscono il dato primario
per fotografare il settore in un territorio poiché basati su dati certi e registrati.
E’ anche vero, però, che agli arrivi e alle presenze nelle strutture ricettive ufficiali,
si aggiungono i flussi turistici di coloro che soggiornano nelle seconde case, nelle
imbarcazioni stanziali o di transito e di coloro che invece sono turisti in visita e
non soggiornanti.
Le presenze turistiche riportate sul territorio genovese sono, quindi, in numero
maggiore rispetto a quanto registrato dalle strutture ricettive e, sfuggendo alle
statistiche ufficiali, possono creare problemi, per esempio, nella gestione dei ser-
vizi alla collettività e all’utenza turistica in termini anche di costi/benefici come
valore aggiunto all’economia locale.
Nel corso dei prossimi anni sarebbe interessante operare interventi di monito-
raggio dei flussi anche con l’utilizzo delle tecniche della telemetria turistica.
cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
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cap.2 Il settore del turismo a Genova e provincia
Nel grafico 2.1.3 abbiamo la scomposizione del totale, arrivi e presenze, per pro-
venienza. Il totale degli arrivi (1.444.924) è composto da 831.559 italiani e
613.365 stranieri.
Il totale delle presenze (3.661.266) si ripartisce in 2.198.975 italiani e 1.462.291
stranieri.
Graf. 2.1.3 Arrivi e presenze italiani e stranieri 2011
Il grafico 2.1.2 rappresenta il movimento turistico relativo alle presenze, cioè le
notti dormite, distribuito nelle aree che compongono il territorio genovese e l’in-
cidenza percentuale delle presenze di un’area sul totale presenze della provincia.
Nell’area Genova metropolitana le presenze sono state 1.564.556 con un’inci-
denza del 43% sul totale. 1.543.084 le presenze nel Tigullio con un peso percen-
tuale del 42%, 213.851 le presenze nella Riviera di Ponente con peso del 6%,
197.526 le presenze nell’entroterra con peso 5% e 142.249 le presenze nel Golfo
Paradiso con peso del 4%. Confrontando il grafico 2.1.1 con questo, il 2.1.2,
emerge con forza che, in merito agli arrivi, Genova sovrasta il Tigullio di ben venti
punti percentuali ma, facendo riferimento alle presenze, la differenza si riduce
all’1% in favore di Genova. Il Tigullio, quindi, pur contando numericamente meno
arrivi è più forte nei giorni di permanenza.
2.1.2 - Presenze totali 2011 per area e relativo peso percentuale
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Approfondendo la composizione percentuale delle presenze totali si nota una si-
tuazione analoga alla composizione percentuale degli arrivi definita nel grafico
precedente (2.1.4). Il grafico 2.1.5, infatti, mette in risalto che il peso percentuale
degli stranieri è il 40% e 60% quello degli italiani.
Graf. 2.1.5 Composizione percentuale presenze per provenienza 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Analizzando la composizione percentuale del totale arrivi si riscontra un discreto
tasso di internazionalizzazione della provincia. Il grafico 2.1.4, infatti, mostra che
negli arrivi l’incidenza percentuale degli stranieri è pari al 42% e quella degli ita-
liani è pari al 58%.
Graf. 2.1.4 Composizione percentuale arrivi per provenienza 2011
7 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
8
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
cap.2
La composizione percentuale delle presenze (graf. 2.1.7) mette in risalto il dato
relativo al Golfo Paradiso che esprime il tasso di presenze estere più elevato: il
44% della clientela è internazionale e il 56% proviene, invece, dal mercato dome-
stico. L’entroterra è l’area in cui il maggior numero di presenze (83%) giunge dal-
l’Italia. Genova e Tigullio si equivalgono con un punto percentuale di differenza.
Graf. 2.1.7 Composizione percentuale italiani e stranieri 2011 per area
Approfondiamo, nel grafico 2.1.6, la composizione delle presenze per provenienza
in valore assoluto suddividendola per area. I clienti stranieri accordano la loro
preferenza al Tigullio che supera Genova in termini di presenze estere affer-
mando, così, la propria inclinazione internazionale.
Graf. 2.1.6 Presenze italiani e stranieri 2011 per area
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Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.9 mostra il trend degli arrivi totali nel 2002, 2006 e 2011 in valore
assoluto e la variazione percentuale tra un anno di riferimento preso in conside-
razione e l’altro. Gli arrivi nella provincia di Genova sono passati da 1.098.989 nel
2002 a 1.444.924 nel 2011, decretando un incremento percentuale del +32%.
Graf. 2.1.9 Arrivi totali provincia Genova - Trend 2002-2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.8 pone a confronto il peso percentuale di arrivi e presenze tra le di-
verse aree della provincia. Come già visto in precedenza, Genova e Tigullio si com-
portano diversamente. Gli arrivi nella zona di Genova metropolitana costituiscono
il 54% di tutti gli arrivi della provincia ma le sue presenze sono il 42% di tutte le
presenze della provincia. Gli arrivi nel Tigullio rappresentano il 34% di tutti gli ar-
rivi ma le notti dormite in quest’area pesano ben il 43% sul totale presenze.
Graf. 2.1.8 Incidenza percentuale arrivi e presenze 2011 per area
9 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
cap.2
Il grafico 2.1.11 indica il trend delle presenze totali nel 2002, 2006 e 2011 in valore
assoluto e la variazione percentuale tra un anno di riferimento preso in conside-
razione e l’altro. Le notti dormite nella provincia di Genova sono passate da
3.179.062 nel 2002 a 3.661.266 nel 2011, delineando un incremento percentuale
del +15%.
Graf. 2.1.11 Presenze totali provincia Genova - Trend 2002-2011
Se scorporiamo gli arrivi totali tra i due grandi bacini ricettivi, Genova e Tigullio,
facendo sempre riferimento all’anno 2002, 2006 e 2011 (grafico 2.1.10) emerge
la variazione dell’area di Genova con un incremento percentuale del +38% rispetto
al Tigullio che cresce del 23%.
Graf. 2.1.10 Arrivi Genova e Tigullio - Trend 2002-2011
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Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.13 mostra gli arrivi totali (1.444.924) nella provincia di Genova nel
2011 ripartiti in 1.273.025 arrivi in strutture alberghiere e 171.899 arrivi in strut-
ture complementari determinando una composizione percentuale dell’88% e del
12% rispettivamente.
Graf. 2.1.13 Composizione percentuale arrivi per tipologia alloggio 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Come nel grafico 2.1.10 scindiamo le presenze totali tra le due grandi aree ricet-
tive, Genova e Tigullio, facendo sempre riferimento all’anno 2002, 2006 e 2011
(grafico 2.1.12) per far affiorare la variazione specifica dell’area di Genova che
presenta un incremento percentuale del +20% rispetto al Tigullio che cresce del
10%.
Graf. 2.1.12 Presenze Genova e Tigullio - Trend 2002-2011
11 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
12
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
cap.2
Il grafico 2.1.15 evidenzia le variazioni percentuali che si sono verificate tra il
2002/2006, tra il 2006/2011 e tra il 2002/2011 confrontando gli arrivi nell’alber-
ghiero, gli arrivi nel complementare, le presenze nell’alberghiero, le presenze nel
complementare. Da sottolineare il trend positivo di crescita ma ciò che risalta
maggiormente è il +63% degli arrivi nelle strutture complementari nel periodo
2002/2011 e il +43% delle presenze nel complementare nello stesso periodo.
Graf. 2.1.15 Variazione percentuale arrivi e presenze alberghiero e
complementare Genova 2002-2011
Le presenze totali (3.661.266) a Genova e provincia nel 2011 si ripartiscono tra
2.835.257 notti in strutture alberghiere e 826.009 notti in strutture complemen-
tari. Dal punto di vista della composizione percentuale (graf. 2.1.14) significa che
il 77% delle presenze è di tipo alberghiero e il 23% di tipo complementare.
Graf. 2.1.14 Composizione percentuale presenze per tipologia al-
loggio 2011
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Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.17 mostra il numero dei posti letto in valore assoluto e il relativo in-
cremento percentuale, suddiviso per tipologia ricettiva, nel periodo 2002-2011
con rilevazione del dato intermedio 2006.
37.415 è il numero dei posti letto totali nella provincia, incrementati del 48% dal
2002, 17.977 i posti letto negli esercizi alberghieri con incremento del 2% rispetto
al 2002, 19.438 i posti letto complementari con incremento del 157% dall’anno
2002.
Graf. 2.1.17 - Trend ricettività Genova 2002-2011 - numero di posti letto
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Dopo aver fotografato e analizzato in parte la domanda turistica che caratterizza
la provincia di Genova nel 2011, nel grafico 2.1.16, approfondiamo l’offerta turi-
stica e l’andamento della stessa dal 2002 al 2011 con rilevazione del dato inter-
medio 2006 sia con valori assoluti, sia con variazioni percentuali.
Le strutture ricettive complessive di tutta la provincia nel 2011 sono 946 e ripor-
tano una crescita dal 2002 del 64%, le strutture ricettive alberghiere nel 2011
sono 376 e hanno subito una variazione rispetto al 2002 del -9%. Il dato che attira
principalmente l’attenzione, come anche nel caso di altre situazioni liguri, è quello
relativo alle strutture complementari (campeggi e villaggi turistici, alloggi in af-
fitto, bed & breakfast, agriturismo, altri esercizi): 570 nel 2011 che significa uno
sviluppo dal 2002 del 245%.
Graf. 2.1.16 Trend ricettività Genova 2002-2011 - numero di strutture
13 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
14cap.2
Il grafico 2.1.18 presenta, in valore assoluto, il numero delle strutture ricettive
dell’alberghiero suddivise per categoria. Le strutture più diffuse sul territorio sono
gli alberghi a tre stelle, Genova e provincia ne contano 116, a seguire 105 alberghi
a due stelle, 67 strutture ad una stella, 52 a quattro stelle e così via.
Graf. 2.1.18 - Numero strutture alberghiere Genova 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.19 mostra, in valore assoluto, il numero dei posti letto nelle strutture
ricettive dell’alberghiero suddivise per categoria. Il numero maggiore di letti è
rappresentato dagli alberghi a quattro stelle con 6.754 posti letto, seguono i tre
stelle con 5.539, alberghi a due stelle con 2.837, alberghi ad una stella con 1.328,
alberghi a cinque stelle con 967 e così via.
Graf. 2.1.19 - Numero posti letto alberghiero Genova 2011
Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova e Istat Liguria
Se confrontiamo i due parametri presenze e ricettività, osservando la loro evolu-
zione nella decade 2000-2010 osserviamo che, in Liguria (graf. 2.1.21), a fronte
di una diminuzione delle presenze dell’11%, abbiamo un aumento dei posti letto
dell’8%.
Il dato, inoltre, è diversificato secondo le province: Genova e La Spezia hanno sia
presenze sia posti letto in saldo attivo (anche se la crescita maggiore è quella della
ricettività), Savona ha un saldo negativo delle presenze del 21% (i posti letto sono
invariati) ed Imperia ha saldi negativi sia in termini di presenze (-22%) sia in ter-
mini di posti letto (-1%).
Graf. 2.1.21 Variazione percentuale posti letto e presenze Liguria 2010
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Provincia di Genova
Il grafico 2.1.20 rappresenta la distribuzione degli esercizi ricettivi e dei posti letto
del settore alberghiero suddivisi per area al 31 dicembre 2011. Il Tigullio vanta la
concentrazione maggiore del numero di strutture ricettive alberghiere e posti
letto della provincia di Genova con il 43,9% delle strutture e il 42,8% dei posti
letto. Segue Genova metropolitana con il 29,8% delle strutture e il 39,5% dei posti
letto e l’entroterra con il 14,9% degli alberghi e l’8,5% dei posti letto. Analizzando
il numero di posti letto di Genova emerge il dato che ci troviamo di fronte a grandi
alberghi. Analizzando il numero dei posti letto dell’entroterra emerge la conside-
razione opposta e cioè che ci troviamo di fronte strutture piuttosto piccole.
Graf. 2.1.20 Distribuzione percentuale alberghiero per area 2011
15 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
2.2 - Dinamica imprenditoriale
16cap.2
Il settore turistico di Genova e provincia conta 6.612 imprese attive nel 2011 (graf.
2.2.1), suddiviso in sei tipologie di attività. La componente maggiore sono i bar e
gelaterie con 2.804 unità, seguite da 2.726 ristoranti e catering. A notevole di-
stanza, con 432 unità seguono le imprese ricettive, le attività direttamente con-
nesse al turismo con 285 imprese, 226 agenzie di viaggio e tour operator,
chiudono gli stabilimenti balneari con 139 aziende.
Graf. 2.2.1 - Le imprese del turismo a Genova e provincia 2011
per categoria
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
La composizione del settore turistico di Genova e provincia (graf. 2.2.2.) vede un
42,4% di bar e gelaterie, seguite dal 41,2% di ristoranti e catering, le imprese ri-
cettive sono il 6,5%, le attività direttamente connesse al turismo rappresentano
il 4,3% di tutte le imprese del settore, le agenzie di viaggio e tour operator sono
il 3,4% e per ultimi gli stabilimenti balneari che sono il 2,1% del totale.
Graf. 2.2.2 - Peso percentuale delle imprese del turismo a Genova e
provincia 2011 per categoria
Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
Nell’area di Genova (graf. 2.2.4) si concentra ben il 62% delle imprese turistiche
della provincia, segue il Tigullio con il 20% delle aziende totali, quindi l’entroterra
dov’è ubicato il 10%, il Golfo Paradiso con il 4% e infine la Riviera di Ponente con
il 3% delle imprese.
Graf. 2.2.4 - Peso percentuale delle imprese del turismo a Genova e pro-vincia 2011 per area
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
Allo scopo di comprendere maggiormente le caratteristiche del settore turistico
di Genova, si suddivide il territorio in cinque aree territoriali omogenee, che rap-
presentano ambiti economicamente distinti (graf. 2.2.3). Nella città di Genova si
concentra il maggior numero di imprese con 4.128 unità, segue molto distanziata
l’area del Tigullio con 1.342 aziende, con 669 unità si trova l’entroterra, seguito
dal Golfo Paradiso con 257 aziende e per finire la Riviera di Ponente con 216 im-
prese.
Graf. 2.2.3 - Le imprese del turismo a Genova e provincia 2011 per area
17 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
18cap.2
Interessante e positivo è il trend (graf. 2.2.5) che le imprese del settore turistico
di Genova e provincia hanno registrato dal 2003, quando il loro numero era 4.953
unità, per poi passare a 5.407 nel 2006 e arrivare a quota 6.612 nel 2011, con un
incremento totale di 1.659 imprese. L’incremento è importante, infatti, se misu-
rato in percentuale, dal 2003 al 2006 le imprese hanno registrato una crescita del
9,2% e del 22,3% dal 2006 al 2011, arrivando al 33,5% di crescita per tutto il pe-
riodo compreso dal 2003 al 2011.
Graf. 2.2.5 - Numero delle imprese turistiche totali a Genova e
provincia 2003 - 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
Il trend positivo delle imprese turistiche può essere scomposto (graf. 2.2.6) per
singole aree territoriali e analizzarne il singolo andamento. Da questa scomposi-
zione si nota la crescita strepitosa di Genova che, se nel triennio 2003/2006 cresce
meno di tutte le altre, solo il 4%, nei cinque anni successivi registra un aumento
di 35 punti, che la portano ad una crescita totale 2003/2011 del 40%. Al secondo
posto c’è l’area del Tigullio, che nel primo periodo cresce del 17%, poi tra il 2006
e il 2011 l’aumento è del 12% per una crescita totale del 31%. Terza area per cre-
scita complessiva nel periodo 2003/2011 è la Riviera di Ponente con il 29%, ge-
nerato da un incremento del 18%. Al quarto posto il Golfo Paradiso che cresce
complessivamente del 25%. Ultima la zona dell’entroterra che da un incremento
positivo del 15% fino al 2006, passa a un decremento del 4% fino al 2011, limi-
tando la sua crescita complessiva all’11%. Da notare che Genova è l’unica zona
che presenta incrementi parziali crescenti mentre tutte le altre, con l’eccezione
dell’entroterra, registrano nel periodo 2006/2011 un rallentamento della crescita,
con tassi inferiori al periodo 2003/2006.
Graf. 2.2.6 - Variazione percentuale delle imprese turistiche totali a
Genova e provincia 2003 - 2011
Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati CCIAA di Genova
La crescita che le imprese turistiche hanno registrato (graf. 2.2.7) in questi anni,
ha fatto sì che la loro incidenza sul totale delle imprese operanti nella provincia
di Genova, passasse dal 7,3% nel 2003, al 7,8% nel 2006 fino al 9,2% del 2011.
Graf. 2.2.7 - Incidenza percentuale imprese turistiche di Genova su im-
prese totali 2003 - 2011
19 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
2.3 - Dinamica occupazionale
20cap.2
Il settore sottoposto all’indagine, ai fini delle rilevazioni Istat sugli occupati, è ri-
compreso nell’insieme degli occupati del commercio e occupati ho.re.ca., cioè
hotel, ristoranti e catering. Facendo riferimento a queste rilevazioni si può ana-
lizzare il trend registrato dall’occupazione dal 2005 al 2011 (graf. 2.3.1). Gli occu-
pati del 2005 erano 75.000 unità, ma l’anno seguente sono crollati a 70.000 per
risalire a 72.000 unità nel 2007, per ridiscendere a 70.000 nel 2008 e 72.000 nel
2009 e 2010. Nel 2011 sono, però, risaliti ed hanno superato il valore del 2005
per attestarsi a 76.000 unità.
Graf. 2.3.1 - Trend occupati commercio e ho.re.ca. Genova 2005 - 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Istat
L’andamento analizzato in valore assoluto è maggiormente comprensibile se è
misurato con le variazioni percentuali da un periodo all’altro (graf. 2.3.2). In tal
modo si rende immediatamente evidente la forte flessione degli occupati, -6,7%,
tra il 2005 e il 2006.
L’andamento altalenante del numero degli occupati si traduce in un incremento
del 2,9% tra il 2006 e il 2007 per poi registrare nuovamente un calo del -2,8% tra
il 2007 e il 2008, un successivo incremento del 2,9% tra il 2008 e il 2009, per atte-
starsi al medesimo valore tra il 2009 e il 2010 quando non si realizza nessuna va-
riazione. Il balzo in avanti riguarda la variazione tra il 2010 e il 2011, quando la
crescita raggiunge il 5,6%. Per tutto il periodo considerato, dal 2005 al 2011, gli
occupati crescono dell’1,3%.
Graf. 2.3.2 - Variazioni trend commercio e ho.re.ca. Genova 2005 - 2011
Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Istat
In termini di tipologia di occupati il settore ho.re.ca. (graf. 2.3.3) è composto dal
69% di dipendenti e un 31% di indipendenti, il che ne fa un settore dove la cate-
goria degli indipendenti è superiore di quasi 4 punti percentuali alla media pro-
vinciale di tutti i settori che è il 26,9%, e dove i lavoratori dipendenti sono inferiori
alla media provinciale, 73,1%, di poco più di 4 punti percentuali.
Graf. 2.3.3 - Occupati dipendenti e indipendenti ho.re.ca. Genova
21 cap.2
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Istat
Gli occupati totali (graf. 2.3.4) in provincia di Genova nel 2011 sono 354.000 unità,
suddivisi in 1.000 in agricoltura, 25.000 nelle costruzioni, 50.000 nell’industria,
76.000 nel commercio e ho.re.ca. e ben 202.000 nel settore dei servizi.
Graf. 2.3.4 - Occupati per settore Genova 2011
Il settore del turismo a Genova e provincia
22cap.2
Rapportando gli occupati dei singoli settori al numero di occupati totali della pro-
vincia si ottiene l’Indice di occupazione per settore (graf. 2.3.5). Oltre la metà degli
occupati di Genova e provincia, il 57,1%, appartiene al settore dei servizi, il 21,5%
degli occupati svolge attività nel settore del commercio e ho.re.ca., e questi due
dati testimoniano la spiccata terziarizzazione del territorio, mentre nell’industria
lavora solo il 14,1% degli occupati, nelle costruzioni il 7,1% e nell’agricoltura solo
lo 0,3%.
Graf. 2.3.5 - Indice di occupati per settore Genova 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Istat
Raffrontando i trend del numero degli occupati nei due settori (graf. 2.3.6) è pos-
sibile notare che il commercio rimane pressoché stabile, poiché passa dalle
54.000 unità del 2007, alle 52.000 del 2009 per tornare a 54.000 nel 2011; invece
l’ho.re.ca. ha un trend in crescita poiché passa da 18.000 unità del 2007, alle
20.000 nel 2009 fino alle 22.000 del 2011, con un incremento totale del 22%.
Graf. 2.3.6 - Numero occupati commercio e ho.re.ca. 2007 - 2011
Il settore del turismo a Genova e provincia
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Fonte: elaborazione RVConsulting da dati Inps
Il fatto che il settore ho.re.ca. presenti minori difficoltà rispetto al commercio lo
si può verificare affrontando i trend delle ore di CIG richieste dalle imprese in pro-
vincia di Genova (graf. 2.3.7). L’anno che sembra essere l’inizio della crisi è il 2009
dove entrambi i settori registrano una crescita esponenziale delle ore richieste,
quasi 159 mila, con incrementi del 544% per il commercio e non calcolabili per
l’ho.re.ca. che da zero ore è passata a quasi 40 mila ore. Gli anni successivi le ore
richieste dal commercio passano a quasi 310mila, con incremento del 95% e poi
a oltre 388mila con un incremento del 26%, per l’ho.re.ca. si passa a 80 mila ore,
con incremento del 101%, si arriva a quasi 90 mila con incremento del 12%. La
crescita, quindi, sembra fortunatamente avere perso la sua spinta iniziale.
Graf. 2.3.7 - Ore Cassa Integrazione Guadagni commercio e ho.re.ca.
2007 - 2011
23 cap.2Il settore del turismo a Genova e provincia
Cap. 3 Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
La ricerca ha scelto un focus che è composto da strutture ricettive alberghiere
che, come da definizione dell’art. 6 del Testo Unico del Turismo (L.R. 2 del 2008)
della legge regionale turismo, sono: le strutture ricettive che forniscono alloggio
ai clienti in non meno di sette unità abitative costituite da camere anche dotate
di eventuali locali e servizi accessori, con esclusione di cucina o posto-cottura,
purché posseggano i requisiti tecnici ed igienico-sanitari e forniscano i servizi pre-
visti dallo specifico regolamento. Il campione è stato suddiviso in base alla clas-
sificazione delle strutture alberghiere (graf. 3.1) e comprende il 4% di alberghi
cinque stelle, il 21% di quattro stelle, il 39% di tre stelle, 24% di due stelle, 8% a
una stella, 2% locande e il 2% di residenze turistiche alberghiere. Mediamente le
strutture ricettive del campione hanno 88,9 posti letto ciascuna.
Graf. 3.1 - Tipologia del campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
24cap.3 Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Il principale servizio accessorio fornito dalle aziende del campione (graf. 3.2) è il
parcheggio, che è offerto dall’85% degli alberghi, seguito dal servizio di ristora-
zione che si trova nel 78% degli alberghi. Il servizio di sala congressi e della piscina
sono rispettivamente terzo e quarto ma molto distanziati con, rispettivamente,
un 25% ed un 22% delle strutture. Ancora più distanziati i servizi di spa/fitness,
nel 10% delle strutture, giardino e stabilimento balneare, 8%, ed ultimo lo sport
presente nel 5% degli alberghi.
Graf. 3.2 - Principali servizi accessori
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Gli alberghi del campione sono una realtà consolidata del panorama imprendito-
riale genovese, (graf. 3.3) infatti, ben il 54% delle strutture nasce prima degli anni
ottanta e ben il 21% addirittura prima del 1960. Dopo gli anni ’80 ha iniziato l’atti-
vità il 46% degli alberghi e, in particolare, ben il 25% dopo il 2000 e questa sembra
essere una conferma della crescita del settore turistico in città e provincia nell’ul-
timo decennio.
Graf. 3.3 - Anno di inizio attività
25 cap.3Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Una certa tradizione di continuità generazionale (graf. 3.4) sembra caratterizzare
le imprese del campione che sono ereditate nel 45% dei casi contro un 55% che
non presenta tale caratteristica. Questo dato è coerente con il fatto che buona
parte delle imprese siano presenti sul territorio già dagli anni 60’.
Graf. 3.4 - Ereditarietà dell’impresa
La continuità generazionale per le imprese del campione (graf. 3.5) sembra con-
fermata poiché nel 42% delle stesse vi lavorano i figli contro un 58% nelle quali
non sono presenti.
Graf. 3.5 - Figli in azienda
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
26cap.3 Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Il 70% di chi svolge attività nell’azienda di famiglia lo fa per scelta, solo l’11% è lì
perché non trova altra occupazione, mentre un altro 19% lo fa per altri motivi o
non ha indicato una motivazione certa.
Graf. 3.6 - Motivi per cui i figli lavorano nelle aziende dei genitori
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Una misura della dimensione delle imprese è il suo fatturato (graf. 3.7) e, in base
a tale parametro, ben il 71% delle imprese ha registrato nel 2010, un fatturato
fino ad un milione di euro, mentre il 29% sta tra il milione ed i dieci milioni di
euro. La fascia più numerosa, che concentra il 29% del campione, è la prima, fino
a duecentocinquantamila euro. Le imprese del campione, quindi, si situano pre-
valentemente nella classe delle PMI.
Graf. 3.7 - Fatturato 2010
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L’andamento del fatturato (graf. 3.8) presenta una situazione che rispecchia l’an-
damento della crisi economica che interessa tutta l’Europa. Rispetto al momento
della somministrazione del questionario (fine 2011), le imprese forniscono dati
storici (2010), dati quasi totalmente definiti (2011) e dati previsionali 2012. Se il
numero delle imprese che registrano un andamento “stabile” subisce una dimi-
nuzione, comunque contenuta, dal 49% nel 2010, per passare a un 45% nel 2011,
per poi attestarsi a un 46% di imprese per il 2012, gli andamenti aumentato/au-
menterà e diminuito /diminuirà, registrano un andamento opposto tra loro. In-
fatti, nel 2010, i due valori sono molto vicini, 24% aumentato e 27% diminuito,
nel 2011 la situazione migliora con un 35% di aumento e un 20% di diminuito ma,
nelle previsioni 2012, la situazione precipita drammaticamente poiché solo il 7%
delle imprese prevede un aumento del fatturato mentre ben il 47% prevede una
diminuzione.
Graf. 3.8 - Andamento fatturato negli anni 2010-2011-2012
27 cap.3Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
Le imprese del campione (graf. 3.9) sono ancora largamente dirette dalla compo-
nente maschile, come si verifica per il 67% delle stesse. La dirigenza femminile
interessa solo il 27% del campione mentre un 6% dello stesso presenta una lea-
dership mista.
Graf. 3.9 - Chi dirige l’azienda
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
28cap.3 Le imprese dell’alberghiero a Genova e il focus di ricerca
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Ben il 93% delle imprese (graf. 3.10) ha apertura annuale contro un 7% che è, in-
vece, stagionale con un’apertura media, in quest’ultimo caso, di 9 mesi. Genova,
quindi, e la sua provincia, nonostante la vocazione anche balneare, presentano
una bassa stagionalità.
Graf. 3.10 - Apertura
29
Cap. 4 Occupazione
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Fonte: Elaborazione RVConsulting da indagine campione
L’occupazione femminile (graf. 4.2) si delinea pari al 49%, di qualche punto supe-
riore alla media dell’occupazione femminile per tutte le attività (45%).
Graf. 4.2 - Genere occupati (rif. anno 2011)
Le imprese dell’alberghiero in provincia di Genova appaiono più strutturate di
molte altre imprese del comparto turistico e, seppur mediamente, riflettono una
realtà di piccola impresa evidenziando una media di dipendenti per azienda pari
a 18 unità.
cap.4Occupazione
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$ $ $ $Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
La tipologia dell’occupazione (graf. 4.1) mostra una prevalenza di dipendenti
(87%) rispetto agli indipendenti (13%) in linea quasi al rapporto che troviamo nei
comparti industriali e, comunque, ben superiore alla media di tutti i settori in cui
l’occupazione dipendente è pari al 73% del totale.
Graf. 4.1 - Tipologia occupati (rif. anno 2011)
La quantità dei dipendenti impiegati negli alberghi non è uniforme durante tutto
il corso dell’anno. Infatti, se misuriamo questo valore in percentuale nel corso dei
vari mesi (graf. 4.3) e rispetto al valore massimo del 100% dell’impiego che si re-
gistra nel mese di luglio, abbiamo una situazione fortemente variabile, caratte-
rizzata da un periodo estivo di massima intensità mentre da novembre a marzo
la quantità di dipendenti non supera mai il 70% del massimo impiego estivo. Ciò
si verifica nonostante vi sia una notevole presenza di alberghi nel contesto me-
tropolitano di Genova.
Graf. 4.3 - Quantità dipendenti per mese (rif. anno 2011)
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
30cap.4 Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
E’ interessante osservare (graf. 4.4) la ripartizione dei dipendenti assunti per mese
suddivisi fra tempo indeterminato e tempo determinato (che comprende anche
i lavoratori stagionali). Si vede, anche in questo caso, un prevalere della stagio-
nalità dell’occupazione. La forza lavoro è, infatti, suddivisa in modo paritetico fra
le due tipologie (50% e 50%) nei mesi di luglio e agosto (in pratica da giugno a
settembre) mentre da novembre a marzo i lavoratori a tempo determinato dimi-
nuiscono fino a coprire quote di poco più del 20% (22% a gennaio e 21% a dicem-
bre).
Graf. 4.4 - Tipologia dipendenti per mese (rif. anno 2011)
31 cap.4Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Rispetto alle qualifiche, come da database statistico utilizzato da ISTAT e INPS,
nelle imprese alberghiere del nostro campione non abbiamo dipendenti con la
qualifica di dirigenti (graf. 4.5); i quadri (nei quali sono ricompresi alcuni dei di-
rettori delle strutture) sono solo il 2%, così come la quota degli apprendisti, men-
tre il personale impiegatizio rappresenta il 25% della forza lavoro alle dipendenze.
La quota ampiamente maggioritaria, però, ricade nella categoria ‘operai’, con il
71% del totale.
Graf. 4.5 - Qualifica dei dipendenti (rif. anno 2011)
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
La forza lavoro degli alberghi di Genova e provincia è piuttosto giovane, infatti, i
dipendenti nella fascia di età compresa fra i 30 e i 49 anni (graf. 4.6) sono il 65%.
Il 18%, invece, ha meno di 29 anni e il 17% è compreso fra i 50 e i 65 anni.
Graf. 4.6 - Dipendenti per classi d’età (rif. anno 2011)
Nel corso di questi anni abbiamo avuto la percezione che nel settore del turismo
in Italia fosse aumentata la presenza di personale straniero, ovviamente con re-
golare permesso di soggiorno.
Negli alberghi della provincia di Genova (graf. 4.7) la quota di lavoratori stranieri
presenti è del 10%.
Per quanto riguarda, invece, la composizione del personale straniero questi lavo-
ratori provengono dai paesi dell’Unione Europea nel 32% dei casi e da quelli ex-
tracomunitari nel 68% dei casi.
La presenza di questo tipo di dipendenti, generalmente, è più presente a livelli
funzionali poco elevati (es. pulizia camere, personale di cucina di supporto, ecc.),
ma riveste importanza comunque, oltre come dato sociale, anche sotto il profilo
gestionale in termini di conoscenza della lingua italiana, di sicurezza sul lavoro,
di comportamenti e abitudini sul luogo di lavoro con gli altri colleghi, di processi
formativi, ecc.
La progressiva multietnicità dei lavoratori sembra ormai un dato acquisito per
queste imprese, l’eventuale criticità (e le conseguenti politiche del lavoro) è come
governare questo processo come imprese e come parti sociali.
Graf. 4.7 - Il personale straniero
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
32cap.4 Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Quasi la metà (48%) delle imprese alberghiere fa ricorso al lavoro straordinario
(graf. 4.8).
Graf. 4.8 - Lavoro straordinario
33 cap.4Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda l’utilizzo del part-time (graf. 4.9), il 66% delle imprese ricorre
ad esso e la percentuale dei lavoratori con questa forma contrattuale è, in tali
aziende, del 37%.
Graf. 4.9 - Lavoro part-time
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Rispetto alle varie forme di part-time utilizzabili, quella più impiegata (graf. 4.10)
risulta essere il part-time orizzontale (61% delle imprese). Il 27% usufruisce di
una forma mista mentre, invece, quello verticale è poco sfruttato (5% delle im-
prese). Il 7% non indica alcuna forma.
Graf. 4.10 - Forma di part-time utilizzato
34cap.4 Occupazione
Tra coloro che utilizzano il part-time orizzontale (61%) il 22% fa ricorso al lavoro
supplementare (graf 4.11).
Graf. 4.11 - Lavoro supplementare
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Gli albergatori di Genova e provincia si avvalgono anche di altre forme contrattuali
e di lavoro (graf. 4.12) e, fra queste, quella più usata (nel 53% delle imprese) è il
lavoro a chiamata. Si usufruisce anche del lavoro extra e di surroga (25%) e del
lavoro temporaneo (23%). I contratti di apprendistato sono scelti dal 29% delle
imprese e il 24% ha lavoratori studenti con convenzione scolastica. I tirocini sono
impiegati solo dal 12% delle aziende. Sono poco in uso i contratti a progetto (7%)
e i voucher lavorativi (5%), questi ultimi, forse, più applicati dal comparto pubblici
esercizi. Per nulla adottati il lavoro ripartito e i contratti d’inserimento.
Graf. 4.12 - Altre forme di lavoro
35 cap.4Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Il ricorso a personale d’imprese esterne per lo svolgimento di alcune fasi del pro-
cesso produttivo (graf. 4.13) è una prassi ormai consolidata nel 38% del comparto
alberghiero.
Graf. 4.13 - Lavoro personale imprese esterne
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Se andiamo a verificare quali sono i servizi per i quali le imprese del campione
utilizzano il personale d’imprese esterne (graf. 4.14), vediamo che il servizio di
pulizia è quello ampiamente prevalente (60%). Seguono poi la lavanderia (20%)
anche se, in questo specifico caso, le imprese hanno affidato il servizio comple-
tamente all’esterno e la manutenzione (16%). In minor misura (4%) ci sono altri
servizi quali: giardinaggio, salvataggio (per gli alberghi marini e /o con piscina),
ascensori/parcheggi, colazioni e sicurezza.
Graf. 4.14 - Servizi personale imprese esterne
36cap.4 Occupazione
In questa realtà territoriale abbiamo imprese che, di fronte ad una forte compo-
nente stagionale del lavoro, registrano un basso turnover di personale (graf. 4.15).
Sono state, infatti, ben il 74% le imprese che nel 2011 hanno mantenuto lo stesso
personale dell’anno precedente. Inoltre, tra il 26% di coloro che non l’hanno man-
tenuto, la percentuale di personale cambiato è solo dell’11%.
Graf. 4.15 - Turnover personale
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda l’andamento del personale rispetto all’anno precedente (graf.
4.16), sia verificato (2010 e 2011), sia previsto (2012), sono evidenti i segnali di
una congiuntura economica sfavorevole che si prolunga nel corso degli anni e che
mostra il suo effetto anche sul mantenimento dei livelli occupazionali degli anni
precedenti. Come si può notare, infatti, nel 2011 la percentuale delle imprese
che attesta una diminuzione del personale passa dal 13% al 16% con un dato ten-
denziale ancora più negativo nel 2012 pari al 25%. Questo fenomeno va a scapito
di una certa stabilità dell’occupazione del settore che si è registrata in quest’area
che, purtroppo, passa dall’82% nel 2010 al 72% nel 2012. Certamente dati non
drammatici ma che se correlati ad altri indicatori (per esempio l’aumento delle
ore di cassa integrazione nel settore e una certa stagnazione dei flussi di do-
manda) devono far riflettere ed essere sottoposti all’attenzione della governance
turistica territoriale.
Graf. 4.16 - Andamento del personale (trend 2010-2012)
37 cap.4Occupazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Fra i servizi proposti ai propri lavoratori, l’alloggio (graf. 4.17) è offerto dal 20%
delle imprese.
Graf. 4.17 - Alloggio ai lavoratori
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Le imprese dichiarano di avere difficoltà a reperire personale sul mercato (graf.
4.18) nel 29% dei casi.
Graf. 4.18 - Reperimento del personale
38cap.4 Occupazione
La maggiore difficoltà nel reperimento del personale (graf. 4.19) risulta essere
quella della mancanza di qualificazione necessaria, evidenziata dal 60% delle im-
prese che hanno manifestato difficoltà e che mostra la necessità di rafforzare il
sistema delle competenze nel settore.
In parte, questo dato, è confermato da un altro fattore riportato (45% delle im-
prese) cioè quello della mancanza di figure professionali nel contesto di riferi-
mento territoriale che segnala attenzione nell’orientare la formazione al lavoro.
Anche la mancanza di persone disponibili, espressa dal 40% del campione, è causa
significativa e tale dato si collega al fatto ‘culturale’ della adattabilità dei giovani
a settori come quello del turismo in cui i propri periodi di lavoro più intenso coin-
cidono con quelli di maggiore vacanza della clientela.
Fra le motivazioni segue, infine, (25% delle imprese) quella di ritenere i livelli re-
tributivi troppo bassi.
Graf. 4.19 - Difficoltà di reperimento
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Gli imprenditori alberghieri hanno poca fiducia e scarsa abitudine a utilizzare se-
lezionatori esterni specializzati e, infatti, la selezione del personale è effettuata
sempre all’interno dell’azienda (100% dei casi).
Questo si rivela anche nell’esame delle modalità di ricerca del personale (graf.
4.20) operate dall’azienda.
Predomina (nel 79% dei casi) la conoscenza diretta a cui seguono la presentazione
di curricula (57% delle imprese) e la segnalazione di altri colleghi (indicato dal
48% degli intervistati).
E’ evidente, quindi, che il metodo diretto ‘face to face’, sostanzialmente interno
all’impresa (e proprio dell’imprenditore) prevalga abbondantemente rispetto ad
altre modalità, quali le scuole e gli istituti di formazione (25%), gli annunci sui
giornali (18%), i centri per l’impiego (13%) e via via gli altri strumenti ancora sot-
toutilizzati.
Graf. 4.20 - Modalità di ricerca del personale
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda i criteri di selezione del personale (graf. 4.21), le imprese
puntano prevalentemente sulle competenze tecnico-professionali segnalate
dall’80% del campione a testimonianza che il ‘lavoro competente’, prima di tutto,
è il fattore di successo per l’impresa e di occupabilità per il lavoratore.
Anche gli anni di esperienza di lavoro nel settore (44%) sono un fattore piuttosto
significativo; seguono il livello scolastico-culturale (20%), le agevolazioni contri-
butive (11%) e altri fattori non discriminanti. In particolare, fra questi, è interes-
sante segnalare come il genere non rappresenta un criterio di selezione per
nessuna delle imprese.
Graf. 4.21 - Criteri di selezione del personale
cap.4Occupazione
Cap. 5 Formazione e competenze
Le imprese, in larga parte, (per il 70%) reputano che la preparazione dei lavoratori
assunti al primo impiego (in pratica i giovani che escono dalle scuole ed entrano
nel mondo del lavoro) non sia adeguata (graf. 5.1).
Il rapporto scuola-lavoro deve essere assolutamente migliorato se, nello specifico,
le imprese del comparto alberghiero ritengono che il livello di preparazione pro-
fessionale per il settore dato dalle scuole abbia un valore di 2,7 su una scala da 1
a 5 (con 5 valore massimo).
Graf. 5.1 - La preparazione al primo impiego
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40cap.5 Formazione e competenze
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Vi è una certa consapevolezza anche circa l’importanza della conoscenza nell’atti-
vità lavorativa che si manifesta dal fatto che l’84% delle imprese ritiene utili i corsi
di formazione (graf. 5.2). Nel 16%, però, permane un giudizio negativo.
Graf. 5.2 - L’utilità della formazione
41 cap.5Formazione e competenze
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda la programmazione delle iniziative di formazione (graf. 5.3),
le imprese alberghiere, tutto sommato, hanno un atteggiamento fattivo rispetto
alla formazione poiché il 26% compie attività con regolarità e un altro 42% la rea-
lizza in maniera occasionale.
Rimane, purtroppo, un 15% d’imprese che non fa mai formazione e un 17% che
non l’ha ancora attuata, ma l’ha messa in programma.
Graf. 5.3 - La programmazione della formazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda la formazione sulle norme contrattuali e legislative che di-
sciplinano l’attività e il rapporto di lavoro (graf. 5.4), da parte delle imprese del
comparto vi è disponibilità in circa la metà di esse (51%, di cui 31% le ha svolte,
17% le farà e 3% le ha realizzate e le ripeterà). Rimane ancora un 49% che non ha
intenzione di attuare questo tipo di formazione.
Graf. 5.4 - La formazione su norme contrattuali e legislative
Per quanto riguarda il tempo da dedicare alla formazione mediamente ogni anno
(graf. 5.5), sia per il singolo dipendente, sia per l’imprenditore, la maggior parte
delle imprese (50% e 47% nei rispettivi casi) ritiene sufficiente un massimo di 10
ore. Un’altra quota del 28% per il lavoratore e del 15% per l’imprenditore, ipotizza
fino a 20 ore. Un’attività formativa annua fra le 20 e le 30 ore è segnalata dal 16%
per il lavoratore e dal 18% per l’imprenditore. Sono, invece, pochi (il 6% e il 12%
rispettivamente) coloro che ritengono che, per acquisire le necessarie conoscenze
di aggiornamento, si debba dedicare un tempo medio annuo alle attività forma-
tive che vada, almeno, da 30 a 40 ore.
Interessante, però, come segnale è che un 8% delle imprese ritiene opportuna
una formazione annua di oltre 40 ore solo per gli imprenditori. Inoltre, si nota
che le imprese segnalano, in genere, i tempi più lunghi come quelli più necessari
alla formazione imprenditoriale rispetto a quella degli addetti.
Per certi aspetti, anche nel comparto alberghiero, così come nel complesso delle
attività del terziario, sembra che dedicare tempo alla formazione comporti qual-
che impedimento all’attività dell’impresa e, inoltre, il tempo considerato suffi-
ciente da almeno la metà delle imprese appare incoerente rispetto all’importanza
che le stesse imprese hanno dato alla competenza tecnico-professionale del la-
Graf. 5.5 - Il tempo per la formazione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Un’altra forte indicazione che emerge da questa ricerca è quella relativa alla mo-
dalità formativa (graf. 5.6). Le imprese reputano che la più alta efficacia sia rag-
giunta con la formazione sul luogo di lavoro, sia con affiancamento ad un
lavoratore esperto (valore 4,5 su una scala da 1 a 5) sia con il coaching individuale
(valore 4). L’impresa, quindi, come luogo della formazione e ciò fornisce un’indi-
cazione utile per la progettualità e la gestione delle regole e dei processi di for-
mazione continua.
Graf. 5.6 - L’efficacia delle modalità formative
42cap.5 Formazione e competenze
voratore, anche come principale criterio di assunzione.
E’ ovvio, comunque, che in qualche modo sia necessario ripensare i tempi della
formazione affinché sia sufficiente per acquisire le necessarie e opportune cono-
scenze e affinché non gravi troppo sui processi produttivi in corso durante l’attività
dell’impresa, in particolare per il comparto alberghiero soggetto, in quest’area, a
una forte stagionalità dell’occupazione.
43 cap.5Formazione e competenze
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
L’indagine ci dice anche quali sono le competenze più importanti per le imprese
(graf. 5.7). Utilizzando una scala da 1 a 10 (come i voti scolastici) si nota che pra-
ticamente a tutte le competenze sono assegnati valori alti (dal 7 in su) e si trovano
nello spazio di circa solo due punti fra il minimo ed il massimo valore. Fra tutte è
la gestione aziendale (voto 8,9) ad ottenere il punteggio più alto ma anche le com-
petenze in materia di sicurezza oltrepassano il livello distinto (8,5) così come, in
un mercato a forte domanda internazionale, le competenze linguistiche (8,3).
Graf. 5.7 - Le competenze più importanti
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Interessante è anche verificare quali siano le competenze più presenti all’interno
delle imprese (graf. 5.8) cioè, sempre utilizzando una scala da 1 a 10, rilevare
quanto l’impresa si ritenga preparata rispetto a quella competenza.
Come si nota, in questo caso, sono tre le competenze che superano il livello 7.
Quella riguardante la materia salute e sicurezza per la quale esistono obblighi for-
mativi di legge, ottiene il valore più alto (8,2). Dal 7 in su anche la produzione/ero-
gazione dei servizi (7) e la conoscenza del contesto lavorativo in termini normativi
(7,6). Le altre competenze decrescono, in genere, fino ad arrivare a un valore di
poco superiore alla sufficienza e, infine, quella di marketing ottiene un punteggio
lievemente insufficiente (5,7).
Graf. 5.8 - Le competenze più presenti
Di una certa importanza è la misurazione del gap formativo assoluto (graf. 5.9),
come differenza percentuale fra la presenza massima ottimale di quella specifica
competenza e la sua presenza indicata dall’impresa stessa.
Il marketing, per esempio, pur non essendo considerato la competenza con la
massima importanza (voto 7 su 10), è quella che mostra il gap più evidente (43%)
ed è la conoscenza sulla quale bisognerebbe intervenire in primo luogo. Seguono
anche la tutela ambientale e il risparmio energetico (38% di gap assoluto), le co-
noscenze utili ad una migliore gestione e competitività dell’impresa quali conta-
bilità e finanza (34%) e gestione aziendale stessa (32%), l’informatica e le lingue
straniere a pari merito (31%) e via dicendo.
Da tenere presente che il gap assoluto va sempre riferito all’importanza della
competenza stessa.
Graf. 5.9 - Il gap formativo
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Venendo, invece, agli strumenti per agevolare i processi di formazione continua,
la partita dei fondi interprofessionali non è giocata molto bene dalle imprese del
comparto alberghiero genovese (graf. 5.10).
Infatti, solo il 18% di queste ultime aderisce a un fondo mentre, invece, il 42%
non è aderente e ben il 40% afferma di non sapere, valore che ancora una volta
evidenzia il problema dell’informazione a tal riguardo.
Graf. 5.10 - L’adesione ai fondi interprofessionali di formazione continua
44cap.5 Formazione e competenze
Cap. 6 Mercato e stagionalità
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Fonte: Elaborazione RVConsulting da indagine campione
E’ interessante, nell’approccio alle problematiche tipiche della bilateralità e che
trovano spunti di riflessione nei dati forniti dall’Osservatorio, indagare (graf. 6.2)
il raffronto tra occupazione camere e quantità di lavoro (dato già indicato e com-
mentato nel capitolo 4 dedicato all’occupazione), sempre espresso mensilmente
e riferito all’annualità 2011. Se prendiamo, per esempio, il periodo che va da mag-
gio a ottobre, si evidenzia che, a fronte di un differenziale di tasso occupazione
camere rispetto al valore massimo teorico (100%) che va dal 40% (maggio) al 17%
(agosto), abbiamo che, lo stesso differenziale per la quantità di dipendenti, oscilla
fra circa il 9% a maggio e intorno allo 0% nei mesi di luglio, agosto e settembre. I
valori più diversificati nel confronto, durante l’alta stagione, si registrano nei mesi
di maggio (differenza 31,2%), giugno (differenza 30,5%) e settembre (differenza
28,9%).
Graf. 6.2 - Confronto occupazione camere e Q lavoro (dipendenti)
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Parliamo di mercato partendo da un indicatore di risultato per l’impresa alber-
ghiera, quello del tasso di occupazione camere (graf. 6.1) espresso mensilmente
nel corso dell’anno 2011 (l’ultimo di riferimento).
Si nota immediatamente la stagionalità del flusso turistico su queste destinazioni
concentrato in prevalenza nella stagione estiva durante la quale le camere dei
nostri alberghi mostrano tassi superiori al 60% con la punta massima dell’83% re-
gistrata ad agosto. Nel periodo invernale, invece, l’occupazione delle camere cala
bruscamente fino al dato medio di febbraio pari al 31%. Rispetto alla media degli
alberghi di tutta la Liguria, la situazione della provincia di Genova, pur seguendo
lo stesso andamento della curva temporale dei tassi di occupazione, mostra un
dato più positivo per quanto riguarda il periodo primaverile e autunnale. Nel
primo caso abbiamo un mese di maggio, per esempio, in cui nell’ambito genovese
si segnala un’occupazione del 60% a fronte di un tasso regionale del 47,3% (ad
aprile 57% contro 44,4% regionale). In ottobre abbiamo a Genova e provincia un
tasso del 63% contro uno ligure del 45,6% (a settembre ben 71% contro 57,7%).
Questo dimostra che, vuoi per una serie d’iniziative a Genova e Riviera, vuoi per
una certa caratteristica dell’offerta metropolitana, il processo di destagionalizza-
zione del flusso turistico in questa provincia è più avanzato rispetto a ciò che av-
viene mediamente nell’intero territorio ligure.
Graf. 6.1 - Occupazione camere
45 cap.6Mercato e stagionalità
Abbiamo chiesto al nostro campione la definizione del loro flusso turistico azien-
dale in base alle presenze e, dall’indagine (graf. 6.3), emerge che su 100 notti 62
sono trascorse da clienti italiani e 38 da clienti stranieri. Tale dato si discosta di
due soli punti percentuali dalla media elaborata sulle presenze di tutte le strutture
ricettive genovesi, 60% italiani e 40% stranieri (vedi graf. 2.1.5).
Graf. 6.3 - Profilo flusso ricettivo 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Secondo le aziende intervistate, la clientela è risultata essere (graf. 6.4), nel 2010
rispetto al 2009, stabile nel 51% dei casi, diminuita nel 28% dei casi, aumentata
nel 21% dei casi. Nel 2011 rispetto al 2010 stabile nel 52% dei casi, diminuita nel
24% dei casi, aumentata nel 24% dei casi.
La percezione circa l’andamento dei clienti, per quanto riguarda la prossima sta-
gione, conferma una situazione di stabilità per il 2012 (53%) rispetto al 2011 ma
ben il 42% delle imprese, nel 2012, prevede una diminuzione dei clienti. La pre-
visione di aumento della clientela è, invece, solo del 5%.
Graf. 6.4 - Andamento della clientela 2010, 2011, 2012
46cap.6 Mercato e stagionalità
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Abbiamo visto che le presenze del nostro campione provengono dall’Italia nel
62% dei casi e dall’estero nel 38% (graf. 6.3). Più in particolare, i mercati che sono
riconosciuti come principali dalle aziende sono, infatti, l’Italia al primo posto,
segue la Francia e, al terzo posto, la Germania. Tra i paesi di provenienza della
clientela cominciano a destare attenzione e interesse gli Stati Uniti, la Svizzera e
la Russia.
Graf. 6.5 - Primi tre paesi di provenienza della clientela
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
I dati espressi nel grafico 6.6 avvalorano l’ipotesi che si stia facendo sempre più
strada la consapevolezza circa le potenzialità dello strumento internet in questo
specifico settore. Infatti, la quasi totalità delle aziende del campione, ben il 94%,
afferma di utilizzare sistemi di prenotazione online.
Graf. 6.6 - Effettua prenotazioni BOL
47 cap.6Mercato e stagionalità
La quota di clientela intermediata, attraverso i sistemi di booking on line, nel 2010
è stata del 27%, nel 2011 è stata del 33%.
Graf. 6.7 - Sistema BOL e quota clientela 2010 e 2011
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Dal grafico 6.8 risulta che il 74% delle imprese dichiara di aver acquisito clienti e
il 35% asserisce di aver aumentato il fatturato. L’11% afferma che l’avvento di in-
ternet non abbia apportato effetto alcuno sull’impresa, solo il 3% attesta di aver
perduto fatturato.
Graf. 6.8 - Effetto internet su impresa
48cap.6 Mercato e stagionalità
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Le imprese (graf. 6.9) ritengono che, in primis, il fattore che più condiziona la sta-
gionalità sia, giocoforza, la posizione geografica, il luogo, la zona in cui l’impresa
stessa è localizzata nell’84% dei casi e attribuiscono a tale elemento un’impor-
tanza di 3,6 (scala Likert 1 min - 5 max). Segue la domanda di mercato con il 74%
delle risposte con importanza 3,5. Il terzo fattore che influisce sulla stagionalità è
identificato con il tipo di prodotto o servizio offerto nel 69% dei casi e il valore at-
tribuito è 2,4. I servizi di mobilità efficienti e la flessibilità del mercato del lavoro
ottengono entrambi il 48% delle risposte ma si differenziano per importanza, 1,7
al primo, 1,2 al secondo. L’indisponibilità del mio personale ottiene il 39% delle
risposte ma l’importanza attribuita è minima, solo lo 0,7.
Graf. 6.9 - Fattori condizionanti la stagionalità
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Tra le principali azioni per prolungare la stagione turistica e favorire la destagio-
nalizzazione che sono state individuate dalle aziende del campione c’è, al primo
posto, l’organizzazione eventi, manifestazioni, congressi, al secondo posto l’in-
cremento delle attività di promozione e, al terzo posto, il miglioramento delle in-
frastrutture.
Graf. 6.10 - Azioni per favorire la destagionalizzazione
49 cap.6Mercato e stagionalità
Cap. 7 Governance
Alle imprese scelte per il focus è stato chiesto di attribuire un valore da 1 a 5
(scala Likert) all’incidenza che alcune variabili esterne hanno sulla gestione azien-
dale. Variabili esterne alle imprese perché definite e/o influenzate da coloro che
definiscono il sistema di regole (governance) che disciplina la gestione dell’im-
presa medesima. Il valore massimo attribuito, 4,7 (graf. 7.1) è riservato alla pro-
mozione del territorio, inteso come destinazione turistica, ed è una reazione
naturale perché nei periodi in cui si registrano cali di arrivi e di presenze gli ope-
ratori sentono maggiormente la necessità di promuovere la destinazione con ap-
posite politiche di marketing. Al secondo posto come importanza, con valore 4,3,
troviamo la pulizia e arredo urbano e mobilità, intesa come viabilità, parcheggi e
collegamenti.
Ciò è sintomo dell’importanza che hanno le infrastrutture di collegamento per il
turismo poiché, per usufruire del servizio erogato dall’impresa, il turista deve rag-
giungerla. Anche il decoro urbano ha un valore alto perché è elemento necessario
affinché una destinazione sia all’altezza delle aspettative del turista che sarà in
tal modo pienamente soddisfatto della scelta effettuata. Con un valore di 4,2
segue la concorrenza fra le imprese, poi con 3,8 le normative del settore, con 3,4
il ruolo degli enti locali. Un valore sorprendentemente basso, 3,2, è attribuito alla
Graf. 7.1 - Incidenza delle variabili esterne all’impresa
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
50cap.7 Governance
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Come attori del sistema della governance del turismo, alle imprese del campione
è stato chiesto di dare indicazioni agli enti locali sulle azioni da attuare per rispon-
dere alle esigenze di gestione aziendale delle imprese medesime. L’84% delle im-
prese (graf. 7.2) ritiene che gli enti locali dovrebbero fare marketing territoriale
e che l’efficacia di tali interventi, come già nella precedente domanda, raggiunge
il valore massimo di 4,7. Segue un 79% di imprese che individuano come oppor-
tuni interventi volti alla semplificazione della burocrazia, assegnando un’efficacia
di 4,2. Un’efficacia maggiore, 4,4, è riconosciuta agli incentivi alle imprese ma le
imprese che li ritengono importanti sono il 76% del campione. Gli interventi che
utilizzano la leva fiscale o strumenti quali norme e regolamenti sono giudicati
meno efficaci, solo 4,2 e sono considerati importanti rispettivamente dal 73% e
dal 63% delle imprese del campione.
Graf. 7.2 - Importanza ed efficacia degli interventi degli enti locali
tutela ambientale, sottovalutando l’importanza per la domanda turistica di pra-
tiche che rispettino e tutelino l’ambiente nel quale opera l’impresa medesima.
51
Cap. 8 Mappa degli indicatori di produttività
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Fonte: Elaborazione RVConsulting da indagine campione
Per quanto riguarda gli investimenti strutturali (graf. 8.1) si nota progressiva sta-
bilità degli interventi, passando da un 54% delle imprese che nel 2010 avevano
effettuato gli stessi investimenti dell’anno precedente ad un 66% che saranno in
questa condizione nel 2012, rispetto al 2011. Nel corso del triennio si riduce molto
(in pratica si dimezza) la tendenza all’incremento andando dal 36% delle imprese
nel 2010 al 18% nel 2012.
Graf. 8.1- Investimenti strutturaliPer la prima volta a Genova, in questo focus sul settore alberghiero, abbiamo
indagato presso le imprese la dinamica temporale (ciò che sta accadendo nel
tempo) relativa a una serie di indicatori di produttività. In particolare, per non
complicare troppo le cose, in accordo con il Comitato di Pilotaggio dell’Osserva-
torio Turismo, sono stati individuati nove indicatori, di cui cinque possono essere
definiti di strategia (investimenti strutturali, marketing, innovazione tecnologica,
nuovi prodotti/processi, formazione) e quattro più prettamente di risultato (ar-
rivi, presenze, occupazione camere, ricavo medio a presenza).
Il periodo temporale traguardato è di tre annualità: 2010, 2011, 2012 e le im-
prese nell’anno specifico hanno risposto in riferimento all’anno precedente, di-
cendo se quell’indicatore fosse stato incrementato, rimasto stabile o diminuito
(in pratica misura il differenziale). Avendo risposto nel 2011, il valore dell’indi-
catore nel 2012 è ovviamente un’indicazione di prospettiva e pianificazione da
parte delle imprese stesse.
Gli indicatori hanno un valore già considerati singolarmente ma è anche interes-
sante raffrontare alcuni di loro che dimostrano una sorta di causa-effetto fra le
azioni e i risultati delle imprese alberghiere.
cap.8Mappa degli indicatori di produttività
Di diverso andamento, invece, le attività di marketing (graf. 8.2) dove si nota una
progressiva segmentazione dei comportamenti e delle strategie da parte delle
imprese. Nel corso degli anni, infatti, si vede una diminuzione della stabilità (da
71% al 58% delle imprese), cresce la percentuale di decremento e cresce pure
quella di incremento, sempre rispetto all’anno precedente. Questo porta per il
2012, forse anche come segno della congiuntura economica del periodo, le im-
prese alberghiere a prevedere un aumento delle attività nel 32% dei casi (in pra-
tica una su tre) a fronte comunque di un 10% di esse che diminuirà queste attività.
Graf. 8.2 - Attività di marketing
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
In merito all’innovazione tecnologica (graf. 8.3) il biennio 2010 e 2011 ha visto
una propensione all’investimento tracciando un incremento delle attività dal 26%
al 36% delle imprese. Minore spinta all’innovazione però in futuro anche se c’è
sempre una bella quota del 30% per l’incremento, sia per l’incertezza del mercato,
sia perché, forse, molte imprese hanno già realizzato questo tipo d’interventi dai
quali si aspettano i risultati.
Graf. 8.3 - Innovazione tecnologica
52cap.8 Mappa degli indicatori di produttività
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Più stabili, invece, le imprese alberghiere di Genova e provincia sul fronte dell’in-
novazione di prodotto/processo (graf. 8.4) che mantengono una quota attorno
all’80% nel corso dei vari anni. Anzi, nel 2012, vi è la previsione di un maggior de-
cremento (7%) ed un minor incremento (12%) in una situazione nella quale, in-
vece, sarebbe importante che le imprese avessero l’opportunità data dal mercato
(e dalla governance della destinazione) di ridurre la stagionalità con nuovi prodotti
e servizi.
Graf. 8.4 - Nuovi prodotti, servizi e processi
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Sono positivi i segnali che provengono dall’indicatore sull’attività formativa svolta
dalle imprese (graf. 8.5). Infatti, si osserva una progressiva crescita del differen-
ziale d’incremento negli anni: erano il 9% le imprese alberghiere che nel 2010
avevano incrementato la formazione rispetto all’anno precedente e, invece, sa-
ranno il 24% (in pratica una su quattro) nel 2012. Questo è certamente un dato
positivo, frutto anche degli sforzi congiunti a livello bilaterale per promuovere gli
strumenti di formazione continua, che dimostra la crescente consapevolezza delle
imprese del settore circa l’importanza del fattore umano e della sua competenza
in questo tipo di processo aziendale.
Graf. 8.5 - Attività formativa
53 cap.8Mappa degli indicatori di produttività
Passando ad esaminare il primo degli indicatori di risultato, gli arrivi (graf. 8.6),
cominciano ad evidenziarsi le preoccupazioni per il futuro. Come si può notare,
infatti, vi è un’inversione netta della tendenza nel passaggio dal 2011 al 2012. Se
nei primi due anni 2010 e 2011 in termini di arrivi le imprese avevano fatto regi-
strare un differenziale d’incremento sul totale che era cresciuto quasi del doppio
(dal 26% al 43%) a fronte di una contemporanea diminuzione dei decrementi (dal
26% al 13% delle imprese), nel 2012 si prevede una brusca ripresa del differenziale
di decremento (dal 13% a ben il 44%) ed una contemporanea diminuzione degli
incrementi (dal 43% al 10%).
Graf. 8.6 - Arrivi
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Anche le presenze (graf. 8.7) fanno registrare lo stesso andamento degli arrivi e,
anzi, sono ben il 48% delle imprese nel 2012 che prevedono una diminuzione di
questo indicatore rispetto all’anno precedente; in pratica la metà degli alberghi
prevede un calo delle presenze. Tutto questo a fronte, invece, di un trend positivo
definito fra il 2010 ed il 2011. Fermo restando che il dato riguardante il 2012 è
previsionale, mentre quelli del 2010 e del 2011 sono consuntivi, e che, quindi,
dovrà poi essere verificato, sembra che la crisi economica generale in molti mer-
cati abbia un influsso più lungo e duraturo (e ritardato?) sui consumi turistici
Graf. 8.7 - Presenze
54cap.8 Mappa degli indicatori di produttività
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
Visti gli indicatori arrivi e presenze non ci si poteva che aspettare una simile ten-
denza anche per quanto concerne l’andamento del tasso occupazione camere
(graf. 8.8). Anche qui le previsioni per il 2012 sono piuttosto negative: il 45% degli
alberghi afferma che avrà una diminuzione di questo tasso rispetto all’anno pre-
cedente nel quale, invece, la quota d’imprese che aveva manifestato tale propen-
sione era effettivamente minore (18%). Inoltre, solo un 10% prevede un
incremento mentre nel 2011 questa quota era ben il 38%.
Graf. 8.8 - Tasso occupazione camere
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Fonte: elaborazione RVConsulting da indagine campione
I segnali di una crisi strutturale della domanda si percepiscono bene nell’indica-
tore ricavo medio a presenza (graf. 8.9) dove si nota come la diminuzione del
differenziale di decremento sia già avvenuta nel 2011 (e questo è un dato certo).
A consuntivo, infatti, nel 2011 sono state ben il 48% del totale le imprese alber-
ghiere che hanno evidenziato una diminuzione dell’indicatore rilevato rispetto al
2010, anno nel quale, comunque, questa quota era del 31%, quindi di non poca
entità. Il passaggio 2010 e 2011 ha fatto emergere nel comparto un salto econo-
mico certamente negativo e la stabilità del ricavo si è ridotta fortemente (32%
delle imprese) con prospettive ancora più negative per il 2012 (52% decremento
e solo 5% incremento).
Graf. 8.9 - Ricavo medio a presenza
55 cap.8Mappa degli indicatori di produttività
56
Il mercato turistico genovese, ambiente nel quale operano le imprese alberghiere
oggetto della presente ricerca, si caratterizza per una forte dinamicità riscontrata
nell’ultimo decennio (2002-2011), sia sotto il profilo della domanda, sia sotto
quello dell’offerta.
Nel periodo considerato, infatti, gli arrivi sul territorio provinciale sono incremen-
tati del 32% e le presenze del 15%. L’offerta, invece, ha fatto riscontrare una cre-
scita delle strutture ricettive del 64% e dei posti letto del 48% anche se, per il
comparto alberghiero, abbiamo avuto una diminuzione del 9% delle unità locali
e una crescita di solo il 2% dei posti letti, con un’attuale prevalenza di quelli nelle
strutture a 4 stelle.
Il grosso del flusso turistico è concentrato nell’ambito del settore alberghiero (88%
degli arrivi e 77% delle presenze) con un tasso di turismo estero del 40%, supe-
riore alla media italiana (30%).
Due sono in particolare le aree forti nella provincia di Genova: l’ambito metropo-
litano e il Tigullio.
La città ha fatto registrare una crescita superiore di presenze nel periodo decen-
nale considerato (+20%) rispetto a quella del Tigullio (+10%). Il Tigullio, però, rap-
presenta oggi il 34% degli arrivi, il 43% delle presenze e il 42,8% dei posti letto a
fronte di una rispettiva distribuzione a Genova del 54% degli arrivi, del 42% delle
presenze e del 39,5% dei posti letto.
Certo, però, bisogna anche ricordare, a fronte di questo trend positivo, che la ca-
pacità produttiva (i posti letto) è cresciuta più del flusso (le presenze) che si è re-
gistrato e, quindi, questa è un’evoluzione da tenere sotto controllo.
Sotto il profilo della dinamica imprenditoriale è da sottolineare una forte crescita
del numero delle imprese turistiche dal 2003 al 2011 di ben il 33,5%, che ha rag-
giunto così le 6.612 unità corrispondenti al 9,2% di tutte le imprese della provincia
di Genova.
Gli occupati del turismo a Genova e provincia sono in prevalenza dipendenti (69%)
ma la componente del lavoro autonomo (31%) è maggiore della media provinciale
(26,9%). In particolare, nel segmento specifico ho.re.ca., gli occupati nel 2011 ri-
sultano circa 22.000 unità con una crescita del 22% rispetto al 2007 ma dal 2008
in poi vi è anche un incremento notevole delle ore di cassa integrazione (+260%
circa).
Il focus sul sistema alberghiero ci mostra una realtà di PMI con una media dipen-
denti di 18 unità, in genere giovani (65% fra i 30 e 49 anni), di cui il 10% stranieri.
Si tratta di aziende in cui esiste una importante componente familiare (45% sono
ereditarie) e una significativa continuità generazionale (il 42% dei figli lavora in
azienda e lo fa per scelta nel 70% dei casi).
Una buona quota (25%) è rappresentata da aziende giovani, nate dopo il 2000.
Inoltre, nel 93% dei casi le imprese sono annuali ma con chiusure periodiche per
manutenzione e lavori e presentano una media di circa 89 posti letto a struttura.
In queste imprese l‘occupazione generata subisce una forte stagionalità anche se
il turnover annuale del personale è ridotto (11%). Il management è prevalente-
mente formato da uomini (67%) anche se l’occupazione femminile rappresenta
il 49%.
In una buona quota di queste imprese (38%) è stata operata una terziarizzazione
di alcuni servizi che prima erano svolti dal proprio personale (es. lavanderia, pu-
lizia, servizio pulizia ai piani, giardinaggio, ecc.).
I nostri alberghi, comunque, non hanno grandi difficoltà a reperire personale ed
assumono prevalentemente per conoscenza diretta, puntando soprattutto sulle
competenze tecnico-professionali del lavoratore.
Aspetti innovativi e positivi di marketing, quali il web-marketing, si sono introdotti
prepotentemente nel processo produttivo e, in proposito, la crescita dell’inter-
mediazione attraverso il canale web nel 2011 è pari ad un terzo dei clienti.
Certo, a fronte dei dati positivi registrati come trend di lungo periodo (2002-
2011), da almeno un paio d’anni gli effetti della crisi economica in molti paesi eu-
ropei (Italia compresa) si fa sentire anche sui consumi turistici e quindi sulle nostre
imprese che ci dichiarano una progressiva diminuzione della clientela, del fattu-
rato, dei ricavi e del ricavo medio a presenza con un effetto negativo anche sul
personale di cui si prevede una diminuzione.
Il tasso di destagionalizzazione è migliore rispetto al resto della Liguria ma è an-
cora notevole la differenza fra l’83% delle camere occupate ad agosto e il 31% di
quelle occupate a febbraio.
Tra i fattori principali individuati che condizionano questa situazione, ci sono, oltre
la localizzazione geografica, il mercato e il prodotto/servizio offerto.
C’è quindi bisogno di creare e commercializzare nuovi prodotti/servizi per la de-
stagionalizzazione e le imprese determinano e specificano soluzioni quali l’orga-
nizzazione di eventi/manifestazioni, la promozione e gli interventi per migliorare
le infrastrutture di mobilità locale e territoriale.
Inoltre, aprire nuovi mercati emergenti appare ormai come un’opportuna neces-
sità che il settore alberghiero genovese deve inseguire, posizionando i propri pro-
dotti (ad iniziare da quelli di eccellenza) sui nuovi e ricchi mercati emergenti (es.
Paesi BRICS).
Per fare ciò è necessario, però, a fronte d’investimenti e di politiche di marketing
Cap. 9 Considerazioni conclusive
cap.9 Considerazioni conclusive
territoriali conseguenti anche accrescere le competenze attraverso azioni forma-
tive mirate e continue.
La ricerca evidenzia anche i principali gap formativi per aree di conoscenza ma-
nifestati dalle imprese.
Se da un lato sembra esserci una forte preparazione sulla sicurezza sul lavoro (ob-
bligatorietà formativa), si registrano forti mancanze su altri campi e in particolari
le conoscenze di:
La formazione, quindi, a cui questa ricerca dedica un apposito capitolo, va realiz-
zata in modo continuo per essere competitivi sul mercato ma il messaggio prin-
cipale che arriva dalle imprese alberghiere di Genova e provincia è quello, cioè,
che essa vada realizzata in modo diverso.
Si dovrebbe, infatti:
Per finire, un’indicazione da parte delle imprese agli Enti Locali competenti in
tema di governance e cioè, dal momento che la promozione della destinazione
turistica è la variabile esterna che più incide sull’impresa, fare marketing territo-
riale è l’intervento che le stesse imprese alberghiere ritengono più efficace e che
chiedono con forza ai soggetti pubblici del processo turistico.
marketing (43% di gap), anche nell’ottica della progressiva crescita espo-
nenziale dell’uso del web nel settore e nel necessario posizionamento
dell’offerta genovese sui nuovi mercati internazionali emergenti e sui seg-
menti di nicchia dei mercati tradizionali;
tutela ambientale e risparmio energetico (38% di gap), anche nell’ottica
di una migliore competitività dell’impresa. In proposito è, quindi, neces-
sario formare gli addetti delle imprese del comparto sull’utilizzo di stru-
menti, metodi e buone pratiche per implementare la tutela dell’ambiente
e ridurre il consumo energetico del processo produttivo d’impresa. Così
facendo è possibile rendere più competitive le imprese sul mercato, sia
attraverso la riduzione dei costi energetici di produzione, sia nel posizio-
nare il proprio brand come impresa in linea con gli standard etici ed ope-
rativi internazionali di tutela ambientale.
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utilizzare maggiormente le risorse della formazione continua messe a di-
sposizione delle imprese da parte dei Fondi Interprofessionali (ancora
poco conosciuti nella realtà locale);
progettare le azioni formative analizzando con le imprese stesse i reali
fabbisogni (costruire i processi dal basso, in modo condiviso e parteci-
pato), in particolare ai nuovi prodotti/servizi e ai nuovi mercati che si in-
tendono rispettivamente commercializzare ed aggredire;
adottare metodi che prevedano maggiormente la formazione presso le
imprese (l’impresa quale luogo della formazione);
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integrare il percorso formativo del personale dipendente con gli indipen-
denti, soprattutto in comparti dove esiste una stretta operatività lavora-
tiva e gestionale fra imprenditore e lavoratori;
semplificare le procedure burocratiche di accesso ai contributi per la for-
mazione continua (più contenuti e meno forma);
migliorare, per i nuovi ingressi nel mercato del lavoro, i rapporti con il
mondo dell’istruzione per l’accesso dei giovani al mercato del lavoro nel
settore (rapporto scuola-lavoro, oggi visto con un giudizio negativo dalle
imprese).
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57 cap.9Considerazioni conclusive
La presente ricerca è stata realizzata
dallo Studio Roberto Vegnuti Consulting
www.rvconsulting.it [email protected]
su incarico
dell’Ente Bilaterale Territoriale del Turismo di Genova e provincia
Via Cesarea, 8/4 - 16121 Genova
Tel. 010.55201 – 010.5520211
Fax 010.582207 – 010.5761547
[email protected] www.ebturge.it
Gruppo di Lavoro:
Roberto Vegnuti
Esperto di turismo e marketing territoriale
Studio rvconsulting
Francesca Chinca
Ricercatrice
Studio rvconsulting
Monica Poggi
Ricercatrice
Studio rvconsulting
Operatori di ricerca:
Giovanna Angelici
Alessia Gatto
Nicola Poli
Giulia Troilo
Segreteria:
Alessia Gatto
Si ringraziano per la collaborazione:
Ufficio Statistica e Prezzi della CCIAA Genova,
Servizio Turismo della Provincia di Genova,
Direzione Regionale INPS Liguria,
Regione Liguria, ISTAT Liguria, Unioncamere Liguria,
Federalberghi Genova, Federalberghi Tigullio,
le categorie economiche, le parti sociali
e le imprese del campione di ricerca
Stampa
Tipografia legatoria Sant’Anna
In copertina quadri di Daniele Mini presso
Galleria Cerruti Arte - Genova