Relazione Simona Caselli - assemblea provinciale Alleanza delle cooperative italiane di Reggio
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Transcript of Relazione Simona Caselli - assemblea provinciale Alleanza delle cooperative italiane di Reggio
PRIMA ASSEMBLEA PROVINCIALE DELL’ALLEANZA DELLE
COOPERATIVE DI REGGIO EMILIA
Intervento della Presidente Simona Caselli
Cari Cooperatori, Care Cooperatrici, Cari Amici della Cooperazione Oggi siamo lieti di darvi il benvenuto alla 1° Assemblea Provinciale dell’Alleanza delle Cooperative Reggiane, che fa seguito alla 1° Assemblea Unitaria della Cooperazione Reggiana tenutasi nel dicembre 2012 che ha costituito l’avvio del fecondo percorso che ci ha portati a dare vita alla nostra Alleanza provinciale. Un evento di portata storica per RE e, vista la rilevanza del fenomeno cooperativo nel nostro territorio, per l’intera Cooperazione Italiana che con il nostro legame vogliamo spronare verso un irreversibile e rapido cammino di unità associativa a tutti gli effetti. Del resto la cooperazione reggiana è sempre stata all’avanguardia nel pensiero cooperativo e nei processi di evoluzione del nostro modello economico e vogliamo continuare ad agire da innovatori: assumere l’Alleanza delle Cooperative Italiane come la nostra dimensione futura stabile è il modo migliore per farlo. Testimoniamo oggi che le cooperative sono un insostituibile patrimonio economico e sociale di questa terra e proponiamo una visione del futuro, che veda ancora protagonista questo sistema imprenditoriale che, da sempre, fa economia in modo diverso. -‐-‐-‐ Ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per rendere possibile questo evento straordinario e tutti coloro che partecipano con la loro presenza -‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐-‐ Nel suo intervento Giuseppe Alai ha insistito sul valore della mutualità quale orizzonte di senso non solo per la cooperazione, di cui è il cuore e l’identità profonda, ma per uno sviluppo dell’economia e delle comunità che voglia essere sostenibile, equo e centrato sui bisogni delle persone. Oggi a partire da quel significato profondo della parola mutualità, nel fare il punto su ciò che rappresenta la nostra cooperazione, vogliamo anche dare la nostra chiave di lettura del tipo di futuro che vorremmo per la nostra comunità e quale contributo può dare ad esso la cooperazione.
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Intervento della Presidente Simona Caselli
Nella visione dei cooperatori lo sviluppo e la competitività devono essere volti ad accrescere il benessere delle persone e delle comunità in cui vivono e potranno essere perseguiti solo se le nostre menti ed il nostro orizzonte strategico sapranno misurarsi con i fenomeni globali, con le reti di relazione e le dimensioni progettuali internazionali. Lavorare quindi per un obiettivo locale ma con lo sguardo ed il pensiero su un orizzonte globale. Proprio per questo oggi abbiamo voluto fortemente avere accanto a noi Cooperatives Europe, la nostra struttura di rappresentanza europea, nella persona del Direttore Dr. Klaus Niederlander che ringraziamo moltissimo per la partecipazione. Dalle sue parole ascolteremo il ruolo di Cooperatives Europe e, a partire da oggi, intendiamo avviare un rapporto continuativo e stabile con le nostre organizzazioni sovranazionali, che ci permetta di porre con maggiore efficacia le nostre istanze, specie quelle verso la fonte normativa da cui deriva anche l’80% delle nostre norme nazionali: l’Unione Europea che ha recentemente rinnovato le proprie istituzioni, a cominciare dal Parlamento e dalla Commissione. Il recente Summit Internazionale della Cooperazione tenutosi a Quebec City ha dato conto di notevoli passi avanti della cooperazione nella considerazione delle grandi istituzioni internazionali. L’andamento dell’economia cooperativa durante questa lunga crisi ha incrementato l’attenzione intorno al nostro modello da parte delle istituzioni internazionali, della politica e dell’Accademia. In poche slides possiamo scorrere i punti principali di questo avanzamento. Slides di resoconto dei risultati del summit di Quebec I dati del World Cooperative Monitor dimostrano che le cooperative hanno reagito meglio alla crisi, una tendenza osservata in tutti i continenti. La nostra cooperazione ha un andamento in linea con tali tendenze, nonostante la particolare severità della crisi nel nostro Paese. In questi anni i nostri fatturati hanno tenuto e si attestano a 8.093.842.702 euro, nonostante la poderosa crisi del settore delle costruzioni, mentre dal 2008 al 2013 l’occupazione complessiva è aumentata in maniera significativa: da 45.537 a 50.080 addetti.
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Slides della Daniela La cooperazione in questi anni ha fatto una scelta netta, penalizzando la redditività per salvaguardare al massimo il lavoro; nei settori più colpiti dalla crisi non si sono scelte strade di riduzione secca di personale ma si sono privilegiate forme di solidarietà fra gli occupati, sicuramente più problematiche da gestire, ma significative dell’approccio attento alle persone che ci distingue. La lunga durata della crisi ha comunque indebolito anche alcune delle nostre imprese che in questo sforzo di difesa del lavoro hanno spesso sacrificato, oltre alla redditività, anche quote significative di patrimoni indivisibili. Il modello però, in linea con quanto affermato nel summit di Quebec, anche da noi non esce affatto indebolito, anzi, dimostra la sua attualità con la crescita delle imprese in campo agricolo, distributivo, dei servizi e della cooperazione sociale e soprattutto con la sperimentazione di forme cooperative innovative quali la cooperazione di comunità, con il fenomeno fortunatamente crescente della nascita di nuove imprese cooperative fra giovani e con l’esperienza formidabile, qui a Reggio Emilia, delle imprese salvate dai lavoratori Slide sui Workers buy out La cooperazione rimane quindi una grande forza dell’economia reggiana e non solo vuole restare tale ma intende essere sempre più agente di cambiamento e di innovazione. Per essere all’altezza della sfida, la cooperazione reggiana deve rinnovare se stessa, innovando ed efficientandosi (e facendo l’Alleanza pensiamo di aver dato un buon impulso che continuerà a crescere), investendo su una nuova generazione di cooperatori, ma alcune condizioni di contesto sono essenziali per la nostra crescita e richiedono scelte politiche di cui chiediamo l’attuazione Sul piano europeo abbiamo bisogno:
• Di un’Europa più sensibile ai bisogni dei cittadini ed alle loro condizioni di vita, quindi capace di politiche più espansive di sostegno allo sviluppo
• Di provvedimenti normativi che distinguano le cooperative e le imprese sociali riconoscendo la loro specificità, anche con riferimento all’accesso
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agli strumenti finanziari, liberandole da omologazioni pericolose alle imprese profit-‐oriented
• Di normative per le banche cooperative che ne riconoscano il sostegno alle comunità e non pretendano di uniformarle alla regolamentazione delle grandi banche d’affari
• Di una normativa specifica a sostegno delle cooperative formate da lavoratori d’imprese in crisi per salvare le proprie aziende (la parlamentare europea Patrizia Toia si era fatta promotrice, nella precedente legislatura, di una norma in tal senso che auspichiamo sia ripresa e sostenuta)
Al governo italiano abbiamo chiesto una stagione di riforme che liberino il carico burocratico delle imprese, risolvano l’annosa questione dei ritardi di pagamento della P.A., che riducano l’eccessivo peso fiscale sul lavoro e rilancino le infrastrutture e gli investimenti, compresi quelli in ricerca e che eliminino le anacronistiche barriere all’ingresso delle cooperative in nuovi settori di attività. Sul tema delle politiche nazionali si esprimerà più in specifico Mauro Lusetti, ma un inciso è doveroso rispetto alle questioni di legalità, per noi fondamentali e perfino esiziali:
• Non è più tollerabile la presenza, pervasiva anche nei nostri territori, di false cooperative e del loro dumping contrattuale che stravolge il corretto funzionamento dei mercati, altera la concorrenza, distorce il modello cooperativo sfigurandolo e minandone la reputazione e che porta illegalità diffusa nelle nostre comunità. Nei gironi scorsi abbiamo diffuso un comunicato contenente una presa di posizione molto forte in merito. L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha inoltre annunciato una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare contro le false cooperative. A Reggio troverà tutto il sostegno possibile, da parte nostra -‐ ovviamente – ma ci auguriamo anche da parte delle istituzioni e delle parti sociali.
• Non è altresì più tollerabile il ricorso sistematico agli appalti al massimo ribasso che come cooperazione reggiana deprechiamo da anni, spesso in solitudine. Ora, di fronte agli evidenti rischi di infiltrazione mafiosa, è aumentata la consapevolezza che occorre un cambio di rotta ed abbiamo apprezzato in tal senso le recenti prese di posizione del sindaco di Reggio Emilia. Occorre però passare ai fatti
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perché lo schema dei massimi ribassi è tuttora prevalente nel nostro territorio. Ricordiamo a tutti i nostri interlocutori che le cooperative reggiane sono impegnate nell’applicazione del protocollo di legalità firmato dall’Alleanza con il Ministero dell’Interno, che ci consentirà di disporre di strumenti essenziali di controllo e prevenzione, e sono pronte a dare il loro contributo al contrasto a tutte le mafie sul nostro territorio. Auspichiamo inoltre che i beni sequestrati nel reggiano possano essere rapidamente confiscati e assegnati, come prevede la legge, ad una nuova cooperativa sociale, alla cui promozione siamo in grado di garantire fin da ora il massimo sostegno e collaborazione.
Abbiamo detto, qui e nel mondo, che mutualismo, protagonismo attivo e capacità di fare rete, anche su scala internazionale (si pensi ad esempio ad Horizon 2020), sono le chiavi di volta per guardare al domani con occhi diversi. A Reggio Emilia un terreno fondamentale d’innovazione sociale ed economica è quello del nuovo welfare, cui la cooperazione sociale può dare un contributo fondamentale e di alto livello se si riuscirà finalmente ad affermare una logica di coprogettazione e di sussidiarietà, superando dicotomie tra pubblico e privato che hanno perso da tempo di senso e riconoscendo gli alti livelli di professionalità e di qualità raggiunti dalla cooperazione sociale. Nel piano di lavoro della nostra Alleanza delle Cooperative reggiane abbiamo dedicato un tavolo specifico di lavoro a questo tema che ha già prodotto contenuti interessanti di confronto che speriamo di poter prospettare alle amministrazioni quanto prima. Analogo impegno intendiamo dedicare a politiche e progetti di sostegno all’abitare per le fasce deboli, al cohousing, al contrasto alle nuove povertà. La coesione sociale ci preme; è una delle nostre missioni fondamentali. Altri elementi di lavoro comune saranno
• le politiche agricole, così importanti in una provincia con tante eccellenze alimentari, nella cui produzione la cooperazione ha un peso preponderante,
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• le politiche del territorio, con particolare riferimento alla riconversione urbana, al “costruire sul costruito ed all’efficienza energetica ma anche al territorio rurale ed alle sue filiere di qualità
• la cooperazione di comunità, quale metodo innovativo di risoluzione dei problemi sociali e di promozione umana ed economica
A questi punti di lavoro di carattere permanente si affiancheranno iniziative specifiche legate all’Expo, al Tecnopolo – cui abbiamo già comunicato gli ambiti di ricerca di interesse delle nostre imprese -‐ ed al sostegno dell’innovazione nelle nostre cooperative, ai progetti di internazionalizzazione, ai rapporti con l’Università, da impegnare sempre più nello studio, analisi e anche nella didattica sul modello cooperativo di impresa. Reggio Emilia ha un caposaldo culturale ed economico nella cooperazione e da oggi, con questa prima assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Reggiane sa che ha davanti a sé un interlocutore duraturo, più forte, affidabile e sensibile al bene della comunità. La nostra cooperazione, radicata qui ma aperta al mondo, basata da sempre sul “fare insieme”, sull’accumulazione collettiva ed intergenerazionale, sulla valorizzazione delle persone, del loro lavoro e della loro intelligenza, può disegnare un’economia più sostenibile ed armonica, per una società più equa ed inclusiva. E’ una grande ricchezza, che pochi luoghi in Italia possono vantare nella stessa misura. Facciamone quindi tutti tesoro ed utilizziamone al massimo il potenziale di innovazione sociale, di sostenibilità economica e di equità!