Rassegna Stampa Olimpias Settimana 30: 29-07-2016 · 2019. 8. 8. · Rassegna Stampa Olimpias...
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Rassegna Stam pa Olimpias Set t im ana 30: 29-07-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stam pa Olimpias Set t im ana 30: 29-07-2016
Wabi comunicazione d’impresa
SOMMARI O
Olim pias
• Fabbrica 4.0: l’indust r ia che si racconta a Smau parla di un futuro prossimo (Olimpias Group)
• I ndust r ia 4.0: come innovare partendo dall' im presa (Olim pias Group)
Com pet itor
Gent ile utente, non ci sono aggiornament i in questa sezione della rassegna stampa
Set tore
• Gap joins Bet ter Cot ton I nit iat ives • Le fiere francesi del tessile-moda r ilanciano sul nuovo made in I taly • I talian cos keen to invest in Pakistan, finding it a lucrat ive
dest inat ion • Why Zara is a “clear winner” in the fast fashion space • Denim Prem ière Vision torna a Parigi • New Text ile Exchange Report Shows Apparel Companies Balance
Mater ial Mix for Sustainability
Rassegna Stam pa Olimpias Set t im ana 30: 29-07-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Olim pias
Fabbrica 4.0: l’industria che si racconta a Smau parla di un futuro prossimo
di Redazione Data Manager Online , 27 luglio 2016
La fotografia di un’Italia che si racconta nel rinnovamento attraverso testimonianze e proposte
innovative parte dalle tappe del roadshow Smau e incontrando il mercato, prosegue la sua
“contaminazione”
L’industria 4.0 chiave della crescita del nostro Paese? Potrebbe essere tra il 30 e il 50% l’aumento di
produttività legato all’adozione della tecnologia. Le imprese che ce l’hanno fatta sono quelle che hanno
innovato e che hanno riconosciuto il fatto che l’innovazione non è solo ricerca e sviluppo, ma un nuovo
modello di business che implica una ridefinizione dei processi aziendali. Tecnologia, dunque, come
mezzo per arrivare ad un nuovo modello culturale di business.
Mentre gli altri Paesi si sono già inseriti in questo contesto in maniera competitiva l’Italia deve ancora
attivare il suo processo di innovazione che la trova, all’undicesimo posto dopo il primato della
Germania, seguita da Svezia, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Regno Unito, Francia,
Austria, Paesi Bassi (Fonte: Ambrosini, 2015). Chi ha iniziato questo processo di rinnovamento ne ha
tratto importanti benefici.
Dalla piccola azienda a quella di grandi dimensioni l’innovazione permette, grazie alla modularità e alla
scalabilità degli investimenti, di poter potenziare e, spesso, ripensare il proprio business grazie al
supporto di nuove competenze. Ma soprattutto permette un riposizionamento sul mercato a favore di
una maggiore capacità competitiva. La differenza la fa il valore aggiunto soprattutto di quelle
competenze che il nuovo ecosistema dell’innovazione italiano è in grado di apportare. Un’innovazione
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che implica un confine sempre meno netto tra i processi e i servizi. I modelli di business evolvono verso
modelli industriali di servizi. Il costo non sarà più la discriminante, la differenza la faranno altri valori
come la personalizzazione, la qualità e la capacità di innovarsi costantemente, oltre naturalmente al
ruolo strategico che la digitalizzazione dell’industria può avere in termini di sostenibilità ambientale. Ne
sono una testimonianza concreta quelle aziende che si sono distinte ricevendo ilPremio Innovazione
Smau nel corso del 2016.
Come racconta l’Ing. Daniele Salati Chiodini della Minerva Omega Group, oggi gruppo industriale,
nato nel 1945 e caso di successo nel Premio Innovazione Smau, la differenza la fa il valore aggiunto, le
nuove competenze e la possibilità di applicare il “nuovo” anche all’offerta già esistente di prodotti,
rinnovando senza rischio di sprechi. “Tre anni ci trovammo di fronte ad una importante sfida: davanti ad
un mercato ormai saturo e con pressione competitiva dei Paesi Orientali abbiamo dovuto decidere se
abbandonare certe aree di mercato e/o delocalizzare le produzioni penalizzando i collaboratori, oppure,
ampliare le nostre competenze e dare un valore diverso al prodotto tramite l’inserimento dell’IoT”. Il
gruppo ha deciso di creare uno Spin off per fare ricerca e sviluppare in modo razionale ed organico la
relazione uomo-macchina-rete (IoT e M2M). Il risultato è che in due anni, si è ampliato sia il business
dell’azienda che quello del cliente finale con aumento del know-how che oggi permette al Gruppo di
fornire soluzioni personalizzate, modulari e scalabili ad un target più ampio. E tra le eccellenze
premiate in Smau anche il progetto di Rancilio Group, che sfrutta l’internet delle cose (IOT) per
connettere le macchine da caffè, e ottenere dei dati che possano migliorare la programmazione della
manutenzione, il rifornimento della materia prima, l’intervento dell’assistenza, la soluzione in remoto di
piccoli problemi. Sempre di predittività si parla con Davide Gagnor di Amtek nel settore automotive
che con un investimento di poche decine di migliaia di euro ha ottenuto un miglioramento delle
performance del 4-5% e una raccolta dati superiore alle attese. “In un primo momento gli interventi
erano volti a ottimizzare i consumi poi, l’inserimento di particolari sensori ha permesso di ottenere tutta
una serie di dati prima “nascosti” all’interno dei macchinari – afferma Davide Gagnor di Amtek – dati
importanti perché in grado di dare informazioni (vere e non presunte) sullo stato dei macchinari h24
(importante in uno stabilimento dove ci sono lavorazioni attive a ciclo continuo) e in tempo reale”.
Tecnologia e Innovazione anche per il settore manifatturiero con un occhio di riguardo alla sostenibilità
che, nel caso di Olimpias Group ambisce alla sostenibilità totale. Da una parte si punta a macchinari
che utilizzino a priori meno acqua, dall’altra si lavora, al riciclo e al risparmio di energia. Un obiettivo
ambizioso ma già raggiunto come racconta Nicola Marini di Olimpias Group: “Prima dell’intervento
innovativo lo stabilimento di Osijeek consumava 1600 metri cubi d’acqua; oggi ne risparmia 1000,
ovvero il consumo giornaliero d’acqua di una cittadina di 7000 abitanti. E ora puntiamo al massimo”.
Strategico dunque il coinvolgimento del nuovo ecosistema dell’innovazione in grado di apportare know
how in settori che fino ad oggi potevano essere apparentemente distanti. La connessione tra oggetti
attraverso internet è resa possibile dalla disponibilità di sensori e attuatori (congegni in grado di
collegare la componente digitale con quella meccanica degli oggetti) sempre più piccoli, dalla presenza
di connessioni internet a basso costo e pressoché ubique. Già ora, 14 miliardi di sensori sono collegati
a magazzini, sistemi stradali, linee di produzione in fabbrica, rete di trasmissione di energia elettrica,
uffici, abitazioni. Nel 2030, si stima che più di 100 miliardi di sensori collegheranno l’ambiente umano e
naturale in una rete globale intelligente e distribuita.
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Industria 4.0 : come innovare partendo dall'impresa
Secondo i dati l'innovazione aumenta la produttività di un'impresa esistente del 30-50%. Le imprese che ce l’hanno
fatta sono quelle che hanno innovato e che hanno riconosciuto il fatto che l’innovazione non è solo ricerca e sviluppo,
ma un nuovo modello di business
REDAZI ONE (AFV) martedì 26 luglio 2016 - 09:02commenti
Industria 4.0: come innovare partendo dall'impresa (© Credits photo courtesy of Adobe Stock)
MILANO - L’industria 4.0 chiave della crescita del nostro Paese? Potrebbe essere tra il 30 e il
50% l’aumento di produttività legato all’adozione della tecnologia. Le imprese che ce l’hanno
fatta sono quelle che hanno innovato e che hanno riconosciuto il fatto che l’innovazione non è
solo ricerca e sviluppo, ma un nuovo modello di business che implica una ridefinizione dei
processi aziendali. Tecnologia, dunque, come mezzo per arrivare ad un nuovo modello
culturale di business.
Innovazione pe r la crescita de ll’indus tria 4 .0
Mentre gli altri Paesi si sono già inseriti in questo contesto in maniera competitiva l’Italia deve
ancora attivare il suo processo di innovazione che la trova, all’undicesimo posto dopo il
primato della Germania, seguita da Svezia, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca,
Regno Unito, Francia, Austria, Paesi Bassi (Fonte: Ambrosini, 2015). Chi ha iniziato questo
processo di rinnovamento ne ha tratto importanti benefici. Dalla piccola azienda a quella di
grandi dimensioni l’innovazione permette, grazie alla modularità e alla scalabilità degli
investimenti, di poter potenziare e, spesso, ripensare il proprio business grazie al supporto di
nuove competenze. Ma soprattutto permette un riposizionamento sul mercato a favore di una
maggiore capacità competitiva. La differenza la fa il valore aggiunto soprattutto di quelle
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competenze che il nuovo ecosistema dell’innovazione italiano è in grado di apportare.
Un’innovazione che implica un confine sempre meno netto tra i processi e i servizi. I modelli di
business evolvono verso modelli industriali di servizi. Il costo non sarà più la discriminante, la
differenza la faranno altri valori come la personalizzazione, la qualità e la capacità di innovarsi
costantemente, oltre naturalmente al ruolo strategico che la digitalizzazione dell’industria può
avere in termini di sostenibilità ambientale. Ne sono una testimonianza concreta quelle
aziende che si sono distinte ricevendo il Premio Innovazione Smau nel corso del 2016.
L’innovazione pe r affron tare la cris i
Come racconta l’Ing. Daniele Salati Chiodini della Minerva Omega Group, oggi gruppo
industriale, nato nel 1945 e caso di successo nel Premio Innovazione Smau, la differenza la fa il
valore aggiunto, le nuove competenze e la possibilità di applicare il «nuovo» anche all’offerta
già esistente di prodotti, rinnovando senza rischio di sprechi.«Tre anni ci trovam m o di fronte
ad una im portante sfida: davanti ad un m ercato orm ai saturo e con pressione com petitiva
dei Paesi Orientali abbiam o dovuto decidere se abbandonare certe aree di m ercato e/ o
delocalizzare le produzioni penalizzando i collaboratori, oppure, am pliare le nostre
com petenze e dare un valore diverso al prodotto tram ite l’inserim ento dell’IoT». Il gruppo ha
deciso di creare uno Spin off per fare ricerca e sviluppare in modo razionale ed organico la
relazione uomo-macchina-rete (IoT e M2M). Il risultato è che in due anni, si è ampliato sia il
business dell’azienda che quello del cliente finale con aumento del know-how che oggi
permette al Gruppo di fornire soluzioni personalizzate, modulari e scalabili ad un target più
ampio. E tra le eccellenze premiate in Smau anche il progetto di Rancilio Group, che sfrutta
l’internet delle cose (IOT) per connettere le macchine da caffè, e ottenere dei dati che possano
migliorare la programmazione della manutenzione, il rifornimento della materia prima,
l’intervento dell’assistenza, la soluzione in remoto di piccoli problemi. Sempre di predittività si
parla con Davide Gagnor di Amteknel settore automotive che con un investimento di poche
decine di migliaia di euro ha ottenuto un miglioramento delle performance del 4-5% e una
raccolta dati superiore alle attese. «In un prim o m om ento gli interventi erano volti a
ottim izzare i consum i poi, l'inserim ento di particolari sensori ha perm esso di ottenere tutta
una serie di dati prim a «nascosti» all'interno dei m acchinari – afferm a Davide Gagnor di
Am tek - dati im portanti perché in grado di dare inform azioni (vere e non presunte) sullo
stato dei m acchinari h24 (im portante in uno stabilim ento dove ci sono lavorazioni attive a
ciclo continuo) e in tem po reale». Tecnologia e Innovazione anche per il settore manifatturiero
con un occhio di riguardo alla sostenibilità che, nel caso di Olimpias Group ambisce alla
sostenibilità totale. Da una parte si punta a macchinari che utilizzino a priori meno acqua,
dall’altra si lavora, al riciclo e al risparmio di energia. Un obiettivo ambizioso ma già raggiunto
come racconta Nico la Marin i di Olim pias Group : «Prim a dell’intervento innovativo lo
stabilim ento di Osijeek consum ava 1600 m etri cubi d’acqua; oggi ne risparm ia 1000, ovvero
il consum o giornaliero d’acqua di una cittadina di 7000 abitanti. E ora puntiam o al
m assim o».
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Settore
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Italian cos keen to invest in Pakistan, finding it a lucrative destination
YarnsandFibers News Bureau, 2016-07-27 14:00:00 - Faisalabad
Pakistan and Italy making efforts for revival of economic relations between them with special emphasis on frequent exchange of trade delegations, said Italian Embassy First Secretary Elena De Vito addressing the Faisalabad Chamber of Commerce and Industry (FCCI) on Tuesday, said that an Italian delegation headed by Mrs Deniela Cannizzo of the Confederation of Italian Industries, Rome, was now visiting Faisalabad, which would be followed by another delegation for B-to-B meetings with local entrepreneurs.
Deniela Cannizzo said that Confederation of Italian Industries was a private and it is making efforts to globalize their activities. It has 6,000 companies as its members that were keen to enhance cooperation with Pakistani businessmen and in this connection, direct meetings with local entrepreneurs were necessary.
The Italian government is making serious efforts to increase bilateral trade with Pakistan. During April last year, a Pakistani trade delegation had visited Italy and had very fruitful business-to-business meetings, said Bruno from the ICE Dubai office and a member of the Italian Association of Bank (IBA).
He further added that they were arranging a delegation from Italy that would visit Pakistan and had direct talks for marketing of their products. The Italian Development Committee (IDC) has opened its office in Karachi which would become operational from September.
They are making efforts to attract more Italian companies to come and invest in Pakistan which has become a lucrative destination after Chinese investment in the CPEC and its related projects. The Pakistani entrepreneurs can contact and get any type of information from the IDC. The both countries are already doing business but the volume of bilateral trade was just a peanut of their existing potential.
While, FCCI senior vice-president Syed Zia Alamdar Hussain welcoming the Italian delegation said that the FCCI was the third largest chamber of the country having more than 5,000 members that represent all segments of economy, including textile, agriculture, foundry, food industry, dairy, flour and sugar etc. He said that Faisalabad was known as a textile capital of Pakistan, contributing almost 50 per cent to the total national textile exports of the country.
Currently the trade volume between the two countries is $1.06 billion. Pakistani exports to Italy stands at $618 million whereas Italian exports to Pakistan at $443 million. Hence, the balance of trade was in favour of Pakistan.
He further said that no doubt Faisalabad was known as the textile capital but its textile sector was underutilized and is working with only 50 to 55 percent of its installed capacity. The Italian technology could help them to upgrade their textile sector and utilize its untapped capacity.
As Italy has special expertise in the fields of engineering, alternate energy, agri products, livestock, dairy, processed food, leather, textile, marble etc. There is a need for technology transfer to Pakistan.
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Denim Première Vision torna a Parigi 26 LUGLIO 2016
Barcellona addio. Dopo cinque edizioni nella città catalana, Denim Première Vision torna sui suoi
passi e ri-trasloca a Parigi, città che ha dato i natali alla manifestazione nel 2007. E anticipa le date:
il prossimo appuntamento si terrà il 2 e 3 novembre 2016 presso il Paris Event Center (anziché a
fine novembre come da tradizione). “La crescita delle collezioni cruise, collezioni capsule, edizioni
limitate, e l’aumento degli sviluppi di prodotti stagionali oltre alla prima collezione dei brand
modificano i tempo di creazione e di sviluppo prodotti”, ha spiegato il direttore del salone, Chantal
Malingrey precisando così il motivo alla base dell’anticipo del calendario. Quanto allo
spostamento, il direttore ha aggiunto: “Quando tra le opzioni che avevamo opzionato, quella di
Parigi presso il Paris Event Center si è liberata, una location nuova e sinora poco sfruttata, 15 giorni
prima delle date previste e in linea con il mercato, non abbiamo esitato”. Lo scorso maggio, alla
18esima edizione, Denim Première Vision ha accolto, negli spazi della Fira Montjuïc di
Barcellona, 95 espositori e ha totalizzato 3.803 visitatori in rappresentanza di 1.930 aziende
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New Textile Exchange Report Shows Apparel Companies Balance Material Mix for Sustainability by Lyndsay McGregor
Posted on July 22, 2016 in Sustainability
Photo: Courtesy of
Cotton made in Africa
A growing number of apparel brands are stepping up their sustainability games, but polyester
still reigns supreme.
That’s according to the just-published 2016 Preferred Fiber & Materials Market Report (PFMR)
from Textile Exchange (TE). The nonprofit’s third annual report, released Thursday, shines a
light on the positive developments in the preferred fiber and materials landscape, with a focus
on growth and changes in the industry.
Eighty-nine companies contributed this year, up from last year’s 56, and TE’s “leaderboards”
welcomed the return of some familiar faces as well as a number of new entries. Notably, this
increase in participation occurred even as global events continued to challenge the textile and
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apparel community, like the 70 percent decline in oil prices between July 2014 and January
2016 and unrest on the Syrian border.
But it’s been an uphill battle. Though the global textile industry generated sales of about $750
billion in 2015—a growth of more than 5 percent—polyester consumption was more than
double that of cotton. In fact, polyester is the only fiber that has gained market share since
1990. Cheap oil has impacted the landscape considerably, reducing staple and filament prices
by 34 percent on average, while falling polyester prices have cut the price of cotton by a
quarter.
That being said, TE is projecting the use of special polyester and wood-based fibers will grow,
thanks to consumers seeking more comfort and high-tech clothing. In particular, the market for
cellulosic fibers is expected to grow as much as 6 percent per year to 2020.
“Collective action continues to be at the core of driving transformational change, and for this
reason, our industry has made progress through collaborations on several fronts,” La Rhea
Pepper, TE’s managing director, said in the report’s forward. However, she also noted that a
lot still needs to be done.
She continued, “This year’s events have made it easier to see our vision of a global textile
industry that protects and restores the environment and enhances lives. We’ve seen work
toward a world where brands and retailers can specify products that are circular in nature,
suppliers in the textile supply chain that are developing processes that leave no trace, and
fibers being grown and developed that heal the land and use waste as feedstock.”
To that end, PFMR paid particular attention to TE’s identified “lead” fibers: recycled polyester,
lyocell, certified down and preferred cottons. These are fibers that TE perceives to be
ecologically and socially progressive. The report also features the standards that are being
developed in the preferred fiber sector, including the recently launched Responsible Wool
Standard (RWS).
Recycled polyester (rPET)
Market update: Plunging oil prices, a key ingredient in the production of polyester, have put
pressure on rPET. But TE pointed out that there have been instances where product branding
has allowed rPET producers to maintain prices at a premium or similar to those of virgin
polyester. As such, the unstoppable athleisure trend presents strong growth opportunities for
the raw material.
Leaderboard: Nike, H&M, The North Face, Patagonia, West Point Home, Williams-Sonoma,
Volcom, Woolworths, Prana, Lindex.
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Lyocell
Market update: China, with 90 percent of the fiber market, is driving the demand for rayon
with 62 percent of global mill consumption. But it’s also working hard to clean the production
process. In addition, several new fibers are in development using garment and cotton waste.
Leaderboard: Inditex, H&M, G-Star Raw, Lindex, Eileen Fisher, Williams-Sonoma, Patagonia,
Continental, Fjallraven, C&A.
Certified down
Market update: The Responsible Down Standard certified 239 units in 2015, while the
Traceable Down Standard has five suppliers and manufacturers. The report said that global
costing remains low and steady due to soft demand worldwide and strong supply. Meanwhile,
advances in PFC-free durable water repellent (DWR) performance seems to have taken over
traditional C6 applications.
Leaderboard: H&M, The North Face, Patagonia, Kathmandu, C&A
Preferred cottons
Market update: The preferred cotton space has expanded over the past five to 10 years,
thanks to the Better Cotton Initiative (BCI), Cotton made in Africa (CmiA), Cleaner Cotton,
CottonConnect’s REEL (Responsible Environment Enhanced Livelihoods), Bayer’s E3 and
Fairtrade cotton.