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SUGLI ANIMALISUGLI ANIMALISUGLI ANIMALISUGLI ANIMALI
CLASSI 4A E 4CCLASSI 4A E 4CCLASSI 4A E 4CCLASSI 4A E 4C
Un bel giorno in un acquario c’era una tartaruga di un anno che si chiamava Tarta e che
aveva un problema di orientamento: se non si orientava, sveniva.
La tartaruga era stanca di stare nell’acquario. Così, un bel giorno, spingendo con la sua
corazza, diede all’acquario una botta tanto forte, che questo si ruppe.
Dopo averlo rotto, Tarta uscì dal buco. Camminò e camminò a lungo, finché si trovò in un
giardino segreto ed era molto stanca.
Collassò sul prato, poi il suo padrone la trovò e cercò di prenderla per portarla dal
veterinario, ma non riuscì a prenderla. Fu a quel punto che arrivò un pesciolino magico.
Sembrava apparso dal nulla, forse caduto dal cielo… Il pesciolino le diede un tocco con la
pinna e la fece orientare nel giardino. Tarta cominciò a sentire una leggera musica di
carillon nel giardino. Allora decise di seguirla, pian piano, come solo le tartarughe sanno
fare.
La tartaruga alla fine arrivò nella sua casa sana e salva. Il suo padroncino era così
contento, che le diede un bacio come per dirle: -Buona fortuna!- e decise di lasciarla
libera in un fosso.
Lavoro in coppia: Nicola Vicentini e Mootho Curpen Tommaso.
Titolo: La tartaruga Tarta
In una casa di campagna, ai giorni nostri, insieme alla sua famiglia vive un cane di nome Max.
Egli è di statura media ed ha una pelliccia marrone scuro; di solito ha il naso bagnato, perché quando
viene l’inverno lui va sempre ad annusare la neve, e l’annusa così tanto che gli resta il naso bagnato per
tutto l’anno.
Ha gli occhi tristi perché i suoi padroni non stanno molto con lui.
Per questo un giorno Max decide di scappare di casa.
Cammina cammina, Max lungo la strada incontra un gatto e subito gli chiede come si chiama. Il gatto
risponde: <<Mi chiamo Lulù e sono una femmina>>.
Lulù è grigia e alta, ha occhi gialli e orecchie che sentono molto bene.
Dopo tre giorni trascorsi insieme, i due animali sono diventati amici per la pelle.
Un giorno Max scopre che Lulù è un’agente dell’FBI dei gatti (anche i gatti hanno i loro servizi segreti!) e
sta cercando un ladro chiamato “il Malefico”.
Lulù, convinta che Max sia un cane sveglio e intelligente, gli chiede di aiutarla a cercarlo.
Lavoro in coppia: Matilde
Baruffa e Emanuel Pirnus
Max, cane fuggitivo
Era da tanto che Max aveva voglia di divertirsi un po’, di fare
un’avventura indimenticabile, così accetta.
Arrivata l’alba, incominciano la ricerca.
Dopo un po’ trovano un indizio: una banca è appena stata rapinata. I due
“investigatori” di avvicinano e chiedono alcune informazioni su com’era il ladro che
poco prima ha rapinato la banca.
Dopo una lunga ricerca, i due amici hanno trovato “il Malefico”, lo hanno portato in
galera e da quel giorno non è più scappato.
Max si è così tanto affezionato a Lulù, che decide di convincerla ad andare a vivere con
lui. Anche i padroni di Max si affezionano subito a Lulù.
Da quel giorno Max vive, felice e contento, insieme alla sua famiglia e Lulù.
Lavoro in coppia: Edoardo Umberto Maria Zennaro e Benedetta Finotello Nalin
Il rapimento di Pedro
Un cavallo di nome Pedro, che viveva in una fattoria, una notte d’ottobre scappò… Pedro si
perse: camminò per chilometri e chilometri senza meta.
Quando fu veramente stanco, si fermò e senza volere si addormentò. Si trovava in una strana
foresta, forse in Amazzonia, che aveva gli alberi a forma di teschio, i fantasmi che sbucavano
dai cespugli e dei serpenti velenosi.
Quando si svegliò, Pedro ci mise molto a capire dove si trovava. Pian piano cercò di guardarsi intorno:
si era ritrovato su un disco volante, circondato da due alieni che avevano come aiutante (il loro
“braccio sinistro”) una cavalla di nome Chicca. La cavalla era alta 1,70 m ed aveva una criniera lunga e
folta. Pedro si rese conto di essere stato rapito.
Il giorno dopo gli alieni fecero finta di essere buoni: infatti offrirono a Pedro una colazione con
nascosta dentro una capsula che lo fece svenire. Dopo aver assunto quella capsula, il povero Pedro
svenne.
I due non andavano per niente d’accordo e fecero un po’ di lotta, ma dopo Chicca disse a Pedro che
non voleva fargli del male, perché era stata anche lei rapita dagli alieni e quindi era stata obbligata a
diventare la loro assistente malefica.
Gli alieni, quando videro che Pedro aveva perso i sensi, lo portarono in uno stanzino buio,
freddo ed umido. Dopo qualche ora Pedro si riprese, si spaventò molto e tentò di
scappare, ma si ritrovò davanti i due alieni. Loro capirono che Pedro aveva in mente
di cercare di fuggire, che ci aveva pensato a lungo durante la notte, allora lo misero
in una stanza con Chicca, il braccio sinistro degli alieni.
A quel punto i due si trovarono così bene insieme, che si
innamorarono, ma Chicca disse: <<Dobbiamo far finta di lottare e di
essere nemici, sennò gli alieni capiranno le nostre intenzioni e ci
divideranno>>.
I due cavalli organizzarono un piano: la notte seguente
dovevano somministrare la stessa capsula che aveva preso quella
mattina Pedro agli alieni, così loro avrebbero potuto scappare e
salvare il mondo.
Così successe: diedero la capsula agli alieni, fecero atterrare abilmente il disco
volante sulla Terra, scesero e lo bruciarono con gli alieni all’interno.
Alla fine di questa incredibile avventura, tornarono insieme alla fattoria di
Pedro e da quel giorno, anche se erano rimasti molto scioccati dall’accaduto,
perché avevano provato una grande paura per quella volta, vissero per sempre
insieme, felici e contenti.
Lavoro in coppia: Victoria Zenato e Anna Bianchin.
Titolo: Il principe Leo
C’era una volta un gatto, il quale era il principe di Gattopoli. Questo principe si chiamava Leo.
Era un gatto arancione con le macchie marroni.
Un giorno andò a fare un giro per il suo regno e vide attaccato a un albero un cartello, dove
c’era scritto che la principessa Vichi di Gattolandia era stata rapita da una strega.
Il principe Leo, dopo aver saputo la brutta notizia, decise di andarla a salvare, ma non
conosceva la strada per arrivare al castello della strega.
Allora andò dal Saggio Maestro di Gattopoli, che tutto sapeva e tutto conosceva, il quale gli
diede la mappa per arrivare al castello.
Alla mattina presto Leo partì, senza dir niente ai suoi genitori.
A mezzogiorno arrivò, ma non sapeva come entrare nel castello.
A quel punto, sopra un albero del bosco vicino al castello, vide uno scoiattolo che gli mostrò
una porta segreta per entrare nella torre dove era rinchiusa la principessa.
Intanto a Gattopoli i genitori di Leo erano molto preoccupati perché il loro figlio era uscito da
solo e non era ancora ritornato a casa.
Leo era riuscito ad entrare nella torre, ma doveva ancora superare tanti pericoli prima di arrivare dalla principessa.
Il primo pericolo che Leo doveva superare erano le sabbie mobili nei sotterranei della torre, dove erano nascosti degli alligatori feroci ed affamati. Leo
era forte e coraggioso: passò senza problemi.
Il secondo ostacolo che si presentava era un lungo corridoio pieno di serpenti boa. Leo non aveva mai avuto paura dei rettili e passò velocemente.
Il terzo e ultimo pericolo era superare una giungla piena di tigri del Bengala, leoni, vipere, leopardi e ghepardi. Ma Leo anche questa volta ce la fece.
All’inizio ebbe molta paura e si nascose sotto il letto. Ad un certo punto la strega gridò verso la principessa e le chiese se
c’era qualcun altro in quella stanza. Lei le rispose di no, ma la strega con un colpo di bacchetta magica fece alzare tutti gli
oggetti e anche il letto.
Quando vide il principe, lo catturò e lo rinchiuse nella prigione del castello.
Ma l’amore era più forte di tutto: con uno stratagemma la principessa e il principe riuscirono a baciarsi ed emisero una
magia che sconfisse la strega.
I due fuggirono insieme dal castello e arrivarono a Gattopoli. Poi, raccontarono tutto al re e alla regina.
La mattina dopo il loro ritorno si sposarono e fecero una grande festa. Da quel giorno vissero felici e contenti.
Arrivato nella stanza dove era
rinchiusa la principessa, si presentò,
però sentì delle risate malefiche. Era la
strega.
Lavoro in coppia: Giacomo
Crepaldi e Anna Girotti
I criceti e il cristallo
magico
Paride e Marta vanno in un
negozio di animali e vedono
un gabbia di criceti. Entrano e li
comprano.
Arrivati a casa, decidono di dare
un nome ai due criceti: la
femmina si chiamerà Martina e il
maschio Macchia.
Dopo una settimana la coppia di
criceti ha già messo su famiglia:
una bella cucciolata di dodici
cuccioli!
La sera del loro compleanno i due criceti
scappano, trovano un buco e ci entrano.
All’interno trovano un cristallo magico e
cominciano a leccarlo. Poi sentono dei passi
ed escono correndo finché rientrano nella loro
gabbietta e si addormentano.
La mattina dopo, magicamente, i due criceti
iniziano a parlare!
Marta, non appena si avvicina alla gabbietta
per dar da mangiare ai suoi cuccioli, scopre
che sanno parlare.
Con grande meraviglia, Marta scopre anche
che dopo 48 ore il fantastico potere svanisce.
Per questo i criceti vanno a leccare di nuovo il
cristallo magico. Marta e Paride li seguono e
scoprono il mistero del cristallo. Decidono che
la cosa può essere pericolosa per i piccoli
animali e sigillano il buco con un mattone.
Non servono le parole: i padroncini capiscono
i loro cuccioli perché li amano.
Il cagnolino era molto carino, con il pelo chiaro e lucido, gli occhi verde chiaro. La cosa stupenda di questo cane era
che aveva poteri straordinari, sapeva addirittura volare…
In un buco nero viveva il fratello del pittore, che da tempo stava disegnando una volpe.
Il fratello chiese alle stelle nere di dare vita alla sua volpe. Le stelle accettarono la sua proposta.
La volpe era di un marroncino chiaro, con la giacca nera e gli occhiali da sole e armata di due spade affilate.
In realtà il fratello era cattivo e lui e il suo animale sapevano che se avessero distrutto il cane, anche il pittore avrebbe
fatto la stessa fine.
La volpe aveva dato appuntamento al cane per una battaglia. Il cane aveva detto di sì.
Verso mezzanotte si erano incontrati in un palazzo abbandonato e la battaglia aveva avuto inizio. L’incontro era
emozionante. A un certo punto il cane si era fermato e la volpe ne aveva approfittato per colpirlo.
A un tratto un fascio di luce aveva colpito il cagnolino, dandogli la forza per sconfiggere la volpe. Il cane con i suoi
poteri, più la forza del fascio di luce, riuscì a eliminare la volpe.
Da quella notte tutti avevano imparato a conoscere il super cane, meglio noto come “Super dog”!
Lavoro di gruppo: Lavinia Marangon e Matteo
Tonazzi
Il super cagnolino
C’era una volta un pittore che viveva in cielo e che
aveva disegnato un cane finto.
In una notte stellata le stelle abbaglianti, molto
grandi e piene di gioia e di poteri avevano fatto una
magia.
Gli avevano dato la parola, le emozioni e la vita, così
quel cane era diventato vero.
LAVORO IN GRUPPO: VALENTINA MANCARELLA e LELE ZHAO
Le gatte Olivia e Silvì
Olivia, una gattina di un anno, viveva in un villaggio di gatti.
La sua migliore amica era Silvì, un’altra gattina. Insieme andavano al parco
tutti i giorni in riva al fiume, giocavano sempre a nascondino e a
rincorrersi.
Un giorno Olivia e Silvì trovarono una gattina ferita a una zampa,
Olivia la portò dal veterinario, il veterinario la curò e disse che
aveva soltanto una storta alla zampa. Tornando a casa si sentì un
miagolio: quel miagolio voleva dire che stava bene.
Un giorno Olivia e Silvì andarono in montagna, dopo un po’ trovarono un gruppo di gatti su una
slitta, poi conobbero un padrone tedesco che insegnò loro a correre e a saltare gli ostacoli.
Impararono a correre e a saltare gli ostacoli velocissimamente. Olivia e Silvì e il loro amico gattino
fecero una gara e la vinsero, così tutti e tre portarono a casa delle bellissime coppe d’oro, perché al
traguardo avevano tagliato il nastro per primi. Festeggiarono a lungo la vittoria. Tutti e tre
tornarono al parco in riva al fiume giocando a nascondino e a rincorrersi.
LAVORO DI GRUPPO: LINDA PORTO E MATTIA AMIDEI
LA METAMORFOSI DEL CRICETO ELEFANTE
Nell’anno 2006 la nostra mamma ha comprato un CRICETO e lo abbiamo chiamato Milly.
Passò un anno; nello stesso giorno in cui la mamma aveva preso il criceto, l’animaletto non si sentiva tanto bene, continuava a mangiare
noccioline. Allora abbiamo pensato di portarlo dal veterinario, che ci ha detto: -Non ho spiegazioni a questo problema, per risolvere la
situazione potreste provare a dargli questa medicina.
Siamo tornati a casa con Milly, che si è messo a dormire con il sonno pesante come quello di un elefante.
Il tempo passava e il criceto diventava sempre più grande e grigiastro.
Una mattina ci siamo alzati e abbiamo visto che il criceto non stava più dentro alla gabbietta, perché era
diventato troppo grande. Ahimè, ci eravamo dimenticati di dargli la medicina!
Così una mattina abbiamo trovato un cucciolo di elefante che dormiva sul divano; all’inizio credevamo che
fosse un elefante qualunque, ma poi abbiamo scoperto che era il nostro criceto trasformato in elefante.
Allora abbiamo deciso di portarlo in giardino, però bisognava trovare un luogo dove lui si sentisse a suo
agio. Passò un altro mese e il criceto era diventato così grande che aveva raggiunto le sembianze di un
elefante adulto.
Un giorno, al nostro risveglio, l’elefante era sparito. Abbiamo preso la macchina e con la mamma siamo
andati in città. Là c’era il nostro elefante-criceto che distruggeva tutto.
Allora abbiamo deciso di chiamare la ditta dello zoo: con una puntura di sonnifero lo hanno addormentato e
portato via.
Dopo un po’ di tempo siamo andati con la nostra famiglia a visitare lo zoo. Là c’era un elefante con un
cartellino con sopra scritto Milly. Lo abbiamo riconosciuto subito! Era il nostro “criceto” che ci salutava con
la proboscide.
Lavoro di gruppo: Anna Reboli e Marco Segantin
Animals & Co superstar
C’era una volta una fattoria nel Far West.
Un giorno lì nacquero due cuccioli: Cip, un pulcino, e Nicole, un porcellino d’ India.
Un giorno i due animali, che erano diventati molto amici, videro un carretto e,
mentre nessuno li vedeva, salirono e si addormentarono. Al risveglio si trovarono
in un posto pieno di palazzi e un milione di auto.
Nicole vide un cartello con la scritta New York … così con un salto scesero dal
carro.
Dopo un po’ di tempo arrivarono in un palazzo; lì salirono le scale finché non
trovano un appartamento aperto. Entrarono e dopo pochi secondi arrivò una
ragazza …non una semplice ragazza, ma una molto
famosa, Ariana Grande!
Nicole si fece avanti e le chiese se voleva tenerli come animaletti con i suoi sette cagnolini.
Ariana le rispose eccitata di sì. Cip non era così entusiasta, come Nicole.
Poi da una stanza uscì il fidanzato di Ariana, un altro molto famoso. Lei indossava un abito bianco con
dei fiori e lui aveva un giubbotto in pelle e un paio di jeans.
Da quel momento i due piccoli animali cominciarono a seguire Ariana nei suoi concerti. Alloggiavano in
posti fantastici, conoscevano molti personaggi famosi, facevano una vita fantastica!
Un giorno Ariana propose loro di fare un terzetto. Nessuno aveva mai visto due animali così su un palcoscenico! Così i due animali da
prateria diventarono gli “Animals & Co”! Da lì partì la loro carriera da super cantanti; dopo solo pochi mesi tutto il mondo li amava.
Un giorno tre ragazze andarono a fare un pic-nic in un
bosco e si addormentarono; il sogno che fecero era lo
stesso.
Sognarono di essere in un labirinto, mentre cercavano
l’uscita, sentirono dei rumori provenienti dalla siepe e
seguendoli riuscirono ad uscire.
All’uscita trovarono un coniglio tutto bianco con la coda
nera, con le orecchie piegate in avanti e con delle
zampine piccole, tenere e soffici come il resto del
corpo.
Il coniglio scappò e rincorrendolo arrivarono ad un
giardino fatato!
Lavoro di gruppo: Anna, Benedetta, Ilaria.
L’avventura delle tre ragazze e del coniglio
Cercarono di fare amicizia, scoprendo che il coniglio parlava; gli
chiesero cosa stava cercando, scoprendo che la sua tana era sotto il
maleficio di una strega, per spezzarlo dovevano trovare il
braccialetto della principessa dei cristalli.
Si incamminarono ed a un certo punto notarono una scritta su un
abete, che solo il coniglio, ormai diventato amico delle tre ragazze,
riusciva a decifrare.
Quest’ultimo disse che per trovare il braccialetto
dovevano superare più prove.
All’improvviso si ritrovarono di fronte ad un torrente e il
coniglio diede loro consigli fondamentali per superarlo.
Costruirono tutti insieme un ponticello in legno; dopo
averlo superato, si trovarono di fronte a una grotta
misteriosa e decisero di entrarci.
La grotta era molto buia e il coniglio la illuminò con la sua
zampa magica. Così trovarono una roccia dov’era scritta
l’ultima frase.
Le tre ragazze immediatamente chiesero al coniglio di tradurla. Dalla frase
capirono che l’unica soluzione era aver fiducia l’una nell’altra. Infatti,
improvvisamente si ritrovarono a fare una specie di gioco a coppie e una
persona era bendata e doveva fidarsi del proprio compagno.
Riuscirono a superare anche questo perché erano tutti molto amici; in
fondo alla grotta videro una luce e capirono subito che era il braccialetto.
Appena lo toccarono, si svegliarono dal sogno.
Al risveglio trovarono un braccialetto con le perle a forma di coniglio e
pensarono che forse non era stato tutto un sogno.
Lavoro in coppia: Aurora Moretti e Gabriele Zanardi
Il gatto e il coniglio alati
Questa storia parla di una gattina alata di nome Briciola di tre mesi. Era nata in un fungo con le sue sorelle e i suoi fratelli.
Briciola pur essendo la più vecchia dei fratelli, non sapeva volare, ma un giorno decise di andare alla scuola di volo.
In questa scuola incontrò un coniglietto di nome Olaf, lui però sapeva volare. I due animali andarono subito d’accordo e tra loro
nacque una grande amicizia.
A differenza del suo amico coniglio, Briciola non riusciva ad imparare a volare, anche se continuava ad andare alla scuola di volo.
Un giorno decisero di andare
insieme a fare una passeggiata.
Lungo la strada per sbaglio
Briciola cadde in un barattolo di
vernice di un imbianchino e il suo
pelo diventò bianco e ruvido;
anche il coniglio, nel tentativo di
salvarla, cadde dentro la vernice
e diventò bianco.
Briciola si sentì molto male, era
spaventata e allora provò a
volare per andare a chiedere
aiuto agli umani. Mentre tentava
di volare l'accalappiagatti la
catturò e la portò al gattile.
Nel frattempo Olaf si pentì di avere lasciato
andare Briciola e andò a cercarla. Ma era
troppo tardi perché Briciola era stata venduta a
una famiglia.
Triste, Olaf chiese al proprietario del gattile
dov’era finita la sua amica e questo rispose: -Ho
venduto la tua amica a una famiglia che vive
invia Spinello.
Olaf cercò tanto e alla fine trovò Briciola. Con il
suo aiuto la gattina riuscì a scappare e insieme
tornarono al villaggio. Qui si lavarono,
ridiventarono neri, fecero una grande festa e
alla fine si baciarono.
Vi presento il mio nuovo coniglietto: si chiama Max e ha quattro mesi. Vive in
Inghilterra, a Londra, in un’amorevole famiglia che lo ama molto.
La sua gabbietta è molto colorata e accogliente con cibo e acqua a volontà. Il
suo manto è bianco, con delle
macchie color nocciola, che al buio
diventano nere. Max ama quando lo
accarezzo, mentre guardo la tivù. Gli
piacciono moltissimo le carote e
tutta la verdura fresca. Il suo
migliore amico è il cane Jeck.
Una volta, di notte, sono scesa in cucina e con grande sorpresa mi è capitato di vedere
che Jeck dalla sua cuccia apriva il frigo con la mente e prendeva salsicce a volontà per
mangiarsele tutte. E ho visto anche Max che apriva la gabbia con grande forza. Entrambi
poi entrarono nel sottoscala e da lì uscirono due umani con somiglianze di coniglio e cane, che uscirono di casa.
Subito avevo deciso di seguirli. Dopo un po’ avevo scoperto dove erano diretti: andavano a una festa per godersi la notte. Ho
scoperto poi che tutti gli altri invitati erano anche loro animali in forma umana. Tra di loro parlavano chiamandosi con questi nomi:
Leone, Scoiattolo, Orso, Canguro e tutti possedevano qualcosa che li collegava ad un animale realistico o fantastico.
Poi a mezzanotte l’effetto era ormai svanito e tutti erano tornati a casa. Da quel giorno ho sempre controllato che cosa facevano i
miei animali da umani durante la notte, mantenendo il segreto, sotto forma di agente segreto!
Lavoro in coppia: Destro Iris e Piva David
Animali o umani?
Lavoro in coppia: Beatrice Trombini e Mattia Marcomin
Il cavalluccio magico
C’era una volta un pesciolino rosso di nome Luigi, che adorava fare delle nuotate nella
sua boccia con il suo bellissimo castello.
Un giorno il padrone di Luigi portò a casa un pesciolino bianco che mise nella boccia di
Luigi. I due si presentarono, il pesciolino rosso disse: <<Io sono Luigi e tu?>>
<<Mi chiamo Angelo >>rispose il nuovo arrivato e Luigi lo accolse felice, mostrandogli il
suo bellissimo castello.
Luigi dormì con Angelo e diventarono amici inseparabili.
Il giorno seguente il padrone portò a casa un acquario con dentro un cavalluccio marino.
Il cavalluccio era giallo e dall’aspetto amichevole.
Nell’acquario c’erano delle alghe e della ghiaia e l’acqua trasparente.
Dopo un po’ il cavalluccio notò la boccia dei due pesciolini e vide che loro avevano un
castello e lui no.
Così il cavalluccio mise la coda a riccio in avanti e pensò al castello che avrebbe voluto e
per magia comparve.
I due pesciolini rimasero incantati.
Presto il cavalluccio fece apparire un tavolo, delle sedie, un letto e degli armadi, insomma
l’acquario sembrava un hotel!
I pesciolini vedendolo erano molto sorpresi, ma erano anche contenti che il cavalluccio
avesse realizzato il suo desiderio. Chissà, forse quel nuovo amico magico avrebbe aiutato anche loro con la sua magia!
Lavoro di gruppo: Schiorlin Sofia e Crepaldi Simone
Pegaso C’era una volta un cavallo alato di nome Pegaso, viveva in
mezzo al bosco, era di colore bianco con le ali dorate. In
quel bosco aveva molti amici tra cui fate e folletti.
Un giorno il cavaliere più forte del castello andò a fare una
passeggiata in mezzo al bosco; vide Pegaso e lo portò con
sé al castello.
Quando il re lo vide disse: - Dobbiamo addestrarlo a
combattere per mandarlo in battaglia .
I servi gli diedero subito la stalla più bella del reame,
perché un cavallo con le ali d’oro non si era mai visto
prima. Il giorno dopo cominciarono ad addestrarlo
facendogli fare salti ad ostacoli.
Però Pegaso aveva nostalgia dei suoi amici fate e folletti,
perché non aveva nessuno con cui giocare. Quella notte
scappò per ritornare dai suoi amici.
Pegaso nella notte non trovava più la via della sua vecchia
casa; la mattina seguente i cavalieri non trovarono più
Pegaso, la regina preoccupata andò a chiamare il cavaliere
che lo aveva recuperato dal bosco.
Mentre Pegaso cercava la sua vecchia casa inciampò su un
ramo d’albero e si fece molto male alla zampa. Pegaso
cercò di chiamare le sue amiche fate per aiutarlo, ma, visto
che era troppo lontano, non riuscirono a sentirlo.
Il giorno dopo il cavaliere andò alla ricerca di Pegaso; lui non riusciva ad alzarsi da quanto male aveva.
Pegaso continuava ad urlare sempre più forte. Ad un certo punto i suoi amici cominciarono a sentire
una vocina proveniente dal bosco: era proprio lui! I suoi amici sentendo la voce riuscirono a capire che
era lui, così andarono subito in suo soccorso; intanto il cavaliere stava ancora cercando Pegaso.
Ad un certo punto il cavaliere sentì qualcosa che gli girava intorno alla testa, si girò e vide che erano
delle fate. Le fate dissero al cavaliere che stavano cercando il cavallo Pegaso, il cavaliere disse che
anche lui lo stava cercando. Il cavaliere e le fate fecero un patto: chi lo avesse trovato per primo lo
avrebbe portato con sé a casa e lo avrebbe curato.
Il cavaliere intuì che esso si trovava al centro del bosco, lui conosceva tutte le
scorciatoie per arrivare lì prima delle fate. Il cavaliere ci impiegò solo dieci
minuti invece le fate ci impiegarono un’ora.
Senza dire niente alle fate, il cavaliere portò con sé il cavallo al castello.
Appena arrivati, ci fu subito una grande festa per il ritrovamento di Pegaso.
Le fate si accorsero che al centro del bosco non c’era nessuno e provarono a
vedere al castello.
Arrivate al castello, le fate vollero fare subito un accordo con il re, loro
potevano venire al castello ogni volta che volevano a trovare Pegaso.
Il re accettò l’accordo; da quel giorno tutti vissero felici e contenti!
Lavoro in coppia di CRISTIAN SANTARATO E ANNACHIARA GIANESE
Il pesce Benji e il pinguino Scooter
C’era una volta un castello in cui viveva un pesciolino di nome Benji, che aveva
sei mesi e nuotava in una boccia.
Benji era un pesce di colore arcobaleno, con delle pinne ondulate, dei
grandissimi occhi blu, la bocca fatta a cuore molto rossa.
Una mattina il pesciolino che aveva dei poteri magici voleva uscire dalla boccia,
grazie a una chiave magica. Siccome gli piaceva la neve, si trasformò in orso
polare, perché voleva fare un giro.
Ad un certo punto si fermò in riva all’oceano, dove incontrò un pinguino di
nome Scooter. I due animali iniziarono a parlare e organizzarono di andare al
luna park. Arrivarono alle giostre con una canoa, iniziarono a prendere i
biglietti. Fecero un sacco di giostre, pure la lotteria. Vinsero un bel viaggio senza
ritorno nella giungla. Arrivati nel posto con l’aereo, montarono la tenda da
campeggio tutta verde, poi si misero ad esplorare i dintorni divertendosi un
sacco. Giunsero in un punto e videro una piramide.
Nella giungla si divertirono così tanto che decisero di stabilirsi lì.
Alla fine furono molto felici della loro decisione, scoprirono molte cose belle e
vissero felici e contenti.
Lavoro in coppia di Alice Fecchio e Dennis Bolognese
UGA LA TARTARUGA
In un’isola in mezzo al mare si trovava una tartaruga di nome Uga, una tartaruga di terra.
Un giorno arrivò sull’isola una nave da carico, che catturò Uga e la intrappolò in uno scatolone. Alla fine
del viaggio, Uga si trovò in una casa, dove viveva una bambina di nome Ilaria. Quando vide Uga, la mise
subito in un recinto con erba e lattuga.
Un giorno Ilaria la prese e la mise di nuovo in uno scatolone, poi la portò al parco dei divertimenti.
Insieme, fecero un giro sulla ruota panoramica, sugli scivoli, sugli spruzzi d’acqua e sulle montagne
russe. Ma lì accadde una cosa terribile: Ilaria non vide più Uga, perché lei era caduta fuori dallo
scatolone. Per fortuna, Uga non si era fatta male, ma aveva cominciato ad andare in giro da sola per il
parco.
Finito il giro del parco, incontrò una bellissima cricetina bionda che si chiamava Bianca e insieme
andarono a prendere un gelato.
Il giorno dopo Bianca ritrovò Uga insieme alla sua nuova amica Bianca e, per evitare che scappassero,
decise di intrappolarle in una gabbietta per sempre.
Ma una giovane lucertola che stava correndo da quelle parti le aiutò e le liberò.
Poi la lucertola mostrò loro un luogo segreto dove nascondersi e divennero tre amiche inseparabili, per
sempre libere.