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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Statuto del Comune di Firenze TITOLO IV - Il Decentramento art. 38 (Quartiere) 1. Il quartiere costituisce la circoscrizione di decentramento in cui è diviso il territorio comunale di Firenze. 2. Il regolamento dei Consigli di quartiere stabilisce la delimitazione, il numero, la denominazione dei quartieri, le procedure per le modifiche territoriali. 3. Il Comune di Firenze valorizza il Consiglio di quartiere come organismo di gestione di servizi di base, di esercizio delle funzioni delegate, di consultazione, di partecipazione e al tal fine gli attribuisce autonomia funzionale e organizzativa nelle forme e nei modi previsti dal regolamento dei Consigli di quartiere. art. 50 (Servizi di base e funzioni delegate) 1. Il Consiglio di quartiere è competente per la gestione dei servizi di base e dei servizi alla persona che per caratteristiche tecniche e ragioni di efficienza non richiedano una gestione in ambiti territoriali più ampi. La gestione di tali servizi è attribuita dal Consiglio comunale con provvedimento specifico approvato a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. 2. Il Consiglio comunale con specifico atto deliberativo, su proposta della Giunta, può delegare ai Consigli di quartiere ulteriori funzioni prevedendo contestualmente le necessarie risorse finanziarie, di personale, strumentali. 3. Il Consiglio di quartiere gestisce i servizi attribuiti e le funzioni delegate nel rispetto degli indirizzi programmatici definiti nella relazione previsionale e programmatica approvata dal Consiglio comunale. 4. Il Consiglio di quartiere favorisce il decentramento dei servizi sul proprio territorio. REGOLAMENTO DEI CONSIGLI DI QUARTIERE Art. 2 (Principi) 1. Le circoscrizioni di decentramento, in cui è diviso il territorio comunale di Firenze, sono denominate quartieri. 2. Nell’ambito dell’unità del Comune , il Consiglio di Quartiere costituisce un’articolazione dell’Amministrazione e concorre alla formazione dei programmi e degli obiettivi dell’Ente nonché alla loro realizzazione. 3. Il Comune di Firenze valorizza il Consiglio di quartiere quale organismo di consultazione, di partecipazione, di esercizio delle funzioni delegate, di gestione dei servizi di base, prevedendo le necessarie risorse di personale, strumentali e finanziarie atte ad assicurarne l’autonomia organizzativa e funzionale. Nel rispetto dei criteri direttivi e degli indirizzi programmatici, approvati dal Consiglio Comunale, il Consiglio di Quartiere è organismo di governo del territorio. 4. Il Comune di Firenze riconosce l’autonomia dei quartieri uniformando ai principi del decentramento e della sussidiarietà la propria azione amministrativa. Art. 6 (Funzioni dei Consigli di quartiere) 1. I Consigli di quartiere esercitano le seguenti funzioni istituzionali: 5. convalidano gli eletti; 6. provvedono alla elezione e alle eventuali nomine e designazione di propria competenza; 7. deliberano il regolamento interno per il proprio funzionamento di cui al successivo articolo 31; 8. definiscono, nel rispetto dei criteri direttivi ed indirizzi programmatici approvati dal Consiglio Comunale, i criteri e gli indirizzi per la gestione dei servizi sul territorio; 9. partecipano alla programmazione comunale per quanto attiene all’ambito del quartiere; 10. deliberano il riparto delle risorse finanziarie complessivamente assegnate sui capitoli di bilancio di propria competenza; 11. approvano le proposte di progetti concernenti opere pubbliche di competenza del quartiere; 12. formulano proposte di provvedimenti al Consiglio Comunale ed alla Giunta; 13. presentano mozioni, interrogazioni ed interpellanze; 14. esprimono pareri su questioni di interesse circoscrizionale richiesti nei casi e con le modalità previste dallo 1

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Statuto del Comune di Firenze

TITOLO IV - Il Decentramento art. 38

(Quartiere)

1. Il quartiere costituisce la circoscrizione di decentramento in cui è diviso il territorio comunale di Firenze. 2. Il regolamento dei Consigli di quartiere stabilisce la delimitazione, il numero, la denominazione dei quartieri,

le procedure per le modifiche territoriali. 3. Il Comune di Firenze valorizza il Consiglio di quartiere come organismo di gestione di servizi di base, di

esercizio delle funzioni delegate, di consultazione, di partecipazione e al tal fine gli attribuisce autonomia funzionale e organizzativa nelle forme e nei modi previsti dal regolamento dei Consigli di quartiere.

art. 50 (Servizi di base e funzioni delegate)

1. Il Consiglio di quartiere è competente per la gestione dei servizi di base e dei servizi alla persona che per caratteristiche tecniche e ragioni di efficienza non richiedano una gestione in ambiti territoriali più ampi. La gestione di tali servizi è attribuita dal Consiglio comunale con provvedimento specifico approvato a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati.

2. Il Consiglio comunale con specifico atto deliberativo, su proposta della Giunta, può delegare ai Consigli di quartiere ulteriori funzioni prevedendo contestualmente le necessarie risorse finanziarie, di personale, strumentali.

3. Il Consiglio di quartiere gestisce i servizi attribuiti e le funzioni delegate nel rispetto degli indirizzi programmatici definiti nella relazione previsionale e programmatica approvata dal Consiglio comunale.

4. Il Consiglio di quartiere favorisce il decentramento dei servizi sul proprio territorio.

REGOLAMENTO DEI CONSIGLI DI QUARTIERE Art. 2

(Principi)1. Le circoscrizioni di decentramento, in cui è diviso il territorio comunale di Firenze, sono denominate quartieri. 2. Nell’ambito dell’unità del Comune , il Consiglio di Quartiere costituisce un’articolazione

dell’Amministrazione e concorre alla formazione dei programmi e degli obiettivi dell’Ente nonché alla loro realizzazione.

3. Il Comune di Firenze valorizza il Consiglio di quartiere quale organismo di consultazione, di partecipazione, di esercizio delle funzioni delegate, di gestione dei servizi di base, prevedendo le necessarie risorse di personale, strumentali e finanziarie atte ad assicurarne l’autonomia organizzativa e funzionale. Nel rispetto dei criteri direttivi e degli indirizzi programmatici, approvati dal Consiglio Comunale, il Consiglio di Quartiere è organismo di governo del territorio.

4. Il Comune di Firenze riconosce l’autonomia dei quartieri uniformando ai principi del decentramento e della sussidiarietà la propria azione amministrativa.

Art. 6 (Funzioni dei Consigli di quartiere)

1. I Consigli di quartiere esercitano le seguenti funzioni istituzionali: 5. convalidano gli eletti; 6. provvedono alla elezione e alle eventuali nomine e designazione di propria competenza; 7. deliberano il regolamento interno per il proprio funzionamento di cui al successivo articolo 31; 8. definiscono, nel rispetto dei criteri direttivi ed indirizzi programmatici approvati dal Consiglio Comunale, i

criteri e gli indirizzi per la gestione dei servizi sul territorio; 9. partecipano alla programmazione comunale per quanto attiene all’ambito del quartiere; 10. deliberano il riparto delle risorse finanziarie complessivamente assegnate sui capitoli di bilancio di propria

competenza; 11. approvano le proposte di progetti concernenti opere pubbliche di competenza del quartiere; 12. formulano proposte di provvedimenti al Consiglio Comunale ed alla Giunta; 13. presentano mozioni, interrogazioni ed interpellanze; 14. esprimono pareri su questioni di interesse circoscrizionale richiesti nei casi e con le modalità previste dallo

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Statuto e dal presente regolamento;

Art. 29 (Servizi di base e funzioni delegate)

1. Il Consiglio comunale attribuisce ai Consigli di quartiere, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, la gestione dei servizi di base ed alla persona con le modalità previste dallo Statuto.

2. Il Consiglio comunale può delegare ai Consigli di quartiere funzioni ulteriori rispetto a quelle di cui al comma precedente.

3. Gli atti deliberativi con cui il Consiglio comunale delega ai quartieri le ulteriori funzioni devono: 4. specificare quali funzioni e strutture vengono delegate; 5. contenere direttive e criteri orientativi per l’esercizio della delega, conformemente agli indirizzi programmatici

definiti nella relazione previsionale e programmatica approvata dal Consiglio comunale; 6. indicare le risorse finanziarie , strumentali e di personale che vengono trasferite ai quartieri nonché i tempi di

attuazione della delega; 7. indicare i provvedimenti conseguenti all’eventuale mancato adempimento delle funzioni delegate. 8. I Consigli di quartiere relazionano periodicamente in Consiglio comunale sullo stato di attuazione delle

deleghe attribuite. 9. I servizi di base e le funzioni delegate attribuite ai quartieri possono essere in qualunque momento, con

adeguata motivazione, sospese o revocate dal Consiglio comunale a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati, previa diffida ad adempiere in caso di inerzia.

10. I servizi di base e le funzioni delegate attribuite ai quartieri sono indicate nell’elenco allegato al presente regolamento. In caso di variazione l’elenco sarà automaticamente aggiornato senza necessità di specifica revisione del Regolamento stesso.

Art. 30 (Criteri direttivi ed indirizzi programmatici)

1. L’esercizio delle funzioni delegate e la gestione dei servizi di base da parte dei Consigli di quartiere avviene in conformità ai criteri direttivi ed indirizzi programmatici approvati dal Consiglio Comunale entro 6 (sei) mesi dal suo insediamento nel rispetto delle linee programmatiche approvate.

2. I criteri direttivi, finalizzati a definire ambito e modalità uniformi di esercizio delle deleghe e gli indirizzi programmatici, finalizzati ad assicurare una gestione dei servizi di base omogenea per livelli quali quantitativi e diffusione sul territorio, hanno validità ed efficacia per l’intero mandato, salvo eventuali modifiche da parte del Consiglio comunale.

3. Nel rispetto dei criteri direttivi ed indirizzi programmatici i Consigli di quartiere hanno piena autonomia organizzativa e funzionale.

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONSIGLIO DI QUARTIERE N° 5

Art. 16

(Commissione Vivibilità , Lavoro e Sport)

1. La Commissione Vivibilità, lavoro e Sport si occupa:

• del miglioramento della qualità della vita; • della sicurezza dei cittadini intesa come opportunità di vivere bene la città, soprattutto facendo leva sulle

opportunità presenti, ovvero i Centri Storici Minori e i Centri Commerciali Naturali, valorizzandone la presenza e le risorse;

• delle funzioni relative all’orientamento professionale e alla collaborazione con i Centri per l’Impiego. • della gestione degli impianti sportivi di Quartiere e della organizzazione di corsi di attività motorie di base. • dei rapporti con le Associazioni Sportive e della promozione di attività sportive nel territorio.

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L.R. 3 gennaio 2005, n. 6Disciplina delle modalità di affidamento di impianti sportivi da parte degli enti pubblici territoriali della Toscana.

Art. 01 - Oggetto della legge

1. La presente legge disciplina, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 90, comma 25 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), le modalità di affidamento degli impianti sportivi di proprietà degli enti pubblici territoriali, non gestiti direttamente dagli stessi.

Art. 02 - Soggetti affidatari

1. Gli enti pubblici territoriali, che non intendano gestire direttamente i propri impianti sportivi, ne affidano in via preferenziale la gestione a società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e federazioni sportive nazionali.

2. L'affidamento in gestione a soggetti diversi da quelli indicati nel comma 1 avviene solo in caso di esito infruttuoso delle procedure di selezione di cui all'articolo 3 e comunque nel rispetto dei principi relativi alle medesime.

Art. 03 - Regolamento

1. Gli enti pubblici territoriali disciplinano con regolamento le modalità di affidamento in gestione degli impianti sportivi nel rispetto dei seguenti criteri:

a) garanzia dell'apertura dell'impianto a tutti i cittadini;b) garanzia di imparzialità nel permetterne l'utilizzo ai soggetti di cui all'art. 2 che ne facciano richiesta

all'affidatario;c) differenziazione delle procedure di selezione in ragione della diversa tipologia e rilevanza economica degli

impianti;d) utilizzo dell'avviso pubblico come modalità di pubblicità della procedura di selezione, idonea a garantirne

l'effettiva conoscenza a tutti i soggetti interessati;e) scelta dell'affidatario che tenga conto dell'esperienza nel settore, del radicamento sul territorio nel bacino di

utenza dell'impianto, dell'affidabilità economica, della qualificazione professionale degli istruttori e allenatori utilizzati, della compatibilità dell'attività sportiva esercitata con quella praticabile nell'impianto e dell'eventuale organizzazione di attività a favore dei giovani, dei diversamente abili e degli anziani;

f) selezione da effettuarsi in base alla presentazione di progetti che consentano la valutazione dei profili economici e tecnici della gestione;

g) valutazione della convenienza economica dell'offerta, da effettuarsi in base alla previa indicazione da parte dell'ente territoriale del canone minimo che si intende percepire e dell'eventuale massimo contributo economico che si intende concedere a sostegno della gestione;

h) garanzia della compatibilità delle eventuali attività ricreative e sociali di interesse pubblico, praticabili straordinariamente negli impianti, con il normale uso degli impianti sportivi;

i) determinazione della durata massima dell'affidamento in gestione.

2. Nel regolamento gli enti pubblici territoriali possono altresì individuare ulteriori criteri di valutazione delle offerte, in aggiunta a quelli di cui al comma 1, lettera e).

3. In assenza del regolamento di cui al presente articolo, la selezione dei soggetti affidatari deve comunque avvenire nel rispetto dei criteri di cui allo stesso comma 1.

Art. 04 - Convenzioni

1. Gli enti pubblici territoriali stipulano con il soggetto risultato affidatario una convenzione concernente la gestione dell'impianto sportivo.

2. La convenzione stabilisce, in particolare, i criteri d'uso dell'impianto e le condizioni giuridiche ed economiche della gestione dello stesso.

Art. 05 - Norme transitorie

1. Le convenzioni stipulate precedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge ed aventi scadenza nel termine di ventiquattro mesi da questa conservano efficacia.

2. Le convenzioni relative ad impianti sportivi oggetto di interventi di nuova edificazione o di ristrutturazione edilizia, effettuati dal soggetto gestore nei quindici anni precedenti la data di entrata in vigore della presente legge conservano efficacia.

3. Le convenzioni aventi scadenza successiva al termine di cui al comma 1, cessano di produrre effetti decorsi ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

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INTRODUZIONE

Le finalità di questa relazione non sono certamente quelle di dare un quadro esaustivo e completo delle

realtà della pratica sportiva nel territorio fiorentino, bensì quella di creare un riferimento d'insieme, il più

oggettivo possibile, sulle interconnessioni esistenti tra tali realtà e gli organismi del decentramento.

Le risultanze finali e le considerazioni che ne scaturiranno, di stretto ambito politico, dovrebbero servire,

nelle intenzioni, ad alimentare la discussione con l'inserimento di elementi forse nuovi ad alcuni membri del

gruppo, o a dare loro una diversa chiave di lettura, così da innescare, sia in questo che negli ambiti deputati

istituzionalmente alla decisione politica, intensi e interessanti dibattiti sull'argomento e sulle future azioni

che lo coinvolgeranno.

Dai molti documenti di carattere sia tecnico sia politico, tra i quali lo Statuto e il Regolamento del

Comune di Firenze, i regolamenti dei quartieri e i relativi indirizzi programmatici, i Criteri Direttivi, e non

ultimi i programmi di coalizione con cui ci siamo presentati alle scorse elezioni amministrative, dovrebbe

risultare evidente che la scelta effettuata nel passato e proseguita nel tempo di un decentramento fiorentino

spinto, era dettata da considerazioni di carattere politico-funzionale la cui oggettiva attualità non ha motivo

di essere messa in discussione.

Riprendendo alcune frasi della prefazione del Sindaco Domenici ai Criteri Direttivi, esse risultano ancora

vive, significative e condivisibili, anche dopo 4 anni dalla loro stesura:

“Fin dal suo insediamento questa Amministrazione ha assunto fra i suoi obiettivi prioritari e qualificanti il decentramento amministrativo [...] Consigli di Quartiere [...] essi rappresentano l'articolazione dell'Amministrazione che è a più stretto contatto con la popolazione, alla quale è affidato il compito di provvedere ai bisogni e al benessere delle persone nonché alla cura ed all'animazione del territorio. I Consigli di Quartiere son infatti gli immediati interlocutori dei cittadini, concorrendo alla formazione dei programmi generali dell'Ente ed alla loro realizzazione mediante l'esercizio delle deleghe e la gestione dei servizi di base [...]. Non è un caso che, in un quadro complessivo di difficoltà per il bilancio del Comune, i Quartieri siano stati fra le poche strutture salvaguardate nell'attribuzione delle risorse, convinti della loro importanza e consapevoli che, anche nella prospettiva della Città Metropolitana, grazie a tali organismi potrà rafforzarsi un rapporto diretto con gli amministrati e quella dimensione collaborativa, che rende una comunità viva e partecipe.”

Sia consentita un'altra citazione che si ritiene ugualmente significativa sia per l'autorevolezza del

pronunciante sia per l'estrema cogenza con il tema discusso da questo consesso, le parole sono del

Vicesindaco Matulli e sono anch'esse tratte dalla prefazione ai Criteri Direttivi 2002:

“[...] Firenze è città di quartieri [...]. E infatti tante sono le risposte che, attraverso servizi, iniziative, presenza articolata ed efficace, i Quartieri sono in grado di offrire alle molteplici richieste che emergono dalla propria comunità. Per tanti aspetti della vita privata e collettiva oggi l'intervento pubblico si identifica con l'attività ed “il volto” dei Quartieri. È per questo che l'Amministrazione Comunale, coerente con il suo programma di governo, intende valorizzare ed arricchire di contenuti le già ampie e diversificate competenze attribuite ai Quartieri, così preservando ed attualizzando il patrimonio civico ed amministrativo che in questi anni è cresciuto e si è accumulato. [...]”

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Condividendo pienamente il senso di tali parole, pur nella consapevolezza della brevità della mia

esperienza amministrativa, in essa non ho potuto osservare rilevanze oggettive in alcun ambito tali da

modificare il senso di volontà espresse così chiaramente.

Anche la disamina dei riferimenti normativi del Comune di Firenze evidenzia la medesima ispirazione, e

questo si riscontra sopratutto nell'art. 50 dello Statuto “Servizi di base e funzioni delegate” che al comma 1

recita:

“Il Consiglio di quartiere è competente per la gestione dei servizi di base e dei servizi alla persona che per caratteristiche tecniche e ragioni di efficienza non richiedano una gestione in ambiti territoriali più ampi.”

I servizi sportivi rientrano a pieno titolo nelle definizioni di “servizi di base” e di “servizi alla persona” e

come tali ricomprese, almeno in parte, nelle competenze dei Quartieri

Non va peraltro dimenticato che tale competenza è frutto di delega che il Consiglio Comunale ha

concesso in precedenza e che come tale può essere modificata e revocata dallo stesso, si può però affermare

con certezza che tali deleghe siano state concesse non tanto per simpatia verso le strutture decentrate, ma a

seguito di attenta ed accurata valutazione dei costi-benefici che una tale scelta avrebbe comportato. Non si

vuole certo ora entrare nel merito di tale decisione, che personalmente si ritiene corretta e ancora pertinente,

ma forte del significato delle precedenti citazioni e di evidenze oggettive, si vorrebbe arrivare a confermare

la validità di tali scelte e il fatto che la fiducia è stata ben riposta, confutando allo stesso tempo tutta una serie

di luoghi comuni relativi alla diseconomicità delle strutture amministrative, delle sue articolazioni e dei

servizi da esse erogati, oltre che sulla loro utilità e qualità.

MODALITÀ E FINALITÀ DELLO SPORT DI QUARTIERE

Le funzioni delegate relative allo sport e quindi l'operato dei Quartieri, verte prevalentemente sulla

gestione degli impianti sportivi assegnati, sulla gestione dei relativi spazi ed orari, sulla organizzazione di

corsi ed attività sportive e sulla promozione dello sport a vari livelli.

Tutto questo allo scopo di agevolare la massima diffusione delle attività sportive, consentendo la

fruizione ottimale degli impianti, rendendo alla cittadinanza un servizio di primaria importanza che non

coinvolge solo aspetti psico-fisici ma anche relazionali, educativi e di socializzazione.

La gestione degli spazi e l'organizzazione dei corsi può avvenire sia in forma DIRETTA che in

CONCESSIONE. La prima fattispecie prevede che siano i Quartieri in prima persona ad organizzare corsi ed

attività, la seconda concede a terzi la possibilità di gestione di spazi e fasce orarie non utilizzate direttamente

dalle attività dirette allo scopo di ottimizzare risorse e risultati e preservando nel contempo l'esistenza di

tante Federazioni, Società Sportive ed Associazioni che altrimenti avrebbero difficoltà nel reperire spazi

adeguati. Nella definizione di concessione, oltre all'assegnazione d'uso di fasce orarie, rientra anche

l'assegnazione in gestione di interi impianti.

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La gestione diretta consente di rimanere in contatto con le realtà e con i bisogni del territorio permette la

realizzazione di corsi ed attività sportive a prezzi calmierati, consentendo una amplissima diffusione ed

adesione alle pratiche sportive e favorendo quegli aspetti di socializzazione e ricreazione altrimenti non

sempre raggiungibili.

Con la gestione diretta i Quartieri perseguono anche finalità sociali, favorendo l'inserimento di anziani e

di soggetti portatori di handicap garantendo loro la gratuità dell'offerta così come avviene anche per i minori

in condizioni di disagio socio-economico segnalati dal Servizio Sociale.

GLI IMPIANTI

Gli impianti sportivi la cui gestione è delegata ai Quartieri sono le palestre delle strutture scolastiche della

scuola dell'obbligo e quelle strutture sportive che, non considerate di livello e di rilevanza cittadine, bene si

prestano agli obiettivi dichiarati nei documenti già citati e negli indirizzi programmatici di ciascun Quartiere.

Esiste comunque elenco degli impianti sportivi nelle disponibilità dei Quartieri.

Le competenze in materia di manutenzione degli impianti sportivi sono attribuite al Servizio tecnico della

Direzione Servizi Sportivi e Tempo Libero, mentre alle Unità Tecniche dei Quartieri sono assegnati i piccoli

interventi di manutenzione ordinaria, in particolare negli impianti in gestione diretta.

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LE REALTÀ DEL QUARTIERE 5

Il Q5, oltre alle varie palestre scolastiche, ha nelle sue disponibilità anche il Palazzetto Paolo Valenti e il

Palazzetto Filpj (che sono gestiti in convenzione con società sportive), ed è l'unico quartiere ad avere in

gestione impianti per attività acquatiche quali la Micropiscina ITI e la Micropiscina Don Minzoni.

I dati numerici e le considerazioni che seguiranno si riferiscono alla realtà del Quartiere 5, del quale si ha

diretta conoscenza, ma certamente le stesse considerazioni potrebbero essere proiettate senza troppa

difficoltà anche sugli altri Quartieri.

Le micro piscine, in particolare, sono il fiore all'occhiello delle attività sportive di quartiere, sia per

quanto riguarda la già menzionata unicità delle strutture, sia per il tipo di attività esercitata e per il tipo di

utenza servita, sia per le performances raggiunte nell'utilizzo: numero di utenti, qualità dei servizi,

diversificazione dell'offerta, e sopratutto nei risultati economico-finanziari.

La gestione diretta, che copre per intero gli spazi e le fasce orarie disponibili in questi due impianti, oltre

a garantire la piena accessibilità da parte di ogni genere di fruitore grazie a tariffe calmierate, o in alcuni casi

totalmente gratuite, salvaguarda anche l'utenza libera cioè quella non affiliata a società sportive.

Anche a costo di una ripetizione, vista l'importanza dell'argomento in riferimento al contesto in cui si

inserisce questa relazione, va ribadito che la gestione diretta consente di garantire e salvaguardare anche

categorie particolari come i disabili, che con corsi specializzati e totalmente gratuiti trovano da noi quelle

possibilità di accoglienza che nel mondo del privato spesso verrebbero precluse per questioni di

diseconomicità o di carenza di idonee attrezzature.

Il Quartiere 5, forte della sua vocazione al sociale è andato sempre più estendendo la sua offerta verso

tali categorie, cercando di soddisfare le istanze di associazioni inserite nel tessuto territoriale e di gruppi di

singoli non associati, con la realizzazione di corsi di acquaticità inseriti in ampi progetti di riabilitazione, con

la partecipazione a progetti di riattivazione motoria in collaborazione con la Fratellanza Popolare, sia

tessendo rapporti con l'Azienda Ospedaliera di Careggi e più precisamente con l'Unità Spinale, con cui

organizza corsi in acqua con finalità riabilitative.

Da segnalare inoltre il Progetto P.I.T.A. ovvero “Progetto di intervento terapeutico in acqua in casi di

psicopatologia grave”, destinato ad una utenza che, a causa della mancanza di iniziative simili, si colloca

spesso ben oltre i confini di quartiere e perfino comunali, arrivando ad interessare utenti di comuni dell'area

metropolitana e oltre (S. Casciano, Malmantile, B. Ripoli, Scandicci, Sesto F.no, Barberino M.lo, Lastra a

Signa. Signa, Vaglia).

Sullo stesso filone di carattere sociale si collocano i corsi organizzati e finalizzati verso altre categorie

dalle necessità particolari quali gli anziani, e le gestanti, che pur non essendo gratuiti, garantiscono

comunque una offerta praticamente inesistente sul mercato localizzato.

Vasta e variegata è comunque l'offerta di corsi organizzati in gestione diretta per normodotati di ogni età

che comprendono corsi di nuoto per bambini, adolescenti ed adulti di ogni livello di esperienza, corsi di

acquagym, corsi per brevetti di istruttore, e nuoto libero.

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Seguono alcuni dati di utenza, con costi e ricavi, relativi alle attività sportive realizzate nelle micro

piscine del Q5 nell'anno 2005 (le cifre in euro sono arrotondate):

Attività N° utenti Pagamento Iscrizione

Nuoto normodotati (Corsi + libero) 2792 Si Diretta

Nuoto disabili 880 Gratuito Diretta + Associazioni

Progetto P.I.T.A. 44 Gratuito

N° utenti complessivi 3716Le tariffe sono differenziata per fasce di età e, chiaramente, tra corsi e nuoto libero (che non ha necessità della figura dell'istruttore).

Incasso da attività sportive realizzate nelle micro piscine (anno 2005):Tipologia di gestione N° ore di utilizzo Incasso da

Società sportive 561 14.000 € (da tariffario ed incassata direttamente dalla

Direzione Sport, senza intermediazione del Q5)

Attività di Quartiere 3883 255.000 €(da tariffario ed incassata dalla Direzione Sport, con

intermediazione del Q5)

Totale incassato grazie alle attività gestite direttamente dal Quartiere

255.000 €

Costi a bilancio del Quartiere 5 per realizzare attività sportive nelle micro piscine (Corsi di nuoto per bambini, adulti; nuoto libero; acquagym; attività in acqua per anziani; attività specifiche per disabili) (anno 2005):Categoria di costo Q.tà Costo globale

Istruttori/assistenti bagnanti (Co.co.co) 21 (+6)

75.000 € (normodotati + 6 istruttori palestre)65.000 € (disabili)

Totale 21 140.000 €

Costi sostenuti dall'A.C. per realizzare attività sportive nelle micro piscine (Piccola manutenzione ordinaria, pulizie spogliatoi, gestione e manutenzione centrale tecnologica) (anno 2005):Categoria di costo Q.tà Costo

Operatori ambientali V° livello (forniti da agenzie di lavoro interinale)

2 5.200 € (mensili)

Operatori ambientali V° livello (di ruolo) 5(di cui 2 part-time al 50%)

A carico dell'A.C.

Manutenzione straordinaria - Non definibile

Utenze - Non definibile

Totale 7 Non definibile(Sono escluse le spese per manutenzione ordinaria inserite nei capitoli dell'Unità Tecnica e quelle per acquisto materiale di pulizia e di reagenti e la manutenzione attrezzature, che essendo inserite in capitoli comuni con le palestre sono di difficile individuazione)

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Più o meno la stessa situazione si ripropone anche per gli impianti sportivi e le palestre scolastiche, dove

coesistono una pluralità di offerte sia in gestione diretta che non: anche per questo tipo di impianti, fatte

salve le prerogative del Quartiere e la vocazione di utilità pubblica che deve sempre sussistere, vale la

possibilità di cessione d'uso o d'impianto mediante convenzione a Federazioni, Società Sportive ed

Associazioni che ne fanno richiesta: tale gestione di tipo misto o promiscuo, viene utilizzata in questo tipo di

impianti più che nelle piscine sia per motivazione di ordine politico, ma anche e sopratutto per ragioni di

ordine pratico-organizzativo, in quanto la numerosità di tali impianti e la distribuzione sul territorio mal si

concilierebbero con una gestione diretta che si rivelerebbe in taluni casi eccessivamente onerosa e dispersiva.

Le ragioni di ordine politico e socio-sanitario, si possono evincere dagli Indirizzi Programmatici della

Commissione Sport del Q5 di cui riporto stralci significativi:

“[...]. In collaborazione con le associazioni sportive presenti sul territorio viene sponsorizzata l'offerta di corsi di sport così detti minori o di altre discipline meno conosciute, fra questi ricordo il Pronto Soccorso Sportivo, i corsi di ballo, Tai Chi e la Psicomotricità infantile. Sarà inoltre proposto per la prima volta un corso per l'avvicinamento dei giovani all'attività degli sbandieratori.Le associazioni sportive presenti nel quartiere sono per noi una vera risorsa, per la loro opera di divulgazione della pratica sportiva che è spesso opera di prevenzione per il mantenimento di un buon livello di vivibilità e stabilità sociale del nostro territorio. [...]”

Quindi stretta collaborazione del Q5 con numerose associazioni “territoriali” per un pieno e ottimale

utilizzo degli impianti che altrimenti, in alcuni casi, non riuscirebbero ad essere resi fruibili dalla gestione

diretta.

Va evidenziato però che le palestre scolastiche e gli impianti sportivi vengono usate e date in uso al di

fuori dell'orario scolastico e limitatamente a quelle fasce orarie e a quegli spazi non già utilizzati in corsi o

attività in gestione diretta del Quartiere.

Similmente alle attività in acqua, anche per le palestre rimane fondamentale l'attività in gestione diretta

del Quartiere che, raccogliendo esigenze anche di carattere socio-sanitarie, cerca di offrire anche in questo

ambito servizi a categorie particolari, anziani e all'utenza libera. Quindi il Quartiere, sempre attento alle

istanze provenienti dal territorio, predispone direttamente corsi ed attività, sceglie le associazioni più

confacenti a queste esigenze, coordina il palinsesto delle fasce orarie e delle attività ed esercita un controllo

sull'uso che viene fatto di tali spazi da parte dei concessionari. Il rapporto con le Società Sportive non si

conclude con tali azioni, ma si esplica anche attraverso quei contributi che, purtroppo ogni anno in misura

progressivamente inferiore per le note difficoltà di bilancio, vengono loro concessi a fronte di progetti

finalizzati e modulati sulle esigenze territoriali.

Per dare la reale consistenza del fenomeno dello sport nelle palestre del Q5, si evidenziano alcuni dati

aggregati relativi all'anno 2005:

− Palestre scolastiche date in concessione in orario extrascolastico: 18− Società sportive fruitrici in concessione delle palestre: 40− Totale Entrate da società sportive concessionarie di palestre (incassate direttamente dalla Dir.ne 17):

62.700 € − La manutenzione straordinaria degli impianti e le utenze sono a carico della Dir.ne 17

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Attività palestre in gestione direttaAnno N° utenti paganti N° utenti esenti N° corsi N° lezioni Entrate Uscite (costo istruttori) Differenza

2003 585 18 33 696 22.700 € 11.400 € 11.300 €

2004 735 38 33 726 28.150 € 10.700 € 17.450 €

2005 808 52 36 804 33.100 € 11.250 € 21.850€(Le tariffe sono differenziata per fasce di età. Gli utenti con invalidità > 50% sono esenti dal pagamento, e sono inseriti negli stessi corsi per i normodotati. Le cifre in euro sono arrotondate.)

Vista l'impossibilità di assunzioni da parte dell'A.C., gli istruttori sono stati finora assunti con contratti

Co.co.co attingendo da apposita graduatoria predisposta dalla Direzione Sport che cura anche l'assegnazione

degli stessi ai vari impianti: il Quartiere provvede alla liquidazione mensile dei compensi dei Co.co.co.,

mentre per il personale interinale provvede la Direzione Organizzazione su propri capitoli di spesa.

Con una ulteriore operazione di aggregazione dei dati relativi alla gestione diretta delle palestre e delle

micro piscine si ottiene un quadro d'insieme per il 2005 così composto:

Settore Entrate Uscite

Attività e corsi micro piscine +attività e corsi nelle varie palestre (Incassi da Q5)

255.000 € + 33.100 € =288.100 €

140.000 € (Istruttori) + 52.000 € (Operatori ambientali interinali - 10 mesi) + 11.300 € (Acquisto beni e servizi) =203.300 €

Costi da gestione mista: diretta + in concessione (a vario carico dell'A.C. e del Q5)

- (Operatori ambientali di ruolo) - (Manutenzione ordinaria e straordinaria) - (utenze)

Incassi da tariffario per uso in concessione delle palestre (Incassati direttamente dalla Direzione Sport) (Relative ai dati in possesso)

14.000 € +62.700 € =76.700 €

(Le cifre in euro sono arrotondate.)

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EVIDENZE

Purtroppo all'analisi manca lo storico dei dati delle micro piscine, ma l'osservazione d'insieme dei dati

provenienti dall'Ufficio Sport del Q5, che si ringrazia per la disponibilità e la solerzia nel fornirli, ci conduce

comunque alle seguenti constatazioni:

1) la fruizione è numericamente considerevole, ed elevato è il numero degli utenti paganti

2) di rilevante entità è anche la fruizione gratuita da parte delle categorie svantaggiate, che valorizza

l'intento sociale perseguito dal Quartiere e che dimostra l'apprezzamento e l'implicito riconoscimento

alla utilità e alla qualità dei servizi offerti;

3) elevato è il numero di ore utilizzato in gestione diretta dal quartiere, ed elevato è quindi il numero di

corsi direttamente realizzati e gestiti: giustificata e necessaria è quindi l'entità numerica del personale

impiegato, che risulta anzi essere appena sufficiente all'espletamento del servizio;

4) elevato è il numero di impianti sportivi dati in concessione, come elevato è il numero delle società ed

associazioni che ne fruiscono, così come elevato è il monte ore d'uso che essi realizzano, cosa che

soddisfa le indicazioni degli indirizzi programmatici;

5) negli ultimi anni l'utenza e il numero dei corsi in gestione diretta nelle palestre risulta essere in

costante aumento, così come in aumento sono le relative entrate che, grazie ad una sostanziale

politica di stabilità dei costi, generano un aumento degli utili;

6) la gestione diretta realizza un saldo nettamente positivo, mentre non si hanno qui elementi sufficienti

per valutare l'esito dell'incasso derivante da concessioni;

7) ogni incasso viene convogliato nel bilancio comunale generale.

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CONSIDERAZIONI

Come si evince dalle evidenze e quindi dai dati, lo sport di quartiere è sicuramente una esperienza che è

maturata e migliorata con gli anni, che dà lustro all'amministrazione pubblica la quale si può quindi a buona

ragione fregiarsi dei buoni frutti ottenuti sia in termini di risposta alle esigenze ed alle aspettative dei

cittadini, sia in termini di resa finanziaria: funziona, soddisfa esigenze socio-sanitarie-assistenziali, produce

occupazione, sostiene stili di vita condivisibili, fa bene alla salute, lo realizza un organo dell'amministrazione

pubblica, e, esempio più unico che raro, oltre ad autofinanziarsi produce anche utili nonostante contenga

rilevanti componenti di gratuità.

Tutto ciò sicuramente grazie all'impegno sia del personale direttamente impiegato sul posto, sia del

personale organizzativo del Q5, che con una gestione oculata e previdente delle sempre più scarse risorse a

bilancio è riuscita miracolisticamente , almeno fino ad oggi, a garantire il funzionamento del sistema.

Quindi fortemente emerge la necessità di sfatare quei luoghi comuni che purtroppo sono duri a morire

sopratutto se ad arte alimentati: non è sempre vero che le economie di scala maggiori siano sempre le

migliori e le più convenienti sia in termini di costi-ricavi che di ricadute qualitative sui servizi, così come

non è vero il suo esasperato contrario, e cioè che dei servizi estremamente delocalizzati e parcellizzati

producano benefici per tutti.

Il significato di quanto detto è che NON ESISTONO ASSIOMI: non sempre le attività realizzate dai

Quartieri sono eccessivamente onerose e quindi da eliminare, e non sempre accentrare verso l'assessorato

produce effetti positivi o risparmi tangibili, così come non sempre effetti positivi o risparmi tangibili sono

prodotti dal cedere in concessione ogni risorsa, perché non sempre il privato, e il riferimento va anche alle

associazioni e alle società sportive, riesce a realizzare in economicità quella pluralità di offerte che sono

necessarie a soddisfare la sempre più variegata tipologia di bisogni espressi dalla cittadinanza.

Non troppo velate istanze centripete, anche preesistenti, emergono dalla discussione generata dalla

necessità di recepimento della L.R. 3 gennaio 2005, n. 6 e quindi dalla stesura di un regolamento per la

suddivisione e la gestione degli impianti sportivi cittadini: particolare attenzione andrà posta su questo tema

a tutti i livelli istituzionali in cui si attiveranno discussioni e non solo. Pur non essendoci ancora una versione

definitiva di tale regolamento si invitano i membri del gruppo sul decentramento a prendere coscienza,

documentandosi, dell'importanza di tali argomenti, così da poterne discutere in futuro, se ritenuto opportuno,

anche in questa sede.

Il sistema costruito negli anni dal Q5 sembra invece essere una risposta soddisfacente alle esigenze che

finora si sono presentate. Certo si potrebbe fare di più: è infatti accertato che ci sono le potenzialità per

accogliere più corsi e più attività, senza contare che altre scuole con i loro spazi si aggiungono dopo

ristrutturazioni (vedi Scuola Bargellini), ma la costante diminuzione degli stanziamenti sui capitoli di

bilancio e la sempre minore possibilità di assumere anche precariamente il personale necessario, non ci

consente di aumentare il servizio nonostante le volontà miglioratrici, anzi alla riapertura autunnale sono

emerse serie difficoltà ad attivare corsi in gestione diretta nonostante le notevoli richieste.

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Questo è estremamente sconvolgente in quanto trattasi di servizi si utili ma sopratutto remunerativi, con

un chiaro seppur non determinante saldo attivo.

Essendo un tema di ambito sociale più che economico, la decisione dovrebbe essere demandata a

considerazioni di ordine politico e non di bilancio, perché solo un'attenta discussione che veda partecipi i

vari livelli istituzionali, potrebbe evidenziare elementi di giudizio utili ad un soddisfacente sviluppo delle

problematiche in questione.

Certo una facile soluzione potrebbe essere quella di mantenere lo status quo o perfino di incrementarlo:

questa infatti sarebbe la soluzione auspicabile, ma come realizzarla concretamente? Dove reperire i fondi

necessari?

Allo scopo, viste le risultanze oggettive della gestione diretta del Q5, vorrei suggerire, come

considerazione a titolo strettamente personale, di porre l'attenzione sul possibile realizzarsi di una qualche

forma di autonomia finanziaria che, fatti salvi i rientri all'A.C. di quota parte degli introiti in ragione di spese

di sua stretta pertinenza, potrebbe magari estrinsecarsi in una gestione decentrata delle somme direttamente

incassate le quali, vincolate alla gestione diretta delle attività sportive dei Quartieri e utilizzate in un circolo

virtuoso ben indirizzato, potrebbero certamente autosostenere un processo di amplificazione dei servizi alla

cittadinanza.

Sempre a titolo di considerazione personale, aggiungo che una tale iniziativa potrebbe essere vissuta

anche come una forma di sperimentazione che, in caso di feedback positivo, potrebbe essere estesa anche ad

altri ambiti simili (vedi offerte culturali).

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CLEMENTINI Sabatino – Vice Presidente Q5 – Firenze

Gruppo di lavoro sul decentramento

27 settembre 2006