PROCICLICITA’ e STRESS TEST IN BASILEA...
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PROCICLICITA’ e STRESS TEST IN BASILEA 2
Mario Quagliariello
Università RomaTre, maggio 2009
Agenda
V modulo:La prociclicità in Basilea 2 (capp. 4)
1. La ciclicità dell’attività bancaria2. L’impatto di requisiti minimi sul capitale
Basilea 1
Domande benvenute
2
1. Basilea 12. Basilea 23. Un po’ di letteratura
3. La risposta della regolamentazione1. I parametri di rischio2. Il trattamento dei prenditori meno ciclici3. Monitoraggio
4. Stress test1. Cosa sono?2. Le regole
1. Basilea 22. Le linee guida del CEBS
3. Le lezioni dalla crisi subprime
� L’attività svolta dalle banche è per sua natura ciclica:
� In espansione le banche possono sottostimare l’ esposizione al rischio, rilassando i criteri di selezione dei prenditori e riducendo gli accantonamenti
La ciclicità dell’attività bancaria
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gli accantonamenti“Il protrarsi di condizioni macroeconomiche favorevoli, l’abbondante liquidità, i bassi tassi d’interesse reali, avevano accresciuto la quantità di rischio e il grado di indebitamento che mutuatari, investitori e intermediari erano disposti ad assumersi. Il rapido sviluppo dell’innovazione finanziaria ha ampliato le potenzialità del sistema di moltiplicare il credito rispetto al capitale investito. La capacità degli operatori di valutare e gestire i relativi rischi non ha tenuto il passo” (Governatore della Banca d’Italia, Considerazioni Finali, 2008)
� In recessione, il merito di credito dei debitori si deteriora e emergono perdite
� La maggiore esposizione al rischio di credito può suggerire di contrarre gli impieghi
Ciclo economico e tasso di accantonamento
1,60%
1,80%
4,0%
5,0%
La ciclicità dell’attività bancaria
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0,00%
0,20%
0,40%
0,60%
0,80%
1,00%
1,20%
1,40%
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
2002
tasso
accan
ton
am
en
to
-2,0%
-1,0%
0,0%
1,0%
2,0%
3,0%
var%
pil
tasso accantonamento
var % pil
Fonte: Lonardi e Sironi
� Ma la ciclicità:
� Non è sorprendente
� Perché è conseguenza delle imperfezioni nel mercato del credito
Asimmetrie informative tra chi domanda e chi offre credito
La ciclicità dell’attività bancaria
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� Asimmetrie informative tra chi domanda e chi offre credito
� PMI
� Miopia da disastro
� Herding behaviour
� Non è necessariamente negativa
� Perché testimonia il legame tra settore finanziario e settore reale
� Rilevante per la politica monetaria
� La ciclicità diventa un problema quando amplifica eccessivamente le fluttuazioni dell’economia, minando la stabilità del sistema finanziario (prociclicità)
La ciclicità dell’attività bancaria
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� Ciò dipende da vari fattori:
� Dimensione delle oscillazioni
� Ruolo delle diverse fonti di finanziamento per il settore reale
� Ruolo della regolamentazione sul capitale
� Altri fattori molto di moda (fair-value accounting, schemi di remunerazione, ecc.)
� È importante distinguere due concetti:
� Ciclicità dei requisiti patrimoniali: se il requisito minimo tende ad aumentare nelle fasi di recessione e ad allentarsi in quelle
Il ruolo della regolamentazione:
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aumentare nelle fasi di recessione e ad allentarsi in quelle espansive, esso si comporta in maniera ciclica
� Prociclicità. Se, a seguito delle variazione del requisito minimo, le banche sono indotte a modificare l’offerta di credito, riducendola in recessione ed aumentandola in espansione, il requisito è prociclico
� L’esigenza di una disciplina sul capitale delle banche deriva dalla presenza di un fallimento del mercato:
� l’insolvenza di una banca produce dei costi sociali – in termini ad esempio di oneri sostenuti dalla collettività attraverso
L’impatto di requisiti minimi B1
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esempio di oneri sostenuti dalla collettività attraverso l’assicurazione dei depositi, di contagio, di perdita di fiducia nei confronti dell’intero settore – che sono solo parzialmente sostenuti dal singolo operatore (esternalità negativa)
� l’obiettivo della regolamentazione sul capitale consiste dunque nell’allineare il costo sopportato dal singolo intermediario a quello sociale, riducendo gli incentivi per la banca ad assumere un livello di rischio eccessivo rispetto a quello socialmente ottimale
� Le perdite sono cicliche …
� … dunque, qualunque regolamentazione finalizzata a garantire che le banche detengano un ammontare minimo di capitale può avere effetti prociclici
L’impatto di requisiti minimi B1
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di capitale può avere effetti prociclici
� nelle fasi di recessione, il numero di creditori che non sono in grado di onorare le proprie obbligazioni aumenta, riducendo i ricavi e richiedendo alle banche di aumentare gli accantonamenti, al fine di renderli coerenti con i crescenti tassi di insolvenza delle controparti
� Se gli utili non sono sufficienti a coprire le perdite su crediti originate dallo stato di recessione dell’economia, le banche registreranno una riduzione dei mezzi propri
AUMENTO INSOLVENZE RECESSIONE
Shock esogeno
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AUMENTO PERDITE E RIDUZIONE DEL CAPITALE
RICERCA DI NUOVO CAPITALE
O CONTRAZIONE CREDITO
RIDUZIONE INVESTIMENTI
� Difficile però determinare il livello ottimo di capitale
� La regolamentazione deve infatti mirare a bilanciare due obiettivi contrapposti:
L’impatto di requisiti minimi B1
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obiettivi contrapposti: � minimizzare i costi sociali connessi con il fallimento di un
intermediario
� garantire che gli investimenti con un valore attuale netto positivo ricevano risorse finanziarie adeguate, anche in recessione
� Requisiti patrimoniali elevati riducono la probabilità di fallimento di una banca, ma rendono più onerosa la concessione di prestiti, che potrebbe risultare sub-ottimale
L’impatto di requisiti minimi B2
� B2 introduce una maggiore sensibilità del requisito all’effettiva rischiosità del portafoglio, attraverso l’utilizzo di parametri (in particolare la probabilità di default) che possono essere
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probabilità di default) che possono essere influenzati dalle condizioni economiche generali
� L’effetto ciclico non passa più unicamente per il livello assoluto di capitale detenuto dalla banca, ma anche dalla variazione della rischiosità del suo attivo, misurata dalla migrazione della clientela tra le diverse classi di rating
L’impatto di requisiti minimi B2
� In presenza di un requisito minimo che dipende da ponderazioni per il rischio basate sui rating:� il deterioramento delle condizioni economiche conduce a una maggiore frequenza di downgrading e
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conduce a una maggiore frequenza di downgrading e all’inasprimento dei requisiti.
� il miglioramento del ciclo comporta invece requisiti più bassi.
� In sintesi, il requisito (non solo il capitale) oscilla.
� Molta confusione:
� PD vs rating?
Rating PiT e TTC
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� PD vs rating?� Cos’e’ e come si stima una PD TTC?� Una PD TTC garantisce che il sistema di rating sia anche TTC?
� Perche’ poche banche usano rating TTC?
� Per una banca tipo, l’assegnazione del rating si basa su varie fasi:� Per ogni cliente, stima della PD individuale (in base a metodologie diverse)Attribuzione di ogni cliente ad una classe di rating
Digressione: l’assegnazione del rating
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� Attribuzione di ogni cliente ad una classe di rating� Determinazione della PD associata alla classe di rating� La PD di classe, non quella individuale, è utilizzata per il calcolo del requisiti minimo
� La ciclicità dipende da come è stimata la PD individuale e da come è calcolata quella di classe:
� PiT� TTC
Digressione: l’assegnazione del rating
Classi di ratingPD di classe
A Bassa
B
Clienti
Alfa e Beta
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C Alfa
D
E
F Beta
G Alta
default 1
ModelloPiT
PD individuale (PiT)
Attribuzione classe
Funzioneregolamentare Requisito
Digressione: l’assegnazione del rating
t+1 (recessione)
A B C D E F G DEF
Da t a t+1, Alfa e Beta “migrano” in classi peggiori a causa della variazione della PD individuale
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t
A
B
C Alfa
D
E
F Beta
G
individuale
Digressione: l’assegnazione del rating
Classi di ratingPD di classe
A Bassa
B
PD di classe invariata, ma cambia la distribuzione di
creditori tra classi
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C
D Alfa
E
F
G Alta
default 1 Beta
Funzioneregolamentare Requisito
Digressione: l’assegnazione del rating
Classi di ratingPD di classe
A Bassa
B
Clienti
Alfa e Beta
19
C Alfa
D
E
F Beta
G Alta
default 1
ModelloTTC
PD individuale (TTC)
Attribuzione classe
Funzioneregolamentare Requisito
Digressione: l’assegnazione del rating
t+1 (recessione)
A B C D E F G DEF
Da t a t+1, Alfa e Beta non “migrano” poiché la PD individuale è relativamente stabile
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t
A
B
C Alfa
D
E
F Beta
G
stabile
Digressione: l’assegnazione del rating
Classi di ratingPD di classe
A Bassa
B
PD di classe può cambiare (aumento dei default) se
calcolata su una serie storica breve
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CAlfa
D
E
FBeta
G Alta
default 1
Funzioneregolamentare Requisito
Digressione: l’assegnazione del rating
Quanto oscilla il requisito?
PD individuale Pit PD individuale TTC
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requisito?
PD di classe di breve periodo
(non consentito)+++ ++
PD di classe di lungo periodo +++ +
� Le oscillazioni del requisito minimo dipendono dunque dalla stabilita’ dei rating
I requisiti calcolati con sistemi di rating point-in-time
Digressione: l’assegnazione del rating
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� I requisiti calcolati con sistemi di rating point-in-time (PIT) sono piu’ volatili di quelli derivanti dall’applicazione di metodologie through-the-cycle (TTC).
� Il metodo standardizzato e’ meno ciclico di quello dei rating interni (perche’ le agenzie utilizzano metodi TTC)
AUMENTOINSOLVENZE
+ DOWNGRADINGS
CREDITORI IN BONIS
RECESSIONE
Shock esogeno
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AUMENTO PERDITE E RIDUZIONE DEL CAPITALE
+INCREMENTO REQUISITO
RICERCA DI NUOVO CAPITALE
O CONTRAZIONE CREDITO
RIDUZIONE INVESTIMENTI
BASILEA 1
CAPITALE
RWA (a parità di attivo nominale)
ESPANSIONE RECESSIONE
Solvibilità=Capitale/RWA
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BASILEA 2
CAPITALERWA (a parità di attivo nominale)
ESPANSIONE RECESSIONE
Solvibilità=Capitale/RWA
Dalla ciclicità alla prociclicità
� L’aumento del requisito non necessariamente comporta unacontrazione del credito:� la maggior parte delle banche tende a posizionarsi su un livello di
capitale superiore a quello minimo regolamentare:� per ridurre la probabilità di non essere in grado di fronteggiare i rischi
non coperti dai requisiti obbligatori
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non coperti dai requisiti obbligatori� per evitare di dover ricorrere al mercato in fasi congiunturali avverse, a
condizioni finanziarie più onerose� perché lo chiede il mercato (pensate ai livelli correnti di Tier1)
� La contrazione del credito bancario non necessariamentecomporta una contrazione degli investimenti:
� Le imprese potrebbero avere altre fonti di finanziamento.
La letteratura empirica fornisce un aiuto per capire la rilevanza pratica di questi problemi
Un po’ di letteratura
� Differenze tra B1 e B2� La valutazione dell’impatto del ciclo economico sui requisiti patrimoniali
calcolati in base alle nuove e alle vecchie regole di Basilea è stata condottaattraverso simulazioni basate sulla costruzione di un portafoglio diesposizioni verso le imprese, la determinazione delle migrazioni dei ratingdi queste controparti e, quindi, la quantificazione del requisito
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esposizioni verso le imprese, la determinazione delle migrazioni dei ratingdi queste controparti e, quindi, la quantificazione del requisitoregolamentare.
� Carpenter et al. (2001): le regole di Basilea 2 non dovrebbero risultare piùcicliche delle precedenti.
� Catarineu-Rabell et al. (2003): maggiore ciclicità del nuovo accordo(essenzialmente per sistemi di rating basati su logiche PIT).
� Kashyap e Stein (2003): ciclicità dei requisiti patrimoniali B2 durante larecessione del 1998-2002.
� Corcostegui et al. (2002): le transizioni dipendono dalle condizioni economichee determinano oscillazioni dei requisiti correlate con le fluttuazioni cicliche.
Un po’ di letteratura
� In sintesi:� L’evidenza empirica fornisce qualche conferma della maggiore ciclicità
di una disciplina basata su requisiti patrimoniali più sensibili al rischio.� Le analisi si concentrano sull’impatto del ciclo economico unicamente
sulla probabilità di insolvenza. Il maggiore effetto ciclico potrebberisultare ulteriormente rafforzato nel caso in cui anche gli altri
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risultare ulteriormente rafforzato nel caso in cui anche gli altriparametri di rischio risultino legati al ciclo economico.
� Ma seri limiti metodologici:� diverse ipotesi utilizzate nella costruzione dei portafogli,� disomogeneità dei campioni di imprese utilizzate e i diversi periodi di
osservazione� Solo pochi ricercatori hanno potuto utilizzare dati sui default messi a
disposizione dalle stesse banche,� più frequentemente le probabilità di insolvenza utilizzate sono ricavate, ad
esempio applicando l’approccio di Merton.
Un po’ di letteratura
� Sulla prociclicità dei requisiti patrimoniali
� Bernanke e Lown (1991): la riduzione dei coefficienti patrimoniali ha un impatto ridotto, mastatisticamente significativo sull’offerta di credito
� Peek et al. (2003): l’offerta di credito può influenzare le variabili macroeconomiche e, inparticolare, le componenti del PIL che dipendono maggiormente dai prestiti bancari
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� Peek e Rosengren (1995): negli Stati Uniti, durante le recessioni, le banche meno capitalizzatetendono a contrarre l’offerta di credito in misura più drastica di quelle con più ampie dotazionidi capitale
� Kishan e Opiela (2000): le banche piccole e poco capitalizzate mostrano la risposta piùsignificativa agli impulsi della politica monetaria
� Lown e Peristiani (1996): i livelli di solvibilità costituiscono il canale attraverso il quale siesplicita il legale tra capitale e credito e come tale legame sia più forte per le banchesottocapitalizzate
� Gambacorta e Mistrulli (2003): le banche meglio patrimonializzate sono in grado di fronteggiarepiù efficacemente gli shock monetari, adottando politiche del credito meno procicliche
� Marcucci e Quagliariello (2007): l’attività bancaria può comportare effetti di retroazionesull’economia reale quando il livello di patrimonializzazione degli intermediari è ridotto
Un po’ di letteratura
� In sintesi:� L’evidenza sull’effettiva rilevanza pratica della prociclicità è
incerta.
� Ma molto indizi segnalano che le banche meno
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� Ma molto indizi segnalano che le banche menopatrimonializzate tendono ad essere più reattive agli impulsidi politica monetaria…
� …più facilmente sono costrette a tagliare gli impieghi perrispettare i requisiti minini
� Chiara indicazione che è opportuno che le banchesiano sufficientemente patrimonializzate al picco dellafase espansiva
La risposta della regolamentazione (prima della crisi!)
� Intenso dibattito in seno al Comitato di Basilea sugli effetti prociclici del nuovo Accordo
Of course, I fully respect the different opinions that may exist on this issue, but in my opinion, there are some elements that make me think that the concerns over procyclicality are there are some elements that make me think that the concerns over procyclicality are exaggeratedexaggerated.. There is some degree of procyclicality inherent in banking behaviour. The question that we should consider is whether Basel II, or any regulation, will unduly exacerbate this behaviour. Furthermore, it is also important to consider the trend around which cycles will fluctuate. I think that under Basel II, in the context of a more efficient and sound financial
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fluctuate. I think that under Basel II, in the context of a more efficient and sound financial system, fluctuations will occur around a superior trend. This superior trend represents a better relationship between the capacity of the economy to absorb risks and the ability of the banking system to provide credit (Caruana, Chair of the BCBS, 2005).
� Graduali aggiustamenti alla struttura dell’Accordo per ridurre il rischio di prociclicità:� Parametri di rischio� Forma funzioni regolamentari� Prenditori meno ciclici� Monitoraggio� Stress test
La risposta della regolamentazione: i parametri di rischio
� Probabilità di default� le banche che adottano i metodi dei rating interni devono, per quanto possibile, utilizzare modalità di stima di tipo TTC;
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stima di tipo TTC; � nel passaggio dalle PD individuali a quelle attribuite alle diverse classi di rating (calibrazione), devono utilizzare medie di lungo periodo (almeno cinque anni e, possibilmente, un intero ciclo economico)
� si riduce la volatilità delle PD assegnate a ciascuna classe di rating, ma resta la migrazione delle singole controparti nelle diverse classi di rating
La risposta della regolamentazione:i parametri di rischio
� LGD e EAD� devono essere calcolate in modo da riflettere condizioni recessive
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condizioni recessive� Downturn LGD. La LGD non può essere inferiore alla perdita media di lungo periodo calcolata sulle teste
� EAD deve essere una stima dell’esposizione media di lungo periodo delle esposizioni entrate in default
La risposta della regolamentazione: la forma della curve regolamentari
� La forma delle curve di ponderazione per il metodo dei rating interni risponde all’esigenza di contenere eccessivi effetti ciclici sul requisito
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� La concavità implica che:
� che l’elasticità del requisito alle variazioni della PD è decrescente al crescere della PD, rendendo il requisito stesso meno sensibile ai downgrading
� i requisiti patrimoniali per i portafogli di migliore qualità sono più sensibili alle variazioni della PD di quelli relativi alle controparti con minore merito di credito
� Problema di una curva di ponderazione unica per le imprese più piccole, tipicamente più rischiose di quelle di maggiore dimensione e, di norma, sprovviste di rating esterno (CP2, 2001)
� Documento di consultazione del 2003: modifiche sulla curva delle ponderazioni
La risposta della regolamentazione: il trattamento dei prenditori meno ciclici
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Documento di consultazione del 2003: modifiche sulla curva delle ponderazioni
� l’inclinazione è significativamente ridotta rispetto alla precedente versione, al fine di contenere il grado di prociclicità della disciplina per tutte le imprese
� per le PMI con fatturato inferiore a 50 milioni di euro, è introdotta una curva di ponderazione specifica, che comporta, a partita di probabilità di insolvenza, uno sconto rilevante in termini di requisito
� i prestiti di importo inferiore a un milione di euro concessi alle imprese di minore dimensione, purché gestiti in pool, possono essere considerati alla stregua di portafogli al dettaglio (PMI retail)
� nel metodo standardizzato, alle PMI retail prive di rating viene applicata una ponderazione del 75 per cento (rispetto al 100% del CP2)
15%
20%
25%
Capita
le r
ichie
sto
3Il requisito a fronte della stessa PD è inferiore per le PMI
Circa il 10% se è una grande
La risposta della regolamentazione: il trattamento dei prenditori meno ciclici
36
0%
5%
10%
15%
0% 2% 4% 6% 8% 10%
Probabilità di insolvenza
12
4
5
11
Circa il 10% se è una grande
impresa (1).22
Circa l’8% se fattura 5
milioni di euro (2)44
Circa il 5,5% se è esposto
per meno di un milione di
euro con il gruppo bancario
(4)
La risposta della regolamentazione: monitoraggio
� Durante le fasi di predisposizione del nuovo Accordo, numerose analisi d’impatto (quantitative impact studies), con riferimento anche agli effetti ciclici nel nuovo framework
� L’art. 156 della direttiva CRD prevede che la Commissione europea,
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� L’art. 156 della direttiva CRD prevede che la Commissione europea, in cooperazione con gli Stati membri e tenendo in considerazione il contributo fornito dalla BCE, valuti periodicamente se la nuova disciplina abbia effetti significativi sul ciclo economico e, eventualmente, identifichi possibili misure correttive per contenere tale impatto. Le analisi condotte dalla Commissione e dalla BCE verranno incluse in un rapporto biennale destinato al Parlamento europeo e al Consiglio� Parallel running e floors possono aiutare nel monitoraggio� Ma una valutazione definitiva potrà essere fatta solo nel medio e lungo
periodo
La risposta della regolamentazione (dopo la crisi …)
� La crisi ha rinnovato le preoccupazioni per la possibile prociclicita di Basilea 2
Cosa si può fare? Troppo presto per dirlo, ma
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� Cosa si può fare? Troppo presto per dirlo, ma tante idee sul tavolo:� Dynamic provisions� Interventi su input/output delle formule IRB� Buffer di capitale anticiclici� Leverage ratio� … e stress test più strutturati
� Uno stress test consiste in una stima approssimata del cambiamento di valore di un portafoglio (perdita) quando si verificano ampie variazioni (eventi estremi ma plausibili) in un set di variabili finanziarie o fattori di
Stress test: cosa sono?
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plausibili) in un set di variabili finanziarie o fattori di rischio
� Nati con riferimento al rischio di mercato, sono impiegati in misura crescente dalle istituzioni finanziarie come uno strumento di gestione dei diversi rischi, da affiancare agli strumenti di misurazione del rischio di portafoglio retrospettivi
� L’impiego è stato stimolato anche dall’evoluzione della regolamentazione prudenziale
� Emendamento del 1996 sui rischi di mercato
Stress test: cosa sono?
40
� il Comitato di Basilea sottolinea la necessità per gli intermediari di condurre le prove di stress
� da allora, tale strumento è divenuto una componente importante dei modelli interni impiegati dalle banche per il calcolo dell’adeguatezza patrimoniale per i rischi di mercato
� Il nuovo accordo sul capitale estende l’utilizzo di tale strumento agli altri rischi
� Diversi livelli di complessità:
� analisi di sensitività: si modifica un solo fattore di rischio:
� Ad esempio: cosa succede se la PD di tutti i clienti aumenta del 60 per cento?
Stress test: cosa sono?
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per cento?
� analisi di scenario: si modifica in modo coerente un insieme di fattori di rischio:
� Ad esempio: cosa succede se il prezzo del petrolio aumenta fino a 200 dollari al barile?
Trade-off tra realismo e semplicità
� Il livello di complessità dipende anche dal tipo di scenario che si vuole utilizzare:
� storico, se basato su eventi estremi accaduti in passato
ipotetico, se viene disegnato indipendentemente dall’esperienza
Stress test: cosa sono?
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� ipotetico, se viene disegnato indipendentemente dall’esperienza passata
1973 First oil crisis – Increase of oil prices by OPEC
1979 Second oil crisis – Cut of Iranian oil supply
1987 Black Monday – Stock market crash in the US
1991 Gulf war – Oil price increase
1992 European Monetary System crisis – Speculation against weaker currencies
1995 Tequila crisis – Mexican current account deficit
1997 East Asian crisis – USD peg cutting
1998 LTCM – LTCM collapse
2001 September 11 – Terrorist attacks in the US
2007 Sub-prime mortgages crisis – Rise in home foreclosures
� La costruzione di scenari storici è meno complessa, ma non utile nel caso di cambiamenti strutturali nell’operatività degli intermediari o nelle modalità di funzionamento dei mercati
Stress test: cosa sono?
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� Gli scenari ipotetici sono più flessibili, ma non è sempre agevole determinare la probabilità che un evento si verifichi
� Spesso, si utilizzano scenari ibridi
� Ispirati a eventi storici, ma con qualche aggiustamento per tenere conto dell’evoluzione dei rischi
� Principale strumento che l’Accordo mette a disposizione per ridurre gli effetti ciclici
� Ma attenzione, perché rispondono a due diverse
Gli stress test in Basilea 2
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� Ma attenzione, perché rispondono a due diverse esigenze:
� sono uno strumento per determinare il grado di dipendenza della stima dei diversi fattori di rischio dalle condizioni economiche esistenti nel periodo di riferimento utilizzato e, dunque, per valutare il grado di ciclicità del requisito
� consentono di quantificare il requisito patrimoniale che le banche dovrebbero detenere in condizioni di mercato estreme
Le due esigenze possono, in parte, essere ricondotte al 1° e 2° pilastro!!
� L’inclusione delle prove di stress nell’ambito del primo pilastro deriva dalla necessità di tenere conto, già nella fase della quantificazione del requisito minimo, della possibile ciclicità dei parametri di rischio
Gli stress test in Basilea 2
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possibile ciclicità dei parametri di rischio
� L’enfasi è posta sulla verifica della significatività degli effetti ciclici e, dunque, sulla eventualità di applicare add-ons nel caso in cui tali effetti siano rilevanti
� gli scenari da considerare sono principalmente quelli connessi con una recessione di media gravità.
� Nel secondo pilastro, invece, le simulazioni riguardano in misura maggiore l’impatto di shock di notevole entità, da calibrare sulla base di eventi estremi
Gli stress test in Basilea 2
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calibrare sulla base di eventi estremi
� Simulazioni estese a tutti i rischi, non solo a quello di credito
� Tutte le banche sono interessate, non solo quelle IRB
� Il CEBS ha dedicato specifiche linee guida alle prove di stress (CP12, giugno 2006).
Predisposte prima della crisi, ma ancora largamente valide …
Stress test: le regole del CEBS
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� Predisposte prima della crisi, ma ancora largamente valide …
� … ma necessario applicarle in maniera rigorosa (in tutti i paesi!)
� e adottare le giuste contromisure quando i risultanti mostrano potenziali rischi
� Secondo il CEBS, il grado di effettiva articolazione delle prove di stress che le banche devono porre in essere deriva dall’applicazione del principio di proporzionalità
Stress test: le regole del CEBS
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deriva dall’applicazione del principio di proporzionalità
� Gli intermediari che adottano il metodo dei rating interni per la misurazione del rischio di credito debbano effettuare prove di stress che includano sia analisi di sensitività sia analisi di scenario
� Gli shock da utilizzare devono essere coerenti con le caratteristiche del portafoglio della banca e le fonti di rischio ad esso relative. Essi devono inoltre caratterizzarsi per diversa severità
Stress test: le regole del CEBS
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severità
� Ad esempio, le banche possono considerate l’effetto di una lieve rallentamento dell’economia e di una recessione più grave
� Alla singola banca è lasciata la determinazione delle modalità con le quali un determinato shock si rifletta negli specifici parametri di rischio e, dunque, sul grado di adeguatezza patrimoniale
� ma analisi per segmenti di portafoglio sono consigliate
� La frequenza degli stress test dipende dal tipo di rischio e dall’onerosità delle simulazioni
� Per il rischio di credito, almeno annuale
Stress test: le regole del CEBS
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� Gli orizzonti temporali devono essere sufficientemente lunghi da consentire il pieno dispiegamento degli effetti dello shock sul portafoglio
� Ad esempio, poiché l’impatto delle condizioni economiche sul rischio di credito è generalmente ritardato, è importante che gli stress abbiano orizzonti temporali mediamente lunghi, possibilmente di diversi anni
� Il coinvolgimento del vertice della banca è fondamentale per l’efficacia dello strumento. Il senior management è il responsabile ultimo dell’affidabilità dei risultati delle prove di stress:
deve dunque approvare l’architettura complessiva relativa alla
Stress test: le regole del CEBS
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� deve dunque approvare l’architettura complessiva relativa alla realizzazione delle prove di stress
� deve approvare le principali ipotesi e le modalità per la conduzione delle analisi di sensitività e di scenario
� ogni variazione significativa delle politiche e delle procedure deve essere avallata
� deve ricevere un quadro completo dei risultati delle prove di stress, al fine di valutare l’ammontare di rischio al quale l’istituzione è soggetta, anche in condizioni non normali
� L’intero processo deve essere documentato. La documentazione deve descrivere:
� l’allocazione delle responsabilità per la conduzione delle prove
Stress test: le regole del CEBS
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� le ipotesi sottostanti
� le metodologie statistiche e le basi dati impiegate
� le modalità di reporting
� L’adeguatezza delle procedure di stress test deve essere sottoposta a revisione periodica, anche in relazione alle mutate caratteristiche del portafoglio
� In esito alle prove di stress, l’intermediario e l’autorità di vigilanza devono valutare l’adozione di contromisure adeguate
La scelta di dotarsi di buffer di capitale più elevati non è la sola
Stress test: le regole del CEBS
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� La scelta di dotarsi di buffer di capitale più elevati non è la sola opzione
� Tra le alternative: tecniche di mitigazione del rischio, riduzione delle esposizioni, revisione delle politiche di raccolta, predisposizione di contingency plans
� La banca deve peraltro essere pronta a motivare le scelte all’autorità di vigilanza, alla quale resta la facoltà di accertare se le contromisure prescelte siano effettivamente disponibili ed efficaci in condizioni di stress
� La costituzione di idonei buffer di capitale nelle fasi cicliche espansive consente alle banche di affrontare le successive recessioni con maggiori risorse patrimoniali
Stress test: le regole del CEBS
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successive recessioni con maggiori risorse patrimoniali
� Efficaci buffer devono essere variabili a seconda della fase del ciclo: in recessione essi tenderanno fisiologicamente a ridursi per essere poi ricostituiti in espansione
� Posizione dell’ABI su CP12
� L’introduzione tra i requisiti normativi di esplorazioni di eventi particolarmente sfavorevoli è da considerarsi un fatto positivo
Stress test: il punto di vista delle banche
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particolarmente sfavorevoli è da considerarsi un fatto positivo
� Scenari di stress considerati a fini regolamentari completano i termini di riferimento per fissare l’adeguatezza in sede di “secondo pilastro” dell’Accordo sul capitale, lasciando maggiore libertà di evoluzione metodologica e di confronto con le autorità di vigilanza
� Tuttavia l’apertura verso gli stress test offre alle autorità di vigilanza molti maggiori gradi di libertà nel fissare le risorse da detenere a fini regolamentari.
Stress test: il punto di vista delle banche
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risorse da detenere a fini regolamentari.
� Le autorità infatti non hanno chiarito i limiti entro i quali devono svolgersi (o devono riferirsi) gli stress per cui intensità e profondità sono sostanzialmente “liberi” e possono riflettere situazioni di maggior e o minore realisticità e probabilità d’accadimento
� In particolare, dubbi sugli scenari estremi, oltre ai quali la stabilità di sistema deve essere assicurata da interventi/strategie congiunte tra intermediari e regulators ovvero dai soli regulators con azioni di “recovery” preventivamente concordate (anche se
Stress test: il punto di vista delle banche
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con azioni di “recovery” preventivamente concordate (anche se non rese esplicite o pubbliche)
� Le risorse patrimoniali sono fissate da regole e principi che fanno riferimento ad un contesto di gestione corrente, volte a superare eventi prevalentemente idiosincratici (ovvero riferiti alle responsabilità del singolo intermediario finanziario verso gli altri intermediari del sistema) e non di carattere sistemico.
� Cosa ne pensate? Chi ha ragione?
SCENARIO MACRO
Modello econometrico
Stress test: cosa devono fare le banche?
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PD stressate
Requisito sotto stress
Eventuali contromisure
Ipotesi suLGD e EAD
Modello econometricoImpatto su set di variabili rilevanti
� Relazione della Banca d’Italia sul 2008. � Rischio: di credito� Metodologia: l’esercizio è stato condotto sulla base delle perdite
Un esempio top-down
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� Metodologia: l’esercizio è stato condotto sulla base delle perdite attese calcolate per circa 600.000 imprese non finanziarie.
� Modello per il calcolo della PD: logit� Ipotesi di stress Stress: PDx4 (per ottenere la frequenza dei default
delle imprese non finanziarie che si osservò nel 1993), LGD=45%� Risultati: erosione del patrimonio di vigilanza consolidato del 2007
pari al 7%.
� Le banche devono avere tre ingredienti per condurre gli stress test:
1) Una serie di scenari estremi coerenti con le
Stress test: cosa devono fare le banche?
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� 1) Una serie di scenari estremi coerenti con le caratteristiche del proprio portafoglio
� Ad esempio, una banca con clientela prevalentemente domestica e retailsubirà solo marginalmente gli effetti di un eventuale deprezzamento del dollaro, ma potrebbe subire perdite rilevanti in conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse o dello sfavorevole andamento del mercato degli immobili residenziali
� Per l’identificazione degli shock da applicare possono essere utilizzate sia metodologie quantitative – ad esempio modelli econometrici di previsione – sia approcci di natura judgmental
� 2) E’ necessario che la banca sia in condizione di determinare l’impatto dello shock avverso su set di variabili macroeconomiche che sono direttamente
Stress test: cosa devono fare le banche?
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variabili macroeconomiche che sono direttamente collegabili ai parametri di rischio, in primo luogo alla probabilità di default
� le modalità applicative possono avere diversi livelli di complessità� analisi delle correlazioni� modelli macroeconometrici
� 3) E’ necessario che sia sviluppato un modello statistico per stimare la relazione tra gli indicatori macroeconomici e i parametri di rischio
Stress test: cosa devono fare le banche?
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e i parametri di rischio
� In linea di principio, tutti i parametri, in pratica, focus su PD e ipotesi semplificatrici su LGD e EAD (soprattutto se downturn)
� Maggiore problema è carenza di serie storiche sufficientemente profonde e affidabili per i parametri di rischio
� Ricorso a proxy che rendono tuttavia meno precisa la quantificazione della relazione
� La crisi subprime insegna alcune lezioni sugli stress test
� Rischi da considerare:
� Tutti i rischi sono (o possono divenire) importanti, non vanno sottovalutati. Alcuni possono derivare da esposizioni non in bilancio
Gli stress test e la crisi subprime
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sottovalutati. Alcuni possono derivare da esposizioni non in bilancio
� Severità delle ipotesi:
� Gli scenari devono essere sufficientemente estremi e devono includere shock di durata prolungata
� Correlazioni tra rischi:
� Alcuni rischi si materializzano insieme, rafforzano gli effetti di una crisi
� Contromisure:
� Non tutte le contromisure stabilite prima della crisi (soprattutto le tecniche di mitigazione dei rischi) si sono rivelate efficaci
� Lo strano destino degli stress tests:
� Molto criticati perché considerati inaffidabili (prima fase della crisi)
Gli stress test e la crisi subprime
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� Divenuti il principale driver delle decisioni di intervento delle autorità (seconda fase), perfino negli Stati Uniti:
� FSA nel Regno Unito (2008-09)
� Agenzie negli Stati Uniti (2009)
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“Le prossime due settimane saranno decisive per capire se le banche americane sono avviate verso la normalizzazione, considerata un requisito essenziale all'uscita dalla recessione […].
Le autorità Usa hanno decretato per le 19 banche più importanti uno
Gli stress test e la crisi subprime
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Le autorità Usa hanno decretato per le 19 banche più importanti uno "stress test", una simulazione per mettere alla prova la loro solidità nel caso di ulteriore peggioramento dell'economia e dei mercati. L'obiettivo, indicato esplicitamente, è proprio quello di rimuovere ogni incertezza sullo stato di salute delle grandi banche e di individuare le necessità di capitale che ognuna di loro possa evidenziare alla luce del test. […] Dopo di che, alle banche il cui capitale venga giudicato insufficiente per far fronte alla crisi, verrebbero dati sei mesi di tempo per raccoglierlo” (Il Sole24Ore, 21 aprile 2009)
� Ma attenzione a chiedere capitale in situazioni di crisi:� Rischio di rafforzare le difficoltà del sistema finanziario� Possibili effetti di retroazione dal settore finanziario a quello reale.
� Se si vuole evitare prociclicità:
Gli stress test e la crisi subprime
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� Se si vuole evitare prociclicità:� necessario creare buffer di capitale in condizioni favorevoli,� consentire che essi si riducano quando la situazione economica
peggiora
“La Banca d’Italia chiederà alle banche, in linea con gli standard di Basilea II, di rafforzare il patrimonio per renderlo adeguato a fronteggiare tutti i rischi, in particolare quelli più difficilmente quantificabili; sostiene l’introduzione di strumenti che incoraggino le banche ad accumulare capitale in eccesso in condizioni di mercato favorevoli, per non essere costrette a una contrazione degli attivi in periodi di crisi” (Governatore della Banca d’Italia, Considerazioni Finali, 2008).
� ABI: Italian Banking Association Comment on CP 12, www.c-ebs.org
� Banca d’Italia: Istruzioni di vigilanza, www.bancaditalia.it� Banca d’Italia: Financial sector pro-cyclicality: lessons from the
crisis, Occasional Paper 44, www.bancaditalia.it
Ulteriori riferimenti:
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crisis, Occasional Paper 44, www.bancaditalia.it� CEBS: Technical aspects of stress testing - CP 12, www.c-
ebs.org� FSF: Report of the Financial Stability Forum on Addressing
Procyclicality in the Financial System, www.fsforum.org� Quagliariello M. (ed., 2009), Stress testing the banking system:
methodologies and applications, Cambridge University Press, www.cambridge.org