Matteo Lancini - Il ruolo dell'adulto: competenza affettiva e tecnologia
Primo incontro Competenze - icgonin.gov.it · educativa - apprezzare il valore aggiunto realizzato...
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1° INCONTRO
Parleremo di …COSA SONO LE COMPETENZE?
La “storia” normativa delle competenze
Perché le competenze?
La scelta dei contenuti
LA PROGETTAZIONE PER COMPETENZE NELLA SCUOLA
Insegnare è progettare
Insegnare e apprendere per competenze
Competenze cognitive disciplinari, tecnico/professionali
Competenze metacognitive
Competenze trasversali
Quale curricolo per l’educazione di domani?
Progettazione Universale per l’Apprendimento (PUA)
2° INCONTRO
Compiti autentici e rubriche valutativeCompiti autentici
• cosa sono i compiti di prestazione/autentici/di realtà?
• quali unità scegliere per svolgere compiti autentici?
• l’attivazione di conoscenze e abilità in un contesto dotato di senso
• la costruzione del progetto/percorso
• l’essere attivi e protagonisti in prima persona
• esempi di compiti autentici
Rubriche di valutazione
• strumenti per la valutazione delle prestazioni in un’ottica di apprendimento autentico
• come si fanno: le componenti di una rubrica
• utilità per gli insegnanti
• utilità per gli allievi
• esempi di rubriche
PRIMO CICLO
17/02/15:
Certificazione delle competenze per gli alunni del primo ciclo.
Una scheda affianca e integra la scheda di valutazione degli apprendimenti e del
comportamento!
IN ITALIA, si parla di COMPETENZE dal DPR 275/1999, che prevede modelli nazionali per certificare
“conoscenze, competenze, capacità acquisite e crediti formativi riconoscibili”.
Nel 2013, con il D.gls 13, arriva il Sistema nazionale della certificazione delle competenze.
Il D.gls 13 definisce:• le norme generali• i livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e informali• gli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione
• il compito delle scuole di certificare anche le competenze acquisite non formali o informali.
C.M. n. 3 del 13/02/2015prot. n. 1235
La CM “Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione” è accompagnata da precise e
dettagliate Linee guida e da 2 modelli di certificazione, uno per la Scuola Primaria e uno per la
Secondaria di primo grado.
http://www.istruzione.it/comunicati/focus170215.html
Dalle Linee guidaper la certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione
« … oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici» (p. 7).
Ciononostante, la scuola continua ad essere «investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e “il saper stare al mondo” (p. 7).
Di conseguenza, «le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invarianti pensati per individui medi non sono più adeguate» (p. 8).
(pagine 7 e 8 citate dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)
LINEE GUIDAdel sistema nazionale di certificazione:
• la scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo
• le competenze sono un costrutto complesso che si compone di conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali
• le competenze da certificare sono quelle contenute nel profilo
• le competenze devono essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali riportati nelle Indicazioni
↓ ↓ ↓ ↓ ↓
↓
• le discipline devono essere affrontate attraverso una didattica trasversale
• la didattica deve essere centrata sul soggetto che apprende ed essere di tipo attivo e laboratoriale;
• la valutazione delle competenze non può essere fatta utilizzando gli strumenti tipici della valutazione delle conoscenze;
• la valutazione si sviluppa lungo tutto il processo didattico e implica la raccolta “in corso d’opera” di documentazione sugli elementi della competenza dimostrata.
SI CERTIFICA che l’alunnoha raggiunto i livelli di competenza di seguito illustrati.
Livello
Indicatori esplicativi
A – Avanzato
L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e
delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.
B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di
saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.
C – Base
D – Iniziale
L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità
fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.
L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.
ATTENZIONE
Il rischio è … limitarsi a trasferire i
dati dalla scheda di valutazione alla
SCHEDA di CERTIFICAZIONE
Certificazione delle competenze …
PRIMA in via sperimentale
Anno scolastico 2014/2015
La Certificazione delle competenze,
per gli alunni di classe 5° primaria
e quelli che supereranno l'Esame di Stato di
fine 1°ciclo,
è partita solo in via sperimentale.
DOPO adozione definitiva dei nuovi modelli di
certificazione … e precisamente:
A.s. 2015-2016: adozione generalizzata del prototipo di modello in tutte le scuole
A.s. 2016-2017: adozione obbligatoria del nuovo modello di certificazione mediante il suo recepimento in decreto ministeriale (come previsto
dall'art. 8 del DPR n. 122/2009).
COMPETENZE
IERILa scuola tradizionale ha sempre puntato sulle
competenze del saper leggere, scrivere e far di conto,
e ….OGGIsi sono aggiunte quelle digitali e quelle
trasversali di tipo cognitivo, metacognitivo e sociale, … del saper vivere
dette anche
COMPETENZE DI CITTADINANZA
Cosa ci viene chiesto oggi?
La scuola fino a poco fa è stata impostata prevalentemente sull’insegnamento di saperi già elaborati e codificati.
OGGI ci viene chiesto di perseguire l’apprendimento e quindi valutare non solo
ciò che lo studente sa, ma soprattutto ciò che sa fare con ciò che sa e come sa essere.
Come fare?
Attraverso un approccio formativo efficace che sappia mobilitare
• tutte le potenzialità del sapere (cognitiva, pratica, emotiva);
• le energie naturali dello studente, dell’istituzione scolastica e formativa;
• tutte le occasioni di apprendimento pertinenti ed accessibili, interne ed esterne, coerenti con il progetto.
Si deve quindi passare
dall’apprendimento di saperi già
elaborati e codificati (conoscenze)
all’acquisizione di capacità di usare
conoscenze, abilità e capacità
personali, sociali e/o metodologiche,
in situazioni di lavoro e di studio
(competenze)
Prof.ssa Marina Muscatello
Verso cosa deve tendere la nostra azione didattica?
Dall’insegnamento
all’apprendimento per competenze;
dal programma
al curricolo per competenze;
dalle nozioni
alle COMPETENZE.
CAMBIA LO SCENARIO CAMBIANO LE PAROLE
• DALLE MATERIE ALLE DISCIPLINE
• DAL PROGRAMMA AL CURRICOLO
• DALLE CONOSCENZE ALLE COMPETENZE
• DA UNA DIDATTICA TRASMISSIVA A UNA DIDATTICA LABORATORIALE
G. Pozzo, 2013
… il modo di pensare la didattica, il tempo scuola, l'organizzazione
oraria, ... il nostro modo di considerare gli alunni e i traguardi
attesi rispetto al loro sviluppo globale, …
???
Svantaggio culturale
ADHD
StranieriDispersione scolastica
DISABILITÀ
Svantaggio socio-economico
Disagio DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
Viviana Rossi
Nella macrocategoria dei BES … trovano spazio tutti quegli alunni, con o
senza diagnosi, che per qualche aspetto
problematico del loro "funzionamento", in
maniera permanente o transitoria, incontrano
maggiori difficoltà nel soddisfare i loro normali
bisogni educativi, che per questo diventano
"speciali".
Dunque la base di partenza non dovrebbero
essere le diagnosi cliniche, ma una
concezione globale del funzionamento
umano (ICF).Viviana Rossi
• gestire al meglio le nostre classi sempre più eterogenee, … integrando ed includendo, individualizzando e personalizzando
• superare la passività di molti studenti• mobilitare le risorse informali dei nostri
studenti• superare l’idea cumulativa/quantitativa dei
saperi• contrastare l’impoverimento professionale
della figura del docente
?????????
Passando da …
… un’ impostazione didattica centrata sull’ INSEGNAMENTO
ad una basata sull’ APPRENDIMENTO !Da una valutazione che indica solo ciò
che lo studente sa, ad una valutazione che indica
ciò che sa fare e come sa essere … con ciò che sa.
↓COMPETENZA
Cosa si intende esattamente per “competenza”?
METAFORA dell’ICEBERG: la parte emersa definisce che cosa si apprende; la parte sommersa definisce come si apprende.
Infatti Wiggins sostiene che è fondamentale appurare “non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa”.
ABILITA’
CONOSCENZE
IIMMAGINE DI SE’
SENSIBILITA’AL CONTESTOCONSAPEVOLEZZA
MOTIVAZIONE
STRATEGIE METACOGNITIVE
RUOLO SOCIALE
IMPEGNO
Cos’è una competenza?
“Una competenza è la capacità di saper eseguire un compito rielaborando le proprie
conoscenze e abilità in contesti diversi.” (A.A.V.V.)
Conoscenze e competenze
Conoscenze e competenze
sono due facce della stessa medaglia:
le conoscenze senza competenze sono cieche;
le competenze senza conoscenze
semplicemente non esistono! (M. Tiriticco)
“La competenza può essere definita come l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono a un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui significativi e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”
Pietro Boscolo
C.M. 84/2005
“La competenza è l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità acquisite, adeguato, in un determinato contesto, in modo soddisfacente e socialmente riconosciuto, a rispondere ad un bisogno, a risolvere un problema, a eseguire un compito, a realizzare un progetto.
Non è mai un agire semplice, atomizzato, astratto, ma è sempre un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette in maniera unitaria e inseparabile i saperi (conoscenze) e i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini.
DIRETTIVA n. 88/2011
L’obiettivo di sistema della valutazione esterna degli apprendimenti è quello dipromuovere un generale e diffuso miglioramento della qualità degliapprendimenti nel nostro Paese, avendo riguardo, in particolare, agliapprendimenti di base. In particolare, la valutazione esterna ha l’obiettivo difornire dati attendibili per orientare le politiche scolastiche.
Un altro obiettivo è quello di consentire a ciascuna scuola di disporre dellanecessaria base conoscitiva per:
- individuare aspetti di qualità da mantenere e rafforzare e elementi di criticità, inrelazione ai quali realizzare piani di miglioramento dell’efficacia dell’azioneeducativa
- apprezzare il valore aggiunto realizzato in relazione al contesto socio-economico-culturale, al fine di promuovere i processi di autovalutazioned’istituto.
Gli esiti delle rilevazioni, unitamente a tutti gli elementi di conoscenza acquisiti dalla scuola mediante le fonti e gli strumenti previsti dalla programmazione
d’istituto, potranno concorrere a costituire la base informativa per la descrizione e la certificazione delle competenze
LA COMPETENZA È IL RISULTATO DELL’ORCHESTRAZIONE DIQUATTRO COMPONENTI[1]:
– di ordine cognitivo, ossia le conoscenze relative a un determinato argomento (conoscenza dichiarativa)
– di tipo operativo, più precisamente le abilità che caratterizzano un certo settore (conoscenza procedurale)
– di natura motivazionale-affettiva e riguarda l’approccio personale ai saperi (variabili emotive, convinzioni, atteggiamenti, fattori autoregolativi)
– della dimensione contestuale, riferita all’attitudine a tener conto di contesti e situazioni (in cui conoscenze e abilità sono richieste e usate)
… è “competente chi mette insieme tante dimensioni nell’affrontare bene un compito e in questo dà sempre tutto il meglio di sé” …
si genera così una spirale di altre conoscenze e competenze in una duplice dimensione disciplinare e trasversale.
[1] (Cisotto L., Didattica del testo Processi e competenze, Carocci Editore, Roma, 2011)
Il termine “competenza”, nel contesto europeo, è stato riferito a una “combinazione di conoscenze, abilità e
atteggiamenti appropriati al contesto”.
Si parla di COMPETENZE CHIAVE.
Le “competenze chiave” sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la
cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E
DEL CONSIGLIO 18.12.2006
COMPETENZE CHIAVEper la cittadinanza e l’apprendimento permanente
1. COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA
2. COMUNICAZIONE NELLE LINGUE STRANIERE
3. COMPETENZA MATEMATICA E COMPETENZE DI BASE IN
SCIENZA E TECNOLOGIA
4. COMPETENZA DIGITALE
5. IMPARARE AD IMPARARE
6. COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE
7. SPIRITO DI INIZIATIVA E INTRAPRENDENZA
8. CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE.
Raccomandazione del Parlamento Europeo
e del Consiglio 18.12.2006
COMPETENZA: UNA DEFINIZIONE CONDIVISARaccomandazione del PARLAMENTO EUROPEO e del Consiglio 23.04.2008
• “CONOSCENZE”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioniattraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti,principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; leconoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.
• “ABILITÀ” indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sonodescritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) epratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali,strumenti).
• “COMPETENZE” indicano la comprovata capacità di usareconoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche,in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/opersonale; le competenze sono descritte in termine diresponsabilità e autonomia.
RESPONSABILITÀ E AUTONOMIA
Nel QUADRO EUROPEO delle QUALIFICHE (EQF) alleCOMPETENZE sono associate le seguenti caratteristiche:
• RESPONSABILITÀ: assumere e rispettare impegni
• AUTONOMIA: avere consapevolezza del “che fare” (e nonnel senso di operare in solitudine)
Quindi, un soggetto è competente se prende in caricoun compito e lo porta a termine (anche facendosi aiutareda altri).
Cfr. Quadro europeo delle qualifiche (2008)
OBIETTIVI EUROPEI PER IL 2020
Conclusioni del CONSIGLIO EUROPEO del 12/05/2009su un quadro strategico per la cooperazione europea nelsettore dell'istruzione e della formazione (ET 2020)
Entro il 2020, la percentuale dei quindicenni con risultatiinsufficienti in lettura, matematica e scienze dovrebbe essereinferiore al 15 %.
Entro il 2020, la percentuale di giovani che abbandonanoprematuramente l'istruzione e la formazione dovrebbe essereinferiore al 10 % Il primo indicatore è rilevato tramite l’indagine che l’OCSE effettua su uncampione di studenti di quindici anni per misurare ciò che sa fare un ragazzo o unaragazza prossimo all’uscita della fase di istruzione obbligatoria, in termini di
COMPETENZE considerate essenziali per svolgere un ruoloconsapevole e attivo nella società e per continuare adapprendere.
Comunque, spetterà ai SINGOLI CONSIGLI DICLASSE operare, in sede di progettazione educativa e didattica, perché siano indicate le
competenze sulle quali orientarsi, tenendo conto di quanto già descritto sia nelle Indicazioni nazionali per i licei che nelle Linee guida per gli istituti tecnici e in quelle per gli istituti professionali … che nelle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo!
COME STA la SCUOLA in ITALIA? UNICEF – 2013 Benessere educativo dell’istruzione in ITALIA al 21° secolo.
Nel primo anno delle superiori il 20% degli studenti viene bocciato, un altro 12% nel secondo anno.
L'interruzione degli studi dopo i 15 anni è
preoccupante, soprattutto al Sud e tra i figli dei migranti.
Per quanto riguarda la condizione generale del benessere, l'Italia si colloca regolarmente nella metà inferiore della classifica
Viviana Rossi
Si passa dal tasso del 98,7% di quattordicenni
scolarizzati al 75,3% dei diciottenni.
Quindi: una progressiva perdita di alunni nel passaggio tra il biennio e il triennio della SS2°,
ma ancor più tra SS1° e SS2°: un vero e
proprio “muro” davanti al quale molti
studenti lasciano la scuola oppure si scontrano con la ripetenza.
(dati del MIUR, Servizio Statistico).
Viviana Rossi
DISPERSIONE SCOLASTICA =• NON SOLO abbandono scolastico (cioè
giovani che lasciano anzitempo la scuola, spesso ancora nella fascia dell’obbligo).
• MA ANCHE irregolarità delle frequenze, non ammissioni, ritardi scolastici, interruzioni … e tutte le altre circostanze in cui i
ragazzi escono prematuramente dal sistema scolastico e formativo.
• PER NON PARLARE di “promozione ai minimi termini” Viviana Rossi
DISPERSIONE SCOLASTICA
Dalla relazione europea 2015 per l’Italia risulta che Il sistema di istruzione italiano continua a soffrire di problemi mai risolti.
Il tasso di abbandono scolastico è ben al di sopra della media UE
Viviana Rossi
Ricordare sempre lo scopo della scuola: aiutare tutti i ragazzi, soprattutto
quelli che hanno problemi di apprendimento e vorrebbero riuscire ad affrontare le difficoltà scolastiche ed emotive legate a tali problemi e
a sfruttare le loro potenzialità per ottenere risultati positivi.
NOI possiamo aiutarli a far funzionare il
proprio potenziale di capacità, a diventare
autonomi, ad avere il rispetto di sé.
Il rispetto di sé e l'autonomia passano
attraverso la possibilità di far funzionare le
proprie capacità. … per TUTTI!
Solo così la scuola diventa davvero
INCLUSIVA.Viviana Rossi
LA SCUOLA DELLE COMPETENZE è una scuola inclusiva …
e può portare tutti gli alunni
a diventare
“COMPETENTI”! Ma come?
MODALITÀ ATTRAVERSO CUI AVVENGONO
TUTTI GLI APPRENDIMENTI
DA “LE AQUILE SONO NATE PER VOLARE” di R. Grenci –
• ESPERIENZA DIRETTA (FARE) 90%• PARLARE E SCRIVERE 70%
• ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME) 50%
• VISTA 30%
• UDITO 20%
• LETTURA 10%
DOBBIAMO TENERE CONTO DEGLI STILI DI APPRENDIMENTO
↓
CREARE CONTESTI DI MONDO REALECioè ..
CONCRETE SITUAZIONI DI VITA
Cosa viene chiesto ad un ragazzo fuori dalla scuola,
cioè in contesti di vita reale:
che conosca la scala delle misure di lunghezza (conoscenza) o che sappia
misurare? (competenza)
che sappia distinguere i nomi dagli aggettivi (conoscenza) o che sappia
comunicare e farsi capire? (competenza)
IL MONDO REALE CHIEDE COMPETENZE(conoscenza + abilità)
?
?
COME dare delle competenze ai nostri studenti?
Costruendo
un CURRICOLO per COMPETENZE
Dalle conoscenze alle competenze: il cambiamento di prospettiva!
La sfida: progettare un curricolo per competenze in verticale!
CAMBIARE PROSPETTIVA
• Sviluppo di competenze e non solo acquisizione di saperi
• Visione dinamica della conoscenza• Centralità del discente: attenzione ai bisogni
cognitivi e affettivi, ….• Attenzione al clima e a un ambiente di
apprendimento favorevole alla scoperta• Valorizzazione della dimensione sociale• Apprendimento centrato sul fare (didattica
laboratoriale) e sulla consapevolezza di come si impara
• Monitoraggio e (auto)valutazione in itinere • Valutazione finale
PER COSTRUIRE UN CURRICOLO
CURRICOLO
TRAGUARDI
AMBITO DISCIPLINARE
O TRASVERSALE
NUCLEI FONDANTI
ABILITÀ
DESCRITTORI
COMPITI DI
APPRENDIMENTO
VALUTAZIONE
MONITORAGGIO
Dal PROGRAMMA al CURRICOLO PER COMPETENZECosa cambia?
PROGRAMMA
Si intende per lo più un elenco di argomenti di studio relativi a un ambito disciplinare.
Il programma si realizza per lo più come trasmissione di contenuti.
CURRICOLO
Si fonda sull’idea che i saperi della scuola non sono estranei alle domande della vita.
È dinamico e mette al centro l’alunno con il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze, fornendogli gli strumenti adatti a leggere in modo critico un mondo in continuo cambiamento.
Nel mettere in pratica un curricolo verticale per competenze, gli insegnanti devono, però, avere
chiaro il profilo finale:
uno studente “competente”, che sa cosa fare con ciò che sa, mettendo in
gioco le proprie attitudini e gli strumenti esterni che ha a disposizione.
Al termine della SCUOLA DELL’INFANZIA, DELLA SCUOLA PRIMARIA E DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO, vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relative ai campi di esperienza ed alle discipline. Essi rappresentano dei riferimenti importanti per gli insegnanti e indicano piste culturali e didattiche da percorrere per promuovere lo sviluppo integrale dell’allievo.
Nella scuola del PRIMO CICLO i traguardi
costituiscono criteri per la valutazione delle
competenze attese e sono prescrittivi.
Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di
organizzarsi e di scegliere l’itinerario più
opportuno per consentire agli studenti il miglior
conseguimento dei risultati.
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO
DELLE COMPETENZE
Lo STUDENTE al termine del primo ciclo, attraverso gli apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni.Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società, orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità.
[Finalità generali: profilo delle competenze al termine del primo ciclo.
Indicazioni per il curricolo]
GLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
individuano campi del sapere,
conoscenze e abilità,
ritenuti indispensabili al fine di
raggiungere i traguardi per lo sviluppo
delle
COMPETENZE.
Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi:- l’intero triennio della scuola dell’infanzia,- l’intero quinquennio della scuola primaria, - l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado.
Nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe.
COME INSEGNARE PER COMPETENZE
Insegnare per competenze non significa abbandonare i contenuti, perchè essi
rappresentano proprio il campo di esperienza in cui esercitare abilità e competenze.
I contenuti, però, vanno vagliati e selezionati, poiché non tutto è ugualmente rilevante e non tutto si può imparare e la didattica deve fare il possibile perché essi si trasformino in competenze, ovvero in patrimonio permanente dell’allievo.
Le conoscenze saranno quelle necessarie
a supportare
le abilità(intese come applicazione di conoscenze, procedure, metodi)
e le competenze
(capacità di agire e di re-agire di fronte ai problemi, utilizzando
tutte le risorse personali e agendo in autonomia e responsabilità).
ATTENZIONE
La competenza non è contrapposta alle conoscenze e alle abilità.
Le abilità sono articolazioni, aspetti, della competenza, ma non la esauriscono.
Conoscenze e abilità, quindi, sono necessarie ma non sufficienti a costituire la competenza.
… NON SIGNIFICA
eliminare le conoscenze, sostituirle, …
ma integrare le competenze con
le conoscenze, i processi cognitivi, i saperiessenziali, le abilità e le procedure , il pensiero
autonomo, critico, responsabile…
SIGNIFICA creare contesti di mondo reale!
LAVORARE PER COMPETENZE(saper usare la conoscenza in situazione per uno scopo)
LA DIDATTICA PER COMPETENZE è una didattica su misura per tutti… anche per gli studenti con BES!
Attraverso la didattica per competenze, riusciamo a rispondere alle domande degli studenti, che hanno bisogno di dare un senso al proprio apprendimento e al proprio lavoro:
«Perché studiamo la grammatica?», «A cosa servono i polinomi ?»
Nella didattica per competenze, si continua a studiare la storia, a risolvere equazioni, ma legando tali conoscenze e abilità a
problemi ancorati alla realtà, attraverso mediatori didattici e organizzazioni capaci di catturare l’interesse dell’allievo e
mobilitare le sue risorse personali.
Le competenze sono in grado di dare motivazione alle abilità, alle conoscenze e ai contenuti disciplinari.
Solo così si può risolvere il problema
dell’inclusione e della dispersione scolastica …
e solo così si potrà avere una
SCUOLA SU MISURAPER TUTTI.
IL COSTRUTTO “COMPETENZA”
SAPERE: le conoscenze
SAPER FARE: la competenza operativa
SAPER ESSERE: gli atteggiamenti
SAPER IMPARARE:la capacità metacognitiva di riflettere sui processi
e di controllarli
DA “SAPERE”
LE CONOSCENZE
Da sapere inerte a sapere generativo di nuove conoscenze.
Uso delle conoscenze in contesti in cui esse possano essere messe in gioco attivando strategie (uso statico delle forme con esercizi meccanici e ripetitivi, non strategici)
A “SAPER FARE”
ABILITÀ E PROCESSI STRUTTURATI IN FORME
COMPLESSE
Sviluppo di abilità con attenzione ai processi sottesi
Es. - Sa applicare le tecnica di lettura adatta allo scopo (selettiva, orientativa, analitica, sintetica …)- Sa individuare lo scopo del testo- Sa riconoscere tipo e genere testuale
A “SAPER ESSERE”
CONVINZIONIIdea della disciplina e delle proprie capacità Implica atteggiamenti e motivazione
ATTEGGIAMENTIAutoefficacia pensare di farcela, percezione di competenza Curiosità per il nuovo e disponibilità a correre rischi accettare la sfidaTolleranza di situazioni incerte accettare l’ambiguitàVolizione impegnarsi, provarsi
A “IMPARARE A IMPARARE”
Conoscenza dei propri punti forti e deboli Sapere dove impegnarsi di più
Uso delle conoscenze metacognitive Per es.
sapere che la matematica non è solo calcolo e procedura ma soluzione di problemi e argomentazione
Controllo del proprio repertorio personale di conoscenze dichiarative e procedurali Porsi domande e riflettere sui
processi attivati
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PRATICAMENTE OCCORRE ….1. ricollegare ciascuna competenza a un insieme delimitato di problemi e di compiti
2. inventariare le risorse intellettive (saperi, tecniche, saper-fare, attitudini, competenze più specifiche) messe in moto dalla competenza considerata
3. fare in modo che gli studenti conoscano e agiscano nei propri ambienti , imparando a costruire schemi e
copioni … COME?
COME?COSTRUENDO UN
CURRICOLO per COMPETENZE
Dalle conoscenze alle competenze: il cambiamento di prospettiva!
La sfida: progettare un curricolo per competenze in verticale!
SFIDAPROGETTARE UN CURRICOLO IN VERTICALE
Da
“cosa vogliamo insegnare?”
a
“COSA VOGLIAMO CHE GLI ALUNNI IMPARINO?”
=
Quali contenuti per far diventare gli alunni responsabili e autonomi
e quindi COMPETENTI in un dato ambito?
LO STUDENTE COMPETENTE
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• Ha una conoscenza approfondita• Gestisce adeguatamente i tempi• Pone domande come strategia per comprendere• Seleziona e decide quali informazioni sono necessarie per
affrontare un problema• Risolve problemi con sufficiente padronanza, anche quelli
inediti, mobilitando le risorse personali e di contesto• Esplicita i processi che ha attivato durante un’attività• Sa autovalutarsi e valutare il prodotto• Riflette sulle proprie esperienze per trarre “regole
d’azione” e riutilizzarle• Ha una visione d’insieme, comprende il senso e coordina le
diverse azioni in funzione del risultato (Berthoz)
SECONDO LA P.U.A.
Progettazione Universale per l’Apprendimento …
scopo della scuola è la formazione di studenti esperti /competenti!
Ecco come devono essere questi studenti :
• Studenti ben informati e pieni di risorse, che sanno utilizzare la conoscenza pregressa per apprendere cose nuove e trasformarle in conoscenza significativa e utile.
• Studenti strategici e orientati agli obiettivi, che sanno formulare piani per apprendere, ideare strategie efficaci per facilitare l’apprendimento, riconoscendo i loro punti di forza e di debolezza.
• Studenti determinati e motivati, in grado di padroneggiare l’apprendimento per conseguire obiettivi ben precisi, sopportando sforzi e controllando le reazioni emotive che potrebbero essere da impedimento per il loro successo.
Viviana Rossi
LINEE GUIDA PUA(Progettazione Universale per l’Apprendimento)
possono essere un valido aiuto per l’inclusione!
Viviana Rossi
Le linee guida della PUA rappresenta un cambiamento di prospettiva nella visione di insieme della progettazione di servizi e prodotti ACCESSIBILI A TUTTI, con rilevanti ricadute nelle pratiche educative e nelle strategie didattiche.
“Un esempio classico di progetto universale è lo scivolo del marciapiede. Sebbene fosse stato progettato originariamente per le persone sulle sedie a rotelle, adesso è utilizzato da tutti, dalle persone con i carrelli della spesa ai genitori con i passeggini. Dato che il nostro obiettivo era l’apprendimento e non gli edifici o i prodotti, abbiamo affrontato il problema attraverso le scienze dell’apprendimento e non attraverso la diretta applicazione dei principi architettonici.” (PUA, 2015)
Viviana Rossi
Tre sono i principi fondamentali, basati sulla ricerca neuro-scientifica, che formano la struttura delle linee guida:
• molteplici mezzi di rappresentazione: il “cosa” dell’apprendimento. Non esiste un solo modo di rappresentazione ottimale per tutti gli studenti: pertanto è fondamentale fornire opzioni di rappresentazione diverse
• molteplici mezzi di azione ed espressione: il “come” dell’apprendimento. Nella realtà non c’è un solo mezzo di azione o espressione che possa essere ottimale per tutti gli studenti: pertanto è indispensabile fornire più opzioni di azione e di espressione
• molteplici mezzi di coinvolgimento: il “perché” dell’apprendimento. L’affettività rappresenta un elemento cruciale dell’apprendimento e gli studenti si differenziano notevolmente nel modo in cui sono coinvolti e motivati all’apprendimento: pertanto, è essenziale fornire molteplici opzioni di coinvolgimento.
Viviana Rossi
NON BASTANO PIÙ LE CONOSCENZE
Lo scopo dell’educazione nel 21° secolo non è solo la padronanza dei contenuti o l’uso delle nuove tecnologie, ma la padronanza del processo di apprendimento.
L’educazione dovrebbe aiutare a trasformare gli studenti principianti in studenti esperti: individui che vogliono apprendere, che sanno come apprendere e che, attraverso flessibilità e personalizzazione, sono ben preparati all’apprendimento per tutta la vita.
La PUA aiuta gli educatori a raggiungere questo
obiettivo, fornendo un quadro per comprendere come creare CURRICULA che soddisfano i bisogni di tutti gli
studenti sin dall’inizio.Viviana Rossi
Insomma: si sottolinea sempre e ovunque l’importanza di utilizzare una varietà di metodologie e strategie didattiche in maniera flessibile, poiché non esiste un’unica metodologia in grado di favorire efficacemente l’apprendimento di tutti gli studenti.
Viviana Rossi
QUINDI …
non basta modificare o adattare i curriculaper pochi alunni “speciali”, ma occorre costruirli efficaci, e sin dall’inizio, per tutti. Ad esempio, programmando buone pratiche disponibili per tutti gli studenti fin dall’inizio e non solo dopo fallimenti o dispersione per programmi troppo tradizionali e/o dopo aver fatto ricorso ad alternative terapeutiche o speciali.
Un curriculum della PUA propone mezzi per evitare il più possibile il ricorso alla medicalizzazione e promuovere l’inclusione di tutti gli studenti: un’inclusione senza etichette!
Viviana Rossi
CURRICULA
“Quando i curricula sono progettati per soddisfare i bisogni di una immaginaria “media”, non tengono conto della reale variabilità degli studenti.
Essi falliscono nel fornire a tutti gli studenti pari opportunità di apprendimento, perché escludono gli studenti con abilità, contesti e motivazioni differenti che non soddisfano il criterio illusorio della “media”.” (PUA, 2015)
Viviana Rossi
Cosa fare allora per rendere i CURRICULA esistenti più ACCESSIBILI A TUTTI GLI STUDENTI?
• Spesso, gli stessi insegnanti sono costretti a fare, a posteriori, difficili tentativi di adattamento degli elementi curriculari rigidi per soddisfare la variabilità individuale degli studenti.
• La sfida non è di modificare o adattare i curricula per pochi alunni “speciali”, ma di costruirli flessibili sin dall’inizio per realizzare migliori ambienti di apprendimento per tutti. In tutte le scuole esistono sicuramente delle buone pratiche, ma, sfortunatamente, esse non sono disponibili per tutti gli studenti e, di solito, vengono offerte solo dopo fallimenti dovuti a programmi tradizionali rigidi e non inclusivi.
Viviana Rossi
CURRICULUM PER COMPETENZE
Ed è proprio per aiutare tutti i nostri studenti a diventare studenti esperti e competenti che la scuola deve impostare il proprio curriculum per competenze!
Per perseguire competenze in modo sistematico e intenzionale è necessaria, però, una precisa progettazione curricolare, in modo che queste esperienze non restino casuali ed episodiche, ma diventino sistematiche, ordinarie, e si inseriscano in un curricolo dove il concetto di competenza e il percorso per perseguirla siano resi espliciti e formalizzati non solo per i docenti, ma anche per gli studenti e le loro famiglie.
Viviana Rossi
ALLA BASE DEL CURRICOLO
• Ottica di sviluppo di competenze e non solo acquisizione di saperi
• Visione dinamica della conoscenza• Passaggio dalle materie (i contenuti) alle
discipline (che includono i metodi e gli strumenti per promuovere il sapere vissuto e il sapere riflesso)
• Centralità dello studente: attenzione ai bisogni cognitivi e affettivi, al bagaglio conoscitivo ed esperienziale, valorizzazione delle differenze
↓
↓
• Attenzione al clima e a un ambiente di apprendimento favorevole alla scoperta
• Valorizzazione della dimensione sociale• Apprendimento centrato sul fare (didattica
laboratoriale) e sul come si impara• Monitoraggio e (auto)valutazione in
itinere • Valutazione finale
LA NORMATIVA
ORIENTA E VINCOLA
LA PROFESSIONALITÀ DOCENTE
Il principio metodologico della PERSONALIZZAZIONE (Legge
53/2003, Moratti e D.legs 59/2004) è ribadito nella Legge
170/2010, ed è esplicitato nelle Linee Guida e nel D.M. 5669/11
applicativo:
Art.4, comma 1:
«Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni
contenute nelle allegate Linee Guida, provvedono ad attuare i
necessari interventi pedagogico-didattici per il SUCCESSO
FORMATIVO degli alunni e degli studenti con DSA, attivando
percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e
ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative».
… IL SUCCESSO FORMATIVO!
Il REGOLAMENTO SULL’AUTONOMIA delle istituzioni
scolastiche riconosce e affida alle singole Istituzioni la
funzione di
promuovere le potenzialità di ciascuno
valorizzare le diversità
assicurare il successo formativo a tutti gli alunni
DPR 275/99, art. 4, (Autonomia didattica)
1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della
libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a
norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi
funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa
di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le
potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del
successo formativo.
LA DIVERSITÀCARATTERISTICA DI OGNI INDIVIDUO
L’AMBIENTE SOCIALE PRESENTA DIVERSE FORME CULTURALI, DIVERSE LINGUE, DIVERSE COMPETENZE UMANE
↓ OCCORRE OFFRIRE STIMOLI FORMATIVI DIVERSI IN RELAZIONE AI
DIVERSI:- STILI DI APPRENDIMENTO- RITMI DI APPRENDIMENTO- ESIGENZE FORMATIVE- LIVELLI DI SVILUPPO PERSONALI
Attraverso ↓AZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA FLESSIBILE
DIDATTICA DIFFERENZIATA E PERSONALIZZATA,NEI PERCORSI E NEGLI OBIETTIVI,
per permettere a TUTTI di raggiungere …
DI FRONTE A CLASSI SEMPRE PIÙ
ETEROGENEE
LA SCUOLA
DEVE SAPER
RICONOSCERE
e
ACCOGLIERE
la "diversità“ e … PERSONALIZZARE!
Le esperienze scolastiche dimostrano come la diversità possa essere accolta positivamente
nel processo di apprendimento
La scuola inclusiva deve accogliere tutti gli alunni rendendoli partecipi sui piani cognitivo, relazionale
e psicologico.
NON SOLO!Oggi, l’alunno non è più il ricevente passivo
…in un processo di comunicazione,
ma un soggetto che porta le sue istanze:questo può essere visto come un problema oppure
come una opportunità per la scuola.
SE VOGLIAMO FAVORIRE IL SUCCESSO FORMATIVO DI TUTTI,
OCCORRE PARTIRE DALLE RISORSE DEGLI ALUNNI.
IERI OGGI
LA SCUOLA DEI POCHI
L’idea fondamentale consisteva nell’iniziazione precoce dei “capaci” alla cultura.
La formazione ed il pensiero critico avrebbero potuto svilupparsi soltanto grazie ad un’ampia conoscenza dell’enciclopedia dei vari campi della cultura: chi non era in grado di capire o di sopportare un impegno particolarmente gravoso non era meritevole di accedere alla cultura.
PROGRAMMI
LA SCUOLA DI TUTTI
Richiede modalità innovative nella conduzione del processo di insegnamento-apprendimento; tempi molto lunghi per poter prestare attenzione ai processi di costruzione della conoscenza di tutti gli studenti, alle loro difficoltà, ….
Potrà svilupparsi solo selezionando i saperi essenziali e significativi, e uscire dall’illusione enciclopedica per non avere più l’incubo del programma, per potere dare spazio a metodologie attive, costruttive, a modalità relazionali innovative, per dare centralità alla motivazione e all’interesse dello
studente. CURRICOLA
METODOLOGIE DIDATTICHE INCLUSIVE
Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi e veicola conoscenze/abilità/competenze
Tutoring: apprendimento fra pari, lavori a coppie Didattica laboratoriale: favorisce la centralità dello
studente e realizza la sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazione
Didattica delle COMPETENZE: attiva conoscenze e abilità in un contesto dotato di senso, che richiedela costruzione di un progetto/percorso e vede glistudenti attivi, protagonisti in prima persona del loro sapere.
OCCORRE PROGETTARE ELAVORARE INSIEME
È un lavoro complesso ed impegnativo, che mette al centro del processo di inclusione gli insegnanti curricolari che cooperano con gli insegnanti specializzati di sostegno nella co-progettazione:
occorre, quindi, valorizzare
il ruolo di tutti i docenti nella didattica inclusiva.
OGNI INSEGNANTE è INCLUSIVO se sa…
« I. Valutare la diversità degli alunni – la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza
II. Sostenere gli alunni – i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti
III. Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti
IV. Aggiornamento professionale continuo – l’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.»
ECCO I QUATTRO VALORI DI RIFERIMENTO CONDIVISI DAI DOCENTI INCLUSIVI EUROPEI!
(European Agency for Development in Special Needs Education “Profilo dei docenti inclusivi” 2012)
QUALI “COMPETENZE”
PER I DOCENTI?
Il ruolo dei docenti nella scuola è cambiato: oggi ci si aspetta che i docenti gestiscano classi sempre più multiculturali, integrino gli studenti con bisogni speciali, utilizzino efficacemente le
tecnologie per la didattica, coinvolgano i genitori, e siano valutati e responsabilizzati
pubblicamente.
Viviana Rossi
CORRESPONSABILITÀ
Nella scuola, infatti, il docente non risponde solo di se stesso e del proprio
lavoro:
tutti i docenti, insieme, sono chiamati alla
costruzione di un progetto formativo comune.
LAVORARE INSIEME
I COLLEGHI COME RISORSA!Un gruppo di docenti che studia, si confronta e collabora può ottenere maggiori risultati per sé e per la propria classe
Il CONSIGLIO/TEAM di CLASSE per realizzare una didattica inclusiva deve concordare:
• come gestire le relazioni nella classe
• come gestire la comunicazione /lezione in classe
• come incrementare i lavori di coppia e di gruppo
• come presentare le conoscenze
• quali mediatori didattici usare
• come intervenire per insegnare / rinforzare abilità / metodo di studio
• come verificare i processi e gli apprendimenti.
Viviana Rossi
RUOLO DEL DOCENTEDA ATTORE A REGISTA … ARCHITETTO
Il docente architetto costruisce e gestisce percorsi e, insieme, la propria professionalità.
È …
• costruttore di senso
• buon organizzatore
• è flessibile
• capace di indirizzare la traiettoria professionale …
Ha ritmi precisi e organici, assenza di vuoti e di ridondanze e ….
Non lascia nulla improvvisato!Viviana Rossi
FA IN MODO CHE … ANCHE I COMPAGNI DIVENTINO UNA RISORSA!
L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO può essere non solo una strategia di inclusione di tutti gli studenti, ma anche di grande aiuto per gli insegnanti , in quanto gli alunni si aiutano a vicenda e ognuno può esprimere le proprie competenze.
Molto efficaci sono anche la DIDATTICA TRA PARI (peer education) e LA DIDATTICA LABORATORIALE: in entrambi la collaborazione aumenta la partecipazione attiva e rende più significativa l’attività didattica.
Viviana Rossi
COME?… favorendo le opportunità per gli studenti di
costruire attivamente il proprio sapere!
Ad es. grazie ad attività di tipo laboratoriale,
in cui gli studenti lavorano insieme al docente, sviluppando modalità di apprendimento cooperativo, perché solo un apprendimento significativo e contestualizzato può determinare un'attribuzione di senso a ciò che si fa a scuola e, conseguentemente, favorire la tanto auspicata, ma spesso carente, motivazione.
Viviana Rossi
FAVORENDO L’ APPRENDIMENTO TRA PARI:
PEER EDUCATION
Si tratta di una strategia educativa che si fonda su di un modello di comunicazione orizzontale (…) tra coetaneo e coetaneo o tra persone appartenenti a uno stesso status tra i quali si instaura un meccanismo di influenza sociale.
“Da decenni la ricerca sociale ha dimostrato che le persone sono in grado di cambiare il loro modo di pensare e di comportarsi in seguito ai processi di influenza sociale giocati all’interno del gruppo dei pari o dei sistemi di vita ritenuti significativi.
(Boda, 2006)
La Peer Education trasforma gli studenti in veri e propri agenti di cambiamento delle conoscenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti del gruppo target di appartenenza.
I ragazzi sono soggetti attivi e responsabili del proprio apprendimento in quanto hanno la possibilità di assumersi la responsabilità di ideare, organizzare e gestire iniziative mirate al coinvolgimento del gruppo dei pari, mentre il docente assume un ruolo nuovo che è quello di promotore di responsabilità e partecipazione individuale e collettiva (Boda, 2006).
Si definisce coaching il processo attraverso il quale si aiuta la persona a raggiungere ilmassimo livello delle proprie capacità. È una metodologia all’avanguardianell’area della formazione dell’individuo ed è destinata a tutti coloro che mirano agestire meglio il loro lavoro, valorizzando le proprie competenze sia sul pianopersonale che professionale.
Il coaching aiuta a realizzare le mete e a potenziare la personalità attraverso lo sviluppo delle proprie risorse e del proprio potenziale.
Il suo utilizzo all’interno della classe è finalizzato a :
• consentire l’ utilizzazione di una nuova strategia di approccio alle problematiche del gruppo classe,
• aiutare gli alunni a sviluppare e migliorare le competenze relazionali
• aiutare i genitori a comprendere meglio la realtà scolastica nella quale vivono i loro figli
aumentando
l’autostima
la percezione della propria autoefficacia
la motivazione
la responsabilità
FAVORENDO IL COACHING
CREARE CONTESTI DI MONDO REALE
Cosa viene chiesto ad un ragazzo fuori dalla
scuola?
IL MONDO REALE
CHIEDE
COMPETENZE
quindi
IDATTICA PER COMPETENZE
PARADOSSALMENTE …
NON ESISTE UNA DIDATTICA PEROBIETTIVI, PER PROGETTI … E, QUINDI, NEANCHE
PER COMPETENZE:
ESISTE “LA DIDATTICA” E BASTA,CIOÈ IL PROGETTARE E PROMUOVERE
SITUAZIONI IN CUI I RAGAZZI SIANO MESSINELLE CONDIZIONI DI COSTRUIRE
IL PROPRIO SAPERE IN MODO ATTIVO, ATTRAVERSO CONTESTI DI APPRENDIMENTO FONDATI
SULL’ESPERIENZA.
ATTRAVERSO ….
• COMPITI “SIGNIFICATIVI” o “di realtà” o “in situazione” o“autentici” (compiti che gli alunni svolgono in autonomia in contestisignificativi veri o verosimili)
• PROBLEM SOLVING
• UNITÀ DI APPRENDIMENTO: microprogetto, che siconcretizza in una compito significativo complesso, interdisciplinare,che mira a sviluppare e incrementare competenze (nonché conoscenzee abilità), attraverso un prodotto. Richiede la gestione di situazioni e lasoluzione di problemi. (Esempi di UA sono reperibili al sito:www.piazzadellecompetenze.net)
• PROVE “ESPERTE” O “AUTENTICHE”: prove di verifica dicompetenza. Hanno le stesse caratteristiche dell’UDA, ma servonoproprio a verificare la competenza attraverso un compito da affrontaree problemi da risolvere
120
• pone al centro del processo lo studente
• valorizza le competenze pregresse
• costituisce uno strumento di personalizzazione
• favorisce prestazioni autentiche ….
DIDATTICA LABORATORIALE
http://www.adirisorse.it/archives/1187
ADI – RISORSE PER LA PROGETTAZIONE PER COMPETENZE
Capovolgere il lavoro in classe saltando la lezione ex cathedra
Flipped Classroom, In primo piano
Segui il Gruppo di discussione su questo sito.
NON PIÙ PROGRAMMI … ma
INDICAZIONI NAZIONALI e LINEE GUIDA
- Indicazioni nazionali per i licei: DPR 89/2010- Linee guida per gli istituti professionali: DPR 87/2010 e Direttiva n. 5 del 16/01/2012- Linee guida per gli istituti tecnici: DPR 88/2010 e Direttiva n. 4 del 16/01/2012- Linee guida infanzia e primo ciclo 2012
Viviana Rossi
Indicazioni Nazionali 2010
PROFILO IN USCITA DELLO STUDENTE
Una delle novità èil «PROFILO IN USCITA DELLO STUDENTE»
IN PASSATO: la didattica del curricolo partiva dagli obiettivi generali e specifici delle materie scolastiche, seguendo la logica dell’offerta formativa
OGGI: il Profilo al termine degli studi chiede di vedere la scuola dal punto di vista del suo effetto e quindi della sua efficacia, e di ricondurre il sapere a uno scopo molto concreto e certificabile, le COMPETENZE in uscita di una persona reale.
Viviana Rossi
CURRICOLO VERTICALE PER COMPETENZE
Una volta chiari i profili di uscita degli studenti, ogni scuola dovrà preparare un
curricolo verticale per competenze,
che diventerà lo strumento principale di progettazione con cui poter rispondere alla
domanda educativa richiesta.
Sono molti i pedagogisti che sostengono che i curricoli per competenze costituiscono una vera e propria rivoluzione copernicana … e insieme una grande
sfida per gli insegnanti!Viviana Rossi
Dalla scuola del programmaalla scuola del curricolo
La scuola del curricolo è la scuola della complessità:
da molto tempo è diffusa la consapevolezza che per realizzare apprendimenti significativi, e
quindi competenze culturali durature, occorre contemporaneamente selezionare saperi
essenziali, strumenti e ambienti adeguati e praticare metodologie e modalità relazionali
innovative.
Viviana Rossi
La società odierna è in continuo e veloce mutamento …
… e la scuola fatica a dare risposte adeguate alle sue continue richieste.
Nonostante l’introduzione delle nuove tecnologie nel contesto scolastico, la professionalità del corpo docente, l’applicazione di nuove metodologie, … non sempre la scuola riesce ad accogliere la pressante richiesta di interventi individualizzati e/o personalizzati.
Viviana Rossi
… I nostri studenti manifestano sempre di più la necessità di far valere la propria individualità, la
propria affettività ed il bisogno di realizzare i propri interessi, motivazioni e attitudini e …
ci chiedono aiuto!
COME POSSIAMO AIUTARLI?Attraverso l’ individualizzazione e la
personalizzazione (ci dicono le neuroscienze!),
spostando l’attenzione
dall’INSEGNAMENTO all’APPRENDIMENTO! Viviana Rossi
PERSONALIZZAZIONE DEL CURRICOLO
Nella riflessione collegiale che gli insegnanti devono effettuare per la personalizzazione del curricolo è innanzi tutto necessario:
- identificare i contenuti essenziali delle discipline (…)
- scegliere obiettivi realistici (cioè che l’alunno possa effettivamente raggiungere);
- scegliere obiettivi significativi (cioè che abbiano rilevanza per lui, anche in vista della vita adulta);
- scegliere obiettivi razionali, di cui l’alunno possa comprendere e condividere il significato e la rilevanza; …
PER … definire un curricolo funzionale, cioè che miri ai diritti educativi essenziali, per la qualità della vita presente e futura
dell’allievoViviana Rossi
Uno strumento fondamentale:
L’UNITÀ DI APPRENDIMENTO (U.D.A.)
… uno degli strumenti più completi per realizzare
la didattica per competenze
L’U.D.A. rappresenta un segmento, più o meno
ampio e complesso, del curricolo, che si propone di far conseguire agli allievi aspetti di competenza
attraverso l’azione e l’esperienza.
PRIMA e DOPO LA LEGGE MORATTI (n.53/2003)
UNITÀ DIDATTICA
L’unità didattica era scandita dai seguenti passaggi:
1. definizione degli obiettivi;
2. selezione dei contenuti;
3. metodologia di svolgimento (comprendente anche gli aspetti organizzativi);
4. valutazione dei risultati.
UNITÀ DI APPRENDIMENTO
L’Unità di apprendimento” privilegia le modalità in cui avviene l’apprendimento rispetto ai contenuti : imparare ad imparare! Il riferimento alla metacognizione è evidente.
Formalmente, essa viene scandita in tre fasi:
1. fase di progettazione;
2. fase di realizzazione;
3. fase di controllo.
“Le Unità di apprendimento … *sono+ costituite dalla progettazione:
a) di uno o più obiettivi formativi tra loro integrati (definiti anche con i relativi standard di apprendimento, riferiti alle conoscenze e alle abilità coinvolte);
b) dalle attività educative e didattiche unitarie, dai metodi, dalle soluzioni organizzative ritenute necessarie per concretizzare gli obiettivi formativi formulati;
c) dalle modalità con cui verificare sia i livelli delle conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto tali conoscenze e
abilità si siano trasformate in competenze personali di ciascuno.”
(Indicazioni nazionali, 2012)
Già nel DPR 275/99
“[Le Unità di Apprendimento] partono da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli alunni,
definiti con i relativi standard di apprendimento, si sviluppano mediante appositi percorsi di metodo e di
contenuto e valutano, alla fine, sia il livello delle
conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto esse abbiano maturato le competenze personali di
ciascun alunno (art. 8 del Dpr 275/99).”
Le competenze coinvolte in un’UDA sono solitamente diverse:
-quasi sempre è interessata la comunicazione nella madrelingua
- spesso le competenze sociali del collaborare e partecipare e quelle metodologiche del problemsolving e dell’imparare a imparare
- …
Si sceglie di porre il focus di attenzione prevalentemente su alcune, poiché non sarebbe
possibile tenerle tutte sotto controllo.
L’unità di apprendimento è uno strumento potente …
perché travalica le singole discipline e fornisce elementi di valutazione a
diversi insegnanti, che abbiano partecipato o meno alla sua
progettazione e realizzazione.
Un’unità di apprendimento non esaurisce le competenze; servono osservazioni ripetute in
contesti differenti.
Le competenze possono essere perseguite
anche attraverso la didattica quotidiana.
Per poter progettare Unità di Apprendimento diventano elementi di fondamentale importanza:
• la conoscenza approfondita della classe;
• la collaborazione con gli insegnanti del medesimo team (o Consiglio di Classe);
• la collaborazione con gli insegnanti della medesima materia (riunioni di dipartimento);
• il confronto con il POF dell’istituto
Una volta definiti gli obiettivi di un’Unità di Apprendimento, la prima cosa a cui pensare non è più la lezione da svolgere, ma il compito di prestazione autentica (ovvero
quel compito che gli studenti saranno chiamati a
svolgere al termine dell’Unità) da utilizzare come strumento di valutazione e verifica
.
Il compito di prestazione va presentato alla classe assieme al titolo dell’Unità, anche per far nascere negli studenti domande significative, che contribuiscono a guidare l’intera unità.
Solo a questo punto può essere progettata l’ attività da svolgere in classe, che si baserà sugli obiettivi, sul compito di prestazione e sulle domande nate dagli studenti. Anche tale attività in classe può prevedere lezioni frontali, lavori di gruppo, esercitazioni, studio individuale.
Gli studenti dovranno però vedere ogni lavoro da svolgere come un aiuto per realizzare nel migliore dei modi il compito di prestazione (compito autentico)
Il compito di prestazione prevede una applicazione creativa e originale delle conoscenze e delle abilità acquisite nel corso dell’Unità di Apprendimento.
Si propone per ciò di mettere gli studenti nelle condizioni di mettere in evidenza nuove competenze apprese ; proprio per questo è importante, all’inizio dell’attività, prevedere un momento per la creazione di una rubrica di valutazione della prestazione , che deve contenere i criteri che definiscono la qualità di ciò che deve essere prodotto.
Obiettivi, compito di prestazione, domande guida,
criteri e rubrica
hanno il compito di motivare e orientare l’apprendimento
degli studenti.
IMPORTANTE
Gli allievi sono chiamati a realizzare un prodotto materiale o immateriale (un manufatto, una brochure,
la realizzazione di un evento ecc.),
individualmente o in gruppo,
mettendo a frutto
conoscenze e abilità
già possedute
e acquisendone di nuove attraverso il lavoro.
Attraverso una
DIDATTICA LABORATORIALE
“Compiti contestualizzati, autentici, di realtà, situazioni problematiche e progetti finalizzati a che impegnino gli alunni ad
agire e a prendere decisioni in collaborazione con i compagni
per uno scopo e un destinatario precisi” G. Pozzo, 2013
Dalle COMPETENZE alla costruzione di COMPITI AUTENTICI e RUBRICHE VALUTATIVE
È stato dimostrato che possono non essere efficaci alcuni modi di apprendere che sono incentrati sul verbalismo e sulla sola capacità di “parlare” di certi argomenti, senza averne vera consapevolezza e senza sapersene servire al di fuori del contesto scolastico.
Il concetto di “competenza” porta proprio ad avere come focus l’attenzione su compiti e attività significativi e
impegnativi. .. In modo che le conoscenze acquisite a
scuola possano diventare “competenze”.
COME?
PARTENDO DALLE CONOSCENZE SPONTANEE:
“Cosa sapete dei ROMANI, della loro cultura, delle loro usanze,ecc.”. E non: “Oggi studieremo i Romani…”
ESPLICITANDO IL RISULTATO ATTESO
Una volta ricostruita la mappa delle conoscenze spontanee,mostrare quella delle conoscenze formali
UTILIZZANDO MEDIATORI DIDATTICI DIVERSI
STRUTTURANDO COMPITI ATTIVI, DOVE ESERCITAREESPERIENZA E RISOLVERE PROBLEMI
Gli studenti devono avere chiaro il percorso da seguire.
Quindi, FIN DALL’INIZIO …COMUNICARE AGLI ALUNNI:
tipo di prestazione da svolgere
scopo: situazione stimolo
obiettivi/abilità/contenuti
ruolo
destinatario
tipo e caratteristiche del prodotto atteso
tempi
risorse didattiche utilizzabili
modalità di valutazione ↓
• Consegnare: ↓- materiali e rubriche di valutazione
• Dividere gli alunni in gruppi e precisare:- fasi del lavoro (analisi, sintesi, costruzione di ancore, esposizione, discussione, valutazione e autovalutazione)
- lavoro individuale (confronto tra pari)
• Dettare le domande metacognitive
• Spiegare dettagliatamente le disposizioni per eseguire la prestazione
↓
↓
• Informarli riguardo le modalità delle discussioni in gruppo per elaborare gli esempi-ancora e scegliere il migliore tra quelli prodotti
• Fotocopiare per tutti l’esempio-ancoramigliore
• guidare, supportare e sostenere gli studenti nella costruzione della prestazione
LAVORARE PER COMPITI AUTENTICI significa creare AMBIENTI di APPRENDIMENTO INCLUSIVI
MAGGIORE ATTENZIONE A :
• Spazi: organizzazione, flessibilità, accessibilità, fruibilità
• Tempi: durata, ritmo, flessibilità, …
• Persone: co-costruzione, collaborazione, cooperazione, autonomia, organizzativa, decisionale
• Attività: varietà, schemi interattivi, esiti differenziati
CONFRONTIAMOPrestazione tradizionale• I contenuti vengono trasmessi
dall’insegnante e gli studenti li assimilano
• L’obiettivo è di terminare il programma
• La verifica dell’apprendimento porta alla formulazione del giudizio
• Contesto staccato dalla realtà, non sociale
Prestazione autentica• L’insegnante, guida, modella,
struttura• Lo studente è attivo nel processo
di apprendimento per svolgere la prestazione richiesta
• L’obiettivo è favorire un apprendimento profondo e significativo
• La valutazione avviene attraverso rubriche di valutazione condivise
• L’esito della prestazione permette allo studente di autovalutarsi
• Contesto reale in ambiente sociale
ESEMPI DI COMPITI DI PRESTAZIONE
- Organizzate per la classe con cui siete in corrispondenza una visita ad uno dei Musei della vostra città : scegliete la destinazione, spiegate i motivi della scelta, individuate e descrivete il percorso scuola-museo.- Organizzate un viaggio di fine anno scolastico per la vostra classe a … …- Spiegate come si realizza un esperimento chimico fatto in laboratorio- Spiegate le regole di un gioco di società.
Es. di COMPITO SIGNIFICATIVO
«Tu sei un tour operator e devi convincere i tuoi
compagni a comprare tutti un biglietto per l’India.
Tieni presente, però, che ciascuno di noi è interessato a
cose diverse: chi la cultura, chi la storia, chi il paesaggio,
chi lo svago … Trova le argomentazioni adeguate
per convincere tutti a partire per l’India.»
“UN PAESE SICURO: INTERVISTA AL SINDACO”
1. Formulare delle domande per un’intervista al sindaco sulla viabilità e sulla sicurezza delle strade del paese, con particolare riferimento all’uscita dell’edificio scolastico.
2. Confrontarsi in scuola e nelle classi parallele sulle risposte del sindaco.
3. Elaborare un articolo relativo all’intervista da pubblicare sul giornalino della scuola e su quello comunale.
4. Scrivere una lettera a un amico per raccontare l’esperienza vissuta.
Quando si valuta …
La valutazione deve essere un momento di incontro costruttivo con l'allievo
… è necessario creare i presupposti che
permettano all'alunno di non vedere la valutazione
come una sentenza sul proprio valore e fare in modo
che possa sperimentarla come un momento …
• utile alla propria crescita,
• in cui imparare a conoscere i propri punti di
forza
• in cui comprendere in che modo far fronte agli
eventuali insuccessi utilizzando strategie
adeguate.
“La valutazione deve essere deliberatamente progettata
per migliorare ed educare i risultati degli studenti,
non solamente per verificarli ….”
Dare alla valutazione la finalità del miglioramento la rende più accettabile e condivisibile.
Ma è proprio così dentro le istituzioni scolastiche?
LA VALUTAZIONE
Spesso i docenti si pongono delle domande:
Come facciamo a sapere se gli studenti arriveranno ad acquisire vere competenze e come accertiamo il
loro vero livello di comprensione e di padronanza?
OCCORRE VALUTARE:
• le risorse cognitive
• i processi cognitivi e/o operativi messi in atto
• la disposizione ad agire
“Per valutare le COMPETENZE, si tratta di riconoscere insieme all’allievo, non solo ciò che sa, ma anche ciò che sa fare con ciò che sa, e soprattutto perché lo fa e che cosa potrebbe fare con ciò che sa e che sa fare !” (Tessaro, 2010)
UNA PERSONA è COMPETENTE QUANDO…
… possiede conoscenze, capacitàprocedurali (abilità), ma anche capacitàmetodologiche, personali, relazionali,sociali ed etiche, in particolar modoautonomia e responsabilità, per agire difronte a problemi di diversa natura.
IN UNA DIDATTICA PER COMPETENZE LO STUDENTE …
• sa cosa fare (comp. personale, c. operativa)
• è stimolato a provarsi (c. personale)
• impara a conoscere le strategie attivate e
ad usarne di nuove con i compagni in
altre situazioni (c. personale, operativa e metacognitiva)
• impara a riflettere, a porsi domande e si rafforza nel ragionamento (c. operativa e metacognitiva)
• capisce dove non capisce e come correggersi (c. metacognitiva)
In ogni caso … LAVORARE PER COMPETENZE
facilita l’inclusione perché …
• si rivolge a tutti gli alunni, rispettando le loro
differenze
• si pone l’obiettivo del superamento delle barriere che impediscono la partecipazione al processo educativo e
all’apprendimento
• interviene prima sul contesto, poi sul soggetto
• trasforma la risposta specialistica in ordinaria
• l’attenzione è sui processi di apprendimento per
rispondere alle forme differenti con cui i bambini presentano
le loro conoscenze, le modalità di interagire e di apprendere
Lavorando per COMPETENZE la SCUOLA lavora
in un’ottica inclusiva!
• Organizzazione diversa delle lezioni in base ai bisogni concreti degli alunni
• Diversificazione delle tipologie di prove e della valutazione
• Sviluppo di strategie cognitive differenziate
• Strategie didattiche e metodologiche diversificate per aiutare a valorizzare i punti forti degli studenti
ANCHE NEL MONDO DEL LAVORO E
DELLE ORGANIZZAZIONI … … la formazione di team di
progetto eterogenei rispetto a
competenze, funzioni, ruoli,
è la norma, soprattutto quando
si tratta di mettere a punto nuovi
prodotti o nuove strategie,
risolvere crisi ecc.
È ciò che avviene durante lo
svolgimento di un compito
autentico /situazione
problema!
NEWA PARTIRE DAL SETTEMBRE 2014:
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA n. 80
28/03/2013,
REGOLAMENTO SUL
SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE
IN MATERIA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE(GU n.155 del 4-7-2013)
IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E FORMATIVE
si articola nelle seguenti fasi:
A) AUTOVALUTAZIONE
B) VALUTAZIONE ESTERNA
C) AZIONI DI MIGLIORAMENTO
D) RENDICONTAZIONE SOCIALE
È quindi decollato il “sistema a tre gambe”
(Invalsi, Indire, Ispettori)
Il Regolamento (DPR 80/2013) sul sistema di valutazione (SNV) è
già operativo. Servono però risorse, strutture, persone.
L’Invalsi sta sperimentando un sistema di “visita alle scuole”, nell’ambito del progetto VALES (promosso due anni fa dal MIUR), e altri approcci come VM (Valutazione e Miglioramento), che prevede anche analisi del funzionamento didattico, organizzativo e professionale della scuola.
Tutto ciò (coerente con la scansione autovalutazione, valutazione esterna,
miglioramento, rendicontazione che sta alla base del SNV) dovrebbe avvenire attraverso l’INDIRE (aiutare le scuole nei processi di miglioramento) e gli ISPETTORI (pochi in tutta Italia), che dovrebbero coordinare le equipe che visitano le scuole.
Si procederà in piccole aree sperimentali.
PRENDE IL VIA IL PIANO DI AUTOVALUTAZIONE
DELLE SCUOLE.
Le scuole devono dotarsi di una unità specifica
di autovalutazione, che dovrà essere composta da
Dirigente, docente referente della valutazione, uno o più docenti con
adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti, un
esponente esterno...
È, comunque, opportuno che l'azione sinergica del
Dirigente Scolastico e del nucleo di valutazione sia finalizzata a:
- favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica, anche promuovendo momenti di incontro e di
condivisione degli obiettivi e delle modalità operative dell'intero processo di miglioramento;
- valorizzare le risorse interne, individuando e responsabilizzando le
competenze professionali più utili in relazione ai contenuti delle azioni previste nel piano;
- incoraggiare la riflessione dell'intera comunità scolastica attraverso una progettazione delle azioni che introduca nuovi approcci al miglioramento scolastico, basati sulla condivisione di percorsi di innovazione;
- promuovere la conoscenza e la comunicazione anche pubblica del processo di miglioramento, prevenendo un
approccio di chiusura autoreferenziale.
RAVLe scuole dovranno compilare un format del Rapporto di autovalutazione (RAV) elaborato dall'INVALSI.
Nel RAV saranno forniti i dati informativi e statistici sugli aspetti fondamentali del funzionamento (livelli di apprendimento, organizzazione didattica, esiti scolastici, utilizzo delle risorse umane e finanziarie) messi già a disposizione del Ministero su "Scuola in chiaro", dall'INVALSI e da altri soggetti istituzionali (Istat, Ministero del Lavoro, ecc.).
Questi dati saranno inseriti in una piattaforma online, riservata ad ogni scuola e disponibile a partire da gennaio 2015. I dati saranno raccolti attorno ad alcuni macro-indicatori relativi a differenti aree (contesto, processi e risultati).
La filosofia che ispira il RAV …
“Non c’è vera autonomia senza responsabilità.
E non c’è responsabilità senza valutazione”.
Il processo di miglioramento
Con la chiusura e la pubblicazione del RAV si apre la fase di formulazione e attuazione del Piano di Miglioramento (PdM).
A partire dall'inizio dell'anno scolastico 2015/16 tutte le scuole sono tenute a pianificare un percorso di miglioramento per il raggiungimento dei traguardi connessi alle priorità indicate nel RAV.
Il miglioramento è un percorso di pianificazione e sviluppo di azioni che prende le mosse dalle priorità indicate nel RAV.
Tale processo va considerato in termini dinamici, in quanto si basa sul coinvolgimento di tutta la comunità scolastica e fa leva sulle modalità organizzative gestionali e didattiche messe in atto dalla scuola, utilizzando tutti gli spazi di autonomia a disposizione.
IL PROFILO PROFESSIONALE
DEL DOCENTE … nel CCNL
Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze:• disciplinari
• psico-pedagogiche
• metodologico- didattiche
• organizzativo- relazionali e di ricerca
tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano
- col maturare dell’esperienza didattica,
- con l’attività di studio
- con l’attività di sistematizzazione della pratica didattica.
I contenuti della prestazione professionale del personale docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzione e nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano
dell’offerta formativa della scuola.
ESEMPIO:
LE COMPETENZE DEI DOCENTINeoassunti 2015/16
IL BILANCIO DICOMPETENZE INIZIALE
è l’attività che dà avvio al percorso formativo del docente neoassunto sulla base del nuovo quadro normativo previsto per il periodo di prova (Legge
107/2015, DM 850/2015 e CM 36167/2015).
PERCHÉ UN BILANCIO DI COMPETENZE?
Elaborare un proprio Bilancio di Competenze, nel contesto di questa azione formativa, significa
promuovere un momento di riflessione professionale in forma di auto-valutazione
sulla propria professionalità, in collaborazione con il docente tutor e con il supporto dello
schema di seguito presentato …
… per fare il punto sulle competenze possedute e su quelle da potenziare
Le principali funzioni del lavoro docente sono raggruppate in 3 AREE:
1. INSEGNAMENTO (DIDATTICA)2. PARTECIPAZIONE alla vita SCOLASTICA (ORGANIZZAZIONE) 3. FORMAZIONE CONTINUA (PROFESSIONALITA’)
che rappresentano le dimensioni “generative” delle diverse competenze che il docente deve dimostrare nell’esercizio quotidiano della sua professione.
Ciascuna area si articola in Ambiti di competenza, a loro volta scanditi in Descrittori derivati dalla letteratura nazionale ed internazionale, opportunamente adattati per il contesto del nostro Paese, alla luce del quadro normativo vigente (TU 297/1994; CCNL 2006-2009; Legge 107/2015 e DM 850/2015). Ai descrittori sono affiancate delle domande guida, utili come stimolo di riflessione.
es. Domande guida utili per riflettere
TRE AREE:1. INSEGNAMENTO (DIDATTICA)
2. PARTECIPAZIONE alla vita SCOLASTICA (ORGANIZZAZIONE)
3. FORMAZIONE CONTINUA (PROFESSIONALITA’)
esempi AREA COMPETENZE ALL’INSEGNAMENTO (DIDATTICA)
• Ritieni di avere individuato i contenuti, i traguardi necessari per la tua classe o di avere ancora incertezze nella scelta degli stessi e perché?
• Incontri difficoltà nel tradurre il contenuto in obiettivi di apprendimento? • Ritieni di essere in grado di rilevare particolari problematiche degli allievi
in modo tale da avere le informazioni per progettare dei percorsi adeguati?
• Ritieni di avere adeguate informazioni per individuare in modo specifico su quali obiettivi o ambiti per favorire la progressione di allievi con particolari problematiche?
• Quali sono le decisioni più difficili da prendere mentre progetti?• Riesci ad individuare, all’interno di una lezione, che cosa è stato
particolarmente importante per favorire l’apprendimento?• Ritieni di avere un adeguato bagaglio di conoscenze e strategie per
supportare gli allievi nell’uso delle tecnologie per apprendere?• Ritieni di possedere adeguate metodologie per osservare come gli allievi
stanno apprendendo?• Ecc.
esempi AREA COMPETENZE PARTECIPAZIONE alla vita SCOLASTICA
(ORGANIZZAZIONE) • Ritieni di aver sviluppato adeguate competenze per animare dei gruppi di
lavoro o condurre delle riunioni? • Ritieni di essere in grado di individuare gli elementi di innovazione dei
quali avrebbe bisogno il tuo contesto scolastico? Sulla base di quale analisi?
• Ritieni di essere disponibile al confronto con altri sulle tue pratiche personali?
• Ritieni di essere in grado di individuare domande o problemi sui quali costruire, insieme ai colleghi, delle ricerche per meglio comprendere come modificare l’insegnamento?
• Ritieni di avere chiarezza sul concetto di inclusione e sulle sue implicazioni in termini di progettazione collegiale?
• Ritieni di avere adeguate conoscenze sul funzionamento organizzativo della scuola?
• Ritieni di poter contribuire al miglioramento dell’organizzazione scolastica su aspetti precedentemente definiti (dal RAV) o da te proposti?
esempi AREA COMPETENZE FORMAZIONE CONTINUA
(PROFESSIONALITA’) • Ritieni di espletare con regolarità ed efficacia gli impegni assunti
all’interno della tua scuola? • Ritieni di saper utilizzare efficacemente le potenzialità fornite dalle
attuali tecnologie (sia dispositivi sia internet) per curare la tua formazione continua e per costruire degli scambi efficaci e produttivi con altri colleghi o con esperti?
• Ritieni di avere un adeguato bagaglio di conoscenze e strategie per supportare gli allievi nell’uso delle tecnologie per apprendere?
• Ritieni di saper documentare in modo efficace la tua pratica didattica per presentarla a diversi destinatari (dirigenti, colleghi, genitori)?
• Ritieni di avere adeguate competenze per fare ricerca sulla tua didattica individualmente e/o collettivamente?
• Ritieni di riuscire a ricavare dalle ricerche consultate degli elementi utili a innovare la tua didattica?
UN COSTRUTTO COMPLESSO
Aver acquisito un metodo di
lavoro
Saper affrontare difficoltà
Stabilire e gestire
relazioni
Riflettere su se stessi e valutarsi
COMPETENZA
Aver accumulato una molteplicità di esperienze
Possedere conoscenze e abilità
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!
Viviana Rossi
“Nel corso di un secolo quasi
interamente vissuto, ho spesso
creduto di trovarmi a una svolta
epocale, poi non era vero niente.
Una svolta epocale si ha quando non
cambiano solo le cose, ma anche le
teste per capirle”Vittorio Foa – Passaggi – Einaudi 2000
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIARubistar: il sito che aiuta a costruire rubriche di valutazione
http://www.icapice.gov.it/wp-content/uploads/2015/11/rubriche-valutazione-PRIMARIA1.pdf
http://www.icmontanariroccadipapa.gov.it/wp-content/uploads/2015/12/Dossier-Castoldi.pdf
http://www.disal.it/Resource/scuolaedidattica-Dossier.pdf
http://istruzioneer.it/wp-content/uploads/2011/12/4+Relazione+Baldacci.pdf
http://www.francadare.it/wp/category/didattica/curricoli-per-competenze/
www.piazzadellecompetenze.net)
http://www.francadare.it/wp/category/didattica/esempi-di-unita-di-apprendimento/
http://www.didatticare.it/le-nostre-ua/
http://www.univirtual.it/red/limguaggi/06.html
http://www.abilidendi.it/Articoli_Unita_di_Apprendimento_Breve_Guida.pdf
http://deascuola.it/area-competenze/risorse-operative/primaria
M. Castoldi, Valutare le competenze, Roma, Carocci 2009
M. Castoldi, M. Martini, Verso le competenze: una bussola per la scuola. Un percorso di ricerca, Franco Angeli, 2011