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GreenItaly La concia: reti, territori e sostenibilità Claudio Gagliardi Segretario generale Unioncamere Pisa, 7 novembre 2011 Camera di Commercio di Pisa

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GreenItaly

La concia: reti, territori e sostenibilità

Claudio Gagliardi

Segretario generale Unioncamere

Pisa, 7 novembre 2011 Camera di Commercio di Pisa

GreenItaly La concia: reti, territori e sostenibilità

IL VALORE

GREENITALY È LA PRIMA RICERCA IN ITALIA IN CUI VENGONO SISTEMATIZZATI DATI E INFORMAZIONI INERENTI AI DIVERSI ASPETTI DELLA GREEN ECONOMY….

…GRAZIE AL COINVOLGIMENTO

DI ESPERTI DI DIVERSA

ESTRAZIONE E DI COMPETENZE

DIVERSE, DI CAMERE DI COMMERCIO,

DI ORGANISMI ASSOCIATIVI….

…E, NON DA ULTIME, DI IMPRESE CHE STANNO GUIDANDO LA RICONVERSIONE IN CHIAVE

ECOSOSTENIBILE DEL MADE IN ITALY

MULTIDISCIPLINARE

Relatore
Note di presentazione
Il progetto GreenItaly raccoglie istituzioni che vivono il territorio, “osservatrici dell’economia locale”, quali le Camere di commercio, esperti di tematiche ambientali (accademici e altre personalità quali il presidente o direttore Kyoto Club, studiosi dell’ENEA, ecc.) e molti organismi associativi (CNA, ANCE, Coldiretti, UCINA, ANFIA, ecc.). Il lavoro di ricerca è il risultato di un processo che coinvolge in un rapporto di interdisciplinarietà esperti delle scienze ambientali (alle origini delle analisi sulla green economy), delle scienze economiche (in quanto riconversione dei cicli di produzione), e delle scienze sociali (in qualità di comportamenti e stili di vita della collettività).

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IL VALORE

L’ambiente, da vincolo alla crescita delle imprese, viene riconosciuto come motore di sviluppo e di innalzamento della qualità della vita

UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA, CULTURALE ANCOR PRIMA CHE ECONOMICA

CULTURALE

UNA ACCEZIONE ORIGINALE DI GREEN ECONOMY, NON SOLO IMPERNIATA SULLE SOLUZIONI TECNOLOGICHE DEI GREEN BUSINESS,

MA CHE ESALTA LE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA ECONOMICO EVOLUTO, IN CUI L’OFFERTA «SOSTENIBILE» SI ACCOMPAGNA A NUOVI MODELLI DI CONSUMO CONSAPEVOLE E A POLICY DI LUNGO PERIODO

Relatore
Note di presentazione
La testimonianza dell’interdisciplinarietà della green economy risiede nelle sue radici che affondano nel terreno culturale, prima che tecnico o scientifico. Green è un nuovo modello di cultura della produzione, di cultura del consumo, così come di indirizzo delle policy.

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IL VALORE

E' UN PARADIGMA CHE VUOLE DARE RISPOSTA ALLE QUESTIONI AMBIENTALI E, AL CONTEMPO, RIDEFINIRE I MODELLI DI BUSINESS

LA GREEN ECONOMY DIVENTA UN INSIEME INTEGRATO DI TANTI AMBITI E ATTORI

politiche verdi da parte delle istituzioni, una gestione responsabile e sostenibile da parte delle imprese, nuove tecnologie messe a punto dal

mondo della ricerca, un modello di consumo orientato al rispetto dell'ambiente, la domanda e l'offerta di lavori verdi, ecc.

Si tratta di un approccio “pervasivo”, che sta permeando molti settori dell'economia ma che

sempre più interesserà l'intera catena del valore economico (ricerca, investimenti, comunicazione, risorse umane e finanza).

SISTEMICO

Relatore
Note di presentazione
Questa sua pervasività nella società richiede necessariamente un approccio sistemico per guidare il nostro Paese verso la frontiera della green economy, non un semplice paradigma tecnico-economico ma un cambiamento radicale che vede il coinvolgimento di tutti gli attori: istituzioni (politica economica); imprese (eco-efficienza produttiva) e mondo della ricerca (nuove tecnologie); cittadini (domanda di beni eco-sostenibili).

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IL VALORE

Schema flussi input-output ambientali del sistema produttivo

-1% circa all’anno

-0,5% all’anno

+20% negli ultimi 5 anni

L’industria italiana ha diminuito del 12,1% la

propria intensità energetica tra il 2003 e il 2008

(-10,2% Germania e -9,6% Francia)

AMBIENTALE

Relatore
Note di presentazione
QUAL E’ IL CONCETTO DI GREEN ECONOMY ASSUNTO ALLA BASE DELLO STUDIO? Iniziamo ad analizzare l’accezione GREEN: il modello produttivo green è quello basato su un processo e NON su un prodotto «genericamente» identificabile come green (es: pannelli fotovoltaici). In una visione completa del ciclo di produzione «green», eco-efficienza produttiva per un’impresa significa riuscire, a parità o con aumento di produzione e/o valore aggiunto, a ridurre i consumi energetici, le emissioni atmosferiche e la produzione di rifiuti, accompagnata da un aumento della quota di questi recuperata (internamente o in gestione a terzi).

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Tendenza green

Basso Medio Alto

Impatto ambientale

Basso

Elettronica ed app. elettrici Altre industrie manifatturiere

Gomma e plastica

Cuoio, pelli e calzature Legno e prodotti in legno

Medio

Mezzi di trasporto Carta, stampa ed editoria

Meccanica

Tessile e abbigliamento

Alto Prodotti petroliferi

Alimentari, bevande e tabacco Metallo e prodotti in metallo

Chimica Minerali non metalliferi

MATRICE DI INCROCIO TRA IL GRADO DI IMPATTO AMBIENTALE E QUELLO DI TENDENZA GREEN

PER I SETTORI MANIFATTURIERI

Relatore
Note di presentazione
Eco-efficienza significa accrescere la sostenibilità produttiva nel tempo (“tendenza green”), a prescindere tuttavia dal grado di impatto ambientale, che è ‘figlio’ della natura della stessa produzione: ad esempio, la chimica, ad alto impatto, dimostra un crescente impegno in questo senso. Spicca anche la filiera della concia e calzature, con elevata tendenza green.

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IL VALORE

Settori più direttamente legati

alla dimensione ambientale

Riconversione del manifatturiero in chiave green

Nuova economia, oltre l’attuale perimetro dell’offerta

DEL TERRITORIO

Relatore
Note di presentazione
La green economy si origina ‘a monte’ nel settore energetico e delle rinnovabili per permeare poi ‘a valle’ tra le maglie dell’intero tessuto imprenditoriale (tecnologie ed eco-efficienza) e della collettività (consumi eco-sostenibili). E’ la grande opportunità per imprese e territori per rinnovarsi e riqualificarsi, raggiungendo nuove fasce di consumatori (il locale che guarda al globale) e contribuendo positivamente all’occupazione.

GreenItaly La concia: reti, territori e sostenibilità

Rivitalizzazione di un’offerta economica legata al territorio e ai saperi delle PMI

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GREEN ECONOMY

QUALITA’

SOSTENIBILITA’

EFFICIENZA

Sviluppo di settori alternativi

ECONOMICO

IL VALORE IL MODELLO ITALIANO DI GREEN ECONOMY

INNOVAZIONE

Relatore
Note di presentazione
Il modello italiano si differenza da quello franco-tedesco centrato sull’azione delle politiche pubbliche, così come da quello anglosassone che sfrutta gli incentivi di mercato, perché si fonda sul ruolo del territorio e di 6 milioni di imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni, come serbatoio di innovazione. Green economy è stimolo di innovazione, dietro alla quale risiedono anche saperi, tradizioni, cultura e creatività che nascono e si sviluppano proprio nei territori. Qualità e competitività costituiscono il risultato finale di questo processo che nasce ‘dal basso’.

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• 58% delle PMI green

aumenterà il fatturato nel 2011

• 20% delle PMI green ha aumentato gli occupati nel 2010

• 82% delle PMI green

contro il 66% delle non green

• 65% delle PMI green contro il 48% delle non green

Più in rete

Più innova-

tive

Più forti sui mercati

Più attente

al lavoro

13.300 IMPRESE MANIFATTURIERE TRA I 20 E I 499 DIPENDENTI INVESTIRANNO NEL 2011 IN PRODOTTI E TECNOLOGIE «GREEN»

Relatore
Note di presentazione
Investire nel green per le PMI è sinonimo di dinamicità. 13.300 PMI manifatturiere (20-499 dipendenti), pari al 57% del totale (con un picco del 68% per le medie imprese), ha effettuato o effettuerà nel 2011 investimenti nel prodotto o nel processo produttivo volti a conseguire risparmio energetico o a ridurre l’impatto ambientale. Si tratta delle imprese che hanno mostrato maggiore capacità di reazione ai cambiamenti dello scenario economico, come dimostrano le seguenti circostanze: - Sono più e meglio inserire in reti «formali» di imprese (65%) - Hanno sviluppato nuovi prodotti nello stesso settore in cui operano (82%) - Sono più proiettate all’estero (il 76% delle PMI green esporta all’estero) e hanno migliori performance di fatturato (58% prevede un aumento, contro il 49% delle non green); - Sono più attente alla crescita delle risorse umane: il 20% delle PMI green ha aumentato gli occupati nel 2010 (vs. il 18% nel caso delle imprese non-green) e il 14% delle PMI green vede nelle risorse umane il principale vantaggio competitivo (solo il 10% nel caso delle non-green).

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IL VALORE

Certificazioni di qualità (di prodotto e ambientale)

Riconversione

Nuovi prodotti e sistemi integrati

Utilizzo materie prime seconde e riciclo dei materiali

Trattamento del fine vita

LE ESPERIENZE CONCRETE SULLE QUALI SI POSSONO BASARE POLITICHE INDUSTRIALI CHE SAPPIANO STIMOLARE L’INNOVAZIONE

DELL’ESEMPIO

Relatore
Note di presentazione
Azioni di stimolo nel campo conciario: marchio di eco-compatibilità rilasciato alla Camera di commercio di Avellino; marchio di conformità ICEC (Istituto di Certificazione della Qualità per l’area pelle, unica realtà nel panorama internazionale); Bilancio Ambientale di Prodotto (BAP). Tra gli obiettivi, la certificazione UNI per pelli ecologiche.

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IL VALORE

80 Professioni ‘green’ in senso

stretto

186 Professioni ‘green’ negli ambiti a maggior potenziale di pervasività della

green economy

Professioni ‘green’ future

DEL LAVORO

Relatore
Note di presentazione
Le 80 professioni ‘green’ in senso stretto sono state ricavate dalla ricerca del 2009 del Center of Exellence (COE) della California, e fanno riferimento ai 6 ambiti fondamentali della green economy: fonti rinnovabili; edilizia sostenibile ed efficienza energetica; produzione di biocombustibili; mobilità sostenibile; gestione delle risorse idriche, riduzione dell’inquinamento, trattamento rifiuti; tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Il COE ha individuato le professioni alla 4 cifra della SOC (Standard Occupation Classification) che fanno riferimento a questi ambiti, e noi le abbiamo rese compatibili con la NUP. Le 186 professioni riconducibili alla green economy sono invece quelle direttamente coinvolte o potenzialmente occupabili in campo green sulla base delle competenze specifiche e dell’ambito produttivo. Non tutte sono già oggi «green» ma per quasi la metà di queste c’è bisogno di un intervento formativo mirato ad accrescere le competenze green e «innestarle» su quelle tecnico-specialistiche già possedute. La perimetrazione si è fondata sulla classificazione Istat-Isfol NUP (Nomenclatura della attività professionali).

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Assunzioni figure riconducibili alla green economy

61,9%

38,1%

62,9%

37,1%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

media 2008-2009 media 2006-2007

Assunzioni figure non riconducibili alla green economy

80,7%

19,3%

84,8%

15,2%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2009 2008

Green jobs 'in senso stretto'

Altre professioni

Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior

IL FABBISOGNO DI FIGURE PROFESSIONALI LEGATE AL GREENING

Relatore
Note di presentazione
Ammontano a circa 200mila le assunzioni all’anno di figure riconducibili alla green economy (un quarto del totale assunti), in crescita negli ultimi anni. Per garantire un impiego in un contesto produttivo più ampio, le competenze ambientali sono un requisito prevalente per i neoassunti rispetto alla più specifica specializzazione tecnica o alla più semplice sensibilità ambientale.

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48,1%

11,9%

5,6%

57,5%

20,5%

14,9%

20,5%

65,7%

25,1%

50,9%

Assunzioni con contratto a tempo

indeterminato

Assunzioni con laurea

Assunzioni con post-laurea

Assunzioni con esperienza

(settore o professione)

Assunzioni con difficoltà di reperimento

Totale assunzioni 2009

Assunzioni di figure professionali riconducibili alla green economy

IL PROFILO QUALITATIVO DEI GREEN JOBS

Relatore
Note di presentazione
La richiesta di competenze, associata alla maggiore difficoltà di reperimento, è il riflesso di una necessità di sviluppare l’offerta formativa a tutti i livelli (secondaria, professionale, terziaria) anche a supporto dell’imprenditorialità giovanile in campo «green», in cui creatività e sostenibilità trovano il loro punto di incontro.

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LE PROFESSIONI VERDI “FUTURE”

Climatologo

Auditor ambientale

Energy Manager

Esperto della programmazione delle rinnovabili

Responsabile del rischio ambientale

Ricercatore di nuovi materiali

Relatore
Note di presentazione
Un’offerta formativa che deve guardare anche alle professioni verdi future, non ancora recepite dalle classificazioni a causa di una loro affermazione tanto emergente quanto rapida, oltre che per l’evoluzione radicale delle competenze associate.

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IL VALORE

DELLA CONDIVISIONE

Occasione per condividere conoscenze e competenze fra i diversi protagonisti dell’economia verde e delle filiere produttive e territoriali

Promuovere le esperienze più avanzate e innovative diffuse sul territorio nazionale

IL ROAD SHOW NAZIONALE SULLE OPPORTUNITÀ DELLA GREEN ECONOMY

PROMOSSO DA UNIONCAMERE E FONDAZIONE SYMBOLA

Relatore
Note di presentazione
L’obiettivo dei road show è di sensibilizzare le imprese di vari settori (abbiamo approfondito finora i casi della bioedilizia, delle rinnovabili, dell’arredamento, della nautica) e favorire così la diffusione di comportamenti innovativi all’insegna dello sviluppo sostenibile. Il nostro spirito è quello di aiutare l’imprenditoria italiana a compiere questo salto di qualità diffondendo e sensibilizzando nei territori la cultura dell’impresa sostenibile. Portiamo sui territori alcuni casi d’impresa che dimostrano che l’Italia che può farcela a sostenere le nuove spinte competitive: ma molto dipende anche dalle politiche e dalle iniziative messe in campo per accompagnarne la diffusione.

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Negli ultimi 8 anni (2002-2010)

Consumi idrici unitari -23%

LA GREEN ECONOMY NEL SETTORE CONCIARIO

La raccolta differenziata sempre al di sopra del 91% (98% nel 2010)

Nel 2010 il 75% dei rifiuti prodotti è stato riutilizzato/riciclato

(1996-2010)

Consumo di solventi -70%

Consumi energetici -55%

INPUT OUTPUT

RECUPERO

Italia prima nel 2009 tra i Paesi del G7 e BRIC per brevetti in tecnologie conciarie green. E nel triennio 2007-2009, con 20 domande (di cui il 30% ascrivibili alla Toscana, prima per concentrazione assieme al

Veneto), solo il Giappone e la Germania la superano.

Relatore
Note di presentazione
Dati tratti da: Unione nazionale Unic Unic – Unione Nazionale Industria Conciaria - Rapporto Ambientale relativo al periodo 2002-2010 Indagine su un campione di imprese conciarie – il 17,9% del valore della produzione nazionale del 2010 - che ricalca la struttura del settore in termini di distribuzione geografica, valore della produzione e di occupati.

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