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IN QUESTO NUMERO:
N.12 Novembre 2018
02 RubricaConsegna Diplomi di Master
05 Articolo
I tre Migliori Elaborati di fine
Master
08 Rubrica
I Docenti di EOM Italia
10 ArticoloDiagnosi di Radicolopatia
Cervicale
12 Rubrica
Evidence Based Osteopathy
(EBO)
Anche quest’anno è arrivato il magico
momento della Proclamazione di fine
Master con la consegna dei Diplomi
avvenuta la scorsa settimana presso il
Distretto di Medicina dell’Università di
Verona.
Vi proponiamo l’abstract delle tesi di
Eleonora Pirondini, Valter Devecchi e
Michele Murgida che il Comitato
Scientifico ha deciso di premiare per la
qualità del lavoro svolto.
Jean Michel Trinchero si presenta
nell’ambito della rubrica sul corpo docenti
della EOM.
Per la rubrica sulle regole di predizione
clinica, in questo numero parliamo di
diagnosi di radicolopatia cervicale e, a
seguire, la consueta parte dedicata alla
recensione di articoli riguardanti il mondo
della terapia manuale, osteopatia e
fisioterapia.
Buona lettura…
A cura di Paolo Comotti
EDITORIALE
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Articolo
BUENOS AIRES, ARGENTINA I Progetti di EOM ItaliaRubrica
26 novembre 2018
Aula Gavazzi
Buio. Due piccoli neon si accendono.
“Prendi quel banchetto”- “È tutto pronto?”-
“I fogli firme?!” - “Bene, ci siamo!”
Batteria della macchina fotografica, carica.
Micro SD, presa.
Pronti, partenza…Si va in scena!
Silenzio. “Ecco i primi!”
L’aula inizia a riempirsi, l’atmosfera a
scaldarsi.
Mi guardo intorno e vedo tanti sorrisi
brillare, tanti occhi parlare.
Percepisco l’entusiasmo e la soddisfazione
nell’avere finalmente raggiunto un nuovo
bellissimo traguardo.
Quante storie ci sarebbero da raccontare
chiuse in quest’aula?
Quanti percorsi, gioie, difficoltà hanno
segnato i cammini di questi ragazzi?
Tanti. E diversissimi tra loro.
Ma, in ciascuno di essi, leggo e rivedo la
stessa passione. Un fuoco che arde vivo e
si nutre di curiosità, coraggio e dedizione.
In ciascuno di loro leggo l’amore per la
Formazione.
Anche quest’anno, come consuetudine, il
Comitato Scientifico ha scelto di premiare
l’impegno e la dedizione di tre brillanti
studenti: Eleonora Pirondini, cui va il primo
premio del valore dell’intero terzo anno di
studi, Valter Devecchi e Michele Murgida,
cui spettano rispettivamente il secondo
premio equivalente al 50% del costo del
terzo anno ed il terzo premio del valore di
RubricaRubr ica
un terzo della retta annuale.
Con la Cerimonia tenutasi il 26 novembre
presso l’Aula Gavazzi (Distretto di Medicina
e Chirurgia dell’Università degli Studi di
Verona) si conclude un altro bellissimo
anno, o meglio, biennio, di soddisfazioni e
gratificazioni.
I 150 ragazzi che hanno conseguito il Titolo
di Master in Osteopatia nelle Disfunzioni
Neuromuscolo-Scheletriche vanno ad
aggiungersi a quelli delle precedenti
edizioni, raggiungendo la quota di 450
professionisti sanitari già in possesso di
laurea in Fisioterapia o Medicina e
Chirurgia che hanno scelto EOM per la
propria formazione osteopatica.
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È sempre bene ricordare che, ad oggi, solo chi ha una qualifica e titolazione
universitaria in ambito sanitario può operare ed esercitare la professione
osteopatica a norma di legge all’interno del territorio italiano.
Scegliere EOM, per questo motivo, non significa scegliere solo ed
esclusivamente un percorso di studi qualitativamente alto. EOM è da sempre, e
oggi più che mai, sinonimo di garanzia.
Scegliere EOM significa scegliere il proprio presente.
Ma con un occhio sempre proiettato verso il futuro.
Al prossimo anno e….#beEOM!
A cura di Dott.ssa Margherita Tassello
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Report
I tre Migliori Elaborati di fine Master:Gli abstract dei nostri studenti
1. Dott.ssa Eleonora PirondiniIII anno EOM Mozzecane
Background
Il dolore cervicale (Neck Pain – NP) rappresenta una delle più comuni affezioni
neuromuscoloscheletriche e più del 50% della popolazione riferisce almeno un episodio in
un dato momento della vita. La diagnosi di NP può essere formulata basandosi
sull'anamnesi del paziente e sull'esame obiettivo. Le cause possono essere molte e
complesse, anche se molti dolori al rachide cervicale sono causati da problemi meccanici
locali. Esistono diverse modalità per trattare il NP in condizioni sintomatiche che includono
l’assunzione di farmaci o corticosteroidi, programmi di esercizi e terapia manuale. Sono
stati effettuati molti studi che hanno indagato la validità del trattamento di mobilizzazioni e
manipolazioni del tratto cervicale e toracico per cervicalgie. Non esiste però ancora un
trattamento gold standard o un consenso univoco per il trattamento conservativo di questa
problematica.
Obiettivo
Verificare l'efficacia del trattamento dell'orifizio toracico superiore sulla funzionalità e
mobilità del rachide cervicale rispetto al trattamento fisioterapico convenzionale.
Metodi
Studio pilota su 10 pazienti divisi casualamente in due gruppi; con dolore aspecifico e
limitazione del rachide cervicale, quotidianamente attivi. Il gruppo di studio è stato
sottoposto ad un trattamento osteopatico strutturale dell'orifizio toracico superiore, mentre il
gruppo di controllo è stato sottoposto ad un trattamento standard muscolo fasciale del
rachide cervicale. Gli outcome misurati prima e dopo il trattamento sono stati l’entità del
dolore, la disabilità derivante dal dolore cronico e la motilità del rachide cervicale.
Risultati
In entrambi i gruppi si è registrato un miglioramento degli outcome misurati.
Nell’analisi between groups, la variazione del ROM in rotazione e inclinazione laterale
tende ad essere superiore nel gruppo sperimentale, ma le differenze tra i gruppi non
risultano significative dal punto di vista statistico.
Ulteriori studi devono indagare tale proposta di trattamento su un campione più numeroso
di soggetti e a lungo termine.
Keywords: Neck pain, spinal manipulation, cervical manipulation, thoracic spine
manipulation
Effetti del trattamento dell'orifizio toracico
superiore in soggetti che presentano
limitazione e dolore al rachide cervicale
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Report
I tre Migliori Elaborati di fine Master:
Gli abstract dei nostri studenti
2. Dott. Valter DevecchiMaster in Osteopatia
sede di Torino
Background:
Il Low Back Pain (LBP) rappresenta uno dei principali disturbi muscoloscheletrici
della popolazione mondiale. Numerosi studi dimostrano come soggetti con LBP
possiedano modificazioni dell’attività mioelettrica degli erettori spinali rispetto a
soggetti sani. Attualmente il trattamento dei pazienti con LBP prevede diversi
strumenti in ambito medico e riabilitativo, tra cui la manipolazione vertebrale. Gli
effetti neuromuscolari indotti dalla manipolazione sono stati studiati in passato con
strumentazioni semplici e ottenendo risultati contrastanti.
Obiettivi: Indagare gli effetti neuromuscolari prodotti dalla manipolazione lombare in
soggetti sani attraverso l’utilizzo di High Density sEMG (HD-sEMG); in particolare
intensità, fatica mioelettrica e distribuzione dell’attività muscolare.
Materiali e metodi: 8 soggetti asintomatici (7 uomini, 1 donna) sono stati
randomizzati in 2 gruppi; tutti hanno ricevuto un trattamento sham e una
manipolazione lombare lo stesso giorno, ma in ordine differente (G1=HVLA+SHAM /
G2=SHAM+HVLA), seguendo un crossover design. Ogni trattamento è stato seguito
dalla valutazione dell’attività muscolare (statica eretta, flexion-relaxion-extension
task, Sorensen test), confrontata con i dati acquisiti alla baseline. Il segnale EMG di
superficie rilevato dagli erettori spinali è stato registrato attraverso 4 matrici di
elettrodi (8x4), 2 per lato (tra L5 e T12).
Risultati: la manipolazione lombare mostra un incremento dell’attività muscolare
rispetto ad un trattamento sham durante task submassimale (p<0.05). La
distribuzione dell’attività muscolare mostra uno shift verso destra (lato manipolato)
in seguito a HVLA (p<0.05). Indici di fatica mioelettrica e di intensità dell’attività
muscolare non mostrano variazioni significative, rispettivamente in task
submassimali e posturali dopo manipolazione lombare.
Parole chiave: surface EMG, spinal manipulation, neuromuscular responses, low
back pain, Osteopathic Manipulative Treatment (OMT)
Effetti neuromuscolari indotti dalla
manipolazione lombare in soggetti sani:
studio crossover randomizzato
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Report
I tre Migliori Elaborati di fine Master:
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3. Dott. Michele MurgidaIII anno Mozzecane
Background: La cerniera cervicotoracica (C7-D1) ha un’importante influenza sul controllo
della postura sia per la correlazione anatomica con il ganglio stellato, sia per le connessioni
indirette con altre strutture recettoriali. In Letteratura non sono ancora stati condotti degli
studi sugli effetti della manipolazione cervicotoracica (C7-D1) in relazione al controllo
posturale e alle conseguenti modificazioni, né su soggetti asintomatici né su soggetti affetti
da dolore in problematiche muscoloscheletriche.
Obiettivi: Lo scopo di questo studio è quello di valutare l’efficacia immediata di una
manipolazione bilaterale a livello della cerniera cervicotoracica (C7-D1) sul controllo
posturale in ortostatismo bipodalico in pazienti affetti da cervicalgia cronica aspecifica da
almeno 3 mesi.
Materiali e metodi: Sono stati reclutati 30 pazienti, di cui 16 rientravano nei criteri
d’inclusione ed hanno acconsentito a partecipare allo studio. Successivamente, sono stati
suddivisi in modo casuale in due gruppi. Il gruppo sperimentale è stato sottoposto ad una
manipolazione bilaterale in Thumb Move da prono, mentre sul gruppo di controllo è stata
eseguita una tecnica sham (medesimo posizionamento della manovra precedente, con
mantenimento della tensione per 10 secondi senza impulso manipolativo). Gli outcome
presi in considerazione sono stati: il COP (Centro di Pressione), la velocità delle oscillazioni
del tronco, i carichi in direzione antero-posteriore e in lateralità destra-sinistra, misurati
attraverso una pedana stabilometrica DELOS. Le misurazioni sono state effettuate prima
dell’atto manipolativo (T0), a 15 minuti della manipolazione (T1), e dopo una settimana
(T2).
Risultati: Il gruppo sperimentale ha mostrato una riduzione statisticamente significativa nei
carichi antero-posteriore (p<0,05), mentre nella distribuzione destra-sinistra non ci sono
cambiamenti rilevanti (p>0,05). Il COP (centro di pressione), mostra una modificazione in
tutte le fasi dello studio, raggiungendo una rilevanza statistica solamente in T2.
Conclusioni: Una singola manipolazione bilaterale della cerniera cervicotoracica modifica
immediatamente il tono postulare in ortostatismo in pazienti con cervicalgia cronica
aspecifica solamente sulla distribuzione del carico antero-posteriore immediatamente dopo
l’atto manipolativo. Questo trial getta le basi per ulteriori studi che tengano conto di un
gruppo sperimentale più ampio e che valutino gli effetti anche sul lungo periodo (medio-
lungo temine).
Parole chiave: neck pain, spinal manipulation, center of pressure, stability.
Effetti della manipolazione C7-D1 con tecnica
Thumb Move sul controllo posturale in pazienti con
Neck Pain aspecifico: studio pilota
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Rubrica
I Docenti di EOM
Italia
L’osteopatia è la mia vita.
Il mio è stato un percorso lungo e tortuoso. Non
ho sempre voluto essere osteopata: il mio
avvicinamento alla professione è stato un
crescendo.
Dopo una serie di lavori da dipendente, per
nulla appaganti, ero deciso a migliorare la mia
vita. Volevo fare qualcosa che mi desse la
soddisfazione che mancava.
La mia attitudine alla manipolazione emerse per
caso. Già alle scuole superiori. Mi ritrovai ad
aiutare un mio compagno con una spalla
dolorante e, pur senza un minimo di
conoscenza della materia, seguendo il mio
istinto riuscii ad aiutarlo.
Sempre più spesso le persone che mi stavano
accanto si rivolgevano a me per stare meglio,
sembravo avere una naturale tendenza a
trattare le persone. Un giorno qualcuno mi disse
la frase che diede una sterzata alla mia vita:
“dovresti farlo di professione”.
Mollai tutto e mi rimisi a studiare.
Passai l’esame d’ingresso a Fisioterapia dopo
un’estate trascorsa a lavorare di giorno e a
studiare la notte. Iniziai la mia formazione a
Chiavari. Ricordo quel periodo come uno dei più
difficili mai affrontati. L’obbligo di frequenza,
esami, due lavori per mantenere me e mio
fratello e pagarmi gli studi, interminabili viaggi in
treno per raggiungere la facoltà, grandi dormite
in classe ed enormi sacrifici. Mi laureai.
Cominciai a lavorare in un centro riabilitativo di
grandi dimensioni e, nel frattempo, seguivo i
classici corsi per riempire le lacune che ti lascia
l’Università.
Dott. Jean Michel [email protected]
Ma mancava ancora qualcosa.
Ad un certo punto rincontrai uno studente
della mia facoltà che mi invitò alla
presentazione di un corso di osteopatia.
Conobbi Daniele, mio grande mentore e
amico stimato, e Massimo, che persi
negli anni. Mi colpì l’approccio e
l’entusiasmo dimostrato nello
svolgimento del loro lavoro.
Dopo una lunga riflessione decisi di
intraprendere quella via, e trovai l’EOM.
Captai la serietà della Scuola e pensai
che avrebbe potuto formarmi come
ritenevo opportuno. Mi iscrissi e iniziai il
mio nuovo percorso.
In quegli anni cominciai anche a coltivare
con grande passione il mio primo studio
privato, e, nel frattempo, lavoravo in tanti
centri fisioterapici diversi.
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N.12 Novembre 2018
Lavorai anche per la primavera del Genoa CFC, fino a raggiungerne la vetta, diventando
membro dello staff della prima squadra, dove rimasi per circa 5 anni.
Ma mancava ancora qualcosa.
Ovviamente non smisi mai di fare il monitore, sotto sotto mi piaceva molto quella sensazione
pseudo scolastica, e arrivò la domanda inaspettata, ‘vuoi fare il Docente per l’EOM?’
Ero a un bivio. Mollare il Genoa, che tanto mi aveva dato e tanto poteva darmi, per cominciare
ad insegnare?
Partii per la Spagna. E visto che le cose mi piacciono difficili, partii da solo. Eravamo solo in 4
a Madrid, 3 portoghesi ed io. Ricordo ancora quell’esame perché venni messo a dura prova.
Ricordo quando i miei colleghi mi dissero “non ti preoccupare chiede 20/25 tecniche al
massimo” ed effettivamente andò proprio così…ma solo per la mattina del primo giorno. Il
casino era che mancavano ancora un giorno e mezzo alla fine dell’esame.
Superai anche quello scoglio e divenni Docente.
Un’impresa epica fu finire il mio primo seminario: non avevo mai parlato in pubblico e le frasi
del tipo ‘immaginali in mutande cosi non ti imbarazzi’ non servono a molto quando insegni
Osteopatia ad una classe dove per la maggior parte del tempo stanno tutti in mutande.
Oggi, a seguito di svariate disavventure scolastiche, familiari e lavorative, mi ritrovo con una
grande passione per l’insegnamento e una gran voglia di studiare, ancora.
Quel qualcosa che mancava lo ritrovo ogni giorno nel mio lavoro e ad ogni seminario che
affronto, in ogni classe e ad ogni domanda rivolta dagli studenti.
Tanta è la soddisfazione, che a 40 anni ho scelto di intraprendere un percorso che mi porta via
da casa costantemente, a fare salti mortali per essere presente con i miei pazienti e nottate a
studiare per dare il meglio sempre, e studiare ancora e ancora imparare… e la bellezza della
nostra professione è anche questa. Non finisce mai e c’è sempre tanto da scoprire e da fare.
Anche per questo amo infinitamente quello che faccio.
#beEOM#beEOM
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DIAGNOSI DI RADICOLOPATIA
CERVICALE
a cura di Dott. Paolo Comotti
Articolo
VIENE EFFETTUATA DIAGNOSI DI RADICOLOPATIA CERVICALE SE SONO
PRESENTI TRE O PIU’ VARIABILI PREDITTIVE (LR+ 6.1 – 95% CI 2.0-18.6)
VARIABILI PREDITTIVE
ROTAZIONE CERVICALE VERSO IL LATO INTERESSATO < 60°
UPPER LIMB TENSION TEST A POSITIVO
TEST DI DISTRAZIONE CERVICALE POSITIVO
TEST DI SPURLING A POSITIVO
CLINICAL BOTTOM LINE
La presenza di tre o più variabili predittive, è paragonabile, con una buona probabilità, al
fatto che il paziente sia positivo anche alla EMG. Una analisi qualitativa metodologica è
consigliata, prima di utilizzare queste regole di predizione clinica come componenti delle
migliori evidenze riscontrabili.
VALUTAZIONE
Rotazione cervicale verso il lato interessato < 60°
Il paziente è seduto. Il terapista posizionato alle spalle con le due braccia del goniometro
orientate verso spalla e naso. Viene chiesto al paziente di ruotare il capo verso il lato
interessato per permettere la misurazione del ROM.
Upper limb tension test A (ULTT A)
Il paziente è supine. Il terapista è posizionato al lato da testare, orientate verso la testa
del paziente.
Step 1 depressione scapolare
Step 2 abduzione della spalla
Step 3 supinazione avambraccio, estensione di polso e dita
Step 4 rotazione esterna della spalla
Step 5 estensione di gomito
Step 6 inclinazione laterale cervicale controlaterale
Step 7 inclinazione laterale cervicale omolaterale
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N.12 Novembre 2018
Il test è positivo se ho riproduzione dei sintomi del paziente, se ho differenza > 10°
dell’estensione del gomito da un lato rispetto all’altro, o se i sintomi aumentano nello
Step 6 o diminuiscono nello Step 7.
Test di distrazione cervicale
Il paziente è in posizione supina. Il terapista seduto alla testa aggancia con le mani il
mento e la nuca e, dopo aver posizionato il rachide in una posizione confortevole,
applica gradualmente una forza di distrazione fino circa 15 kg.
Il test è considerato positivo se i sintomi del paziente diminuiscono.
Test di Spurling A
Il paziente è seduto. Il terapista è pèosizionato alle sue spalle. Il rachide cervicale viene
passivamente inclinato lateralmente verso il lato interessato e una pressione di circa 7
kg viene disposta sul capo in direzione caudale.
Il test è positivo se riproduce i sintomi del paziente.
SPECIFICHE DI STUDIO
Criteri di inclusione
Età tra i 18 e i 70 anni
Valutazione EMG di radicolopatia cervicale o sindrome del tunnel carpale.
Criteri di esclusione
Disturbo sistemico noto che causa una neuropatia periferica generalizzata
Dolore bilaterale irradiato alle braccia
Storico di problematiche all’arto superiore interessato che ne possono disturbare la
funzionalità
Assenza dal lavoro per più di 6 mesi per disturbi sull’arto superiore interessato
Storico di interventi chirurgici riguardanti patologie del rachide cervicale o tunnel carpale
Precedenti EMG e studi sulla conduzione nervosa per valutare l’arto sintomatico o
radicolopatia cervicale, sindrome del tunnel carpale o entrambi.
Caratteristiche dei pazienti
N= 82 soggetti
Prevalenza di radicolopatia cervicale= 23%
Età Media= 45 (+/- 12)
Sesso
Femmine=50%
Maschi=50%
Definizione di positività (Referenze Standard)
Definizione di radicolopatia cervicale utilizzando EMG ad ago
REFERENZE
Wainner RS, Fritz jM, Irrgang]J, Boninger ML, Delino A, Allison S. Reliability and
diagnostic
accuracy of the clinical examination and patient self-report m easures for cervical
radiculopathy.
Spine. 2003;28:52-62.
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Articolo 1
TITOLO
Osteopathic Manipulative Treatment Including Specific Diaphragm Techniques
Improves Pain and Disability in Chronic Nonspecific Low Back Pain: A Randomized
Trial
AUTORI E NOME/DATI DELLA RIVISTA
M. Martı´-Salvador, L. Hidalgo-Moreno, J. Domenech-Fernandez, J. Francisco Lison,
M. D. Arguisuelas, Archives of Physical Medicine and Rehabilitation 2018
QUESITO DI RICERCA
Lo scopo dell’articolo era indagare gli effetti di un trattamento manipolativo osteopatico
(OMT) che includa una serie di tecniche per il diaframma rispetto allo stesso OMT con
tecniche sham in individui con lombalgia non specifica cronica (CLBP)
METODI
Design/Disegno dello studio:
RCT in doppio cieco, in parallelo.
Setting/ambientazione:
Un totale di 72 pazienti sono stati reclutati in adesione volontaria in 3 diversi centri
sanitari locali nella Provincia di Castellon, in Spagna.
Blinding/Cecità:
I pazienti sono stati assegnati ai gruppi tramite un programma computerizzato
suddividendoli in blocchi di 6 partecipanti per determinare l'inclusione al gruppo
sperimentale o al controllo.
Follow up period/Controllo:
4 e 12 settimane
Patients/Pazienti:
Sono stati reclutati individui di età compresa tra i 18 e i 60 anni con una diagnosi di
NS-CLBP da almeno 3 mesi.
Rubrica
Evidence Based
Osteopathy (EBO)
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I criteri di esclusione erano lo stato di gravidanza, tumore spinale o infezione, frattura
spinale, precedente intervento chirurgico della colonna vertebrale, malattia sistemica,
o lesioni muscoloscheletriche degli arti inferiori. Altri criteri di esclusione erano le
controindicazioni descritte per OMT, un Indice Oswestry Disability Index (ODI) <16%,
precedenti esperienze di OMT, o trattamenti riabilitativi per il mal di schiena nei 2 mesi
precedenti.
Intervention/Intervento:
Entrambi i gruppi hanno ricevuto 5 sessioni di OMT, le prime 4 sessioni somministrate
due volte a settimana e la quinta sessione somministrata un mese dopo la prima
sessione; la durata media di ogni sessione era di 45 minuti. Un fisioterapista con più di
10 anni di esperienza nel campo della terapia manuale era responsabile
dell'esecuzione del protocolli di trattamento.
Questo includeva:
Tecnica inibizione spinale lombare (la muscolatura spinale lombare era lentamente e
bilateralmente fatta scorrere trasversalmente verso la direzione delle fibre muscolari
per un totale di 8 minuti).
Trattamento neuromuscolare della regione lombare regione (i fisioterapisti hanno usato
il loro pollice per descrivere 3 scorrimenti a intensità moderata in diverse traiettorie
nella regione lombare bilateralmente).
Normalizzazione dei legamenti ileolombari (cicli di trazione e rilassamento dei
legamenti ileolombari per 5 minuti su ciascun lato).
Pompage dello psoas (movimenti di pompage eseguiti 3 cm lateralmente all'ombelico,
sul corpo del muscolo psoas, per 90 secondi su ciascun lato).
Tecnica funzionale applicata al sacro (un movimento di trazione applicato al sacro nella
direzione caudale per 10 minuti mentre si manteneva un contatto fisso con l'apofisi
vertebrale tra L3 e L4 con l'altra mano.)
Inoltre, i partecipanti al gruppo di intervento hanno ricevuto le seguenti tecniche
specifiche per il diaframma.
Tecnica funzionale di bilanciamento del diaframma (Una leggera pressione verticale
applicata per 5 minuti sul diaframma).
Tecnica di allungamento delle fibre muscolari (trazione in direzione craniale eseguita
dal bordo costale inferiore durante la fase inspiratoria per più di 10 cicli respiratori).
Tecnica di inibizione del centro frenico (il tessuto molle in zona tifoidea è stato
compresso durante la fase espiratoria con delicatezza e simultaneamente usando
entrambe le mani per creare pressione in direzione cranica e caudale per più di 10 cicli
respiratori).
Manovra emodinamica addominale globale (vibrazione ascendente del blocco
viscerale eseguita durante il fase inspiratoria per 10 cicli respiratori).
I partecipanti del gruppo sham hanno ricevuto un intervento placebo sul diaframma
applicando il contatto manuale senza intenzione terapeutica.
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PRINCIPALI MISURE DEL RISULTATO:
Gli Outcome primari dello studio sono stati focalizzati sui livelli di dolore e disabilità nei
pazienti. Il grado di dolore è stato valutato usando la versione spagnola del Short-Form
McGill Pain
Questionnaire (SF-MPQ). Il valore totale del punteggio del dolore può variare tra 0 e 45
punti (MCID 5 punti).
Il grado di dolore è stato anche registrato per mezzo della VAS usando una scala da 0
a 100 mm (MCID 20 mm).
Il grado di disabilità è stato valutato utilizzando sia la versione spagnola del Roland-
Morris Questionnaire (RMQ), un elenco di 24 frasi con dettagli sulle attività in cui le
persone con LBP tendono ad essere limitate, il punteggio totale della RMQ può variare
da 0 a 24 punti, (MCID 3 punti); sia con l'ODI che valuta da 0 a 100 (da assenza a
massima disabilità). Questo questionario ha 10 domande a scelta multipla, ognuno dei
quali può essere valutato tra 0 (nessuna disabilità) e 5 (massima disabilità). (MCID 10
punti).
Patient follow up/Pazienti al termine del periodo di studio:
Dei 72 reclutati, 66 sono stati indirizzati al trattamento rispettando i criteri di
inclusione/esclusione. Due persone hanno sospeso i trattamenti per sopraggiunto stato
di gravidanza.
PRINCIPALI RISULTATI
Similmente a studi precedenti che hanno osservato una riduzione di NS-CLBP quando
si utilizzano approcci OMT (senza tecniche specifiche sul diaframma), attraverso SF-
MPQ e la VAS, i risultati hanno mostrato una significativa diminuzione del dolore in
entrambi i gruppi sperimentali. Tuttavia, sebbene i risultati precedenti fossero
paragonabili a quelli del gruppo sham, nel gruppo di studio, la riduzione del dolore era
significativamente più alta.
Inoltre, la differenza tra questi 2 gruppi misurati con la VAS ha raggiunto il MCID
(20mm) a 12 settimane, suggerendo così l'efficacia specifica delle tecniche del
diaframma aggiunte a OMT per NS-CLBP.
Coerentemente con questi risultati, la disabilità misurata con il RMQ e ODI erano
significativamente più bassi nel gruppo OMT+ tecniche sul diaframma a 4 e 12
settimane e queste differenze sono clinicamente rilevanti perché sono stati raggiunti i
valori MCID sia per l'RMQ (3 punti) che per l'ODI (10 punti).
CONCLUSIONI
Un protocollo OMT che includa tecniche sul diaframma produce risultati significativi e
miglioramenti clinicamente rilevanti nel medio termine sul dolore e disabilità nei pazienti
con NS-CLBP rispetto allo stesso OMT protocollo usando un intervento a diaframma
sham.
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NOTE
Rileviamo che tra gli outcome secondari venivano presi in considerazione l’evitamento
della paura, misurato con la versione spagnola del Fear-Avoidance Beliefs
Questionnaire (FABQ), è risultato significativamente ridotto nel gruppo OMT+
diaframma rispetto al gruppo di controllo. Allo stesso modo, c'è stata anche una
riduzione statisticamente significativa sul catastrofismo del dolore, come misurato dalla
versione spagnola del Pain Catastrophizing Scale (PCS) e Hospital Anxiety and
Depression Scale (HADS).
Nella selezione dei criteri di esclusione è da sottolineare come siano stati esclusi
individui che avevano già esperienze di OMT in passato per limitare pregiudizi nei
confronti del trattamento e del Fisioterapista sperimentatore.
Tutto questo va nella direzione di considerare NS-CLBP come una condizione
multifattoriale che non trascuri aspetti di errate credenze o aspetti psicologici rispetto a
questa particolare categoria di pazienti.
Tuttavia, considerando l’aspetto biomeccanico-funzionale di questa condizione clinica, il
trattamento del diaframma diventa centrale da un punto di vista sia della relazione con
la colonna che con i visceri andando a complemento dell’intervento unicamente diretto
alla colonna lombare includendo elementi nella gestione a medio e lungo termine che si
rilevano efficaci.
Il limite dello studio, non segnalato dagli autori, è legato al non aver specificato se alla
tecnica sham sul diaframma è stato dedicato lo stesso tempo, in minuti, che
all’esecuzione del protocollo del diaframma.
Va a merito degli autori stessi il tentativo di standardizzare, tramite un protocollo, un
trattamento esposto a una miriade di variabili.
Andrea Giannini Ft. D.O.
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Rubrica
Evidence Based Osteopathy
(EBO)
TITOLO:
Effects of spinal manipulation and
pain education on pain in patients
with chronic low back pain: a protocol
of randomized sham-controlled trial
AUTORI/DATI DELLE RIVISTE:
Clécio Viera , Marcelo Anderson Brachta,
Marcos Lisboa Nevesa , Maíra Junkes-
Cunhaa , Adair Roberto Soares Santosa
QUESITO DI RICERCA:
Questo studio si propone di essere uno
studio prospettico, con un valutatore e un
soggetto in cieco, randomizzato, con un
gruppo sperimentale ed uno di controllo,
con l'assegnazione del trattamento ai
soggetti in maniera random, e approccio
intention-to-treat.
Lo scopo di questa ricerca è di verificare
l’effetto della Terapia manipolativa
associata alla Educazione sul dolore
confrontando i livelli dei biomarkers pro-
infiammatori e le citochine
antinifiammatorie, il dolore, la disabilità, il
rischio di “poor Prognosis” e paura, la
Kinesiofobia, la qualità della vita ed il
dolore alla pressione in individui con un
LBP cronico aspecifico.
BACKGROUND:
Il LBP è raddoppiato negli ultimi 20 anni,
probabilmente influenzato da fattori bio-
psicosociali. Diverse tipologie di
trattamenti non invasivi sono stati
applicati agli individui con un LBP
cronico aspecifico (come per esempio
manipolazioni spinali ed educazione del
dolore. Tuttavia gli effetti neurofisiologici
non sono ancora chiari.
Lo scopo di questo studio è di verificare
gli effetti funzionali e neurofisiologici della
manipolazione spinale, del controllo del
dolore e dell’educazione del dolore in
soggetti con cronico LBP aspecifico.
METODI:
128 soggetti con cronico LBP aspecifico
sono stati reclutati nel “Governador
Celso Ramos Hospital”, Florianópolis,
Brazil.
Gli individui sono stati distribuiti in due
diversi gruppo di studio: il primo gruppo
manipolazioni spinali ed educazione del
dolore ed il secondo un trattamento
placebo più educazione del dolore.
L'assegnazione del trattamento ai
soggetti avverrà con un metodo casuale
(random).
Ciascuno gruppo effettuerà due sedute
con cadenza settimanale per due
settimane.
AMBIENTAZIONE:
Questa ricerca è stata condotta nel
Orthopedic Physical Therapy Outpatient
Service at Governador Celso Ramos
Hospital in Florianopolis, Santa
Catarina, Brazil. Lo studio è iniziato nel
Dicembre 2016 e si stima possa
giungere al termine nel mese di
Dicembre del 2018.
PAZIENTI E CRITERI DI
INCLUSIONE/ESCLUSIONE:
128 soggetti con cronico LBP aspecifico
sono stati reclutati nel “Governador
Celso Ramos Hospital”, Florianópolis,
Brazil.
Articolo 2
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N.12 Novembre 2018
Lo studio ha incluso soggetti con cronico LBP aspecifico da almeno 6 mesi, con un
punteggio superiore o uguale a 3 nella Numeric Pain Rating Scale (NPRS), dolore in
almeno una direzione di movimento (tra flessione, estensione, lateroflessione e
rotazione) ed una età compresa tra i 18 e i 65 anni.
Sono stati esclusi i soggetti con le seguenti condizioni cliniche: precedenti storie di
mielopatie lombari o patologie reumatiche, tumori, disordini neurologici periferici o
centrali, storia di traumi, fratture o interventi chirurgici nella regione lombare, segni di
compressione delle radici nervose.
Non è stato possibile, per la natura della ricerca, rendere a cieco il terapista, tuttavia, la
persona che distribuiva i pazienti, il responsabile della valutazione ed i pazienti sono
stati assegnati in cieco ai gruppi di trattamento.
INTERVENTI
I soggetti del primo gruppo riceveranno una “high velocity and low amplitude
techniques” (HVLA) applicata alla regione lombare ed una educazione al dolore basata
sull’approccio bio-psicosociale.
La terapia effettuata è una manipolazione spinale trattata con la tecnica “Lumbar Roll”.
Nel secondo gruppo, gli individui effettueranno un trattamento Placebo, che consiste
nel toccare con la mano la regione lombare, senza effettuare alcun movimento per 5
minuti.
L'educazione al dolore verrà eseguita da entrambi i gruppi. Essa consiste nell'approccio
bio-psicosociale: screditare le paure e le credenze comportamentali sul dolore e il
movimento, spiegare come il dolore è coinvolto con la degenerazione e come fattori
biologici, psicosociali e cognitivi possano influenzare la percezione del dolore.
PRINCIPALI OUTCOME
L’outcome primario consiste nel dolore percepito soggettivamente tramite “Numeric
Pain Rating Scale” (NPRS). L’outcome secondario sarà il dolore pressorio valutato
tramite algometro, la paura della disabilità indagata tramite il “Fear Avoidance Belief
Questionnaire” (FABQ), il “Risk of poor prognosis” (un questionario composto da nove
domande in cui le possibilità di risposta sono le seguenti: in accordo o in disaccordo),
“Kinesiophobia”, la qualità della vita valutato tramite il questionario “Short-Form 12
version 2”, la quantità di biomarker a livello ematico (sono stati indagati i seguenti
biomarker: livelli citochinici, TNF-alfa, IL-1beta, IL-4, IL-6, IL-8, IL-12/IL23, IL-10, IL-15,
MIP-4/CCL18, MCP-3/CCL7, MCP-2/CCL8, IGP – 10/CXCL10, Stromal Lymphopoietin
Receptor (TSLR) e interferone Gamma.
CONTROLLO A SEGUITO DELL’INTERVENTO O PERIODO DI STUDIO
I Follow-up programmati dallo studio sono due e rispettivamente 6 settimane e 3 mesi
di distanza dal termine del ciclo di trattamenti.
SIGNIFICATO DELLO STUDIO
I fattori psicosociali sono più coinvolti nel dolore cronico di quanto pensassimo alcuni
anni fa. Ad oggi, non ci sono studi controllati randomizzati che indagano e confrontano
gli effetti neurofisiologici e funzionali della terapia manipolativa associata all'educazione
al dolore in relazione al trattamento fittizio in soggetti con LBP cronica non-specifica.
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Un confronto appropriato con un gruppo Placebo organizzerà stime più imparziali degli
effetti dell'intervento. Alcuni studi hanno dimostrato che la riduzione del dolore e della
disabilità ha un effetto a lungo termine, principalmente nella terapia manipolativa.
Tuttavia, la maggior parte degli studi ha mostrato un effetto di trattamento di piccola
entità con effetti immediati o a breve termine, principalmente in terapia manipolativa, e
chiunque ha mostrato il fatto neurofisiologico di questi interventi terapeutici.
Comprendere il ruolo e i cambiamenti dei bio-marcatori dopo il trattamento nella LBP
può suggerire i meccanismi coinvolti a livello cellulare, e dovremmo ripensare agli
approcci usati per trattare questa condizione.
Forza e Debolezza del Protocollo proposto
Questo è uno studio prospettico, con un valutatore e un soggetto in cieco,
randomizzato, con un gruppo sperimentale ed uno di controllo, con l'assegnazione del
trattamento ai soggetti in maniera random. E’ stato usato un approccio con intenzione
al trattamento ed il campione è stato calcolato per fornire un potere statistico per
rilevare la differenza nei risultati tra i gruppi. Sfortunatamente, il terapeuta non può
essere “a cieco” per via degli interventi che deve eseguire sull’individuo, e uno degli
approcci tematici nell'educazione al dolore è un'attività che dipende dall'entusiasmo dei
partecipanti.
Un altro limite è che vi sono altri outcome secondari che possono indurre all’errore.
Tommaso Re
III anno Vado Ligure
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Rubrica
Revisione Sistematica
Dott. Michele Ciani
TITOLO:
Associations of sympathetic and
parasympathetic activity in job stress
andburnout: A systematic review
AUTORI:
P. C. de LooffI, L. J. M. Cornet, P. J. C.
M. Embregts5, H. L. I. Nijman, H. C. M.
Didden
REVISIONE SISTEMATICA:
Questa revisione sistematica ha lo
scopo di analizzare da una parte l’attività
del parasimpatico e ortosimpatico in
relazione allo stress e dall’altra il
burnout.
Uno stress prolungato nel campo
lavorativo può sfociare nel burnout
(termine che tradotto in italiano significa
“bruciare fuori”) riportando sostanziali
conseguenze socioeconomiche
negative.
Solitamente sono utilizzati questionari
per valutare lo stress lavorativo ed il
burnout. In questa revisione sistematica
vennero introdotti parametri fisici per la
misurazione quali la heart rate variability
e la conduttanza cutanea
Il corpo umano mantiene l’equilibrio delle
funzioni chiave attraverso il SNA, ossia
col parasimpatico e con l’ortosimpatico.
L’ortosimpatico agisce in caso di
minaccia e quindi lotta o fuga, il
parasimpatico facilita l’omeostasi.
Di fronte ad uno stress esogeno o
endogeno il corpo attiva processi
cerebrali di ordine superiore per reagire
allo stressore.
Per Vrijkotte e coll gli effetti dannosi
dello stress sarebbero dipesi da
un’attivazione eccessiva
dell’ortosimpatico senza l’attivazione del
parasimpatico. La reazione allo stress
viene descritta nelle risposte cognitive,
emotive e fisiologiche. Le prime due
vengono misurate con questionari
mentre l’ultima attraverso marcatori
biomedici quali sangue, urina e saliva. Il
SNA invece è misurabile con la PA, fr e
conduttanza cutanea.
Il burnout è stato proposto come un
possibile risultato dello stress
prolungato del lavoro sin dagli anni '80 .
Lo stress sul lavoro e il burnout sono
per lo più misurati con questionari self-
report. I due modelli più usati per
valutare lo stress da lavoro sono il
modello di controllo della domanda (e il
più recente modello di supporto al
controllo della domanda) e il modello
dello squilibrio tra sforzo e ricompensa.
Il primo modello distingue tra richieste e
controllo sul lavoro. Le richieste sono
misurate in termini di tempo, quantità e
variabili mentali sul lavoro, mentre il
controllo è misurato come la quantità di
decisione, le possibilità di crescita e la
quantità di creatività che si è in grado di
mettere nel proprio lavoro . Esiste una
relazione reciproca tra domanda e
controllo, in cui uno squilibrio verso
esigenze elevate / controllo basso viene
utilizzato per descrivere lo stress sul
lavoro.
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Il secondo modello teorico distingue lo sforzo e la ricompensa sul lavoro. Gli sforzi
sono misurati con variabili come le richieste, il carico di lavoro e la pressione sul
lavoro, mentre la ricompensa è misurata in termini di incentivi monetari, autostima e
opportunità di carriera . Uno squilibrio tra i due è indicato come alto costo e basso
guadagno.
Oltre allo stress da lavoro, il burnout viene anche definito in vari modelli teorici. Il
modello noto e influente di Maslach caratterizza il burnout come un sentimento di
esaurimento e spersonalizzazione, con bassi livelli di realizzazione personale.
L'esaurimento include sentimenti di essere esauriti o emotivamente prosciugati dal
proprio lavoro . La depersonalizzazione è caratterizzata da sentimenti di insensibilità
nei confronti delle altre persone, mentre la scarsa realizzazione personale è descritta
in termini dell'impatto percepito del proprio lavoro. Considerando che il burnout è una
possibile grave reazione allo stress da lavoro (prolungato), ipotizziamo che se il
burnout è il risultato di stress sul lavoro, l'effetto del burnout sul sistema nervoso
autonomo potrebbe avere un'influenza ancora più forte dell'effetto dello stress
lavorativo.
Nella presente revisione le misure prese in considerazione sono in relazione al
parasimpatico e all’ortosimpatico.
Sono stati applicati i seguenti criteri di inclusione:
1. I programmi di studio sono incentrati su una nuova popolazione e devono
riguardare le misure correlate al burnout, come variabili predittive e HR (V) o EDA
come variabili di risultato.
2. La trama è focalizzata su linee di base, giorni feriali, periodi di svantaggio o
situazioni simili.
3. I testimoni hanno ammesso di aver convalidato la decisione di interrompere il
lavoro.
4. Gli studi inclusi sono stati pubblicati nel 2000 tra il 2000 e il 2016.
Non vi erano ulteriori requisiti.
I confronti sono stati fatti sulla base di questionari validati. Le misure HR (V) e EDA
sono state divise in risultati separati per il riposo, l'attività, la giornata lavorativa, il
tempo libero, il tempo di sonno o le combinazioni dell'intero periodo. Venne eseguito
uno screening iniziale con tre revisori (PCdL, HN, PE) per stabilire se i criteri di
inclusione ed esclusione fossero trasparenti. A tale scopo, sono stati utilizzati due set
di 50 articoli a campione per stabilire un accordo interrazziale. Questo screening
iniziale ha comportato l'interruzione dell'85% degli accordi sul titolo e sullo screening
astratto e il consenso sulla trasparenza dei criteri di inclusione ed esclusione
Gli AA si proposero di eseguire una meta-analisi in quanto ciò consentirebbe di
spiegare l'eterogeneità nelle dimensioni dell'effetto attraverso l'analisi del moderatore .
Tuttavia, la maggior parte degli articoli non riportava correlazioni. Pertanto una meta-
analisi avrebbe comportato un numero limitato di articoli elaborati.
Nella revisione iniziale del testo completo, vennero identificati 4 studi EDA che erano
probabilmente ammissibili, ma sono stati esclusi a causa dell'impiego di un
questionario sullo stress da lavoro non convalidato (2 studi) o perché si trattava di uno
studio di simulazione (1 studio ), o un'esposizione allo stress nella vita reale (1 studio).
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Diciannove dei 38 autori dello studio hanno risposto a richieste di informazioni
aggiuntive. Per quattro autori non si riuscì a recuperare un indirizzo email valido.
La prima ipotesi afferma che esiste un'associazione positiva tra HR e stress lavorativo
/ burn-out.
La seconda ipotesi afferma che esiste un'associazione negativa tra i risultati
parasimpatici segnalati e lo stress da lavoro / burnout
La terza ipotesi afferma che l'associazione tra burnout e HR (V) / EDA è più forte
dell'associazione tra stress lavorativo e HR (V) / EDA. Su sei risultati sull'associazione
di burnout HR, tuttavia, solo uno era significativamente positivo , con la cautela che il
gruppo di burnout è stato inserito come variabile fittizia e parte di un'analisi di
regressione multipla. Ventinove risultati sono stati riportati sull'associazione HR-stress
lavorativo. Undici risultati sono stati significativamente positivi. Questi risultati indicano
il contrario dell'ipotesi, l'associazione tra stress lavorativo e HR sembra essere trovata
più spesso dell'associazione tra burnout e HR.
Per quanto riguarda i risultati parasimpatici, sono stati riportati sette risultati . Solo un
risultato riportato ha avuto un significativo effetto negativo. Ventisette risultati sono
stati segnalati sull'associazione HF-job stress. Cinque risultati riportati erano
significativamente negativi. Cinque risultati riportati sull'associazione di burnout
RMSSD. Solo un risultato riportato ha avuto un significativo effetto negativo. Ventidue
risultati sono stati riportati sull'associazione RMSSD-lavoro stress. Quattro risultati
riportati erano significativamente negativi, uno degli effetti era misto . Si noti che ci
sono due articoli e 11 risultati riportati che utilizzano sia JDC che ERI per dividere i
soggetti in alta / bassa deformazione. In breve, questi risultati non indicano che
l'associazione parasimpatica tra burnout e HRV sia trovata più spesso
dell'associazione tra stress lavorativo e HRV.
Questa revisione sistematica si concentra sulla relazione tra stress lavorativo e
burnout da un lato e attività parasimpatica e simpatica dall'altro. La revisione corrente
potrebbe essere considerata sia come una replica, aggiornamento e un'estensione del
lavoro precedente su questo argomento. Lo scopo generale di questa revisione è
stato quello di comprendere meglio l'associazione tra stress / burnout e HR (V) / EDA,
quali parametri potrebbero rivelarsi utili e quali periodi di registrazione sono favorevoli
rispetto agli altri da analizzare.
La prima ipotesi affermava che esiste un'associazione positiva tra le misure HR e lo
stress da lavoro / burnout. In primo luogo, il supporto a questa ipotesi proveniva sia
dall'elevato numero di associazioni positive sia dal rapporto tra effetti positivi e
negativi (12 vs. 2), che mostrava chiaramente che la probabilità di un'associazione
positiva tra HR e stress / burnout sul lavoro è maggiore. In altre parole, i risultati di
questa revisione supportano che alti livelli di stress e burnout sul lavoro sono associati
a un aumento della HR.
In secondo luogo, un terzo di tutti i risultati riportati (12/35) ha mostrato
un'associazione significativa tra HR e lo stress da lavoro / burnout. Tuttavia, se
lasciamo il burnout fuori dall'analisi, 11 su 29 degli effetti sullo stress da lavoro sono
positivi. Il numero di articoli sul burnout incluso in questa revisione sistematica era
troppo piccolo per trarre conclusioni definitive.
L'Ipotesi 2 affermava che esiste un'associazione negativa tra gli esiti parasimpatici,
indicati dai parametri HRV e lo stress da lavoro / burnout.
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Oltre un quinto (13/67) di tutti i risultati riportati ha mostrato un'associazione negativa
significativa. Se lasciamo il burnout fuori dall'analisi, un sesto (7/42) degli effetti è
negativo. Dodici dei 19 articoli inclusi da Jarczok et al. sono stati inclusi anche in
questa revisione sistematica. I dodici articoli inclusi in entrambe le revisioni
sistematiche hanno mostrato risultati comparabili, sebbene Jarczok et al. includevano
meno risultati riportati per le misure parasimpatiche rispetto allo studio in questione(38
articoli). Nel campione di Jarczoks, metà degli esiti parasimpatici erano
significativamente negativi (17/33) sulle (sotto) scale. La analisi di tale studio ha
comportato un significativo effetto negativo solo in un quinto (6/29) dei risultati sulle
scale complete, il che spiega la differenza in quanto l'unità di analisi delle scale è
diversa. Ad esempio, Jarczok et al. includevano anche gli effetti delle scale separate
per le richieste, il controllo, lo sforzo o la ricompensa dei modelli JDC ed ERI (stress
sul luogo di lavoro rispetto allo stress da lavoro) mentre in tale studio si presero in
considerazione solo gli articoli che riportavano i risultati su tutta la scala. Tuttavia, la
direzione dell'effetto in entrambi gli studi (cioè lo studio di Jarczok et al. e lo studio
corrente) è stato prevalentemente negativo, cioè livelli più elevati di stress da lavoro
sono associati a un'attivazione parasimpatica inferiore. Vale la pena ricordare che la
correlazione tra HF e RMSSD è solitamente elevata (> .90) . Pertanto, sembra
intuitivo aspettarsi un'associazione significativa di RMSSD se anche l'HF ha un effetto,
e viceversa, che si traduce in una sovrastima degli effetti riscontrati nell’attuale studio,
a causa della multicollinearità. Infine, anche se SDNN non è una misura di esito
principalmente simpatico o parasimpatico, in tale studio si è registrata una tendenza
verso un'associazione negativa tra SDNN e stress / burnout da lavoro.
La terza ipotesi affermava che esiste un'associazione più forte tra le misure
psicofisiologiche e il burnout che non tra le misure psicofisiologiche e lo stress da
lavoro. Tuttavia, questa relazione ipotizzata non ha potuto essere confermata. Una
spiegazione potrebbe essere il numero limitato di articoli inclusi sul burnout. Un'altra
potenziale ragione potrebbe essere che le persone con sintomi di burnout non
presentano più sintomi di stress sul lavoro in quanto sono in congedo per malattia che
potrebbe avere un effetto calmante sul corpo e quindi sulle misure parasimpatiche.
In conclusione, è importante affermare che la maggior parte degli esiti riportati erano
non significativi, e alcuni articoli riportavano che non vi era alcun effetto. Abbiamo
trovato un supporto parziale per le due ipotesi riguardanti una direzione positiva per le
misure HR e una direzione negativa per le associazioni di misure parasimpatiche con
stress da lavoro e burnout. Il rapporto per le misure HR (12 vs 2) era leggermente
superiore al rapporto per le misure parasimpatiche (13 contro 3). Inoltre, sono state
trovate alcune prove che gli articoli con un campione più grande hanno trovato più
spesso un'associazione significativa.
Tuttavia, la terza ipotesi riguardante un'associazione più forte tra le misure
psicofisiologiche e il burnout rispetto allo stress lavorativo non è stata supportata.
in relazione ai risultati delle tre ipotesi, si possono fare quattro osservazioni riguardanti
la metodologia e la misurazione.
Innanzitutto, la maggior parte dei risultati delle HR riferiti provenivano dalle misure a
riposo (n = 11). Il numero di esiti parasimpatici riportati era quasi il doppio e la maggior
parte delle misure sono state prese a riposo (n = 16), giorno feriale (n = 13), per 24
ore (n = 14), e di notte (n = 13).
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Tuttavia, un protocollo di riposo assicura che non vi sia alcun movimento o richiesta
psicosociale nei partecipanti, il che potrebbe risultare in un segnale privo di artefatti.
Inoltre, vi è una certa eterogeneità all'interno di queste misure di riposo. Borchini et al.
ha sottolineato che un rigoroso protocollo standardizzato ECG è necessario per
ottenere risultati precisi. Raccomandiamo di includere il riposo come misura di
riferimento negli studi futuri.
Vale la pena notare che sia HR che EDA mostrano una variazione diurna che
suggerisce che questo deve essere preso in considerazione anche quando si
ottengono misure di riposo .
In secondo luogo, per quanto riguarda le misure prolungate dell'HRV, vi sono due
punti degni di nota. Innanzitutto, Uusitalo et al. suggeriscono che le misure non lineari
di HRV sono meno inclini al movimento. Rispetto alle misure della frequenza,
sostengono che il tempo e l'HRV non lineare potrebbero rivelarsi più stabili e adatti a
situazioni in cui una persona può mostrare molti movimenti simili alle situazioni della
vita reale. Solo pochi articoli inclusi riportano sul controllo dell'attività fisica, che
dovrebbe avere un'influenza. Si consiglia di regolare questi artefatti di movimento, se
possibile. Inoltre, Kamath et al. hanno menzionato l'influenza della respirazione sulla
componente HF delle misure del dominio della frequenza; mentre la respirazione
diminuisce, anche l'HF diminuisce.
Terzo, Clays et al. sottolinea che non è possibile confrontare tutti i parametri ottenuti
in intervalli di tempo diversi in quanto dipendono dal tempo di analisi. Ad esempio,
SDNN dipende in larga misura dalla lunghezza della registrazione e vi sono evidenti
differenze nella durata degli intervalli di misurazione tra gli studi. L'SDNN viene in
genere utilizzato solo per le registrazioni 24 ore. Ciò è in linea con le osservazioni
fatte da Kamath et al. che le misurazioni a lungo termine sono preferibilmente
analizzate mediante metodi di dominio del tempo e le misure a breve termine sono
preferibilmente analizzate mediante metodi di dominio di frequenza. Con le misure nel
dominio del tempo è difficile discriminare tra misure simpatiche e parasimpatiche.
Nella presente revisione, cinque degli esiti sulle misure di riposo, che di solito sono 3-
15 minuti, erano misure nel dominio del tempo rispetto a 11 risultati nel dominio della
frequenza. Vi è la necessità di linee guida sull'uso dei metodi nel dominio del tempo o
nel dominio della frequenza e la durata della valutazione da diversi laboratori
Quarto, una nozione finale sulla misurazione della vita reale è fatta da Rau et al., . Gli
autori suggeriscono che la valutazione del tempo libero differisce tra gli studi, che
possono quindi portare a differenze nelle conclusioni. Alcuni studi rendono operativo il
tempo libero come il tempo tra il lavoro e il sonno, mentre altri considerano i giorni di
riposo come il tempo libero. Raccomandiamo l'uso del tempo libero post lavoro come
una terminologia separata da un giorno completamente privo di lavoro.
Molti dei risultati riportati non sono indipendenti. Pertanto, abbiamo valutato quante
delle associazioni significative provenivano dallo stesso studio. Per i risultati delle
risorse umane, i 12 esiti positivi significativi provenivano da 11 articoli, mentre i 19
risultati non significativi riportati provenivano da 14 articoli (nessun test di significatività
è stato segnalato per 3 risultati e 1 studio ha riportato effetti misti). essere più
indipendenti tra le associazioni significative rispetto alle associazioni non significative,
il che aumenta l'affidabilità delle relazioni significative.
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Per i risultati riportati dal parasimpatico, i 13 esiti negativi significativi provenivano da
10 articoli, mentre i 49 risultati non significativi provenivano da 22 articoli (nessun test
di significatività è stato riportato per 2 risultati e l'associazione per 3 risultati
era l’attività del sistema nervoso autonomo nello stress da lavoro e nel burnout nella
direzione opposta della nostra ipotesi - positiva invece che negativa.)
Ancora una volta, c'era maggiore indipendenza tra le associazioni significative rispetto
alle associazioni non significative.
Per quanto riguarda le analisi esplorative, vale la pena notare che, per le dimensioni
del campione, sia le misure simpatiche che quelle parasimpatiche mostrano una
tendenza ad ottenere più associazioni nelle direzioni ipotetiche se la dimensione del
campione è maggiore. Un campione più ampio spesso significa una potenza più
elevata.
Un particolare punto di forza dell'attuale studio è che i risultati riportati da Jarczok et
al. sono stati replicati.
Nonostante questa forza, questo studio ha una limitazione al "conteggio dei voti". Se
non sono disponibili correlazioni bivariate o modelli aggiustati con le stesse covariate,
è difficile riassumere l'effetto vero. Il problema del conteggio dei voti è che non
considera l'entità di un effetto e il controllo per l'eterogeneità o la moderazione è
impossibile. Una seconda limitazione è che non si è stati in grado di eseguire una
meta-analisi e ciò rende i risultati meno convincenti di quanto avrebbero potuto
essere.
Raccomandazioni aggiuntive.
Gli studi utilizzino la dichiarazione STROBE (Rafforzare la segnalazione degli studi
osservazionali in epidemiologia per guidare la segnalazione per studi futuri.
In secondo luogo, l'uso di questionari convalidati è altamente raccomandato, vi è stata
un'abbondanza di studi utilizzando solo una domanda di stress sul lavoro che ha reso
poco chiaro quale fosse il costrutto della misura (nessuno di quegli studi non validati
sono stati inclusi in questa recensione). Poiché il significato soggettivo dello stress
lavorativo differisce tra i lavori e le persone all'interno di questi lavori, per la
comparabilità è importante un'indagine approfondita.
Terzo, nella ricerca sul burnout c'è spesso un cut-off clinico predisponente. Negli
esempi di stress da lavoro questo non è sempre il caso, come alcuni riportano sui
quadranti mentre altri usano una divisione mediana o una divisione 20/80. Si consiglia
di utilizzare gli stessi cut-off convalidati.
In quarto luogo, è essenziale riferire sia sul sesso che sull'età in quanto vi sono pochi
articoli che riportano differenze tra uomini e donne . Il concetto di stress lavorativo
potrebbe non essere applicabile a uomini e donne come già ricordato da Riese . I
costrutti originali potrebbero valere più per gli uomini che per le donne. Il profilo
psicofisiologico dello stress e del burnout nelle donne potrebbe essere diverso.
Ovviamente rimane la domanda su fino a che punto le misure del questionario self-
report corrispondano a misure fisiologiche di stress lavorativo. L'HRV è spesso usato
come misura dello stress, mentre non sempre corrisponde allo stress soggettivo che
le persone sperimentano. Vale quindi la pena costruire un profilo psicofisiologico in cui
sia presa in considerazione la linea di base entro il soggetto, cosa che sarebbe
possibile con una misurazione di base. Le persone differiscono le une dalle altre nelle
misure di base. Non è chiaro se la loro linea di base è la stessa in tutte le circostanze,
figuriamoci se la linea di base può cambiare in situazioni in cui vengono stressati.
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N.12 Novembre 2018
In altre parole, le persone potrebbero avere una linea di base in movimento. Tuttavia,
la stragrande maggioranza della ricerca finora è stata di natura transnazionale e sono
stati effettuati confronti tra soggetti o tra gruppi. La linea di base dei soggetti è
considerata solo in alcune delle ricerche più recenti .
Il fatto che ci sia una piccola differenza nel numero di associazioni parasimpatiche
segnalate tra il nostro studio e lo studio di Jarczok et al. sottolinea l'importanza di
riportare tutte le correlazioni o i mezzi bivariati su tutte le scale, poiché ciò consentirà
una meta-analisi, come suggerito anche in ricerche più recenti . L'analisi della
moderazione può quindi essere eseguita su diversi gruppi di confondenti e covariate.
L'attuale revisione sistematica include articoli che usano una varietà di aggiustamenti
e covariate confondenti, il che rende difficile confrontarli.
Infine, non sono stati trovati studi EDA che soddisfino i criteri. Alcuni studi sono stati
considerati per l'inclusione. Ad esempio, Cendales-Ayala et al. ha fatto uno studio di
simulazione in cui è stato dimostrato che le elevate esigenze nei conducenti di
autobus hanno portato a un aumento significativo dell'EDA. Considerando la natura
simpatica dell'EDA, ci si aspettava di trovare più studi. Tuttavia, solo di recente è
possibile ottenere misure EDA tramite dispositivi mobili, come i braccialetti, nella vita
reale per periodi di tempo prolungati. Sulla base di questo sviluppo ci aspettiamo di
trovare ulteriori studi sull'EDA e sullo stress da lavoro nel prossimo futuro.
In conclusione, questo studio ha esaminato se la FC fosse positivamente associata
allo stress sul lavoro e al burnout. Inoltre, ha esaminato se esistesse un'associazione
negativa tra marcatori parassitari-patetici e stress da lavoro e burnout. È stato trovato
supporto per entrambe le ipotesi. Non è stato trovato supporto per l'ipotesi che
l'associazione con il burnout fosse più forte di quanto non fosse per lo stress da
lavoro. È necessaria una più ampia segnalazione delle direzioni degli effetti e su
campioni femminili, che erano sottorappresentati nella presente revisione. In questo
esempio, lo stress lavorativo era principalmente correlato all'aumento delle risorse
umane e alla diminuzione di RMSSD, HF e SDNN. Forse queste misure possono
essere utilizzate come indicatori e segnali di avvertimento dell'aumento dello stress
lavorativo, mentre la relazione con il burnout è meno chiara.
Michele Ciani
N.8 Marzo 2018 26
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