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Corso diANALISI E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
A.A. 2007-08Prof. Flavia MARTINELLI
PRESENTAZIONE POWERPOINT
LEZIONE 4POPOLAZIONE, ABITAZIONI,
URBANIZZAZIONE
POPOLAZIONE E ABITAZIONI
• Le tendenze demografiche sonoindissolubilmente legate alle tendenzedell’urbanizzazione
• I cambiamenti quantitativi e qualitativi dellapopolazione e della sua distribuzione sulterritorio si riflettono sulle strutture urbane esulla loro evoluzione.
POPOLAZIONE
• Bilancio demografico:– Saldo naturale (nati meno morti)– Saldo migratorio (immigrati meno emigrati)
• Su base territoriale (anagrafi comunali e Istat)• Movimenti migratori:
– intra-regionali– intra-nazionali– internazionali
EMIGRAZIONE• Statistiche ufficiali inadeguate (solo iscrizioni e cancellazioni
anagrafiche)• Italia storicamente paese di emigrazione (verso Americhe): già da fine
‘800, primi decenni del ‘900.• Anni ‘30 e ‘40: migrazione verso l’estero (Americhe, Australia, colonie);
in Italia legge fascista contro le migrazioni interne (campagna-città)• Dopoguerra (1951-71): in 20 anni circa 9.000.000 di persone (4.000.000
dal Sud) emigrano:– 1951-63 (“miracolo economico”) : Nord Europa, Nord Italia (“Triangolo industriale”)– 1967-1971: soprattutto Nord Italia
• “Catena” della migrazione• Esodo rurale e inurbamento (spinte centrifughe e centripete)
– Grandi città del Nord, Roma– Grandi città del Sud, coste
• Sfruttamento, affollamento e miseria urbana• Boom edilizio e quartieri “dormitorio” nelle grandi città del Nord
(Milano, Torino) e del Centro (Roma), ma anche del Sud.
Tabella 1. Bilancio demografico
(Tabella riprodotta da Graziani A., Lo sviluppo dell’economia italiana, Bollati Boringhieri, Torino 2000)
Tabella 2. Flussi migratori interregionali
Fonte: Ginsborg P., Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, Einaudi, Torino 1989 (pp. 587-8)
1955-61 1962-71
IMMIGRAZIONE• A partire dalla metà degli anni ‘70, l’Italia da paese di
emigrazione diventa paese di immigrazione (1981 saldopositivo)
• Problemi di misurazione• Ricadute su alloggio e servizi• Diverse ondate e “modelli” di immigrazione:
– Origine geografica– Livello di istruzione e cultura– Settore di lavoro– Tipo di permanenza
• Al Nord e al Sud (paradosso)
Fasi dell’immigrazione in Italia• Anni ‘70 (immigrazione inavvertita)
– Tunisini in Sicilia (pesca, agricoltura)– Donne (cattoliche) per lavoro domestico (Africa, Filippine, A.L.)– Jugoslavi per ricostruzione terremoto nel Friuli– Marocchini (islamici) nel commercio ambulante– Ma anche emigranti di ritorno
• Anni ‘80 (presa di coscienza, atteggiamento aperto, prime leggi)– Africa subsahariana (Senegal) in agricoltura (Campania, Puglia)– Migrazione interna dal Sud al Nord
• Anni ‘90 e primi 2000 (clandestinità, ricongiungimentofamiliare, xenofobia)– Balcani ed Europa dell’Est: spesso rifugiati politici (Albania, ma anche
Polonia), lavorano in diversi settori e nell’assistenza alle famiglie(“badanti”). Anche giovani nei servizi (turismo)
– Cinesi (“ethnic business”– “Carrette” del mare
POPOLAZIONEMutamenti qualitativi
• Aumento livello di istruzione• Diminuzione numero componenti nucleo
familiare• Aumento famiglie con un solo genitore
(donne) e persone sole (giovani e anziani)
Tabella 3. Livello di istruzione
Fonte: Ginsborg P., Storia d’Italia dal dopoguerra adoggi, Einaudi, Torino 1989 (pp. 592-3)
URBANIZZAZIONE• Le dinamiche demografiche sono influenzate dalle
dinamiche di sviluppo (domanda di lavoro edevoluzione sociale)
• A loro volta, le dinamiche demografiche (quantitative equalitative) influenzano le trasformazioni territoriali(l’urbanizzazione)
• Le dinamiche economiche, demografiche e urbaneinfluenzano lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto ecomunicazione (e ne sono a loro volta influenzate)
• Due periodi:– 1951-71: urbanizzazione “polarizzata”– 1972–>: urbanizzazione “diffusa”
1951-71Urbanizzazione “polarizzata”
• Esodo dall’”osso” (montagna, zone interne)verso la “polpa” (pianura, coste)
• Esodo dalla campagna verso la “città”• Crescita tumultuosa grandi città e città
medie (specie al Nord, ma anche al Sud)• Rendita e speculazione edilizia
Figura 1.Dinamiche demografiche dei
comuni italiani 1958-80
Figura 2.La rete autostradale in
Italia, 1975
Fonte: Dematteis G., “Le trasformazioni territoriali ambientali”, in AA.VV.,Storia dell’Italia repubblicana, Vol. II, tomo 1, Einaudi, Torino 1995
1951-71: Rendita e speculazione edilizia• Domanda di alloggio superiore all’offerta• Settore edilizio lucrativo• Formazione “blocco edilizio”
– Proprietari di suolo (grandi e piccoli)– Costruttori– Società immobiliari– Professionisti
• Il problema della “casa” e l’edilizia pubblica• Pianificazione urbanistica: gestire la crescita e la
congestione• Le periferie “dormitorio” e l’abusivismo• Cementificazione del territorio
1973-74 –>L’urbanizzazione “diffusa”
• A metà degli anni ‘70 inversione di tendenza:deconcentrazione territoriale (verso aree suburbane e piccolicentri)
• Demografia:– rallentamento e fine incremento naturale– fine emigrazione e migrazione di ritorno– Inizio immigrazione
• Nuovo modello di sviluppo:– fine “fordismo” e grande industria (aree dismesse)– industrializzazione “diffusa”– terziarizzazione centri– sviluppo del turismo di massa
• Nuove modalità di uso del territorio: da intensivo a estensivo
Anni ‘70–>la “deconcentrazione” urbana
• Crisi e spopolamento grandi città industriali (areecentrali)
• Crescita zone suburbane e centri minori• Crescita case in proprietà• Boom “seconde case” (turismo)• Fallimento tentativi di riforma per un uso diverso
del territorio e per un riequilibrio territoriale:– diffusione disordinata di residenze, attività economiche
e servizi; consumo di territorio periurbano e campagna– compromissione ambientale estesa anche al territorio
non urbano
Anni ‘80 –> territorio “frammentato” e “reti”
• Deconcentrazione e riconcentrazione: trasformazioniterritoriali contraddittorie e complesse– Discontinuità e frammentazione urbana– Sistemi produttivi e “reti” urbane– Urbanizzazione campagne– Riqualificazione aree industriali “dismesse”– Nuovi “poli” suburbani: i centri commerciali– Deregolamentazione e flessibilità: la pianificazione “per progetti”– Ancora abusivismo e sua legittimazione (condoni)
• Nuovi orientamenti di pianificazione:– salvaguardia ambientale e sostenibilità urbana– pianificazione flessibile e strategica
• Il nuovo “spazio europeo”– L’ESDP ( European Spatial Development Perspective) del 1999: linee
guida per uno sviluppo territoriale equilibrato e sostenibile (disponibile intutte le lingue europee sul sito dell’UE, sezione documenti ufficiali)
Il mercato del lavoro 1951-01• Profonde trasformazioni (Figura 3):
– Riduzione occupati in agricoltura (dal 40% al 6%)– Aumento occupati industria fino al 1973-74– Aumento esponenziale occupati terziario
• Costante, sistematica eccedenza offerta di lavoro ealti livelli di disoccupazione– particolarmente concentrata nel Sud– caratteristiche molto diverse nel tempo (da agricola e
poco istruita nel dopoguerra, a urbana, giovanile eistruita negli ultimi decenni)
Figura 3. Evoluzione della composizione settorialedell’occupazione nei paesi industrializzati
Fonte: Martinelli F. e Gadrey J., L’economia dei servizi, Il Mulino, Bologna 2000