Polizia e Istituzione

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www.uglpoliziadistato.it ORGANO UFFICIALE NAZIONALE ORGANO UFFICIALE NAZIONALE POSTE ITALIANE - Spedizione in abbonamento postale 70% Lo/Mi - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/02/2008 ANNO VIII - N° 2 - 2012 Work Media srl L’ATTACCO ALLE PENSIONI NON CURA LA DISOCCUPAZIONE UN DURO COLPO PER IL PERSONALE IN DIVISA VIOLENZA SULLE DONNE: TRA PREVENZIONE E REPRESSIONE IL PUNTO EDITORIALE L’OPINIONE L’OPINIONE IL PUNTO EDITORIALE

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ORGANO UFFICIALE NAZIONALEORGANO UFFICIALE NAZIONALE

POSTE ITALIANE - Spedizione in abbonamento postale 70% Lo/Mi - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/02/2008

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NO

VIII

- N

° 2

- 20

12

Work Media srl

L’ATTACCO ALLE PENSIONI NON CURA LA DISOCCUPAZIONE

UN DURO COLPO PER IL PERSONALE IN DIVISA

VIOLENZA SULLE DONNE:TRA PREVENZIONE E REPRESSIONEIL PUNTO

EDITORIALE

L’OPINIONEL’OPINIONE

IL PUNTO

EDITORIALE

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Calendari 2012La Polizia Italiana

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONIVia Capo Peloro, 10 - 00141 Roma - T. +39 06 99709282 - F. +39 06 99709290

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Calendario da muro: “Tipo Storico”Formato: cm 24x33, 14 facciate, cordonetto in ryon di 5 mm, con frangia e asola di colore blu/oro.

Calendario da tavolo: “Tipo Storico”Formato cm 21x27, 26 facciate, supporto in cromocard, cordonatura con spirale tipo wire’o bianca di 21 cm

UNA INIZIATIVA

In edizione di pregio a tiratura limitata, con tempere e immaginiStoriche della Polizia Italiana, dal 1852 fino ai nostri giorni

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SEGRETERIA GENERALERoma - Viale Manzoni, 24/B - Tel. 06.77591194 - Fax. 06.770158Segretario Generale: Valter Mazzetti Segretario Nazionale Vicario: Stella CappelliSegretario Nazionale Amministrativo: Eduardo Dello Iacono Segretari Nazionali: Romano Salvatore Amico, Fabrizio Lotti, Filippo Girella, Rocco Pardo,Marco V. Cervellini, Agostino Marnati, Carlo Provetta, Gianni Pollastri, Pamela Franco.UFFICIO DI PRESIDENZA: Via Piave, 41 - 00187 Roma - Tel. 06.42011576Presidente: Antonio Scolletta Vice Presidenti: Paolo Varesi e Cristiano Leggeri

ABRUZZOBASILICATACALABRIACAMPANIAEMILIA ROMAGNA

F. VENEZIA GIULIALAZIOLIGURIALOMBARDIAMOLISE

PIEMONTEPUGLIASICILIATOSCANAUMBRIA

VENETOSARDEGNA

Segreterie REGIONALI:

Segreterie Regionali e ProvincialiUGL POLIZIA DI STATO

Segreterie PROVINCIALI:

AGRIGENTOALESSANDRIAANCONA AOSTAASCOLI PICENOAREZZOAVELLINOBARIBENEVENTOBERGAMOBIELLABOLOGNABOLZANOBRESCIABRINDISICAGLIARICALTANISSETTACAMPOBASSOCASERTACATANIACATANZAROCHIETICOMO

COSENZACROTONEENNAFERRARAFIRENZEFOGGIAFORLÍFROSINONEGENOVAGORIZIAGROSSETOIMPERIAISERNIAL’AQUILALATINALA SPEZIALECCELECCOLIVORNOLUCCAMACERATAMANTOVAMASSA CARRARA

MATERAMESSINAMILANOMODENANAPOLINOVARANUOROORISTANOPADOVAPALERMOPERUGIAPESARO-URBINOPESCARAPIACENZAPISAPORDENONEPOTENZAPRATORAGUSARAVENNAREGGIO CALABRIAREGGIO EMILIARIETI

RIMINIROMASALERNOSAVONASASSARISIENASONDRIOTARANTOTERAMOTERNITORINOTRAPANITREVISOTRIESTEUDINEVARESEVENEZIAVERBANIAVERCELLIVERONAVIBO VALENTIAVICENZAVITERBO

ORGANIGRAMMA

POLIZIA & ISTITUZIONI 3

Page 4: Polizia e Istituzione

POLIZIA & ISTITUZIONI4

>di VALTER MAZZETTI

Segretario Generale UGL - Polizia di Stato

La crisi eco-nomica chestiamo vivendoè veramentepesante per ilavoratori, pergli onesti im-

prenditori, per la gente co-mune e, il brutto, è chepurtroppo si sta aggravando:siamo drammaticamente e di-sumanamente arrivati al puntoche, per disperazione, c’è chi sidà fuoco alla maniera deibonzi tibetani, ed è tutto dire!Questo governo, definito im-propriamente “tecnico”, con isuoi provvedimenti, ci pareignorare ogni situazione di verasofferenza e pone, di fatto,come obiettivo unico il con-trollo e l’abbattimento, a valle,del debito pubblico, senza pe-raltro contrastarne le cause amonte: vale a dire il meccani-smo speculativo impazzito checi obbliga a salvare, con inie-zioni massicce di liquidità, ban-che virtualmente fallite.Questi facoltosi signori che cigovernano, ci sembrano tuttomeno che dei veri tecnici, e iloro provvedimenti, che consi-

dero di bassa economia, lo di-mostrano. Anche mia nonna,del 1909, con la sola quintaelementare, non sarebbe statacapace di pensare rimedi cosìiniqui, invasivi e socialmentedannosi per il Paese. E non sitratta di vedere il bicchieremezzo vuoto o mezzo pieno…perché qui ormai è sparitoanche il bicchiere! Meglio sarebbe sicuramentestato un operario, un impie-gato, un pensionato sociale, in-somma uno dei tantissimiitaliani, donne e uomini che,anche se privi di laurea, ma-ster, dottorati o compensi mi-lionari, quotidianamente con ilsolo misero stipendio riesce aportare avanti una famigliasenza perdere di vista i valorisociali e morali.Mentre facciamo “benefi-cenza” forzata per gli istitutifinanziari e bancari (vedi ul-time aste di 1.000 miliardi dieuro della BCE), si program-mano ed attuano ulterioriinaccettabili e spietati sacrificiper lavoratori e pensionati ditutte le categorie. Tutto il pesante carico del risa-namento del deficit e del de-bito è addossato ai poveracciche tirano la carretta, finendo

così per trasformare la vora-gine delle casse pubbliche indebito delle famiglie.Manca, e invece ci saremmoaspettati, una seria politicadell’esempio. Le cronache po-litiche e giudiziarie di questigiorni ci forniscono un depri-mente ma eloquente spaccatodi quella che è la visione diequità di questo governo. Do-vevano sparire le province esono aumentate, non e statatoccata quella miriade di postidi “sotto governo” a tutti i li-velli, quella moltitudine diinutili consigli d’amministra-zione, di enti superflui disuper stipendi e faraoniche li-quidazioni, di milionarie con-sulenze, di sprechi ecc.L’utilizzo disinvolto di sva-riati milioni di euro da partedi alcuni tesorieri di partito,poi, non mi indigna tanto perle finalità distorte di questa“paccata di milioni” (tantoper citare una professoressa),ma per il fatto che, nono-stante un chiaro referendumche pure aveva abrogato il fi-nanziamento pubblico ai par-titi, quelle sacche non sonostate toccate dai nostri bravi“tecnici”, mentre si è prefe-rito azzannare quella parte di

UN VERO GOVERNOTECNICO DI CRISI

È UN GOVERNO FORMATODA OPERAI, IMPIEGATI E

PENSIONATI SOCIALI!

PUPI O PUPARI?

EDITORIALE

Page 5: Polizia e Istituzione

POLIZIA & ISTITUZIONI 5

società meno agiata, già co-stretta a salti mortali per ar-rivare a fine mese.Quando si parla di “riforma” -meglio dire controriforma - delsistema pensionistico, ancorprima di aver adempiuto all’ul-tima manovra (vedi l’istitutodella previdenza complemen-tare) i lavoratori del compartosicurezza ne subiscono le pe-santi conseguenze in prospet-tiva devastanti.La pressione fiscale aumenta el’inflazione brucia le nostre ta-sche e quelle delle nostre fami-glie, costringendoci a ridurreconsumi e tenori di vita giàcontenuti.I nostri figli restano privi difuturo e assistiamo con ango-scia al loro domandarsi sevalga la pena continuare a vi-vere in questo Paese o, peggioancora, continuare a seguirele regole dettate da chi sem-bra stia attuando una vera epropria azione di “mattatoiosociale”. Di fronte a tutto ciò i tecnicial governo, tenuti in vita inparlamento dai soliti politici

che continuiamo imperterritia votare forse per puro maso-chismo, rifiutano con i sinda-cati un vero dialogo, co-struttivo e paritario, bollandoogni negoziato come “vizioconcertativo”.Noi lavoratori del compartoSicurezza, Difesa e Soccorsopubblico, abbiamo chiesto unconfronto su un tema cheavrà pesantissime ricadutesulla tenuta dell’intero si-stema sicurezza, oltre chesulle nostre tasche già profon-damente ripulite, anche peravanzare proposte con spiritocostruttivo, ma la saccenzadei ricchi “professori”, con-fusa con l’arroganza di chi siritiene superiore ad ogni altropovero ma dignitoso lavora-tore, li ha portati a riteneredel tutto superfluo anche soloascoltarci!Ci sembra di essere trattati daquesti professoroni (che pian-gono lacrime di coccodrillo)con punte di disprezzo snobi-stico e umilianti: sicuramentenon dimenticheremo la lorospocchia e la loro mancanza

di sensibilità democratica,perché la nostra dignità digente che rischia la vita ognigiorno per servire lo Stato ela comunità nazionale nonpuò essere svilita ogni giornodalle battute di chi appar-tiene ad una ristretta élite co-moda e privilegiata.E’ con tale consapevolezza cheil nostro Sindacato, con spinadorsale dritta, conferma il gravestato di agitazione in atto.Un nostro comunicato loesprime senza peli sulla lin-gua: siamo di fronte a “unvero e proprio golpe del Go-verno contro gli onesti lavo-ratori in uniforme”.La nostra forza unitariadovrà riuscire ad imporre algoverno un confronto sulmerito delle cose per conci-liare le posizioni dei nostrirappresentati con gli inte-ressi di un Governo che sem-bra avere l’unico obiettivo dicompiacere i desiderata diun Europa unicamente finan-ziaria; interessi che non ne-cessariamente coincidono conquelli dei banchieri.

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EDITORIALE4 Un vero governo tecnico di crisi è un governo

formato da operai, impiegati e pensionatisociali! Pupi o Pupari?> di Valter MAZZETTI

IL PUNTO8 L’attacco alle pensioni non cura la disoccupazione

> di Rocco PARDO

ATTUALITÀ10 “Quel pasticciaccio brutto” dell’Art. 18...

esteso anche ai pubblici dipendenti. Anzi no!> di Antonio SCOLLETTA

L’OPINIONE12 Violenza sulle Donne:

tra prevenzione e repressione> di Stella CAPPELLI

SOCIETÀ16 Non sparate sul “panzone” Maigret

> di Eduardo DELLO IACONO

TECNOLOGIA18 L’aiuto della tecnologia per contrastare

gli abusi on line> di Marco Valerio CERVELLINI

REPORTAGE20 Lo Stalking

> di Romano Salvatore AMICO

STORIA25 Oltre i confini della realtà

> di Carlo PROVETTA

CRONACA26 Fermiamo la strage silenziosa delle donne

> di Fabrizio LOTTI

SINDACALE28 Le richieste dell’Ugl Polizia al Ministro dell’Interno

> di Filippo GIRELLA

30 GIUSTIZIA Il pignoramento e l’espropiazione mobiliare presso il debitore> di Sergio DELL’OLIO

CONVEGNO32 Criminal Investigation Meeting

AVVENIMENTI34 Missione di pace o di guerra?

> di Elide DESIDERI

ECONOMIA36 Europa: Fatti e Misfatti

> di Sergio DI FOLCO

LETTERATURA37 Le viscere della libertà

> di Giusj SANTACATERINA

EDITORIALE40 Un duro colpo al personale in divisa

> di Fernando CORDELLA

MEDICINA42 Nuove malattie per i Vigili del Fuoco

SICUREZZA44 Lavori della Commissione Consultiva Permanente

> di Stefano MARSELLA

NOTIZIE46 Bari: Ugl Vigili del Fuoco in protesta

SINDACALE48 Protocollo d’intesa tra il Ministero per i beni

culturali e il Dipartimento dei Vigili del Fuoco

IL PUNTO

POLIZIA & ISTITUZIONI66

SOMMARIO

2811 12

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POLIZIA & ISTITUZIONI 7

34 40 44POLIZIA & ISTITUZIONIORGANO UFFICIALE NAZIONALE - UGL POLIZIA DI STATOwww.uglpoliziedistato.it

ANNO VIII - N° 2 - 2012

EDITOREWork Media srl - Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 0292800603 - Fax 0292872651 - www.workmedia.org

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio PUCCINODIRETTORE POLITICO - UGL Polizia di StatoValter MAZZETTI - Seg. Gen. Nazionale - www.uglpoliziadistato.it

CONDIRETTORE POLITICO - UGL Polizia di StatoRocco PARDO - Segretario Nazionale - www.roccopardo.it

COMITATO DI REDAZIONE UGL POLIZIA DI STATOStella Cappelli, Eduardo Dello Iacono, Romano Salvatore Amico,Marco V. Cervellini, Filippo Girella, Fabrizio Lotti, Rocco Pardo,Agostino Marnati, Carlo Provetta, Gianni Pollastri, Pamela Franco,Antonio Scolletta, Paolo Varese, Cristiano Leggeri.

DIRETTORE POLITICO- UGL Federazione Nazionale Vigili del FuocoFernando CORDELLAResp. Federazione Nazionale UGL - V.V.F. - www.vigilifuoco.it

DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀWork Media srl - Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 0292800603 - Fax 0292872651 - E-mail: [email protected]

COORDINAMENTO REDAZIONALE,GRAFICA E IMPAGINAZIONEPromozioni Editoriale Police SrlAlessandra D’ANGELOVia Capo Peloro, 10 - 00141 Roma www.promopolice.itIMMAGINIArchivio UGL Polizia di Stato - UGL Corpo Forestale dello StatoFederazione Nazionale UGL - VVF - Archivio Work MediaCopertina: Davide ProcacciniSTAMPAFotolito Moggio - Strada Galli, 5 - 00010 Villa Adriana (Roma)www.fotolitomoggio.itREGISTRAZIONE

Tribunale di Milano n. 351 del 17/5/2004Iscrizione Registro degli Operatori di Comunicazionen. 20647 del 4/2/2011Periodico associato all’USPI - Unione Stampa Periodica Italiana

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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) - Art. 1 comma 1, - DCB Milano.La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del Comparto Sicurezza UGL, oltre alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato di-sposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche eintegrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamentoe ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei termini previsti dalla legge.Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi,l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffusione. è vietatala riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareriespressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il Comitato di Redazione. Si precisa che “Polizie & Istituzioni” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsicome appartenenti alla stessa.Pertanto qualsiasi comportamento difforme è da considerarsi completamente estraneo alla volontà dell’editore e come tale và segnalato alla Direzione.La Direzione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omissioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.L’Editore si riserva la facoltà inderogabile di sostituire l’invio del periodico in questione con altro che tratti la stessa materia a suo insindacabile giudizio.QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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IL PUNTO

POLIZIA & ISTITUZIONI8

>di ROCCO PARDO

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

La disoccupa-zione in Italiaè un graveproblema manon è chiarocome c'entricon il pur

benvenuto crollo dello spread(che remunera i creditori fi-nanziari dei nostri titoli diStato) e soprattutto perché ilprezzo lo debbano pagare i la-voratori ed i pensionati; ed inparticolar modo i Poliziotti,cui è stata aumentata l'etàpensionabile.A nostro giudizio, quello che siè svolto finora tra il governoMonti e le parti sociali sulla ri-forma del mercato del lavoro

non è un vero negoziato, masomiglia piuttosto ai diktat chel'Amministratore Delegatodella Fiat vuole imporre a lavo-ratori considerati alla streguadi sudditi."O mangi la minestra o saltidalla finestra (licenziato)".La riforma in oggetto la ve-diamo procedere in continuitàcon i tagli alle pensioni varatia dicembre, quei tagli contro iquali anche i sindacati di poli-zia, il nostro in prima fila,stanno legittimamente e giu-stamente protestando. La specificità del comparto si-curezza (500.000 lavoratori!)non è stata tenuta in alcunconto. Ciò avrà inevitabil-mente ripercussioni negativesull'efficienza ed efficacia

degli apparati di polizia e soc-corso pubblico e quindi sullasicurezza dei cittadini.La partita per tutelare lanostra specificità in materiaprevidenziale è tuttora incorso.Non ci diamo affatto per vinti.Ma a livello più generale,considerato il nesso tra la-voro e pensioni, non pos-siamo non mostrare seriapreoccupazione rispetto allaimpostazione della MinistroFornero, che in particolare ri-voluziona tre pilastri della re-golamentazione vigente: icontratti (norme in entrata),i licenziamenti (art. 18 e fles-sibilità in uscita), gli ammor-tizzatori sociali. In sintesi: meno flessibilità

L’ATTACCO ALLE PENSIONINON CURA LA

DISOCCUPAZIONE

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in entrata (sarà più costosa)ma licenziamenti più facili eammortizzatori sociali peruna platea più ampia (uni-versale) ma molto meno "ge-nerosi" (si fa per dire) diquelli attuali.Al di là del problema sul ruolopolitico dei sindacati, di cui cipare di capire che l'Europadella finanza vuole lo "scalpo"(e qui non c'è solo la ex TripliceCGIL-CISL-UIL in ballo), ilpunto è che in questo governonon ci pare di cogliere unchiaro indirizzo pro economiareale contro l'economia dicarta. Riassumibile nella sem-plice domanda: chi paga inuovi ammortizzatori sociali?Temiamo di conoscere la rispo-

sta che alla fine verrà data: ilsolito Pantalone!I lavoratori (temporaneamente)occupati, sia nel pubblico chenel privato, pagheranno perquelli disoccupati, che si av-viano a diventare tali in piantastabile.Si parla di "flexsecurity" alla da-nese, ma c'è il piccolo partico-lare che questo Stato disastratonon ha neppure un euro da in-vestire per questo scopo se tuttele sue risorse sono impegnate agarantire la sopravvivenza dibanche virtualmente fallite.Pensiamo solo all'ultima astadella BCE: ha affidato uncredito alle banche europeedi 530 miliardi di euro all'in-teresse dell'1%.

Alle banche italiane sonoandati 139 miliardi lordi,scusate se è poco!A dicembre 2011 un'altraasta della BCE aveva distri-buito 489 miliardi che èstata utilizzata dalle banchesolamente per il riacquistodi proprie obbligazioni inscadenza (se no in molteavrebbero dovuto dichiararel'insolvenza).Ecco la triste realtà: tutta que-sta liquidità riversata sullebanche non va poi a finire alleimprese che lavorano sul mer-cato con prodotti e serviziveri, ma a coprire i loro buchidi bilancio!

[email protected]

POLIZIA & ISTITUZIONI 9

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> di ANTONIO SCOLLETTA

Presidente UGL - Polizia di Stato

Mentrea n -diamo

in stampa ilGoverno nonha ancora li-cenziato il

testo definitivo della riforma delmercato del lavoro, ma alcuneriflessioni di carattere generalecredo possano interessare anchei nostri affezionati lettori.L’UGL, dopo aver manifestato unassenso di massima all’impiantocomplessivo della riforma (di cuidiremo brevemente in seguito),ha segnalato la propria indispo-nibilità verso un’ipotesi di modi-fica dell’art. 18 dello Statuto deilavoratori che preveda solo unindennizzo economico (da 15 a27 mensilità lorde) e non ancheil reintegro (previa comunica-zione alle RSU e tentativo obbli-gatorio di conciliazione), nelcaso in cui il giudice accerti l’in-sussistenza di un licenziamentoindividuale per oggettivi motivieconomici, fraudolentementeaccampati dall’azienda.In altre parole, nelle intenzionidel Governo Monti, se un datoredi lavoro mente, sapendo dimentire, e licenzia un lavoratore

senza alcun motivo economico,ma lo “giustifica” come tale, nonpotrà essere obbligato dal giu-dice a riassumere il lavoratore,ma dovrà solo indennizzarlo.Viceversa, se un datore di la-voro licenzia per motivi discipli-nari un lavoratore e il giudice,anche in questo caso, scopreche i motivi disciplinari sono in-sussistenti o non giustificano illicenziamento, può decidere siadi indennizzare il lavoratore odi farlo riassumere.Orbene, non v’è dubbio che neidue casi illustrati con ricercatae, spero, efficace semplicità, èfin troppo agevole rinvenire unfilo conduttore: l’elemento psi-cologico dei due ipotetici datoridi lavoro che, in entrambi i casi,vengono “sbugiardati” dal giu-dice e non da una commissionedi incalliti e faziosi sindacalistibolscevichi.Ed allora, come mai in caso di“falso” licenziamento per motividisciplinari la ministro Fornero ri-tiene di poter prevedere il reinte-gro e in presenza di un altrettanto“falso” licenziamento per insussi-stenti motivi economici il reinte-gro dovrebbe essere escluso?Verrebbe dunque da concludereche non di una battaglia ideo-logica o di retroguardia del peg-gior conservatorismo sindacale,

si tratta, ma della semplice af-fermazione di un principio lo-gico, prima ancora che di civiltàgiuridica.Un principio che, seppur da unaprospettiva del tutto diversa,sembra trovare conferma nellaposizione della CommissioneLavoro della CEI, che ha rite-nuto di dover segnalare che “illavoratore non è una merce, main politica sta prevalendol’aspetto tecnico su quello etico”e, aggiungiamo noi, su quellologico-giuridico.Fatta questa debita premessa,resta il giudizio sostanzialmentefavorevole rispetto ad una ri-forma che, all’insegna dei ri-sparmi di spesa, imporrà nuovisacrifici ai lavoratori (privati),attraverso una radicale ristrut-turazione degli ammortizzatorisociali, dei quali vengono ri-dotte le fattispecie, la duratacomplessiva e l’ammontare delsostegno economico.Di contro va segnalato il disbo-scamento dei contratti atipici,parasubordinati e via elen-cando, con il chiaro intento dieliminare forme di lavoro su-bordinato camuffate dietro unesercito di partite iva, co.co.proe formule varie che nascon-dono, malamente, la dilaganteprecarizzazione del rapporto di

POLIZIA & ISTITUZIONI10

ATTUALITÀ

“QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO”

DELL’ART. 18...ESTESO ANCHE AI PUBBLICI

DIPENDENTI. ANZI NO!

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POLIZIA & ISTITUZIONI 11

lavoro che tutti conosciamo eche è la vera piaga da debellare.Da questo punto di vista la ri-forma, a mio avviso, va nella di-rezione giusta: contratto diapprendistato prevalente perl’ingresso nel lavoro, disincen-tivi fiscali per i contratti a ter-mine ed incentivi per le aziendeche stabilizzano, a tempo inde-terminato, i contratti di lavoro.I sacrifici da “portare in dono” aimercati finanziari che ci ricattanocon lo spread con i bund tedeschi(sembra quasi una malattia) eall’UE, che ci chiede di liberaliz-zare il mercato del lavoro e delleprofessioni e dei servizi, sono amio giudizio “congrui” e non mipare il caso di sottostimarne l’im-patto anche sociale, che divam-perebbe ancor di più in caso diaperto scontro tra Governo eparti sociali che, è bene ribadirlo,stanno anche sobbarcandosi unafunzione di supplenza della poli-tica tradizionalmente intesa.Gli italiani, quindi, stanno dimo-strando grande maturità e sensodi responsabilità, fermo re-stando l’auspicio che prima o poianche i grandi patrimoni, tuttigli evasori e i percettori di ren-dite finanziarie siano finalmentechiamati a pagare il dovuto,senza sconti né “scudi fiscali”.Questa riforma del mercato dellavoro, tra l’altro, fa il paio conquella previdenziale che ha giàrivoluzionato il sistema, e conla crisi economica che si è ab-battuta quasi esclusivamentesui ceti più deboli: i pensionatied i lavoratori dipendenti, conconseguenti, pesanti ricadutesulle famiglie che restano an-cora il più efficace “ammortiz-zatore sociale” soprattutto per igiovani disoccupati e gli anzianimagari non autosufficienti.E, sempre per restare in tema diriforme “lacrime e sangue”,vale la pena ricordare la “ri-forma Brunetta”, che ha riguar-dato solo i dipendenti pubblici,nonché il blocco dei contratti dilavoro, di ogni automatismo

stipendiale e della contratta-zione di secondo livello, al-meno per i prossimi tre anni.Quindi, contrariamente a quantoviene impropriamente propalatoda una certa vulgata, i dipendentipubblici sono già stati pesante-mente chiamati a concorrere al ri-sanamento dei conti pubblici, eciò è stato fatto non incidendosugli sprechi della Pubblica Am-ministrazione e sui tanti privilegidella casta, ma più semplice-mente e più comodamente, “met-tendogli le mani in tasca”.Ora li si vorrebbe anche licen-ziare in forza dell’art. 18. Dal ministero della FunzionePubblica, in prima battuta,fanno intendere che così sarà. Ilministero del Lavoro lo con-traddice. La ministro Fornero,dall’alto della sua cattedra,sembra escluderlo, ma non lodice apertamente, quasi a volertenere sotto scacco milioni dilavoratori.La confusione regna sovrana e inostri interlocutori andrebbero“rimandati a settembre”.E sì. Perche se è vero che il de-creto legislativo 165/2001, cosìcome modificato ed integratodalla legge 4 marzo 2009, n. 15e dal D.lgs.27 ottobre 2009, n.150, all’art. 51, chiarisce che «la

legge 20.5.1970/300 (lo Statutodei Lavoratori che contieneanche il “famigerato” art. 18,ndr) si applica alle pubblicheamministrazioni…» è altrettantovero che l’istituto del licenzia-mento dei pubblici dipendenti ègià regolato, oltre che da leggispeciali, anche da regolamentiad hoc, come nel caso degli ap-partenenti alle Forze di Polizia.In particolare ricorderei ai tec-nocrati prestati alla politica, chenella PA oltre al licenziamentodisciplinare, codificato in primabattuta dallo Statuto degli im-piegati civili dello Stato (datato1957), ed “aggiornato, per ul-timo, dalla riforma Brunetta,è contemplato anche quelloeconomico. Lo prevede la legge di stabilità2012 che, in caso di eccedenzedi personale (motivo econo-mico!) prescrive la riduzionedel 20% dello stipendio a caricodel dipendente dichiarato inesubero, che non accetta lanuova destinazione e che, con-seguentemente, viene messo in“disponibilità.Decorsi 24 mesi in situazione di“disponibilità” (l’equivalentedegli ammortizzatori sociali nelprivato), il contratto di lavoro èrisolto di diritto.

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POLIZIA & ISTITUZIONI12

> di STELLA CAPPELLI

Segretario Nazionale Vicario

UGL - Polizia di Stato

Sono sem-pre piùfrequenti,

purtroppo, gliatti persecutoriperpetrati dagliuomini contro

le donne. Le modalità di attua-zione, siano esse conseguenzadi una accurata pianificazioneo di una improvvisa ed isolataperdita di controllo, ossiaazione d’impeto, non possonoessere giustificate in alcunmodo e dobbiamo amaramenteconstatare quanto ancora pocosi faccia per salvaguardare erendere giustizia alle troppedonne che continuano a subirein silenzio le conseguenze diuna cultura troppo maschilistae che, sempre più spesso, solola cronaca nera fa emergere.Nel 2009 nel nostro paese èstata introdotta la specifica fi-gura di reato denominata “Stal-king” o atti persecutori, mentrenel 1996 vi era stata l’introdu-zione di una legge sulla vio-

lenza sessuale, che finalmentedefiniva tali atti come reati con-tro la persona e non più controla morale e che, pur rappresen-tando un notevole passo avanti,rimaneva una legge contesta-bile poiché nel caso degli attipersecutori l’unica fattispecieapplicabile era quella delle mo-lestie che risultava inefficaceper neutralizzare l’azione delpersecutore che adotta atti ecomportamenti estremamentevari e diversificati, nonché perprevenire una loro drammaticaescalation verso la violenza.La pena prevista era di mas-simo 6 mesi e non era applica-bile nessuna misura cautelare.Solo con la legge del 2009 ilreato viene anticipato agli attidefiniti persecutori; tuttavia,nonostante l’importante tutelaintrodotta oggi è ancora moltodifficile per una donna affron-tare e denunciare la violenzasubita sia che essa provengadall’esterno (stalker anonimi),che dall’interno del proprio nu-cleo familiare.Estremamente importante edelicato è soprattutto il mo-mento dell’accoglienza che per

la donna che decide di esporsi,denunciando è certamentetraumatico e, qualora poi, gliesiti fossero negativi, le vittimecorrerebbero anche il serio ri-schio, non solo di vedere nuo-vamente calpestati i propridiritti, ma di ricadere nella spi-rale dei maltrattamenti subiti epotrebbero decidere di faremarcia indietro rinunciando apresentare la querela contro ipropri persecutori o di rimet-terla, se già proposta.Per questo genere di reati, in-fatti, l’efficacia del contrastonon dipende solo dagli ele-menti normativi legiferati, maanche, dalla “fortuna” di incon-trare operatori sensibilizzati ri-spetto a queste problematiche,sia per qualità personali edumane, che professionali. Inparticolare sulle forze dell’or-dine le donne riversano grandiaspettative di essere ascoltate,credute e finalmente protette. Ecco perché negli uffici dove lavittima si reca per denunciare isoprusi, diventano fondamentalile modalità scelte per l’acco-glienza e la successiva compe-tenza nella trattazione dei casi.

L’OPINIONE

LA VIOLENZA SULLE DONNETra prevenzione e repressione

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POLIZIA & ISTITUZIONI 13

La violenza, infatti, molto spessoè difficile da riconoscere poichédi frequente si tratta di uominiche visti dall’esterno risultanoineccepibili, affabili, affidabili,stimati professionisti, personeanche con ruoli sociali di presti-gio e, di conseguenza, capita chenelle udienze vi sia uno stri-dente contrasto tra il comporta-mento composto ed equilibratodel persecutore e quello dellavittima che appare evidente-mente stressata, ansiosa, agitata,tanto da contribuire a darneun’immagine falsata, discutibilefino al punto da apparire inaffi-dabile. Inoltre, bisogna tenerpresente che per fare del malenon è necessaria la violenza fi-sica o sessuale. Si può nuocere anche con intimi-dazioni, umiliazioni o mediantela sottomissione economica delpartner. La violenza psicologica,la violenza economica possonoessere esercitate anche senza ri-correre alla forza fisica ed in que-sti casi risulta ancora più difficileisolarle. Spesso entra in gioco ilfattore culturale, nel caso adesempio in cui un membro dellacoppia o entrambe le parti pro-vengono da una cultura dovemaltrattare o assoggettare ledonne rientra nella normalità. Inquesti casi i fattori psicologici sifondano con quelli culturali emolte donne che confondono le

violenze e i maltrattamenti comeamore, gelosia, interesse non rie-scono a sentirsi vittime di ingiu-stizie, ma addirittura colpevoli,responsabili perché la cultura leidentifica come essere inferiori,prive di alcun diritto. In questi tristi e delicati conte-sti, dunque, assumono una im-portanza determinante comeaccennato gli operatori prepo-sti ad intervenire.Ma, non va sottaciuto che alcuniprofessionisti come ad esempioquelli del pronto soccorso o glioperatori preposti agli uffici de-nunce spesso lavorano in condi-zioni proibitive, con tempiserrati, che non consentono diascoltare adeguatamente la vittima.Inoltre, l’esperienza ha dimostratoche coloro che hanno avuto la pos-sibilità di partecipare ad un pe-riodo di formazione presso i centriantiviolenza, hanno dimostratocapacità di selezionare e ricono-scere adeguatamente i segnali edi comportamenti delle donne vit-time di violenza e che, dopo la for-mazione, gli approcci sonodiventati più corretti ed efficaci.Al pronto soccorso ad esempio,spesso le donne arrivanoaccompagnate proprio da chile ha percosse, quindi al dilà delle prime cure, sarebbenecessario poter parlare in

disparte con la vittima, trovaredei pretesti per appartarsi inuno spazio isolato, in modoche la persona si senta libera diaprirsi, lontana dalle influenzedei familiari. A volte, poi, occorre tener contodelle ambivalenze che si na-scondono dietro generiche ri-chieste di aiuto e chi accogliedovrebbe essere capace di so-spendere il giudizio sulle vit-time, su ciò che sono o sonointenzionate a fare. Ogni consi-glio o aiuto è destinato a fallirese non c’è da parte della donnauna consapevolezza della pro-pria situazione e della chiaravolontà di uscirne fuori. Anche i centri antiviolenza, in-fatti, agiscono solo in rispostaad una specifica richiesta diaiuto della vittima. Tra l’altro, gli operatori che inter-vengono hanno l’obbligo di rife-rire all’autorità giudiziaria e nonsempre la denuncia funziona dadeterrente, infatti, soprattuttonei casi in cui la donna non vieneimmediatamente protetta, spessoè costretta a subire successiveviolenze ed intimidazioni chepossono diventare tanto pres-santi da indurla a rinunciare alproprio intento ed a scegliere ditornare sui propri passi.Fermo restando le peculiarità

Page 14: Polizia e Istituzione

che caratterizzano ciascun corpodi Polizia, è emerso che i risultatisono stati positivi là dove hannoagito operatori con una spiccatasensibilità unita al senso pratico.Ancora, esiste una grande diffe-renza tra il modus operandi deicarabinieri delle piccole pro-vince e quelli ad esempio delleQuesture, dove sono state orga-nizzate delle sezioni che si occu-pano prevalentemente dei reaticontro le donne ed i minori eche quindi hanno maturatoun’esperienza maggiore, checonsente loro di arrivare a fer-mare o arrestare i rei in una per-centuale maggiore di casi.Soprattutto nelle piccole pro-

vince si tende spesso a minimiz-zare l’accaduto, a voler fare damediatori o magari si compie ilgrave errore di allertare il mole-statore della donna della sua in-tenzione di denunciarlo, così daprovocare per inesperienza ed in-competenza un rincaro delladose delle minacce o delle perse-cuzioni da parte del reo che tentaevidentemente di annientareogni altro tentativo di ribellioneda parte della vittima.La denun-cia è dunque un atto forte cheva consigliata solo quando ladonna si trova o sarà messa inuna situazione di sicurezza.In conclusione, il deterrenteprincipale contro la violenzadegli uomini sulle donne, ri-mane il lavoro culturale svoltosu larga scala, per gli attori isti-tuzionali, per le scuole, per glioperatori: un lavoro che vafatto soprattutto per le genera-zioni future.

E’ necessario cambiare prospet-tiva e linguaggio anche attra-verso la comunicazione e gliorgani di stampa che troppospesso danno risalto ai fatti dicronaca nei quali le donne re-stano vittime di omicidi, stupri,stalking nonostante avesserodenunciato le aggressioni su-bite, mentre non viene data al-trettanto eco all’arresto deicolpevoli, alle punizioni in-flitte, agli esiti dei processi e,questa parzialità, nel presen-tare i reati di violenza all’opi-nione pubblica, finisce perinnescare nelle donne solo unsenso di paura e di sconfortoche le convince di una erronea,presunta superiorità degli uo-mini che le maltrattano e daiquali si convincono di non po-tersi in alcun modo liberare. La donna che chiede aiuto allagiustizia ha una esigenzaimmediata, cerca sicurezza eprotezione e, troppo spesso,

invece di una risposta forte edefficace si ritrova a fare i conticon procedure e tempi incerti,con assurde possibilità di pat-teggiamento o di emanazionedi indulto.E così si rafforza il senso di

impunibilità degli uomini vio-lenti e prevaricatori.Affinché, alla luce di quantodetto, la fuga non sia mai piùper le donne la sola ed effi-cace via per sottrarsi alle per-secuzioni ed alle violenzesubite impegniamoci tutti,fin da subito, ciascuno nelproprio campo di compe-tenza, al fine di prevenire econtenere questa inaccetta-bile barbarie attraverso lacreazione di una fitta e soli-dale rete di collaborazionetra cittadini ed istituzioni.

Si ringrazia per la preziosacollaborazione la collega,Dottoressa Paola Sacco.

L’OPINIONE

POLIZIA & ISTITUZIONI14

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> di EDUARDO DELLO IACONO

Segretario Nazionale Amm/vo

UGL - Polizia di Stato

Lasciamoperdereil "mitico"

ministro Bru-netta che asuo tempo sela prese con i

poliziotti "panzoni", colpevoli,a suo dire, di non avere il fisicoper andare in strada a difen-dere i cittadini. E' opinione comunque diffusache un peso corporeo eccessivocomprometta il successo inmolti ambiti professionali. L'opinione purtroppo corrispondea molti aspetti della realtà.E l'handicap non viene solo daichili di troppo ma anche daquelli "regolari": svariati studihanno mostrato che negli USAed in altri Paesi le donne gua-dagnano in media tanto menoquanto più pesano, già a par-tire da taglie ordinarie, ed in la-vori in cui l'aspetto c'entra benpoco. La persona in sovrap-peso, specialmente se donna,tende ad essere giudicata in au-tomatico come meno capace.Morale della favola: un pregiu-dizio sul peso corporeo esiste,anche se è meno noto e menoconsiderato degli altri pregiu-dizi "classici" su razza, genereo orientamento sessuale.

L'incidenza di questo pregiudi-zio non è da sottovalutare per-ché si trasforma in un'etichettache marchia l'intera vita dellapersona.Un tempo le civiltà tradizionalivalorizzavano la "ciccia": uncorpo formoso ispirava idee dibellezza, desiderabilità, ferti-lità, ricchezza, successo. In Occidente oggi accade ilcontrario: la magrezza è sino-nimo di bellezza, salute, gio-vinezza, grazia, ma non solo.La TV amplifica a dismisuralo stereotipo.Varie indagini documentanoche spesso il giudizio esteticosi trasforma in giudizio di va-lore: la capacità di mantenersimagro è associata all'intelli-genza, all'autocontrollo e per-sino alla bontà.Il discredito sociale verso igrassi plasma uno stigma cru-dele, specie per le donne, chedipendono molto più degli uo-mini dal giudizio sull'aspettocorporeo.Già da molto piccoli il pregiu-dizio si fa sentire. I bambinipiù grassotelli sono citati rara-mente come amici e diventanopiù facilmente oggetto di deri-sione e di bullismo. Negli adolescenti il marchioporta esclusione sociale, di-sturbi alimentari e depres-sione, fino a tendenze suicide.In età più avanzate il pregiudizio

investe tutti gli ambiti della vitapersonale: autostima e benes-sere psichico, successo scolasticoe professionale, rapporti socialie sentimentali.Non c'è alcun rapporto tra pesoe capacità intellettive, eppure lepersone in sovrappeso sono sot-torappresentate nelle più presti-giose università americane.Il sovrappeso, paradossalmente,affligge maggiormente i ceti abasso reddito, forse perché nonhanno il tempo, la voglia e nem-meno i soldi per gestire sceltesalutiste, tra diete biologiche epalestre bioaerobiche.A parità di competenze, il lavo-ratore in sovrappeso è vistocome meno volenteroso edabile, meno puntuale, moti-vato e produttivo, in poche pa-role meno affidabile.Le profezie, si sa, spesso siautoavverrano.

SOCIETÀ

Anche gli obesi hanno il dirittoa non venire discriminati

NON SPARATE SUL

“PANZONE” MAIGRET

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POLIZIA & ISTITUZIONI 17

Un esperimento, sempre ame-ricano, sulla formazione a di-stanza ha verificato che itrainer "remoti" già in partenzacuravano di meno gli allievi cuiera stata manipolata la fotoper mostrarli ingrassati.Altre indagini segnalano che ilsovrappeso riduce le opportu-nità di amicizia e di vita socialee sentimentale.Il pregiudizio influenza i rap-porti con le autorità sanitarie.Afferma Daniele Di Pauli, se-gretario scientifico del CIDO(Comitato Italiano per i Dirittidelle persone affette da Obe-sità e disturbi alimentari): "Iprimi perpetuatori dellostigma possiamo essere noi, imedici, gli stessi psicologi". Il medico si aspetta che il pa-ziente obeso ponga più pro-blemi e tende ad attribuire allascarsa forza di volontà delgrasso eventuali difficoltà in-contrate nella terapia.In ambito ospedaliero, ma nonsolo, si dà la stura agli sfottò ani-mati persino da buone intenzioni,ma l'atteggiamento irridente nonpaga: chi si sente discriminato edoffeso tende a deprimersi e perdela motivazione alla dieta e all'esercizio fisico.Un altro problema dei grassi èche a loro manca la coscienzadi gruppo per fronteggiare in-sieme lo stigma: anche essinon si assolvono tra loro, sigiudicano male. Ciò accade perché genere, al-tezza o colore della pelle sonocaratteristiche immodificabili,mentre l'obesità è vissuta comeuna condizione da cui si puòuscire ed in cui si resta intrap-polati solo per difetto proprio.Il punto essenziale da com-prendere è appunto questo: lacontrollabilità del proprio pesoè in gran parte un mito. L'obe-sità è frutto di una catena diconcause genetiche, psicologi-che ed ambientali, di pressionifamiliari e sociali. Non basta la forza di volontàdell'interessato, che ha un

controllo solo parziale. Lediete non sempre funzionano,se l'obiettivo è di tornare a un"peso ideale". Qualcuno può farcela, ma ipiù, per quanto si impegnino,sono destinati a fallire.Diete con obiettivi limitati, tipoperdere anche solo il 10% delpeso ma poi mantenendolo,meritano di essere perseguiteperché fanno veramente benealla salute. Ma tornare al "pesonormale" è un altro paio di ma-niche. Per arginare l'obesità,quando pure non dovuta asquilibri ormonali profondi, bi-sogna anche agire sull'am-biente e sullo stress che general'alimentazione compulsiva.Il senso comune fa a pugni conquesta visione perchè imputaalle persone l'unica responsabi-lità del proprio peso: se si ègrassi è solo perchè non si è ca-paci di gestire la propria ali-mentazione, quindi si è deiperdenti, dei falliti.L'obesità non suscita la com-passione di altre malattie cro-niche come alcolismo etossicodipendenze.Commenta Di Pauli: "Infatti sela si presenta come fuori dalcontrollo personale, per esempiocome effetto di una disfunzionetiroidea, lo stigma cala molto".L'approccio volontaristico infi-cia anche le campagne preven-tive, incentrate sull'impegnopersonale: bisogna invece farsapere al pubblico, ed è questala mission del CIDO, che ilpeso è solo in parte sotto ilcontrollo dell'individuo: solo

da qui può partire una accetta-zione della taglia corporea, conl'obiettivo di pervenire ad equi-libri personali più accettabili.La sensibilizzazione verso ilpersonale sanitario è partico-larmente importante. I medicisi devono rendere conto che lapersona può aver avuto espe-rienze negative. Magari si è sentita colpevoliz-zata o ha ricevuto solo il mes-saggio "devi perdere peso" cheè come dire ad un depresso chedeve tirarsi su: lo sa già, il pro-blema però è come riuscirci.La persona obesa dovrebbe poiimparare ad autostimarsi co-munque, e a darsi da fare peraccettare l'aiuto di una cura.A livello sociale, infine, occorrechiarire che lo stigma antiobesi è inaccettabile comequalsiasi altro, ed i mediavanno particolarmente respon-sabilizzati sotto questo aspetto.A Brunetta, per concludere inscherzo, bisognerebbe ricor-dare che il commissario Mai-gret aveva la pancia, maquesto non gli impediva affattodi disporre, in massimo grado,di intuizione, determinazione,preparazione, fiuto, coraggio, esoprattutto umanità!

Per ulteriori informazionirivolgessi a:

Comitato Italiano per iDiritti delle persone affette daobesità e disturbi alimentari

Via C.Felici 18Monte Compatri - 00040 Roma

Tel. 339.1394722Fax 06.9587471

Page 18: Polizia e Istituzione

> di MARCO VALERIO CERVELLINI

Segretario Nazionale

UGL - Polizia di Stato

Il nuovostrumentomesso a

punto dallaMicrosoft eNetClean a li-vello mondiale,

aiuterà gli specialisti della Po-lizia Postale e delle Comunica-zioni ad identificare piùrapidamente e con una mag-giore garanzia attraversotracce di immagine, le vittimedi sfruttamento sessuale. La sfida della Microsoft è am-biziosa, promette infatti attra-verso l’applicativo chiamatoPHOTO-DNA di identificare

con precisione gli autori deireati sessuali che si consu-mano nel web - Il photo DNAè una tecnologia in grado dicreare una firma univoca,come se fosse un impronta di-gitale, che può essere con-frontata con firme di altreimmagini, lo scopo è quellocomprensibile di trovare segnicompatibili tra loro, quindi

TECNOLOGIA

POLIZIA & ISTITUZIONI18

Attraverso una moderna tecnica della Microsoft chiamataPhoto DNA sarà più semplice identificare le vittime

e prestare loro assistenza

L’AIUTO

DELLA TECNOLOGIA

PER CONTRASTARE GLI

ABUSI ON LINE

Page 19: Polizia e Istituzione

copie dell’immagine specificaper poi risalire agli autori edivulgatori delle immagini.I provider di servizi online,quali Microsoft utilizzanofhoto dna per ricercare, se-gnalare ed eliminare alcunedelle immagini di pedofiliaonline. Photo DNA, disponi-bile gratuitamente per leForze dell’Ordine, e’ oggi in-tegrato nel programma CETS(Child Exploitation TrackingSystem), lo strumento donatoda Microsoft alla Polizia Postalee delle Comunicazioni per con-sentire a quest’ultima di trac-ciare eventuali tentativi dipedopornografia online, inda-gando con efficacia sugli indi-vidui e sui siti Internet sospetti. “Questa nuova applicazionerappresenta un importante ri-sultato per il contributo inve-stigativo che è stato raggiuntograzie alla collaborazione tra

le Forze di Polizia ed il mondodelle industrie, e sottolinea an-cora una volta l’impegno diMicrosoft nella ricerca di sicu-rezza per il mondo di Internet.“La lotta agli abusi sui minorie l’impegno per la sicurezza inRete sono i nostri obiettivi pri-mari in un ambiente in cui leinsidie possono essere nume-rose. La nostra attenzione ècostantemente alta e graziealla disponibilità di Pho-toDNA, da oggi disponiamodi un nuovo strumento percondurre le nostre indagini inmaniera ancora più efficace” -ha dichiarato Antonio Apruz-zese, Direttore della PoliziaPostale e delle Comunica-zioni. la collaborazione conMicrosoft, che dal 2006 adoggi ha già prodotto ottimi ri-sultati, garantirà ancora ulte-riori traguardi nella lottacontro la pedofilia.

“Grazie anche al sistema CETS- conclude Apruzzese - sonostate coordinate oltre 10.000indagini con i seguenti risul-tati investigativi:• Persone arrestate 422• Persone denunciate 7.584• Perquisizioni 6.548• Siti web attestati e oscu-

rati in Italia 179• Siti pedopornografici inse-

riti nella black list 1.086• Siti web monitorati 36.1787”La Polizia Postale e delle Co-municazioni come semprecerca attraverso il costanteimpegno dei suoi qualificatioperatori di garantire unanavigazione sicura, consape-vole, responsabile e critica diquesta tecnologia, eviden-ziando i rischi e pericoli dellarete ma soprattutto i modiper proteggersi e proteggerei nostri figli.

POLIZIA & ISTITUZIONI 19

Da sinistra: Pietro Scott Jovane, Girolamo Lacquaniti, Antonio Apruzzese e Carlo Solimene

Pietro Scott Jovane - Microsoft Italia

Antonio Apruzzese e Carlo Solimene

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> di ROMANO SALVATORE AMICO

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

Non v’èdubbioche il

tema odiernooffra spunti didissertazione econfronto mol-to ampi, che,

mi sento di dire, vanno oltre iltema stesso; già, per esempio, ladefinizione di utente ossessivoimporrebbe un approfondi-mento di tipo clinico, addirit-tura psichiatrico, volendopartire dall’assunto che nontutte le ossessioni, come - d’altraparte - i disturbi compulsivi, af-fondano la loro etiogenesi inmotivazioni psicologiche, mapossono derivare o anche soloessere aggravate da vere e pro-prie patologie mentali. È questo un aspetto che, per-sonalmente, per la problema-tica che trattiamo, ritengo sia

di rilevante importanza sottol’aspetto investigativo, prima,nonché sotto quello del giudi-zio, dopo. Considero molto interessante,inoltre, il concetto di profes-sione(i) d’aiuto, che, a primavista, potrebbe anche voler direpoco, per la sua accezione gene-rica e per il sol fatto che quasitutte le professioni hanno un’uti-lità sociale; ma, a pensar bene,se riconosciamo al sostantivo“aiuto” l’integrità del suo signi-ficato, non possiamo che perve-nire alla conclusione che contale espressione si debbano in-tendere tutte quelle professiona-lità che sostengono ogni personaafflitta da condizioni di difficoltàesistenziali, sociali, psicologiche,tendendo al miglioramentodella qualità dell’altrui vita e sa-lute mentale; è, quindi, profes-sionista d’aiuto lo psicologo, lopsichiatra, l’assistente sociale, ilcounseling, l’educatore.

Mi chiedo, però e a questo ri-guardo, se la professionalità delpoliziotto, ed io sono un poli-ziotto, possa essere annoverata,a pieno titolo, tra quelle cosid-dette “d’aiuto”: forse non tro-verò il consenso di tutti o andròcontro la comun tendenza, maper mia onestà intellettuale, misento di dire che l’operato dellaPolizia, come quello delle altreForze dell’Ordine, non svolgefinalità “d’aiuto”, almeno non insenso stretto, non sempre e nonin prima analisi; reputo, invece,molto più aderente ai compitiistituzionali di tali Corpi il ruolo,peraltro validissimo e talvoltaimprescindibile, di mediazionetra chi dell’aiuto - per come l’ab-biamo inteso - ha bisogno e leFigure o gli Organismi accredi-tati ad offrirlo. Da quanto ho appena premesso,deduco, allora, che lo stalking,al pari di tutte le fattispecie cri-minose, debba necessariamente

REPORTAGE

“Profili culturali e criminologici dell’utente ossessivo e della vittimanelle professioni d’aiuto. Strategia di difesa e intervento, strumenti legali

e scenario giurisprudenziale del reato di stalking.”

LO STALKINGLO STALKINGASPETTI NORMATIVI, RIFLESSIONI E ATTIVITÀ

INVESTIGATIVA DELL’AUTORITÀ DI PUBBLICA SICUREZZA

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POLIZIA & ISTITUZIONI 21

prevedere un’agente attivo,quello che abbiamo definitoutente ossessivo, un’agente pas-sivo, la vittima, nonché, in unsuo contesto “allargato” e al difuori dei suoi elementi costitu-tivi di reato, un’attività di inda-gine, promossa da specificaquerela, l’intervento eventualedegli Organismi di sostegno e unprocedimento, che può limitarsiall’aspetto esclusivamente am-ministrativo (ammonimento),ma che può, anche, seguire unprotocollo giudiziario.

Ma cos’è davvero lo stalking?È stato autorevolmente definito,torniamo, più modestamente, afarlo: per dogmatismo, si puòasserire che lo stalking è un in-sieme di comportamenti ripetutied intrusivi di sorveglianza e con-trollo, di ricerca contatto e comu-nicazione, nei confronti di una“vittima”, che risulta infastiditae/o preoccupata (Galeazzi-Curci). Se, però, si vuol tratteggiare piùsemplicemente e meno accade-micamente il fenomeno, si puòdire che lo stalking è tutta unaserie di atteggiamenti che un in-dividuo tiene per affliggereun’altra persona, spesso di sessoopposto, opprimendola, riu-scendo a provocare in questaansia e paura, fino a compro-metterne il regolare svolgi-mento delle quotidianità, alloscopo di recuperare un prece-dente rapporto o di vendicarsidi qualche torto subito. In unasola parola stalking è persecu-zione, non a caso il significatoche la lingua inglese attribuiscea tale termine è quello di “brac-care”, “cacciare” “fare la posta”!Lo stalking oggi e illegale nellamaggior parte delle giurisdizionidei paesi di lingua inglese, comein USA, Australia, Canada,Nuova Zelanda e Regno Unito.Lo stalking e illegale anche inalcuni paesi dell’Europa delnord e in altre parti del mondo.In certe nazioni, come accadein Inghilterra e nel Galles, sono

necessari soltanto due episodiper punire l’autore delle con-dotte moleste ed indesiderate,configurandosi - così - il reatodi stalking.In molte legislazioni, per costi-tuire un illecito, il comporta-mento deve essere tale daprodurre ansia o paura nellavittima (anche per l’Italia ècosì, come sappiamo). Tuttavia, in altri Stati, l’unicorequisito richiesto dalla legge èche il comportamento sia so-stenuto da un intento doloso.In Italia, purtroppo, in antitesicon il suo essere lo “Stato delDiritto” per antonomasia edeccellenza, una normativa ca-pace di contemplare lo stalkingcome specifico reato, prescri-vendone pene e misure a titolodi prevenzione è arrivata nel2009, con la Legge n. 38 del23 aprile (di conversione delD.L. n. 11 del 23.2.2009). Prima di quella data le con-dotte di stalking venivano con-siderate penalmente rilevantisolo laddove integravano la fat-tispecie di molestia o disturboalle persone, prevista dall’arti-colo 660 del Codice Penale,che, in ogni caso integrava (edintegra ancora) una semplicecontravvenzione e, quindi, unreato di scarso rilievo. Altri mezzi per procedere inambito giudiziario erano colle-gati ad ipotesi criminose nonspecificamente dirette a punirelo stalking, bensì dirette a col-pire altri illeciti, che potevanoaccompagnare le condotte mo-leste, quali l’articolo 575 delCodice Penale (omicidio), il582 (lesioni personali), il 594(ingiuria), il 595 (diffama-zione), il 610 (violenza pri-vata), il 612 (minaccia), il 614(violazione di domicilio), il 635(danneggiamento).All’art. 7 della Legge 38/2009,dunque, bisogna attribuire ilmerito di aver istituito ufficial-mente il reato di atti persecutori(stalking), con l’introduzione,in seno al Codice Penale, del-

l’articolo 612 bis e la conse-guente previsione di una penada sei mesi a quattro anni e,nella forma semplice, di unaprocedibilità a querela. Per questo nuovo reato è possi-bile, inoltre, l’applicazione didiverse misure cautelari, i limitiedittali, infatti, consentonol’applicazione della misura cau-telare in carcere e la misuradegli arresti domiciliari. Ma lanovella legislativa ha, altresì,introdotto la misura coercitivapersonale di cui all’art. 282 terc.p.p., il divieto di avvicina-mento ai luoghi frequentatidalla persona offesa, che im-pone il divieto, per l’imputato,di avvicinarsi ai luoghi frequen-tati dalla persona offesa, daiprossimi congiunti, dai convi-venti o dalle persone legate allavittima da relazioni affettive. La misura contempla anche ilveto di comunicare con le per-sone appena indicate attra-verso qualsiasi mezzo (e quindianche con i moderni strumentitelematici). Il limite, tuttavia,di tale provvedimento caute-lare sta nel suo decadere, qua-lora la querela che ha originatoil procedimento venga rimessa.

Page 22: Polizia e Istituzione

POLIZIA & ISTITUZIONI22

REPORTAGE

Il legislatore ha, infine, intro-dotto un procedimento di pre-venzione specifica (ne ab-biamo esaustivamente par-lato), quello relativo al cosid-detto ammonimento (art. 8,della Legge n. 38/2009), tesoa rafforzare l’aspetto preven-tivo della materia e a limitareil ricorso all’intervento repres-sivo, costituito dall'istituzionedel procedimento penale. L'esordio dell'art. 8 è estrema-mente chiaro: “fino a quandonon è proposta querela per ilreato di cui all'art. 612 bis delc.p. ... la persona offesa (quindiun soggetto ben preciso, che fi-gura come ipotetico titolare dell'interesse leso posto in pericolodalla condotta prevista dallanorma incriminatrice) riferisceall'autorità di Pubblica Sicurezzai fatti, avanzando la richiesta alQuestore di fare un ammoni-mento nei confronti dell'autoredella condotta”. Tralasciata, ora, ogni possibile eplausibile considerazione, so-prattutto sull’efficacia del-l’istituto in esame e sullanatura amministrativa di que-sto, propedeutica - nel caso diun suo fallimento - all’attiva-zione del procedimento giudi-ziario, va sottolineato comel’accoglimento dell’impugna-zione avanti il TAR dell’am-monimento comporti l’impro-cedibilità dell’azione penale ela scarcerazione del detenuto.Ritengo opportuno, a questopunto, dare un cenno, al cosid-detto mobbing, termine che defi-nisce una serie di comportamentioppressivi realizzati, di regola, al-l’interno di un ambiente lavora-tivo, da un sovraordinato, che,per rancore personale verso unsuo sottoposto, finisce col indurrequest’ultimo, nei casi estremi, adabbandonare il lavoro.

Mobbing e stalking sono duediverse fattispecie di atti perse-cutori, ma hanno molti aspettiin comune: lo stalking, come si

è visto, costituisce reato, se-condo la previsione dell'art.612 bis, il mobbing è ancora inattesa di una specifica colloca-zione legislativa, poiché mancauna norma che definisca e di-sciplini tale fenomeno.Non è sempre agevole definire iconfini tra le due fattispeciequando, ad esempio, una parti-colare ed insidiosa attività per-secutoria venisse posta in esseresul luogo di lavoro. La cosa nonè di poco conto, posto che lostalking è reato ed il mobbingno, salvo che le condotte di que-st'ultima fattispecie rientrino inaltre norme di rilevanza penale,come ad esempio quelle sullaminaccia, violenza, maltratta-menti ecc.Fin troppo scontata appare ladifferenza tra mobbing e stal-king, secondo la quale il primoviene esercitato nel mondo dellavoro, il secondo, invece, nel-l’ambito privato in cui la vittimasi muove.Caratteristica comune alle duefattispecie è che entrambe po-trebbero realizzarsi attraverso attiche, isolatamente considerati, sa-rebbero anche leciti ma che, conil reiterarsi nel tempo, potrebberoassumere rilevanza penale e/o ci-vile ed essere, altresì, fonte digravi responsabilità.Se poi scendiamo in concreto,con riferimento allo stalking,già sul profilo della reiterazionesorgono seri problemi, nel sensoche per alcune pronunzie giuri-sprudenziali sarebbero suffi-cienti due soli episodi dimolestie ripetute in presenzadegli altri elementi caratteriz-zanti la fattispecie, per quantoriguarda l'incidenza nella sferapsichica della vittima.L'art. 612 bis, inoltre, nella indi-viduazione della struttura crimi-nosa dello stalking, attribuisceun’importanza sostanzialmentepari sia all’aspetto rappresen-tato dalle valutazioni dei profilisoggettivi della vittima, consi-stenti in “un perdurante gravestato di ansia e di paura”, nel

“fondato timore per l'incolumitàpropria o di un prossimo con-giunto o da persona al medesimolegata da relazione affettiva” enella costrizione “ad alterare leproprie abitudini di vita”, sia allacondotta persecutoria del sog-getto attivo. Siffatta bivalente valutazione,viene sì osservata anche per il fe-nomeno del mobbing, ma senzaconnotarlo in maniera precipua,tant’è che la condotta di chi loesercita può essere catalogata, sene ricorrono i presupposti, traprevisioni delittuose di diversaspecificità, quali le minacce, lemolestie, le ingiurie, ecc, e leconseguenze psicofisiche dell’op-presso vengono considerate solose in numero parossistico e cer-tificato da una triste evidenza.Importantissimo aspetto da cu-rare è quello, ora, delle investi-gazioni esperite nei casi distalking; fughiamo subito ognidubbio circa una possibile stra-ordinarietà dei metodi di inda-gine, posta in essere dalle Forzedell’Ordine, sia nell’ambito della

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cosiddetta attività di iniziativache in quello dell’attività dele-gata dall’Autorità Giudiziaria. A parziale delusione di chi al-l’emanazione di una legge spe-cifica si aspettava dovesserocorrispondere legittimazioni adattività di accertamento delreato di tipo “dedicato”, non sipuò che asserire che le investi-gazioni per l’identificazione diuno stalker e la dimostrazionedella sua colpevolezza seguonoprotocolli di ordinarietà asso-luta, talvolta incongrui rispettoalle esigenze di raccolta deglielementi di prova. Si pensi, a quest’ultimo riguardo,che le intercettazioni telefonichesono consentite solo a determi-nate condizioni, cioè quando siprospettano delle aggravanti e,in particolare, quando il reato ècommesso ai danni di una mi-nore, di una disabile o di unadonna in gravidanza, oppure al-lorquando le condotte dell’inda-gato sfocino in conclamate ereiterate forme di violenza fisicao sessuale.

Vien da chiedersi, allora, comesi fa a quantificare la reitera-zione di una condotta, forse cheuna donna debba essere massa-crata di botte più di una voltaper essere considerata vittima distalking?!Vigono, quindi, in questo caso, leprevisioni di cui alla lettera a)dell’articolo 266 del C.P.P., se-condo le quali si può procederealle intercettazioni telefoniche,ma anche all’intercettazione dicomunicazioni tra presenti, nellasussistenza di delitti non colposiper i quali è prevista la penadell’ergastolo o della reclusionesuperiore nel massimo a cinqueanni. E alla pena di poco più dicinque anni, fino a sei, lo stalkerarriva solo nel caso in cui la suacondotta sia stata aggravata dallecircostanze sopra menzionate.Per il resto, non esiste un proto-collo standardizzato nella ge-stione dello stalking, da partedelle Forze dell’Ordine, se nonquello confacente ai parametridi quotidiana e normale applica-zione, anche se potenzialmentedifferenziati per ciascun caso.L’attività sarà, quindi, imper-niata su strategie investigativeformalmente definite (escus-sioni di testi, acquisizione deglielementi di prova, ecc…) e suatti meno formali, eventual-mente ritenuti utili (apposta-menti, pedinamenti, ecc…).Di imprescindibile importanza,in ogni caso, sarà la documen-tazione dell’attività compiuta,

secondo le prescrizioni delC.P.P., e un’esaustiva informa-zione all’Autorità Giudiziariacompetente, della notizia direato, prima, e di ogni sviluppoinvestigativo, poi.Un intervento efficace delle Forzedell’Ordine dovrebbe, comunque,considerare i seguenti aspetti:• l’Agente di Polizia deve ascol-tare con attenzione la vittima efornirle il sostegno necessario.E’ importante sottolineare comenon tutte le vittime sono dispo-ste a denunciare lo stalking,solo la metà di queste denunciala violenza alla Polizia, le ra-gioni variano e vanno dal noncredere che lo stalking sia un fe-nomeno che riguardi le Forzedell’Ordine, a pensare che que-ste non possano offrire grandeaiuto, al temere rappresagliedallo stalker o, addirittura, alpensare di non essere credute;• è auspicabile che le Forzedell’Ordine contattino nuova-mente la vittima dopo il primocolloquio. In questo modo saràpossibile intervenire più facil-mente quando e se si verifiche-ranno fatti nuovi e, allo stessotempo, la persona oppressa sisentirà sostenuta;• un atteggiamento poco sen-sibile delle Forze dell’Ordine po-trebbe rendere difficoltoso ot-tenere ulteriore collaborazioneda parte della vittima;• le Forze dell’Ordine dovreb-bero fornire indicazioni sulleprecauzioni da adottare e sulle

Michael Parkes - Stalking

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modalità di raccolta delleprove (per esempio la vittimadovrebbe informare i propriparenti della situazione e por-tare sempre con se un numerotelefonico di emergenza; te-nere un diario nel quale regi-strare tutti i contatti con lostalker, oltre che i passaggi ri-petuti di auto sospette e tuttigli eventi insoliti);• deve essere prospettata allavittima l’eventuale necessità diun aiuto specializzato; in alcunicasi, soprattutto quando c'è ungrave rischio di violenza fisica,potrebbe essere necessariocercarle un rifugio residenziale.Se la persona oppressa ha su-bito delle lesioni fisiche, è im-portante che si faccia visitare daun medico e che ottenga le rela-tive certificazioni;• l’intervento della poliziaporta spesso a un cambiamentodi comportamento dello stalker; • fin dal primo approcciodeve essere fatta una valuta-zione molto attenta della gra-vità della situazione. Ilcalcolo del rischio dovrebbebasarsi sull’analisi di tutte leprove disponibili. Le Forzedell’Ordine dovrebbero avereuna adeguata preparazionesul fenomeno, comprendentela conoscenza dei comporta-menti di stalking, le caratteri-stiche dello stalker e dellavittima;

• la valutazione del rischio ri-chiede un sistema integrato dicomunicazione tra Forze del-l’Ordine, servizi di Igiene Men-tale e Sistema Giudiziario;• le Forze dell’Ordine, nellarilevazione delle denunce distalking, dovrebbero utiliz-zare modalità di registrazionestandardizzate che rendanopossibile ricollegare tra lorosuccessive denunce, in modoche la vittima, ogni volta, nonsia costretta a rievocare tuttala storia con i relativi dettagli.L’integrazione di tutte le in-formazioni, oltre a favorireuna migliore archiviazione deidati, potrà rivelarsi utile perl’eventuale successivo itergiudiziario del caso.In conclusione, senza voler ap-parire o, peggio ancora, senzavoler essere polemico, ma soloper onorare il vero e per ri-spondere all’istinto di sindaca-lista che contraddistingue lamia vita professionale, mi siaconsentito fare un apprezza-mento, pertinente a quest’ul-timo aspetto da me affrontato,quello delle investigazioni. Tutto vero, naturalmente,quel che ho detto, e non soloda un punto di vista teorico;la Polizia di Stato e le altreForze dell’Ordine, oggi, rie-scono a produrre risultati ditutto rispetto nei più svariaticampi investigativi, ma se ciò

ancora si può dire e si può re-gistrare è solo perché gli uo-mini in divisa, malpagati eassoggettati ad inique formedi trattamento economico ac-cessorio, che mal si conciliacon il rischio della loro stessavita, quotidianamente corso,ancora credono in valori anti-chi, credono nello Stato, cre-dono nella Giustizia. Noiparliamo di investigazioni, madove sono le risorse per soste-nerle? Il pericolo che in-combe, mi auguro non sirealizzi mai, è quello che, conle carenze di cui soffriamo,anche le indagini saranno ge-rarchizzate e reati come lostalking saranno consideratiminori rispetto a quelli diancor più grave allarme so-ciale e, pertanto, trattati in su-bordine a questi ultimi.Non so esattamente cosa suc-

cederà, il nostro Sindacato èimpegnato diuturnamente nelriscatto delle pesanti menoma-zioni, economiche e - pur-troppo - anche etiche, subitedalla nostra categoria, noi, co-munque, non ci arrenderemo. Nel frattempo, però, non ciresta che dire grazie ai Poli-ziotti, ai Carabinieri, ai Finan-zieri ed ad tutti coloro che, tramille difficoltà, fanno di que-sto nostro Paese uno Stato li-bero nel pensiero e liberonelle azioni.

REPORTAGE

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> di CARLO PROVETTA

Segretario Nazionale

UGL - Polizia di Stato

La mia èuna ge-n e r a -

zione abituataa lottare, nonci siamo maicrogiolati sui

sogni che spesso ci venivanopropinati da una società che nonci sembrava alla nostra altezza,non perché eravamo ottusi,ma semplicemente perché, sape-vamo benissimo quali erano lenostre potenzialità.Tanti anni fa, quando eravamotutti più giovani, ed avevamoqualche capello in più, ci senti-vamo nella nostra “povertà” tuttipiù motivati. Quando giovanis-simo, mi sono arruolato nel di-sciolto corpo delle Guardia diPubblica Sicurezza, c’era un pre-mio (750.000 lire) che non ci èmai stato interamente corrispo-sto, il terrorismo che imperver-sava, ed un futuro da poveroservitore dello Stato.Per molti Poliziotti d’allora, pertanta gente che veniva dal sud,indossare una divisa significavaanche, un modo per riscattarsie sbarcare il lunario, contri-buire in parte all’economiadelle famiglie di provenienza.Andare via da contesti degra-dati per costruirsi un futuro untantino migliore, diverso da

quello dei nostri padri, moltidei quali avevano visto o com-battuto una devastante guerra,patendo la vera fame. Da allora sono passati tantianni, c’è stata la riforma di Po-lizia (1981),il riconoscimentodelle rappresentatività Sinda-cali, si sono susseguiti diversigoverni, la nostra società dacontadina si è trasformata inuna moderna società industria-lizzate, ergendoci fra le primecinque potenze industrializ-zate del mondo. Come Poliziotti non ci siamomai ritenuti dei gran fortunati,la nostra lunga carriera ci hainsegnato che nella vita c’ètanta gente che è meno fortu-nata di noi, e questo in parte cida ancora la forza di lottare,come il credere ancora nelloStato e nelle Istituzioni. Ma non è corretto che dopoanni di stipendi da fame, di sa-crifici, di viaggi e pericolosi in-dagini, ad un Poliziotto ancora

una volta gli viene ridimensio-nato stipendio e pensione,mentre ai politici, ai magistratie agli alti dirigenti dello Statovengono corrisposti stipendida nababbi. Ci verrebbe da dire: figli e fi-gliastri o figli di …Dopo tanti anni di ammira-zione, mi rendo conto che i veriservitori dello Stato rimaniamoancora noi (le Forze dell’Or-dine), poveri ma ricchi di valori.E’ questo che ci spinge ancora adandare avanti senza indugiare,l’orgoglio di un’appartenenzavera, il credere in quei valori chehanno fatto grande l’Italia e cheancora oggi ci trasmettono ener-gia e sentimenti vitali.Domani correremo ancora percontenere la folla che protesta,ancora una volta con il nostroesempio e la nostra dedizionesapremo convincere soprattuttonoi stessi che forse ci attendeun mondo migliore da quellofin qui conosciuto.

“Non ho mai ipotizzato che il nostro futuropotesse essere un Eden ma nemmeno l’ Inferno

OLTRE I CONFINIDELLA REALTÀ

STORIA

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> di FABRIZIO LOTTI

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

La cronacadi questiu l t i m i

tempi, ponel’accento sul-l’aumento deicasi di omicidi

ai danni di donne, in Italia si re-gistra un omicidio famigliare ognidue giorni: due vittime su tresono donne (63%), un omicidio

familiare su due (48,6%) av-viene all’interno della coppia,l’85% degli assassini sono uo-mini, mariti (36%), figli (11%),partner (18%), parenti (13%),ex (09%), le donne più a rischiohanno tra i 25 e i 44 anni.L’inquietante crescendo di fattidelittuosi, preoccupa e nonpoco, soprattutto per l’effera-tezza con la quale certi misfattivengono portati a termine.A indirizzare le mani degli as-sassini che di solito sono

uomini, spesso emergono vec-chi rancori e gelosie che na-scono all’interno di storie di vitadai tratti apparentamene natu-rali, difficilmente prevedibili,tanto da far rimanere sgomentipersino le persone più vicinealle vittime o ai carnefici. La modalità e la tempestività conle quali alcuni dei protagonisti,persone a volte normalissime,agli occhi di chi ha avuto mododi frequentarle molto da vicino,sono perlomeno inquietanti, se si

CRONACA

FERMIAMO LA STRAGESILENZIOSA DELLE DONNE

“Le nostre compagne di vita sono sempre più oggetto di

ingiustificate violenze soprattutto da chi dovrebbe amarle e proteggerle”

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pensa al contesto in cuoi viviamoe alla promiscuità con la qualespesso si consumano i nostri con-tatti personali. Mi si accappona la pelle, solo alpensiero che, la donna di unavita, possa essere fatta oggettodi così tanta brutalità e personeche si sono giurate amoreeterno, si annullano in un attodi gratuita violenza, piombandonel baratro della disperazionepiù assoluta.C’è qualcosa che non riesco aspiegarmi nella mia normalità,come nella normalità di ogni co-mune essere vivente.La nostra società frenetica, abi-tuata a correre, spesso senzauna vera meta, porta gli indivi-dui ad perdere il vero sensodella vita, a non accorgersi deibisogni altrui, ad ignorare ilprossimo, ad annullare gli osta-coli senza chiedersi il perché,senza considerare i veri risvolti,

il fine e le conseguenze. I fattici mettono davanti ad un veroallarme sociale, che insieme atanti altri, dimostra ancora unavolta di quanto l’uomo, nella suaspasmodica ricerca di “libertà” sisia imbrigliato nella ragnateladell’egoismo assoluto, da dove sipuò uscire, solo con uno veroscatto orgoglio e una sincerapresa di coscienza.Prima di tutto, dobbiamoamare di più le donne, consi-derarle per ciò che sono, perciò che fanno, per il loro es-sere, per la loro sensibilità e ladedizione, basta ricordare lenostre mamme.Non è mai troppo tardi perfermarsi a riflettere all’internodelle nostre comunità dellenostre famiglie, cercare di sof-fermarci con più attenzione suquei segnali che percepiamosubdoli e che spesso sono ac-corati richieste di aiuto.

Certo c’è da fare ancora moltosotto l’aspetto legislativo esocio-pedagogico, ma non bi-sogna assolutamente fare sot-tovalutazioni, occorre unprofonda riflessione che vadaattentamente ad analizzareabitudini comportamentali e dicostume che non sono assolu-tamente da sottovalutare. Biso-gna agire con determinazioneper arginare la vergognosa eassurda strage di giovanidonne perché una società ci-vile, non può assolutamente ri-manere inerme davanti a cosìtanta barbarie. La Polizia di Stato da parte sua,già da tempo, grazie a gruppisempre più motivati e qualificatidi operatori studia ed affronta ilfenomeno, come sindacato perla nostra riconosciuta sensibilitànon ci stancheremo mai di in-calzare gli organi proposti a faredi più e meglio.

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> di FILIPPO GIRELLASegretario Nazionale UGL - Poliziadi Stato

Si è svoltonelle scor-se settima-

ne un incontrotra una delega-zione dell'UglPolizia di Stato,

il Ministro dell'Interno AnnamariaCancellieri ed il Capo della Poli-zia Antonio Manganelli.Nel corso dell'incontro la delega-zione dell'Ugl Polizia, guidata dalSegretario Generale Valter MAZ-ZETTI, ha rappresentato al Mini-

stro (ai fini di un suo efficace in-tervento) non solo le tematichesulle quali da tempo ci stiamo bat-tendo, come l'avvio del Riordinodelle Carriere e della previdenzacomplementare, ma anche altrequestioni più immediate sulle qualila nostra organizzazione sindacaleè impegnata in modo particolare.

MALATTIE PROFESSIONALIE CAUSE DI SERVIZIO

Si tratta di un tema molto caro al-l'Ugl Polizia ed è rappresentatodalla vergognosa, eccessiva ed ir-ragionevole durata dell'iter ammi-nistrativo per il riconoscimento

delle cosiddette cause di servizio,su cui noi dell'Ugl abbiamo giàpredisposto una dettagliata de-nuncia al parlamento europeo. Abbiamo spiegato al Ministro ed alCapo della Polizia che, a fronte deisei mesi complessivi assegnati dallenorme di riferimento per il comple-tamento dell'iter in questione sonomediamente 10/12 anni quelli at-tualmente necessari per la defini-zione delle citate pratiche.Tale indecorosa consuetudine, oltrea danneggiare economicamente ilpersonale (cure termali, esenzioneticket per determinate analisi e me-dicine, maggiorazione del 10% ai

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SINDACALE

LE RICHIESTE DELL’UGLPOLIZIA AL MINISTRO

DELL’INTERNO ANNAMARIACANCELLIERI

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fini pensionistici, ecc.), lede la di-gnità professionale e personale deldipendente/malato, il quale, in-vece di essere impiegato in serviziche non aggravano ulteriormentela patologia riscontrata, viene co-mandato nei servizi d'istituto senzache alcuno tenga in debito conto lamalattia sofferta. L'Ugl Polizia, atal proposito, ha chiesto al Ministrodi intervenire nelle opportune sediaffinchè, almeno per il nostro com-parto, il Comitato di Verifica Nazio-nale sia soppresso.

SBLOCCO ASSUNZIONIDEI VFP4

Abbiamo spiegato al Ministro chela Polizia di Stato registra unagrave carenza di organico e in par-ticolare necessita di forze giovani;oggi si entra in Polizia tramite untortuoso percorso ed i posti messia concorso non corrispondono poialle reali assunzioni.A tal proposito abbiamo illustrato alMinistro l'assurda vicenda del con-corso per 1507 Allievi Agenti e diquello successivo per 907 posti per iquali sono state effettuate assunzionisolo per complessive 1500 unita'.I circa 900 rimanenti vincitorisono stati ingiustamente parcheg-giati nelle caserme in attesa di"stagionamento" e entreranno inPolizia, se tutto va bene, intornoall'eta' di 30 anni.L'Ugl Polizia ha chiesto con forzal'assunzione immediata, stante lagrande carenza di organico nelruolo Agenti, di tutti i 907 giovanivolontari in ferma quadriennalegià vincitori di concorso.

IMMEDIATO AVVIO DELLEPROCEDURE CONCORSUALI

INTERNEAbbiamo spiegato al Ministro chela vacanza d'organico nei due ruoliintermedi (Sovrintendenti e Ispet-tori) accumulatasi negli anni, congravi ritardi nelle procedure con-corsuali, è di migliaia di unità. L'Ugl Polizia ha chiesto un inter-vento del Ministro affinchè , oltre aprocedere in tempi rapidi all'orga-nizzazione dei relativi concorsi an-nuali per il totale dei posti vacanti,si dia avvio all'immediato scorri-mento delle graduatorie, formandotutti i circa 1000 idonei già vinci-tori dei precedenti concorsi per vicesovrintendente.

INDENNITA' PER POLIZIADI FRONTIERA

E ALTRE SPECIALITA'Poichè è sempre più importante estrategica per il sistema sicurezzal'attività delle varie Specialità, ab-biamo sostenuto l'opportunità di va-lorizzare le convenzioni con lesocietà che già collaborano con laPolizia di Stato (Trenitalia, Poste Ita-liane, Autostrade) e la necessità disottoscrivere accordi con gli Entipreposti per la concessione diun'analoga indennità alla Polizia diFrontiera.

5 PER 1000 ALLE FORZE DI POLIZIA

Dimostrando ancora una volta la no-stra capacità propositiva, abbiamo il-lustrato ed offerto al Ministro quellache è una storica rivendicazione del-l'UGL Polizia: la possibilità per i cit-

tadini di devolvere il 5 per mille alleForze di Polizia.Siamo convinti, infatti, che grazieal grande prestigio che riscuotonole Forze dell'Ordine tra i cittadinisarebbe possibile raccogliere cifrecospicue da destinare alla sicu-rezza che, anche se non saranno lapanacea di tutti i mali, servirannocomunque a lenire il particolaremomento di crisi che investe il set-tore sicurezza.Il Ministro dell'Interno ed il Capodella Polizia hanno mostrato unserio interesse per le proposte del-l'UGL Polizia sensibilizzando il per-sonale dei rispettivi uffici tecnici.Il ministro ha promesso il massimoimpegno per l'inserimento di forzegiovani nella Polizia di Stato inmodo da consentire un ricambiogenerazionale; ha affermato che sipuò iniziare a discutere i variaspetti del riordino delle carrierecreando un gruppo di lavoro cheapprofondisca la questione.Per quanto riguarda la nostra pro-posta sulle cause di servizio hacondiviso l'esigenza di snellire leprocedure per il riconoscimentodelle malattie ed ha aggiunto chesi farà parte attiva per risolvere ilproblema sotto il profilo norma-tivo, in quanto si tratta di un temaimportante.La Cancellieri, inoltre, si è dichia-rata molto interessata alla propostadi una convenzione che gratifichi laPolizia di Frontiera.Infine, anche sulla proposta del 5per 1000 ha detto che, se la pro-posta fosse tecnicamente attua-bile, il suo parere sarebbe positivo.

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GIUSTIZIA

> di SERGIO DELL’OLIO

Avvocato Conciliatore Professionista

Il pignora-mento consi-ste in un’in-

giunzione chel'Ufficiale Giu-diziario fa al de-bitore di aste-

nersi da qualunque atto direttoa sottrarre alla garanzia deicreditori beni che si assogget-tano all’espropriazione e ifrutti di essi. Il debitore ha il potere di evi-tare il pignoramento versandonelle mani dell'Ufficiale Giudi-ziario la somma per cui si pro-cede e l'importo delle spese,aumentato di due decimi. Incaso contrario, l'Ufficiale Giu-diziario, munito del titolo ese-cutivo e del precetto, puòricercare le cose da pignorare

nella casa del debitore e neglialtri luoghi a lui appartenenti. Può sembrare strano ma, l’Uffi-ciale, ha la facoltà di ricercarleaddirittura sulla persona del de-bitore, osservando le opportunecautele per rispettarne il decoro.Inoltre, può aprire porte, ripo-stigli o recipienti, nonostante laresistenza opposta dal debitoreo da terzi, oppure allontanarepersone che possano disturbarel'esecuzione del pignoramentoe, qualora dovesse essere ne-cessario, può richiedere l'assi-stenza della Forza Pubblica.Con decreto dal Giudice com-petente, su istanza del credi-tore, può pignorare cosedeterminate che non si trovanoin luoghi appartenenti al debi-tore, ma delle quali egli può di-rettamente disporre e puòsottoporre a pignoramento lecose del debitore che il terzo

possessore consente di esibirgli. Per quanto concerne le moda-lità di scelta dei beni, il pigno-ramento deve essere eseguitosulle cose che l'ufficiale giudi-ziario ritiene di più facile epronta liquidazione, nel limitedi un presumibile valore di rea-lizzo pari all'importo del creditoprecettato aumentato dellametà. In ogni caso l'ufficialedeve preferire il denaro con-tante, gli oggetti preziosi e i titolidi credito e ogni altro bene cheappaia di sicura realizzazione.Bisogna precisare che, ci sonodei beni che non possono es-sere oggetto di pignoramento.Infatti, sono impignorabili,oltre alle cose dichiarate talida speciali disposizioni dilegge, le cose sacre e quelleche servono all'esercizio delculto, l'anello nuziale, i vestiti,la biancheria, i letti, i tavoliper la consumazione dei pasticon le relative sedie, gli ar-madi guardaroba, i cassettoni,il frigorifero, le stufe e i for-nelli di cucina anche se a gaso elettrici, la lavatrice, gliutensili di casa e di cucina uni-tamente ad un mobile idoneoa contenerli, in quanto indi-spensabili al debitore e alle

IL PIGNORAMENTO

E L’ESPROPIAZIONEMOBILIARE PRESSO IL DEBITORE

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persone della sua famiglia conlui conviventi, sono tuttaviaesclusi i mobili, meno i letti, dirilevante valore economico,anche per accertato pregio arti-stico o di antiquariato, i comme-stibili e i combustibili necessariper un mese, le armi e gli og-getti che il debitore ha l'obbligodi conservare per l'adempimentodi un pubblico servizio, le deco-razioni al valore, le lettere, i regi-stri e in generale gli scritti difamiglia, e i manoscritti, salvo cheformino parte di una collezione.Inoltre, a partire dall’1 Marzodel 2006, anche gli strumenti,gli oggetti e i libri indispensabiliper l'esercizio della professione,dell'arte o del mestiere del de-bitore possono essere pignoratinei limiti di un quinto, quandoil presumibile valore di realizzodegli altri beni rinvenuti dall'uf-ficiale giudiziario o indicati daldebitore non appare sufficienteper la soddisfazione del credito,il predetto limite non si applicaper i debitori costituiti in formasocietaria e in ogni caso se nelleattività del debitore risulta unaprevalenza del capitale inve-stito sul lavoro.I frutti non ancora raccolti oseparati dal suolo non possonoessere pignorati separatamentedall'immobile cui accedono, senon nelle ultime sei settimaneanteriori al tempo ordinariodella loro maturazione, tranneche il creditore pignorante siassuma le maggiori spese dellacustodia, mentre i bachi daseta possono essere pignorati

solo quando sono nella mag-gior parte sui rami per formareil bozzolo.Una volta individuati i beni dapignorare, l'Ufficiale Giudiziarioredige delle sue operazioni pro-cesso verbale e descrive le cosepignorate e il loro stato, me-diante rappresentazione foto-grafica ovvero altro mezzo diripresa audiovisiva, determinan-done approssimativamente ilpresumibile valore di realizzocon l'assistenza, se ritenuta utileo richiesta dal creditore, di unesperto stimatore da lui scelto. Se il pignoramento cade sufrutti non ancora raccolti o se-parati dal suolo, l'ufficiale giu-diziario ne descrive la natura,la qualità e l'ubicazione.Il Giudice, se ritiene che il pre-sumibile valore di realizzo deibeni pignorati sia inferiore alcredito da soddisfare, su istanzadel creditore, da depositare nonoltre il termine per il depositodell'istanza di vendita, nominauno stimatore e quando appareopportuno, ordina l'integra-zione del pignoramento. In tale ipotesi, l'ufficiale giudi-ziario riprende senza indugio leoperazioni di ricerca dei beni.E’ necessario precisare che il pi-gnoramento non può essereeseguito in date che siano il

frutto della scelta discrezionaledell’ufficiale ma soltanto neigiorni feriali, dalle ore 7 alleore 21, salvo che ne sia dataautorizzazione dal presidentedel tribunale o un giudice dalui delegato, però, una volta co-minciato, può essere proseguitofino al suo compimento. Terminate le operazioni sopradescritte, l'ufficiale giudiziarioconsegna al cancelliere del tri-bunale o affida a un custode,diverso dal creditore o il suoconiuge senza il consenso deldebitore o dal debitore o lepersone della sua famiglia checonvivono con lui senza il con-senso del creditore, i beni col-piti dal pignoramento.Il custode sottoscrive il pro-cesso verbale dal quale risultala sua nomina e non ha dirittoa compenso se non su espressarichiesta o e se non gli è statoriconosciuto dall'ufficiale giu-diziario all'atto della nomina.Decorsi dieci giorni dal pigno-ramento, tranne che per le cosedeteriorabili per le quali il giu-dice può provvedere immedia-tamente, può essere depositatal'istanza di assegnazione o divendita dei beni pignorati e diconseguenza, in caso di venditadei beni, l’assegnazione ai cre-ditori della somma ricavata.

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Nel 1499 a Castel Ritaldiavviene un oscuro de-litto che lascia un

vuoto di potere nel castello; lavittima è infatti il conte Leo-nello Ritaldi che viene trovatoprivo di vita, presumibilmenteavvelenato. La principale sospettata è lafamigerata Lucrezia Borgiache la leggenda vuole re-sponsabile di numerosi effe-rati omicidi in quel periodostorico.L'idea di studiare intricati casidi omicidio avvenuti centinaiadi anni fa nasce in seno al-l'ICAA (International CrimeAnalysis Association) per te-stare la capacità tecnica deiSoci dell'Associazione che dasempre studiano vecchi casi, avolte in collaborazione con laprestigiosa Vidocq Society diPhiladelphia (come nel casodell'omicidio della Baronessadi Carini nel 2010). Parallelamente è l'amore per lastoria a condurre i profilers

dell'ICAA sulle tracce di antichidelitti, consumati sovente inborghi medievali e in miste-riosi e affascinanti castelli.Il Criminal Investigation mee-ting 2012 organizzato dall’In-ternational Crime AnalysisAssociation e dall’UGL Poliziadi Stato, si è ispirato al delittodello sventurato Leonello Ri-taldi su cui i partecipantihanno tentato di trovarenuove informazioni e di com-prenderne la logica criminale.E’ stata effettuata la sua rievo-cazione storica con l’aiuto diattori teatrali e di esperti discherma medievale e questoaffascinante “clima culturale”ha fatto da contorno ai tre

giorni di formazione sulle mo-derne tecniche forensi e inve-stigative organizzate il 23, 24e 25 marzo 2012 nel territoriodel Comune di Castel Ritaldi.Il Sindaco Andrea Reali haospitato l’evento e la Prolocoha fornito un prezioso aiutoper l’organizzazione del mee-ting. Il Direttore scientifico delmeeting è stato il Prof. MarcoStrano, Dirigente nazionaleUGL Polizia di Stato.Settanta esperti di scienzeforen-si giunti da tutta Italia edall’estero e più di cento tra vi-sitatori e semplici appassionatidella materia hanno animato aCastel Ritaldi tre giorni inten-si di seminari e discussioni

CONVEGNO

CRIMINALINVESTIGATION

MEETING

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scientifiche sul mondo dell’in-vestigazione criminale.Tra i partecipanti alcune figuredi spicco nel mondo delleScienze forensi tra cui DraganPrimorac medico croato espertodi DNA sulla scena del criminee Marco Strano, noto profilerinternazionale.Gli argomenti presentati nelcorso dei numerosi seminaritecnici sono stati molti e tuttidi grande attualità e interesse. Il Dott. Enrico Risso ha fatto ilpunto sulla BPA (Blodstain Pat-tern Analysis), il sistema di ri-costruzione della dinamica

dell’omicidio partendo dalletracce di sangue. Il Prof. Dragan Primorac haspiegato i sistemi applicatividel DNA sulla scena del cri-mine. Elisa Piovanelli ha pre-sentato nuovi strumenti diprelievo delle tracce biologichesulla scena del crimine.Andrea Pastori della ditta te-chnospy ha mostrato apparec-chi elettronici di supportoall’investigazione criminale. La D.ssa Bruscella, Medico d’ur-genza, ha svolto un’avvincenterelazione sull’uso del velenocome arma del delitto. Marco Strano, infine, ha tenutointeressanti seminari sulla coldcases investigation e sulle tec-niche che consentono di giun-gere alla risoluzione di un casoanche a distanza di molti anni.Tra le categorie professionalipresenti al meeting, anche gliAvvocati che hanno potutoconfrontarsi, fuori dall’aula ditribunale, con gli investigatori.

Il Consiglio dell’Ordine degli Av-vocati di Spoleto ha sottolineatol’interesse per l’evento conce-dendo undici crediti formativiper l’iniziativa. L’Avvocato Paroli,presidente dell’AIGA di Spoleto,ha presentato una relazione sulcontatto dell’Avvocato con ilmondo delle scienze forensi.Nel corso del meeting, diversirelatori hanno sottolineatol’importanza di una certifica-zione per l’attività degli espertiforensi, categoria, quest’ul-tima, affollata di personaggicon curricula professionali avolte approssimativi.

E’ stato fatto il punto sulle piùmoderne tecniche di indaginescientifica ed è stato annun-ciato un innovativo progettodi ricerca sul criminal profi-ling a cui parteciperanno gliesperti italiani dell’Internatio-nal Crime Analysis Associatione team di ricerca croati e sta-tunitensi. Tra le attività svoltedurante il convegno, ancheuna simulazione di interventosulla scena del crimine daparte di un team specializzato. La splendida piazza di CastelRitaldi è stata infatti per qual-che ora, teatro della ricostru-zione di un efferato omicidio ei congressisti hanno potuto vi-vere direttamente l’esperienzadell’intervento della “scienti-fica”, la ricerca delle tracce el’utilizzo di sofisticati stru-menti di indagine. Come in un caso reale lapiazza è stata transennata e ilteam CSI ha setacciato la zonaalla ricerca di reperti. Sangue,impronte digitali, l’arma deldelitto e tutto ciò ch è utileper giungere alla scoperta diun delitto é stato “indivi-duato” e prelevato con cura.Uno speaker ha illustrato aifrequentatori del meeting ognipassaggio tecnico e gli stru-menti utilizzati.Diversi appartenenti alla Poli-zia di Stato, alcuni impegnaticome allievi nella vicinascuola di Spoleto, hanno ap-profittato dell’evento per ap-prendere contenuti utili amigliorare il loro bagaglio co-noscitivo tecnico-professio-nale. Di contorno ai seminaritecnici e alle simulazioni diindagine, si sono alternate leattività dimostrative dell’As-sociazione “Dipintori Santi eFanti” che ha eseguito com-battimenti medievali conspade e pugnali e ha presen-tato ricostruzioni storiche dimomenti di vita dell’epoca. Inprogramma anche un ban-chetto medievale con ricettedel 1500.

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AVVENIMENTI

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> di ELIDE DESIDERI

Componente Commissione Pari Opportunità

UGL Roma - Polizia di Stato

Siamo inAfghani-stan, più

precisamentenel distrettodel Gulistan,nel settore sud-

est del paese.Siamo all’interno della Fob (For-ward Operative Base) “ Ice ”nell’area di responsabilità Ita-liana, assegnata alla Task ForceSouth-East, coordinata dal 1°Reggimento Bersaglieri. Siamo nel far west d’Oriente,

come lo chiamano in molti, covodi talebani, crocevia di passaggiobbligati che conducono la guer-riglia da sud verso nord, un cor-ridoio dove passano uomini, armie oppio e da cui i talebani ten-gono sotto pressione i militaridella Nato, anche se quell’avam-posto è affidato agli Italiani.Siamo immersi in un paesaggioapparentemente statico e deso-lato, anacronistico.Sono le ore 18 del 24 marzo e uncolpo di mortaio spezza la vita allacinquantunesima vittima dellamissione Nato ISAF (Internatio-nal Security Assistance Force).vIl sergente Michele Silvestri, 33anni, originario del casertano,

era arrivato in Afghanistan dasoli 10 giorni, esperto di missioniall’estero. Altri cinque commili-toni sono rimasti gravemente fe-riti e trasportati immediatamentein elicottero nell’ospedale mili-tare da campo della Coalizionepiù vicino. La salma viene rimpa-triata due giorni dopo e vengonocelebrate le esequie solenni nellaBasilica di Santa Maria degli An-geli a Roma, avvolte da sommadisperazione dei familiari e sgo-mento da parte di tutte le alte ca-riche dello Stato.Prima, altri cinquanta funeralisono stati celebrati in onore dellaPatria. Altre cinquanta vittime sonostate mietute in una guerra che

MMIISSSSIIOONNEEDI PACE O GUERRA?

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non ci appartiene, in una guerrache tutti si ostinano ad esaltarecome una missione di pace. Granparte degli schieramenti politiciinvoca una risoluzione di questoprogetto di cooperazione con glialleati statunitensi e incita lo Statoa discuterne al più presto in Parla-mento. All’unanimità si polemizzasull’assenza di una strategia poli-tica italiana, poiché non sono af-fatto chiari gli obiettivi dellapresenza delle forze militari ita-liane in Afghanistan, senza consi-derare l’elevato costo per ilmantenimento delle truppe.Innanzitutto occorre evidenziarequanto sia anticostituzionale laguerra in Afghanistan, poiché ilprincipio è nettamente all’oppo-sto di quanto recita l’art.11 dellaCostituzione ( “L’Italia ripudia laguerra come strumento di offesaalla libertà degli altri popoli ecome mezzo di risoluzione dellecontroversie internazionali…”) eviene rafforzato dall’art.52 (“Ladifesa della Patria…”).Solo per una salda fedeltà agli al-leati storici statunitensi, il go-verno italiano impiega tuttora4.200 nostri soldati nell’area af-ghana con il compito di condurreoperazioni militari in coopera-zione e coordinazione con leForze di Sicurezza afghane e conle forze della Coalizione, per as-sistere il governo afghano nelmantenimento della sicurezza,favorire lo sviluppo delle strut-ture di governo, estendere il con-trollo del governo su tutto ilPaese ed assistere gli sforzi uma-nitari e di ricostruzione.

In realtà la presenza militare ame-ricana, e meno che mai quella deisuoi alleati, è divenuta con glianni sempre più inconsistente, esembra essersi svuotata del suo si-gnificato soprattutto dopo la cat-tura e l’uccisione di Osama BinLaden. Le modalità di questaguerra hanno più volte violato ildiritto internazionale umanitario,ricordiamo episodi brutali di moltimarines nei confronti di ostaggioppure di massacri di civili estra-nei alla guerriglia, eppure si con-tinua a combattere una guerrasterile, che dura ormai da diecianni, la più lunga che gli StatiUniti abbiano mai combattuto. Ma se la smania militarista ed im-perialistica americana tiene sottoscacco l’intera nazione e la suapolitica estera perseverando inun progetto bellico che apparepiù come lo strascico della“guerra fredda” iniziata nel lon-tano 1979, dopo l’invasione delleforze dell’Armata Rossa Sovieticaatte a deporre il Presidente dellaRepubblica Democratica dell’Af-ghanistan, per quale motivo l’Ita-lia si sente ancora in dovere diprestare fedele alleanza in una

guerra che non ci interessa af-fatto? Per quale scopo nazionali-stico lo facciamo, dal momentoche lo scopo primario non è piùcomprensibile neanche a chi laguerra l’ha cominciata? Perchédovremmo pagare il pegno diperdere i nostri cari soldati checredono negli alti valori della Pa-tria, che invece li sacrifica innome di una missione di pace edi riconciliazione? Stare in guerra significa morire,combattere, uccidere. Morire.Morire 51 volte.E per ognuna di queste morti nonvale nessun profitto economico,nessuna alleanza, nessuna ege-monia di un popolo sull’altro,nessuna esportazione dei valoridemocratici. Niente.I nostri ragazzi sono ancora lì,nell’avamposto del Gulistan, trala polvere e le rocce dure del de-serto, dove resteranno a combat-tere sino al 2014 in un conflitto acui mancano convinzioni e moti-vazioni più che soddisfacenti persacrificare altre vite. Purtroppo, come risulta da re-centi relazioni dei servizi segreticonsegnate al Parlamento, la si-curezza del contingente italianorisulta estremamente precaria e illivello di minaccia resta elevato.Persino il processo di transizioneafghano sembrerebbe destinato afallire a causa del mancato startup di un recupero socio-econo-mico e di politiche di governance. E, allora, se il destino di questopaese abbandonato da Dio è ine-luttabile, ci viene spontaneo chie-derci ancora una volta: le vite deimilitari italiani valgono davverocosì poco?

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> di SERGIO DI FOLCO

L’Europaha 27S t a t i

membri e unapopolazione diquasi mezzomiliardo di per-

sone e comprende gran parte delterritorio Europeo.Sin dalla sua istituzione si è ado-perata per portare prosperità e sta-bilità ai suoi cittadini. Le politichee le azioni dell’Unione Europea in-teressano tutti noi, direttamente eindirettamente.L’Unione Europea si prefigge loscopo di essere una società equae attenta ai bisogni dei cittadini,impegnata nella promozionedella prosperità economica e nellacreazione di posti di lavoro, ren-dendo le aziende più competitivee dando la possibilità ai lavoratoridi acquisire nuove competenze.Assieme ai paesi confinanti e adaltri paesi, l’Unione Europea siadopera per diffondere benessere,progresso democratico, Stato di di-ritto e rispetto dei diritti umanioltre le sue frontiere. L’Unione Eu-ropea è la maggior potenza com-merciale mondiale e il principaleerogatore di finanziamenti e assi-stenza tecnica ai paesi più poveri.

L’Unione Europea è al primo postoal mondo come esportatore e alsecondo come importatore.Gli Stati Uniti costituiscono ilprincipale partner commercialedell’UE, seguiti dalla Cina. Nel2005 l’UE rappresentava, a livellomondiale, il 18,1 % delle espor-tazioni e il 18,9 % delle importa-zioni. L’Unione Europea è ancheun importante potenza commer-ciale, sebbene rappresenti sol-tanto il 7% della popolazionemondiale, i suoi scambi commer-ciali con il resto del mondo rap-presentano circa un quintodell’import-export mondiale.Non sempre tutto quello cheviene detto, scritto e annunciato,corrisponde alla realtà.Perché? Dietro di tutto c’è sem-pre una teoria o un interessepersonale (in questo caso, in-teso come nazione).Nessuno dice, scrive o annunciache il Regno Unito è il maggiorazionista della BCE Banca Cen-trale Europea e non ha l’EUROcome moneta, ma bensì la sterlina.Mi sembra quasi quasi un inte-resse personale… Basta pensareal funzionamento dell’ Euro.L’Italia per far circolare banconotedeve comprare alla BCE, mentre lemonete vengono prodotte in-ternamente (ogni singolo Stato

si produce le monete da solo).Quindi facendo un esempio: sel’Italia compra alla BCE 100 mi-liardi di euro tutti di banconoteda 100 si presume che li pagheràmolto molto meno, perché perprodurre una banconota da 100quanto ci vuole? 1 euro? 5 euro?10 euro? No l’Italia non solo com-pra 100 miliardi di euro a 100miliardi di euro, ma ogni annol’Italia perderà un interesse del2,5 % che darà alla BCE.I cittadini per poter spendere ecomprare beni di varia entità, de-vono avere liquidità e l’Italia è co-stretta a comprare le banconotealla BCE e quindi comprando 100miliardi di banconote ogni diecianni l’Italia darà alla BCE 25 mi-liardi di interesse.La conseguenza di tutto ciò èche all’interno della nazione perfar circolare banconote si creaautomaticamente un debitopubblico. La notizia più bella èanche che il Regno Unito è ilmaggiore azionista della BCE enemmeno ha l’Euro.Io ho sempre creduto e soste-nuto il concetto EUROPA, peròper parlare di democrazia versogli altri paesi, l’Europa la deveapplicare prima al suo interno,partendo proprio da un buonfunzionamento della BCE.

ECONOMIA

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L’EUROPA

FATTI E MISFATTI!

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> di GIUSJ SANTACATERINA

Ap p a s -sionatidi spy

stories, thril-ler, romanzi estoria, tene-tevi forte per-ché c’è un

nuovo libro che potrebbe fareal caso vostro.Prima di svelarvi il titolo, leg-gete quest’elenco di argomenti:terrorismo, nazismo, mediooriente, intifada, servizi segreti. Intrecciateli con una storiad’amore complicata e metteteciin mezzo complotti e azione. Un calderone di ingredienti ilcui risultato finale prende ilnome di “Le viscere della li-bertà”, opera scritta da Dome-nico Romeo, (vincitore delXXII Premio InternazionaleMondolibro menzione di me-rito internazionale premiospeciale giuria) dedicata a“tutti i popoli della terra, chenel corso della storia dell’uma-nità, sono stati vittime delleideologie del crimine (o delmale)”, così l’autore ci tiene asottolineare insieme ad unadedica speciale a “Neda di Te-heran, martire della libertàuccisa il 20 giugno del 2009in Via Amirabad”.Un libro particolare, destinato afar scalpore, a tratti spregiudi-cato, ricco di documenti storiciin cui, a fare da contorno alladifficile liaison amorosa deiprotagonisti Ghion e Gioela,agente dei servizi l’uno e pit-trice l’altra, spiccano testimo-nianze autentiche di notevoleimportanza, come le “Risolu-zioni del Consiglio di sicurezzadell’Onu mai rispettate dalloStato di Israele”, o gli spezzonidi sermoni islamici acquisitedalle intelligence americane. O

ancora il Protocollo dei SaviAnziani di Sion ed il scioccanteRapporto Leuchter sull’utilizzodelle camere a gas ad Aschwitz.L’autore Romeo non ha fattomancare niente ai propri let-tori, soprattutto agli appassio-nati di storia che avranno nonpochi documenti da leggere,approvare o contestare. La dedica continua a tutte levittime innocenti del delirio dionnipotenza di uomini saliti alpotere, resta invece l’eco che ri-suona in ogni pagina. La difficile storia d’amore deidue protagonisti, combattentisu fronti diversi, da una partelei, convertita all’Islam che“accusava Israele di qualsiasimisfatto, di qualsiasi bugia” edalla parte opposta lui, cri-stiano, “sei un’allucinata. L’odioverso gli ebrei è una tentazionedel diavolo che vuol spingerel’uomo all’odio contro il suo si-mile. Anche tu cadi in questatrappola” diverrà alla fine ce-lebrazione della razza umanae troverà il suo culmine pro-prio di fronte uno dei luoghipeggiori al mondo, Treblinka,campo di sterminio dove“quando massacravano fami-glie di ebrei, vi era pure un’or-chestra voluta dal Reich chedoveva emettere musica ad altovolume per non far sentire leurla strazianti e disumane cheprovenivano dai vortici infer-nali dei forni”.Un amore che continuerà a vi-vere nonostante le difficoltà e lalontananza. Gioela rimarrà vit-tima dei suoi stessi ideali, resacieca da un attentato kamikazetroverà la vista spirituale. Ghionrecupererà pace apparente tra lebraccia di un’altra donna anchese il legame con Gioela non sispezzerà mai poiché il frutto delloro amore sarà il collante che literrà uniti seppur lontanissimi.

Scheda sull’autoreDomenico Romeo nasce a Reg-gio Calabria nell’ottobre del1974 e si laurea a Torino inScienze Politiche. Consegue laspecializzazione in “Criminalitàmafiosa e proventi illeciti”presso l’istituto di ricerca Elsadell’Università di Palermo. Fre-quenta a Reggio Calabria lascuola di alta formazione distudi filosofici e storico - socialispecializzandosi nella ‘grecitàdel pensiero di Popper, Husslere Hesensberg’. Consegue la spe-cializzazione nel Master in ‘Cri-minologia applicata e psicologiagiuridica’ sotto la direzione delprof. Carlo Serra della Sapienzadi Roma in sintonia con il centrostudi l’Esperide di Reggio Cala-bria. E’ socio ordinario dell’ICAA(International Crime AnalisysAssociation).

Riferimenti on linewww.criminologia.org

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LETTERATURA

LE VISCERE DELLA LIBERTÀ

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EDITORIALE

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> di FERNANDO CORDELLA

Coordinatore Nazionale

UGL - Vigili del Fuoco

La Fede-razioneN a z i o -

nale UGL Vi-gili del Fuocoha sottoscrittoin questi gior-

ni, insieme alle altre sigle sin-dacali del comparto Vigili delFuoco Soccorso Pubblico, ildocumento contro la riformapensioni al quale è presenteun cartello di Forze di Polizia.

Così, finalmente ci ritroviamotutti insieme, a rivendicare inostri dirittiLa specificità, sancita per legge,non può assolutamente esseretrascurata , in particolare per iVigili del Fuoco che hanno rag-giunto questo importante obiet-tivo da pochissimo tempo.Credevamo che una volta otte-nuto questo strumento,usci-vamo da quel immobilismo cheha caratterizzato la categoriaper diversi anni, ma invece cisiamo sbagliati, ci è stata rico-nosciuta la specificità ma maiapplicata.

Invece dobbiamo evidenziare ilduro colpo inflitto a tutto il per-sonale in divisa, su un argomentocaro a tutti i lavoratori, che lavo-rano da tanti anni, l’allunga-mento dell’età pensionabile.Ricordiamo che i Vigili delFuoco svolgono compiti ope-ranti particolarmente gravosi eche necessitano piena effi-cienza fisica e psicofisica, inquanto gli interventi avven-gono sempre e comunque incontesti emergenziali diestremo pericolo.Quindi, il pompiere per eserci-tare la propria professione

UUNN DDUURROO CCOOLLPPOO AALLPERSONALE IN DIVISA

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deve essere perfetto, sia fisica-mente che psicologicamentequindi altro che specificitàserve qualcosa di più.Era d’obbligo da parte dellaAmministrazioni, prima diesprimersi sulla età che i Vi-gili del Fuoco devono la-sciare il servizio, fare unostudio dettagliato sulla con-dizione degli stessi in virtùanche di nuove malattie chesi affacciano sul panoramalavorativo, pertanto ne ap-profittiamo per chiedere cheper ogni Amministrazioni siistituisca un ufficio di ricercasulle nuove malattie legateal lavoro che si esercita. Ad esempio non è da sottova-lutare il rischio stress, checome sappiamo in particolareper il personale che opera nelleemergenza sta salendo vertigi-nosamente, capire la specificitàper noi è proprio questo, darerisposte ai lavoratori anche suinuovi rischi e nuovi pericolinella propria professione.Un’altra problematica è quelladella normativa sulla sicurezzadei luoghi di lavoro, inevasasempre per il personale in di-visa ma fatta rispettata in par-

ticolare dai Vigili del Fuoco inaltre categorie in particolarenei privati. Lavoriamo in situa-zione di rischio, ci viene dettocostantemente che non ci sonosoldi per metterci in regola, maperché dobbiamo pagare noiquesta inefficienza del datoredi lavoro, e a chi spetta sanzio-nare le nostre Amministrazioni?Sono tanti i rischi che an-diamo incontro e che ci pro-vocano danni immediati estocastici ne citiamo alcuni: ilrischio di esplosioni di mate-riali infiammabili, l’entrare incontatto con fumi tossici chesi sprigionano durante gli in-cendi, l’essere investiti da vei-coli durante l’intervento, ilrischio di cadute, tagli e con-tusioni, lo stress e l’affatica-mento fisicoA questo punto, diciamo chefar parte del personale che

indossa una divisa non è piùglorioso come lo era pochianni fà, ma adesso è anchecontroproducente in quantonon si ha uno stipendio ade-guato al tenore di vita, non silavora in sicurezza quindi ri-schi di farti male, inoltre rag-giungere quel traguardodella pensione è diventatoimpossibile.Per questo chiediamo, che ilGoverno ci ripensi, ed af-fronti in modo scientificocome i professori sanno fare,questo delicato argomentoche è tanto caro a chi portauna divisa ed ha servito perdiversi anni lo Stato. Quindibisogna inquadrare bene lasituazione lavorativa cono-scendo i rischi e i pericoli perpoi trarne le conclusioni e ca-pire se le nostre richiestesono fondate o infondate.

Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero al Congresso UGL

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MEDICINA

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> a cura dell’ UFFICIO STAMPA

Federazione Nazionale UGL - VVF

Il burnout o sindrome daburnout è un processostressogeno legato alle pro-

fessioni d'aiuto (helping pro-fession).Queste sono le professioni chesi occupano di aiutare il pros-simo nella sfera sociale, psico-logica, etc.Si parla quindi di vigili delfuoco, poliziotti, infermieri,medici, psicologi, psichiatri,assistenti sociali, preti ecc.Queste figure sono caricate dauna duplice fonte di stress: illoro stress personale e quellodella persona aiutata.

Ne consegue che, se non oppor-tunamente trattate, queste per-sone cominciano a sviluppare unlento processo di "logoramento"o "decadenza" psicofisica dovutaalla mancanza di energie e di ca-pacità per sostenere e scaricarelo stress accumulato. Letteral-mente burnout sigifica proprio"bruciare fuori". Dunque è qual-cosa d’interiore che esplode al-l’esterno e si manifesta.Burnout è il “non farcela più”,l’insoddisfazione e l’irritazionequotidiana, la prostrazione e losvuotamento, il senso di delu-sione e di impotenza di moltilavoratori, in particolare diquelli che operano all’internodelle cosiddette professioni di

aiuto, ossia di attività nellequali il rapporto con l’uten-te/cliente ha un’importanzafondamentale in termini di si-gnificato e di lavoro in sé. Tutte le professioni socioassi-stenziali implicano un intensocoinvolgimento emotivo: l’in-terazione tra operatore edutente è centrata sui problemicontingenti di quest’ultimo(psicologici, sociali o fisici) edè, perciò, spesso gravata dasensazioni d’ansia, imbarazzo,paura o disperazione. Poichénon sempre la soluzione deiproblemi dell’utente è sem-plice o facilmente ottenibile, lasituazione diventa ancora piùambigua e frustrante e lo

NUOVE MALATTIE PER

I VIGILI DEL FUOCO

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stress cronico può logorareemotivamente l’operatore econdurlo al burnout. Questo viene normalmente de-finito come una sindrome diesaurimento emotivo, di deper-sonalizzazione e di ridotta rea-lizzazione personale, che puòinsorgere in coloro che svolgonouna qualche attività lavorativa“di aiuto”: dunque uno stato dimalessere, di disagio, che con-segue ad una situazione lavora-tiva percepita come stressante eche conduce gli operatori a di-ventare apatici, cinici con i pro-pri “clienti”, indifferenti edistaccati dall’ambiente di la-voro. In casi estremi tale sin-drome può comportare gravidanni psicopatologici (insonnia,problemi coniugali o familiari,incremento nell’uso di alcol ofarmaci) e deteriora la qualitàdelle cure o del servizio prestatodagli operatori, provocando as-senteismo e alto turnover.Pur essendoci definizioni di-verse della sindrome del bur-nout gli autori concordano nelconsiderarlo non un evento,ma un processo che si sviluppadiversamente a seconda dellepeculiarità soggettive e delcontesto sociale.In conclusione è l'esito patolo-gico di un processo stressogenoche colpisce le helping profes-sion qualora queste non rispon-dano in maniera adeguata aicarichi eccessivi di stress che illoro lavoro li porta ad assumere.La sindrome del burnout nelpersonale della vigili del fuoco,considerato anche la rilevanza

sociale del fenomeno, sta ri-scontrando un notevole inte-resse da parte della letteraturapsicologica e psichiatrica. Gli effetti dello stress lavora-tivo sulle condizioni di salutedei vigili del fuoco ed i conse-guenti rischi di burnout coin-volgono numerosi fattori che sisviluppano diversamente inogni individuo e/o in ciascunacategoria professionale.L’azione patogena dello stressprotratto nel tempo, argomentosu cui è ormai disponibile unaampia casistica sperimentale eclinica, anche se originaria-mente ristretti all’ambito lavora-

tivo, può determinare reazionidisadattative che si estendonoalla sfera extralavorativa fino afavorire l’insorgenza di quadrinevrotici o depressivi .Risulta confermata, anche a li-velli subclinici, l’ipotesi di unacorrispondenza fra grado di bur-nout lavorativo e manifestazionisintomatologiche dell’ansia, inparticolare con le sue espressionisomatiche e con le modificazionidel tono dell’umore in senso de-pressivo, quali indicatori di undisagio lavorativo che tende acoinvolgere aspetti più generalidella personalità di chi opera inemergenza.Tale esito sembra essere moltofrequente quando l’operatorepercepisce una forte discre-panza fra aspirazioni di car-riera e performance effettiva. Rimane, tuttavia, ancora pocoapprofondito il problema dellecaratteristiche personologichedell’operatore predisponenti ilburnout e le strategie di co-ping impiegate per fronteg-giare lo stress nelle cosiddettehelping professions.

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> di STEFANO MARSELLA

Presidente del Sindacato Nazionale

Direttivi e Dirigente UGL Vigili del Fuoco

Gli incidenti nei luoghicostituiscono un aspet-to di grave criticità nel

panorama, già poco incorag-giante, del mondo del lavoro. Una delle risposte che le istitu-zioni forniscono a questa do-manda di maggior sicurezza èl'impegno a migliorare le normeed a renderle più aderenti alleesigenze effettive del mondodel lavoro. Questo impegno non è facile,sia perchè deve mettere in-

sieme esigenze a volte diver-genti, sia perchè presupponeuna conoscenza approfonditadelle reali problematiche da ri-solvere. In questo ambito, laposizione di maggior rilievonella produzione delle norme èquella della Commissione Con-sultiva Permanente per la sa-lute e sicurezza sul lavoro, allaquale partecipa anche l'UGLcon i suoi rappresentanti, PaoloVaresi e Eva Pietrantonio.La Commissione, tra le diverseattività, elabora norme specifi-che attraverso dei comitati spe-cifici. In questo ambito, ilSindir-Ugl VVF partecipa ai la-

vori di alcuni dei Comitatifornendo con i propri rappre-sentanti un apporto molto spe-cializzato sulla lotta ad alcunitipi di rischio. In particolare,ora sta seguendo le attività didue sottocomitati:

SICUREZZA

Lavori della Commissione Consultiva Permanente

SICUREZZA SUL LAVORO

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Il Sottocomitato n.2Procedura standardizzata perla valutazione dei rischi. Il compito di questo gruppo èquello di elaborare un modellodi valutazione del rischio cheaiuti i datori di lavoro delle atti-vità più piccole ad elaborare undocumento di valutazione delrischio completo senza dover ri-correre al contributo di speciali-sti, che costituiscono in alcunicasi un onere non sostenibili.In un certo senso, il valore so-ciale di questo sottocomitato èdi grande valore, perchè cercadi rendere la cultura della sicu-rezza a portata di tutti i datoridi lavoro, indipendentementedal livello culturale dei singoliinteressati;

Il Sottocomitato n.9 Articoli pirotecnici.

Questo gruppo è stato costi-tuito recentemente a seguitodi una catena di incidenti mor-tali verificatisi in alcuni piccolistabilimenti di produzione.In questo caso il problema da

affrontare è quello del coordi-namento normativo (le normesono stabilite dal Ministerodell'Interno) e della rispostada dare alle sollecitazioni per-venute dal Senato per elevareil livello di sicurezza di questotipo di attività produttiva.

La Commissione consultiva per-manente per la salute e sicu-rezza sul lavoro opera ai sensidell’art.6 del D.Lgs. 81/2008,presso il Ministero del Lavoro edella Previdenza Sociale .La Commissione, composta dairappresentanti dei ministericompetenti, delle regioni e daesperti designati delle organiz-zazioni sindacali dei lavoratorie delle organizzazioni sindacalidei datori di lavoro ha,diversecompetenze, tra cui:• esaminare i problemi applica-

tivi della normativa di salutee sicurezza sul lavoro e for-mulare proposte per lo svi-luppo e il perfezionamentodella legislazione vigente;

• validare le buone prassi inmateria di salute e sicurezzasul lavoro;

• definire criteri finalizzati alladefinizione del sistema diqualificazione delle imprese edei lavoratori autonomi

• valorizzare sia gli accordi sin-dacali sia i codici di condottaed etici, adottati su base volon-taria, che, in considerazionedelle specificità dei settori pro-duttivi di riferimento, orientinoi comportamenti dei datori dilavoro, anche secondo i prin-cipi della responsabilità sociale,dei lavoratori e di tutti i sog-getti interessati, ai fini del mi-glioramento dei livelli di tuteladefiniti legislativamente;

• valutare le problematiche con-nesse all’attuazione delle diret-tive comunitarie in materia disalute e sicurezza del lavoro;

• promuovere la considerazionedella differenza di genere inrelazione alla valutazione deirischi e alla predisposizionedelle misure di prevenzione;

• indicare modelli di organizza-zione e gestione aziendale aifini di cui all’articolo 30 delD.Lgs. 81/2008.

COSA È LACOMMISSIONE CONSULTIVA PERMANENTE

PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

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NOTIZIE

POLIZIA & ISTITUZIONI46

Irappresentanti sindacali diUgl, Cgil, Conapo e CsaCisalhanno manifestato il 16 feb-

braio davanti alla Prefetturacontro il nuovo ComandanteProvinciale. La richiesta è una esemplice: "Commissariate il co-mando di Bari".I Vigili del Fuoco di tutta la pro-vincia non ci stanno alla scarsaattenzione che il nuovo coman-dante, l'ingegner Cesare Gaspari,dedica alle loro richieste nono-stante i passi in avanti fatti con ilpredecessore. Per questo sotto lapioggia, il freddo e qualchefiocco di neve, si sono riuniti da-vanti alla Prefettura del capo-luogo pugliese i rappresentantisindacali delle sigle Cgil, Co-napo, CsaCisal e Ugl che lamen-tano "attrezzature non adeguate,automezzi spesso rotti e sedi di-staccate fatiscenti"."Non possiamo lavorare in questecondizioni", spiega Antonio Atto-lico della Cisal che continua:"Tutto questo è gravissimo.

Nella Provincia, considerando i di-staccamenti, siamo circa 600 traamministrativi e operativi, che sitraducono in 80 persone a turno".E ciò non basta? "Assolutamente no.Ci vorrebbe un incremento del50% sul personale".In città la situazione non cambia:solo 5 pompieri per distaccamento."Ci hanno bloccato il turn over, imezzi sono pochi e rovinati e sonomesi, anzi quasi anni, che atten-diamo gli straordinari in bustapaga. Per non parlare, poi, deipassaggi di qualifica del personalemai attivati, e la mancata corre-sponsione degli arretrati", testi-monia il rappresentante dellaCgil, Carmelo Pesola: "Nove mesi fa, quando c'era il pre-decessore di Gaspari, eravamo riu-sciti a riorganizzare la gestione delcomando". Poi? "S'è perso tutto".E sottolinea: "Ci accusano diprendere chissà quale stipendio. Inrealtà la nostra busta paga è di1300 euro al mese, compresa l'in-dennità di servizio".

Il Segretario Nazionale dell’UglVigili del Fuoco Pasquale Ma-grone e il Segretario ProvincialeUgl Vigili del Fuoco Bari Leo-nardo Tamasicchio, presentialla manifestazione hannoespresso tutto il loro malcon-tento, la realtà hanno dichia-rato è che nel Comando di Barisi sta lavorando con uomini ri-dotti e mezzi fatiscenti. Hannodichiarato che ci sono casermefatiscenti che andrebbero ri-strutturate inoltre si sono ap-pellati al Sindaco affinchè possatrovare una soluzione equa perospitare i Vigili del Fuoco du-rante i lavori.Il punto è: se si avviano i la-vori, dove andrà a finire il di-staccamento? Il centro nonpuò rimanere sguarnito. "Ciappelliamo al sindaco di Bari,Michele Emiliano, affinchè, du-rante le opere di ristruttura-zione, ci dia la disponibilità dialcune stanze della casermaRossani".

BARI: UGL VIGILI DEL FUOCO

IN PROTESTA

“NON POSSIAMO LAVORARE COSÌ”

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Articolo 1Il Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali (d’ora in poi indicatocome “MiBAC”) ed il Ministerodell’Interno – Dipartimento deiVigili del Fuoco, del SoccorsoPubblico e della Difesa Civile(d’ora in poi indicato come “Mi-nistero”) intendono instaurare unrapporto continuativo di coope-razione al fine di definire modellie procedure di analisi del rischio

incendio, di pianificazione inte-grata di emergenza e di inter-vento che, nel rispetto delleesigenze di tutela e conserva-zione degli edifici di interesse cul-turale, consentano di garantirneun adeguato livello di sicurezza.

Articolo 2Per le finalità di cui all’art.1 è co-stituita una Commissione pari-tetica di sei membri designati

dalle rispettive Amministrazioni,oltre il Presidente che verrà de-signato dal Ministro dell’Interno,d’intesa con il Ministro per i Benie le Attività Culturali.

Articolo 3I compiti della Commissionesono i seguenti:• Analisi del rischio incendio

di siti culturali del Mi BAC econtributi tecnico-scientifici

SINDACALE

POLIZIA & ISTITUZIONI48

PROTOCOLLO D’INTESA

TRA IL MINISTERO PER I BENI CULTURALIE IL DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO

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alla pianificazione integratad’emergenza;

• Programmazione e pianifica-zione delle attività di forma-zione congiunta rivolta aglioperatori delle due Ammini-strazioni chiamati ad operarenegli scenari emergenziali;

• Programmazione e pianifica-zione delle attività di forma-zione rivolte ai dipendentidel Mi BAC incaricati dell’at-tuazione delle misure di pre-venzione incendi e lottaantincendi e di evacuazionedei luoghi di lavoro, di cui al-l’art. 18 comma 1 lettera b)del d. Lgs. 81/2008;

• Programmazione e pianifica-zione di esercitazioni finaliz-zate alla implementazioneed alla verifica di modelli diintervento integrato;

• Programmazione e pianifica-zione di attività ricognitivepresso i siti culturali delMi BAC, secondo modellioperativi condivisi;

• Predisposizione di protocollidi comunicazione per l’effi-cace scambio di informazioni,sia per le problematiche diprevenzione incendi che perla gestione delle fasi emer-genziali;

• Analisi e studio delle norma-tive di settore, anche al fine di

proporre i necessari aggiorna-menti, con specifico riferi-mento al D.M. 20 maggio1992, n. 569, al D.P.R. 30 giu-gno 1995, n. 418, al D.P.R.1^ agosto 2011, n.151;

• Analisi e monitoraggio sul-l’applicazione delle proce-dure di prevenzione incendinei siti culturali del Mi BAC;

• Pianificazione di campa-gne di sensibilizzazione suitemi della sicurezza rivolteai visitatori dei luoghi dicultura, con particolare ri-guardo alla popolazionescolastica.

Articolo 4La Commissione ha sedepresso il Mi BAC.Per le attività di carattere opera-tivo e per la gestione delle emer-genze la Commissione operain diretto collegamento con

il Centro Operativo Nazionaledei Vigili del Fuoco, presso cuisi trasferisce in caso di criti-cità. Il Modello Operativo diintervento sarà applicato ini-zialmente a livello centraleper essere poi esteso a livelloperiferico.

Articolo 5Con successivi atti sarannoquantificate le risorse econo-miche e strumentali da desti-nare allo svolgimento delleattività previste dal presenteprotocollo ed individuate lefonti di finanziamento.

Articolo 6Il presente protocollo è attivatocon decorrenza immediata eavrà scadenza al 31 dicembre2014, salvo eventuali prorogheconcordate tra le Amministra-zioni interessate.

POLIZIA & ISTITUZIONI 49

Sulla base del protocollo di in-tesa tra il nostro Dipartimento eMinistero dei Beni e le attivitàculturali, abbiamo chiesto chia-rimenti e possibilmente dellerassicurazioni sul contenutodello stesso.In particolare, nel sottolinearel’importanza del ruolo istituzio-nale e delle competenze delCNVVF in materia di prevenzioneincendi e di gestione delle attivitàdi soccorso tecnico urgente:

• si ritiene importante rivendicareil ruolo centrale e di coordina-mento che il Corpo deve averedurante tutte le emergenze.A questo riguardo è utile ag-giungere che, a differenza diqualsiasi altro ente, il Corpo haimpegnato diverse risorse nelmiglioramento della risposta incaso di emergenze che interes-sano il patrimonio culturale,acquisendo anche competenzespecifiche nella gestione delle

emergenze, che dovrebberotrovare una valorizzazione mi-gliore di quella che sembraemergere dal protocollo;

• si chiede di chiarire il sensodel punto del protocollo cheriguarda il monitoraggiodell’attività di prevenzioneincendi la cui attuazione,come peraltro nel caso delsoccorso, sembra che rientritra le tante responsabilità deiComandanti Provinciali.

UGL VVF CHIEDE

UN RUOLO CENTRALE PER I VIGILI DEL FUOCO

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