PICCOLA PREMESSA in DUE SLIDE Non rendiamoi …...Luisa Carrada (editore Zanichelli). Un ottimo...
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PICCOLA PREMESSA in DUE SLIDE
Non rendiamoci ridicoli, e quindi non credibili, con l’itanglese(l’uso approssimativo e inutile dell’inglese quando esiste un corrispondente termine italiano)
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I guasti dell’itanglese
I guasti dell’itanglese
Due esempi:
«I soft skill necessari per questa posizione sono embeddati in me. My English Friends can really testify! E non solo loro…» (da una lettera di autopresentazione)
«Facebook avrà una task force per il fact checking delle fake news”(da un lancio di agenzia)
Il punto di vista di Anna Maria Testa
Https://nuovoeutile.it/tra-italiano-e-itanglese/
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perché… le parole sono importanti(Moretti)
da
«Lavoro dunque scrivo»
di
Luisa Carrada (editore Zanichelli).
Un ottimo testo per la scrittura professionale
«Cercare la parola giusta anche senza essere Flaubert»• per scegliere la parola giusta bisogna
conoscerne tante• i vocabolari sono i nostri amici, anche
quello etimologico• quando vogliamo farci capire proprio
da tutti, scegliamo le parole del Vocabolario di Base
• è sempre possibile spiegare con parole semplici quelle più difficili
• impariamo a distinguere tra parole tecniche e pseudotecnicismi
• le parole concrete e precise sono da preferire a quelle astratte e generiche
• quando scriviamo per il web le parole precise aiutano anche il motore di ricerca
• i verbi mettono in movimento il testo, troppi sostantivi lo appesantiscono
da
«Lavoro dunque scrivo»
di
Luisa Carrada (editore Zanichelli).
Un ottimo testo per la scrittura professionale
• l’articolo determinativo conferisce unicità e precisione
• le frasi più semplici e brevi esaltano il loro oggetto
• l’avverbio deve rafforzare il verbo, non diluirlo
• scegliamo gli aggettivi per aggiungere dettagli, informazioni, sfumature, non enfasi
• usiamo senza problemi le parole straniere solo quando non hanno una buona e dignitosa alternativa in italiano; in tutti gli altri casi pensiamoci su.
Come tutte le regole, possono anche essere violate. Ma con la consapevolezza che lo stiamo facendo e per uno scopo ben definito.
Public Speaking:is the process of speaking to a group of people in a structured, deliberate manner intended to inform, influence, or entertain
the listeners(“è il parlare ad un gruppo di persone in modo strutturato, con lo scopo dichiarato di
informare, influenzare o intrattenere gli ascoltatori»)
Dopo questa panoramica su alcuni «fondamentali» della comunicazione, torniamo al
che sinceramente non mi convince perché non sottolinea abbastanza che si parla CON un pubblico piuttosto che A un
pubblico…
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• comunicare è
entrare in
rapporto dialettico
con gli
interlocutori
• l’orientamento
deve essere al
pubblico, non al
copione
E aggiungiamo…
La retorica e l’oratoria sono nate tantianni prima nell’area mediterranea.
Insomma dalle parti nostre
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Oggi «public speaker», ieri…
Socrate Aristotele QuintilianoCiceronePlatone Demostene
• La retorica e l’oratoria sono forme antiche di studio della comunicazione. Da sempre gli uomini sono stati affascinati dalle grandi capacità comunicative di alcuni di loro di ottenere degli effetti di coinvolgimento e persuasione sul pubblico degli ascoltatori
• Più di 2000 anni fa, in Grecia, il parlare in pubblico era un’attività fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita della polis. Quest’arte veniva studiata, analizzata, raffinata e trasmessa alle nuove generazioni. E così a Roma.
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Uno dei tanti debiti che il comunicatore di oggi ha nei confronti dell’oratore romano (e, prima ancora, greco) …
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DA DOVE NASCE LA REGOLA DELLE CINQUE W
Quis? Who? Chi?
Quid? What? Che cosa?
Quando? When? Quando?
Ubi? Where? Dove?
Quomodo? (Come?)
Cur? Why? Perché?
Quibus auxiliis? (Con quali strumenti?)
Ora aiutatemi…
Se vi chiedo di dirmi il nome di un personaggio, di tutti i tempi, fondamentale per la Comunicazione, chi
vi viene in mente?
Tutti parlano di quel
postero ingrato e
parolaio di Cicero !..e
io ?? Che ho
scritto…
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Lui ha scritto “Sulla Retorica”.
Punto di riferimento per tutti quelli
che sono venuti dopo. Compreso
Cicerone, autore di un grande «manuale»:
il De Oratore
Lui è Aristotele! Il
più grande dei
filosofi.
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Nella «Retorica» studia l’organizzazione del
discorso per influenzare i pensieri, le idee e i comportamenti del
pubblico
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LogosI contenuti
Le argomentazioniLe parole decisive
EthosLa personalitàL’affidabilitàLa credibilità
PathosL’immedesimazione
La partecipazioneLa capacità empatica
Marco Tullio
Cicerone:
nel suo De Oratore il
corso più completo per
Public Speaker
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magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà
dell’ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
nonché del ritmo a integrazione della parola
“ … Sed haec omnia perinde sunt ut aguntur. Actio, inquam, in
dicendo una dominantur. Sine hac summus orator esse in
numero nullo potest, mediocris hac instructus summos saepe
superare. …
…quae sic ab illo esse acta constabat oculis, voce, gestu, inimici
ut lacrimas tenere non possent…” *
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magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà (se
non la supremazia)
dell’ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
nonché del ritmo a integrazione della parola
“…Tutti questi ornamenti dipendono però dal modo in cui vengono
presentati. L’actio, intendo, è il fattore preponderante nell’oratoria;
senza questa il migliore degli oratori può non valere nulla, mentre un
oratore mediocre, abile in questa, spesso può superare i migliori…
…E tutti concordavano sul fatto che egli pronunciasse queste parole
accompagnandole con degli sguardi, un tono di voce e dei gesti tali
che neppure i nemici potevano trattenere le lacrime…” (Cicerone sta
parlando della capacità affabulatoria di Gracco)
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L’ACTIO presupponedi
• essere padrone dei contenuti(«rem tene, verba sequentur» Catone)
• averli metabolizzati
• saperli esporre a diversi livelli di sintesi rispettando i tempi a disposizione
• sentire di proporre qualcosa che è profondamente nostro
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Le mappe mentali aiutano la metabolizzazione e la rappresentazione dei contenuti; e la disponibilità dei livelli di sintesi
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Marzo 2010. Aula Blu1 Città Universitaria. Corso prof. M. Stancati «Pianificazione dei Media nelle strategie d’impresa»
“Quando arrivo sul set, mi
occupo subito con scrupolo
di rivedere le mie battute
del giorno. Comincio a
tagliare o aggiungere
parole, in modo da
sistemarlo per bene nello
stomaco. Le parole
devono uscire dagli
occhi. Se uno non pensa
quel che dice, l’occhio lo
rivela…Per questo faccio in
modo che il dialogo mi
corrisponda, diventi
profodamente mio.”
Jean Gabin
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L’importanza di capire, acquisire fino in fondo, fare proprio:
metabolizzare un contenuto
Apri la mente a quel ch’io ti paleso
e fermalvi entro; che non fa scienza,
senza lo ritener, aver inteso.
Dante. Paradiso, Canto V
Ma possiamo usare le parole degli altri?
Sì, se:
• non ce ne attribuiamo la paternità• ci riconosciamo in quelle parole• ci trasferiamo i nostri vissuti
perché come dice Troisi/il Postino…
Ma possiamo usare le parole degli altri?
Sì perché, come dice Troisi/il Postino: La poesia non è di chi la scrive ma… di chi gli serve!
Comunicare in pubblico non è…
Leggere un discorso scritto
Recitare un discorso imparato a memoria
Leggere delle slide
Seguire rigidamente uncopione predefinito
Perché?
Perché ci sono
gli altri, loro, il pubblico!
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Comunicare è entrare in relazione
Parlare in pubblico significa innanzitutto rivolgersi ad altri, e non a noi stessi
La comunicazione in pubblico è un processo di relazione con qualcuno
Entrano in gioco relazioni, contenuti, aspettative, motivazioni, culture, vissuti di un gruppo di persone. Aspetti che interagiscono nel processo di comunicazione
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Le cose scritte non servono per un discorso; devono essere tradotte
nella forma comune del parlare spontaneo
Mark Twain
Il discorso pubblico è un evento dinamico
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Nel discorso pubblico è protagonista la persona
Vince la spontaneità – L’ho metabolizzato; ora posso dimenticarmi del copione
Vincono i vissuti – Le cose che dico sono filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie, dalla mia testimonianza
Vince l’orientamento agli altri – Gli altri sono così importanti che mi dimentico di me
Vince la relazione – Nessun contenuto è così importante da dimenticare chi ho di fronte
Tono colloquiale
Importanza di storie
e narrazioni
Non pensare: “come sto andando?” ma: “come
sta reagendo il pubblico”
Copione flessibile e capacità di adattamento
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Procedete dal noto all’ignoto. Partite da ciò che si suppone sia conosciuto, per introdurre cose nuove
Andate dal semplice verso il complesso. Iniziate con le cose più facilmente comprensibili, e aggiungete elementi via via che procedete
Partite dal condiviso per arrivare al discutibile. Cominciate con lo stabilire delle cose che siano condivise da tutti, per evitare di doverci poi tornare sopra
La dinamica dell’esposizione
Es: partire da alcuni numeri risaputi o da fatti noti agli interlocutori. Oppure da episodi pubblici noti
Es: partire da un’esigenza, un problema o a un bisogno del cliente per arrivare alla “nostra” soluzione
Es: partire da una descrizione di massima, per entrare poi nei dettagli
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Aneddoti personali
Storie e narrazioni
Parabole
Domande dirette
Citazioni da film
Metafore
Paragoni
Immaginate che…
Aumentare l’efficacia e l’interesse
Ruolo emotivo (interessare)
Ruolo cognitivo (spiegare)
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E adesso proviamo ad analizzare il diverso stiledi otto comunicatori
DE GASPERI OBAMA GRILLO
H. CLINTON
l’autorevolezza la prosodia il linguaggio del corpo
la sintonia l’informalità
BENIGNI RENZI MATTEITRUMP
la narrazione
l’ orgoglio
la visceralità
L’uso delle narrazioni
È un luogo comune largamente superato che l’esposizione debba essere asettica e impersonale. Al contrario, raccontare storie vissute in prima persona o aneddoti aumenta l’efficacia complessiva dell’esposizione. Questo perché:
• La storia ci coinvolge narrativamente
• Nel particolare capiamo meglio i concetti generali
• Una storia trasforma l’astratto in concreto
• Nella narrazione i protagonisti siamo noi (e chi ci ascolta)
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Avviamoci alla conclusione. Cosa vogliamo?
• Parlare bene?
Allora basta assimilare la tecnica delle cose che abbiamo esplorato oggi
• Comunicare bene?
La tecnica non basta. Occorre un atteggiamento mentale
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Parlare? Prima… leggere e ascoltare
perché il vero/a comunicatore/trice è…
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…e un «narratore in ascolto»* usa gli strumenti della retorica ma non dimentica mai che alla base della comunicazione c’è il metodo socratico dell’ironia edella maieutica che ci consente di riconoscere l’altro come interlocutore, prima che come pubblico
* la definizione/sintesi «narratore in ascolto» è di Roberta Casasole
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Socrate: il grande ostetrico della verità
Non possiamo dimenticare un fatto basilare: leggere (su carta o sul web; basta obbligarsi a non saltare le righe) aiuta a organizzare il pensiero.
Se la capacità di affrontare testi complessi e di argomento astratto va riducendosi, si riduce anche la possibilità di strutturare un ragionamento decente su argomenti complessi e astratti.
…leggere e ascoltare. Per esempio Anna Maria Testa
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Forse è il momento giusto perché ciascuna persona di buone risorse e buona volontà si proponga di scambiare attivamente conoscenza.
E, possibilmente, non solo con coloro che sente affini.
Di fare la sua parte con l'obiettivo di costruire, sul territorio e nel web, una rete informale, amichevole e accessibile, empatica (…) di trasmissione della conoscenza.
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E', forse, anche il momento giusto perché ciascuno di noi, oltre a diffondere ciò che sa, si proponga di imparare ogni giorno qualcosa di quello che non sa, connettendo dati nuovi per produrre nuove idee.
E accettando, con questo, il rischio di dover modificare la trama che definisce il suo paesaggio mentale.
Sì, è un esplicito invito alla militanza del sapere.
… ascoltiamo per esempio Anna Maria Testa
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Parafrasando…
…il mio è un esplicito invito ad essere non “bravi parlatori” ma “comunicatori in ascolto” e quindi un esplicito invito alla
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Le parole che sono state più percepite(«nuvola» realizzata da un partecipante ad altro corso sulla base dei suoi appunti)
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Le parole che ho usato di più(«nuvola» realizzata da un partecipante sulla base dei suoi appunti )
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Parole e citazioni che ho usato di più(«nuvola» realizzata da altro partecipante al medesimo corso 2016)
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La sinopia (come abbiamo già detto) è importante. Avere un disegno sottostante, una traccia, una scaletta, una mappa è fondamentale.Per collocare ogni cosa al suo posto.Per costruire qualsiasi cosa…anche un seminario come questo.
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Queste quelle di Roberta, in fase di recepimento dei contenuti, pensate per sé e per gli altri
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G. Mason
Giacomo Mason https://goo.gl/VbqySf
http://www.intranetmanagement.it
Nella realizzazione delle slide mi sono liberamente ispirato alle elaborazioni di Cristina Rigutto e Giacomo Mason e ho utilizzato materali tratti dai loro siti
Cristina Riguttohttps://www.tuttoslide.com/
Ringraziamenti
Fondamentali le ultime 2 lezioni della settimana prossima.
Martedì 22 maggio, ore 13
Incontro con Carlotta Ventura sulle strategie comunicative di
Fondamentali le ultime 2 lezioni della settimana prossima.
Mercoledì 23 maggio, ore 15Ultima lezione:
avanzamento dei project work
L’ultima lezione di mercoledì 23 maggio sarà dedicata alla discussione dell’avanzamento dei project work.
Ciascun gruppo di studenti fornirà un sintetico resoconto di quanto realizzato e dei successivi step di lavoro, con particolare riferimento a:- profilo aziendale- organizzazione del gruppo di lavoro - fonti di documentazione- stato dell’intervista etc.
Gli studenti potranno eventualmente avvalersi di slide o altri supporti.
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Alla settimana prossima: preparati a intervistare Carlotta e il giorno dopo a raccontare i vostri progetti!