AMPLIAMENTO OFFERTA FORMATIVA Scuola dell Infanzia - Scuola Primaria - Secondaria di 1°grado.
Piano offerta formativa - Secondaria 2014
-
Upload
pier-angelo-morbis -
Category
Documents
-
view
227 -
download
2
description
Transcript of Piano offerta formativa - Secondaria 2014
Scu
ola
sec
ond
aria
anno scolastico 2013 - 2014 3 TERZA PARTE
Pianificazione scolastica
Scuola Secondaria
com
unit
à re
ligi
osa
Sac
ra F
amig
lia
centro Educativo e Scuola santa Paola Elisabetta Cerioli
piano offerta formativa
pof e Curricolo
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
2
SALUTO CarigenitorideiragazzidellaSecondariadiI°
questoèilnostroPianodell’OffertaFormativa(=POF),lacartadiidentitàdelnostroCentroEducativoeScuola.
ConilPOFviinvitiamoaleggereancheilCurricolodiScuolaattraversoilqualeconoscete
laprogrammazioneannualedelledisciplinescolasticheconlecompetenzeeducativeedidattichechedevonoraggiungereivostri igli.
ConilPOFeconilCurricolodiScuolaènecessarialaletturadel
RegolamentodivitadellaScuolaPrimaria,strumentodiorientamentoeducativo
maanchedelleregolechesoggiacionoallavita.
Af idandociivostri igli,levostre iglie,viricordiamocheabbiamoilcompitodifarapprezzare
ilvaloredellaculturaelanecessitàdiimparare;ma‐enoiloabbiamoimparatoneglianni‐
vogliamofarintuirelorolecoseessenzialipervivere:lastimadisé,lacollaborazionecongliamici,
lasolidarietàconipiùinfelici;e,piùinprofondità,attrezzarliperviverelavita.LavitaèbellaepromettenteperchéabitatadaDio.
Perrealizzaretuttoquestochiediamolacollaborazioneconvoigenitori.Lanostrapropostaèunostrumentopersprigionarelemigliorienergie
deibambinidioggi,chesarannogliadultidelfuturo.
Buonannoscolastico!p.Antonioep.Luca
conlaComunitàeducanteescolasticaOrzinuovi2settembre2013
Scu
ola
sec
ond
aria
3
TERZA PARTE
pianificazione scolastica
Le soluzioni di carattere educativo e didattico
del Centro educativo e Scuola Santa Paola Elisabetta Cerioli
PIANO GENERALE POF fascicolo 1 Progetto educativo della Congregazione
fascicolo 2 La Scelta educativa (I parte) Percorsi formativi (II parte)
fascicolo 3 Pianificazione scolastica (III parte): pof - Scuola dell’infanzia A pof - sezione Primavera B pof - Scuola primaria pof - Scuola secondaria
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
4
Questa terza parte del POF riguarda la PIANIFICAZIONE SCOLASTI-
CA nell’individuazione delle soluzioni di carattere organizzativo e didattico. Questo livello corrisponde alle rifiniture di una casa. È la parte più pratica e organizzativa e ha il compito di tradurre in metodologie adeguate e scelte chiare il progetto di fondo. Le di-verse parti in cui è strutturata l’intera organizzazione permette di suddividere l’intera proposta formativa. Per evidenziare il carattere unitario della nostra Scuola presenteremo i progetti del POF della Scuola dell’Infanzia (materna), della Scuola Primaria (elementare) e della Scuola Secondaria (media) Questa parte comprende anche la DIMENSIONE VALUTATIVA. Nel progetto di una casa corrisponde da un lato alla soddisfazione di tutte le certificazioni vigenti in ordine alla sicurezza e dall’altro alla interrogazione circa la soddisfazione di colui che l’ha co-struita e di colui che la abita. Concretamente vi si trovano i crite-ri per l’autovalutazione, la valutazione dell’apprendimento e la valutazione dello stesso piano dell’offerta formativa.
Scu
ola
sec
ond
aria
5
scuola secondaria
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
6
La Scuola Secondaria di I° grado Santa Paola Elisabetta Cerioli è una scuola cattolica, pubblica non statale, legalmente riconosciuta dal 13 maggio 1989 e dall'anno 2000-2001 è scuola paritaria.
È gestita dai religiosi della Congregazione religiosa della Sacra Fa-miglia, fondata nel 1863 da santa Paola Elisabetta Cerioli, una ma-dre di famiglia divenuta educatrice di tanti altri figli. La sua offerta formativa si riferisce concretamente alle intuizioni e alle scelte che animarono l’azione di Paola Elisabetta Cerioli: mettersi al servizio del territorio, con la precisa finalità di istruire, educare ed assistere i ragazzi, per prepararli, anche culturalmente, all’inserimento pie-no, maturo e dignitoso nella società.
La Comunità religiosa si avvale della competente collaborazione di docenti ed educatori ben istruiti e formati.
La scuola è situata a Orzinuovi e inserita in una vasta area verde utilizzata per le attività ricreative e sportive dei ragazzi. Accanto alla scuola sorge un centro sportivo, gestito anch’esso dalla Comuni-tà religiosa, con piscine aperte al pubblico e utilizzate durante l'anno scolastico dagli stessi alunni.
Con la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria, la Scuola Seconda-ria è frequentata da circa 600 alunni provenienti dal territorio dei paesi distanti fino a 30 Km da Orzinuovi ed inserita nel contesto del Centro educativo.
ORARIO DI APERTURA
DEL CENTRO EDUCATIVO SCOLASTICO da lunedì a venerdì: 07.30 - 17.30
ORARIO DI APERTURA DELLA SEGRETERIA
È aperta ai genitori, docenti e alunni: da Lunedì a Venerdì
ore 8.00 - 9.00 ore 12.00 – 13.00 ore 16.00 – 17.00
ORARIO DELLE LEZIONI SCOLASTICHE da lunedì a venerdì: 08.15 - 16.45
ORARIO EXTRASCOLASTICO
tempo pre-scuola: 07.30-08.15 tempo mensa: 13.30-14.00
tempo ricreazione: 14.00- 15.00 tempo post-scuola: 16.45-17.30
Scu
ola
sec
ond
aria
7
I - LA NOSTRA SCUOLA
anno scolastico 2013-14 Alunni Maschi Femmine totale
Classi1^ 31 31 62Classi2^ 33 28 61Classi3^ 41 23 64Totale 105 82 187
Docenti
Religione p.LucaGhirardelli
Lettere,Storia,Geogra ia,CittadinanzaeCostituzione
MonassitaAiol iStefaniaBergamaschiAlesiaDeMartiniElisaCrescini
FlaviaGilberti(suppl)
Storia,Geogra ia,CittadinanzaeCostituzione GuidoZuelli
ScienzeMatematiche GretaDel iniPaolaGrassiLucaColumpsi
LinguaInglese GhidinelliFrancesca
BettoniPaolaLinguaSpagnolo IlariaGusmaroli
Tecnologia PierGiovannaFranguelli
ArteeImmagine StefaniaVei
Ed.Musicale FrancescoPavesi
ScienzeMotorieeSportive TitoCosta
Informatica AndreaCerioli
Dirigenzascolastica
DirigentescolasticoeGestoredellaScuola p.AntonioConsonni
vice‐presideeDirettoreperl’educazione p.LucaGhirardelli
Collaboratoredidattico prof.TitoCosta
Responsabileeducatoriecoordinatoreattivitaextrascolastiche
ManuelFalarti
Segreteria GiovannaCavanusAdrianaFusini
Amministrazione PadreMichelangeloMoioliAusiliaCosta
Sostegno PaoloMondini
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
8
Fes vità nazionali 1 novembre 8 dicembre
25 aprile 1 maggio 2 giugno
festa di tu i San Immacolata Concezione anniversario della Liberazione festa del Lavoro festa nazionale della Repubblica
Regione Lombardia ai sensi dell’art. 138, comma 1° del D.L.vo n. 112 del 31.03.1998
e dell’art. 4, comma 121 della L.R. n. 1 del 05.01.2000
giovedì 12 se embre 2013 sabato 02 novembre 2013
domenica 08 dicembre 2013 dal 21 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014
dal 16 aprile al 22 aprile 2014 Sabato 7 giugno 2014
inizio delle lezioni Commemorazione dei defun Festa dell’Immacolata Concezione vacanze di Natale vacanze di Pasqua termine delle lezioni
Is tuto Sacra Famiglia
Sabato 5 e Domenica 6 o obre
Venerdì 20 dicembre
Giovedì 23 gennaio 2014 Lunedì 3‐martedì 4 marzo 2014
Festa della Scuola e della solidarietà S. Messa con scambio d’auguri nata‐lizi (xsa parr.le) Festa santa Paola Elisabe a Cerioli Vacanza di Carnevale
Vacanza in montagna di Carnevale da giovedì 27 febbraio a lunedì 3 marzo
Vacanza in montagna di Carnevale da giovedì 27 febbraio a lunedì 3 marzo
extra scuola
Gioco Estate: dal 16 giugno al 25 luglio
Gioco Estate d’agosto: dal 28 luglio all’ 8 agosto
Vacanze mare
da lunedì16 a lunedì 23 giugno ragazzi/e v^ primaria, I^‐secondaria da domenica 6 a domenica 13 luglio
ragazzi/e II^ e III^ secondaria
Creativamente Corsi di Musica, Sport, Danza
da o obre a maggio 2014 Esibizioni conclusive a maggio
CALENDARIO GENERALE 2012-2013
Scu
ola
sec
ond
aria
9
1. Adolescenza e adolescenti. Un’età ‘esplosiva’ della vita
2. Le famiglie dei nostri adolescenti
3. Le Scuole della Congregazione della Sacra Famiglia
4. Il Centro educativo e la Scuola S. P. E. Cerioli.
5. La Scuola nel contesto socio-culturale ed economico
6. Le Scuole statali e paritarie di Orzinuovi
7. Breve storia della nostra Scuola
II - L’ADOLESCENZA,
LA NOSTRA SCUOLA, IL SUO CONTESTO
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
10
1. Adolescenza. Un’età ‘esplosiva’ della vita
Gli adolescen che frequentano la Scuola Secondaria S. P. E. Cerioli vivono la stagione della (prima) adolescenza.
L’adolescenza è l’età più difficile, un’età esplosiva! Il corpo, il cuore, l’intelligenza diventano un vulcano.
Anche le relazioni con gli adul e con Dio vengono a raversate da questa instabilità e ricerca.
Se l’immagine per descrivere il tempo dell’Infanzia (Scuola dell’In‐fanzia) è un bambino/a in braccio a sua madre; mentre il bambino che cammina ‐svincolato da papà e mamma‐ racconta il tempo del‐la Scuola primaria, l’adolescenza ha bisogno di diverse immagini per essere descri a: primavera, vulcano, navigazione!
L’adolescenza è come la primavera in cui tu o sboccia, si rinnova, cambia. È come un vulcano che sconvolge ‐nel corpo e nell’anima del ragazzo / della ragazza‐ gli an chi equilibri. È come una naviga‐zione in mare: sembra che non ci sia méta e orizzonte ed invece ogni volta l’adolescente sperimenta l’urgenza di una des nazione, di una guida che sostenga, di amici che lo aiu no.
Questa fase dell’adolescenza della vita è importante perché si ma‐nifesta una legge che pure dovrà essere ricercata come qualificante per rapporto alla vita umana tu a: la vita non è possibile se non nel segno della libertà! … Nel segno di una consegna e di una dedizione all’altro! L’uomo nasce senza scegliere, ma non può vivere se non a questa precisa condizione: di riprendere la prima nascita mediante la sua scelta libera.
Noi, come Scuola, di fronte a ques adolescen ci interroghiamo: Quale Scuola fare?
I nostri orientamen : 1. mo vare allo studio; 2. sviluppare un grup‐po classe laboratoriale; 3. preparare alla Scuola Secondaria di II e al futuro.
La domanda non è disgiunta dall’altra: Di quale famiglia ha bisogno questo adolescente?
1. clima familiare coeso con regole interiorizzate di vita; 2. una sa‐na alleanza con la scuola, nel bene e nel male; 3. la necessità di me ersi in ques one e di lasciarsi formare da altri.
Scu
ola
sec
ond
aria
11
C’è un’ul ma domanda sempre rimossa: A quale Dio affidarsi?
SI pensa che la ques one degli adolescen sia solo emo va o rela‐zionale. Occorre ripensare invece originariamente alla esperienza di fede dei figli adolescen , per non tradirli nelle loro a ese.
2. Le famiglie dei nostri adolescen
Le famiglie che portano i loro figli al nostro Centro e Scuola sono uno ‘spaccato’ delle famiglie del mondo che vivono questo tempo.
Ci sono famiglie che vivono un buon clima familiare e sono sostan‐zialmente unite, anche se molte vivono la ferita della separazione e del disagio, clima non certo favorevole alla riuscita scolas ca del proprio figlio. Ancora più rilevante il disagio che si registra dove i figli vivono situazioni di ro ura familiare spesso seguite da for tensioni tra i due genitori. Il figlio viene spesso conteso dalle due par più come segno di vi oria sull’ ex coniuge che come scelta educa va nei confron del minore.
Si sta imponendo un nuovo modello di ‘vivere la famiglia’, che regi‐stra il modello di tu a la civiltà occidentale. Dal modello ‘figli con genitori’ si sta passando al modello ‘coppia con figlio’. In altre paro‐le: la relazione filiale appare più solida del rapporto spesso instabile tra i coniugi e dunque la famiglia si va cos tuendo anzitu o in fun‐zione del figlio. Come dire che i matrimoni (e le convivenze) si rom‐pono con una certa facilità, ma i bambini restano.
Il clima delle famiglie di oggi è definito da due profili: privata ed affe va.
Privata, nel senso di sistema camente sequestrata rispe o a quei sistemi di scambio sociale, ai quali si affida la vita pubblica; a diffe‐renza di quella tradizionale nella quale era il centro a procedere dal quale prendeva forma ogni rapporto sociale.
Affe va, nel senso che ingrediente del legame familiare, anzi ten‐denzialmente esclusivo, diventa appunto l’affe o.
Ques due tra della figura della famiglia rendono assai arduo il compito educa vo, perché predispone lo spazio per la lievitazione della figura materna, a raverso l’oscillazione dei due comporta‐
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
12
men quali la rassicurazione incondizionata e il cosidde o rica o affe vo.
Le famiglie che scelgono il nostro Centro educa vo e scuola appar‐tengano a questo contesto sociale, culturale ed economico. Tu a‐via le ragioni sono molto variegate: ci sono famiglie che portano i loro figli al nostro Centro per la condivisione di una comune pro‐spe va ideale della vita: cris anamente impostata e saggiamente cara erizzata. Pur nella sua spiccata laicità, la scuola rimane forte‐mente connotata dalla sua iden tà cris ana. Tu avia la scuola è qualificata significa vamente dal suo essere scuola ca olica, aper‐ta a tu .
Ci sono, invece, famiglie che scelgono la scuola perché entrambi i genitori lavorano. Esso appare senza dubbio uno dei mo vi che spinge le famiglie a scegliere un’is tuzione che perme e una cu‐stodia qualificata del bambino per l’intera giornata. La mo vazio‐ne, spesso ben esplicitata al momento dell’iscrizione, perme e di recuperare il senso della collaborazione della scuola con la famiglia, non in senso vicario, sos tu vo, ma nello spirito di un’alleanza co‐stru va.
Queste ragioni non impediscono alla nostra proposta di farsi pro‐posi va e interpellante la coscienza dei genitori. Per noi rimane certo che primi educatori dei figli ‐poiché hanno offerto e con nua‐no ad offrire il contesto di vita‐ sono i genitori.
3. Le Scuole della Congregazione della Sacra Famiglia
1. Il tragi o della vita di santa Paola Elisabe a Cerioli è la realizza‐zione di un ideale: esprimere maternità, crea vità, generosità pri‐ma verso i suoi figli e dopo la perdita dei figli propri, verso i figli degli altri, poveri e senza avvenire. E rintracciare in tu o questo il compiersi della ‘volontà di Dio’.
2. La Congregazione custodisce questo metodo educa vo. Dal pic‐colo gesto di accoglienza di una bambina orfana nacque la Congre‐gazione dei religiosi (4 novembre 1863) e delle religiose (8 dicem‐bre 1862) della Sacra Famiglia che, evangelizzando a raverso l’edu‐cazione, con nuano il sogno di madre Paola Elisabe a Cerioli: fare
Scu
ola
sec
ond
aria
13
del mondo la famiglia di Dio, dove genitori ed educatori fossero come un ponte verso la paternità e maternità di Dio.
3. Un’idea fondamentale della nostra esperienza è che per evangelizzare dobbiamo innanzitu o lasciarci evangelizzare dalla Parola di Dio, dal carisma e dalla vita dei poveri. Evangelizzare educando è stato lo slogan sinte co della nostra esperienza educa va. «Il nostro essere manda ad evangelizzare i poveri» (Lc 4,18) passa inesorabilmente e primariamente nell’impegno a formare le coscienze delle giovani generazioni. In questo senso l’educazione appare sopra u o come la forza più potente ed efficace in grado di fornire l’accesso per tu alla ci adinanza terreste in una comunità planetaria.
4. Il nostro Centro educa vo e la Scuola santa Paola Eli‐sabe a Cerioli.
La Scuola Secondaria S. P. E. Cerioli si pone all'interno di una real‐tà stru urale ed educa va più ampia che è il Centro Educa vo sco‐las co preesistente alla Scuola stessa, avviata nel 1989.
Il Centro Educa vo scolas co è un ambiente forma vo sicuro, fami‐liare, ben organizzato ed inserito in una vasta area verde che inten‐de andare incontro alle varie esigenze delle famiglie. Per questo prevede anche tempi e servizi che vanno al di là dell'offerta mera‐mente scolas ca.
La scuola all'interno del Centro Educa vo scolas co è a vata con finalità ben precise:
‐ tenere aperta una finestra sul mondo interiore di tu i ragazzi per‐ché ciascuno sia artefice del proprio sviluppo;
‐ tenere aperta una finestra sul mondo complessivo di tu i ragazzi del mondo con par colare a enzione per i più sfortuna , senza av‐venire ed impedi di abitare il mondo;
‐ soccorrere le esigenze delle famiglie del territorio che chiedono aiuto educa vo nella ges one della crescita dei propri figli;
‐ tes moniare, con il profilo specifico della cultura antropologica cris ana, che il benessere psicofisico e spirituale di ogni persona
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
14
sta nella possibilità di crescere il più serenamente possibile in una famiglia e/o in luogo educa vo che si affianca ad essa per sostene‐re, illuminare e soccorrere il suo sforzo forma vo.
5. La scuola e sul contesto socio ‐ economico ‐ culturale.
La Scuola Secondaria ‐insieme alla Scuola dell’Infanzia e alla Scuola Primaria‐ è ubicata nel Comune di Orzinuovi. Il Comune appar ene geograficamente all’area della Bassa Bresciana e presenta i vantag‐gi e i limi della vita di una piccola realtà provinciale.
All’interno di questo quadro socio economico culturale, l’utenza della scuola secondaria è cos tuita da alunni provenien dalla scuola Primaria della nostra Scuola e dai Comuni del Territorio.
La preparazione scolas ca pregressa è mediamente acce abile, anche se negli anni si è riscontrato un aumento di alunni fortemen‐te svantaggia sul piano sociale e culturale, altri con handicap par‐colarmente grave o con DSA.
La Scuola S. P. E. Cerioli ha iniziato ad operare nel Comune di Orzi‐nuovi, con una modalità par colare a par re dal 1925.
Con l’anno scolas co 2000 ha saputo rinnovarsi nel tempo per ren‐dere sempre a uale la propria offerta forma va e culturale, e per rispondere in modo efficace e per nente alla domanda di istruzio‐ne e di formazione dell’intera Comunità di Orzinuovi e del Territo‐rio della Bassa Bresciana.
Nel tempo la Scuola Secondaria di I grado ha voluto e saputo inte‐ragire con altre is tuzioni territoriali (famiglie, en locali, chiesa, mondo del lavoro e del volontariato) precorrendo e realizzando quanto le norme nel tempo avrebbero via via codificato (DPR n. 235/2007).
6. Le scuole statali e paritarie di Orzinuovi
Le Scuole del Comune di Orzinuovi sono queste: > ’ :
statale (a Coniolo, frazione di Orzinuovi);
Scu
ola
sec
ond
aria
15
comunale (Garibaldi); paritaria (Canossiane);
> : > 1° : > S G C
. Liceo scien fico
. Liceo linguis co
. Is tuto tecnico Inizia ve a favore della famiglia e, in par colare, dei minori sono ges te dalla Parrocchia e dalle Amministrazioni comunali del terri‐torio.
7. Breve storia della nostra scuola
Le tappe che hanno portato alla cos tuzione del nostro Centro educa vo e Scuola s. Paola Elisabe a, da tu conosciuto come ‘Andreana’ sono queste:
1921, 23 se embre: don Giuseppe Musle , na vo di Orzinuovi e parroco di Ovanengo, esprime il desiderio di lasciare tu o il suo patrimonio alla Congregazione della Sacra Famiglia perché venga aperto, possibilmente nel Comune di Orzinuovi, un Orfanotrofio per raccogliere, allevare e istruire ed educare orfani poveri
1925, 11 novembre: a nome e per conto della Congregazione della Sacra Famiglia, padre Francesco Tomasoni con fratel Giovanni Ca‐pister, due suore e un gruppo di ragazzi, prende possesso della Possessione Landriana.
1926: l’Is tuto Andreana s’avvia ad accogliere circa 35‐40 ragazzi che hanno frequentato le prime classi elementari a Mar nengo e la classe quinta a Villacampagna. Impegna nell’a vità agricola, i giovani migliori seguono i corsi di scienze agrarie e zootecnica te‐nu dal prefe o d’agraria fratel G. Capister.
1932‐33: viene avviata la Scuola Agraria serale. Fratel Omobono Pezzoli insegna agraria e zootecnia, mentre il maestro Branchi e il professor Gardoni cultura generale.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
16
1941, giugno: i dieci allievi migliori vengono invia ad Orzinuovi per sostenere gli esami del Secondo Corso presso il Regio Corso d’Avviamento Professionale di Tipo Agrario.
1946, o obre: riapre la Scuola di Avviamento serale con l’is tuzione del Terzo Corso.
1954, 8 se embre: viene inaugurato il nuovo grande padiglione con dormitorio, refe orio e officina meccanica agraria.
1955‐56, o obre: l’Is tuto Andreana accoglie anche ragazzi esterni che hanno terminato il ciclo elementare, come convi ori o semi convi ori per il periodo scolas co che frequentano il corso trienna‐le di Avviamento Professionale Industriale.
1957, o obre: approntate nuove aule, la palestra e il laboratorio, l’Is tuto Andreana o ene l’autorizzazione ad ospitare una sezione staccata dell’Avviamento Professionale Industriale Statale di Orzi‐nuovi.
1960, 1 o obre: l’Is tuto Andreana ospita una sezione coordinata dell’Is tuto Professionale Industria e Ar gianato “More o” di Brescia (I.P.S.I.A.), l’an ca Scuola Tecnica.
1963‐64: soppressa la Scuola d’Avviamento Professionale, l’Is tuto Andreana ospita una sezione staccata della nuova Scuola Media Unica di Orzinuovi.
1974, 1 se embre: il complesso scolas co dell’Andreana ospita la sezione staccata dell’Is tuto Tecnico “Don Primo Mazzolari” di Ve‐rolanuova.
1989, 13 maggio: il decreto ministeriale concede il riconoscimento legale alla Scuola Media “P.E.Cerioli” con decorrenza dall’anno scolas co 1988‐89. Il Ministero della P.I. riconoscerà lo status di Scuola Media Paritaria con decreto 28 febbraio 2001.
2000, 14 se embre: autorizzata dal Dirigente Scolas co del Circolo Dida co di Orzinuovi, s’avvia la Classe Prima della Scuola Primaria ‘P.E.Cerioli’.
Con decreto 27 febbraio 2003 il M.I.U.R. riconosce lo status di Scuola Primaria Paritaria.
Scu
ola
sec
ond
aria
17
2003, 11 se embre: avvio del primo anno della Scuola dell’Infanzia “P.E.Cerioli”.
2005, Con decreto 28 novembre il M.I.U.R. riconosce lo status di Scuola dell’Infanzia.
2005, gennaio: inizio lavori di ristru urazione della Piscina.
2006, 2 o obre: avvio del C.I.S. / Consiglio d’Is tuto della Scuola per custodire e far crescere la con nuità e la collaborazione tra religiosi, docen , genitori delle tre sezioni della Scuola.
2007, 2 o obre: avvio del movimento delle famiglie per l’Educazione e la Famiglia.
PerchéilnomeAndreanaallanostrascuola
Generalmente, icascinalidellapianurapadanaprende‐vano denominazione dal cognome della famiglia pro‐prietaria,oppuredaunaparticolareemergenzanatura‐le: un dosso, un bosco, una pianta, …. Verso la metadell’800,ilgruppofamiliareGossalli‐Moretti‐LegnanifacostruiresulCampo La Vigna,postonellacontradadellaMadonninadell’Oglio,unavascaperlamacerazionedellino, ibraalloramoltorichiestasulmercato lombardo.Per utilizzare una derivazione della RoggiaMezzarola,lastrutturavieneinterratatantodarichiedereunasca‐lettainmattoniperaccedervi.Ecosıinfossatadarichia‐marelebuieandronedeicentriurbani,ilchelemeritaladenominazionediL’andruna,chesiestendeal terre‐nochelaospitaepiutardiallacascinachesudiessonel1881‐83 vi fara costruire il proprietario Enrico Salini,nativodiSoncinoefarmacistainMilano.
Perlaprimavolta,nellamappacatastaledel1898laCa‐scina Landrunaeuf icialmentesegnalatacomeCascinaLandriani, evidente interpretazioneburocraticadell’in‐decifrabile toponimo originario. Per altre fantasiosecontaminazionipopolari,diquiseguiraCascina Landria‐nae inalmenteL’Andreana.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
18
Scu
ola
sec
ond
aria
19
1. Continuità didattica ed educativa comune
2. Il Curricolo di Istituto e il Curricolo della Secondaria
3. I pilastri fondamentali: imparare ad imparare, allean-za con la famiglia e con il territorio, solidarietà e co-scienza multiculturale
4. Bisogni Educativi Speciali (=BES) e, in esso, il Piano didattico personalizzato (DSA)
5. L’accompagnamento scolastico
6. Innovazione educativa, didattica e relazionale. La di-dattica con l’iPad
III - LE INNOVAZIONI. LA NOSTRA QUALITA’
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
20
1. CONTINUITÀ DIDATTICA ED EDUCATIVA COMUNE
Quando una famiglia chiede di iscrivere un figlio presso la nostra Scuola a par re dai 2 anni, noi immaginiamo e proge amo il suo percorso fino ai 14 anni.
Ciò impegna la Scuola ‐dall’Infanzia, alla Primaria, alla Secondaria di I* e alla Secondaria esterna di II*‐ a proge are e verificare una rea‐le con nuità dida ca ed educa va.
Il confronto con una Scuola Superiore qualifica ancora di più la con‐nuità interna.
2. IL CURRICOLO DI ISTITUTO e IL CURRICOLO DELLA SCUOLA. CHE COSA
CONTIENE?
Con l'autonomia, alla scuola vengono riconosciu ampi margini, pur in un quadro unitario dei sàperi, nella determinazione dei percorsi dida ci fonda sulle necessità e sui bisogni degli alunni.
Programmazione curricolare significa scelta di a vità e indirizzi operata all'interno del contesto educa vo ‘Sacra Famiglia’ e del ‘Collegio docen ’ sulla base di un proge o che ene conto di:
‐ analisi della situazione di partenza
‐ definizione degli obie vi
‐ selezione dei contenu
‐ strategie ed esperienze di apprendimento
‐ valutazione e verifica
La programmazione curricolare prevede l'integrazione di due esigen‐ze:
‐la formazione comune degli alunni
‐la personalizzazione dei saperi degli alunni
Il lavoro di costruzione del Curricolo d’Is tuto da parte del CD è “un processo a raverso il quale si sviluppano ed organizzano la ricerca
Scu
ola
sec
ond
aria
21
e l’innovazione educa va”. Definizione pregnante se si intende il Curricolo come “l’insieme delle esperienze che una scuola intenzio‐nalmente proge a e realizza per l’alunno al fine di conseguire le mete forma ve desiderate”.
Considerando che la vocazione della scuola, ciò per cui essa esiste, è l’apprendimento di competenze di base e di competenze per la ci adinanza, in un contesto di comunità educante, il curricolo allo‐ra diviene il cuore della proge ualità della scuola. In questa acce‐zione, dovendo una buona proge azione contenere anche la misu‐ra dei tempi, degli spazi e delle risorse necessarie alla sua imple‐mentazione, il Curricolo quasi coincide con il POF o comunque as‐sume all’interno di esso un peso determinante.
In ques anni sono state molteplici le elaborazioni di Curricoli di is tuto con uno sforzo di ges one in ver cale degli stessi, vista l’impostazione del testo delle INDICAZIONI NAZIONALI.
Rimangono però, anche nelle realtà più felici e di maggior coinvol‐gimento del personale, pochi i Curricoli che hanno saputo orientar‐si alle competenze, ed ancora meno i curricoli che riescono ad esplicitare in modo chiaro le modalità della loro rilevazione.
È quindi importante, di fronte a questo periodo di consolidamento dell'a vità di elaborazione del curricolo, che venga ri‐analizzato il percorso fa o, che i curricoli vengano sistema zza defini vamen‐te; per far ciò può essere u le cara erizzarli elencando alcuni aspe imprescindibili.
3. I PILASTRI FONDAMENTALI
A—IMPARARE AD IMPARARE OVVERO IMPARARE UN METODO PER FARE I COMPITI E PER STUDIARE
A) IL PROGETTO “IMPARARE AD IMPARARE”. Questo proge o qualifica la nostra Scuola e dis ngue la sua proposta educa va da quella delle altre realtà scolas che del territorio. Premessa fonda‐mentale del proge o “Imparare ad imparare” è la dis nzione e va‐lorizzazione del compito specifico degli alunni, dei docen e dei genitori: l'intero processo dida co è affidato al rapporto docen‐�alunni, senza per questo escludere l'apporto delle famiglie.
Ai genitori, infa , è richiesta un'a enzione sensibile e costante al
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
22
cammino dei figli, per sostenere e incoraggiare il percorso in a o. Essi, secondo il cosidde o “Pa o di corresponsabilità”, si impegna‐no a valorizzare la vicinanza e l’assistenza della scuola ai ragazzi, mantenendo saldi un collegamento fiducioso ed un'alleanza reci‐proca. In questo senso viene garan to ai genitori che il compito dell'insegnamento e dell'apprendimento è sostanzialmente e radi‐calmente affidato al rapporto alunno‐insegnante e non a loro. In concreto i genitori non devono occuparsi di fare i compi dei figli, bensì interessarsi a come i figli si dispongono nei confron di ciò che la scuola loro propone e richiede.
Ai ragazzi è chiesto di impegnarsi e di coinvolgersi a vamente giorno dopo giorno in un lavoro sereno e costante che sfru al meglio le opportunità offerte nel tempo scuola. Concretamente ciò significa affidarsi alla guida dell’insegnante, seguendolo passo dopo passo nel compimento dello studio in classe, per evitare di dover poi passare ore a casa a recuperare quanto in realtà poteva essere svolto con profi o nell'ambiente scolas co. L’impegno degli alun‐ni tu avia non si esaurisce solo a scuola; l’eccellenza, la responsa‐bilità, la crea vità e sopra u o l’autonomia richiedono una riela‐borazione a casa nel tempo che la scuola indica.
Agli insegnan compete la sfida più difficile e delicata: FAR IMPA‐RARE AD IMPARARE. Questo semplice slogan nasconde una com‐plessità di mo vazioni, inten , significa ed obie vi che pare ne‐cessario esplicare con chiarezza. La società moderna è cara erizza‐ta dalla richiesta pressante e inevitabile di flessibilità professionale, intesa come capacità di ada amento alle necessità sempre in evo‐luzione e mutamento del mondo del lavoro. Sebbene questo con‐ce o sia generalmente diffuso e condiviso, alla gente comune risul‐ta difficile o addiri ura prematuro immaginare alunni di 11‐13 anni come futuri adul e ci adini. Proprio in tale prospe va è obie vo prioritario per noi docen far acquisire a ques uomini e donne del domani abilità meta‐cogni ve che consentano loro una rapidissima e tempes va riconversione delle competenze, ovvero delle cono‐scenze e delle abilità, in modo da adeguarle in maniera assai agile ai diversi contes sociali. In questo senso il metodo più efficace e produ vo di insegnamento deve sì far imparare, ma sopra u o “far imparare ad imparare”, ossia fornire gli strumen , le tecniche,
Scu
ola
sec
ond
aria
23
le conoscenze ed un metodo di studio/lavoro ada abili a qualsiasi mutamento.
Il fondamento teorico di un proge o così innova vo e lungimirante è condiviso dall’intero Collegio Docen . Partendo dalla convinzione che un’azione educa va efficace risieda nella possibilità del singolo di compiere esperienze che corrispondano allo stadio di sviluppo del proprio pensiero e della propria personalità in con nua evolu‐zione, l’ar colazione del tempo scuola consente agli insegnan di osservare l’apprendimento dei propri allievi in una prospe va pri‐vilegiata e farne sempre tesoro. Grazie a proge azioni flessibili, mirate e condivise, i docen ‐educatori trasme ono i saperi e gui‐dano i ragazzi alla loro assimilazione mediante la collaborazione, lo studio e l’esercizio. Il metodo “Imparare ed imparare” si basa su un lavoro d’equipe che inizia dal collegio docen , coinvolge i vari con‐sigli di classe, gli educatori ed eventuali specialis esterni; in que‐sto contesto, la figura del coordinatore di classe assume un ruolo fondamentale come referente e tramite con le famiglie.
COMPITI E STUDIO A SCUOLA In che cosa la nostra scuola si differenzia nel servizio offerto alle famiglie?
Caposaldo del nostro metodo educa vo ”Imparare ad Imparare” è lo svolgimento di tu a l’a vità dida ca (lezioni, laboratori, eserci‐tazioni e compi ) all’interno del tempo scuola;
Perché questo? Considerando che i nostri alunni, da quando esco‐no di casa al ma no a quando vi rientrano la sera, sono impegna nella scuola per oltre 10 ore (impegno richiesto ad un adulto che va a lavorare a Brescia…), hanno tu o il diri o di essere stanchi, di voler giocare, fare un’a vità spor va, col vare qualche hobby e perché no… non fare più niente e rilassarsi.
Una ricerca di circa 10‐12 anni fa sosteneva che il tempo medio di a enzione degli alunni davan ad una lezione frontale è di 20’ la 1^ u.t., 15’ la 2^ e la 3^ fino ai 5’/8’ alla 5^. Per ques mo vi, il Colle‐gio docen ha deciso di o mizzare il tempo scuola per far sì che gli alunni, lavorando qualita vamente e non quan ta vamente, una volta rientra a casa, non siano chiama a svolgere ulteriore lavoro
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
24
che si rivelerebbe inu le e improdu vo oltre che pedagogicamen‐te scorre o. I docen , quindi, rendono le lezioni più acca van e laboratoriali con gli alunni come protagonis principali del proces‐so di apprendimento.
Tu o questo non significa abbassare la qualità dell’insegnamento e/o dell’apprendimento perché, considerando che sono le compe‐tenze che devono crescere e maturare nell’alunno, è molto meglio e più reddi zio far lavorare dire amente gli alunni a scuola con la supervisione dei docen »
L’imparare ad imparare è stata la vecchia carta vincente di questa scuola ed è ancor più a uale oggi; fare compi e studiare con i do‐cen /educatori accanto è certamente un valore aggiunto oltre che un prezioso aiuto.
La se mana corta presenta ulteriori vantaggi: viene offerta la pos‐sibilità ai ragazzi di VIVERE la FAMIGLIA alla sera e nel weekend: in un mondo sempre più frene co e pieno d’impegni (compi , cate‐chismo, a vità spor ve, lavoro domenicale, genitori separa , ecc.) la famiglia non può e non deve essere sacrificata. Alleanza scuola‐famiglia vuol dire anche questo.
Dunque: « Compi e studio* a scuola!» Ovviamente chi vuole rag‐giungere l’eccellenza o ripassare per una verifica lo farà in forma autonoma.
L’eventuale assegnazione di compi /studio facolta vi se manali verranno considera in fase valuta va come credi acquisi in cor‐so d’opera!
La nostra vuole essere una sfida; ci rendiamo conto che, come tu e le sfide, fa paura, ma dobbiamo tu me erci in gioco rivedendo le abitudini e le credenze radicate nel tempo. Così facendo ci diversifi‐chiamo sul territorio, rilanciamo l’a vità dida ca e sopra u o l’intervento educa vo a favore delle famiglie. La scuola ga‐ran sce il tempo necessario per lo studio e lo svolgimento dei com‐pi scri assegna ; va da sé che l’alunno per svaria mo vi (necessità di ripetere ad alta voce, concentrazione maggiore, tempi più dilui , ma anche per distrazione o scarso interesse), non riesca ad ul mare le consegne. E’ quindi fondamentale o mizzare a scuola il tempo a disposizione evitando così di dover recuperare a casa ciò che non è stato appreso durante il tempo scolas co. I compi vengono svol durante le ore di scuola, siano esse ore di
Scu
ola
sec
ond
aria
25
metodologia o curricolari, ore di studio con i docen o con gli edu‐catori per agevolare, a raverso la supervisione dell’insegnante/educatore, l’interiorizzazione del metodo ed il processo di appren‐dimento autonomo dell’alunno.
Tempo delle Esercitazioni/Compi : queste u.t. (metodo di studio, studio personale, 2 u.t. del martedì e del giovedì pomeriggio), de‐vono essere u lizzate per lo svolgimento dei compi somministra dai docen di ogni disciplina.
N.B. Durante le vacanze di Natale ed es ve (durante quelle pasqua‐li, data l’esiguità dei giorni di sospensione della scuola non vengono assegna compi ) la scuola assegnerà esercitazioni obbligatorie calcolate in base al tempo e proporzionate tra le varie discipline.
B‐ ALLEANZA CON LA FAMIGLIA E IL TERRITORIO OVVERO EDUCA‐
RE INSIEME
Educare è possibile in un clima di fiducia, s ma, cura. Ciò è vero per i genitori nei confron dei loro figli, ma anche per la Scuola e per lo Stato.
Crediamo e abbiamo fiducia nella famiglia, nei genitori e chiediamo alla famiglia, ai genitori di avere la stessa fiducia nei confron della Scuola: ciò che facciamo lo facciamo per il bene del figlio a par re dalla nostra tradizione educa va, dalla competenza educa va e professionale dei docen , dallo s le altamente costru vo della nostra azione educa va.
Per noi Comunità educante della Sacra Famiglia è il presupposto fondamentale per l’accoglienza di un bambino o di un ragazzo nella nostra Scuola e perché ‐sin dall’inizio‐ le relazioni siano buone.
C‐SOLIDARIETÀ OVVERO CRESCERE IN UNA COSCIENZA MULTI‐CULTURALE
La solidarietà è un sen mento naturale e spontaneo di ogni essere umano: fa riferimento al bisogno e alla necessità di dare , imparare a donare qualcosa di sé all’altro, imparare a donare in fine la pro‐pria vita all’altro.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
26
La solidarietà nella nostra scuola è una vera e propria a vità scola‐s ca a raverso la quale la preparazione dei ragazzi si apre alla que‐s one della globalizzazione e della mul culturalità. In questa disci‐plina si approfondiscono i dinamismi che regolano i rappor tra i popoli nel mondo intero, le cause della povertà e dello sfru amen‐to dei paesi so osviluppa , le incongruenze del cosidde o mondo industrializzato. L'obie vo della disciplina è di far prendere co‐scienza delle cause del so osviluppo e di fare chiarezza sui troppi paesi ricchi, quindi di suscitare l'impegno a ricercare e me ere in pra ca, nel quo diano, forme di un uso equo e solidale delle risor‐se.
d ca o su uso de d a o
Scu
ola
sec
ond
aria
27
4. B E S (=BES) , , P (DSA)
La circolare sui BES (= , 6 marzo 2013), si riferi‐sce a par colari situazioni di difficoltà, per lo più riguardan patologie e disabilità di diverso genere. Finora a ‘cer ficare’ tale condizione era l’au‐torità medica: sulla base delle cer ficazioni prodo e, le scuole potevano decidere di assegnare un docente di sostegno oppure, nel caso disturbi come la dislessia, di introdurre le cosidde e «misure dispensa ve e com‐pensa ve» (per esempio la sos tuzione delle verifiche scri e con prove orali oppure la riduzione della mole dei carichi dida ci). Ora la prospe va cambia: con questa circolare il Ministero dell’Istruzione invita ad ampliare il raggio di intervento della scuola a favore degli alunni con difficoltà, chiedendo ai consigli di classe di agire autonomamente, anche in assenza di cer ficazione medica, sulla base delle proprie osserva‐zioni pedagogiche, proponendo, in casi specifici, una personalizzazione della dida ca, come scrive il documento «nella prospe va di una presa in carico globale ed inclusiva di tu gli alunni». Gli inten alla base della circolare sono ovviamente condivisibili: tu noi desideriamo una scuola più aperta alle diversità, più a enta ai bisogni dei singoli e, appunto, più «inclusiva». Se da un lato è bella l’idea di sensibilizzare sempre più la scuola rispe o all’individualità delle situazioni concrete dei ragazzi, c’è da esprimere qualche perplessità sull’opportunità di caricare i Consigli di classe di un lavoro e di una responsabilità per i quali non sempre i docen sono sta forma e dota di opportuni strumen . Comunque ci organiz‐ziamo.
Piano didattico personalizzato (DSA) « L’apprendimento personalizzato rappresenta oggi uno degli snodi più significativi dell’attuale dibattito educativo e scolastico. Esso offre una via d’uscita per la questione dello svantaggio e per porre ogni allievo nella condizione di realiz-zare tutto il suo potenziale » (D. Hopkins).
La personalizzazione dell’apprendimento (a differenza della indi‐vidualizzazione) non impone un rapporto di uno a uno tra docente e allievo con conseguente aggravio del lavoro dell’insegnante, ma
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
28
indica l’uso di «strategie dida che finalizzate a garan re a ogni studente una propria forma di eccellenza cogni va, a raverso pos‐sibilità ele ve di col vare le proprie potenzialità intelle ve (capacità spiccata rispe o ad altre/punto di forza). In altre paro‐le, la PERSONALIZZAZIONE ha lo scopo di far sì che ognuno svilup‐pi propri personali talen » (M. Baldacci). Con il Piano Dida co Personalizzato si è passa dalle semplici indi‐cazioni di indirizzo ad un percorso per la sua realizzazione pra ca. Che cos’è il PDP? Analizziamo le parole che compongono la defini‐zione di Piano Dida co Personalizzato: PIANO: è “studio mirante a predisporre un'azione in tu i suoi svi‐luppi”: un programma, un proge o, una strategia. DIDATTICO: lo scopo della dida ca è il miglioramento: • dell'effi‐cacia e sopra u o dell'efficienza dell'apprendimento dell‘allievo, che comporta , quindi, una diminuzione dei tempi di studio e del dispendio di energie; • dell‘ efficacia e dell'efficienza dell'insegna‐mento del docente PERSONALIZZATO: indica la diversificazione delle metodo‐logie, dei tempi, degli strumen nella proge azione del lavoro della classe (C.M. n 4099 del 05/10/2004 e n. 674 del 10/05/2007 per studen dislessici rt_10_DPR_122_giugno 2009. – Circ. MIUR 28.5.2009) “Con la personalizzazione si persegue l’obie vo di raggiungere i medesimi obie vi a raverso i nerari diversi. Questa strategia implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione di‐da ca e di trasmissione dei processi del “sapere” e del “saper fare” in modo da predisporre piani di apprendimento coeren con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni”. (G. Chiosso, La personalizzazione dell’apprendimento) Il PDP è un contra o fra docen , Is tuzione Scolas che, Is tuzio‐ni Socio‐ Sanitarie e famiglia per individuare e organizzare un percorso personalizzato, nel quale devono essere defini i sup‐por compensa vi e dispensa vi che possono portare alla rea‐lizzazione del successo scolas co degli alunni DSA.
Scu
ola
sec
ond
aria
29
P . Il PDP, una volta reda o, deve essere consegnato alle famiglie, anche per consen re l’a vazione di indispensabili sinergie tra l’azione della scuola, l’azione della famiglia, l’azione dell’allievo. Tu i protagonis del processo devono potersi applicare al raggiungimento di obie vi comuni e condivisi e secondo modalità integrate, evitando fraintendi‐men , dispersione di forze, contraddi orietà, improvvisazione.
Nella proge azione del PDP dovranno essere indicate le moda‐lità di accordo tra i docen e la famiglia. Perché le famiglie acquisiscano fiducia nel ruolo della scuola, è di importanza fondamentale, costruire con essa legami significa vi, comunicando ai genitori i progressi (anche minimi) rilevabili solo in un con nuo monitoraggio del processo di apprendimento di ogni studente. Il PDP deve avvalersi quindi della partecipazione dire a della famiglia e dell’allievo, ovviamente in età adeguata, per consen r‐gli di sviluppare piena consapevolezza delle proprie peculiari mo‐dalità di “funzionamento” , per renderlo parte a va nel proces‐so di apprendimento , per dargli la percezione di possedere la ca‐pacità di poter raggiungere un obie vo ed essere in grado di svol‐gere un compito. È inoltre di notevole supporto psicologico per le famiglie far com‐prendere che, per i ragazzi con DSA, è possibile costruire un pro‐ge o scolas co e di vita di successo (ad esempio la possibilità di con nuare gli studi universitari, d’intraprendere un percor‐so lavora vo gra ficante nonostante le difficoltà )
6. Innovazione educativa, didattica e relazionale. La didattica con l’iPad IL QUADRO GENERALE. La nostra Scuola ha a cuore il sapere e la sua trasmissione alle giovani generazioni. Non solo!
La nostra Fondatrice vuole una «scuola per la vita e per il futuro dei figli affida ».
Per cui vita e pensiero sono i pilastri su cui si è costruita il nostro Centro educa vo e Scuola nel corso del tempo.
Il sapere e il sapore della vita si trasme e anche con gli strumen più vicini alla vita delle giovani generazioni.
Per cui abbiamo sempre valorizzato l’informa ca per i nostri studen . E successi‐
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
30
vamente abbiamo costruito –con criteri educa vi‐ il registro informa co. Per cui nell’anno 2007.2008 abbiamo avviato il REGISTRO INFORMATICO per la Scuola Primaria, mentre nell’anno successivo, nella Scuola Secondaria. Tra poco anche alla Scuola dell’Infanzia
Con l'anno scolas co 2012.2013 abbiamo costruito l’ipotesi: INNOVAZIONE EDU‐CATIVA, DIDATTICA, RELAZIONALE per potere fare dida ca con i nuovi media, con l’iPad. E nell’anno 2013.2014 è par to il proge o come Scuola (Infanzia, Primaria, Secondaria I°) .
Il tolo indica i pilastri del proge o che può essere semplificato così: come educa‐tori vogliamo ‘innovare’ (=qualificare) la modalità di fare cultura e di essere Do‐cen facendo dida ca con l’iPad (e non più libri) e coinvolgendo i genitori per gli aspe educa vi del proge o!
Pertanto per i figli di oggi vogliamo fare una scuola vicina alla loro vita e che ‐secondo le indicazioni della nostra Fondatrice, s. Cerioli‐ li prepari alla vita futura: a trovare un lavoro, a vivere una famiglia e ad abitare il mondo con responsabilità. Questo è il senso per noi di innovazione.
Siamo consapevoli che una innovazione non parte dalle cose, ma dal cambiamen‐to del cuore e delle mo vazioni, possibile solo in una relazione educa va. La pri‐ma ‘innovazione’ riguarda perciò la relazione Docente‐Alunno/i che si cara erizza non immediatamente come istruzione/apprendimento, ma come educazione. Come abbiamo potuto sperimentare in ques anni è a queste condizioni che l’in‐segnamento/apprendimento diventa efficace. L’innovazione dida ca consiste pertanto in una relazione nuova, ma anche in una modalità nuova di fare dida ca ‐più laboratoriale, più di ricerca e meno frontale‐ con uno strumento vicino al mondo dei nostri figli, che è la tecnologia dell’iPad.
L’innovazione educa va e dida ca sollecita un altro sogge o: la famiglia ‐ i geni‐tori. Ecco perché innovazione relazionale. Per cui, mentre l’innovazione come Scuola ci spinge a educare, a una nuova modalità di fare dida ca e a saper u liz‐zare bene lo strumento, a prevenire i pericoli, a lasciarci sfidare dalle sue opportu‐nità, anche la famiglia è coinvolta in questo processo per i suoi aspe educa vi. Paradossalmente l’opportunità offerta dalla rete è che come fenomeno trasversa‐le coinvolge tu : reale e virtuale non sono più mondi separa , ma un con nuum e un intreccio.
Nell’anno 2013.2014 nella SCUOLA SECONDARIA DI I°‐ ciascun stu‐dente delle classi I (62 alunni) ha iniziato l’anno con un iPad pro‐prio senza più i libri. I Docen durante l'estate hanno completato i loro Corsi scola ci con I Tunes y, dopo un anno di formazione.
Lunedì 16 se embre 2013 gli studen delle classi I ‐dopo aver fir‐mato un PATTO alla presenza della direzione della Scuola, dei geni‐tori e di un esperto giuridico– hanno iniziato la scuola con l’iPad / senza libri.
Ogni Docente della Secondaria I°, Primaria e ogni sezione dell’In‐fanzia è a rezzato con il proprio iPad avendo la scuola già da diver‐si anni elaborato un proprio Registro informa co.
Scu
ola
sec
ond
aria
31
1. Valutazione: ideografica, sommativa e formativa 2. Schede di valutazione 3. Rubrica valutativa del comportamento 4. Verifiche e modalità di valutazione
IV- CRITERI DI VERIFICA DEGLI APPRENDIMENTI E VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE
DEGLI STUDENTI
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
32
1‐ VALUTAZIONE IDEOGRAFICA, SOMMATIVA E FORMATIVA
CHE COS’È LA VALUTAZIONE
La valutazione è un’operazione inter‐sogge va, cioè in relazione al quadro di valori e di significa entro cui si collocano i criteri di giu‐dizio di chi valuta. Va pertanto inserita entro un sistema di regole comuni.
Le regole devono essere condivise.
“La ricerca dell’ogge vità non è solo vana, ma rischia di essere anche dannosa in contes come quello educa vo, qualora si perda‐no di vista l’iden tà del sogge o valutato e la specificità del conte‐sto e della relazione educa va” (P. Plessi)
Appare quindi evidente come la valutazione dell’apprendimento e dei comportamen non può risolversi nella media matema ca dei risulta delle singole verifiche od osservazioni.
Rappresenta per il docente un momento importante per entrare in sintonia con l'alunno, per incoraggiarlo rilevandone i progressi, ma anche per s molarlo ad una riflessione più approfondita su alcuni temi, proponendo nuovi pun di vista, offrendo altre informazioni e suggerendo prospe ve diverse.
Rappresenta anche un momento privilegiato per l'alunno che im‐para ad autovalutarsi e ad assumere la responsabilità della propria crescita.
PERCHE’ SI VALUTA?
Per i docen e gli studen è chiaro che si valuta:
per accertare gli apprendimen ,
per capire a che punto si è rispe o a degli standard o ai compagni,
quali progressi ci sono sta rispe o ad una situazione di partenza,
per verificare l’adeguatezza della metodologia.
COME SI VALUTA?
Occorre costruire percorsi di valutazione metodologicamente cor‐
Scu
ola
sec
ond
aria
33
re e comunica agli studen e alle famiglie. La indicazione di indi‐catori e l’elaborazione di prove di verifica non sono mai un’azione neutrale, ma dipendono da scelte pedagogiche culturali e sociali.
QUALE RAPPORTO TRA VALUTAZIONE NELLE DISCIPLINE E COM‐PORTAMENTO?
Vi sono alcuni aspe del comportamento ( interesse, mo vazione, partecipazione a va, collaborazione con appor personali) che possono contribuire alla valutazione nelle diverse discipline.
Perciò ogni docente dovrebbe:
‐operare in una visione sistemica e forma va, superando la valenza sanzionatoria e la logica del solo controllo per valorizzare i percorsi, le par colarità di ciascun alunno, i suoi cambiamen , la partecipa‐zione a va, le par colari difficoltà;
‐coinvolgere l’alunno nel momento valuta vo ed accrescere in lui la consapevolezza della propria esperienza di apprendimento (monitoraggio e autovalutazione);
‐non pensare solo in termini di riduzione, rispe o alle situazioni di difficoltà, ma in una logica di integrazione delle differenze, ar co‐lando le proposte mediante a vità laboratoriali che CONSENTANO A TUTTI di far emergere “almeno un“ valore.
2‐ SCHEDE DI VALUTAZIONE Scheda EDUCATIVA (valutazione interquadrimestrale interna): in‐forma la famiglia a metà quadrimestre indicando un profilo socio‐relazionale e l’andamento dida co dell’alunno.
> L’impegno della nostra Scuola S.P. Elisabe a Cerioli è quello di qualificare la con nuità educa va e dida ca tra Scuola dell’Infan‐zia, Primaria e Secondaria di I°. L’impegno è anche quello di stabili‐re una con nuità dida ca ed educa va con le Scuole Secondarie di II grado del Territorio.
> In questa prospe va si colloca la SCHEDA INTERQUADRIMESTRA‐LE DELLA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO E DELLA DIDATTI‐CA, consegnata a metà del I° e del II° quadrimestre. I criteri ado a fanno riferimento all’idea di educazione di S.P.E. Cerioli e alle prassi educa ve della Congregazione della Sacra Famiglia.
> La scheda ha un valore educa vo e non puni vo. Se il compito
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
34
dei Docen è quello di osservare e orientare il comportamento dell’alunno, l’alunno ha quello di interiorizzare le indicazioni per un possibile ulteriore miglioramento (la rubrica AREA SOCIO‐RELAZIONALE descrive con precisione quanto ci si aspe a dall'alun‐no in ordine alle diverse dimensioni di cui si cos tuisce il comporta‐mento scolas co);il pagellino indica gli aspe sui quali l’alunno deve crescere e sollecita il cambiamento in caso di bisogno. Ai ge‐nitori spe a il compito di rifle ere con il proprio figlio/ figlia circa le indicazioni date. Tu o è finalizzato al raggiungimento degli obie vi educa vi.
Il Coordinatore/la Coordinatrice presenta la situazione complessiva dell’alunno e, insieme agli altri Docen , traccia un percorso perso‐nale collegialmente.
LA SCHEDA È STRUTTURATA IN DUE PARTI: AREA SOCIORELAZIO‐NALE E AREA DELLE DISCIPLINE.
AREA SOCIORELAZIONALE: COMPORTAMENTO SOCIALE, RISPETTO DELLE REGOLE, IMPEGNO E PARTECIPAZIONE, UTILIZZO DEL MATE‐RIALE, AUTONOMIA.
GIUDIZI: PIENAMENTE RAGGIUNTO; RAGGIUNTO; PARZIALMENTE RAGGIUNTO; ANCORA DA RAGGIUNGERE.
AREA DISCIPLINARE: si considerano le valutazioni raggiunte per avere un quadro completo della situazione.
Nel documento è possibile prendere visione delle assenze, del nu‐mero delle comunicazioni e delle note rela ve al periodo osserva‐to.
Ques criteri sono comuni alle tre scuole (Infanzia, Primaria e Se‐condaria) per visibilizzare la con nuità nella valutazione del proces‐so educa vo e dida co.
S I°/II° . E dà una valutazione forma va delle singole discipline e un giudizio ana‐li co globale dell’alunno.
La nostra scuola per illustrare alle famiglie le valutazioni conseguite dai figli e in coerenza ai principi che informano la propria azione pedagogica ‐e nello spirito della legge 53/2003 circa l’autonomia‐ man ene nella propria scheda di valutazione il giudizio anali co sul livello di maturazione raggiunto dall’alunno ( come recita lo stesso
Scu
ola
sec
ond
aria
35
ar colo 3 del DL, 1 se embre 2008, n 137).
Il giudizio è formulato dal Coordinatore di classe, dopo aver raccolto le indicazioni dei altri Docen , u lizzando gli indicatori approva dal Col‐legio Docen che delineano un profilo dell’alunno sia nell’area socio‐relazionale che nell’ambito dell’impegno e della partecipazione all’a ‐vità scolas ca.
VALIDITA’ ANNO SCOLASTICO
Come da circolare ministeriale n. 20/11, rela va alla validità dell’anno scolas co, il collegio definisce il monte‐ore annuale come base di riferi‐mento per il calcolo dei tre quar di presenza necessari per l’ammissio‐ne alla classe successiva e agli Esami di Stato.
Monte ore 1206 u.t
Limite minimo u.t. presenza 905
Assenze consen te 301 (25%)
In merito alle deroghe che il C.D. può stabilire, si è deciso di far riferi‐mento alle indicazioni fornite dal M.I.U.R. nella circolare stessa:
‐gravi mo vi di salute adeguatamente documenta
‐terapie e/o cure programmate
‐donazioni di sangue
‐partecipazione ad a vità spor ve e agonis che organizzate da fede‐razioni riconosciute dal C.O.N.I.
‐adesioni a confessioni religiose (cfr. legge 516/1988 e 101/1989).
Sarà compito dei rispe vi C.C. verificare il superamento del limite mas‐simo consen to di assenze.
La Direzione scolas ca provvederà a comunicare ad inizio anno scola‐s co, ad ogni studente e alla sua famiglia, il rela vo orario annuale per‐sonalizzato, il limite minimo di ore di presenza da assicurare la validità dell’anno scolas co e le deroghe previste.
Prima degli scru ni intermedi e finali, alunni e famiglie, verranno messi al corrente della quan tà oraria di assenza accumulate.
C : al termine del I° ciclo d’istruzione Alle famiglie viene consegnato il modulo da allegare alla documenta‐zione necessaria da allegare per l’iscrizione alla scuola secondaria di II°.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
36
3 ‐ RUBRICA VALUTATIVA DEL COMPORTAMENTO
PIE
NA
MEN
TE
RA
GG
IUN
TO
R
AG
GIU
NTO
P
AR
ZIA
LMEN
TE
RA
GG
IUN
TO
A
NC
OR
A D
A
RA
GG
IUN
GER
E
CO
MP
OR
TAM
ENTO
SO
CIA
LE
capacità di relazionarsi
e di ges
re le proprie em
ozioni
Si relaziona in m
odo colla‐
bora
vo e
rispe
oso con
adul e coetanei
Si relaziona in m
odo colla‐
bora
vo con adul e coe‐
tanei
Si
relaziona
general‐
men
te in
modo rispe
o‐
so con adul e coetanei
Va smolato a relazio‐
narsi
corre
amente
con adul e coetanei
IMP
EGN
O E
PA
RTE
CIP
AZI
ON
E capacità di applicazione
e diligenza nell’esecuzione
capacità di intervenire
in m
odo costante e per
nente
Si applica in m
aniera a
va
e regolare nell’esecuzione
delle consegne. Interviene
in modo per
nen
te, co‐
stante e costru
vo duran‐
te le lezioni
Si applica
regolarm
ente
nell’esecuzione delle con‐
segne e interviene respon‐
sabilm
ente
durante
le
lezioni
L’im
pegno
nell’esecu‐
zione d
elle consegne e
la partecipazione duran‐
te le lezioni sono di‐
scon
nui
Va spronato a im
pe‐
gnarsi maggiorm
ente
e guidato a interveni‐
re in
modo per
nen
te
durante le lezioni.
RIS
PET
TO D
ELLE
REG
OLE
comprensione,
interiorizzazione
e rispe
o delle regole
Riconosce e interiorizza il
valore delle regole e le sa
rispe
are
in contes di‐
versi
Riconosce e
rispe
a le
regole
Conosce le regole e
solitam
ente le rispe
a Va
sollecitato al ri‐
spe
o delle regole
AU
TON
OM
IA
Autosufficienza e indipendenza
nello svolgim
ento delle conse‐
gne
assegnate in ambiente
scolasco
Sa organizzarsi con ordine
e u
lizza in m
odo autono‐
mo conoscenze, strumen
e metodi, anche in conte‐
s diversi
Possiede un buon livello
di
autonomia, che gli con‐
sente di portare a termine
le a
vità in m
odo appro‐
priato, anche in contes
diversi
Ha bisogno di conferm
e esterne per l’esecuzione
delle consegne
Necessita della guida
dell’insegnante
per
portare a compim
en‐
to le consegne
UTI
LIZZ
O M
ATE
RIA
LE
Capacità di autonomia
nella ges
one del m
ateriale
Porta
puntualmen
te
il materiale e lo
gessce con
cura e precisione.
Ha con sé il materiale e lo
gessce in m
odo corre
o.
Gen
eralmen
te ha con sé
il materiale anche se va
guidato
alla
corre
a gesone.
Va guidato e sollecita‐
to a portare il mate‐
riale e
spronato alla
corre
a gesone.
Scu
ola
sec
ond
aria
37
4 ‐ VERIFICHE E MODALITA’ DI VALUTAZIONE
CHE COS’E’ UNA VERIFICA?
Consiste nell’elaborazione e nella somministrazione di prove per raccogliere da misurabili riferi a precisi obie vi di apprendimen‐to al fine di rilevare l’acquisizione di conoscenze, abilità e compe‐tenze.
COME SI VERIFICA?
È importante u lizzare prove di verifica diversificate (non stru ura‐te /stru urate /semistru urate, orali e scri e…),”valide” (in cui vi sia corrispondenza tra la prestazione rilevata e ciò che si intende misurare) ed “a endibili” (costan nella le ura della prestazione), che si possano integrare per scandagliare le diverse dimensioni dell’apprendimento e per consen re a ciascun alunno di esprime al meglio le proprie potenzialità, in base allo s le cogni vo e al pro‐prio modo di operare.
TABELLA DEI VOTI E DELLE PERCENTUALI
Percentuali Vo
da 95 a 100 10
da 85 a 94 9
da 75 a 84 8
da 65 a 74 7
da 55 a 64 6
da 45 a 54 5
da 35 a 44 4
da 0 a 34 3
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
38
Scu
ola
sec
ond
aria
39
Didattica Lineeculturali,educative,metodologicheedope‐rative.
Dettaglidelprogetto“imparareadimparare” Monteore Fondamentidell’attivitadidattica Attivitaextrascolastiche
Servizi
settimanacorta compitiestudioall’internodell’orarioscolastico stileeducativoecollaborativoconlefamiglie educazioneall’amicizia,alleemozioni,all’amore possibilitadiconsulenzapedagogicaepsicologi‐ca
mensascolasticainterna libriditestoeisussidididattici trasportoBUS corsidiCREATIVAMENTE tempo“E….STATE CON NOI” (GiocoEstate, Vacanze al Mare)
Ambienti
ChiesadellaSacraFamigliaAulaMagnaAulaInformaticaAulavideo
V - PROPOSTE FORMATIVE DELLA SCUOLA
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
40
AulaMusicaAulaMultimedialeSalegiochiCampidagioco(sinteticoenaturale)JoyBarPalestraPiscinaSegreteria
LINEE CULTURALI, EDUCATIVE, METODOLOGICHE
E OPERATIVE
La Scuola Secondaria di I grado S. P. E. Cerioli ha un ruolo di scuola leader nella Bassa Bresciana dopo il suo rinnovamento, per il suo contesto educa vo, per la propensione e la sensibilità dei propri dirigen scolas ci, dei docen e delle famiglie a ‘sperimentare’ nuovi contenu , nuovi materiali, ‘tempi scuola’ innova vi rispe o a quelli previs dagli ordinamen .
La ‘stagione’ della sperimentazione metodologico‐dida ca (art. 2 del DPR n° 419) e quella di ordinamen e stru ure (art. 3 del DPR n° 419) sono state molto ricche e ar colate nelle proposte educa ‐ve e dida che dell’intero is tuto: dall’integrazione scuola‐territorio, al tempo pieno, ai modelli sperimentali di schede di valu‐tazione, alla autonomia scolas ca, alle proposte di riforma della scuola.
Queste le tappe più significa ve, ma nel de aglio molte altre inno‐vazioni hanno cara erizzato e qualificano tu ora le proposte edu‐ca ve e dida che della scuola.
Bas pensare allo sviluppo e all’applicazione delle nuove tecnologie alla dida ca (laboratori mul mediali; lavagne mul mediali; anten‐ne paraboliche; uso di video, DVD e di CD‐Rom nella dida ca, ecc) e sopra u o, con l’avvento delle riforme (legge n.°53/2003; d.lgs n°59/2004; DM 31.07.07), si sta sviluppando/ impulso alla dida ca laboratoriale.
Scu
ola
sec
ond
aria
41
In sintesi la proposta forma va dell’Is tuto per gli allievi iscri e frequentan la scuola è cara erizzata da ques presuppos :
a) La coerenza tra le scelte educa ve e dida che dell’is tuto con le scelte is tuzionali contenute nella legge di riforma (n°53 del 28.09.03), nel d.lgs. n° 59/2000 che introduce le INDI‐CAZIONI NAZIONALI PER I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO, il D.M. 31/07/2007 (INDICAZIONI PER IL CURRICOLO); e i REGOLAMENTI APPENA PUBBLICATI;
b) La funzionalità delle scelte educa ve e dida che al soddi‐sfacimento dei bisogni forma vi degli allievi: bisogni di cono‐scenza, bisogni di iden tà e di socializzazione, bisogni di orientamento tanto in campo scolas co quanto in quello forma vo più ampio che supera il perimetro della scuola; bisogni di comunicazione e di “padronanza” dei vari linguag‐gi; bisogni di integrazione nel contesto socio‐culturale; biso‐gni di rassicurazione e di ges one dell’incertezza e dell’im‐previsto.
c) Il confronto collegiale e partecipato tra il dirigente scola‐s co, i docen , il personale ATA e le famiglie nelle scelte educa ve e dida che, a raverso lo scambio di idee sulle proposte e sull’assunzione di precise responsabilità in rela‐zione alla propria funzione e al proprio ruolo nella scuola.
d) L’uso diffuso delle tecnologie educa ve e dida che quali strumen funzionali a promuovere apprendimen disciplina‐ri ed extradisciplinari e per imparare ad usare nuove forme di linguaggio (iconico, grafico, mul mediale, ecc).
e) La proge azione di situazioni forma ve che privilegiano un apprendimento a vo degli allievi, a raverso forme di coinvolgimento, di responsabilizzazione e di mo vazione degli allievi su argomen , problemi, compi di realtà signifi‐ca vi per ciascun alunno. Le situazioni di apprendimento, indicate nelle varie programmazioni dei docen , prevede‐ranno momen di opera vità, affianca da studio ed elabo‐razione personali; pertanto molto centrate sul ‘fare’ più che sul ‘dire’ e il ‘ripetere’.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
42
Proprio per questo nella scuola vengono proge a e realizza ‘prodo ’ che aiutano molto l’allievo a riconoscere i ‘vuo ’ e i ‘pieni’ della sua preparazione. La consapevolezza circa i ‘vuo ’ nor‐malmente s mola gli allievi a non lasciar perdere ma a completare il proge o. Par colare importante è data alla documentazione del‐le esperienze dida che (processi e prodo ).
Accanto a ques presuppos teorici, la proposta culturale e forma‐va della Scuola Secondaria di I grado si avvale anche di un patri‐
monio culturale di notevole rilevanza educa va, sociale e pedago‐gica che si è andato costruendo e capitalizzando negli anni.
G L I A S P E T T I D E L P R O G E T T O
“ I m p a r a r e a d i m p a r a r e ” Il tempo scuola è distribuito su 5 giorni, da lunedì a ve‐nerdì, con 6 u.t. al ma no (8.15‐13.30) e 2 al pomeriggio( 15.05
‐16.45).
Le 40 u.t. se manali si svolgono nel seguente modo:
‐ 38 u.t. con la guida dei docen (36 u. t. curricolari+2 di esercitazione)
‐ 2 u.t. il martedì pomeriggio con gli Educatori.
Le 36 u.t. curricolari comprendono oltre al tempo di in‐segnamento previsto dal Ministero:
esercitazioni; sono un’a vità della scuola volte ad approfondire e consolidare le conoscenze rag‐giunte dagli alunni nello svolgimento delle a vità curriculari.
metodo di studio; l’insegnante indica le strategie di studio, i passaggi significa vi, le a vità da svolge‐re per raggiungere risulta importan . La memo‐rizzazione guidata, l’esercizio di verifica, l’esposi‐
Scu
ola
sec
ond
aria
43
zione orale ai compagni rappresentano una risposta immediata alle esigenze dell’alunno. Il metodo di studio è affidato alla disciplina scolas ca di le ere e si cara erizza:
1‐ in I^ come metodo di studio che il docente insegna agli studen perché possano meglio affrontare la quan tà maggiore di a vità scolas ca della scuola secondaria;
2‐ in II^ per far crescere l’autonomia dell’alunno aiu‐tandolo a sinte zzare tes e contenu disciplinari differen ;
3‐ In III^ per coordinare il lavoro degli studen in vista dell’Esame di Stato con la preparazione della tesina per il colloquio pluridisciplinare.
Informa ca (disciplina a tu gli effe in base alla legge sull’auto‐
nomia scolas ca 53/2003);
studio personale; consiste in 1 u.t. se manale all’in‐terno della quale ogni alunno, con la supervisione del docente, studia o svolge i compi scri asse‐gna nelle varie discipline.
Il martedì e il giovedì risultano facolta vi; in questo modo si offre la possibilità agli alunni di poter frequentare a vi‐tà extrascolas che.
È comunque consigliata la presenza a scuola in ques due momen per poter sviluppare l’autonomia dell’allievo e lavorare con il docente/educatore nei momen d’interio‐rizzazione del lavoro svolto al ma no.
L’orario è stato concepito con l’obie vo di organizzare la dida ca nel modo più adeguato possibile in riferimento alle dinamiche degli alunni.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
44
Considerando che il carico di lavoro è richiesto dalla pre‐parazione delle verifiche imposte dalle scadenze inter‐quadrimestrali e di fine quadrimestre, i docen si impe‐gnano a monitorare la programmazione se manale del‐le prove (inserendo le date nell’agenda even del Regi‐stro informa co) e si pongono come criterio di non asse‐gnare più di due verifiche al giorno tra le materie di stu‐dio.
IL MONTE ORE
Le unità tempo della scuola sono funzionali all’a vità dida ca scelta nello
spirito della legge sull’Autonomia scolas ca 53/2003, perché ado a il ser‐
vizio scolas co del tempo pieno in se mana corta. L’organizzazione is tu‐
zionale scolas ca assunta e lo spirito del nostro servizio dida co, a ento
al contesto a uale delle famiglie e dei loro figli, i nostri alunni, procede nel
solco del cammino intrapreso dalla nostra scuola di offrire un metodo di
lavoro dida co a ento alla dinamica dell’imparare ad imparare. Una tale
metodologia poiché prevede anche l’occasione di svolgere durante le a ‐
vità dida che, e perciò assis dai docen , i compi u lizza un monte ore
par colarmente esteso. Tale necessità rende indispensabile la partecipa‐
zione del corpo docente in piena collaborazione e sinergia perché tu i
nostri alunni possano avere il sostegno ada o nella loro a vità scolas ca
che confermi le conoscenze acquisite e approfondisca le abilità del sog‐
ge o in vista dei traguardi per lo sviluppo delle competenze.
Questa nostra modalità di fare scuola non vuol dire allora che deve fare
tu o il docente in classe, ma che certamente con queste unità tempo a
disposizione egli possa verificare immediatamente se e quanto il suo in‐
tervento sia giunto a buon segno nei suoi alunni e/o se essi necessi no di
nuove informazioni, s moli e solleci circa l’apprendimento.
Il numero esteso delle U.T. a disposizione dei docen e la collaborazione
tra docen in proge trasversali e/o di recupero hanno il compito di favo‐
rire gli alunni nell’approfondire la conoscenza delle singole materie in mo‐
do interdisciplinare e offrire occasioni di dialogo e reciproca fiducia nello
svolgimento dei propri doveri scolas ci.
Scu
ola
sec
ond
aria
45
Favorire le mo vazioni allo studio è certamente la condizione migliore per
raggiungere risulta scolas ci posi vi. Il monte‐ore così fa o allora, non
va inteso solo come occasione per svolgere un più esteso programma
dida co ‐ disciplinare, ma per cos tuire un clima scolas co efficace.
FONDAMENTI DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA
Accanto agli obie vi forma vi vol a favorire la maturazione di una per‐
sona che sappia coniugare autonomia e libertà, senso cri co e responsa‐
bilità, autocontrollo e collaborazione, la scuola pone come fondamen
dell'a vità dida ca i seguen pun :
l'unità del sapere che implichi coerenza e coordinamento tra i vari
insegnamen proponendo s li educa vi comuni sia nell'organizzazio‐
ne degli interven che nella proposta dei contenu ;
l'analisi preven va della classe e dei singoli alunni per un'impostazione
ogge va e scien fica del lavoro che sia rapportabile alla realtà del
gruppo e dell' individuo;
la definizione di obie vi sia nell'area dida ca che in quella relazionale
e affe va che favoriscano i rappor interpersonali, la partecipazione,
l'autonomia di lavoro e di pensare in modo cri co;
a vità diversificate per il recupero, il sostegno, il potenziamento
creando un sistema integrato che vuole sollecitare al massimo le pos‐
sibilità di ogni singolo alunno;
la funzione forma va delle verifiche e delle valutazioni che, pur diver‐
sificate nelle singole discipline, trovano la loro unità negli obie vi
comunemente e precedentemente defini ;
l'organizzazione di a vità che coinvolgono a vamente l'alunno nella
comunità e nella realtà circostante (visite guidate, viaggi d'istruzione,
corsi complementari, forma vi, ecc...).
docente di Madre Lingua‐Inglese. Grazie all'apporto offerto dalla mul‐
medialità, gli studen hanno la concreta possibilità di avvicinarsi,
conoscere ed approfondire i diversi aspe della lingua, della cultura e
del ‘mondo inglese’. Per vedere, sperimentare, verificare ciò che altri‐
men rischierebbe di rimanere pura teoria e per me ere in pra ca ciò
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
46
che si è appreso in classe, la nostra Scuola, ormai da anni, organizza
durante le ore scolas che l’esperienza dida ca con la presenza di un
docente madre lingua che collabora con il docente nell’organizzazione
delle lezioni. Inoltre offre l'opportunità della Vacanza Studio per un
esperienza es va in un paese di lingua inglese.
A vità motoria. In piscina è prevista un’a vità di nuoto curricolare
che si conclude con i campiona fra gli alunni di tu e le classi che
hanno svolto le migliori prestazioni in vasca. ‐ Lo sport all’interno del
Centro Educa vo è visto e considerato come un prezioso mezzo di
crescita, confronto e socializzazione dei ragazzi.
Informa ca. Il nostro proge o scolas co d’informa ca si propone lo
scopo non solo di avvicinare i ragazzi al computer, ma anche e so‐
pra u o di offrire loro un accesso alla mul medialità e alla iperte‐
stualità rendendoli partecipi di questo linguaggio. Ogni alunno svolge
un'u.t. se manale per la durata dell'intero anno scolas co. L'inse‐
gnante offre la possibilità di un lavoro interdisciplinare e trasversale
con i colleghi di tu e le altre discipline oltre che lavorare col gruppo‐
classe, s molando tra i ragazzi l'interazione, il confronto, la collabora‐
zione.
Orientamento: ogni adolescente, al termine della classe III, è chiama‐
to a prepararsi al suo futuro con la scelta della Scuola Superiore. L’o‐
rientamento nel percorso scolas co abilita ogni studente a compren‐
dere il significato di fare delle scelte e imparare a vivere autonoma‐
mente. La nostra scuola intende l’orientamento come una ‘modalità
educa va permanente’, un processo con nuato in funzione dell’indivi‐
dualizzazione e del potenziamento massimo delle capacità della perso‐
na in crescita. La persona è l’obie vo principale, considerata come
valore in sé inserita nel suo dinamismo di crescita, aperta alla trascen‐
denza, secondo una concezione spiritualis ca dell’uomo e una visione
cris ana della vita. Si tra a perciò di un orientamento educa vo prima
ancora che scolas co. Esso mira a portare l’individuo alla scoperta di
sé e alla realizzazione del proprio compito.
Il sogge o da “orientare” diventa il protagonista di questa ricerca, che
lo porta a costruire un iden tà personale e sociale.
Scu
ola
sec
ond
aria
47
Percorsi di approfondimento.
a‐ Il KET= Key English Test è un cer ficato che riconosce il livello di
conoscenza della lingua inglese rilasciato dall’Università di Cambridge.
Tale cer ficato è riconosciuto dalle scuole superiori fin dal primo anno
con pun di credito.
b‐ la no= in classe III è possibile frequentare il corso di la no in
vista di un’ eventuale iscrizione in un liceo.
Credi forma vi
Al termine della scuola secondaria di I° ogni alunno deve avere sviluppato diverse competenze; ogni docente è chia‐mato a valorizzare l’operato di ciascuno studente asse‐gnando credi in riferimento ad a vità o lavori facolta vi di potenziamento/arricchimento. I credi matura durante l’anno scolas co vengono riconosciu in sede di valutazio‐ne interquadrimestrale e quadrimestrale. Compito del do‐cente è quello di rendere partecipe l’alunno delle modalità di a ribuzione dei credi in vista della valutazione inter‐quadrimestrale e quadrimestrale.
Valorizzazione delle eccellenze
E’ fondamentale in ambito scolas co ed educa vo eviden‐ziare le eccellenze come s molo per tu ad agire bene; siamo più propensi ai gius rimproveri mentre facciamo più fa ca a riconoscere il bene che i nostri adolescen fanno e a promuoverlo per tu .
Anche la nostra santa fondatrice aveva is tuito nelle sue scuole la giornata dei premi come occasione educa va molto importante. Noi abbiamo ripreso il senso delle sue indicazioni per poi calarle nella nostra esperienza educa va is tuendo così le eccellenze per la crescita dell’adolescente. Il raggiungimento di risulta eleva rappresenta, nel ri‐spe o dell’autonomia delle is tuzioni scolas che, un fa o‐re di qualificazione del POF. Organizzazione, criteri e pro‐gramma annuale vengono pubblica nel sito della suola all’inizio di ogni nuovo anno scolas co.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
48
ATTIVITA’ EXTRA SCOLASTICHE
Per una crescita integrale dell’adolescente sono previste a vità extrascolas che, a scelta libera: (cf fascicolo)
MENSA SCOLASTICA
La scuola offre il servizio di mensa interna. Il menù previsto se ‐manalmente viene approvato dall’ ASL bresciana periodicamente. Si garan sce una cucina per ogni necessità cer ficata degli alunni e un servizio personalizzato e curato dal personale.
SERVIZIO DI TRASPORTO
Il Centro Educa vo, per un servizio più qualificato alle famiglie e ai loro figli, offre un servizio pullman di proprietà della Congregazio‐ne. Per vivere il viaggio verso scuola o verso casa come momento educa vo di amicizia e di dialogo all’inizio di ogni anno scolas co si so oscrive un pa o tra alunno, famiglia e scuola per un buon com‐portamento. Il non rispe o delle regole può portare alla sospensione del servizio di trasporto per un periodo definito dalla Direzione.
Gli au s , nel viaggio pomeridiano, sono coadiuva da un educa‐tore che ha il compito di garan re l’ordine e la sicurezza, facen‐dosi interprete delle situazioni di difficoltà.
AMBIENTI
Il Centro educa vo, stru ura accogliente, elegante, a rezzata ap‐positamente per le necessità educa ve e dida che dei ragazzi, è inserito nel contesto naturale del Parco dell’Oglio; è arricchito dalla presenza delle piscine con vasche invernali ed es ve, u lizzate non solo dai ragazzi della nostra scuola ma anche dagli studen degli is tu limitrofi.
Scu
ola
sec
ond
aria
49
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
50
Scu
ola
sec
ond
aria
51
VI - ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA
mattino
08.10 - 08.15 Preghiera sul piazzale e saluto
08.15 - 09.05 1^ unità tempo
09.05 - 09.55 2^ unità tempo
09.55 - 10.45 3^ unità tempo
10.45 - 11.00 intervallo
11.00 -11.50 4^ unità tempo
11.50 - 12.40 5^ unità tempo
12.40 - 13.30 6^ unità tempo
pomeriggio
13.30-15.05 pausa pranzo e ricreazione
15.05 – 15.55 7^ unità tempo
15.55 – 16.45 8^ unità tempo
ORARIO GIORNALIERO
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
52
ATT
IVIT
A’ E
DU
CA
TIV
E ‐
DID
ATT
ICH
E
CLA
SSI I
DIS
CIP
LIN
E D
’IN
SEG
NA
MEN
TO
U
.T.
CU
RR
ICO
LAR
I ES
ERC
ITA
ZIO
NI
CU
RR
ICO
LAR
I U
.T
OP
ZIO
NA
LI
TOTA
LE
U.T
. ITALIANO
6
1
7
STORIA
2
1
6
GEO
GRAFIA
2
‐ COSTITUZIONE E CITTA
DINANZA
1
MATEMATICA
3
1
4
SCIENZE
3
3
INGLESE
3
1
4
SPAGNOLO
2
2
INFO
RMATICA
1
1
TECNOLO
GIA
2
1
ARTE e IM
MAGINE
2
2
ED. M
USICALE
2
2
SCIENZE M
OTO
RIE
2
2
RELIGIONE
1
1
METODO DI STU
DIO
1
1
STUDIO PER
SONALE
1
1
TOTA
LE
34
2
2
3
8
Scu
ola
sec
ond
aria
53
ATT
IVIT
A’ E
DU
CA
TIV
E ‐
DID
ATT
ICH
E
CLA
SSI I
I
DIS
CIP
LIN
E D
’IN
SEG
NA
MEN
TO
U
.T.
CU
RR
ICO
LAR
I ES
ERC
ITA
ZIO
NI
CU
RR
ICO
LAR
I U
.T
OP
ZIO
NA
LI
TOTA
LE
U.T
. ITALIANO
7
1
8
STORIA
2
5
GEO
GRAFIA
2
‐ COSTITUZIONE E CITTA
DINANZA
1
MATEMATICA
3
1
4
SCIENZE
3
3
INGLESE
3
1
4
SPAGNOLO
2
2
INFO
RMATICA
1
1
TECNOLO
GIA
2
1
ARTE e IM
MAGINE
2
2
ED. M
USICALE
2
2
SCIENZE M
OTO
RIE
2
2
RELIGIONE
1
1
METODO DI STU
DIO
1
1
STUDIO PER
SONALE
1
1
TOTA
LE
34
2
2
3
8
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
54
ATT
IVIT
A’ E
DU
CA
TIV
E ‐
DID
ATT
ICH
E
CLA
SSI I
II
D
ISC
IPLI
NE
D’I
NSE
GN
AM
ENTO
U.T
. C
UR
RIC
OLA
RI
ESER
CIT
AZI
ON
I C
UR
RIC
OLA
RI
U.T
O
PZI
ON
ALI
TO
TALE
U
.T.
ITALIANO
6
1
7
STORIA
2
5
GEO
GRAFIA
2
‐ COSTITUZIONE E CITTA
DINANZA
1
MATEMATICA
3
1
1
5
SCIENZE
3
3
INGLESE
3
1
4
SPAGNOLO
2
2
INFO
RMATICA
1
1
TECNOLO
GIA
2
1
ARTE e IM
MAGINE
2
2
Ed. M
USICALE
2
2
SCIENZE M
OTO
RIE
2
2
RELIGIONE
1
1
METODO DI STU
DIO
1
1
STUDIO PER
SONALE
1
1
TOTA
LE
34
2
2
3
8
Scu
ola
sec
ond
aria
55
II - PROGETTI DELL’ANNO
I proge che la Scuola a va sono a servizio
dell’apprendimento, della crescita e della ricerca di
senso dello studente.
I Proge sono migliora vi della proposta ordina‐
ria (Indicazioni nazionali) con riferimento alle esi‐
genze forma ve degli allievi.
All'interno dello svolgimento delle a vità discipli‐
nari vi è l'approfondimento di a vità trasversali ai
saperi che riguardano l'educazione e la formazione
della persona in tu i suoi aspe , fisici, psichici,
sociali, spirituali e morali quali:
Tu e a cara ere interdisciplinare con l'obie vo di
sviluppare in ogni alunno la capacità di:
conoscere se stesso
conoscere gli altri e la realtà circostante
proge are il proprio futuro
lavorare agganciandosi ai problemi del
territorio e del mondo in un'organizzazio‐
ne culturale che abbraccia più ambi di‐
sciplinari.
All'interno del Collegio docen è stabilita una
Commissione di insegnan per il monitoraggio e la
rendicontazione di conformità e di efficienza tra i
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
56
proge esibi nel POF e i risulta concre .
a- Progetti scolastici ProgettoAccoglienza perleclassiI
ProgettoOrientamento pertutteleclassiOrienteering perleclassiIIEducazionestradale pertutteleclassiEducazioneagliaffetti:Educazioneall’amicizia:Lareteeilmare classiI
Educazionealleemozioni:LascopertadelTesoroclassiII
Educazioneall’amore:LaPietraeilfuoco classiIII
ProgettoCostituzione,Cittadinanza,Mondialita.NewMedia_ProgettodiInformatica
b- Progetti EXTRASCOLASTICI CorsidiMusica(pianoforte,danza,musical)CorsidiSport(Rugby)Torneidipallavolo,basket,calcio
c- Viaggi d’Istruzione e Uscite didattiche NormativageneralePropostePattoScuola‐Studenti
d- Estate GiocoEstate(grest)VacanzealMare
Scu
ola
sec
ond
aria
57
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
58
Scu
ola
sec
ond
aria
59
VIII - LA COMUNITA’ EDUCANTE
I componenti Studenti Religiosi Docenti Collaboratoriscolastici Educatori Genitori
I rapporti
a- I RAPPORTI DIREZIONE, DOCENTI, PERSONALE b- I RAPPORTI SCUOLA - FAMIGLIA
Scuola‐FamigliaPattoEducativodicorresponsabilitaeducativaScuola‐FamigliaQuandocisonodif icolta…
c- I RAPPORTI SCUOLA - TERRITORIO Scuola‐TerritorioPatto educativo di corresponsabilita
dellaComunitaterritorialeLaConsultadeiDirigentiScolasticiProgetticomuni(Dialoghisull’educa‐
zione|Giochid’Amiciziasenzafrontiere)
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
60
a- RAPPORTI DIREZIONE, DOCENTI, PERSO-NALE Ques rappor sono ges nello s le della fiducia, della s ma e
della collaborazione per uno s le adeguato agli alunni.
b- RAPPORTI SCUOLA - FAMIGLIA Lo s le educa vo della scuola è improntato alla massima disponi‐bilità nei confron dei genitori degli allievi che vengono coinvol nelle decisioni quando il loro parere rappresenta un ‘passaggio obbligato’ nella definizione di pra che scolas che, nella elabora‐zione delle proposte forma ve dell’is tuto e sopra u o nelle fasi di scelta delle a vità educa ve dida che che le leggi di riforma riservano appunto alle famiglie e agli allievi. Nella vita della scuola ci sono momen importan in cui la collabo‐razione SCUOLA‐FAMIGLIA va ges ta con grande cura: a) LA FASE DELLE ISCRIZIONI. Vengono organizza incontri con i genitori degli alunni di 5^ elementare per la presentazione della proposta forma va della scuola, sulla base delle indicazioni vinco‐lan della legge (n. 53/2003, D.Lgs. n. 59/2004, DM 21/07/2007) e delle decisioni autonome del Collegio dei Docen , accolte e condi‐vise dal Consiglio d’Is tuto. OPEN DAY. Per facilitare la decisione delle famiglie, in merito all’offerta forma‐va della scuola, vengono organizza incontri di consulenza, collo‐
qui orienta vi con famiglie e futuri allievi, allo scopo di favorire le scelte e anche per renderle più ada e possibili agli allievi a secon‐da delle loro esigenze e dei loro interessi e/o mo vazioni. b) LA FASE DELLA FORMAZIONE DELLE CLASSI. La scuola delibera nelle sedi opportune (Collegio Docen e Consiglio d’Is tuto) i crite‐ri per la formazione delle classi. Nella nostra Scuola Secondaria di I grado S. P. E. Cerioli i criteri per la formazione delle classi I sono i seguen :
Scu
ola
sec
ond
aria
61
PIANO ORGANIZZATIVO DELLA CLASSE PRIMA
indicazioni della Scuola Primaria di provenienza
da contenu nei fascicoli personali
livello di apprendimento ‐ risulta sul piano degli apprendi‐men (profi o);
comportamento
preparazione culturale
richieste dei genitori, se mo vate e non contrastan con le situazioni preceden
fon di rilevazione delle prove di ingresso svolte a giugno e a se embre
segnalazioni e richieste par colari avanzate dalle insegnan della scuola primaria (es. incompa bilità tra allievi nella stessa classe);
problemi par colari segnala dalla famiglia ( e valuta a en‐tamente dalla Commissione formazione classi).
Le prove di ingresso a cara ere trasversale avranno come scopo la conoscenza e l’accoglienza dei ragazzi; verranno verifica : il grado di conoscenza, la capacità di socializzazione, le capacità cogni ve a cara ere generale(riconoscere, ordinare, me ere in relazione, ragionare), la conoscenza del lessico per la comprensio‐ne della lingua orale e scri a. c) LA FASE DELL’ACQUISTO DEI LIBRI DI TESTO. L’assegnazione dell’alunno/a ad una classe perme e poi alla famiglia di procedere all’acquisto dei libri di testo. A ciascuna famiglia viene consegnato l’elenco dei tes ado a da‐gli insegnan delle classi a seguito della delibera del Collegio dei Docen . Il criterio di fondo seguito negli anni è quello di ridurre al minimo il cambio dei tes per evitare alle famiglie cos eccessivi per i libri di testo.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
62
D) LA FASE DELL’AVVIO DELL’ANNO SCOLASTICO, Gli alunni di clas‐se prima, vengono invita a scuola un giorno prima rispe o ai com‐pagni di II^ e III^; nell’arco di questa giornata vengono introdo nella nuova scuola cominciando a prendere dimes chezza con inse‐gnan nuovi e modalità nuove rispe o alla scuola primaria. Per comunicazioni urgen i genitori possono rivolgersi al Dire ore. E) LA FASE DI COMUNICAZIONE DEI RISULTATI SCOLASTICI A META’ e FINE QUADRIMESTRE. Un momento par colarmente importante è la consegna della scheda di valutazione al termine del 1° quadri‐mestre dopo il ritorno ai vo . Durante la consegna i docen fanno il punto della situazione e con‐cordano con le famiglie il da farsi per migliorare e/ recuperare eventuali difficoltà. È il momento in cui si cerca si responsabilizzare l’allievo davan ad un quadro valuta vo a 360° circa il suo impegno scolas co e i risulta nelle varie a vità disciplinari e/o trasversali (es. a vità opzionali aggiun ve e facolta ve). Forse più delicata è la fase rela va alla conclusione dell’anno scola‐s co quando i genitori vengono invita dai docen a valutare a entamente la situazione scolas ca dei propri figli, sopra u o se i risulta sono problema ci e al di so o delle aspe a ve dei do‐cen e inferiori alle potenzialità degli allievi. È una fase delicata in quanto i docen sono chiama poi collegialmente ad amme ere o meno l’allievo alla classe successiva. In caso di risultato nega vo, la Dirigenza scolas ca convoca i genitori per informarli dell’esito, for‐nendo loro gli elemen salien della decisione collegiale. F) LA FORMAZIONE. I genitori degli alunni di I^, così come quelli di II^ e III^, sono invita durante l’anno scolas co a momen di formazione serali e ad altri appuntamen secondo un calendario consegnato a tu e le fami‐glie. Prospe ve nel Rapporto Scuola‐famiglia G) L’AGENDA INFORMATICA. Nel tenta vo di migliorare la comuni‐cazione scuola‐famiglia, anche a raverso le nuove tecnologie, è offerta ai genitori la modalità di accedere ad una banca da con le valutazioni intermedie e finali degli allievi nelle varie materie o a ‐vità scolas che, tramite l’uso del PC sulla base di un codice/
Scu
ola
sec
ond
aria
63
password che viene fornito dietro richiesta della famiglia.
H) PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA SCUO‐
LA‐FAMIGLIA. 1. Contestualmente all’iscrizione alla singola is tuzione scolas ‐ca, è richiesta la so oscrizione da parte dei genitori e degli stu‐den di un Pa o Educa vo di Corresponsabilità, finalizzato a defi‐nire in maniera de agliata e condivisa diri e doveri nel rappor‐to tra is tuzione scolas ca autonoma, studen e famiglie. 2. I singoli regolamen di is tuto disciplinano le procedure di so oscrizione nonché di elaborazione e revisione condivisa, del pa o di cui al comma 1. 3. Nell’ambito delle prime due se mane di inizio delle a vità dida che, ciascuna is tuzione scolas ca pone in essere le inizia‐ve più idonee per le opportune a vità di accoglienza dei nuovi
studen , per la presentazione e la condivisione dello statuto delle studentesse e degli studen , del piano dell’offerta forma va, dei regolamen di is tuto e del pa o educa vo di corresponsabilità
c- RAPPORTI SCUOLA - TERRITORIO Ogni mese la CONSULTA DEI DIRIGENTI DELLE SCUO‐LE si ritrova per programmare e valutare esperienze comuni e proprie di ogni Scuola. In Orzinuovi le Scuole coinvolte sono queste: Scuole dell’Infanzia (Pubblica, Canossiane, Sacra Famiglia); Scuole Primaria (Pubblica e Sacra Famiglia); Scuola Secondaria I° (Pubblica e Sacra Famiglia); Scuola Se‐condaria II° (Pubblica Provinciale con 1.110 studen‐).Ogni Dirigente ha partecipato fedelmente ogni
mese all’incontro. > Nel 2009‐2010 abbiamo imparato a conoscerci, a
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
64
conoscere le varie realtà scolas che e a proge are al‐cune esperienze comuni e condivise. Le esperienze co‐muni sono state queste: per tu e le Scuole: la Se ma‐na della Musica (1 se mana di maggio); per le scuole dell’Infanzia: la Festa di Primavera; per le Scuole Se‐condaria: Giochi d’Amicizia senza fron ere (23 mag‐gio); > Il clima di rispe o, fiducia e collaborazione tra Diri‐gen ha fa o maturare il desiderio di coinvolgere nella ques one educa va le realtà del territorio perché la ques one scolas ca ed educa va fosse portata a co‐scienza di piazza e, sopra u o, fosse condivisa nella vita ordinaria con le varie associazioni culturali, spor ‐ve e di volontariato del territorio. > Da questa esperienza è stato approntato un Manife‐sto per l’Educazione e la firma per un Pa o x l’Educa‐zione della Comunità territoriale (13 maggio 2012).
Scu
ola
sec
ond
aria
65
CONTRIBUTOSCOLASTICO
L’importoestabilitoogniannodalConsigliodiAmministrazio‐ne.
•Considerandochel'educazioneelacrescitadiun iglio,diunaigliainfamigliaelavitainunbuoncontestoeducativosonoilmiglior investimento per il futuro dei genitori e della societa.Per gli Alunni della Scuola Secondaria e Primaria la RegioneLombardia continua ad erogare il contributo chiamato DOTESCUOLA;conilsuddettointervento, larettascolasticaverrari‐dottainproporzionedelcontributoregionaleassegnatoadognialunno, a seguito della richiesta on‐line fatta dal genitore.(www.regionelombardia.it).
•FondodiSolidarietaedEducazione."Un ioreperElisa':Lano‐stra Scuola vuole continuare ad essere aperta a tutti. QuestoFondo di Solidarieta sovviene alle esigenze delle famiglie piubisognoseealleoperescolastichedelleScuoledove lavorano inostriconfratelli(BrasileeMozambico).E'alimentatodallaCo‐munitareligiosaedagenitorisolidali.
Primodoveredellefamiglieebased'ognieducazioneeaprirelamenteedilcuoredei igliaconoscere,amareeservireilSigno‐re,DioePadrenostro,‐comedelrestotuttineabbiamol'obbli‐goedildovere‐,maconunafedesenzapregiudizi,sodaesince‐ra.
ISCRIZIONE
Perl’iscrizioneallaclasseprimaenecessarialarichiestascrittadelgenitore,con l’autocerti icazionesumoduli fornitidallase‐greteriadellascuola.Vieneinoltrerichiestala irmadelgenito‐resulPattoFormativoconsegnatoasettembre.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
66
tutto il Centro Educativo OTTEMPERA ALLE NORMATIVE INMATERIADISICUREZZASUL LAVORO(d.lgs.81/08)conl’in‐tervento di una ditta esterna e la programmazione annuale dinumero2provedievacuazioneantincendiodegliambientisco‐lastici.
V POF
IlP ’O F eoggettodivalutazionecon‐tinuadapartedeiDocentie trovanelleCommissionicostituiteall’internodelCollegioDocentiedelConsigliodiIstituitoglior‐ganicompetentiperunaanalisieperlasuaattualizzazione.
Perquantononespressamenteprevistonelpresentedocumen‐to,valeilriferimentoallenormevigenti.
VALIDITA’
IlpresenteP.O.F.estatoapprovatodalCollegioDocentiperlapartedidatticail3settembre2013edalC.I.S.perlaparteorganizzativa
Scu
ola
sec
ond
aria
67
DECALOGO DEL GARANTE DELLA PRIVACY PER LA SCUOLA
ECCO IL DECALOGO DEL GARANTE DELLA PRIVA-
CY PER LA SCUOLA. FORNITE REGOLE E INDICA-
ZIONI PER LA TUTELA TRA I BANCHI.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, - Obbligo del consen-
so per video e foto sui social network. Scrutini e voti
pubblici.
>Sì alle foto di recite e gite scolastiche. No alla pubbli-
cazione on line dei nomi e cognomi degli studenti non
in regola coi pagamenti della retta. Su cellulari e tablet
in classe l'ultima parola spetta alle scuole. E' tempo di
ritorno in classe e il garante per la protezione dei dati
personali ha ritenuto utile fornire a professori, genitori
e studenti, sulla base dei provvedimenti adottati e dei
pareri resi, alcune indicazioni generali in materia di
tutela della privacy.
TEMI IN CLASSE - Non lede la privacy l'insegnante
che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in
classe riguardanti il loro mondo personale. Sta invece
nella sensibilità dell'insegnante, nel momento in cui gli
elaborati vengono letti in classe, trovare l'equilibrio tra
esigenze didattiche e tutela della riservatezza, special-
mente se si tratta di argomenti delicati.
CELLULARI E TABLET - L'uso di cellulari e smartpho-
ne è in genere consentito per fini strettamente perso-
nali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel
rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti
scolastici decidere nella loro autonomia come regola-
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
68
mentare o se vietare del tutto l'uso dei cellulari. Non si
possono diffondere immagini, video o foto sul web se
non con il consenso delle persone riprese. E' bene
ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la
riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere
lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfi-
no in veri e propri reati. Stesse cautele vanno previste
per l'uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non
soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri
elettronici e testi on line.
RECITE E GITE SCOLASTICHE - Non violano la pri-
vacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori
durante le recite, le gite e i saggi scolastici. Le immagi-
ni in questi casi sono raccolte a fini personali e desti-
nati ad un ambito familiare o amicale. Nel caso si inten-
desse pubblicarle o diffonderle in rete, anche sui social
network, è necessario ottenere il consenso delle perso-
ne presenti nei video o nelle foto.
RETTA E SERVIZIO MENSA E' illecito pubblicare sul
sito della scuola il nome e cognome degli studenti i cui
genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del
servizio mensa.
Lo stesso vale per gli studenti che usufruiscono gratui-
tamente del servizio mensa in quanto appartenenti a
famiglie con reddito minimo o a fasce deboli.
Gli avvisi messi on line devono avere carattere genera-
le, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con
comunicazioni di carattere individuale. A salvaguardia
della trasparenza sulla gestione delle risorse scolasti-
che, restano ferme le regole sull'accesso ai documenti
amministrativi da parte delle persone interessate.
Scu
ola
sec
ond
aria
69
TELECAMERE - Si possono in generale installare tele-
camere all'interno degli istituti scolastici, ma devono
funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti e la
loro presenza deve essere segnalata con cartelli. Se le
riprese riguardano l'esterno della scuola, l'angolo vi-
suale delle telecamere deve essere opportunamente
delimitato. Le immagini registrare devono essere can-
cellate in generale dopo 24 ore.
INSERIMENTO PROFESSIONALE - Al fine di agevo-
lare l'orientamento, la formazione e l'inserimento pro-
fessionale le scuole, su richiesta degli studenti, posso-
no comunicare e diffondere alle aziende private e alle
pubbliche amministrazioni i dati personali dei ragazzi.
QUESTIONARI PER ATTIVITÀ DI RICERCA - L'attivi-
tà di ricerca con la raccolta di informazioni personali
tramite questionari da sottoporre agli studenti è con-
sentita solo se ragazzi e genitori sono stati prima infor-
mati sugli scopi delle ricerca, le modalità del tratta-
mento e le misure di sicurezza adottate. Gli studenti e i
genitori devono essere lasciati liberi di non aderire all'i-
niziativa.
ISCRIZIONE E REGISTRI ONLINE, PAGELLA ELET-
TRONICA - In attesa di poter esprimere il previsto pa-
rere sui provvedimenti attuativi del ministero dell'Istru-
zione riguardo all'iscrizione on line degli studenti, all'a-
dozione dei registri on line e alla consultazione della
pagella via web, il Garante auspica l'adozione di ade-
guate misure di sicurezza a protezione dei dati. –
VOTI, SCRUTINI, ESAMI DI STATO - I voti dei compiti
in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
70
degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul
rendimento scolastico sono soggette ad un regime di
trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabi-
lito dal ministero dell'Istruzione. E' necessario però, nel
pubblicare voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni,
che l'istituto eviti di fornire, anche indirettamente, infor-
mazioni sulle condizioni di salute degli studenti: il riferi-
mento alle ‘prove differenziate’ sostenute dagli studenti
portatori di handicap, ad esempio, non va inserito nei
tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell'atte-
stazione da rilasciare allo studente.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI - Le scuole
devono rendere noto alle famiglie e ai ragazzi, attraver-
so un'adeguata informativa, quali dati raccolgono e
come li utilizzano. Spesso le scuole utilizzano nella
loro attività quotidiana dati delicati - come quelli riguar-
danti le origini etniche, le convinzioni religiose, lo stato
di salute - anche per fornire semplici servizi, come ad
esempio la mensa. E' bene ricordare che nel trattare
queste categorie di informazioni gli istituti scolastici
devono porre estrema cautela, in conformità' al rego-
lamento sui dati sensibili adottato dal ministero dell'I-
struzione. Famiglie e studenti hanno diritto di conosce-
re quali informazioni sono trattate dall'istituto scolasti-
co, farle rettificare se inesatte, incomplete o non ag-
giornate.
Scu
ola
sec
ond
aria
71
COORDINATORI‐SEGRETARI2013–2014
Classi
Coordinatori Segretari
I A
prof.ssa Delfini prof.ssa Gusmaroli
I B
prof.ssa Aiolfi prof.ssa Vei
II A
prof.ssa DeMar ni prof.ssa Franguelli
II B
prof. Grassi prof. Pavesi
III A
prof.ssa Bergamaschi ( Gilber )
prof.ssa Ghidinelli
III B
prof. Zuelli
prof. Be oni
III C
prof. Columpsi prof.ssa Crescini
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
72
Scu
ola
sec
ond
aria
73
LA SCUOLA E LE SUE ATTREZZATURE
La scuola è una struttura accogliente, elegante, attrezzata appositamente per le necessità educative e didattiche dei bambini. Ogni aula è spaziosa, ben illuminata e insonorizza-ta, dotata di banchi a norma e con altezza adeguata alla strut-tura fisica del bambino. Ogni aula ha con PC con possibilità di accesso al registro informatico, alla rete intranet e collega-mento ad Internet. La Scuola inoltre dispone di 2 sale con 30 PC, ciascuna colle-gati in rete con accesso ad Internet. Possiede inoltre una di-screta biblioteca multimediale e numerosi software didattici e di utilità. Dispone inoltre di una palestra attrezzata per l’insegnamento della motoria e l’animazione psico-corporea, particolare atti-vità ricreativo-formativa avviata in modo sperimentale pres-so la nostra scuola. Inoltre ha una nuova sala multimediale per l’attività musica-le-vocale-visiva denominata “AULA DEI SUONI” per l’educa-zione all’immagine; aule per la manipolazione, per il teatro e la danza.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
74
EDILIZIA S
Criteri per l’u lizzo degli spazi □ Ogni spazio della scuola è organizzato in modo funzionale per un u lizzo an‐
che polifunzionale. □ Nei corridoi e negli spazi comuni non è consen to svolgere giochi pericolosi
per la propria e altrui incolumità □ Le turnazioni nelle aree comuni
(Informa ca, Palestra, Piscina) vengono concordate all'inizio dell'anno scolas ‐
co. □ II materiale è tenuto con cura da
diversi responsabili. □ Le aule abilitate a laboratori vengono u lizzate per lo svolgimento di a vità specifiche e, durante le ore in cui non sono previste tali a vità, diventano
aule per altre a vità.
La Scuola è a rezzata con una mensa interna di o ma qualità. Il menù previ‐
sto se manalmente è approvato dall’ASL bresciana. Per i bambini con
cer ficato medico per allergie o intolle‐ranze alimentari è previsto il menù
adeguato.
INFANZIA PRIM4 Aule con bagni sezi
Sala Docen Aule | 10
Spazio gioco Esterno Aula
Spazio gioco Interno Aula
Mensa ‐ Aula Spazio GSpazio G
Aule | 10
Inf
M
spaziper l’a vità di
mento e c
uffiCoordinatore
Superamento barriere archite oniche Piano di evacuazione | Illuminazione Impianto ele rico | an ncendio | acus co
S
Tu o il Centro Educa vo OT‐
TEMPERA ALLE NORMATIVE IN
MATERIA DI SICUREZZA SUL
LAVORO (d.lgs. 81/08 ) con l’in‐
tervento di una di a esterna e
la programmazione annuale di
numero 2 prove di evacuazione
an ncendio degli ambien sco‐
las ci.
Scu
ola
sec
ond
aria
75
SCOLASTICA MARIA SECONDARIA SPAZI COMUNI ioni A / B sezioni A / B / C Aula Magna
0 su due piani Aule scolas che| 7 su un piano Laboratorio Informa ca
a Docen Aula Docen Aula mul mediale
Laboratorio Mul mediale Musica
Educatori Sala Educatori Biblioteca
GIOCO Interno Gioco Esterno
Spazio Gioco interno Palestra
0 su due piani Spazio Gioco Esterno Piscina
Bagni Infermeria Mensa
fermeria Bagni BAR
Mensa Mensa Segreteria
a rezza recupero, potenzia‐onsolidamento
spazi a rezza per l’a vità di recupero, potenzia‐
mento e consolidamento
ESTERNO
cio per il e A vità educa ve
ufficio per il Coordinatore A vità educa ve
Campi di Calcio | 6
| an sismica Chiesa Sacra Famiglia
Campo Pallavolo
Campo Pallacanestro
Campo Calce o
Spazio Giochi Bambini
Ampio Parcheggio
La Casa accoglie per le feste di com‐pleanno.
Santa P
aola Elisabetta C
erioli
76
centro Educativo e Scuola santa Paola Elisabetta Cerioli
Sacra Famiglia / andreana
Piano Offerta Formativa (=POF)
strumento per la vita della Comunità educante e scolastica
* Curricolo di Scuola
per la programmazione e l’apprendimento delle discipline scolastiche
* Regolamento
per crescere come Comunità di vita nel rispetto di ciascuno
buon anno di scuola!