PARROCCHIA B. V. MARIA ASSUNTA NULVI - Home Page … · Nardecchia Michele ... ma era molto triste...
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PARROCCHIA B. V. MARIA ASSUNTA NULVI
—-ooo0ooo—- Giornalino Parrocchiale
“In Cammino con la nostra Chiesa”
Notizie, avvisi e curiosità della nostra Parrocchia, a cura dell’Ufficio parrocchiale e Team ragazzi.
Parroco Don Alessandro Piga Tel. 079.576439 - Uff. parrocchiale Tel. 079.576242 cell. 3387177363 - www.parrocchianulvi.com - E-mail: [email protected] -
Pubblicazione nr. 2
Riflessione
Nessuno è tanto ricco da non poter ricevere dagli altri, e nessuno è
tanto povero da non po-ter dare a tutti, perché ognuno di noi è una pa-rola irripetibile di Dio.
Corso Vittorio Emanuele , 37 - Nulvi (SS)
Allegato al nr.13, Dicembre 2011 di Gallura e Anglona
LA REDAZIONE DEL GIORNALINO
Gruppo della Redazione:
Parroco Don Alessandro Piga
Nardecchia Michele
Dessanti Annamaria
Cubaiu Antonello
Sechi Irene
Santu Giovanna Maria
Santu Maristella
Meloni Paolo
Ferciug Lorena
Posadinu Mara
LA REDAZIONE DEL GIORNALINO PARROCCHIALE
AUGURA A TUTTI I PARROCCHIANI BUON NATALE E
FELICE ANNO NUOVO
La Redazione
STORIA DEL PRESEPE
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù come riporta Luca "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7) dell'annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Il presepe come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223, episodio rappresentato poi magistral-mente da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di prese-pe inanimato è invece quello che Arnolfo di Carnbio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività, il tutto collocato all'interno delle chiese. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in oc-casione del Natale costruisce un presepe riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. A Ro-ma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più impo-nenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concit-tadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posti sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e la caverna usata da S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il prese-pe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quella degli amici del presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine vicino Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma, una tra le prime in Italia, rappresentazioni dal vivo come quelle di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto gli artigiani napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana. E come è tradizione, anche quest’anno nella nostra Chiesa parrocchiale, alcune persone volentero-se, in maggior numero donne, sotto la visione del Parroco Don Alessandro, con grande impegno e disponibilità, hanno realizzato il Presepe per tutta la comunità di Nulvi. A loro un sincero Grazie da tutti noi parrocchiani.
Michele N.
L’ANGELO CUSTODE
E’ certamente bello il mondo che noi abitiamo e quello che ci circonda. Il sole, la luna, un numero grandissimo
di stelle, lucenti, sfolgoranti: la terra coi mari e monti, coi fiori e frutti, con ferro e oro, con pianure, deserti,
campi, paesi e città, con animali di molte specie, con gli uomini di vario temperamento e colore. Se potessimo
visitare tutte le parti della terra e vederne le grandi bellezze, noi ne resteremmo sommamente meravigliati e ne
trarremmo grande amore e riconoscenza al Creatore. Ma badate, che altri mondi, altri esseri a noi invisibili, più
belli e più perfetti, esistono.
Se vedessimo, se potessimo vedere il mondo degli Angeli! Essi sono quasi senza numero. San Tomma-
so insegna che sorpassano senza confronto il numero di tutti
gli esseri materiali. Quanti milioni, quanti miliardi di uomini
vissero sulla terra da Adamo fino a noi? Molti, moltissimi.
Ebbene, di più sono gli Angeli che Dio ha creato prima
dell’uomo. Incominciarono a vivere, vivono e non muoiono e
non moriranno. E l’uno è diverso dall’altro. Come non vi
sono due uomini delle stesse fattezze, delle stesse doti di
animo, così ognuno degli Angeli ha il suo grado di intelligen-
za, sapienza, potenza. Un altro mondo insomma, sul quale la
bontà e la sapienza del Signore brillano più che sul nostro.
Gli Angeli sono puri spiriti.
Non hanno il corpo. Anche l’anima nostra è spiritua-
le, ma non può compiere gli atti spirituali senza il servizio
del corpo: invece gli Angeli non bisognano del corpo. Essi
intendono le cose immediatamente, senza il faticoso ragiona-
mento che a noi è necessario, vedono senza occhi, parlano
ossia si comunicano i loro pensieri senza lingua, volano
senz’ali, percorrono gli spazi senza occuparli.
Sono sapientissimi.
L’umanità ebbe grandi genii, meravigliose intelligen-
ze. Mosè, Salomone, S. Paolo, S. Tommaso d’Aquino, Dante
Alighieri, Galileo, Volta, Napoleone e tanti altri: ma un solo
angelo sorpassa di gran lunga l’intelligenza, la scienza di
tutti gli uomini. Egli non ha bisogno di maestri e di libri, e conosce tutte le meraviglie, le forze, i segreti delle
cose create.
Naturalmente considerati, gli Angeli si sarebbero trovati verso Dio nella semplice relazione di sudditi
verso il loro creatore e padrone, ma Dio li volle innalzare alla felicità soprannaturale, ponendoli però in uno
stato di prova. Molti degli Angeli fallirono alla prova e caddero nell’inferno con il capo dei ribelli, Lucifero:
molti altri invece furono confermati nella grazie e capo dei fedeli è San Michele. Essi semper vident faciem
Patris qui est in coelo.
Sono bellissimi.
Belli ci appaiono i nostri bambini dai riccioli biondi, le fanciulle vestite di bianco che fanno la prima
Comunione, le spose che vanno all’altare: ma chi può dirci la bellezza degli Angeli?
Cristiani, se andremo in paradiso, vedremo, godremo il magnifico mondo degli Angeli! Quale compa-
gnia! Quali amicizie! Quali relazioni e corrispondenza di santi amori! Pensiamo sovente a quegli Spiriti e senti-
remo un vivo desiderio del paradiso e vivremo in modo da meritarcelo.
Ma dobbiamo aggiungere, che il Signore ha creato gli Angeli non per la sua sola gloria e servizio. No. Li
ha pur creati per il nostro bene. Angelis suis madavit Deus de te ut custodiant te in omnibus viis tuis. Ci as-
sicura la Sacra Scrittura. Essi sono incaricati di custodire, di proteggere gli uomini: ecco l’Angelo Custode.
Quando i nostri genitori ci fecero battezzare in Chiesa, ci designarono un padrino e una madrina: ebbe-
ne, da quel giorno Iddio ci destinò un Angelo per protettore. Da quel giorno Egli ci accompagna giorno e notte
ed Egli stesso quando sarà l’ora, adagerà il nostro corpo nella tomba del cimitero.
La mamma ci cullava, ci fasciava; e l’Angelo si deliziava nei nostri occhietti, nelle nostre manine, bene-
dicendoci
La mamma ci portò la prima volta in Chiesa e il nostro Angelo disse per noi una parolina al Gesù del
tabernacolo. Alla nostra prima Comunione, il parroco, i nostri genitori, la madrina e padrino ci fecero festa e
regalo; ma il più contento fu lui, l’Angelo Custode, il quale per tutto quel giorno ci baciò la bocca santificata
dall’Ostia. O coniugati, nella celebrazione del vostro matrimonio parenti e amici vi accompagnarono alla Chie-
sa lieti, festosi, auguranti: ma presso l’inginocchiatoio dell’altare era lui, l’Angelo, che vi benediceva, vi copri-
va con le sue ali bianche e poi scriveva quel giorno bello di vita vostra nei libri del cielo. O padre di famiglia,
che lavori tutto il giorno, sappi che sempre ti è vicino l’Angelo Custode e alla sera, si siede presso il letto che
riceve il tuo corpo stanco. O buona mamma, che sei quasi sempre sola in casa, mentre i tuoi cari si divertono
fuori, o buona mamma che dalla famiglia altro non hai che trattamenti bruschi e dispiaceri, sappi che il tuo An-
gelo si addolora e piange con te. O poveri vecchi pieni di acciacchi, voi che siete disprezzati dai figli, dai nipoti
e dai giovani, voi che vi sentite sfuggire la vita, voi siete assistiti dall’Angelo. O malati, che nel letto o in un
cantuccio della casa soffrite e gemete, sappiate che le vostre lacrime cadono tra le mani dell’Angelo che le por-
ta al buon Dio.
Il nostro Angelo vigilerà e ci proteggerà specialmente in punto di morte. Giacenti nel letto del dolore,
curati dai medici che nella loro scienza più non trovano rimedio alla nostra malattia, assistiti dai familiari che ci
vedranno sparire le ultime forze del corpo, noi ci accorgeremo di essere vicini all’eternità! Quel pensiero cadrà
come una folgore nella nostra coscienza, illuminandoci tutti i peccati della nostra vita ed i terrori della Giustizia
divina! Fratelli, chi non tremerà in punto di morte? E in quei momenti ci apparirà l’Angelo Custode e distende-
rà, lasciatemi dire così, le sue bianche ali sul nostro letto. Oh, consolatissima apparizione! Essa ci mostrerà il
Crocefisso, la Madonna, il Confessore, la Misericordia di Dio, la Fede, la Speranza Cristiana: e la nostra anima
cercherà rassegnata e fiduciosa le mani e i baci del buon Gesù.
Moriremo. Meritevoli del paradiso, l’Angelo vi introdurrà l’anima nostra, mostrandola alla SS. Trinità, ai
Santi, e accompagnandola per le delizie del Regno Eterno, rimanendo compagno indivisibile di essa. Condan-
nati al Purgatorio, l’Angelo vi terrà compagnia all’anima nostra, consolandola in quel luogo di pene, in
quell’esilio, alleviandole la desolazione con le speranze del paradiso. Invece i condannati all’inferno…… Il
loro Angelo li abbandonerà presso la porta dell’eterna prigione dando un ultimo bacio a quell’anima che tanto
amò inutilmente, a quell’anima che, pur fatta ad immagine di Dio, mai vedrà Iddio! Non si vedranno più quei
due compagni sulla terra! L’Angelo ritornerà tra gli spiriti angelici, nel gaudio sempiterno dei giusti: l’anima
del dannato cadrà tra i demoni, la dove si odia Iddio e nella sofferenza senza fine.
O mio Angelo Custode, salvami da tanta sventura, con te per mille e mille anni nel purgatorio, ma mai
separato da te. Angelo buono, salvami.
Al mattino e alla sera affidategli la vostra anima perché la preservi dal peccato.
Michele N.
STORIA DI UN ANGELO CUSTODE
C'era una volta, e c'é ancora adesso, un angelo custode. Era un angelo come tanti altri, ma era molto triste
perchè era custode e protettore di un bambino così discolo che non si era mai visto, si chiamava Paolo. Paolo
era svogliato, disubbidiente, qualche volta cattivo e tutte le volte il suo angioletto si disperava e non sapeva più
come fare per trattenerlo. Finché un giorno ebbe un'idea grandiosa. Chiese un
colloquio con Dio e quando si trovò alla sua presenza espose la sua proposta.
Chiese il permesso di scendere sulla terra e di parlare con Paolo sicuro in que-
sto modo di riuscire a convincerlo a cambiare vita. Dio ci pensò un po' su ed
infine accordò all'angioletto il permesso di fare quest'ultimo tentativo, ma con
la promessa di non toccare la terra con i piedi, altrimenti non avrebbe più po-
tuto risalire in cielo. L'angioletto allora chiese timidamente come avrebbe
fatto a non poggiare i piedi per terra, ma Dio non fece altro che sorridere fa-
cendo gli auguri di buona fortuna. L'angioletto cominciò a girovagare per il
cielo volando da una nuvola all'altra pensando a come poter scendere sulla
terra mantenendo i piedi separati da essa. Ad un tratto fu attirato dal vociare di
alcuni angeli che stavano giocando su di una nuvola attrezzata con un'altalena.
Immediatamente capì che aveva trovato lo strumento adatto per la sua missio-
ne. Aiutato dagli altri angioletti riuscì a costruire un' altalena con le corde
lunghe dal cielo alla terra. L'angioletto si accomodò sul sedile e si raccoman-
dò con gli amici di farlo scendere lentamente e poi di trattenere le corde fino al suo segnale di risalita. Per l'oc-
casione aveva vestito il suo abito migliore, quello delle grandi occasioni, un frac tinta nuvola completo di ba-
stone e cappello. Cominciò la discesa finché non si trovò sospeso a mezz'aria in attesa di Paolo. E Paolo non si
fece attendere; incuriosito dal personaggio così strano subito si avvicinò domandando chi fosse e come mai
avesse la faccia così triste. L'angioletto iniziò la sua storia da quando era stato assegnato come suo custode e-
lencando tutti i dispiaceri che aveva passato per colpa sua, e ad ogni nuova avventura aggiungeva un granellino
di sabbia sulla piccola bilancia che teneva in mano, la quale pendeva inesorabilmente in un solo senso. Paolo lo
ascoltò con attenzione; ma lui era furbo; non era mica un bambino che credeva agli angioletti, e così con una
alzata di spalle fece per andarsene. L'angioletto disperato vedendo sfuggire il suo protetto cominciò a chiamarlo
dicendo che non poteva scendere dall'altalena in quanto non sarebbe più potuto risalire. Paolo si fermò; tornò
indietro, guardò l'angioletto in lacrime e gli disse che gli avrebbe creduto se gli avesse fatto vedere il cielo so-
pra le nuvole. L'angioletto ci pensò un poco su, poi decise che una vita salvata valeva pure una sgridata del
"Capo". Fece salire Paolo sull'altalena e diede ordine ai suoi amici di tirare su. L'altalena non si mosse. L'angio-
letto gridò più forte; niente; come prima. Paolo stava per prendersi la sua rivincita quando l'angelo cominciò ad
arrampicarsi su una delle corde. Svelto come un gatto anche lui lo seguì dall'altra corda ed insieme salirono
fino alle nuvole. Quando arrivarono su, videro che gli amici erano tutti addormentati e quindi non avevano udi-
to il comando di risalita. Ma se loro avevano lasciato le corde dell'altalena, come mai non era caduta sulla ter-
ra? I due si accorsero allora che le corde proseguivano in alto, su un'altra nuvola.
Ripresero a salire, arrampicandosi finché non spuntarono dall'altra parte. Si trovarono di fronte al "Capo" che
aveva le corde dell'altalena legate ad un dito e li guardava sorridendo. Paolo che era davanti si voltò indietro in
direzione dell'angioletto per chiedere spiegazioni e con immenso stupore si accorse che il viso dell'angelo era
diventato uguale al suo, come una goccia d'acqua. A quel punto capì tutto, capì che era tutto vero quello che
aveva ascoltato dalla bocca dell'angelo, capì che era di fronte a Dio e capì che di fronte a Dio tutti gli angeli
custodi sono visti con lo stesso volto degli uomini di cui sono custodi sulla terra. Ridiscese trasformato, e co-
minciò a mettere in pratica quello che tutti gli avevano insegnato e lui non aveva mai seguito. Un giorno ripas-
sò nel luogo in cui aveva incontrato l'angelo e ci trovò ancora l'altalena. Si sedette e cominciò a dondolarsi,
felice di sentirsi cullato dalla mano di Dio. Guardò in alto e vide sopra la nuvola il "suo" angioletto sorridente
con in mano la stessa bilancia del primo incontro; questi cominciò a versare la sabbia del piatto su Paolo tra-
sformandola in una pioggia di polvere dorata che ricoprì il suo cuore e lo riempì di felicità.
Oggi Paolo non ha più bisogno di andare a dondolarsi sull'altalena per sentirsi vicino al Padre che é nei cieli,
ma ancora oggi i suoi bambini prima di addormentarsi alla sera vogliono ascoltare la stupenda avventura del
loro papà e del "suo" angioletto.
Michele N.
Domande dei ragazzi incontro alla Chiesa
Religione
E’ la virtù che orienta l’uomo a Dio, riconoscendone l’esistenza e la grandezza infinita, e
spinge l’uomo ad adorarlo con atti di culto e a praticare una vita morale e spirituale consona
alla propria fede.
Rivelazione
E’ la manifestazione che Dio ha fatto di se stesso all’uomo attraverso vari interventi nella
storia, tramandati a viva voce prima ((tradizione) e poi fissati da scrittori sacri da lui ispirati
(Bibbia), nel corso dei secoli. L’insieme delle verità che Dio ha comunicato nella Tradizione
e nelle Sacre Scritture è custodito nel magistero (insegnamento) della Chiesa.
Idolatria
E’ l’adorazione rivolta a idoli o ad altri oggetti materiali che vengono considerati vere e pro-
prie divinità. Nell’Antico Testamento Dio punisce il suo popolo che adora , ad esempio, il
vitello d’oro. La Chiesa ci ricorda che gli oggetti sacri (quadri, statue, ecc.) non possono es-
sere adorati in se stessi, ma sono soltanto simboli che ci aiutano ad adorare Dio.
Cinquecentomila anni fa l’uomo era religioso?
Gli scienziati non sono sicuri che in un’epoca così lontana esistessero sulla terra gli antenati
dell’ uomo. I cosiddetti ominidi si possono far risalire a 1.800.000 anni fa, ma l’uomo che
noi conosciamo, e che gli studiosi chiamano homo sapiens (‘’uomo intelligente’’) ha fatto
la sua apparizione sulla Terra 35 mila anni fa.
Abbiamo le prove che questo nostro antenato era in qualche modo religioso, custodiva con
cura il ricordo dei morti e invocava l’aiuto della divinità sulle attività quotidiane, dalla caccia
all’agricoltura.
Il nostro antenato credeva che dietro ai fenomeni naturali (l’eruzione di un vulcano, un ful-
mine, il vento) ci fosse una forza magica che dominava il mondo. La religiosità primitiva
nasceva così dalla capacità dell’uomo di scoprire, attraverso la natura, realtà ultra terrene cui
era dovuto il culto e un modo di vivere gradito alla divinità.
Paolo Meloni
LA SANTA MESSA PER MALATI E ANZIANI
La nostra Parrocchia diventa innovativa.
Questo progetto è nato dopo aver raccolto il
desiderio delle persone malate e anziane del
paese, le quali pur non potendosi muovere
da casa, vorrebbero poter ascoltare la Santa
Messa.
Così il Parroco Don Alessandro, avendo
maggiormente a cuore queste persone con i
loro cristiani desideri, ha fatto realizzare e
mettere in atto in via sperimentale dai suoi
collaboratori Michele e Alessandro, il se-
guente Progetto: trasmettere la Santa Messa
via Internet, così la Domenica, la Santa
Messa delle ore 11.00 viene trasmessa in Streaming sul sito Parrocchiale; naturalmente biso-
gna essere muniti di personal computer con linea ADSL per la connessione Internet, ed ese-
guire la seguente procedura:
Andare su un motore di ricerca, Google, Yahoo o Internet Explorer all’indirizzo
www.parrocchianulvi.com apparirà la pagina iniziale del Sito Parrocchiale, cliccare su La
Santa Messa nell’indice a sinistra; una volta che appare il riquadro del video, cliccare sul
triangolino al centro del riquadro e attendere fino a quando si vede il video, poi regolare il
volume per un ascolto ottimale.
Attenzione, all’inizio della trasmissione viene trasmessa una pubblicità, la quale non può
essere eliminata, in quanto è imposta dalla ditta che eroga il servizio ed è solo per 20 secon-
di, subito dopo inizia il video della Santa Messa.
Si raccomanda di lasciare la precedenza della visione della Santa Messa, alle persone malate
o molto anziane impossibilitate a recarsi in Chiesa; questo per fare in modo che la trasmis-
sione non si interrompa a causa dell’eccessivo numero di collegamenti, con conseguente de-
lusione da parte delle persone più interessate. Si avvisa in’oltre che durante la trasmissione,
anche se viene ripreso solo l’Altare maggiore con il Celebrante, i microfoni, possono captare
le voci dei presenti in Chiesa; pertanto durante la Santa Messa, si pregano le persone presenti
di tenere un comportamento consono alla celebrazione Eucaristica. Si accettano eventuali
suggerimenti onde migliorare il Progetto.
Michele Nardecchia
Disastri in Italia
In questi ultimi tempi, si stanno verificando molte catastrofi, causate dalla natu-
ra. Alla tv è raro che non si parli di alluvioni, come le ultime in Liguria e in Ca-
labria, vedere quelle immagini è terrificante eppure gli uomini sanno benissimo
perché succede tutto questo, si parla tanto di prevenire, ma in realtà si dicono
solo parole, parole e non si fa nulla di
concreto. Gli studiosi della Terra cer-
cano di responsabilizzare per questo
che riguarda la nostra sopravvivenza
sul nostro pianeta, basterebbe rispetta-
re la natura. L’uomo pensa sempre di
poter cambiare, modificare tutto a suo
comodo, ma prima o poi la natura si
difende e si ribella per ciò che le ap-
partiene. La cosa più triste che mi ha
fatto più male è vedere quel ragazzino
raccontare la scomparsa della mamma in tutto quel fango, e quelle due bimbe
con la sua mamma portate via dalla forza dell’acqua, è veramente scioccante,
spero che le persone si impegnino a far in modo che non succedano più trage-
die così terribili.
Irene Dessantis
Essere Cristiani
Stiamo per affrontare alcuni importanti momenti che toccano profondamente il nostro essere
Cristiani.
Il Natale è certamente una ricorrenza che sta alla base del nostro credo e della nostra fede.
Eppure sistematicamente quasi in modo automatico questi principi vengono sminuiti se non
svuotati del loro reale significato. Questo avviene perché scatta la ricerca esasperata del ma-
terialismo e del consumismo sfrenato che sono ben altra cosa. Allora chiediamoci se possia-
mo onorare al meglio la nostra responsabilità di Cristiani, cercando di evitare di trasformare
il Natale in qualcosa improntato all’economia, all’acquisto e al consumo. Con questo non si
vuole affermare che i Cristiani debbano rinunciare a occasioni di festa e brindisi, ma è neces-
sario saper coniugare entrambe le cose. Sforzarci nel trovare una giusta alchimia tra il festeg-
giamento di una ricorrenza significativa come il Natale, e il rispetto convinto di Cristo, della
Sua nascita e di tutto ciò che Egli ha rappresentato e rappresenta per l’intera umanità. Certo
non è cosa semplice, essere Cristiani non è semplice, tutt’altro. Ricordare a noi stessi che la
Cristianità è qualcosa che va costruita giorno per giorno quotidianamente insieme agli altri
fratelli, che ci impegna tutta la vita ogni istante, rappresenterebbe già una consapevole presa
di coscienza che ci consentirebbe di seguire la giusta strada recuperando e rafforzando la no-
stra identità e la nostra fede.
Abbiamo esempi straordinari come Madre Teresa di Cal-
cutta e tanti altri.
Mi chiedo se non valga la pena avere uno scatto d’orgoglio
e seguire l’esempio di Madre Teresa. Aiutare il prossimo
ogni giorno a prescindere dalle ricorrenze o festività, essere
portatori di solidarietà, mettendosi al servizio degli altri
soprattutto i più bisognosi e i più deboli.
In questo preciso istante il pensiero corre veloce e raggiun-
ge una giovane donna di Samugheo, che della solidarietà
ha fatto una ragione di vita. Rossella Urru è stata rapita il
23 Ottobre in Algeria insieme a due colleghi spagnoli.
Qualche giorno fa un video dimostra che Rossella è viva e
sta bene. Uno dei primi insegnamenti che Dio ci ha dato e
a cui dobbiamo tener fede; amare il nostro prossimo come
noi stessi. Quale miglior modo per onorarlo e perseguirlo se non quello di pregare affinché
Rossella e i suoi amici possano al più presto essere rilasciati, e ritornino alle proprie case,
abbracciando cosi i loro familiari. Questo e quello che Dio ci chiede. Questo è quello che
dobbiamo fare. Questo è essere Cristiani.
Antonello Cubaiu
ORATORIO S. MARIA DEL FIORE
Un bene per la Comunità Parrocchiale di Nulvi
A fine anno 2010, un gruppo di volenterosi par-
rocchiani del Comitato de Sos Mastros
(Artigiani), sotto la guida del nostro Parroco
Don Alessandro, essendogli avanzati dei soldi
dai festeggiamenti del Ferragosto Nulvese 2010,
hanno deciso di utilizzarli per la nostra Parroc-
chia. Avendo notato che il salone a piano terra
dell’Oratorio necessitava di alcune manutenzioni, in quanto deteriorato a causa dell’umidità
nelle parti basse lungo tutto il suo perimetro, la tinteggiatura, sistemazione della cucina e
pulizia generale; hanno deciso di fare quanto necessario, così alla fine di Gennaio corrente
anno hanno dato inizio ai lavori, che sono terminati nella prima decade di Febbraio.
Nell’occasione, per rendere il salone più bello e accogliente, per una altezza di circa 60 cm.
del suo perimetro, e negli angoli che arriva a metri 1,50 circa, a forma di piramide; l’hanno
rivestito con piccole lastre di pietra grezza di forma irregolare, ed al termine dei lavori, dopo
la pulizia generale fatta dalle donne dello stesso Comitato, il risultato è stato sorprendente. Il
salone è tornato a nuovo splendore e più accogliente di prima. Hanno fatto veramente un ot-
timo lavoro che va a vantaggio di tutta la Comunità parrocchiale. A queste persone, per
l’impegno e il bel lavoro svolto, va un sincero ringraziamento da parte di tutti noi, e chissà
che altri seguano l’esempio per migliorare la nostra Parrocchia.
Michele Nardecchia
LA STORIA DELL'ALBERO DI NATALE
In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si recò nel bosco alla
ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte
Santa. Si attardò più del previsto e, sopraggiunta l'oscurità, non seppe ritrovare la strada per
tornare a casa. Per giunta incominciò a cadere una fitta nevicata.
Il ragazzo si sentì assalire dall'angoscia e pensò a come, nei mesi precedenti, aveva atteso
quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare.
Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si riparò dalla neve
sotto di esso: era un abete. Sopraggiunta una grande stanchezza, il piccolo si addormentò
raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbassò i suoi rami fino a far loro
toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla neve e dal fred-
do il bambino.
La mattina si svegliò, sentì in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano mes-
si alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, poté con grande gioia riabbracciare i suoi com-
paesani. Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai
loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piega-
to fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del
sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile.
In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case
viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo
villaggio videro in quel lontano giorno.
Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di
avere i rami pendenti verso terra.
Michele N.
IL NATALE
Il Natale è una festa molto importante perché e nato Gesù e viene festeggiato in famiglia con
parenti e amici. Il giorno di Natale si va in chiesa per ascoltare la Santa Messa per la nascita
di Gesù. Il Natale per alcuni significa ricevere i regali di Babbo Natale; per altri è molto im-
portante, perché ricorda la nascita di Gesù Bambino. A Natale vengono ricevuti dei regali,
però dobbiamo pensare anche alle persone e bambini più poveri, cosi il Santo Natale sarà
ancora più bello. Per molte persone nel mondo non sarà bello, perché senza lavoro, senza la
possibilità di mangiare e vestirsi, malati, in zone di guerra o in strada senza una casa e fami-
glia. Ecco perché bisogna pensare un poco anche a loro.
Lorena Ferciug
Letterine a Gesù Bambino
Caro Gesù Bambino vorrei che questo Natale portasse la gioia, l’allegria e la felicità in tutte
le case del Mondo. Iniziare un anno nuovo senza crisi e un lavoro per tutti i genitori e i gio-
vani disoccupati. Poter vivere una vita senza problemi preoccupazioni. Per noi il Natale si-
gnifica la nascita di Gesù, dobbiamo ringraziare Dio che è nato Gesù per salvare il mondo.
Anche noi dobbiamo essere più bravi, più buoni e volerci bene, aiutare i malati, i poveri e
consigliare le persone che sbagliano. Vorrei che non ci sia la guerra, i poveri avessero delle
case in cui vivere e i figli andassero a scuola.
Lorena. Ferciug
Caro Gesù Bambino vorrei che questo Natale sia felice anche per i poveri e sopra tutto che
abbino almeno un po’ da mangiare. Per me il Natale è quando nasce Gesù nel cuore della
gente. Chi segue l’insegnamento di Gesù, impara ad amare il prossimo, la natura, gli animali
e tutto ciò che Dio ha creato, diventando persone speciali. Ho sempre pensato che con un po’
di buona volontà e spirito di sacrificio si potrebbero aiutare le persone più bisognose. A volte
basterebbe un sorriso per far felice qualcuno, non solo a Natale ma anche nella nostra vita
quotidiana.
Mara Posadinu.
Caro Gesù Bambino sono Paolo Meloni e voglio chiederti un favore: per questo Natale vor-
rei che i poveri ricevano tanto amore, gioia, felicità e un regalo. Però, vorrei che Tu portassi
un regalo anche a me: la batteria per suonare, perché mi piace la musica.
Paolo Meloni
ANAGRAFE RELIGIOSA
Battesimi
Nella nostra Parrocchia, durante il corrente anno, sono stati battezzati 20 bambini:
Cargiaghe Cristian, di Claudio e Masala Giacomina; Medas An-
gelo, di Roberto e Pala Serena; Cossu Nicola, di Mario e Demelas
Anna Rita; Cossu Stefano, di Antonio e Piredda Gavina; Ledda
Matilde, di Antonello e Giusta Salvatorica; Sanna Chiara, di To-
nio e Ruzzu Martina; Brozzu Siria, di Aurelio e Tedde Maria Ri-
media; Luciano Marianna, di Antonio e Pisanu Laura; Sechi Ga-
vino, di Antonio e Spiga Maria Simona; Piras Angela, di Gian Fe-
lice e Posadinu Laura; Soddu Paola, di Salvatore e Pes Maria Vittoria; Addis Nicole, di An-
tonio e Capece Letizia; Ruiu Cristian, di Luca Salvatore e Cano Gemma; Murtas Manuele,
di Giovanni Maria e Sechi Francesca; Latte Claudia, di Valerio e Buscarinu Maddalena;
Piras Matilde, di Giannicola e Nieddu Sara; Serra Elisa, di Maurizio Salvatore e Gallusei
Anila; Fois Aurora, di Graziano e Pisanu Annalisa; Piras Gabriel, di Gian Mario e Pala
Marta; Tedde Marcella, di Emanuele e Dettori Angela.
Vivissime felicitazioni ai genitori e sinceri auguri di ogni bene ai cari pargoletti.
Comunioni
Il 29 Maggio 2011, nella nostra Parrocchia hanno ricevuto il Sacramento della 1^ Comunio-
ne, 30 tra ragazzi e ragazze:
Addis Vincenzo, Alfano Clara, Careddu Michela, Caddeo Enzo, Car-
giaghe Antonella, Canu Alessia, Dessanti Ilenia, Dettori Graziano,
Dessanti Elisa, Fois Duinia, Dessole Alessandro, Latte Gian Franco,
Fois Antonio, Manca Giada, Fois Vittoria, Piras Marco, Luciano
Martina, Piredda Salvatore, Pintus Raffaele, Ruzzu Gaia, Pisanu Ga-
briele, Sanna Antonio, Sanna Alex G., Serra Gloria, Sechi Irene,
Tedde Giulia, Senes Noemi, Tedde Stefano, Tedde Michele, Zentile Emanuela.
“Avete ricevuto un dono prezioso, carico di amore; conservatelo nel cuore per tutta la vita”.
Cresime
Nella nostra Parrocchia, durante il corrente anno, sono stati cresimati 22 ragazzi.
DELIPERI Maria Liliana (di Valledoria) – COSSU Claudia; SANNA Daniele – SANNA
Tonio; PIRAS Santina – LEZZERI Gian Luca; SA-
LARIS Francesco – URRU Elidio; MANCONI Igor
– LATTE Cristina; LEI Gian Luca – GROGAN Alan;
POSADINU Giuseppe – CANU Giorgio; PES Carmi-
ne – BROZZU Arianna; PIREDDA Gavino – Giovan-
na; CADDEO Camilla – LEDDA Graziella; SECHI
Luisa – PISANU Silvia Gavina; ZALLU Bruna –
ZENTILE Giovanna; MANCONI Valentina – PINNA
Salvatorica; PINTUS Marianna – PIRAS Maria;
ROZZO Stefania – PULINA Margherita; RUZZU
Daniela – RUZZU Cristina; MURGIA Angelica –
MURGIA Marcella; CARGIAGHE Federica – PI-
RAS Santina; BUSCARINU Giorgia – BUSCARINU
Clara; PINNA Azzurra Chiara – COSSU Costantina; MANCA Mirko – FENU Claudio;
CADDEO Stefano – FANCELLU Marco;
Avete ricevuto il dono dello Spirito Santo, siatene fieri come soldati di Cristo. Auguri.
Ringraziamenti a tutte le Catechiste per l’impegno e disponibilità.
La Redazione
ANAGRAFE RELIGIOSA
Matrimoni
Nel corrente anno, nella nostra Parrocchia sono stati celebrati 6 matrimoni:
7 Maggio 2011, LEDDA Antonello con PINNA Salvatorica Giusta; 9
Luglio 2011, FALCHI Giovanni Battista Vincenzo con PIREDDA
Anna Luisa; 16 Luglio 2011, PISANU Andrea con LATTE Luisa; 7
Agosto 2011, SCARAMUZZA Damiano con PISANU Giantonella; 20
Agosto 2011, SOLINAS Gavinuccio con CAGNINA Nadia; 24 Set-
tembre 2011, MELONE Alessandro con PINTUS Stefania.
Ai novelli sposi vivissime felicitazioni con l’augurio fervido e cordiale di
ogni bene e felicità
I nostri cari Defunti
Nel corrente anno, nella nostra Parrocchia sono decedute 29 persone:
Casu Francesca 11.05.1915—11.01.2011; Fancellu Pietro 17.07.1925—20.01.2011; Canu Gavino deceduto
25.01.2011; Medas Angelo Damiano 03.12.1928—29.01.2011; Brozzu Antonio 05.01.1929—11.02.2011;
Sechi Giovanna Angela 10.01.1926—12.03.2011; Piras Giovannangela 07.03.1917—26.03.2011; Dessole
Maria 25.02.1926—03.04.2011; Murgia Teresa 07.06.1930—
22.04.2011; Pala Antonio 03.12.1941—24.04.2011; Tafarella Giu-
seppa 07.02.1930—11.05.2011; Campus Pietro 15.05.1930—
28.05.1911; Buscarinu Salvatore deceduto il 29.05.2011; Brozzu
Caterina 19.09.1919—05.06.2011; Marceddu Mario 25.11.1928—
12.06.2011; Casu Lucrezia 12.01.1921—14.06.2011; Frau France-
sca 13.12.1923—25.07.2011; Dettori Domenico 23.10.1933—
10.08.2011; Buscarinu Giovanni Maria (Zio Giommaria) 28.04.1909—24.08.2011; Pau Giovanni Antonio
03.02.1946—07.10.2011; Fontana Vittorio 05.06.1936—14.10.2011; Mele Angela 30.08.1921—14.10.2011;
Sechi Antonino 09.09.1944—16.10.2011; Loriga Pietrina 24.05.1922—09.11.2011; Serra Ambrogio dece-
duto il 12.11.2011; Fois Vittoria 22.10.1922—23.11.2011; Careddu Elio Mario 08.09.1931—28.11.2011;
Tedde Marcuccia 12.12.1926—16.12.2011; Iosasmied (dati sconosciuti)
Concedi o Signore, la pace e la gioia eterna ai nostri cari defunti e dona conforto e cristiana rassegnazione
alle famiglie provate dal dolore.