Parliamo di sPendinG reVieW - ausl.vda.it A cosa serve la spending review? - eliminare sprechi e...

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Parliamo di sPendinG reVieWdi Daniela Tarello – Direttore SC Affari Generali e Legali

Per garantire il successo dei programmi di risanamento dell’e-conomia e per stimolare la crescita e la competitività, il Go-

verno Monti si è posto, tra gli obiettivi prioritari, quello della re-visione della spesa pubblica. Il processo di revisione della spesa - che viene comunemente denominato “spending review”- in-tende sostituire la logica dei ‘tagli lineari’ con un sistema di ra-zionalizzazione che ottimizzi il mix di risorse umane e materiali a disposizione delle pubbliche amministrazioni, senza modifi-care la quantità e la qualità dei servizi erogati, ma colpendo gli eccessi e gli sprechi.A cosa serve la spending review?

- eliminare sprechi e inefficienze - garantire il controllo dei conti pubblici- liberare risorse da utilizzare per interventi di sviluppo- ridare efficienza al settore pubblico allo scopo di concentra-re l’azione su chi ne ha bisogno.

Per concretizzare il progetto di revisione della spesa sono sta-ti emanati, nella primavera – estate 2012, tre provvedimenti, il primo dei quali è stato il decreto legge n. 52 del 7 maggio 2012, contenente “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione del-la spesa pubblica” (convertito in legge n. 94/2012 (cosiddetto Spending Review 1).Il decreto prevede la nomina di un Com-missario straordinario per la razionaliz-zazione della spesa per acquisti di beni e servizi con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo (incarico affidato ad Enrico Bondi) e contiene norme sostanziali concernenti tagli alla spesa pubblica, al-cune delle quali applicabili anche agli enti del Servizio Sanitario Nazionale, quando non riferite esclusivamente agli stessi (pa-rametri di prezzo/qualità per l’espletamento delle procedure di acquisto, acquisizioni di beni e servizi relativi ai sistemi informa-tivi automatizzati attraverso il ricorso a centrali di committenza, mercato elettronico della pubblica amministrazione, misure ur-genti per la riduzione dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie locali per gli acquisti di beni e servizi, disposizioni in materia di certificazione e compensazione dei crediti vantati dai

fornitori di beni e servizi nei confronti delle amministrazio-ni pubbliche, etc).Il secondo provve-dimento (decreto legge n. 87 del 27 giugno 2012) non è stato convertito in legge in quanto confluito nel terzo provvedimen-to, ovvero nel decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, contenente “Disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a ser-vizi invariati” (convertito nella legge n. 135 del 7 agosto 2012) (cosiddetto Spending Review 3).Prendendo spunto anche dalle lettere inviate dai cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica sulla spending review, i risparmi previsti dal decreto comporteranno l’applica-zione di misure di razionalizzazione nei confronti di un’ampia gamma di settori della Pubblica Amministrazione. Per quel che riguarda la sanità occorrerà, in estrema sintesi, concentrare gli sforzi per: a) migliorare le condizioni di acquisto di beni e servizi (mediante la riduzione del 5% degli importi e delle prestazioni previsti nei

singoli contratti di fornitura e l’obbligo, per le centrali di acquisto, di tenere conto dei prezzi di riferimento pubblicati dall’AVCP); b) ridurre la spesa per farmaci (lo sconto do-vuto al SSN per i farmaci di classe A da parte delle farmacie viene fissato al 2,25%, il tetto per la spesa farmaceutica territoriale viene fissato dal 2013 all’11,35%, quello della far-maceutica ospedaliera al 3,5%); c) ridurre la spesa per prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati (viene stabili-ta una riduzione dell’importo e dei volumi,

tale da ridurre la spesa complessiva, rispetto al consuntivo 2011, dello 0,5% nel 2012, dell’1% nel 2013 e del 2% nel 2014). Un ulteriore contributo alla revisione della spesa verrà dall’acce-lerazione dei processi di razionalizzazione delle reti ospedaliere che le Regioni sono chiamate a realizzare, in modo da evitare duplicazione di funzioni e mantenimento di presidi sottoutiliz-zati: pertanto, è fissato al 31 dicembre 2012 il termine per la ri-duzione dei posti letto ospedalieri in base al nuovo standard di 3,7 posti per mille abitanti, che sarà attuata al 50% nel pubblico al 50% nel privato.Viene introdotta, infine, la possibilità di sperimentare nuovi mo-delli di assistenza che conseguano effettivi contenimenti della spesa, anche attraverso sinergie tra strutture pubbliche e priva-te, ospedaliere ed extraospedaliere. Il risparmio stimato è di 900 milioni di euro per il 2012, 1.800 milioni per il 2013, 2 miliardi per il 2014, aumentati di 100 mi-lioni a decorrere dal 2015. Nella legge è prevista la possibilità di rimodulare, entro novembre 2012 insieme alle Regioni, il tipo di interventi sulla sanità per gli anni 2013 e seguenti, fermo re-stando il saldo complessivo del risparmio da ricavare, attraverso l’intesa sul Patto per la Salute.

Per saPerne di PiÙ

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il saluto di lorenzo ardissone, ritornato tra noi per ricoprire il ruolo di direttore amministrativo

Per prima cosa vorrei provare a trasmetter-vi tutti i sentimenti e le sensazioni positive

che ho provato ritornando dopo cinque anni e mezzo.Sto vivendo questi momenti come un ritorno a casa e non lo dico né tanto per dire, né per maniera.Se dico questo è perché prima del 2000 ed in questi anni di lontananza ho potuto apprezza-re lati davvero tanto positivi.Di certo un lato positivo è il Capo. Stefania Riccardi è il miglior capo che ho avuto fino ad oggi perché ha doti uniche di cortese e ferrea determinazione, di intelligenza e di equilibrio.Quindi poter continuare a lavorare con lei è uno stimolo eccezionale.Ho potuto apprezzare il sistema valdostano per la vera e profonda attenzione che ha verso i suoi cittadini, perché lo ritengo davvero un modello importante e di riferimento generale.

Gli anni trascorsi con voi mi hanno poi convinto della qualità della organizzazione dell’Azienda, perché racchiude professionisti e collaboratori di vera eccellenza e di onestà intellettuale.Quando ho ripreso a lavorare con voi mi sem-brava di essere uscito dall’ufficio la sera prima

(invece erano passati cinque anni e sei mesi). Il mio ritorno ha coinciso con l’entrata in vigore della norma ormai entrata nel dizionario co-mune come “spending review” che impone, nella sostanza, una revisione dei livelli di spesa ad invarianza dei servizi.Sarà un momento di collaborazione comune che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi di contenimento senza andare a toccare i ca-pisaldi di quel modello di assistenza del quale condivido pienamente i contenuti, come vi ho detto prima.Farò di tutto per dare un mio contributo affin-ché ogni operazione di contenimento dei costi non abbia ad incidere sul valore aggiunto cre-ato nel tempo dalla nostra Azienda.Buon lavoro e grazie per la splendida acco-glienza di questi giorni.

Lorenzo Ardissone

Via la carta… arrivano cedolini e cartellini on-linedi Cristiana Charrère – dirigente SSD Attività informative risorse umane

Com’è noto a tutti i dipendenti, a partire dal mese di agosto, è stato attivato il servizio

di consultazione dei propri cedolini/cartellini on-line, sia da postazioni di lavoro aziendali che dalla propria abitazione, tramite l’accesso al portale http://cedolini.ausl.vda.it/IrisWeb. La prima fase del progetto di dematerializza-zione, inteso come progressivo addio alla carta nelle Pubbliche Amministrazioni, dei cedolini/cartellini, prevede la visualizzazione da parte di quasi tutti i dipendenti - per una minima per-centuale rimane necessaria la consegna del car-taceo - del proprio cedolino e del proprio cartel-lino definitivo on line. Questa fase prevede per i primi tre mesi anche la distribuzione cartacea in parallelo dei documenti.I cartellini seguono per il momento l’attuale iter autorizzativo cartaceo; è prevista però la pos-

sibilità di consultare on line giorno per giorno il proprio cartellino per abituarsi ad un uso si-stematico del servizio. Al termine dei tre mesi in parallelo, a decorrere dal mese di novembre, non verranno più consegnati i cartellini definitivi che potranno essere esclusivamente consultati on line. I cartellini provvisori continueranno ad essere consegnati in formato cartaceo e, per completare l’iter autorizzativo, dovranno essere corretti/giustificati manualmente, autorizzati, firmati e riconsegnati in forma cartacea alla SC Personale. Per completare la dematerializzazione effettiva anche dei cartellini, verrà automatizzato l’iter autorizzativo. Sarà quindi attivata una fase speri-mentale che coinvolgerà un gruppo di strutture pilota. Al termine di questa fase saranno indivi-duate le eventuali personalizzazioni necessarie

alla messa a regime del servizio per tutti. In caso di cessazione del rapporto di lavoro verranno disattivate le credenziali di accesso al portale. Il dipendente è pertanto tenuto a conservare i propri cedolini salvandone una copia. L’even-tuale richiesta di cedolini arretrati alla SC Per-sonale implicherà un costo così come definito dal regolamento in materia di diritto di accesso ai documenti amministrativi art 31, pubblicato sul sito istituzionale dell’azienda all’indirizzohttp://www.ausl.vda.it/elementi/www/modu-listicaonline/regolamentoaccessoatti.pdf.

screening del colon retto in Valle d’aostaIl programma di screening del cancro del colon retto consiste nel sottoporre la popolazione generale

(uomini e donne), compresa nelle fasce di età 50-74 anni, ad un test per selezionare i soggetti a rischio. Il test utilizzato è la ricerca del sangue occulto fecale, seguito dalla colonscopia nei soggetti positivi (circa il 5%). Il primo biennio di prevenzione ha dato ottimi risultati sia in termini di partecipazione di popolazione (oltre il 63%, fra i più alti d’Italia) che di tumori trovati. Il tutto è stato reso possibile anche grazie anche all’ottima collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, fra cui i Volontari della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT)

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l’azienda è diventata provider accreditato eCm le novità per il piano di formazione 2013

di Sonia Fiacchi – Responsabile Ufficio Formazione – SC OSRU

La nostra Azienda dal mese di luglio è di-ventata Provider accreditato ECM, in via

provvisoria, per un anno. L’Amministrazione regionale, in qualità di Ente accreditante, nel-lo stesso arco di tempo verificherà il posses-so di tutti i requisiti dichiarati nella domanda di accreditamento provvisorio, per il rilascio dell’accreditamento standard. In linea con l’evoluzione della formazione a carattere nazionale, anche noi abbiamo dun-que messo un tassello importante nella nostra storia di ente erogatore di formazione, avva-lorando un percorso iniziato nell’ormai lonta-no 1998, passato attraverso l’esperienza della sperimentazione dell’ECM - a cui l’Ammini-strazione regionale e l’Azienda hanno aderito fin dalla sua istituzione - e sviluppato, rivisto, maturato sotto la spinta delle forti e continue innovazioni che hanno interessato la nostra organizzazione, negli ultimi cinque anni.Per l’Ufficio Formazione ciò rappresenta fonte di soddisfazione per il lavoro svolto e di stimo-lo a proseguire su questa strada, mai facile e scontata, in un’ottica di continuo miglioramen-to e con il prezioso supporto del Gruppo di va-lutazione della qualità della formazione. Il ruolo di Provider accreditato aumenta la re-sponsabilità del provider rispetto a tutto il pro-cesso formativo. Il Provider accredita i propri eventi formativi continuando ad utilizzare il portale regionale ECM, sulla base delle indica-zioni dell’Amministrazione regionale, la quale ha recepito ed applica le disposizioni degli Accordi Stato-Regioni e ha il compito di mo-nitorare e verificare che tali indicazioni siano rispettate. Le disposizioni dell’ultimo Accordo Stato-Regioni e la Deliberazione n. 480/2012, con cui la Giunta Regionale ne ha recepito i cri-teri, sono alla base di diversi cambiamenti che interessano la progettazione e la gestione del-le iniziative formative e che sono più che mai attuali, visto che in questo periodo le strutture aziendali sono chiamate a predisporre il piano di formazione/aggiornamento per l’anno pros-simo. Vediamo i principali.

iniziatiVe residenzialiE’ stata inserita una specifica che non implica cambiamenti sostanziali nella progettazione,

ma permette di indirizzare meglio la scelta dei metodi didattici e del target comples-sivo (in termini numerici) dei destinatari. Si parla quindi di:“Formazione residenziale non interattiva”, definita come attività in cui uno o pochi docenti si rivolgono a molti discenti e il livello di interattività è limitato alla possibilità di fare do-mande e partecipare alla discussione. I meto-di didattici consentiti e riconosciuti dal sistema sono: lezioni e relazioni su tema preordinato, tavole rotonde, dimo-strazioni tecniche sen-za esecuzione diretta da parte dei partecipanti, oltre naturalmente alla verifica di apprendi-mento. Ne sono esempio i grandi convegni e congressi.“Formazione residenziale interattiva (RES)”, definita come attività in cui i partecipanti svol-gono un ruolo attivo e il livello di interazione con i docenti è ampio. I metodi didattici rico-nosciuti sono molteplici, citando ad esempio i role playing, i lavori a piccoli gruppi, l’istruzione e presentazione di un project work. Per questo tipo di formazione residenziale il numero mas-simo di partecipanti è di 25.Per entrambe sono confermati i requisiti mini-mi precedenti rispetto a:- durata minima delle iniziative da accreditare = 4 ore- acquisizione crediti per i progetti aziendali = frequenza obbligatoria del 90% del monte ore totale- acquisizione crediti per gli eventi formativi = frequenza obbligatoria del 100% del monte ore.I crediti acquisibili possono variare da un mi-nimo di 5 ad un massimo di 50 per iniziativa. Resta inoltre valida la distinzione dei ruoli: il Re-sponsabile scientifico può al contempo essere docente, ma non partecipante; un docente di un’iniziativa non può iscriversi come parteci-

pante.

formazione sUl CamPoLe novità sono più in-cisive, in quanto sono stati differenziati i tem-pi di durata per le varie sottotipologie previste e, per alcune, sono sta-te inserite limitazioni numeriche per i parte-cipanti.I requisiti per i progetti

di formazione di tipologia a sono i seguenti:Audit clinico: durata minima 6 ore.Progetto di miglioramento: durata minima 4 incontri di 2 ore ciascuno, per un totale di 8 ore. In questo caso il sistema calcola i crediti in base al rapporto di 1 ogni due ore, non frazionabili. Il numero massimo di partecipanti è 20.Attività di ricerca: durata minima 6 ore.Il numero massimo di crediti acquisibili con la formazione di tipologia A è 40.Requisiti per i progetti di formazione di tipo-logia BPer Tirocinio, Addestramento e Stage la dura-ta minima di ogni progetto di formazione è di 20 ore. Il numero massimo di partecipanti è 3.Il numero massimo di crediti acquisibili con la formazione di Tipologia B è 30.La frequenza minima richiesta per l’acquisizio-ne dei crediti per tutte le iniziative di formazio-ne sul campo di entrambe le tipologie, corri-sponde all’80% del monte ore totale previsto per ogni partecipante.Ricordo che il calcolo del credito avviene sem-pre a sistema, sulla base di una formula alge-brica le cui varianti sono dettate dalle infinite possibilità di “incastro” dei dati inseriti. Tutte le novità di cui parliamo comporteranno l’ade-guamento del gestionale e ciò verrà effettuato compatibilmente con la risoluzione delle pro-blematiche finanziarie legate alle recenti ma-novre di contenimento della spesa pubblica. Per concludere rammento che tutte le indica-zioni di cui sopra sono reperibili anche nelle schede di macroprogettazione residenziali e di formazione sul campo pubblicate in Andro-meda – Formazione – Modulistica 2013 e nelle legende ad esse allegate.I Dipartimenti/Aree dovranno trasmettere le schede di macroprogettazione dei corsi all’Uf-ficio Formazione entro il 15 ottobre p.v., per consentire l’inoltro del piano completo all’Am-ministrazione regionale entro fine ottobre, come richiede la normativa vigente.

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aCCreditamento all’eCCellenza Per il nostro reParto di onColoGia

a cura di Gianmauro Numico – Direttore SC Oncologia

Il 23 novembre 2011 la SC di Oncologia ha ricevuto la certificazione di accreditamento

all’eccellenza da parte di un ente costituito da oncologi direttori di Struttura Complessa appartenenti al CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Ospedalieri), da professioni-sti della qualità delle società SIQuAS (Società Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria) e AMOS (Associazione per il Management e la qualità nelle Organizzazioni per la Salute), da infermieri di oncologia appartenenti a AIIO (Associazione Italiana Infermieri di Oncologia) e da pazienti oncologici rappresentati dall’As-sociazione Bianco Airone Pazienti Onlus. Il motivo per cui è stato intrapreso il percor-

so dell’accreditamento, che conse-gue ad una adesione volontaria, a cui hanno ad oggi aderito circa 15 strutture di Oncologia in Italia, è stato la ricerca di un confronto con istituzioni autorevoli per consenti-re una valutazione oggettiva della qualità del lavoro prodotta e del-le aree di possibile ulteriore mi-glioramento. Dopo un lavoro di preparazione condotto da tutte le figure professionali interne durato circa un anno, un grup-po di verificatori ha trascorso due giornate presso la nostra

struttu-ra con l’intento di valutare non solo la coerenza organizzativa dei percorsi ma anche la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti. La valutazione è stata condotta contestual-mente da medici, infer-mieri e pazienti. I risultati sono stati davvero inco-raggianti e l’Oncologia ha conseguito un risul-

tato complessivo molto buono. La commissione ha valutato come “estremamente positivo il lavoro svolto dal team oncologico, che ha rag-giunto una performance prossima al 97% ed ha espresso pertanto il proprio vivo ap-prezzamento al team ed all’azienda”. Si è trattato quindi di una importante confer-ma di quanto finora costruito e un incoraggia-mento a continuare l’opera di miglioramento continuo.

Come nuovo collaboratore del Newsl per prima cosa mi presento, sono una Jack

Russel e mi sono presentata alla vita ed al mondo da poco più di un anno.La mia mamma mi ha insegnato che dovrò stare attenta a capire se dal fatto che il cane è il migliore amico dell’uomo discenda anche la conseguenza che l’uomo è il miglior amico del cane.Nel primo anno di vita ho avuto tanti dubbi, nell’ultimo mese, invece, ho capito che in al-cuni casi è proprio così. Però so di essere for-tunata e che non è sempre così, anzi in alcuni casi noi cani facciamo di tutto per l’uomo, ma lui ricambia con modi non da amico ma da cattivo.Nel mio cuore c’è la voglia di contribuire a

cambiare queste cose perché un bel rapporto di amicizia fa bene a tutti: cane e uomo, uomo e cane.Il mio uomo (posso dire così perché l’uomo è solito dire il mio cane) è un pigrone e quan-do non lavora mi porta con se (dice che an-diamo a guardare la televisione ma in realtà è la televisione che guarda noi che dormiamo) nei momenti di relax. Sovente riceve delle telefonate (ho imparato anch’io che cosa è quella cosa che suona a ripetizione anche nei momenti meno indicati…) e discute su argo-menti che riguardano il suo lavoro (che mi sa lo impegna 24 ore al giorno…).Ora che ho imparato a conoscere il mio uomo e a capire che lavoro fa, mi rendo conto che nelle telefonate parla di cose che non sono poi così lontane dalle nostre dinamiche di branco.Lo vedo mettersi lì, con pazienza, a cercare di risolvere (nella gran parte dei casi) problemi di “convivenza pacifica”, piuttosto che proble-mi specifici legati alla effettiva prestazione lavorativa.Lo sento dire che più un’organizzazione è complessa e più nascono conflitti organiz-zativi che non sono sempre determinati da diverse interpretazioni dei fenomeni ma da posizioni pregiudiziali .Dice sempre che, pur sapendo che queste dinamiche esistono ed esisteranno sempre, non devono prendere troppo tempo, perché

come ha detto qualcuno tanti anni fa (non riesco però a ricordarmi chi) c’è un tempo per tutte le cose, il che vuol dire che se una cosa si mangia tutto il tempo non rimane tempo per il resto.Ho capito che il mio uomo lavora da parecchi anni ma mantiene tanta fiducia nelle qualità degli uomini, per cui è sempre ottimista circa la soluzione dei problemi (anche se a volte lo sento innervosirsi). Anche se lavora da tanti anni e sa che a tutti non si può dare fiducia, mi dice sempre che non sarà mai così pessimista da pensare che “nessun uomo sia degno di incenso perché in ogni uomo c’è l’inganno”.E sono contenta che la pensi così perché se no in che mondo vivremmo?Bisogna solo essere attenti.Alla fine, in tanti casi riesce a convincere la gente a collaborare, usando sì la competenza, ma anche tanto buon senso. Quindi, visto che mi coinvolge, dico la mia. Il confronto delle idee e delle valutazioni crea le competenze indispensabili per far crescere le organizza-zioni e le abilità tecniche individuali (perché nessuno sa tutto, al massimo può solo creder-lo), il buon senso è quello che rende semplici le cose e le soluzioni, invece il pregiudizio non ha valore aggiunto, fa perdere tempo e prima o poi qualcuno si fa male (la pensa così anche mia sorella Marta).Vi abbraccio e alla prossima.

Poldina

l’a

ngolo di

Leopoldina

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CHi È e Cosa fa l’ostetriCa ConsUltoriale?a cura di Carla Foletto (ostetrica) e dell’équipe delle ostetriche consultoriali

Sono passati 37 anni dall’approvazione della legge istitutiva dei consultori fa-

miliari n. 405/75, ma nonostante il lavoro effettuato dalle ostetriche territoriali nel corso di questi anni, sembra che non tutti conoscano questa figura, le sue competen-ze e i suoi ambiti professionali.

l’ambulatorio della gravidanza fisiologicaNella primavera 2005 nasce in Valle d’Aosta (sia in ambito ospedaliero che consultoria-le) l’ambulatorio della gravidanza fisiologi-ca, organizzato e gestito dalle ostetriche per garantire, a tutte le gestanti che lo desi-derano, un percorso di elevato profilo assi-stenziale, secondo le precise regole indica-te dal Decreto Ministeriale Bindi del 1998, per la tutela della maternità responsabile. L’accesso all’ambulatorio della gravidanza fisiologica è gratuito e la prenotazione può essere effettuata tramite CUP, segnalando il consultorio al quale si desidera accedere.L’ostetrica consultoriale ha l’opportunità di incontrare la donna in tutte le fasi della sua vita ed è proprio quando l’utente si presen-ta per un pap test, un tampone vaginale o una semplice consulenza, che l’ostetrica ha l’opportunità di avviare un colloquio fina-lizzato non solo all’esame da eseguire, ma anche all’individuazione delle situazioni a rischio legate ad abitudini di vita scorrette, utilizzo di sostanze voluttuarie (alcool, dro-ga e fumo) e malattie infettive che potreb-bero mettere a rischio il decorso fisiologico della gravidanza. Inoltre, grazie alla capilla-re presenza dei consultori sul territorio, la donna può accedere alla sede consultoriale più vicina al proprio domicilio, con notevo-le risparmio di tempo e costi.

Competenze in ambito ostetrico:• consulenza pre-concezionale;• controllo e assistenza, in autonomia, alla

gravidanza a basso rischio (sorveglianza dello stato di salute materno-fetale);

• sostegno e supporto alla coppia nel pro-cesso di maternità e paternità;

• organizzazione e gestione dei corsi di accompagnamento alla nascita e col-laborazione con la mediatrice intercul-turale per il sostegno alle donne extra-comunitarie;

• esecuzione della cardiotocografia (po-liambulatori di Morgex e Donnas)

• esecuzione del tampone vagino-rettale per la ricerca dello streptococco beta emolitico;

• precoce individuazione di eventi pato-logici e successivo accompagnamento della donna gravida allo specialista di

riferimento (ginecologo, diabetolo-go, ecc.).

Competenze durante il puerperio:• sostegno, assistenza e cura alla puer-

pera e al bambino in collaborazione con altre figure professionali;

• riconoscimento precoce delle pato-logie a carico della puerpera e colla-borazione con lo specialista di riferi-mento;

• sostegno alla donna in merito all’al-lattamento materno;

• counseling sessuale;• conduzione dell’incontro post parto

dei corsi di accompagnamento alla nascita;

• eventuale visita domiciliare.

Competenze in ambito ginecologico preventivo:• prevenzione primaria e secondaria

dei tumori della sfera genitale femmi-nile (esecuzione del pap test – attività di screening e coordinamento screening);

• applicazione e rimozione di pessario va-ginale;

• misurazione e addestramento all’utiliz-zo del diaframma;

• educazione alla salute rivolta alla perso-na, alla coppia, alla famiglia e alla collet-tività;

• prevenzione delle malattie a trasmissio-ne sessuale;

• assistenza e sostegno alla donna con problemi ginecologici (medicazioni, ri-mozioni punti, trattamento della ferita chirurgica);

• consulenza alla donna/coppia sulla con-traccezione, infertilità, sterilità;

• esecuzione dei tamponi vaginali; • educazione sanitaria alla donna in me-

nopausa.

Competenze in ambito preventivo - educativo:Si tratta di interventi di educazione sessua-le presso le Istituzioni scolastiche di I e II gra-do (medie e superio-ri). Le ostetriche ter-ritoriali si occupano di questa tematica da oltre 15 anni e molte istituzioni scolastiche continuano a chiede-re il loro contributo in tal senso.Dagli ultimi studi di settore e dalle eviden-

ze statistiche, risulta fondamentale l’attua-zione di un programma di informazione e di educazione rivolto in modo particolare ai giovani che, con timore e curiosità, iniziano ad orientarsi nel mondo della sessualità. Solo una tempestiva e capillare informazio-ne permetterà ai ragazzi di agire pratiche sessuali consapevoli, scevre da rischi di gra-vidanze precoci e/o indesiderate e di ma-lattie a trasmissione sessuale (MTS).

A questo punto dovremmo sorprender-ci delle tante competenze professionali dell’ostetrica, che vanno ben al di là della sola assistenza al parto. E citiamo, come doverosa conclusione, un articolo del nuovo Codice Deontologico: “L’ostetrica è l’operatore che deve salvaguardare in ogni circostanza la dignità ed il decoro della pro-fessione, assumendo come unico valore di riferimento la tutela della vita e della salute intesa come diritto della madre, del bambino, della coppia, nell’interesse della collettività”.

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Corso di formazione sul campo del dipartimento Cardio-toraco-Vascolare: esperienza di addestramento del personale oss e tecnico da parte degli

studenti del 3° anno del Corso di laurea in infermieristicaa cura di Stefania Lasciandare (Tutor) e Anna Melli (Coordinatore Infermieristico)

“Continuità dell’assistenza in-fermieristica: integrazione

tra infermieri e personale di sup-porto” è il titolo del corso di forma-zione sul campo svolto nei mesi di marzo e aprile 2012, organizzato dal Dipartimento Cardio-Toraco-Va-scolare diretto dal Dott. Flavio Pei-netti. Il personale coinvolto è stato tutto il personale OSS (Operatori Socio-Sanitari) del Dipartimento e il personale tecnico della SS di Dia-gnostica Vascolare. La formazione nasce da un’analisi organizzativa in seguito alla quale il C.I. Anna Melli ha evidenziato una duplice necessità: per gli OSS di implementare le abilità tecniche nell’ottica di realizzare un modello organizzativo per piccole équipe nel reparto di degenza; per i tecnici della Diagnostica Vascolare di approfondire alcune nozioni assistenzia-li per intervenire in caso di necessità durante l’esecuzione degli esami diagnostici.Il corso ha previsto 20 ore di formazione di cui 5 teoriche e 15 di adde-stramento pratico. Durante il periodo di addestramento il Tutor della Sede Didattica di Chirurgia Vascolare e Toracica, Stefania Lasciandare, e le studentesse del 3° anno di Infermieristica Elisa Perino e Alice Gottardi hanno crea-to, in collaborazione con il C.I., le condizioni favorenti l’apprendimento del personale coinvolto: durante i turni di addestramento: è stata revi-sionata l’organizzazione delle attività degli OSS; sono state predispo-ste delle schede di autovalutazione sulle competenze acquisite com-pilate da OSS/Tecnici; infine, per alcune tecniche che vengono svolte raramente (ad esempio aerosol terapia, gestione del catetere vescicale ai fini della prevenzione delle infezioni ospedaliere), sono state create diverse occasioni di sperimentazione.Al termine della formazione sono state raccolte alcune testimonianze sull’esperienza vissuta. Le studentesse hanno affermato che “durante il corso di formazione ci siamo trovate a giocare il ruolo di docenti, non appartenente alla nostra quotidianità” e hanno espresso anche alcune preoccupazioni iniziali: “nel momento in cui ci è stato propo-sto di partecipare al corso abbiamo avuto tanti dubbi : cosa ci chiede-ranno? come affronteranno una formazione impartita dagli studenti? sapremo essere chiare nelle spiegazioni?”. Il personale OSS e tecnico, informato e coinvolto, ha manifestato apprezzamento per le capa-cità didattiche delle studentesse, aspetto che è emerso anche dalle

stesse: “con l’inizio dell’addestramento queste perplessità sono via via scomparse; il gruppo OSS e tecnico è stato ben disposto nei nostri confronti, interessato ad apprendere e ad ap-profondire le conoscenze sottese alle tecniche; per noi è stata un’esperienza positiva, abbiamo acquisito più consapevolezza sui ruoli, sull’in-terazione e collaborazione tra infermieri e OSS, il tutto orientato all’integrazione professionale, affinché l’assistenza erogata venga percepita anche dal paziente come personalizzata e di

buona qualità”.Sia gli OSS, sia i tecnici si sono espressi sull’iniziativa di formazione. Al-cune OSS hanno riferito che “ nonostante gli argomenti trattati faccia-no già parte del percorso formativo dell’OSS, alcuni di essi ci sono stati riproposti in maniera dettagliata e creativa; abbiamo apprezzato il gar-bo dimostrato dalle studentesse nel trasmettere le nozioni a persone più mature di loro e questo confronto ci ha portato ad una riflessione: talvolta, gli automatismi acquisiti nello svolgere le attività quotidiane, portano a dimenticare i dettagli, che nella pratica assistenziale fanno la differenza. Per noi questa formazione ha portato una ventata di fre-schezza alla pratica assistenziale di tutti i giorni”.

Un lavoro dedicato allo screening del colon retto in Valle d’Aosta è stato recentemente pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica statunitense “Clinical Gastroenterology and Hepatology”. Gli autori sono Sergio Crotta, Nereo Segnan, Simona Paganin, Bruna Dagnes, Roberto Rosset e Carlo Senore, appartenenti alla SC Gastroenterologia dell’Azienda USL Valle d’Aosta e al centro di Prevenzione Oncologica del Piemonte.

High Rate of Advanced Adenoma Detection in 4 Rounds of ColorectalCancer Screening With the Fecal Immunochemical Test

SERGIO CROTTA,* NEREO SEGNAN,‡ SIMONA PAGANIN,* BRUNA DAGNES,* ROBERTO ROSSET,§ andCARLO SENORE‡

*Gastroenterology and Gastrointestinal Endoscopy Unit, Beauregard Hospital, Aosta; ‡Oncological Prevention Center of Piemonte, San Giovanni Battista Hospital,Turin; §General Practitioner, Chatillon, Aosta, Italy

See related article, Pox CP et al , on page 1460in Gastroenterology; see editorial on page 570.

BACKGROUND & AIMS: Few data have been publishedon the performance of colorectal cancer (CRC) screens that usemultiple rounds of the fecal immunochemical test (FIT). Weevaluated outcomes of 4 screening rounds in over 7 years in anItalian population-based program. METHODS: We con-ducted a prospective cohort study of 2959 average-risk subjects,aged 50 –74 years, who were invited for the first screening roundin 2001. We assessed the participation rate, the yield of ad-vanced adenomas and CRC detected in the screening examina-tions, and we collected information about interval CRCs, witha follow-up period of 8.5 years. RESULTS: Participation ineach round varied from 56% to 63%; 48.1% of eligible subjectsattended all 4 invitations. The positive predictive value of theFIT for advanced neoplasia (CRC or advanced adenoma) was40% at the first round, and approximately 33% in the subse-quent rounds. This decrease was attributable mainly to a de-crease in the detection of CRC, although a high rate of ad-vanced adenomas (range, 0.8%–1.7%) was observed over allrounds. To find one advanced neoplasia in the study period thenumber of people that needed to be screened was 28, and thenumber of tests needed was 74. CONCLUSIONS: About60% of invited individuals participated in every singleround of FIT screening for CRC, but less than 50% attendedall 4 tests. A high detection rate of advanced adenomas inall rounds indicates that FIT screening could have a higherimpact on incidence of CRC than the guaiac fecal occultblood test.

Keywords: Colon Cancer; Early Detection; FOBT; Diagnostic.

The efficacy of screening strategies based on fecal occultblood testing (FOBT) in reducing colorectal cancer (CRC)

mortality has been established in randomized controlled trialsusing the guaiac-fecal occult blood test (gFOBT).1 A reductionof the CRC incidence, probably attributable to the removal ofadenomatous polyps among people with gFOBT positive testundergoing colonoscopy, was reported in one study.2 CRCscreening is now running or being performed in 19 of 27European countries.3 Biennial gFOBT was introduced in someEuropean countries,3 whereas in Italy all programs adopted abiennial fecal immunochemical test (FIT).4 Recent reports haveshown that, compared with gFOBT, FIT screening is associatedboth with a higher acceptance and higher detection rate of CRC

and advanced adenomas.5–9 As a consequence of this evidence,FITs recently were recommended as the fecal test of choice forpopulation-based programs.3

There is, however, limited experience regarding the resultsachievable with FIT screening over several rounds in terms ofattendance, positivity rates, and yield of neoplasia.

The present study was undertaken to describe the outcomesof a CRC population screening program in a cohort of peoplewho were offered 4 FIT invitations.

MethodsStudy PopulationWe conducted a prospective cohort study among people

enrolled in a population-based screening program for CRC, inthe municipalities of Chatillon and St. Vincent, in the AostaValley Region in Italy. In these two municipalities, a pilot studywas started in 2001 and repeated in 2003, aimed at evaluatingthe feasibility of a program using biennial FIT.10 All subjectsenrolled in the pilot study in 2001 and 2003 were invited again(if still eligible) in 2006 and 2008, in the context of the regionalscreening program offering all residents the same FIT test. Thiscohort of people, invited 4 times over 7 years, was included inthe analysis.

InvitationAll residents in the study area, aged 50 –74 years, iden-

tified through the Regional Health Service register, were tar-geted for recruitment in the screening pilot in 2001. Subjectsolder than age 74 at the beginning of each round were excludedfrom invitation. General practitioners (GPs) were involved inthe organization of screening and were asked to exclude theirpatients with a personal history of polyps or CRC and inflam-matory bowel disease. People reporting recent colorectal endos-copy (within the previous 5 years), or FOBT (within the previ-ous 2 years), and patients with terminal illness or unable toprovide their consent also were excluded. Eligible people weremailed a personal invitation letter, signed by their GP, accom-

Abbreviations used in this paper: AN, advanced neoplasia; AR, at-tendance rate; CI, confidence interval; CRC, colorectal cancer; DR,detection rate; FIT, fecal immunochemical test; FOBT, fecal occultblood test; gFOBT, guaiac-fecal occult blood test; GP, general practi-tioner; NNS, number needed to screen; PPV, positive predictive value;PR, positive rate; TC, total colonoscopy.

© 2012 by the AGA Institute1542-3565/$36.00

http://dx.doi.org/10.1016/j.cgh.2012.02.030

CLINICAL GASTROENTEROLOGY AND HEPATOLOGY 2012;10:633–638

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta8

a cura di Elisa Pasini – Ufficio Piani di Comunicazione e gestione Bilancio sociale

Il primo articolo dedicato al bilancio sociale e di genere appariva su queste pagine nell’a-

prile 2009. Da allora sono state pubblicate due edizioni del documento e la terza - appena av-viata con la ricostituzione dei gruppi di lavoro, il “nucleo di coordinamento” e il “gruppo temi”- sarà presentata nel 2013. Inserito nell’atto aziendale, il bilancio socia-le e di genere continua a essere un progetto volontario, ma con il valore aggiunto di esse-re stato ufficialmente integrato con l’insieme delle finalità e attività aziendali. Si tratta di un segnale significativo per quanto fatto finora e per quanto occorrerà fare in futuro. I primi passi sono stati necessariamente incerti, tra lo studio di linee guida e analisi di benchmark, tra gli entusiasmi per una rendicontazione sociale divenuta un tema à la une e le difficoltà di mi-

surarsi con il contesto locale. Forse anche per i progetti c’è un’età dell’adole-scenza, quando emergono lo spirito critico, la rielaborazione di una identità, la ricerca, anche faticosa, delle collaborazioni. E, soprattutto, lo sguardo attento a cogliere i cambiamenti per adeguarvisi. Dato il momento storico che si at-traversa, probabilmente la principale utilità del bilancio sociale e di genere è quella di ricon-durre coloro che collaborano alla sua realizza-zione e chi ne fruirà al confronto continuo con la realtà, a un approccio non assoluto, sciolto da vincoli, ma ad essi relativo, legato. Fare rendicontazione sociale ci insegna a cor-relare i risultati agli obiettivi, l’offerta alla do-manda di servizi e a misurare l’impatto delle azioni. Ci ricorda che la quotidianità dovrebbe servire per unire il “cosa abbiamo detto di fare”,

al “cosa facciamo” e al “cosa faremo”. Ci allena a spiegare i numeri e a semplificare il linguaggio e fa parlare tutti alla terza persona singolare, quella dell’Azienda. Ci spinge a dare dei per-ché, a interrogarci sul punto di vista dei desti-natari ai quali ci si rivolge e a trovare i canali per un dialogo continuo con loro. Il bilancio sociale e di genere non fa tutto que-sto, ma è uno strumento che può dare un utile contributo. Come nell’adolescenza, si sogna-no grandi ideali e poi si va a scuola e si fanno i compiti, imparando un po’ alla volta un me-todo. È con questo approccio che continuerà la raccolta, selezione, verifica, integrazione, rielaborazione, condivisione e diffusione delle informazioni. Per informazioni www.ausl.vda.it > home > bi-lanci > bilancio sociale e di genere

Atto aziendale approvato con la deliberazione n.1134/2011art. 27 asColto, ParteCiPazione, rendiContazione

L’Azienda è consapevole del proprio ruolo di servizio pubblico e della propria ap-

partenenza al contesto sociale, economico e culturale del territorio valdostano. Promuove occasioni di ascolto, partecipazione e rendi-contazione per contribuire all’espressione di valori, bisogni e istanze, emergenti ai vari livelli di aggregazione presenti nella società, da tradurre in servizi e progetti a essi rispon-denti con forme di collaborazione trasversali, basate sul modello organizzativo della rete. Tali attività sono rivolte a tutti i portatori di in-

teresse dell’Azienda: i cittadini-utenti, innan-zitutto, le istituzioni pubbliche, le organizza-zioni del terzo settore, i dipendenti e opera-tori dell’Azienda, le organizzazioni sindacali, i fornitori e partner economici, le associazioni dei consumatori, gli organi di informazione.L’Azienda definisce, quindi, strategie ed azio-ni finalizzate a:a) sviluppare canali di comunicazione che permettano un confronto diretto e immedia-to e il consolidamento della relazione di fidu-cia tra le parti

b) rilevare il grado di soddisfazione e la qua-lità percepita dall’utenza, il rapporto tra le sue aspettative nei confronti dell’Azienda e le esperienze vissute c) conoscere il punto di vista dei portatori di interessi sui risultati ottenuti rispetto agli obiettivi precedentemente individuatid) avviare il processo di revisione continua fi-nalizzato al miglioramento della qualità e) elaborare e diffondere documenti di rendi-contazione sociale, come il bilancio sociale e di genere.

“l’eCole a l’HoPital” e la sCUola entra in osPedale

Da qualche mese la Dire-zione generale ha au-

torizzato l’attivazione, in via sperimentale, del progetto “L’école à l’hộpital”. Si trat-ta di un servizio reso a tutti quegli alunni malati che, a causa dello stato patolo-gico in cui versano, sono temporaneamente co-stretti a sospendere la fre-quenza alle lezioni presso la scuola di appartenen-za. Il progetto garantisce il diritto alla salute, da un lato, e quello all’istruzio-ne, dall’altro. Una inse-gnante volontaria auto-rizzata dalla direzione, la Professoressa so-lange Herren, (o altri volontari) interviene, secondo le tipologie

dei degenti e la durata del rico-vero, per contrastare l’abbandono scolastico forzato a

seguito dell’ospedalizzazione. L’iniziativa concorre, inoltre, a migliorare l’umanizzazione del ricovero. Il progetto “L’école à l’hộpital”, oggetto di apposita convenzione senza oneri per l’Azienda, è rivolto a tutti gli alunni

ricoverati (dai 3 ai 18 anni) frequentanti le scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di 1° e 2° grado. Il docente/operatore volontario provvede alla registrazione giornaliera della presenza e compila regolarmente il regi-stro con le indicazioni delle attività svolte. Il curricolo comprende tutte le discipline scolastiche.L’insegnante e i volontari sono riconoscibili attraverso un cartellino e sono coperti da assicurazione. Le lezioni vengono effettuate presso i presidi ospedalieri “Parini” e Beauregard, in particolare il lunedì e giovedì dalle 15,00 alle 17,30 in Pediatria. Negli altri giorni, in fascia oraria com-presa tra le 14,30 e le 18,00, il servizio può essere svolto negli altri reparti ospedalieri o, se possibile, nei locali della biblioteca “Maria Bonino”. Per attivare il servizio è sufficiente inviare una mail alla Prof.ssa Solange Herren al seguente indirizzo: [email protected] (gg)

L’écoleà l’hôpital

Ospedale BeauregardReparto Pediatria

Lunedì e giovedì

dalle ore 15.00 alle ore 17.30

Ospedale U. PariniBiblioteca (4o piano)

Referente

Prof.ssa Solange Herren

Cell. 348.0455035

Mail: [email protected]

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta 9

XV Conferenza nazionale HPH & Hstrieste - stazione marittima - 8/11/2012 - “inVestire in salUte: sistemi e reti Per ottimizzare i risUltati”

Condividendo i principi del programma ministeriale Guadagnare Sa-lute, la Conferenza Nazionale HPH & HS intende trattare i temi fonda-

mentali della promozione della salute in una visione unitaria e integrata lungo le due direttrici fondamentali: i setting e le fasce di età.Il programma della conferenza vuole focalizzare le buone pratiche delle Regioni aderenti alla rete HPH & HS nell’applicare metodi  efficaci  di la-voro in rete e di  alleanze stabili, il tutto finalizzato al recupero dell’unita-rietà del percorso assistenziale che, comincia nella comunità, transita nei servizi sanitari e negli ospedali e rientra nelle funzioni della comunità. La visione che caratterizza la rete HPH & HS mira a definire una nuova governance, che sia in grado di articolare armonicamente e consapevol-mente tutte le potenzialità di un comunità per un obiettivo comune che è la salute delle persone. Uscire dalla logica dei “muri” di competenza della frammentazione specialistica per andare verso l’integrazione siner-gica delle azioni fra i vari servizi , necessita di spazi di dialogo e collabora-zione strutturati e stabili con ambiti e portatori di interesse extrasanitari.Il programma si articola in due sessioni: quella della mattina privilegia gli approcci metodologici e innovativi efficaci, che nelle varie fasce target si propongono di dare una visione sistemica dell’approccio di promozio-ne, prevenzione e assistenza, scegliendo tali buone pratiche tra le eccel-lenze nazionali grazie al contributo dei coordinatori di rete.Nel pomeriggio ci saranno due percorsi distinti: da una parte si entrerà più nel dettaglio pratico rispetto ai temi della mattina, dall’altra  si farà un approfondimento monotematico dedicato alla salute e sicurezza del porto.  Nella sessione che affronta la continuità con la mattina, le migliori buo-ne pratiche selezionate dal comitato scientifico si metteranno a disposi-zione dei partecipanti focalizzando due punti di vista molto importanti: uno che accende l’attenzione nei confronti dell’adesione agli standard del Manuale HPH, l’altro che mantiene la suddivisione per target di età.

In entrambi i casi, dovranno emergere i criteri di empowerment, interset-torialità, reti, alleanze e sistemi sostenibili di governance. Nel workshop dedicato alla salute e sicurezza del porto, si prevede un in-contro tra gli esperti di diverse realtà regionali, sia della Sanità che degli Enti e delle Istituzioni coinvolti nelle alleanze.Seguirà la tavola rotonda fra tutti gli stakeholder della comunità, a di-mostrazione che una volta stabilite le modalità di azione più efficaci all’interno della sanità, ci si può rivolgere all’esterno  per definire insieme agli altri decisori della comunità le linee progettuali e conoscere gli altri sistemi organizzativi  per meglio interagire a favore del benessere dei cittadini.La fase conclusiva sarà dedicata alla premiazione dei poster.

Per informazioni sul programma www.retehphfvg.it,

siPs - soCietà italiana Per la Promozione della salUteNel gennaio 2012 è nata la SIPS – Società

Italiana per la Promozione della Salute, so-cietà scientifica con organizzazione nazionale e articolazione territoriale a livello regionale. I soci fondatori provengono da sette regioni italiane. Scopo principale della Società è di promuovere la cultura della promozione della salute in cam-po istituzionale, sociale, politico, scientifico e professionale.La Società si prefigge di:a) favorire le ricerca e lo sviluppo scientifico rela-tivamente alla promozione della salute;b) sviluppare e diffondere conoscenze scienti-fiche, competenze professionali e buone prati-che in tema di promozione della salute basate su evidenze scientifiche;c) promuovere la cultura dell’interdisciplinarità, della interprofessionalità, della intersettorialità, della integrazione interistituzionale, della parte-cipazione individuale e sociale in funzione del miglioramento della salute della popolazione;d) supportare le politiche di promozione della salute condotte da amministrazioni locali, re-gionali, nazionali ed internazionali, nonché da parte di organizzazioni, associazioni ed aziende impegnate in quest’ambito;

e) promuovere attività di carattere scientifico, formativo e divulgativo in materia di promozio-ne della salute;f) fornire consulenza scientifica, collaborare ed interagire con quelle Società, Associazioni ed Enti locali, regionali, nazionali ed internazionali che operano nel campo della promozione della salute.Tra gli organi statutari si evidenzia il Consiglio nazionale, formato dai componenti del Comi-tato Direttivo e dai Presidenti delle Delegazioni regionali. Molti di essi sono componenti della rete ita-liana HPH & HS. Il Consiglio nazionale è organo consul-tivo del Comitato Direttivo; può esprimere proposte, anche di propria iniziativa, su ogni aspetto della vita e dell’attività della Società.Anche la Valle d’Aosta, at-traverso l’azienda USL, ha aderito alla neo costituita Società scientifica. Presi-dente provvisorio della delegazione regionale è

Giorgio Galli, direttore della SC Comunicazione e coordinatore della rete regionale HPH & HS.Per informazioni e adesioni:SIPS - Società Italiana Promozione della SaluteSede legale presso Il Centro Nazionale del Vo-lontariatoVia Catalani, 158 – 55100 LuccaTel: +393356146737 Email: [email protected]://www.sipsalute.it

HPH neWs A cura di Giorgio Galli - Coordinatore regionale Rete HPH

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta10

diario di Bordo A cura della SC Comunicazione

riepilogo dei principali eventi

23 luglio – sede Usl, aostaConferenza stamPa di Presentazione del ProGetto “Premia in toUr 2012”Presentato agli organi di informazione il progetto “PREMIA IN TOUR” – edizione 2012. Le operatrici del Ser.T, col supporto del “camper del-la salute”, hanno garantito la loro presenza in occasione di numerose sagre dislocate su tutto il territorio regionale. Il debutto è avvenuto in occasione della Festa di San Giorgio e Giacomo, ad Aosta, transitando per Saint-Pierre, Arnad, Chambave. Il tour si concluderà a Donnas il 6 e 12 ottobre. Le due operatrici presenti dalle 19,00 alle 2,00 si sono occu-pate di testare il tasso alcolico, di fornire informazioni (sia di gruppo che individualizzate) all’interno del camper sui rischi connessi all’abuso di alcol con evidenti rischi per la guida. E stato anche distribuito un que-stionario, al fine di quantificare l’uso o l’abuso di bevande alcoliche da parte dei presenti. Premia In Tour è giunto alla sua seconda edizione.Alla conferenza stampa erano presenti, oltre al direttore del Ser.T, Lindo Ferrari, il direttore generale, Stefania Riccardi e l’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce.

21 luglio – saint-VincentinaUGUrazione del nUoVo Centro dialisiAlla presenza di numerose autorità (tra queste il Presidente della Re-gione, Augusto Rollandin, l’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce, il Di-rettore generale dell’AUSL, Stefania Riccardi, il Sindaco di Saint-Vincent, Adalberto Perosino), è stato ufficialmente inaugurato il Centro Dialisi, ubicato nei pressi del nuovo stabilimento termale. La nuova struttura, diretta dal dott. Pier Eugenio Nebiolo, si compone di 8 posti letto per i trattamenti dialitici e di un ambulatorio dedicato alle visite nefrologi-che. Il Centro, dotato delle più moderne tecnologie, sarà a disposizione

sia dei pazienti valdostani (specie quelli residenti nella Media Valle) sia dei pazienti provenienti da altre regioni.

27 luglio – arnadinaUGUrazione del nUoVo Centro ProdUzione PastiL’inaugurazione del nuovo Centro Produzione Pasti, gestito dalla Socie-tà Vivenda Spa, è avvenuta ad Arnad il 27 luglio scorso. Il Centro sorge nei pressi della Ditta Bertolin, con la quale la Vivenda ha stipulato un accordo di collaborazione per la valorizzazione del prodotto tipico val-dostano. La nuova tecnologia “cook & chill” consentirà una produzione maggiormente programmata, monitorata e controllata nei parametri igienico-sanitari. Il miglioramento del servizio di ristorazione riguarda anche l’ampliamento delle possibilità di scelta da parte dei degenti,

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta 11

con 8 differenti menù per il pranzo e la cena. Presenti alla cerimonia di inaugurazione numerose autorità regionali: tra queste il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, l’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce e la direzione strategica aziendale al completo.

6 agosto – sede Usl, aostadonata Una fiat Panda all’azienda UslUna Fiat Panda, destinata al Poliambulatorio di Donnas, è stata donata all’Azienda sanitaria valdostana dalla Commanderie Vallée d’Aoste de l’Ordre International des Anysetiers. Alla cerimonia di consegna delle chiavi erano presenti il direttore gene-rale, Stefania Riccardi, il direttore amministrativo, Lorenzo Ardissone, il

direttore dei distretti 3 e 4, Adriana Brusa e le Grand Maistre della Com-manderie Vallée d’Aoste des Anysetiers, Anna Maria Traversa.

24-25 agosto – Courmayeur “résamont2” - eVento diVUlGatiVo internazionale dediCato alla mediCina di montaGna

I mezzi di informazione, anche quelli di portata nazionale, hanno dato ampia eco all’iniziativa. Ricordiamo che Résamont2 ha lo scopo di diffondere i risultati di anni di collaborazione transfrontaliera tra Italia e Francia in tema di medicina di montagna. Frutto della collaborazione tra Fondazione Montagna Sicura, Azienda USL Valle d’Ao-sta e Ifremmont (Institut de formation et de recherche en médecine de montagne) di Chamonix, la manifestazione ha promosso laboratori, conferenze e incontri pensati per divulgare buone prassi e mettere in mostra i frutti della cooperazione intorno al Monte Bianco. Il primo appuntamento è stato la conferenza “Medicina di montagna per tutti”, organizzata pres-so il Centro Congressi di Courmayeur il 24 agosto.

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta12

a sCUola di salUte Passo doPo PassoPiccoli sommeliers crescono

di Renata Cane e Francesco Macrì – dietisti SS Dietologia e Nutrizione Clinica

I dietisti del servizio di Dietologia e Nutrizio-ne Clinica hanno incontrato, nei mesi scorsi,

i bambini valdostani delle scuole dell’infanzia e primarie con l’obiettivo di sviluppare fin dalla tenera età sensibilità ai differenti gusti e attenzione alla scelta degli alimenti.Questi veri e propri laboratori di educazione al gusto, intitolati “Piccoli sommeliers cre-scono”, sono inseriti all’interno del progetto Regionale “la sYnCHronie dU Bien-etre” coordinato dalla SC Pediatria (Direttore Dott. Cesare Arioni) in collaborazione con la SS di Dietologia e Nutrizione Clinica (Responsabile Dott.ssa Cinzia Bodrato). Il progetto si pone l’obiettivo di strutturare su tutto il territorio regionale un percorso di promozione della salute stabile nel tempo, che attraverso l’aiuto di molteplici figure pro-fessionali (insegnanti, pediatri territoriali e ospedalieri, psicologi, nutrizionisti, igienisti, assistenti sanitari, educatori, ecc.), consen-ta al bambino e alla famiglia di sviluppare gradualmente competenze inerenti la sana alimentazione, l’attività fisica e l’autostima/bellezza autentica. Attraverso un percorso didattico chiamato “a scuola di salute pas-so dopo passo”, che coinvolge il 70% delle istituzioni scolastiche valdostane, il bambino - dalla scuola dell’infanzia alla scuola secon-daria di II grado - impara step by step nozioni pratiche che gli consentiranno di adottare comportamenti salutari sempre più appro-priati e consapevoli.L’obiettivo di questi incontri è quello di modi-ficare l’atteggiamento puramente didattico, basato sulle classiche lezioni frontali di edu-cazione alimentare, introducendo un meto-do induttivo, basato sull’esperienza, che porti i bambini a dedicare attenzione al cibo attraver-so la conoscenza e l’uso dei sensi. Educare alla curiosità, favorire il superamento di pregiudizi alimentari, imparare a discriminare, valutare e scegliere in autonomia gli alimenti sono gli elementi che permettono nel tempo di agire concretamente sulla modifica delle scelte e comportamenti alimentari dei bambini.

Gli incontri offrono ai piccoli e vivaci parteci-panti la possibilità di vivere esperienze guida-te che permettono loro di riconoscere e inter-pretare gli stimoli sensoriali e diventare più consapevoli della differenza tra i diversi cibi.I laboratori sono stati sviluppati dai dietisti dell’USL nei mesi di aprile e maggio 2012 con il coinvolgimento di più di 450 bambini appartenenti a 40 classi di scuole dislocate sul tutto il territorio regionale. Indispensa-bile per la riuscita del progetto è stata la sensibilità e la motivazione dimostrata dal corpo docenti dei vari plessi scolastici che hanno partecipato all’iniziativa.Per i bambini dai 4 ai 7 anni si è puntato sull’esperienza concreta attraverso l’utiliz-zo del gioco. In particolare sono state svi-luppate attività ludiche connesse al rico-noscimento dei sapori primari e all’utilizzo dei 5 sensi. Uno specifico gioco ha messo in evidenza, per esempio, l’influenza del

colore sulle scelte alimentari.Per i bambini dagli 8 ai 10 anni si è puntato, oltre che sull’esperienza concreta, anche sulla formazione. Sono stati illustrati i principi base della corretta alimentazione e alcuni concetti quali calorie, carboidrati, proteine, gruppi ali-mentari, giornata alimentare bilanciata. Il tut-to proposto in una formula in cui il gioco (per esempio il cruciverbone finale) ha permesso di verificare l’effettivo apprendimento.Visti i risultati positivi e l’apprezzamento dell’iniziativa da parte di bambini e insegnan-ti, gli incontri saranno riproposti anche nel prossimo anno scolastico in modo da poter avere una presenza capillare su tutto il terri-torio valdostano e porre in maniera sempre più consistente le basi di una corretta atten-zione alla scelta dei cibi già dalle giovani ge-nerazioni.

la dott.ssa anita mombelloni è entrata a far parte del

Consiglio direttivo nazionale dell’alrespa

In occasione della riunione annuale tenutasi a Roma nel mese di giugno, la dott.ssa Anita Mombelloni, Responsabile del Servizio

Prevenzione e Protezione dell’Azienda USL, è stata nominata com-ponente del Consiglio Direttivo e del Comitato Tecnico-Scientifico dell’AIrespsa, Associazione Italiana dei Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle aziende sanitarie.

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta 13

Com’è difficile ‘sto “Clostridium difficile”!!!agire per non diffondere – le precauzioni da adottare

di Gianluca Del Vescovo - Direzione Sanitaria Ospedaliera

Il clostridium difficile è un bacillo gram positi-vo, anaerobio, sporigeno e largamente diffuso

nel suolo, presente nel tratto intestinale degli animali e che colonizza il 3% degli adulti sani. L’infezione in ambiente ospedaliero rappresen-ta uno dei problemi prioritari per gli operatori che si occupano di sorveglianza e prevenzione delle I.C.A. (infezioni correlate all’assistenza).L’infezione si manifesta come una diarrea lieve, si verifica a seguito di trasmissione fecale-orale, ovvero per ingestione di spore del bacillo pre-senti nell’ambiente, spore che sopravvivono nell’ambiente acido dello stomaco.

Chi è il soggetto a rischio?Una persona con un’età superiore a 60 anni, con una terapia antibiotica recente alle spalle, ospedalizzato da diversi giorni o che dimora in una struttura socio-sanitaria (R.S.A., micro co-munità per anziani, ecc.).Altri fattori di rischio sono: sistema immunitario compromesso (persone con terapia cortisoni-ca, sottoposti a chemioterapia, con nutrizione enterale artificiale tramite sondino o PEG, sot-toposti a interventi chirurgici addominali, con malattie infiammatorie intestinali).

Che esame microbiologico va richiesto?La ricerca delle tossine del clostridium difficile nelle feci diarroiche. Il prelievo va inviato il più presto possibile in laboratorio.

Come gestire un paziente con clostridium dif-ficile in una camera di degenza?Qualsiasi informazione sull’assistenza ad un paziente con infezione da clostridium difficile è presente nello strumento Germe Stop, la pagi-na web reperibile nella intranet aziendale.Le azioni prioritarie rimangono comunque le seguenti:- collocare la persona in una camera singola con bagno dedicato e se ciò non è possibile mettere in atto le precauzioni assistenziali da contatto.- igienizzare le mani prima e dopo l’assisten-za. Dopo l’assistenza lavarsi le mani con acqua e sapone liquido per rimuovere meccanicamen-te le spore dalle mani; l’azione antisettica del gel idroalcolico non è efficace.- indossare guanti e camice monouso per l’assistenza al paziente nelle attività di base (igiene, mobilizzazione, esecuzione medicazio-ne, somministrazione dei pasti); smaltire tutto il materiale utilizzato nelle immediate vicinanze dell’unità malato in un contenitore per lo smal-timento rifiuti a rischio infettivo.- rinnovare le lenzuola quotidianamente e smaltirle nel sacco rosso con sacco idrosolubile all’interno.- informare il paziente e i famigliari dell’infezio-ne e dei comportamenti da attuare ai fini di non diffondere il germe nell’ambiente.- informare gli operatori della presenza dell’in-fezione se la persona si deve recare in altri ser-

vizi (Radiologia, palestra, Ambulatorio gastro, ecc).- eseguire, alla dimissione della persona, un’ac-curata pulizia e disinfezione dell’unità malato con un disinfettante a base di cloro, seguendo le diluizioni raccomandate e diffuse nelle strut-ture ospedaliere a inizio anno dalla Direzione Sanitaria di presidio.

Il motto per una corretta assistenza, che riassu-me anche lo strumento Germe-stop, rimane sempre

aGire Per non diffondere

Grazie al nido aziendaleRiceviamo e pubblichiamo questa lettera di rin-graziamento rivolta a tutto il personale del Nido Aziendale “Le Marachelle” che conferma l’elevata qualità del servizio.

Sono una dipendente USL la cui famiglia ha frequentato per quasi 5 anni il Nido Azien-

dale “Le Marachelle”. La nostra avventura è partita nel novembre 2007 quando il mio primo figlio di 9 mesi iniziava l’in-serimento seguito dopo circa 3 anni dal suo fratellino, dopo un periodo in un’al-tra struttura. Ad agosto 2012 si è conclusa la nostra collaborazione e devo dire che un po’ mi dispiace. I motivi? Lasciamo un grup-po di educatrici che, con professionalità e umanità, hanno accompagnato i miei bimbi nella crescita e nello sviluppo delle varie abilità e competenze, ma mi sento di affermare che anche io e mio marito ci siamo sentiti accompagnati e seguiti. Infatti le educatrici sono state sempre disponibili per colloqui indivi-duali in cui accogliere preoccupazioni e richieste di tutti i tipi, mostrando tanta empatia e una profonda conoscenza dei nostri figli. Belle sono state anche tutte le iniziative organizzate, dalle fe-

ste dei nonni al quadernone che accompagna i piccoli verso l’ingresso alla Scuola dell’Infan-zia; nelle riunioni organizzate per spiegare ai genitori la programmazione abbiamo sempre sentito, oltre alla professionalità, entusiasmo e coinvolgimento di tutto il personale che, nono-stante i cambiamenti nel corso degli anni, si è sempre mostrato un gruppo coerente e coeso.

Sebbene la struttura abbia qualche piccola carenza, tutto è reso ac-cogliente e a misura di bambino, ma in fondo quando un genitore la-

scia serenamente il proprio figlio per andare a lavorare, a mio avviso, non è così importante l’architettura dei luoghi o la presenza dell’area verde. Mi resta un’ultima cosa e cioè ringraziare tutte le persone che gestiscono il Nido: dall’Uf-ficio di Coordinamento in via G. Rey, alla Co-ordinatrice pedagogica per arrivare a tutte le educatrici, una per una, sia quelle che ci sono, sia quelle che ci sono state. In un mondo in cui siamo sempre tutti capaci solo a lamentarci quando le cose vanno male, mi piacerebbe per una volta lodare pubblicamente un servizio che invece funziona! Grazie a tutti di cuore!

La mamma di Fabio e Gianluca

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta14

l’oncologia si fa in retesostenere il capitale umano e strutturare le attività

del personale per promuovere la ricerca clinica. Un esempio ne dimostra i vantaggi.

a cura di Elisa Pasini – SC Comunicazione

dottoressa Cristina Baré, ci racconta come ha cominciato il suo lavoro? Sono laureata in biologia e ho iniziato il mio la-voro come Responsabile tecnico della Ricerca clinica in Cardiologia nel 2008, con una borsa di studio della Fondazione “Per il tuo cuore” resa possibile anche grazie ai medici di questa strut-tura ospedaliera. Il periodo di formazione è sta-to impegnativo, ma allo stesso tempo molto interessante. Uno stage teorico nel Centro Stu-di ANMCO di Firenze e uno pratico al Cardio-centro Ticino di Lugano mi hanno permesso di capire quale fosse realmente il mio compito e come dovesse essere organizzato un centro specializzato in sperimentazioni cliniche. Ho iniziato così a gestire le prime sperimentazioni e, dopo un paio d’anni di attività dedicata alla Cardiologia, ho iniziato a prendere in carico gli studi dell’Oncologia. Grazie al finanziamen-to della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, ho frequentato nel 2010-2011 un master universitario per Data Manager di sperimentazioni cliniche, presso l’Università di Medicina del Piemonte Orientale.

e oggi?Mi occupo di predisporre la documentazione per le varie fasi della sperimentazione, racco-gliere i dati, verificare i kit per gli esami, proces-sare i campioni in laboratorio e seguire l’invio a laboratori centralizzati, gestire la contabilità del farmaco con la collaborazione della Farma-cia, e curare le relazioni con il Comitato Etico, i medici referenti, le aziende farmaceutiche,

gli sponsor, gli altri centri di ricerca e i pazien-ti. Sono queste le attività principali di un “data manager”, una nuova figura professionale che va diffondendosi (ne è presente almeno una in tutte le Oncologie ospedaliere italiane), an-che se con denominazioni non univoche (nelle cardiologie viene anche definito supporter alla ricerca o referente unità di ricerca clinica).

Quali sono i vantaggi di una migliore orga-nizzazione della ricerca clinica?Con la presenza di una figura dedicata, le pro-poste di ricerca sono aumentate in numero e per livello di qualità riconosciuto, le sperimen-tazioni hanno una maggiore attendibilità e re-munerazione perché maggiore è il numero di pazienti coinvolti. Partecipare a una sperimen-tazione dà l’opportunità di valutare in maniera più critica l’entrata in commercio di alcuni far-maci e, quindi, di sceglierli con più accuratezza. Soprattutto, emerge che il personale che ac-quisisce l’attitudine alla ricerca e alla sperimen-tazione si relaziona con il paziente con mag-gior attenzione, verifica in modo approfondito tutte le variabili che possono influire sul suo benessere e lavora di più in équipe.

Come si sta progettando di sviluppare la sperimentazione clinica?Nel nostro ospedale si svolgono molti studi sperimentali di fase 2 e 3, che hanno una dura-ta media di 5 anni, oltre a quelli osservazionali e spontanei (esempi di questi ultimi sono molti studi realizzati dall’oncologia con gli altri cen-

tri della Rete oncologica). Tuttavia si potrebbe fare molto di più con strutture e locali dedicati, non solo per gestire il carico di lavoro, ma an-che per dare un punto di riferimento chiaro ai pazienti che partecipano alle sperimentazioni.In questa prospettiva, si stanno muovendo i primi passi per la costituzione di un ufficio studi clinici. Per ora si tratta di un progetto dell’Oncologia e della Cardiologia, ma l’obiet-tivo è renderlo una struttura aziendale a dispo-sizione di tutti i reparti interessati e attivi nella ricerca. Per svolgere al meglio le attività e per incrementare il numero di sperimentazioni, l’Ufficio dovrebbe avvalersi di almeno un altro data manager, di un infermiere di ricerca, di un amministrativo, oltre che di un medico respon-sabile dell’Ufficio (attualmente per l’Oncologia questa figura è la dottoressa Malossi, oncolo-ga). Il 26 ottobre si terrà l’incontro di formazione “il comitato etico e le sperimentazioni cliniche: la realtà locale”, un’occasione in più per appro-fondire il tema.

nUoVi orari di aPertUra al PUBBliCo dello sPortello Cartelle CliniCHeCon decorrenza dal 3 settembre, lo Sportello Cartelle Cliniche, preposto al rilascio di copia della documentazione sanitaria agli utenti, ha differenziato gli orari in base ai giorni della set-timana. Questa la nuova articolazione oraria:lunedì – mercoledì – venerdì - ore 8,00-11,00martedì e giovedì - ore 9,30-12,30Lo Sportello è ubicato presso il box dell’atrio principale dell’ospedale “Parini”.

aGGiornamento Costo BUono Pasto dal 1° settemBreCome già ampiamente comunicato con altri strumenti (ANDROMEDA ed e-mail inviata al gruppo TUTTI) dal 1° settembre 2012 il contri-buto del dipendente è passato a euro 1,45 (cor-rispondente al 20% del costo per l’Azienda pari a euro 6,99, oltre IVA 4%). Di conseguenza sono aumentati, con identica proporzione, i buoni pasto del personale convenzionato.

CamBiano Giorno e orario di aPertU-ra dell’amBUlatorio di mediCina di

Base Per Gli stranieriA decorrere dal 10 settembre 2012 l’ambulato-rio di medicina di base per gli straneri prove-nienti da Paesi extra UE, è aperto il lunedì mat-tina dalle ore 8,00 alle ore 10,00 (anziché il giovedì pomeriggio). Come sempre l’accesso è diretto (non occorre prenotazione) e gratuito.L’ambulatorio è ubicato presso il reparto di Medicina Interna (piano 2°) dell’ospedale re-gionale “U. Parini”. Si rammenta che, di norma, prima di recarsi nell’ambulatorio, è necessario presentarsi al SISI (Sportello Informativo per la Salute degli Immigrati), presso l’Ufficio Relazio-ni con il Pubblico, per il rilascio del codice STP – Straniero Temporaneamente Presente.Il SISI si trova presso la sede centrale dell’Azien-da USL, in via Guido Rey, 1 – piano terra.Per contatti: tel. 0165-544418 oppure 544688 e-mail [email protected]

trasferita la strUttUra di teraPia del doloreDallo scorso mese di giugno la struttura di Terapia del Dolore, diretta dal dott. Lorenzo Pasquariello, si è trasferita all’interno del Day

Hospital di reg. Borgnalle, alle porte di Aosta. La segreteria della struttura è attiva dal lunedì al venerdì, dalle 8,00 alle 15,00. Le prenotazio-ni per la prima visita devono essere effettuate tramite CUP.

nUoVi orari di aPertUra dell’amBU-latorio infermieristiCo del ser.t nei PoliamBUlatori di CHatillon e VerresPer ragioni di carattere organizzativo, a decor-rere dal 17 settembre, sono stati modificati gli orari di apertura degli ambulatori infermieri-stici del Ser.T nei poliambulatori di Châtillon e Verrès. Di seguito i nuovi orari:lunedì: Châtillon - ore 07,00-10,00 Verrès - ore 12,30-14,30venerdì Châtillon - ore 07,00-10,00 Verrès - ore 13,30-15,30La variazione non comporta alcuna diminuzio-ne degli orari di apertura degli ambulatori. Non vi sono variazioni riguardo le attività delle altre figure professionali del Ser.T (assistenti sociali, psicologi, educatori professionali).

n ot i z i e f l a s H

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta 15

servizio di Consulenza GiuridicaIl servizio fornito dall’Azienda USL Valle d’A-

osta    risponde alla finalità di sostenere le famiglie, specialmente nei momenti di crisi e difficoltà, attraverso il rilascio di pareri  in ma-teria di diritto di famiglia. Le attività consistono nell’informare, proporre, consigliare ed indiriz-zare i cittadini e le cittadine verso le differenti opportunità giuridiche nell’ambito dei rappor-ti familiari, comprendendovi, in particolare, le questioni relative a separazioni, divorzi, affida-mento dei figli, successioni, amministrazione di sostegno.

L’attività del Servizio di Consulenza Giuridica non va confusa in nessun modo con la difesa tecnica, compito istituzionale degli avvocati iscritti al relativo ordine professionale.Il servizio è a pagamento (€ 70,00 a prestazio-ne) ed è fornito da un Dirigente dell’Azienda USL con particolare preparazione giuridica.  dove si trova e come si accede:Day Hospital di Regione Borgnalle, 10 – AOSTAvenerdì dalle ore 16,30 alle ore 19,00sabato dalle ore 09,00 alle ore 13,00

 l servizio si accede prenotando al CUP (Centro Unificato Prenotazioni) ai numeri sottoindicati: telefono: 0165 54 34 57 / 0165 54 34 58fax  0165 54 32 95Il servizio prenotazione è operativo  dal lunedì al venerdì dalle ore 13:30 alle ore 19:30. Negli altri orari è attiva la casella vocale. modalità di pagamento: Il pagamento della prestazione si effettua presso le emettitrici au-tomatiche situate all’interno del Day Hospital di reg. Borgnalle o nelle sedi dell’Azienda USL.

il libro consigliato

fiGli del Ventostorie di crudeltà, di amore e di speranza”

di Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione

Mai sottotitolo fu più esplicativo. Un contrasto di sentimenti, amo-re e crudeltà che si alternano tra le pagine, storie di

sofferenza e di speranza. Il protagonista è quello che viene considerato il miglior ami-co dell’uomo (peccato che troppo spesso non avviene il contrario), ovvero il cane, in questo caso il levriero, animale splendido, ma purtroppo destinato con troppa frequen-za a divenire oggetto di maltrattamenti e sevi-zie. Il libro è un concentrato di crudeltà umana e di gioia, storie incrociate di splendidi animali che grazie all’aiuto e all’interessamento di grup-pi di volontari sono usciti dal baratro in cui gli uomini li stavano gettando, animali dal destino che sembrava oramai segnato e che invece han-no ritrovato una nuova casa, carezze, cibo e tanto amore. Sono storie vere di umana crudeltà, fortu-natamente a lieto fine. Ma per quanti greyound l’e-pilogo è stato drammaticamente diverso? La storia di Bryce, il levriero adottato dall’autrice del libro, è emblematica. Ecco cosa scrive: “Programmato fin dalla nascita per diventare un campione di velocità e alimentare il redditizio business delle corse e delle scommesse, viene acquistato e avviato alle gare, ma

si rivela poco competitivo. Viene allora rivenduto ad un allevatore che vuole utilizzarlo per la riproduzio-ne. Passa da una gabbia all’altra, senza mai ricevere l’attenzione e l’affetto di cui ogni essere vivente ha bisogno e, alla fine, viene abbandonato al buio, al freddo, privo di cibo e in mezzo ai suoi stessi escre-menti”. E’ stato salvato in extremis, in terra d’Irlanda, da un gruppo di volontari, quando oramai era in condizioni disperate. Non mi dilungo. Il libro va letto e meditato. Chi vuole può contribuire a sal-vare queste vite spezzate, a dare a questi animali docili, affettuosi e generosi una nuova speranza di vita. Il sito www.progettoanimalistaperlavita.org può essere di aiuto: tra le decine di cani ab-bandonati che cercano famiglia vi sono anche i levrieri. In alternativa potete rivolgervi diret-tamente all’autrice (che ne possiede ben due).Il libro “Figli del vento”, pubblicato nel 2010 dalla casa editrice L’Età dell’Acquario, è sta-to scritto da roberta mombelloni (abita a Sarre). Non è una lettura vacanziera, questo lo potete immaginare. E’ un libro verità, un libro denuncia, un libro scritto più col cuore

che con la penna. Assolutamente consigliato.

AL DI LÀ DELL’USL A cura della SC Comunicazione

Rubrica di libri, cultura, spettacolo e tempo libero

trimestrale di informazione dell’Unità sanitaria loCale Valle d’aosta16

Direttore Responsabile

Giorgio GALLI

Segretaria di Redazione:

Paola BOCCO

Grafica

Pier Francesco Grizi

Aosta - 0165/364161

Hanno collaborato a questo numero:

Lorenzo ArdissonePaola BoccoRenata CaneCristiana Charrère Gianluca Del Vescovo Sonia FiacchiCarla Foletto

Giorgio GalliStefania LasciandareFrancesco Macrì Anna MelliGianmauro Numico Roberta OrianiElisa PasiniPoldina Carla Stefania RiccardiDaniela Tarello

Trimestrale di informazione dell’Azienda USL Valle d’Aosta

direzione e redazione: sC Comunicazione Ufficio stampa

Via Guido rey, 1 - 11100 aostatel 0165/544501 - fax 0165/544626

[email protected]

L’angolo del Gambero Rosso Come già accadeva in passato, cerchiamo di portare i

lettori “al di là dell’USL”. E allora eccoci qui, pronti ad inaugurare la nuova rubrica “L’angolo del Gambero Rosso”, dedicata alle ricette che i lettori sono invitati ad inviarci.

L’importante è che i piatti, soprattutto quelli legati alla tradizione popolare e che ma-gari stanno scomparendo, siano semplici, fattibili e appetitosi. Inviate le vostre ricette a [email protected]

ricetta in tempo di crisi : come usare il pane raffermo per preparare

Pisarei e fasòdi Roberta Oriani – tutor c/o CLI

Per chi è stato almeno una volta a mangiare dalle parti di Piacenza non potrà non avere

visto sul menù del ristorante i “Pisarei e fasò”. Si tratta di una antica ricetta emiliana, che si tramanda di generazione in generazione, di mamma in figlia, costituita da gnocchetti di farina e pangrattato conditi con sugo di po-modoro e fagioli. Mia mamma li prepara così.

Ingredienti :per i pisarei • pane secco macinato (usate quello che

avanzate e fatelo seccare in forno) e farina in pari quantità

• latte tiepido• 1 uovo (permette una maggiore consisten-

za dei pisarei)• sale per il sugo• pomodori passati 200 ml • fagioli borlotti lessati 300 gr• olio di oliva• una piccola cipolla

Per preparare i pisarei, versate in una ciotola il pangrattato, l’uovo, la farina e il sale e via via il latte tiepido necessario ad ottenere un impa-sto elastico e morbido.Staccate dall’impasto delle palline di composto e formate delle biscette (diametro ½ cm circa). Prendete una piccola parte (1 cm circa) di que-ste e fatela rotolare su un piano ben infarinato,

sotto il pollice, in modo da ottenere uno gnocchetto vuoto all’interno.I pisarei si possono anche preparare in grandi quantità e congelare. La parte più lunga nella prepara-zione della ricetta dei pisarei e fasò consiste nel mettere a bagno i fagioli (se li utilizzate secchi) e portarli qua-si a cottura; i fagioli borlotti vanno lasciati per una notte in ammollo in acqua, dopodiché vanno lessati fino a metà cottura. Se li cuocete com-pletamente rischierebbero di spap-polarsi successivamente, durante la cottura del sugo.Per preparare il sugo soffriggete la cipolla tritata fine con l’olio e ag-

giungete i fagioli. Versate la passata di pomo-doro e portate a termine la cottura. Assaggiate e regolate di sale.Nel frattempo cuocete i pisarei in abbondan-te acqua salata; a bollore avvenuto buttateli nell’acqua e una volta riaffiorati in superficie scolateli e fateli insaporire qualche istante in-sieme al sugo. Site oramai giunti al termine: servite i pisarei e fasò ben caldi con una spol-verata di parmigiano e un filo di olio extraver-gine d’oliva. Vino consigliato: Gutturnio frizzantino, vino rosso tipico dei colli piacentini. Buon appetito!