PARDON EXTENDED

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Pardon! EXTENDED VERSION

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Pardon Extended Vertion A Fashion Project about Urban Spaces, City Maps, Layers, Survival LifeStyle, Tube Stations

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Pardon!EXTENDED VERSION

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Pardon!Abstract

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Decidere a che ora puntare la sveglia è un’ot-t ica cruciale per vivere la mattinata . Sapen-do che se non ti sveglierai per spegnerla lei continuerà a suonare per te, al lora i l son-no quello vero è perso. Le sneakers si fan-no strada tra la stordente densità della ca-pitale afosa , irrespirabile, senza sosta è la ventiquattrore a stabil ire i l r itmo degli intral-ci , dei crudi impatti dei corpi a peso morto.

Spazi in cui mil ioni di individualità s’ incrocia-no senza entrare in relazione sospinti dal de-siderio frenetico di consumare o accelerare le operazioni quotidiane. Quel loro smanioso fervore, elettr izzante per i corpi ma disagio per l ’anima , si manifesta nei contorni sfuoca-ti , nella schietta spontaneità delle movenze e nell ’ ”ovattamento” di quegli sguardi assenti .

È un racconto d i una quot id ian i tà v i ssu ta a t t rave rso l ’ ape r tu ra de l l e nebb iose po r te de l l a met ropo l i t ana :

La Capsule Collection di capispalla interpreta la routine attraverso sensibi l i tà ed influenze Urban e Multiform.

la parola d’ordine– permesso, a scanso di qualsiasi contatto – diventa sorda nell’asfissiante compressione dei mezzi pubblici.

“Pardon!”

Pardon!Abstract

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Deciding what t ime to have your alarm clock go off in the morning is of crucial importan-ce to arrange your daily schedule. If you don’t switch it off , you know you can kiss your sle-ep good-bye. Sneakers hardly f ind their way through the dazing denseness of the mug-gy, unbreathable capital . Restless briefcases pace off the hitches, the harsh impacts of bo-dies bumping one into another.

Spaces where mil l ion individuals pass each other without establishing any rapport whatso-ever, moved only by the frantic need of consu-ming or accelerating one’s every-day chores. That eager fervour, electrifying for the bodies but uncomfortable for the souls, discloses in the blurred outl ines of objects fast gone past , in the rough spontaneity of the gestures, in the irretrievable distance in the expressions of the faces.

It ’s a story of ordinary routine making its way through foggy opening doors in the under-ground station:

The daily routine, in my idea , becomes a prin-ciple to be transfigured in a capsule collec-tion, marking coats (clothing) with urban and multiform influences.

Becomes the password

to dodge threatening contacts, almost muffled

by the asphyxiating compressions of the

means of transportation.

Pardon!

Pardon!Abstract

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Pardon! i l corpo di questo lavoro vuole inda-gare sui frammenti delle abitudini cercando di raccontarle tramite una raccolta d’ immagini e scatti fotografici immaginando di sbirciare at-traverso i l buco della serratura la routine al-trui . Scaturito da una snap shot urbana , “Tokyo compression”1, la collezione si esplicita in un progetto che vede protagonista i l capospalla . Superfici umide e impregnate interagiscono con i volt i dei viaggiatori declinando gli outfit al la medesima condensazione, r ievocata nel gusto dei dettagli technocuture2.

La prima introduce i l capo in una struttura pu-l ita , costruita nel suo disegno sar toriale e nel-la geometria dei tagli ; custodendo un effetto a sorpresa di un entità survivor.

Concepiti in scala di grigio hanno origine ermetici involucri che tramite un

interfacciano la natura multiforme del capo; facendo oscillare il codice estetico tra due entità, qualitativamente differenti.

morphing sartoriale

Pardon!Intro

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1 Wolf . M. , (2010) , “Tokyo Compression”, Michael Wolf photography, Projects, http://www.photomichaelwolf .com/tokyo_compression/

2 Quinn B . , (2002) , Techno Fashion, Berg

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Fotografo di origine tedesca con sede a Hong Kong. Michael Wolf è stata la prima fonte a cui mi sono ispirata per i l concept del mio pro-getto. Carpita da “Tokyo Compression”* , una raccolta di immagini in cui rappresenta i pen-dolari locali attraverso l ’apertura di nebulo-se porte nel vagone della metropolitana , ho estrapolato le inizial i suggestioni in cui a pre-so corpo la mia tesi .

È una istantanea della densità della capita-le, delle infrastrutture urbane e social i ; la vo-yeuristica serie cattura argomenti che vanno dalla sonnolente indifferenza al la stordente confusione.

cattura la realtà cruda dei viaggiatori

nell’ora di punta

stipati e premuti contro le porte della

metropolitana di Tokyo.

Michael Wolf

Pardon!Michael Wolf

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“Il viaggiatore distratto scopre all ’ improvviso che la sua geologia interiore e la geografia sotterranea della capitale hanno punti di con-tatto, scaturendo piccoli sistemi intimi.. .” 3

È senz’altro la frequentazione della metro che ci porta di fronte al le nostre attitudini , che ci mette a conoscenza di un’ incondizionata tra-ma dove gli i t inerari di ieri si sovrappongono agli odierni .

La mappatura luminosa e colorata della me-tropolitana disegna una sorta di tragitto in-trospettivo in cui si dispiegano i r icordi del passeggero. Una successiva rif lessione im-portante per lo svi luppo del progetto è stata rivolta al la f igura del pendolare e al l ’atto di al ienazione che ne deriva . Coinvolto da in-cessanti attese, le stazioni non sono vissute con noia ma con una valenza posit iva in cui i pensieri diventano i protagonisti automatici di una routine. I si lenzi si r if lettono nei percorsi dei mezzi pubblici che fungono da specchietto della memoria manifestando la sorda alienazione.

Pardon!L’Alienazione

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è la prima parola chiave in cui intende indagare la mia tesi: trattato come un automatismo, esso si consuma in un incessante recitazione come una preghiera giornaliera.

Itinerari

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3 Augé M., (1986) , Un Etnologo nel Metrò, cit . , p. 28

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La concreta realtà viene, dunque, sospesa de-l imitandola a brevi scorci , che interagiscono come parentesi , ossia delle piccole tregue da quell ’ immaginario astratto che permane come i l leit motiv del nostro viaggio. È dunque ne-cessario configurare un elemento monito di un intimo distacco,in cui si ovattano ed emigrano le identità trasfigurate nella stratif icazione di un rivestimento: la coperta .

come fosse un accomodante contenitore dell’ani-mo diventando il filtro di reminescenze e contrad-distinguendo il familiare, è perciò nido di silenzi.

l‘intimo involucro che ci spazia appena svegli dai ritmi estenuanti dell’agenda personale, funge da imballaggio;

La coperta

Pardon!La Coperta

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I l confor tevole elemento, quindi ,trova un nuo-vo contesto al l ’ interno della collezione, pla-smandosi al corpo dona al capospalla un sen-so di famil iarità proteggendolo dall ’ambiente esterno e con l ’ intento di preservare l ’ intimità personale. Essa diventa per i vir tuosissimi le-gati al l ’abitudine un indispensabile dettaglio, sottol ineando cosi i l desiderio di una ricerca di comfort ; i l tessuto scelto è una lana bouclè nonché l ’un ico mater ia le non impermeabi le presente nella collezione.

La coperta del primo mattino dalla quale non ci si spoglierebbe celermente si profi la meta-foricamente in un’ espressione d’abbandono, nella quale è possibi le sfiorare la storia degli altr i senza mai incrociarla .

I l pendolare grazie ad essa conquista quell ’ in-tima disinvoltura che si adopera per celebrare la quotidianità dei gesti meccanici .

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I l corpo di una comunicazione al lusiva senza una dichiarata imposizione abita spesso al l ’ in-terno di l imitati spazi transitori4 e si palesa in assenza di una razionale e l ibera consa-pevolezza al la quale opporvisi . L’ influenza di marcate espressioni lavora come elemento di disturbo interferendo nel processo confi-denziale dei gesti . L’al ienazione, quindi , trova completamento come mezzo per sottrarsi ad ambienti carichi di esplicite suggestioni trami-te degli accessori-cappuccio; Tale rivestimen-to si adopera come maschera in cui celarsi per non essere manifesto e rifugiandosi come risultato finale in una chiusura elusiva al la schietta plural ità degli individui .

È la gente che ti spinge, che calcata nel con-sueto vagone si appiccica addosso sottoforma di una seconda pelle, vincolata al l ’esclusione dall ’ apparente coperta che vuol essere pre-avviso di negazione, verso i l trascinante in-sediamento esterno. È la fol la che impone la struttura dello spazio e l ’ impossibi l i tà di mo-vimento cristal l izzata in una posizione estra-nea . La somma degli odori e delle sensazioni circostanti si aggrappano alla propria intimità . L’ immaginario si espande declinandosi in un paradosso accentuato di vel i espressivi .

Pardon!La Coperta

La Maschera

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La sfaccettatura che vuole comunicare

la collezione è l’enfatizzazione

dell’aspetto evasivo subordinando

le silhouette alle influenze

come chiave di lettura di un alienazione urbana.

multiform

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4 Augé M., (2009) , Nonluoghi , Introduzione a un’Antropologia della Supermodernità , Eleuthera , Cremona

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Jennie Pineus

Pardon!La CopertaLa Maschera

“Spesso g l i ind iv idu i quando ves tono cap i anness i d i cappucc io non so lo perdono la loro identità ma anche la responsabilità delle loro azioni” 5

Flugel sottol inea come una persona masche-rata tende ad essere l ibera e meno inibita , sia nel sentimento sia nell ’azione, compiendo attitudini che altr imenti sarebbero ostacolate dalla paura o dalla vergogna . Da qui i l bandito, i l ladro ed i l carnefice hanno spesso usato un escamotage tramite l ’ ” incappucciamento” per dare forma a tendenze di meno sobria espres-sione, tuttavia la perdita d’ identità e di re-sponsabil ità non sempre dà luogo ad atti osti l i al la comunità .

Jennie Pineus, (designer svedese) nel 2000 si propone con due accessori per la protezione individuale da ambienti carichi di stress. Que-sti due elementi , possono essere trasportati ovunque e fungere da rifugio personale in cui nascondersi dagli occhi di una telecamera che tutto vede come dagli sguardi dei passanti .

Ricorrere ad espedienti per trovare maggior

con se stessi è stato oggetto di ricerche per molteplici designer e artisti.

comfort

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5 Bolton A . , (2002) , The Supermodern Wardrobe, cit . , p. XX

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“Il viaggiatore consumato sà già dove fermar-si, stabilendo una posizione che gli permette d’accedere, con frenati e modesti sforzi, alla porta di un vagone, che coinciderà poi esat-tamente al punto più vicino alla sua uscita sulla banchina d’arrivo” 6.

L’estrema precisione di questi gesti meccani-ci evoca un impeccabile disinvoltura nel per-seguimento di una routine mattiniera , scorsa attraverso le fosche porte della metro. L’a-dempimento con padronanza delle circostan-ze transitorie, dispone i l pendolare al r igore della materia e al l ’ ingombro dei corpi statici dei mezzi pubblici . I l cumulo di oggetti e la densità delle f igure profi lano un racconto im-mobile che si dispiega secondo la simulazione di un’abil i tà composit iva come in un risoluto equil ibrio. Uno dei capi d’abbigliamento che ha suggestionato la collezione è l’impermeabile, come metafora d’isolamento al caos circostante.

“Oltre ad essere un capo d’abbigliamento è considerato un elemento di sti le; presente nel guardaroba sia maschile sia femminile, nasce verso la fine dell ’800 e deriva dalla parola latina inpermeabisis, ”ciò che non può essere attraversato” 7.

Gli outfit elaborati r ispecchieranno perciò le peculiarità sopracitate diventando vere e pro-prie zone asettiche esasperando la steri l i tà in difesa dell’individuo,ma conservando invariati al-cuni dei dettagli classici della sartoria tradizionale.

Pardon!L’Impermeabile

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Questa necessità di

viene raccontata tramite l’utilizzo

di tessuti-guaina, andando a stratificare

il capospalla.

riparo

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6 Augé M., (2009) , Un Etnologo nel Metrò, cit . , p. 32

7 Bauzano G., a cura di Vergani G., (2004) , Dizionario della Moda, cit . , p. 591

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58 Pardon!L’ImpermeabileWorkwear

Suggerendo ispirazioni per la scelta delle fog-ge e dei tessuti : sete spalmate, nylon, e altr i material i tecnici . Originando dei veri e propri gusci:

“Un abito da sera è sicuro se rende avvenen-te i l corpo, quello da lavoro lo è se lo proteg-ge. Entrambi gli abiti fungono da corazze” 8

I l concetto di riparo inoltre è stato trattato volgendo particolare attenzione al

in special modo al ramo delle divise da lavoro impermeabili.

workwear,

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I luoghi di passaggio temporaneo, detti “non luoghi”9, elevano all ’ interno della mia collezio-ne la bassa qualità a materiale d’ indagine, e possibi le chiave di lettura creativa configuran-do un cl ima culturale.

Nel seguente caso svi luppandosi tramite la struttura nel desiderio di mantenere con sé tutto ciò che serve (l ’abito è annesso di detta-gli sar torial i fruibi l i creando facil i soluzioni per portare con se tutti i propri oggetti personali) ma altrettanto estraniare al di fuori di sé ciò che è esterno. La collezione viene, dunque, declinata ad un carattere battagliero e dinami-co definendo la bipolarità dei capi attraverso un gusto multiform.

8 Toscani O. , (2009) , Workwear Lavoro Moda Seduzione, cit . , p. 9

9 Augé M., (2009) , Nonluoghi , Introduzione a un’Antropologia della Supermodernità , Eleuthera , Cremona

Survivor

L’immaginario viene perciò assoggettato alle

suggestioni di unasopravvivenza urbana.

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C’è qualcosa di consueto in quell ’avvolgersi di layer; la somma di tutt i gl i strati , coincide nel r isultato finale in un’unica superficie: l ’e-leganza formale. La meticolosa tradizione del completo, si serve al la celebrazione del r igore formale tramite la sovrapposizione;

Comunemente è chiamato semplicemente completo o abito, di origine britannica , è com-posto solitamente da una giacca e da un pan-talone dello stesso tessuto, denominato tai l-leur nel suo corrispettivo al femminile.

“Le vie del tail leur sono infinite. Rispetta la severità di giacca, camicia e gonna, oppu-re rompe gli schemi e dà vita a infinite altre combinazioni. I l tail leur ha consolidato una sua particolare presenza negli anni ’80 del ‘900, vera palestra di esercizio sti l istico per i più celebri nomi della moda” 10

Pardon!Il Completo

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ogni livello aggiunto dichiara un’aspirazione

di compostezza come unrituale.

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Partendo dunque dal completo da uomo e dal tai l leur la collezione fonde le due identi-tà creando una l inea di capispalla unisex. La si lhouette intende conservare la costruzione sar toriale del capospalla con l ’uso aggiunti-vo di material i casual e sportivi , per ottenere un prodotto ricercato e sostenuto nel disegno e nella costruzione, che si possa racchiudere nel ready to wear. I l capo è stato ideato in ma-niera tale d’avvolgere l ’ intera figura , declinato al l ’ impeccabile simmetria , e accordato in una grigl ia estetica al l ’ interno della quale permane l ’ordine sar toriale. Per gl i elementi di contrasto sono stati impiegati material i tecnico/sportivi (nylon,spalmati etc.) i cui dettagli estrapolati consistono in coulisse, cappucci e zip in con-nubio con l inee, forme e dettagli standard sar-torial i (tasche a fi letto, collo revers etc.) .

che si espande, come una macchia speculare circoscrivendosi al l ’ interno di una si lhouette strutturata e pulita . La nit idezza delle forme è raccolta in un gusto composto, che si concede calcolate sospensioni facendosi sopraffare da inserti impermeabil i ed informi mostrando la loro natura technocouture.

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dei tagli si dispiega nel capo come la piantina della città, è proprio

questa simmetria coerente alle illustrazioni,

La matrice geometrica

10 A cura di Vergani G. , (2004) , Dizionario della Moda , cit . , p. 1148

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74 Pardon!Il CompletoThe Suit ,Business

The three-piece suit allowing for differences of cut and fabric , has been the basic of the male wardrobe since the last quarter of the seventeen century. Throughout the eighte-en century, the comfortable and practical coat waistcoat, and breeches, made mostly of wool, underwent l i tt le alteration. The bu-siness suit implicit ly evokes the virtues of assertiveness with self-control, diff idence in success, and just enough socially accepta-ble narcissism to be attractive” 11

“ The man’s business suit is an emblem of official

suggesting a life from physical toil.

power andprofessional identity,

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11 Fogg M., in Steele, Valerie (editor) . 2005. Encyclopedia of Clothing and Fashion, Detroit, Charles Scribner’s Sons: vol. 3, cit . , p. 237

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In l inea con le suggestioni emerse in Tokyo Compression, ho preso in considerazione i l “ l i-quido” come chiave di lettura per rappresenta-re e comunicare i l progetto. L’elemento infor-me funge da simbolo visivo attraverso i l quale si sono configurate le si lhouette e mantenen-dosi altresì nelle i l lustrazioni .

Similarmente al le macchie di Rorschach12, noto strumento per l ’ indagine della personali-tà , l ’ inchiostro si estende nella superficie di-ventando elemento di r icerca nella conforma-zione dell ’ identità vestimentali . I l colore rivela la bipolarità dei capi , i l loro rigore formale me-diante i l profi lo affusolato e longil ineo, e ab-bandonando la propria r isolutezza espanden-dosi , custode della loro anima urbana nonché dinamica .

Pardon!Dalle Macchie

alla Collezione

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è stata assimilata pervadendo tutto

il corpo del mio lavoro e accordandolo graficamente.

La macchia

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12 a cura di Huber H., (1948) , Rorschach H. - Psychodiagnostik, New York

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