Pagine da Strength & Conditioning 21
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STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VI - Numero 21 / Luglio-Settembre 2017 5
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INTRODUZIONEI sintomi vaghi e aspecifici o MUS sono sinto-mi che non appartengono a un quadro patolo-gico, ma esprimono quel disagio aspecifico che lo precedono da un minimo di 6 mesi a qualche anno. Le persone che hanno i MUS presenta-no delle caratteristiche specifiche, quali:
Stanchezza - difficoltà al risveglio, perdita di forza, stanchezza non proporzionata allo sforzo. Disturbo emozionale - ansia, apatia, me-lanconia, paura, comportamenti compulsivi, tristezza, disagio nel rapporto con gli altri, difficoltà nella relazione, ecc. Termoregolazione - mani e piedi sempre fred-di, brividi, necessità di coprirsi per stare bene e sofferenza del freddo. Insonnia - difficoltà ad addormentarsi, diffi-coltà a mantenere il sonno, risvegli nottur-
ni, risvegli al mattino precoci, sonno leggero, sonno esteso ma non ristoratore. Appetito - modificazioni dell’appetito, fame compulsiva, disappetenza, fame non propor-zionata al fabbisogno, fame iniziale che non permette di terminare il pasto, fame fuori orario, inappetenza. Stomaco - acidità di stomaco, dolori di sto-maco, eruttazioni, eruttazioni acide, gonfiore dopo i pasti, nausea.
Colon - stitichezza, diarrea, alvo alterno, do-lori al colon, meteorismo, bisogno urgente di evacuare, evacuazione dolorosa. Traspirazione - sudorazione non proporziona-ta al movimento, alterazioni della sudorazio-ne, difficoltà a sudare durante il movimento, eccessiva sudorazione anche in assenza di movimento.
Dario Boschiero 1-2, Danilo Vaudagna 2, Sergio Pederzolli 2, Marro Michele 2, Mattia Fantina 2, Matteo Bonacina 2, Elena Apelgantes 2, Antonio Urso 3.
1 Direttore Ricerca e Sviluppo di BioTekna; Presidente Open Academy of Medicine, London (UK)2 Gruppo studio Open Academy of Medicine - Venezia
3 Presidente Federazione Italiana Pesistica
tilizzo di esercizi complementari derivanti dalla Pesistica Olimpica come metodologia di recupero da MUS - Sintomi Vaghi ed Aspecifici
DARIO BOSCHIEROPresidente e Fondatore dell’Open Academy of Medicine, Londra UK, Venezia ITA.Fondatore e Coordinatore del Progetto “MUS - Sintomi Vaghi e Aspecifici, Infiammazione Cronica e Nutrizione Clinica” Direttore Ricerca e Sviluppo di BioTekna Biomedical Technologies.U
GIAN MARIO MIGLIACCIODottore di ricerca in Sport Science, direttore scientifi co Sport Science Lab.
MICHELESPREGHINIDivulgatore scientifi co, esperto di preparazione atletica e nutrizione sportiva nel Fitness e BodyBuilding.
Migliaccio Gian Mario (1), Michele Spreghini (2)
1: Sport Science Lab , 2: Fit for Dummies
utrizione per la Performance
PUBBLICATO
PUBBLIC
ATO
PUBBLI
CATO
PRIMA VO
LTA
PRIMA VOLTA
PRIM
A V
OLTA
LAVORO
ORIGINALE PER
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ALLENAMENTOCOMPETIZIONE
CONTINUA LA SERIE DI CONTRIBUTI ALLA CONOSCENZA DEL FENOMENO ALLENA-MENTO/COMPETIZIONE COORDINATA E
REALIZZATA DA GIAN MARIO MIGLIACCIO
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INTRODUZIONEArrivare al vertice dello Sport, raggiunge-re performance sempre più elevate, stabi-lire nuovi record è il risultato di una per-fetta combinazione di tasselli che, come in un perfetto puzzle, vanno a combaciarsi costruendo man mano la figura fino a quel momento solamente immaginata nella te-sta dell’atleta.Un puzzle che l’atleta dovrà comporre ma che non avrà la possibilità di modificare perché ogni singolo tassello avrà una for-ma diversa ed una provenienza specifica: medicina, fisiologia, psicologia, metodolo-gia, tecnica, nutrizione e così via. Anche solo un tassello mancante lascerà una im-magine perfetta in un sogno mancato.Un tassello ricorrente, e talvolta trascu-rato dall’atleta, è quello della nutrizione. Un elemento insostituibile che, negli anni, è diventato oggetto di studi scientifici sempre più accurati che, con popolazioni di atleti di élite, ha dimostrato come la nutrizione sia un fattore chiave della per-formance, ma solo se gestita in una “pro-grammazione nutrizionale” esattamente come se fosse un allenamento. (1)
SIAMO QUELLO CHE MANGIAMOQuando il filosofo tedesco Ludwig Feuer-bach nel 1848 scrisse in un suo saggio la famosa frase “L’uomo è ciò che egli man-gia” (der Mensch ist was er isst), oggetto anche di discussioni e pubblicazioni scien-tifiche (2) (3), avanzò un modello integra-to di connessioni tra il cibo e la vita della persona che non riguardava solo l’aspet-to fisiologico ma anche quello psicosocia-le, dove ogni elemento, dal successo allo stress, era condizionato dal cibo che si decideva di assumere nella vita di tutti i giorni.
In quasi due secoli, discussioni, studi, ri-cerche ed innovazioni si sono susseguite ed il campo della nutrizione è sempre più al centro del dibattito, poiché le sue cor-rette applicazioni possono favorire ogni esigenza dell’organismo: il recupero fisico e mentale, lo stato di malattia ed anche la performance.Tutto è connesso, in un susseguirsi di tas-selli che vanno a creare un puzzle. Di una unica copia. L’unicità dell’atleta è infatti l’elemento che differenzia un puzzle fatto
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Sono stati analizzati tre saggi (“È tutto con-nesso” parti I-III) che affrontano varie questio-ni relative a una diffusa disinformazione dovuta all’influenza della comunità accademica e di quella medica, a ricerche viziate dalla distorsione di ge-nere (gender bias) e alla possibilità di impiegare un processo di “reverse engineering” (ingegneria
inversa) per avere informazioni sui meccanismi di lesione negli sport.Nel tentativo di ottenere informazioni obiettive sulle lesioni a carico degli arti inferiori che sono comuni in alcuni sport, sono stati esaminati i bas-si tassi di lesione, principalmente a carico dell’ar-ticolazione della caviglia, tra i pesisti e in parti-
Andrew Charniga, Jr.
ANDREW “BUD” CHARNIGAScienziato delsollevamento pesi e allenatore. Laurea in Scienze Motorie allaEastern MichiganUniversity (USA) eMaster in Kinesioterapia allaUniversità di Toledo (SPA). Fondatore, nel1980, di SportivnyPress. Ha editato 15 libri tradotti dal russo e molte decine di articolisull’allenamento nel sollevamento pesi, sullabiomeccanica, sulrecupero, ecc.
“La velocità a cui gli animali possono voltarsi per cambia-re direzione dipende dalle forze implicate in curva, e gli animali più grandi hanno bisogno di produrre forze maggiori per ciascuna curva. Tuttavia, gli animali più grandi possono applicare una forza relativamente minore rispetto a quelli più piccoli e pertanto non possono voltarsi altrettanto rapidamente.” (R. Wilson, I. et al 2015)
sabato 30 settembreDidattica delle alzate di Pesistica Olimpica
8.00 - 9.00 Accredito9.20 - 9.30 Riscaldamento9.30 - 10.45 Strappo dalla sospensione10.45 - 11.15 Pausa11.15 - 13.0011.15 - 13.00 Strappo (alla ricerca del massimale)13.00 - 14.00 Pausa 14.00 - 15.15 Girata dalla sospensione + spinta15.15 - 15.45 Pausa 15.45 - 17.30 Slancio (alla ricerca del massimale)17.45 - 18.30 Defaticamento
domenica 1 ottobreLift & Go Test!Lift & Go Test!8 Bilancieri per raggiugere il tuo PB Snatch !
LOCATIONPALAPELLICONEVia della Stazione di Castel Fusano - Lido di Ostia(Roma)
CostiQuota di Iscrizione €245,00Per tutti i tesserati FIPE e NSCA quota agevolataPer tutti i tesserati FIPE e NSCA quota agevolata €195,00sconto di €50,00 per le iscrizioni pervenute entro il 30 Luglio
PER INFO E ISCRIZIONI
Figura 1 - Un giocatore professionista di football americano si rompe il tendine di Achille nel momento in cui cambia direzione per evitare un placcaggio in campo aperto. In generale, gli esercizi per la forza e il condizionamento fisico e le tecniche impiegate per i giocatori di football non tengono in considerazione le reali condizioni di gioco: inseguire e sfuggire agli inseguimenti. Gli improvvisi cambiamenti di direzione rendono necessario abbassare il centro di gravità e sottopongono gli arti inferiori ad un aumento del carico per produrre l’accelerazione centripeta necessaria per inclinare il corpo ed evitare, allo stesso tempo, di cadere (Biewener, 2007; Wilson, 2015). Le proprietà viscoelastiche dei tendini, soprattutto del tendine di Achille, entrano in gioco per migliorare la capacità che ha il corpo di produrre tali forze necessarie a compiere curve improvvise senza cadere.
ottura del tendine di Achille e la NFL
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ORIG:Muscle activation patterns during di� erentsquat techniques.Journal of Strength and Conditioning ResearchNational Strength and Conditioning Association VOLUME 31 - NUMBER 3 - MARCH 2017
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Lindsay V. Slater, Joseph M. HartDepartment Of Kinesiology, University Of Virginia, Charlottesville, Virginia
CHEMI DI ATTIVAZIONE MUSCOLARE DURANTE TECNICHE DI SQUAT DIVERSE
SINTRODUZIONELo squat bilaterale è inserito come eser-cizio di base nella maggior parte delle prestazioni sportive e nei programmi di riabilitazione del ginocchio. Nonostante la sua popolarità nelle palestre e negli ambulatori di medicina sportiva, esisto-no poche ricerche sugli schemi di atti-vazione muscolare durante uno squat bilaterale a carico naturale a parte quel-le riguardanti il suo utilizzo per il raffor-zamento del quadricipite. In precedenza, alcuni ricercatori (4,18,24) hanno nota-to un’elevata attivazione del quadricipite e una scarsa attivazione degli ischio-crurali durante le fasi di discesa, man-tenimento della posizione e risalita dello squat, a sostegno dell’uso dello squat bilaterale per il rafforzamento del qua-dricipite nei programmi di riabilitazione e di allenamento.Benché lo squat sia un esercizio am-piamente accettato per rafforzare la muscolatura delle cosce, la medicina sportiva e i professionisti dello sport insegnano diverse tecniche, per lo più cambiando la distanza tra i piedi e la profondità dello squat. In genere, i pro-fessionisti medici e sportivi e chi pratica l’attività sportiva variano l’abduzione dei piedi, guidata dalla rotazione dell’anca e dall’ampiezza della distanza tra i piedi
stessi; tuttavia, quando si sono messe a confronto distanze (una più stretta e una più ampia) e posizioni dei piedi di-verse, non sono state notate differenze significative negli schemi di attivazione del quadricipite (12,32). Ciononostante, è stato riferito un aumento dell’attività dell’adduttore lungo e del grande gluteo durante la posizione con gambe divari-cate (32). Ciò suggerisce che le diverse ampiezze di apertura delle gambe non cambiano la funzione dello squat come esercizio di rafforzamento del quadrici-pite, ma possono aiutare ad attivare i muscoli adiacenti. Un’altra variante della tecnica dello squat, lo squat profondo in cui viene incoraggiata la massima fles-sione delle ginocchia, può determinare un aumento dell’attivazione del grande gluteo durante la fase ascendente [ap-punto, di risalita, NdC] dello squat (4), tuttavia un aumento della profondità dello squat utilizzando carichi relativi po-trebbe non aumentare l’attivazione dei glutei (6). Sebbene lo squat completo possa non aumentare l’attivazione del-le anche, gli squat eseguiti in maniera scadente sono stati associati ad un’al-terata attivazione dei glutei (7), indican-do che i cambiamenti della prestazione possono alterare il coinvolgimento mu-scolare.
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Alberto Andorlini
ALBERTO ANDORLINIDopo una lunga esperienza come Insegnante di Educazione Fisica, è oggi Fisioterapista e Preparatore Atletico. La sua attività è da sempre collegata all’interesse per l’evoluzione del Movimento e per lo sviluppo della Performance. Ha lavorato per A.C. Fiorentina, A.C. Siena, U.S. Palermo, Udinese Calcio, Al Arabi Sports Club, Chelsea F.C. e Nazionale femminile Calcio, in qualità di Terapista e Preparatore Atletico. È Chief Therapist presso il Training Lab di Firenze dove è impegnato in un progetto di ricerca sulla prevenzione degli infortuni in collaborazione con la Università di Pittsburgh. Svolge attività didattica nel corso di Laurea in Scienza e Tecnica dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattative dell’Università di Firenze.
IL LUOGO DELL’ESERCIZIO.
Viaggio euristico permenti allenabili.
TERZA PARTE
CONTRIBUTO
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INTRODUZIONE
Stile di vita, lombalgia e inibizione del grande gluteoNonostante il nostro corredo genetico non sia mutato negli ultimi secoli, sono certamente mu-tate di molto le nostre condizioni sociali e am-bientali. Tavoli, sedie, materassi e divani hanno, ad esempio, radicalmente cambiato le nostre abitudini posturali modificando completamente il nostro modo di lavorare e riposare. Si presuppo-ne, infatti, che l’Homo Sapiens si fosse adattato a un habitat ben diverso senza queste comode invenzioni e passasse gran parte della giornata sdraiato o camminando, piuttosto che seduto o piacevolmente sdraiato su un divano. Mante-nere la posizione seduta per 6-10 ore al giorno comporta un irrigidimento ed accorciamento dei flessori dell’anca e degli ischiocrurali1, condizione che induce un’inibizione neuromuscolare riflessa a carico del grande gluteo2,3,4. Questa condizione è ulteriormente aggravata da una diretta compres-sione meccanica della muscolatura del gluteo1
dovuta alla posizione seduta. La sedia, e altri at-teggiamenti assunti frequentemente per esigen-ze lavorative in stazione eretta, compromettono l’equilibrio elastico-muscolare della curva fisio-logica della lordosi lombare5. L’essere costretti ad assumere degli atteggiamenti ipolordotici per diverse ore durante la giornata (con busto fles-so in avanti) comporta una marcata alterazione dei tessuti connettivo-tendineo-muscolari della zona lombare. Nel dettaglio, questa condizione implica un graduale indebolimento della resisten-za visco-elastica alla flessione dei tessuti passivi della colonna6,7,8, obbligando i muscoli estensori a una super-reazione muscolare compensativa9. Condizione che purtroppo permane anche se viene ripristinata la postura di equilibrio10,11,12 e che si traduce in rigidità muscolare13 associata ad una sovra-attivazione della muscolatura lombare che, oltre ad essere una della cause scatenanti la lom-balgia10,11,12,13,14, crea chiare interferenze neuro-muscolari, coordinative e propriocettive, andando ad alterare il ritmo lombo-pelvico durante la fles-
FABIO PRINALaurea Magistrale in Scienze Motorie, Università degli Studi di MilanoPersonal Trainer esperto in Ginnastica Compensativa e Rieducazione Posturale.Responsabile tecnico presso centro Riabilitativo/Sportivo G.P. GYM di Mesero.
GIAMPIETROALBERTIProfessore Associato di Metodi e Didattiche delle Attività SportiveScuola di Scienze Motorie, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di [email protected]
Fabio Prina e Giampietro Alberti
mnesia glutea: descrizione e rimedi
A PRIMA PARTE
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Timothy J. Suchomel, PhD, CSCS*D, USAW-SPC1, Brad H. DeWeese, EdD2, Ambrose J. Serrano, MA3
Power cleanPower snatch
LA GIRATA IN SEMIACCOSCIATA (POWER CLEAN) E LO STRAPPO IN SEMIACCOSCIATA (POWER SNATCH)
CON PARTENZA DAL GINOCCHIO
INTRODUZIONEEsercizi che implicano tassi di sviluppo della forza (Rate of Force Development, RFD) ele-vati, come il lancio e lo strappo, sono utili per migliorare la preparazione fisica di un atleta (9,11,12,14–17,22,26,36). Inoltre, ricerche precedenti hanno dimostrato che i pesisti producono forza di picco, velocità e potenza di picco maggiori rispetto ai power-lifter (22). Riconoscendo questi risultati, i movimenti della pesistica e quelli da loro de-rivati rappresentano esercizi di allenamen-to contro resistenza popolari, prescritti da molti professionisti della forza e del con-dizionamento fisico. La trasferibilità degli esercizi completi di lancio e strappo dipen-de dall’esecuzione di movimenti corretti. L’incidenza di lesioni può aumentare se la tecnica non è perfezionata o rivisitata du-rante l’allenamento annuale (8). Per ridurre la complessità del movimento e rinforzare la tecnica corretta, nell’allenamento pos-sono essere utilizzanti anche esercizi di pesistica derivati, usati per insegnare il movimento completo del sollevamento pesi (3–6,31–33).
TIPO DI ESERCIZIOGli esercizi - derivati dal sollevamento pesi - della girata in semiaccosciata con par-tenza dal ginocchio (CK) e dello strappo in semiaccosciata con partenza dal ginocchio (SK) sono esercizi multiarticolari complessi che possono essere utilizzati per allenare la potenza e la forza muscolare della parte inferiore del corpo in posizioni chiave du-rante il passaggio nella posizione di picco di potenza e la successiva tripla estensione delle articolazioni di anca, ginocchio e cavi-glia. Contemporaneamente, questi esercizi offrono all’atleta anche l’opportunità di po-tenziare la capacità di completare la fase di presa usando movimenti che sono meno complessi del lancio e strappo completi. Gli esercizi di CK e SK possono essere esegui-ti da una posizione statica fuori da blocchi tecnici o con un bilanciere abbassato fino a una posizione a livello del ginocchio.
MUSCOLI COINVOLTIGli esercizi di CK e SK coinvolgono muscoli che sono stati già descritti in precedenza, in altri lavori, durante movimenti di pesisti-ca simili (3–7,32,33).
1. Stabilità “statica” nella posizione di partenza
· Gruppo dei muscoli erettori della co-lonna (ileocostale, lunghissimo e spina-le), retto dell’addome, obliqui esterni, obliqui interni, quadrato dei lombi, tri-cipite brachiale (capo lungo), deltoi-de, sottoscapolare, grande dorsale, brachioradiale, trapezio, splenio della testa, splenio del collo, sottospinato, dentato posteriore inferiore, grande romboide, piccolo romboide e sopra-spinato.
2. Fasi di transizione, seconda tirata e fase di presa degli esercizi CK e SK
· Arti superiori: trapezio, splenio del-la testa, splenio del collo, elevato-re della scapola, piccolo romboide, grande romboide, dentato poste-riore inferiore, deltoide posteriore, piccolo rotondo, gruppo dei muscoli erettori della colonna (ileocostale, lun-ghissimo e spinale), retto dell’addome, trasverso dell’addome, obliqui esterni e obliqui interni.
· Arti inferiori: gruppo del quadricipite (retto del femore, vasto laterale, va-sto mediale e vasto intermedio), gran-de gluteo, gruppo degli ischio-crurali (bicipite femorale, semimembranoso e semitendinoso), gastrocnemio, soleo, tibiale posteriore, flessore delle dita, peroneo lungo e peroneo breve.
BENEFICI DELL’ESERCIZIOGli esercizi di CK e SK derivati dal solle-vamento pesi sono esercizi capaci di tra-sferire competenze che gli allenatori della forza prescrivono per migliorare lo sviluppo dei movimenti della pesistica nei loro atleti. Inizialmente, tali esercizi aiutano a raffor-
TIMOTHY J. SUCHOMELè professore ausiliario al Department of Exercise Science alla East Stroudsburg University.
BRAD H. DEWEESE è professore ausiliario al Department of Exercise and Sport Science alla East Tennessee State University.
1Department of Exercise Science, East Stroudsburg University, East Stroudsburg, Pennsylvania; 2Center of Excellence for Sport Science and Coach Education, Department of Exercise and Sport
Sciences, East Tennessee State University, Johnson City, Tennessee; 3United States Olympic Training Center, Lake Placid, New York
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Inquadra il QR-code per vedere un video relativo alla pesistica per gli altri sport e alle fasi dello strappo.
ALLENATORE PERSONAL TRAINERCORSO DI 1° LIVELLO
CORSO DI 2° LIVELLO
CORSO DI 3°LIVELLO
ISTRUTTORE PERSONAL TRAINER SENIOR
PERSONAL TRAINER MASTER SPORT SPECIALIST
MAIL: [email protected] | [email protected] | [email protected] | WEB: www.strengthacademy.it I INFO : 06.8797.3013 | 3014 | 3015
CORSI DI QUALIFICA
SECONDA PARTE
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In sintesi, vengono ampliati ed estesi i con-cetti precedenti e, cosa più importante, aumentano le possibilità di prospettive di-verse. Una teoria più aperta, insomma, ma che comunque non mancherà di suscitare critiche. In realtà, restano sullo sfondo di questa revisione i principi enunciati da Selye ed una ferma convinzione di strutturare l’al-lenamento in periodi. A metà degli anni no-vanta, un grande dibattito internazionale si accende tra i più famosi specialisti del mon-do sull’argomento, circa l’inadeguatezza di certi fondamenti. Ma nessuno, proprio nessuno, prima di al-lora aveva apertamente contestato Ma-twejew, uno dei padri se non il padre della più famosa teoria dell’allenamento.
A formulare le critiche più corrosive, in un fa-moso articolo pubblicato su “Cultura Spor-tiva”, è un altro grande, il prof. Jury Ver-chosanskij, per molti anni attivo nel nostro Paese presso la Scuola dello Sport di Roma. In una esposizione lunga, prolissa, quello che sorprende non sono i contenuti, già da altri e da lui stesso posti in maniera possibilista
o contraddittoria, ma il modo astioso con il quale ridondano spesso gli stessi concetti. Matwejew è qui tacciato di essere uno stu-dioso da tavolino, lontano dalla realtà, con idee più vicine alla educazione fisica scolasti-ca che allo sport d’alto livello, anche per via dei riferimenti che spesso rimandano ad una educazione alla forza, alla velocità…
”Il suo impianto concettuale, primitivo nella tecnologia, non tiene conto della maestria sportiva e, soprattutto, dei più recenti pro-gressi compiuti nell’ambito della biologia e delle scienze affini, ma confida ancora nel transfer delle abilità, delle capacità e cioè in aspetti più tipici della educazione motoria che non dello sport” (Verchosanskij1998). Per inciso, anche P. Tschiene aveva dibat-tuto il problema delle leggi della struttura e del transfer nella cui ottica questa pre-sunta trasferibilità apparirebbe quanto mai improbabile, almeno per l’alto livello. Già Battinelli, negli anni Ottanta, aveva soste-nuto che gli apprendimenti motori sono più specifici che generali pur non mancando di una certa generalità.
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Vito Leonardi
a periodizzazione dell’allenamento tra prassi, scienza e fantascienza
VITO LEONARDIDottore in “Scienze Motorie”, già docente presso l’ISEF di Napoli e presso l’Università “Parthenope” di Napoli, ha collaborato con l’Università “S. Antipolis” di Nizza. Arbitro internazionale della FGI, ha rivestito numerosi incarichi presso la stessa e collaborato alla stesura dei programmi tecnici. Direttore della “SRdS” della Campania dal 2002 al 2008, è docente nazionale e Presidente del Comitato Regionale della Campania della FIPCF. Ha pubblicato quattro libri e numerosi lavori su riviste tecniche federali ed è stato relatore in numerosi congressi.
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Matteo Calzuola
MATTEO CALZUOLAMaster sport specialist III livello FIPEIstruttore kickboxing FIKBMSTitolare nazionale italiana 2012/16Oro coppa del mondo 2015Argento mondiali 2015Bronzo europei 2014
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ACROCICLO DI PREPARAZIONE SPECIFICA PER LA KICK BOXING
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I NOSTRI “COMPAGNI DI PEDANA”
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È quest’affermazione a introdurre la mia tesi dal titolo: “Divertirsi è utile? Ruolo dell’enjoyment nell’attività motoria per l’età evolutiva”.Per laurearmi, scelsi a suo tempo il divertimento come tema, perché la prima dimostrazione che insegnare divertendo funziona io l’ho sperimenta-ta con i bambini a cui ho insegnato a nuotare. In acqua, le strade sono due: annoiare i bambini e far fare loro su e giù per la corsia o giocare e contemporaneamente insegnar loro a nuotare. In prima battuta, il direttore tecnico non approvò il mio metodo [ovviamente, aggiunge il qui Redatto-re!], in seguito fu costretto ad accettarlo [e meno male, continua a soggiungere il Redattore di pri-ma, poiché sovente capita il contrario]. Perché? Perché funziona!
A conferma di questa constatazione, interviene anche Piero Angela con una confessione sulla sua vita da studente: “Personalmente, a scuola mi sono annoiato e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento do-vrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino “ludendo docere”, cioè “insegnare diverten-do”.
Con il mio lavoro, scritto su carta attraverso la rassegna di un gruppo selezionato di articoli scientifici, ho provato a dimostrare come risie-da nel divertimento, o in maniera più elegante nell’enjoyment, la chiave per favorire l’attività mo-toria, e non solo.
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GiocosaMenteIN QUESTO NUMERO:
GIOCOSAMENTE, ANCORA.
SILVESTRORINALDIHa conseguito la laurea in Scienze motorie e sportive, la laurea magistrale in Management dello sport presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, scrivendo per prima una tesi sull’enjoyment e per seconda una tesi sulla competizione e il gioco.
Silvestro Rinaldi
Non è dal lavoro che nasce la civiltà: essa nasce dal tempo libero e dal gioco.
A. Koyré.
STRAPPO E SLANCIO | PESISTICA PARALIMPICA | KETTLEBELL | ALLENAMENTO IN SOSPENSIONE | ESERCIZI IN SALA PESI | LA RIATLETIZZAZIONE | VALUTAZIONE E ALLENAMENTO NELLE MALATTIE METABOLICHE | STRUMENTI PER IL DEFATICAMENTO |
PROGRAMMAZIONE DELL’ALLENAMENTO | VALUTAZIONE FUNZIONALE NELL’ALLENAMENTO CON I SOVRACCARICHI |RIEQUILIBRIO MUSCOLARE E POSTURALE | SPORT&HEALTH | FUNCTIONAL STRENGTH |
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ANGELA MAGRINO Psicologa, Psicoterapeuta e Certified Transactional Analyst presso Ifrep, Ateneo Salesiano di Roma. Psicologa frequentatrice presso Neuropsichiatria Infantile Tor Vergata a Roma.
Angela Magrino, Gennaro Gatto, Vincenzo D’Onofrio
port, movimento umanoed emozioni.
S GENNARO GATTO Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitativa, AOR San Carlo Potenza. Referente per la riabilitazione sportiva e per l’avvio allo sport delle persone disabili.
VINCENZO D’ONOFRIO Direttore Scientifico Scuola Regionale dello Sport Coni di Basilicata.Collabora in Didattica seminariale al Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università di Foggia e in attività di ricerca con il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Napoli.
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INTRODUZIONEL’adolescente si ritrova ad affrontare una serie di compiti evolutivi che pos-sono essere superati più o meno con successo. Relativamente allo sviluppo fisico e sessuale, può raggiungere ad esempio un buon rapporto con il pro-prio sé corporeo e vivere serenamente lo sviluppo sessuale. Altri compiti risul-tano legati allo sviluppo relazionale: l’a-dolescente può sentirsi o meno in gra-do di coltivare buone relazioni con i pari e con gli adulti; i compiti legati al senso d’identità sono relativi alla costruzio-ne di un progetto e di un senso di sé coerente rispetto a ciò che desidera (Gambini, 2008). L’affermazione di sé, il riconoscersi come persona, avviene grazie a due spinte apparentemente contraddittorie: separazione che impli-ca differenziarsi dagli altri e allo stes-so tempo identificarsi (l’enfasi è sulle affinità); tali spinte si integrano in un processo armonico.
In fase adolescenziale, avvengono insie-me processi di eliminazione delle sinap-
si e produzione di corteccia cerebrale (Fauci & Braunwald 2008) che posso-no essere modificati dalle esperien-ze corporee. Sul piano corporeo e del movimento si può parlare di senso di appartenenza del proprio corpo, la pro-priocezione, la valutazione - cosciente o meno - della posizione nello spazio, e di cinestesia, sensazione di movimen-to ed accelerazione (Andorlini, 2015): la pratica sportiva è, dunque, anche un processo di conoscenza. Il grup-po dei pari, proprio come un gruppo sportivo, diventa luogo privilegiato per conoscersi, per sentirsi stimati, per identificarsi e differenziarsi, per speri-mentarsi e collocarsi (De Pieri, 1995), in cui conoscere i propri limiti, vittorie e sconfitte, oltre che posto immagina-rio in cui sentirsi esposti al giudizio e allo sguardo altrui. L’autostima, intesa come pilastro fondamentale alla base di un’identità positiva è, in questo sen-so, riconosciuta e apprezzata dagli altri (Gambini, 2008). Nel caso in cui si instaurino comportamenti negativi e a rischio in risposta allo stress, si Guarda la vetrina dei prodotti FIPE FITNESS e acquistali online.
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PRIMA PARTE
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STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VI - Numero 21 / Luglio-Settembre 2017 91
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THE STRENGTHOF YOUNG GRADUATES Riservando al prossimo numero gli approfon-
dimenti necessari legati alla recentissima ap-provazione della riforma del terzo settore e della definitiva entrata in vigore della discipli-na sull’obbligo dei defibrillatori, dobbiamo ora analizzare numerose e importanti, in alcuni casi inaspettate, le novità che, su altri ver-santi, sono arrivate sulle modalità di gestione giuridico – amministrativa delle nostre attività sportive. Partiamo ad illustrare le “positive”.
LA DEDUCIBILITÀ DELLE SPONSORIZZAZIONISappiamo tutti l’aiuto che è arrivato dal mon-do delle imprese allo sport italiano attraverso le sponsorizzazioni. Ultimamente, in sede di accertamento, ci si è trovati di fronte a ri-lievi, da parte della Agenzia delle Entrate, sui requisiti di deducibilità, per gli sponsor, dei pa-gamenti alle sportive contestando, principal-mente, i requisiti di inerenza ed economicità delle stesse. Il comma otto dell’art. 90 della legge 289/02, qualifica quale spesa pubblicitaria, le sponso-rizzazioni poste in essere in favore di società o associazioni sportive dilettantistiche fino ad
un ammontare complessivamente non supe-riore a duecentomila euro.
La Corte di Cassazione con due recenti de-cisioni (ordinanze 21 Marzo 2017 n. 7202 e 06 aprile ’17 n. 8981) osserva che: “quella sancita dall’art. 90 comma 8 legge 289/2002 è una presunzione assoluta oltre che della natura di spesa pubblicitaria altresì di ine-renza della spesa stessa fino alla soglia, nor-mativamente prefissata, dell’importo di euro 200.000” e che: “ai fini dell’esclusione della presunzione di cui all’art. 90 comma 8, legge 289/2002, non rileva l’iscrizione o meno alle rispettive federazioni delle società beneficiarie del corrispettivo erogato con le sponsorizza-zioni, ma la destinazione del contributo ad as-sociazioni e società sportive, che secondo la citata norma possono essere qualificate come dilettantistiche”.
La Suprema Corte afferma anche: “che la mancata iscrizione al suddetto registro com-porta il difetto di prova a carico delle benefi-ciarie dello status di società o associazione
IL 2017: ANNO DI NOVITÀ PER LO SPORT ITALIANO
Guido Martinelli
GUIDO MARTINELLIavvocato,consulente dellaFIPE, professoreaggregato dilegislazionesportiva pressol’Università deglistudi di Ferrara,docente nazionaledella ScuolaCentrale dellosport del CONI, è autore di diversepubblicazioni inmateria di dirittosportivo.
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