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7. 9-22aprile2007 pag.tre ALESSANDROLONGO U na volta spianata la strada, è probabile che saranno in molti a chiedere un posto a tavola nella nuova scacchiera della rete mobile. In cima alla lista gli operatori di rete fissa alternativi: i grandi esclusi dal primo giro di carte nella partita degli operatori mobili vir- tuali. Fasteweb, Tele2, Tiscali e Bt (per citarne solo alcuni) sono stati i primi a chiedere una finestra di accesso alla tele- fonia mobile. L’unica strada percorribile, a loro avviso, per rimanere competitivi in un mercato che punta dritto sulla convergenza dei servizi fisso-mobile. Un traguardo inseguito per anni e com- battendo su più fronti. In primo luogo quello regolamentare, esercitando una costante pressione sul Garante affinché intervenisse per favorire l’ingresso degli Mvno. Ma anche cercando accordi com- merciali con gli operatori mobili. Solo un paio di mesi fa Fasweb sembrava molto vicina a un accordo con Vodafone, ma poi la trattativa non arrivò a nulla di concreto. Ora la partita dei virtuali è vinta, ma per gli operatori di rete fissa il tempo dei festeggiamenti è rimandato. Arriverà anche il loro turno oppure la porta della rete mobile è destinata a rimanere chiusa per le compagnie di telecomunicazioni alternative? Solo il tempo potrà sciogliere l’interrogativo. Per ora, comunque, l’ur- na dei candidati si arricchisce di nomi sempre nuovi. Secondo gli analisti, l’universo dei pretendenti include oggi le grosse catene di libri e musica italia- ne, Feltrinelli e Messaggerie Musicali in testa. Anche se non ci sono conferme ufficiali, i due gruppi potrebbero essere interessati a seguire le orme della Fnac francese, da poco approdata con discreto successo sul mercato del mobile transal- pino. Tra i nomi che non ti aspetti figura anche l’Aci (Automobil Club Italiano). Il gruppo conta un milione di abbonati, una buona base di partenza per lanciare servizi come pagamenti del bollo via cellulare e mappe di navigazione gratuite a supporto dei sistemi di navigazione. Anche Buffetti potrebbe decidere di scendere in campo: in questo caso il target di riferimento sa- rebbe quello degli studi professionali. In lista c’è anche Mediaset, che guar- da alla telefonia mobile come canale per piazzare i propri contenuti direttamente nelle mani degli utenti. Una platea molto eterogenea, insomma, accomunata dal desiderio di trovare un filo diretto in mo- bilità per dialogare con i propri clienti. D’altra parte, l’eco dei successi ottenuti dai virtuali in tutta Europa è rimbalzato un po’ dappertutto. Negli ultimi due anni il mercato degli Mvno nel Vecchio Continente ha fatto un balzo in avanti del 60%. L’esercito dei virtuali conta oggi 150 operatori che si dividono il 10% degli utenti mobili complessivi. E.G. In Italia già pronta la lista dei prossimi candidati Gli Mvno in Italia spingeranno gli operatori verso offerte innovative Mvno, le future pedine sul terreno del wholesale S tanno arrivando e porteranno ta- riffe più economiche, più varie. E - sebbene di per sé ruberanno solo po- chi punti percentuale di quota di mer- cato - inietteranno nella concorrenza una ventata di novità. Avranno questo impatto gli operatori mobili virtuali in Italia, secondo gli analisti consultati dal Corriere delle Comunicazioni. «Per il 2009 prevediamo 2-3 milioni di utenti di operatori mobili virtuali; per due terzi saranno di soggetti specializzati in tariffe low cost, le quali saranno di circa il 10-15% più economiche rispetto alla media», dice Luca Berardi, analista esperto di telecomunicazioni presso l’osservatorio Idc Italia. Le nuove tariffe obbligheranno gli operatori a reagire con altri sconti, portando quindi al ribasso tutto il mercato? «Non mi Grazie al brand dei virtuali scelti, gli operatori sono in grado di aggredire i segmenti o le nicchie di pubblico per i quali si sentono più deboli PAOLO DAL PINO ad di Wind, operatore che finora non ha stretto accordi con i virtuali. Secondo gli analisti l’impatto degli Mvno sarà forte soprattutto per gli operatori low cost GLI ANALISTI aspetto una guerra di prezzi», mini- mizza Roberto Giacchi, partner di Bain Company. «I virtuali arrivano tardi in Italia, trovando un mercato molto competitivo e consolidato. Credo quindi che l’impatto sarà un ulteriore ribasso del 2-3% sui prezzi medi di telefonia mobile, che di per sé tendono a calare». Bain prevede, del resto, che nel medio periodo i virtuali italiani otter- ranno una quota di mercato del 7-8% sulle sim (cioè 6-7 milioni) e del 5-6% sulle entrate del settore. Per il 2009, Idc prevede una quota del 2-3% sulle sim. Ben altro impatto hanno avuto in Europa, dove i virtuali hanno avuto tempo e modo di cambiare i giochi (sono apparsi per la prima volta nel 1999). La loro quota di mercato (ri- porta Bain) anche altrove è una sola cifra percentuale - anche se cresciuta dal 2% del 2000 al 9,8% del 2005. Ma hanno avuto un forte peso sui prezzi: «In Danimarca sono calati del 60%, in Germania dell’11% nel 2006 e ci aspettiamo la stessa quota nel 2007», dice Jessica Ekholm, analista di Gart- ner. Ma l’impatto può non limitarsi ai prezzi: «Gli operatori mobili normali hanno dovuto reagire, per non perdere clienti e riuscire a contenere le quote di mercato dei virtuali - aggiunge Ekholm. Per esempio, lanciando tariffe flat che includono minuti di chiamata e il cellulare; o migliorando i servizi dati, come la mobile Tv: un terreno dove i virtuali hanno meno potere. Potrebbe avvenire lo stesso in Italia». Sul piano della concorrenza i virtuali contribuiranno a ridefinire le strategie e le forze in gioco. «L’impatto sarà forte soprattutto ai danni degli ope- ratori che si posizionano come low cost e quindi è perlopiù Wind a rischiare. Così si spiega perché è il solo operatore a non avere annunciato accordi finora», dice Berardi. Non è detto però che il tutto porterà a ulteriori perdite di mar- gini di profitto per il mercato mobile italiano. «Un operatore come Telecom infatti, molto forte sulla clientela busi- ness, si può permettere di lasciare andar via i clienti che spendono poco. Può comunque presidiare il segmento low cost nell’ambito wholesale (mercato all’ingrosso). Cioè per mezzo dei vir- tuali con cui si accorderà». Ecco quindi che l’arrivo dei virtuali creerà un nuovo campo da gioco dove gli operatori si confronteranno: il mercato all’ingros- so. La strategia della concorrenza si di- versificherà: gli operatori si sfideranno non più solo direttamente, ma anche attraverso i virtuali, nuove pedine del proprio esercito. Si accorderanno con quelli con i quali pensano di creare sinergie e che vedono complementari al proprio business. Grazie al brand dei virtuali scelti, possono quindi aggredire i segmenti (o nicchie) di pubblico per i quali si sentono più deboli. «Per questo motivo è più probabile che Vodafone, e non Telecom, faccia accordi con BT Italia e Fastweb - dice Berardi -. Que- sti due mirano a un mercato business, infatti, dove Vodafone è meno forte di Telecom Italia». L’impasse. Solo il 2,79% del mercato mobile transalpino è controllato da Mvno Ma la Francia non li premia U n piccolo esercito con le armi spuntate. A quasi tre anni dal debutto sul mercato della telefonia mobile, gli operatori virtuali francesi devono fare i conti con un bilancio piuttosto deludente. Solo il 2,79% dei clienti transalpini ha finora sottoscritto un contratto con uno dei player alternativi, e anche se nel 2006 un nuovo utente su tre è stato sedotto dalla novità, la forza di mercato dei virtuali non fa ombra allo strapotere dei tre operatori dominanti. “Per rag- giungere i cinque milioni di clienti - spiega Jean-Louis Constanza, ceo dell’mvno Ten - bisognerebbe che gli incumbent Orange, Sfr e Buoygues Telecom si ritirassero dal mercato per tre anni”. Eppure, nel 2004, il cammino si annunciava in discesa. A spianare la strada ci aveva pensato il Garante per le comunica- zioni francese, l’Arcep, che aveva chiesto e ottenuto l’apertura delle reti mobili a nuovi player. Da allora sul palcoscenico del mobile francese si sono affacciati 14 virtuali seguiti da un ventaglio di offerte molto ampio: si va da Transatel, che propone tariffe vantaggiose per chi viaggia, a Vir- gin Mobile, che offre sms illimitati a prezzo fisso, fino a Debitel (il più “anziano” virtuale di Francia) che punta alla clientela low-cost dei di- soccupati e delle famiglie numerose. Un universo eterogeneo su cui pesa il macigno di contratti commerciali poco favorevoli: Orange&Co. im- pongono prezzi all’ingrosso (rela- tivi a traffico voce e sms) ritenuti troppo alti per garantire ai virtuali margini di guadagno soddisfacenti. “Rispetto al 2004 i costi di accesso sono migliorati ma non a tal punto da consentire le stesse condizioni di partenza dei tre operatori maggiori” dice Geoffroy Roux de Bezieux, ceo di Virgin Mobile. Non è escluso, però, che l’Agcom francese decida di cambiare registro obbligando gli incumbent a praticare condizioni di ingresso più favorevoli. D’altra parte un passo in questo senso è già stato fatto: in primavera un decreto accorcerà sensibilmente il tempo ne- cessario alla portabilità del numero telefonico. Una misura che consente il trasferimento rapido dell’utente da un operatore all’altro, riducendo a soli 10 giorni i tempi burocratici complessivi. Nel 2005 i clienti mobili che hanno chiesto la portabilità sono stati l’1,1% del totale, un numero al di sotto della media europea ( che è del 2-3%) e lontanissimo da quella finlandese (16%). Ma le nuove re- gole potrebbero cambiare le carte in tavola: “Il 2007 sarà l’anno della svolta” ha dichiarato Olivier Ansett, direttore generale del virtuale Tele2. Si guarda anche all’ipotesi di fusione tra più virtuali per dare vita a soggetti con maggiore peso di mercato: “Entro la fine dell’anno 3 o 4 mvno avranno 500mila clienti ognuno - sostiene de Bezieuux - il risultato sarà raggiunto grazie a merge tra operatori alternativi”. Sul mercato c’è già Debitel, inchiodato da tempo a quota 150mila utenti e intenzionato a cedere le attività. Prezzi di accesso troppo alti hanno fino ad ora impedito ai player alternativi di ritagliarsi un ruolo da protagonisti sulla piazza dʼOltralpe

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N°7. 9-22aprile2007 pag.tre

ALESSANDROLONGO

Una volta spianata la strada, è probabile che saranno in molti

a chiedere un posto a tavola nella nuova scacchiera della rete mobile. In cima alla lista gli operatori di rete fissa alternativi: i grandi esclusi dal primo giro di carte nella partita degli operatori mobili vir-tuali. Fasteweb, Tele2, Tiscali e Bt (per citarne solo alcuni) sono stati i primi a chiedere una finestra di accesso alla tele-fonia mobile. L’unica strada percorribile, a loro avviso, per rimanere competitivi in un mercato che punta dritto sulla convergenza dei servizi fisso-mobile. Un traguardo inseguito per anni e com-battendo su più fronti. In primo luogo quello regolamentare, esercitando una

costante pressione sul Garante affinché intervenisse per favorire l’ingresso degli Mvno. Ma anche cercando accordi com-merciali con gli operatori mobili. Solo un paio di mesi fa Fasweb sembrava molto vicina a un accordo con Vodafone, ma poi la trattativa non arrivò a nulla di concreto. Ora la partita dei virtuali è vinta, ma per gli operatori di rete fissa il tempo dei festeggiamenti è rimandato. Arriverà anche il loro turno oppure la porta della rete mobile è destinata a rimanere chiusa per le compagnie di telecomunicazioni alternative? Solo il tempo potrà sciogliere l’interrogativo. Per ora, comunque, l’ur-na dei candidati si arricchisce di nomi sempre nuovi. Secondo gli analisti,

l’universo dei pretendenti include oggi le grosse catene di libri e musica italia-ne, Feltrinelli e Messaggerie Musicali in testa. Anche se non ci sono conferme ufficiali, i due gruppi potrebbero essere interessati a seguire le orme della Fnac francese, da poco approdata con discreto successo sul mercato del mobile transal-pino. Tra i nomi che non ti aspetti figura anche l’Aci (Automobil Club Italiano). Il gruppo conta un milione di abbonati, una buona base di partenza per lanciare servizi come pagamenti del bollo via cellulare e mappe di navigazione gratuite a supporto dei sistemi di navigazione. Anche Buffetti potrebbe decidere di scendere in campo: in questo caso il target di riferimento sa-

rebbe quello degli studi professionali. In lista c’è anche Mediaset, che guar-

da alla telefonia mobile come canale per piazzare i propri contenuti direttamente nelle mani degli utenti. Una platea molto eterogenea, insomma, accomunata dal desiderio di trovare un filo diretto in mo-bilità per dialogare con i propri clienti. D’altra parte, l’eco dei successi ottenuti dai virtuali in tutta Europa è rimbalzato un po’ dappertutto. Negli ultimi due anni il mercato degli Mvno nel Vecchio Continente ha fatto un balzo in avanti del 60%. L’esercito dei virtuali conta oggi 150 operatori che si dividono il 10% degli utenti mobili complessivi.

E.G.

In Italia già pronta la lista dei prossimi candidati

Gli Mvno in Italia spingeranno gli operatori verso offerte innovative

Mvno, le future pedinesul terreno del wholesale

Stanno arrivando e porteranno ta-riffe più economiche, più varie.

E - sebbene di per sé ruberanno solo po-chi punti percentuale di quota di mer-cato - inietteranno nella concorrenza una ventata di novità. Avranno questo impatto gli operatori mobili virtuali in Italia, secondo gli analisti consultati dal Corriere delle Comunicazioni. «Per il 2009 prevediamo 2-3 milioni di utenti di operatori mobili virtuali; per due terzi saranno di soggetti specializzati in tariffe low cost, le quali saranno di circa il 10-15% più economiche rispetto alla media», dice Luca Berardi, analista esperto di telecomunicazioni presso l’osservatorio Idc Italia. Le nuove tariffe obbligheranno gli operatori a reagire con altri sconti, portando quindi al ribasso tutto il mercato? «Non mi

Grazie al brand dei virtuali scelti, gli operatori sono in grado di aggredire i segmenti o le nicchie di pubblico per i quali si sentono più deboli

PAOLO DAL PINO ad di Wind, operatore che finora non ha stretto accordi con i virtuali. Secondo gli analisti l’impatto degli Mvno sarà forte soprattutto per gli operatori low cost

GLI ANALISTI

aspetto una guerra di prezzi», mini-mizza Roberto Giacchi, partner di Bain Company. «I virtuali arrivano tardi in Italia, trovando un mercato molto competitivo e consolidato. Credo quindi che l’impatto sarà un ulteriore ribasso del 2-3% sui prezzi medi di telefonia mobile, che di per sé tendono a calare».

Bain prevede, del resto, che nel medio periodo i virtuali italiani otter-ranno una quota di mercato del 7-8% sulle sim (cioè 6-7 milioni) e del 5-6% sulle entrate del settore. Per il 2009, Idc prevede una quota del 2-3% sulle

sim. Ben altro impatto hanno avuto in Europa, dove i virtuali hanno avuto tempo e modo di cambiare i giochi (sono apparsi per la prima volta nel 1999). La loro quota di mercato (ri-porta Bain) anche altrove è una sola cifra percentuale - anche se cresciuta dal 2% del 2000 al 9,8% del 2005. Ma hanno avuto un forte peso sui prezzi: «In Danimarca sono calati del 60%, in Germania dell’11% nel 2006 e ci aspettiamo la stessa quota nel 2007», dice Jessica Ekholm, analista di Gart-ner. Ma l’impatto può non limitarsi ai prezzi: «Gli operatori mobili normali

hanno dovuto reagire, per non perdere clienti e riuscire a contenere le quote di mercato dei virtuali - aggiunge Ekholm. Per esempio, lanciando tariffe flat che includono minuti di chiamata e il cellulare; o migliorando i servizi dati, come la mobile Tv: un terreno dove i virtuali hanno meno potere.

Potrebbe avvenire lo stesso in Italia». Sul piano della concorrenza i virtuali contribuiranno a ridefinire le strategie e le forze in gioco. «L’impatto sarà forte soprattutto ai danni degli ope-ratori che si posizionano come low cost e quindi è perlopiù Wind a rischiare. Così si spiega perché è il solo operatore a non avere annunciato accordi finora», dice Berardi. Non è detto però che il tutto porterà a ulteriori perdite di mar-gini di profitto per il mercato mobile italiano. «Un operatore come Telecom infatti, molto forte sulla clientela busi-ness, si può permettere di lasciare andar via i clienti che spendono poco. Può comunque presidiare il segmento low cost nell’ambito wholesale (mercato all’ingrosso). Cioè per mezzo dei vir-tuali con cui si accorderà». Ecco quindi che l’arrivo dei virtuali creerà un nuovo campo da gioco dove gli operatori si confronteranno: il mercato all’ingros-so. La strategia della concorrenza si di-versificherà: gli operatori si sfideranno non più solo direttamente, ma anche attraverso i virtuali, nuove pedine del proprio esercito. Si accorderanno con quelli con i quali pensano di creare sinergie e che vedono complementari al proprio business. Grazie al brand dei virtuali scelti, possono quindi aggredire i segmenti (o nicchie) di pubblico per i quali si sentono più deboli. «Per questo motivo è più probabile che Vodafone, e non Telecom, faccia accordi con BT Italia e Fastweb - dice Berardi -. Que-sti due mirano a un mercato business, infatti, dove Vodafone è meno forte di Telecom Italia».

L’impasse. Solo il 2,79% del mercato mobile transalpino è controllato da Mvno

Ma la Francia non li premiaUn piccolo esercito con le

armi spuntate. A quasi tre anni dal debutto sul mercato della telefonia mobile, gli operatori virtuali francesi devono fare i conti con un bilancio piuttosto deludente. Solo il 2,79% dei clienti transalpini ha finora sottoscritto un contratto con uno dei player alternativi, e anche se nel 2006 un nuovo utente su tre è stato sedotto dalla novità, la forza di mercato dei virtuali non fa ombra allo strapotere dei tre operatori dominanti. “Per rag-giungere i cinque milioni di clienti - spiega Jean-Louis Constanza, ceo dell’mvno Ten - bisognerebbe che gli incumbent Orange, Sfr e Buoygues Telecom si ritirassero dal mercato per tre anni”. Eppure, nel 2004, il cammino si annunciava in discesa. A spianare la strada ci aveva pensato il Garante per le comunica-zioni francese, l’Arcep, che aveva chiesto e ottenuto l’apertura delle reti mobili a nuovi player. Da allora sul palcoscenico del mobile francese si

sono affacciati 14 virtuali seguiti da un ventaglio di offerte molto ampio: si va da Transatel, che propone tariffe vantaggiose per chi viaggia, a Vir-gin Mobile, che offre sms illimitati a prezzo fisso, fino a Debitel (il più “anziano” virtuale di Francia) che punta alla clientela low-cost dei di-soccupati e delle famiglie numerose. Un universo eterogeneo su cui pesa il macigno di contratti commerciali poco favorevoli: Orange&Co. im-pongono prezzi all’ingrosso (rela-tivi a traffico voce e sms) ritenuti troppo alti per garantire ai virtuali margini di guadagno soddisfacenti. “Rispetto al 2004 i costi di accesso sono migliorati ma non a tal punto da consentire le stesse condizioni di partenza dei tre operatori maggiori” dice Geoffroy Roux de Bezieux, ceo di Virgin Mobile. Non è escluso,

però, che l’Agcom francese decida di cambiare registro obbligando gli incumbent a praticare condizioni di ingresso più favorevoli. D’altra

parte un passo in questo senso è già stato fatto: in primavera un decreto accorcerà sensibilmente il tempo ne-cessario alla portabilità del numero telefonico. Una misura che consente il trasferimento rapido dell’utente da un operatore all’altro, riducendo a soli 10 giorni i tempi burocratici complessivi. Nel 2005 i clienti mobili che hanno chiesto la portabilità sono stati l’1,1% del totale, un numero al di sotto della media europea ( che è del 2-3%) e lontanissimo da quella finlandese (16%). Ma le nuove re-gole potrebbero cambiare le carte in tavola: “Il 2007 sarà l’anno della svolta” ha dichiarato Olivier Ansett, direttore generale del virtuale Tele2. Si guarda anche all’ipotesi di fusione tra più virtuali per dare vita a soggetti con maggiore peso di mercato: “Entro la fine dell’anno 3 o 4 mvno avranno 500mila clienti ognuno - sostiene de Bezieuux - il risultato sarà raggiunto grazie a merge tra operatori alternativi”. Sul mercato c’è già Debitel, inchiodato da tempo a quota 150mila utenti e intenzionato a cedere le attività.

Prezzi di accesso troppo alti hanno fino ad ora impedito ai player alternativi di ritagliarsi un ruolo da protagonisti sulla piazza dʼOltralpe