ottobre 2018 - Target Magazine Online

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Ci avviamo verso un autunno di immobilità. L’unica certezzaè che cadranno le foglie, perché anche il clima lancia mes-saggi confusi. Aboliremo l’ora legale? Sconfiggeremo la povertà? Vaccine-remo i nostri figli? Cittadini! Come Guzzanti nell’imitazione di Francesco Rutelli,aspettiamo fiduciosi l’evolversi delle cose accanto alle “ca-poccione de Mario Silla” che troviamo sulle nostre strade. Una Roma piena di rifiuti, in preda a gabbiani sempre piùcoatti, nella sua eternità assorbe il delirio di una mancata in-ternazionalizzazione. Un aeroporto che cresce – fortunatamente - a dismisura,porta turisti che non sanno più come muoversi, mentre i ro-mani scendono sui binari camminando verso la stazione piùvicina quando la metro si rompe, e subiscono la chiusura distrade vitali come quella del Ponte della Scafa che invece diraddoppiare si dimezzano. La vendemmia dicono stia messa peggio del PD, e RoccoCasalino, che già nella casa del Grande Fratello operava vi-scide manovre alle spalle del prossimo, dotato di potere, di-venta più arrogante dell’imperatore dei Sith.Quando piove non si vedono nemmeno più i cingalesi a ven-derti gli ombrelli ai margini delle cascate naturali che si for-mano sulle scale della metro. Ma non vi preoccupate: il climadi terrore genera ghigliottine solo a Parigi. Qui tutto scorre,come il Tevere.

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d i L E T I Z I A S T R A M B I

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Tutto scorre

Sommario

4 Il Personaggio

- CHIARA FERRAGNI

8 Costume e Società

- MAI DIRE NOIA

12 Audacia e leggende

- CAROLINA KOSTNER

14 Starwords

16 Starwords vintage

18 Un caffè con

20 Non posso vivere senza

22 Colours

26 Serie tv

28 35 mm

31 Eventi

33 Benessere

- MASCHERA ALL’ORO

34 Per voi

- CASTEL ROMANO DESIGNER OUTLET

37 Musica

38 Per voi

- EUROMA 2

40 Per voi

- OLISTICSMILE

42 Per voi

- LIVELLO 1

44 Sweet Home

- CONDOMINIO

46 Trova e mangia

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di LETIZIA STRAMBI

C’è stata l’epoca di “Bellissima” in cuiLuchino Visconti fotografava l’Italia deldopoguerra, dove il Neorealismo aveva

dato alle periferie l’illusione di risolvere la propriavita con il cinema. Poi è arrivata l’era dei realityshow in cui, prima si diventava famosi e poi, incaso, si studiava per diventare attore. Infine, al-l’alba del millennio, veline e calciatori erano ilsogno di tutti.

Oggi, se si entra in una scuola media e si chiedeai ragazzi cosa vogliono fare, tutti rispondonoche vogliono essere youtuber, influencer. Le ra-gazze hanno un solo mito: Chiara Ferragni.Come potrebbe essere altrimenti? Un miscuglioesplosivo in cui si concentra la “Barbie Girl delBarbie World”, con una apparente fantastica “lifein plastic”, e una realtà possibile, che milioni diragazze giudicano alla loro portata. L’assenza dicontatto con la concretezza fa loro pensare diessere altrettanto brave ad associare borsette di

Pensate che tutte potevano fare quello che lei ha fatto? Vi sbagliate: di “BlondeSalad” ce n’è solo una. 1 miliardo di persone ha seguito il suo matrimonio conFedez che ha generato un fatturato di 36 milioni di dollari. Una intera generazionela emula e sogna un’ascesa analoga in un mondo in cui le difficoltà diventanoimpalpabili rispetto alle attitudini.

amore e marketing

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Prada a pantaloni H&M. Pur-troppo questo è già stato fatto:lo ha fatto Chiara, perfetta-mente. Come quando, nell’artemoderna, tutti dicevano chechiunque era capace di tagliareuna tela come Fontana. Soloche lui lo ha fatto per primo,quando il gesto era inimmagi-nabile. Quindi, sarà già nata oggi la ra-gazza che sarà come ChiaraFerragni, soltanto dovrà inven-tare qualcosa di cui non ab-biamo nemmeno la più pallidaidea attualmente. Bisogna far capire alle nuovegenerazioni che se ChiaraFerragni genera un fatturato da10 milioni di euro, pari aquello di un’industria come laFerrero, la sua azienda è fruttodi investimenti e un businessplan analogo, nel metodo, aquello della Ferrero. Lei ovvia-

mente minimizza; raccontadell’investimento di 500 europer la macchina digitale e i 10euro per il dominio del primoblog The Blond Salad. Certo,come le attrici che dicono che“mangiano di tutto”. E il tempo?Il lavoro? Quando le chiedonoquante foto fa al giorno Chiararisponde, “normalmente una

cinquantina”. Vi immaginate?Ogni giorno, dovreste trovare50 spunti diversi per 50 foto, estorie che devono essere im-peccabili, con luce, filtri, corre-zioni, hashtag. Sen’altro la suaè un’attitudine. “Mi sono sem-pre fotografata parecchio,anche da piccola, mio papà michiedeva perché mi facevotutte quelle foto, io non sapevorispondere, ma sapevo che vo-levo farlo! E non mi è mai pia-ciuto tenerle per me, miinteressava invece vedere lareazione delle persone, quindile postavo sui siti di photosha-ring, tipo Flickers” raccontaChiara in un’intervista. Oggi ha 10 milioni di fol-lower su Istagram, il suo ma-trimonio con Fedez ha visto lapartecipazione di 1 miliardodi persone nel mondo.Quindi questa attitudine è, atutti gli effetti, un lavoro. Figlia di un dentista e di unascrittrice, Chiara ha studiatoalla Bocconi di Milano. Qui si èfidanzata con Riccardo

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Pozzoli, bocconiano anche lui. Niente chat. Sisono incontrati nella realtà, come avverrà anchecon Fedez. Poi Riccardo negli Usa ha capito cheil mondo delle fashion blogger, inesistente in Ita-lia in quel momento, stava prendendo piede.Chiara, nota allora come Diavoletta87, decisedi aprire, con il supporto di Riccardo (ancoraoggi è in società con lui) The Blond Salad.Dopo un mese, ha già 30mila visite al giorno. Nel rigido piano del successo di Chiara anchela capacità imprenditoriale di scegliere. Avrestemai rinunciato, nel 2010, alla televisione? Eh, fa-cile dirlo oggi, ma allora era ancora un faro in-cantatore per una ragazza. Chiara, invece hadetto no, ha creato attorno a sé un’allure per es-sere sempre più apprezzata nel mondo del lusso. Oggi tutto della sua vita è pubblico. PersinoFedez che le chiede “Quante cazzo di Instagramstories stai facendo? Sono le cinque del mat-tino” e lei che gli ricorda di essere una personaseguita anche in altri fusi. La favola perfetta che la vede mamma e mogliefelice si completa con il nuovo ruolo da stilista.La sua collezione di scarpe e accessori ruota in-torno alle “Flirting Shoes”, le ballerine glitte-rate decorate con una strizzatina d’occhio, logoche la contraddistingue dai tempi dell’esordio.

Sneaker, zainetti e cover degli iPhone sono ven-duti in tutto il mondo. A breve apriranno venti ne-gozi monomarca in Cina e una Boutique aMilano. Intanto Forbes ha inserito Chiara Ferragni tra lemigliori “30 under 30” del mondo. La Mattel leha dedicato una Barbie. Pensare che, il primopost di Chiara per The Blond Salad aveva comeprotagonista proprio lei, Barbie, in mezzo a uncespo di insalata.

#TheFerragnez#TheFerragnez è una hashtag inventato da Chiara che sintetizza perfettamente il miscuglio diamore e marketing senza precedenti delle sue nozze. Gli inviti sono stati fatti medianteInstagram Stories, attraverso un biglietto 3D con i futuri sposi, cui si sono associati perso-naggi come Bebe Vio, o Francesco Totti con Ilary Blasi. La sfilza degli sponsor smossi da#TheFerragnez ha visto nomi come BMW e Alitalia. In aereo per andare al matrimonio gli in-vitati hanno ricevuto un welcome kit degli sposicon snack brandizzati. Versace e Dior hannovestito gli sposi Alberta Ferretti le damigelle.Disel è già uscita con camice della collezione“The Ferragnez”. Prada ha firmato l’abito dellasera della vigilia delle nozze, Trudi, due peluchegiganti con le sembianze degli sposi. Il matrimo-nio ha generato 67 milioni di interazioni perun valore di 36 milioni di dollari.

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Se nei prossimi mesi vi dovesse capitare divedere gruppi di persone raccogliere i ri-fiuti delle strade di Roma però correndo,

no, non sono gli addetti dell’Ama in ritardo nell’ul-timo turno: sono gli del amanti del Plogging, losport nato in Svezia, ma diffusosi in tutta Europagrazie ai social network che ama la salute, maanche l’ambiente, ed è riuscito ad unire le due

cose con buona pace dei ciclisti. Il nome infattideriva dall’unione di running (correre) e plockaupp (raccogliere in svedese). Le regole per par-tecipare sono effettivamente tre: abbigliamentoda runner, i guanti per proteggersi dalla sporciziae un sacchetto per inserire i rifiuti. L’idea è effet-tivamente geniale, efficace per l’ambiente e per ilnostro corpo, senza contare che i piegamenti perraccogliere i rifiuti vengono utilizzati per fare unpo’ di squot e tonificare e modellare glutei e qua-dricipiti. Seppur in mezzo alle cartacce, la corsaè tra gli sport che giovano di più alla salute, ed ilplogging, unendola ad altri movimenti, riusci-rebbe a bruciare ancora più calorie. Promotori di questo nuovissimo sport contem-poraneo sono senza dubbio i social network: suInstagram infatti già ci sono più di 4000 postcon l’hashtag #plogging utilizzato dai maratonetidell’era inquinata per aumentare sempre di piùl’appeal degli utenti verso la causa ambientale.

Mai dire noia: ecco i corsi di tendenza dell’autunno 2018

Pulire le strade dalla plastica, arrampicarsi nelle parti piùinsolite della città, camminare su fili finissimi e fare esercizi inpiazza seguendo il ritmo dalle cuffie wireless: ecco gli sportdel futuro. Se preferite studiare, è l’ora di farlo per prendersiuna laurea da Influencer.

di GIORGIA ISABELLA TRIPALDI

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Un binomio davvero vincente che riesce a depu-rare i polmoni dell’uomo e quelli della madre terrain una sola azione.

Ma le stranezze sportive non finiscono qui. C’èin Francia poi (probabilmente prendendo gliHunger Games di Jennifer Lawrence un po’troppo sul serio) chi ha consolidato una disci-

plina già nata negli anni ’90 che consiste nell’e-seguire un percorso superando ogni ostacolo siponga davanti con la maggiore efficienza e velo-cità possibile. È il corpo dell’atleta che deveadattarsi all’ambiente circostanze, urbano o na-turale che sia. Il nome dello sport è Parkour, maviene definito anche arte dello spostamento. Nel2005 la disciplina è arrivata in Italia, richiamandoa sé i primi curiosi pronti a sfidare i palazzi dellacittà per raggiungere l’obiettivo del percorsotracciato. Il 19 dicembre 2017 il CONI l’ha rico-nosciuto come disciplina ufficiale sportiva. Se sfidare le altezze della metropoli non è ancoraabbastanza per la vostra adrenalina, allora ciòche fa al caso vostro è probabilmente lo Slack-lining. Questa disciplina consiste nell’eserciziodi tenersi in equilibrio in una sottilissima strisciadi poliestere o nylon (o altri tessuti sintetici) tesatra due punti sulla quale bisogna camminare.Molto simile al funambolismo, differisce nellaconsistenza del filo che nello slacklining è ge-neralmente piatto, mentre nell’altro è perlopiùuna corda o un cavo. Inoltre non è previstol’uso del bilanciere. Il record di questa disci-plina è stato raggiunto nel 2014 da Alexander

Schulz che è riuscito a percorrere 610 m neldeserto della Mongolia. No, non spaventatevi voi più fifoni. Gli sport delfuturo non sono necessariamente estremi. ARoma infatti si sta tenendo un corso davvero di-vertente che unisce i poteri della tecnologia allapassione del fitness. Street Workout è lanuova sperimentazione urbana che, attraverso lecuffie wirless, trasferire la musica e la voce delcoach su gruppi enormi di persone, tutte intentea muoversi insieme nei luoghi più suggestivi della

Capitale, nel massimo silenzio e rispetto deglialtri. Dal primo Evento con la regina del fitnessJiil Cooper, Street Workout si è trasformato in unvero e proprio virus positivo, che ha coinvoltotutta Italia. Il 30 settembre - il 14 e il 28 ottobreli troverete al Parco della Caffarella, a VillaPamphili e a Villa Ada, il 7 ed il 21 ottobre a VillaBorghese, al Laghetto dell’EUR e al Parco degliAcquedotti. Per partecipare è necessario con-sultare il sito https://www.streetworkout.fit/ ecomprare il biglietto.

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Un corso per diventare Influencer

L’effetto Chiara Ferragni arriva nel mondo accademico, e se l’autunno è per voi il periodo perfetto periscriversi a nuovi corsi valutate che dal 22 ottobre alla Università Autonoma di Madrid comincia ilprimo corso universitario per diventare Influencer di professione. Per la prima volta utilizzare glismartphone in classe non sarà più un problema, anzi un dovere. Il corso prevede 160 ore per ap-prendere come fare della potenza dei social network un’arte. Forse al mondo non esiste più nessunoa non saperlo, ma per Influencer si intende qualcuno che attraverso la sua pagina dei social è in gradodi influenzare i comportamenti di acquisto di un elevato numero di persone, ovvero tutti quelli che laseguono. Per alcuni, come Huda Katten (la più pagata al mondo) e Chiara Ferragni è partito come ungioco ed è diventato un lavoro. Solo con la pubblicazione di un post possono incassare diverse mi-gliaia di euro. Ecco perché il mestiere attrae sempre più aspiranti.

di GIORGIA ISABELLA TRIPALDI

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di TINA AIELLO

La vita sui pattini di Carolina Kostner èiniziata presto, da quando li ha indossatiper la prima volta a 4 anni. Ma solo a 12

ha preso la decisione di fare del pattinaggio lasua vita, quando, dovendo scegliere tra questosport e lo sci ha preferito il primo, incrocioperfetto delle attitudini della sua famiglia. Sportividal lato paterno, più affini con le arti da quello dimadre, Carolina con il pattinaggio non scontentanessuno e soprattutto se sciare è per lei solo di-vertimento, pattinare è qualcosa di più, è metaforadella vita, dirà in un’intervista. Sulla pista ghiacciatacome nello scorrere dei giorni si vola, si atterra,si cade, ci si rialza. Le lame puoi averle tra identi o sotto i piedi, non importa, l’importante èvolare, guardare le cose dall’alto per capirlemeglio. Con la sua faccia pulita e il sorriso unpo’ ingenuo, con impegno e passione, accettando

anche di trasferirsi in Austria per migliorare lasua preparazione, Carolina arriva nel 2006 alleOlimpiadi di Torino, alla cui cerimonia di aperturaè la portabandiera della squadra italiana. Il giornoatteso della gara è la favorita, tutti puntano su dilei, ma una caduta la inchioderà al nono posto e

CarolinaKostner

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risalire da lì sarà dura, mentre impietose si levanole voci che la vogliono finita a soli 19 anni. MaCarolina vola alto, vede le cose con chiarezza esa che è il momento di chinare la testa, tapparsile orecchie e lavorare in vista dei Campionatieuropei dell’anno dopo. Arriva in pista con unsorriso meno ingenuo e più determinato, fa unagara praticamente perfetta ed è prima. Sulgradino più alto del podio quel giorno Carolinanon è sola, c’è con lei tutta la squadra italianache mai prima di allora aveva raggiunto questorisultato. E non resta sola nemmeno negli annisuccessivi, gli anni bui, quelli delle sconfitte,delle cadute, di un crollo psicologico ed emotivoche la lascia a corto di medaglie insinuandoleinvece molti dubbi. Carolina però non molla,ama il pattinaggio e decide di continuare. E nel2012 diventa leggenda. Con un punteggio in-credibile è campionessa del mondo ai Mondialidi figura di Nizza, vince una medaglia d’oro figliadi impegno e determinazione, frutto di una risalitache ha visto al suo fianco la famiglia e il fidanzatoAlex Schwazer. E’ un atleta come lei, giovanecome lei e come lei in quel 2012 vincente.Insieme davanti alle telecamere, insieme sul

podio e più tardi insieme nel fango. Accusato didoping lui e di averlo coperto lei, Carolinapagherà un prezzo altissimo e molto discusso:21 mesi di squalifica per omessa denuncia.Torna in pista nel 2016, 985 giorni dopo l’ultimagara ufficiale e di nuovo stupisce tutti. Non c’èrancore, non ci sono sentimenti di rivalsa, maancora una volta impegno e determinazione ac-compagnati da quel sorriso sempre un po’ inge-nuo. “Non devo dimostrare niente a nessuno:né a me stessa né agli altri. Torno per il puro pia-cere di pattinare, la mia storia” . E la sua storiala porta ai mondiali di Milano dello scorso Marzo.Non è favorita: i suoi 31 anni sono consideratitroppi, si inizia a parlare di ritiro. Nello short pro-gram però lascia tutti a bocca aperta, il pubblicodel Forum la omaggia con un’emozionante stan-ding ovation ed è sul podio. Ma nel programmalibero (che con un po’ di astuzia avrebbe potutosemplificare approfittando del crollo della sua ri-vale) va male e alla fine sarà solo quarta. Vola,atterra, cade e si rialza Carolina, in pista comenella vita, con le lame tra i denti e sotto i piedi econ quel sorriso ingenuo e determinato per ilquale non si può non fare il tifo.

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Francesco FacchinettiLa paternità rende difficile rinunciare aquei momenti in cui ti concedi di nonavere alcuna responsabilità. A volteserve perdersi per poi ritrovarsi, ma coni figli non lo puoi più fare.

#peterpanIsNotForever

Tina KunakeyAccetto volentieri i complimenti di alcuni e nonpotrei fare a meno delle critiche di altri riguardo

al mio rapporto con Vincent Cassel. Ma questo non miimpedisce di vivere ed essere felice. C’è un detto chemi rincuora molto “Qu’on parle de moi en bien ou enmal, peu importe. L’essentiel, c’est qu’on parle de moi!”(Non importa che si parli bene o male, l’importante èche si parli di me!) HAHAHAH.

#lesAffinitéSelectives

Luisa Ranieri Agli inizi mi remavano contro,perché non andavo alle feste: eromolto bacchettona. Ma questo miha evitato quelle sgradevolezzeche nel mio mestiere possonocapitare.

#ancheNoBungabunga

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Elisa IsoardiMatteo in questi ultimi tempi ha messo su un po’ di pancetta,è vero. Fa una vita frenetica e non rispetta la regolarità neipasti. Ha talmente tanti impegni che non riesce a darepriorità anche a un regime alimentare corretto. Ma quandoè a casa cerco di preparargli piatti sani, saporiti e a bassocontenuto calorico.

#danniDaFlussoCanalizzatore

“ “

Sophia LorenIl vestito di una donnadovrebbe essere comeun reticolato: serve alloscopo ma non ostruiscela visuale.

Lucio BattistiIo ho del talento, lo dicosenza mezze paroleperché non sono unipocrita. Mi sarei impostocomunque, quindi nondevo niente a nessuno.

Franco CalifanoIl sesso non va d’accordocoi problemi. E l’amore èlegato al sesso. Quindi lacambiale rovina la coppia“

““

““

di TINA AIELLO

“E poi cadranno i capelli”aveva aggiunto l’oncologamentre elencava a Giorgia

gli effetti collaterali della chemio.Lo aveva lasciato per ultimo tantoormai è noto a tutti. È forse il piùsopportabile da un punto di vistafisico, ma in assoluto quello cheferisce di più l’animo. Perché tiguardi allo specchio e non ti rico-nosci più. Perché rende chiaro atutti, quasi una sorta di crudele bi-glietto da visita, cosa stai attraver-sando. A Giorgia i capelliiniziarono a cadere poco dopo ilprimo ciclo di chemio. Alcuneciocche le restarono in mano lamattina del suo secondo anniver-sario di matrimonio. E quel giornonon se la sentì molto di festeg-giare. “È un cancro della peg-giore specie2 aveva sentenziato ilprimo medico qualche meseprima, cancellando bruscamentecon un tratto di penna i progetti divita di Giorgia. I viaggi con il ma-

rito, la passione per il lavoro. L’i-dea di un figlio. “Se ne dimenti-chi” aveva detto il medico. Capìcosì di essere davvero malata.Realizzò che niente sarebbe statopiù come prima, che un banalecontrollo di routine aveva stra-volto la tua vita. Che poi uno fa icontrolli per prevenire, ma cosaprevieni esattamente se poi il can-cro te lo becchi lo stesso? Era lasua più grande paura in assoluto,quella di ammalarsi. Ed era suc-cesso. A quel punto Giorgia hadovuto scegliere. Con la testache rimbombava di pensieri e dipaure, mentre la vita del “prima”saluta e prende un’altra strada,Giorgia deve decidere se soc-combere o reagire. Non è scon-tato come sembra, il percorso daaffrontare è lungo e doloroso, ticambia nel fisico e nell’animo enon puoi avere garanzie su comeandrà e su cosa ti lascerà in ere-dità. All’inizio Giorgia aveva paura. Mi racconta delle notti insonnicon il marito accanto, con il pen-

siero fisso di non riuscire a far-cela. Ma sarà proprio la presenzadel marito a farle fare il primopasso. Il pensiero di dover affron-tare quelle cure dolorose “perlui”: è questo che dà a Giorgia laprima debole spinta in avanti. Èuna bella storia la loro. Compagnidalle elementari, lui da sempre in-namorato di lei, lei con l’astucciodei Duran Duran sul banco che luinon lo guarda proprio. Poi gli annipassano, li dividono, sembra persempre, finché lui non la ritrova suFacebook. E non se la fa scap-pare più. Il matrimonio, il viaggiodi nozze (solo uno dei tanti che fa-ranno insieme), gli amici, le fami-glie. Tante cose da condividere etanti progetti da sognare di poterrealizzare insieme. Tutto questovale il percorso doloroso da af-frontare, pensa Giorgia. Poi arri-vano gli amici. Giorgia non hadubbi: racconta subito quello chesta affrontando ed anche questole è di aiuto. Un piede dietro l’altroformano i pochi passi incerti chea poco a poco la portano sullastrada delle cure. Cure dolorosee necessarie a cui si accompagnail supporto (fondamentale,mi dirà)di uno psicologo e la speranzache solo il riprendere la sua vita disempre le poteva trasmettere.Quando incontro Giorgia sonopassati cinque anni dall’opera-zione, dalla chemio, dalla radiote-rapia, dalla malattia. E’ convintache il cancro l’abbia in qualchemodo resa una persona miglioree, cosa più importante, non le haportato via nonostante le difficoltàe le sofferenze, i suoi progetti edi suoi sogni. Quando la incontroGiorgia è da poco diventatamamma. Ed è questo, alla fine,quello che conta.

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Un caffè con Giorgia

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Di GAIA RICCI

Le passerelle lo hanno ribadito nel corsodegli anni, le influencer le portano con or-goglio e una dea dell’olimpo degli stilisti le

ha inventate.Stiamo parlando delle intramontabili Slingback,le scarpe, originariamente bicolor, con laccettoe tacco basso a rocchetto. In principio fu Gabrielle Bonheur Chanel, inarte Coco, a dar vita nel 1957 a questo nuovoaccessorio femminile declinandolo in due colori:il beige che allunga elegantemente la gamba ela punta nera che accorcia il piede.

Queste scarpe sono diventate una sorta distatus symbol sia per le donne dei salotti fran-cesi dell’epoca, sia con il passare degli anni, perquelle donne che amano una seduzione raffinatache non lascia nulla al caso.Karl Lagerfeld, direttore creativo della MaisonChanel, questo lo sa. Nel corso del tempo rivisitail modello, realizzandolo ogni volta al passo coni tempi.Anche Valentino si ispira al modello delle

Slingback di Chanel per lanciare le sue Rock-stud, scarpe con laccetto, decorate con piccoleborchiette, per rendere il tutto più “rock’n’roll”.

La fortuna di questa scarpe non si arresta e neesistono di mille e una punta!Dior ne fa una versione “griffata”, le sue sling-back presentano sul laccetto la scritta del mar-chio “J’Adior”, ma non è tutto. Non dimentichiamo che la direttrice creativa,Maria Grazie Chiuri, ha disegnato per il matri-monio più social di tutti i tempi, stiamo ovvia-mente parlando del wedding day dei“Ferragnez”, una scarpa per Chiara Ferragniche ricalca molto il modello della Slingback.In questo caso la calzatura è un modello“J’adior” personalizzato, bianco e con scritta“Chiara” in bella vista, tacco 65 mm. Il materialeè un ricamo fatto a macchina che simula il gros-grain e ogni lettera è un accessorio staccato,realizzato singolarmente e montato sulla tomaia.Il metallo è gold e gli strass sono black diamond. Non è quindi un caso che una delle influencerpiù famose al mondo scelga una scarpa così ico-nica per il suo grande giorno. È simbolo del fattoche le Slingback rappresentano uno degli ever-green intramontabili nel mondo della moda, unpo’ come il tubino nero o la giacca in tweed.Non bisogna per forza indossare un tacco verti-ginoso per essere femminili e seducenti.E per questo, grazie ancora Coco.

Slingback

Le proposte per l’autunno inverno 2018 sono state molteplici, ma la pa-lette che ha dominato su tutti i colori della stagione è stata quella delblu. In tutte le sue nuance e sfumature.Passando dalla profondità del color petrolio, alle vibrazioni del bluelettrico, fino ai più romantici e delicati toni della carta da zucchero. Il blu diventa il colore perfetto per realizzare dei total look in denim oper rilanciare le giacche a quadretti scozzesi dalla fantasia tartan.Il blu è il colore delle profondità marine e dei cieli che si apprestano asalutare il giorno e dare il benvenuto alla sera. È un colore che denotatranquillità e armonia, sia con se stessi che con gli altri.

Motivo in più per sceglierlo come colore por-tante dl nostro guardaroba, declinandolo nellesue varie sfaccettature. I risultati non delude-ranno le aspettative.Come l’abito Haute Couture di Elie Saab, fatto di sovrastrutture ericami, di sovrapposizioni e diverse lunghezze. Ciò che lo rende estre-mamente elegante? La scelta del blu notte che ben si accosta conlo stile bon ton e romantico della designer.Per sdrammatizzare il tutto e rendere il proprio outfit più stravaganteAlberta Ferretti sceglie un patchwork sui toni del blu e dell’az-zurro, sapientemente mescolato al viola e al color vinaccio. Perfettiper essere indossati con il denim,con mini e maxi dress.Thot Gioielli gioca con uno deisimboli più ricorrenti nel mondodegli accessori: l’ape. Le ali sono fi-nemente realizzate con pietre bluche creano il giusto contrasto con ilbiancore della perla. Classicità e ori-ginalità in un solo colpo. Esprit ci propone una gonna plissettata, must have nell’armadio diuna donna, utilizzando il blu petrolio. Una nota intensa e profonda,che ricorda quasi le note fredde di un sottobosco. Ideale per le gior-nate in ufficio ed adatto anche ad un happy hour.

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Di GAIA RICCI

Blu

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di GIORGIA ISABELLA TRIPALDI

La morte non è la soluzione. Ce lo insegna la seconda stagione di Chiamatemi Anna, la serie tvuscita su Netflix e ispirata dal classico di Lucy Maud Montgomery Anne di Tetti verdi. Se HannahBaker aveva sensibilizzato il mondo intero al disagio che i giovani adolescenti provano nei confrontidei genitori o amici, e soprattutto a quanto sia facile in quella fase della vita sentirsi inadeguati egiudicati, Anna dai capelli rossi cambia il finale. Non mette in conto il suicidio, ma la determina-zione nel riscatto e nell’accettazione. E così, tra i corridoi in legno della Green Gables, Anna di-venta il simbolo di un’adolescente che non si lascia schiacciare dalle avversità, ma che lotta adenti stretti contro le prevaricazioni sul più debole, che si riscatta dagli stereotipi e dai pregiudizi. Moira Walley-Beckett, già sceneggiatrice di Breaking Bad, dona alla serie un tocco dark, e proprioper questo è stata aspramente criticata. D’altronde però questo tono malinconico le valse l’Emmynella saga di Vince Gilligan. La favola è quindi nera, già d’altra parte la trama non aiuta: un’orfanatrova nei fratelli Cuthbert la famiglia che non ha mai avuto, ma che ha sempre desiderato. I suoicapelli sono rosso fuoco e una cascata di lentiggini le copre le gote. Il sorriso sulle labbra e unanimo che non conosce pregiudizi, le faranno conquistare l’amore di molti, ma la scuola è un am-biente difficile. Lo è oggi in California per Hanna Baker, lo era ieri per la orfana Anna. Tutti le ri-cordano di essere diversa, di avere atteggiamenti sopra le righe, di non omologarsi perfettamenteal gregge. Ma ciò che la rende davvero una femminista dei tempi moderni è il non darsi per vinta,di combattere la cattiveria con la non violenza. Per quanto la sua pazienza e spesso la sua maturitàsiano in certi casi surreale per la sua età, la grandezza della seria è quella di riuscire a trattaretemi importanti come l’omosessualità e l’accettazione della diversità, raccontati dalla magistralecostruzione di alcuni personaggi. Come la zia Josephine, un’anziana signora che soffre la mortedell’unica donna che abbia mai amato, o il marinaio Bush, un uomo di colore che deve affrontarele discriminazioni del tempo per colpa della pigmentazione della sua pelle. Per non parlare poi diCole, il ragazzo gay che preferisce il disegno alla caccia e che per questo soffrirà le angherie deicompagni. Anna insegna poi (e ci voleva una serie ambientata nel secolo scorso per farlo capirealle ragazze di oggi) che le attenzioni degli uomini quando sono inopportune non devono esseresopportate con buona pace di tutte. In un episodio della seconda stagione, dopo aver assistito a

dei ragazzi che alzano la gonna ridendo a delle loro compa-gne, Anna sarà l’unica a capire che è ingiusto. «La gonnanon è un invito» spiegherà alla sua amica, che cercava in-vece di rassicurarla della normalità della situazione, «è tuttonormale, noi ragazze ci stiamo». Anna dice no. Ma lo dicealle altre donne, perché alzino la testa di fronte alle prepo-tenze. Il tema è più che mai attuale dopo il movimento#metoo lanciato in seguito alle accuse rivolte a Weinstein.Il ruolo della donna sembra stia attraversando una presa dicoscienza universale, anche in quei luoghi in cui non c’è unvelo che nasconde la loro testa, ma le dinamiche socialisono ancora intrise di inconscio maschilismo.

LA NUOVA FEMMINISTA DI NETFLIX SI CHIAMA ANNA, MA NON È LA BAKER

Chiamatemi Anna lontana anni luce da 13reason why, è la nuova serie rivelazione per gliadolescenti ispirata da Anna dai capelli rossi.

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Roma di Cuarón vince il Leone D’oro 2018 al

Festival del Cinema di Venezia e per la prima volta verrà

distribuito sulla piattaformadigitale Netflix

Si sa, l’arte dovrebbe essere per tutti, manon è sempre stato così. Interpretare unquadro di Picasso, come comprendere la

Grande Bellezza è difficile se non si hanno glistrumenti per poterli apprezzare. Il cinema peròha sempre vantato un rapporto più immediatocon il suo pubblico rispetto alla letteratura o allearti figurative, e da oggi, o meglio dal giorno incui Roma di Alfonso Cuarón ha vinto il Leoned’oro, lo sarà anche di più. A vincere il premio in-fatti è stato anche Netflix che lo distribuisce. Siavete capito bene, per la prima volta nella storiadel cinema, un film d’autore insignito di unpremio autorevole quale il Leone d’oro non verràdistribuito nelle sale cinematografiche, richia-mando presumibilmente un piccolo e ristrettonumero di cinefili, ma sarà alla mercé di tutti.Anche quelli che si sono abbonati a Netflix perguardare orde di fondoschiena sculettanti in Ca-lifornication e non hanno la minima idea di chisia Fellini o di cosa sia un Leone d’oro. Maquando non è l’arte a proporre il cambiamento,questa si adegua ad esso, e, in questo caso, lofa attraverso il core player campione di incassi.Netflix, appunto, che vince su tutte le altre piat-taforma se non per qualità dei contenuti, certa-

mente per la prerogativa del software di facile in-tuizione, ma soprattutto per la sua fruizione con-tinua, senza interruzione che permette diutilizzare device diversi (smartphone, pc, table,smart tv, etc) senza che la visione venga inter-rotta. Questo, è evidente, non può che cambiarele sorti del botteghino e infatti Anac, Fice eAcec hanno aspramente criticato questa scelta,ricordando che potrebbe mettere in difficoltà legià sempre più vuote sale cinematografiche. Se si tratta di una evoluzione o una degene-razione del cinema è difficile a dirsi, ma ècerto tutto un mondo che sta cambiando. Per-sino nella scelta del film, che dalla locandinadel cinema di quartiere, passa all’algoritmodella piattaforma che canalizza in maniera deltutto autonoma le affinità dei singoli utenti. Inpratica anche la scelta del film diventa super-flua: è Netflix a consigliare cosa vedere inbase alle scelte pregresse. Un sistema molto

Di GIORGIA ISABELLA TRIPALDI

Vi racconto di come la storia di un quartiere di Città del Messico ha cambiato la storia del cinema

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comodo da un lato, molto controllante dall’altro. Il film premiato da Guillermo del Toro, presidentedella giuria nonché amico e compatriota del re-gista messicano, mostra profili spigolosi mizte-chi, capelli lunghi neri, cortili interni e dialoghiovattati. È un film drammatico, realmente ispiratoalla vita del regista. La pellicola, interamente gi-rato in bianco e nero è ambientato negli anni 70in una Roma diversa da quella italiana dellechiese barocche e del Colosseo, ma quella di unquartiere di Città del Messico dove Cleo, unagiovane messicana dai tratti miztechi, lavoracome domestica per una famiglia borghese.Cuarón ripercorre i passi della propria infanziaper restituire al pubblico il quadro delle difficoltàsociali, ma anche familiari, nel periodo dei disor-dini politici di quegli anni. In molti a Venezial’hanno definito un’ode al matriarcato, una posi-zione forte che d’altronde combacia con la presadi coscienza femminile in cui stiamo, non senzacontraddizioni, camminando.

“ci accon

tentiamo

solo del

meglio”

Via Cesare Pavese, 10/12, Roma • Tel. 06 5005528/75

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di GIANLUCA PIGNATARO

Più di sessanta eventi di dieci giorni dal19 al 28 ottobre in tutta Roma. L’obiet-tivo è quello di rendere Roma la prota-

gonista dell’arte. Dieci giorni, più di 60 eventi, che trasforme-ranno Roma nella Capitale internazionale dellacreatività artistica, artigianale e tecnologica tracinema, youtuber e artisti legati al mondo delleimmagini. È la grande rassegna Videocittà inprogramma dal 19 al 28 ottobre. Quasi 50 lo-cation - dal centro storico alle sale cinemato-grafiche delle periferie, dalle accademieinternazionali, alle gallerie, ai musei - per met-tere in vetrina la filiera dell’audiovisivo con isuoi mestieri (vecchi e nuovi) che a Roma è dicasa da sempre. Dieci giorni in contemporaneacon la Festa del Cinema. Una sorta di “fuori sa-lone” di Milano quando va in scena il salonedel mobile. Sempre più nutrito il programma di“VIDEOCITTA’” l’evento dedicato al Cinema ealle nuove frontiere dell’audiovisivo ideato dalPresidente dell’ Anica ed ex sindaco di RomaFrancesco Rutelli che si svolgerà dal 19 al 28ottobre in città. Con circa 50 location romanediverse che andranno dalle sale cinematogra-fiche oltre il Grande Raccordo Anulare ai dueSenati, quello della Roma antica e quello dellaRepubblica Italiana, alle gallerie, ai musei e Ac-cademie internazionali, l’iniziativa si pone l’o-biettivo di presentare Roma come luogo unicoe internazionale di creatività artistica, artigia-nale e tecnologica e di contaminazione di

generi. Anche per questo si svolge contempo-raneamente alla Festa del Cinema di Roma eal Mercato internazionale dell’Audiovisivo. “Ma è anche ,soprattutto”, ha tenuto a sottoli-

neare Francesco Rutelli nella presentazionedel programma del 12 settembre scorsopresso la sede dell’Anica,”una formula econo-mica importante, un avvenimento che vale circaun milione e mezzo di euro, con la partecipa-zione molto rilevante dei privati insieme all’ap-poggio dei partner pubblici”. L’iniziativa, che ha l’adesione e il sostegno diMibact, Mise-Ice, Roma Capitale, RegioneLazio, Camera di Commercio più vari partner,a partire dalla Rai e sponsor (tra i quali moltimarchi della moda,( Fendi,Gucci, Bulgari ) perprogetti su videoarte, videomapping e fashionfilms) nasce anche dalla volontà di voler pro-muovere «i mestieri, le professioni, la creatività,le attività imprenditoriali legate al cinema e al-l’audiovisivo. “È un comparto economico chedà lavoro a decine di migliaia di persone “– haspiegato il presidente dell’Anica .Da segnalare tra le iniziative più emblematichedella contaminazione tra generi sarà proprioquella che verrà presentata presso il Senatodella repubblica: ‘The Living Room Candidate’,una raccolta inedita in Europa di oltre 300 spotpubblicitari, prodotti da tutti i candidati (demo-cratici, repubblicani e indipendenti) alle elezioniPresidenziali Americane, dal 1952 ad oggi.Uno straordinario documento, in collabora-zione con il Museum of the Moving Image diNews York. Che verrà proiettato per la primavolta in Europa.E’ possibile vedere il programma della ‘mara-tona’ sul sito di www.videocittà.it

Videocittà

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di VALENTINA PELLICCIA

L’ultimo e più prezioso segreto delle dive diHollywood è la Gold Mask, preziosa alleatacontro i segni del tempo. E’ una maschera

anti age lifting ad effetto immediato con Oro Puro24 carati e Acido Ialuronico che ha varie funzioni:allevia, riempie, previene la formazione delle rughee dei segni di espressione. Inoltre, riduce le di-scromie cutanee dovute all’invecchiamento e allaprolungata esposizione solare. Arricchita daestratti antiossidanti come pompelmo, cetriolo ecurcuma, migliora visibilmente il tono, la compat-tezza e l’elasticità della pelle. Un trattamento dinuova generazione, peel-off senza risciacquo, stu-diato per dare alla pelle una nuova e incredibileluce di bellezza. Il trattamento Gold Mask si puòprovare presso La Fonte Spa del Grand Pa-lazzo della Fonte di Fiuggi, albergo maestoso eunico in perfetto stile Liberty. La Fonte Spa, di1.500 mq, propone trattamenti che utilizzano leproprietà naturali dell’acqua di Fiuggi e prodottidi bellezza all’avanguardia.

Maschera all’oroL’ultima novità per il rinnovamento cellulareda provare nella Spa del Palazzo della Fonte, dai primi del novecento un luogo di benessere

Grand Hotel Palazzo della FonteIl Palazzo della Fonte sorge all’interno di un parco pri-vato a pochi passi dal centro della citta medievale diFiuggi. Immerso nella quiete di un parco privato, ilGrand Hotel è una dimora in cui recuperare i ritmicalmi della vita in collina coccolati dall’accoglienzadi maestri eccezionali dell’ospitalità italiana. Il Risto-rante Savoia è il ristorante principale, il Bar Fonte èil luogo giusto per sorseggiare un cocktail o consu-mare pasti “à la petite carte”.

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di VALENTINA PELLICCIA

Marcella Bella torna con la rivisitazionedel suo celebre brano “Nell’aria” inversione pop latin dal titolo “Aria La-

tina”. L’etichetta discografica del brano è InPro-duction.L’artista siciliana, amata e stimata per i suoigrandi successi, rimane una delle icone indi-scusse della musica italiana, ed è tornata ademozionarci coinvolgendo il pubblico ed i suoifan con un tour che l’ha portata da Milano nellasua Catania, con un ideale “viaggio musicale”,che ripercorrere la sua carriera attraverso lecanzoni di ieri e di oggi che hanno segnato lasua storia.Marcella, reduce dal programma tv di Rai Uno“Ora o mai più” in qualità di coach, è oggi unapresenza artistica e vocale di riferimento spe-cialmente per i giovani. Fa parte di quellaschiera di cantanti che hanno alle spalle unagrande gavetta.

“Aria Latina” il ritorno di Marcella Bella. Il celebre brano del 1983 ritorna in una nuova versione

Jato Group

Producer del singolo è Jacopo Tonelli, imprenditore lungimirante, presidente di Jato Group,azienda di moda dal respiro internazionale, che con il brand AMEN ha conquistato il cuoredi molte celebrità del mondo della musica sia in Italia che all’estero. Tonelli è inoltre un DJ

eclettico e creativo, molto vicino al mondo dei giovani millenial. Pro-prio per questo target fonda un nuovo brand (House of Amen) ca-pace di mixare moda, musica e lifestyle il cui concetto è quello ditrasmettere un messaggio pop-glamour ma soprattutto emozionale.Attraverso nuove produzioni e sinergie musicali, dj-set ed eventi To-nelli vuole ispirare le nuove generazioni, con uno sguardo ai perso-naggi iconici della musica come Marcella Bella. “Nell’Aria” è ancoraoggi considerato tra i brani musicali italiani più rappresentativi deglianni ‘80. Ecco perché la collaborazione tra Jacopo e Marcella Bellanon poteva che essere un successo annunciato. La nuova versionesalsa/raggaeton “Aria Latina” sarà un ritorno in grande stile.

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di GIANLUCA PIGNATARO

Euroma2, il ConceptMall dell’Eur, da sempreimpegnato ad offrire

eventi dedicati alla cultura, haavviato un’importante collabo-razione con il “Museo delleCiviltà” dell’Eur MuCiv. L’innovativo accordo è statoinaugurato lo scorso 3 agostocon l’apertura di un percorsoespositivo all’interno del mall,parallelo alla mostra in corso alMuseo Pigorini, dal titolo“Geisha - l’arte e la persona”a cura di Loretta Paderni, cheresterà aperta fino al 30ottobre 2018.

Ad impreziosire il percorso, èstato ideato un doppio appun-tamento in calendario per tuttigli amanti della cultura nippo-nica: domenica 9 settembre è

stato realizzato un workshopcongiunto tra il Museo delleCiviltà e Euroma2, dal titolo:“Un giorno in una casa delleGeisha”.Presso il Museo PreistoricoEtnografico “L. Pigorini”, al-l’interno della Sala delle Confe-renze, il programma è iniziatocon un racconto illustrato dalleprotagoniste, “Vita da Geisha”e nel pomeriggio a Euroma2 èstata organizzata la “GeishaSchool”, una serie di dimostra-zioni sulla vestizione del kimono(kitsuke) e del trucco (oshiroimake up), per scoprire la magia

Un’occasione per conoscere da vicino gli usi e i costumitradizionali ed incontrare dal vivo le Geisha

A Euroma2

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e i segreti del make up e delletipiche acconciature delleGeisha.Ai saluti finali molti hanno fattofoto ricordo con le Geisha. Ilworkshop a Euroma2, apertoa tutti, è stato uno degli eventiall’interno del Festival itinerante#AGeishaDay (6-16 settembre2018 a Roma).Il Progetto della mostra“Geisha - l’arte e la persona”nasce dall’intento comune direndere fruibile l’arte integran-dola negli spazi del quotidianocome stimolo e intrattenimentoper il grande pubblico.Questo approfondimento del-l’importante mostra dedicataalla figura della geisha attra-verso il tempo, propone undoppio percorso iconograficoall’interno di Euroma2, uno tra-dizionale e uno attualizzato.

All’ingresso principale delConcept Mall si può ammirarel’immagine di una geisha ripro-dotta su grande scala che aprela retrospettiva sull’iconografiaantica. Diciannove pannellisospesi selezionati dai volumidella serie “Ehon Seir BijinAwase”, un’opera del 1770sulle cortigiane delle CaseVerdi, di Suzuki Harunobu,accompagnano il pubblico inuna passeggiata immersiva allascoperta delle attività delle Gei-sha negli appartamenti privatidel periodo Edo. L’esposizioneritrae l’eleganza, la sensualità ela grazia raggiunte dalle giovanigeisha, evidenziando la vasta eattenta disciplina che associala cura dell’estetica allo studiodei classici e delle arti, come ladanza tradizionale (nihonbuy), ilcanto, la recitazione, la musica,

la calligrafia (shod), l’arte didisporre i fiori (ikebana) e lacerimonia del tè.La sezione dedicata al mondocontemporaneo si sviluppa nellegallerie di Euroma2 ed è rac-contata dalle suggestive fo-tografie di Fabrizio e FedericoBonifazi, che svelano come lafigura della geisha, artista dell’in-trattenimento colta e raffinata,sia cambiata nel corsodegli anni e si sia adattata almondo contemporaneo, pur ri-manendo legata alle regole di untempo. Il quartiere di Gion, aKyoto, dove ancora oggi si re-spira l’atmosfera di epoche anti-che, è il protagonista degli scatti.Grazie alla collaborazione diEuroma2 con il Museo delleCiviltà, coloro che sonointeressati a visitare la mostra“Geisha - l’arte e lapersona”, presso il MuseoPreistorico Etnografico“Pigorini” in Piazza GuglielmoMarconi 14 a Roma, aperta finoal 30 ottobre, usufruiranno diuno sconto del 50% sul prezzodel biglietto, presentando laGift Card o la APP Euroma2alla biglietteria del Museo.Oltre a numerose fotografie, nelMuseo si possono ammirarepreziosi oggetti di arte giappo-nese, kimono, ventagli e stru-menti musicali, per la prima voltapresentati al pubblico romano.

Un’occasione per conoscere da vicino gli usi e icostumi tradizionali ed incontrare dal vivo le geishaEuroma2 Via Cristoforo Colombo, angolo Vialedell’Oceano Pacifico (Roma) Tel. +39 06 5262161www.euroma2.

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Adistanza di 13 anni dall’a-pertura dello Studio diOdontoiatria Olistica del-

l’Eur, il Dott. Daniele Puzzilliestende i propri orizzonti inaugu-rando un nuovo studio nella zonaNord della Capitale. Il successo riscosso in questo de-cennio con lo studio dell’Eur hafatto crescere sempre più il desi-derio, e per certi aspetti anche lanecessità, di avvicinarsi all’utenzaproveniente dal centro e dalla zonaNord della città. Ciò che rendecosì unico lo Studio di Odontoia-tria Olistica è proprio il suo ap-proccio, che consiste nellacombinazione delle specialitàdell’odontoiatria con quelle dellediscipline olistiche, permettendonon solo l’eliminazione del sintomomanifesto, ma proprio l’analisi del-l’individuo nella sua globalità perindividuare le possibili cause delproblema, stabilire un percorso cli-nico per la sua completa risolu-zione così come l’eliminazionedella sintomatologia. L’obiettivo delnuovo studio è di riproporre lastessa equipe di specialisti cheoperano in maniera sinergica met-tendo a disposizione del paziente

le proprie conoscenze approfon-dite nelle diverse specialità. Gna-tologia, endodonzia, conservativa,ortodonzia, pedodonzia, chirurgiaorale ed implantologica sono soloalcune delle macroaree dell’odon-toiatria presenti presso lo studiodel Dott. Puzzilli. A queste si ag-

giungono le discipline della medi-cina olistica, quali l’osteopatia, laposturologia e la fisioterapia, chepermettono di completare l’analisie la diagnosi del paziente e di indi-viduare la terapia ottimale finaliz-zata alla guarigione. Per condurreun’analisi approfondita delle pro-blematiche e definire una terapia dicura ci si serve di tecnologie diavanguardia. Si parte da una valu-tazione generale in occasione dellaquale s’investigano le cause delleproblematiche più evidenti e sinto-matiche. In questa fase è possibileche venga effettuata, diretta-mente in studio, un’ortopanora-mica 3D digitale per approfondiree delucidare eventuali situazioninon evidenti, latenti o “nascoste”.A seguito di questo esame è pos-sibile stabilire una priorità di tratta-menti per intervenire sulleproblematiche evidenziate che ven-gono quindi sottoposte ai diversispecialisti. Oltre ad offrire i tradizio-nali trattamenti odontoiatrici utiliz-zando le più innovative tecniched’avanguardia, gli Studi di Odon-toiatria Olistica del Dott. Puzzilli sidistinguono per alcuni fiori all’oc-chiello. In ambito diagnostico oltrealla tac cone-beam per l’ortopano-ramica 3D digitale vengono ampia-mente utilizzati l’elettromiografiamandibolare wireless, per la valu-tazione della funzione dei muscoli

STUDIO DI ODONTOIATRIA OLISTICA

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temporali e masseteri ed il TSCAN,per analizzare con precisione i con-tatti occlusali in modo digitale. Lacombinazione di questi strumenti èfondamentale per il check gnatolo-gico che consente di indagare lecause odontoiatriche in situazionidi malocclusione dentale, metalli-otturazione o protesi, serramentodentale o bruxismo, infezioni, malposizionamento dei denti delgiudizio. Queste alterazioni spessoinfluenzano negativamente l’as-setto posturale, che viene valutatoutilizzando il Formetric 4D perl’analisi della colonna vertebralee della postura effettuando un ri-levamento morfologico completodel dorso (senza l’utlizzo di raggiX) e la pedana posturometrica estabilometrica per l’analisi e lavalutazione della distribuzione deidiversi carichi nell’esame dei diffe-renti recettori posturali. E’ ormainoto come problematiche a livellodi masticazione e occlusione inne-schino una concatenazione di alte-razioni che possono manifestarsicon persistenti mal di testa o dolorimuscolari.Dal punto di vista estetico si effet-tuano trattamenti per migliorare edottimizzare le alterazioni di allinea-mento e colore attraverso restauriestetici, sbiancamento laser e fac-cette in ceramica individualizzate.Lo sbiancamento viene effettuatocon una tecnologia laser che mini-mizza al massimo la sensibilizza-zione al caldo ed al freddo,ricorrente nei tradizionali sbianca-menti laser. Particolare successo èstato inoltre riscontrato dalle fac-cette individualizzate che permet-tono di ottenere un vero sorriso dacopertina. Nell’ortodonzia unasvolta decisiva è stata data dall’In-

visalign, una terapia ortodonticache permette per mezzo di ma-scherine individualizzate, traspa-renti ed invisibili, di risolvere iproblemi si sovraffollamento e alli-neamento dentale. Inoltre, perquanto riguarda l’ortodonzia e laprotesi dentaria, viene utilizzato l’in-novativo scanner intraorale Iteroper la realizzazione di impronte,senza dover sempre ricorrere all’u-tilizzo delle tradizionali e fastidiosepaste in alginato.In ambito implantologico la tecno-logia più innovativa è rappresen-tata dal sistema radiograficodigitale 3D, che permette l’inseri-mento del provvisorio nella stessaseduta dell’impianto, con tecnica acarico immediato. Sempre in con-testo chirurgico, per affrontare piùserenamente gli interventi più im-pegnativi, è possibile richiedere ilsupporto anestesiologico cheprovvederà ad effettuare una seda-zione semi-cosciente. In alterna-tiva, senza l’utilizzo di aghi, èaltrettanto possibile richiedere l’u-tilizzo della sedazione coscientecon protossido d’azoto.Presso gli studi di OdontoiatriaOlistica un ampio spazio èdedicato ai pazienti più piccoli.Si offre infatti un’intera equipespecialistica dedicata ai bambinidai tre anni in poi.Il credo del Dott. Puzzilli è diriuscire a fornire un servizio com-pleto, di alta qualità, per mezzodi tecnologie d’avanguardia edoperato da specialisti del settoredi fama internazionale, che sia in-centrato sulla risoluzione nonsolo dei sintomi, ma delle proble-matiche nella loro totalità permezzo di un iter quanto piùmirato e risolutivo.

STUDIODI ODONTOIATRIAOLISTICADott. Daniele Puzzilli

V.le dell’Umanesimo, 199Tel. 06.5925129Largo Maresciallo Diaz, 13Tel. 06.45615500

www.olisticsmile.com

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Qualità e freschezza al centro dell’offerta del ristorante Livello1

La vostra passione è la cucina di pesce?Cercate un ristorante per realizzare unpranzo di affari o una cena romantica? Al-

lora Livello1 è il luogo che fa per voi. In questotempio del mare, creato da Emilia Branciani eClaudio Montingelli, potrete scegliere se acqui-stare dell’ottimo pesce fresco presso la Pesca-toria o se immergervi nella cucina del ristorante,guidata dallo chef Mirko Di Mattia. Sono due in-fatti le anime che compongono questo luogo de-dicato ai sapori del mare: La Pescatoria, ossia lapescheria di Livello1 dove si può comprare ognigiorno il pesce fresco che arriva da Anzio, Ponzae Formia. Una materia prima selezionata congrande cura e attenzione per offrire ai clienti soloil meglio dei mari locali: crudi, crostacei, frutti dimare e pesce di stagione di grandi e piccoli di-mensioni. Una scelta ampia e variegata a cui siaggiunge anche l’offerta di preparati pronti daportare via, come ‘calamari, finocchi e zeste di li-mone’, ‘insalata di polpo alla catalana’ e ‘alici ma-rinate secondo tradizione’. Una soluzione gustosae comoda da consumare in casa o in ufficio.

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Via Duccio di Buoninsegna, 25 (EUR Serafico) - 00142 Roma - [email protected]

Aperto a cena tutti i giorni tranne la domenica e il lunedì.

Chiuso il lunedì a pranzo

www.ristorantelivello1.it

La Pescatoria Via Duccio di Buoninsegna, 2300142 - Roma - Tel. 06 5037472

Per prenotazioni: Tel 06 5033999

All’interno de La Pescatoria si possono compe-rare anche pasta, vino, olio e altri prodotti di qua-lità per completare la propria ricetta homemade. L’eccellenza e la freschezza del pesce sono ilpunto di forza di Livello1, un ristorante arredatoin modo ricercato in cui gli elementi di terra e dimare si fondono con grande stile. Conquista losguardo la grande vetrata con la cucina a vistada dove si può vedere il lavoro realizzato dallabrigata. Livello1 è un locale perfetto per realiz-zare dei business lunch e dinner ma anchedelle cene informali avvolti da un’atmosfera dav-vero unica. A dirigere la rotta della cucina cipensa lo chef Mirko di Mattia che nei suoi piattiunisce tradizione e originalità per esaltare al me-glio, senza mai stravolgere, la qualità del pesce.La direzione della sala è affidata ad Andrea Lom-bardo e ai suoi ragazzi, sempre pronti a consi-gliare e coccolare i clienti per far vivere unapiena esperienza di gusto. Il menu cambia perio-dicamente a seconda della stagionalità ma nonmancano dei must, piatti ormai simbolo del ri-storante. Si comincia con il Causushi, ispiratoalla causa rellena, composto da una patata conlime e peperoncino avvolta da carpacci di pesce

e crostacei. La ‘Carbonara dei Ricci’ fatta conguanciale, pecorino romano e polpa di ricci dimare conquista il palato ma anche la vista, grazieal piatto a forma di uovo con cui viene general-mente servita. La creatività e l’equilibrio dei sa-pori spiccano anche nei secondi di branzino,ricciola, black cod e tanti altri tipi di pesce chevariano a seconda delle stagioni. Da non perdere i dolci, ricercati e mai banali.Ecco qualche golosa proposta: Alice, un gelatodi more, spugna di lamponi, mousse di mirtilli eterra di cioccolato presentato proprio come unpiccolo paese delle meraviglie. È dedicata adArgentina, nonna dello chef, una spianatoia com-pleta di uova, farina e mattarello realizzata in ver-sione dolce. Un dessert di grande effetto. Il pesce sbarcaanche nel dolce con il Risotto al riccio, un risottomantecato fatto con riso soffiato, ganache gua-naja, pepe di Sichuan e gelato al riccio. Cocktailclassici e miscelati sempre nuovi accompagnanoi piatti del ristorante Livello1. Curata anche lalista dei vini che annovera produzioni limitate, vi-tigni autoctoni, vitigni antichi e etichette di pic-cole cantine ma di grande qualità.

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Di GIANLUCA PIGNATARO

Caro Gianluca, io abito da alcuni anni in un Condominio nel quale mi trovo molto bene,ma da quando il Comune ha deciso di attivare la raccolta “porta a porta” dei rifiuti,riceviamo molto spesso delle multe da parte dell’Ama.Probabilmente i miei vicini di casa non sono così attenti nel conferimento dei rifiuti o invece l’Amaè particolarmente scrupolosa riguardo come viene effettuata la raccolta dei rifiuti del nostroCondominio. Come è possibile difendersi dalle multe dell’Ama?La ringrazio anticipatamente peri consigli che vorrà fornirmi, la saluto cordialmente e rimango in attesa di una sua cortese rispostaMaria Rosaria

Gentile Maria Rosaria, occorre preliminarmente ribadire che la gestione dei rifiuti urbani costituisceattività di pubblico interesse finalizzata ad assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlliefficaci in relazione alla specificità e pericolosità dei rifiuti.Dove è attiva la raccolta porta a porta il conferimento dei rifiuti deve essere effettuato esclusivamenteseguendo le indicazioni fornite dai provvedimenti attuativi adottati dall’Amministrazione ovvero dalsoggetto gestore, il quale assegna solitamente dei contenitori dedicati. Tali contenitori devonoessere custoditi dall’utenza: il Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani - Deliberadel Consiglio Comunale di Roma n. 105 del 2005, stabilisce che è fatto obbligo agli utenti dicustodire mantenere e utilizzare correttamente i contenitori assegnati rispettivamente all’utenza oal Condominio con le corrette modalità ed in luoghi idonei o in ambienti a ciò destinati. Fatte salvela competenza degli enti preposti per legge al controllo, il gestore del servizio attiva la vigilanza peril rispetto del Regolamento, comunicando all’Amministrazione le violazioni amministrative agli obblighiprevisti dal già citato Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani. Ecco spiegato, inbreve, il perché delle multe! Detto questo, purtroppo Maria Rosaria, nella sua mail non ha specificato la precisa ubicazione deicassonetti in questione; cioè se essi sono posizionati all’interno dell’area condominiale o in areaesterna sebbene contigua. Tale circostanza è infatti fondamentale ai fini dell’applicabilità dell’art. 6L. 689/81, che sancisce la responsabilità in solido del Condominio in quanto le violazioni contestatead utenze domestiche condominiali, nel caso sia impossibile accertare la responsabilità dei singolitrasgressori, comportano l’applicazione delle sanzioni nei confronti dell’amministratore condominialequale rappresentante del medesimo Condominio. Ma questo principio di solidarietà non può ritenersi applicabile quando i contenitori dei rifiuti,concessi dall’Azienda Municipalizzata in comodato ai condomini, sono posti sulla pubblica via.L’opposizione riguardo le violazioni relative alla raccolta differenziata che si assume errata si proponedavanti al giudice di pace la cui competenza rientra nelle materie inerenti le sanzioni amministrative,mentre ci si oppone davanti al tribunale quando la sanzione è stata applicata per una violazioneconcernente disposizioni in materia di tutela dell’ambiente dall’inquinamento. Sperando di esserlestato comunque di aiuto, la saluto cordialmente.

A tu per tu con chi sa tutto su casa e condominio Hai sempre desiderato di poter avere un amico Amministratore che potesse dare risposta a tutti i tuoi que-siti riguardanti le più diverse tematiche condominiali? Da oggi su Target, avrai la possibilità di rivolgerti adun professionista Gianluca Pignataro. Aspettiamo le tue e-mail e speriamo di poter soddisfare con le nostrerisposte tutte le tue perplessità! Scrivi a: [email protected]

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