Osservazioni discarica cerignola

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OGGETTO: Osservazioni sulla raccolta differenziata e sulla procedura di rilascio di V.I.A./A.I.A. gennaio 2012

impianto complesso di trattamento/smaltimento dei rifiuti a Forcone-Cafiero, Cerignola.

Premessa

Il Coordinamento no rifiuti del Basso Tavoliere, che riunisce cittadini e associazioni dei Comuni del bacino-consorzio ormai "ex ATO FG4", dal 2010 organizza sul territorio iniziative di corretta informazione e sensibilizzazione su tematiche ambientali e di promozione della strategia rifiuti zero, rivolte alla collettività e alle pubbliche amministrazioni e alla stessa SIA Srl.. Tra queste la duegiorni di convegno a Cerignola il 26/27 novembre 2010 in collaborazione col Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori, in provincia di Lucca, la prima municipalità italiana (45.000 ab.) ad aderire a tale strategia.

LE PRESENTI osservazioni si riferiscono all'intera procedura VIA coordinata alla procedura di AIA, (Cerignola e discarica consortile in mappa) in corso presso il Servizio Ecologia (assessorato all'ambiente) della Regione Puglia dal febbraio 2011. In particolare, si prende in considerazione la questione del sesto lotto e dei suoi risvolti negativi diretti e indiretti sull'intera procedura1.

In primis, va puntalizzato, rispetto alla discussione tenutasi durante il "vertice" dei Comuni del consorzio (Cerignola, Unione dei Cinque Reali Siti e i tre Comuni della provincia BAT Margherita, Trinitapoli e San Ferdinando) presso la discarica di Forcone-Cafiero, convocato il 14 novembre 2011 dall'assessore provinciale all'ambiente S. Pecorella su proposta del consigliere provinciale R. Pezzano, vertice al quale lo scrivente Coordinamento ha preso parte come "uditore", che:

- diversamente da quanto asserito dal consorzio di bacino, il sesto lotto non è stato progettato per accogliere terriccio da destinarsi alla copertura degli strati del realizzando quinto lotto;

- contrariamente a quanto asserito dallo stesso, non sono disponibili le analisi dei flussi da destinarsi alla futura di discarica o, comunque, si tratta di dati molto ambigui.

1 Tale modifica potrebbe ha a sua volta come effetto l'incremento a 10 MW della potenza termica dell'impianto di recupero energetico da biogas, rispetto a quanto previsto inizialmente (3 MW) .

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Nondimeno, la questione del sesto lotto riguarda direttamente l'intera procedura VIA/AIA attuale, in quanto: 1. sintomatica di una programmazione dello smaltimento che non tiene erroneamente in considerazione l'incremento delle prestazioni di raccolta differenziata attraverso il passaggio obbligatorio allo standard del porta a porta spinto e le pratiche di riduzione dei rifiuti, come da traguardi di legge del Dlgs 22/97 (cd. Decreto Ronchi); 2. sintomatica degli aspetti patologici che attanagliano l'attuale organizzazione del ciclo rifiuti in Capitanata e in particolare nel bacino del Basso Tavoliere, dove la chiusura del bilancio della SIA (azienda di proprietà pubblica che gestisce il centro di Forcone-Cafiero per conto dei nove Comuni consorziati, oltre che la nella gran parte di essi anche la raccolta) dipende dalla quantità di rifiuti che vengono accolti attualmente da circa la metà delle sessantuno municipalità della provincia di Foggia, con conseguente stallo delle percentuali di differenziata.

Per altro, a differenza del quinto, il sesto lotto non rientra nelle programmazioni e nelle politiche locali di Cerignola e del bacino, le quali hanno già definito una volta per tutte un processo di consultazione/deliberazione anche attraverso il ricorso al forum di agenda 21 locale: queste risultanze sono poi confluite nella definizione della Valutazione Ambientale Stratetica (VAS) del Piano d'Ambito, che è lo strumento che deve normativamente e tassativamente orientare gli scenari futuri della RD e della gestione del ciclo rifiuti a livello comunale e intercomunale. Qui, si parla nettamente della esclusuva eventualità/probabilità, a livello di ipotesi, di un sesto lotto dimensionato intorno ai 100-150 mila m3. E' chiaro, dunque, che l'attuale procedura regionale di richiesta e di autorizzazione alla realizzazione di un sesto lotto da 400.000 m3 (il quinto lotto di servizio è di 250.000 m3) va in deroga non solo alle disposizioni vigenti e al prossimo piano regionale della gestione dei rifiuti urbani, ma alla stesso controllo democratico dei cittadini: tale circostanza non può che essere valutata come una violazione della Convenzione di Aarhus sulla giustizia ambientale, l'informazione e la partecipazioni dei cittadini e delle comunità locali nei temi di rilievo per l'ambiente in cui essi vivono. Ma vi è di più: di fatto, la realizzazione degli ultimi due lotti (5° e 6°) delle opere annesse, significa non un ampliamento, bensì un raddoppio della discarica (visto che i primi quattro lotti ammontano a 750.000 m3), impossibile senza una nuova VAS e senza interventi mirati sugli strumenti urbanistici vigenti a tutti i livelli.

N.B.: Ci risulta che attualmente il piazzale della discarica sia ancora sottosequestro, fino a quando non entrerà in funzione il sistema di depurazione delle acque di seconda pioggia, e che vi siano indagini in corso da parte dei carbanieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, in seguito alla denuncia nell'estate del 2010 da parte di un contadino dirimpettaio a causa del deflusso di eventuali percolati nel suo terreno.

Conclusioni (provvisorie): Violazione dei fondamentali principi di "prossimità" delle norme ambientali. Si noti bene che trattasi non di un ampliamento dell'esistente, ma di una vera e propia NUOVA DISCARICA!

Per concludere questa premessa, si sottolinea come le presenti osservazioni siano da riternersi a tutti gli effetti parte da integrare con urgenza nell'attuale procedura in corso alla luce del fondamentale principio dell'autotutela amministrativa.

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1. Osservazioni generali

Nel redigere questo documento, ci siamo serviti dei dati attinti principalmente da tre fonti: – la documentazione relativa alla istanza di VIA e AIA (scaricabile dal sito www.siafg4.it);– il "Piano d'Ambito per la Gestione Integrata dei Rifiuti nell'ATO FG/4", già approvato dalla Regione Puglia (anch'esso sul sito);– il verbale di assemblea del Consorzio d'Igiene Ambientale Bacino FG/4 – Regione Puglia, Reg. N° 38 del 22.11.11 (in allegato).

Avviso A.I.A. V.I.A.

“La S.I.A. Società Igiene Ambientale Consorzio Bacino FG/4 a r.l., ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006, art. 24, commi 1 e 2,

rende noto

che ha presentato istanza per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), secondo procedura coordinata, per l’impianto complesso di titolarità pubblica a servizio del Bacino FG/4, consistente nell’ampliamento ed adeguamento della linea di biostabilizzazione e compostaggio, nell’ampliamento della discarica di servizio/soccorso per rifiuti non pericolosi – 6° lotto, nella captazione con recupero energetico del biogas prodotto nella discarica con sistemazione finale della stessa discarica e nella regimentazione, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche, di percolato e di processo prodotte.

L’impianto è localizzato in agro di Cerignola, contrada Forcone di Cafiero.

Gli atti di progetto, dello Studio di Impatto Ambientale e quelli relativi all’istanza completa presentata sono consultabili presso la sede legale ed operativa della Società, in Cerignola, Strada Vicinale San Samuele, contrada Forcone di Cafiero, nonché sul sito www.siafg4.it.

Chiunque abbia interesse può prenderne visione e presentare proprie eventuali osservazioni entro il termine stabilito di cui al comma 4, art. 24 del D.Lgs. n. 152/2006.

L’Amministratore Unico SIA a r.l. Arch. Francesco Vasciaveo

(http://www.siafg4.it/NEWS/In-evidenza/Avviso-A.I.A.-V.I.A; Bol. Ufficiale della Regione Puglia-BURP n. 191 del 23-12-2010 )

In via preliminare, tale avviso (sopra) non è assolutamente in linea con la LR 11/2001 e s.m.i. ("Norme sulla V.I.A."), in quanto non specificati né il luogo di deposito degli atti né gli orari di consultazione; va verificato se e come siano state fatte le pubblicazioni dell'avviso sui giornali regionali e nazionali o eventualmente anche online; pur essendo SIA srl una società di proprietà pubblica, è quantomeno inconsueta la disponibilità degli atti solo presso la sede del proponente medesimo. Inoltre, sotto diversi aspetti, la documentazione è carente e fuorviante; per es., manca un vero e proprio Piano di Monitoraggio e di Controllo, essenziale al fine di comprendere lo stato attuale e futuribile dell'inquinamento localizzato nell'area della discarica e al fine di definire anche le soglie di compatibilità e sostenibilità a venire.

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2. La relazione geologica

Il ritaglio sottostante è tratto dalla relazione geologica del sesto lotto.

Tale studio risulta comunque carente e non calibrati sul sito specifico, bensì su aree limitrofe, in quanto ricavato ex analogia da studi ormai datati effettuati su precedenti (primi) lotti - realizzati dalla Tra.De.Co. Srl di Altamura negli anni '90 – e si evidenziano criticità relative alla gestione delle acque meteoriche.

Di seguito, si elencano solo alcuni punto meritivoli di approfondimento:

• sarebbe utile almeno un sondaggio a carotaggio fino a 30 metri (meglio 2 o 3);

• la gestione delle acque meteoriche di prima pioggia in apposita vasche (come descritta nel III plico del progetto) non prevede il recupero e il riuso dello "scarico" in loco (quest'ultima può essere considerata una BAT), bensì esclusivamente il loro conferimento ad impianti terzi come rifiuto;

• che trattamento ricevono le acque meteoriche successive, dopo la disoleatura? Tale specifica non si evince dagli elaborati progettuali.

Tali interrogativi rendono problematico accertare le condizioni di coesistenza dell'impianto con le aree agricole adiacenti e i relativi usi irrigui.

Inoltre, non è stata valutata l'incidenza e la possibilità di interferenze del sito con il Parco regionale dell'Ofanto, che dista meno di cinque chilometri dell'area di studio.

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3. Aria (emissioni odorigene e particolato) – Danni all'agricoltura – Sicurezza sul lavoro

Non risulta alcuna documentazione esaustiva sugli effetti che l'aumento di volume della discarica ed il potenziamento o revamping degli attuali impianti (biostabilizzatore, impianto di compostaggio e biogas da 10,5 MW) possono avere sui centri abitati vicini, che sono in ordine Canosa, San Ferdinando e Cerignola.

Lo studio d'impatto ambientale non riferisce delle ricadute in termini di traffico veicolare annesso all'attività di conferimento a Forcone-Cafiero. Esso non si basa, inoltre, sull'essenziale Piano Regionale della Qualità dell'Aria del 2007, che classifica Cerignola fra le 14 città pugliesi con livelli di qualità dell'aria da "fascia C" (ovvero, caratterizzati sia da traffico elevato sia dalla presenza nel proprio territorio di impianti industriali e soggetti a normativa IPPC), con l'obbligo di mettere in atto misure di risanamento dell'aria. Ne consegue che l'affermazione di una 'media criticità/sensibilità' del sito di studio, fatta dal proponente, va approfondita con cautela.

Quanto alla città di Cerignola, vi è da dire che la più volte (dalla popolazione) lamentata assenza di una centralina di rilevamento dello stato di fondo dell'aria – imputabile al proprietario della rete, cioè la Regione Puglia -, pur prevista da diversi anni nei pressi del liceo d'arte (dunque, in una zona del centro ofantino orientata a est/sud-est in direzione Forcone-Cafiero), implica la tanto più necessaria applicazione dei principi di precauzione e di prevenzione; in assenza di questi dati, la situazione della qualità dell'aria nel centro ofantino va assunta - invece, a secondo dello scrivente - come ad alto rischio. Per di più, di recente, la periferia a sud-est della città (Fornaci) è stata interessata dal passaggio di colonie di gabbiani, da alcuni attribuito alle condizioni igieniche precarie della discarica.

Ma vi è di più. Non solo vi è un danno d'immagine, che già arreca la discarica a Cerignola e alle sue attività produttive (come il marchio "la Bella di Cerignola"), legato specialmente durante i periodi d'ingente arrivo di flussi di rifiuto indifferenziato da tutta la Puglia e legato al continuo parlare di "emergenza" da parte della politica, anche quando ci sono tutte le condizioni per pianificare programmando. Vi è pure un reale pregiudizio per la qualità dei terreni circostanti e dei prodotti. A tal proposito, nello S.I.A., si legge: "Non si sono raccolte notizie di alcun tipo di danno oggettivo sulle piante coltivate nelle aree circostanti il sito in esame." Tale notizia è da verificare attraverso studi da effettuarsi su campioni di terreno e di diverse coltivazioni (vito, ulivo, pescheti, mandorleti, ecc.) presenti nella zona del Forcone di Cafiero ed un'eventuale inchiesta pubblica estesa ai produttori della zona.

Per concludere questa sezione, è necessario accennare alle condizioni igienico-sanitarie del personale di SIA impiegato presso gli uffici (tutti localizzati a Forcone-Cafiero) e presso gli impianti, alcuni dei quali (come il biostabilizzatore) possono recare gravi danni alla salute del personale, ed alle condizioni di pressione psicologica e fisica per l'intensità dei turni che può verificarsi specialmente in periodi di punta legati alla risoluzione di "emergenze di strada", che hanno portato nel 2011 forse alla morte di un lavoratore presso la discarica di Foggia.

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4. Aspetti della pubblicità dell'iter autorizzativo in corso

Non è possibile che l'ufficio del "pubblico" (in questo caso, la sede legale del Consorzio presso il Comune di Cerignola e la stessa pubblica amministrazione, oltre agli altri comuni del bacino) non sia in possesso degli atti relativi alla procedura attualmente in corso e dei risultati dei monitoraggi della discarica. Essi, invece (come dimostra il documento rilasciato dal Comune di Cerignola, in seguito a nostra istanza – a sinistra), sono accessibili solo negli uffici dell'azienda SIA, che pur essendo "braccio operativo del consorzio", resta pru sempre una società e non una PA, ed in questo caso specifico la proponente dell'opera. Tali uffici, localizzati in mezzo alle campagne in Contrada San Samuele, sono peraltro inaccessibili con il trasporto pubblico locale.

Oltre a non essere soddisfatti i prerequisiti sulla corretta informazione del pubblico, mancano anche quelli di una piena trasparenza. La relazione generale del sesto lotto, come si evince da diversi passaggi (tra cui quello nel ritaglio sotto), risulta essenzialmente da un copiaeincolla di quella del quinto.

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5. Analisi costi-benefici ("alternativa zero")

In particolare l'istanza di AIA è carente nella considerazione delle BAT (migliori tecniche disponibili) quanto ai "cross-media effects", metodologia che permette di determinare – da un punto di vista IPPC - le tecniche/tecnologie alternative, la trasparenza nel bilancio fra costi e scelta delle migliori opzioni al fine di un'elevata protezione dell'ambiente e della salute.

L'investimento per il 6° lotto è, di contro, di una cifra riguardevole: quasi 11 mln di euro (in previsione).

Inoltre, quando si costruisce una discarica, difficilmente (questo è il caso) si pensa alle future generazioni, che di fatto vengono indebitate degli oneri di lungo termine di obbligo di messa in sicurezza permanente, monitoraggio e bonifica di una discarica dismessa. Questo non è solo il caso delle discariche di vecchia concenzione a Forcone-Cafiero (dal 1° al 4° lotto). In più, in assenza di un adeguato piano di bonifica post-esercizio, sarebbe possibile per SIA srl chiudere i battenti e lasciare la situazione debitoria in carico ai Comuni o massimizzare i profitti di gestione accumulando debiti strutturali, in assenza di qualsivoglia autorità di "audit".

Però, in pratica, i costi di gestione in esercizio e post-gestione della discarica non saranno mai inferiori al costo unitario di gestione in uno scenario di raccolta differenziata porta a porta spinta: proprio perché mentre quest'ultimo comporta anche un vantaggio per la collettività attraverso la rivendita delle materie prime seconde così raccolte, il primo comporta solo oneri. E' chiaro che questi principi secondo cui rifiuti sono una risorsa e non un problema non sono ancora entrati nella filosofia aziendale di SIA e nelle politiche ambientali del consorzio.

In uno degli ultimo verbali d'assemblea del Consorzio (in allegato), nella "relazione dell'amministratore unico SIA FG/4 srl - Tariffe e impianti di trattamento e smaltimento" - approvata con delibera del Consorzio e recapitata all'autorità ambientale competente in Regione del Settore Gestione Rifiuti e Bonifica (dirigente: Giovanni Campobasso) nell'ambito della pianificazione attuale (è in corso la Valutazione Ambientale Strategica del nuovo Piano Regione di Gestione dei Rifiuti Urbani), si descrivono tre scenari ipotizzabili di RD con relativi tempi di esaurimento del sesto lotto: a) 20% - 11 anni; b) 40% - 15 anni; c) 50% - 16 anni; d) 60% - 16 anni utili. Alcune precisazioni sono dovute (a partire dalla constatazione che questi tempi di esarimento riguardano già il sesto, e non il quinto lotto, che si dà già per esaurito):

– questi scenari sono improponibili e impresentabili, tanto più in fase VAS regionale, finché lo scenario di legge del 65% al 2012 del Decreto Ronche, anticipato al 2011 dalla Legge Finanziaria del 2007;

– tutti gli scenari devono partire obbligatoriamente dalla separazione delle frazioni secco-umido

Ancora: Nella progettazione manca una previa considerazione dell'opzione "do nothing", la quale porterebbe a ipotizzare la possibilità di non costruire affatto il sesto lotto, eliminandone di fatto la necessità attraverso l'adozione da parte del Consorzio di politiche a "0 rifiuti".

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La strategia rifiuti zero rappresenta uno scenario alternativo, che però non è stato preso in considerazione.

Di seguito, il Coordinamento vuole concretizzare la propria proposta alternativa di gestione (riservandosi di discuterla in un tavolo a tema):

lo scenario "zero waste" si compone essenzialmente di interventi di riduzione a monte (ricerche LCA e "prevenzione" in ottica di resposanbilità estesa del produttore-"consumatore"-cittadino), gestione dei residui con impianti TMB "a freddo", raccolta PAPS e educazione ambientale/informazione, tariffazione puntuale.

Invece di investire 11 mln di euro in una nuova discarica, è ragionevole - invece - progettare già adesso un impianto in grado di trattare i residui di una raccolta differenziata di porta a porta, che verrebbe messo a guardia, cioè prima, davanti ad una discarica controllata (questa può essere una sezione dello stesso realizzando quinto lotto), con annesso centro di ricerca sui materiali non riciclabili secondo metodologie di Life Cycle Assessment "dalla culla alla culla" (cradle to cradle), anziché, "dalla culla alla tomba" e di eco- design.

Il progetto di un simile impianto per la gestione dei RUR (residui rifiuti urbani) ci è stato gentilmente concesso dal progettista E. Favoino.

Impianto di estrusione e trattamento "a freddo" dei residui di una raccolta porta a porta spinta in ottica rifiuti zero realizzato a Nova Scotia (diapositive di Paul Connett)

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6. Ristoro ambientale e inceneritori

Come affermato all'inizio delle presenti osservazioni, e ripreso nel paragrafo precendente, a proposito della relazione dell'ex ATO FG4 consegnata al Settore regionale Ciclo dei Rifiuti e Bonifica, mancano elementi che permettano di quantificare con certezza i cd. "flussi" da destinarsi all'impianto complesso di Forcone-Cafiero, né sono evidenti le percentuali di incremento della RD da prevedersi in futuro ...

La chiarificazione dei flussi di rifiuti per quantità, qualità e provenienza è preliminare ad ogni intervento. Sotto questo aspetto, la relazione presentata da SIA e approvata dal consorzio-bacino sembra volutamente vaga. Infatti, si potrebbe mirare a qualificare come giustificato l'attuale "stato di cose", che è in realtà il prodotto di deroghe provinciali-regionali, di malagestione dei rifiuti da parte dei Comuni (spesso, pure cattivi pagatori), di autorizzazioni rilasciate (Foggia, Deliceto, Orta Nova), e a volte poi ritirate abusando forse lo strumento dell'autotutela, con la firma quasi sempre degli stessi imprenditori (come Agecos) e funzionari pubblici, di aspetti, come si è detto, "patologici" nei piano aziendali e nelle politiche ambientali dell'attuale ciclo rifiuti in Capitanata e specialmente nel Basso Tavoliere.

Prima di rilasciare ogni parere o valutazione, è necessario prendere in considerazione il carico di inquinamento che già attualmente sopporta il territorio ofantino, anche in considerazione del fondamentale principio "chi inquina paga" alla base delle norme ambientali (Cerignola, in passato, ha prestato la propria solidarietà fino ad accogliere rifiuti indifferenziati provenienti dal Salento nei periodi di commissariamento regionale). Ma tali dati non sono stati resi noti al pubblico e non sono parte – ad ogni modo - dello SIA della nuova discarica, mentre solo scarsa attenzione è lesinata alla invece prioritaria azione di bonifica dell'esistente, prima di trovare altri "buchi".

Non è accettabile, in base alle disposizione vigenti, uno SIA che non prevede al suo interno - sin dall'inizio - misure di compensazioni ambientali in un'ottica di prevenzione e precauzione integrata. Non è accettabile - vista anche la commistione di interessi, non certo virtuosa, fra politica e ciclo dei rifiuti, particolarmente rifinita nell'ex ATO FG4 - che, in base alle leggi regionali, il "ristoro ambientale" previsto per i Comuni che ospitano impianti insalubri molto impattanti e rischiosi e per quelli contermini venga utilizzato per impinguare le casse comunali, e non per azioni di salvaguardia della salute e del territorio e di riduzione dell'inquinamento. Non è possibile leggittimare di fatto una situazione insostenibile, che (emblematicamente) vede il rifiuto indifferenziato delle Isole Tremiti dopo un viaggio di giorni passando per il Molise, arrivare a Forcone-Cafiero in uno stato putrescente e percolante, ormai rifiuto speciale, con conseguenti emissioni di CO2 e senza un piano dei trasporti predisposto dall'assessorato di competenza.

L'unica compensazione ambientale che il territorio del Basso Tavoliere, ed in particolare di quello di Cerignola, dove è attualmente sospesa da poco l'attività dell'inceneritore di rifiuti sanitari Ecocapitanata per sforamenti di 16 volte dei limiti di diossina, è l'inceneritore del Gruppo Marcegaglia, nel territorio comunale di Manfredonia, ma a due passi dalla frazione di Borgo Tressanti e da coltivazioni pregiate.

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Ci riserviamo di presentare altri elementi in un confronto permanente con i soggetti interessati, cioè la Regione Puglia, la SIA srl. e il consorzio di bacino ex ATO FG4, etc., relativamente alla nostra proposta alternativa di gestione pubblica e virtuosa del ciclo dei rifiuti.

In conclusione, si chiede all'autorità procedente di non rilasciare l'autorizzazione per quanto riguarda il sesto lotto, fin tanto che gli aspetti sopra esposti e tutte le criticità nello S.I.A., nelle strategie industriali e nelle politiche aziendali pubbliche del Comune di Cerignola e delle altre otto municipalità consorziate non siano chiariti preliminarmente.

La mancata partecipazione e il mancato coinvolgimento (informazione) dei cittadini e delle associazioni costituenti il pubblico interessato rappresentano riserve da sciogliere con assoluta priorità.

Va accettata la nostra richiesta di riattivare il forum intercomunale di agenda 21 locale e/o tavoli di concertazioni.

Comitato spontaneo di cittadini e associazioni a difesa della salute e del territorio e per la strategia rifiuti zero e stili di vita e consumo virtuosi."Non c'è saggezza, dove esiste la parola rifiuto".

[email protected] --- http:// noinceneritoretressanti.blogspot.com

Dieci passi verso rifiuti zero:

1. separazione alla fonte 2. raccolta porta a porta 3. compostaggio

4. riciclaggio 5. riduzione dei rifiuti

6. riuso e riparazione 7. tariffazione puntuale 8. recupero dei rifiuti 9. centro di ricerca e riprogettazione 10. azzeramento rifiuti

Soprattutto responsabilità estesa del produttore = km 0 e prodotti "alla spina", - sprechi e consumi.