OSPEDALE TERRITORIO ABBATTERE BARRIERE, COSTRUIRE …1. Emilia Romagna = Nuclei di Cure Primarie...
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Sesto Congresso Co.Si.P.S.
Collaborazione tra Professionisti per una Sanità moderna ed efficace
Convegno ECM
OSPEDALE TERRITORIO – ABBATTERE
BARRIERE, COSTRUIRE PONTI
Roma 8-9 Giugno 2018
Integrazione Ospedale –Territorio –criticità rilevate e proposte da parte delle associazioni dei cittadini
Elio Rosati
Segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio
Monitoraggio Servizi sul territorio
14 REGIONI
36 ASL
82 DISTRETTI14 UCCP
FOCUS CURE DOMICILIARI + ESPERIENZA
di SALUTE
LEGGE 189/12 (Ex Decreto
Balduzzi)
PIANO DELLE CRONICITA’
PATTO PER LA SALUTE
D.M.70/15AFT + UCCP
RICONVERSIONE STRUTTURE
STRUTTURE di CONTINUITA’
RETI x INTEGRAZIONE OSPEDALE –
TERRITORIO
RIORGANIZZAZIONE SERVIZI
IL VISSUTO DEI PAZIENTI
SIGLE e MODELLI
DIVERSI
REGIONI VERSO
2 FORME di
ASSOCIAZIONIS
MO
REGIONI CHE
MANTENGONO
PRECEDENTI ASSETTI
ORGANIZZATIVI
o
NE INDIVIDUANO DEI
NUOVI
COORDINAMENTOATTIVITA’ MMG +
ALTRI PROFESSIONISTI
SANITARI
UCCP
revisione e
riorganizzazione dei
processi assistenziali
AFT fenomeno abbastanza consolidato (70%):
1. Emilia Romagna = Nuclei di Cure Primarie (NCP),
2. Lazio = Unità di Cure Primarie (UCP),
3. Piemonte e Umbria = Equipe Territoriali.
43% = Presenta funzioni aggiuntive (Piemonte,
Toscana e Veneto) - % residua o non risponde o non
le ha previste.
Puglia e Valle d’Aosta che non indicano aggregazioni
assimilabili alle AFT segnalano la presenza di forme
di associazionismo “ante Balduzzi”
QUALCHE NUMERO per le AFT:
di 15 in Campania ad un di 597 nel Lazio.
Veneto: AFT di PLS sono 37 su un totale di 269;
Umbria: AFT di PLS sono 17 su un totale di 62.
Nelle restanti Regioni le AFT di PLS o non sono
presenti o la risposta non è pervenuta.
Emilia Romagna: 204 AFT tutte di MMG.
- Funzioni delle AFT: riportate negli atti regionali
(75%);
- Esplicitazione criteri per il coordinamento delle
AFT (e delle UCCP) = 62% dei casi.
Dato comune a tutte le Regioni: assenza di
“AFT” di medici specialisti.
TUTTAVIA: specialisti aggregati in AFT ai sensi
dell'Intesa Stato-Regione del 17 dicembre 2015
presenti:
- USL di Ferrara, USL di Bologna,
- ASREM Molise,
- ASL “Città di Torino” e ASL TO 5,
- AUSL Toscana Nord.
UCCP o le strutture assimilabili
- meno frequenti (40%) e strutture con una
denominazione differente.
Campania = Strutture Polifunzionali della Salute
(SPS),
Emilia Romagna e in Piemonte = Case della Salute
(n=87 e n=32)
Veneto = Medicine di Gruppo Integrate (n=58).
unica regione ad aver attribuito alle UCCP, con
specifico atto regionale, funzioni aggiuntive
Le UCCP: si differenziano in virtù delle
caratteristiche territoriali e demografiche ma tutte
dovrebbero possedere una dotazione strutturale e
strumentale minima per l’efficace svolgimento
delle attività assistenziali.
A tali requisiti risponde solo
un 38% delle Regioni.
Le indicazioni regionali per attivare ambulatori
dedicati a patologie croniche o rare e per
fragilità nelle UCCP si fermano al 40%
STRUTTURE di CONTINUITA’
Hospice Lazio (26), Emilia Romagna (22), Veneto (20) e Toscana (24)
Ospedali di Comunità caratteristica della Toscana (41 strutture);
Unità Riabilitative Territoriali investimento del Lazio (140 URT).
RSA RSA
STRUTTURE di CONTINUITA’
• 1 di Molise, 109 del Veneto, 4 in Campania, 8 in Puglia, 26 in Toscana e 11 in Umbria (Media 22,7)
Centri diurni ambito
Alzheimer
• 6 in Puglia e Umbria, 309 in Veneto; assenti nel 40% delle Regioni.
Centri diurni per pazienti
affetti da autismo
• 3 di Molise, 69 di Toscana passando
per 21 di Puglia e Piemonte e 28 in
Emilia Romagna (Media 29,8)
Centri diurni
ambito salute
mentale
84% dei distretti ne riferisce la presenza
Garantisce il collegamento tra le
strutture ospedaliere e i servizi
territoriali
Centrale della continuità o struttura equivalente
Solo il 39% si occupa dell’inserimento dei
pazienti in strutture residenziali (RSA) e
dell’individuazione dei pazienti da trasferire in
hospice
Modelli di governo della dimissione dei
pazienti diversi?
1. Sportello unico integrato sociosanit.(Dis.16 Sestri
Levante)
2. Uff. Dimissioni Protette (P. O. – Dis. di Fabriano)
3. Punto di Coordin. Assistenza Primaria CEMPA
(Distretto Appennino Bolognese)
4. Punto di Coordin. Assistenza (PCAP nel distretto Città
di Bologna e San Lazzaro di Savena)
5. Punto Unico di Accesso (PUA - Dis. Fiumicino + altri)
6. Centrale Operativa Continuità Assistenziale (Dis.
Alessandria e Casale Monferrato)
7. Nucleo Distrettuale per la continuità delle cure
(Distretto TO 1, 2, 3);
8. Altro …
Centrale della continuità o struttura equivalente
Come viaggiano le informazioni sul territorio
90% = è presente un sistema informatizzato regionale
nel 56% = integrato con il sociale e capace di garantire la
lettura dei PDTA (E. Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana, Veneto).
A livello distrettuale = il sistema informatizzato garantisce
l'interoperabilità con:
- MMG in AFT (20%),
- PLS in AFT (20%),
- Specialisti Ambulatoriali in AFT (12%)
E’ integrato con il sociale nel 41% dei Distretti.
Reti a forte integrazione ospedale-territorio
100% Rete Terapia del Dolore (Livello regionale);
40% Rete Neurologica
Alle crescenti necessità di assistenza e di cura di cittadini
affetti da malattie che colpiscono il sistema nervoso (es.
Morbo di Alzheimer, la malattia di Parkinson, la Sclerosi
Multipla) non pare esserci pronta risposta
La Rete Cure palliative vede maggiormente
protagonista il distretto con i suoi servizi ed è
presente nel 78% dei casi.
I PDTA
Nella maggior parte dei casi sono promossi
dalle Regioni e dalle Aziende sanitarie.
Molise = La Regione con maggior numero
(seguita da Lazio e Emilia Romagna):
Dato interessante se si pensa che fino al
2014 tali percorsi erano una prerogativa
delle regioni Centro-Nord
Centri unici di prenotazione e sanità digitale
70% = si possono prenotare (a livello aziendale):
75% Prestazioni sanitarie;
72% Visualizzare appuntamenti prenotati;
67% Annullare o modificare uno o più
appuntamenti;
69% Pagare le prestazioni.
Consultare o ricevere referti online (sì
75% delle ASL) tuttavia:…..
L’interoperabilità tra i servizi è completa in 1
regione su 3 (33%);
A livello aziendale i servizi sono collegati tra loro
solo nel 59% dei casi, a livello provinciale nel 7%.
96% = Accesso ai referti con il download da parte
del cittadino
74%= professionisti/operatori sanitari possono
consultare i referti
FSE = realizzato dal 56% delle aziende mentre
ancora un 44% fatica a decollare.
Centri unici di prenotazione e sanità digitale
Dentro le mura domestiche: l’esperienza dei
pazienti
L’assistenza domiciliare è
erogata dai distretti secondo un
sistema misto nel 51% dei casi da:
76% = Coop. di servizi socio-sanitari e/o
società di servizi;
40% = Associazioni di volontariato;
10% = Enti religiosi;
29% = Altro (29%).
Solo il 41% dei distretti (o delle ASL) che ha
esternalizzato i servizi ha interesse a
sapere se ci sono aspetti su cui i cittadini
non sono soddisfatti:
- 2 su 5 si impegnano a fare un’analisi
quali-quantitativa dei reclami ricevuti dai
cittadini sulla qualità dei servizi, ausili e
presidi erogati nell'ambito delle cure
domiciliari.
Dentro le mura domestiche: l’esperienza dei
pazienti
Dentro le mura domestiche: l’esperienza dei
pazienti
1. Lavorare sul supporto alle famiglie e sul
supporto alle competenze per giungere ad una
maggiore autonomia di intervento;
2. Piano di assistenza individuale (PAI) costruito
in poco più di 1 caso su 2 col paziente (54%) e
in 2 casi su 3 con il famigliare (66,7%);
3. L’assistenza risente della mancata disponibilità
di tempo da parte dello specialista;
4. A 1 familiare su 5 ed a 1 paziente su 3 non
viene comunicato il PAI.
• 2 pazienti su 5 non hanno avuto informazioni su come prevenirle o gestirle
• 1 su 5 dichiara l’insorgenza delle lesioni dopo l’avvio delle cure domiciliari.
Lesioni da
decubito
• Nell’80% dei casi non si è formati a gestire il dolore e in stessa misura il dolore non viene nemmeno misurato e gestito dall’equipe di cura.
Gestione del
dolore
Figure sulle quali i cittadini vorrebbero
poter contare
• OSS 31,5%
• Medico specialista 25%
• Psicologo 22,8%
• Poco conosciuti i terapisti occupazionali (0,86%)
Come migliorare l’assistenza domiciliare
• Coinvolgimento nella definizione del PAI (23,5%),
• Facilità di accesso al servizio (23,3%)
• Aumentare i minuti dedicati alla fisioterapia,
• Migliorare la tempestività nell’attivazione (1 cittadino su 5 ha atteso oltre 10 giorni)
• Tempestività consegna ausilii (1 cittadino su 4 attende oltre 30 giorni)
… Vorrei che l’orario di
intervento a domicilio fosse
rispettato
…. ma hanno detto che non
era possibile …
Sei proposte per «aggredire» i nodi
Prima proposta
• Stato e Regioni
definiscano il DM 70
dell’assistenza
territoriale
• Nuova convenzione
con medici e pediatri di
famiglia: accelerare su
confronto Stato-Regioni-
Sindacati e Associazioni
di cittadini
Seconda proposta
Accessibilità reale ai servizi quando se ne ha
bisogno:
- Tempi monitorati esattamente come accade
per visite, esami, ricoveri anche per ADI,
protesi, etc.
- Diffusione/presenza servizi
Terza proposta
Strategia chiara e condivisa per comunicazione e
diffondere la conoscenza di servizi: offerta, modalità
di accesso e gestione
Quarta proposta
Scongiurare che dietro il provvedimento ci sia il
nulla (o che nulla cambi di fatto per i cittadini)!
• PDTA
• Reti cliniche
MA
No sistema informativo e
informatizzato
No informazioni ai cittadini
Quinta proposta
Misurare l’assistenza territoriale nei sistemi
istituzionali di valutazioni per qualità, sicurezza,
accessibilità, esiti salute, uso risorse
Sesta proposta
Usare sui territori i risultati e i dati raccolti per
produrre il cambiamento che serve ai
cittadini e migliorare i servizi
1° EDIZIONE
• Migliorare la relazione tra il medico e il paziente: trattamento clinicoimportante ma non sufficiente. Necessario rapporto empatico e di fiducia
• Creare corretta informazione relativa ai diritti e doveri
• Paziente deve diventare sempre più cosciente importanza partecipazioneattiva, informata per raggiungere un risultato terapeutico
• Restituire alla relazione il ruolo centrale nel percorso di cura e laconsapevolezza che professionista sanitario e cittadino/paziente sono iprotagonisti indiscussi e devono operare in modo sinergico
• Il tempo dedicato all’informazione e alla relazione è cura
Per non mandare in crisi il rapporto tra medico e paziente ognuno deve fare la sua parte
TAVOLO DI LAVORO
• Riunione con tutti i componenti del tavolo;
• Presentazione dell’impianto strategico e gli obiettivi della campagna informativa;
• Partecipazione proattiva sui contenuti, toni e finalità dei messaggi ;
• Messa a punto del decalogo e del vademecun , base della campagna.
AFADOC- AIL- AIOP- ASBI-ANMAR- ANTEA- AIPAS- ASS. RENI-BPCO- FAIS- FAND-FEDERAZIONE CURE PALLIATIVE- FIMMG-FIMP-FORUM TRAPIANTATI-MINISTERO DELLA SALUTE-NADIR- ORDINE PSICOLOGI DEL LAZIO- PROF. SILVIO BRUSAFERRO- SIDERMAST-SIFO- SIMBA- SIN- SUMAI
• Lavoro a distanza;• Interazioni via mail e telefonate;• Scambio di contributi;• Massima partecipazione, attenzione
e volontà di contribuire alla costruzione di contenuti riconosciuti e avvertiti rilevanti dal punto di vista strategico.
IL DECALOGO E LA CAMPAGNA
Dieci consigli, regole, principi e comportamenti a cui fare riferimento per essere piùconsapevoli dei rispettivi diritti e doveri per una nuova alleanza alla base della cura
I contenuti hanno l’obiettivo di ricostruire un rapporto in crisi, restituendo la centralità allarelazione, alla fiducia reciproca e alla comunicazione
Carta Europea dei diritti del malato e Codice deontologico dei medici
Protagoniste le «coppie», con sguardi ironicamente imbronciati, simbolo di una coppia in crisi ma legata. Situazioni domestiche ispirate al decalogo
Toni volutamente «leggeri» per interessare, colpire, incuriosire «non mi guardi più come una volta» «per non mandare in crisi il rapporto tra medico e paziente, ognuno deve fare la propria parte»
Scopri diritti e doveri di medico e paziente su www.curadicoppia.it
IL DECALOGO
IL VADEMECUM
Manuale in cui sono stati approfonditi i diritti e doveri del decalogo con un tonosemplice e comprensibile
Lo scopo:
• Far emergere consigli su stili di vita, abitudini e scelta terapeutiche
• Suggerimenti su come dovrebbero rapportarsi i cittadini con il proprio medico ecome si dovrebbe comportare il medico con il paziente
• Unico progetto sul tema con patrocinio FNOMCEO
• Con il contributo non condizionato di AbbVie
IL VADEMECUM
COSA ABBIAMO FATTO AD OGGI: ALCUNI NUMERI Invio alle circa 300 sedi territoriali: Spedizione circa il 65%
Iniziative locali delle nostre sedi: • Piemonte: 25 gennaio Primo incontro locale sulla sanità territoriale;• Sciacca: 5 giorni dedicati alla campagna, inizio 8 febbraio in occasione dellagiornata « Coriandoli di solidarietà». Diffusione dei materiali: ai dirigenti e operatori sanitari dell’ospedale di Sciacca; utenti e sanitari presso gli ambulatori specialistici, al CUP asp/ag2; punto di ascolto TDM e pronto soccorso ospedale di Sciacca.• Trento: incontri presso l’Università della Terza Età• Tione del Trento: diverse iniziative locali a marzo, aprile e maggio• Giornata Europea dei diritti del malato : maggio a Bruxelles e varie iniziative locali a
partire dal 18 aprile fino a fine maggio
I nostri Partner e non solo…..• F.A.I.S.- Onlus Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati• FIMMG- Federazione Italiana Medici di Famiglia: invio del poster a tutti i federati il
poster invitandoli ad attaccarlo presso gli studi;• Università di Ferrara: «Rapporti di cura nel settore primario e percorsi di malattia»
Dare continuità alla campagna e rafforzare la relazione basata sull’alleanza tra professionisti
sanitari e cittadini per facilitare l’empowerment dei cittadini
Favorire l’applicazione dei contenuti del Decalogo e del Vademecum a livello
regionale
Fare in modo che gli impegni presi da
tutti gli stakeholder in occasione della
presentazione pubblica siano
operativi anche a livello regionale
Rendere operativi i principi e gli impegni del decalogo e del Vademecum a livello
regionale
2° EDIZIONE
A CHI CI RIVOLGIAMO?
• Agli interlocutori regionali
• Livelli che non sono stati coinvolti nella prima annualità della campagna
MA
che possono e devono avere un ruolo per evitare, ad esempio, di produrre documenti che rischiano di rimanere lettera morta
OBIETTIVI
A livello regionale, la comunicazione della campagna e degli incontri sarà supportata dai mezzi e canali di comunicazione messi a disposizione da ciascun partner
Progettualità concrete ulteriori scaturite dagli incontri affinché l’implementazione sia sempre più radicato nel territorio
Eventuali/possibili impegni formali da parte della regione, da costruire , insieme ai partner locali dei tavoli di lavoro
Visualizzazioni
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800
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nazionale
Notizie in Newsletter
Persone Raggiunte: 40.221
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5.992
2555
575
PERFORMANCE ONLINE
www.curadicoppia.it
32% 68% Interessi principali: Lifestyles & Hobbies/Green Living
Enthusiasts
Roma 45-65 anni
Milano 45-54 anni
Età media= 45- 64 anni
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Aggiornata al 23/03/2018