“Oltre il confine: la storia della Rivoluzione di...
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“Oltre il confine: la storia della Rivoluzione di Ottobre”
Kit didattico
INTRODUZIONE La lezione docente è articolata in una riflessione di didattica della storia su spunti di lavoro che si propongono come attività di rafforzamento del percorso manualistico e da una sezione operativa sulla lettura di mappe geostoriche che ripercorrono l’articolata storia dei confini della Russia, dal periodo zarista di Pietro II il Grande (secolo XVII) fino alla costituzione dell’URSS nel 1922.
L’ALTERNATIVA BOLSCEVICA SPUNTI DI DIDATTICA DELLA STORIA Spesso nei manuali scolastici la storia della rivoluzione russa del 1917 subisce un processo di
assorbimento nella fascia periodizzante del Primo conflitto mondiale, secondo una cronologia, 1914-
1991, che non restituisce la complessità concettuale della formazione del sistema politico in URSS a
partire dal 1905 fino alla sua disintegrazione nel 1991.
Se è vero che la prima conseguenza della guerra è il crollo dell’impero russo, cui seguono quello
ottomano, l’austro-ungarico e il tedesco, e che i disastri militari e la miseria accrescono l’avversione
della popolazione civile nei confronti della burocrazia e degli ambienti di corte fino allo scoppio della
rivolta e all’abdicazione dello zar in marzo, è interessante tuttavia rintracciare il filo che costituisce la
base ideale del bolscevismo prima degli eventi bellici.
È possibile in questo senso rileggere il manifesto del Partito Operaio Socialdemocratico Russo che nel
marzo 1898, al termine di un congresso partecipato da soli nove delegati, ne stilò il testo affermando
che la classe lavoratrice russa non godeva di nessuno dei diritti riconosciuti ai lavoratori negli altri
paesi e che intendeva per questo “assumersi sulle sue capaci spalle il fardello della conquista della
libertà politica. Questo è solo un passo indispensabile, e tuttavia solo il primo, per portare a
compimento la grande missione storica del proletariato, per realizzare un ordine sociale nel quale non
ci sarà più posto per lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo.” 1 Di fatto, nel decennio 1890-
1900 esistevano già in Russia embrionali associazioni marxistiche tra i cui membri era inserito il
giovane Lenin.
1 E. Carr, La rivoluzione bolscevica 1917-1923, Einaudi, 1964, pag. 6.
LEZIONE Materiale: scheda pdf
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on In questa prospettiva si ritiene interessante curvare il percorso, anche manualistico, della storia della
rivoluzione del 1917 per prestare un’attenzione trasversale alla costruzione didattica di un vocabolario
politico del ‘900, troppo spesso lacunoso, se non addirittura assente nelle giovani generazioni: la
specificazione storico-semantica di termini e categorie storiografiche avrebbe, infatti, la funzione di
creare un lessico condiviso su parole-chiave come comunismo/socialismo, nazionalismo/totalitarismo,
confine/frontiera, diritti/cittadinanza, rivoluzione/normalizzazione, interdipendenza/isolamento, che
permetta un approccio interattivo con i ragazzi per l’attualizzazione dei significati nel contesto del
tempo presente.
Unitamente alla chiave concettuale, il percorso può essere efficacemente orientato alla valorizzazione
della documentazione iconografica che per le sue caratteristiche consente di evidenziare anche
empaticamente quanto di trasversale e comune si sia sedimentato nel corso del ‘900 lungo l’asse delle
società comuniste e di quelle capitaliste nei linguaggi espressivi dell’arte, anche di tipo
propagandistico, e della comunicazione in generale, sia essa a stampa o tramite la fotografia e il
cinema.
E proprio al cinema, testimone ed espressione delle grandi trasformazioni storiche, può essere rivolta
un’attenzione didattica specifica per la sua grande versatilità nel narrare vicende e identificare
testimoni, restituendoci a specchio saggi visivi di forte densità culturale sia sulle tematiche storiche,
sia sulle strategie di costruzione della memoria. Immagini, quelle in movimento, che diventano
strumento efficace per consentire ai meccanismi della memoria collettiva di farsi racconto e diventare
storia.
E poiché ogni problema storico individua una sua scala spazio-temporale con caratteristiche
specifiche, la proposta che si avanza di seguito assume la narrazione dei fatti, dalla caduta dell’impero
zarista alla costituzione dell’URSS, come un sintetico atlante di mappe geo-storiche che intercettano
gli snodi sulla linea cronologica degli eventi: le operazioni cognitive della memorizzazione,
dell’estrapolazione di dati e della verbalizzazione dei processi possono essere assunte nell’attività
didattica come processo inverso allo studio più lineare del testo scolastico.
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on LAVORARE CON IL TEMPO SU MAPPE GEO-STORICHE PROPOSTA OPERATIVA Nella consapevolezza che per conoscere un fenomeno nella sua specificità occorre delimitarlo nelle
direttrici spazio-temporali che lo sintetizzano e lo semplificano rispetto alla narrazione storiografica,
si propone un’attività utile per focalizzare nello spazio e fissare nella cronologia la dinamica storica
degli avvenimenti che hanno trasformato la Russia zarista in URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste
Sovietiche).
Le mappe selezionate aiutano dunque a confinare gli avvenimenti, a misurarne la portata e descrivono
appunto lo spostamento nel tempo dei confini di quella vastissima area geografica per mettere in luce
la complessità degli eventi e la loro densità sociale.
La proposta, abbinata allo studio manualistico degli eventi rivoluzionari nella Russia del 1917, procede
dunque per narrazione di immagini cartografiche che la classe può seguire tanto più interattivamente
quanto saranno richieste sia operazioni di estrapolazione di dati, sia collocazione di aree con città e
zone di azione, nonché la rielaborazione dei processi presentati con la verbalizzazione scritta di una
didascalia da assegnare a ciascuna mappa.
I CONFINI DELLA RUSSIA ZARISTA
La carta mostra l’estensione della Russia in epoca zarista. Era un impero vastissimo e per
comprenderne la storia moderna occorre tener presente questo dato, che lo connota appunto come
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on il più grande stato del mondo. Aveva tuttavia l’esigenza cruciale di poter usufruire di sbocchi sul mare
ad una latitudine conveniente, poiché le sue zone costiere sul Mar Glaciale Artico non offrivano
possibilità di sviluppo. Questa è la ragione delle conquiste che gli zar, in particolare Pietro II il Grande
e Caterina II, operarono annettendo i territori dal Mar Baltico alla penisola della Kamčatka, dall’area
della Lettonia al Caucaso e dalla Finlandia all’Asia centrale.
Nel 1703 Pietro il Grande volle fondare la città di San Pietroburgo pensando di mettere in contatto
l’Impero russo con il moderno Occidente; infatti, a differenza di Mosca, raggiungibile solo via terra, la
città nasceva proprio sulle rive del Mar Baltico e assurgeva quindi a simbolo della volontà di proiettare
l’arretrato Impero verso l’Europa. San Pietroburgo diventava nel progetto dello zar il ponte che
permetteva rapidi e costanti scambi via mare con la Germania e l’Olanda e lo stesso nome della città,
con radice tedesca, testimoniava appunto il ruolo di collegamento che si voleva instaurare con
l’Occidente. La città successivamente cambiò il nome diverse volte: nel 1914, quando divenne
Pietrogrado e ancora, dopo la rivoluzione, con il toponimo di Leningrado, infine nel 1991, dopo la
caduta del comunismo, con il nome originario di San Pietroburgo.
Grazie all’opera di Pietro, che morì nel 1725, la Russia diventava una grande potenza europea, anche
se lo sforzo di modernizzazione era diretto essenzialmente a scopi militari e non investiva l’insieme
dei rapporti economico-sociali.
LA RUSSIA ZARISTA ALLA VIGILIA DELLA RIVOLUZIONE
La carta mostra la situazione creatasi nel paese nel 1905: a seguito della sconfitta nella guerra russo-giapponese, a Pietroburgo ebbe inizio la rivoluzione che coinvolse operai e soldati, mentre nelle
campagne scoppiarono rivolte nelle comunità agricole. Dal punto di vista economico, tra il 1890 e il 1913, la rete ferroviaria russa raddoppiò; i tre quarti delle
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on fabbriche erano dislocati a Pietrogrado, Mosca, in Polonia, nella zona degli Urali e del Mar Nero e più del 50% degli operai lavorava in aziende con oltre 500 addetti.
LA RUSSIA DOPO LA PACE DI BREST-LITOVSK (1918)
Il 3 marzo 1918 la Russia firma la pace di Brest-Litovsk perché una delle prime preoccupazioni del
governo bolscevico era quella di uscire dalla Grande guerra. La pace è però pagata a caro prezzo,
perché la Russia perde circa 800.000 km2 di territorio, all’interno del quale sono presenti anche molti
distretti produttivi. In particolare, subisce l’amputazione della Polonia (sede di importanti industrie),
dei bacini petroliferi nel Caucaso, della Bessarabia fino a Odessa, dell’intera Ucraina, granaio
dell’impero zarista, che sarebbe diventata uno stato autonomo satellite della Germania.
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on LA GUERRA CIVILE IN RUSSIA E GLI INTERVENTI STRANIERI (1918-1919)
Dopo la pace di Brest-Litovsk con i tedeschi, sul confine occidentale i russi furono attaccati dai popoli
che erano stati sottomessi al regime zarista e che ora volevano conquistare l’indipendenza.
I generali dello zar guidarono i propri soldati contro il governo rivoluzionario, mentre le flotte
dell’Intesa sbarcarono truppe nei porti russi del mar Nero, del Mar Glaciale Artico e del Baltico.
Solo nella primavera del 1919 l’Armata Rossa sconfisse i Bianchi a est e contrattaccò in autunno in
Ucraina e nella regione di Pietrogrado.
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LA RUSSIA AL TERMINE DELLA GUERRA CIVILE (1920-1921)
All’inizio del 1920 fallì definitivamente il tentativo controrivoluzionario: le armate bianche e le truppe
straniere furono respinte sulle coste e costrette alla fuga sulle navi dell’Intesa. Sullo slancio l’Armata
Rossa invase la Polonia sino alle porte di Varsavia, ma la reazione polacca, sostenuta dagli occidentali,
vinse sui russi e li obbligò a firmare la pace di Riga nel 1921, che sancì l’indipendenza di Polonia,
Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia. La sovranità sovietica fu però riconosciuta sull’Ucraina e sulle
repubbliche del Caucaso.
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on NAZIONALITÀ ED ETNIE DELL’UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE
L'Unione Sovietica è stata una delle nazioni più diversificate del mondo, dal punto di vista etnico, con
oltre 100 distinte etnie nazionali che vivevano all'interno dei suoi confini. La popolazione totale è stata
stimata a 293 milioni nel 1991. L'Unione Sovietica era talmente estesa, che anche dopo che tutte le
sue repubbliche hanno ottenuto l'indipendenza, la Russia, rimane la più grande nazione per superficie,
ed è ancora abbastanza differenziata dal punto di vista etnico, comprendendo, ad esempio, minoranze
di Tatari, Udmurti, e molte altre etnie non russe.
UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE (1922) Nascita dell’URSS – Lo Stato bolscevico assume definitivamente il nome di Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Lo Stato federale è esteso su territori che andavano dall’Europa orientale all’Asia centrosettentrionale, per oltre 22 milioni di km2. La configurazione federale è stabilita con una nuova costituzione, che entra in vigore nel luglio del 1923.
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