OBASNuova serie - euro 1,50
Transcript of OBASNuova serie - euro 1,50
di Piero Bernocchi
L’aspetto più rilevante delquadro politico italiano degliultimi mesi è senza dubbio iltracollo di credibilità e di cre-dito del governo Prodi in ognidirezione, ma soprattutto tra isettori popolari, giovanili, dellavoro dipendente e dei pen-sionati che lo avevano votato.La continuità con le politichedel governo Berlusconi è sta-ta ed è netta in quasi tutti icampi e in particolare per quelche riguarda le politiche so-ciali, del lavoro, dei beni co-muni, della scuola, del milita-rismo e della guerra, dei mi-granti, dei diritti civili. Alla de-lusione e alla sfiducia di chiaveva pensato ad un cambia-mento, si sta accompagnandoun degrado sociale, culturalee morale quasi senza prece-denti nel dopoguerra.Particolarmente impressio-nante il vero e proprio tracol-lo del ruolo almeno formal-mente “alternativo” o “radica-le” di quella che fino a ieri erala sinistra d’opposizione, chesi dichiarava o agiva, daGenova in poi, accanto e neimovimenti, ed in primo luogodel Prc, principale forza nu-merica in tale area. La scom-messa, fatta dal Prc, di potercondizionare, sopratutto gra-zie ai movimenti, il governo edi spostarlo “a sinistra” è falli-ta totalmente e, al di là dellapropaganda mediatica cheogni giorno parla di governo“ostaggio della sinistra radica-le”, la situazione è in realtàesattamente al contrario, tan-to più dopo l’avvio del nuovoPartito Democratico a presu-mibile guida veltroniana: ilprogetto di cancellazione diogni conflitto, di piena norma-lizzazione sociale e di pura esemplice gestione del capitali-smo esistente è l’orizzontestrategico del governo a cui ilPrc e le altre forze della cosid-detta “sinistra radicale” si so-no rapidamente e inopinata-mente piegate, assumendo
tutti i crismi di “sinistra di go-verno”. L’espediente, sceltocon una svolta a 180°, di av-viare una fusione (magari pri-ma elettorale e poi organica)con la Sinistra Democratica, ilPdci e i Verdi, potrà forse ser-vire a salvare per un po’ dalnaufragio un’organizzazioneche aveva puntato per un pe-riodo su una logica di movi-mento e di alternativa alla si-nistra liberista, ma la sceltagovernista appare oramainetta e dominante.Questo quadro politico haaperto spazi notevoli a tuttele forze antagoniste e antica-pitaliste dotate di un qualcheradicamento nella società e aiCobas in primo luogo, grazieanche alla nostra coerente edrastica opposizione sviluppa-ta sia nei confronti dei gover-ni di centrodestra che di quel-li di centrosinistra (i prece-denti e quello attuale), chenon è mai sfociata nel politici-smo minoritario ma si è sem-pre nutrita di opposizione so-ciale sui contenuti e sui temispecifici e generali del conflitto.Ha funzionato in questo ambi-to la nostra politica delle al-leanze, che non è stata unespediente tattico ma una ve-ra e propria strategia, legataalla nostra visione delle tra-sformazioni sociali. Non cre-diamo al monopartitismo o almonosindacalismo, né teoriconé pratico, e in genere alle“reductio ad unum” della rap-presentanza politica e socialedell’antagonismo e dell’anti-capitalismo. Crediamo al con-trario che le componenti del-l’anticapitalismo e dell’opposi-zione all’esistente siano mol-teplici e che al primario e cru-ciale conflitto capitale-lavorose ne accompagnino altri chenon possono essere conside-rati minori o trascurabili: ilconflitto contro la mercifica-zione globale dell’esistente;quello tra capitale e ambien-te; quello tra le logiche pa-triarcali e le vittime di esse; il
POSTE ITALIANE SPA Spediz ioni in A.P.
art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma
36settembre-ottobre 2007Nuova ser ie - euro 1 ,50OO BB AA SS
giornale dei comitati di base della scuola
Guida normativaNelle pagine centrali il nostroconsueto inserto di inizio d’annoper resistere alla scuola azienda.Compiti degli Organi collegiali edella contrattazione. Modelli didelibere, riferimenti normativi su:tempo scuola, Invalsi, obblighi dilavoro
PrecariatoAssunzioni col contagocce,nuovo regolamento per le sup-plenze, pag. 3
IndicazioninazionaliFioroni “copia - incolla” laMoratti, pag. 4
IstruzioneprofessionaleUno scempio lungo quindicianni, pag. 5
Fioroni anno unoLe malefatte scolastiche del cen-tro-sinistra nel suo primo annodi vita, pag. 6 e 7
Il modello CobasL’autorganizzazione al lavoroper rafforzare le lotte, pag. 8
Stato socialePadroni, governo e sindacaticoncertativi proseguono ladevastazione sociale. La partitaperò non è chiusa, pag. 9 e 10
Contro la guerraDa Vicenza riparte la mobilitazio-ne per fermare la sanguinosamacchina bellica, pag. 11
Antidepressivi aibambiniNon bastava il Ritalin, ora si puòdare anche il Prozac, pag. 11
di Ferdinando Alliata
Anche nella vicenda sul rinno-vo dei contratti dei dipendentipubblici e in particolare diquelli della scuola, l’effetto an-nuncio continua a mietere vit-time. Numerosi colleghi hannocercato anche questo mesenella busta-paga gli aumentiche si aspettavano dopo un’e-stenuante attesa che dura or-mai da oltre 20 mesi. Ma, nonostante i proclami chei sindacati pronta firma hannofatto subito dopo la sottoscri-zione di quella che noi definia-mo una maxi-truffa, la tratta-tiva sembra proprio in altomare proprio per quanto ri-guarda le risorse economiche.Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda an-no cincischiato per un po’ diincontri su quella che l’Arandefinisce la “manutenzione delcontratto”, cioé l’aggiusta-
mento (?) di aspetti secondaridella parte normativa. Non sisarebbe, infatti, ancora af-frontato il tema bollente dellacarriera docente (art. 22 Ccnl2003) o quello relativo all’ap-plicazione della L. 53/2003, laRiforma morattiana, che aquanto pare non vogliono ve-dere abrogata (art. 43 Ccnl2003).Ma al momento di parlare disoldi sembra che tutto si fermiin attesa della nuova finanzia-ria. Eppure sul sito della Cgil èpossibile ancora leggere uncommento sulla sottoscrizionedell’accordo che definiva “vin-centi le nostre richieste sullaquantità degli aumenti con-trattuali, le loro decorrenze...”. Sembra uno scherzo, mapurtroppo non lo è. Siamo inuna situazione per cui alcuni
continua a pagina 2
Contratto vo’ cercandoStipendi bloccati, prezzi noCi serve la scala mobile
continua a pagina 2
Il quadropolitico
Lo scorso 14 giugno si è con-cluso dopo 57 giorni lo sciope-ro della fame per i diritti sin-dacali, che denunciava il regi-me monopolistico di Cgil-Cisl-Uil sui diritti sindacali e per re-clamare per i Cobas e per tut-ti i lavoratori/trici i diritti "mi-nimi" di libera assemblea inorario di lavoro e di liberaiscrizione nel privato e tra ipensionati, mediante tratte-nuta in busta-paga.Abbiamo sospeso lo scioperodopo l'incontro con laCommissione Lavoro dellaCamera. Lì sia gli esponentidel governo (il Presidente del-la Commissione Pagliarini delPdCI e Rocchi del Prc) siaquelli dell'opposizione (Rossoe Baldelli di Forza Italia) han-no convenuto sulla legittimitàdelle nostre richieste e sullanecessità che, in attesa di unademocratica legge sulla rap-presentanza da tutti auspica-ta, vengano restituiti a tutti isindacati i diritti "minimi" diagibilità, in primis il diritto diassemblea in orario di lavoro. Durante lo sciopero decine dimigliaia di cittadini hanno fir-mato in sostegno alle nostrerivendicazioni, tra essi una ot-tantina di parlamentari e unmigliaio di esponenti politici,istituzionali, sindacali. Trepartiti governativi (Prc, PdCI eVerdi) si sono espressi a favo-re delle nostre rivendicazioni,impegnandosi a sostenerle al-l'interno del governo e inParlamento. Alla luce di questirisultati e impegni, abbiamosospeso la lotta perché le for-ze politiche facciano seguirealle parole i fatti. Mentre rin-graziamo ancora una volta chitra noi si è sottoposto ad unaprova così estenuante, segna-liamo che se le forze politico-istituzionali non daranno se-guito agli impegni presi, lalotta ripartirà a settembre informe nuove, ma ancora piùdecise e intransigenti.
Libertàsindacali.Per adessoparole, aquando ifatti?
possono dire di tutto, altri nonpossono neanche fiatare e secon difficoltà - visto che ci vie-tano le assemblee - magaririusciamo a farlo veniamo ac-cusati di “disinformazionestrumentale”. Che è proprioquanto accaduto nei giorniimmediatamente successivialla firma di questo vergogno-so accordo sul contratto diPubblico Impiego e Scuola,quando sul sito Cgil è com-parsa una nota esilarante.Nella comunicazione si affer-mava di voler rispondere avari quesiti sull’accordo con ilGoverno giunti da parte dipersonale disinformato dauna campagna scorretta disindacati autonomi e corpora-tivi, chiamando così la valan-ga di messaggi di protestache gli stavano inviando i la-voratori e le lavoratrici ...Ma il lato interessante dellaquestione era che dalla lettu-ra della notarella non si evin-ceva nulla che confutassequanto avevamo già afferma-to a caldo, ovverosia che sitratta di una vera e propriamaxi-truffa con la quale han-no svenduto, per l’ennesimavolta, gli interessi (che dicono
di tutelare!?!) dei lavoratori edelle lavoratrici di scuola epubblico impiego.Infatti, quali sono gli elemen-ti essenziali dell’accordo? a) 101 euro medi di aumento(per la scuola "considerevol-mente" aumentati, pare, a114! Cioè meno dell'inflazionenel biennio!) La Cgil si vantapoi di aver “ottenuto il pas-saggio da 93 a 101 euro e lenuove decorrenze degli au-menti con il riconoscimentodegli arretrati”. In praticahanno accettato di fare slitta-re di un altro mese la decor-renza del contratto (da gen-naio a febbraio 2007) e con isoldi risparmiati (93 euro) fi-nanziare gli 8 euro in più diaumento. Il gioco delle tre carte!b) Perdita quindi di 13 mesi dicontratto (per il 2006 verrà ri-conosciuta solo “l’indennità divacanza contrattuale" di cui sisono ricordati solo ora che so-no migliaia i ricorsi che abbia-mo presentato nei Tribunali ditutta Italia) con aumenti chedecorreranno solo dal 1° feb-braio 2007. Quindi per 13mesi (dall’1° gennaio 2006 al31 gennaio 2007) circa 130euro di indennità al posto di1.300 di arretrati che ci spet-terebbero per lo stesso perio-do, ognuno di noi regala cosìoltre 1.000 euro ... e poi c’èchi non sciopera perché sa-
rebbe troppo costoso ...c) Quindi pretendono di farcicredere che non sarebbe pos-sibile trovare risorse per uncontratto decente perché ilprecedente governo non leavrebbe stanziate nella finan-ziaria 2005 e "oggi è impossi-bile recuperarli retroattiva-mente"? Senza però spiegarciperché la finanziaria per il2007 (contro cui noi abbiamoscioperato e loro concertato)non avrebbe potuto farlo. Eallora gli stanziamenti che do-vranno essere previsti con lafinanziaria 2008 varranno peril prossimo anno? Ma il bien-nio economico non si conclu-de il 31/12/2007? E come maiper “onorare contratti già sot-toscritti” in precedenza è sta-to possibile a questo Governoe Parlamento nell'ultima fi-nanziaria aumentare le spesemilitari (diminuendo quellesociali)? Evidentemente laScuola è un affare secondariorispetto alle armi.d) Infine confermano di averfirmato l'accordo per la trien-nalizzazione “sperimentale”del contratto, ma esso dovràessere ratificato entro il 31 di-cembre 2007 e, udite, udite,non passerà senza "mandatovincolante, verificato con i la-voratori sia prima sia dopo ilconfronto" ... come è statoper la piattaforma del contrat-to portata nelle scuole con so-
lo 16 mesi di ritardo e dopoaver già firmato l'accordo del6 aprile?Si tornerà, così, ai vecchi con-tratti triennali degli anni ’80? Ma con una non piccola diffe-renza per i lavoratori vistoche allora avevamo la scalamobile con cui si copriva inte-gralmente l’inflazione effetti-va e le risorse dei contrattiandavano oltre gli aumentidella cosiddetta contingenza. Avremo quindi anche la nuovascala mobile sperimentale?Questo l’accordo non lo dice epensiamo che tale argomentonon sia nemmeno nei pensie-ri dei firmatari di questa en-nesima vergogna.Infine, c’è da aggiungere cheanche Snals e Gilda, “pur nonpienamente soddisfatte” (...ah, ah, ah) si sono pronta-mente sedute al tavolo delletrattative con l'Aran, dopoaver revocato le loro iniziativedi protesta.Lo Snals affermando che “ri-tiene accettabile l’aumentomedio di 101 euro mensili condecorrenza febbraio 2007” ela Gilda attribuendosi lo“sblocco delle trattative per ilrinnovo del contratto nazio-nale della scuola” ... “ottenu-to grazie alle pressioni eserci-tate sul Governo con le inizia-tive di mobilitazione predispo-ste” (!?!) ma - udite, udite -”la Gilda degli Insegnanti si ri-
serva di chiamare i colleghialla mobilitazione sin dall’ini-zio del prossimo anno scola-stico”, ma intanto si “concer-ta”.Di fronte a questa farsa forseabbiamo capito perché a noiCobas non consentono disvolgere assemblee con lavo-ratori e lavoratrici nei luoghidi lavoro, siamo sicuri che lofanno per salvaguardare le la-voratrici ed i lavoratori (evi-dentemente incapaci di inten-dere e di volere senza Cgil-Cisl-Uil) dalla nostra disinfor-mazione.Comunque dopo tanti procla-mi di lotta dura, i sindacatiamici del governo, che giànon avevano aperto boccacontro la Finanziaria 2007 chenegava ogni serio investimen-to per il contratto (a fronte deinostri 3 scioperi dell’interagiornata del 17 novembre, 7dicembre e 11 maggio), han-no sottoscritto l'osceno accor-do e revocato per l’ennesimavolta le mobilitazioni tantostrombazzate. A noi non resta che continua-re con coerenza a battercicontro questa maxi-truffa checi impoverisce sempre più,per ottenere un vero contrat-to che riconosca il ruolo im-prenscindibile della scuolapubblica e di coloro che lafanno funzionare in una socie-tà che si ritiene moderna.
2 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007d a l l a p r i m a
conflitto tra i portatori impe-rialisti della guerra perma-nente e i popoli che la sub-iscono; i conflitti indotti dallavolontà di dominio sulle men-ti e sui comportamenti dellegerarchie religiose e degli in-tegralismi (qui da noi delVaticano in primis) ecc.Di conseguenza, tra coloroche si oppongono all’esistentein tutti questi settori e che siorganizzano a partire da unvero radicamento sociale, bi-sogna trovare forme di colla-borazione permanente setto-riale o generale. È quello cheabbiamo fatto e che continue-remo a fare, ottenendo suc-cessi rilevanti come nella ma-nifestazione nazionale controla precarizzazione del 4 no-vembre 2006 o come in quel-la contro Bush e Prodi del 9giugno 2007, quando abbia-mo letteralmente umiliato ipartiti della “sinistra radicale”che avevano provato a con-trapporsi sulla base di una in-sostenibile piattaforma chepretendeva di contestareBush salvando le politiche mi-litariste del governo.Questo ingigantito spazio po-litico ci impone ulteriori com-piti ed un allargamento delraggio di azione dellaConfederazione Cobas, nei ri-guardi non solo del lavoro di-pendente “classico” e di quel-lo precario, ma anche verso levarie forme di organizzazionee di opposizione dei settorigiovanili, degli studenti e dei
pensionati; verso chi si orga-nizza sul territorio all’internodel conflitto tra Capitale eambiente, contro la devasta-zione ambientale, per la dife-sa dei beni comuni; e ancheverso la lotta per i diritti civili,contro lo strapotere delVaticano, per la libertà di scel-ta sessuale, morale e di vita.In questi ambiti dobbiamo fa-re scelte organizzative inno-vative, sia al nostro internosia nell’articolazione delle al-leanze. Va soprattutto tenutoconto che il processo di autor-ganizzazione sta investendoanche territori nuovi e che, difronte alla debacle della sini-stra governativa, molti settori(dal No Dal Molin alla No-Tav,dal Patto di Mutuo soccorso fi-no alle decine e decine di NOorganizzati nei vari ambiti ter-ritoriali, che coinvolgono ora-mai centinaia di comitati bensaldi sui propri terreni) stannorealizzando nei fatti, a volteinconsapevolmente, quellaunificazione della lotta politi-ca, sindacale, sociale e cultu-rale che è la nostra cifra fon-dativa. E stanno non solomettendo con i piedi per terrala “politica”, restituendo adessa il suo valore più profon-do rispetto al terrificante cli-ma consociativo, corrotto,mafioso e autoreferenzialedella “politica politicante”, mastanno via via maturando laconvinzione che molti dei par-titi esistenti, soprattutto quel-lo di certa “sinistra”, non ab-biano più né la legittimità néle radici sociali per pretenderedi rappresentare tutti, le forzesociali, sindacali e culturali sulterreno politico generale eistituzionale - elettorale.
Il quadropoliticosegue dalla prima pagina
Contrattovo’ cercandosegue dalla prima pagina
COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 P r e c a r i a t o 3
Il nuovo Regolamento per lesupplenze (Dm 13/6/2007)ripropone all’attenzione ditutti i docenti l’arroganza diun ministro che dispone e dis-fa (o fa disfare) quanto giàstabilito.1) È il caso delle ore di inse-gnamento pari o inferiori a 6ore settimanali che non con-corrono a costituire cattedre oposti orario e che vengono at-tribuiti, con il consenso degliinteressati, a docenti titolariin servizio nella scuola, inpossesso di specifica abilita-zione, come ore aggiuntiveoltre l’orario d’obbligo, fino adun massimo di 24 ore setti-manali. Insomma gli spezzonivengono distribuiti in primabattuta ai docenti di ruolo (iquali non stanno brillandocerto per solidarietà nei con-fronti dei precari), e a loroviene data anche la possibilitàdi sostituire docenti assentitemporaneamente al posto dinominare supplenti esterni.Vista la penuria di risorse pre-viste per le supplenze inFinanziaria, non ci vorrà mol-to perché le pressioni dei diri-genti diventino veri e propriricatti nei confronti dei docen-ti, scatenando così un’ulterio-re guerra tra poveri.2) L’inutile riduzione del nu-mero di istituzioni scolastichepresso le quali presentare ledomande di supplenza. Comese non bastasse si istituisceuna graduatoria bis nellascuola dell’infanzia e primariaper coloro che danno disponi-bilità per supplenze brevi finoa 10 giorni “con particolari eceleri modalità di interpello epresa di servizio”, in questocaso si darà luogo “allo scorri-mento prioritario assolutodella graduatoria nei riguardidei soli aspiranti di prima, se-conda e terza fascia che han-no fornito tale disponibilità”.3).Ma non finisce qui. Gli alle-gati al regolamento sono in-fatti indicativi di un cambia-mento in atto nella scuola.Così dimostrano: a) l’introdu-zione di un livello di riconosci-mento “meritocratico” (0,50punti) non solo per l’attività diinsegnamento non curricola-re, ma anche presso ammini-strazioni statali, corsi pressoenti pubblici o da questi ultimiautorizzati e controllati; b)l’estensione dei contratti di la-voro atipici allo stesso inse-gnamento. Infatti “i serviziprestati con contratti atipicinelle scuole non statali per in-segnamenti curriculari sonovalutati secondo i criteri pre-visti per i contratti di lavorodipendente … I servizi presta-ti con contratti di lavoro atipi-ci per gli insegnamenti noncurriculari, riconducibili all’a-rea dell’offerta formativa, so-
no valutati per i giorni di ef-fettiva prestazione”.Queste risoluzioni che oravengono adottate per i preca-ri, non sono, ovviamente, lon-tane da quelle che potrannoessere introdotte anche neiprossimi rinnovi contrattualiper tutti, in direzione di quel-la differenziazione stipendialee ulteriore divisione catego-riale di cui si sente parlare dapiù parti.Ora vediamo cosa prevedeoperativamente il Decreto.Supplenze conferitedai dirigenti scolasticiNel Decreto si fa riferimentoal conferimento delle sup-plenze annuali o temporaneesia attraverso le graduatoriead esaurimento sia tramite legraduatorie di circolo e di isti-tuto. I dirigenti scolastici pos-sono conferire supplenze an-nuali e supplenze fino al ter-mine delle attività didattichesu posti che non sia statopossibile ricoprire con perso-nale incluso nelle graduatoriead esaurimento, supplenzeper la sostituzione del perso-nale temporaneamente as-sente e supplenze per la co-pertura di posti resisi disponi-bili dopo il 31 dicembre.Le tre fasce delle graduatoriePer ogni classe di insegna-mento viene costituita unagraduatoria distinta in tre fa-sce (da utilizzare nell’ordine aifini del conferimento dellesupplenze): • la prima fascia comprendegli aspiranti inseriti nelle gra-duatoria provinciali ad esauri-mento. Questa prima fasciasarà quindi divisa in tre partinelle quali saranno inseriti idocenti inclusi nella prima,seconda e terza fascia dellegraduatorie a esaurimento,con lo stesso punteggio giàattribuito dall'Ufficio scolasti-co provinciale.• la seconda fascia compren-de gli aspiranti non inseritinelle graduatorie ad esauri-mento, ma che sono forniti dispecifica abilitazione o di spe-cifica idoneità a concorso cui èriferita la graduatoria di circo-lo e di istituto. In questo casoil punteggio è assegnato dallaIstituzione Scolastica che ge-stirà la domanda (secondo latabella di valutazione titoli perle graduatorie ad esaurimentodi III fascia) e varrà per tuttele graduatorie d'istituto dellealtre scuole richieste. • la terza fascia comprendegli aspiranti in possesso delsolo titolo di studio valido perl’accesso all’insegnamento ri-chiesto, graduati secondo latabella di valutazione dei tito-li, allegata al Regolamento. Ilpunteggio attribuito dallaIstituzione scolastica che ge-
stirà la domanda varrà pertutte le graduatorie d'istitutodelle altre scuole richieste.Sanzioni• la rinuncia ad una propostacontrattuale o alla sua proro-ga o conferma ripetuta perdue volte nella medesimascuola comporta, solo per gliaspiranti totalmente inoccu-pati al momento dell’offerta disupplenza, la collocazione incoda alla relativa graduatoriadi terza fascia.• la mancata assunzione inservizio dopo l’accettazionecomporta la perdita della pos-sibilità di conseguire supplen-ze per il medesimo insegna-mento in tutte le scuole in cuisi è inclusi nelle relative gra-duatorie.• l’abbandono del serviziocomporta la perdita della pos-sibilità di conseguire supplen-ze, conferite sulla base dellegraduatorie di circolo e di isti-tuto, per tutte le graduatoried’insegnamento.Supplenze fino a10 giorni nella scuola dell’infanzia e primaria• È obbligatoria l'indicazionenella domanda del numero dicellulare o, in mancanza, deltelefono fisso dove essere re-peribili per l’eventuale convo-cazione (per le supplenze su-periori a 30 giorni rimane ob-bligatoria la convocazione tra-mite telegramma).• In base alle preferenzeespresse all'interno delModello B (scelta delleIstituzioni Scolastiche per legraduatorie d'istituto) relati-vamente alla possibilità difruire della priorità per le sup-plenze brevi fino a 10 giorni,viene stilato in ciascuna scuo-la un elenco specifico, gra-duato nelle tre fasce.• Le supplenze fino a 10 gior-ni si assegnano prioritaria-mente scorrendo il suddettoelenco. Nel caso di prosecu-zione dell'assenza del titolare,si attiverà la proroga o la con-ferma del supplente assuntocon il criterio della priorità so-lo se il periodo di ulteriore as-senza non è superiore a 10giorni, mentre si procederàall'attribuzione della supplen-za scorrendo gli elenchi dellenormali graduatorie di istitutose il nuovo periodo d'assenzaeccede il limite di 10 giorni.• Per i docenti inseriti nell'e-lenco delle supplenze brevi fi-no a 10 giorni, la mancata ac-cettazione di una proposta diassunzione di una supplenzadi tale tipologia comporta lacancellazione, relativamentealla scuola interessata, dalsuddetto elenco di priorità. Lasanzione si applica solo se ildocente al momento dellaproposta risulta totalmenteinoccupato.
Il Decreto Ministeriale firmato da Fioroni che immette in ruolo50.000 docenti precari/e e 10.000 ATA, non suscita in noi nes-sun giubilo, anzi.Preoccupante ci sembra infatti il dato in base al quale, a frontedei circa 160.000 docenti precari/e occupati/e e 90.000 unità dipersonale Ata impiegato a tempo determinato, solo 76.000 sia-no i posti dichiarati disponibili e 60.000 gli immessi in ruolo.In realtà continua la finzione dei posti in organico di diritto e diquelli in organico di fatto: si riducono cioè sempre più i posti inorganico , poi, visto che comunque non se ne può fare a meno,in un secondo tempo, si aggiungono, per così dire, dei posti inun organico di 'fatto' che è utilizzato per le supplenze, ma nonper le immissioni in ruolo.Non siamo neppure al semplice ricambio del turn-over, visto chei pensionamenti sono maggiori delle immissioni in ruolo.Quanto prospettato dalla Finanziaria altro non è se non quelloche si sta realizzando, una miseria in rapporto al numero com-plessivo dei precari che rimangono fuori, alla perdita dei postiderivante dalla Finanziaria stessa (almeno 55.000 posti in me-no per quest'anno scolastico), alla fuga verso la pensione daparte del personale che teme gli effetti scellerati della riformapensionistica, alle nefaste conseguenze dei tagli ai fondi con cuipagare le supplenze, che sta già producendo i suoi effetti.I Dirigenti, in realtà si dichiarano sin da ora non disponibili achiamare personale precario e stanno mettendo in essere tuttele opportune strategie per non utilizzare tale personale (dichia-razioni di riduzione dell'unità oraria di lezione, da 60 minuti a 50minuti, con recupero forzato per le supplenze; utilizzazione de-gli insegnanti in co-presenza come supplenti; assegnazioned'ufficio o sotto ricatto di spezzoni ai docenti di ruolo).Come dire: ti immetto in ruolo quanto serve appena appena acoprire i pensionamenti (e neppure), ma ti taglio i fondi perchiamare i supplenti e aumento surrettiziamente l'orario delpersonale di ruolo, facendo passare che gli aumenti contrattua-li ci saranno solo per i più “meritevoli” (quelli che accettano l'au-mento d'orario).Il risparmio è assicurato, sempre ai danni dei precari/e: nulla dinuovo sotto il sole.
Scuola ancorapiù precariaAssunzioni inferioriai pensionamenti
Regolamento perle supplenzeLe principali novitàper le graduatorie d’istituto
4 COBAS 35 - settembre/ottobre 2007R i f o r m e
di Gabriele Attilio Turci
Durante la fase della campa-gna elettorale che precedettele elezioni del 2006, fu svilup-pata la teoria del “cacciavite”in base alla quale si sostene-va una teoria che a non pochi,nella scuola, apparve quanto-meno bizzarra: la riformaMoratti non si abolisce ma sene smonteranno gli aspetticontrastanti con le linee diprogramma.Come s’è poi visto questateoria è stata applicata a tut-to il programma di governocol risultato che non una del-le linee politiche precedenti èstata in verità ribaltata, anzi,basterebbe pensare alla leggesulle intercettazioni, dove si èpersino arrivati a proporrel’introduzione di una legisla-zione sul diritto di stampa ed’informazione (che sta susci-tando l’orrore e l’indignazionenella stampa straniera) paripari ricalcata su quella che ilgoverno Berlusconi non erariuscito a fare. Questa pre-messa è senz’altro una pre-messa politica, può esserecondivisa o no, ma è indub-bio, a parere di chi scrive cheo si parte da questo tipo d’a-nalisi o non si riesce a capireperché questa compagine go-vernativa non riesca a propor-re mai nulla di autenticamen-te differente da quanto il go-verno precedente ha realizza-to negli impianti istituzionali enelle linee-guida ispiratrici.Queste stesse nuoveIndicazioni che avrebbero do-vuto costituire il salto di qua-lità della scuola ed essere lagrande operazione di caccia-vite utile a smontare le con-traddizioni e le ruvidità dellariforma Moratti, mostrano,
quanto a metodo e a tessutoideologico, una distanza cosìminima che ormai più che l’in-dignazione cresce lo scora-mento.Questo non significa che, sulpiano generale, su quello dialcune affermazioni di princi-pio non si possa anche ragio-nevolmente convenire.Tutta la parte che sostiene lapreoccupazione di una scuolaaperta alle diverse culture esoggettività non è certo dis-prezzabile, il problema è chequesta volontà si scontra poicon indicazioni che, come ve-dremo, si muovono su un pia-no contraddittorio.Ma andiamo con ordine o pro-viamo, pagina per pagina acapire cosa non va.Già nella premessa, titolata:Cultura Scuola Persona, tro-viamo un'affermazione scon-certante: “L’obiettivo dellascuola· è quello di formaresaldamente ogni persona· af-finché possa affrontare positi-vamente l’incertezza e la mu-tevolezza degli scenari socialie professionali, presenti e fu-turi”. Questa affermazione èsingolare. Essa conferma latotale accettazione dello sta-tus quo da parte della classedirigente e dei suoi chierici. Aparte il fatto che non si riusci-rà mai a capire come intenda-no collocare in questo quadrodi precarietà chi svolge pro-fessioni come quella di medi-co o giudice o docente e altresimilari, ma è indubbio che lavisione del futuro di costoro èassolutamente schiacciata suun presente che trova ragionie responsabilità nella sua du-ra ingiustizia.Dire che la scuola debba co-struire soggetti atti a soprav-vivere nell’ingiustizia è un po’
poco, forse dovrebbe attrez-zarli a superare quest’ingiu-stizia. E, in ogni modo, lascuola non può definirsi comeancella di un sistema malato,dovrà piuttosto trovare i modie i tempi per sorreggere lepersone in questa fase di pas-saggio epocale dove, i mutatirapporti di forza, stanno ride-finendo gli spazi non solo con-trattuali del vivere civile.È tuttavia importante questaaffermazione che rinveniamogià nella prima pagina, poichéessa fornisce una chiave in-terpretativa di non poco con-to e soprattutto dice da cheparte stanno non solo e tantogli estensori, i chierici come liabbiamo definiti, ma anchechi se ne assume politicamen-te la responsabilità.Ovviamente due righe più inlà ecco la prima contraddizio-ne: dire che la scuola è “chia-mata a realizzare percorsi for-mativi sempre più rispondentialle inclinazioni personali ...”fa letteralmente a pugni conla visione di basso darwini-smo sociale appena espressadue righe più sopra.Ma andiamo avanti: nella par-te dedicata alla definizione di“un nuovo umanesimo” si rin-tracciano, pur se in tono mi-nore, le volontà di smontarel’impronta assolutamente ro-manocentrica che era nelleIndicazioni morattiane, eppu-re pur se il richiamo alle radi-ci giudaico - cristiane è affie-volito, esso è presente.Non sono, infatti, significativetanto le cose dette, quantoquelle non dette e la liquida-zione frettolosa della fase illu-minista a fronte di una sotto-lineatura della civiltà greco-romana e della successiva cri-stianità, sono elementi che ri-
mangono ancora nel solco diun a linea già tracciata dallariforma morattiana.Interessante sembra esserela parte che riguarda l’orga-nizzazione del curricolo. Quisembrerebbe scomparire de-finitivamente l’ambito dellaformazione religiosa, ma co-me si vedrà esso invece riap-pare carsicamente qua e là ecomunque ad una sua pre-sunta scomparsa si opponetutta l’azione legislativa diquesto governo e di questoministro che sono, semmai,proprio nel solco di dare ruoloe rilievo a questa disciplinache trova spazio nella scuolaitaliana solo a seguito degliaccordi concordatari.Irrisolti sembrano, invece, al-cuni nodi della valutazione, inquanto non si comprende sesi intende riprendere il siste-ma delle valutazioni con pro-ve standardizzate, il sistemadi esami o altro ancora.Riguardo la scuola dell’infan-zia le nuove indicazioni ci ri-cordano, e questa sottolinea-tura storica è un valore politi-co, come questo tipo di espe-rienza scolastica muova daambiti comunali localistici opersino parrocchiali. Si ribadi-sce il valore della sussidiarie-tà e del sistema integrato stu-pisce solo che, visto l’afflatodi integrarsi con altre culture,che non ci si spinga a sperareanche negli asili gestiti dalleMadras, ma è evidente chequesta non sarà una boutadema una realtà che vedremopresto richiedere il suo logicoinserimento in questo sistemaintegrato fra pubblico e priva-to, fra strutture laiche e con-fessionali.Troviamo conferma di ciò nel-le pagine della scuola dell’in-
fanzia che riflettono sui “cam-pi di esperienza” dove ampiorisalto viene dato al problemadel porsi domande sull’esi-stenza propria e dei propri ca-ri e, di più, sull’esistenza didio.Come sa chi mastichi ancheun poco di pedagogia e di psi-cologia, siamo qui in un cam-po parecchio opinabile e que-ste affermazioni così scontatesono piuttosto sconcertanti.Diverso sarebbe stato affer-mare che questa è l’età dovel’ambito di riferimento è piut-tosto quello genitoriale equindi più forte è una adesivi-tà a valori che sono introietta-ti in modo parziale, superfi-ciale e non come libera ade-sione consapevole.Qualcuno ricorderà che pro-prio l’introduzione della for-mazione religiosa nella scuoladell’nfanzia suscitò, a suotempo, l’allarme di chi (edu-catori e psicologi) vedeva lesoun percorso che a questa etàdifficilmente conosce bisognie problematiche rapportabili auno sviluppo più avanzatodella persona. Anche qui, tut-tavia, nulla di nuovo.Con la scuola primaria e quel-la secondaria di primo grado,si aprono le prospettive e leindicazioni sulle aree discipli-nari. Qui le cose sono vera-mente curiose: probabilmen-te il testo è stato redatto a piùmani così l’area logico-mate-matica riceve una somma diindicazioni minuziose, al limi-te della pedanteria, cosa chenon è rintracciabile nell’arealinguistica o in quella storicao, ancor di più in quella scien-tifica. Mistero! Tuttavia nell’impianto genera-le è rintracciabile una sostan-ziale continuità con le prece-denti indicazioni sia quanto alivello di competenze che diproposte didattiche.Il curricolo di storia rimane in-variato e si mantiene la sceltadi partire dalla storia anticache si intende analizzata nelladue ultime classi della scuolaprimaria per poi terminarecon la storia contemporaneaal termine della terza classedella scuola secondaria di pri-mo grado.Si concede, è pur vero, di at-trezzare percorsi didattici chemuovano dal presente e pro-ducano l’introduzione dellaformazione di un metodo diricerca, ma poi, sostanzial-mente non ci si distacca daquanto era presente nelle in-dicazioni morattiane.Così i bambini di classi mul-tietniche della scuola primariadovranno ancora una volta,salvo che i docenti non faccia-no loro strade diverse, accon-tentarsi della storia analizzatasecondo il punto di vista giu-daico - cristiano e studiare lageografia della sola Italia.Chi ritiene che la scuola pri-maria abbia, invece, un’otticamultipolare, dovrà arrangiar-si. Beninteso, chi scrive, nonritiene che nella scuola prima-ria si debba studiare storia egeografia come ai licei, tutta-via occorrerebbe avere il co-raggio di maggiori aperture,di incursioni in campi soventedettati, appunto, dalla pre-senza dei bambini stessi nelle
Un cacciavite spuntatoConsiderazioni sulla bozza per le Indicazioniper il Curricolo
di Massimo Montella
È un destino infausto quellodell’istruzione professionale inItalia, sempre in bilico traistanze innovative-liceizzantie derive dequalificanti.Purtroppo, dalla seconda me-tà degli anni ’90, assistiamoad un suo irreversibile pro-cesso di immiserimento, finoai colpi mortali inferti dagli ul-timi governi di centro destra ecentro sinistra. Tentiamo, attraverso un sin-tetico excursus degli ultimi 15anni, di capire le mutazionima soprattutto gli orienta-menti ideologici che hannopermeato la storia dell’istru-zione Professionale del nostroPaese.Giugno 1992: il ministro dellapubblica istruzione Misasi di-chiara che l’istruzione profes-sionale inaugura una nuovafase. Il progetto ’92 entra aregime in tutti gli 804 istitutidistribuiti sul territorio e inte-resserà più di 500 mila stu-denti! Pur con evidenti limiti,il progetto ha avuto nella suafase germinale, un discretocarattere rigenerante perl’Istruzione Professionale: unventaglio di discipline alta-mente formative al biennio,quali matematica e informati-ca, diritto ed economia, edu-cazione ambientale e scienzenaturali, le lingue straniere findal primo anno del corso distudio, il potenziamento delleore curricolari con le cosiddet-te ore obbligatorie di appro-fondimento. In buona sostan-za, l’istruzione professionale,introiettando i principi peda-gogici del progetto Brocca,usciva da una situazione diancillarità per porsi a pieno ti-tolo su di un piano di equipol-lenza formativa rispetto a tut-ti gli altri ordini di scuola.Febbraio 2000: il ministroBerlinguer, con la legge qua-dro n. 30 (numero malefico)
di riordino dei cicli, crea lecondizioni per lo svilimentodell’Istruzione Professionale.Tale riordino sancisce la ridu-zione del tempo scuola (da 13a 12 anni), la cancellazionedella scuola media e la prese-lezione dei percorsi formatividegli studenti attraverso unorientamento precoce. In pra-tica, il ministro getta le basiper la regionalizzazionedell’Istruzione Professionale,in quanto l’art. 4, comma 4della suddetta legge prevedel’assolvimento dell’obbligoscolastico all’interno deiCentri di formazione profes-sionale. Nello stesso lasso ditempo si vanno moltiplicandole indagini della magistraturasui casi di “malaformazione”.È bene ricordare che le regio-ne gestiscono direttamentenon più del 10% della forma-zione mentre il restante 90%viene subappaltato ad entiprivati convenzionati (istitutireligiosi, sindacati concertativiecc.). Nonostante le dimissio-ni del ministro, conseguentialla sconfitta sul concorsaccio,va tuttavia prefigurandosi l’a-berrante filosofia morattiana,quella della scomposizione del“sapere” fondante in “saperiminimi”, parcellizzati, tutti fi-nalizzati all’addestramentoprecoce.Ottobre 2000: il governoAmato (centro-sinistra) modifi-ca il titolo V della Costituzione.Con l’art.117 lo Stato affidacompletamente alle Regioni lapotestà legislativa relativaall’Istruzione e FormazioneProfessionale.Ottobre 2005: il decreto le-gislativo sul secondo ciclo delsistema educativo di istruzio-ne e Formazione del ministroMoratti sancisce una netta se-parazione tra istruzione scola-stica e istruzione e formazio-ne professionale. Il titolo distudio conseguito in quest’ul-tima (ridotta a soli 4 anni)
non dà accesso nemmeno al-le lauree triennali mentre l’as-solvimento del diritto-dovereall’istruzione può essereespletato nell’apprendistato aisensi del decreto 276/2003applicativo della legge 30(sic!), la famigerata “Biagi”.La scuola si fa impresa, l’im-presa diventa scuola.Luglio 2006: arriva il cacciavi-te del ministro Fioroni che,con la legge 228/2006, so-spende alcune norme oscenedella riforma precedente (tu-tor, portfolio), ne cancella del-le altre (gli otto licei, mobilitàdocenti, esperti esterni), macon un colpo di mano, il 25gennaio di quest’anno pre-senta un disegno di legge cheha come obiettivo la “unifica-zione” degli Istituti Tecnici edei Professionali. Il “riordino”passa attraverso la riduzionedegli attuali indirizzi e il loroammodernamento nell’ambi-to di ampi settori tecnico-pro-fessionali. Una riduzione dra-stica del monte ore comples-sivo, con conseguente perditadi personale, a prescinderedal taglio delle quattro oresettimanali alle prime classidei professionali, previsti dal-la legge finanziaria 2007. Tral’altro va ricordato che i do-centi con ore “tagliate” saran-no impiegati nella sostituzio-ne dei colleghi assenti. Il sud-detto disegno di legge preve-de il nefasto connubio dell’i-struzione con il mondo clien-telare dell’addestramento almestiere rappresentato dallaFormazione Professionale; larealizzazione di raccordi tra ipercorsi degli Istituti Tecnico-Professionali e i percorsi diIstruzione e FormazioneProfessionale. A questo puntoci chiediamo che senso abbial’obbligo scolastico fino a 16anni se si propina un connu-bio di tal senso e nel contem-po si mantengono in vita ipercorsi sperimentali di
Istruzione e FormazioneProfessionale? Tutto ciò pareun ennesimo sistema duale“camuffato” che introduceinevitabilmente una netta se-parazione tra studenti, prefi-gurando percorsi scolastici eformativi diversi. Il tutto poi,va iscritto nella frammenta-zione regionalistica del siste-ma scolastico (Autonomia,modifica titolo V dellaCostituzione, DLgs 276/2003)che inevitabilmente produceuna parcellizzazione del no-stro sistemo scolastico. È opportuno, dunque, conti-nuare la battaglia contro l’e-segesi autonomistica del mi-nistro Fioroni e le logichecompatibiliste del vicemini-stro Bastico, rivendicando lacentralità dell’istruzione pro-fessionale, il suo valore for-mativo e l’obbligo scolasticofino a 18 anni. Si deve passa-re alla formazione professio-nale solo e soltanto dopo laconclusione del percorso sco-lastico, ridando carattere diterminalità e valore al titolo distudio conseguito in tale per-corso scolastico.Bisogna lottare perché nonvadano disperse esperienze,risorse e competenze matura-te dagli Istituti Professionali,né la rete di rapporti che gliistituti sono riusciti a realizza-re con l’impegno degli opera-tori scolastici e con l’ausiliodegli enti pubblici.Ricordiamo che gli IstitutiProfessionale rappresentano il25% del totale delle scuolesuperiori, mentre la formazio-ne regionale registra un calodi iscritti di alunni che sonopassati in 7 anni (1991-1998)da 190000 a 95000 (“Sole24 ore” giugno 2001).Va in definitiva salvaguardatal’Istruzione Professionale sta-tale da qualsiasi tentazioned’immiserimento e smembra-mento in nome della sedicen-te e nefasta autonomia!
COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 R i f o r m e 5
Il declino deiprofessionaliDal progetto 92 alla dequalificazione fiorattiana
classi. L’assoluta mancanza diogni riferimento all’islam, ilcui contributo alla nascita del-la formazione scientifica euro-pea in epoca medioevale èoggi indiscusso, è altra assen-za che è incomprensibile sal-vo, appunto, non ritenerlanell’ambito di una voluta con-tinuità con le indicazioni pre-cedenti.In un quadro dove scarse egeneriche sono le indicazionididattiche sulla storia, vedereche è sottolineata la proble-matica della datazione secon-do il sistema occidentale (sen-za indicare, almeno, la corre-lazione con altri e il suo intrin-seco aspetto di convenzionali-tà) la dice lunga su quali sia-no le preoccupazioni reali chestanno dietro.Del resto queste pruriginositàclericali sono presenti anchealtrove.Con le precedenti indicazionis’ebbe la grave e sconcertan-te discussione in seguito al-l’oggettivo espurgo dell’evolu-zionismo nella scuola italiana.Ebbene questa parola, cometale, non è usata neppure unavolta nel testo, né vi sono evi-denti riferimenti espliciti.Per la scuola primaria poi il si-lenzio è assordante, solo perla scuola secondaria di primogrado, proprio così come ave-va affermato Bertagna, siapre una parentesi e nella se-zione dedicata alla biologiaecco apparire la frase: “com-parare le idee di storia natu-rale ed umana”. È evidenteche si è voluta lasciare apertala strada al creazionismo o,quantomeno a quella del “di-segno intelligente”. Come la-voro di cacciavite non c’è pro-prio male! Qui viti e bullonisembrano, infatti, piuttostoben serrati, senza l’arrogantesicumera delle Indicazioniprecedenti e con in più, l’ama-bile leggerezza del buonismode no’ altri.Ma non é finita; scompare, in-fatti, la formazione informati-ca, certamente confusa, so-vente, con l’insegnare ai bam-bini ad utilizzare Word e pocopiù, ma non appare più comedisciplina a sé stante.Scomparirà anche dalle valu-tazioni nelle schede? La sceltasembra essere quella di rele-garla ad una funzione tecno-logica, perdendo di vista icontenuti strutturali di unaformazione rigorosa qualequella dei sistemi di program-mazione.Insomma se qualcuno pensa-va che ci sarebbe stato ilgrande balzo, rimarrà proba-bilmente deluso. Chi, invece,riponeva scarsa o nulla fiducianella politica del cacciavite,troverà conferma alle proprieintuizioni, in entrambi i casiabbiamo perso tutti.Infine la chicca finale, già an-che da altri denunciata: peressere applicate, queste nuo-ve Indicazioni vedranno unperiodo di studio di circa dueanni, intanto Moratti regna.Mirabile disegno questo di chinon ha visto, evidentemente,nessun pericolo nella riformaprecedente ed anzi ha impo-stato tutta la sua politica nelsegno della più coerente con-tinuità.
6 COBAS 35 - settembre/ottobre 2007R i f o r m e
di Rino Capasso
Nei primi mesi dopo l’insedia-mento il Ministro Fioroni ave-va lanciato la cosiddetta“strategia del cacciavite”,cioè, a suo dire, smontarepezzo per pezzo la RiformaMoratti con una serie di mi-cro-interventi normativi mira-ti sui punti cardine e costruiregradualmente una “nuova”politica scolastica, senza unanuova macro-riforma.L’estate 2006 è stata caratte-rizzata da una serie di inter-venti, per lo più di tipo con-trattuale o amministrativo,che sospendevano la Riformasui punti caldi della contesta-zione: tutor, ricorso ad esper-ti esterni per attività currico-lari, obbligo di permanenzaper il biennio e anticipo nellascuola dell’infanzia (sostituitopoi dalle “sezioni primave-ra”); conferma del tempo pie-no, sospensione dell’obbliga-torietà del portfolio e dei testInvalsi; rinvio legislativo del-l’entrata in vigore del decretosulle superiori. Avevamo rile-vato che di per sé gli atti am-ministrativi o le sequenzecontrattuali non possonoabrogare o derogare attiaventi forza di legge: il segui-to dimostrerà che non si trat-tava di un rilievo solo forma-le. Infatti, analizzando unitaria-mente i vari micro-interventisi può concludere che siamoin presenza di una fortissimacontinuità tra la politica scola-
stica della Moratti e quella diFioroni, che la strategia delcacciavite è servita più perstringere che per smontare,che solo su alcuni punti vi èstata una correzione di rotta,mentre la filosofia complessi-va è rimasta la stessa. Certo la tattica è molto piùdemocristiana: spegnere ibollori della contestazione conle sospensioni (che non intac-cano le leggi) e disperdere lacontinuazione della riforma inuna serie di provvedimentidisparati che ne offuscano ilsenso complessivo. In realtà,oggi si può parlare a ragionedi “Riforma Moratti-Fioroni” eaggiornare le nostre paroled’ordine con la richiesta del-l’abrogazione, appunto, della“Riforma Moratti–Fioroni”.Il primo e fondamentale tas-sello in questa direzione ècontenuto nel decreto- leggemille proroghe convertito inLegge n. 228 del 12.7.06 che,tra l’altro, ha prorogato di 18mesi la possibilità del governodi modificare 4 dei 6 decretilegislativi della RiformaMoratti. Le modifiche dei de-creti sulle superiori, sull’alter-nanza scuola-lavoro, sul dirit-to-dovere e sulla formazionedei docenti dovranno avveni-re, però, nel rispetto dei prin-cipi della legge delega, che èappunto la Riforma Moratti. Idecreti sul primo ciclo – ivicompreso il tutor, il portfolio el’abrogazione del tempo pieno- e sull’Invalsi resteranno cosìcome sono!
L’InvalsiL’Invalsi è stato modificato daalcuni commi della LeggeFinanziaria 2007, riguardantisolo la composizione degli or-gani direttivi, senza peraltrorimettere in discussione la lo-ro mancanza di autonomia ela sostanziale dipendenza dalgoverno. Restano ferme lefunzioni dell’Invalsi (la valuta-zione del sistema nazionale diistruzione, con l’avvio dellasperimentazione mediantescuole campione), con i rela-tivi effetti, in particolare unafortissima standardizzazionedei contenuti e della didattica.Infatti, se un docente ha scel-to di non svolgere un deter-minato argomento, o di dargliun taglio particolare, non in li-nea con le richieste dei testInvalsi, di fronte ai risultatinegativi ai test, l’anno suc-cessivo adatterà la sua pro-grammazione in funzione deitest, sacrificando le esigenzespecifiche degli studenti cheha davanti e le sue stesseconvinzioni didattiche o teori-che. La frantumazione del si-stema scolastico, determinatidall’autonomia e dalla regio-nalizzazione, avrà bisogno dimeccanismi di standardizza-zione, che restano il sistemanazionale di valutazione e lagerarchizzazione dei docenti.Tendenzialmente, poi,l’Invalsi ci porterà verso il mo-dello inglese, in cui i finanzia-menti alle scuole e gli stessistipendi degli insegnanti di-pendono dai risultati ai test,
con gli effetti collaterali di unafortissima ansia da test neglistudenti dai 7 ai 18 anni, diuna trasformazione in sensonozionistico dei contenuti edequalificazione della scuolapubblica.
L’Autonomiae le Indicazioni NazionaliTerzo elemento di continuità èla fede del Ministro - dichiara-ta sin dall’inizio - nell’autono-mia, motivata con il “rifiutodello Stato Etico”. Vanno in-quadrati in tale ambito la libe-ralizzazione temporanea delportfolio (ogni scuola usa lascheda che vuole), la confer-ma del passaggio daiProgrammi alle Indicazioninazionali, l’ampliamento dal15 al 20% della quota orariaobbligatoria riservata ai sin-goli Istituti secondari superio-ri e l’istituzione di un’Agenzianazionale per l’autonomia.Anche la liberalizzazione delportfolio ha confermato chel’autonomia significa competi-zione aziendale tra le scuole:a parte le scuole che hannousato la scheda nazionale, lealtre hanno inserito tutte leattività svolte – al di là diqualsiasi valenza valutativa -al solo scopo di evidenziare ladifferenza con le altre scuoledel territorio. Allo stesso mo-do le scuole superiori, in que-sti anni, hanno approvato unamiriade di progetti senza al-cuna considerazione della loroorganicità culturale e/o pro-fessionale, ma al solo scopo diusarli come specchietto delleallodole per attirare clienti.L’abbandono dei Programminazionali (che, va ricordato,già la C. M. Ferrari Aggradi del1969 configurava come “cam-pi di scelta” con ampia garan-zia della libertà del singolodocente e delle singole scuo-le) per le Indicazioni naziona-li implica la rinuncia ad unacornice nazionale unitaria, lafrantumazione dei saperi di-sciplinari e dello stesso ogget-to della valutazione, il che ècollegabile con la probabilefutura perdita del valore lega-le del titolo di studio. Tutto ciòcomporta che il sistema sco-lastico nazionale (per la cuidifesa basta il richiamo allaCostituzione Repubblicana,senza scomodare Hegel!)venga frantumato in 10.000scuole diverse in competizio-ne mercantile tra di loro, coneffetti negativi sulla qualitàdella scuola.
La certificazionedelle competenzeCon la Cm n. 28 del 15/3/07(integrata dalla nota del Mpidel 10/5/07 prot. 4600) il Mpicerca di fare applicare la cer-tificazione delle competenzeper le classi terminali dellaScuola Media (ne abbiamoparlato diffusamente sul nu-mero scorso). Oltre a tutte leosservazioni sulle modalitàestremamente scorretta di in-trodurre una nuova modalitàdi valutazione ad anno scola-stico praticamente conclusoe, quindi, già impostato in talsenso, l’operazione punta al-l’abolizione del valore legaledei titoli di studio rilasciatidalle scuole italiane: una de-
regulation formativa dai costisociali elevati in quanto com-porta un indebolimento dellegaranzie sociali di eguaglian-za dei cittadini e delle tenden-ze solidariste. Fortunatamente molti collegidei docenti non si sono lascia-ti abbindolare e hanno legitti-mamente rispedito al mitten-te l’intimazione del ministro.
Il potenziamentodelle scuole privateUn quarto elemento di conti-nuità è la valorizzazione dellescuole private all’interno del“sistema pubblico integrato diistruzione” di berlinguerianamemoria, per cui la funzionedi garantire il diritto costitu-zionale all’istruzione può es-sere svolta indifferentementeda scuole statali (che garanti-scono il pluralismo e la possi-bilità per lo studente di venirea contatto con diversi approc-ci culturali e didattici) o dascuole paritarie di tendenza(che privilegiano un determi-nata visione del mondo) e dascuole paritarie commerciali(che puntano al profitto e so-no tese strutturalmente asoddisfare la domanda dimercato, qualunque essa sia:i cosidetti diplomifici, chevendono titoli di studio). Inquesta direzione vanno l’in-cremento di 100 milioni di ?del finanziamento alle parita-rie previsti dalla Finanziaria2007 (la stessa che ha pesan-temente tagliati i finanzia-menti alle scuole pubbliche),la possibilità per i privatisti disostenere gli Esami di Statoanche presso le paritarie (am-morbidita dalla norma cheprevede l’obbligo di residen-za) e lo stesso nuovo regimedi detrazione fiscale delle do-nazioni, che non solo è statofinanziato con tagli alle scuolestatali, ma determinerà unmeccanismo elusivo per cuiuna parte del prezzo di iscri-zione verrà trasformato in do-nazione per usufruire dell’a-gevolazione fiscale. Infine, varicordato che la formazioneprofessionale (il cui potenzia-mento resta uno degli obietti-vi strategici della Riforma) èprevalentemente appaltataad agenzie private di forma-zione (per es. il 92% in EmiliaRomagna, di cui era assesso-re all’istruzione l’attuale sot-tosegretario Bastico)
L’obbligo di istruzioneLa Legge Finanziaria 2007 haistituito l’obbligo di istruzioneper 10 anni, innovando sia nellinguaggio che nella sostanza.Infatti, la Costituzione parla diobbligo scolastico (solo scuolaper minimo 8 anni),Berlinguer e Moratti hanno in-trodotto l’obbligo formativo(scuola, formazione profes-sionale o apprendistato inazienda), Fioroni introduce unsistema a due gambe sino ai16 anni – scuola statale o pri-vata e formazione professio-nale regionale (con la valoriz-zazione dei percorsi integratisperimentati negli ultimi anni)- e a tre gambe dai 16 ai 18anni – scuola, formazioneprofessionale e azienda conapprendistato e/o alternanzascuola lavoro. L’obbligo d’i-
Scuola: un annodi misfatti centrosinistri
Inse
rto
di
Co
ba
sn
.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Gu
ida
no
rmat
iva
Gu
ida
no
rmat
iva
24In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Da
quan
do s
ono
stat
i pre
vist
i spe
cific
i com
pens
i (ri
spar
mi
otte
nuti
sem
pre
e co
mun
que
sulla
pel
le d
i doc
enti
e A
ta),
la d
efin
izio
ne d
i cos
a sia
la fl
essib
ilità
sta
div
enta
ndo
il to
r-m
ento
ne d
i tut
ti i c
ontr
atti
d'ist
ituto
.In
gene
re i
Ds
cer-
cano
di l
imita
re il
con
cett
o di
fles
sibili
tà a
lle g
ener
ali i
ndi-
cazi
oni
ripo
rtat
e ne
l C
cnl
e ne
l co
mm
a 2
dell'a
rt.4
del
Dpr
275
/99,
che
per
di p
iù s
otto
linea
esp
licita
men
te c
he:
"le i
stitu
zion
i sc
olas
tiche
pos
sono
ado
ttare
tut
te l
e fo
rme
difle
ssib
ilità
che
riten
gono
opp
ortu
ne e
tra
l'altr
o:”
- l'a
rtic
olaz
ione
mod
ular
e de
l mon
te o
re a
nnua
le;
- la
def
iniz
ione
di
unità
di
inse
gnam
ento
inf
erio
ri a
ll’or
aco
n ob
blig
o di
rec
uper
o (v
edi p
ag.2
3);
- l'a
ttiv
azio
ne d
i pe
rcor
si di
datt
ici
indi
vidu
aliz
zati,
risp
et-
tand
o l'i
nteg
razi
one
degl
i alu
nni n
ella
cla
sse
e ne
l gru
ppo,
anch
e pe
r gl
i alu
nni d
iver
sam
ente
abi
li;-
l'art
icol
azio
ne m
odul
are
di g
rupp
i di a
lunn
i pro
veni
enti
dalla
ste
ssa
o da
div
erse
cla
ssi o
da
dive
rsi a
nni d
i cor
so;
l'agg
rega
zion
e de
lle d
iscip
line
in a
ree
e am
biti
disc
iplin
ari.
Lo s
tess
o M
inist
ero
quan
do h
a do
vuto
forn
ire p
ropr
ie in
-di
cazi
oni s
ulla
fle
ssib
ilità
(ve
di n
el s
ito d
el M
pi w
ww.
istru
-zi
one.
it/ar
gom
enti/
auto
nom
ia/d
efin
isce/
defa
ult.h
tm),
non
hapo
tuto
fare
a m
eno
di c
onsid
erar
le c
he d
egli
esem
pi,n
ones
send
o as
solu
tam
ente
pos
sibile
esa
urire
una
cas
istic
a ch
eog
ni s
cuol
a pu
ò ar
ricc
hire
.In
fatt
i,il
Miu
r su
gger
isce,
"tra
l'al
tro",
che:
"I te
mpi
del
l'inse
gnam
ento
pos
sono
ess
ere
infa
tti c
ombi
nati
per
real
izza
re,t
ra l'
altro
,all'i
nter
no d
el n
orm
ale
orar
io c
urric
olar
e*
spec
ifici
perc
orsi
di a
ccog
lienz
a,co
ntin
uità
,orie
ntam
ento
e/o
riorie
ntam
ento
;*
fasi
di in
segn
amen
to in
tens
ivo s
egui
te d
a al
tre d
i app
oggi
o;*
attiv
ità la
bora
toria
li pl
urid
iscip
linar
i;*
dim
inuz
ione
del
num
ero
delle
disc
iplin
e m
edia
nte
la c
once
n-tra
zion
e de
l lor
o m
onte
ore
ann
uale
in u
n so
lo q
uadr
imes
tre.
...A
loro
vol
ta i
grup
pi d
i alu
nni p
osso
no e
sser
e ar
ticol
ati p
erre
aliz
zare
,tra
l'al
tro,a
ll'int
erno
del
nor
mal
e or
ario
cur
ricol
are:
* gr
uppi
più
gra
ndi p
er le
lezi
oni f
ront
ali;
* gr
uppi
più
picc
oli p
er le
ese
rcita
zion
i,il s
oste
gno,
il re
cupe
ro,
l'app
rofo
ndim
ento
;*
grup
pi te
mpo
rane
i di l
ivello
e/o
di r
iallin
eam
ento
;*
grup
pi d
i lab
orat
orio
;*
grup
pi p
er le
disc
iplin
e op
zion
ali;
* gr
uppi
per
le d
iscip
line
faco
ltativ
e....
Per
affro
ntar
e le
diff
icoltà
...L
e sc
uole
pos
sono
cos
ì org
aniz
-
zare
,tra
l'al
tro,n
el n
orm
ale
orar
io c
urric
olar
e:*
mod
uli d
i allin
eam
ento
,par
alle
li a
quel
li de
lle v
arie
cla
ssi,i
n-di
rizza
ti a
picc
oli g
rupp
i nei
qua
li gl
i allie
vi,ol
tre a
pro
segu
ire il
norm
ale
prog
ram
ma
di s
tudi
o,so
no g
uida
ti a
lavo
rare
sul
le c
a-re
nze
indi
vidua
li;*
disc
iplin
e e
attiv
ità n
elle
qua
li gl
i alu
nni p
osso
no o
ttim
izza
rel'u
so d
elle
pro
prie
cap
acità
;*
mod
uli d
i pas
sagg
io d
a un
indi
rizzo
a u
n al
tro d
ella
scu
ola
supe
riore
;*
mod
uli d
i pas
sagg
io d
al s
istem
a di
istru
zion
e a
quel
lo d
ella
form
azio
ne p
rofe
ssio
nale
;*
mod
uli d
i ria
llinea
men
to p
er c
hi r
ient
ra n
el s
istem
a di
istru
-zi
one.
Per
prom
uove
re le
ecc
elle
nze
...Le
scu
ole
poss
ono
così
orga
-ni
zzar
e,tra
l'al
tro,n
el n
orm
ale
orar
io c
urric
olar
e o
nella
quo
tafa
colta
tiva
del c
urric
olo:
* m
odul
i di a
ppro
fond
imen
to p
er g
rupp
i di e
ccel
lenz
a;*
mod
uli d
i rio
rient
amen
to p
er la
sco
pert
a di
spe
cifich
e vo
ca-
zion
i;*
disc
iplin
e e
attiv
ità d
estin
ate
a co
stru
ire c
redi
ti fo
rmat
ivi a
g-gi
untiv
i".Se
son
o qu
este
le a
ttiv
ità c
he,“
tra l’
altro
”,il
min
ister
o ri
-es
ce a
sug
geri
re a
llora
par
e un
a co
nfer
ma
a qu
anto
sos
te-
niam
o da
tem
po:d
a se
mpr
e il
lavo
ro d
ocen
te è
“fle
ssib
i-le
”.C
oncl
uden
do,p
ropr
io s
ulla
bas
e de
lla n
orm
ativ
a vi
-ge
nte
(art
.86
com
ma
2 le
tt.
a C
cnl
2003
,ar
t.4
Dpr
275/
99,D
.I.23
4/20
00),
pare
ci s
iano
tutt
e le
con
dizi
oni p
erco
nsen
tire
agli
Org
ani c
olle
gial
i e a
lle R
su d
i dar
e un
a de
-fin
izio
ne d
ella
fles
sibili
tà le
gata
alle
spe
cific
he a
ttiv
ità d
elle
dive
rse
scuo
le,s
enza
dov
er s
otto
star
e al
le “i
nfle
ssib
ili”
de-
term
inaz
ioni
dei
Dir
igen
ti sc
olas
tici.
La
fle
ssib
ilit
àn
el
lavo
ro d
oce
nte
Com
incia
un
nuov
o an
no s
cola
stico
sen
za c
he s
i sia
ver
ifica
to n
essu
n ra
dica
le c
ambi
amen
to d
i rot
ta p
erqu
anto
rig
uard
a le
pol
itich
e sc
olas
tiche
.Gli
inte
rven
ti am
min
istra
tivi e
con
trattu
ali d
ella
sco
rsa
esta
te (t
u-to
r,ric
orso
ad
espe
rti e
ster
ni p
er a
ttivit
à cu
rrico
lari,
obbl
igo
per
il bi
enni
o,an
ticip
o ne
lla s
cuol
a de
ll’inf
an-
zia;
conf
erm
a te
mpo
pie
no,s
ospe
nsio
ne p
ortfo
lio e
tes
t In
valsi
;rin
vio d
ecre
to s
ulle
sup
erio
ri) n
on h
anno
mai
mes
so in
dub
bio
la L
.53/
2003
,la
cui f
iloso
fia a
ppar
e ne
lla s
osta
nza
conf
erm
ata.
Solo
dal
l’inte
rno
delle
scu
ole
potr
à,qu
indi
,rip
rend
ere
vigor
e la
nec
essa
ria o
ppos
izio
ne a
que
lla c
he o
rmai
pos
siam
o ch
ia-
mar
e la
“Ri
form
a M
orat
ti-Fi
oron
i”,s
enza
dim
entic
are
le g
esta
del
l’iniz
iato
re B
erlin
guer
.Ab
biam
o qu
indi
agg
iorn
ato
il no
stro
con
suet
o in
sert
o no
rmat
ivo (
anco
ra d
iviso
in d
ue p
arti:
Rifo
rma
eD
iritti
& D
over
i) pe
r fo
rnire
a t
utti
alcu
ni s
trum
enti
esse
nzia
li pe
r co
ntra
star
e un
uso
del
l’”Au
tono
mia
”ch
e ris
chia
sol
o di
inne
scar
e un
a su
icida
com
petiz
ione
tra
le s
cuol
e pe
r af
ferm
arsi
sul m
erca
to d
ell’o
f-fe
rta
di i
stru
zion
e.U
na t
ende
nza
alla
priv
atiz
zazi
one
e az
iend
aliz
zazi
one
della
scu
ola:
ridim
ensio
na-
men
to d
el r
uolo
del
la s
cuol
a pu
bblic
a a
favo
re d
ella
scu
ola
priva
ta,d
elle
age
nzie
priv
ate
di fo
rmaz
ione
ede
lle s
tess
o ru
olo
form
ativo
del
le im
pres
e e
impo
sizio
ne a
lle s
cuol
e pu
bblic
he d
el m
odel
lo o
rgan
izza
tivo
tipico
del
le im
pres
e pr
ivate
.Co
n bu
ona
pace
del
la S
cuol
a co
me
Istit
uzio
ne d
ella
Rep
ubbl
ica p
revis
ta d
all’a
rt.3
3 de
lla C
ostit
uzio
ne.
1.RI
FORM
A.A
cont
i fat
ti il
“cac
ciavit
e”di
Fio
roni
piu
ttost
o ch
e sm
onta
re la
Rifo
rma
Mor
atti
sem
bra
neab
bia
inve
ce s
tret
to m
olti
pezz
i.Pe
r un
’ana
lisi
più
detta
glia
ta s
ulle
spe
cific
he q
uest
ioni
(Au
tono
mia
,In
dica
zion
i naz
iona
li,In
valsi
,Cer
tifica
zion
i com
pete
nze,
Obb
ligo
Istr
uzio
ne,S
cuol
e pr
ivate
,Ist
ruzi
one
tec-
nico
-pro
fess
onal
e,Fo
ndaz
ioni
,ecc
.) rim
andi
amo
agli
appr
ofon
dim
enti
pres
enti
anch
e ne
lle p
agin
e di
que
-st
o nu
mer
o de
l gio
rnal
e,qu
i ci p
rem
e rib
adire
l’im
port
anza
di c
iò c
he s
apra
nno
fare
gli
Org
ani c
olle
gial
ifin
da
sette
mbr
e pe
r ev
itare
la s
ciagu
ra d
i “rif
orm
are
auto
nom
amen
te”
il pr
oprio
istit
uto.
Com
e gl
i sco
rsi
anni
pro
poni
amo
i tes
ti di
alcu
ne d
elib
ere
- agg
iorn
ati a
lle n
ovità
nor
mat
ive -
che
ci se
mbr
ano
più
utili
edef
ficac
i per
con
trast
are
ques
to r
ischi
o.
2.D
IRIT
TI &
DO
VERI
.Com
e og
ni a
nno,
fin d
a se
ttem
bre
altr
e de
liber
e de
gli O
rgan
i col
legi
ali e
la c
on-
tratta
zion
e d’
istitu
to d
ovra
nno
defin
ire,u
na m
olte
plici
tà d
i asp
etti
rela
tivi a
gli o
bblig
hi d
i lav
oro
e al
le m
o-da
lità
di u
tiliz
zazi
one
di d
ocen
ti e
Ata
in r
appo
rto
al P
of.L
e Rs
u,ne
l pie
no r
ispet
to d
elle
com
pete
nze
de-
gli O
rgan
i Col
legi
ali e
del
le v
olon
tà e
mer
se n
elle
ass
embl
ee d
ei la
vora
tori,
dovr
ebbe
ro g
iung
ere
a co
ntra
ttid’
istitu
to in
cui
sia
no c
hiar
amen
te d
efin
iti,e
splic
itati
e co
ndivi
si –
dal p
erso
nale
Ata
e d
ocen
te -
i cr
iteri
rela
tivi a
:org
aniz
zazi
one
del l
avor
o;ar
ticol
azio
ne d
ell’o
rario
;atti
vità
aggi
untiv
e;ga
ranz
ie d
el p
erso
nale
(ac-
cess
o ag
li at
ti,as
segn
azio
ni,o
rdin
i di s
erviz
io,p
erm
essi,
ecc.
).Tro
vere
te n
elle
pag
ine
segu
enti
il fru
tto d
elle
no-
stre
rifl
essio
ni e
del
le n
ostre
esp
erie
nze
sui t
emi p
iù im
port
anti.
Com
e gi
à ne
gli s
cors
i ann
i,le
sed
i loc
ali C
obas
son
o di
spon
ibili
ad in
terv
enire
,nel
le s
ituaz
ioni
in c
ui d
o-ve
sser
o ris
cont
rars
i abu
si o
atte
ggia
men
ti ve
ssat
ori,
a su
ppor
to e
tut
ela
dei s
ingo
li la
vora
tori,
delle
Rsu
ode
gli O
rgan
i col
legi
ali .
..bu
on a
nno
scol
astic
o
I doc
umen
ti ch
e se
guon
o so
no il
frut
to d
i esp
erie
nze
già
real
izza
te,r
ivist
e al
la lu
ce d
elle
nov
itàde
ll’ul
timo
anno
.Si
invi
ta c
omun
que
a co
nsul
tare
i se
guen
ti sit
i per
gli
even
tual
i agg
iorn
amen
ti:ht
tp://
ww
w.c
obas
-scu
ola.
it e
ht
tp://
ww
w.c
espb
o.it
I tes
ti ch
e co
mpo
ngon
o qu
esta
Gui
daso
no u
nes
trat
to d
alla
ter
za e
dizi
one
ampl
iata
e r
ivis
tade
l nos
tro
Vade
mec
um d
i aut
odife
sa d
alla
scu
o-la
-azi
enda
per
doc
enti,
ata,
rsu,
Mas
sari
ed.
,200
3.Il
Vade
mec
umè
disp
onib
ile p
ress
o tu
tte
le s
edi
loca
li C
obas
.U
lteri
ori a
ppro
fond
imen
ti e
peri
odic
i agg
iorn
a-m
enti
sugl
i arg
omen
ti af
fron
tati
in q
uest
e pa
gi-
ne s
u:ht
tp://
ww
w.c
obas
-scu
ola.
itsu
lla v
ersi
one
tele
mat
ica
delV
adem
ecum
:ht
tp://
ww
w.c
obas
-scu
ola.
it/va
dem
ecum
Fram
e.ht
ml
e ne
lla p
agin
a de
i Que
siti
più
freq
uent
i:ht
tp://
ww
w.c
obas
-scu
ola.
it/fa
qFra
me.
htm
l
Il corretto funzionamento degli O
rgani collegiali,nonostan-te lim
iti e difetti,è l'unico presupposto per una partecipa-zione dem
ocratica alle scelte della scuola.Il fastidio checiò provoca a M
inistri,dirigenti vari ma anche alle orga-
nizzazioni sindacali è riscontrabile nei numerosi tentativi
che tentano di portare avanti per ridurne il ruolo,e al lo-ro interno la partecipazione dei lavoratori della scuola.Proposte di legge,fortunatam
ente rimaste solo sulla car-
ta,presentate sia da parlamentari di centro-destra sia di
centro-sinistra,anche col sostegno delle “organizzazionisindacali m
aggiormente rappresentative”,
che riducono lapresenza dei docenti e addirittura aboliscono quella degliA
ta,aboliscono il Consiglio di classe,limitano le com
peten-ze a com
piti quasi esclusivamente di ratifica e consegnano
la gestione della scuola a miriadi di accordi stipulati tra D
se R
su.C
ome più volte abbiam
o già sottolineato,anche il Ccnl
2003 conferma questa tendenza che tende ad espandere
le Relazioni sindacali di scuolasu aree di pertinenza del
Collegio dei docentie del Consiglio di circolo o d’istituto.Q
uindi per evitare l'esautoramento di questi organi è be-
ne avere chiaro quali sono le loro competenze definite per
legge e le modalità del loro funzionam
ento,che non pos-sono essere m
ateria di contrattazione e che non possonosubire illegittim
e invasioni di campo.
Attualm
ente la composizione degli O
rgani collegiali,le lo-ro com
petenze e il funzionamento sono regolati dagli artt.
5,6,7,8,9,10,11 del DLgs 297/94 (l’attuale Testo U
nicodella norm
ativa scolastica) e l'esperienza ci insegna checoloro che ne sottovalutano il ruolo di fatto consegnanola scuola nelle m
ani del capo d'istituto e/o di gruppi che liutilizzeranno per i loro interessi.“1) L’organo collegiale è validam
ente costituito anche nel casoin cui non tutte le com
ponenti abbiano espresso la propriarappresentanza.2) Per la validità dell’adunanza …
è richiestala presenza di alm
eno la metà più uno dei com
ponenti in ca-rica.3) Le deliberazioni sono adottate a m
aggioranza assolutadei voti validam
ente espressi … In caso di parità,prevale il vo-
to del presidente.4) La votazione è segreta solo quando si fac-cia questione di persone”
(art.37 T.U.),non si calcolano gli
astenuti (Nota M
pi 771/80).“La convocazione ordinaria per le attività collegiali deve avve-nire con un preavviso di alm
eno 5 giorni”(art.
12 Dpr
209/87),il mancato rispetto di questa norm
a invalida la se-duta.L’ordine del giorno deve essere chiaro
“senza l’uso diterm
inologie ambigue o im
proprie e di formule evasivam
entegeneriche,è illegittim
a la deliberazione … su un argom
ento in-dicato in m
aniera inesatta o fuorviante”(TA
R M
ilano deci-sione 1058/81),o non indicato nell’odg.Solo nel caso sia-no presenti alla seduta tutti i com
ponenti,e acconsentanoall’unanim
ità,è possibile aggiungere argomenti non previ-
sti dalla convocazione (Cons.di Stato,sez.V,679/70;TA
RLom
bardia decisione 321/85 ).Per il corretto funzionam
ento e in caso di controversie,sarà utile:- richiedere una verbalizzazione com
pleta di tutto quantoavviene;- ricordare ai presenti che,essendo organi collegiali,le de-cisioni e le eventuali responsabilità ad esse connesse,com
-petono a tutti coloro che abbiano approvato le propostee non a chi lo presiede (art.24 D
pr 3/57);pertanto biso-gna fare verbalizzare il proprio voto contrario,l'astensioneo una propria dichiarazione per evitare corresponsabilità;- qualunque ordine ritenuto illegittim
o non deve essereeseguito,se non dopo riconferm
a scritta a seguito di pro-pria rim
ostanza scritta (art.17 Dpr 3/57);
- non ottemperare a quanto richiesto dalla presidenza
senza aver fatto quanto previsto nei punti precedenti;- nel caso di ulteriori contestazioni richiedere il rispettodell'orario previsto per la riunione (che deve sem
pre esse-re indicato nella convocazione,e dipende dal piano annua-le delle attività deliberato dal Collegio dei docenti),e chiede-re la sospensione della stessa all'ora prevista,anche se nonè stato esaurito l'o.d.g.(C
m 37/76).
Gli atti del C
onsiglio di circolo o di Istituto vanno sempre
pubblicati all’albo della scuola,tranne quelli che riguarda-no singole persone,salvo contraria richiesta dell’interes-sato (art.43 T.U
.).
Co
lleg
io d
ei d
oce
nti
È riunito dal capo d’istituto tenendo conto dei tempi e del
calendario deliberato dallo stesso collegio all’interno delpiano annuale delle attività,oppure quando alm
eno un ter-zo dei suoi com
ponenti ne faccia richiesta.È com
posto da tutti i docenti in servizio (di ruolo,sup-plenti annuali e tem
poranei,di sostegno),è presieduto dalD
s,che designa il segretario tra i suoi collaboratori.
Il ruo
lo d
egli Organ
i collegiali p
er l’avvio d
ell’ann
o sco
lastico
Gu
ida n
orm
ativa23
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Gu
ida n
orm
ativa2
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
La rid
uzio
ne
de
ll’orario
a 35
ore
Il personale che può fruire della riduzione dell’orario set-tim
anale da 36 a 35 ore è individuato nella contrattazio-ne d’istituto sulla base dell’art.54 com
ma 1 C
cnl 2003,che lo prevede per:a) tutto il personale di istituzioni educative,o aziende agra-rie,o scuole che hanno un orario di servizio superiore al-le 10 ore per alm
eno tre giorni a settimana;
b) il personale adibito a regimi di orario articolati su più
turni,secondo la definizione di turnazione dell’art.
52com
ma 1 lett.c C
cnl 2003;c) il personale che opera secondo un orario con significa-tive oscillazioni rispetto alle ordinarie 6 ore di servizio (èordinario l’orario di 6 ore continuative antim
eridiane,art.50 C
cnl 2003) o con un orario flessibile (anticipo o posti-cipo di entrata e uscita anche con orario distribuito in cin-que giornate lavorative,art.52 com
ma 1 lett.a C
cnl 2003).In base al com
ma 2 art.54 C
cnl 2003,è nella contratta-zione di istituto che viene definito il num
ero,la tipologia,la “significatività” dell’oscillazione e quant’altro necessarioad individuare il personale A
ta che può fruire della ridu-zione dell’orario settim
anale in base ai suddetti criteri.Q
uindi,in conclusione:- se nella scuola si verifica la condizione a) tutto il perso-nale A
ta ha diritto alla riduzione di orario;- se nella scuola si verificano le condizioni b) e/o c) la con-trattazione di scuola individuerà il personale A
ta che hadiritto alla riduzione.
Pe
rson
ale A
ta1
.Pe
r mo
tivi estran
ei alla d
idattica
L’art.26 comm
a 8 del Ccnl 2003 riconferm
a la Cm
243/79che già prevedeva che “non è configurabile alcun obbligo peri docenti di recuperare le frazioni orarie oggetto di riduzione"
ela C
m 192/80 che ha consentito di ridurre tutte le ore di
lezione.La responsabilità delle riduzioni è demandata ai
"competenti organi della scuola"
con le seguenti competenze:
- il Consiglio di circolo o d'istituto indica "i criteri generali
relativi ...all'adattamento dell'orario delle lezioni ...alle condi-
zioni ambientali"(art.10 com
ma 4 T.U
.),tenendo conto del-le richieste delle fam
iglie e/o degli allievi pendolari,dell’as-senza della m
ensa o di altre particolari situazioni.- il C
ollegio dei docenti avanza proposte "per la formula-
zione dell'orario delle lezioni ...tenuto conto dei criteri generaliindicati dal consiglio di circolo o d'istituto"(art.7 com
ma 2 lett.
b T.U.),valutando l’aspetto didattico della situazione,se,ad
esempio,la riduzione consente com
unque il raggiungimen-
to degli obiettivi indicati nella programm
azione,.- il C
onsiglio di circolo o d’istituto assume la relativa deli-
bera (art.26 comm
a 8 Ccnl 2003).
- al dirigente compete la "form
ulazione dell'orario,sulla basedei criteri generali stabiliti dal consiglio di circolo o d'istituto edelle proposte del collegio dei docenti"
(art.396 comm
a 2 let-tera d T.U
.).In tal caso,lo ripetiamo,al personale docente
non può essere richiesto alcun recupero di frazioni orarie.A
lcuni dirigenti però,appigliandosi all’art.3,c.5 del D.I.
234/2000 Regolamento dei curricoli dell’autonom
ia,sostengo-no che “debbono essere recuperate le residue frazioni ditem
po”,ma questo argom
ento non ha fondamento perché
il Regolamento
tratta di sperimentazioni didattiche che nul-
la hanno a che fare con la riduzione per motivi estranei al-
la didattica.Se qualche dirigente persevera con questa in-terpretazione,i docenti che ricevono un ordine di servizioche
prevedesse il
recupero,devono
opporre form
ale“R
imostranza scritta” (art.17 D
pr 3/57) e quindi attivareil contenzioso contattando la sede Cobas
più vicina.Già di-
versi giudici ci hanno dato ragione.2
.Pe
r altre rag
ion
iIn questo caso "qualunque riduzione della durata dell’unitàoraria di lezione ne com
porta il recupero nell’ambito delle atti-
vità didattiche programm
ate dall’istituzione scolastica.La relati-va delibera viene assunta dal collegio dei docenti"
(art.26com
ma 7 C
cnl 2003).Il Collegio,che può prevedere la ri-
duzione solo per ragioni didattiche,deve quindi program-
mare il recupero coerentem
ente alle finalità stesse dellam
odifica,certamente non può destinare le frazioni residue
per far fare i tappabuchi e risparmiare sulle supplenze.
La riduzio
ne dell’ora di lezio
ne
Gli In
carich
i specifici
Le risorse precedentemente destinate alle funzioni ag-
giuntive sono ora utilizzate per compensare “incarichi spe-
cifici che … com
portano l’assunzione di responsabilità ulterio-ri”
e “compiti di particolare responsabilità,rischio o disagio,ne-
cessari per la realizzazione del piano dell’offerta formativa”.
Per i collaboratori scolastici sono previsti compiti legati al-
l’assistenza alla persona,all’assistenza all’handicap e al
pronto soccorso.Il numero e la tipologia di questi incari-
chi devono essere individuati nel Piano delle attività(art.47
Ccnl 2003).L’attribuzione è effettuata dal dirigente scola-
stico,secondo le modalità,i criteri e i com
pensi definitidalla contrattazione d’istituto con le R
su.È opportuno chela R
su chieda al Ds l'inform
azione preventiva sul piano del-le attività del personale A
ta e ne discuta in una assemblea
con il personale prima di iniziare la trattativa.
"Si in
sedi
a al
l'iniz
io d
i cia
scun
ann
o sc
olas
tico"
,qui
ndi i
l 1°
set-
tem
bre,
e pe
rtan
to d
eve
esse
re m
esso
nel
le c
ondi
zion
i di
pote
re a
ssol
vere
a t
utte
le
prop
rie
funz
ioni
sen
za l
imiti
prec
ostit
uiti
da d
elib
ere
appr
ovat
e pr
eced
ente
men
te i
lpr
opri
o in
sedi
amen
to
(com
e in
vece
pr
eten
dere
bber
om
olti
capi
d'is
titut
o);e
sso
infa
tti "
...co
stitu
isce
un o
rgan
o a
form
azio
ne is
tant
anea
ed
auto
mat
ica,a
l qua
le n
on s
i app
lica,
pert
anto
,l'is
titut
o de
lla p
roro
gatio
..."
(TA
R C
alab
ria-
RC
,n.
121/
82).
Il Co
llegi
o de
i doc
enti
(che
può
art
icol
arsi
in c
omm
issio
nie/
o gr
uppi
di l
avor
o,so
ltant
o pe
rò c
on fu
nzio
ne p
repa
ra-
tori
a de
lle d
elib
eraz
ioni
,che
spe
ttan
o es
clus
ivam
ente
al-
l'int
ero
orga
no,C
M 2
74/8
4):
- de
liber
a “il
pia
no a
nnua
le d
elle
atti
vità
e i c
onse
guen
ti im
-pe
gni
del
pers
onal
e do
cent
e ch
e pu
ò pr
eved
ere
attiv
ità a
g-gi
untiv
e”(q
uind
i com
pren
sivo
degl
i im
pegn
i di l
avor
o) e
lesu
e ev
entu
ali m
odifi
che
in c
orso
d’a
nno,
nece
ssar
ie p
er fa
rfr
onte
a n
uove
esig
enze
(art
.26
com
ma
4 C
cnl 2
003)
;de-
liber
a an
che
il Pi
ano
annu
ale
delle
att
ività
di a
ggio
rnam
en-
to,a
rt.6
5 C
cnl 2
003.
Ric
ordi
amo
anco
ra u
na v
olta
che
que
sti i
mpe
gni,
e l'e
ven-
tual
e pa
rtec
ipaz
ione
o a
ssist
enza
agl
i esa
mi,
cost
ituisc
ono
tutt
i gli
Obb
lighi
di l
avor
o(v
edi p
.5 d
i que
sta
Gui
da)
oltr
e i
qual
i non
si p
uò im
porr
e al
cuna
pre
senz
a a
scuo
la (
Not
aM
pi n
.197
2/80
;TA
R L
azio
-Lat
ina
sent
.n.3
59/8
4;C
ons.
diSt
ato-
sez.
VI s
ent.
n.17
3/87
).Ev
entu
ali i
mpe
gni c
he t
rava
li-ch
ino
gli o
bblig
hi c
ontr
attu
ali s
ono
da r
etri
buire
com
e at
-tiv
ità a
ggiu
ntiv
e co
n il
Fond
o de
ll’ist
ituzi
one
scol
astic
a(v
edi
pag.
12);
- gl
i ob
blig
hi r
elat
ivi
alle
att
ività
col
legi
ali
dei
cons
igli
dicl
asse
,di i
nter
clas
se,d
i int
erse
zion
e so
no p
rogr
amm
ati s
e-co
ndo
crite
ri s
tabi
liti d
al C
olle
gio
dei d
ocen
ti (a
rt.2
7 co
m-
ma
3 le
tt.b
Ccn
l 200
3);
- pr
opon
e m
odal
ità e
cri
teri
per
lo s
volg
imen
to d
ei r
ap-
port
i con
le fa
mig
lie e
gli
stud
enti
sulla
bas
e de
i qua
li de
li-be
rerà
il
Cons
iglio
di
circo
lo o
d’is
titut
o(a
rt.2
7 co
mm
a 4
Ccn
l 200
3);
- ha
pot
ere
delib
eran
te i
n m
ater
ia d
i fu
nzio
nam
ento
di-
datt
ico
del c
ircol
o o
dell'
istitu
to.C
ura
la p
rogr
amm
azio
nede
ll'az
ione
edu
cativ
a an
che
al fi
ne d
i ade
guar
e,ne
ll'am
bito
degl
i or
dina
men
ti de
lla s
cuol
a st
abili
ti da
llo S
tato
,i p
ro-
gram
mi d
i ins
egna
men
to a
lle s
peci
fiche
esig
enze
am
bien
-ta
li e
di
favo
rire
il
coor
dina
men
to
inte
rdis
cipl
inar
e.Es
erci
ta t
ale
pote
re n
el r
ispet
to d
ella
lib
ertà
di
inse
gna-
men
to g
aran
tita
a ci
ascu
n do
cent
e;-
elab
ora
il Pi
ano
dell’O
ffert
a Fo
rmat
iva –
Pof
,pre
vist
o da
l-l’a
rt.3
del
Dpr
275
/99.
- fo
rmul
a pr
opos
te s
u fo
rmaz
ione
e a
sseg
nazi
one
clas
si,or
ario
;-
delib
era
sulla
div
ision
e de
ll’an
no s
cola
stic
o in
due
o t
repe
riod
i,tr
anne
che
nel
le s
cuol
e el
emen
tari
dov
e so
nopr
evist
i i q
uadr
imes
tri (
art.
2 O
M 1
10/9
9);
- va
luta
per
iodi
cam
ente
l’an
dam
ento
del
l’azi
one
dida
ttic
a;pr
ogra
mm
a e
attu
a le
iniz
iativ
e pe
r il
sost
egno
;esa
min
a i
casi
di s
cars
o pr
ofitt
o o
di ir
rego
lare
com
port
amen
to d
e-gl
i alu
nni;
- ne
lle s
cuol
e de
ll'obb
ligo
che
acco
lgon
o al
unni
figl
i di l
a-vo
rato
ri s
tran
ieri
res
iden
ti in
Ita
lia e
di l
avor
ator
i ita
liani
emig
rati
prog
ram
ma
attiv
ità d
i sos
tegn
o o
inte
graz
ione
afa
vore
di t
ali a
lunn
i;- a
dott
a i l
ibri
di t
esto
,sen
titi i
Con
sigli d
i inte
rcla
sse
o di
cla
s-se
,e s
cegl
ie i
suss
idi d
idat
tici;
- el
egge
i co
llabo
rato
ri d
el p
resid
e.La
que
stio
ne s
ta p
erò
crea
ndo
delle
con
trov
ersie
rel
ativ
e al
le c
ompe
tenz
e de
ldi
rige
nte
scol
astic
o e
del r
uolo
dei
cos
idde
tti “
colla
bora
-to
ri”
da lu
i sce
lti a
i sen
si de
ll’ar
t.31
Ccn
l 200
3;-
eleg
ge il
Com
itato
di v
alut
azio
ne d
el s
erviz
io d
ei d
ocen
ti;-
dete
rmin
a il
num
ero,
i cri
teri
di a
ttri
buzi
one
e i d
estin
a-ta
ri d
elle
Fun
zion
i stru
men
tali
al P
of(v
edi p
ag.1
7);
- ap
prov
a,pe
r gl
i as
pett
i di
datt
ici,
gli
acco
rdi
con
reti
disc
uole
(ar
t.7
Dpr
275
/99)
;- s
i pro
nunc
ia s
u og
ni a
ltro
argo
men
to a
ttri
buito
dal
le le
g-gi
e d
ai r
egol
amen
ti,al
la s
ua c
ompe
tenz
a.
Co
nsi
gli
o d
i ci
rco
lo o
di
isti
tuto
Il Co
nsig
liode
liber
a:- l
e at
tività
da
retr
ibui
re c
on il
Fon
do d
ell’is
tituz
ione
sco
last
i-ca
(ved
i pag
g.20
- 2
3),a
cqui
send
o la
del
iber
a de
l Col
legi
odo
cent
i(ar
t.86
com
ma
1 C
cnl 2
003)
;-
l’ado
zion
e de
l Pi
ano
dell’o
ffert
a fo
rmat
iva –
Pof
(art
.3,
com
ma
3 de
l Dpr
275
/99)
;-
l'ado
zion
e de
l Reg
olam
ento
inte
rno;
- i c
rite
ri g
ener
ali:p
er la
pro
gram
maz
ione
edu
cativ
a e
del-
le a
ttiv
ità p
ara-
inte
r-ex
tras
cola
stic
he,p
er la
form
azio
ne e
l'ass
egna
zion
e de
lle c
lass
i,pe
r l'a
datt
amen
to d
ell'o
rari
o e
del
cale
ndar
io s
cola
stic
o,pe
r l'e
sple
tam
ento
dei
ser
vizi
amm
inist
rativ
i,pe
r lo
svo
lgim
ento
dei
rap
port
i con
le fa
-m
iglie
e g
li st
uden
ti (c
omm
a 4
art.
27 C
cnl 2
003)
.-
l'eve
ntua
le c
olla
bora
zion
e co
n al
tre
scuo
le,l
a pa
rtec
ipa-
zion
i ad
attiv
ità c
ultu
rali,
spor
tive
e ri
crea
tive.
Gli
atti
del
Con
siglio
son
o im
med
iata
men
te e
secu
tivi
epe
rtan
to n
on s
ono
sogg
etti
a ne
ssun
pre
vent
ivo
cont
rol-
lo d
i leg
ittim
ità.
Gu
ida
no
rmat
iva
22In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Gu
ida
no
rmat
iva
3In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Istit
uzio
ni S
cola
stic
he,l
e ri
sors
e de
stin
ate
al p
agam
ento
dei c
ompe
nsi p
er l’
inde
nnità
di a
mm
inist
razi
one
ai s
ostit
u-ti
del D
sga,
la q
uota
var
iabi
le d
ell’i
nden
nità
di a
mm
inist
ra-
zion
e sp
etta
nte
ai D
sga,
i com
pens
i per
inde
nnità
di b
i/tri
-lin
guism
o so
lo p
er le
scu
ole
lingu
a slo
vena
(ne
ll’ip
otes
i in
cui p
er g
li st
essi
fini n
on s
ia g
ià e
roga
ta d
a so
gget
ti di
vers
ida
l Miu
r),i
com
pens
i per
l’in
denn
ità d
i lav
oro
nott
urno
e/o
fest
ivo
solo
per
con
vitt
i ed
educ
anda
ti;-
(art
83
com
ma
3 le
tt.a
Ccn
l 200
3) i
finan
ziam
enti
prev
i-st
i da
lle v
igen
ti di
spos
izio
ni e
tut
te l
e so
mm
e in
troi
tate
dall’
istitu
to s
cola
stic
o pe
r co
mpe
nsar
e le
pre
staz
ioni
ag-
giun
tive
del p
erso
nale
,ivi
com
pres
e qu
elle
der
ivan
ti da
ri-
sors
e de
ll’U
nion
e Eu
rope
a,da
ent
i pub
blic
i o s
ogge
tti p
ri-
vati,
com
pres
e le
fam
iglie
cui
pot
rà e
sser
e ri
chie
sto
unco
ntri
buto
per
le a
ttiv
ità in
tegr
ativ
e (p
eral
tro
già
prev
iste
fin d
al 1
924
col R
egio
Dec
reto
965
che
per
ò ne
impo
ne-
va l'
asso
luta
e t
otal
e gr
atui
tà!);
- (a
rt.8
3 co
mm
a 3
lett
.b C
cnl 2
003)
le e
cono
mie
rea
liz-
zate
non
chi
aman
do i
supp
lent
i tem
pora
nei,
nelle
scu
ole
seco
ndar
ie,p
er le
ass
enze
dei
doc
enti
infe
rior
i ai 1
6 gi
or-
ni (
com
e pr
evist
o da
ll’ar
t.22
com
ma
6 L.
448/
2001
);-
(art
.83
com
ma
4 C
cnl 2
003)
le s
omm
e ev
entu
alm
ente
non
spes
e ne
l pre
cede
nte
eser
cizi
o fin
anzi
ario
;- (
art.
84 c
omm
a 2
Ccn
l 200
3) il
50%
del
le r
isors
e - a
rt.1
8,ul
timo
peri
odo,
Ccn
l 200
1 -
acca
nton
ate
per
il tr
atta
men
-to
acc
esso
rio
del
pers
onal
e do
cent
e,ed
ucat
ivo
e A
ta i
nse
rviz
io p
ress
o C
ede,
Bdp,
Irre
o n
ei d
istre
tti s
cola
stic
i oco
man
dato
ne
ll’A
mm
inist
razi
one,
nonc
hé
al
pers
onal
eco
n in
cari
co d
i sup
ervi
sione
nel
le a
ttiv
ità d
i tiro
cini
o;-
il fin
anzi
amen
to p
revi
sto
dalla
L.4
40/9
7-
il fin
anzi
amen
to p
er l
e sc
uole
con
sez
ioni
car
cera
rie
eos
peda
liere
;sed
i per
l'ed
ucaz
ione
per
adu
lti e
cor
si se
rali;
collo
cate
in A
ree
a ris
chio
a fo
rte
proc
esso
imm
igra
torio
eco
ntro
l’em
argi
nazi
one
scol
astic
a (a
rt.9
Ccn
l 200
3).
Cos
ì,co
n un
o St
ato
che
gara
ntisc
e un
a se
mpr
e pi
ù ri
dot-
ta “
dota
zion
e fin
anzi
aria
ess
enzi
ale"
(art
.21
L.5
9/97
),le
scuo
le,d
ipen
dend
o se
mpr
e pi
ù da
lle "
real
tà e
dag
li En
tiLo
cali"
,ved
rann
o ac
cres
cers
i le
dise
guag
lianz
e te
rrito
rial
i ela
seg
men
tazi
one
della
str
uttu
ra s
ocia
le (
com
e gi
à dr
am-
mat
icam
ente
acc
ade
in F
ranc
ia e
Ing
hilte
rra)
,con
tro
lequ
ali u
n’ev
entu
ale
"ass
egna
zion
e pe
requ
ativ
a" a
ppar
e so
l-ta
nto
com
e un
inte
rven
to c
osm
etic
o.La
ric
chez
za,d
istri
-bu
ita in
man
iera
cos
ì diso
mog
enea
sul
ter
rito
rio
nazi
ona-
le,f
inir
à pe
r pr
ivile
giar
e ul
teri
orm
ente
chi
già
pri
vile
giat
olo
è,v
isto
che
lo S
tato
rin
unci
a a
fars
i gar
ante
di i
mpa
rzia
-lit
à e
a ri
vest
ire il
ruo
lo d
i res
pons
abile
ulti
mo
della
qua
li-tà
del
sist
ema
form
ativ
o.In
più
con
un
"diri
gent
e sc
olas
tico
che
attiv
a i n
eces
sari
rapp
orti
con
gli e
nti l
ocal
i e c
on le
dive
r-se
rea
ltà s
ul te
rrito
rio"
(art
.3 D
pr 2
75/9
9) la
scu
ola
mar
ce-
rà a
più
vel
ocità
:ava
nti
gli
istitu
ti gu
idat
i da
dir
igen
ti in
-flu
enti
sugl
i am
min
istra
tori
e a
iuta
ti da
fam
iglie
altr
etta
nto
influ
enti,
diet
ro s
cuol
e ch
e “a
pren
dosi”
ver
so u
n te
rrito
rio
diffi
cile
si t
rasf
orm
eran
no in
ric
etta
colo
dei
pro
blem
i del
quar
tiere
.I d
ifett
i del
la s
ituaz
ione
att
uale
,piu
ttos
to c
he e
s-se
re c
omba
ttut
i ass
urgo
no a
par
adig
ma
della
scu
ola
futu
ra.
Con
l’ar
t.30
del
Ccn
l 200
3 le
funz
ioni
obi
ettiv
oha
nno
mo-
dific
ato
la l
oro
deno
min
azio
ne d
iven
tand
o fu
nzio
ni s
tru-
men
tali
al P
of.I
l C
olle
gio
dei
doce
nti
all'i
nizi
o de
ll'an
nosc
olas
tico
defin
isce
crite
ri d
i att
ribu
zion
e,nu
mer
o e
dest
i-na
tari
di
ques
te f
unzi
oni.
In c
aso
di c
onco
rren
za t
ra p
iùas
pira
nti i
l Col
legi
o pr
oced
e al
l’ele
zion
e a
scru
tinio
seg
re-
to.L
'ent
ità d
ella
ret
ribu
zion
e sa
rà d
ecisa
dal
la c
ontr
atta
-zi
one
tra
Rsu
e d
irig
ente
.Le
riso
rse
per
retr
ibui
re ta
li fu
n-zi
oni
sono
att
ribu
ite d
irett
amen
te a
lla s
cuol
a e
sara
nno
ugua
li a
quel
le r
icev
ute
a tit
olo
di fu
nzio
ni o
biet
tivo
per
il20
02/2
003.
Non
pos
sono
com
port
are
eson
eri t
otal
i dal
-l'i
nseg
nam
ento
.Nel
cas
o in
cui
il C
olle
gio
non
attiv
i que
-st
e fu
nzio
ni n
ell’a
nno
di a
sseg
nazi
one
delle
rel
ativ
e ri
sor-
se,s
i pot
rann
o ut
ilizz
are
le s
tess
e so
mm
e ne
ll’an
no s
cola
-st
ico
succ
essiv
o,co
n la
ste
ssa
final
ità.
Tene
ndo
cont
o ch
e tu
tti
i do
cent
i so
no s
trum
enta
li al
lare
aliz
zazi
one
del
Pof
e al
fin
e di
dep
oten
ziar
e il
sem
pre
poss
ibile
uso
disc
rim
inat
orio
di q
uest
e fu
nzio
ni,i
l col
legi
ode
ve r
iapp
ropr
iars
i de
l su
o ru
olo
di p
rogr
amm
azio
ne e
gest
ione
del
le a
ttiv
ità o
rgan
izza
tivo-
dida
ttic
he i
ndic
ando
un n
umer
o m
assic
cio
di fu
nzio
ni s
trum
enta
li e
cont
estu
al-
men
te il
mon
te o
re c
orri
spon
dent
e,in
mod
o ch
e la
Rsu
poss
a pr
oced
ere
allo
ste
sso
trat
tam
ento
eco
nom
ico
a pa
-ri
tà d
i or
e.C
erta
men
te i
l su
pera
men
to d
elle
vec
chie
Funz
ioni
obi
ettiv
o,co
n le
qua
li pe
r al
tro
scom
pare
il r
iferi
-m
ento
alla
val
utaz
ione
del
l'inc
aric
o co
me
titol
o di
ric
ono-
scim
ento
ai
fin
i de
ll'ac
cess
o ad
al
tri
inca
rich
ine
ll'A
mm
inist
razi
one
scol
astic
a (a
d es
.alla
dir
igen
za s
cola
-st
ica)
,è u
n fa
ttor
e po
sitiv
o.Le
Fun
zion
i obi
ettiv
oso
no s
tate
infa
tti
spes
so c
ontr
asta
te n
elle
scu
ole,
sono
sta
te e
lett
epi
ù pe
r 'ro
utin
e' c
he p
er c
onvi
nzio
ne s
ull'u
tilità
del
la fu
n-zi
one
stes
sa.I
l lav
oro
svol
to s
pess
o no
n ha
avu
to a
lcun
aut
ilità
né
rica
duta
sul
la d
idat
tica
e su
gli a
lunn
i,e
spes
so è
stat
o fa
tto
in s
olitu
dine
pro
prio
per
ché
le e
sigen
ze n
oner
ano
effe
ttiv
amen
te s
entit
e e/
o co
ndiv
ise d
al C
olle
gio.
Le
fu
nzi
on
i st
rum
en
tali
al
Po
f
La Cm
19/2007,relativa alle dotazioni organiche per l’a.s.2007/08,
definisce pericolosamente una situazione che
tende a rendere residuale il tempo pieno nelle scuole ele-
mentari e il tem
po pieno nella scuole medie.Infatti ecco
cosa prevede la circolare per la scuola primaria:
“Considerato che sulla base delle esperienze maturate negli
anni decorsi,le famiglie nella quasi totalità all’atto della iscri-
zione hanno optato per il modello delle 30 ore settim
anali,peril prossim
o anno scolastico le dotazioni di organico si intendo-no conferm
ate,in maniera generalizzata,nella consistenza di
30 ore settimanali per classe.
Ne consegue che,per il prossim
o anno scolastico,trovano an-cora applicazione i criteri e le m
odalità di determinazione de-
gli organici di cui al D.M
.n.331/98 e al D.M
.141/99,con gliadeguam
enti prima accennati,
finalizzati al raggiungimento
dell’obiettivo fissato dalla legge finanziaria 2007 .Con riferim
ento poi alle attività di cui all’art.15 del D.L.vo n.
59/04 (tempo pieno),eventuali increm
enti di posti e di ore,ri-spetto alle dotazioni attuali,possono essere consentiti solo neilim
iti delle complessive quantità di organico del personale do-
cente assegnate a livello regionale.Si ritiene di dover evidenziare che l’organizzazione del tem
poscuola nelle sue varie articolazioni e configurazioni,rim
ane sub-ordinata alla condizione che non venga superato il contingentedi posti assegnato alle SS.LL.;contingente com
prensivo anchedei posti di specialista necessari per garantire lo studio genera-lizzato della lingua stranier”.A
nalogamente per la scuola m
edia è previsto che:“Tenuto conto di quanto stabilito dall’articolo 14 del più voltecitato decreto legislativo n.59/04 e del disposto dell’art.1 com
-m
a 7,della legge 12 luglio 2006,n.228 di conversione del de-creto legge 12 m
aggio 2006,n.173,che ha prorogato all’a.s.2008/09 la fase transitoria,anche per l’anno 2007-2008 re-stano conferm
ati,per l’intero corso,i criteri di costituzione del-l’organico fissati dal D
PR 14 maggio 1982,n.782 e successive
modifiche e integrazioni.
Con riferimento alle attività di cui all’art.15 del D
.L.vo n.59/04(tem
po prolungato),eventuali incrementi di posti,rispetto alle
consistenze attuali,possono essere consentiti solo nel limite del-
le complessive quantità di organico del personale docente as-
segnate a livello regionale.In coerenza con le suesposte precisazioni,gli insegnam
enti,le
attività e l’assistenza educativa alla mensa dovranno essere as-
sicurati entro l’amm
ontare delle risorse di organico assegnate.Analogam
ente a quanto precisato per la scuola primaria,è con-
sentita l’organizzazione del tempo scuola in tutti gli assetti di-
dattici previsti dal progetto di istituto,a condizione che non ven-ga superato il contingente di posti assegnato alle SS.LL.”Q
uindi,come tem
evamo già dallo scorso anno,il tem
popieno e prolungato resiste solo se c’è una forte richiestae m
obilitazione che riesca a modificare i conti ragionieri-
stici di ministri e governi.
Diventa sem
pre più evidente il rischio che nei prossimi an-
ni il tempo pieno e il tem
po prolungato scompaiano e al
loro posto resti,bene che vada,lo spezzatino di ore ob-bligatorie e opzionali.Inoltre,questa “resistenza” non ha naturalm
ente nessuneffetto sull’aum
ento costante della richiesta di Tempo
Pieno e Prolungato da parte delle famiglie,e l’im
possibili-tà di istituire nuove classi di questo tipo - “possono essereconsentiti solo nel lim
ite delle complessive quantità di organico
del personale docente assegnate”- nelle città e nei paesi,so-prattutto del sud,dove queste articolazioni orarie prati-cam
ente non ci sono mai state.
In molte scuole si sono sottovalutati i rischi che si corro-
no se nel Pofl’organizzazione oraria viene presentata co-m
e vorrebbe la Riforma
nella convinzione errata che poi“non succede niente,tutto resta uguale”.Infatti,già in quest’ultim
o anno abbiamo verificato che do-
ve è passato lo spezzatino orario,l’Usp ha in m
olti casi ri-dotto l’organico in funzione delle sole 27 ore obbligatorieed eventualm
ente limitandosi ad un organico sufficiente a
coprire le 27 + 3 ore facoltative.Per la difesa dell’organizzazione oraria e dell’im
pianto pe-dagogico del tem
po pieno,dei moduli e del tem
po prolun-gato abbiam
o verificato l’importanza assunta dalle firm
eraccolte tra i genitori (sul m
odulo alla pagina successiva) eallo stesso tem
po è risultato importante il coinvolgim
entodei genitori attraverso i Consigli di circolo e di istituto.Infine,Il Coordinam
ento per la difesa del Tempo Pieno e del
Tempo Prolungato
ha valutato molto im
portante,per la dif-fusione delle iniziative,lo svolgim
ento di assemblee terri-
toriali e la raccolta di firme tra i genitori dei bam
bini chefrequentano la scuola dell’infanzia.
Te
mp
o p
ien
o e
Te
mp
o p
rolu
ng
atoA
spetti o
rganizzativi,o
rganici e assetti p
edago
giciP
rom
esse delu
se e aspettative d
isattese
Gu
ida n
orm
ativa21
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Gu
ida n
orm
ativa4
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
per ogni altra attività deliberata dal consiglio di circolo od'istituto nell'am
bito del Pof.A
l Dsga possono essere corrisposti,fatta salva l'indennità
di amm
inistrazione,esclusivamente i seguenti com
pensi acarico del fondo d'istituto:- un m
assimo di 100 ore annue per lavoro straordinario;
- per attività e prestazioni aggiuntive connesse a progettifinanziati con risorse dell'U
E,da enti pubblici e da sogget-ti privati (art.87 com
ma 3 C
cnl 2003).Il fondo è alim
entato dai finanziamenti previsti da disposi-
zioni di legge,da tutte le somm
e destinate a compensare
le prestazioni aggiuntive del personale,comprese quelle
dell'Unione Europea,da enti pubblici o privati e dalle even-
tuali economie dovute all'applicazione della legge finanzia-
ria 2003 (L.289/2002) che ha operato un ulteriore tagliodegli organici.N
onostante i capi d'istituto e i segretari presentino gene-ralm
ente la questione avvolta da indeterminazione e in-
certezze,l'entità del fondo,attribuito dal Ministero,è de-
terminabile fin dal 1°
settembre sulla base di sem
lici para-m
etri (vedi tabella sotto).A
queste risorse devono poi aggiungersi:- (N
ota Miur n.1609 del 2 dicem
bre 2003) sulla base deirelativi
specifici fabbisogni
comunicati
dalle singole
PR
OV
EN
IEN
ZA
RISO
RSE
CA
LC
OL
OT
OT
AL
E
Ccni 1999 - art.28,co
mm
a 1357,90 - 325,34
Lett.a)per n.…
docenti org.dir.= …
……
……
...Lett.c)
464,81 - 422,51Solo per gli istituti di istruzione secondaria di 2°
grado.per n.…
docenti org.dir.= …
……
……
...
Ccni 1999 - art.28,co
mm
a 2 Lett.a) e/o b) - Istituti con sezioni in carcere e/o ospedale
1408,38= …
……
……
...Lett.c) e/o d) - Istituti con ED
A e/o corsi serali curriculari
938,92= …
……
……
...
Ccnl 2001 - art.14,co
mm
a 1Lett.b)
59,87 - 55,13R
isorse non spese di cui alla lett.a)dell’art.14 com
ma 1 C
cnl 2001per n.…
docenti org.dir.= …
….................
Lett.c)154,26 - 142,05
somm
e non spese per il mancato
“concorsaccio” art.29 Ccnl 1999
per n.… docenti org.dir.
= ……
……
…...
Lett.d)102,78 - 93,35
L.15.300 per 13 mensilità
per n.… A
ta al 15/3/2001 = …
……
……
...
Ccnl 2003 - art.82,co
mm
a 1Lett.a)
179,92 - 163,55euro 13,84 per tredici m
ensilitàper n.…
docenti all’1/1/2003 = ……
……
…...
Lett.b)127,66 - 116,04
euro 9,82 per tredici mensilità
per n.… A
ta all’1/1/2003= …
……
……
...
Ccnl 2005 - art.5,co
mm
a 1Lett.a)
198,12 - 180,09euro 15,24 per tredici m
ensilità per n.… docenti al 31/12/2003 = …
……
……
...Lett.b)
141,31 - 128,45euro 10,87 per tredici m
ensilitàper n....
Ata al 31/12/2003
= ……
……
…...
Calco
liamo
ilFo
nd
o d
’istituto
pe
r l’a.s.20
07
/20
08
Anche qui la prim
a cifra è al lordo di-pendente (quella che è indicata nelletabelle contrattuali) ed al netto deglioneri
a carico
dello Stato
(Inpdap24,20%
+ Irap 8,50%),la seconda inve-
ce è al netto sia degli oneri a caricodello Stato sia degli oneri a carico deldipendente (Inpdap 8,75%
+ Fondocredito 0,35%
) ed al lordo dell'Irpef,cioè quella che viene effettivam
enteaccreditata alle scuole (N
ota Miur n.
706 del 29/10/2004).
La p
ossib
ilità per i
Co
bas
di m
anten
ere ed
amp
liare gli spazi d
iagib
ilità sind
acale èlegata an
che al
nu
mero
di iscrizio
ni
ISC
RIV
ITI A
IC
OB
AS
MO
DE
LL
O S
CO
LA
STIC
O P
RE
SCE
LTO
(con
serv
are
copi
a de
ll’atto
)
Al D
irig
ente
sco
last
ico
del .
.....
Circ
olo/
Istit
uto
......
......
......
......
......
......
..Sc
uola
.....
......
......
......
......
....
Al D
irig
ente
del
l’Usp
del
la p
rovi
ncia
di .
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
...A
l Pre
siden
te d
el C
onsig
lio d
i Circ
olo/
Istit
uto
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
..
Noi
sot
tosc
ritt
i,ge
nito
ri d
i bam
bini
ave
nti d
iritt
o al
l'isc
rizi
one
alla
cla
sse
prim
a el
emen
tare
N
oi s
otto
scri
tti,
geni
tori
di b
ambi
ni a
vent
i dir
itto
all'i
scri
zion
e al
la c
lass
e pr
ima
med
ia
per
l'ann
o sc
olas
tico
2008
/09,
rich
iedi
amo
con
ques
ta l'
iscri
zion
e al
la c
lass
e:
PR
IMA
EL
EM
EN
TA
RE
PR
IMA
ME
DIA
Mo
dello
sco
last
ico
:(c
ance
llare
la p
arte
che
non
inte
ress
a)
INVI
A U
NA
CO
PIA
PE
R D
OC
UM
EN
TAZ
ION
E A
L C
ESP
DI
BO
LOG
NA
,fax
051
241
336
Mo
duli
di is
criz
ione
alt
erna
tivi
a t
utel
a de
l dir
itto
dei
gen
ito
rial
Tem
po P
ieno
- a
l Tem
po p
rolu
ngat
o -
al M
ode
llo d
i scu
ola
sce
lto
SC
UO
LA
EL
EM
EN
TA
RE
TE
MP
O P
IEN
O
(due
inse
gnan
ti co
ntito
lari
su
una
clas
se,4
0or
e se
ttim
anal
i,4
ore
di c
ompr
esen
za,s
tes-
so o
rari
o pe
r tu
tti i
rag
azzi
)
MO
DU
LI
(3 in
segn
anti
cont
itola
ri s
u du
e cl
assi
o 4
su3
clas
si,27
/30
ore
sett
iman
ali,c
ompr
esen
ze,
stes
so o
rari
o pe
r tu
tti i
rag
azzi
)
SC
UO
LA
ME
DIA
TE
MP
O P
RO
LU
NG
AT
O(3
6 or
e di
lezi
one,
cont
itola
rità
di t
utti
gli i
n-se
gnan
ti,6
ore
di c
ompr
esen
za,s
tess
o or
a-ri
o pe
r tu
tti i
rag
azzi
)
TE
MP
O N
OR
MA
LE
/BIL
ING
UIS
MO
(30/
33 o
re d
i lez
ione
,con
titol
arità
di t
utti
gli
inse
gnan
ti,st
esso
ora
rio
per
tutt
i i r
agaz
zi)
Nom
e e
cogn
ome
Nom
e In
diri
zzo
Scuo
laFi
rma
del f
iglio
prec
eden
tem
ente
freq
uent
ata
Gu
ida
no
rmat
iva
20In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Le r
isors
e de
l fon
do d
ell'is
tituz
ione
sco
last
ica
sono
des
ti-na
te a
ret
ribu
ire le
pre
staz
ioni
agg
iunt
ive
rese
dal
per
so-
nale
doc
ente
,edu
cativ
o e
Ata
per
:-
la r
ealiz
zazi
one
del P
of e
le s
ue r
icad
ute
sull'o
rgan
izza
-zi
one
com
ples
siva
del l
avor
o,de
lle a
ttiv
ità e
del
ser
vizi
o;- l
a qu
alifi
cazi
one
e l'a
mpl
iam
ento
del
l'offe
rta
di is
truz
ione
e fo
rmaz
ione
anc
he in
rel
azio
ne a
lla d
oman
da p
rove
nien
-te
dal
ter
rito
rio.
L'ar
t.86
com
ma
1 de
l Ccn
l 200
3 st
abili
sce
che
le r
isors
ede
l fo
ndo
devo
no e
sser
e ri
part
ite t
enen
do c
onto
del
laco
nsist
enza
org
anic
a de
l per
sona
le d
ocen
te e
Ata
,dei
va-
ri o
rdin
i e
grad
i di
scu
ola
even
tual
men
te p
rese
nti
nello
stes
so is
titut
o (e
s.ist
ituti
com
pren
sivi)
e de
lle d
iver
se t
i-po
logi
e di
att
ività
.Su
lle a
ttiv
ità d
a re
trib
uire
del
iber
a il
Con
siglio
di c
ircol
o o
d'ist
ituto
,che
acq
uisis
ce l
a de
liber
a de
l C
olle
gio
dei
do-
cent
i (ar
t.86
com
ma
1 C
cnl 2
003)
e le
pro
post
e de
l Dsg
aad
otta
te d
al c
apo
d'ist
ituto
,pre
via
cont
ratt
azio
ne c
on le
Rsu
(ar
t.6
com
ma
2 le
tt.i
Ccn
l 200
3).
Sulla
bas
e de
i cr
iteri
e d
elle
mod
alità
def
inite
nel
la c
on-
trat
tazi
one
di is
titut
o (a
rt.6
com
ma
2 le
tt.i
Ccn
l 200
3) il
capo
d'is
titut
o at
trib
uisc
e l'in
cari
co.S
i ric
orda
che
la C
m24
3/99
pre
vede
che
il c
apo
d'ist
ituto
att
ribu
isca,
con
ap-
posit
o in
cari
co s
critt
o re
cant
e l'im
pegn
o or
ario
pre
vist
o e
il re
lativ
o co
mpe
nso,
le a
ttiv
ità a
ggiu
ntiv
e al
per
sona
le.
Deg
li in
cari
chi
conf
eriti
dev
e es
sere
dat
a pu
bblic
ità m
e-di
ante
affi
ssio
ne d
el r
elat
ivo
ordi
ne d
i ser
vizi
o al
l'alb
o de
l-l'is
tituz
ione
sco
last
ica,
com
e pr
eved
e la
ste
ssa
Cm
.Si c
on-
siglia
qui
ndi d
i ins
erire
tal
e pr
oced
ura
all'in
tern
o de
l con
-tr
atto
di s
cuol
a,tr
a l'a
ltro
il di
ritt
o al
la c
onos
cenz
a di
que
-st
e de
liber
e e
degl
i att
i con
segu
enti
(att
ribu
zion
e de
gli i
n-ca
rich
i,co
n no
min
ativ
i e c
orri
spon
dent
i com
pens
i) è
pre-
vale
nte
risp
etto
alle
nor
me
che
tute
lano
la
rise
rvat
ezza
(TA
R E
mili
a R
omag
na S
ez.I
I - s
ent.
820/
2001
;Tri
b.C
assin
o–
sent
.9/3
/200
3;Tr
ib.C
amer
ino
- se
nt.1
65/2
006)
.C
on il
fond
o so
no r
etri
buite
,eve
ntua
lmen
te a
nche
in m
i-su
ra f
orfe
tari
a,le
seg
uent
i pr
esta
zion
i de
l pe
rson
ale
(ri-
port
iam
o il
com
pens
o or
ario
,in
euro
,sia
al “
lord
o di
pen-
dent
e” -
la p
rim
a ci
fra
- ch
e è
quel
la in
dica
ta n
elle
tab
elle
cont
ratt
uali;
sia “
al n
etto
deg
li on
eri
a ca
rico
del
dip
en-
dent
e (In
pdap
8,7
5% +
Fon
do c
redi
to 0
,35%
) ed
al l
ordo
dell'I
rpef
” -
la s
econ
da c
ifra
- ch
e è
quel
la c
he v
iene
effe
t-tiv
amen
te a
ccre
dita
ta a
lle s
cuol
e):
a) la
Fle
ssib
ilità
(ved
i pag
.24
di q
uest
a G
uida
) or
gani
zzat
iva
e di
datt
ica
e qu
indi
le t
urna
zion
i,fo
rme
di fl
essib
ilità
del
-l'o
rari
o di
lavo
ro,i
nten
sific
azio
ne la
vora
tiva,
ampl
iam
ento
del f
unzi
onam
ento
del
l'att
ività
sco
last
ica.
Il co
mpe
nso
an-
nual
e lo
rdo
al p
erso
nale
doc
ente
ed
educ
ativ
o ch
e at
tua
la fl
essib
ilità
è s
tabi
lito
dalla
con
trat
tazi
one
di is
titut
o;b)
le
attiv
ità a
ggiu
ntiv
e di
ins
egna
men
to e
qui
ndi
le o
resv
olte
oltr
e l'o
rari
o ob
blig
ator
io p
er i
nter
vent
i di
datt
ici
per
un m
assim
o di
6 o
re s
ettim
anal
i (28
,41
- 25
,82)
,non
forf
etiz
zabi
li;c)
le a
ttiv
ità a
ggiu
ntiv
e fu
nzio
nali
all'i
nseg
nam
ento
e q
uin-
di g
li im
pegn
i agg
iunt
ivi d
ei d
ocen
ti (1
5,91
- 1
4,46
);d)
le p
rest
azio
ni a
ggiu
ntiv
e de
l per
sona
le A
ta,s
ia o
ltre
l'o-
rari
o ch
e “i
nten
sific
ate”
:-
colla
bora
tore
sco
last
ico:
11,3
6 –
10,3
3 di
urno
;13,
07 –
11,8
8 no
ttur
no o
fest
ivo,
15,3
4 - 1
3,94
not
turn
o e
fest
ivo;
- as
siste
nte
amm
inist
rativ
o ed
equ
ipar
ati:
13,0
7 –
11,8
8di
urno
;14,
77 –
13,
43 n
ottu
rno
o fe
stiv
o;17
,04
– 15
,49
nott
urno
e fe
stiv
o;-
coor
dina
tore
am
min
istra
tivo
e te
cnic
o:14
,77
– 13
,43
diur
no;1
6,47
– 1
4,97
not
turn
o o
fest
ivo;
19,3
2 –
17,5
6no
ttur
no e
fest
ivo;
- di
rett
ore
serv
izi g
ener
ali e
am
min
istra
tivi:
16,4
7 –
14,9
7di
urno
;18,
75 –
17,
04 n
ottu
rno
o fe
stiv
o;22
,16
– 20
,14
nott
urno
e fe
stiv
o;e)
i co
mpe
nsi d
a co
rrisp
onde
re a
l per
sona
le d
ocen
te e
ded
ucat
ivo,
non
più
di 2
uni
tà,d
ella
cui
col
labo
razi
one
il D
sin
tend
e av
vale
rsi n
ello
svo
lgim
ento
del
le p
ropr
ie fu
nzio
nior
gani
zzat
ive
e ge
stio
nali.
Il co
mpe
nso
è de
finito
nel
la c
on-
trat
tazi
one
di is
titut
o co
n le
Rsu
;f)
le in
denn
ità d
i tur
no:
- pe
rson
ale
educ
ativ
o:17
,04
- 15
,50
nott
urno
o f
estiv
o;34
,09
- 31
,00
nott
urno
e fe
stiv
o;- p
erso
nale
Ata
,sol
o ar
ee A
e B
:14,
20 -
12,9
0 no
ttur
no o
fest
ivo;
28,4
1 -
25,8
0 no
ttur
no e
fest
ivo;
g) l'
inde
nnità
di b
iling
uism
o e
di tr
iling
uism
o,ne
i cas
i in
cui
non
sia g
ià p
revi
sta
a ca
rico
di s
ogge
tti d
iver
si da
l Miu
r in
base
alla
nor
mat
iva
vige
nte:
284,
05 e
uro
annu
i per
gli
in-
segn
anti
elem
enta
ri d
elle
scu
ole
slove
ne;
h) i
l co
mpe
nso
spet
tant
e al
per
sona
le c
he s
ostit
uisc
e il
Dsg
a o
ne s
volg
e le
funz
ioni
ai s
ensi
dell'
art.
55,c
omm
a 1
Ccn
l 200
3,de
trat
to l'
impo
rto
del C
ia g
ià in
god
imen
to (t
a-be
lla 9
alle
gata
al C
cnl);
i) la
quo
ta v
aria
bile
del
l'ind
enni
tà d
i am
min
istra
zion
e di
cui
all'a
rt.5
5 C
cnl 2
003
spet
tant
e al
Dsg
a.I p
aram
entr
i per
ilca
lcol
o so
no d
efin
iti n
ella
tab
ella
9 a
llega
ta a
l Ccn
l;l)-
i co
mpe
nsi p
er il
per
sona
le d
ocen
te,e
duca
tivo
ed A
ta
Il f
ond
o d
ell’i
stit
uzio
ne s
cola
stic
a
Il Collegio dei D
ocenti del circolo/istituto ……
……
……
……
……
……
…,nella seduta del …
… / …
… / …
……
…,
Vista la norm
ativa vigente relativa agli aspetti organizzativi e di funzionamento didattico (D
Lgs 297/94 art.7;Dpr 275/99).
Visti la L.53/2003 e il D
Lgs 59/2004,la Cm
19/2007 e la Direttiva M
pi del 25/7/2006.V
ista la delibera del collegio dei docenti ……
……
(inserire qui l’eventuale riferimento alle delibere precedenti del CdC
,che,contestando il D
Lgs 59/2004,citavano l'autonomia del collegio per quanto riguarda l'organizzazione oraria e didattica).
Conferm
ate le linee pedagogiche,didattiche ed organizzative del Piano dell'Offerta Form
ativadell'istituto in m
erito aicontenuti e le conseguenti m
odalità di attuazione adottate fino all'anno scolastico in corso delibera di riconfermare,e
conseguentemente offrire alle fam
iglie,per l’anno scolastico 2007/08 un modello organizzativo "unitario" e di qualità:
27/30 ore per le classi a modulo,40 per le classi a tem
po pieno,utilizzo delle compresenze per l'am
pliamento dell'offer-
ta formativa ed il recupero delle situazioni di svantaggio.
Inoltre il Collegio dei docenti ritiene,nell'approssim
arsi della data delle nuove iscrizioni alle classi prime per l'anno sco-
lastico 2008/2009,di dover esprimere un atto di indirizzo che espliciti in m
aniera chiara la necessaria coerenza tra lescelte espresse nel Pofdell'istituto e la form
a e la sostanza delle comunicazioni alle fam
iglie interessate alle iscrizioni.
In particolare il Collegio ritiene che vada esplicitato quanto segue:
Questo circolo didattico/istituto,sulla base delle proprie convinzioni pedagogico-didattiche e sulla base delle necessità organiz-
zative,propone ed offre due opzioni entrambe unitarie:una a 27/30 ore ed una a 40.Si tratta di m
odelli didattici già speri-m
entati negli ultimi anni sia nelle classi a tem
po pieno,sia nelle classi "a modulo".
1) Il Collegio ritiene possibile questa decisione anche alla luce della norm
ativa vigente.Se da un lato infatti il decreto59/2004 indica i segm
enti orari differenziati della giornata scolastica (27 ore obbligatorie,3 ore opzionali,eventuali al-tre ore,fino a 10,riservate alla m
ensa e al dopo mensa),la C
m 29/2004,im
mediatam
ente successiva,chiariva che "i tresegm
enti orari rappresentano il tempo com
plessivo di erogazione del servizio scolastico.Essi non vanno considerati e progettatiseparatam
ente,ma concorrono a costituire un m
odello unitario del processo educativo,da definire nel Piano dell'offerta forma-
tiva.Le opzioni delle famiglie,riferite al tem
po scuola facoltativo,vanno rese compatibili con i piani dell'offerta form
ativa".2) I due m
odelli offerti dall'istituto,sia quello che prevede le 27/30 ore,sia quello strutturato sulle 40 ore,contemplano,
come indicato nel Pof,ore di com
presenza che vengono utilizzate per attività rivolte al recupero degli alunni in difficoltà,all'integrazione delle bam
bine e bambini stranieri,al supporto degli interventi nei confronti delle bam
bine e bambini in si-
tuazioni di handicap o di svantaggio,ad esperienze di classe e laboratoriali di arricchimento dell'offerta form
ativa.3) L'"offerta" dei due m
odelli orari è dislocata nei plessi in risposta alla tradizionale domanda pedagogica e sociale con-
solidatasi in questi anni.Quindi le fam
iglie,all'atto dell'iscrizione,dovranno sapere che potranno trovare il modello a
27/30 ore nella/e scuola/e .....................,mentre potranno usufruire del m
odello a 40 ore nella/e scuola/e ....................L'esplicitazione dell'abbinam
ento tra la sede scolastica e il modello orario è finalizzata ad evitare la possibilità della for-
mazioni di classi con orari differenziati al proprio interno,che com
prometterebbe la scelta didattica unitaria del per-
corso formativo e porterebbe alla frantum
azione del gruppo-classe.4) L'inserim
ento delle ore che il DLgs 59/2004 indica com
e non obbligatorie per le famiglie,inquadrate,secondo le li-
nee precedentemente enunciate,all'interno di un m
odello didattico unitario,non consentirà di leggere,nel modello of-
ferto dall'istituto,una subordinazione di mom
enti educativi e didattici rispetto ad altri,dal mom
ento che queste orevengono dal C
ollegio considerate come approfondim
ento delle tematiche sviluppate nell'insegnam
ento curricolare.Per esigenze organizzative e in coerenza con la salvaguardia dell'im
pianto unitario esse avranno una collocazione ora-ria che non consentirà una loro m
arginalizzazione all'inizio o alla fine della giornata scolastica.Va anche rilevato che lagià citata C
m 29/2004 afferm
ava che "le opzioni delle famiglie,riferite al tem
po scuola facoltativo,vanno rese compatibili con
i piani dell'offerta formativa".
Il Collegio dei docenti:
- chiede al Consiglio di C
ircolo di fare proprie le presenti deliberazioni ed atti d'indirizzo nella consapevolezza che lescelte fatte dal C
ollegio siano tendenti a salvaguardare gli interessi e le aspettative,proprie di ogni componente della
comunità educativa,di una scuola di qualità;
- chiede che le comunicazioni alle fam
iglie (sia scritte che negli incontri informativi),nonché la predisposizione dei m
o-duli d'iscrizione,siano coerenti e conseguenti a quanto espresso e deliberato dagli O
rgani collegiali;- chiede sia assicurata la richiesta dell'organico necessario ad attuare i m
odelli didattici ed organizzativi indicati,nellaloro piena e qualificata estensione (con 4 ore di com
presenza degli insegnanti per le classi a 40 ore e almeno tre per
le classi a 27/30 ore) ed auspica che tale richiesta sia congiuntamente sostenuta anche dal C
onsiglio di Circolo e dal
Dirigente scolastico. P
rop
osta d
i delib
era del C
ollegio
dei d
ocen
tisu
assetto o
rario e m
od
ello p
edago
gico p
er la scuo
la elemen
tareG
uid
a no
rmativa
19In
serto
di C
ob
as
n.3
6 - se
ttem
bre
otto
bre
20
07
I criteri per l’attribuzione degli incarichi sono definiti nel-la contrattazione integrativa di scuola ai sensi dell’art.6lett.i C
cnl 2003.Gli incarichi previsti sono:
- per i docenti,le Funzioni strumentali al Pof(vedi pag.22):
il collegio dei docenti delibera tipologia,numero,com
pe-tenze e destinatari (art.30 C
cnl 2003);- per gli A
ta,gli Incarichi specifici(vedi pag.23):secondom
odalità,criteri e compensi definiti dalla contrattazione
d’istituto nell’ambito del piano delle attività (art.47 com
-m
a 2 Ccnl 2003);
- per tutto il personale le Attività aggiuntive(vedi pag.18):
delibera del consiglio di circolo o d'istituto,il quale a tal fi-ne acquisisce la delibera del collegio docenti (art.86 com
-m
a 1 Ccnl 2003).
La Cm
243/99 applicativa dell'art.30 Ccni 1999,ora tra-
sfuso nell’art.86 Ccnl 2003,prevede che la delibera del
consiglio di circolo o di istituto contenga “i nominativi del
personale docente e Ata chiamato a prestare dette attività ag-
giuntive”,“sia l'impegno orario richiesto a ciascun interessato
che il compenso spettante”
e chiarisce che “degli incarichiconferiti deve essere data pubblicità m
ediante affissione del re-lativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica”.L’attribuzione dell’attività e del com
penso,“con apposito in-carico scritto”,resta,ovviam
ente,un compito del capo d'i-
stituto che anche in questo caso "assicura l'esecuzione del-le deliberazioni degli organi collegiali"
(art.396 T.U.) cui ri-
sulta soggetto e vincolato (vedi sentenza TAR
Piemonte
131/79,e art.25,comm
a 2 DLgs.165/2001).
Visto che nei collegi si parla spesso di attività e non del-
l'individuazione di coloro che devono svolgerle si correspesso il rischio che qualche dirigente faccia deliberareagli organi collegiali solo le attività per potere poi discre-zionalm
ente attribuire l'incarico:è necessario non lasciarequesto spazio e,com
e già previsto dalla Cm
243/99,im-
pegnarci perché nelle delibere degli Organi collegiali ven-
gano chiaramente indicati sia i nom
i di coloro che sonoincaricati,che i tem
pi previsti per lo svolgimento dei com
-piti e il relativo com
penso.C
osì facendo,tra l'altro,si semplifica notevolm
ente la con-trattazione di istituto che diventa,alm
eno in parte,la rati-fica di quanto deciso dagli organi collegiali.
Attrib
uzio
ne
incarich
iC
hiarezza e trasparenza:la C
m 243/99 e il co
ntratto d’istituto
1.Per la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola,larisorsa fondam
entale è costituita dal patrimonio professionale
di tutto il personale docente,educativo e Ata,che si concretiz-za in attività collegialm
ente condivise nelle scelte e negli incari-chi che ne derivano.Pertanto,i criteri generali per l’individua-zione del personale cui attribuire incarichi aggiuntivi sono:- la disponibilità del personale a svolgere le attività aggiuntive.Le disponibilità saranno m
anifestate dagli interessati in sede diCollegio docenti e Consiglio d’Istituto;- l’equa distribuzione delle attività aggiuntive per non gravarecon eccessivi incarichi sugli stessi soggetti;- la rotazione,per garantire alla scuola un sem
pre maggior nu-
mero di professionalità capaci di assolvere ai com
piti aggiuntivi.
2.Gli incarichi per le attività da retribuire con il fondo dell'isti-
tuzione scolastica sono attribuiti nel rispetto delle competenze
del dirigente scolastico e degli Organi Collegiali,sulla base del
Piano annuale delle attività del personale docente deliberato,aisensi dell’art.26 com
ma 4 Ccnl 2003,dal Collegio dei docenti
in data … e sulla base del Piano annuale delle attività del per-
sonale Ata adottato,secondo la procedura prevista dall'art.52com
ma 3 Ccnl 2003,dal D
S in data ...
3.Personale docente - Le proposte di attività,debitamente strut-
turate,presentate in Collegio per l’approvazione,dovranno con-tenere,anche la quantificazione dell’im
pegno orario richiestoper ogni docente,e l’individuazione del/i docente/i disponibile/ia svolgere la suddetta attività aggiuntiva.
4.Personale Ata - La proposta di Piano delle attività formulata
dal Dsga dovrà contenere anche la quantificazione dell’im
pe-gno orario richiesto per ogni unità di personale,e l’individua-zione del personale disponibile a svolgere le attività aggiuntive.
5.Il DS attribuisce ogni incarico con una lettera che indica:
- il tipo di attività e i limiti cronologici di tale im
pegno;- il com
penso orario o forfettario spettante;- le incom
benze derivanti e l’eventuale delega ed ambito di re-
sponsabilità dipendenti dall’incarico attribuito;- le m
odalità di certificazione degli impegni.
Le lettere d’incarico sono parte dell’informazione per le Rsu.
6.Degli incarichi conferiti è data pubblicità m
ediante affissionedel relativo ordine di servizio all'albo dell'istituzione scolastica.
7.Il Ds contratta con le Rsu per incarichi,non già previsti,di cui
sia sorta l’esigenza nel corso dell’anno scolastico.
Criteri per attribuire gli incarichi
Un esem
pio di co
ntratto d’istituto
Il C
onsi
glio
di c
irco
lo/is
titut
o ...
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
......
..ne
lla s
edut
a de
l ...
/ ...
.../
......
......
,co
n al
l’o.d
.g.P
iano
del
l’offe
rta
form
ativa
e N
uove
iscr
izio
ni a
lle c
lass
i prim
e
Con
side
rato
che
- Il
Dpr
275
/99
stab
ilisc
e al
l’art
.1:“
Il Pi
ano
dell’O
ffert
a fo
rmat
iva è
il d
ocum
ento
fon
dam
enta
le c
ostit
utivo
del
l’iden
tità
cultu
rale
e p
roge
ttual
e de
lle I
stitu
zion
i sco
last
iche
ed
espl
icita
la p
roge
ttazi
one
curr
icola
re,e
xtra
curr
icuol
are,
educ
ativa
ed
orga
nizz
ativa
che
le s
ingo
le s
cuol
a ad
otta
no n
ell’a
mbi
to d
ella
loro
aut
onom
ia …
”.-
Il D
pr 2
75/9
9 ag
li ar
tt.3
,4,5
,6 a
ttri
buis
ce a
ll’au
tono
mia
del
le is
tituz
ioni
sco
last
iche
tut
ti gl
i asp
etti
orga
nizz
ati-
vi e
di f
unzi
onam
ento
did
attic
o “a
uton
omia
did
attic
a ed
org
aniz
zativ
a”.
- La
cir
cola
re 2
9 de
l 5/3
/200
4 (“
Indi
cazi
oni e
istr
uzio
ni s
ul D
Lgs.
59/2
004”
) ri
guar
do a
ll’or
ario
ann
uale
del
le le
zion
i,co
mpr
ende
nte
un m
onte
ore
obb
ligat
orio
,uno
fac
olta
tivo-
opzi
onal
e ed
uno
eve
ntua
lmen
te p
er la
men
sa e
dop
om
ensa
affe
rma:
“I tr
e se
gmen
ti or
ari r
appr
esen
tano
il te
mpo
com
ples
sivo
di e
roga
zion
e de
l ser
vizio
sco
last
ico.E
ssi n
on v
an-
no c
onsid
erat
i e p
roge
ttati
sepa
rata
men
te,m
a co
ncor
rono
a c
ostit
uire
un
mod
ello
uni
tario
del
pro
cess
o ed
ucat
ivo,d
a de
fi-ni
re n
el P
iano
del
l'offe
rta
form
ativa
.Le
opzi
oni d
elle
fam
iglie
,rife
rite
al te
mpo
scu
ola
faco
ltativ
o,va
nno
rese
com
patib
ili co
ni p
iani
del
l’offe
rta
form
ativa
con
il P
rofil
o,no
nché
con
le s
oluz
ioni
org
aniz
zativ
e e
dida
ttich
e de
lle s
cuol
e da
rico
mpr
ende
retra
l’al
tro,n
ell’a
mbi
to d
elle
riso
rse
d’or
gani
co a
sseg
nate
alle
med
esim
e.Le
istit
uzio
ni s
cola
stic
he,a
nche
per
il tr
amite
del
do-
cent
e in
caric
ato
di f
unzi
oni t
utor
iali,
asso
lvono
il c
ompi
to p
rimar
io d
i cre
are
cond
izio
ni a
tte a
gar
antir
e il
succ
esso
sco
last
i-co
,attr
aver
so in
terv
enti
com
pens
ativi
e m
irati
e un
’offe
rta
form
ativa
arr
icchi
ta,t
esa
al re
cupe
ro d
i sva
ntag
gi e
disu
guag
lianz
ecu
ltura
li”.
- La
Dir
ettiv
a M
pi 2
5/7/
2006
che
indi
vidu
a tr
a i s
uoi o
biet
tivi “
Assic
urar
e la
rea
lizza
zion
e e
lo s
vilup
po d
el te
mpo
pie
noe
del t
empo
pro
lung
ato
- Tra
gli
impe
gni d
ell'o
ggi,
c'è il
rip
ristin
o de
lle c
ondi
zion
i che
con
sent
ano
alle
aut
onom
ie s
cola
stic
hedi
atti
vare
il te
mpo
pie
no e
il te
mpo
pro
lung
ato
com
e un
mod
ello
did
attic
o de
clin
ato
sulla
dom
anda
del
le fa
mig
lie e
sui
biso
-gn
i edu
cativ
i deg
li al
lievi,
nei d
ivers
i con
test
i ter
ritor
iali”
(Ob.
A.5
).-
La c
irco
lare
19
del 1
3/2/
2007
affe
rma:
“Con
rife
rimen
to p
oi a
lle a
ttivit
à di
cui
all’a
rt.1
5 de
l D.L
.vo n
.59/
04 (t
empo
pie
no),
even
tual
i inc
rem
enti
di p
osti
e di
ore
,risp
etto
alle
dot
azio
ni a
ttual
i,pos
sono
ess
ere
cons
entit
i sol
o ne
i lim
iti d
elle
com
ples
sive
quan
-tit
à di
org
anico
del
per
sona
le d
ocen
te a
sseg
nate
a li
vello
regi
onal
e”.
- La
cir
cola
re 5
1 de
l 12/
6/20
07 r
ibad
isce
:“d)
tem
po p
ieno
e te
mpo
pro
lung
ato:
qual
ora
in s
ede
di o
rgan
ico d
i diri
tto n
onsia
sta
to p
ossib
ile s
oddi
sfar
e pi
enam
ente
le r
ichi
este
del
l'ute
nza
e si
rend
a as
solu
tam
ente
nec
essa
ria l'
attr
ibuz
ione
di u
lte-
riori
post
i,in
rel
azio
ne a
com
prov
ate
e no
n al
trim
enti
esita
bili
esig
enze
del
le is
tituz
ioni
sco
last
iche
,le
rela
tive
richi
este
,per
evid
enti
ragi
oni d
i con
teni
men
to d
ella
spe
sa,d
ovra
nno
esse
re d
ebita
men
te m
otiva
te e
sot
topo
ste
all'e
sam
e e
al v
aglio
del
leSS
.LL.
.Tan
to a
nche
al f
ine
di r
ipris
tinar
e il
tem
po p
ieno
e il
tem
po p
rolu
ngat
o se
cond
o m
odal
ità o
rgan
izza
tive
ispira
te a
l mo-
dello
did
attic
o tra
dizi
onal
e”.
Tutt
o ci
ò co
nsid
erat
o,an
che
in v
ista
del
le n
uove
iscr
izio
ni a
lle c
lass
i pri
me,
il C
onsi
glio
del
iber
a
di r
icon
ferm
are
nel P
of,e
con
segu
ente
men
te o
ffrir
e al
le fa
mig
lie a
nche
per
il p
ross
imo
anno
sco
last
ico
2008
/200
9l’a
ttua
le m
odel
lo o
rgan
izza
tivo-
dida
ttic
o “u
nita
rio”
e d
i qua
lità:
27/3
0 or
e pe
r le
cla
ssi a
mod
ulo
– 40
per
le c
lass
ia
tem
po p
ieno
,sen
za a
lcun
a di
stin
zion
e cu
rric
olar
e tr
a or
e ob
blig
ator
ie e
d or
e op
zion
ali (
dedi
cate
ad
appr
ofon
di-
men
ti de
lle t
emat
iche
svi
lupp
ate
nelle
ore
obb
ligat
orie
);ut
ilizz
o de
lle c
ompr
esen
ze p
er l’
ampl
iam
ento
del
l’offe
rta
form
ativ
a ed
il r
ecup
ero
delle
situ
azio
ni d
i sva
ntag
gio;
salv
agua
rdia
del
l’uni
tà d
el g
rupp
o cl
asse
;con
titol
arità
e p
ari
dign
ità d
ell’a
zion
e do
cent
e.
Con
segu
ente
men
te a
qua
nto
delib
erat
o l’I
stitu
to s
i im
pegn
a a:
- Ev
iden
ziar
e,ne
lle c
omun
icaz
ioni
alle
fam
iglie
,neg
li in
cont
ri i
nfor
mat
ivi,
nella
pre
disp
osiz
ione
dei
mod
uli
d’is
cri-
zion
e,un
a vi
sion
e un
itari
a de
i div
ersi
mod
elli
scol
astic
i offe
rti e
dei
ple
ssi o
ve q
uest
i son
o di
spon
ibili
,poi
ché
la t
ra-
spos
izio
ne d
elle
sin
gole
ric
hies
te d
elle
fam
iglie
in a
ltret
tant
i mod
elli
d’of
fert
a fo
rmat
iva,
risc
hier
ebbe
di f
ram
men
-ta
re e
inde
bolir
e il
prog
etto
edu
cativ
o de
ll’Is
titut
o.-
Forn
ire
alle
fam
iglie
un
quad
ro e
saus
tivo
sulle
rip
ercu
ssio
ni d
eriv
anti
da u
na e
vent
uale
rid
uzio
ne d
elle
ass
egna
-zi
oni d
i org
anic
o (r
uolo
del
le c
ompr
esen
ze,c
onse
guen
ze s
ull’o
ffert
a fo
rmat
iva,
impl
icaz
ioni
org
aniz
zativ
e e
finan
-zi
arie
,ecc
.).-
Supp
orta
re la
ric
hies
ta d
ell’o
rgan
ico
nece
ssar
io a
d at
tuar
e i m
odel
li di
datt
ici e
d or
gani
zzat
ivi i
ndic
ati,
nella
loro
pien
a e
qual
ifica
ta e
sten
sion
e (c
on 4
ore
di c
ompr
esen
za d
egli
inse
gnan
ti pe
r le
cla
ssi a
40
ore
e al
men
o tr
e pe
r le
clas
si a
27/
30 o
re).
Pro
po
sta
di
de
lib
era
de
l C
on
sig
lio
di
circ
olo
/ist
itu
to
Ass
etto
ora
rio
e m
od
ello
ped
ago
gico
per
la
scu
ola
ele
men
tare
Gu
ida
no
rmat
iva
18In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
2 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
06
Le a
ttiv
ità a
ggiu
ntiv
e,co
mpe
nsat
e co
l Fon
do d
ell’is
tituz
ione
Scol
astic
a,so
no d
elib
erat
e da
l Con
siglio
di c
ircol
o o
d'ist
i-tu
to n
el li
mite
del
le r
isors
e fin
anzi
arie
disp
onib
ili.Q
uest
ade
liber
a de
ve a
cqui
sire
(art
.86
com
ma
1 C
cnl
2003
) il
Pian
o de
lle a
ttivit
à de
l per
sona
le d
ocen
tee
il Pi
ano
delle
atti
vi-tà
del
per
sona
le A
ta.I
l Con
siglio
pot
rebb
e qu
indi
,eve
ntua
l-m
ente
,rin
viar
e al
Col
legi
o o
al D
s il
Pian
ope
r un
a su
a re
t-tif
ica,
ma
non
può
mod
ifica
rlo.
L’ar
t.86
Ccn
l 200
3 pr
eve-
de la
pos
sibili
tà d
i com
pens
i anc
he in
misu
ra fo
rfet
aria
.Il
Pian
o an
nual
e de
lle a
ttivit
àde
l per
sona
le d
ocen
te è
pre
-di
spos
to d
al D
s e
delib
erat
o da
l col
legi
o (a
rt.8
6 co
mm
a 4
Ccn
l 200
3).I
l Pia
no a
nnua
le d
elle
atti
vità
del p
erso
nale
Ata
èin
vece
pre
disp
osto
dal
Dsg
a e
adot
tato
dal
DS
dopo
es-
sere
sta
to o
gget
to d
i con
trat
tazi
one
d’ist
ituto
con
le R
su(a
rt.5
2 co
mm
a 3
Ccn
l 200
3).
L'ar
t.6
com
ma
2 le
tt.i
) C
cnl 2
003
stab
ilisc
e ch
e i c
rite
ripe
r l'in
divi
duaz
ione
del
per
sona
le d
ocen
te,e
duca
tivo
eA
ta d
a ut
ilizz
are
nelle
att
ività
ret
ribu
ite c
on il
fond
o d’
isti-
tuto
son
o m
ater
ia d
i con
trat
tazi
one
con
le R
su.
La C
m 2
43/9
9,ch
e pu
ò fo
rnire
util
i ele
men
ti di
rife
rim
en-
to a
que
sta
cont
ratt
azio
ne,c
hiar
iva
che
“qua
lora
ciò
non
sia
già
prev
isto
nella
del
iber
a de
l con
siglio
di c
ircol
o o
di is
titut
o,co
nap
posit
o in
caric
o sc
ritto
,dal
qua
le d
evon
o ris
ulta
re s
ia l'
impe
-gn
o or
ario
rich
iest
o a
ciasc
un in
tere
ssat
o ch
e il
com
pens
o sp
et-
tant
e,il
capo
d'is
titut
o in
divid
ua i
nom
inat
ivi d
el p
erso
nale
do-
cent
e e
Ata
chia
mat
o a
pres
tare
det
te a
ttivit
à ag
giun
tive.
Deg
li in
caric
hi c
onfe
riti d
eve
esse
re d
ata
pubb
licità
med
iant
eaf
fissio
ne d
el r
elat
ivo o
rdin
e di
ser
vizio
all'a
lbo
dell'i
stitu
zion
esc
olas
tica”
.Allo
ra,p
er e
vita
re c
he l’
indi
vidu
azio
ne d
ei d
e-st
inat
ari,n
onch
é le
mod
alità
di i
mpi
ego
e di
com
pens
o sia
-no
disp
oste
disc
rezi
onal
men
te d
al D
s o
dal D
sga,
biso
gna
che
nelle
del
iber
e de
gli O
rgan
i col
legi
ali s
iano
indi
cati
i no-
min
ativ
i,e
che
nella
con
trat
tazi
one
d’ist
ituto
sia
no s
tabi
li-ti,
prim
a de
ll’in
izio
del
le s
tess
e at
tività
,cri
teri
e p
roce
dure
tras
pare
nti e
con
divi
si da
l per
sona
le p
er l’
acce
sso
al F
is.
PE
RS
ON
AL
E A
TA
(art
.86
com
ma
2 le
tt.d
Ccn
l 200
3)Le
pre
staz
ioni
agg
iunt
ive
del p
erso
nale
Ata
,con
sisto
no in
pres
tazi
oni d
i lav
oro
oltr
e l'o
rari
o d'
obbl
igo,
ovve
ro n
el-
l'int
ensif
icaz
ione
di p
rest
azio
ni la
vora
tive
dovu
te a
nche
apa
rtic
olar
i fo
rme
di o
rgan
izza
zion
e de
ll'or
ario
di
lavo
rode
term
inat
e da
l Pof
,al m
aggi
ore
cari
co d
i lav
oro
deri
van-
te d
alla
tem
pora
nea
asse
nza
del c
olle
ga n
ello
ste
sso
ora-
rio/
turn
o,ec
c.Pe
rtan
to s
ulla
bas
e de
l Pia
no d
elle
att
ività
occo
rre
indi
care
,sem
pre
nel c
ontr
atto
d’is
titut
o,se
cond
oqu
ali c
rite
ri e
sse
vann
o at
trib
uite
(di
spon
ibili
tà,r
otaz
ione
,ec
c.);
qual
i son
o da
svo
lger
e en
tro
le 3
5/36
ore
set
timan
ali
e qu
ali n
o;qu
ali s
aran
no c
ompe
nsat
e fo
rfet
aria
men
te q
ua-
li ad
ore
.Le
pres
tazi
oni e
cced
enti,
in q
uant
o au
tori
zzat
e,de
vono
ess
ere
retr
ibui
te d
al f
ondo
del
l’ist
ituzi
one
scol
a-st
ica.
Solo
se
il di
pend
ente
lo r
ichi
ede,
poss
ono
esse
re r
e-cu
pera
te in
ore
e/o
gio
rni d
i rip
oso
com
pens
ativ
o.I r
ecu-
peri
,ino
ltre,
poss
ono
esse
re c
umul
ati p
er le
feri
e e
frui
tien
tro
i tre
mes
i suc
cess
ivi l
’ann
o sc
olas
tico
in c
ui s
i son
om
atur
ati.
Le p
rest
azio
ni e
cced
enti
devo
no e
sser
e co
mun
-qu
e re
trib
uite
,se
per
mot
ivat
e es
igen
ze d
i ser
vizi
o o
per
com
prov
ato
impe
dim
ento
del
dip
ende
nte
non
è st
ato
poss
ibile
rec
uper
arle
.L'
art.
47 C
cnl 2
003
ha s
ostit
uito
le fu
nzio
ni a
ggiu
ntiv
e co
nIn
caric
hi s
pecif
ici,i
l nu
mer
o e
la t
ipol
ogia
dei
qua
li so
nose
mpr
e in
divi
duat
i nel
Pia
no d
elle
att
ività
.I c
rite
ri d
i att
ri-
buzi
one
ed i
rela
tivi c
ompe
nsi s
ono
cont
ratt
ati c
on le
Rsu
.
PE
RS
ON
AL
E D
OC
EN
TE
(art
.86
com
ma
2 le
tt.b
,c C
cnl 2
003)
Le a
ttiv
ità a
ggiu
ntiv
e so
no s
olo
quel
le p
rogr
amm
ate
e af
-fid
ate
ai s
ingo
li in
segn
anti
dal C
olle
gio
dei d
ocen
ti,at
tri-
buite
con
inca
rico
scr
itto
del D
s e
retr
ibui
te c
ol F
is.In
bas
e al
l'art
.28
Ccn
l 200
3 le
att
ività
agg
iunt
ive
del p
er-
sona
le d
ocen
te r
esta
no t
rans
itori
amen
te d
iscip
linat
e da
l-l’a
rt.2
5 de
l Ccn
l 199
9 e
dagl
i art
t 30
,31
e 32
Ccn
i 199
9,"c
onsis
tono
in a
ttivit
à ag
giun
tive
di in
segn
amen
to e
atti
vità
ag-
giun
tive
funz
iona
li al
l'inse
gnam
ento
...s
ono
delib
erat
e da
l col
le-
gio
dei d
ocen
ti"(a
rt.2
5 C
cnl 1
999)
.Il c
ompe
nso
per
le a
t-tiv
ità a
ggiu
ntiv
e di
ins
egna
men
to -
non
for
fetiz
zabi
le -
èpr
evist
o pe
r un
mas
simo
di s
ei o
re s
ettim
anal
i.Le
att
ività
funz
iona
li al
l'ins
egna
men
to p
er e
sser
e co
nsid
e-ra
te a
ggiu
ntiv
e,e
quin
di r
etri
buib
ili,d
evon
o su
pera
re,i
n-sie
me
con
quel
le g
ià p
rogr
amm
ate
(per
i co
llegi
e le
sue
artic
olaz
ioni
:dip
artim
enti,
com
miss
ioni
,ecc
.),le
40
ore
an-
nue
delle
"at
tività
di c
arat
tere
col
legi
ale
rigua
rdan
ti tu
tti i
do-
cent
i"pr
evist
e da
ll'ar
t.27
,com
ma
3,le
tt.a
) de
l Ccn
l 200
3.In
vece
pe
r le
or
e,co
mun
que
sem
pre
delib
erat
e da
lC
olle
gio,
even
tual
men
te e
cced
enti
le 4
0 re
lativ
e al
le r
i-un
ioni
di c
onsig
li di
inte
rsez
ione
,inte
rcla
sse
e cl
asse
,si a
c-ce
de a
l fon
do s
olo
se c
osì p
revi
sto
dal C
onsig
lio d
’istit
u-to
ai s
ensi
dell’
art
86 c
omm
a 2
lett
.j)
Ccn
l 200
3.
Att
ivit
à ag
giu
nti
ve d
a re
trib
uir
e c
ol
Fon
do
d’i
stit
uto
Il ru
olo
deg
li O
rgan
i C
olle
gial
i e
i cr
iter
i de
lla c
ont
ratt
azio
ne d
’isti
tuto
La certificazione
delle com
petenze è
stata prom
ossadall’U
efin dal 1989 al fine di incentivare la m
obilità di per-sone,studenti e lavoratori tra gli Stati m
embri.Si è co-
minciato con le qualifiche professionali per giungere ben
presto al vero obiettivo:l’istruzione.Il riconoscimento di
titoli professionali e scolastici in ambito transnazionale ri-
chiede omogeneità nei contenuti valutabili e negli stru-
menti di rilevazione.D
a qui la forzatura di parcellizzare lacom
plessità del processo di apprendimento/insegnam
entoe di trovare criteri oggettivi di m
isurazione.Le obiezioni atale im
postazione docimologica sono tante e di spessore:
come si fa ridurre l’universo cognitivo e relazionale di un
alunno in tante semplici prestazioni osservabili e m
isura-bili che siano valide per tutte le situazioni.N
onostante ladifficoltà,ci hanno provato e così sono state sfornate di-rettive europee,libri bianchi subito tradotti in classifica-zione O
cse Pisa,crediti,debiti,portfolio,prove Invalsi,ecc.L’im
pianto certificatorio è stato accolto con entusiasmo
da tutto lo schieramento liberista,di centrodestra e di
centrosinistra,e anche da Cgil,Cisl e Uilche non hanno dis-
degnato di accogliere le novità docimologiche:nel ricon-
fermare nell’Accordo per il Lavoro
firmato con governo e
Confindustrianel 1996 la politica concertativa inaugurata
nel luglio '93,viene esplicitamente afferm
ato che l'intro-duzione di un sistem
a di certificazione dei percorsi for-m
ativi e delle competenze acquisite sia un obiettivo stra-
tegico ed essenziale per il Paese.Concetti ribaditi in nu-
merosi accordi che i sindacati di stato hanno sottoscritto
da allora ad oggi.L'adozione della certificazione delle com-
petenze è dunque considerata uno snodo strategico perm
ettere in comunicazione e integrare tra loro la scuola,la
formazione professionale ed il lavoro.
In Italia,l’applicazione pratica di tali precetti è avvenuta at-traverso la berlingueriana legge n.144/99 e i decreti legis-lativi della M
oratti sull’obbligo formativo e sull’alternanza
scuola-lavoro.A
nche le
Regioni
non sono
da m
eno;Form
igoni il presidente della Lombardia,lo scorso m
arzo,presentando la sua proposta di riform
a regionale dell’i-struzione e della form
azione professionale si accoda allem
ode certificatorie ma ne svela il vero scopo:“Il sistem
a dicertificazione anticipa il possibile superam
ento del valore lega-le del titolo di studio ...”.A
ttualmente però siam
o solo di fronte all’abrogazione
degli articoli 144 (scheda delle elementari) e 177 (sche-
da delle medie) del Testo U
nico DLgs 297/94,m
a senzache un altro docum
ento abbia sostituito le vecchieschede.Infatti,assodato che “L'attestazione dei traguardi in-term
edi via via raggiunti negli apprendimenti sarà affidata a so-
brie schede di valutazione,mentre la certificazione delle com
-petenze sarà proposta in un'ottica sperim
entale solo per l'ulti-m
o anno del ciclo di base,come descrizione degli esiti raggiun-
ti da ciascun allievo rispetto a criteri [standard] preventiva-m
ente definiti,sulla base di un modello nazionale definito da
questo Ministero.Altre eventuali form
e di documentazione dei
processi formativi (dossier,cartelle,portfolio,ecc.) saranno ri-
messe alla piena autonom
ia delle scuole,segnalando il loro ca-rattere prettam
ente formativo e didattico,di supporto ai pro-
cessi di apprendimento degli allievi,essendo esclusa tassativa-
mente ogni loro funzione di certificazione,attestazione,valuta-
zione.Così come resta esclusa ogni funzione "pubblica" e "am
-m
inistrativa" di tali documenti che attengono esclusivam
entealla relazione educativa alunno-insegnante-genitori.Ciò in rigo-rosa
coerenza con
le raccom
andazioni dell'
Autorità di
Garanzia per la Privacy e con gli orientam
enti della giurispru-denza am
ministrativa ed ordinaria in m
ateria”(N
ota Mpi
31/8/2006),neanche la recente Cm
28/2007 è potuta an-dare oltre un generico invito ad adottare “in via speri-m
entale”e “con gli opportuni adattam
enti”il m
odello lì al-legato.Per altro,lo stesso D
pr 275/1999 recita testualmente:“Il
riconoscimento reciproco dei crediti tra diversi sistem
i for-m
ativi e la relativa certificazione sono effettuati ai sensi del-la disciplina di cui all'articolo 17 della legge 24 giugno 1997n.196,ferm
o restando il valore legale dei titoli di studio pre-visti
dall'attuale ordinam
ento”(art.
4,com
ma
7);“Il
Ministro della Pubblica Istruzione,previo parere delle com
-petenti com
missioni parlam
entari sulle linee e sugli indirizzigenerali,definisce a norm
a dell'articolo 205 del decreto le-gislativo
16 aprile
1994,n.
297,sentito
il Consiglio
Nazionale della Pubblica Istruzione,per i diversi tipi e indi-
rizzi di studio:(…)
g) gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni,il ri-conoscim
ento dei crediti e dei debiti formativi”
(art.8,com-
ma 1);“Con decreto del M
inistro della Pubblica Istruzionesono adottati i nuovi m
odelli per le certificazioni,le quali in-dicano le conoscenze,le com
petenze,le capacità acquisite ei crediti form
ativi riconoscibili,compresi quelli relativi alle di-
scipline e alle attività realizzate nell'ambito dell'am
pliamen-
to dell'offerta formativa o liberam
ente scelte dagli alunni edebitam
ente certificate”(art.10,com
ma 3).
Scheda di valutazio
ne e portfo
lioU
n po’ di sto
ria e la norm
ativa vigente
Gu
ida n
orm
ativa17
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Gu
ida n
orm
ativa8
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
cioé quanto previsto per la scuola materna e elem
entare.(art.4 com
ma 4 C
cni 6/6/2006) “Relativamente ai posti di
arte applicata negli istituti d’arte il contratto di istituto terrà,al-tresì,
conto delle
disposizioni di
cui al
D.M
.n.
334 del
24.11.1994 [che individua le nuove classi di concorso,ndr] e l’art.4 punto 9 dell’O
.M.n.332 del 9.7.1996 [art.4
punto 9 Om
332/96 “Nella definizione dell'organico degli in-
segnanti di Arte applicata deve essere assicurata la presenzadi un docente per ognuno dei laboratori istituiti,a fronte delfunzionam
ento di almeno un corso com
pleto della sezione d'i-stituto d'arte cui gli stessi laboratori sono connessi;l'eventualefunzionam
ento di classi collaterali o di altri corsi completi del-
la stessa sezione non comporta la costituzione di ulteriori po-
sti di insegnamento,a m
eno che il numero delle ore settim
a-nali com
plessive di attività di laboratorio,svolte nell'ambito del-
la medesim
a sezione,comporti un im
pegno superiore all'ora-rio obbligatorio di insegnam
ento dei singoli docenti.Per quantonon previsto dal presente com
ma si rinvia alle istruzioni im
-partite con la Cm
102 del 27/3/1984]”.A
ssegnazione delle o
re di insegnamento
nellascuo
la secondaria di I grado
(art.6 Ccni 6/6/2006)
Chi,in attuazione della Riform
a,consegua una riduzionedell’orario obbligatorio d’insegnam
ento nelle classi prime
e seconde,completerà il proprio servizio con ore appar-
tenenti alla propria classe di concorso comunque dispo-
nibili nella scuola.Successivamente al conferim
ento dellesupplenze (annuali o fino al term
ine delle attività didatti-che),il personale che non abbia potuto com
pletare l’ora-rio d’obbligo com
e su indicato,potrà completare a do-
manda,l’orario obbligatorio di servizio con ore di altra
classe di concorso per la quale sia in possesso della spe-cifica abilitazione o di titolo di studio valido per l’accessoa quell’insegnam
ento.Ove non ricorra la predetta ipotesi,
si procederà all’utilizzo dello stesso personale,sino al
completam
ento dell’orario obbligatorio di servizio,periniziative
di arricchim
ento dell’offerta
formativa,
salvol’obbligo della copertura delle supplenze brevi e saltuarie.Le ore ulteriorm
ente disponibili,dopo la precedente fase,potranno essere assegnate com
e ore aggiuntive d’inse-gnam
ento in eccedenza all’orario d’obbligo e fino ad unm
assimo di 24 ore settim
anali.In tal caso le ore disponi-bili andranno prioritariam
ente attribuite al personale inservizio nella stessa classe di concorso,successivam
ente,al personale di altro insegnam
ento in possesso della spe-cifica abilitazione e,infine,dopo aver constatato l’assenzadi personale fornito della prescritta abilitazione inseritonella I o II fascia delle graduatorie di istituto,al personale
in possesso di titolo di studio valido per l’accesso all’inse-gnam
ento da attribuire.Inoltre sem
pre il Ccni 6/6/2006 prevede tra l'altro che:
- nel caso di perdita di ore“Il docente titolare di cattedra o
posto di insegnamento ed i docenti di sostegno negli istituti di
istruzione secondaria che trovino nella scuola di titolarità unariduzione dell'orario obbligatorio di insegnam
ento fino ad unquinto,ove non com
pletino l'orario nella scuola medesim
a,so-no utilizzati nell'am
bito della scuola di titolarità,per le orem
ancanti,nelle attività specifiche della scuola e,prioritaria-m
ente,per lo svolgimento di supplenze tem
poranee.Il titolare di cattedra costituita tra più scuole com
pleta l’orarionella scuola di titolarità,qualora nella stessa si determ
ini la ne-cessaria disponibilità di ore”
(art.2 comm
a 5).- nel caso di soppressione del posto in “organico di fatto”“I docenti di tutti i gradi di istruzione che,a seguito della ridu-zione del num
ero delle classi,secondo quanto disposto dall’art.2 della legge 22 novem
bre 2002,n.268 vengono a trovarsi insituazioni di soprannum
ero totale o parziale,rispetto alla nuo-va dotazione della scuola,ferm
o restando quanto previsto dalcom
ma 5 dell’art.2 del presente contratto,sono utilizzati nel-
l’ambito della scuola di titolarità prioritariam
ente su posto ofrazione di posto eventualm
ente disponibile per la stessa clas-se di concorso e,subordinatam
ente,su posto o frazione di po-sto relativo ad altro insegnam
ento o di sostegno per il quale siain possesso di abilitazione o titolo di studio coerente.In m
ancanza delle disponibilità sopra riportate,il predetto per-sonale è utilizzato nella scuola per iniziative di arricchim
entodall’offerta form
ativa,fatto salvo l’obbligo della copertura dellesupplenze brevi e saltuarie.N
ell’ambito dell’autonom
ia organizzativa della scuola e al finedi realizzare l’im
piego ottimale delle risorse,con il consenso de-
gli interessati e nei limiti del riassorbim
ento del soprannumero,
il dirigente scolastico può disporre l’utilizzazione,su classe diconcorso affine o su posto di sostegno,anche di docente diver-so da quello individuato com
e soprannumerario.
L’impiego su posti di sostegno è subordinato alla m
ancanza didocenti specializzati,sia con contratto a tem
po indeterminato,
sia aspiranti a supplenze.Analogamente l’im
piego su classi diconcorso affine di docente non abilitato è subordinato al com
-pleto utilizzo dei docenti in esubero in am
bito provinciale perla classe di concorso richiesta”
(art.5 comm
a 8).Infine visto che “la contrattazione decentrata a livello regio-nale potrà eventualm
ente definire ulteriori criteri e modalità di
utilizzazione ...”(art.3 com
ma 4) sarà opportuno cono-
scere il relativo contratto decentrato regionale prima di
procedere alla contrattazione d’istituto.
Gu
ida
no
rmat
iva
9In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Gu
ida
no
rmat
iva
16In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Da
cui s
i ded
uce
chia
ram
ente
che
:1)
il d
ocum
ento
di c
ertif
icaz
ione
,com
unic
azio
ne a
lle fa
-m
iglie
e d
ocum
enta
zion
e no
n pu
ò es
sere
altr
o ch
e na
-zi
onal
e e
deve
ess
ere
eman
ato
con
un a
ppos
ito d
ecre
-to
e s
egue
ndo
un it
er p
reci
so.
2) i
l m
inis
tero
è s
tato
om
issi
vo d
al 1
999
non
aven
dopr
ovve
duto
ad
appr
ovar
e un
nuo
vo m
odel
lo d
i sch
eda,
oppu
re r
eite
rare
,sem
pre
attr
aver
so la
pro
cedu
ra p
re-
vist
a,la
sch
eda
vige
nte.
3) In
nes
sun
caso
pos
sono
ess
ere
le s
cuol
e a
supp
lire
lem
anch
evol
ezze
del
min
istr
o,né
tan
tom
eno
ad a
ccol
lar-
si i
cost
i di r
ipro
duzi
one
e st
ampa
dei
mod
elli.
In m
erito
a t
utta
que
sta
mat
eria
ha
poi v
alor
e di
rim
en-
te il
fatt
o ch
e i p
rogr
amm
i del
198
5 e
del 1
979
non
so-
no s
tati
abol
iti e
son
o tu
ttor
a pi
enam
ente
in v
igor
e.A
lcun
i co
llegi
ha
nno
intr
apre
so l
a vi
a de
l “fa
i da
te”
,no
n te
nend
o in
nes
sun
cont
o la
nor
mat
iva
vige
nte
e il
valo
re i
rrin
unci
abile
di
un s
iste
ma
scol
astic
o un
ico
edom
ogen
eo s
u tu
tto
il te
rrito
rio
nazi
onal
e,il
valo
re l
e-ga
le d
ei t
itoli
di s
tudi
o di
cui
la s
ched
a pe
rson
ale
di v
a-lu
tazi
one
è un
seg
men
to im
port
ante
.Sp
esso
que
sti c
olle
gi e
,in
qual
che
caso
,dir
etta
men
te i
diri
gent
i si s
ono
inca
rtat
i in
un d
edal
o di
pro
cedu
re e
di
scar
toffi
e,di
“no
n se
nse”
il c
ui e
sito
è d
i get
tare
nel
ma-
rasm
a pi
ù to
tale
la s
cuol
a e
di m
oltip
licar
e il
lavo
ro b
u-ro
crat
ico
degl
i ins
egna
nti.
In q
uest
o ca
so,c
ome
in a
ltri f
rang
enti
nelle
scu
ole
nel
pros
sim
o fu
turo
,con
vien
e,è
più
sagg
io e
res
pons
abile
,at
tene
rsi
ai p
rogr
amm
i de
l 19
79 (
med
ie)
e 19
85 (
ele-
men
tari
),ad
otta
re la
sch
eda
pers
onal
e di
val
utaz
ione
vi-
gent
e in
que
sti a
nni,
senz
a al
cuna
mod
ifica
.R
ibad
iam
o ch
e il
Colle
gio
dei d
ocen
tiè
sovr
ano
in m
ate-
ria
e i d
irig
enti
scol
astic
i dev
ono
atte
ners
i e d
are
attu
a-zi
one
alle
del
iber
e de
gli O
rgan
i Col
legi
ali,
infa
tti l
’art
.7,
com
ma
2 de
l DLg
s 29
7/94
sta
bilis
ce c
he “
Il co
llegi
o de
ido
cent
i:a)
ha
pote
re d
elib
eran
te i
n m
ater
ia d
i fu
nzio
nam
ento
di-
datti
co d
el c
ircol
o o
dell'i
stitu
to.I
n pa
rtico
lare
cur
a la
pro
-gr
amm
azio
ne d
ell'a
zion
e ed
ucat
iva a
nche
al
fine
di a
de-
guar
e,ne
ll'am
bito
deg
li or
dina
men
ti de
lla s
cuol
a st
abilit
i dal
-lo
Sta
to,i
pro
gram
mi
di i
nseg
nam
ento
alle
spe
cific
he e
si-ge
nze
ambi
enta
li e
di fa
vorir
e il
coor
dina
men
to in
terd
iscip
li-na
re.E
sso
eser
cita
tale
pot
ere
nel r
ispet
to d
ella
libe
rtà
di in
-se
gnam
ento
gar
antit
a a
ciasc
un d
ocen
te;(
...)
r) s
i pro
nunc
ia s
u og
ni a
ltro
argo
men
to a
ttrib
uito
dal
pre
sen-
te t
esto
uni
co,d
alle
legg
i e d
ai r
egol
amen
ti,al
la s
ua c
ompe
-te
nza”
.
Pro
post
a di
del
iber
ade
l Co
llegi
o d
ei d
oce
nti o
del C
onsi
glio
di c
irco
lo o
isti
tuto
Sch
eda
di v
alut
azio
ne
Il C
olle
gio
dei D
ocen
ti/C
onsig
lio d
i circ
olo/
istitu
to,n
ella
se-
duta
del
……
/ …
… /
……
……
,C
onsid
erat
o -
quan
to p
rece
dent
emen
te d
elib
erat
o pe
r l’a
.s.in
cor
so e
d in
coer
enza
con
la p
rogr
amm
azio
ne in
dica
ta n
el P
of d
’Istit
uto,
- che
i Pr
ogra
mm
idel
199
1 pe
r la
scu
ola
dell’
infa
nzia
,que
lli d
el19
85 p
er la
scu
ola
elem
enta
re e
que
lli d
el 1
979
per
la s
cuol
am
edia
non
son
o st
ati a
brog
ati e
qui
ndi s
ono
anco
ra in
vig
ore
- le
“nuo
ve”
Indi
cazi
oni N
azio
nali
non
hann
o an
cora
con
clus
oil
prev
isto
iter
e no
n è
stat
o em
anat
o al
cun
Reg
olam
ento
ap-
plic
ativ
o de
lle s
tess
ede
liber
a di
man
tene
re la
sch
eda
di v
alut
azio
ne d
egli
scor
si an
ni,i
ntro
-du
cend
o la
diz
ione
“sc
uola
prim
aria
”al
pos
to d
i “s
cuol
a el
e-m
enta
re”.
Rig
uard
o la
val
utaz
ione
deg
li “a
ppre
ndim
enti”
,si p
reci
sa c
he:
- la
den
omin
azio
ne d
elle
disc
iplin
e e
gli i
ndic
ator
i des
critt
ivi
delle
abi
lità
corr
elat
e pe
r la
rile
vazi
one
degl
i ap
pren
dim
enti
usat
i ne
l pr
eced
ente
mod
ello
min
ister
iale
son
o pi
enam
ente
coer
enti
con
la p
rogr
amm
azio
ne d
idat
tica
del P
of;
- i m
odel
li sc
olas
tici p
ropo
sti d
all’I
stitu
to e
sce
lti d
alle
fam
iglie
sono
uni
tari
amen
te in
tesi
e pr
atic
ati,s
enza
alc
una
dist
inzi
one
curr
icol
are
tra
attiv
ità
obbl
igat
orie
e
faco
ltativ
e/op
zion
ali
(que
ste
ultim
e,du
nque
,no
n po
sson
o es
sere
ogg
etto
di v
alu-
tazi
one
a sé
sta
nte)
;
Il C
olle
gio
dei d
ocen
ti/il
Con
siglio
di c
ircol
o o
istitu
to in
ten-
de p
oi r
ibad
ire la
ferm
a vo
lont
à,de
riva
nte
da u
na c
onvi
nta
efr
uttu
osa
prat
ica
peda
gogi
ca,d
i con
tinua
re a
val
oriz
zare
la c
ol-
legi
alità
in t
utti
i suo
i asp
etti
ed a
tut
ti i l
ivel
li,da
lla c
olle
gial
itàde
l tea
m d
ocen
te d
i cla
sse,
al c
onsig
lio d
ocen
ti di
inte
rcla
sse,
al C
olle
gio
doce
nti.
In c
oere
nza
con
quan
to s
u af
ferm
ato
il C
olle
gio/
Con
siglio
:- d
elib
era
di m
ante
nere
l’A
gend
a de
lla p
rogr
amm
azio
ne e
del
-l’o
rgan
izza
zion
e di
datt
ica
di c
lass
e co
me
utile
str
umen
to d
i la-
voro
del
tea
m d
ocen
te;
- di
impe
gnar
e il
cons
iglio
di i
nter
clas
se a
d es
prim
ere
un m
o-tiv
ato
pare
re in
ord
ine
all’e
vent
uale
non
am
miss
ione
,in
casi
ecce
zion
ali,
alla
cla
sse
succ
essiv
a.
Il vi
gent
e C
ontr
atto
Col
lett
ivo
Naz
iona
le I
nteg
rativ
o -
Ccn
i 6/6
/200
7 - s
ulle
util
izza
zion
i e le
ass
egna
zion
i pro
vvi-
sori
e,ha
rib
adito
in t
oto
le p
revi
sioni
con
tenu
te n
el C
cni
6/6/
2006
che
indi
cano
alc
une
cond
izio
ni g
ener
ali e
rib
adi-
scon
o -
agli
artt
.4 e
15
- la
com
pete
nza
del c
ontr
atto
di
scuo
la a
def
inire
cri
teri
di a
sseg
nazi
one
del p
erso
nale
alle
vari
e se
di e
/o p
less
i ed
i cri
teri
di u
tiliz
zazi
one
del p
erso
-na
le t
otal
men
te o
par
zial
men
te a
disp
osiz
ione
.In
oltr
el’a
rt.6
com
ma
2 le
tt.d
) ed
e) C
cnl 2
003
stab
ilisc
e ch
e so
-no
mat
eria
di c
ontr
atta
zion
e in
tegr
ativ
a di
scu
ola
le “
mo-
dalit
à di
util
izza
zion
e de
l per
sona
le in
rap
port
o al
pia
no d
el-
l'offe
rta
form
ativa
”e
i “cr
iteri
rigua
rdan
ti le
ass
egna
zion
i del
pers
onal
e do
cent
e,ed
ucat
ivo e
d At
a al
le s
ezio
ni s
tacc
ate
e ai
ples
si”,p
erta
nto
l’ass
egna
zion
e e
l'util
izza
zion
e de
l per
so-
nale
avv
iene
sul
la b
ase
dei c
rite
ri d
efin
iti d
al c
ontr
atto
d’i-
stitu
to,c
he n
atur
alm
ente
terr
à co
nto
di d
ispon
ibili
tà o
esi-
genz
e pe
rson
ali.
PE
RS
ON
AL
E A
TA
(art
.15
Ccn
i 6/6
/200
6)“L
’ass
egna
zion
e de
l per
sona
le A
ta a
lle s
edi a
ssoc
iate
,alle
suc
-cu
rsal
i e a
i ple
ssi è
rego
lata
dal
con
tratto
di s
cuol
a.N
el c
aso
incu
i il c
ontra
tto d
’istit
uto
non
veng
a de
finito
,il d
irige
nte
scol
asti-
co s
i atte
rrà
ai s
egue
nti c
riter
i:a)
mag
gior
e an
zian
ità d
i ser
vizio
;b)
man
teni
men
to d
ella
con
tinui
tà n
ella
sed
e oc
cupa
ta n
el c
or-
rent
e an
no s
cola
stico
;c)
disp
onib
ilità
del p
erso
nale
a s
volge
re s
pecif
ici in
caric
hi p
revi-
sti d
al C
cnl”.
PE
RS
ON
AL
E D
OC
EN
TE
(art
.4 C
cni 6
/6/2
006)
Oltr
e ch
e da
l co
ntra
tto
d’ist
ituto
,l’a
sseg
nazi
one
alle
se-
zion
i,ai
div
ersi
inse
gnam
enti
com
pres
i nel
la s
tess
a cl
asse
di c
onco
rso,
nonc
hé l’
asse
gnaz
ione
alle
sin
gole
cla
ssi è
di-
scip
linat
a da
ll’ar
t.39
6,co
mm
i 2,
lett
.d)
,e
3 de
l D
Lgs
297/
94,c
he n
e at
trib
uisc
e la
com
pete
nza
al c
apo
d’ist
itu-
to “
sulla
bas
e de
i crit
eri g
ener
ali s
tabi
liti d
al c
onsig
lio d
i circ
olo
o d’
istitu
to”
(art
.10
com
ma
4) e
“de
lle p
ropo
ste
del c
olle
gio
dei d
ocen
ti”(a
rt.7
com
ma
2).
Scu
ola
mat
erna
ed
elem
enta
re(a
rt.4
com
ma
1 C
cni 6
/6/2
006)
“N
ella
scu
ola
dell’i
nfan
zia
epr
imar
ia,le
mod
alità
di a
sseg
nazi
one
ai p
less
i e a
lle s
cuol
e,ne
l-
l’am
bito
del
l’org
anico
fun
zion
ale,
debb
ono
esse
re r
egol
ate
dal
cont
ratto
d’Is
titut
o in
tem
po u
tile
per l
’avv
io d
ell’a
nno
scol
astic
o.L’a
sseg
nazi
one
a do
man
da a
i ple
ssi e
alle
scu
ole
nell’a
mbi
tode
ll’org
anico
funz
iona
le d
el p
erso
nale
già
tito
lare
pre
cede
que
l-la
del
per
sona
le n
eo tr
asfe
rito
e,a
tal f
ine,
la c
ontin
uità
did
at-
tica
non
cost
ituisc
e el
emen
to o
stat
ivo.N
ella
def
iniz
ione
del
con
-tra
tto d
i ist
ituto
,le p
arti
si fa
rann
o ca
rico
di r
egol
are
le a
gevo
-la
zion
i pre
viste
da
norm
e di
legg
e o
patti
zie
ivi c
ompr
ese
quel
-le
rela
tive
al p
rese
nte
Ccni
.Nel
cas
o in
cui
il c
ontra
tto d
’Istit
uto
non
veng
a de
finito
,il D
irige
nte
scol
astic
o de
l circ
olo
o ist
ituto
com
pren
sivo
si at
terr
à ai
crit
eri
dell’a
rt.
25 d
el C
cdn
del
18.1
.200
1,...”
.(a
rt 2
5 C
cdn
18/1
/200
1) -
“Il
dirig
ente
sco
last
ico,in
rel
azio
-ne
ai c
riter
i gen
eral
i sta
bilit
i dal
con
siglio
di c
ircol
o ed
in c
on-
form
ità a
l pia
no a
nnua
le d
elle
atti
vità
delib
erat
o da
l col
legi
o do
-ce
nti,a
sseg
na g
li in
segn
anti
di s
cuol
a el
emen
tare
e m
ater
na a
ipl
essi,
alle
scu
ole
ed a
lle a
ttivit
à as
sicur
ando
il r
ispet
to d
ella
cont
inui
tà d
idat
tica,
in c
oere
nza
con
quan
to p
revis
to s
ulla
ste
s-sa
dal
la p
roge
ttazi
one
dida
ttico
-org
aniz
zativ
a,el
abor
ata
dal
colle
gio
doce
nti.L
a co
ntin
uità
,in c
aso
di r
ichie
sta
volo
ntar
ia d
ias
segn
azio
ne a
d al
tro p
less
o o
altra
scu
ola,
form
ulat
a da
l sin
-go
lo d
ocen
te,n
on p
uò e
sser
e co
nsid
erat
a el
emen
to o
stat
ivo.I
ldi
rigen
te s
cola
stico
ope
rerà
val
oriz
zand
o,al
tresì,
le c
ompe
ten-
ze p
rofe
ssio
nali
in r
elaz
ione
agl
i ob
ietti
vi st
abilit
i da
lla p
ro-
gram
maz
ione
edu
cativ
a e
tene
ndo
cont
o de
lle o
pzio
ni e
del
lees
igenz
e m
anife
stat
e da
i sin
goli
doce
nti.L
’ass
egna
zion
e ai
ple
s-si,
alle
scu
ole
ed a
lle a
ttivit
à de
l circ
olo,
anch
e su
rich
iest
a de
gli
inte
ress
ati,é
da
effe
ttuar
si co
n pr
iorit
à pe
r i d
ocen
ti gi
à tit
ola-
ri,ris
petto
a q
uella
dei
doc
enti
che
entra
no a
far
part
e pe
r la
prim
a vo
lta d
ell’o
rgan
ico fu
nzio
nale
di c
ircol
o;ta
li as
segn
azio
niav
veng
ono
sulla
bas
e de
i crit
eri s
opra
des
critt
i.In
caso
di c
on-
corr
enza
l’as
segn
azio
ne s
arà
disp
osta
sul
la b
ase
della
gra
dua-
toria
form
ulat
a in
bas
e al
la ta
bella
di v
alut
azio
ne d
ei ti
toli
ai fi
-ni
del
le u
tiliz
zazi
oni a
llega
ta a
l Ccd
n co
ncer
nent
e le
util
izza
-zi
oni e
le a
sseg
nazi
oni p
rovv
isorie
del
per
sona
le d
ocen
te.S
ulle
pred
ette
ope
razi
oni s
ono
attu
ate
le r
elaz
ioni
sin
daca
li pr
evist
eda
ll’art
.6 d
el C
cnl”.
Scu
ola
sec
ond
aria
(art
.4 c
omm
a 3
Ccn
i 6/
6/20
06)
“Nel
la s
cuol
a se
cond
aria
,qu
alor
a l’is
titut
o sia
art
icola
to s
u pi
ù se
di c
he n
on c
ostit
uisc
ono
auto
nom
a do
tazi
one
orga
nica
,le m
odal
ità d
i ass
egna
zion
e de
ido
cent
i alle
ste
sse
devo
no e
sser
e re
gola
te d
al c
ontra
tto d
i ist
itu-
to t
enen
do c
onto
di q
uant
o de
finito
al p
rece
dent
e co
mm
a 1”
,
Ass
eg
naz
ion
e e
uti
lizz
azio
ne
de
l p
ers
on
ale
Co
ntro
gli
abus
i di
dir
igen
ti s
cola
stic
i e
Dsg
a
I comm
i 612,613 e 615 dell’art.1 dell L.296/2006 hannom
odificato solo la composizione degli organi direttivi
dell’Invalsi,senza peraltro rimettere in discussione la loro
mancanza di autonom
ia e la sostanziale dipendenza dal go-verno.R
estano,per altro,ferme le funzioni dell’Invalsi (la
valutazione del sistema nazionale di istruzione,con l’avvio
della sperimentazione m
ediante scuole campione),con i
relativi effetti,in particolare una fortissima standardizza-
zione dei contenuti e della didattica.Pertanto ci sembra
utile ribadire alcune considerazioni sulle prove Invalsi sucui il m
inistro Fioroni ha malam
ente utilizzato il famigera-
to “cacciavite”.Finalm
ente è definitivamente chiarito quanto abbiam
osem
pre sostenuto
cioé che
l’Invalsi non può né utilizzarené “assistere”
i docenti dellescuole per l’attività istituziona-le che ha il dovere di svolgere.Il punto 2 della D
irettiva Mpi
19 giugno 2007 recita,infatti,che “la som
ministrazione delle
prove,per ciascun ciclo scolastico,dovrà essere effettuata m
edianterilevatori esterni,preferibilm
enteinsegnanti di altre scuole ade-guatam
ente formati.”
D’altra
parte,la
stessa L.
53/2003
prevede espressa-
mente all’art.3 punto a) che
“la valutazione,periodica e an-nuale,degli apprendim
enti e delcom
portamento
degli studenti
del sistema educativo di istruzio-
ne e di formazione,e la certifica-
zione delle competenze da essi
acquisite,sono affidate ai docen-ti delle istituzioni di istruzione eform
azione frequentate;agli stes-si docenti è affidata la valutazio-ne dei periodi didattici ai fini delpassaggio al periodo successivo;ilm
iglioramento dei processi di apprendim
ento e della relativavalutazione,nonché la continuità didattica,sono assicurati an-che attraverso una congrua perm
anenza dei docenti nella se-de di titolarità”.
Non vi è alcun dubbio,quindi che il tipo di valutazione a
cui sono chiamati i docenti è inserito in un percorso pe-
dagogico e didattico che nulla ha a che fare con i compiti
dell’Invalsi definiti nel punto b) dello stesso articolo dellalegge.A
nzi vi è da aggiungere che per diversi motivi i do-
centi preposti a questo tipo di valutazione che li coinvol-ge personalm
ente e professionalmente non possano in al-
cun modo essere i som
ministratori delle prove Invalsi sia
per la natura stessa delle prove e dei test,sia per il conte-sto e le finalità per cui deve som
ministrale.
Ma,al di là di queste considerazioni “organizzative”,rim
a-ne la questione di fondo che ci spinge ad opporci a questitest:la trasform
azione in senso nozionistico dei contenu-ti e la conseguente dequalificazione della scuola pubblica Pensiam
o solamente alle inevitabili retroazioni sulla di-
dattica che queste somm
ini-strazioni di dom
andine no-zionistiche a scelta m
ultiplarischiano
di innestare
sullepratiche scolastiche di deci-ne di m
igliaia di insegnanti.Pensiam
o a quanto è già ac-caduto nella scuola superiorecon l’introduzione del nuovoesam
e di Stato che ha co-stretto i docenti ad addestra-re i propri allievi a svolgere lenuove
prove determ
inandoun condizionam
ento negati-vo del lavoro didattico e unrovesciam
ento dell'ottica chevede l'allievo com
e punto dipartenza del lavoro didatticoverso un'ottica in cui si defi-niscono astrattam
ente "livellidi prestazione" da assum
ereacriticam
ente com
e finalità
del proprio lavoro.Per questi m
otivi continuia-m
o la campagna per la non
effettuazione dei test e persupportarla
alleghiamo
(apag.11) un m
odello di ade-sione:alla Cam
pagna nazionale per il ritiro di tutte le dis-posizioni m
inisteriali relative alle prove di valutazione Invalsiper non sottom
ettere i nostri allievi al “lascia o raddop-pia” dei test.
An
cora In
valsi?
Gu
ida n
orm
ativa15
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Gu
ida n
orm
ativa10
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Fin dall’approvazione della Legge 53/2003 nonsono m
ancati,soprattutto da parte di solerti e fan-tasiosi dirigenti scolastici,continui,m
a spesso in-fruttuosi,
tentativi di intimidire e prevaricare gli
Organi collegiali che hanno rifiutato gli stravolgi-
menti della “riform
a”.In alcuni casi si è addirittu-ra arrivati alle sanzioni disciplinari contro i colleghi“ribelli”,sanzioni che,com
e era ovvio,sono statepoi annullate a seguito dei nostri ricorsi (vedi ades.
http://ww
w.cobas-scuola.it/varie07/CN
PI_IN-
VALSI.html).È intervenuto anche il m
inistero con no-te delle D
irezioni regionali e con ispezioni “mirate”,
anche queste senza conseguenze per i docenti.
Il fatto ci lusinga e inorgoglisce perché è l’incon-trovertibile attestazione che giunge proprio dallacontroparte sulle rilevanti dim
ensioni del movi-
mento antiriform
a che siamo riusciti a costruire.
Ed è un’ulteriore conferma di quanto sosteniam
oanche in queste pagine:quando gli O
rgani colle-giali,
quindi docenti,genitori,
personale Ata (e,quando si tratterà della scuola superiore,anchestudenti),sono convinti e determ
inati possono le-gittim
amente opporsi ai diktat m
inisteriali e otte-nere positivi risultati.
tenza Corte dei C
onti - sez.Lazio n°40/98).
Inoltre su proposta del Collegio,il C
onsiglio d'istituto defi-nisce le m
odalità e i criteri per lo svolgimento dei rappor-
ti con le famiglie e gli studenti,im
pegno che deve essere poideliberato all'interno del piano annuale delle attività.c) eventuali A
ttività aggiuntive(vedi pag.18).
Alla stessa stregua delle attività di insegnam
ento che ven-gono calendarizzate nell’orario delle lezioni,anche le pre-stazioni relative alle attività funzionali all'insegnam
ento ealle attività aggiuntive si effettuano secondo m
odalità etem
pi stabiliti dalPiano annuale delle attivitàdeliberato all’i-
nizio dell’anno scolastico dal collegio dei docenti.d) eventuali F
unzioni strum
entali(vedi pag.22).e) S
upplenze tempo
raneee1) scuola elem
entareC
ome ribadito dal com
ma 5 dell’art.26 del C
cnl 2003,so-lo nel caso in cui il collegio dei docenti ,per le ore di com
-presenza,non abbia effettuato la program
mazione di atti-
vità di arricchimento dell'offerta form
ativa,di recupero in-dividualizzato o per gruppi ristretti di alunni con ritardonei processi di apprendim
ento,o non abbia impegnato to-
talmente la quota oraria eccedente l’attività frontale di as-
sistenza alla mensa,tali ore saranno destinate per sup-
plenze in sostituzione di docenti assenti fino ad un massi-
mo di 5 giorni nell’am
bito del plesso di servizio.Inoltre,com
e periodicamente ribadito dai contratti an-
nuali sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie ciòpuò avvenire esclusivam
ente “nell’orario di insegnamento
programm
ato per ciascun insegnante”,prevedendo che sia-no “possibili eventuali adattam
enti e modificazioni dell’orario
suddetto nei limiti previsti dalla contrattazione d’istituto”
e pre-via delibera del C
ollegio,che modifichi il Piano delle attività.
e2) scuola secondariaPer la sostituzione dei docenti assenti fino a un m
assimo
di 15 giorni (art.22 comm
a 6 L.448/2001) possono esse-re destinate le ore di com
pletamento delle cattedre con
orario inferiore a 18 ore,qualora queste non siano già sta-te im
pegnate per classi collaterali,recupero o integra-zione (art.26 com
ma 6 C
cnl 2003).Queste ore a dispo-
sizione per supplenza devono essere calendarizzate nel-l’orario settim
anale di lezione,e andrebbero definiti i cri-teri per la loro attribuzione dagli O
rgani collegiali e nellatrattativa sull’utilizzazione del personale tra D
s e Rsu.
A proposito delle supplenze tem
poranee per assenze finoai 15 giorni ricordiam
o l’importante sentenza della C
ortedei
Conti
Sez.III
Centrale
d’Appello
(Sent.59/2004,
ww
w.cobas-scuola.it/rsu/SupplSentCorteD
eiConti.html)
che
ha finalmente chiarito - soprattutto per i dirigenti sem
prepronti a sprem
ere il personale - quanto sosteniamo da
sempre:data per scontata l’evidente illegittim
ità dell’as-surda prassi di distribuire in classi diverse gli alunni per iquali è assente l’insegnante,quando non ci sono colleghicon ore a disposizione per sostituire il docente tem
pora-neam
ente assente è legittimo conferire supplenze,attin-
gendo dalle graduatorie d’istituto,anche per periodi infe-riori ai lim
iti stabiliti dalla Finanziaria 2002 (L.448/2001),proprio per garantire “la regolare prosecuzione dell'attivitàdidattica senza interruzioni o,com
unque,alterazioni di qualsia-si natura”.R
icordiamo che,com
e previsto dall’art.22 comm
a 6 L.448/2001,le eventuali econom
ie realizzate non chiaman-
do i supplenti temporanei per le assenze dei docenti infe-
riori ai 16 giorni confluiscono (art.83 comm
a 3 lett.b Ccnl
2003) nel Fondo dell’Istituzione Scolastica.
Qui finiscono gli obblighi di lavoro
Non vi dovrebbero essere dubbi,m
a sappiamo che non
pochi Ds pensano che nei m
esi di giugno e settembre gli
insegnanti debbano essere considerati in servizio e quindiim
pegnino i colleghi nei modi più svariati fino alla degra-
dante pratica di andare a scuola a mettere la firm
a e poiandarsene.C
hi ha fatto una programm
azione seria delle40 ore ha sperim
entato che non sono poche,soddisfanopienam
ente le esigenze e occupano non pochi giorni deim
esi di settembre e giugno.È im
portante concludere chetutte le program
mazioni dei piani di attività e la loro ca-
lendarizzazione debbono essere deliberate dai Collegi dei
docenti su proposta del dirigente scolastico.Ancora una
volta quindi attenzione alla formulazione e alla chiarezza
delle delibere votate,perché una volta previste le attivitàaggiuntive,e quant’altro inserito nel piano delle attività(orario delle lezioni,eventuali iniziative didattiche educati-ve e integrative,riunioni degli organi collegiali,rapporti in-dividuali con le fam
iglie,aggiornamento e form
azione) tut-ti gli im
pegni diventano obbligatori!N
aturalmente il Piano può essere successivam
ente modi-
ficato dal Collegio docenti “per far fronte a nuove esigenze”
(comm
a 4 art.26 Ccnl 2003).
Ricordiam
o ancora che questi impegni costituiscono tutti
gli obblighi di lavoro oltre i quali non si può imporre alcu-
na presenza a scuola come sancito dalle stesse indicazioni
ministeriali (nota M
PI n.1972/80) nonché dalla giurispru-denza (sent.TA
R Lazio-Latina n.
359/84,sent.
Cons.
diStato-sez.V
I n.173/87).
Al M
inist
ero
della
Pub
blic
a Is
truz
ione
Min
istro
Giu
sepp
e Fi
oron
ivi
ale
Tras
teve
re,7
6 -
ROM
A
I so
ttos
critt
i ins
egna
nti e
spri
mon
o pa
rere
ass
olut
amen
te n
egat
ivo
sulle
pro
ve d
i val
utaz
ione
Inva
lsipo
iché
rite
nute
inut
ili e
dan
nose
.Inf
atti:
- so
no p
rove
dec
onte
stua
lizza
te,c
he n
on t
engo
no c
onto
del
le r
eali
situa
zion
i sco
last
iche
var
iabi
li no
n so
lo d
a ci
ttà
aci
ttà
ma
anch
e da
ter
rito
rio
a te
rrito
rio
nonc
hé d
a cl
asse
a c
lass
e e
da a
lunn
o ad
alu
nno;
- i t
est,
stru
men
to a
ttra
vers
o il
qual
e le
pro
ve v
engo
no s
omm
inist
rate
non
cos
titui
scon
o un
val
ido
mez
zo p
er la
va-
luta
zion
e de
gli a
ppre
ndim
enti,
ma
rim
anda
no a
d un
inse
gnam
ento
bas
ato
sul n
ozio
nism
o co
ntra
rio
ai p
rinc
ipi d
idat
-tic
i e p
edag
ogic
i su
cui p
oggi
a la
scu
ola
italia
na;
- non
pre
ndon
o in
con
sider
azio
ne n
é le
div
ersit
à in
telle
ttiv
e su
lle q
uali
si ba
sa lo
svi
lupp
o de
lle c
apac
ità e
per
sona
li e
delle
con
osce
nze
degl
i alu
nni n
é ta
nto
men
o le
div
ersit
à de
lle s
celte
pro
gram
mat
iche
e m
etod
olog
iche
dei
sin
goli
do-
cent
i i q
uali
cala
no in
situ
azio
ne la
pro
pria
did
attic
a;-
attr
aver
so t
ali p
rove
si p
aven
ta il
gra
ve r
ischi
o ch
e le
scu
ole
veng
ano
valu
tate
sec
ondo
la lo
ro “
brav
ura”
a r
isolv
ere
test
det
erm
inan
do c
osì u
na s
orta
di c
lass
ifica
su
inse
gnan
ti e
alun
ni.C
iò p
otre
bbe
cond
urre
ad
indi
vidu
are
erro
nea-
men
te a
lcun
e sc
uole
com
e “p
oco
effic
ient
i” c
on u
na r
icad
uta
sulla
ete
roge
neità
nel
le is
criz
ioni
e s
ul t
ipo
di d
idat
tica
che
le s
cuol
e po
treb
bero
sce
glie
re d
i svo
lger
e co
ndiz
iona
te p
iù d
alla
pre
occu
pazi
one
del s
uper
amen
to d
ei t
est
che
dall’
effic
acia
del
l’ins
egna
men
to-a
ppre
ndim
ento
;- l
’uso
dei
cod
ici n
on g
aran
tisce
l’an
onim
ato
degl
i alu
nni e
ciò
cos
titui
sce
una
viol
azio
ne d
elle
disp
osiz
ioni
sul
la p
rivac
y;-
si in
divi
dua
nell’
utili
zzo
di t
ali p
rove
un
siste
ma
per
racc
oglie
re d
ati s
ugli
inse
gnan
ti;- l
a pr
esun
ta o
bblig
ator
ietà
del
le p
rove
Inva
lsile
de il
pri
ncip
io d
ella
libe
rtà
di in
segn
amen
to (a
rt.3
3 de
lla C
ostit
uzio
ne);
- le
pro
ve In
valsi
cont
rast
ano
con
la le
gge
sull’
auto
nom
ia,n
on s
ono
prev
iste
dalla
ste
ssa
rifo
rma
Mor
atti
(legg
e de
le-
ga 5
3/20
03)
e ne
mm
eno
dal D
Lgs
appl
icat
ivo
n.59
/200
4.
Per
quan
to s
opra
,i s
otto
scri
tti d
ocen
ti c
hied
ono
il ri
tiro
di t
utte
le d
ispo
sizi
oni m
inis
teri
ali r
elat
ive
alle
pro
ve d
i val
utaz
ione
Inva
lsi
Invi
are
per
post
a o
fax
una
copi
a a:
MPI
- M
inis
tero
del
la P
ubbl
ica
Istr
uzio
ne -
Min
istr
o G
iuse
ppe
Fior
oni,
vial
e Tr
aste
vere
,76
- R
oma
CES
P -
Cen
tro
Stud
i Scu
ola
Pubb
lica,
via
San
Car
lo,4
2 –
4012
4 B
olog
nate
l/fax
051
.241
336
-
ww
w.c
espb
o.it
-
cesp
bo@
iper
bole
.bol
ogna
.itC
OB
AS
- C
omita
ti di
Bas
e de
lla S
cuol
a,vi
ale
Man
zoni
55
- 00
185
Rom
ate
l 06
7045
2452
-
fax
06 7
7206
060
ww
w.c
obas
-scu
ola.
it -
m
ail@
coba
s-sc
uola
.org
Cam
pag
na
pe
r il
rit
iro
di
tutt
e l
e d
isp
osi
zio
ni
min
iste
rial
ire
lati
ve a
lle
pro
ve d
i va
luta
zio
ne
In
vals
i
Nom
e e
cogn
ome
Scuo
laC
ittà
Firm
ae-
mai
l
scri
ve f
acen
do r
ient
rare
tra
le
funz
ioni
dei
col
labo
rato
risc
olas
tici:
“i co
mpi
ti di
acc
oglie
nza
e di
sor
vegl
ianz
a ne
i con
-fro
nti d
egli
alun
ni,n
ei p
erio
di im
med
iata
men
te a
ntec
eden
ti e
succ
essiv
i all'o
rario
del
le a
ttivit
à di
datti
che
e du
rant
e la
ricr
ea-
zion
e”,“
l’acc
oglie
nza
e la
sor
vegl
ianz
a de
gli a
lunn
i,e l’
ordi
na-
ria v
igila
nza
e as
siste
nza
agli
alun
ni d
uran
te la
con
sum
azio
nede
l pa
sto
nelle
men
se s
cola
stich
e”e
“aus
ilio m
ater
iale
agl
ial
unni
por
tato
ri di
han
dica
p …
nel
l’uso
dei
serv
izi ig
ieni
ci e
nel-
la c
ura
dell’i
gien
e pe
rson
ale
anch
e co
n rif
erim
ento
alle
atti
vità
prev
iste
dall'a
rt.4
6”.P
er t
utte
que
ste
man
sioni
era
no p
re-
vist
i in
prec
eden
za s
peci
fici c
ompe
nsi a
ggiu
ntiv
i.Que
sta
ul-
tima
norm
a co
ntra
ttua
le n
on c
ambi
a,co
mun
que,
la c
om-
pete
nza
istitu
zion
ale
degl
i Ent
i loc
ali i
n m
ater
ia d
i for
nitu
rade
i ser
vizi
di m
ensa
e c
onse
guen
tem
ente
il p
erso
nale
del
-le
scu
ole
che
dove
sse
svol
gere
que
ste
attiv
ità s
u co
mm
it-te
nza
degl
i Ent
i loc
ali,p
revi
o ac
cord
o di
scu
ola,
dovr
à ric
e-ve
re la
ret
ribuz
ione
agg
iunt
iva
a ca
rico
degl
i ent
i loc
ali.
PE
RS
ON
AL
E D
OC
EN
TE
“Gli
obbl
ighi
di l
avor
o de
l per
sona
le d
ocen
te s
ono
artic
olat
i in
attiv
ità d
i ins
egna
men
to e
d in
atti
vità
funz
iona
li al
la p
rest
azio
-ne
di i
nseg
nam
ento
.Prim
a de
ll'ini
zio
delle
lezi
oni,
il di
rigen
tesc
olas
tico
pred
ispon
e,su
lla b
ase
delle
eve
ntua
li pr
opos
te d
egli
orga
ni c
olle
gial
i[gl
i art
t.7
e 10
del
T.U
.,in
ver
ità,p
reve
do-
no t
ra l
e co
mpe
tenz
e de
l C
olle
gio
quel
la d
i fo
rmul
are
“pro
post
e …
ten
uto
cont
o de
i … c
riter
i gen
eral
i sta
bilit
i dal
cons
iglio
di
circo
lo o
d'is
titut
o",
senz
a co
nsid
erar
le d
elle
"eve
ntua
lità"
,ndr
],il p
iano
ann
uale
del
le a
ttivit
à e
i con
segu
enti
impe
gni d
el p
erso
nale
doc
ente
che
pos
sono
pre
vede
re a
ttivit
àag
giun
tive.
Il pi
ano,
com
pren
sivo
degl
i im
pegn
i di l
avor
o,è
deli-
bera
to d
al c
olle
gio
dei d
ocen
ti ne
l qua
dro
della
pro
gram
maz
io-
ne d
ell'a
zion
e ed
ucat
iva e
con
la s
tess
a pr
oced
ura
è m
odifi
ca-
to,n
el c
orso
del
l'ann
o sc
olas
tico,
per
far
front
e a
nuov
e es
igen-
ze”
(art
.26
com
ma
4 C
cnl 2
003)
.“I
con
tenu
ti de
lla p
rest
azio
ne p
rofe
ssio
nale
...s
i def
inisc
ono
...ne
l risp
etto
deg
li in
diriz
zi d
elin
eati
nel p
iano
del
l'offe
rta
for-
mat
iva”e
per
tant
o,“n
el r
ispet
to d
ella
libe
rtà
d'in
segn
amen
to,i
com
pete
nti o
rgan
i del
le is
tituz
ioni
sco
last
iche
rego
lano
lo s
vol-
gim
ento
del
le a
ttivit
à di
datti
che
nel m
odo
più
adeg
uato
al t
ipo
di s
tudi
e a
i ritm
i di a
ppre
ndim
ento
deg
li al
unni
”,an
che
adot
-ta
ndo,
com
unqu
e se
mpr
e ne
l risp
etto
del
la d
iscip
lina
con-
trat
tual
e,tu
tte
le fo
rme
diFle
ssib
ilità
(ved
i pag
.24
di q
ue-
sta
Gui
da)
che
rite
ngon
o op
port
une
(art
.4 D
pr 2
75/1
999
– Re
gola
men
to s
ull’a
uton
omia
).Q
uind
i,se
non
si v
oglio
no a
vere
cat
tive
sorp
rese
,att
en-
zion
e a
quel
lo c
he v
iene
del
iber
ato
in C
olle
gio
doce
nti!
Gli
obbl
ighi
di l
avor
o so
no a
rtic
olat
i in:
a) A
ttiv
ità
di in
segn
amen
toa1
) ai s
ensi
dell’
art.
26 C
cnl 2
003,
si sv
olge
in n
on m
eno
dici
nque
gio
rni s
ettim
anal
i,per
25
ore
nella
scu
ola
mat
erna
,22
+2 n
ell’e
lem
enta
re e
18
nella
sec
onda
ria.
Ore
che
com
-pr
endo
no l’
even
tual
e pr
esen
za a
lla m
ensa
e/o
alla
ric
rea-
zion
e.I
doce
nti,
il cu
i ora
rio
di c
atte
dra
sia in
feri
ore
alle
18 o
re s
ettim
anal
i,so
no t
enut
i al c
ompl
etam
ento
del
l'o-
rari
o m
edia
nte
la c
oper
tura
di o
re d
i ins
egna
men
to d
is-po
nibi
li in
cla
ssi c
olla
tera
li no
n ut
ilizz
ate
per
la c
ostit
uzio
-ne
di c
atte
dre
orar
io,in
inte
rven
ti di
datt
ici e
d ed
ucat
ivi i
n-te
grat
ivi,
nonc
hé m
edia
nte
l'util
izza
zion
e in
eve
ntua
li su
p-pl
enze
e,in
man
canz
a,ri
man
endo
a d
ispos
izio
ne a
nche
per
attiv
ità p
aras
cola
stic
he e
d in
ters
cola
stic
he.
Rib
adia
mo
che
è as
solu
tam
ente
ille
gitt
imo
attr
ibui
re a
ido
cent
i del
la s
econ
dari
a ca
tted
re c
on o
rari
o su
peri
ore
al-
le 1
8 or
e se
nza
il lo
ro p
revi
o co
nsen
so.L
o co
nfer
man
o le
sent
enze
,per
i nu
mer
osi r
icor
si ch
e ab
biam
o pa
troc
inat
o,ch
e ha
nno
ordi
nato
all’
Am
min
istra
zion
e di
rip
orta
re l’
o-ra
rio
delle
ca
tted
re
entr
o il
limite
pr
evist
o da
l C
cnl
(htt
p://
ww
w.c
oba
s-sc
uola
.it/v
arie
/Sen
tenz
aRic
ors
oC
atte
draO
ltre1
8Ore
Cag
liari
.htm
l).a2
) ai
sen
si de
l l'a
rt.4
del
Dpr
275
/99,
tra
l’altr
o,pu
ò es
-se
re a
dott
ata:
- un
’art
icol
azio
ne m
odul
are
del m
onte
ore
ann
uale
del
ledi
scip
line
(com
puta
to m
oltip
lican
do l
’ora
rio
sett
iman
ale
per
33 s
ettim
ane,
Dm
179
/99)
;-
un’u
nità
d'in
segn
amen
to n
on c
oinc
iden
te c
on l'
ora,
uti-
lizza
ndo
la p
arte
res
idua
.Que
sto
è l'u
nico
cas
o in
cui
bi-
sogn
a re
cupe
rare
,pre
via
delib
era
del
Col
legi
o do
cent
i,pe
rché
la r
iduz
ione
der
iva
da e
sigen
ze d
idat
tiche
(ar
t.26
com
ma
7 C
cnl 2
003,
vedi
Rid
uzio
ne o
ra d
i lez
ione
a pa
g.23
di q
uest
a G
uida
,e a
nche
il c
omm
a 5
art.
3 D
.I.23
4/20
00Re
gola
men
to c
urric
uli).
b) A
ttiv
ità
funz
iona
li al
l’ins
egna
men
toL’
art
.27
Ccn
l 200
3 pr
eved
e:b1
) mas
simo
40 o
re p
er a
ttiv
ità c
olle
gial
i (co
llegi
ed
even
-tu
ali
com
miss
ioni
,inf
orm
azio
ne a
lle f
amig
lie),
se d
oves
sees
sere
sup
erat
o qu
esto
lim
ite s
ono
retr
ibui
bili
in q
uan-
to"a
ggiu
ntiv
e";
b2)
più
altr
e or
e,di
nor
ma
40 p
er i
cons
igli
di c
lass
e,in
-te
rcla
sse
e in
ters
ezio
ne.
Altr
e at
tività
dov
ute
sono
:eve
ntua
le a
ggio
rnam
ento
e fo
r-m
azio
ne (
solo
se
delib
erat
o ne
l Pia
no a
nnua
lede
lle s
cuo-
le,a
rt.6
5 C
cnl 2
003)
,la
prep
araz
ione
del
le le
zion
i,le
cor
-re
zion
i,gli
scru
tini e
la p
arte
cipa
zion
e o
assis
tenz
a ag
li es
a-m
i,l'a
rriv
o in
aul
a 5
min
uti p
rim
a de
ll'in
izio
del
le le
zion
i,la
sorv
eglia
nza
degl
i al
unni
fin
o al
l'usc
ita d
ella
scu
ola
(sen
-
Gu
ida
no
rmat
iva
14In
sert
o d
i C
ob
as
n.3
6 -
se
tte
mb
re o
tto
bre
20
07
Gu
ida n
orm
ativa13
Inse
rto d
i Co
ba
sn
.36
- sette
mb
re o
ttob
re 2
00
7
Du
e p
rop
oste
di d
iffida d
ei ge
nito
ri con
tro le
pro
ve In
valsi
(i “considerato che”vanno puntualm
ente verificati per ogni scuola)
1°m
odello di diffidaA
l Dirigente scolastico
della Scuola/Istituto...................................di ..............................
AT
TO
DI D
IFF
IDA
I sottoscritti genitori dell’alunno/a ......................................................................frequentante la classe ...............................di codesta scuola
considerato che - la valutazione predisposta dall’Invalsiper la rilevazione degli apprendim
enti è stata organizzata senza alcuna forma di coinvolgi-
mento dei genitori;
- nessuna disposizione di legge impone agli alunni l’obbligo di sottoporsi alla rilevazione prevista dall’Invalsi;
- nel Pofportato a conoscenza dai sottoscritti non risulta tale attività e che pertanto codesta scuola non può introdurla senza al-cun consenso dei genitori nè alcuna form
a di partecipazione;- il C
onsiglio di Circolo/Istituto non ha peraltro m
ai deliberato su tale attività;- tale rilevazione che riguarda la didattica della scuola non è stata deliberata dal C
ollegio dei docenti che,ai sensi dell’art.7 DLgs
247/94 è l’organo competente a deliberare su tutta l’attività didattica della scuola;
- pertanto tale rilevazione che “usa” gli alunni minori senza alcuna form
a di consenso dei genitori legali rappresentanti,oltre adessere palesem
ente lesiva della personalità degli alunni,è anche illegittima per palese violazione della norm
ativa sulla partecipa-zione (L.241/90),dell’autonom
ia scolastica e delle prerogative degli Organi collegiali;
- in violazione della disposizione sulla “privacy” non è garantito,peraltro,l’anonimato né sono state esplicitate le finalità della rile-
vazione che oggettivamente introduce m
odelli didattici molto discutibili ed incom
patibili con un processo formativo personaliz-
zato e partecipato;- pertanto tale attività im
posta in modo unilaterale senza alcun potere legittim
amente attribuito è,sotto ogni profilo inaccettabi-
le,e si configura come un abuso di potere.Tutto ciò prem
esso,i sottoscritti diffidanoil dirigente scolastico,in qualità di rappresentante legale della scuola,dal sottoporre il/la proprio/a figlio/a alla “som
ministrazione”
delle prove Invalsie si riservano di promuovere tutte le opportune azioni,anche legali,a tutela dei diritti propri e del proprio fi-
glio/a.
dataFirm
e
2°m
odello di diffidaA
l Dirigente scolastico
Al D
ocente coordinatore della classe ...............A
l Consiglio di C
lasse della ..............A
i somm
inistratori delle prove Invalsinella classe ..............della scuola ..........................................di .....................
I sottoscritti genitori degli alunni/e frequentanti la Classe ..............della Scuola ..............................................di ............................................,
considerato che- per quanto riguarda l'attività di valutazione,nessuna disposizione di legge stabilisce l'obbligo da parte delle scuole di sottoporregli alunni ai test predisposti dall'Invalsi;- la valutazione prospettata dall'Invalsi,peraltro non concordata con la com
ponente genitori,è dovuta ad un atto unilateraledell'A
mm
inistrazione scolastica;- la non conoscenza dei contenuti delle prove Invalsici im
pedisce di valutarne la valenza culturale,l'attendibilità e la scientificità;- le prove non sono previste nelle finalità educative e didattiche contenute nel Pofdi Istituto;- alcuni quesiti della prove potrebbero violare la Legge sulla Privacy,in conseguenza dell'uso degli esiti della valutazione;
diffidano le SSLL in indirizzo- dal sottoporre i/le propri/e figli/e alla som
ministrazione delle suddette prove Invalsi,
- dal trasmettere ovunque qualsiasi inform
azione relativa ai propri figli senza la previa autorizzazione dei sottoscritti e dei docentititolari della classe,- dall’utilizzare,in palese violazione della privacy degli alunni e delle fam
iglie sottoscritte,qualsiasi elemento e dati privati fam
iliari,registrati su docum
enti estranei alle ordinarie e tradizionali pratiche e scritture amm
inistrative autorizzate all’atto dell’iscrizione,e si riservano di adire le vie legali,qualora ciò si dovesse verificare.
dataFirm
e
PE
RS
ON
AL
E A
TA
Il personale Ata "assolve alle funzioni am
ministrative,contabi-
li,gestionali strumentali,operative e di sorveglianza connesse al-
l'attività delle istituzioni scolastiche,in rapporto di collaborazio-ne con il capo d'istituto e con il personale docente"
(art.44C
cnl 2003).Ai sensi degli artt.6,50 e 52 C
cnl 2003,tuttala m
ateria,che dovrà trovare sistemazione nel Piano delle
attività,è oggetto di contrattazione con le Rsu.A
ll'iniziodell'anno scolastico il D
sga formula una proposta relativa
alle attività,il Ds,dopo averne verificato la congruenza ri-
spetto al Pof,e averlo contrattato con le Rsu,la adotta.È
compito del D
sga la sua puntuale attuazione.I com
piti degli Ata sono costituiti da:
1) attività o m
ansioni previste dall'area di appar-
tenenza(tabb A
e C C
cnl 2003),con 35/36 ore di lavo-ro settim
anali,suddivise in sei ore continuative,di norma
antimeridiane su sei giorni,e un m
assimo giornaliero di 9
ore (comprese le attività aggiuntive).
Quando l’orario
giornaliero supera le 6 ore deve essere concessa una pau-sa di alm
eno 30 minuti su richiesta del dipendente,che di-
venta obbligatoria se l’orario giornaliero supera le 7 ore e12 m
inuti.L’orario può essere programm
ato su cinquegiorni settim
anali:7 ore e 12 minuti giornalieri,oppure con
due rientri di 3 ore ciascuno.In particolari condizioni (vedi pag.23 di questa G
uida) èinoltre possibile una riduzione a 35 ore.Possono essereadottati,anche coesistendo nella singola scuola:- O
rario flessibile.C
onsiste nell’anticipare o posticipa-re l’entrata e l’uscita del personale distribuendolo anchein cinque giornate lavorative.- O
rario plurisettim
anale.In particolari periodi di ag-gravio lavorativo,previa program
mazione annuale e te-
nendo conto delle disponibilità del personale,si può giun-gere a 42 ore settim
anali.Q
uesto orario non può essere effettuato per più di 3 set-tim
ane consecutive e comunque per un m
assimo di 13 an-
nuali.Il recupero può essere effettuato con riduzione del-l’orario ordinario giornaliero,riduzione delle giornate la-vorative,con l’accesso al fondo dell’istituzione scolasticaed,inoltre,possono essere accum
ulate per le ferie.Se perm
otivate esigenze di servizio o per comprovato im
pedi-m
ento del dipendente non possono essere recuperate,
devono essere comunque retribuite.
- Turnazione.C
onsiste nell’avvicendamento del perso-
nale in modo da coprire l’intera durata di apertura della
scuola,quando le altre tipologie di orario non sono suffi-cienti.La ripartizione del personale nei vari turni,che pos-sono sovrapporsi,dovrà avvenire sulla base delle profes-sionalità necessarie in ciascun turno.U
n turno serale chevada oltre le ore 20 potrà essere attivato solo in presen-za di casi ed esigenze specifiche.N
elle istituzioni educative il numero dei turni effettuabili
da ciascun dipendente non può,di norma,essere superio-
re a:8 turni notturni nell’arco del mese;1/3 dei giorni fe-
stivi dell’anno per i turni festivi nell’anno.Nei periodi nei
quali i convittori non siano presenti nell’istituzione,il tur-no notturno è sospeso,salvo com
provate esigenze dell’i-stituzione educativa e previa acquisizione della disponibili-tà del personale.L’orario notturno va dalle ore 22 alle ore 6 del giorno suc-cessivo,per turno notturno-festivo si intende quello checade nel periodo com
preso tra le ore 22 del giorno pre-festivo e le ore 6 del giorno festivo e dalle ore 22 del gior-no festivo alle ore 6 del giorno successivo.O
rario degli assistenti tecnici.È di 24 ore settim
analidi assistenza alle esercitazioni didattiche in com
presenzadel docente e 12 ore per la m
anutenzione,riparazionedelle attrezzature,preparazione del m
ateriale per le eser-citazioni;durante i periodi di sospensione delle attività di-dattiche si occupano della m
anutenzione del materiale
tecnico-scientifico-informatico dei laboratori,delle offici-
ne,o degli uffici di competenza.
“L’istituzione scolastica fornirà mensilm
ente a ciascun dipen-dente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario,conte-nente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali creditiorari acquisiti”
(art.53 Ccnl 2003).
2) eventuali Attività aggiuntive
(vedi pag.18).3) eventuali Incarichi sp
ecifici(vedi pag.23).
Il Ccnl 2003 così ha aggiunto nuove m
ansioni a quelle con-tenute nel precedente contratto che rientrando nell'ordi-narietà sono senza alcuna retribuzione aggiuntiva.Il C
cnl,lungi dal respingere e contrastare le m
odifiche previste dalcom
ma 3 art.35 della L.289/2002,le recepisce e le sotto-
Ob
blig
hi d
i lavoro
:ciò ch
e siam
o e
ffettivam
en
te te
nu
ti a fareM
odalità e no
rme che rego
lano lo
svolgim
ento delle attività
COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 R i f o r m e 7
struzione è cosa diversa dal-l’obbligo scolastico, che vaespletato esclusivamente ascuola e che costituisce ga-ranzia fondamentale per l’u-guaglianza sostanziale previ-sta dall’art. 3 Cost.
L’Istruzione Tecnico-ProfessionaleL’obbligo di istruzione per-mette di valutare meglio l’a-brogazione contenuta nella L.40 del 2.4.07 (che ha conver-tito il decreto-legge Bersani:un bell’esempio di tecnica le-gislativa: dai benzinai alla ri-forma della scuola!) del liceoeconomico e del liceo tecnolo-gico, sostituiti dagli istitutitecnico-professionali, a cuivanno affiancati i poli tecnico-professionali che comprende-ranno anche la formazionepost-diploma. È prevista unariduzione del numero degli in-dirizzi e una razionalizzazio-ne, ma al tempo stesso laconferma della riduzione delmonte ore complessivo e del-l’orario spezzatino previsti daldecreto Moratti sulle superio-ri. In tale direzione va il D.M.41/07 che, in via transitoria,applica per il prossimo annola riduzione, prevista dallaFinanziaria, di 4 ore alla clas-se prima degli istituti profes-sionali, con estensione allaclasse seconda per l’annosuccessivo, demandando - inlinea con l’autonomia - allescuole la scelta delle ore datagliare, senza tagli agli orga-nici (per quest’anno). In questa modifica possiamoleggere sia opportunità che ri-schi. Va valutato positivamen-te lo stop alla liceizzazione,soprattutto per il modo in cuiera stata impostata con unaspruzzatina di filosofia o di la-tino sull’impianto degli istitutitecnici, aumentando la disor-ganicità e il carattere somma-torio degli insegnamenti, checostituisce una delle causemaggiori della dispersionescolastica. È un’opportunità,soprattutto, il blocco della re-gionalizzazione dell’istruzioneprofessionale, che sembra ri-entrare nell’ambito del siste-ma statale di istruzione, evi-tando la frantumazione in 20sistemi regionali diversi.Inoltre, l’integrazione degliattuali istituti tecnici e profes-sionali potrebbe aprire la stra-da ad una qualificazione degliindirizzi professionali, con unrafforzamento degli elementiformativi tendenti allo svilup-po di capacità cognitive.Al tempo stesso, il fatto che –in linea con l’obbligo d’istru-zione - sia previsto il rafforza-mento della sperimentazionedei percorsi integrati e delraccordo con la formazioneprofessionale fa temere il per-corso opposto, cioè, invece diuna tecnicizzazione degli isti-tuti professionali, una trasfor-mazione in “scuole professio-nali” degli attuali istituti tecni-ci e professionali, seguendo ilmodello della formazione pro-fessionale, cioè apprendimen-ti veloci di conoscenze e tec-niche segmentate, perditadella visione di insieme dei fe-nomeni, decontestualizzazio-ne.. D’altronde, il manteni-mento dell’istruzione profes-
sionale nel sistema statale d’i-struzione rischia l’incostituzio-nalità, laddove il nuovo art.117 Cost. (votato dalla solamaggioranza di centro- sini-stra nell’ambito della sciagu-rata riforma del Titolo V) pre-vede la competenza legislati-va esclusiva delle Regioni perl’istruzione professionale. Percui sembra plausibile un “si-stema sinergico tra Stato eRegioni che valorizzi il raccor-do tra istruzione tecnico-pro-fessionale e formazione pro-fessionale”, con tutto ciò chene consegue e che abbiamogià sperimentato negli ultimianni (dequalificazione dellascuola, aumento della logica“sommatoria”, deportazionedi studenti...)Per rafforzare le opportunità edepotenziare i rischi è oppor-tuno modificare l’art. 117Cost. prevedendo chel’Istruzione Professionale tor-ni nell’ambito della compe-tenza statale e, soprattutto,Formazione Professionale solodopo l’obbligo scolastico, cheva portato a 18 anni (o, in viasubordinata e come tappatransitoria, a 16 anni).
Le scuole fondazioniSempre nel decreto-leggeBersani è prevista la possibili-tà di detrarre fiscalmente il19% delle donazioni alle scuo-le con un regime simile aquello previsto per le donazio-ni alle fondazioni. Rinviamoall’articolo apparso sul nume-ro di questo giornale, che hagià illustrato l’effetto di trasfe-rimento netto di fondi dallescuole statali a quelle private,nonché la creazione di scuoledi serie A e di serie B e C, aseconda della capacità – tipicadi una logica di mercato- di at-trarre donazioni private, chesarà solo attenuata dal fondodi perequazione previsto dalddl sugli organi collegiali. Èvero che il D.L. prevede che idonatori non possano entraredirettamente negli organi col-legiali, ma lo stesso ddl delegaprevede la possibilità di inseri-re negli organi collegiali e nel-
la giunta esecutiva (di cui siprevede un ampliamento deipoteri nella gestione economi-co-finanziaria e, in particolare,nella gestione delle donazioni)“rappresentanti delle autono-mie locali, delle Università,delle associazioni, delle fonda-zioni e delle organizzazionirappresentative del mondoeconomico, del terzo settore,del lavoro e delle realtà socia-li e culturali presenti sul terri-torio”. Per cui, se i donatoriformali non potranno entraredirettamente, potranno farlole fondazioni create ad hoc e/ola Confindustria, le Camere dicommercio, laConfartigianato. È evidenteche chi entra con tanto poterecontrattuale, ulteriormenterafforzato dall’investimentoeconomico diretto o indirettoche sia, vorrà condizionarepesantemente le scelte didat-tiche e politico-culturali dellascuola dell’autonomia. È veroche la didattica resterebbeformalmente una prerogativadel Collegio, ma notiamo co-me già oggi spesso i Collegiaccettino acriticamente le ri-chieste che vengono in parti-colare dal mondo imprendito-riale, il cui potere contrattualesarebbe ulteriormente raffor-zato dalle donazioni e dallapresenza all’interno degli or-gani collegiali. E d’altronde lostesso ddl delega prevede l’i-stituzione di un Comitato tec-nico di valutazione dell’attua-zione del Pof, che ridurrebbeanche formalmente la discre-zionalità del Collegio.Naturalmente, i rischi che ab-biamo segnalato nella previ-sione degli istituti tecnico-pro-fessionali e, in generale nel-l’autonomia, aumentano adismisura se sarà laConfindustria e la Camera dicommercio locale a dettarelegge negli organi collegiali.Con questo passaggio la ten-denza verso l’aziendalizzazio-ne della scuola pubblica fareb-be un deciso salto qualitativoin pejus: anche qui il cacciavi-te di Fioroni stringe molto piùche smontare!
La responsabilità disciplinare dei docentiLo stesso ddl delega (che bril-la per la genericità dei princi-pi e per l’ampiezza della dele-ga al governo: ma non era ilcentro-sinistra che aveva par-lato di espropriazione delParlamento per la delegaMoratti!) prevede una drasti-ca riduzione della collegialitàdelle decisioni in tema di re-sponsabilità disciplinare deidocenti. Non è più previsto ilparere obbligatorio, anche senon vincolante, del Collegioper la sospensione cautelare(decide in splendida solitudi-ne il Ds) e la stessa sospen-sione definitiva viene decisadal Dirigente dell’Ufficio scola-stico regionale se entro 10giorni la Commissione disci-plinare non si esprime! Cosìviene meno la garanzia for-male e sostanziale della colle-gialità delle decisioni.
I tagli alle classi e agli organiciMa i provvedimenti che fannotoccare con mano a lavorato-ri della scuola, genitori e stu-denti il peggioramento dellascuola pubblica hic et nuncsono i tagli alle classi e agliorganici e ai finanziamentiprevisti dalla Finanziaria2007. Si tratta dell’aumentomedio da 20,6 a 21 deglialunni per classe, con tagli di19.039 cattedre e di 8000 po-sti per gli ATA, considerandosia i tagli effettivi che il man-cato aumento per la presenzadi ben 28.000 alunni in più .Per rispettare questi numeri,il DIM di attuazione ha intro-dotto ulteriori deroghe ai D.M. 331/98 e 141/99 sulla for-mazione della classi. Per cuiavremo il prossimo anno sco-lastico alle Superiori ancheclassi prime e terze con 32-33alunni, ulteriori accorpamentidi classi intermedie; alleMedie classi di 29 alunni e ri-duzione del Tempo prolunga-to; alle elementari o classi di27 alunni o riduzione degli or-ganici del tempo pieno. Peres, in provincia di Lucca per
tagliare le 18 cattedre alleelementari (risultanti dalla ri-partizione geografica e perordine di scuola dei tagli) éstato tagliata una cattedraper ogni plesso con il Tempopieno (9 docenti per ogni 5classi di tempo pieno) conl’introduzione del “tempo pie-no modulare” e gradualesmantellamento dell’espe-rienza didattico-organizzati-va, la cui difesa era stata alcentro della lotta contro laMoratti. La deroga può riguar-dare anche le classi con alun-ni diversamente abili, per cui,per es. a Lucca, abbiamoclassi quarte alle superiori con3 alunni in situazione d’handi-cap e 26 alunni (laddove ilmassimo era 20). Inoltre, so-no stati innalzati i parametriper la certificazione, per cui visarà una drastica riduzionedegli alunni certificati. È ap-pena il caso di ricordare checlassi più numerose implicanoun peggioramento della quali-tà della suola, una minorepossibilità di seguire gli alunnipiù deboli e un aumento delladispersione scolastica, conbuona pace dell’uguaglianzasostanziale prevista dall’art. 3comma 2 della Costituzione.
I tagli per il finanziamentodelle supplenzeA tutto ciò si aggiungono i pe-santissimi tagli per il finanzia-mento delle supplenze: è op-portuno chiedere l’ordine diservizio tutte le volte che i DSdispongono accorpamentidelle classi, comunicando agenitori e organi di stampa ilproprio rifiuto di una praticache trasforma la scuola in unparcheggio.Infine, il D.M. n. 21/07 ha de-terminato il “Fondo per il fun-zionamento delle istituzioniscolastiche”, che prevede peres. solo 16.400 ? per tutte lespese di funzionamento di-dattico e amministrativo di unIstituto Tecnico. Diventerannocosì indispensabili – anche so-lo per comprare materiale dicancelleria o per le fotocopie -sia l’incremento dei contributipiù o meno imposti alle fami-glie (peraltro già operanti),sia la caccia alle donazioni.Ancora una volta tutto si tie-ne, anche perché tale fondosarà utilizzabile senza vincolodi destinazione dal Consigliodi Istituto e/o dalla Giuntaesecutiva, in cui entreranno –ricordiamolo - i rappresentan-ti del mondo imprenditoriale.
Analizzando unitariamente leinnovazioni disperse in millerivoli emerge chiarissimo unquadro unitario che proseguecon modalità politicamentepiù accorte e con opportuniaggiustamenti di rotta la lineainaugurata da Berlinguer econtinuata dalla Moratti, cheè in buona sostanza tendentealla privatizzazione e azienda-lizzazione della scuola: ridi-mensionamento del ruolo del-la scuola pubblica a favoredella scuola privata, delleagenzie private di formazionee delle stesso ruolo formativodelle imprese e imposizionealle scuole pubbliche del mo-dello organizzativo tipico delleimprese private.
8 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007A u t o r g a n i z z a z i o n e
di Alessandro Palmi
Il lavoro della commissioneorganizzazione al seminarioestivo di Genazzano è partitoda alcune premesse e da al-cuni nodi problematici indivi-duati nell’attuale situazione,per poi giungere a prospetta-re una serie di soluzioni ed at-tività che potrebbero essereutili per migliorare lo stato or-ganizzativo; qualora la moledelle attività proposte risul-tasse troppo alto rispetto allenostre attuali capacità opera-tive sarà fondamentale co-struire una scala di priorità
Premessa- Quando si parla di “organiz-zazione” non ci si riferisce adaspetti puramente tecnici emen che meno si vogliono en-fatizzare aspetti legati a nor-me di funzionamento buro-cratiche dei Cobas; l’organiz-zazione, o meglio il migliorfunzionamento possibile dellestrutture Cobas, è semplice-mente una parte imprescindi-bile di quella che deve esserela nostra iniziativa politico-sindacale-sociale-culturale.Non è pensabile, in una fasecomplessa e delicata comequella delineata, non adope-rarsi per arrivare ad avere
una struttura (sia a livello na-zionale che decentrata) all’al-tezza della situazione e dellesfide che ci aspettano; in que-sta fase è assolutamente ne-cessario lavorare per aumen-tare il radicamento e la diffu-sione territoriale dell’organiz-zazione, questo può esserefatto solo se vengono tenutein debita considerazione an-che gli aspetti più strettamen-te logistici e di funzionalità. Èaltresì necessario che questaesigenza divenga patrimoniocomune di tutti gli aderenti aiCobas; anche chi non fosse di-rettamente impegnato in atti-vità legate a queste temati-che, dovrebbe tener ben pre-senti questi aspetti nel proprioorizzonte di riferimento.- Dobbiamo lavorare sullacontraddizione (apparente?)tra la pressoché totale auto-nomia delle varie sedi, che sevogliamo è una ricchezza delmodello Cobas, con la totaleorizzontalità della strutturaorganizzativa ed i necessari li-velli di coordinamento nazio-nale e la necessità di riuscireanche a dare un’immagine edun’impronta nazionale che siarealmente condivisa dalle di-verse sedi.- Per meglio calibrare la strut-tura organizzativa e l’operati-
vità è senz’altro auspicabileche vi sia un percorso di ri-flessione volto a ridefinire l’o-rizzonte strategico ed il “mo-dello Cobas” tenendo contodelle variazioni che si sonoavute negli ultimi 15 anni.- L’attuazione, anche progres-siva, di quanto proposto diseguito non potrà prescindereda una presa in carico com-plessiva di tutta l’organizza-zione; sarà necessario unosforzo di tutti per poter porta-re avanti le attività propostesecondo le priorità che deci-deremo, quindi non vi dovràessere un’eccessiva delega agruppi di ipotetici “esperti”preposti a questo.
I nodi problematici- Abbiamo un rilevante deficitinformativo dalle diverse sedi:il livello di operatività pratica,l’agibilità politico-sindacaleesistente ecc.- Esiste una grossa difficoltànel coordinamento e nell’agirea livello nazionale; in partico-lare risulta complicata la ge-stione delle “campagne nazio-nali”. Si notino come esempidue recenti campagne moltodiverse tra loro, quella sullaindennità di vacanza contrat-tuale e quella sui diritti sinda-cali; in entrambi questi casi,
sia pur con sfumature diver-se, si è lamentato uno scarsocoordinamento tra le sedi e/ouno scarso coinvolgimento ditante sedi.- Più in generale si denotauna circolazione non ottimaledelle informazioni e dei mate-riali prodotti; questo in parti-colare rispetto a sedi che nonsono rappresentate nell’ese-cutivo nazionale e che non ri-escono ad appoggiarsi in ma-niera efficace a sedi territo-rialmente vicine e ben strut-turate.
Vengono qui esposte, in for-ma schematica e non in ordi-ne di priorità, alcune possibiliiniziative, sarà lavoro comunecollegarle tra loro in un qua-dro organico e, se necessario,stabilire un ordine di prioritànella loro attuazione; alcunesono indicazioni metodologi-che generali relative al funzio-namento organizzativo, men-tre in altri casi si tratta diazioni specifiche concrete chedovrebbero essere decise edattuate:- per migliorare il funziona-mento di una sede è impor-tante assegnare responsabili-tà e compiti specifici; si consi-dera utile che le varie attivitàmesse in campo, campagne,settori di intervento ecc. sianoorganizzati identificando an-che un referente (o più refe-renti) che abbiano il compitodi monitorare e seguire da vi-cino lo sviluppo dell’attivitàspecifica, garantendo un’in-formazione puntuale ed ag-giornata al resto dell’organiz-zazione ed un maggiore coor-dinamento.- altra indicazione di funzio-namento generale è quella diaffrontare quanti più temipossibili con la logica del“gruppo di lavoro”, coordinatinell’esecutivo provinciale, co-struiti attorno alla figura delreferente e incentrati sui di-versi aspetti decisi. Questoper superare la logica del“tutti fanno tutto”, che poi di-venta quella del “pochi fanno(o sono costretti a fare) tut-to”, ed andare verso una divi-sione dei compiti basata sulleinclinazioni e competenze deidiversi attivisti.A titolo di esempio, si elenca-no gruppi di lavoro che do-vrebbero essere necessaria-mente attivati in ogni sede;ovviamente l’elenco non èesaustivo. Anche in questocaso si dovrà, probabilmente,costruire una scala di prioritànei tempi di attivazione, cer-cando anche di coinvolgere ilmaggior numero di iscrittipossibili (non ha senso chesiano sempre i soliti ad entra-re in tutti i gruppi di lavoro,altrimenti siamo al punto dipartenza):- Supporto alle sedi, che do-vrebbe anche occuparsi delmonitoraggio e raccolta datidalle varie province. - Finanziamento, per monito-rare la situazione finanziaria,individuando possibili risparmie forme di finanziamento ag-giuntive alle quote sindacali.- Comunicazione dentro l’or-ganizzazione, tra le sedi e cu-ra del sito.- Cesp.
- Formazione degli iscritti.- Coordinamento delle cam-pagne nazionali.- Coordinamento aspetti ediniziative di legali.- Su eventuali temi specifici:Ata e precari per indicarnedue verosimilmente necessa-ri.- Cominciare a strutturare,magari anche formalmente,l’organizzazione su base re-gionale o macro provinciale,in modo da creare un livello dicoordinamento intermedio trai momenti decisionali delle as-semblee provinciali e quellinazionali (esecutivo od as-semblea che sia). In diverseregioni intorno alle sedi piùstrutturate questo sta in par-te avvenendo e sembra dareesiti positivi, si tratterebbe disistematizzare questo aspet-to, di promuoverlo con deci-sione e di renderlo un ele-mento costitutivo del nostroagire.- Monitorare tutte le sedi, peravere un quadro complessivodella situazione più dettaglia-ta. Questa non deve essereintesa come azione di control-lo del centro nei riguardi dellaperiferia, ma come un’attivitàindispensabile ad un agire piùcoordinato di tutta l’organiz-zazione a livello nazionale. Diogni sede dobbiamo avere adisposizione i dati caratteriz-zanti, molti sono già disponi-bili e vanno solo riordinati, al-tri vanno reperiti.- Avviare un’attività di forma-zione nei confronti degliiscritti che lo richiedono; sipropone una vero e propriopercorso su tutti i temi e icampi che si rendessero ne-cessari. Questa attività appa-re un elemento necessarioper cercare di allargare la no-stra base di attivisti. Dovràessere seguita da un gruppoad hoc ed essere anche orga-nizzata su base professiona-le, utilizzando tutti gli stru-menti disponibili (Cesp, sitoecc.). Si propone di comincia-re sin dall’inizio del prossimoanno scolastico con seminaridi formazione organizzati subase regionale, costruiti sullabase di effettive richiesteprovenienti dai territori. - La campagna per i diritti sin-dacali proseguirà, è un’ottimaoccasione per cominciare adapplicare quanto proposto adun caso concreto; si proponequindi che tale campagnaprosegua e venga strutturatatenendo conto di quanto so-pra esposto (referente, grup-po di lavoro, livello regionaleecc.). In questo senso, ed an-che per iniziare la raccolta da-ti dalle varie province, si pro-pone che da ottobre si faccia-no tentativi di indizione di as-semblee in orario di servizioin tutte le province e che i ri-sultati siano riportati al grup-po di lavoro sostegno sedi.
Ecco, i Cobasper esempio ...Il conflitto e l’autorganizzazione
Le immagini di questonumero riproduconoopere di Francisco deZurbarán (Fuente deCantos, Badajoz, 1598- Madrid, 1664).
COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 W e l f a r e 9
di Ferdinando Alliata
Il 23 luglio è proprio un gior-no nero per i lavoratori italia-ni. Dopo il 1993, quando colProtocollo sui Redditi si inau-gurò la politica della concerta-zione che ha determinato ilmassiccio spostamento dellaricchezza prodotta in Italia dasalari e pensioni verso renditee profitti, adesso ci troviamocon il Protocollo su previden-za, lavoro e competitività -Per l’equità e la crescita so-stenibili con il quale Governoe sindacati concertativi pro-grammano “diversi interventiche vanno dalla sfera dellaprevidenza, al mercato del la-voro, alla competitività, all’in-clusione sociale”.Prodi si felicita per l’anniver-sario, ma i lavoratori hannoben poco di che gioire.Vediamo perché analizzandole sette parti che costituisco-no il Protocollo e tenendo co-munque sempre presente chesu tutti i provvedimenti gravauna sorta di “clausola di ga-ranzia”, cioé le misure previ-ste saranno realizzate solo secompatibili con gli equilibridella finanza pubblica.Abbiamo provato sulla nostrapelle cosa significa una cosadel genere: tutti gli eventualibenefici sono “equilibrati” dacorrispondenti riduzioni di al-tre prestazioni.
Premessa“Il Governo e le Parti socialidanno atto dell’impegnostraordinario destinato com-plessivamente a queste azio-ni, che insieme a quelle inmateria pensionistica, deter-minano una redistribuzionedelle risorse volte a aumenta-
re l’inclusione sociale, la par-tecipazione al mercato del la-voro e la produttività”. Quindifin da subito ci avvertono: so-lo all’interno di queste azioni(le sei parti successive: previ-denza, ammortizzatori sociali,mercato del lavoro, competiti-vità, giovani e donne) ci potràessere una redistribuzione,guai a pensare al coinvolgi-mento della fiscalità generale,o una più equa redistribuzio-ne del “tesoretto”! Tutta que-sta ricchezza deve esserebruciata per abbattere il debi-to pubblico!Ma vediamo nel dettaglio leprincipali “azioni”.PrevidenzaRinviando all’articolo alla pa-gina seguente l’analisi com-plessiva dell’argomento, quinon possiamo non sottolinea-re la sorpresa con cui trovia-mo, nero su bianco, la ridu-zione dei coefficienti di tra-sformazione che secondol’Accordo sulle pensioni del20/7/2007 doveva essere dis-cussa il prossimo anno. Unariduzione delle pensioni pub-bliche del 6/8% circa (vedi latabella a pag. 10) che do-vrebbe anche favorire unamaggiore adesione alla lotte-ria dei fondi privati, che nean-che la truffa del silenzio/as-senso avrebbe ancora deter-minato.Ammortizzatori socialiA fronte dell’utilizzo di unapiccola parte dell’extragettitofiscale per il miglioramentodell’attuale insostenibile si-tuazione incombe la minacciadella “perdita della tutela incaso d’immotivata non parte-cipazione ai programmi direinserimento al lavoro o dinon accettazione di congrue
opportunità lavorative”. Suquale possa essere la “moti-vazione” e in cosa consista la“congruità” temiamo che i la-voratori possano fare ben po-co per garantirsi una vera eserena libertà di scelta.È prevista inoltre la “progres-siva estensione e unificazionedi cassa integrazione ordina-ria e straordinaria”, ovveromano libera alle aziende e mi-nor controlli e vincoli nell’uti-lizzo della cassa integrazione,disegna un mondo del lavorosempre più in balia dell’arbi-trio padronale. Mercato del lavoroLa Legge 30 viene conferma-ta, se non addirittura peggio-rata in alcuni punti, insieme atutta la frammentazione con-trattuale che si è determinatafin dall’emanazione delPacchetto Treu.- Servizi per l’impiego. “Lacompresenza dei servizi pub-blici e di agenzie private, an-che no profit, è un’opportuni-tà da ampliare per rafforzarele capacità d’incontro tra do-manda e offerta di lavoro”,non crediamo che questo pos-sa giovare molto agli interessidi lavoratori e disoccupati co-stretti a tenere conto degli in-teressi particolari di queste“meritorie” agenzie.- Incentivi all’occupazione. Siprevede di rivedere il sistemadegli incentivi per le impreseprocedendo anche alla ridefi-nizione del contratto d’inseri-mento.- Apprendistato. Vista l’este-ma frammentarietà e improv-visazione che contraddistin-gue questa tipologia contrat-tuale in cui si lavora molto e siapprende poco, viene previ-sta la sua valorizzazione raf-
forzando il ruolo della contrat-tazione collettiva e definendostandard nazionali che, nel ri-spetto delle competenze delleRegioni, consentano la mobili-tà e l’innalzamento della qua-lità della formazione.- Contratti a termine. Qui siconsuma quanto di peggio cisi poteva aspettare. Il con-tratto precario più “tipico”viene ampliato. Di fronte auna generica necessità azien-dale questo contratto potràsuperare anche i tre anni.Basterà conciliare la derogapresso la Direzione provincia-le del lavoro dove il lavorato-re sarà costretto a rinunciarea i propri diritti di fronte al ri-catto di un nuovo contratto atermine. Altro che eliminazio-ne del precariato, questa è lasua estensione infinita. Nonvengono neanche fissati tettimassimi rispetto al numerocomplessivo dei dipendenti,anzi “le assunzioni a termineper attività stagionali, per ra-gioni sostitutive e quelle con-nesse alle fasi di avvio di atti-vità d’impresa sono escluseda limiti massimi percentualiove fissati dai contratti collet-tivi nazionali stipulati dai sin-dacati comparativamente piùrappresentativi”.- Lavoro a tempo parziale. Siprevede di “attribuire ai con-tratti collettivi stipulati daisindacati comparativamentepiù rappresentativi la facoltàdi introdurre clausole elasti-che e flessibili e di disporne larelativa disciplina” senza che ilavoratori possano individual-mente rifiutarsi, a meno chenon abbiano concluso questocontratto per comprovaticompiti di cura.- Staff leasing e lavoro a chia-mata. Quest’ultimo dovrebbeessere sostituito da contratti“part-time che rispondano aesigenze di attività di brevedurata per lavoratori [notoria-mente sempre alla ricerca diquesti lavori precari, ndr] edimprese”. Mentre lo staff lea-sing - che dicevano avrebberoabrogato - sarà anche favori-to con incentivi per le Agenziedi lavoro per l’assunzione dilavoratori a tempo indetermi-nato da “somministrare”.- Lavoro a progetto. Nessunalimitazione, ma promesse dicontrolli (e col ministroDamiano c’è da stare tran-quilli ...) e aumenti di contri-buti quasi solo a carico del la-voratore.Competitività“Il Governo attuerà una ridu-zione del costo del lavoro le-gata alla contrattazione di se-condo livello, al fine di soste-nere la competitività e di mi-gliorare la retribuzione di pre-mio di risultato”. Le condizio-ni per gli sgravi rimangonoquelle attuali: “trattamenti ...incerti a priori nella corre-sponsione o nell'ammontare ela cui entità sia correlata dalcontratto collettivo alla misu-razione di incrementi di pro-duttività, qualità ed altri ele-menti di competitività assunticome indicatori dell'anda-mento economico dell'impre-sa e dei suoi risultati”.È prevista la detassazione delpremio di risultato e straordi-nari a tutto spiano, con una
scandalosa riduzione dei con-tributi (con l’abolizione dellacontribuzione aggiuntiva in-trodotta dalla L. 549/1995)che danneggia l’occupazione,il bilancio Inps e il redditopensionistico del lavoratore.Così, mentre numerosi eco-nomisti ribadiscono che “nonesiste nessuna ragione perprocedere a questo abbatti-mento del debito e che questotipo di politica non è opportu-na nelle condizioni in cui sitrova l'economia italiana”(http://www.appellodeglieco-nomisti.com) ai lavoratori ita-liani viene ancora chiesto distringere la cinghia, ora (concontratti sempre più precari onon rinnovati) e nel futuro(con pensioni ancora più bas-se), per rispettare il mito - ola follia? - dei parametri diMaastricht (Luigi Pasinetti,The myth - or folly - of the3% deficit/GDP Maastrichtparameter, CambridgeJournal of Economics).Cisl, Uil e Ugl non hanno avu-to certo remore a firmare; laCgil ha firmato già sulle pen-sioni (92 sì e 22 no inDirettivo) ed ora sulProtocollo protesta per boccadi Epifani, il quale comunqueassicura che firmerà per “sen-so di responsabilità”. Si op-pongono in Cgil, specie inFiom, la Rete 28 aprile eLavoro-Società. E il referendum di cui tantiparlano? Non solo per portar-ci gli Accordi la befana vien dinotte, ma anche giusto primadelle ferie. Ne approfittano isindacati firmatari per rinvia-re la convocazione degliEsecutivi unitari per organiz-zare il referendum. Insomma, allo stato attuale siva in ferie con l’accordo fir-mato e senza l’impegno allaconsultazione. Intanto la ConfederazioneCobas ha già indetto alcuniscioperi nelle fabbriche e siprepara per lo sciopero gene-rale contro il Protocollo.
C’era una voltalo Stato SocialeUn Protocollo contro i lavoratori
AlcuniprotagonistiIl ministro del Tesoro PadoaSchioppa, nella sua carrieraha cumulato liquidazioni damilioni di euro, oltre al succu-lento stipendio da ministro.Il ministro degli Interni,Amato (cumula una pensioned’oro e lo stipendio di mini-stro), e il presidente del sena-to Marini (ex-sindacalista Cisl)autori (come primo ministro eministro del lavoro) del primoattacco al sistema pensionisti-co nel ‘92-93. Lamberto Dini (anche lui pen-sione d’oro), esponente dellamaggioranza, autore della“controriforma” del 1995, conla quale fu prolungata l'etàpensionabile e introdotto ilpassaggio dal "retributivo" al"contributivo” che ha condan-nato le pensioni alla miseria erotto il patto di solidarietà traanziani e giovani. Il ministro del Lavoro, l'ex-sindacalista Cgil Damiano,ben noto “amico dei padroni”.
10 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007P r e v i d e n z a
Come Maroni più di MaroniAccordo a perdere sulle pensioni
Roba da manuale della con-certazione: gli accordi più de-licati si firmano di notte e, so-prattutto, in pieno solleone.Avvenne nel luglio 1993 con ilfamigerato Accordo sulla poli-tica dei redditi (che ha piena-mente inserito i sindacati dicomodo nella gestione dellepolitiche del lavoro), è avve-nuto molte volte da allora eavviene adesso con l’accordosulle pensioni e sullo stato so-ciale. Si sa, in estate le scuo-le sono deserte, molti lavora-
tori sono già in ferie e le fab-briche stanno per chiudere: èimpossibile mobilitarsi control’ennesimo bidone.Intanto, per evitare confusio-ne, l’accordo non tocca l’etàpensionabile (cioè l’età perandare in pensione che rima-ne di 65 anni per gli uomini e60 anni per le donne) ma ri-guarda le sole pensioni di an-zianità, cioè l’opportunità diandare in pensione prima dei60-65 anni, avendo lavoratoalmeno per 35 anni. Oggettodella contesa era lo “scalone”previsto dalla legge Maroniche dal 1° gennaio 2008 in-nalzava l'età della pensione dianzianità da 57 a 60 anni, perarrivare gradualmente a 62anni nel 2014. Ricordiamoche contro la legge Maroni isindacati concertativi nonavevano fatto neanche un mi-nuto di sciopero, soddisfattidello scambio col furto del Tfrdei lavoratori. Visto che era incarica un governo di centro-destra, i nostri eroi di Cgil-Cisl-Uil hanno dovuto far fintadi essere dispiaciuti. Adessocon il governo di centrosini-stra si apportano insignifican-
ti modifiche trasformando lo“scalone” in vari “scalini” cheporteranno ugualmente allapensione di anzianità nel2014 all’età di 62 anni. Sonoprevisti per i lavoratori chesvolgono lavori usuranti (circa1,5 milioni su 15 milioni) dimantenere l'uscita a partireda 57 anni con 35 di contribu-ti. A tutto ciò si aggiunge unboccone particolarmente tos-sico: il ritocco dei coefficientidi rendimento previdenziale(vedi tabella sotto) che ren-derà sempre più misere lepensioni future spingendo ul-teriormente verso il baratrodei fondi pensione privati.Infine l’accordo prevede altridue disposizioni: - l’aumento dello 0,09% deicontributi previdenziali a cari-co dei lavoratori a partire dal2011, provocando un ulterio-re taglieggiamento dei magrisalari e a pochi mesi di unprovvedimento analogo inse-rito nella finanziaria; - la preparazione da parte delgoverno di un piano per unifi-care gli enti previdenziali cheovviamente porterà ad untravaso di soldi dai fondi in at-tivo (quello dei lavoratori di-pendenti) a quelli in passivo(quelli dei dirigenti d'azienda,autonomi).Insomma, il centrosinistra siappropria e peggiora la leggeMaroni, riducendo la “riforma”a uno scambio di costi dacompensare tra i futuri pen-sionati. Le "formule magiche" 95, 96,97 servono appositamente adallungare l'obbligo al lavoroper 40 anni prima di ricevereuna misera pensione (50-60% del salario), per nullacompensata dalla rapina delTfr nei fondi cosiddetti “inte-grativi”, ed insieme allungarel'età anagrafica verso i 65 an-ni per limitare il godimentodella pensione all'aspettativadi vita. Anche la possibilità di andarein pensione con una età ana-grafica ridotta di 3 anni perchi svolge lavori cosiddetti
usuranti, essendo subordina-ta alle necessità finanziarie, èstata ristretta ad appena5.000 unità l’anno e produrràpalesi discriminazioni tra i la-voratori. Tutto l’argomento,però, dovrà essere definito daun’altra commissione, la qua-le dovrebbe terminare i suoilavori entro il settembre diquest’anno. Purtroppo l’accordo prevedeanche uno stravolgimentodella previdenza negli anni avenire. I firmatari, infatti, sisono impegnati a concordareentro il 2008 un meccanismoautomatico che definirà il va-lore dei coefficienti di rendi-mento previdenziale sulla ba-se di parametri esterni: il Pilnazionale, le dinamiche ma-cro-economiche, le scelte inmateria di bilancio statale,l'andamento demografico el'aspettativa di vita. Così ognitre anni il governo stabilirànuovi coefficienti di calcolodella pensione, senza obbligodi contrattazione e senza al-cun rapporto con l’equilibriotra entrate contributive euscite per il pagamento dellepensioni. A nulla servirà chele casse Inps (finanziate daicontributi dei lavoratori) sianoin attivo: il ministro del teso-ro deciderà di quanto il coeffi-ciente di calcolo delle pensio-ni deve essere abbassato perprendersi le risorse che gliservono a fare altro.Così la pensione del lavorato-re esce dalla categoria del sa-lario differito e contrattato: lacassa previdenziale è ridottaalla completa mercè delloStato. Con questo accordo, il gover-no ha conquistato quanto vo-leva sulle pensioni, e manter-rà al ribasso la soluzione del-la precarietà e degli ammor-tizzatori sociali. Ovvero, man-terrà nella sostanza il conte-nuto della L.30 per far si chela quantità di lavoro atipico-saltuario nel tempo obblighe-rà il lavoratore a superarequalsiasi limite di età per rag-giungere la " pensione": se ciarriverà, stante l'agguato de-gli incidenti-morti sul lavoro el'incidenza di malattie profes-sionali e mortali.L’Unione, dopo l’incrementodelle politiche belliche, la fi-nanziaria dei sacrifici per i la-voratori, i colpi contro lascuola pubblica, riconferma laperfetta continuità con le po-litiche del centrodestra, en-trambi allineate ai voleri delleimprese. Particolarmente malconciaesce dalla vicenda, la sinistradi governo (Prc, Pdci, Verdi eSd) che ingoia passivamente(a parte qualche distinguod’occasione) quanto il capita-lismo italiano decide. L’attuale accordo sulle pensio-ni costituisce un'altra tappanell’opera di smantellamentodella previdenza pubblica, av-viata nel ’92 da Amato, pro-
seguita con Dini nel '95 e conla recente rapina del Tfr. Sarà il caso che nessuno dinoi si rassegni e dia per scon-tata l’approvazione di questa“riforma.Confidiamo nel buon sensodei lavoratori di ogni età econdizione - quelli che in
maggioranza hanno rifiutato ilricatto e le lusinghe dei "fondipensione" dichiarando di volerconservare il proprio Tfr -perché attraverso una ripresadelle azioni di lotta si riesca arigettare la fregatura dell'ac-cordo governo-sindacati sullepensioni.
Libera informazione
Un autentico polverone mediatico ha ac-compagnato tutta la vicenda previdenzia-le: prima con la reclame a favore dellospostamento del Tfr nei fondi pensione pri-vati e poi con il tormentone dello “scalone”.Ovviamente nei media hanno potuto parla-re sempre gli stessi: banchieri, giornalisti(sul libro paga di ricchi editori proprietarianche di banche, assicurazioni, industrie,imperi immobiliari ecc.), sindacalisti con-certativi, politici di centro, destra e sinistra(per il 95% ideologicamente attestati suposizioni liberiste). Come al solito tutti a ri-petere la stessa storiella: la voragine deldebito pubblico, il futuro dei giovani è a ri-schio, si è allungata la vita media, le com-patibilità europee ecc.Le posizioni di chi la pensa diversamente,come al solito, non hanno avuto diritto al-l’esistenza. E così quasi tutti gli italianiignorano che: - l’Inps è in attivo da vari anni, nonostan-te liquidi pensioni (sociali, invalidità) chenon gli spettano; - le misure adottate dal governo Berlusconie mai toccate dal secondo governo Prodiche tagliano la quota dei contributi previ-denziali per i neoassunti, impoveriscono leentrate dell’Inps e gonfiano quelle delleimprese;- l’evasione contributiva (circa 20 miliardidi euro) praticata dalle aziende aggrava ul-teriormente i bilanci dell’Inps; - la possibilità per chi ha raggiunto l’etàpensionabile di restare al lavoro portando icontributi in busta paga (introdotta dal go-verno Berlusconi e mantenuta da quelloattuale) oltre a impedire l’ingresso ai gio-vani nel mondo del lavoro, assottiglia ulte-riormente le disponibilità dell’Inps;- le pensioni attualmente erogate conti-nueranno a perdere potere di acquisto inquanto non sono rivalutate automatica-mente in relazione all'aumento dei prezzi;- politici, sindacalisti di mestiere, presiden-ti e consiglieri d’amministrazione, banchie-ri e tanti altri mantenuti incassano cifre 10- 100 - 1000 volte superiori a quelle dei la-voratori dipendenti e della maggior partedei pensionati.
Ipotesi revisione scalone
Requisito minimo 35 anni
data anni quota
1/1/2008 58 --
1/7/2009 59 95
1/1/2011 60 96
1/1/2013 61 97
Ecco come vogliono ridurci le pensioni
Confronto tra i coefficienti di trasformazione* previsti dallaTab. A della L. 335/1995 (Riforma Dini) e quelli allegati alProtocollo del 23/7/2007
età L. 335 Protocollo57 4,720 4,41958 4,860 4,53859 5,006 4,66460 5,163 4,79861 5,334 4,94062 5,541 5,09363 5,706 5,25764 5,911 5,43265 6,136 5,620
* Questo coefficiente moltiplicato per i contributi individualmenteversati e rivalutati (il “montante”) determina l’ammontare dellapensione annua (art. 1 comma 6 L. 335/1995)
COBAS 36 - settembre/ottobre 2007 G u e r r e 11
La battaglia contro la guerra èstato ed è un dato costitutivodei Cobas; su questo terrenose partiamo dai sit-in di luglio2006 contro il rifinanziamentodella missione in Afghanistanalle manifestazioni del 30 set-tembre e 18 novembre suLibano e Palestina, al corteodel 17 marzo nel 4° anniver-sario dell’aggressione all’Iraq,fino al trionfo del 9 giugnocontro Bush, abbiamo fattograndi passi in avanti verso laricomposizione di un movi-mento anti war che era statoa rischio di estinzione.Ora, l’epicentro dello scontrosul tema appare Vicenza, gra-zie ad una mobilitazione loca-le e nazionale che si ripropo-ne di impedire la costruzionedella base. Il movimento No Dal Molin diVicenza, come quelli che sioppongono alla Tav, ai rigassi-ficatori, agli inceneritori, allediscariche, alla privatizzazio-ne dei servizi idrici, esprime lelegittime resistenze territoria-li contro l’affarismo dei gover-ni locali e nazionali, rappre-senta la rinata volontà dellecomunità locali di riappro-priarsi dei beni comuni.Il caso dell'aeroporto DalMolin nasce da un accordo se-greto, di un paio d'anni fa, trail governo Berlusconi e il sin-daco di Vicenza Hullweck,che, senza rendere partecipi isuoi concittadini, né il consi-glio comunale, si rese dispo-nibile, per l’amico Silvio, adaccogliere nel territorio vicen-tino una nuova base america-na. L’avvento del governoProdi ha riconfermato quantofatto da Berlusconi e oggi ilcentrosinistra è fraternamen-te allineato con il centrodestrain difesa degli interessi statu-
nitensi, fregandosene alta-mente dell’opposizione dellapopolazione vicentina e dellamaggior parte degli italiani.Quando nel maggio del 2006cominciarono a circolare leprime notizie ufficiose sull’af-fare, molti cittadini residentinelle zone limitrofe alla nuovabase, si sono costituiti in seicomitati No Dal Molin coordi-nati tra loro.La maggioranza dei cittadinidel vicentino è fortementecontraria alla costruzione del-la nuova base militare, pertutti i contraccolpi in terminiambientali e di sicurezza delterritorio che comporterebbe.Sarebbe l'ennesima strutturamilitare statunitense ad inse-diarsi su di un territorio chegià da anni ne ospita altre,soffrendo pesanti limitazioni,nonché un regime di sostan-ziale espropriazione dell'usocivile del proprio territorio.Non secondario è l’uso bellicoche le forze armate Usa fannodi queste basi, strettamentefunzionale ad un maggiore eletale intervento degli StatiUniti negli scenari del MedioOriente e dell’Afghanistan,sufficientemente martoriatigià ora.I Comitati No Dal Molin, dapiù di un anno, hanno dato vi-ta ad una serie di azioni perbloccare il progetto della nuo-va base statunitense: presidiin piazza e davanti all'aero-porto, rumorose presenze inconsiglio comunale, raccoltafirme (più di diecimila in unmese!), convegni informativi,blocchi del traffico, fiaccolate,scioperi studenteschi, invasio-ni della pista dell'aeroporto edei siti di costruzione del nuo-vo complesso militare, l’impo-nente manifestazione nazio-
nale del 17 febbraio 2007, co-stituzione di un comitato per ilreferendum. Forse anche perquesto nelle ultime elezioniprovinciali l'astensionismo hasfiorato il 42% e oltre 21 milacittadini hanno votato schedabianca o nulla.Il recente annuncio dell’iniziodei lavori ha messo in allerta iComitati No Dal Molin e tuttigli italiani contrari alle guerre.L’incontro nazionale delloscorso 14 luglio, tenutosi alPresidio Permanente No DalMolin di Vicenza cui hannopartecipato centinaia di per-sone da tutta Italia e anchedall’estero (compresi due ve-terani dell’esercito statuniten-se) ha espresso la ferma deci-sione dei Comitati vicentini diopporsi ai lavori, lanciandouna settimana di iniziative(dall’8 al 15 settembre) echiedendo alle tante realtàitaliane solidali di sostenere lelotte vicentine costruendo ini-ziative e momenti di solidarie-tà nei propri territori.È fondamentale dare il massi-mo supporto alla lotta controla base Usa dal Molin, nelcontempo, però, l’iniziativacontro la guerra, le basi e lespese militari non si può soloconcentrare su questa batta-glia. I conflitti in Iraq,Afghanistan, Libano ePalestina sono tragicamenteaperti e forieri di sviluppi ag-gravantisi di giorno in giorno.Va dunque mantenuta la al-leanza tra varie forze che ciha consentito di operare effi-cacemente il 9 giugno e conessa dovremo valutare qualiiniziative intraprendere, oltrequelle vicentine.Per approfondimenti sulla ba-se Usa a Vicenza consultare ilsito: www.nodalmolin.it
Contro la guerra, aVicenza e ovunque
Bollito mistodi Gianni e Lucotto
Il bello delle classificheGli alunni italiani di 15 anni, secondo la ricerca Ocse Pisa, mo-strano una differenza di performance tra quelli di condizioneeconomica bassa e alta di 68 punti contro una media europea di82. La probabilità che uno studente di condizioni economico-so-ciali basse ottenga risultati di basso livello è 1,8 contro una me-dia Ocse di 2,1. La scuola italiana pertanto opera nel solco del-la costituzione per “rimuovere” le differenze.
Profitti alle stelle Puntuale come ogni anno, l’edizione 2007 dell'annuario R&S diMediobanca registra lo stato di salute dei 50 maggiori raggrup-pamenti quotati: 35 imprese industriali, 10 banche e cinque as-sicurazioni. Circa il 90% della capitalizzazione di Borsa. Sui 50solo quattro hanno chiuso in rosso: Alitalia, Fastweb, Bpi ePirelli. Tutti gli altri scoppiano di benessere, specialmente quel-le private. Secondo il rapporto i profitti per le imprese conside-rate, negli ultimi cinque anni, sono cresciuti del 565% circa. Allafaccia di tutte le geremiadi di Confindustria ed imprenditori sulcosto del lavoro insostenibile (in realtà tra i più bassi dell’UE),sui magri guadagni per colpa della concorrenza cinese e sui la-voratori italiani che non vogliono lavorare e se ne vogliono an-dare in pensione nel fiore della gioventù.Accostiamo il dato di Mediobanca con altri:- l’ultima finanziaria ha regalato 9 miliardi di euro alle imprese(cuneo fiscale);- negli ultimi cinque anni gli aumenti delle retribuzioni non han-no coperto neanche l’inflanzione;- negli ultimi vent’anni, in Italia, la divisione della ricchezzacomplessiva si è sempre più spostata verso i profitti e le rendi-te a scapito dei salari e delle pensioni.Chiaro?
Ai bambinipure il ProzacDopo aver autorizzato ilRitalin, l'Agenzia Italiana delFarmaco ha dato il via liberaanche al Prozac, che potrà co-sì essere somministrato, in si-tuazioni gravi, anche ai bam-bini dagli otto anni in su. Come il Ritalin, altro farmacodella stessa categoria desti-nato a curare depressioni gra-vi, il Prozac potrà dunque es-sere prescritto ai mini-pazien-ti dopo un ciclo brevissimo disedute psicoterapiche (4 - 6)che non abbiamo portato aevidenti progressi.Estremamente preoccupati lereazioni alla notizia da partedi chi si occupa della saluteinfantile. Per Luca Poma, por-tavoce nazionale di "Giù leMani dai Bambini" una cam-pagna sulla farmacovigilanzaper l'età pediatrica in Italia è“scandaloso che si possa pre-sumere di risolvere il disagioprofondo di un minore medi-calizzandolo con una pastigliadi Prozac. Una volta di più, siconferma la contiguità dell'in-dustria farmaceutica con leistituzioni sanitarie. Inoltre lapresunta restrizione, secondola quale sarà possibile sommi-nistrare lo psicofarmaco solodopo 4/6 sedute di psicotera-pia non andate a buon fine èuna vergognosa presa in giro:neppure Freud e Jung, sedutiallo stesso tavolo, sarebberomai riusciti a risolvere il dis-agio profondo di un bambinoo adolescente in un paio disettimane di terapia.Sconcerta anche l'assolutasudditanza delle istituzioni sa-nitarie italiane”. Secondo lo
psichiatra Luigi Cancrini "ladepressione non è una malat-tia, la depressione è un sinto-mo! Qui si cerca di diagnosti-carla senza interrogare sestessi e il bambino a proposi-to delle cause che hanno de-terminato il disagio: un po'come porsi di fronte a chipiange la morte di una perso-na cara tentando di curare ilsuo dolore con un collirio cheblocca l'attività delle ghiando-le lacrimali! Una diffusioneacritica degli antidepressivi suibambini è un grande rischioper la salute mentale dellenuove generazioni: così non sifa altro che cronicizzare que-sto genere di problemi".Anche in questo campo, sivuole importare in Italia ilmodello Usa, dove le case far-maceutiche dettano legge,che sta producendo gravi ef-fetti, soprattutto sulla salutedei bambini. L'esigenza delcontrollo sociale dell'infanziasta abbassando l'età dei pa-zienti a cui si prescrivono psi-cofarmaci, anche solo per ri-solvere semplici disturbi del-l'apprendimento. Per otteneredei risultati in campo psicolo-gico ci vuole tempo e non puòessere una miracolosa pillolail toccasana in molti casi.Si stima che potrebbero esse-re centomila i bambini a cuisarà somministrato il Prozac,nonostante la stessa schedatecnica italiana del farmacoavvisi che “l'uso nei bambini enegli adolescenti al di sottodei 18 anni non è consigliato,poiché sicurezza ed efficacianon sono state dimostrate”.
ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 [email protected]://www.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, [email protected]://web.tiscali.it/cobasabruzzoTERAMO0881 411348 - 0861 246018
BASILICATALAGONEGRO (PZ)0973 40175POTENZApiazza Crispi, 10971 23715 - [email protected] IN VULTURE (PZ)c/o Arci, via Umberto I0972 722611 - [email protected]
CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]
CAMPANIAAVELLINO333 2236811 - [email protected] 322303 - [email protected] Quercia, 22081 [email protected]://www.cobasnapoli.orgSALERNOcorso Garibaldi, 195089 223300 - [email protected]
EMILIA ROMAGNABOLOGNAvia San Carlo, 42051 [email protected] Muzzina, [email protected]Ì - CESENA340 3335800 - [email protected]://digilander.libero.it/cobasfcIMOLA (BO)via Selice, 13/a0542 28285 - [email protected] [email protected] [email protected] 5185694RAVENNAvia Sant'Agata, 170544 36189 - [email protected] EMILIAc/o Lab. AQ 16 - via Fratelli Manfredi, 14328 6536553RIMINI0541 [email protected]
FRIULI VENEZIA GIULIAPORDENONE340 5958339 - [email protected] de Rittmeyer, 6 040 [email protected]/cobasts.htm
LAZIOANAGNI (FR)0775 726882ARICCIA (RM)via Indipendenza, 23/2506 [email protected] (RM)via Oberdan, 906 [email protected] (FR)347 5725539CECCANO (FR)0775 603811CIVITAVECCHIA (RM)via Buonarroti, 1880766 35935 - [email protected] (LT)via Marziale0771/269571 - [email protected] (FR)0775 441695FROSINONEvia Cesare Battisti, 230775 859287 - 368 [email protected] P. L. Nervi - Torre n. 4 int. 50773 474311 - [email protected] (RM)06 9056048NETTUNO - ANZIO (RM)347 [email protected] (RM)via M.V. Agrippa, 7/h06 5690475 - 339 1824184PONTECORVO (FR)0776 760106RIETI0746 274778 - [email protected] Manzoni 5506 70452452 - fax 06 [email protected] (FR)0776 824393TIVOLI (RM)0774 380030 - 338 4663209VITERBOvia delle Piagge 140761 309327 – 328 [email protected]
LIGURIAGENOVAvico dell’Agnello, 2010 [email protected]://www.cobasliguria.orgLA SPEZIApiazzale Stazione0187 [email protected] 3221044 - [email protected]
LOMBARDIABERGAMO349 3546646 - [email protected] Corsica, 133030 2452080 - [email protected] Fanfulla, 22 - 0371 422507MANTOVA0386 61922
MILANOviale Monza, 1600227080806 - 0225707142 - 3472509792mail@cobas-scuola-milano.orgwww.cobas-scuola-milano.orgVARESEvia De Cristoforis, 50332 239695 - [email protected]
MARCHEANCONA335 [email protected] Montello, 330736 [email protected] (AP)0734 228904 - [email protected] (AN)339 3243646MACERATAvia Bartolini, 780733 32689 - [email protected]://cobasmc.altervista.org/index.html
PIEMONTE ALBA (CN) [email protected] 778592 - 338 5974841ASTIvia Monti, 60 0141 470 [email protected] Lamarmora, 25 0158492518 - [email protected] (CN)329 7215468CHIERI (TO)via Avezzana, [email protected] Cavour, 50171 699513 - 329 [email protected] (TO)320 0608966 - [email protected] S. Bernardino, 4011 334345 - 347 [email protected]://www.cobascuolatorino.it
PUGLIABARIvia F. S. Abbrescia, 97080 5541262 - [email protected] (BA)339 6154199BRINDISIvia Lucio Strabone, 380831 [email protected] (TA)vico 2° Commercio, 8FOGGIA0881 [email protected]@libero.itLECCEvia XXIV Maggio, [email protected] (FG)via Curiel, 6 - 0881 [email protected] (BA)piazza Paradiso, 8339 [email protected]://web.tiscali.it/cobasmolfetta/TARANTOvia Lazio, 87099 [email protected]@libero.it
SARDEGNACAGLIARIvia Donizetti, 52070 485378 - 070 [email protected]://www.cobasscuolacagliari.itNUOROvico M. D’Azeglio, 10784 [email protected] D. Contini, 630783 71607 - [email protected] Marogna, 26079 2595077 - [email protected]
SICILIAAGRIGENTOvia Acrone, 400922 594905 - [email protected] (PA)via Gigante, 21091 909332 - [email protected] Trento, 350934 [email protected] Vecchia Ognina, 42095 536409 - [email protected] 7477458 - [email protected] (AG)320 4115272MESSINAvia dei Verdi, 58090 [email protected] (PA)[email protected] NISCEMI (CL)339 [email protected] Unità d’Italia, 11091 349192 - 091 [email protected] - [email protected] Menandro, 1SIRACUSA corso Gelone, 1480931 61852 - 340 [email protected]@alice.it
TOSCANAAREZZO0575 904440 – 329 [email protected] dei Pilastri, 41/R055 241659 – fax 055 [email protected] Europa, 630584 [email protected] Pieroni, 270586 886868 - 0586 [email protected]://www.cobaslivorno.itLUCCAvia della Formica, 1940583 56625 - [email protected] CARRARAvia L. Giorgi, 43 - Carrara0585 70536 - [email protected] S. Lorenzo, 38050 [email protected] Petrocchi, 152 0573 994608 - fax [email protected]/Athens/Parthenon/8227
PONTEDERA (PI)Via C. Pisacane, 24/A0587 59308PRATOvia dell'Aiale, 200574 635380 [email protected] Mentana, 1000577 270389 [email protected] (LU)via Regia, 68 (c/o Arci)0584 46385 - 0584 [email protected] - 0584 913434
TRENTINO ALTO ADIGETRENTO0461 824493 - fax 0461 [email protected]
UMBRIACITTÁ DI CASTELLO (PG)075 856487 - 333 [email protected] del Lavoro, 29075 5057404 - [email protected] de Filis, 7328 6536553 - [email protected]
VENETOLEGNAGO (VR)0442 25541 - [email protected]/o Ass. Difesa Lavoratori, via Cavallotti, 2049 692171 - fax 049 [email protected]://www.cesp-pd.it/cobascuolapd.htmlROVIGO0425 2763 - [email protected]@libero.itVENEZIAvia Cà Rossa, 4 - Mestretel. 041 719460 - fax 041 719476VERONA045 8905105VICENZA347 64680721 - [email protected]
12 COBAS 36 - settembre/ottobre 2007S e d i
GIORNALE DEI COMITATIDI BASE DELLA SCUOLA
viale Manzoni, 55 - 00185 Roma06 70452452 - 06 [email protected]://www.cobas-scuola.org
Autorizzazione Tribunale di Viterbon° 463 del 30.12.1998
DIRETTORE RESPONSABILEAntonio Moscato
REDAZIONEFerdinando AlliataMichele AmbrogioPiero BernocchiGiovanni BrunoRino CapassoPiero CastelloLudovico ChianeseToni CollocaAdriana De GregorioGiovanni Di BenedettoGianluca GabrielliPino GiampietroNicola GiuaCarmelo LucchesiStefano MichelettiAnna Grazia StammatiRoberto TimossiSilvana Vacirca
STAMPARotopress s.r.l. - Roma
Chiuso in redazione il 10/8/2007
COBAS