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GERUSALEMME NOTIZIARIO INFORMATIVO AMARE LA TERRA SANTA E FARLA AMARE NUMERO 19 GENNAIO 2013 Editoriale 2013: un voto atteso Secondo anno della rivoluzione araba. Dopo l’avvento di quella che fu inizialmente una “primavera araba” promettente, il Medio Oriente continua a sprofondare in un conflit- to sempre più difficile in Siria, le cui conse- guenze sono gravissime. L’intera regione sta attraversando delle “post-rivoluzioni” in crisi, dalla morte di papa Shenouda III alle mani- festazioni in Giordania, passando attraverso l’elezione del Presidente Morsi in Egitto e l’of- fensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, ... È in questa atmosfera deleteria che i governi attendono i risultati delle prossime elezioni che si terranno nel 2013. Si inizia in Israele. A due settimane dalle legislative che si terran- no il 22 gennaio, i sondaggi indicano che il governo israeliano potrebbe diventare più re- ligioso e più nazionalista con la prospettiva di eventuali scioperi a motivo degli impianti nu- cleari iraniani. In Iran il 14 giugno prossimo si terran- no le elezioni presidenziali per scegliere un successore al presidente Mahmoud Ahmadi- nejad. Ma ben prima di questa scadenza, lo sguardo si volge alla Giordania dove le elezio- ni anticipate sono fissate per il prossimo 23 gennaio, dopo che a ottobre era stato sciolto il Parlamento da parte del Re. La Giordania, per lungo tempo ritenuta uno stato stabile e sicuro, da quasi due anni è scossa da mani- festazioni, moltiplicatesi negli ultimi tempi, per chiedere riforme politiche ed economiche. Il nuovo parlamento eleggerà il primo ministro. Fino ad ora, è il re che lo ha nominato. I Fra- telli Musulmani hanno chiesto - senza succes- so – l’annullamento dell’aumento dei prezzi dell’energia (votato nel mese di novembre al fine di far fronte ad un deficit di bilancio di 5 miliardi dollari) e il rinvio delle elezioni. Riassumendo: due fattori decideranno il futuro politico del Medio Oriente: la fine del- la crisi siriana e le elezioni parlamentari del prossimo gennaio. Per il Patriarca latino di Gerusalemme “è urgente trovare una solu- zione pacifica e giusta alla questione pa- lestinese”, considerata dai Patriarchi e dai Vescovi del Medio Oriente, riunitisi in Libano ai primi di dicembre, all’origine di tutti i con- flitti nella regione. Nella sua omelia di Natale, Mons. Fouad Twal ha elogiato gli “sforzi e le posizioni coraggiose” che hanno portato al riconoscimento della Palestina come stato osservatore alle Nazioni Unite: “Questo rico- noscimento deve essere un passo decisivo verso la pace e la sicurezza per tutti. Solo la giustizia e la pace in Terra Santa potranno portare a ristabilire un equilibrio regionale e mondiale! “ ha affermato. Rifugiati E mentre la maggior parte del Medio Oriente è in attesa dei risultati delle elezioni annunciate, a lungo termine i problemi umani- tari continuano a crescere. Dopo il 1 gennaio quasi 9.000 siriani sono giunti in Diocesi, in Giordania, dove ormai i rifugiati che hanno la- sciato il loro paese per sfuggire alla violenza sono più di 290.000 e si trovano in balia dei rigori dell’inverno. Tra questi rifugiati, i cristia- ni possono essere tentati di andare in esilio o di chiudersi in se stessi. Per il mese di gen- naio 2013, Papa Benedetto XVI ha affidato ai cattolici un’intenzione di preghiera missiona- ria: “Perché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza”. In questo anno della fede, of- friamo la nostra preghiera a questi fratelli del Medio Oriente che scelgono di rimanere nel loro paese oppure che non hanno i mezzi per andarsene. Proseguiamo insieme a loro, con fiducia e umiltà, il cammino in questo mistero di fede e di iniquità. Christophe Lafontaine Patriarcato Latino di Gerusalemme www.lpj.org P.O.B. 14152 Gerusalemme 91141 Tel : +972 2 628 23 23 Fax : +972 2 627 16 52 Media office: [email protected] STAMPA DEL PATRIARCATO LATINO BEIT JALA — 2013

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GERUSALEMMEn ot i z i a r i o i n F o r M at i V o

a M a r e l a t e r r a s a n t a e F a r l a a M a r e

Numero 19GeNNaio 2013 Editoriale

2013: un voto atteso

Secondo anno della rivoluzione araba. Dopo l’avvento di quella che fu inizialmente una “primavera araba” promettente, il Medio Oriente continua a sprofondare in un conflit-to sempre più difficile in Siria, le cui conse-guenze sono gravissime. L’intera regione sta attraversando delle “post-rivoluzioni” in crisi, dalla morte di papa Shenouda III alle mani-festazioni in Giordania, passando attraverso l’elezione del Presidente Morsi in Egitto e l’of-fensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, ... È in questa atmosfera deleteria che i governi attendono i risultati delle prossime elezioni che si terranno nel 2013. Si inizia in Israele. A due settimane dalle legislative che si terran-no il 22 gennaio, i sondaggi indicano che il governo israeliano potrebbe diventare più re-ligioso e più nazionalista con la prospettiva di eventuali scioperi a motivo degli impianti nu-cleari iraniani.

In Iran il 14 giugno prossimo si terran-no le elezioni presidenziali per scegliere un successore al presidente Mahmoud Ahmadi-nejad. Ma ben prima di questa scadenza, lo sguardo si volge alla Giordania dove le elezio-ni anticipate sono fissate per il prossimo 23 gennaio, dopo che a ottobre era stato sciolto il Parlamento da parte del Re. La Giordania, per lungo tempo ritenuta uno stato stabile e sicuro, da quasi due anni è scossa da mani-festazioni, moltiplicatesi negli ultimi tempi, per chiedere riforme politiche ed economiche. Il nuovo parlamento eleggerà il primo ministro. Fino ad ora, è il re che lo ha nominato. I Fra-telli Musulmani hanno chiesto - senza succes-so – l’annullamento dell’aumento dei prezzi dell’energia (votato nel mese di novembre al fine di far fronte ad un deficit di bilancio di 5 miliardi dollari) e il rinvio delle elezioni.

Riassumendo: due fattori decideranno il futuro politico del Medio Oriente: la fine del-la crisi siriana e le elezioni parlamentari del prossimo gennaio. Per il Patriarca latino di Gerusalemme “è urgente trovare una solu-zione pacifica e giusta alla questione pa-lestinese”, considerata dai Patriarchi e dai Vescovi del Medio Oriente, riunitisi in Libano

ai primi di dicembre, all’origine di tutti i con-flitti nella regione. Nella sua omelia di Natale, Mons. Fouad Twal ha elogiato gli “sforzi e le posizioni coraggiose” che hanno portato al riconoscimento della Palestina come stato osservatore alle Nazioni Unite: “Questo rico-noscimento deve essere un passo decisivo verso la pace e la sicurezza per tutti. Solo la giustizia e la pace in Terra Santa potranno portare a ristabilire un equilibrio regionale e mondiale! “ ha affermato.

Rifugiati

E mentre la maggior parte del Medio Oriente è in attesa dei risultati delle elezioni annunciate, a lungo termine i problemi umani-tari continuano a crescere. Dopo il 1 gennaio quasi 9.000 siriani sono giunti in Diocesi, in Giordania, dove ormai i rifugiati che hanno la-sciato il loro paese per sfuggire alla violenza sono più di 290.000 e si trovano in balia dei rigori dell’inverno. Tra questi rifugiati, i cristia-ni possono essere tentati di andare in esilio o di chiudersi in se stessi. Per il mese di gen-naio 2013, Papa Benedetto XVI ha affidato ai cattolici un’intenzione di preghiera missiona-ria: “Perché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza”. In questo anno della fede, of-friamo la nostra preghiera a questi fratelli del Medio Oriente che scelgono di rimanere nel loro paese oppure che non hanno i mezzi per andarsene. Proseguiamo insieme a loro, con fiducia e umiltà, il cammino in questo mistero di fede e di iniquità. Christophe Lafontaine

Patriarcato Latinodi Gerusalemme

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STAMPA DEL PATRIARCATO LATINOBEIT JALA — 2013

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Diocesi : Attualità inTerra SantaCPCO: Per una soluzione“giusta e pacifica della questione palestinese”

Dal 3 al 5 dicembre 2012, non meno di 120 Vescovi del Medio Oriente si sono riuniti ad Harissa, in Libano, in occasione del Congresso dei Patriarchi e Vescovi Cattolici del Medio Oriente. L’incontro è stato organizzato dal CPCO (Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente) e dall’APECL (Assemblea dei Patriarchi e Vescovi del Libano).

In quest’ottica due documenti sono stati ufficialmente approvati dai Vescovi riguardanti questioni politiche e sociali, e naturalmente anche umanitarie, nell’attuale contesto della primavera araba.

Il primo documento – un comunicato – concentra delle raccomandazioni concrete al fine di mettere in pratica in tutte le dimensioni della vita individuale e comunitaria gli insegnamenti contenuti nell’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente che Benedetto XVI ha consegnato ai Vescovi della regione e alle loro Chiese durante il suo viaggio apostolico in Libano, lo scorso settembre.Il secondo documento – un appello – firmato dai partecipanti all’Assemblea, tocca tre punti fondamentali:

— il primo punto mette in luce l’urgenza di trovare una “soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese” considerata all’origine di tutti i conflitti della regione;

— il secondo punto consiste in un vibrante appello a fare tutto il possibile per mettere fine ai conflitti e alle violenze che travagliano la vita della regione. L’appello fa chiaramente riferimento al caos siriano;

— il terzo punto mette l’accento sulla condizione dei cristiani del Medio Oriente. I capi delle Chiese sono chiamati ad intensificare la loro comunione ed una piena collaborazione per favorire il perdurare e la continuità della presenza autoctona, attiva ed efficace dei cristiani in seno alle società arabe. L’appello si rivolge su questo punto anche ai musulmani, chiamati a garantire i pieni diritti dei loro compatrioti cristiani, riconoscendo una comune e condivisa cittadinanza. Christophe Lafontaine

Il Re Abdullah di Giordania ha ricevutoil Cardinal Edwin O’Brien

AMMAN – Sua Maestà il Re Abdullah di Giordania ha ricevuto in visita il Cardinal Edwin Frederick O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, domenica 2 dicembre.

Accompagnato dal Patriarca Latino S.B. Mons. Fouad Twal, il Cardinale si è potuto intrattenere con il Re sulla situazione molto fragile del Medio Oriente. Una constatazione inquietante.

S.B. Mons. Fouad Twal ha presentato al Re il Cardinale, ricordando il sostegno offerto alle istituzioni del Patriarcato Latino e alle comunità cristiane in Terra Santa da parte dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Il Cardinal O’Brien ha trasmesso al Sovrano di Giordania i saluti di Papa Benedetto XVI che apprezza gli sforzi del Re per promuovere la stabilità in Medio Oriente, difendere la libertà religiosa e proteggere i Luoghi Santi a Gerusalemme. Il Re ha assicurato che la pluralità religiosa sarà sempre rispettata in Giordania. Durante la conversazione il Re ha informato il Cardinale sulla situazione politica in Medio Oriente. Ricordando la Siria, l’Egitto, il Re si è soffermato sulla Giordania spiegando che le manifestazioni che scuotono il regno giordano di tanto in tanto sono in realtà guidate dai Fratelli musulmani che approfittano della crisi economica. “Malgrado le riforme intraprese la situazione in Giordania deve affrontare delle ‘teste calde’ che non si accontentano delle nuove misure prese. Ne risulta che, insieme al Re, siamo inquieti per essa” afferma il Patriarca Fouad Twal che aggiunge “la situazione non appare soddisfacente per la Giordania tra un Iran minaccioso ed un Egitto che rischia di tradire la sua rivoluzione”.

Dopo l’incontro con il Cardinale, il Re ha ricevuto Mahmoud Abbas di ritorno dalle Nazioni Unite. Abdullah II si è impegnato a fare di tutto perché il Presidente dell’Autorità Palestinese ritorni al dialogo con Israele per non dare a quest’ultimo nessun pretesto per avanzare sempre più nella colonizzazione e nella testardaggine. Christophe Lafontaine

L’AOCTS rende omaggioal Patriarca IgnazioIV HazimL’Assemblea degli Ordinari Cattoli-ci di Terra Santa ha reso omaggio al 157º Patriarca d’Antiochia, S.B. Ignazio IV Hazim, Patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente. La regione perde una delle più grandi figure spirituali del mondo arabo cristiano.

Il Patriarca Fouad Twalparla ai Salesiani sull’Annodella FedeGiovedì 6 dicembre 2012 il Pa-triarca latino di Gerusalemme ha tenuto un lungo discorso rivolgen-dosi ai seminaristi salesiani in oc-casione del loro Dies Academicus interamente consacrato all’Anno della fede.

Un nuovo “Canonicodel Santo Sepolcro”Il Patriarca Fouad Twal ha conferi-to a P. Luigi Speziale, sacerdote di Betharram che vive a Betlemme, il titolo di Canonico del Santo Sepol-cro. La cerimonia ha avuto luogo nel corso dell’ufficio divino presie-duto da Sua Beatitudine nella cap-pella del Seminario di Beit Jala, in presenza dei sacerdoti di Bethar-ram e del Seminario di Beit Jala.

Graffiti in un cimiteroa GerusalemmeScritte anticristiane sono state ri-trovate il 12 dicembre sulle porte di un monastero e di un cimitero di Gerusalemme. Tali graffiti offen-sivi nei confronti dei cristiani sono stati scritti in ebraico sulle porte di entrata di un cimitero armeno ed anche sulle mura di un monaste-ro della Chiesa greco ortodossa dove è stato anche scritto ‘Felice Hanukka’ e ‘il prezzo da pagare’.

Dopo S. Peres il nuovoambasciatore del Papaincontra M. AbbasMercoledì 12 dicembre, S.E. Mons. Lazzarotto ha incontrato il Pre-sidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. La settimana prima, il 4 dicembre, il nuovo rap-presentante del Papa aveva con-segnato le sue lettere credenziali al Presidente dello Stato d’Israele, Shimon Peres.

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Diocesi : Attualità inTerra Santa

no 25000 allievi cristiani e musul-mani e 2 000 in-segnanti. Egli ha ricordato che le scuole cristiane sono presenti nel paese da molti decenni. Ha chiesto da parte del Ministero il riconosci-mento del Segretariato generale, creato dal Consiglio dei Vescovi cattolici nel 1993, quale rappresentante del-le scuole cristiane.

Il Pastore Ibrahim Nayrouz ha parlato dei manuali di storia e di arabo pubblicati dall’Autorità Palestinese, sottolineando in essi l’assenza di riferimenti, oppure una presentazione erronea dei cristiani. Egli ha chiesto di rifare i manuali in modo che siano finalizzati ad una vera convivialità tra cristiani e musulmani, nel reciproco rispetto della religione.

Il Dottor Zakarné ha sottolineato da una parte l’impor-tanza delle scuole cristiane e ha dato riconoscimento alla loro storia ricordando come esse facessero parte del Ministero dell’Educazione, costituendo un aiuto indi-spensabile per il Ministero. D’altra parte ha sottolineato che i manuali dovrebbero essere rifatti e che saranno prese in considerazione le osservazioni fatte preceden-temente, menzionate nel libretto di Don Peter Madros “Storia maestra di vita”. Don Faysal Hijazen

Club della parroc-chia latina di Na-zaret, con l’alto patrocinio del Pa-triarca S.B. Mons. Fouad Twal e di tutti gli altri Vescovi di Terra Santa, cattolici ed altri, e della Custodia di Ter-ra Santa. Si contano 460 iscritti (da tutto Israele) che passeranno, naturalmente ciascuno al proprio livello, le differenti tappe di qualificazione, con una sessione ogni venerdì sera fino al 25 marzo 2013 – giorno della so-lennità dell’Annunciazione. Ci sarà quindi la sfida finale dalla quale usciranno i 4 vincitori (1 per ogni categoria di età) che riceveranno come premio la possibilità di recar-si in pellegrinaggio a Roma con i propri genitori.

Testo di N.T.

Nazaret: al via il concorso biblico nazionalePer la prima volta il Family Club di Nazaret organizza

un grande concorso biblico nazionale…un’iniziativa che si integra perfettamente nel quadro dell’Anno della fede. “E’ bello, ammirevole e perfetto. E’ molto costruttivo e ricco, educativo e pastorale”. È con questa reazione spontanea che il Vescovo Giacinto Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale latino per Israele, ha descritto la 1a sessione ufficiale del ‘Concorso biblico nazionale’, lanciato il 7 dicembre presso il Centro Pastorale S. Antonio di Nazaret. L’idea del concorso fu concepita l’anno scorso in occasione dell’‘Anno della Bibbia’. L’Anno della fede in corso ha dato al Family Club l’opportunità ed il coraggio di prepararlo, avviarlo e seguirlo, come una delle attività forti di quest’anno speciale.

Questo concorso si rivolge a tutti i giovani di Israele di età compresa fra i 9 ai 35 anni (suddivisi in quattro diverse categorie d’età). Esso è coordinato dal Family

RAMALLAH – martedì 4 dicembre 2012 si è tenuta al Liceo latino (Al-ahliya) di Ramallah una riunione di tutti i direttori delle scuole cristiane di Palestina e di Gerusalemme. La riunione si è svolta alla presenza di S.E. Mons. Joseph Zerey, Vescovo melchita di Gerusalemme, di Don Faysal Hijazin, Segretario generale delle scuole cristiane di Palestina e Gerusalemme, organizzatore di questo incontro, del Dott. Jihad Zakarné, Segretario generale del Ministero dell’Educazione, di Omar Anbar, responsabile per l’educazione al Ministero e di Mohamad Abed, responsabile delle scuole private.

S.E. Mons. Jules Yousef Zerey ha presentato l’Esortazione Apostolica rivolta alle Chiese del Medio Oriente da Papa Benedetto XVI, insistendo sui punti reletivi all’educazione. Egli ha parlato della missione delle scuole cristiane di “essere per tutti un segno d’amore nella società” ed ha incoraggiato i direttori a essere testimoni di fede.

Sr. Virginie ha presentato il libro di religione cristiana per il baccalaureato in vista della sua accettazione da parte del Ministero, chiedendo anche che la religione cristiana sia una delle prove d’esame al pari dell’islam. Anche i direttori hanno insistito su quest’ultimo punto.

La seconda parte della riunione ha riguardato le que-stioni poste al Ministero dell’Educazione. Don Faysal Hijazen ha sottolineato l’importanza del Segretariato ge-nerale delle scuole cristiane e il suo ruolo, menzionan-do che quest’anno le 56 scuole cristiane accoglieran-

Incontro dei direttori delle scuole cristianedi Palestina e di Gerusalemme

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Diocesi : Attività pastorali e vita liturgica

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d’Occidente il 31 marzo.Padre David ha anche presentato il quarto volume del

catechismo per i bambini dal titolo “Conosci la messa”.La riunione è terminata con una lettura meditata del messaggio

del Santo Padre per la Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati. Nella seconda parte della riunione il Patriarca Fouad Twal ha indirizzato ad ognuno qualche parola di incoraggiamento. In sua presenza, Padre David Neuhaus ha annunciato che anche quest’anno le autorità israeliane hanno convenuto di non procedere ad alcun arresto nel giorno di Natale – i migranti illegali potranno così assistere ai servizi religiosi senza la paura di venir arrestati dalla polizia all’uscita dalle chiese.

La prossima riunione della Pastorale dei Migranti è stata fissata all’inizio del mese di marzo.

Fonte: Vicariato patriarcale peri cattolici di lingua ebraica

Natale: un vino di pace per eliminareil flagello delle mineHeidi Khun, fondatrice dell’organizzazione “Roots of Peace” (“Radici di pace”) ha incontrato, il 13 dicembre, S.E.Mons. Shomali presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme. L’or-ganizzazione è impegnata in un progetto volto a liberare i paesi dalle mine antiuomo e a sostituirle con delle vigne. Un gesto di pace accolto favorevolmente dalla Chiesa locale a pochi giorni dal Natale.

Una novena in preparazione al NataleCome ogni anno la settimana che va dalla domenica 16 di-cembre alla domenica 23 dicembre è stata caratterizzata da una novena di preparazione alla festa di Natale. Nove giorni di preparazione che consistono nella preghiera con canti e vespri appropriati, quelli comuni, ma con delle an-tifone e letture diverse nella misura in cui ci si avvicina al grande evento della nascita di Gesù Cristo.

GERUSALEMME – il 4 dicembre 2012, al Patriarcato Latino di Gerusalemme, si è riunita La commissione di coordinamento dei sacerdoti e degli operatori pastorali impegnati nel lavoro con i migranti, per fare il punto sulla situazione. La riunione è stata animata dal coordinatore della Commissione, P. David Neuhaus, Vicario patriarcale per i cattolici di lingua ebraica.

I lavori dell’assemblea sono iniziati con una meditazione sull’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Medio Oriente” e sulle sue vibranti parole sulla migrazione.

La prima parte della riunione è stata dedicata ad uno scambio di notizie riguardanti gli ultimi tre mesi passati dall’ultima riunione del 4 settembre 2012: espulsione dei Sudanesi, arresto di altri immigrati, attività pastorali, aggiornamento del catechismo, celebrazioni e iniziative per l’Anno della fede.

Uno dei temi importanti affrontati concerneva la decisione dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa di celebrare la Pasqua con gli ortodossi il 5 maggio, invece che con la Chiesa

Una grande marcia della Natività ha riunito mille bambini a BetlemmeGiovedì 6 dicembre 2012 più di mille bambini si sono ritrovati per la tradizio-nale marcia della Natività verso la grotta di Betlemme. E’ una bella tradizione che consiste nell’invitare i bambini dei villaggi palestinesi ad una marcia della pace diretta alla Basilica della Natività, a Betlemme. Questo progetto ha avuto il patrocinio del Patriarcato Latino, desideroso di insegnare ai bambini a vivere insieme, cristiani e musulmani, incominciando dall’infanzia.

Cinquantesimo anniversario del gruppo scout di Beit SahourDomenica 9 dicembre, il gruppo scout di Beit Sahour ha celebrato l’anniver-sario dei cinquant’anni di attività. In quest’occasione si sono ritrovati insieme gli scout di ieri e di oggi.

Prima ordinazione diaconale nel Seminario“Redemptoris Mater” di GalileaDomenica 9 dicembre 2012, S.B. il Patriarca Mons. Fouad Twal ha ordinato due nuovi diaconi per il Patriarcato Latino di Gerusalemme, provenienti dal Seminario Redemptoris Mater della Galilea.

Ottava riunione della pastorale dei migranti

Il Patriarca si è recato in visita a Gaza prima di NataleSecondo la tradizione, prima di Natale il Patriarca latino di Gerusalemme, S.B. Mons.

Fouad Twal si è recato in visita alla parrocchia della Santa Famiglia a Gaza nella terza domenica di Avvento che segna l’inizio delle vacanze di Natale per i fedeli. Quest’anno il Natale ha avuto una dimensione particolare per i cattolici della parrocchia della Santa Famiglia di Gaza. A tre settimane dalla fine dell’operazione israeliana “Colonna di difesa” la parrocchia ha visto la tregua come “un miracolo”. Il Patriarca Fouad Twal che si è recato per la prima volta a Gaza dopo il cessate il fuoco, ha spiegato nell’omelia di quella domenica che “Natale è un dono dal Cielo, ma c’è bisogno anche di uomini di buona volontà perché la pace esista”. Ha anche invitato i cristiani “a vivere una fede forte” per continuare a vivere in questa Terra Santa dove la Santa Famiglia è passata durante la sua fuga in Egitto e a ricordare che “anche Gesù ha sofferto l’ingiustizia”. Secondo il parroco, P. Jorge Hernandez dell’Istituto del Verbo Incarnato: “i parrocchiani sono molto sensibili a questa visita ed è anche un po’ di Gerusalemme che viene qui da loro e ciò li tocca molto nella loro vita di fede”. Per ringraziare tutti coloro che li hanno sostenuti con le loro preghiere e i loro doni durante la guerra, la parrocchia ha fatto celebrare una messa ufficiale di ringraziamento. Il parroco dice: “che tutti sappiano che abbiamo pregato per loro”.

Dopo la messa il Patriarca ha, come d’abitudine, incontrato le famiglie, affiancato da S.E. Mons. Marcuzzo, Vicario di Nazaret, in una sala preparata per lo scambio degli auguri di Natale. L’Amministratore generale del Patriarcato, Don Humam Khzouz che ha coordinato l’entrata della delegazione nella Striscia di Gaza ed il Cancelliere, Don George Ayoub, facevano anche parte della delegazione patriarcale.

La piccola parrocchia cattolica della Santa Famiglia riunisce esattamente 185 fedeli. Tra gli abitanti di Gaza, un milione e seicentomila persone addensate su una superficie di 360 km2, si conta una manciata di 1550 cristiani (per la maggior parte greci ortodossi). Dopo la guerra del 2008 erano ancora 3000, quest’anno ne è partita la metà. Christophe Lafontaine

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La Diocesi in Medio Oriente e nel Mondo

a M a r e l a t e r r a s a n t a e F a r l a a M a r e P a G . 5

Messaggio di Natale di Sua Beatitudine Mons. Fouad TwalCari amici, cari abitanti della Terra Santa, cari migranti, vi auguro di

trascorrere un Buon Natale con le persone a cui volete bene.Cari amici giornalisti, ricevendovi questa mattina desidero ringraziarvi

per il vostro lavoro. Vi auguro di compierlo sempre con intelligenza e verità. I recenti avvenimenti che ci hanno scosso – sto pensando a Gaza – hanno mostrato il coraggio di alcuni di voi. Avete tutto il nostro rispetto.

Alla fine dell’anno, devo riconoscere con voi che il bilancio 2012 ci lascia perplessi. Ci sono stati eventi positivi ed altri meno positivi.

Dialogo interreligioso

1) I 50 anni dal Vaticano II sono un’occasione per farci un esame di coscienza nel nostro dialogo con l’ebraismo e l’Islam. Il seminario che ha riunito, lo scorso aprile, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e il Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente, ha ricordato che i media, che hanno giocato un ruolo molto importante nelle rivoluzioni arabe, devono essere per i cittadini cristiani un mezzo per assumere il proprio ruolo storico nei rispettivi paesi, con i valori della non violenza e dell’ invito al dialogo con gli altri credenti delle altre religioni. Siamo una minoranza ma non ci riduciamo ad una cifra.

2) Le iniziative interreligiose sono state numerose e ringrazio tutti coloro che ne sono stati i protagonisti. Questi incontri, tuttavia, non hanno impedito lo sviluppo di un certo radicalismo religioso. Recentemente, a metà novembre, il Consiglio dei Capi religiosi di Israele si è riunito ad Haifa in presenza del Presidente dello Stato di Israele che ha ricordato che i capi religiosi possono favorire la pace lavorando insieme. Il comunicato finale sottolinea l’importanza del rispetto dei Luoghi Santi e dei cimiteri di ogni religione.

3) Il dialogo interreligioso non può portare i suoi frutti se non attraverso atti di rispetto reciproco. Ribadisco la mia profonda costernazione di fronte a tutte le profanazioni di nostre chiese e conventi, di sinagoghe e moschee, che offendono tutti. Si tratta di affrontare il male alla radice con l’educazione dei giovani in tutte le scuole.

Ecumenismo

In questa fine d’anno, pensiamo a ciò che ci ha unito tra cristiani:

1) La visita in Terra Santa del Patriarca ortodosso russo, Kirill di Mosca, all’inizio di novembre, rimane un bel momento da ricordare. La sua visita è stata un’occasione per incoraggiare un più grande riavvicinamento tra i cristiani e per sottolineare la presenza cristiana a Gerusalemme e in Terra Santa.

2) Un altro motivo di gioia riguarda la data della Pasqua. Quest’anno l’Assemblea degli Ordinari ha deciso che la Pasqua dei cattolici sarà festeggiata secondo il calendario giuliano e cioè il 5 maggio 2013 (tranne che a Gerusalemme e nella zona di Betlemme a motivo dello Status Quo e dell’afflusso dei pellegrini). Dovrebbe essere approvato un decreto dalla Santa Sede per stabilire definitivamente l’entrata in vigore di questo cambiamento nel 2014.

3) In occasione dell’intronizzazione del Papa copto Tawadros II, al Cairo, erano presenti diverse delegazioni cristiane, ortodosse, cattoliche e protestanti, unite in spirito ecumenico e per esprimere il nostro sostegno al neo eletto che ha fatto il suo ingresso in un momento storico molto critico.

S.B. Mons. Twal inaugura per la prima voltal’albero di Natale alla porta di JaffaMartedì 18 dicembre, il nono Patriarca latino di Gerusalemme, S.B. Mons. Fouad Twal, ha inaugurato l’albero di Natale, posto alla porta di Jaffa, a Gerusalemme. Una cerimonia che si è svolta per la prima volta e ha visto riuniti diversi vescovi, sacerdoti e religiosi ed anche alcuni fedeli laici. Nella folla, riunita per l’occasione, figuravano anche ebrei e musulmani.

Inaugurazione della mostra del libro religioso cristianoa Bir ZeitLa cultura come mezzo per il dialogo tra cristiani e musulmani: è stato questo il filo conduttore dell’intervento di mons. Willian Shomali, Vicario patriarcale per Gerusalemme e la Palestina, nel corso dell’inaugurazio-ne della mostra del libro religioso cristiano, tenutasi presso l’Università di Bir Zeit il 17 dicembre

La JEC-Palestina ha organizzato una grande festain onore di Cristo ReRAMALLAH – Venerdì 30 novembre la Segreteria generale della JEC-Palestina ha organizzato una grande festa per Cristo Re, suo patrono, nella chiesa della Santa Famiglia di Ramallah. L’evento ha riunito 450 giovani provenienti da tutte le parrocchie cattoliche di Palestina – dalle zone di Betlemme, Gerusalemme, Ramallah, Nablus e Jenin.

Professione solenne di due Carmelitanedel Monte degli Ulivi“Tu m’as appelée, Seigneur, me voici”. È quanto hanno pronunciato suor Marie Christine di san Giovanni della Croce e suor Marie Victoire del Bambino Gesù, il 14 dicembre scorso, davanti all’assemblea liturgica, rispondendo alla chiamata di consacrazione al Signore.

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P a G . 6 n ot i z i a r i o i n F o r M at i V o — GERUSALEMME

La Diocesi in Medio Oriente e nel MondoCongiuntura storica e politica locale

1) La situazione in Medio Oriente ci lascia perplessi. Molte sono le preoccupazioni e le domande cui ci troviamo di fronte. Desideriamo maggiore stabilità e più democrazia. La gioia del Natale è oscurata dalla sconcertante violenza in Siria. Siamo pieni di compassione per le vittime e la nostra Chiesa partecipa attivamente all’accoglienza di 250.000 rifugiati siriani in Giordania. Preghiamo anche per la Giordania affinché possa mantenere il suo equilibrio e il buon senso che ha sempre avuto.

2) La decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la quale la Palestina è divenuta Stato osservatore è un primo passo verso la pace e la stabilità nella regione. Israele potrà trattare da pari a pari con un altro Stato per il bene di tutti. È urgente trovare “una soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese”, considerata da parte dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente, riuniti in Libano ai primi di dicembre, la causa di tutti i conflitti della regione. Il secondo e ultimo mandato di Barak Obama deve portare ora ad agire per la soluzione dei due Stati.

3) Il 16 dicembre sono andato a Gaza: denuncio l’embargo che rende inumana la vita quotidiana di un milione e seicentomila persone, fomentando sentimenti di ostilità permanente nei confronti di Israele.

La nostra Chiesa e i flussi migratori

1) A livello complessivo, l‘emigrazione cristiana sembra in diminuzione. La Chiesa cerca di mettere a disposizione degli alloggi, di aiutare i giovani a formarsi per trovare più facilmente lavoro, e, soprattutto, di diffondere una cultura e una pastorale del “radicamento”: essere cittadino di Terra Santa è una vocazione che comporta sacrifici e sfide.

2) Per quanto riguarda l’immigrazione, la nostra Diocesi accoglie molti immigrati. Si tratta in maggioranza di cristiani. La Chiesa si sente molto vicina a questi fedeli e non esita ad alzare la propria voce quando tali comunità si sentono aggredite, come successo quest’anno al Sinai e a Tel Aviv. C’è un urgente bisogno di coordinamento tra la Chiesa, lo Stato e le ONG.

L’avvenire e i progetti

La Chiesa svolge un ruolo chiave nel dialogo interreligioso e nell’istruzione. È per questo che rivolgiamo tanti sforzi alla nostra Università di Madaba. L’inaugurazione della nuova scuola a Rameh con il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro, e della chiesa di Stella Maris ad Aqaba, hanno mostrato delle belle realizzazioni.

Conclusione

Incoraggio tutti i nostri fedeli a vivere seriamente questo Anno della Fede, mettendo in pratica gli insegnamenti dell’Esortazione apostolica post-sinodale “Ecclesia in Medio Oriente” e il programma promosso dal Patriarcato. La prima comunità di Gerusalemme può servire da modello per il rinnovamento della attuale comunità cristiana: si tratta di tornare alle origini, di fare ritorno a Gerusalemme.

Alcuni significativi appuntamenti che ci attendono nel 2013:

— A fine aprile, avrà luogo a Gerusalemme una conferenza internazionale su Papa Giovanni XXIII, che fu all’origine del documento Nostra Aetate. A questa conferenza prenderanno parte alcuni amici Rabbini ed eminenti professori.

— A Rio de Janeiro si terrà durante l’estate la GMG a cui parteciperanno con gioia i nostri giovani.

Natale è una bella occasione per condividere la gioia e per manifestare la nostra riconoscenza. Penso soprattutto ai religiosi, a questi nostri fratelli e sorelle che, attraverso i loro carismi, le loro vocazioni, la loro preghiera, ci aiutano nella responsabile missione affidataci.

Grazie. Buon Natale a tutti.

+ Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme

Page 7: notiziario inForMatiVo ERUSALEMME Gerusalemme N. 19 Gennaio 2013.pdf · Giovedì 6 dicembre 2012 il Pa-triarca latino di Gerusalemme ha tenuto un lungo discorso rivolgen-dosi ai seminaristi

a M a r e l a t e r r a s a n t a e F a r l a a M a r e P a G . 7

Progetti del Patriarcato Latino

Per saperne di più, visitate il sito www.lpj.org :

•ComeGazasipreparaalNatale(17dicembre2012)

•AppelloeComunicatofinaledeiPatriarchiedeiVescoviCattoliciinMedioOriente (17dicembre2012)

•RievocandoilConcilioVaticanoIIconS.E.Mons.Marcuzzo(13dicembre2012)

•IlCentroCatechisticodelPatriarcatolatinosull’interattività(6dicembre2012)

•“SetidimenticoGerusalemme”–Testimonianzedialcuniex-volontariinTerrasanta

(5dicembre2012)

Stella Maris: la nuova chiesa d’Aqaba inaugurata dal Patriarca

AQABA – Il Patriarca Mons. Twal, accompagnato da quattro Vescovi, tra cui S.E. Mons. Lahham, Vicario di Amman, ha inaugurato la nuova chiesa Stella Maris di Aqaba in Giordania venerdì 14 dicembre 2012. Per la prima volta, dopo due anni di lavori, quest’anno i cristiani di Aqaba hanno potuto festeggiare il Natale con il loro parroco, don Issam Zoomot, nella loro chiesa.

Era il 15 maggio 2011 quando il Patriarca Mons. Fouad Twal posò la prima pietra di quella che sarebbe divenuta un anno e mezzo più tardi la nuova chiesa di Aqaba: la chiesa Stella Maris. Dopo quasi due anni di lavori e di sforzi, grazie alla generosità di numerosi benefattori, la chiesa Stella Maris, dalle forme moderne e dalla forte luminosità, ha aperto le sue porte. Venerdì 14 dicembre il Patriarca, accompagnato da quattro vescovi – S.E. Mons. Lahham, Vescovo ausiliare di Amman, S.E. Mons. Marcuzzo, Vescovo ausiliare di Nazaret, S.E. Mons. Sayegh, Vescovo ausiliare emerito, S.E. Mons. Al-Ayyash, Arcivescovo greco melchita cattolico di Amman – e da una ventina di sacerdoti, ha inaugurato la nuova chiesa e celebrato la messa. I 450 posti della chiesa Stella Maris erano tutti occupati sia dalle autorità civili e musulmane di Aqaba che dai cristiani arrivati in pullman da tutta la Giordania oltre che, naturalmente, dai parrocchiani.

Nel suo discorso di benvenuto il parroco Don Zoomot, che celebrava da più anni la messa in una grande sala, ha condiviso la sua gioia di poter avere, assieme ai suoi fedeli, una nuova chiesa. Egli ha desiderato ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di questa chiesa, in particolare l’architetto Oussama Twal e la sua equipe, nonché i generosi benefattori - tra cui soprattutto l’Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro - , per l’edificio ed i cristiani locali per gli arredi. Il Patriarca ha ugualmente ringraziato nella sua omelia tutti coloro che hanno contribuito in qualche modo a tale realizzazione. S.B. Mons. Fouad Twal ha in seguito sottolineato quanto il periodo dell’Avvento sia propizio all’inaugurazione della chiesa Stella Maris. L’Avvento, che annuncia la nascita di Gesù, invita a rendere grazie per la nascita di questa nuova chiesa.

Perché costruire una chiesa ad Aqaba?

Innanzitutto perché il numero dei cristiani sta aumentando ad Aqaba. “E’ una città del futuro” assicura il Patriarca. Numerosi Giordani vengono a vivere ad Aqaba dove trovano lavoro, tra di essi delle famiglie cristiane. Aqaba è una città strategica per la sua posizione: città di porto, posta alla frontiera d’Israele e non lontano dall’Egitto, attrae i Giordani ed offre anche lavoro a numerosi migranti. I Filippini ed i Cingalesi cattolici sono circa 300 che si aggiungono ai cristiani locali, il 2% degli abitanti della città.

La nuova chiesa Stella Maris, situata a pochi minuti dal mare, sarà anche “una testimonianza ed un luogo di accoglienza” spirituale per i cristiani di passaggio, spiega il Patriarca, particolarmente per i numerosi turisti che vengono a soggiornare nella città balneare, attirati dal Mar Rosso e dal Wadi Rum.

La Chiesa con la C maiuscola da costruire ogni giorno

Come ha affermato S.B. Mons. Fouad Twal, di ritorno a Gerusalemme dopo l’inaugurazione, la costruzione di questa nuova chiesa Stella Maris “annuncia l’avvenire”. Nel senso che i parrocchiani, accompagnati dal loro parroco, devono ora “appropriarsi dell’edifi-cio e incarnarlo”. Ed anche costruire la Chiesa con la “C” maiuscola attraverso la vita parrocchiale, sviluppando il movimento scout, i gruppi di preghiera per i giovani, i gruppi della Legio Mariae, ecc. Una grande sala è stata costruita sotto la chiesa per questo scopo, per ospitare le feste cristiane: matrimoni, prime comunioni o altro. “Questo luogo sarà un punto di riferimento per i cristiani” afferma S.B. Mons. Twal. Incominciando da Natale.

Amélie de La Hougue

Page 8: notiziario inForMatiVo ERUSALEMME Gerusalemme N. 19 Gennaio 2013.pdf · Giovedì 6 dicembre 2012 il Pa-triarca latino di Gerusalemme ha tenuto un lungo discorso rivolgen-dosi ai seminaristi

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L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro

Una scuola a Rameh, un sogno divenuto realtà

RAMEH – La nuova scuola del Patriarcato Latino a Rameh (Alta Galilea) è stato inaugurata ufficialmente giovedì 29 novembre 2012. L’edificio è stato benedetto dal Cardinal Edwin O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e dal Patriarca S.B. Mons. Fouad Twal in presenza di S.E. Mons. Marcuzzo, Vicario patriarcale per Israele e iniziatore del progetto 18 anni fa. Una vera odissea.

L’edificio scolastico è il frutto di un vecchio sogno finalmente realizzato. I lavori si sono prolungati per due anni (2009-2011) dopo che il Papa Benedetto XVI aveva benedetto la prima pietra durante la messa a Nazaret in occasione del suo pellegrinaggio in Terra Santa, il 14 maggio 2009. Giovedì 29 novembre 2012 erano presenti all’inaugurazione ufficiale diversi vescovi, sacerdoti, religiose, religiosi, drusi e musulmani e un grande numero di persone del mondo della cultura ed anche molti direttori delle scuole di Galilea, senza dimenticare la presenza importante degli abitanti di Rameh e dei genitori degli allievi.

Rameh può essere fiera della sua pazienza. Non meno di 18 anni sono stati necessari perché il processo fosse terminato. Tutto cominciò nel 1994-1995. S.E. Mons. Marcuzzo, allora giovane Vicario patriarcale in Israele ricorda di “essere stato sommerso dalle richieste della comunità di Rameh (cristiani e drusi) di fare costruire una scuola”. Di conseguenza il giovane vescovo ne fece cenno al Patriarca dell’epoca, S.B. Mons. Michel Sabbah. Quest’ultimo gli affidò la missione di preparare “uno studio sulla situazione delle scuole cristiane in Galilea ed un piano per il presente e per l’avvenire”. S.E. Mons. Marcuzzo preparò quindi un “piano di recupero” menzionando che il Patriarcato Latino accusava un decisivo ritardo nella costruzione delle scuole di ogni grado in Galilea. Il piano fu allora presentato al Gran Magistero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro ed il Card. Furno, Gran Maestro dell’Ordine all’epoca, diede il suo parere favorevole nel 1995, nel corso di “un sopralluogo” in Terra Santa.

“Per la grande gioia di tutta la popolazione”

Come risultato, dopo la scuola di Reneh, già in costruzione, fu annunciato, durante la festa della scuola nel giugno 1995, il progetto di una nuova scuola a Rameh per gli anni 1999-2000, “per la grande gioia di tutta la popolazione”, ricorda S.E. Mons. Marcuzzo. E questo senza tener conto dei bisogni della grande scuola di Kerak che si rivelarono prioritari, né della seconda intifada del 2000 che perturbò la vita delle scuole palestinesi. Fu così che solo nell’anno scolastico 2005-2006 fu concesso il permesso di ingrandire la vecchia scuola aggiungendo un piano supplementare. Nel 2008 la possibilità finanziaria ed il permesso del Ministero di costruire una nuova scuola secondaria ebbero bisogno di due anni di preparazione e di due anni di lavori. Secondo le parole di S.E. Mons. Marcuzzo “è una vera odissea che si conclude ed un sogno che infine si realizza”. Oltre all’estensione, il nuovo edificio sarà composto da 4 piani con una sala polivalente che verrà utilizzata sia dalla parrocchia che dalla scuola, da laboratori, aule e uffici amministrativi. Gli allievi potranno continuare i loro studi fino al liceo permettendo così alle famiglie di rimanere nel paese. In seguito gli allievi potranno continuare i loro studi, se lo desidereranno, all’università di Haifa.

Christophe Lafontaine