NELL’AUTISMO LO SVILUPPO DEL GIOCO NELL’AUTISMO · “figura/sfondo” incapacità di...

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ASPETTI MOTORI E SENSORIALI NELL’AUTISMO LO SVILUPPO DEL GIOCO NELL’AUTISMO: CARATTERISTICHE E STRATEGIE OPERATIVE Donatella Elia, Marianna Cometto TNPE, C.A.S.A. Centro Autismo e Sindrome di Asperger, Mondovì

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ASPETTI MOTORI E SENSORIALI NELL’AUTISMO

LO SVILUPPO DEL GIOCO NELL’AUTISMO: CARATTERISTICHE E STRATEGIE

OPERATIVE

Donatella Elia, Marianna Cometto

TNPE, C.A.S.A. Centro Autismo e Sindrome di Asperger, Mondovì

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DI COSA PARLEREMO :

•CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

•COME UTILIZZARE LE ABILITÀ MOTORIE PER SVILUPPARE LE AUTONOMIE PERSONALI

•CARATTERISTICHE E DIFFICOLTA’ SENSORIALI

•GIOCO E INTERAZIONE SOCIALE

•ROUTINE DI GIOCO

Tutte le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a

scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.

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CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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Ritardi nell’acquisizione delle tappe motorie fondamentali

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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Atipie della marcia

Deambulazione sulle punte

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Difficoltà di coordinazione

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Deficit nelle abilità grosso-motorie

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Deficit nelle abilità fini-motorie e prassiche

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Atipie del movimento, soprattutto degli arti superiori

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Ipotonia/ipertonia, fluttuazione del tono

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Difficoltà di imitazione

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Difficoltà nell’utilizzo della gestualità

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Acquisizione di un nuovo comportamento

Es. uso del bagno

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non sostituirsi al b. ma sfruttare tutte le occasioni della vita quotidiana:

Ad es. svestirsi

richiede :

La pianificazione delle sequenze (un’azione avviene prima della successiva: mi slaccio le scarpe, poi le sfilo)

Cosa possiamo fare???

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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Allo stesso tempo richiede anche l’ impiego di abilita’ motorie adeguate: motricità fine, coordinazione oculo-manale, utilizzo di tono e forza muscolare adeguati al compito

Ad esempio

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

Metto il

dentifricio

Spazzolino Apro l’acqua Lavo i denti Chiudo l’acqua

LAVO I DENTI

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Quali strategie adottare ? -aiutarlo nell’iniziare una sequenza di movimenti -utilizzare l’imitazione come modello per realizzare l’azione (fai come faccio io) -aiuto fisico: modellamento; per apprendere determinati movimenti è necessario che l’adulto accompagni fisicamente il bambino facendogli eseguire correttamente l’azione richiesta.

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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utilizzare l’aiuto fisico per realizzare nuovi schemi motori (es. aprire, premere, svitare, infilare, ritagliare,…), da diminuire gradualmente iniziare dal primo o dall’ultimo passaggio della sequenza ricostruendola a ritroso

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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Svolgere compiti da soli è importante :

per migliorare ed aumentare la pianificazione- esecuzione delle abilità prassiche

per il raggiungimento delle autonomie personali

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PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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Percezione:

vista

udito olfatto

tatto

gusto

sensazione sensi esterocettivi

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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Percezione:

vestibolare senso dell’equilibrio

cinestesico senso del movimento

sensazione sensi propriocettivi

CARATTERISTICHE MOTORIE NELL’AUTISMO

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Percezione:

informazioni sullo stato interiore del corpo

stimolo della fame, della sete, del dolore,…

sensazione sensi enterocettivi

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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Un’immagine completa si ottiene quando diversi sistemi di percezione lavorano simultaneamente

L’integrazione sensoriale :

ricevere stimoli

sensoriali

dare un significato all’informazione sensoriale

integrare le informazioni sensoriali con altre informazioni

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

1

2

3

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Un quadro completo si ottiene quando diversi sistemi di percezione lavorano simultaneamente

Le persone neurotipiche filtrano

le informazioni: utilizzano quelle

rilevanti, non tengono conto di quelle non

necessarie

Le persone con autismo captano tutte le

informazioni insieme, senza filtrarle, tutto è

importante, ma spesso si verifica un sovraccarico

di sistema

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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ESPERIENZE SENSORIALI PIÙ COMUNEMENTE RIPORTATE NELL’AUTISMO Iper e

iposensibilità

canale sensoriale ipersensibile: sensibilità intensa, eccessiva (può

causare dolore insostenibile)

canale sensoriale iposensibile: sensibilità non

sufficiente per essere elaborata (risposte mancate

o ritardate)

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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• Incoerenza della percezione

fluttuazione tra iper e iposensibilità

• Percezione frammentaria

percezione di singole parti, anziché dell’unità

(teoria della debolezza centrale; Frith 1989)

• Difficoltà nel rapporto

“figura/sfondo”

incapacità di identificare l’informazione rilevante, mettendo sullo sfondo le

altre

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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• Percezione distorta

cambiamento nella percezione di forme, spazi, suoni,…

• Percezione ritardata

una percezione per parti richiede quantità di tempo e sforzi maggiori

•Vulnerabilità al sovraccarico sensoriale

dato da: numero di stimolazioni operanti simultaneamente, durata

degli stimoli, frequenza del “bombardamento”

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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STILI PERCETTIVI

• Elaborazione a singolo canale

il cervello elabora informazioni

che entrano in una sola modalità

• Percezione periferica

evitamento della percezione

diretta

•“Chiusura del sistema”

per evitare il “sovraccarico” del sistema, può chiudere uno o +

canali sensoriali

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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Due necessità

• individuare le modalità sensoriali del soggetto

•link: http://storage.istruzioneer.it/file/SENSORIALE_GENERALE.pdf

• mettere in atto nell’ambiente modificazioni e strategie per permettere l’apprendimento con minor stress possibile, sfruttando i punti di forza del suo funzionamento sensoriale (vedere riferimento ai facilitatori nel capitolo gioco)

PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO

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Fissiamo alcune idee sul gioco

Il gioco rappresenta un aspetto fondamentale nel processo evolutivo di ogni individuo.

Il gioco rappresenta attività comuni al repertorio comportamentale

sia in tutte le culture umane sia nel mondo animale.

Attraverso l’agire ludico il bambino esprime bisogni e desideri, cresce, afferma la propria esistenza, pone le basi per la

strutturazione del mondo interno e la costruzione delle relazioni con la realtà esterna.

La spinta al gioco è una spinta spontanea e potente, parte integrante

dello sviluppo del bambino.

Il gioco è una forma di comunicazione, di esperienza emotiva, di azione trasformativa della realtà. Lo sviluppo di ogni bambino si lega al gioco secondo una logica bidirezionale. Il gioco contribuisce all’evoluzione delle funzioni motorie, sociali, cognitive, affettive, linguistiche e creative del bambino. Gradualmente le attività di gioco si evolvono. La sua progressione evolutiva da esplorazione indifferenziata ad azioni simboliche sempre più complesse dipende da una concorrenza di fattori maturazionali e socioculturali.

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I piccoli giocano per il solo piacere di farlo

Giocare è un’attività creativa

La crescita cognitiva, socioaffettiva, emotiva degli individui è determinata anche dalle opportunità offerte loro di giocare in

contesti sociali o di gruppo, in cui i bisogni di interazione, cooperazione, emulazione caratterizzano e connotano l’evoluzione

stessa dell’agire ludico.

Il gioco sociale diventa un momento di incontro in cui si è educati alla convivenza, alla differenza, alla curiosità, all’accettazione della

regola.

Anni di età Descrizione

2-4 Nel gioco solitario il bambino si diverte con i suoi giocattoli da solo, senza

curarsi di stare assieme o di parlare ai compagni; talvolta li guarda mentre

giocano senza però unirsi a loro.

4-6 Con il gioco parallelo il bambino gioca in modo indipendente accanto agli altri

ma non con loro; per quanto siano vicini e con giocattoli analoghi, i bambini non

hanno rapporti.

6-8 Con il gioco associativo il bambino ha rapporti con gli altri, scambia i giocattoli

con loro, e tenta di dirigerne il comportamento; ciascun bambino agisce

comunque per conto suo e non c’è divisione dei compiti né coordinamento delle

attività ludiche.

8-11 Con il gioco di collaborazione i bambini cominciano a coordinare assieme le

attività ludiche; in questo genere di gioco, i membri si assumono responsabilità

differenziate e spesso si sentono parte di un gruppo.

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Il gioco per sviluppare abilità negli ambiti principali dello sviluppo

Nell’area della relazione sociale (intersoggettività)

Nell’area della comunicazione Nell’area delle abilità pratiche (autonomie e tempo libero)

Nell’area delle abilità negli ambiti principali

dello sviluppo (attenzione, percezione, memoria, imitazione,

orientamento spazio-temporale, abilità prassiche ed abilità cognitive)

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Tutte queste peculiarità positive del gioco purtroppo si scontrano con le caratteristiche di sviluppo e comportamentali presenti nei bambini con DPS.

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Fasi principali dello sviluppo del gioco

1) Manipolazione semplice: esplora l’ambiente, sperimenta, usa contemporaneamente tutti i sensi, fa semplici giochi causa-effetto; i suoi atti hanno una considerevole varietà.

Il loro agire è semplice e limitato, ripetono sempre gli stessi giochi, semplici manipolazioni stereotipate e ripetitive. Spesso preferiscono sensazioni di prossimità.

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2) Gioco di combinazione: un vero detective, vede e sente come le cose si possono combinare insieme. La combinazione in questo caso vuol dire vedere le connessioni significative tra gli oggetti.

ma i bambini con autismo hanno una loro idea dell’ordine e quindi sono più bravi nel fare combinazioni ovvie: ogni forma si adatta ad un’altra. Non esplorano usando diversi materiali in modo diverso, ma tendono alla ripetizione senza fine delle stesse combinazioni “senza senso”.

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3) Gioco funzionale: un bambino normotipico mostra di capire l’uso degli oggetti. Non è ancora in grado di parlare ma i suoi giochi mostrano che ha idee. Questo tipo di gioco presume che il bambino sia capace di imitare. Questa è un’abilità difficile per i bambini con autismo, la maggior parte di loro non raggiungono il livello di imitazione che li renderebbe capaci di giocare in maniera funzionale. I bambini con autismo ad alto funzionamento sembrano acquisire alcuni giochi funzionali.

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4) Gioco simbolico: il gioco funzionale si trasforma gradualmente in gioco simbolico. Qualcosa che non c’è viene fatta esistere e diventa il simbolo di qualcosa altro. Nei giochi simbolici le abilità utilizzate son quelle che vanno oltre la percezione ed il significato letterale.

Per la maggior parte delle persone autistiche questa è una difficoltà che continuerà per tutta la vita

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Nei bambini con DPS, il gioco ha caratteristiche proprie

• è routinario, ripetitivo, con ritualità rigide ed ossessive

• carente o assente di funzione simbolica

• legato ai dettagli

• variabile nella durata, con regole difficilmente comprensibili e condivisibili

• solitario

• di tipo percettivo/sensoriale

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I bambini autistici possono imparare a giocare?

Il gioco nei soggetti con disabilità non compare spontaneamente ma necessita di istruzione sistematica

I bambini con autismo possono beneficiare enormemente dal gioco, vi possono prender parte con sempre maggior interesse e partecipazione anche emotiva, divertendosi realmente!

E’ nostro dovere progettare e realizzare un ambiente adatto alle loro particolari necessità, seguendo le regole base per

l’apprendimento di un bambino autistico: la strutturazione e l’individualizzazione.

Alcuni facilitatori sono: strategie visive e modificazione dell’ambiente a seconda delle caratteristiche sensoriali,

organizzazione delle attività e le routine di gioco

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Modificare lo spazio fisico

• postazione di lavoro lontana da fonti di distrazione

• ambiente ordinato e con poche stimolazioni •protetto da rumori

•dotato di illuminazione adatta

•avere uno spazio e tempi di “decompressione”, con attività da svolgere in quello spazio

•visualizzare l’area di gioco (es. scotch colorato sul pavimento, tappeto, sedie e tavolino…)

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Organizzare le attività

• nella comunicazione utilizzare un canale sensoriale alla volta

• usare toni di voce moderati, poche parole

•evitare rumori forti, improvvisi; attenzione ai momenti caotici (es. intervallo)

•rendere visibile l’organizzazione dell’ambiente e la previsione delle attività tramite strategie visive, strutturazione dello spazio

•privilegiare il canale visivo (supporto + proficuo per l’apprendimento)

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Organizzare le attività

• non dimenticare gli altri canali, soprattutto quello uditivo (con l’uso di ritmi sonori, filastrocche, movimenti su musiche semplici, …)

•in alcune occasioni caotiche (es. gite scolastiche, …) valutare l’utilizzo di tappi per le orecchie, di cuffiette musicali

•privilegiare materiali che siano tollerabili a livello tattile

•ampliare per quanto possibile le scelte in termini di gusto e olfatto, proponendo nuove esperienze per facilitarne l’accoglimento

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Le routines di gioco

Le attività di gioco routines di attività condivise, contraddistinte da reciprocità, divertimento ed

attenzione condivisa. Le routine di attività condivise devono avere un avvio, un tema,

una variazione/elaborazione ed una chiusura/transizione ad altra routine.

Le attività condivise centrate sull’altro: Routines sociali

sensoriali e Routines sociali sensoriali con oggetto Obiettivi: attivazione, attenzione, comunicazione,

intersoggetività

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La motivazione si compone di diversi aspetti:

E’ intrinsecamente motivante per le sue caratteristiche materiali

Veicola comportamenti comunicativi e sociali a più livelli, dal contatto di sguardo allo scambio di comuni significati, dal rispetto del turno al rispetto ed alla condivisione di regole.

Distinguere tra abilità nel gioco e abilità sociali!

È motivante ciò che si capisce È motivante ciò che si è in grado di fare È motivante ciò che risponde al proprio stile emotivo e percettivo

GIOCO

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Osservo il bambino

Attività preferita

Oggetto preferito

Modalità di utilizzo

Dove

Quando

Per quanto tempo

Modalità sensoriale attivata

Abilità di gioco

Abilità sociale

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™ PERSEVERANZA

PAZIENZA E CALMA

CREATIVITA’

La motivazione dell’adulto

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Giochi per sviluppare i correlati comportamentali dell’intersoggettività

ATTENZIONE CONGIUNTA EMOZIONE CONGIUNTA IMITAZIONE SCAMBIO DI TURNI LINGUAGGIO

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ATTENZIONE CONGIUNTA

Attenzione congiunta significa guardare (o ascoltare) ciò che

un altro sta guardando (ascoltando) con la

consapevolezza che si sta condividendo la medesima azione; questa forma di

attenzione (che si sviluppa nei primissimi mesi di vita) e fondamentale per tutto lo

sviluppo cognitivo e del linguaggio

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segue con lo sguardo le indicazioni dell’altro

osserva dove l’altro sta guardando e guarda nella stessa direzione

il bambino alterna il proprio sguardo tra l’oggetto osservato e l’altra persona

indica per mostrare o per chiedere

porta un oggetto per farlo vedere

Ricerca costante dell’aggancio visivo attraverso giochi graditi

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EMOZIONE CONGIUNTA

Ridere e sorridere insieme in risposta alla stessa situazione.

Rispondere con la manifestazione di un’emozione al comportamento

dell’altro.

Cogliere l’emozione dell’altro, la sua motivazione e adattare in

qualche modo ad essa la propria emozione.

Utilizzare l’espressione e la verbalizzazione delle emozioni come strumento nello scambio

sociale.

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Giochi per intensificare il contatto visivo:

cappelli buffi, naso da pagliaccio, collane vistose, oggetti sonori o con caratteristiche visive da avvicinare al proprio

viso, bolle, palloncini,…

Giochi che hanno una componente fisica: solletico, correre e saltare insieme, girotondo, fare la “lotta”, … cu-cù, nascondino

Giochi causa-effetto

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IMITAZIONE

Imitando l’espressione del viso, il gesto, il movimento, l’uso dell’oggetto si crea un

ponte fra me e lui.

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SCAMBIO DI TURNI

Alternanza di sguardi, di sorrisi, di suoni e di movimenti e dell’uso di

oggetti.

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LINGUAGGIO

Comunicazione verbale e non

verbale

Forma

Contenuto

Uso

Comunicazione come azione

Uso di canali integrati: motorio, gestuale, mimico, visivo e verbale

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Giochi per sviluppare le abilità pratiche

l’autonomia

la gestione del tempo libero

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Rispettare queste modalità significa andare incontro al loro modo di vedere le cose.

Adeguare l’ambiente al loro modo di funzionare così da poter modificare la realtà quel poco/tanto che basta per rendere compatibili i diversi modi di

funzionamento. Non aver fretta di voler cambiare,

ma essere attenti ai piccoli cambiamenti.

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BIBLIOGRAFIA

L. Hodgdon “Strategie visive per la

comunicazione”, 2004, Vannini Ed.

Jannik Beyer e Lone Gammeltoft, Autismo e

gioco, Il Minotauro nella collana Phoenix.

Maurizio Parente, La fabbrica dei giochi.

Strategie ludiche per bambini con BES,

Erickson.

Giuseppe Farci, Gioco e sviluppo delle abilità

socio-comunicative nella scuola dell’infanzia

per bambini con disturbi dello spettro autistico,

Rivista Autismo e disturbi dello sviluppo,

Ottobre 2012.

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Donald J. Cohen, Fred R. Volkmar, Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo. Vol.II strategie e tecniche di intervento, Vannini Editore.

C. Vio, a cura di, Autismo. Dalla diagnosi all’intervento psicoeducativo, Vannini Editore.

P. Wehman, A. Renzaglia, P. Bates, Verso l’integrazione sociale, Formazione alle abilità di vita, Erickson 2002

O. Bogdashina, Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella Sindrome di Asperger, Uovonero, 2011

T. Peeters con H. De Clercq, Autismo. Dalla conoscenza teorica alla pratica educativa, Uovonero, 2012