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‘Mae Mai’ e ‘Look Mai’ Muay Thai: le tecniche di base Di Bramarjan Marco De Cesaris Il risultato del lavoro di codificazione effettuato dai maestri convocati a tale scopo dall’allora Direttore della Commissione Cultura, Mr. Payungsak Jantrasurin, diretti dal Prof Paosawat Saengsawan ha portato a suddividere l’insieme delle tecniche marziali a mani nude della Muay Thai in quattro sottogruppi: 1) Chern Muay 2) Kon Muay-Kee 3) Chap Ko. 4) Mae Mai – Look Mai. Il primo gruppo di principi e di tecniche comprende i metodi per il corretto uso delle armi naturali del corpo umano (mani, piedi, tibie, ginocchia, gomiti e testa) per attaccare le varie parti sensibili del corpo dell’avversario: gli attacchi potranno essere diretti o preceduti da finte, inviti o eseguiti in combinazione. Il secondo gruppo riguarda lo studio dei diversi stili di lotta mirati a neutralizzare gli attacchi dell’avversario e ai sistemi di contrattacco: avremo così tecniche di blocco, schivata, spostamento, deflezione, anticipo, presa ecc., seguiti da contro colpi diretti a zone non protette del corpo dell’avversario. Il terzo gruppo riguarda il lavoro a corta distanza, altrimenti detto corpo a corpo, in cui il combattente si specializza in tecniche di percussione con gomito, ginocchio, testa ed in cui si applicano tecniche di rotture articolari e proiezioni a terra. L’ultimo gruppo comprende le tecniche, le strategie ed i metodi di utilizzo dei principi fondamentali della Muay Thai Boran: si definiscono perciò come Mae Mai Muay Thai (o Mai Khruu) le 15 tecniche base della Muay Thai, e come Look Mai Muay Thai (o Mai Kred) le 15 tecniche complementari di combattimento. Sia le prime che le seconde sono state codificate in un ordine preciso ed il novizio dovrebbe impararle secondo l’ordine previsto, passando dalle tecniche più semplici alle più complesse. Come molte “forme” delle arti marziali tradizionali anche le Mae Mai – Look Mai sono suscettibili di letture diverse, effettuate su piani sempre più approfonditi. Se infatti ad una lettura superficiale esse sembrano dare informazioni solo relative a movimenti offensivi e difensivi, ad un esame più MUAY THAI BORAN The Art of Fighting Origini: LA Muay Thai, nasce nel XIV secolo, a Sukhotai la capitale della Thailandia pro tempore. Spesso impegnati in continue lotte con i popoli limitrofi, oltre a sviluppare l’uso delle armi, si era reso necessario sviluppare anche la capacità di far fronte ai combattimenti corpo-a-corpo. Durante i periodi di pace, vi erano dei ‘campi’ dove i giovani praticavano l’arte marziale proprio con lo scopo di ‘forgiare’ il carattere ed aumentare le capacità di autodifesa. Uno dei primi campi di allenamento fu quello locato vicino alla capitale, il ‘Samakorn’ in Lopburi. Il primo Re di Sukhothai, Phokhun Sri In Tharatit, convinto della valenza educativa di questa disciplina marziale, ne fece l’addestramento fondamentale per il curriculum regale, mandando i propri due figli al campo di ‘Samarkorn’ per prepararli al trono, inaugurando una tendenza che nel tempo l’incoronava sport nazionale, e che si è protratta con varie vicissitudini, sino al secondo dopoguerra. Successivamente, essendo diventato anche un ‘viatico’ per l’approvvigionamento economico delle classi meno abbienti, la Muay Thai tradizionale, lasciava il posto ad una versione più occidentalizzata, oggi più conosciuta come Thai Boxe, proprio per venire incontro agli schemi di combattimento del mondo occidentale, notoriamente più favorevoli dal punto di vista prettamente economico. Nell’ultimo decennio del XX secolo, proprio ad opera del Bramarjan Marco De Cesaris, veniva ‘ricodificata’ attingendo all’opere di insigni maestri siamesi del passato in collaborazione con la Commissione nominata ad hoc dal Ministero dell’Educazione thailandese in tempi più recenti, implementandola con molte altre applicazioni interessanti anche ai fini di un utilizzo nell’autodifesa moderna, rendendola così oggi disponibile per i più appassionati, con il nome di Muay Thai ‘Boran’, ovvero ‘tradizionale’.

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‘Mae Mai’ e ‘Look Mai’ Muay Thai: le tecniche di baseDi Bramarjan Marco De Cesaris

I l r i s u l t a t o d e l l a v o r o d i codificazione effettuato dai maestri convocati a tale scopo dall’allora Direttore della Commissione Cultura,

Mr. Payungsak Jantrasurin, diretti dal Prof Paosawat Saengsawan ha portato a suddividere l’insieme delle tecniche marziali a mani nude della Muay Thai in quattro sottogruppi:

1) Chern Muay2) Kon Muay-Kee3) Chap Ko.4) Mae Mai – Look Mai.Il primo gruppo di principi e di

tecniche comprende i metodi per il corretto uso delle armi naturali del corpo umano (mani, piedi, tibie, ginocchia, gomiti e testa) per attaccare le var i e par t i s en s ib i l i de l cor po dell’avversario: gli attacchi potranno essere diretti o preceduti da finte, inviti o eseguiti in combinazione.

Il secondo gruppo riguarda lo studio dei diversi stili di lotta mirati a neutralizzare gli attacchi dell’avversario e ai sistemi di contrattacco: avremo così t e c n i c h e d i b l o c c o , s c h i v a t a , spostamento, deflezione, anticipo, presa ecc., seguiti da contro colpi diretti a zone non protette del corpo dell’avversario.

Il terzo gruppo riguarda il lavoro a corta distanza, altrimenti detto corpo a

corpo, in cui il combattente si specializza in tecniche di percussione con gomito, ginocchio, testa ed in cui si applicano tecniche di rotture articolari e proiezioni a terra.

L’ultimo gruppo comprende le tecniche, le strategie ed i metodi di utilizzo dei principi fondamentali della Muay Thai Boran: si definiscono perciò come Mae Mai Muay Thai (o Mai Khruu) le 15 tecniche base della Muay Thai, e come Look Mai Muay Thai (o Mai Kred) le 15 tecniche complementari di combattimento.

Sia le prime che le seconde sono state codificate in un ordine preciso ed il novizio dovrebbe impararle secondo l’ordine previsto, passando dalle tecniche più semplici alle più complesse.

Come molte “forme” delle arti marziali tradizionali anche le Mae Mai –Look Mai sono suscettibili di letture diverse, effettuate su piani sempre più approfonditi. Se infatti ad una lettura superficiale esse sembrano dare informazioni solo relative a movimenti offensivi e difensivi, ad un esame più

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Origini: LA Muay Thai, nasce nel XIV secolo, a Sukhotai la capitale della Thailandia pro tempore. Spesso impegnati in continue lotte con i popoli limitrofi, oltre a sviluppare l’uso delle armi, si era reso necessario sviluppare anche la capacità di far fronte ai combattimenti corpo-a-corpo. Durante i periodi di pace, vi erano dei ‘campi’ dove i giovani praticavano l’arte marziale proprio con lo scopo di ‘forgiare’ il carattere ed aumentare le capacità di autodifesa. Uno dei primi campi di allenamento fu quello locato vicino alla capitale, il ‘Samakorn’ in Lopburi. Il primo Re di Sukhothai, Phokhun Sri In Tharatit, convinto della valenza educativa di questa disciplina marziale, ne fece l’addestramento fondamentale per il curriculum regale, mandando i propri due figli al campo di ‘Samarkorn’ per prepararli al trono, inaugurando una tendenza che nel tempo l’incoronava sport nazionale, e che si è protratta con varie vicissitudini, sino al secondo dopoguerra. Successivamente, essendo diventato anche un ‘viatico’ per l’approvvigionamento economico delle classi meno abbienti, la Muay Thai tradizionale, lasciava il posto ad una versione più occidentalizzata, oggi più conosciuta come Thai Boxe, proprio per venire incontro agli schemi di combattimento del mondo occidentale, notoriamente più favorevoli dal punto di vista prettamente economico. Nell’ultimo decennio del XX secolo, proprio ad opera del Bramarjan Marco De Cesaris, veniva ‘ricodificata’ attingendo all’opere di insigni maestri siamesi del passato in collaborazione con la Commissione nominata ad hoc dal Ministero dell’Educazione thailandese in tempi più recenti, implementandola con molte altre applicazioni interessanti anche ai fini di un utilizzo nell’autodifesa moderna, rendendola così oggi disponibile per i più appassionati, con il nome di Muay Thai ‘Boran’, ovvero ‘tradizionale’.

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attento, sotto la guida di un vero esperto, si rivelano essere una fonte eccezionale di nozioni indispensabili per il combattimento reale:

- ci mostrano infatti come sviluppare la scelta di tempo in ogni azione di attacco o difesa;

- ci insegnano come sviluppare il senso della distanza (strettamente correlato al punto precedente);

- ci forniscono una mappa dei punti sensibili del corpo umano;- ci danno indicazioni su quali armi naturali usare per ottenere maggiori effetti quando attacchiamo i vari bersagli.

Per noi studenti europei lo studio di tali principi e gruppi di tecniche è una fon te p re s soché ine saur ib i l e d i informazioni marziali di grandissimo valore utilizzabile dall’appassionato di di fesa personale, cos ì come dai preparatori di atleti agonisti.

G r a z i e a l l ’ A c c a d e m i a Internazionale di Muay Boran (I.M.B.A.) oggi, anche gli appassionati italiani possono accedere a tali preziose nozioni come non era mai stato possibile fare fino ad ora, condividendone i segreti con le palestre I.M.B.A. presenti in altri 18 paesi nel mondo.

L’ARTE DI INSEGNAREL’ARTE MARZIALEDi Khru Stefano Bonucci

Gibran Kahlil, poeta, pittore e filosofo libanese dei primi del XX sec., a proposito dell’insegnamento disse: “Nessuno può insegnarvi nulla, se non ciò che in dormiveglia giace nell’albeggiare della vostra conoscenza...E se egli è davvero saggio non vi invita ad entrare nella casa della sua saggezza,

ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente...L’astronomo può parlarvi della sua comprensione dello spazio, ma non può donarvi la sua conoscenza...Il musicista può vantarvi il ritmo che è nell’universo, ma non può prestarvi l’orecchio che trattiene il ritmo, né la voce che lo echeggia...E chi è esperto nella scienza dei numeri potrà parlarvi dei campi, del peso e della misura, ma non vi ci potrà condurre...Giacché la capacità di visione di un uomo non presta le sue ali a un altro uomo”. Una sorta di rivisitazione del concetto di ‘Maiuetica’ introdotto da Socrate, ma entrambe sicuramente contrassegnate da una profonda riflessione sull'arte di educare e sul ruolo peculiare dell'insegnante, sensibile guida delle coscienze, che travalica il grado di conoscenza della materia oggetto d’ insegnamento, so f fer mandos i su l la capac i tà d i condividerla e condurre chi ascolta a raggiungere i l proprio grado di conoscenza. U n’ a f f e r m a z i o n e ch e s i p u ò condividere o meno, ma sicuramente indiscutibile è che prima di insegnare bisogna essere stati allievi.

Ho avuto la fortuna di frequentare diverse discipline di contatto, marziali e non, e di conseguenza, provare sulla mia pelle gli svariati metodi d’insegnamento dei miei maestri, di cui con tutta la mia buona volontà cerco di ‘scimmiottarne’ gli aspetti che più mi hanno colpito. Circa dieci anni fa ho conosciuto il Bramarjan Marco De Cesaris e da allora mi cimento in questa disciplina marziale, sia come allievo che come Maestro, ed in entrambi i casi, non si finisce mai di imparare. Dall’ottobre del 2010, ho accettato l’incarico propostomi dal titolare del Fitness Club di Montevarchi, - che ospita la prestigiosa Accademia di Karate - Giancarlo, di introdurre anche un corso di Muay Thai Boran.

Insegnarla, in uno dei più blasonati e storici centri di allenamento nazionale di Karate appariva una scelta al tempo stesso impegnativa ed incentivante. Ma l’immediato ‘feeling’ instauratosi con Giancarlo, e più che altro l’entusiasmo e la calorosa accoglienza del folto gruppo di allievi, hanno fugato ogni incertezza.

Anche quella più ‘materiale’ che avevo manifestato sin dall’inizio, ovvero l ’ impossibil ità di poter condurre direttamente ed in via continuativa il corso, in quanto non ancora dotato del dono dell’ubiquità, visto che insegno a Firenze nella mia palestra nelle stesse fasce orarie e giorni previsti, limitandomi

L’ Allenatore I.M.B.A. Massimiliano Lullia

qu ind i a sporad iche l ez ion i mens i l i . . .munito di ‘per mess ino’ accordatomi dagli allievi di Firenze.

Ma avevo individuato, in accordo con Giancarlo, la possibilità di assegnare il corso ad uno dei miei più qualificati allievi, l’allenatore Massimiliano Lullia, che già aveva dato prova a Firenze della capacità di ‘conduzione’ citata, e della profonda considerazione del ruolo peculiare che avrebbe rivestito di li a poco.

Un esperienza cui nessuno è ‘Nato imparato’ come si dice, e che sta maturando insieme ai suoi allievi, a c c o m p a g n a t o d a l s o t t o s c r i t t o , dall’istruttore I.M.B.A. Paolo Savini, titolare del corso di Muay Boran al Fitness Planet di Empoli, altro satellite di questa grande ‘famiglia’, e da Sanzio Puccini, altro comprovato allenatore della compagine toscana I.M.B.A. Il tutto in un miracoloso equilibrio ed entusiasta collaborazione di questo gruppo di allievi del Valdarno che con il loro impegno ripagano, oltre ogni più rosea previsione, l’impegno preso.

‘ S A WA D E E N A K MUAY ’, !..in bocca al lupo Massimiliano!!