Milano Riccardo Bianchi Quartetto 24ore 13 · 100 anni di Django Reinhardt Composizioni di Django...

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SettembreMusica Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03 _ 24 settembre 2010 Quarta edizione Break in Jazz Cecchetto-Guidi Duo Riccardo Bianchi Quartetto Franco Cerri Quartetto Milano Piazza Mercanti Giovedì 9, 16.IX.10 Venerdì 17.IX.10 ore 13 24 °

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SettembreMusica

Torino MilanoFestival Internazionaledella Musica

03_24 settembre 2010Quarta edizione

Break in Jazz

Cecchetto-Guidi DuoRiccardo Bianchi QuartettoFranco Cerri Quartetto

MilanoPiazza Mercanti

Giovedì 9, 16.IX.10Venerdì 17.IX.10ore 13

24°

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giovedì 9.IX.2010ore 13

Musicisti nel top jazzMusiche originali di Giovanni Guidi e Roberto Cecchetto

Cecchetto-Guidi duoRoberto Cecchetto, chitarraGiovanni Guidi, pianoforte

Con il sostegno diIl Gioco del Lotto - Lottomatica In collaborazione conAssociazione Culturale Musica Oggi

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Musicisti nel Top Jazz

Nella storia del jazz, il binomio tra chitarra e pianoforte presenta aspetti di indiscutibile suggestione accanto a problematiche di non facile risoluzione, dovute al fatto che la completezza armonica di entrambi gli strumenti pre-senta elementi di eterogeneità. Tra il pianoforte e la chitarra c’è un diverso modo di disporre le voci degli accordi, che non solo produce differenti sono-rità, ma anche sovrapposizioni o dissonanze. Soprattutto nelle formazioni più ampie, chitarra e pianoforte rischiano di sovrapporsi, mentre nel duo le linee possono facilmente confondersi, per cui trovare un equilibrio poetico diventa fondamentale per sviluppare quella conversazione fatta di suoni che è l’essenza stessa del jazz, il motore della musica. Non sono molti, nell’am-bito degli stili ormai storicizzati, gli esempi di grandi duetti tra chitarristi e pianisti, ma vale la pena ricordare quelli degli anni ’60 tra Jim Hall e Bill Evans, di rara finezza e lirismo, nei quali prevale l’intelligenza musicale dei due protagonisti, attenti a creare un felice connubio tra i loro strumenti. Certamente gli esempi non finiscono qui, se ne potrebbero fare molti altri, ma quelle pagine rappresentano un modello per tutti coloro che si muovo-no nell’ambito della tradizione del jazz moderno e contemporaneo. Oggi la chitarra offre però delle nuove linee espressive, proponendo sonorità nuove rispetto a quelle legate al classico sound dello strumento semiacustico ed elettrificato, e le nuove concezioni dell’armonia investono anche la sfera pia-nistica, ponendo le basi del dialogo in maniera differente rispetto al passato, laddove l’uso sempre più ampio dell’elettronica favorisce la definizione di nuove linee espressive. Questo concerto è un esempio di questo nuovo modo di pensare la conversazione in duo tra pianoforte e chitarra, proponendoci due protagonisti del jazz italiano degli ultimi anni, due artisti affermatisi nei referendum della critica indetti dalla rivista Musica Jazz (il Top Jazz del tito-lo), che sono appunto Cecchetto e Guidi. Il loro dialogo parte dal linguaggio e dal sound contemporaneo, guarda all’Europa senza perdere di vista le radici americane, si apre alla libera improvvisazione, per quanto controllata, trova inediti intrecci timbrici sviluppandosi come un work in progress dal percorso imprevedibile. Le sonorità elettroniche e inaudite della chitarra e i voicings contemporanei del pianoforte, portano alla realizzazione di un linguaggio in cui la sostanza prevale sull’apparenza.

Maurizio Franco*

*Musicologo, saggista e direttore artistico di rassegne concertistiche, insegna Storia del Jazz ai Civici Corsi di Milano, al Conservatorio di Parma e a Siena Jazz. Colabora con varie riviste musicali e con la rete culturale della Radio della Svizzera Italiana. È vicepresidente dell'Associazione Culturale Musica Oggi.

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Roberto Cecchetto

Una delle nuove, grandi voci internazionali della chitarra. Nato a Milano nel 1965, inizialmente studia chitarra classica e, con Filippo Daccò, armonia e composizione jazz, per poi iniziare una prestigiosa attività concertistica. Tra le sue collaborazioni, spiccano quelle con il gruppo Nexus di Cavallanti e Tononi, quella con Paolo Fresu, con l’artista giapponese Gak Sato, con Giorgio Li Calzi, con Andrea Dulbecco, Gianluca Petrella e, soprattutto, con Enrico Rava, che negli anni ’90 lo invita a far parte dei suoi Electric Five. Con questo gruppo ha svolto un’intensa attività internazionale, registrando album pluripremiati dalla critica italiana. Attualmente dirige il trio Downtown e negli ultimi anni si è imposto nel Top Jazz, il referendum della rivista Musica Jazz, quale miglior musicista nella classifica riservata ai chitarristi e ai tastie-risti. Insegna chitarra a Siena Jazz e ai Civici Corsi di Milano e ha pubblicato, insieme a Riccardo Bianchi, un volume sulla chitarra per la serie Master Jazz.

Giovanni Guidi

Una delle nuove realtà del jazz italiano, il pianista Giovanni Guidi ha vinto nel 2007 il Top Jazz della rivista «Musica Jazz» quale miglior nuovo musi-cista nazionale. Umbro, classe 1985, è stato lanciato da Enrico Rava, che lo ha voluto nei suoi gruppi Rava Under 21 e Rava New Generation, e a quella collaborazione sono seguite le partecipazioni alla Cosmic Band di Gianluca Petrella e alle formazioni di Mauro Negri, Lello Pareti, Fabrizio Sferra. Attualmente guida un proprio quartetto, con cui ha già inciso alcuni album, e la The Unknown Rebel Band, che si muove sui riferimenti orchestrali del jazz anni ’60 e ’70. Ha partecipato a numerosi festival italiani e internazio-nali, ottenendo unanimi consensi di critica, tra cui recensioni estremamente lusinghiere in Giappone. A Umbria Jazz 2006 è stato artista in residenza, esibendosi per dieci sere consecutive.

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giovedì 16.IX.2010ore 13

100 anni di Django ReinhardtComposizioni di Django Reinhardt e standard americani

Riccardo Bianchi QuartettoRiccardo Bianchi, chitarraLuca Campioni, violinoMarco Ricci, contrabbassoTommy Bradascio, batteria

Con il sostegno diIl Gioco del Lotto - Lottomatica In collaborazione conAssociazione Culturale Musica Oggi

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100 anni di Django Reinhardt

Oltre ai bicentenari di Schumann e Chopin, nel 2010 si ricorda anche il cen-tenario della nascita di Django Reinhardt, il grande chitarrista di origine zin-gara che ha segnato la cultura jazzistica del vecchio continente, diventando il caposcuola di un’idea europea della musica di derivazione africana america-na. Ma Django è stato anche un antesignano della policulturalità che anima la scena odierna, facendo confluire nella sua musica, cioè portando nella dimensione estetica ed espressiva del jazz, echi del proprio retaggio culturale, fondato sulle tradizioni interpretative del mondo gitano, sulla conoscenza della musica eurocolta e sul folklore, reale o immaginario, del mondo francese e mediterraneo. Il jazz, per lui, fu il veicolo nel quale concretizzare le sue esi-genze di artista creativo, dalla fantasia inesauribile e dalla tecnica strumenti-stica trascendentale, ancora oggi insuperata per completezza e abilità. Inoltre, il jazz offriva a un musicista di formazione orale la possibilità di improvvisare e di padroneggiare forme musicali non ampie, acquisibili attraverso un pro-cesso di memorizzazione delle parti; non a caso, Django fu un grande autore, che compose brani di diversa natura, spesso di carattere innovativo rispetto al periodo storico in cui vennero scritti. Fu anche uno dei primi, grandi improv-visatori della musica jazz, un artista avanzato sul piano linguistico, oltre che un artista che ha saputo, come Miles Davis o Coleman Hawkins, seguire con personalità di tratto il cammino jazzistico, passando dallo stile swing al bebop e alle forme più evolute del jazz dei primi anni ’50. Passato dalla chitarra acu-stica a quella elettrica, trovò suoni inauditi per l’epoca, superando il concetto di amplificazione elettrica attraverso l’uso di sonorità fortemente elettrificate, anticipatrici dell’uso dello strumento sviluppatosi alla fine degli anni ’60. Alla sua scomparsa, nel 1953, lasciava un’eredità che oggi viene raccolta non tanto dagli innumerevoli imitatori del suo stile acustico, ma dai musicisti capaci di progettare una musica di ampio respiro culturale, aperta alla molteplicità dei tratti culturali presenti nella società contemporanea. Nel concerto del quar-tetto di Riccardo Bianchi, che nonostante la strumentazione eviterà il ricalco calligrafico della musica dell’artista manouche, verranno eseguiti song del repertorio di Django, ma soprattutto alcune delle sue più famose composizioni quali Nuages, Minor Sewing, Troublant Bolero, Douce Ambiance.

Maurizio Franco

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Riccardo Bianchi

Chitarrista tra i più versatili della scena nazionale, vanta una lunga e arti-colata carriera, che lo ha visto esordire, nel 1979, nell’orchestra di Giorgio Gaslini e poi collaborare con diversi artisti italiani e stranieri. Tra questi, spiccano i nomi di Enrico Rava, Franco Cerri e Kenny Wheeler, con cui ha realizzato concerti e incisioni discografiche in Italia e all’estero. Attualmente ha all’attivo, come leader e sideman, una trentina di incisioni discografiche. Ha poi scritto musiche per due musical, per spettacoli di danza e collaborato con musicisti di ambito classico e popular, eseguendo repertori eterogenei che spaziano dal pop alla musica di Piazzolla. Insegna chitarra ai Civici Corsi di Jazz ed è uno specialista della musica di Django Reinhardt, di cui è l’unico a eseguire alcuni dei brani per sola chitarra.

Luca Campioni

Diplomato in violino e percussioni, dal 1988 collabora con le più importanti orchestre sinfoniche italiane, tra cui quelle della Rai di Milano e Torino e del Teatro alla Scala, dei Pomeriggi Musicali e della RTSI di Lugano, oltre che con i Solisti Veneti e i Percussionisti della Scala. Ha scritto e realizzato musiche per la televisione, collaborato con il Piccolo Teatro per spettacoli di Giorgio Strehler e da anni si esprime come violinista jazz. Tra i musicisti con cui ha suonato e registrato, si distinguono Franco Cerri, Paolo Tomelleri, Enrico Rava, Riccardo Bianchi, Massimo Colombo e Luisa Cottifogli. Ha inci-so per la Map con il quartetto d’archi String Island e ha al suo attivo un cd per l’etichetta Splasch: Incontri e Contrasti. Attualmente fa parte dell’orchestra multietnica fondata dal maestro Zagnoni al Teatro Manzoni di Bologna.

Marco Ricci

Contrabbassista versatile, diplomato in conservatorio, dove ha anche studiato composizione con Adriano Guarnieri, vanta un percorso musicale articolato. Ha collaborato con molti dei jazzisti di punta della scena italiana e altret-tanti artisti americani, tra i quali Lee Konitz, Billy Cobham e Bob Mintzer, partecipando a innumerevoli festival nazionali e internazionali. Leader del quartetto Quadrivision (con Cecchetto, Mandarini e Manzi), collabora anche con Sentieri Selvaggi in produzioni di musica contemporanea e con altri esponenti di spicco del mondo classico, oltre che con la Crescendo Band di Sandro Cerino. Da anni fa parte del gruppo di Enzo Jannacci e ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui l’edizione 2010 di Zelig. È docente della SMUM, Scuola di Musica Moderna di Lugano.

Tommaso Bradascio

Batterista e percussionista, diplomato al conservatorio di Milano in Strumenti a percussione e in Musica Jazz, svolge attività concertistica sia in ambito jaz-zistico, sia in quello pop, classico e contemporaneo. È stato un componente del gruppo di percussioni Naqqara, diretto da Maurizio Ben Omar e ha colla-borato per uno stage al Piccolo Teatro, con la ballerina Carolyn Carlson; ha fatto parte anche del Percussion Staff di Guner Sommer e ha lavorato assi-duamente con il cantante Bruno Lauzi. In ambito jazzistico, è stato partner di David Friedman e di altri musicisti americani, oltre che di molti jazzisti di rilievo della scena nazionale, tra cui Bruno De Filippi, Franco Cerri, Dado Moroni, Giovanni Falzone, Laura Fedele, Marco Detto e Tino Tracanna.

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venerdì 17.IX.10ore 13

Il decano della chitarra jazz italianaelaborazioni di standard americani e brani originali di Franco Cerri

Franco Cerri QuartettoFranco Cerri, chitarraAlberto Gurrisi, organo hammondMarco Vaggi, contrabbassoTony Arco, batteria

Con il sostegno diIl Gioco del Lotto - Lottomatica In collaborazione conAssociazione Culturale Musica Oggi

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Il decano della chitarra jazz italiana

Quando si parla di chitarra jazz al di qua dell’Atlantico, è evidente che il nome di riferimento sia quello di Django Reinhardt, impareggiabile maestro di un uso dello strumento che ha influenzato anche il panorama chitarristico americano. La presenza di una figura così rilevante non ha però esaurito la storia dello strumento nel vecchio continente, anzi il percorso della chi-tarra jazz europea è stato particolarmente ricco di grandi personalità. Basti pensare ai connazionali di Django, i belgi René Thomas e Philip Catherine, oppure a John McLaughlin, che per la vastità del suo mondo espressivo è forse il vero erede della policulturalità dell’artista di origine manouche. Ma ci sono altre personalità di rilievo nella scena europea, e tra queste spicca il nome di Franco Cerri, autentico decano della chitarra moderna in Italia, il primo ad aver sviluppato nel nostro paese il linguaggio bebop sulle sei corde. Prima, nonostante Cosimo Di Ceglie avesse già utilizzato la chitarra elettrica guardando alla lezione del tardo swing, il chitarrismo italiano rimaneva pre-valentemente legato alle esperienze pre-bebop, quindi mancava di una linea in grado di incarnare le nuove idee che maturavano nel jazz americano. Idee fresche, interessanti, che Cerri seguì sin dal loro primo apparire, trasfor-mandole alla luce di una forte personalità che lo ha portato a diventare un autentico stilista dello strumento, un musicista originale e immediatamente riconoscibile. Il suo linguaggio, la cui essenza evidenzia la duplice lezione di Reinhardt e di Charlie Christian, nel tempo si è ispirato anche al mondo di Barney Kessel e di Wes Montgomery, mantenendo dei tratti legati alla tra-dizione americana del jazz. Fraseologicamente, Cerri si distingue per la ric-chezza di un ritmo naturalmente legato allo swing, per l’imprevedibilità delle frasi, i cui segmenti melodici si susseguono senza soluzione di continuità, e per un sound che inizialmente era secco e asciutto e, nel corso del tempo, si è arrotondato e ammorbidito. Il suo stile interpretativo è diventato sempre più maturo e profondo, lasciando emergere con chiarezza una delle caratte-ristiche del suo mondo espressivo: la personalità delle armonizzazioni, che lo portano a modificare le grandi pagine del songbook americano attraverso un processo di sostituzioni di accordi e l’uso di particolari, originali voicings. Anche nel programma preparato per MITO, gli evergreen verranno quindi ripensati nelle loro armonie e si affiancheranno a quelle composizioni del maestro, spesso caratterizzate da titoli nonsense, frutto del sottile umorismo di un artista ancora in piena attività, ma giustamente considerato un decano: non solo della chitarra, ma dell’intero jazz italiano.

Maurizio Franco

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Franco Cerri

Caposcuola della moderna chitarra jazz in Italia, è nato a Milano il 29 gen-naio 1926, formandosi jazzisticamente con il bebop, sviluppando anche un pronunciato gusto melodico e la rara capacità di ‘far cantare’ le progressioni degli accordi. La sua lunga e feconda carriera, costellata di innumerevoli tappe di assoluto rilievo, è cominciata nel 1945, al fianco di Gorni Kramer, sviluppandosi poi attraverso una serie di incontri con personalità di vertice della storia jazzistica, tra cui i chitarristi Django Reinhardt, Jim Hall e Barney Kessel, poi Chet Baker e Billie Holiday. La sua carriera è caratterizzata anche da storiche collaborazioni con la televisione, che lo hanno reso artista popo-lare anche presso il grande pubblico, grazie a programmi divulgativi ai quali hanno preso parte famosi jazzman nazionali e internazionali. Tra questi, ricordiamo: Di Jazz in Jazz, Jazz primo amore, Fine serata da Franco Cerri. Nel 1980 ha inaugurato il sodalizio con uno dei principali artefici del jazz italiano, il pianista e compositore Enrico Intra, e nell’ultimo ventennio si è mosso come Presidente dell’Associazione Culturale Musica Oggi (di cui, con Intra e Maurizio Franco, è uno dei fondatori), che dirige i Civici Corsi di Jazz di Milano. In seno ai corsi ha fondato il Guitar Ensemble, un quartetto di chi-tarre che funziona come un autentico laboratorio musicale. Ha pubblicato, insieme a Mario Gangi, il celeberrimo Corso di chitarra edito dalla Fratelli Fabbri e, con Paolo Cattaneo e Giovanni Monteforte, il libro Chitarra Jazz – approcci, sviluppi, esperienze, edito dalla Ricordi.

Alberto Gurrisi

Pianista e organista, è diplomato ai Civici Corsi di Jazz di Milano, dove ha suonato in concerto con diverse formazioni della scuola (tra cui la Civica Jazz band di Enrico Intra). Da anni si dedica all’organo Hammond ed è membro stabile del quartetto di Franco Cerri, che lo ha fatto conoscere nel contesto nazionale del jazz, nel quale si è mosso anche in seno all’Hammond Trio, for-mazione con cui ha partecipato al festival di Iseo Jazz e che è stata trasmessa a Radio Tre Suite. Inoltre, ha accompagnato Enrico Rava in seno all’iniziativa “Maurizio Franco Incontra il Jazz” e svolge un’intensa attività nell’ambito della scena milanese.

Tony Arco

Direttore del Time Percussion, batterista e didatta di riferimento nella sce-na jazz italiana, Tony Arco si è formato inizialmente in Italia, con Enrico Lucchini e Tullio De Piscopo, specializzandosi negli Stati Uniti sotto la guida di Gary Chaffee, Bob Moses e Alan Dawson. Batterista ‘di casa’ per alcuni anni del celebre Wally’s Jazz Club di Boston, Arco ha suonato con molti grandi musicisti della scena nazionale e internazionale, tra cui sono rilevanti le collaborazioni con Dave Liebman, Roy Hargrove, John Medeski, Bobby Watson, Tony Scott, Enrico Intra, Franco Cerri, Enrico Rava, George Garzone e Antonio Faraò. Tra i più significativi batteristi contemporanei per grande orchestra jazz, è membro stabile della Civica Jazz Band e della Montecarlo Nights Orchestra, mentre come didatta ha pubblicato per la Ricordi (nel-la serie La nuova didattica dei Civici Corsi di Jazz) i due volumi Master in Batteria Jazz e, insieme a Lucio Terzano, Master in Sezione Ritmica.

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Marco Vaggi

Nato a Milano nel 1957, Marco Vaggi ha iniziato l’attività di musicista alla fine degli anni ’70, in seno al quintetto del batterista Gianni Cazzola. Ha fatto parte del quintetto di Giorgio Gaslini, del quartetto di Cerri e Intra (con quest’ultimo ha partecipato ai progetti di improvvisazione su film del periodo espressionista), dei gruppi di Claudio Fasoli, Guido Manusardi, Mario Rusca, Antonio Faraò, Roberta Gambarini, Luigi Bonafede, Luca Flores, Massimo Urbani, Mauro Negri, Tony Arco e, sul piano internazionale, ha suonato tra gli altri con Tony Scott, Dave Liebman, Steve Grossman, Lee Konitz, Jerry Bergonzi ed é membro stabile della Civica Jazz Band. Didatta di alto livello, dagli anni ’90 è docente di contrabbasso, teoria e musica d’insieme ai Civici Corsi di Jazz e ha pubblicato (con Lucio Terzano) il volume Master in Contrabbasso Jazz. Con Annamaria Grillo è parte del progetto Musicando, che propone workshops di lavoro sul corpo, sull’ascolto e sulla musica d’in-sieme.

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Piazza dei Mercanti

Piazza dei Mercanti ha rappresentato a lungo la sede del potere civile di Milano, nonché il cuore urbanistico della città medievale, poiché vi conver-gevano le principali strade di collegamento con le sei porte urbiche (Romana, Orientale, Ticinese, Vercellina, Comasina, Nuova) e ad essa si accedeva attra-verso cinque portoni aperti in corrispondenza dei sestieri. La piazza venne edificata a partire dal 1228 in forma di quadrato chiuso con al centro il Palazzo della Ragione. Negli anni successivi l’Unità d’Italia fu trasformata con l’apertura di via Mercanti (1867-1878), che collega piazza del Duomo a Cordusio e che ha convertito in strada la parte settentrionale dell’antica piazza. In seguito all’intervento ottocentesco, infatti, il Palazzo della Ragione non sorge più al centro, ma delimita soltanto un lato della piazza.Nel 1228 il Consiglio comunale di Milano e il Podestà Aliprando Fava delibe-rarono la costruzione del Broletto Nuovo, in sostituzione di quello ‘Vecchio’ attiguo al Palazzo Arcivescovile. L’edificio – detto anche Palazzo della Ragione – doveva divenire espressione dell’autonomia del Comune e modello per numerosi palazzi pubblici lombardi sorti negli anni seguenti. Costituito da un pianterreno sopraelevato aperto da tre file di arcate e da un piano superiore ornato di trifore, fu completato nel 1233 dal Podestà Oldrado da Tresseno, raffigurato a cavallo su un rilievo posto sopra un pilastro. Nel 1771-73 fu innalzato di un piano per divenire sede dell’archivio notarile.Dall’altro lato della piazza sorge l’elegante costruzione trecentesca della Loggia degli Osii (1316) eretta in marmi bianchi e neri, con influenza tosca-na, per volere di Matteo Visconti. Di notevole importanza le nove statue trecentesche in marmo bianco poste sulla facciata e raffiguranti la Madonna col Bambino e santi (le sculture originali sono in collezione privata). A lato si erge il Palazzo delle Scuole Palatine, edificato da Carlo Buzzi nel 1644-45 sull’area di un’antica scuola e anch’esso pesantemente rimaneggiato nell’Ot-tocento. Chiude la piazza, sul lato verso il Cordusio, l’avanzo della Casa dei Panigarola, eretta tra il 1433 e il 1466 dall’Università dei Mercanti e restau-rata da Luca Beltrami.L’edificio fu sede dell’ufficio degli Statuti – dove erano depositati gli atti delle magistrature cittadine – a lungo affidato alla famiglia Panigarola.Al centro della piazza si leva la cosiddetta Pietra dei Falliti, mentre sulla viadei Mercanti sorge il Palazzo dei Giureconsulti, edificato da Vincenzo Seregni nel 1561 grazie a Papa Pio IV, il milanese Angelo Maria Medici. Il nucleo della torre al centro è di epoca duecentesca.

Il FAI presenta i luoghidi MITO SettembreMusica

Si ringrazia

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MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero®

Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar

Una scelta in difesa dell’ambiente contraddistingue il Festival sin dall’inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall’alto valore scientifico e sociale.

Contribuire alla creazione e tutela di aree all’interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l’intervento forestale è finalizzato a mantenere l’equilibrio ecologico tipico del luogo.

Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR.

In collaborazione con

Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival

*È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da www.i-nigma.com, basta lanciare l’applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell’operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto.

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… in metroTutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore 16.30 con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM.

… in stazioneMartedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni.

… nei parchiTutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione.

… nelle piazze e nelle strade della periferia milaneseNei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica.

… nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centroConcerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle 17.30 nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore 18.30 in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica.

… nelle UniversitàTre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle 16.30 il tango nella sede dell’Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all’Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore 12.30 al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca.

… in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all’invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di 15-20 minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia.

Il programma dettagliato è disponibile sul sito www.mitosettembremusica.it /programma/fringe.html

MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival

MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi...

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Realizzato daAssociazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano

Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro ParenzoRenzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman

Comitato di PatronageLouis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca Umberto Veronesi

Consiglio DirettivoFrancesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri Roberta Furcolo / Leo Nahon / Roberto Spada

Collegio dei revisoriMarco Guerreri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita

Organizzazione Francesca Colombo Segretario generale, Coordinatore artisticoStefania Brucini Responsabile biglietteriaMarta Carasso Vice-responsabile biglietteriaCarlotta Colombo Responsabile produzioneFederica Michelini Assistente Segretario generaleLuisella Molina Responsabile organizzazioneLetizia Monti Responsabile promozioneCarmen Ohlmes Responsabile comunicazione

MITO SettembreMusicaPromosso daCittà di Milano Letizia Moratti Sindaco

Massimiliano Finazzer FloryAssessore alla Cultura

Comitato di coordinamentoPresidente Francesco MicheliPresidente Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura

Antonio Calbi Direttore Settore Spettacolo

Francesca Colombo Segretario generaleCoordinatore artistico

Città di Torino Sergio Chiamparino Sindaco

Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia

Vicepresidente Angelo ChianalePresidente Fondazioneper le Attività Musicali Torino

Anna Martina Direttore Divisione Cultura, Comunicazione e promozione della Città

Angela La Rotella Dirigente Settore Spettacolo, Manifestazione e Formazione Culturale

Claudio Merlo Direttore generale

Enzo RestagnoDirettore artistico

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MITO SettembreMusica Quarta edizione

Il Festival MITO a Milano è a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, le emissioni di CO2 sono state compensate con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallo-ne in Provincia di Milano, e in Madagascar

I Partner del Festival

Con il sostegno di

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partner istituzionale

Si ringrazia

• per l’accoglienza degli artisti

Fonti Lurisia COM.AL.CO. Sas Guido Gobino Cioccolato

ICAM Cioccolato Galbusera S.p.A.

• per l’abbigliamento dello staff

GF FERRÉ• per il sostegno logistico allo staff

BikeMi

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Milano Torinounite per l’Expo 2015

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