Mensile del Medio Friuli · Anno I n°2/2016 · CODROIPO (UD ... · Via G.B. Candotti 75 Direttore...

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Mensile del Medio Friuli · Anno I n°2/2016 · CODROIPO (UD) · Euro 1,00 · Copia Gratuita

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Editore: FORTE & CHIARO

Redazione: 33033 CODROIPO (UD)Via G.B. Candotti 75

Direttore Responsabile: Marco Mascioli

Aut. Tribunale di Udine N° 2/2016del 28/01/2016

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Grafica ed impaginazione:FORTE & CHIARO pubblicità e immagineStampa: Tipografia Menini

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4 ⁄ EDITORIALE:

5 ⁄ Codroipo funghi e botanica

6 ⁄ Giubileo in Medio Friuli

7 ⁄ Foto Giubileo

9 ⁄ Protezione Civile Codroipo

10 ⁄ Le virtù dei "forti"

11 ⁄ Le virtù dei "forti"

12 ⁄ Daniele Parussini

13 ⁄ Le regole del poker

14 ⁄ Amore per le due ruote

15 ⁄ Imprevisto - Famiglia - Educazione

16 ⁄ Stefania Curatolo

17 ⁄ Codroipo ai raggi X ⁄ Giovani leonesse

18 ⁄ La potenza dei cittadini ⁄ Pasqua

19 ⁄ Sfrecciando a Mereto di Tomba

20 ⁄ La Pannocchia ⁄ Immigrazione

21 ⁄ Miss Italia

22 ⁄ Tagliamento croce o delizia

23 ⁄ Festa Bertiolo e Lignano

24 ⁄ Solo Tinkara

25 ⁄ Rispetto, Ecologia, Reciprocità

26 ⁄ L'assessore si nasconde

27 ⁄ Centro Studi Medio Friuli

28 ⁄ La rinascita del trumeau

29 ⁄ Piccole Grandi Promesse

30 ⁄ Pasche - Pasqua ⁄ La Patrie dal Friûl

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Un esordio dall’esito prevedibile. Si sa che i complimenti sono gratuiti quanto le lamentele, ma il bilancio è nettamente posi-tivo. Il complimento più apprezzato è stato sicuramente da chi ha detto di aver letto tutta la rivista fino in fondo. Innegabile fac-cia piacere e inorgoglisca.

Le editrici si dicono contente, io felice e cosciente di poter migliorare sempre, rite-nendo corretta la strada intrapresa. Realiz-zare una rivista che si occupa del Medio Friuli, sconfinando solamente qualora l’ar-gomento tocchi personalmente i residenti, riportando cose utili e interessanti, è im-pegnativo ma imperativo per noi. Cercare originalità nella scelta delle informazioni è

I l primo andato, siamo al secondoquasi impossibile: sufficiente guardare le prime pagine dei quotidiani nazionali per comprendere che seppur con un bacino quasi illimitato, le notizie sono sempre le stesse per tutti. Codroipo e l’altra decina di comuni che compongono il territorio sono raramente sugli strilloni (per fortuna) e noi cerchiamo di dare spazio a quelle informa-zioni davvero interessanti per i nostri lettori.

Giornalismo e non opinionismo, significa sentire il dovere di riportare le notizie viven-dole in prima persona, al massimo condite dalle sensazioni condivise e descrivendo i particolari osservati. Soffro spesso di soli-tudine, quando ci sono gli eventi principa-li nel nostro territorio, non vedo molti altri

giornalisti (o scrittori di notizie). Non conce-pirò mai un testo realizzato dopo aver letto articoli altrui, magari post su Facebook, de-sumendo le informazioni dalle opinioni e in-terpretandole senza averle vissute in prima persona. Quando siamo a conoscenza di qualche informazione, più o meno confusa, riportata da qualcuno che non è coinvolto, prendiamo contatto direttamente con gli in-teressati per consentire loro di raccontare i fatti. Questo per me è fare il giornalista, con l’etica e la professionalità che meritano i lettori. Sarete voi stessi, dopo aver letto il racconto dei fatti, a farvi un’opinione senza subire i suggerimenti degli autori. Questo non esclude la possibilità di raccontare an-che le sensazioni provate e la descrizione degli aneddoti di derivazione cognitiva, per-sonale. La realtà non esiste: è ciò che ognu-no di noi costruisce. Quando vivo un’espe-rienza utilizzo gli occhi, le orecchie, le mani e, riflettendo, scopro cosa significa vivere a pieno ciò che mi circonda. Posso raccon-tare la realtà sempre acquisita attraverso i miei recettori, come chiunque.

Voglio ringraziare tutti voi lettori e gli in-terpreti delle notizie che trovate all’interno di questo secondo numero della rivista. Im-

pagabile il lavoro svolto da giornalisti e col-laboratori. In questo caso il social network consente di certificare la vostra vicinanza rilevando oltre trecento “Mi Piace” nella pagina "Forte & Chiaro mensile del Medio Friuli". Nelle pagine di questo numero ci sono articoli di politica locale, tanta arte e cultura, religione, sport, ecologia, auto-mobilismo e anche la bellezza. Rimango a disposizione di tutti quelli che, avendo or-ganizzato qualche manifestazione, qualche evento o governando i comuni, hanno qual-cosa d’interessante da dire. Tecnicamente sarà possibile inserire tutte le notizie giunte in redazione entro l’ultimo giorno del mese precedente. Grazie e buona lettura,

Marco Mascioli

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C odroipo: funghi e botanicaIl Gruppo Micologico Codroi-

pese ha iniziato la sua attività nel 2016 con la programmazione del calendario delle conferenze di-dattiche, allo scopo di divulgare la conoscenza dei miceti e nozioni botaniche.

Calendario del I° ciclo di conferenze a tema.

1° Giorno GIOVEDI’ 17 MAR-ZO 2016: “ I funghi del noccio-lo“. Relatore: Micologo MAURI-ZIO PICCININ

2° Giorno GIOVEDI’ 31 MAR-ZO 2016: “Le Poliporacee”. Re-latore: Micologo ROMANO TAS-SAN TOFFOLA

3° Giorno GIOVEDI’ 7 APRILE 2016: “Funghi parassiti delle piante ortive” Relatore: Agrono-mo IVANO CLABASSI

4° Giorno GIOVEDI’ 14 APRILE 2016: “ La tundra artica - Funghi e ambienti”. Relatrice: Micologa MARINA MAGNOZZI

5° Giorno GIOVEDì’ 21 APRILE 2016: “Il mondo delle bacche e pseudo bacche”. Relatore: EN-NIO FURLAN

Tutte le conferenze si terranno alle ore 20.00 presso sede CLUB VECCHIE GLORIE Via Circonval-lazione Sud – Polisportivo comu-nale.

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MARZO 2016

Tra mercoledì 10 febbraio e domenica 14 una serie di celebrazioni ed eventi han-no caratterizzato la forania e tutta la città di Codroipo. Mentre il papa nella bolla di indizione del giubileo definì Gesù “Miseri-cordiæ Vultus” (Volto della Misericordia), il pensiero di molti del Medio Friuli è andato al volto, espressivo, intenso e misterioso del Crocifisso custodito da oltre 200 anni nel duomo di Codroipo e noto come “Cri-sto nero”.

Proveniente da Venezia, giunse a Co-droipo nel dicembre del 1808, accompa-gnato dalla reputazione di crocifisso che accompagnava al patibolo i condannati a morte. Il “Cristo nero” (risalente alla secon-da metà del XV secolo) deve il suo nome al colore bruno con cui è stato rivestito. Il cappellano della Confraternita “dei picai” porgeva la sacra immagine al condannato, il quale poteva baciarla prima dell’esecu-zione capitale che era eseguita pubblica-mente e spettacolarmente nella piazzetta davanti al molo di palazzo Ducale.

Questo simbolo è stato scelto come icona del giubileo per la forania di Codroi-po. Ottenuto dall’Arcivescovo il permesso di un’ostensione straordinaria, in quan-to l’ultima a cadenza “regolare”, cioè alla scadenza dei 25 anni, è stata nel 2009. Il calendario degli appuntamenti offrì a tutti l’opportunità di compiere un percorso giu-bilare completo con momenti di preghie-ra, penitenza, e riflessione.

In verità in questo periodo si sono al-ternati momenti di grande fede, cultura, scienza e rispetto, sebbene alcuni eventi in programma come la processione con il Cristo Nero sino alla casa di riposo Danie-le Moro in programma domenica, non si è potuta svolgere a causa della forte piog-

gia. Oltre le celebrazioni eucaristiche in duomo e le messe solenni straordinarie, in questi giorni di ostensione del Cristo Nero (che solitamente è situato nella navata si-nistra del duomo, mentre per l’occasione è stato posizionato al centro, in mezzo) si sono svolti eventi come il concerto di sa-bato sera: “La via crucis” di Liszt interpre-tata dai cori Juvenes Cantores di Plasen-cis e la Corale Caminese, accompagnati dall’orchestra di fiati Euritmia di Povoletto.

Nel contempo c’era anche la ricorrenza del giorno del malato, che ha visto Angelo Macor organizzare venerdì in sala consi-gliare del municipio di Codroipo la presen-za, oltra al parroco Don Ivan Bettuzzi, del dottor Lucio Mos, cardiologo del nosoco-mio civile di San Daniele, che con gran-de enfasi, competenza e agevolezza, ha parlato delle ultime scoperte sui potenziali danni cardiaci derivati da cattiva alimenta-zione e abitudini.

Sabato pomeriggio, accompagnato da un decina di sacerdoti, Don Ivan ha cele-brato la messa con l’unzione degli infer-

mi presso l’Asp D. Moro di Codroipo. Una cerimonia che, oltre al profondo senso religioso, ha commosso e coinvolto tut-ti proprio in occasione delle unzioni con l’olio benedetto. La disponibilità dei prelati ha consentito d’interessare anche coloro che sono stati raggiunti nelle loro stanze poiché impossibilitati a muoversi. Il giorno successivo si è ripetuta la cerimonia pres-so il duomo di Codroipo dove al mattino c’era molta più gente del solito proprio per la presenza di tutti i malati.

Tutte le autorità civili del Medio Friuli hanno partecipato agli eventi e tra le per-sonalità ecclesiali abbiamo annoverato anche il Cardinale Vinko Puljic, vescovo di Saraievo, che ha rammentato la guerra in Bosnia e portato il saluto e la sua be-nedizione agli ospiti della casa di riposo Daniele Moro.

Il prelato è stato accompagnato dal sin-daco della città di Codroipo, il parroco Don Ivan e il presidente dell’Asp Moro An-drea D’Antoni.

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Il mese di gennaio di ogni anno è con-suetudine fare il bilancio dell’attività da parte ogni associazione, anche la Prote-zione Civile presenta il resoconto della sua attività.

Le ore di attività della squadra comunale della Protezione civile di Codroipo ammon-tano a 2.664, diversi i campi d’intervento in cui sono stati impegnati, dal taglio degli alberi dovuto alla caduta in occasione di forti temporali, sino alla collaborazione con altre associazioni come la Lucciolata, Co-droipo in Bicicletta, presidio territoriale per il brillamento di bombe ritrovate nel Taglia-mento, corse ciclistiche ecc.

I volontari della Protezione Civile di Co-droipo partecipano con due tutor ai campi scuola della durata di una settimana, che la sede Regionale organizza presso la Ge.Tur. di Lignano per gli studenti delle superiori di tutta la Regione, tali corsi spaziano dalla sicurezza stradale, antincendio, primo soc-corso, uso di pompe, conoscenze per pic-cole manutenzioni casalinghe, ecc. Tutto spiegato da personale competente, come gli ispettori di polizia stradale, il personale del 118, vigili del fuoco oltre che dai volon-tari stessi.

Inoltre come ogni anno collaborano con la Polizia Locale per la sicurezza in occa-sione della Fiera di S. Simone, le varie pro-ve di evacuazione in tutti i plessi scolastici

e in questi giorni con il Comune di Bertiolo per la buona riuscita della festa del vino. La Regio-ne ogni anno organizza dei corsi specialistici per tutti i volontari al fine di garantire professionalità e competenza oltre alla sicurezza per le perso-ne.

Quest’anno sono sta-ti 3 giorni intensi per la manifestazione Air Show per i 55 anni delle Frec-ce tricolori, per un totale di ore 537 complessive. La squadra dei volontari di Codroipo è attrezzata con motopompe, elet-tropompe per svuota-mento locali, motose-ghe, gruppi elettrogeni di varia potenza, aspirali-quidi, idropulitrice oltre a molta altra attrezzatura.

La squadra comunale di Codroipo è formata da 41 volontari, in pre-

delle persone. Il gruppo sente necessità di nuove forze, uomini e donne, sia giovani sia persone già in pensione, con voglia di de-dicare parte del loro tempo a favore della comunità. Eventuali domande o chiarimen-ti presso il comando della Polizia Locale o chiamando il numero 335.1819087.

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Alle 3.55 del 24 maggio 1915 fu spara-to il primo colpo di cannone, che segnò l'entrata in guerra dell'Italia, dalla batteria di Forte Verena (Asiago). Il fronte sull'alto-piano del Vezzena fu il fulcro della prima breve fase del conflitto, denominata "la guerra dei forti".

Visitare i luoghi è sempre esperienza pregnante e valorizzante, indimenticabile, consente forme di comprensione degli av-venimenti più radicata e profonda. Far ve-dere per cercare di far conoscere, con lo scopo di sollecitare i visitatori a diventare fruitori reali dei luoghi mostrati, col massi-mo rispetto per l'ambiente, le persone e la storia. Riteniamo importante sfrondare

i tragici avvenimenti della Grande Guerra dai toni celebrativi e dalle enfasi retoriche di gloriose conquiste, pagate sulla pelle di tanti innocenti ragazzi, soprattutto conta-dini, provenienti da tutte le regioni d'Italia.

La Grande Guerra segnò la fine del mondo romantico della Belle Epoque e, al tempo stesso, il vero inizio del “secolo breve”. Una svolta epocale, dalle enormi ripercussioni politiche, sociali ed econo-miche. Il Regno d’'Italia pagò un tributo di 600.000 morti e un numero doppio di fe-riti e mutilati. Costruire memoria collettiva sugli errori del passato per non ripeterli, il centenario deve consentire proprio una rivisitazione storica con lucida analisi di

un dramma collettivo, vuol dire costruire cultura per il futuro, nella lucida consape-volezza che non c’è stata vittoria da parte di nessun contendente, ma solamente una grande sconfitta per tutti.

Gli alpini di Codroipo insieme con altri gruppi sempre di alpini del Medio Friuli, hanno ritenuto di recuperare, ripulire e ripristinare l’accessibilità di una buona parte della struttura del forte di Beano, per contribuire alla creazione del grosso museo all’aperto nelle località interessate dal conflitto, in ricordo degli eventi e di chi è stato costretto a parteciparvi. Attra-verso l’applicazione del motto “…per non dimenticare”. L’operazione è dedicata in particolar modo ai giovani, sia per man-tenere viva la memoria del sacrificio di chi ha sofferto la grande guerra, sia per tra-smettere il ricordo di eventi cruenti che, presi ad esempio, divengano stimolo al miglioramento dei comportamenti e com-pletino la conoscenza della storia, oltre i programmi scolastici.

Giulio Bedeschi, parlando dei motivi che lo avevano spinto a scrivere le “Centomi-la gavette di ghiaccio” afferma che l’unico

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... PER NON DIMENTICARE

vezza al sacrificio e votata alla propria co-munità. Ecco perché qualcuno ebbe a dire che gli alpini, «non sono semplicemente una specialità militare, quanto piuttosto una categoria dello spirito, una forma inimitabile di vita morale».

Gli Alpini sanno che si deve vivere e lavorare assieme per raggiungere qua-lunque risultato. La via giusta è quella di legarsi l’un l’altro per superare il crepac-cio, con la consapevolezza che ciascuno compirà sino in fondo il proprio dovere. Da soli non si arriva da nessuna parte. Ognuno deve fare la sua parte senza chie-dere sconti o cercare scorciatoie. Allora si comprende che questa memoria di dolore e di virtù, di dovere e di amore deve es-sere preservata dalle ingiurie del tempo. L’Associazione Nazionale Alpini non è solo costituita da uomini che amano radunarsi per sfilare con il cappello alpino in ricordo e in onore delle generazioni del passato; oggi più che mai un organismo vivo e ope-rante nella realtà quotidiana della nostra comunità, con il fine d’insegnare ai giovani l’amore verso il prossimo e verso la Patria.

«Ecco il semplice, elementare segre-to degli alpini: un sacro patto umano. Un'intesa profonda che passa da uomo

a uomo sul filo della Penna Nera. Un patto umano che, quando nasce dal patimento condiviso insieme al sangue, non sa morire.».

Oggi leggo che con i tagli alle province dei fondi destinati alla Protezione Civile e al volontariato sono stati dimezzati. La diffi-coltà delle amministrazioni nel far quadrare i bilanci sono sotto gli occhi di tutti e non si può non tenerne conto. Proprio perché siamo in un momento di crisi e ogni risorsa è preziosa, chi governa sarebbe tenuto a decidere in maniera ancora più oculata i capitoli da ridimensionare. Ciò che il vo-lontariato dà al nostro Paese è mille volte superiore rispetto a quanto lo Stato investe per questo settore. C’è un ritorno enorme a fronte di costi relativamente contenu-ti, di sicuro imparagonabili al conto che si presenterebbe qualora i compiti svolti dai volontari fossero affidati a professio-nisti. Spaventa l’abolizione delle province, perché del mondo del volontariato sono state l’asse portante, dimostrando di es-sere punto di riferimento per il territorio. L’hanno sostenuto, ne hanno coordinato le attività e in questo modo hanno permesso che si risparmiassero risorse sia a livello statale, sia comunale. Ada

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modo per mantenere in vita quei ragazzi che si sono sacrificati per noi indicandoci il cammino corretto, è fare in modo che continuino a essere presenti non solo nel-la memoria dei singoli, ma nella coscienza collettiva.

Ricordare i nostri Caduti e la lezione di vita che ci hanno lasciato, è e resterà sem-pre, l’attività principale dell’Associazione, quella che giustifica ogni sforzo e nobilita ogni azione. Naturale questa vocazione al ricordo rivolta anche al recupero dei luo-ghi della memoria della Grande Guerra, ed è dunque normale che si siano impiegate tante risorse, per ora umane in termini di ore impiegate nella pulizia del forte, ore tolte alla famiglia e al giusto tempo libero di Marco, Giorgio, Bruno, ecc, per preser-varli dalle ingiurie del tempo.

Camminare per questi luoghi rinfranca lo spirito e rinfresca la memoria: tornano alla mente imprese al limite delle uma-ne possibilità, fatte di sofferenza, di san-gue, ma soprattutto di senso del dovere e d’amore. Tornano alla mente i raccon-ti dei vecchi e le grandi opere letterarie che hanno fissato su carta l’epopea della Grande Guerra. Si comprende che è stato un atto d’amore immenso della gente av-

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Il Maestro Daniele Parussini, organista titolare invernale della parrocchia di Bi-bione ed estivo presso la parrocchia di Lignano Sabbiadoro, collaboratore presso quella di Codroipo, ha composto un’opera completa: “Messa della Misericordia”. Una raccolta di spartiti per coro assemblea con l’accompagnamento d’organo.

Fu Papa Francesco, quando indisse l’anno giubilare, a stimolare la fantasia del

D aniele Parussini

codroipese Daniele Parussini, cui sorse il desiderio di tradurre in musica e canto la gioia della misericordia di Dio.

Il supporto per cori liturgici da lui diret-ti per vivere l’anno di grazia attraverso gli strumenti che maggiormente gli conven-gono: il canto e la musica. Questo progetto l’ha coinvolto completamente, immergen-dosi con passione e sensibilità, riuscendo a pubblicare la messa, allo scopo di fare un

servizio alla Chiesa. L’inno del giubileo indi-cato dal pontificio consiglio per la “Nuova Evangelizzazione” è stato interpretato dal maestro Daniele Parussini che ha ampliato la proposta, componendo un’intera Messa, attingendo i testi dalla preghiera per il Giu-bileo del Papa, come il canto d’ingresso e dalle parabole della misericordia per gli altri canti.

L’opera del maestro Parussini è stata consegnata dal prete di Bibione, don An-drea Vena, il 10 febbraio scorso, mercoledì delle ceneri, in occasione della nomina da parte di Papa Francesco a Missionario del-la Misericordia. Gli spartiti sono stati pub-blicati da “Edizione Carrara di Bergamo” che ha distribuito in vendita presso tutte le librerie, le “Paoline” e i negozi di strumenti musicali. L’orgoglio e il piacere del maestro sono assolutamente condivisibili.

La “Messa della Misericordia” non si ri-durrà a esperienza di un anno, ma accom-pagnerà le assemblee nel tempo, giacché la Misericordia è il cuore stesso del Vange-lo. I canti sono pensati per coro e assem-blea con accompagnamento d’organo, e seguono ritmi e melodie facili e immediate, affinché la gioia della misericordia di Dio passi anche attraverso la gioia del canto comunitario. Anche grazie agli straordinari concorsi da lui curati a Lignano e Bibione, nonché con i consueti concerti ed eventi presso tutte le parrocchie d’Italia, sarà pos-sibile ascoltare l’opera direttamente dalle sapienti mani del nostro concittadino.

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Il poker è una famiglia di giochi di carte nella quale alcuni sono classificabili come giochi d’azzardo, altri come sport. Il poker può essere considerato una branca della psicologia, una forma d’arte o un modo di vivere, ma anche solo un gioco in cui i soldi sono uno dei metodi per tenere il punteggio. Nel poker l’abilità del giocatore è molto più importante rispetto ad altri gio-chi. Non gioco spesso a carte, quindi non ricordo mai con certezza le regole: la scala batte il full? Il poker batte il colore?

Di una cosa sono certo: al poker classico si gioca in 4 e almeno uno deve perdere!

Non so per quale recondito motivo la gita a Trieste presso il consiglio regionale in occasione dell’approvazione del referen-dum sulla fusione dei comuni di Codroipo e Camino al Tagliamento, mi fece pensa-re a una partita a poker. Seduti al tavolo ci sono i residenti, sia quelli di Codroipo, sia quelli di Camino, con la vittoria in mano: i benefici economici elargiti dalla Regione e le condizioni stabilite dai rispettivi sindaci, credo si possano considerare trionfatori. Allo stesso tavolo giocano i primi cittadini, uno ha tolto di mezzo l’incognita elezio-ni per una manciata di mesi a Codroipo, l’altro è riuscito ad anticipare i tempi in cui probabilmente dovrà fondersi a condizioni meno favorevoli essendo un comune con pochissimi abitanti. L’ultimo posto dispo-nibile per questo giro di poker virtuale è occupato dall’assessore regionale Paolo Panontin in rappresentanza della regione Friuli Venezia Giulia. Avendo lui proposto la norma concernente le UTI e caldeggiato le fusioni dei comuni, non può che dichiararsi

contento della richiesta presentata da Co-droipo e Camino al Tagliamento.

Allora, non perde nessuno? Impossibile. Anche nella mia immaginazione della par-tita di poker deve comunque perdere qual-cuno. Ho pensato che perde chi non gio-ca: quelli che si lamentano e restano fuori; quelli che ho sentito addurre motivazioni concrete per opporsi mentre dichiaravano la loro approvazione; quelli che non posso-no giocare e accusano; gli altruisti che non sanno pensare a se stessi.

Sulle dita di una mano si potevano con-tare i presenti che non hanno espresso il voto, tutti gli altri hanno votato positivamen-te. Questo il risultato della seduta del con-siglio regionale del Friuli Venezia Giulia che alle 10.30 di martedì 23 febbraio 2016 aveva all’ordine del giorno il referendum per la fusione di Codroipo e Camino al Ta-gliamento. Dopo aver approvato il referen-dum su richiesta popolare per altri comu-

tazione, il consigliere Vittorino Boem alzò la mano per disquisire in merito, senza mai nascondere l’intenzione di esprimere pa-rere favorevole. Poi fu la volta di Riccardo Riccardi, Elio De Anna e un altro consiglie-re di maggioranza, Mauro Travanut, anche lui propenso all’indizione del referendum popolare per la fusione dei comuni. Insom-ma tante parole da far scaturire Riccardo Riccardi in una sceneggiata in mezzo alla sala, di colui che vuole strapparsi i capel-li (improbabile quanto accattivante), ma il tono è rimasto sempre pacato e ludico, dato che anche le osservazioni più nega-tive esposte dai consiglieri del PD, erano apostrofate dalla rimarcata volontà di vota-re si! Come litigare con chi condivide le in-tenzioni? Vedere la presidente della Regio-ne e gli altri assessori presenti confessarsi tra loro mentre i consiglieri parlavano, arri-vati ben dopo l’inizio della seduta, tutti gi-ravano tranquillamente dentro e fuori l’au-la, con la sonnecchiante indifferenza del segretario, avrebbero fatto girare il colon a chiunque e di conseguenza i conati non mi hanno consentito di riportare un bel ricordo della seduta (perché la chiamano seduta se tutti circolavano con indifferen-za), mentre ho ben compreso cosa s’inten-da per parlamento regionale: tutti parlano contemporaneamente, chi al telefono, chi con gli amici, chi da solo, certamente non potevano denominarlo ascoltatorio!

Ora c’è il via libera da parte della Regio-ne, ma ancora non si conosce la data del referendum popolare. Il sindaco di Camino al Tagliamento spera decidano per giugno, in concomitanza con le elezioni ammini-strative di tanti altri comuni, così da ap-profittare della promozione elettorale per ricordare a tutti di andare ed esprimere il proprio parere sulla fusione. Fabio Mar-chetti ha espresso la sua preoccupazione proprio nei confronti della sensazione che le cose siano già fatte: il referendum rive-ste un ruolo fondamentale per il processo di fusione, spera sia chiaro che le carte adesso sono in mano ai cittadini. La partita si sta ancora giocando.

Marco Masciolini della regione, senza nemmeno il tempo di capire cosa stava succe-dendo, è stata la volta del Medio Friuli. Quando il presidente della seduta ha chiesto gli eventuali inter-venti, sembrava nessuno fosse in-teressato a inter-venire, ma appe-na in tempo prima di invitare alla vo-

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MARZO 2016

Venerdì in sellaDato il successo riscontrato dall’esposi-

zione allestita presso il museo civico delle carrozze di Codroipo, in località San Mar-tino, dalla mostra VINTAGE su due ruote - scooter dagli anni ‘40 ai ‘70, inizialmente prevista sino al 31 dicembre 2015, nell’ala ovest del piano terra è ancora disponibile l’assortimento Vinicio Fabbro Collection di scooter. Da quest’opportunità hanno de-ciso di proporre alcuni eventi, durante le serate dei venerdì 19 e 26 febbraio e 4 marzo, sul tempa dei viaggi su due ruote.

In collaborazione con la Casa Editrice L’Orto della Cultura di Udine, presso le

A more per le due ruote

gallerie del Museo Civico di San Martino, venerdì 19 febbraio 2016 l’assessore della città di Codroipo Claudio Tomada che ha dato il via agli eventi, c’era Andrea Peres-soni a presentare: “Il ciclismo friulano tra ieri e oggi”. Parteciparono anche Renato Bulfon, collezionista e storico del ciclismo e Andrea Cecchini, presidente della ASD Li-bertas Pratic Ceresetto. Illustrati i contenuti di “Le corse che ho perso” e di “Una storia vincente” con l’autore Andrea Peressoni.

La settimana successiva, venerdì 26 feb-braio, era la volta di Mario Pecorari con il suo libro “In giro per il mondo con Sandra e la mia vespa”. Una serata con la proiezione di un filmato riguardante il viaggio in Suda-

merica e al giro nelle terre del Caucaso e Anatolia di Mario Pecorari di Trieste, arric-chita dai contenuti di alcune pubblicazioni dell’autore di “Mario e Sandra en Sur Ame-rica”, “Ai confini del mondo con una vespa PX 150” e “Caucaso e Anatolia 2014”, ”Ve-speggiando in Sudamerica”, “Periplo Euro-pa Vespa 2015”.

Il ciclo termina venerdì 4 marzo 2016 ospitando ancora Andrea Peressoni di “Mototurismo consapevole”. La motociclet-ta e lo scooter come mezzi per viaggiare, con cura e attenzione verso la realtà che ci circonda, nei suoi aspetti storici artistici sociologici e di costume. Serata arricchita dalle testimonianze di alcuni filmati e dai contenuti di “Celtic Roads” e di “Mi piac-cion TUTTE” di Mario Peressoni.

Tre occasioni per visitare il museo civi-co presso villa Kechler, dove sono esposte permanentemente quarantaquattro carroz-ze d’epoca della collezione Lauda, perfet-tamente restaurate con finimenti e acces-sori da viaggio, alcune eccellenti statue di cavalli con dimensione e colori naturali, le bambole d’epoca, i quadri e le opere della collezione Bartolini.

L’opportunità di scoprire quanti e quali siano i mezzi realizzati dall’industria italiana nel periodo d’oro del dopoguerra, è un’op-portunità imperdibile grazie all’esposizione presso il museo civico a San Martino di Co-droipo, con l’allestimento curato da Vinicio Fabbro.

A Codroipo sono esposti scooter Laver-da, Iso, MV Agusta e tanti.

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SOCIALE

I ngestione di lana e tessutiLa maggior parte dei gatti inizia ad inge-rire questo tipo di materiali tra le due e le otto settimane di vita. Alcuni masticano ed ingeriscono tessuti abitualmente, mentre altri lo fanno sporadicamente. Le cause di questo comportamento potrebbero esse-re una carenza nutrizionale, disturbo del sistema nervoso autonomo, ereditarietà, di natura ambientale...Può accadere che il materiale si compatti nello stomaco o nell'intestino, creando del-le occlusioni che richiedono un intervento chirurgico. E' molto importante verificare se il vostro gatto ha questa abitudine...

Silvio Cattarinae i suoi ragazzi

Nella giornate scandite da una metodica programmazione che muove ogni nostro passo, alla ricerca di soddisfazioni e suc-cessi, il criterio con cui organizziamo la vita, nostra, dei nostri figli, dei nostri ragazzi è che i problemi che si verificano intorno non perturbino né la vista né la vita. Quando le soddisfazioni non arrivano, i successi non ci premiano, le persone non sono come vor-remmo allora crolla tutto il nostro progetto e pare non valga più la pena vivere. Il cuore attende sempre e nel profondo desideria-mo che qualcuno abbia cura di noi, deside-riamo un amore che ci accolga e ci sollevi, che ci salvi da una tale condizione mortale.

Quello che i ragazzi del Comunità Tera-peutica Educativa l’Imprevisto di Pesaro hanno scoperto e hanno raccontato, mar-tedì 1 marzo, a circa 200 ragazzi dell’ISIS “Enrico Mattei” a Latisana, un gruppo di docenti coinvolti in un corso di formazio-ne promosso dall’ufficio scuola diocesano a Udine e a un incontro pubblico rivolto a genitori, educatori e ragazzi promosso dell’istituto comprensivo di Codroipo con il contributo del SIDEF FVG e il patrocinio del comune di Codroipo che, data l’indisposi-zione del sindaco Fabio Marchetti, è stato il presidente dell’Asp. Daniele Moro ad augu-rare buon lavoro agli intervenuti nell’audito-rium di via 4 Novembre.

Un incalzare di esperienze dolorose e fa-ticose piene di tormento e di buio ha fatto capire che è possibile ricominciare a vivere

perché qualcuno ti dice che la Vita è bella, seria, certamente drammatica e che sia-mo al mondo per qualcosa di grande, che ognuno ha un compito e un bene che lo attende. Cosi Silvio Cattarina accompagna i suoi ragazzi lungo una strada in cui il cam-biamento è possibile, ricordando loro conti-nuamente che la vita è un grande dono e il male non ci definisce.

In tanti hanno ascoltato come una vita che era persa è potuta rifiorire e allora lo sguardo si è illuminato, i rapporti familiari che parevano falliti, sono ricominciati ed è sorta un’umanità nuova.

La grande malinconia, la grande solitu-dine che ultimamente assaporiamo, anche quando siamo gratificati da grandi succes-si, viene spazzata via perché ci accorgia-

I mprevisto - Famiglia - Educazione

lancia la vita in qualsiasi stato e condizione si trovi.

I ragazzi si sono raccontati seguendo lo sguardo di Silvio. Lui li stima, li guarda, li corregge e loro lo riconoscono come un padre.

Gli incontri hanno coinvolto genitori, ra-gazzi, insegnanti, dirigenti della scuola e autorità pubbliche che hanno testimoniato come “per educare un bambino ci vuole un villaggio” cioè come sia necessario che vi siano dei luoghi dove instancabilmente sia favorito un cammino non di solitudine, ma di continua scoperta di bellezza, dove la vita possa essere veramente vita, piena di gusto e di speranza.

Lorenzo Rizzottimo di essere continuamente amati, risolle-vati, accolti, ab-bracciati e mai lasciati soli.

I ragazzi di Sil-vio ci hanno of-ferto la possibili-tà di capire che la vita cambia quando incon-triamo persone la cui umani-tà è talmente ”fiorita“ da ve-dere nell’altro un bene e che tutto questo ri-

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MARZO 2016 S tefania Curatolo

Stefania Curatolo codroipese dalla nasci-ta, a 13 anni prende lezioni di pittura dal maestro Pietro Tommasini. Dopo la sua scomparsa, Stefania continua a dipingere e interessarsi al mondo dell’arte, ricercan-do e sperimentando nuove tecniche che la portano a specializzarsi nella pittura ma-terica (su cemento, gesso, stucco, sabbia, gusci d’uovo e qualsiasi altro materiale). Decide di mettersi in gioco e partecipa a esposizioni varie e mostre, creando spes-so anche un vero e proprio tema che fa da filo conduttore per i suoi lavori. Di recente ha esposto la collezione “Spirito dei Fio-ri” al Caffè Don Carlo di Codroipo; in con-comitanza con la fiera di San Simone 2015,

ha realizzato l’innovativa mostra sensoriale “Arte al Femminile”, in collaborazione con altre due artiste codroipesi.

Lo scorso settembre, in occasione del 55° anniversario della pattuglia acroba-tica nazionale, ha avuto l’onore di dona-re al Pony Club Frecce Tricolori la sua ope-ra “Orgoglio tra le nuvole”, rappresentante l’ultima figura della pattuglia presentata durante l’estate.

Tra gli impegni futuri, oltre a dipingere, la vedremo esporre il 24 aprile all’Agristella a Sterpo di Bertolo, inoltre Massimo Pitton di Art&stella, le ha proposto un’esposizione dal 4 all’8 marzo, a Palazzolo dello Stella

in occasione dell’evento: “Omaggio alla Donna”.

Innovazione e tradizione, sperimentazio-ne e storia, sembrano fondersi nelle opere di Stefania che sono apprezzate sempre più da critici e pubblico, come la sua nuova passione per il cemento su truciolato, che a suo dire le consente di esaltare i colori e le sfumature con risultati incredibili. Il suo tocco, gradevole ma molto forte, caratte-rizza le sue opere rendendole sicuramente riconoscibili anche senza la firma.

Uno stile adorabile grazie al quale tra-spaiono le emozioni del soggetto che em-paticamente rivivono nell’osservatore.

C os'è la logopedia...La logopedia è una disciplina sanitaria che si occupa del-

la comunicazione e del linguaggio allo scopo di promuovere, prevenire e riabilitare la comunicazione interpersonale. Il logo-pedista quindi valuta se il problema comunicativo del bambino presenta delle caratteristiche patologiche oppure le difficoltà presentate sono solo una componente di ritardo evolutivo a cui seguirà uno sviluppo normale. Chi è il logopedista? Il lo-gopedista è l’operatore sanitario che svolge la propria attività nella prevenzione, valutazione e trattamento riabilitativo delle patologie della voce, del linguaggio orale e scritto e della co-municazione in età evolutiva, adulta e geriatrica (Profilo Profes-sionale del Logopedista. DM 14 Settembre 1994, n. 72 G.U. 9 gennaio, n. 6). L’iter formativo varia dai 3 ai 5 anni con il con-seguimento, dopo la maturità, della Laurea di 1° e 2° livello. Il Corso di Laurea in Logopedia è attivo in molti atenei presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sono previsti inoltre master di specializzazione. Di quali problemi si occupa? Si occupa in età evolutiva di disturbi del linguaggio (come un ritardo o la sua assenza) che possono dipendere da varie problematiche.Può essere un semplice ritardo (RS) che nel breve tempo di alcuni mesi al massimo si risolve ed il bambino sviluppa un buon linguaggio verbale o Può riguardare un disturbo specifico del linguaggio (DSL), in cui il ritardo è molto più accentuato e le parole o le frasi possono comparire molto più tardi a 4-5 anni. Si occupa di ritardo mentale in cui il bambino non sviluppa le varie funzioni della sua età, come un gioco od un disegno adeguato e tra esse anche il linguaggio verbale sia in com-prensione che in produzione Un'altra possibilità riguarda la presenza di disturbo autistico o dello spettro autistico, quando il disturbo comunicativo si associa da una scarsa interazione del bambino con gli altri Altra patologia riguarda la sordità, la paralisi cerebrale, in cui prevale il disturbo della articolazio-ne per una paralisi dei muscoli fonatori. Vi sono altri ambiti riguardano problemi odontoiatrici come la deglutizione atipi-ca, i disturbi della pronuncia, (la “R”, la “S”, la “Z”), balbuzie, le disfonie (disturbi della voce) i disturbi specifici dell'apprendi-mento (DSA) come dislessia, disgrafia, o disturbo del calcolo. Difficilmente un bambino non parla perché è svogliato, perché è nato un fratellino o per un “trauma.” La componente emotiva può limitare l'uso del linguaggio, ma non è mai così grave da impedirne la comparsa o il suo l'utilizzo.Michela Englaro - 347.0565790 - [email protected]

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DEDICATA A CHI AMI DI PIÙ

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C odroipo ai raggi X

brillano nella nebbia dei regionali

A Majano, alla prima prova del campio-nato di società giovanile di campestre del Friuli Venezia Giulia, hanno brillato le giova-ni leonesse dell’Atletica 2000 di Codroipo, categoria Ragazze, nella prova a staffetta con i classici tre elementi su un percorso ondulato della lunghezza di 1000 metri.Alla partenza ben 3 le squadre, formate dalle giovani atlete, dai 12 ai 14 anni, Turel-lo Clara, Castellani Maria e Stelitano Nef, classificate al 2° posto; Bulfon Giulia, Ca-stellani Elena, Zanello Silvia, classificate al 7° posto e De Nigris Valentina, De Nigris Alice e La Tegola Eleonora. Soddisfazione in Atletica 2000 perché su ben 18 com-pagini in gara la prima staffetta ha porta-to a casa l’argento, a soli 4 secondi dalla Gemonatletica e davanti al GS Natisone. Completano il lavoro le colleghe che innal-zano, nella classifica generale, le ragazze al primo posto in regione a conclusione della prima prova.

Pierina Gallina

A.N.D.O.S.:PRIMAVERA DI VITA

CON TANTE INIZIATIVEAnche a Codroipo brillano le associa-

zioni di volontariato dimostrando di esse-re una componente fondamentale per il buon funzionamento nei vari aspetti del sociale. Persone che offrono tempo, ta-lenti ed energie a favore del prossimo. Una di queste è l’A.N.D.O.S. Associazione donne operate al seno sede di Codroipo, che conta oltre un centinaio di iscritte. Un piccolo esercito di donne, di ogni età, in prima linea a combattere la battaglia per la vita. Per chi si trova, il più delle volte all’improvviso, come un fulmine a ciel se-reno e senza avvisaglie, a dover fronteg-giare un evento capace di trasformarne lo stile dell’esistenza, l’A.N.D.O.S. Onlus, sede di Codroipo, 0432.906562, si presenta come un valido aiuto e una panoramica di servizi indispensabili e sempre attivi a favo-re delle iscritte. Costituito nel 2006 e sem-pre capitanato dalla vulcanica Presidente Nidia Dorio, 333-4140816, l’Associazione conosce molto bene i bisogni delle don-ne che si trovano nella delicata situazione. Oltre al sostegno morale e psicologico, la ginnastica riabilitativa dopo l’ interven-to, momenti formativi, l’informazione sulle complicanze che possono insorgere come la neoplasia mammaria, garantisce sedute terapiche, fisioterapiche e di linfodrenag-gio. Inoltre, è in grado di garantire tempi rapidi di visita e controlli rispetto ai cana-li normali di prenotazioni, spesso molto lunghi, nonché il contatto privilegiato con specialisti e strutture sanitarie. Nella sede al primo piano dell’ex-scuola elementare di piazza Dante, l’A.N.D.O.S. dispone di uno spazio che ospita un apparecchio di pres-soterapia meccanica, dove due fisioterapi-ste specializzate esercitano la ginnastica riabilitativa e il linfodrenaggio manuale. La presidente Nidia Dorio fa un appello alle donne interessate di avvicinarsi all’Associa-zione, tramite una telefonata a lei stessa, in sede o inviando una mail a [email protected], invitandole a supera-

re la naturale timidezza. La sede è aperta ogni lunedì e giovedì, dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 17.30. Ma non è tutto. Tante sono le attività sociali che l’Associa-zione mette a punto. Ecco i prossimi eventi in programma: 13 marzo: PRIMAVERA di VITA che inizia con la S.Messa a San Va-leriano e termina con il pranzo sociale; 19 marzo: SPETTACOLO TEATRALE, con la Compagnia “I pignots” di Artegna in Au-ditorium a Codroipo con ingresso libero; 19 giugno: MARATONINA di 5 km, dalla ex Coop a Lonca dove si terrà il pranzo; a settembre la GITA sociale. L’ANDOS con la rondine come simbolo, può rivelarsi dav-vero il faro per chi si trova nell’esperienza della malattia. Pierina Gallina

V erde GridoArrivi d’improvviso,

piano piano, come un ladro di notte,

senza far rumore. Di colpo ogni cosa perde il suo colore.

Incredule, disorientate di fronte a questo inganno,

una domanda sola: perché questo danno? Rabbia, rivolta, ribellione

ma bisogna pur affrontar la situazione. No, tu, donna, no non ti lasci sopraffare, le armi della battaglia inizi a preparare.

A sfida rispondi con sfida ed ora più che mai attaccata alla vita.

HO DECISO: rossetto ed un sorriso sulle labbra,

vento ed un fermaglio sui capelli, verde pistacchio il foulard sulla bianca

camicia. Esco. Là fuori c’è un’altra Primavera.

E’ una NUOVA PRIMAVERA.

Poesia di Maria Antonia Falzago

L e giovanileonesse

TURELLO Clara - STELITANO Nef -CASTELLANI Maria (2° cl)

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MARZO 2016 L a potenza dei Cittadini

Mereto LucidataCome ogni anno il comune di Mereto

di Tomba ha organizzato sabato 5 marzo l’edizione 2016 della Giornata Ecologica, inserita in una strategia ampia di tutela del territorio che rientra nel progetto promosso dal tavolo delle associazioni “Naturalmen-te Mereto”. L’iniziativa prevedeva la pulizia dei cigli delle strade, campi, fossi e canali e altri luoghi comuni del proprio territorio, organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Protezione Civile e dal tavolo delle associazioni comunali.

Tutti i partecipanti alle ore 8.10 dove-vano trovarsi nella piazza di ogni frazione, dove i responsabili della Protezione Civile avrebbero assegnato le diverse zone da controllare; alle 11.00 tutti nell’eco piaz-zola comunale per smaltire i rifiuti raccolti. La conclusione della missione, fissata alle 12.30 nella sede della pro Loco di Mereto di Tomba, dove gli Alpini avrebbero offerto una “pastasciuttata” a tutti i volontari par-tecipanti, ma il diluvio sin dalle prime ore dell’alba ha suggerito di rinviare tutto a sa-bato 12 marzo.

Il meteo ha regalato una bella giornata favorendo l’iniziativa per dimostrare che con azioni concrete, frutto della collabo-razione di tutti, senza grandi sforzi si ot-tengo risultati eccelsi. Una mattinata di divertimento per bambini e famiglie, che insegna il dovere civico e le possibilità in-finite delle persone che unitamente pos-sono accrescere la sensibilità e migliorare l’aspetto e la vivibilità del bene comune. Un plauso agli organizzatori e tutti i volon-tari che hanno reso possibile tutta la ma-nifestazione.

Terminato febbraio e le feste dedica-te al carnevale, molti tra alunni e lavo-ratori si domandano quando arrivano le prossime vacanze?

Rispetto agli anni passati, quest’anno la principale solennità del cristianesimo cadrà abbastanza presto in calendario. Era dal 2008 che questo evento non si verificava così presto. Ma quando fe-steggiarla e come si calcola anno per anno?

La data per quest’anno è il 27 mar-zo e ovviamente sarà una domenica. Andando a ritroso nel tempo, per tro-vare un’altra domenica di Pasqua che venne festeggiata lo stesso giorno nella quale si festeggerà nel 2016, dobbia-mo tornare indietro di 11 anni, quindi sino al 2005. Piccola curiosità: può capitare spesso che, ogni undici anni si ripeta la stessa data, ovvero quel-lo che accadrà il prossimo 27 marzo. Negli ultimi 15 anni, è già capitato tra il 2002-2013; 2003-2014; 2005-2016 e questo evento si verificherà anche tra il 2006-2017 e tra il 2009-2020. Termi-no rivelandovi come si calcola la data precisa per la Pasqua; superato l’equi-nozio di primavera (19-21 marzo), la domenica prescelta per la sacra festa sarà quella successiva al primo pleni-

lunio (fase lunare che si ripete ogni 29 giorni circa, durante la quale la faccia della Luna illuminata dal Sole è totalmen-te visibile dalla Terra, solitamente definita Luna Piena anche se tutti sappiamo che è una definizione errata).

Altre due occasioni nei prossimi giorni saranno la festa del Papà, che cade sem-pre prima di quella di Pasqua, si festeg-gia, almeno per quanto riguarda i paesi cattolici, in una data ben precisa, ovvero il 19 marzo. Quindi anche nel 2016 que-sto evento sarà festeggiato intorno alla metà del mese e lo si celebra in questa data, in ricordo di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Per quanto riguarda la festa della Mamma invece, ormai la data cambia di anno in anno; infatti que-sta ricorrenza si celebra la seconda do-menica del mese di maggio e, calendario alla mano, quest’anno il giorno prescelto sarà l’8 maggio. Concludo ricordando a studenti e lavoratori che in mezzo a que-ste feste ce ne saranno altre come: la festa dei lavoratori e quella della libera-zione, che festeggeremo rispettivamente il 1° maggio e il 25 aprile.

Tradizioni locali, nazionali e mondiali sono legate all’inizio della primavera. Le giornate si allungano sempre più e con-sentono feste e sagre che con molta pro-

babilità saranno organizzate con tendo-ni e coperture per non farsi sorprendere dalle bizze meteorologiche. Decorare le uova rassodate come dono pasquale è una tradizione sin dal medioevo, ma sembra che la tradizione del dono di uova sia documentata già fra gli antichi Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gal-lina all’avvento della stagione primave-rile. Ben diversa la storia del coniglietto pasquale, nei paesi di lingua tedesca e negli Stati Uniti è un coniglio fantastico che lascia doni per i bambini a Pasqua (o in primavera). Ha origine nell’Europa occidentale, dove ha sembianze più si-mili a una lepre che a un coniglio. La lepre, animale particolarmente proli-fico proprio agli inizi della primavera, nell’antica cultura europea era un sim-bolo di questo periodo dell’anno, incen-trato sulla rinascita della natura e sulla fertilità, il quale con l’avvento del cristia-nesimo, venne più o meno a coincidere con la festività della Pasqua. Nonostan-te la famigerata crisi economica oggi non abbiamo la fame che alcuni anni or sono trasformava le uova in cibo pre-zioso, però chissà che regalo si nascon-derà quest’anno nell’uovo di Pasqua portato dal coniglio?

P asqua di uova, colombe e sorprese

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MOTORIS frecciando a Mereto di TombaQuando s’incontrano paesi e frazioni

collegate da strade provinciali, regionali e statali, che si presentano come enormi rettilinei e ampie curve paraboliche, in pia-nura, con perfetta visibilità, la tentazione di schiacciare l’acceleratore fino alla staccata a pochi metri dall’incrocio è proprio irrefre-nabile. Non si considera però che quelle intersezioni, con le abitazioni, potrebbero essere attraversate da bambini in biciclet-ta, nonni a piedi, trattori anche con rimor-chio o qualsiasi altro veicolo. Un problema molto serio soprattutto in certe zone che, secondo il sindaco di Mereto di Tomba Massimo Moretuzzo, non deve essere in-terpretato come opportunità di rimpingua-re le casse comunali con multe sproposi-tate. Da alcuni mesi a questa parte sulle strade della provincia di Udine, sono spun-tate un gran numero d’installazioni di colo-re arancione, giallo o grigio, nell’aspetto in tutto e per tutto simile a quello di un auto-velox, solo leggermente meno ingombran-ti, rispetto ad alcuni modelli più vecchi. Si tratta dei nuovi velobox, che sono nati come funghi soprattutto lungo le strade del territorio comunale di Mereto di Tomba e all’esterno, riportano un limite di velocità e la scritta indicante “controllo di velocità”. In effetti, sembrano dispositivi predisposti al controllo della velocità, ma per il momen-to non funzionano come dei veri e propri autovelox, anche se dall’interno si vede

provenire un fascio di luce colorata che non promette nulla di buono. Questi ve-lobox stanno funzionando alla perfezione: ottimi deterrenti nei confronti della velocità in alcuni tratti di strada, soprattutto tratti di campagna con abitazioni, che fino a oggi erano scambiate dagli automobilisti come piste di formula uno in aree desertiche. Gli automobilisti giunti davanti ai velobox, sono portati istintivamente a porre il piede sul freno, rallentare o inchiodare addirittu-ra in alcuni casi. La presenza dei velobox in altre province d’Italia ha già fatto nascere una questione di fattibilità tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e i comu-ni che hanno proceduto alle installazioni. Il Ministero ritiene di non poter classificare i velobox all’interno di nessun dispositivo di controllo o di segnaletica previsto dalle norme vigenti del codice della strada. Si tratta di dispositivi truffaldini, per lo più non autorizzati e non omologati. In molti luoghi grazie ai velobox hanno già ottenuto i risul-tati sperati sul traffico. D’altronde dobbia-mo ammettere che lo scopo di migliorare la vivibilità di alcune zone è stato raggiunto e se non saranno elevate multe basandosi su strumenti non omologati, che non rap-presentano pericolo perché ben visibili e fuori dalla carreggiata, non si comprende quale sia il problema. Più velobox e meno multe, quindi massima attenzione perché a differenza di Mereto e frazioni, a Morte-

gliano e in tante altre zone del Medio Friuli gli autovelox sono presenti e funzionanti, in alcuni casi anche di notte perché dotati di infrarossi che rilevano la targa anche in assenza di luce. Fermo restando che do-vunque il rispetto del codice della strada, ma soprattutto la considerazione nei con-fronti degli altri esseri viventi, forse ci farà arrivare qualche secondo dopo, ma senza correre rischi per noi e per gli altri.

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Errata Corrige. Nell’articolo di pagina 19 dello scorso numero della rivista, abbiamo erronea-mente indicato la classifica relati-va al 2ª Ronde Terra del Friuli. Ce ne scusiamo con i lettori e pubbli-chiamo la versione corretta della competizione di quest’anno.

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PASQUA da cucinare:• Rollè di vitello con asparagi

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MARZO 2016

un fenomeno gestibile?Nuova iniziativa, nel territorio del Codroi-

pese, dell’associazione culturale “Libera-mente Destra” che, presso la Sala Convegni della BCC di Basiliano, ha organizzato, lo scorso 11 marzo, il dibattito dal titolo “Immi-grazione: un fenomeno gestibile?”

A confrontarsi sull’annosa questione dei flussi migratori che interessano il nostro Pae-se e la nostra Regione sono intervenuti Mas-similiano Fedriga, Capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati, Riccardo Riccardi, Capogruppo di Forza Italia Consi-glio Regionale FVG, Barbara Zilli, Consigliere regionale FVG in quota Lega Nord, e Fabio Marchetti, Sindaco della Città di Codroipo. Moderatore della serata è stato Daniele Pa-roni, direttore di Telefriuli.

“Le vicende di attualità che negli ultimi mesi hanno interessato sempre più spes-so le cronache, ci hanno indotto a pensare questa iniziativa” riferisce Cristian Molaro, presidente di Liberamente Destra. “Da qui”, continua Molaro, “la decisione di mettere a confronto tra loro personaggi di spicco del centrodestra affinché potessero dare alla gente un quadro della situazione attuale e proponessero le loro idee e le loro soluzioni per affrontare una problematica, quale quel-la dell’immigrazione, sempre più rilevante e con sempre maggiore incidenza nella vita quotidiana di ciascuno di noi”.

I relatori hanno avuto modo di toccare di-verse questioni attinenti alla gestione delle politiche migratorie, evidenziando le difficoltà sussistenti sia a livello nazionale che regiona-le e locale e dando anche una rappresenta-zione di quelli che sono i numeri maggior-mente significativi in termini di afflusso ed in termini economici. E’ emersa la necessità di rivedere le modalità di finanziamento econo-mico alla strutture di accoglienza, di ripensa-re i criteri di distribuzione delle risorse assi-stenziali, di controllare identità, provenienza e condizioni di salute di coloro che entrano nel nostro Paese, il tutto senza dimenticare la precarietà delle condizioni economiche in cui versano numerose famiglie italiane. La presenza di circa 120 persone interessate e partecipi, unitamente all’ottimo gestione del moderatore, ha consentito momenti di con-fronto con domande precise e puntuali che hanno permesso agli esponenti regionali del centro destra di esporre le loro idee e sug-gerire modalità di intervento per far fronte ad una problematica sempre più complessa quale quella dell’immigrazione. Ass. culturale Liberamente Destra

I mmigrazioneAssociazioneLa

PannocchiaTempus fugit… Frase lasciataci in re-

taggio dagli antichi romani (forse Virgi-lio) e che tutti conoscono. Non è vero che il tempo fugge scorrendo rapido come la sabbia della clessidra, come non è vero il detto che “Il timp a l’è ga-lantom”. Chi soffre vorrebbe che le ore passassero veloci per trovare un rime-dio al proprio male, per riuscire a supe-rare il momento doloroso. Ma il tempo si muove sempre con la stessa velocità; quella di un orologio svizzero.

Per contro, i momenti di benessere, di gioia, di affetto scivolano via rapidi e non è possibile allungare la durata della magia. Per par condicio, il bene e il male scorrono con la stessa velocità.

Quest’anno l’associazione La Pannoc-chia compie vent’anni. Non so se sono passati in fretta, ma so che sono passati.

Lungo il cammino ci sono stati tanti eventi di diverso genere e portata.

I primi anni sono serviti per formare l’associazione, poi per trovare una coe-sione tra i soci e la comunità locale, per far conoscere il grosso problema del Dopo di Noi e cercare una soluzione, per raccogliere fondi, generosamente elargiti da privati, associazioni e pub-bliche istituzioni. Tre anni sono andati per la costruzione della struttura “Una Finestra sul futuro - Dopo di Noi” e, nel frattempo, per fare pratica di gestione nel Gruppo Appartamento con i pri-mi quattro ospiti. Negli anni successivi abbiamo accolto tutti coloro che ce lo hanno richiesto, compatibilmente con le convenzioni stilate con l’Azienda So-cio-Sanitaria n.4 Friuli Centrale. Ad oggi sono stati coperti tutti i posti disponibili in struttura così che si sono create liste di attesa per chi ha bisogno di rapida accoglienza anche solo temporanea e non ha alternative di sorta. Sono lonta-ni i tempi in cui l’AAS n.4 ci inviava gli ospiti con il contagocce e noi doveva-mo fare i salti mortali per far quadrare il bilancio e coprire i debiti di gestione. Lo scopo istituzionale è stato sempre chiaramente espresso da noi in base a delle linee guida molto chiare: rispetto

per gli ospiti e le loro famiglie, per il loro vissuto ed i loro desideri. Andrea Dose, direttore di struttura, ci supporta valida-mente, aiutato anche dagli altri opera-tori che lavorano lì. Durante tutti questi anni ci sono stati tanti che hanno lascia-to la partita, familiari e amici, altri che adesso mancano al nostro appello per-ché sono deceduti. C’é qualcuno che ci sta vicino e ci dà una mano, qualcun altro che delega il più possibile i propri impegni perché sta male o è invecchia-to e non riesce a occuparsi come vor-rebbe del proprio figlio. Ci sono anche vari giovani che, fatto tirocinio presso La Pannocchia, al termine vengono per vivere un’esperienza di volontariato con grande gioia dei nostri ospiti.

Attualmente io sono presidente dell’ultimo mandato. Vent’anni fa avevo cinquant’anni o poco più, ero dinamica e non mi stancavo facilmente. Mio ma-rito, presidente dell’associazione per diciotto anni, più forte e robusto di me, teneva botto con facilità a tutte le varie incombenze.

Il 16 aprile 2016 io e mio marito fe-steggiamo cinquant’anni di matrimonio. Siamo un po’ logorati da una salute precaria, ma felici di essere ancora vivi assieme. Ci hanno definiti una coppia inossidabile.

Il nostro intento, organizzando questa festa dei 70 anni, è quello di festeggia-re proprio sabato 16 aprile le nostre nozze d’oro, unendo nei festeggiamenti entrambe le ricorrenze: una messa per ringraziare Dio di essere ancora una fa-miglia attiva e unita, un buffet con cose dolci e salate (buone da mangiare) per ringraziare i protagonisti della costru-zione della struttura e spettacolini di prestigio e di animazione, di percussio-ni e di giochi per bambini per ringrazia-re gli ospiti che interverranno.

Vorremmo insomma salutare e rin-graziare tutti coloro che si sono dati tan-to da fare con noi a favore dei ragazzi disabili, familiari ed amici.

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Cavolo se sono cambiate le regole. Il concorso di bellezza più famoso e ambito del nostro stivale, sino a qualche anno fa, aveva una normativa che ora è stata com-pletamente trasformata. Tutti ricordiamo le miss escluse perché già sposate, dovevano essere residenti nella regione per cui par-tecipavano, ma soprattutto credo fossero i giudici stessi a cercare tratti somatici tipici della nostra nazione. Oggi non serve più per non dire che sarebbero inapplicabili. Chiara Roman, la miss che gareggiò lo scorso anno per la regione Friuli Venezia Giulia, insieme a Ahlam El Brinis, una giovane di evidenti origini marocchine, nata a Padova e resi-dente a Montebelluna (TV). Insieme hanno rappresentato la nostra regione, in due alla finale del concorso di bellezza più famoso d’Italia. La miss Chiara Roman è originaria del pordenonese, si è aggiudicata prima il titolo di “Miss Miluna Tolmezzo” e dopo aver vinto anche la fascia a Lignano, si è trovata in tasca il biglietto diretto per le selezioni di Miss Italia.

Chiara ha 22 anni, ma essendo nata a settembre quando partecipò al concorso ne aveva ancora ventuno e sentire la sua storia sembra surreale: nata in una famiglia nume-rosa, sette fratelli cresciuti senza il televisore in casa. Da piccola giocava e leggeva mol-to, cosa che le ha accresciuto la capacità di immaginare, inventare, fantasticare, magari uscendo dagli schemi del tempo. Frequenta con profitto l’università degli studi di Udine, facoltà “scienze e tecniche del turismo cul-turale” e prima si diplomò al Don Bosco di Pordenone.

Nata a Pordenone e cresciuta a Pasiano (PN), si è sposata a vent’anni e per amore si è trasferita a Codroipo. Per mantenersi agli studi ha lavorato presso un negozio di frutta e verdura fino a pochi giorni fa, mentre ades-so inizierà a fare da assistente a suo marito nello studio dentistico. Nonostante l’indiriz-zo di studi, Chiara vorrebbe diventare inse-gnante d’italiano. Non disdegna le sessioni fotografiche cui la sottopongono, ma non è il mondo dello spettacolo il suo primo obiet-tivo. Il concorso Miss Italia per Chiara Roman è nato per gioco: a giugno dello scorso anno chiese al marito cosa ne pensava della par-tecipazione al concorso di Tolmezzo, il quale acconsentì senza molta fiducia. Vinse la se-lezione provinciale e anche lui cominciò a credere nelle sue possibilità. L’apoteosi del tifo quando conseguì lo stesso risultato a Li-gnano e, arrivando prima, acquisì il diritto a partecipare alle nazionali. Inizialmente erano 211 concorrenti, poi rimaste in trentatré e Chiara Roman arrivò anche alla finale tra le prime nove classificate.

La mancata vittoria non porta assoluta-mente nulla alle altre otto finaliste, lei ha continuato a lavorare con i fotografi che già conosceva e al massimo con altri loro amici. Nessun vantaggio dalla partecipazione alla famosa vetrina come molti vorrebbero far credere.

Oltre il bagaglio culturale, la voglia di stu-diare e il passato quantomeno anomalo per una ventenne nei nostri giorni, lei si dice as-solutamente soddisfatta dell’esperienza fatta a Jesolo per le finali di Miss Italia. Una storia importante da raccontare ai suoi figli in futu-ro, ma che non ha in mente di ripetere.

Nel suo profilo Facebook tutte le foto che non trovano spazio sulla rivista.

Sara L. P.

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La primavera, tempo di Risveglio e Rinnovamento

Primavera, risveglio, rinnovamento… è prima-vera, ma perché risveglio e rinnovamento? Perché il nostro corpo, come la natura che ci circonda, durante l’inverno “riposa” (o almeno dovrebbe), si rallenta, prende le cose con calma. L’inverno è una stagione in cui il nostro corpo ha bisogno di ripo-sare, è un tempo che deve passare, di riposo, non di lavoro. Purtroppo non è sempre possibile, anzi, quasi mai, soprattutto nella nostra società con il rit-mo frenetico di vita che molte volte ci viene impo-sto. Poco male, siamo una macchina praticamente perfetta, quindi ci adattiamo, però possiamo trarre beneficio favorendo la fase di risveglio del nostro corpo, la primavera appunto. In questa stagione abbiamo bisogno di depurarci, di eliminare il più possibile le tossine accumulate durante l’inverno (per non parlare di feste, cenoni, ecc.), iniziamo di nuovo a muoverci. Curiamo la nostra alimen-tazione cercando di rispettare la stagionalità di quello che mangiamo, come vedremo in futuro c’è un legame tra i nostri bisogni e ciò che la natu-ra ci mette a disposizione. Alimentazione a parte, ognuno poi deciderà per se, un valido aiuto per il nostro corpo per smaltire le tossine è il massaggio circolatorio linfatico, il cui scopo è quello di aiutare l’organismo a smaltire i liquidi in eccesso, contra-riamente a quanto si può pensare non serve solo a snellire e sgonfiare le gambe. Il nostro corpo smaltisce una gran quantità di tossine e di scarti attraverso i liquidi, se noi lo aiutassimo in quel sen-so, eviteremmo che gli stessi ristagnino nel nostro organismo (per la cronaca l’effetto snellente che si ottiene ne è una simpatica conseguenza, molto amata soprattutto dalle donne). Una piccola nota dolente sulla primavera che può rovinare l’idillio del sole, dei primi caldi, della natura che ripren-de colore e vita, sono le allergie che colpiscono molte persone. Qui ci viene in aiuto l’Ayurveda, la tradizionale medicina indiana, con una pratica semplice, relativamente economica, che richiede solo un pochino di costanza nell’essere praticata, lo Jala Neti. È una semplice procedura di pulizia delle narici che si effettua con un po’ di acqua tiepida (36-38°), un pizzico di sale (meglio se Himalayano o comunque integrale, evitate il sale bianco da cucina) e una Lota Neti, un piccolo og-getto in ceramica simile a una teiera, con un bec-cuccio che si appoggia a una narice, inclinando la testa dal lato opposto, la soluzione di acqua e sale scorre uscendo piano piano dall’altra. Si al-terna qualche volta finché non si finisce il conte-nuto della Lota, più difficile a dirsi che a farsi, dopo le prime volte ci si mette in tutto forse 5 minuti. Con un po’ di costanza in breve tempo noterete notevoli miglioramenti nel respiro, quel senso di pesantezza alla testa svanirà, chi soffre di allergie noterà un calo dei sintomi a livello respiratorio (è comunque soggettivo, questo succede nella mag-gioranza dei casi). Un’alternativa alla pratica dello Jala Neti sono i Fiori di Bach. E’ stato osservato che un’assunzione costante dei fiori di Bach può portare a una significativa riduzione dei sintomi re-spiratori legati alle allergie. Per concludere, curate l’alimentazione, fate movimento, e se ne sentite la necessità passate a trovarci, per qualsiasi cosa, ah, e respirate… Respirare a pieni polmoni, qualche bel respiro profondo ogni mattina può cambiarvi la giornata, godetevi i profumi e gli odori di questo bellissimo periodo, dove tutto riprende vita, anche voi…

a cura di Ananda Centro Olistico

G occe di benessere

Tagliamento croce o delizia

Si vedono sempre più di rado i fuoristra-da correre sul letto del fiume, che con la scarsità di piogge di queste ultime stagioni estive, si presenta come un percorso natu-rale stupendo. Angoli da scoprire, selvaggi e sempre diversi, giacché ogni qualvolta l’ac-qua passa (dovrebbe essere in primavera, quando si sciolgono le nevi) modifica tutto estirpando alberi, spostandoli più a valle e portando nuovi semi dalle montagne. Que-sta è la natura, nonostante l’uomo. Da anni si scava nel letto per raccogliere la ghiaia in modo innaturale e qualcuno ha il coraggio di dire che i fuoristrada rovinano il letto del fiume? Ci sono diverse associazioni che organizzano ogni anno manifestazioni con percorsi turistici per dilettarsi con le loro auto. Questo consente di far conoscere il Tagliamento che, nel resto del Paese con-siderano a malapena come un affluente del Piave, poi capita spesso che grazie a que-sti centauri e piloti si scoprano discariche abusive, magari con amianto. Sono loro per primi ad avere tutto l’interesse di mantene-re l’alveo pulito, percorribile non solo con i bestioni di camion che trasportano la ghiaia. Morsano al Tagliamento, San Vito al Taglia-mento, Valvasone, San Martino al Taglia-mento, San Giorgio della Richinvelda, con Codroipo, Camino al Tagliamento e Varmo, sono i comuni interessati dalle manifestazio-ni. Non competizioni ma raduni di appassio-nati che vogliono mettere alla prova i propri mezzi e soprattutto le loro abilità. Apprezza-no l’ecosistema e il microclima che evolve e sta trasformando il fondo del fiume in un deserto di sassi. Tracciati in golena su per-corsi esistenti e senza intaccare alcuna ope-ra o meglio “autostrada camionale” dove durante la settimana i mezzi pesanti corrono superando qualsiasi limite ragionevole. I turi-sti fuoristradisti rispettano le colture, raccol-gono tutto ciò che portano e magari anche qualcosa lasciato da altri. Se valorizzassimo a livello internazionale il Tagliamento tra i

fuoristradisti, ci sarebbe la possibilità di per-correre centinaia di chilometri, scoprendo la bellezza del fiume, portando un turismo di-verso (con tanti soldi in tasca). Autorizzati e rispettosi delle leggi regionali di riferimento. Spilimbergo (PN) decise tempo addietro di vietare l’accesso ai fuoristrada, adducendo motivazioni irragionevoli. Hanno emesso un provvedimento che, secondo loro, va nella direzione di scongiurare episodi che hanno visto turisti, per lo più stranieri, rimanere im-prigionati nelle acque del fiume. Per essere tratti in salvo con grande dispiegamento di mezzi e relativi costi a carico dei contribuenti italiani. Se il sindaco di Spilimbergo restasse in panne con la sua auto, ovunque sia, do-vrebbe chiamare il carro attrezzi e pagarlo di tasca sua. Se qualcuno gli mandasse la protezione civile, l’esercito o l’aeronautica, secondo me non ha capito come funzione la vita. S’informi il signor sindaco di come van-no le cose nel resto del mondo. Per esempio in Austria, se avessi un malore in montagna e ti venisse a prendere l’elisoccorso, dovresti pagare migliaia di euro di tasca tua. Ben ven-gano austriaci e sloveni, insiemi agli italiani e tutti gli altri sul letto del fiume Tagliamento, rispettando le norme e la natura, godendosi la libertà e lasciando liberi i bagnanti a pren-dere il sole in determinate zone. Andassero pure a pranzo e cena nei nostri ristoranti, magari dormendo nei nostri alberghi, chia-mando il carro attrezzi se mai finissero ruote all’aria o impantanati, tanto adesso pagano tutti in euro. In termini di ritorno d’immagine e di economia turistica sarebbe un beneficio per tutto il territorio. Dimostriamo di aver ve-ramente a cuore le nostre risorse, curandole e stabilendo percorsi sulla mappa, dando indicazioni chiare e altrettanto faranno i tu-risti. Sensibilizziamo i partecipanti al rispetto di colture, animali e ambiente. Il Tagliamento è una meravigliosa risorsa che la natura ci offre, forse è il caso di aprire gli occhi!

Alex Carrasco

FUORISTRADA

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SI MANGIA E SI BEVE

ho avuto sinceramente il sospetto che... il vino dev’essere proprio buono! Martedì 8 marzo alle 14.30 degustazione guidata in enoteca, giovedì 10 marzo serata di pre-sentazione dell’azienda vincitrice della 32ª mostra concorso vini del 2015, sabato 12 alle 18.00 apertura dei chioschi e dell’eno-teca. Domenica 13 marzo dalle 8.00 31ª edizione del mercato di San Giuseppe e alle 18.00, da “Colorado Cafè”, Stefano Chiodaroli: il panettiere più pazzo d’Italia.

Martedì 15 marzo dalle 20.45 l’enoteca ospita la degustazione guidata del miele in abbinamento a dolci, giovedì 17 la Pro Loco di Pantianicco proporrà specialità a base di mela e venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 marzo festeggiamenti ad oltranza con eventi culturali, spettacoli e degustazioni.

Al mare torna la grande tradizione della “Festa delle Cape”. La festa che si svolge in Piazza d’Olivo a Lignano Pineta è nata nel 1984 dall’iniziativa di alcuni pescatori professionisti e portata poi avanti dall’Asso-ciazione di promozione sociale “Al mare” di Lignano, con lo scopo di far conoscere i prodotti ittici del nostro mare alto Adriatico a residenti e turisti, ma soprattutto di devol-vere il ricavato in beneficenza.

L’Associazione Pescatori Sportivi “Al Mare” in collaborazione col Comune di Li-gnano e soprattutto con l’aiuto del volonta-riato locale, è ormai alla sua 30° Edizione. Mantenendo le vecchie tradizioni culinarie, saranno servite cappe lunghe (cannolic-chi), vongole, sarde alla griglia, impannate, in “saor”, calamari e molte altre specialità locali.

Frutti di mare e specialità ittiche a Ligna-no Pineta, anche questa iniziata nel fine settimana 5 e 6 marzo e continuerà il 12 e 13 marzo 2016.

Chiara Luna

Sabato 5 marzo hanno tagliato il nastro della 67^ festa regionale del vino e 33^ mostra concorso vini “Bertiul tal Friul”. La madrina della manifestazione e premiata come Vini DOC per un Friulano DOC era Manuela di Centa, la pluricampionessa mondiale e olimpica. Per l’inaugurazio-ne erano presenti gli assessori locali con Mario Battistuta sindaco di casa e autorità dalla Provincia e dalla Regione. In effetti i personaggi famosi erano talmente tanti che

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La musica nel sangue Anche se nato a Roma, lui ha origini

friulane e sicuramente gli avrà fatto un certo effetto scoprire cosa hanno creato a Pantianicco di Mereto di Tomba in Medio Friuli.

Tra le mele e il mais c’è il più imponente e innovativo studio di registrazione d’Euro-pa: Angel’s Wings Recording Studio & Arts Center (www.angelswings.it).

Si chiama Roberto Satti, ma da oltre cinquant’anni è tra i cantanti più famosi al mondo con lo pseudonimo Bobby Solo. Lei invece è una delle più brave cantanti e flautiste del mondo, slovena di Capodi-stria, si chiama Tinkara Kova, ma in tutto il mondo è conosciuta solo come Tinkara.

Lui ha vinto tutto quello che c’era in pa-lio nel mondo della musica, ma soprattutto i dischi d’oro per i milioni di copie vendu-te. Inizialmente si presentò con brani di autori come Mogol, poi divenne cantauto-re e oggi ha in mente un nuovo progetto con Tinkara che proprio a Pantianicco sta prendendo forma. Uniranno le loro com-petenze per realizzare un nuovo brano insieme.

Un sicuro successo internazionale che le sapienti mani di Nico Odorico al mixer saprà realizzare con soddisfazione per en-trambe.

Eclettico, affascinante e sincero, quando TinKara chiese a Bobby Solo cosa ne pen-sasse dei reality show televisivi come X Factor o The Voice, la sua risposta schietta è stata assolutamente negativa.

Non parteciperebbe neppure come giu-dice.

Poi si sono messi a cantare e suonare improvvisando con chitarra e flauto: le vibrazioni e i brividi partivano dai timpa-ni per raggiungere tutto il corpo, i peli si alzavano e l’estasi ti trovava con i piedi a battere per tenere il ritmo.

Per Tinkara le collaborazioni non finisco-no con Bobby Solo per interpretare una sua canzone in italiano, bensì all’interno del nuovo album ci sarà una collezione in-ternazionale, in cui hanno partecipato Kati Garbi (Grecia), Goran Bregovic (Bosnia), Kayah (Poland), Karmen Mensah (Capo Verde) e altri ancora.

Con la speranza che questa collabora-zione tra Tinkara e Bobby Solo ci consenta d’incontrarli ancora in Friuli Venezia Giulia, aspettiamo di sentire il lavoro finito.

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Anche il Friuli Venezia Giulia ha finalmen-te una delegazione dell’associazione nazio-nale Fare Verde. Finalmente l’intraprenden-za e la volontà di realizzare azioni concrete a favore dell’ambiente, quindi di noi stessi, da parte di Antonella Iacuzzi è stata attiva-ta una sezione anche nella nostra zona. La sede è a Varmo (UD) e si occupa dell’area del Medio Friuli. Dopo la presentazione del progetto a Camino al Tagliamento presso la cantina Ferrin con il consigliere provinciale Marzio Giau e il presidente nazionale di Fare Verde O.N.L.U.S. avv. Francesco Greco, An-tonella Iacuzzi ha presentato l’iniziativa per la pulizia della spiaggia di Lignano. Sebbene le domeniche di febbraio siano state carat-terizzate da diluvi, sono riusciti a organizza-re un evento, dopo diversi rinvii, domenica 21 febbraio. L’operazione “Il mare d’inver-no” di pulizia delle spiagge, che Fare Verde realizza annualmente in tutta Italia, è coin-volgente sia dal punto di vista sia fisico che simbolico. Lo scopo è quello di ricordare a tutti che l’inquinamento delle coste italiane dura dodici mesi l’anno, anche se fa noti-zia solo durante la bella stagione. L’evento ha riscontrato un enorme successo, con il patrocinio della Commissione Europea - Rappresentanza per l’Italia, la Provincia di Udine, il Comune di Lignano Sabbiadoro (Ud) e del Comitato Regionale FVG della

Croce Rossa Italiana. Il presidente nazio-nale di Fare Verde, Francesco Greco, ha partecipato attivamente insieme al commis-sario Fare Verde del Medio Friuli, Antonella Iacuzzi, ma hanno partecipato volontari del sodalizio ambientalista, cui si sono aggiun-ti molti cittadini intenti a passeggiare sulla battigia approfittando della bella giornata. Il presidente della Commissione Ambiente per la Provincia di Udine Marzio Giau e il presidente dell’associazione “Lignano Cam-bia con te…” Antonio Falzarano, si sono rimboccati le maniche e hanno raccolto moltissimi oggetti “estranei” dalla spiag-gia. Adesso i volontari stanno preparando “Rive Pulite” con i loro enormi sacchi per la prossima missione. Dopo tutta l’immondizia (bottiglie di plastica e vetro, tappi, vaschette per bucato, taniche, scovolini per orecchie, frammenti di plastica, polistirolo, ombrello-ni, sedie e altro), raccolta in spiaggia a feb-braio, la prossima iniziativa di Fare Verde in Friuli Venezia Giulia, coordinata da Antonel-la Iacuzzi e da Francesco Greco, sempre

con il patrocinio della Provincia di Udine, sarà una missione lungo le rive del Taglia-mento, che sarà programmata entro i primi giorni di maggio. Purtroppo il ritrovamen-to recente di una lavatrice nelle vicinanze del greto del fiume a Varmo, già conferita in ecopiazzola grazie al pronto intervento degli operatori comunali locali, evidenzia la necessità di coinvolgere maggiormente i cittadini nello smaltimento consapevole dei rifiuti; i primi sopralluoghi, per individuare il tratto più meritevole di intervento, saranno effettuati nelle prossime settimane, ovvia-mente sono ben accette segnalazioni di degrado ambientale cui porre rimedio. Vo-lendo approfittare del fiume per rinfrescarci e abbronzarci durante l’estate, dovremmo prestare maggiore attenzione al materiale che lasciamo in giro nei mesi invernali, giac-ché poi lo ritroveremmo tutto lungo il fiume se non ci fossero iniziative volontaristiche come quelle di Fare Verde che raccoglie e conferisce alle discariche per il corretto smaltimento, anche durante l’inverno.

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Camino al Tagl.to. Saremmo facilmente portati a pensare che l’impegno di un as-sessore comunale sia direttamente propor-zionale al numero di abitanti. Nulla di più sbagliato. Le incombenze in carico sono rapportate esclusivamente alla buona vo-lontà e dall’intraprendenza della persona. La dimostrazione si chiama Cristina Pilutti.

Assessore del comune di Camino al Tagl.to, si prodiga per aiutare, organizzare, gesti-re e agevolare qualsiasi iniziativa. Partecipa attivamente in prima persona agli eventi culturali, formativi e ludici donando ufficiali-tà alle iniziative. Si occupa in prima persona di tutto ciò che può e anche di più. In un paese che conta meno di duemila residenti, quasi ogni settimana c’è uno o più eventi in programma: presentazioni di libri con gli autori; conferenze e lezioni di cucina; feste e concerti. Innegabile il grande lavoro svol-to da tutte le associazioni del territorio, dalla storica proloco “il Var” all’ultima arrivata la “culturale Medio Friuli” con il centro studi che organizza corsi di formazione. Cristina Pilutti è sempre presente, disponibile, pro-attiva e propositiva, condivide tutte le sue idee con gli altri. Mostra un carattere forte, temprato dalle esperienze della vita, che ne hanno formato una donna molto corag-giosa, timorosa ma determinata, comun-que con una generosità incommensurabile come solo le persone dal cuore grande. Tutto per non apparire mai.

Ogni volta si cer-chi di farla mettere in posa per una foto, lei sparisce. Si mette in prima fila solo quan-do c’è da far qualco-sa, per la comunità, per sovrintendere con acutezza e dedizione o rappresentare l’am-ministrazione di Ca-mino al Tagliamento. Tra gli eventi recenti svolti abbiamo visto gli ufo, grazie all’incontro con il Professor An-tonio Chiumento e le mummie di Venzone con il Buinç di Francesco Stringa-ri. Un’intensa attività in particolare le sere dei fine settimana: il sabato per esempio al Morrison’s ci sono spesso concerti che, tra un panino e una birra, consentono di sentire bella musica e sinceramente han-no lasciato tutti basiti per bravura la coppia Carry&TheMost con Elisa Ca-raccio e Marco Mosticchio che han-no saputo regalare brividi di piacere agli apparati auditivi.

A Camino al Tagl.to in programma per mercoledì 16 marzo alle 18 ci sarà l’Orto Naturale con Comunello, una vera e propria lezione di pota-tura delle piante da giardino in Casa Liani; martedì 22 marzo alle 20.30 presentazione libro di Alessandro Valoppi “Flash” scene di teatro e letture all’Auditorium Liani sopra la biblioteca; Giovedì 24 L’Ora del Rac-conto, modi di leggere, in biblioteca dalle 17.15; per il mese di Aprile: Sa-bato 2 aprile alle 18’presentazione del libro “Gaia miracolo d’amore” La storia di una ragazza e del suo cam-biamento della sua vita con l’arrivo della malattia... bellissimo di Daniela De Stefano e Rita Callegari; venerdì 8 aprile serata con Carmela de Caro “gli amori di Ippolito Nievo”; dome-nica 17 aprile alle 16 camminata fra i mulini e le novelle di Ippolito nie-vo. Brava l’assessore Cristina Pilutti, l’amministrazione comunale che la appoggia e tutti coloro collaborano attivamente e volontariamente alla realizzazione e gestione di tutti que-sti eventi culturali, ludici e formativi che rendono la vita a Camino al Tagl.to piena di occasioni di svago e for-mazione.

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e Vi aspettaper organizzarele Vostre Feste,

Battesimi,Comunioni,

Matrimoni...in mezzo alla natura

C orsi Medio Friuli Camino al Tagl.to.Successo di frequen-tanti ai corsi dell’Asso-ciazione Medio FriuliCosto accessibile a tutti, 35 euro per due

mesi, ricca offerta di corsi, locale luminoso e riscaldato, messo a disposizione dal Comu-ne a Casa Liani, docenza qualificata, sono gli ingredienti del successo dei corsi curati dall’associazione culturale Medio Friuli, pre-sieduta da Marco Mascioli. Soddisfacente il numero di iscritti che, come nel caso d’in-formatica, ha costretto a raddoppiare il cor-so in due giorni diversi. A gennaio sono sta-ti attivati corsi di lingua inglese, informatica, fotografia, meditazione e memorizzazione. A febbraio quelli di comunicazione e teatro. Tutti sono stati proposti per due mesi, con aumento di partecipanti, provenienti anche da Codroipo, Varmo e altri comuni limitrofi. L’Associazione non vuole essere una scuola o una pseudo università e non ha scopo di lucro. La sua proposta ha trovato seguito grazie al contributo del comune di Cami-no al Tagliamento che ha visto il sindaco e l’amministrazione approvare e promuovere il progetto partecipando attivamente per la riuscita dell’iniziativa. Solo i residenti nel comune di Camino al Tagliamento, in pos-sesso di certificato di disoccupazione, non pagano la quota per i corsi attivati, bensì esclusivamente l’iscrizione all’Associazione Medio Friuli, pari a 15 euro per un anno. Per iscriversi si è sempre in tempo, sia compi-lando il pieghevole disponibile in Municipio o in biblioteca durante gli orari d’apertura, oppure rivolgendosi direttamente all’Asso-ciazione Medio Friuli, presso Casa Liani, durante l’orario delle lezioni.

Sul sito internet mediofriuli.com/camino si trova il modulo per aderire ai corsi o rice-vere informazioni dettagliate. Nel riquadro l’orario dei prossimi corsi cui è possibile iscriversi. P. G.

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MARZO 2016

Un raffinato e colto collezionista udinese, Paolo Rendina, ha lasciato un capolavoro d’ebanisteria del ‘700 al Civico Museo d’Ar-te di Pordenone. Ringrazio a priori la dotto-ressa Isabella Reale (direttrice del museo) che mi ha concesso l’onore di tenere una conferenza in merito a Palazzo Ricchieri. Si tratta del mobile antico più importante con-servato nelle collezioni museali del Friuli Ve-nezia Giulia ed è unico nel suo genere. Per chi ne volesse sapere di più sul sito online Antiqua.mi.it c’è una mia pubblicazione in merito dettagliata e analitica. Il trumeau era uno status symbol dell’aristocrazia del XVIII secolo, il mobile più prestigioso tra gli arre-di delle case patrizie italiane del tempo. Tra questi esemplari, quelli sagomati anche sui fianchi sono annoverati tra i modelli più im-portanti e rari di questa tipologia di mobile come nel caso dell’esemplare di trumeau, appartenente alle collezioni del Civico Mu-seo d’Arte di Pordenone. Il mobile in ogget-to, in ottimo stato di conservazione, senza rifacimenti posteriori, presenta una raffinata

nabro, un solfuro di mercurio in masse gra-nulari rosso vermiglio. La pregiata e sapien-te decorazione di questo mobile riconduce indubbiamente alle manifatture del polo artistico lagunare del XVIII secolo: nella ti-mida provincia di terraferma non si sareb-be mai osato tanto lusso e modernità. La Venezia di allora, metà privilegiata di ogni Grand Tour, era governata da una società aristocratica colta, educata e cosmopolita. Nella Venezia Settecentesca avvenivano frequenti scambi culturali con le maggior capitali europee, infatti il decoratore del mobile in oggetto prende ispirazione pro-prio da Parigi per fornire alla sua cliente-la un prodotto ”à la page”. A conferma di questo basti osservare cosa realizzavano i maggiori ebanisti sotto il regno di Luigi XV. Van II RisenBurgh e Jacques Dubois nelle loro botteghe di Rue de Charenton a Pari-gi producevano proprio mobili in lacca di pechino con decorazione a chinoiserie per raffinati e facoltosi clienti; tra questi, Maria Leszczynska, moglie di re Luigi XV, che ac-

quistò una comode con decorazione a chi-noiserie che dal 1988 si trova al Museo del Louvre. Da un numero iscritto sullo schie-nale si è potuto ricostruire, tramite il registro du Garde-meuble de la Couronne, che tale mobile venne consegnato in data 26 set-tembre 1737 presso le cabinet de la Reine au chateau de Fontainebleau. Le Goût chi-nois era molto gradito a Maria Leszczynska, che oltre a commissionare mobili decorati a chinoiserie fece decorare i suoi apparta-menti con grandi dipinti a motivo esotici. L’influenza dell’ebanisteria parigina, pre-sente sul trumeau in oggetto, rappresenta un’importante testimonianza degli scambi culturali internazionali che Venezia intratte-neva nel XVIII secolo con la capitale france-se. Mobili simili a questo del Museo Civico d’ Arte di Pordenone si trovano al Quirinale a Roma, al palazzo di Buckinghan a Londra, al Victoria and Albert Museum, al Paul Getty a Los Angeles.

L’ideatore della corrente stilistica di gusto esotico definita chinoiserie fu il francese An-toine Watteau, allievo di Claude Gillot, pitto-re famoso per le sue scene di feste galanti. Tra i suoi primi lavori troviamo la decorazio-ne del castello de la Muette, dove esprime appieno il suo pronunciato gusto per l’esoti-smo dipingendo trenta figure di personaggi cinesi e tartari. Watteau fu anche un inven-tore del movimento rocaille e la chinoiserie ebbe il pregio d’inserirsi perfettamente in questa capricciosa decorazione asimme-trica diventandone complemento ideale. Benché già si conoscesse la lacca cinese, circolando pubblicazioni dell’olandese Jan Nieuhoff (1665) e del tedesco Athanasius Kircher (1667), nelle quali i due autori pre-sentavano numerose incisioni sull’architet-tura cinese conosciute durante i loro viaggi, l’interesse per l’arte orientale si manifestò solo dopo la morte del re Luigi XIV (1715); il re, infatti, non la gradiva, considerandola troppo frivola e leziosa e preferendole il fa-stoso gusto d’apparato. Bisognerà attende-re dopo la sua morte perché l’arte orientale fosse adottata e diffusa a Parigi, capitale dell’arte, per poi diventare di moda anche nel resto d’Europa.

In conclusione l’importanza delle colle-zioni conservate al Civico Museo d’Arte di Pordenone e l’ottima e qualificata gestione da parte dei conservatori, ne fanno, a mio avviso, il miglior punto di riferimento per eventuali lasciti di opere d’arte da parte dei cittadini. Lucien Zinutti

L a rinascita del Trumeaudecorazione in lacca di Coromandel, coeva alla struttura, da considerarsi straordinaria e pregiata testimonian-za dell’ebanisteria veneziana della prima metà del XVIII secolo. La deco-razione detta a “chinoiserie” risalta su una campitura in lacca verde scuro. Le scene della decorazione del no-stro mobile sono di curiosa e raffinata interpretazione: nella parte superiore troviamo allegorie allusive al com-mercio dei gatti, delle spezie e della seta d’oriente; sullo sfondo di un pa-esaggio esotico con fiori di loto, nin-fee, volatili e in lontananza un veliero in navigazione; sulla fronte del corpo inferiore sono rappresentate scene con pescatori e portatori di the; sui fianchi delle pagode e il classico pon-te; praticamente la stessa decorazio-ne detta “a ponticello” e “a pagoda” che ritroviamo sulle maioliche e por-cellane venete del settecento. Un motivo decorativo molto gradito alle maggiori corti europee del periodo Luigi XV, attorno alla metà del XVIII secolo.

Gli interni del vano scrittoio e dell’alzata, suddivisi in vari scompar-ti a giorno, cassetti e segreti, sono decorati in pregiata lacca di cinabro “di Pechino”. Raffigurati motivi di fiori e volatili dorati su una campitura in pregiata lacca rossa colorata col ci-

ANTICHITÀ

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SPORT · RUGBY

Formazione: ADAMI LORENZO, AN-TONUTTI DAVIDE, BENVENUTO JACO-PO, CASARSA ALESSANDRO, CECCHI-NI CHRISTIAN, CHITTARO RICCARDO, CHITTARO TOMMASO, CUCCHIARO TOMMASO, DONATI ANTONIA, DRIUS-SI THOMAS, FIORE EMANUELE, MOLA-RO MATTIA, TUTINO JEASON, VITIELLO ADRIANO. Questi sono nomi da ricordare, perché domani potremmo sentirli duran-te la presentazione della nazionale che scende in campo per il sei nazioni. Oggi sono scatenati rugbisti con meno di sei anni d’età, ma tra qualche anno… Intanto s’impegnano in campo e nei loro sguardi c’è già una grande passione, l’impegno di prendere lo sport seriamente, la sod-disfazione quando segnano le mete, alle volte con l’aria di superiorità che mantie-ne elevata la simpatia. Non mancano al-cuni momenti di tristezza, a cinque anni alcuni saltuariamente hanno “problemi di lacrimazione” e prontamente gli educatori dell’OverBugLine rugby Codroipo li sosti-tuiscono restituendo alla panchina di “ge-nitori assistenti” coloro che hanno bisogno di conforto.

Il fine settimana del 20 e 21 febbraio a Goricizza di Codroipo ci sono stati due eventi importanti: sabato un triangolare Under 14 ospitando la squadra di Maniago (PN) e la Pedemontana Livenza di Polce-nigo (PN) mentre domenica un esercito di atleti Under 12, 10, 8 e 6 hanno creato un movimento scatenato ed entusiasman-te. Dopo è arrivato il momento di ripetere la positiva esperienza dello scorso anno l’OBL: il viaggio a Roma per assistere a un incontro del 6 nazioni di Rugby. Partiti alla volta della capitale da piazza Giardini a Co-droipo alle 14.30 di venerdì 26 febbraio, i componenti della comitiva sono arrivati nella struttura alberghiera che li aspetta-va sulla via Aurelia alle 23.00. Mattinata di sabato volta al turismo, visitando a pie-di gran parte del centro storico della città eterna dove si sono potute ammirare le meraviglie della Roma antica. Pranzo con il classico terzo tempo fuori dallo stadio pri-ma della partita e poi tutti a sostenere gli azzurri in campo. Al termine dell’incontro il gruppo è salito in bus per prendere la strada in direzione Colleferro (società con la quale hanno un sentito gemellaggio) per consegnare alcuni atleti che il giorno se-guente avrebbero giocato assieme a loro nel raggruppamento a Tivoli.

Aiutati dal tempo clemente durante il fine settimana, hanno avuto l’opportunità

di fare una bella gita ammirando le bellezze locali e assistendo agli incontri dei nostri atleti impegnati su un campo da gioco non frequenta-to abitualmente dai no-stri tesserati OverBugLi-ne del Medio Friuli. Due vittorie e una sconfitta è stato il bottino per i no-stri ragazzi che si sono ben distinti in campo.

Tornati a Goricizza di Codroipo per riprende-re gli allenamenti con la capitale nel cuore, il prossimo appunta-mento, oltre i normali incontri del campionato dell’Under 14 che saba-to 5 marzo hanno visto la squadra di Codroipo confrontarsi con RFC Junior di Udine sarà con la “Festa di Primavera” il giorno 12 mar-zo, dopo l’incontro di Under 14 tra OBL e Juvenilia Bagnaria Arsa, alle 20 grande ter-zo tempo, musica e divertimento per tutti i partecipanti. Un altro grande raggruppa-mento per le categorie propaganda sarà

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domenica 20 marzo dalle 10 del mattino a Goricizza di Codroipo (UD), quando ospi-teranno le compagini di Tricesimo Rugby (UD), Black Ducks Gemona (UD), Juvenilia Bagnaria Arsa (UD) e Pedemontana Liven-za di Polcenigo (PN).

A. C.

P iccole Grandi Promesse

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MARZO 2016 TRADIZIONI

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Viale Venezia, 22 · CODROIPO (Ud) · Info 333.4846265

Cuaresime, domenie dês Palmis e po’ si jentre in te setemane Sante. Noaltris fruts o spietavin che rivasi la joibe Sante, parce che murivin lis campanis e, jesint zagos, no viodevin le ore di fa cunfusion cun lis scrazulis. Si dopravin dilunc il paîs, disore une cariole si cjatave il scrazzolon, chel al faseve plui rumôr di ducji. Si visave il paîs da lis funzions religjosis. A lis tre da-spo misdì pe funzion de ore da la muart dal Crist (funzion des feminis), par ricuardâ misdì, lis Ave Marîs de buinore e di sere e lis consacrazions de ostie te funzions de sabide Sante. La funzion de sere dal vinars Sant (guai cui cal lavorave ju pal dì), la busade al Crist in crôs, a jere pai omis che compagnavin pal paîs, in prucision, la relicuie de crôs intant che lis feminis a lu-minavin lis stradis cun cjandelis, fûcs, crôs infogadis, crucefìs in tes placis e ju pai fo-sai in do che coreve le aghe, cun çuncui metûs in muel tal petroli o scuss di cais jemplâs di petroli e dât fûc. Par nô canais al jere di viarzi i vôi e lustrasiu. La sabide Sante si preparave i ûs colorâts in te aghe bulinte cun urtîs par faju vignî verts, par fa il rusit cun scusis di zivole rosse, violet cu la ue dal Diaul o panoglete. Il dì di Pasche al jere dedicât a la famee, a lis funzions religjosis, si mangjave cicin di cjapon, po-lez o altris pietanzis che ju par l’an no si mangiave. I zeuts cui ûs fasevin fieste in tal miez de taule, ma no si ju podeve tocjâ pal fat ca ocorevin pe mirinde tai prâts dal lunis dal Agnul( fa Pascute o fa cori i ûs). Si jusave a cjatasi tai prâts di Lorêt o a Sante Marizzute di Sot in do che al jere il breâr e si balave, cjantave, ma guai se il plevan al saveve che lis fantatis a balavin, no i dave la cumunion e vignivin segnadis a dêt in predice. Chei ca restavin a cjase zuiavin a tirai al ûf cun tune palanche. Il ûf al vignive mitût dongje il mûr sul codolâr a cinc pàs a si metevin a tirai, chel ca lu cjapave cun la palanche ca jentrave dentri al veve il di-rit di mangjalu. Mi vîsi co jeri piçul che me barbe, cal veve buine smicje, an dâ man-gjâts sedis... ma jere fan... P. B.

Quaresima, domenica delle Palme e poi si entra nella settimana Santa. Noi bambini aspettavamo che arrivasse giovedì Santo, quando morivano le campane, essendo chie-richetti non vedevamo l’ora di far confusione con il batacchio di legno. Si adoperavano per le vie del paese, sopra una carriola si metteva il batacchio più grande che faceva un gran fracasso. Si avvertiva il paese delle funzioni religiose; a le tre del pomeriggio per la fun-zione della crocifissione (rito per le donne), per ricordare mezzogiorno, l’Ave Maria del mattino e della sera e le funzioni dove si con-sacrava l’ostia nel rito del sabato Santo. Il rito serale del venerdì Santo (guai chi lavorava quel giorno), il bacio della Croce, era chiama-ta la cerimonia per soli uomini, accompagna-vano in processione la reliquia della Croce per il paese mentre le donne illuminavano le vie e piazze con candele, Croci infuocate, piccoli falò, crocefissi, dove c’erano i fossi con acqua corrente facevano navigare tutoli messi a mollo nel petrolio e gusci di lumache riempiti di liquido che si incendiava, ed acce-si sembrava una processione di lumini che seguivano la reliquia. Per noi bambini c’era da stropicciarsi gli occhi nel veder questo spettacolo. Il sabato Santo si colorava le uova facemdole bollire con ortiche per farle verdi, rossicce con foglie secche di cipolla rossa o uva del Diavolo viola per farle di questo colo-re. Il giorno di Pasqua era dedicato alla fami-glia, ai riti religiosi e al buon mangiare dove in tavola si trovava il capone, brodo di gallina o altre specialità che durante l’anno non si usa-va fare. I cesti di uova adornavano le tavole, ma non si mangiavano perché occorrevano per la merenda nei prati del lunedì dell’Ange-lo. Si usava andare nei prati di Lorêt o Santa Marizzutta di Sotto dove c’erano musicisti e si ballava e cantava. Guai se il prete vedeva qualche ragazza che andava a questa festa a ballare, non gli dava la comunione e venivano segnate a dito in predica. Quelli che restava-no a casa giocavano al tiro all’uovo con una moneta. L’uovo veniva messo sul ciottolato sotto casa e a 5 passi si mettevano a tirare la moneta, chi metteva la moneta nell’uovo sodo se lo mangiava. Mi ricordo, da piccolo, che mio zio, che aveva tanta mira, ne ha presi e mangiati 16... ma c’era tanta fame...

3 avrîl 1077. Sala consiliare di Varmo alle ore 21:00 del 3 aprile 2016, come ogni anno si ricorda la fondazione della Patria del Friuli.

L’amministrazione comunale dedica, in questa manifestazione, il ricordo ad un suo paesano famoso e quest’anno la serata sarà dedicata al grande scrittore e filologo Amedeo Giacomini - a dieci anni della sua morte - con Franco Gover e la giornalista Pierina Gallina. Parleranno della sua casa (Villa Giacomini e Villa veneta) e un piccolo ricordo delle sue varie opere.

Seguirà una farsa di Zorutti “La Marcolfa” con gli attori del gruppo ”Lis aghis” insieme al coro “Aghe frescje” di Romans che intrat-terrà il pubblico presente con la direzione della maestra Dr. Guerrina Virgili. Regia di Paolo Bortolussi.

Pasqua

La Patriedal Friûl

Pasche

Direttore Sanitario dottor Luigi Sant; Aut. San. prot. N. 33686/D.S.2 del 02/05/2013