Meme - L'era dei tormentoni

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L'ERA DEI TORMENTONI In un periodo storico in cui pubblicità, film, filosofia e ogni forma di espressione tende perlopiù a manifestarsi attraverso aforismi, slogan, frasi secche e di impatto, non può che nascere una presunzione di fondo ed una pretesa - a livello individuale - di poter dare forma a nuove “realtà filosofiche”, tutte sintetizzate alla forma di frasi brevi e private di qualsiasi contenuto, con l'unico fine di stupire, ammaliare, e consolidare un protagonismo fittizio che si genera nelle convinzioni dell'individuo della nuova generazione. La parola chiave è individualismo, meccanismo scatenante del nuovo sistema comunicativo. Sia chiaro che il mio intento non è quello di condannare e accusare, ma mi propongo di trovare una linea generale che caratterizza il nuovo modo di comunicare, di divertire e di intrattenere. Con l'avvento del web 2.0 abbiamo assistito ad un meraviglioso progresso sociale, ancor più che tecnologico, caratterizzato dalla possibilità di condividere - con eccezionale facilità - le proprie passioni, le proprie qualità, i propri pensieri. Velocemente il web è diventato un vero e proprio luogo fatto di discussioni, confronti, idee. Lo stesso medium diventa un autentico “mash-up” di elementi, gente, culture che portano necessariamente ad una concezione generale confusa, fatta di una miscela di filosofie e pensieri che nel calderone del web perdono la loro reale profondità per dare vita ad un nuovo modo di concepire arte, cultura, filosofia e umorismo: si tende a preferire l'immediato, il semplice, il non-sense, e si rimbalza fra leggerezza e poesia in maniera troppo rapida ed equivoca per manifestare realmente un pensiero ricco di contenuto senza perderne l'umorismo. Si scatenano dunque, molto frequentemente, volontà di auto affermazione come risposta ad un meccanismo naturale dell'uomo, che tende prima ad omologarsi per sopravvivenza nel branco e poi a differenziarsi per tracciare un proprio territorio e far valere la propria personalità. Quale migliore medium può agevolare questa condizione oramai, se non la stessa rete, che mascherandosi dietro quella regola ambigua secondo la quale ognuno è giustificato a sponsorizzarsi dietro una vetrina per come si vuole, rende lecito qualsiasi tipo di

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Il nome “meme” è attribuito a questa forma di propagazione di informazioni, ma il nome stesso nasce da uno studio etologico che associa al meme l'ipotesi di una possibile entità capace di mantenere delle informazioni relative alla cultura umana, che si manifesta in elementi semplici, come sillabe, suoni, melodie, parti di idee.

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L'ERA DEI TORMENTONI

In un periodo storico in cui pubblicità, film, filosofia e ogni forma di espressione tende

perlopiù a manifestarsi attraverso aforismi, slogan, frasi secche e di impatto, non può che

nascere una presunzione di fondo ed una pretesa - a livello individuale - di poter dare forma a

nuove “realtà filosofiche”, tutte sintetizzate alla forma di frasi brevi e private di qualsiasi

contenuto, con l'unico fine di stupire, ammaliare, e consolidare un protagonismo fittizio che si

genera nelle convinzioni dell'individuo della nuova generazione. La parola chiave è

individualismo, meccanismo scatenante del nuovo sistema comunicativo. Sia chiaro che il mio

intento non è quello di condannare e accusare, ma mi propongo di trovare una linea generale

che caratterizza il nuovo modo di comunicare, di divertire e di intrattenere. Con l'avvento del

web 2.0 abbiamo assistito ad un meraviglioso progresso sociale, ancor più che tecnologico,

caratterizzato dalla possibilità di condividere - con eccezionale facilità - le proprie passioni, le

proprie qualità, i propri pensieri. Velocemente il web è diventato un vero e proprio luogo fatto

di discussioni, confronti, idee. Lo stesso medium diventa un autentico “mash-up” di elementi,

gente, culture che portano necessariamente ad una concezione generale confusa, fatta di una

miscela di filosofie e pensieri che nel calderone del web perdono la loro reale profondità per

dare vita ad un nuovo modo di concepire arte, cultura, filosofia e umorismo: si tende a preferire

l'immediato, il semplice, il non-sense, e si rimbalza fra leggerezza e poesia in maniera troppo

rapida ed equivoca per manifestare realmente un pensiero ricco di contenuto senza perderne

l'umorismo. Si scatenano dunque, molto frequentemente, volontà di auto affermazione come

risposta ad un meccanismo naturale dell'uomo, che tende prima ad omologarsi per

sopravvivenza nel branco e poi a differenziarsi per tracciare un proprio territorio e far valere la

propria personalità. Quale migliore medium può agevolare questa condizione oramai, se non la

stessa rete, che mascherandosi dietro quella regola ambigua secondo la quale ognuno è

giustificato a sponsorizzarsi dietro una vetrina per come si vuole, rende lecito qualsiasi tipo di

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manifestazione? I fenomeni più in voga sono video divertenti, video assurdi, che diventano

subito virali, perchè si cibano del passaparola e di quell'elemento positivo che più ci fa stare

bene: la risata.

Il nome “meme” è attribuito a questa forma di propagazione di informazioni, ma il nome stesso

nasce da uno studio etologico che associa al meme l'ipotesi di una possibile entità capace di

mantenere delle informazioni relative alla cultura umana, che si manifesta in elementi semplici,

come sillabe, suoni, melodie, parti di idee. Le stesse sillabe possono essere considerate risultato

di una lunga cernita, generando quelli che sono diventati i meme più facilmente trasmissibili in

migliaia di anni, fino ad ottenere la gamma di sillabe utilizzate nelle lingue attuali.

Per propagarsi, il meme - unità base per l'evoluzione culturale - necessita di un supporto, che

può essere scritto, può servirsi di una fonte sonora, ma soprattutto può esserlo l'oralità stessa, e,

ora più che mai, si serve della rete, che permette al meme di impiantarsi nei grandi pilastri

sociali in maniera esponenziale.

Questa teoria (introdotta dal libro “il gene egoista” di Richard Dawkins) che descrive il meme

come una unità di informazione residente nel cervello, è stata a lungo trattata senza il dovuto

riguardo, anche se gli effetti generati dai meme sul web, sembrano dimostrare una reale

applicabilità di questo studio. Il meme dunque è ciò che diventa alla radice parte di una cultura

condivisa, che lega le persone, genera e detta le regole a nuove forme di comunicazione ogni

volta che se ne presenta uno; ogni volta, stabilisce nuove tendenze.

Il problema è un altro: il meme odierno si carica di una componente che sta piano piano

innestando nell'elemento culturale un'attitudine pericolosamente demenziale e disfattista - di

stampo fortemente nichilista - trasformando senza ostacoli il comportamento dell'individuo

nella sua società. Questo effetto non è voluto, o almeno, non per coloro che hanno imparato a

gestire questo modello comunicativo. Fa parte dell'indole del meme stesso l'auto-propagabilità,

dunque diventa errore di se stesso.

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Il filosofo Karl Popper sostiene che un modo per resistere a questo inconscio processo di

evoluzione (che rischia al contrario di trasformarsi in un vero e proprio regresso), esiste,

seppure frutto di un comportamento innaturale come andare contro l'istinto: "L'intelligenza è

utile per la sopravvivenza se ci permette di estinguere una cattiva idea prima che la cattiva idea

estingua noi".

L'era del tormentone giunge ad un'esasperazione di sé, tracciando un confine molto labile e

seriamente complicato da valicare per coloro che hanno scelto di non partecipare al calderone

del web, venendo così automaticamente tagliati fuori da quelle che inevitabilmente diventano le

nuove regole dei comportamenti sociali più in voga.

Cosa utile sarebbe cercare di prendere atto di quello che sta accadendo a livello culturale, per

combattere culturalmente la povertà ideologica che la nuova rete sta generando e diffondendo.

Link ed esempi:

http://www.youtube.com/watch?v=Q5im0Ssyyus

charlie the unicorn, meme

http://www.youtube.com/watch?v=TuPVlhDZSmY&feature=related

charlie get annoyed by orange, meme

http://memes.org/

meme definizione

http://www.youtube.com/watch?v=wd63P7mYXzo

nigga stole my bike, meme

http://www.youtube.com/watch?v=xwtjrRUL7rk

marmotta assassina, meme

http://www.dipity.com/tatercakes/Internet_Memes/

timeline meme

http://www.dipity.com/tatercakes/Internet_Memes/

wazzup, meme

http://www.wikihow.com/Make-a-YouTube-Poop

how to make a youtube poop

http://www.youtube.com/watch?v=nJtwVMSWsYI

“no ideas”, esempio di protagonismo privo di contenuti

http://youtube.wikia.com/wiki/YouTube_Poop

youtube poop definizione