Masaccio
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5/27/2018 Masaccio
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MASACCIO (14011428)
Tommaso di Ser Giovanni di Mone Cassai, detto Masaccio, nasce a San Giovanni Valdarno (Arezzo) nel
1401 il soprannome non ha valenza dispregiativa ma rimarca il suo essere sempre assorbito dalla propria
attivit creativa e disinteressato al resto. La formazione artistica e culturale del Masaccio avviene a Firenze
dove, orfano di padre, si trasferisce nel 1417, non sappiamo di preciso quali furono i suoi maestri, si sa che findal 1422 fu iscritto come pittore allArte dei Medici e degli Speziali. Lambiente fiorentino del tempo pieno
di stimoli artistici, la citt tutto un fiorire di cantieri: Brunelleschi con la cupola di Santa Maria del Fiore e lo
Spedale degli Innocenti, Ghiberti con la porta del Battistero, Donatello con la scultura di San Giorgio.
Riallacciandosi alle grandi intuizioni di Giotto egli concepisce una pittura radicalmente nuova e si pone, con
Brunelleschi e Donatello come terzo fondamentale punto di riferimento della rivoluzione artistica del primo
quattrocento. Attivo soprattutto a Firenze, sia da solo che in collaborazione con Masolino, lavora anche a Pisa
e a Roma dove muore prematuramente a 27 anni nel 1428. Nonostante la sua breve esistenza la produzione
pittorica di Masaccio assai ricca e spazia dalla tempera su tavola allaffresco. Il primo dipinto il cosiddetto
Trittico di S Giovenalecon la tavola che si compone di tre parti distinte sagomate con terminazionearchiacuta. Nel pannello centrale una grande Vergine in trono regge in braccio il Bambino mentre due angeli le
si inginocchiano ai piedi. Nel pannello di sinistra sono rappresentati San Bartolomeo e San Biagio, in quello di
destra San Giovenale e SantAntonio Abate. Il fondo oro di tradizione medioevale ma il dipinto presenta
molte novit, lo spazio sottoposto ad una unica regola prospettica e anche il trono obbedisce alla stessa
prospettiva, laccuratezza del disegno ne ha reso possibile la ricostruzione grafica al computer. Leffetto
profondit risulta ulteriormente cresciuto dalla collocazione degli angeli. Significativa la caratterizzazione del
bambino, pressoch nudo, nellatteggiamento di succhiarsi lindice, il corpo grassoccio richiama la capacit di
Masaccio di rendere le sue opere vive, naturali, al di fuori degli schemi. Con Sant nna Metterza inizia lacollaborazione tra il giovane Masaccio e il pi maturo Masolino. Questo dipinto una pala di altare
commissionata dai Bonamici, ricca famiglia di tessitori, infatti il prezioso drappo che i tre angeli dispiegano
sarebbe un particolare tipo di stoffa da loro prodotto, una sorta quindi di messaggio pubblicitario. Il dipinto
rappresenta la Madonna in trono con il Bambino e SantAnna, sua madre, circondati da cinque angeli. Si
riconosce a Masolino lesecuzione di SantAnna e a Masaccio la Madonna con il Bambino. Il corpo della
Vergine delineato con molta sicurezza e una massiccia compattezza piramidale , tutti i personaggi di
Masaccio sono dotati di un volume proprio. Masolino cerca di imitarlo con SantAnna ma in essa il senso del
volume quasi totalmente assente. Il tema della definizione volumetrica dei personaggi e del loro inserimento
prospettico in uno spazio misurabile di tipo brunelleschiano ulteriormente messo in evidenza nel grandioso
Polittico di Pisa, forse lopera pi organica e complessa di Masaccio. Smembrata nel corso del seicento , soloalcuni pannelli sono giunti fino a noi. La tavola centrale era quella della Madonna in trono con il Bambino equattro angeli, oggi alla National Gallery di Londra. La fisicit di Maria messa in particolare evidenza e non rappresentata secondo i consueti canoni di giovinezza e leggiadria, il volto appare segnato e stanco, il
Bambino colto nellatto di mangiare un acino di uva (allusione al vino simbolo dellEucarestia), che la madre
gli ha porto. La spontaneit del gesto mette in luce la natura umana del piccolo Ges e anche la sua aureola
obbedisce alle regole prospettiche del mondo circostante e ci appare per la prima volta di forma ellittica. La
prospettiva del trono massiccio in pietra tracciata con vigore, la struttura stessa del trono assolutamente
innovativa e dimostra linteresse che Masaccio aveva nei confronti dellarchitettura e dellantico. Il grandioso
seggio ha quasi la conformazione di un edificio. Del tutto originale limpiego delle colonnine di diversi
ordini. Nella Crocifissione, posta nella parte superiore della pala i quattro personaggi si stagliano contro unirreale sfondo oro. Maria a sinistra piange di dolore, avvolta nel pesante mantello al quale il realistico
chiaroscuro conferisce una monumentalit di tipo scultoreo. A destra San Giovanni sconfortato e attonito
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mentre al centro , alto sulla croce del martirio, il Cristo rappresentato nella dolorosa immobilit della morte,
con il collo insaccato nelle spalle, gli arti tesi allo spasimo, un uomo crocifisso, non un Dio. In basso c la
Maddalena della quale non vediamo che una cascata di capelli biondi e due mani protese a formare un
triangolo rovesciato. E Giovanni lunico a guardarla in faccia e diventa specchio dello sgomento della donna.
A Giotto Masaccio si rif anche nel grandioso Ciclo di affreschi della cappella rancaccieseguiti a partire dal1424 in collaborazione con Masolino. I due maestri si divisero le scene in modo che i diversi modi di
dipingere potessero amalgamarsi. Il tema quello della Vita di San Pietro con alcune scene della Genesi, la
centralit della figura di Pietro allude a quella della chiesa e la monumentalit con cui il santo raffigurato
richiama quella della sua statua bronzea. Nellaffresco del Tributo il Masaccio si rif ad un episodio delvangelo di Matteo dove si descrive lentrata di Ges e dei suoi apostoli a Cafarnao, dove il gabelliere chiede un
tributo per il tempio di Gerusalemme e Ges incarica Pietro di pescare un pesce, nella cui bocca trover
miracolosamente una moneta dargento per pagare il tributo. Lartista concentra nello stesso dipinto tre
momenti diversi, quando il gabelliere esige il tributo, il comando a Pietro di pescare, Pietro che pesca e ancora
Pietro che paga il tributo. Tutti i personaggi hanno un rilievo quasi scultoreo, masaccio definisce con il
chiaroscuro i loro possenti volumi. Nonostante lartificio di rappresentare contemporaneamente tre azionisuccessive la prospettiva sempre la stessa. Il paesaggio appare brullo e desolato con le montagne poste in
successione cromatica. Anche le architetture sulla destra sono ispirate alledilizia fiorentina e contribuiscono ad
una chiara definizione spaziale della scena. Le ombre proiettate hanno tutte una stessa direzione, la fonte
luminosa unica e puntiforme (il sole), proveniente dal lato destro, fuori dai limiti dellaffresco, come se
provenisse da una bifora che illumina la cappella. In tal modo la luce reale interagisce con quella dipinta.
Analoga per intensit e provenienza anche la luce che illumina la scena della Cacciata dal Paradiso Terrestreche rappresenta Adamo ed Eva nel momento in cui Dio li scaccia dallEden. Le duefigure sono nude, con
volumi massicci, quasi sgraziati, Adamo singhiozza disperato coprendosi il volto, Eva vergognandosi prova a
coprire i seni e il pube, il suo volto sfigurato da un dolore infinito con un intenso gioco di luci ed ombre, labocca spalancata in un urlo straziante. Il paesaggio al di fuori dellEden si riduce a roccia, ad un cielo profondo
e senza nuvole. Di tuttaltro tipo la scena del Masolino posta di fronte alla cacciata, dal nome La tentazione
di Adamo ed Eva. La pianta frondosa allude al biblico albero del bene e del male, il demonio in forma di
serpente con testa di donna. I due personaggi hanno una compostezza severa, quasi classica, Eva tiene
delicatamente il frutto proibito e lo offre al compagno. la rappresentazione di entrambe le figure
corrispondono ad uninterpretazione precisa delle scritture, con l?eden descritto come luogo di delizie. Il forte
realismo di Masaccio torna con San Pietro che risana con lombra. Lepisodio tratto dagli atti degli apostolidove si narrano molti miracoli ad opera di San Pietro. La costruzione prospettica ha il punto di fuga spostato
sulla destra, fuori dallarea del dipinto, in questo modo la linea dellorizzonte si colloca allaltezza degli occhi
di Pietro. Le architetture sullo sfondo alludono a Firenze e alla fase di passaggio che sta vivendo anche
nellassetto urbanistico fra medioevo e nuova realt rinascimentale. I personaggi prendono ancora una volta in
prestito i volti della quotidianit e qualcuno suggerisce che il mendicante barbuto con le mani giunte possa
essere lamico Donatello. La stessa sensazione di verit si coglie nella scena del Battesimo dei neofiti. Anche
qui il soggetto deriva dagli atti degli apostoli e fa riferimento a quando Pietro battezz in una sola giornata
circa tremila neofiti. Lo spazio dove si accalcano i vari personaggi appare intimo e concluso, sullo sfondo il
sipario di nude montagne chiude lorizzonte. Potente la figura del battezzando, in ginocchio ai piedi di
Pietro , con un corpo scultoreo, modellato da masse contrapposte, dove Masaccio mostra anche i particolari
pi minuti come le goccioline sui capelli mentre laltro neofita, spogliato, in attesa del proprio turno
percorso da un brivido di freddo .
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Nella Trinit , lultima opera realizzata la prospettiva impiegata al fine di misurare e di rendere comprensibilelo spazio. Laffresco, collocato nella terza campata della navata sinistra della basilica fiorentina di Santa Maria
Novella ha avuto lultimo restauro dal 1999 al 2001 fondamentale per restituire gan parte della raffinata
gamma dei colori originari e per meglio comprendere la struttura dellimpianto geometrico. In primo piano c
un sarcofago con uno scheletro e la scritta che allude simbolicamente alla transitoriet delle cose terrene e
indicando la via della preghiera e della fede. Sopra lo scheletro ci sono due figure che pregano dietro ai quali si
apre una cappella dove sono rappresentati in secondo piano, in piedi accanto alla croce la vergine e San
Giovanni. Cristo simbolicamente sorretto alle spalle da Dio Padre che si colloca in terzo piano, al vertice pi
alto della piramide, tra il volto severo del creatore e quello doloroso di cristo Masaccio inserisce anche la
colomba dello Spirito Santo. Quello che maggiormente colpisce la monumentalit dei personaggi, la
complessa struttura architettonica rimanda in modo diretto alintervento di Brunelleschi, le decise volumetrie
dei personaggi scandiscono fisicamente i vari piani stabilendo una gerarchia crescente di valori. Dalla morte (lo
scheletro) ci si eleva, grazie allintercessione (di Maria e Giovanni) e alla preghiera (i committenti), fino alla
salvezza e alla definitiva sconfitta della morte stessa (Trinit). La cappella introdotta da una coppia di
parastre corinzie con accostate colonne ioniche, riferimento allarchitettura dello Spedale degli Innocentimentre il piccolo fregio a meandro e larchitrave con i dentelli uninnovazione dello stesso Masaccio.
Linterno della cappella costituito da una volta a botte poggiante su due potenti architravi. In una
architettura dipinta, ancora pi che in quelle sperimentali e reali del Brunelleschi si ritrova una gravit ed una
forza di stampo romano, certamente ricordo dei fornici degli archi di trionfo di Tito e Settimio Severo. Con
Masaccio dunque possiamo considerare definitivamente conclusa la tradizione pittorica del medioevo. Le
intuizioni di Giotto vengono sviluppate e potenziate dando origine a personaggi efficacemente realistici,
modellati dal chiaroscuro e resi credibili dalla perfetta aderenza delle loro espressioni alla situazione che stanno
vivendo. Luomo rinascimentale, liberatosi dei vincoli imposti dalla tradizione vede nella pittura di Masaccio la
nuova concretezza di chi cerca nellosservazione del quotidiano e nello studio del vero le ragioni pi profondedella propria ispirazione.