MARCO CONTINO PORTFOLIO
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Biografia
£ 16,000 per sq.mHow to make £ 16,000 per sq.m
Untitled (Sugar Wall)
Ammainabandiera(Come diventare uno stato indipendente in tre semplici passi)
Sale
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Marco Contino, nato a Catania nel 1986, si diploma nel febbraio 2014 in
arti visive e discipline dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di
Venezia. Durante il periodo di studi partecipa a vari eventi e collabora come
performer con l’artista argentina Amalia Pica in occasione della 54° Biennale
d’Arte di Venezia. Nel 2009 viene premiato nel concorso internazionale
Opera J mise en scène, vincendo una menzione speciale per la scenografia.
Dal 2010 partecipa a diversi workshop tenuti dalla Fondazione Pinault
presso Palazzo Grassi a Venezia, dove ha la possibilità di collaborare con
artisti come Urs Fischer, Loris Gréaud, Friedrich Kunath e Piotr Uklanski.
Nel 2012 vince una borsa di studio Erasmus per la Middlesex University di
Londra, dove trascorre un anno. Nella capitale britannica espone presso
l’Art Pavilion in Eye-Eye Artists’ Collective e alla Schwartz Gallery in Hot-
One-Hundred e collabora con gli artisti Julie Vulcan e The Famous Lauren
Barri Holstein durante lo Spill Festival 2013. Nel dicembre 2014 viene
selezionato dalla Fondazione Bevilacqua La Masa per esporre alla 98ma
Collettiva Giovani Artisti presso la Galleria di piazza San Marco a Venezia.
Nel suo approccio artistico, Marco Contino è strettamente contemporaneo. Le sue opere spesso mostrano caratteristiche minimal strettamente legate a processi concettuali di formazione, deformazione o distruzione che determinano sia l’aspetto formale che il significato dell’opera e che si manifestano sottoforma di live performance o documento fotografico o videografico accompagnando l’opera stessa. Il gioco ironico con il concetto di valore — quello naturale ed artificiale, reale e fittizio, oggettivo e soggettivo — l’appropriazione delle regole che definiscono le dinamiche determinanti e la violazione sperimentale di esse come processo artistico può essere identificato come filo conduttore attraverso molte delle opere.
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Che valore ha oggi lo spazio? Le metropoli in espansione, l’aumento demografico portano la gente a vivere in spazi sempre più piccoli e la spinta data da una richiesta di mercato sempre maggiore, favorisce il raddoppiarsi dei prezzi. Nascono quartieri residenziali prestigiosi al centro della città, mentre nelle zone limitrofe, nascono quartieri meno prestigiosi, meno centrali, meno comodi e questo, determina il valore agli spazi abitativi all’interno di essi.È una dinamica che nasce dal desiderio di una società intera: Dobbiamo proprio essere sociali, connessi e al centro di tutto quello che succede attorno a noi? In un’era, dove il mondo è interamente e complessivamente connesso, rischiamo di sentirci soli? E la vita che ci offre la città, può veramente toglierci questa solitudine di dosso? O si tratta forse, alla fine dei conti, solo di questione di prestigio sociale?
£16,000 per sq.m è un autentico pezzo di terra Londinese, recuperato dal quartiere di Hampstead Heath. Fa riferimento al valore della terra, dello spazio, del diritto e privilegio di abitare e vivere al prezzo del lusso, il potere di scegliere dove voler esistere e dove voler essere a casa. Accenna alla follia del mercato immobiliare e l’astrattismo dei valori concreti che lo sorreggono.
2013
terra di Londra
100 x 100 x 15 cm
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video
5:39 min.
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Un muro è una presenza fisica costruita per separare, per dividere una parte dall’altra. Non si tratta di un fenomeno naturale, ma artificiale – costruito dall’uomo, e quindi anche abbattibile dallo stesso.Leccare, usare la lingua per decomporre, è un atto altamente intimo. Demolire un muro leccandolo, significa scegliere un metodo di precisione molto delicato per un’operazione sporca, grezza e di così grande scala come questa. È quindi una scelta che richiede un immenso sforzo ed impegno. Due entità leccano lo stesso punto di un muro, ma dai lati opposti, è per questo che non sono consci della presenza e delle azioni dell’altro. Il muro impedisce lo sguardo, il contatto.Zucchero, caramello, semplice come materiale ma allo stesso tempo complesso nella produzione, dolce e gustoso – un piacere in piccole dosi ma disgustoso o letale se ingerito in grandi quantità.Quello che si viene a formare per terra è un misto di zucchero e saliva e il confluire dei due elementi ne diventa l’unico contatto fra le due entità fino al completo collasso del muro stesso.
2013
performance
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2014
in collaborazione con Martin Verdroß
carta stampata, colore anilinico
dimensioni variabili
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“La velocità con cui Venezia se ne va è pressappoco quella di una zolletta di zucchero nel tè bollente.”
John Ruskin
La morte di Venezia è un tema antico, legato alla fine della Repubblica e alla inesorabile disgregazione del tessuto socio-urbanistico. Ironicamente Venezia, una volta costruita per essere una macchina commerciale, si ritrova senza il mercato per il quale è stata ideata e tramuta lei stessa in prodotto – autodistruggendosi, vendendosi sul nuovo mercato del XXI secolo.Tudy Sammartini, da tempo impegnata sui problemi legati a Venezia, in una recente intervista dichiara che “Venezia è da sempre stata una città mercantile, ma oggi, questo bizantinismo predomina su ogni cosa. Lo spirito mercantile regna supremo. Si venderebbero pure la loro madre se potessero”. È inevitabile rassegnarsi nel guardare Venezia come un macro-oggetto di consumo ormai in vendita, o svendita, pezzo dopo pezzo.Sale è un progetto realizzato dalla polvere dei mattoni veneziani che nell’aria salmastra della laguna si decompongono. Ogni singola scultura rappresenta un triste souvenir prodotto in massa – moltiplicata in quantità illimitata dall’uso di stampi, assemblata da semplice resina per ricomporre le ceneri della città laguna in un oggetto che rende omaggio alla nuova legittimità di Venezia.
2014
mattoni veneziani corrosi, resina epossidica
dimensioni variabili
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ritratto in copertina / concetto creativo & layout / portfolio a cura di Martin Verdroß