Mappatura comunità in divenire progetto ceep_circoli interculturali
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Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Mappatura del fenomeno migratorio
A cura di Alice S. Boni – Excursus. Spazio di Formazione Partecipata
Progetto CEEP – ACLI 2012/2013:
Società multiculturale e integrazione sociale nella realtà Lombarda
2 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Sommario Introduzione ...................................................................................................................................................... 3
Metodologia ...................................................................................................................................................... 4
La mappatura. Come si connota il fenomeno territorialmente? ...................................................................... 5
Una rappresentazione demografica del fenomeno Italia, Lombardia e province......................................... 5
Le dimensioni dell’integrazione: un’analisi a partire dai dati provinciali dei circoli del progetto CEEP...... 11
Occupazione e disoccupazione ................................................................................................................ 11
Titoli di studio e tipologia di lavoro svolta............................................................................................... 13
Condizione abitativa ................................................................................................................................ 15
Partecipazione sociale e religiosa ............................................................................................................ 16
Il fenomeno migratorio nei comuni della rilevazione ................................................................................. 19
Comune di Gallarate ................................................................................................................................ 19
Comune di Castenedolo .......................................................................................................................... 22
Comune di Triuggio.................................................................................................................................. 24
Comune di Abbiategrasso ........................................................................................................................ 26
Quarto Oggiaro – Comune di Milano ...................................................................................................... 29
Conclusioni. Alcune chiavi interpretative della comunità in divenire ............................................................ 33
Comunità in divenire ................................................................................................................................... 33
Legame tra storia del territorio e presenza dei migranti ............................................................................ 33
Territori di circolazione ................................................................................................................................ 34
Le seconde generazioni… chi è straniero .................................................................................................... 34
Fonti ................................................................................................................................................................. 35
Bibliografia ................................................................................................................................................... 35
Sitografia consultata .................................................................................................................................... 35
3 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Introduzione
Il presente lavoro nasce all’interno del progetto CEEP 2012/2013 su Società multiculturale e integrazione
sociale nella realtà Lombarda. Un progetto sperimentale che vede coinvolti cinque circoli ACLI della
Lombardia: Abbiategrasso (in provincia di Milano), Castenedolo (in provincia di Brescia), Gallarate (in
provincia Varese), Triuggio (in provincia di Monza e Brianza, Quarto Oggiaro (comune di Milano).
La mappatura nasce con l’obiettivo di supportare la sperimentazione dei circoli nel proprio contesto
d'azione fornendo alcuni dati complessivi che vanno a integrarsi con quelli raccolti attraverso le esperienze
che ciascun circolo ha maturato rispetto al proprio territorio.
Attraverso questo lavoro più che fornire una rappresentazione corretta della realtà, si desidera contribuire
a costruire una rappresentazione della stessa più complessa e articolata, ma soprattutto partecipata.
Molto spesso conoscere quantitativamente un fenomeno non significa controllarlo e sapere, di
conseguenza, come gestirlo. I numeri tuttavia possono essere variamente usati e diventare sia supporto
sensibile a strumentalizzazioni, sia contribuire a svelare falsi immaginari che si creano intorno ad alcuni
episodi di cronaca, sia contribuire – insieme ad altre conoscenze, punti di vista e, soprattutto, il
coinvolgimento dei diretti interessati – a definire, programmare, progettare degli interventi. Il fenomeno
dell’immigrazione è spesso fatto oggetto di strumentalizzazioni rispetto a una certa visione politica e a un
certo tipo di comunicazione. Pensiamo, ad esempio, alla rappresentazione che è stata diffusa grazie ai mass
media dei rom che rapiscono i bambini, dove uno studio ha permesso di cogliere che non vi erano mai stati
arresti per questo reato1. Un altro esempio riguarda la notizia diffusa dai mass media sull’invasione di
tunisini e libici in seguito alla guerra civile che ha colpito il nord Africa dove, dati alla mano, non si sono
avuti riscontri numerici che potessero avvalorare tale tesi2. É quindi molto importante che i dati che
vengono forniti si inseriscano in un quadro chiaro e condiviso rispetto all’uso che se ne farà. Soprattutto,
nel complesso, si ritiene fondamentale non sostituire la conoscenza che deriva dai dati, variamente
interpretabili e, quindi, strumentalizzabili, con la conoscenza che deriva dal vissuto quotidiano e
dall’incontro con l’altro. Bensì di integrare le fonti di conoscenza e di condividerle per costruire un quadro
ricco e complesso della realtà in cui viviamo.
La mappatura, all’interno di questo processo di conoscenza/azione che vede coinvolti i circoli, è finalizzata
da una parte a fornire chiavi di lettura interpretative dei flussi migratori e della presenza degli immigrati
nella regione Lombardia, dall’altra a supportare i circoli nell’affiancare gli immigrati e le realtà che li
rappresentano sui territori di competenza, favorendo lo scardinamento di alcuni stereotipi e di
rappresentazioni distorte e parziali della realtà.
1 La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007), ricerca curata da Sabrina Tosi Cambini (Dipartimento
di Psicologia e Antropologia culturale dell’Università di Verona) sotto la direzione del Prof. Leonardo Piasere e commissionata dalla Fondazione Migrantes. 2 Articolo di Gea Scancarello “Migranti, macché invasione. Gli africani in fuga non vengono da noi” del 13 aprile 2011,
comparso su Lettera43 (http://www.lettera43.it/attualita/13195/migranti-macche-invasione.htm) e basato su dati forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e da Frontex (agenzia europea di pattugliamento delle frontiere); Articolo di Gabriele Del Grande del 17 marzo 2012, comparso su Fortress Europe (http://fortresseurope.blogspot.co.uk/p/la-strage-negata-17317-morti-ai-confini.html).
4 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Metodologia
La mappatura si basa sull’analisi e sull’elaborazione di dati di fonte ufficiale (ISTAT e ORIM Lombardia3). I
dati analizzati sono circoscritti al contesto nazionale e ai territori regionale, provinciale e comunale di
riferimento dei circoli ACLI oggetto della sperimentazione.
Nella prima parte vengono forniti alcuni dati demografici che rappresentano il fenomeno migratorio in
relazione alla crescita complessiva della popolazione, all’interno di un arco temporale di dieci anni con
riferimento soprattutto al contesto italiano, regionale e provinciale.
Nella seconda parte vengono proposti alcuni indicatori attraverso i quali si ritiene possibile rintracciare le
opportunità di integrazione territoriale dei migranti. Tra questi sono stati selezionati: la scuola, il lavoro, la
casa e la partecipazione civile, sociale e religiosa. Al lavoro, tema considerato oggi tra i più delicati, è
dedicato un approfondimento con comparazione con i dati sull’occupazione e sulla disoccupazione delle
forze lavoro complessive. L’analisi è stata effettuata con i dati a disposizione a livello nazionale, regionale e
provinciale.
Nella terza parte viene fornita una rappresentazione del fenomeno migratorio a livello comunale con
riferimento ai comuni di appartenenza dei circoli. I dati a disposizione per ogni comune hanno permesso di
effettuare analisi sulla presenza degli stranieri, sui principali paesi di provenienza e sulla presenza di alunni
stranieri nelle scuole.
Con riferimento a quest’ultimo punto, all’interno della mappatura, laddove è stato possibile, è stata tenuta
in considerazione e sotto costante monitoraggio un’ulteriore dimensione del fenomeno migratorio che
riguarda le cosiddette seconde generazioni di immigrati. Il termine seconde generazioni di immigrati
include sia i nati in Italia da genitori stranieri, sia coloro che vi sono arrivati molto piccoli e che vi sono
cresciuti. Come si noterà, si tratta di una presenza sempre più importante e per la quale nel corso degli
ultimi anni è cresciuta l’attenzione della società. Nella mappatura vengono forniti, ad esempio, i dati relativi
alla presenza di alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado o dei nati in Italia. Si tratta di persone
che solo al compimento del diciottesimo anno di età hanno la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana,
sono considerate quindi a tutti gli effetti stranieri. Sono numerosi i blog, i siti, le riviste nate in questi anni
proprio dai figli delle prime generazioni di migranti. La sensibilità su questo tema sta cambiando e sta
superando ciò che le attuali leggi sul diritto di suolo e sulla cittadinanza consentono. Non da ultimo la
campagna di sensibilizzazione e raccolta firme “L’Italia sono anch’io” per la definizione di un progetto di
legge che riconosca la cittadinanza a queste persone. Si è ritenuto quindi importante dedicare attenzione a
questa dimensione, perché questa forse, più di altre consente oggi di cogliere il passo evolutivo e
trasformativo della società presente ma soprattutto futura.
3 ORIM Lombardia, Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la Multietnicità
5 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
La mappatura. Come si connota il fenomeno territorialmente?
Raccontare la presenza dei migranti nei singoli territori, nelle singole realtà, nei singoli comuni chiede di
riportare l’espressione del fenomeno a una scala maggiore, regionale e nazionale. Ciò che accade a livello
locale è legato sia alle caratteristiche dei singoli contesti sia, inevitabilmente, ai fenomeni che riguardano
dinamiche, sistemi, politiche economiche e internazionali che il singolo contesto non è in grado di
determinare.
La mappatura, oggetto di questo rapporto, partirà dunque da una rappresentazione a livello nazionale del
fenomeno migratorio fino a raggiungere il livello locale, passando dalla scala regionale e da quella
provinciale.
Una rappresentazione demografica del fenomeno Italia, Lombardia e province
Si è indagato il fenomeno dell’immigrazione in Italia, facendo riferimento soprattutto agli ultimi 10 anni, un
intervallo di tempo molto significativo se pensiamo ai trend della popolazione straniera degli ultimi tre
decenni. In quest’ultimo arco di tempo la presenza degli stranieri è passata da 210.937 alla data del
censimento del 1981 a 4.570.317 nel 2011 (cfr. Grafico 1). In particolare dal 1981 al 1991 è aumentato di
circa 150 mila unità, dal 1991 al 2001 di circa 1 milione ma l’intervallo cruciale è quello tra la data del
censimento 2001 e il 2011 in cui si registra un aumento di ben 3 milioni di unità.
Grafico 1 - Evoluzione della presenza degli stranieri in Italia e in Lombardia (anni 1981-2011)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
Dal 2002 al 2011 (dato più recente) anche l’incidenza del numero di stranieri sul numero di italiani è
cresciuta in modo decisivo: dal 2,4% nel 2002 al 7,5% nel 2011 (cfr. Tabella 1). In numeri assoluti gli
stranieri residenti in Italia sono passati da 1.356.600 nel 2002 a 4.570.000 nel 2011. La popolazione
210.937 356.159
1.464.589
4.570.317
45.049 77.298 319.564
1.064.447
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
4.500.000
5.000.000
1981 1991 2001 2011
Italia
Lombardia
6 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
complessiva (italiani e stranieri) nel paese è cresciuta e questo aumento è da attribuirsi al contributo della
componente straniera.
Tabella 1: Incidenza della popolazione straniera sulla popolazione italiana (anni 2002 – 2011) 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Stranieri 1356590 1549373 1990159 2402157 2670514 2938922 3432651 3891295 4235059 4570317
Totale 56993742 57321070 57888245 58462375 58751711 59131287 59619290 60045068 60340328 60626442
% 2,38% 2,70% 3,44% 4,11% 4,55% 4,97% 5,76% 6,48% 7,02% 7,54%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
Il dato a livello italiano rispetto ai principali paesi di provenienza (cfr. Grafico 2) ci dice che la maggiore
numerosità si ha tra gli stranieri provenienti dalla Romania, che rappresentano il 22%, a seguire gli albanesi
e i marocchini, rispettivamente dell’11% e del 10,2%. Con una più bassa percentuale cinesi (4,4 %) e ucraini
(4,1%), sopra il 2% e il 3% filippini, indiani, polacchi, moldavi, tunisini, macedoni, peruviani, ecuadoriani e
sotto al 2% egiziani, cingalesi e bengalesi.
Grafico 2 - Cittadini stranieri residenti in Italia per paese di cittadinanza (%) (anno 2010)
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Istat
L’immaginario che si può maturare rispetto alla presenza degli stranieri in virtù di un’esperienza propria o
di ciò che viene comunicato attraverso i mass media, può non rispecchiare i numeri reali. Alcuni fatti di
cronaca possono distorcere/deformare la realtà facendola apparire in modo diverso.
Inoltre, il dato che riguarda l’Italia non è generalizzabile agli altri contesti locali. Esso infatti può differire sia
in termini numerici di intensità sia rispetto ai principali paesi di provenienza. Una dimostrazione del fatto
che il fenomeno migratorio ha caratteristiche fortemente territoriali.
Rispetto alla tendenza generale della popolazione e dei flussi migratori, la Lombardia, le sue province e i
suoi comuni, riproducono la stessa tendenza italiana. Vi è un aumento generalizzato della popolazione e in
particolare degli stranieri, a parte per Milano città che registra trend molto diversi legati soprattutto ai
movimenti delle giovani coppie che dalla città si spostano verso la provincia.
21,0
11,0 10,2
4,4 4,1 2,9 2,5 2,5 2,5 2,4 2,2 2,1 2,0 1,9 1,8 1,7
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Primi 5 paesi:
7 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
La distribuzione degli stranieri in Italia si concentra maggiormente nelle aree metropolitane delle regioni
del Nord, a eccezione dell’area metropolitana di Roma. La Lombardia, in particolare, rispetto al resto
d’Italia costituisce un osservatorio privilegiato.
Dal 1981 al 2011 la popolazione straniera cresce di circa un milione di unità (cfr. Grafico 1).
Questo aumento è da attribuirsi sia ai flussi in entrata da altri paesi sia ai nuovi nati in Italia da genitori
stranieri. Nel 2011 la Lombardia, insieme al Veneto e all’Emilia Romagna, è una delle regioni con la più alta
percentuale di stranieri nati in Italia: il 15,9% in Lombardia contro il 13,5% della media regionale italiana
(cfr. Grafico 3). Gli stranieri che arrivano in Italia e coloro che vi nascono, rappresentano lo specchio della
società italiana presente ma soprattutto futura.
Grafico 3 - Seconde generazioni: % di stranieri nati in Italia (anno 2011)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
I nati in Italia da genitori entrambi stranieri sono considerati dal sistema italiano stranieri a tutti gli effetti.
Al compimento del diciottesimo anno di età, infatti, hanno diritto a rimanere in Italia solo se in possesso del
permesso di soggiorno.
In Lombardia i nati da genitori stranieri rappresentano il 21% del totale dei nati. Una percentuale molto
simile a quella del Veneto e dell’Emilia Romagna, rispettivamente di 21,6% e 22,9% e di gran lunga
superiore alla media regionale italiana del 13,6%.
13,8 13,8
15,9
13,5
15,0
12,3 12,1
14,5
12,8 12,3 13,6
11,1 10,6
9,7 9,7
11,0
8,2
9,6
11,5
9,3
13,5
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
8 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Grafico 4 - Seconde generazioni: % di nati stranieri sul totale dei nati (anno 2011)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
Per quanto riguarda i principali paesi di provenienza degli stranieri, i dati della Lombardia nel complesso
differiscono solo in parte dal resto di Italia. Maggiori differenze si riscontrano a livello provinciale e a livello
comunale. In Lombardia, a parte i primi tre paesi (Romania, Albania, Marocco), si concentrano
maggiormente migranti provenienti da Egitto, Filippine, Perù, Ecuador, Cina, Ucraina e Pakistan (cfr. Tabella
2). Questa presenza si articola e si distribuisce ulteriormente a livello provinciale. Nella provincia di Varese
sono maggiormente presenti albanesi, marocchini e rumeni. In quella di Milano egiziani, filippini e rumeni.
In provincia di Brescia il dato è simile a quello regionale e nazionale per le prime tre etnie presenti, e
differisce per il numero di pakistani che risulta essere il più alto delle quattro province prese in
considerazione e per il bassissimo numero di peruviani e di ecuadoriani. Nella provincia di Monza e Brianza
sono soprattutto presenti rumeni, albanesi e marocchini. Si tratta di tre province che appartengono ad aree
territoriali economiche e sociali differenti. Se prendiamo come riferimento l’identificazione delle quattro
Lombardie4 operata da Aldo Bonomi (2008), le province di Milano e di Monza Brianza rientrano nell’area
metropolitana milanese o città regione, le province di Brescia e di Varese rientrano nell’area pedemontana
lombarda, la cosiddetta città infinita. Si tratta di quattro regioni nella regione che hanno storie sociali,
economiche e migratorie differenti e che offrono dunque a chi arriva opportunità diverse di lavoro e di
integrazione. Il background del migrante va dunque a integrarsi con quello offerto dalla società ospitante.
4 Aldo Bonomi (Sociologo, Consorzio Aaster) identifica quattro ambiti attraverso i quali può essere suddivisa la
regione, le cosiddette quattro lombardie: la piattaforma alpina o distretto alpino (l'alto Varesotto, l'alto Comasco, la Valtellina, l'alta Val Camonica e le alti valli bergamasche); la città infinita o pedemontana lombarda che va da Varese a Brescia; l’area metropolitana milanese o città regione che comprende Milano; l'asse padano (da Pavia a Mantova).
18,5
14,5
21,3
14,8
21,6
16,5 14,8
22,9
17,3 18,0 18,2
12,3 10,0
4,7 2,9 2,9 3,4 4,1 3,7 2,8
13,6
-
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Pie
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pan
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a
ITA
LIA
9 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 2: Principali paesi di provenienza Lombardia e Province (anni 2010)
Cittadinanza Varese Milano Brescia Monza e
Brianza
Lombardia
Romania 7.022 38.608 20.683 10.913 77.226
Albania 11.581 22.713 20.348 6.267 60.909
Marocco 9.752 18.221 20.507 7.248 55.728
Egitto 1.076 42.280 5.410 2.451 51.217
Filippine 813 40.141 1.993 894 43.841
Perù 2.300 30.055 758 3.342 36.455
Ecuador 2.749 26.268 501 4.361 33.879
Cina 2.162 24.666 5.171 1.460 33.459
Ucraina 3.693 13.003 7.228 3.667 27.591
Pakistan 3.027 5.425 14.140 3.496 26.088
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
Anche per le province prese in considerazione si hanno storie demografiche abbastanza simili e in linea ai
dati regionali e nazionali. Dall’anno 2002 all’anno 2010 si è registrato un aumento della popolazione dovuto
soprattutto al peso crescente della presenza degli stranieri.
Nella provincia di Varese la popolazione è cresciuta del 7% in 8 anni e l’incidenza degli stranieri è passata
dal 2,9% nel 2002 al 7,6% nel 2010, con una lieve inflessione nel 2003 (cfr. Grafico 5).
Grafico 5 - Evoluzione demografica in provincia di Varese (anni 2002 – 2010)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
Sempre con riferimento all’intervallo di tempo tra il 2002 e il 2010, nella provincia di Brescia (cfr. Grafico 7)
la popolazione cresce leggermente di più rispetto a Varese, circa il 10%. Anche il peso degli stranieri cresce
progressivamente passando dal 4,5 % a 12,8%. Un dato, quello sull’incidenza che supera la media regionale
che si attesta intorno al 10,7%.
23.719 (2,9%)
21.461
34.141
41.206
46.103
50.376
56.521
62.537
66.469 (7,6%)
812.934
818.940
829.629
843.250
848.606
855.400
863.099
871.448
876.705
0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
popolazione totale al 1º Gennaio popolazione straniera residente al 1º gennaio
10 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Grafico 6 - Evoluzione demografica in provincia di Brescia (anni 2002 – 2010)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
In questa analisi le province di Milano e di Monza e Brianza (cfr. Grafico 7) sono state considerate
congiuntamente in quanto, ufficialmente, la provincia di Monza e Brianza è stata resa operativa nell’anno
2009 e i dati scorporati si hanno solo a partire da quell’anno. Si tratta di due province per le quali si è
registrato un aumento complessivo della popolazione di 300 mila unità pari al 7,5%. L’incidenza degli
stranieri è passata dal 4,6% nel 2002 all’11% nel 2010, dato molto vicino alla media regionale (10,7%).
Grafico 7 - Evoluzione demografica nelle province di Milano e di Monza e Brianza (anni 2002 – 2010)
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
50.708 (4,5%)
62.821
82.895
99.640
110.663
120.845
133.980
149.753
160.284 (12,8%)
1.109.841
1.126.249
1.149.768
1.169.259
1.182.337
1.195.777
1.211.617
1.230.159
1.242.923
0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000 1400000
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
popolazione totale al 1º Gennaio popolazione straniera residente al 1º gennaio
170737 (4,6%)
201150
260307
292204
317536
344367
371670
407191
446690 (11%)
3705323
3721428
3775765
3839216
3869037
3884481
3906726
3963916
4006330
0 1000000 2000000 3000000 4000000 5000000
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
popolazione totale al 1º Gennaio popolazione straniera residente al 1º gennaio
11 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Le dimensioni dell’integrazione: un’analisi a partire dai dati provinciali dei
circoli del progetto CEEP
Tra le dimensioni da mappare si è ritenuto importante soffermarsi su quelle legate al processo di
integrazione degli stranieri. Temi come quello della coabitazione, della convivenza, dell’incontro con l’altro,
sono sempre di più al centro del dibattito, soprattutto all’interno di realtà come le ACLI. I processi di
integrazione degli stranieri raccontano delle opportunità e dei problemi che si incontrano sui territori nei
quali si inizia una nuova esperienza o nei quali addirittura succede di crescere, come per le seconde
generazioni.
Tra le dimensioni che si è ritenuto di prendere in considerazione, anche in base a ciò che era effettivamente
disponibile attraverso le banche dati ufficiali, vi sono: il lavoro, la scuola (in termini di riconoscimento dei
titoli mentre nel capitolo sui comuni ci si soffermerà sulla presenza degli stranieri nelle scuole), la casa e,
infine, la partecipazione alla vita associativa e religiosa.
Occupazione e disoccupazione
I dati sull’occupazione forniti dall’ORIM Lombardia attraverso il Rapporto 2012, come i preziosi studi forniti
dalla Fondazione Moressa, ci raccontano innanzitutto che gli stranieri sembrano aver sorretto l’economia
nei momenti di maggiore crisi. I dati ISTAT RFL (Rilevazioni delle Forze Lavoro) sull’occupazione fanno
registrare tra il 2008 e il 2010 una diminuzione (dal 63% al 58%) e tra il 2010 e il 2011 un aumento (dal 58%
al 60%) (cfr. Tabella 2). Rispetto ai dati sul totale degli occupati (italiani e stranieri) i tassi di occupazione
subiscono una inflessione costante sia tra il 2008 e il 2010 in cui si passa da 67% al 65%, sia tra il 2010 e il
2011 in cui il tasso si abbassa lievemente dal 65% al 64,7%.
Sia rispetto al totale degli occupati sia rispetto agli stranieri, i dati sull’occupazione sono decisamente
positivi rispetto al resto di Italia dove per esempio nel 2011 il tasso di occupazione si attesta al 56,9%
(invariato rispetto al 2010) contro quello del 2008 del 58,7% (cfr. Tabella 3).
Tabella 3 - Tassi di occupazione per provincia (2008-2011)
Varese Milano Brescia Lombardia Italia
2008 66 68,7 65,3 67 58,7
2009 63,2 66,9 64,8 65,8 57,5
2010 64,2 66,3 63,7 65,1 56,9
2011 64 66,5 61,5 64,7 56,9
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT RFL
Rispetto ai tassi di disoccupazione, quelli degli stranieri nel corso degli ultimi 4 anni risultano alti rispetto al
totale dei lavoratori ma comunque con andamenti diversi (cfr. Tabella 4 e 5).
Nel 2008 in Lombardia i disoccupati stranieri erano il 6,9% contro il 3,7% del totale dei lavoratori. Il dato
aumenta, subendo gli effetti della crisi, sino al 2010 in cui raggiunge il 13,1% per poi flettersi nel 2011 di un
punto percentuale. Il tasso di disoccupazione relativo al totale della popolazione cresce, invece, in modo
costante dal 2008 al 2011, passando dal 3,7% del 2008 al 5,8% nel 2011. Il tasso di disoccupazione in Italia
passa dal 6,7 nel 2008 all’8,4 nel 2011.
12 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 4 - Indicatori di integrazione: lavoro (anno 2011)
2008 2009 2010 2011
Studente/studente lavoratore 4,3 6,5 8,8 7,4 Casalinga 9,1 9,9 11,6 9,7 Altra condizione non prof. 0,3 0,7 0,6 0,6 Disoccupato (in cerca di lavoro) 6,9 11,3 13,1 12 Occupato regolare 63,6 58 56,2 60 Occupato irregolare 15,7 13,5 9,7 10 Totale 100 100 100 100
Fonte: dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
A livello provinciale la situazione appare poco differente. I tassi di disoccupazione (cfr. Tabella 5) relativi alle
singole province rispecchiano abbastanza quello regionale, a eccezione della provincia di Varese che tra il
2008 e il 2011 passa dal 3,5% al 7,7%.
Tabella 5 - Tassi di disoccupazione, per provincia (2008-2011)
Varese Milano Brescia Lombardia Italia
2008 3,5 3,9 3,1 3,7 6,7
2009 6,3 5,7 5,3 5,4 7,8
2010 5,3 5,9 5,8 5,6 8,4
2011 7,7 5,8 5,8 5,8 8,4
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat RFL
Mentre per quanto riguarda l’occupazione (vedi Tabella 3), i tassi diminuiscono costantemente dal 2008 al
2010 di 2 punti percentuali, rimanendo sostanzialmente immutati tra il 2010 e il 2011. La diminuzione più
consistente la si registra nella provincia di Brescia che passa dal 63,7% nel 2010 al 61,5% nel 2011.
Dal 2008 al 2011 la percentuale di lavoratori occupati irregolarmente (cfr. Tabella 4) diminuisce passando
dal 15,7% del 2008 al 10% nel 2011.
La crisi dunque non incentiva il diffondersi del lavoro irregolare bensì trae dalla presenza degli stranieri la
manodopera necessaria per sostenere l’economia, anche grazie alla disponibilità degli stranieri a svolgere
lavori non adeguati ai loro titoli di studio.
Il lavoro irregolare è un tema estremamente importante. Si tratta di una condizione difficilmente rilevabile,
proprio perché non esistono sistemi in grado di misurare con certezza questo dato se non attraverso delle
stime approssimative. Il lavoro irregolare è una condizione di svantaggio del lavoratore immigrato perché lo
espone a maggiori possibilità di essere ricattato, perché è meno tutelato rispetto alla sicurezza sul lavoro,
soprattutto il possesso di un lavoro irregolare non costituisce un’opportunità per l’ottenimento del
permesso di soggiorno e pertanto è una condizione che espone l’immigrato al reato, secondo la legge
italiana, di clandestinità nonché alla criminalità. Il lavoro irregolare organizza una vita basata sul presente e
difficilmente crea le premesse per innescare percorsi di integrazione e di inserimento nella società. In Italia
la dimensione lavorativa è purtroppo la principale via che consente di inserirsi legalmente nel Paese.
All’interno di questa sintetica ricostruzione emerge tra le righe un dato importante. Il lavoro in questa fase
storica è particolarmente importante, la comune condizione di sofferenza può generare forme di
13 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
competizione ma allo stesso tempo contribuisce a ridurre la distanza culturale e sociale nei confronti dello
straniero facendoci sentire tutti “su una stessa barca”.
Titoli di studio e tipologia di lavoro svolta
Con riferimento all’ultimo punto affrontato nel precedente paragrafo, la Tabella 6 restituisce un quadro
abbastanza chiaro del livello di istruzione degli stranieri residenti nelle province lombarde oggetto della
sperimentazione. In generale emerge che gli stranieri sono mediamente più istruiti del totale della
popolazione (intesa come italiani e stranieri insieme). Nel 46% dei casi si tratta di persone che possiedono
un diploma di scuola secondaria superiore contro il 36% della popolazione totale. Abbastanza alta è la
percentuale di coloro che possiedono una laurea 14,5% contro il 12% del totale della popolazione
regionale.
A livello provinciale vi sono alcune differenziazioni. Le persone più istruite sono concentrate nella provincia
di Milano, mentre Brescia possiede il minor numero di stranieri laureati e il maggior numero di persone
straniere che possiedono il diploma della scuola dell’obbligo.
Tabella 6 - Stranieri di 15 anni e oltre, per titolo di studio e provincia di residenza (anno 2011)
Titolo di studio 2011 (%) Brescia Monza
e
Brianza
Milano
Città
Milano
altri
Varese Lombardia
pop.
straniera
Lombardia media pop.tot. 15 anni e+
Scuola dell'obbligo /nessun titolo 47,4 39,3 29,3 30,5 36,9 39,5 52
Scuola secondaria superiore 42,7 46 49,6 51,1 45,4 46 36
Laurea o diploma di laurea 9,9 14,7 21,1 18,4 17,7 14,5 12
Totale 100 100 100 100 100 100 100
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
A questi alti titoli di studio tuttavia, come si evince dalla Tabella 7, non sembrano corrispondere adeguate
mansioni lavorative. Infatti, la maggior parte degli stranieri in Lombardia è impiegata come operaio
generico nell’industria (12,8%) e come operaio edile (10,9%), mansioni per le quali non è necessario il
possesso di un titolo di studio. A livello provinciale, supera il dato regionale e quello delle altre province
oggetto della rilevazione, la provincia di Brescia con il 26,7% di operai generici. Abbastanza significativa la
percentuale di operai edili in Lombardia, e in particolare nelle province di Brescia e di Varese, e quella degli
addetti alla ristorazione alberghi. Gli assistenti domiciliari sono maggiormente concentrati nella provincia di
Monza e Brianza, i domestici a ore nella città di Milano, gli operai generici del terziario e gli addetti alle
vendite e servizi nella provincia di Varese, gli addetti alle pulizie nei comuni della provincia di Milano e gli
operai agricoli e assimilati sono maggiormente concentrati nella provincia di Brescia, rispetto alle altre due.
In generale si può rilevare come gli operai specializzati costituiscano una bassa percentuale, la più alta nella
provincia di Brescia, così come coloro che svolgono mansioni intellettuali o sono medici e paramedici
risultano concentrati, comunque in piccola percentuale, nella città di Milano e nei comuni della provincia. È
una situazione per la quale il possesso di buoni livelli di istruzione non costituisce un’opportunità per il
riconoscimento dei propri titoli e delle conoscenze acquisite.
14 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 7 - Stranieri per tipologia lavorativa e provincia di residenza (anno 2011)
Tipo di lavoro 2011 Brescia Monza Brianza
Milano Città
Milano altri
Varese Lombardia
Operai generici nell'industria 26,7 10,7 6,9 8,4 9,6 12,8 Operai edili 12,4 8,5 7,8 8,3 13,4 10,9 Addetti alla ristorazione alberghi
9 10,3 10 10,4 10,6 10,4
Assistenti domiciliari 5,8 9,1 6,9 6,4 7,9 7,5 Domestici a ore 4 10 11,6 6,7 7,6 6,8 Operai generici nel terziario 2,8 5,6 6,7 9,1 10,4 6,4 Mestieri artigianali 4,6 4 7,6 6,6 3,8 5,7 Addetti alle pulizie 4,4 7 6,9 9,2 2,8 5,6 Titolari esercenti di attività commerciali
4,4 5,1 4,8 5 3,1 5,2
Addetti alle vendite e servizi 4,1 4,1 4,6 4,1 6,9 4,3 Operai agricoli e assimilati 6,1 1,2 0,6 0,7 2,7 3,4 Addetti ai trasporti 2,2 4,3 2,4 4,3 2,3 3,1 Impiegativi esecutivi e di concetto
1,7 2,5 4,1 5,2 2,3 2,9
Domestici fissi 1,5 3,4 3,1 3,2 5,9 2,8 Intellettuali 1 2,6 4 2,2 3 2,5 Assistenti in campo sociale 1 2,4 2,8 2,1 3 1,9 Operai specializzati 4,1 2,3 1,1 1,7 1,6 1,8 Medici e paramedici 1,4 1,3 2,5 2 1,3 1,8 Baby sitter 0,8 1,5 2,8 0,6 0,5 1,3 Prostituzione - - - 0,3 - 0,1 Sportivo - - 0,1 - 0,2 0 Altro 1,9 4 2,8 3,4 0,8 2,6 Totale 100 100 100 100 100 100
Fonte: dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
Un altro segnale in questa direzione riguarda la percentuale di stranieri che ricopre cariche sociali
all’interno delle imprese (cfr. Tabella 8). In Lombardia circa l’8% di coloro che possiedono una carica sociale
all’interno delle imprese è straniero, in particolare di nazionalità extra comunitaria. Una percentuale tra le
più alte in Italia dopo quelle del Friuli Venezia Giulia, della Toscana e della Liguria e che supera la media
italiana del 6,8%.
Tabella 8 - Cariche sociali nelle imprese (Titolare, socio, amministratore o altre cariche) per regione (anno 2011)
Regione Nazionalità estera extra-comunitaria
Nazionalità estera comunitaria
Totale %
Friuli Venezia Giulia
12.232 6,78% 4.623 2,56% 9,3
Toscana 44.228 6,48% 16.166 2,37% 8,8
Liguria 16.865 6,15% 5.342 1,95% 8,1
Lombardia 101.387 5,94% 36.723 2,15% 8
Basilicata 1.856 2,17% 842 0,98% 3
Italia 474.630 4,92% 185.638 1,93% 6,8
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Infocamere http://www.asr-lombardia.it
A livello provinciale il dato differisce leggermente (cfr. Tabella 9). La provincia di Milano con una
percentuale abbastanza alta rispetto alle altre province, 9,8%, contribuisce ad alzare la media regionale
15 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
superando di poco quella del Friuli Venezia Giulia. Le altre province si aggirano attorno al 7% rimanendo
leggermente sotto la percentuale regionale.
Tabella 9 - Cariche sociali nelle imprese (Titolare, socio, amministratore o altre cariche) per provincia (anno 2011)
Provincia Nazionalità estera extra-
comunitaria
Nazionalità estera
comunitaria Totale %
Milano 49.052 7,02% 19.637 2,81% 9,8
Brescia 12.720 6,06% 3.341 1,59% 7,6
Varese 6.496 5,18% 2.291 1,83% 7
Monza e
Brianza
5.518 4,45% 2.379 1,92% 6,3
Lombardia 101.387 5,94% 36.723 2,15% 8
Italia 474.630 4,92% 185.638 1,93% 6,8
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Infocamere, http://www.asr-lombardia.it
Condizione abitativa
Un’altra dimensione importante relativamente ai percorsi e alle opportunità di integrazione degli stranieri è
sicuramente quella dell’accesso alla casa. Una casa sicura in termini fisici e legali costituisce una premessa
significativa per coloro che decidono di costruire le basi per una permanenza stabile in un determinato
contesto territoriale.
In Lombardia il 71% della popolazione alla data del censimento 2001 viveva in un’abitazione di cui aveva la
proprietà, il 20% viveva, invece, in affitto (cfr. Tabella 10).
Tabella 10 - Titolo di godimento dell’abitazione sul totale delle abitazioni occupate dai residenti (censimento 2001)
Provincia/titolo di godimento %
Proprietà Affitto Altro titolo
Varese 71,4 20,1 8,4 Milano 69,5 24,8 5,7 Brescia 70,4 20,5 9,1 Lombardia 71 21,7 7,3 Italia 71,4 20 8,6
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati istat
Per quanto riguarda gli stranieri il quadro relativo al titolo di godimento dell’abitazione è quasi ribaltato
(cfr. Tabella 11). Solo il 22 % circa vive in un’abitazione di proprietà contro quasi il 70% che vive in case in
affitto. A livello provinciale vi sono alcune variazioni. La provincia di Brescia per esempio è quella con la più
bassa percentuale di stranieri che vivono in case di proprietà, circa il 14,8%, e quella che ha la percentuale
più alta di stranieri che vivono in case in affitto con parenti.
16 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 11 - Tipologia abitativa degli stranieri per provincia (anno 2011)
Tipologia abitativa Brescia Monza e Brianza
Milano Città
Milano altri
Varese Lombardia
Casa di proprietà (solo o con parenti) 14,8 25,4 21,5 25 25,9 21,9 Casa in affitto (solo o con parenti) con contratto
61,1 40,2 42,4 45,8 45,5 48,3
Casa in affitto (solo o con parenti) senza contratto
2,4 3,6 6,9 6,3 1 4,2
Casa in affitto (solo o con parenti) non sa contratto
1,5 1 1,3 0.3 1
Da parenti, amici, conoscenti (ospite non pagante)
3,7 6,6 3,4 4,7 7,1 4,7
Casa in affitto (con altri immigrati) con contratto
9,5 10,2 8,1 5,4 8,9 7,3
Casa in affitto con altri immigrati senza contratto
1,9 2,9 5,3 2,5 0,5 2,4
Casa in affitto con altri immigrati non sa contratto
0,3 1,9 1,3 1,1 0,6 0,8
Albergo o pensione a pagamento 0,3 0,2 0,1 0,1 Struttura d’accoglienza 0,5 0,6 1,9 0,8 0,7 0,9 Sul luogo di lavoro 4,1 5,4 5,3 5,2 9 5,9 Occupazione abusiva 0,3 0,3 1,4 0,1 0,4 Concessione gratuita 0,6 1,2 1 0,7 0,5 1,4 Campo nomadi 0,1 0,2 0,1 0,2 Baracche o luoghi di fortuna/sistemazione precaria
0,9 0,1 0,4 0,9 0,6
Totale 100 100 100 100 100 100
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
Intorno alla categoria delle case in affitto si moltiplicano in realtà diverse forme di convivenza e
coabitazione. La maggior parte dichiara di vivere in una casa in affitto solo o con partenti, ma vi sono anche
coloro che vivono in case in affitto con altri immigrati.
La condizione di straniero irregolare implica molto spesso di non avere accesso a un’abitazione regolare.
Anche questa eventualità genera percorsi sempre più difficili di integrazione. Il dato sulle abitazioni o gli
insediamenti irregolari, proprio per l’impossibilità di avere accesso a dati certi e ufficiali, risulta
approssimativo della realtà.
Partecipazione sociale e religiosa
Un’altra dimensione fondamentale, rispetto al tema dell’integrazione, riguarda la partecipazione degli
stranieri alla vita associativa, culturale, religiosa e politica, in particolare si sono presi in considerazione la
partecipazione alla vita sindacale, alla vita associativa e la appartenenza religiosa.
I lavoratori stranieri iscritti al sindacato (Cgil, Cisl e Uil) rappresentano in Lombardia il 7,7% del totale dei
lavoratori iscritti (italiani e stranieri), un dato leggermente più basso rispetto alla media italiana dell’8% che
è composta da regioni come il Trentino con il 17,6% o l’Emilia Romagna con il 12,8% (cfr. Tabella 12). Le
percentuali più importanti riguardano le regioni in cui si concentra il maggior numero di stranieri, quelle del
Nord Italia e del Centro e, quindi, quelle realtà territoriali che offrono maggiori opportunità lavorative.
17 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 12 - Lavoratori stranieri iscritti ad un sindacato (anno 2011)
Regione Totale Incid. Stranieri su tot
iscritti
Trentino 30.174 17,6
Emilia-Romagna 145.176 12,8
Valle d’Aosta 3.200 11,4
Liguria 49.132 11,3
Umbria 27.813 10,4
Lazio 98.161 9,4
Veneto 96.211 8,5
Marche 36.717 8,5
Piemonte 75.991 8,1
Lombardia 158.788 7,7
Italia 1.137.238 8,0
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes (http://www.asr-lombardia.it)
Per quanto riguarda invece la vita associativa degli stranieri, l’ORIM Lombardia, monitora annualmente la
nascita e la chiusura di associazioni di immigrati nelle diverse province della regione. Nel 2011 (vedi tabella
13) erano maggiormente presenti nella provincia di Milano, in particolare in Milano città, e nella provincia
di Brescia.
Tabella 13 - Ripartizione per provincia delle associazioni di immigrati (2011)
Provincia Valori Assoluti Percentuale
Varese 13 3,5 %
Milano 162 44 %
Milano città (128) (34,8) %
Monza e Brianza 13 3,5 %
Brescia 50 13,6 %
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
Nella maggior parte dei casi queste associazioni hanno da 3 a 5 anni di vita. Le nazionalità degli aderenti
sono principalmente peruviana, marocchina e senegalese. Sono associazioni che si occupano
principalmente di integrazione e inserimento nella società italiana, di solidarietà e aiuti agli immigrati e di
promozione della cultura.
Per quanto riguarda l’appartenenza religiosa in Lombardia (cfr. Tabella 14) vi sono principalmente stranieri
di religione musulmana, cattolica e ortodossa. Il dato si differenzia territorialmente. Nella provincia di
Milano i cattolici sono più numerosi dei musulmani e nella provincia di Brescia oltre a esserci una
consistente percentuale di stranieri di religione musulmana, che supera di 10 punti percentuali la media
regionale, vi è una componente significativa di sikh e induisti.
18 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 14 - Appartenenza religiosa degli stranieri per provincia di residenza (2011)
Religione Brescia Monza
e
Brianza
Milano
Città
Milano
altri
Varese Lombardia
Musulmana 49,3 40,3 28,7 32,3 41,7 39,6
Cattolica 18,3 25,8 37,5 32,6 29,4 25,9
Ortodossa 14,6 18,7 13 18,3 14,3 16
Copta 0,6 0,2 1,2 0,7 .. 0,6
Evangelica 1,2 2,3 2,5 1,8 1,1 2
Altra
Cristiana
1,4 3,4 2 1,6 1,9 2
Buddista 1,5 1,2 4,7 2,1 3,4 2,5
Induista 1,7 1 0,6 0,2 1,2 1,6
Sikh 7,3 0,3 0,1 .. 0,2 2,9
Altro 0,3 1,3 0,7 0,6 0,2 0,7
Nessuna 3,7 5,6 8,9 9,8 6,6 6,1
Totale 100 100 100 100 100 100
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia, Rapporto 2012
I percorsi di integrazione hanno una connotazione temporale e multidimensionale. Sono cioè legati al
tempo di permanenza in un determinato territorio e alla compresenza di alcune condizioni materiali e
immateriali che rendono possibile il processo di integrazione. Oggi in Italia l’integrazione passa a livello
legale soprattutto attraverso il possesso di un lavoro regolare che consente di ottenere il permesso di
soggiorno. Questa condizione riguarda sia chi arriva in Italia sia i diciottenni che nascono in Italia da genitori
stranieri. Non è detto però che l’integrazione si compia solo attraverso il canale del lavoro. Forse in tempi di
crisi economica e diffusione di contratti atipici, è necessario ripensare, riconoscere e valorizzare le
molteplici vie attraverso le quali è possibile sviluppare processi di integrazione.
19 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Il fenomeno migratorio nei comuni della rilevazione
I cinque circoli della rilevazione sono inseriti all’interno di quattro province significative per il contesto
economico e sociale regionale: Gallarate in provincia di Varese, Triuggio nella neonata provincia di Monza e
Brianza, Castenedolo in provincia di Brescia ed infine Abbiategrasso e Quarto Oggiaro (Milano città) in
provincia di Milano. Si tratta di circoli che appartengono a contesti territoriali che per localizzazione
geografica e per vocazione economica risultano molto differenti tra loro.
Comune di Gallarate
Gallarate è una città popolosa della provincia di Varese il cui presente è legato alla posizione strategica che
riveste rispetto al vicino aeroporto di Malpensa. La maggior parte delle attività economiche che si sono
sviluppate negli ultimi anni sul territorio sono nate in virtù di questa vicinanza con l’aeroporto. Dai primi del
‘900 non ha mai smesso di crescere, a parte un breve calo della popolazione subito tra il 1981 e il 1991 a
causa della crisi che ha investito il settore produttivo. Come molte città del Nord, la presenza di diverse
industrie è stato elemento di attrazione di importanti flussi migratori, prima interni all’Italia,
successivamente a partire dagli ’90 provenienti dall’estero. Nel corso degli ultimi cinque anni la popolazione
è cresciuta in modo consistente. Dal 2005 al 2010 l’incidenza del numero di stranieri sul totale della
popolazione è passato dall’8,5% al 14% circa (cfr. Tabella 15). In crescita anche il numero di coloro che
nascono in Italia da genitori stranieri.
20 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 15 - Comune di Gallarate: residenti italiani e stranieri dal 2005 al 2010
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
I principali paesi di provenienza degli stranieri gallaratesi sono soprattutto Albania, Pakistan, Bangladesh
Marocco e Romania (cfr. Tabella 16). È interessante soffermarsi sulla composizione di genere delle
percentuali. Si notino ad esempio le percentuali relative a pakistani, bengalesi e senegalesi e quelle relative
a ucraine (85%), salvadoregne (79%) e peruviane (61%).
Tabella 16 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nel Comune di Gallarate (2010)
Pos Nazione Residenti Maschi Femmine
1 Albania 1.055 54,90% 45,10%
2 Pakistan 857 63,50% 36,50%
3 Bangladesh 800 62,90% 37,10%
4 Marocco 723 52,80% 47,20%
5 Romania 640 52,50% 47,50%
6 Ecuador 390 38,70% 61,30%
7 Cina 378 50,80% 49,20%
8 Ucraina 215 15,30% 84,70%
9 Perù 171 38,60% 61,40%
10 Senegal 161 62,10% 37,90%
11 Tunisia 147 57,80% 42,20%
12 El Salvador 142 33,10% 66,90%
13 Sri Lanka 107 55,10% 44,90%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Istat, www.dati.istat.it
I primi dati forniti trovano riscontro nella presenza di alunni stranieri nelle scuole di Gallarate (cfr. Tabella
17). Un dato che rimanda all’esistenza di nuclei famigliari e a importanti processi di inserimento e di
integrazione che sono in corso nella società locale e che vedono coinvolte le seconde generazioni.
Anno Residenti Residenti stranieri
Incidenza su tot Nati in Italia
2005 49.347 4.197 8,50% -
2006 49.639 4.765 9,60% 693
2007 50.156 5.392 10,80% 840
2008 50.797 6.067 11,90% 970
2009 51.214 6.588 12,90% 1.121
2010 51.751 7.168 13,90% -
21 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 17 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Gallarate per principale paese di provenienza (Anno scolastico 2008/2009)
Cittadinanza V.a. V. % Femmine Femmine %
Albania 211 16.9 88 41.7
Marocco 165 13.2 77 46.7
Pakistan 138 11.1 59 42.8
Bangladesh 100 8.0 46 46.0
Ecuador 98 7.9 49 50.0
Romania 94 7.5 47 50.0
Cina 42 3.4 22 52.4
Perù 38 3.0 19 50.0
Serbia 29 2.3 11 37.9
El salvador 23 1.8 10 43.5
Brasile 19 1.5 7 36.8
India 19 1.5 6 31.6
Ucraina 17 1.4 6 35.3
Altre 254 20.3 111 43.7
Totale 1247 100 558 44.7
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia
Nello specifico si rileva una presenza importante di alunni stranieri nelle scuole gallaratesi (l’11,6%
dell’intera popolazione scolastica) che va dalle scuole dell’infanzia alle scuole secondarie di II grado, con
una concentrazione particolare nelle scuole primarie (16,1%), indice di un aumento che investirà
progressivamente gli altri livelli scolastici (cfr. Tabella 18).
Tabella 18 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Gallarate (Anno scolastico 2008/2009)
Ordine di scuola V.a. Inc. % Nati in
Italia V. %
Nuovi
ingressi V. %
Infanzia 192 14.7 162 84.4 - -
Primaria 390 16.1 207 53.1 10 2.6
Secondaria I
grado 218 14.3 38 17.4 17 7.8
Secondaria II
grado 447 8.2 28 6.3 20 4.5
Totale 1247 11.6 273 21.9 47 3.8
Inc. % = incidenza alunni stranieri su totale alunni (italiani e stranieri)
V. % = percentuale calcolata sul totale alunni stranieri
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia
22 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Comune di Castenedolo
Castenedolo, in provincia di Brescia, è un piccolo comune di circa 11.000 abitanti, collocato vicino alla città
di Brescia e immerso in un contesto non ancora urbanizzato e connotato dalla presenza di un paesaggio
agricolo. La popolazione del comune, dopo una crescita significativa nel dopoguerra, si è stabilizzata fino ad
arrivare all’ultimo decennio, dove ha ripreso a crescere. Un apporto a questo trend è dato anche dagli
stranieri i quali sono passati, nell’arco di soli 5 anni, dal 7% all’11% del totale della popolazione (cfr. Tabella
19).
Tabella 19 - Comune di Castenedolo: residenti italiani e stranieri dal 2005 al 2010
Anno Residenti Residenti
stranieri
Incidenza su tot Nati in Italia
2005 10.207 731 7,16%
2006 10.483 831 7,93% 98
2007 10.676 922 8,64% 194
2008 10.852 1.021 9,41% 202
2009 11.124 1.156 10,39% 231
2010 11.215 1.254 11,18%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
Si tratta soprattutto di albanesi, indiani, pakistani, rumeni e marocchini (vedi Tabella 20). I dati sulla
composizione di genere raccontano di un equilibrio diffuso tra maschi e femmine a eccezione dei ghanesi
dove gli uomini arrivano a quasi il 70% e delle ucraine e delle moldove presenti rispettivamente all’80% e al
69%.
Tabella 20 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nel Comune di Castenedolo (2010)
Pos Nazione Residenti Maschi Femmine
1 Albania 150 52,70% 47,30%
2 India 135 57,80% 42,20%
3 Pakistan 130 55,40% 44,60%
4 Romania 119 44,50% 55,50%
5 Marocco 111 57,70% 42,30%
6 Cina 87 42,50% 57,50%
7 Sri Lanka 57 52,60% 47,40%
8 Ghana 54 68,50% 31,50%
9 Ucraina 50 20,00% 80,00%
10 Senegal 44 52,30% 47,70%
11 Moldova 42 31,00% 69,00%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
Si tratta di dati che solo in parte riflettono i paesi di provenienza maggiormente presenti tra gli alunni delle
scuole di Castenedolo. Si tratta. Infatti, soprattutto di alunni di origine cinese, albanese, indiana e
marocchina (cfr. Tabella 21).
23 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 21 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Castenedolo per principale paese di provenienza (Anno scolastico 2008/2009)
Cittadinanza V.a. V.
%
Femmine Femmine
%
Cinese 24 14.0 11 45.8
Albania 21 12.3 13 61.9
India 19 11.1 9 47.4
Marocco 12 7.0 4 33.3
Romania 10 5.8 6 60.0
Sri lanka 10 5.8 3 30.0
Pakistan 9 5.3 3 33.3
Serbia 9 5.3 4 44.4
Ghana 7 4.1 - -
Senegal 6 3.5 4 66.7
Altre 44 25.7 15 34.1
Totale 171 100 72 42.1
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia
Gli alunni stranieri sono prevalentemente concentrati nelle scuole primarie e in misura leggermente
inferiore nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole secondarie di I grado, con una media complessiva del 14%
della popolazione scolastica (cfr. Tabella 22).
Tabella 22 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Castenedolo (Anno scolastico 2008/2009)
Ordine di
scuola V.a. Inc. %
Nati in
Italia V. %
Nuovi
ingressi V. %
Infanzia 46 13.3 37 80.4 - -
Primaria 91 15.7 57 62.6 2 2.2
Secondaria
I grado 34 13.0 11 32.4 8 23.5
Secondaria
II grado - - - - - -
Totale 171 14.4 68 39.8 - -
Inc. % = incidenza alunni stranieri su totale alunni (italiani e stranieri)
V. % = percentuale calcolata sul totale alunni stranieri
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati Orim Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia
24 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Comune di Triuggio
Triuggio è un piccolo comune della recente provincia di Monza e Brianza (istituita nel 2004 ma divenuta
operativa nel 2009). Dal dopoguerra a oggi, così come per quasi tutti i comuni di questo ambito geografico
della Lombardia, la popolazione è sempre cresciuta con alcuni picchi all’inizio del dopoguerra e a partire dal
2000. Triuggio da circa 5 mila abitanti nel 1951, raggiunge nel 2010 quota 8393. Forse per la sua posizione
geografica riparata e protetta rispetto all’intorno che, al contrario, nell’arco di sessant’anni ha subito una
crescita esponenziale della popolazione, la crescita a Triuggio è stata abbastanza contenuta così come
contenuta è l’incidenza degli stranieri (5,7%) rispetto alla media regionale (10,7%) e alla stessa provincia di
Milano e Monza e Brianza (11%) (cfr. Tabella 23). Anche la presenza degli stranieri si adatta e assume lo
stesso ritmo di crescita e di sviluppo intrinseco a questo territorio.
Tabella 23 - Comune di Triuggio: residenti italiani e stranieri dal 2005 al 2010
Anno Residenti Residenti
stranieri
Incidenza su tot Nati in Italia
2005 8.050 314 3,90%
2006 8.151 367 4,50% 59
2007 8.202 429 5,20% 68
2008 8.228 446 5,40% 78
2009 8.246 439 5,30% 68
2010 8.396 479 5,70%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
I principali paesi di provenienza degli stranieri presenti a Triuggio sono la Romania, il Marocco, il Pakistan.
Rispetto alla media regionale e provinciale l’Albania è tra gli ultimi. Anche in questo caso pur trattandosi di
piccoli numeri la differente composizione di genere è significativa, soprattutto per i pakistani uomini (66%),
gli indiani uomini (60%), le donne ucraine (72%) e le donne bulgare (75%) (cfr. Tabella 24).
Tabella 24 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nel Comune di Triuggio (2010)
Pos Nazione Residenti Maschi Femmine
1 Romania 86 46,50% 53,50%
2 Marocco 82 57,30% 42,70%
3 Pakistan 59 66,10% 33,90%
4 Perù 26 38,50% 61,50%
5 Egitto 22 54,50% 45,50%
6 Ecuador 19 47,40% 52,60%
7 Ucraina 18 27,80% 72,20%
8 Bulgaria 16 25,00% 75,00%
9 India 15 60,00% 40,00%
10 Senegal 12 58,30% 41,70%
11 Albania 9 55,60% 44,40%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
25 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Si tratta di un dato che si rispecchia quasi fedelmente nella presenza degli alunni stranieri nelle scuole. Tra i
principali paesi di provenienza, infatti, vi sono il Marocco, la Romania e il Pakistan (cfr. Tabella 25).
Tabella 25 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Triuggio per principale paese di provenienza
(Anno scolastico 2008/2009)
Cittadinanza V.a. V. % Femmine Femmine
%
Marocco 21 35.6 6 28.6
Romania 9 15.3 5 55.6
Pakistan 6 10.2 - -
India 4 6.8 3 75.0
Egitto 3 5.1 1 33.3
Perù 3 5.1 1 33.3
Ecuador 2 3.4 1 50.0
Albania 2 3.4 1 50.0
Serbia 2 3.4 - -
Bulgaria 2 3.4 2 100.0
Altre 5 8,4 2 40
Totale 59 100 22 37.3
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia
in collaborazione con Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia
Data la bassa presenza di stranieri nel comune anche gli alunni nelle scuole sono di numero ridotto. Si tratta
di una media dell’8% sul totale della popolazione scolastica (cfr Tabella 26).
Tabella 26 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Triuggio
(Anno scolastico 2008/2009)
Ordine di
scuola
V.a. Inc. % Nati in
italia
V. % Nuovi
ingressi
V. %
Infanzia 12 5.6 12 100.0 - -
Primaria 34 9.7 22 64.7 - -
Secondaria
I grado
13 7.3 1 7.7 - -
Secondaria
II grado
- - - - - -
Totale 59 7.9 23 39.0 - -
Inc. % = incidenza alunni stranieri su totale alunni (italiani e stranieri)
V. % = percentuale calcolata sul totale alunni stranieri
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia
in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
26 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Comune di Abbiategrasso
Abbiategrasso è un comune della provincia di Milano, posto al di fuori dell’area dell’hinterland milanese. Si
tratta di un comune che negli ultimi anni ha sviluppato importanti relazioni con la città di Milano e il suo
hinterland. La popolazione in uscita da Milano, soprattutto giovani coppie, ha tra le mete privilegiate
questa città che gode di una buona qualità della vita e di abitazioni a prezzi abbastanza contenuti. La
maggior parte delle persone lavora in direzione di Milano, sviluppando un alto pendolarismo, aggravato
anche dalla chiusura, nell’ultimo decennio, di importanti aziende di medie grandi dimensioni. Dopo una
crescita vertiginosa dal dopoguerra sino agli anni ’70 in cui la popolazione è passata da 18.000 abitanti nel
1951 a 26.000 nel 1971, si sono susseguiti una lenta stabilizzazione sino al 2000 dopodiché la popolazione
ha iniziato nuovamente a crescere. Dal 2000 al 2010 la città cresce di 5.000 abitanti. Tra questi nuovi arrivi
vi sono i milanesi in fuga dalla città, ma vi sono anche molti stranieri. L’incidenza del numero di stranieri dal
2005 al 2010 passa infatti dal 5,7% al 10% (cfr. Tabella 27) dato che rispecchia la media regionale.
Tabella 27 - Comune di Abbiategrasso: residenti italiani e stranieri dal 2005 al 2010
Anno Residenti Residenti
stranieri
Incidenza su tot Nati in Italia
2005 29.830 1.710 5,70%
2006 30.120 1.943 6,50% 291
2007 30.504 2.209 7,20% 401
2008 31.146 2.540 8,20% 394
2009 31.578 2.870 9,10% 455
2010 32.035 3.219 10,00%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
I principali paesi di provenienza sono Egitto, Albania, Romania e Ecuador (cfr. Tabella 28). L’incidenza degli
egiziani in particolare rappresenta una peculiarità di Abbiategrasso che non si rispecchia né con il dato
nazionale, né con quello regionale, né con quello provinciale.
Anche in questo caso è interessante soffermarsi sulla composizione di genere dei dati forniti. Vi sono in
misura maggiore uomini senegalesi (95%), pakistani (71%), egiziani (64%) e marocchini (62%). Mentre le
donne sono molto numerose tra le ucraine (78,7%), le dominicane (72%), le brasiliane (71%).
27 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 28 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nel Comune di Abbiategrasso (2010)
Pos Nazione Residenti Maschi Femmine
1 Egitto 695 64,50% 35,50%
2 Albania 596 53,00% 47,00%
3 Romania 314 47,50% 52,50%
4 Ecuador 279 44,40% 55,60%
5 Ucraina 136 21,30% 78,70%
6 Marocco 128 62,50% 37,50%
7 Perù 122 37,70% 62,30%
8 Sri Lanka 67 52,20% 47,80%
9 Pakistan 60 71,70% 28,30%
10 Brasile 59 28,80% 71,20%
11 Bulgaria 54 53,70% 46,30%
12 Cina 51 49,0% 51,0%
13 El Salvador 50 40,0% 60,0 %
14 Repubblica
Dominicana
48 27,1% 72,9%
15 Bangladesh 47 53,2% 46,8 %
16 Senegal 42 95,2% 4,8 %
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
Gli alunni stranieri presenti nelle scuole rispecchiano solo in parte la presenza degli adulti stranieri. Infatti,
sono maggiormente presenti alunni di origine albanese ed ecuadoriana (vedi tabella 29).
Tabella 29 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Abbiategrasso per principale paese di provenienza (Anno scolastico 2008/2009)
Cittadinanza V.a. V. % Femmine Femmine %
Albania 113 29.4 49 43.4
Ecuador 60 15.6 32 53.3
Egitto 31 8.1 10 32.3
Romania 29 7.6 17 58.6
Ucraina 15 3.9 8 53.3
Perù 14 3.6 7 50.0
Brasile 12 3.1 8 66.7
El salvador 10 2.6 6 60.0
Bangladesh 8 2.1 5 62.5
Marocco 7 1.8 3 42.9
Altre 85 22,1 41 48,2
Totale 384 100.0 186 48.4
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Tuttavia la presenza di alunni stranieri è abbastanza contenuta rispetto agli altri comuni (cfr. Tabella 30). Si
tratta di una media del 7% con una concentrazione nelle scuole primarie e secondarie di primo grado
intorno al 10% e con una presenza importante nelle scuole secondarie di II grado del 6% circa.
28 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 30 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Abbiategrasso
(Anno scolastico 2008/2009)
Ordine di
scuola
V.a. Inc. % Nati in
Italia
V. % Nuovi
ingressi
V. %
Infanzia 70 7.7 58 82.9 - -
Primaria 140 10.0 54 38.6 25 17.9
Secondaria
I grado 67 8.7 5 7.5 7 10.4
Secondaria
II grado 107 5.7 8 7.5 2 1.9
Totale 384 7.7 67 17.4 34 8.9
Inc. % = incidenza alunni stranieri su totale alunni (italiani e stranieri)
V. % = percentuale calcolata sul totale alunni stranieri
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia
in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
29 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Quarto Oggiaro – Comune di Milano
Milano è la città di riferimento del circolo di Quarto Oggiaro. Si ritiene importante, prima di addentrarsi
nella realtà della circoscrizione zonale 8 di cui fa parte Quarto Oggiaro, analizzare i dati complessivi che
riguardano la città di Milano.
La città di Milano dal dopoguerra a oggi è stata oggetto di uno sviluppo demografico estremamente
irregolare se prendiamo in considerazione i dati sulla popolazione. Dal 1951 al 1971 Milano registra un
aumento significativo della popolazione (quasi + 450.000 abitanti). Dal 1971 in poi la popolazione non solo
smette di crescere ma addirittura diminuisce. Milano inizia a perdere i suoi abitanti, nel 2001 arriva a un
numero di abitanti inferiore rispetto a quello che aveva nel 1951. Si tratta di una popolazione che invecchia
molto, con un basso tasso di natalità e dove addirittura le giovani coppie decidono di muoversi verso mete
più economiche e con una qualità della vita più sostenibile. Dal 2001 al 2010 inizia a registrarsi un aumento
considerevole della popolazione (+68.000 unità). Un dato che fa ben sperare rispetto al futuro di Milano,
soprattutto se lo si confronta con quello relativo alla presenza degli stranieri, i quali nel corso degli ultimi
anni sembrano essere stati gli unici a scegliere Milano (cfr. Tabella 31). Se la popolazione complessiva è in
calo fino al 2005, a partire dal 2009 inizia nuovamente a crescere, la presenza degli stranieri risulta in
costante crescita. Addirittura il tasso di incidenza, in soli cinque anni, passa dal 12,4% nel 2005 al 16,4% nel
2010. Una delle percentuali più alte tra i comuni presi in esame dalla mappatura.
Tabella 31 - Comune di Milano: residenti italiani e stranieri dal 2005 al 2010
Anno Residenti Residenti
stranieri
Incidenza su tot
2005 1.308.735 162.169 12,39%
2006 1.303.437 170.619 13,09%
2007 1.299.633 175.997 13,54%
2008 1.295.705 181.393 14,00%
2009 1.307.495 199.322 15,24%
2010 1.324.110 217.324 16,41%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
I principali paesi di provenienza degli stranieri presenti a Milano non rispecchiano né quelli regionali né
quelli provinciali: al primo posto ci sono i filippini, a seguire gli egiziani, i cinesi, i peruviani e gli ecuadoriani.
Se si guarda la composizione del dato in base al genere si nota che gli egiziani e i bengalesi sono perlopiù
uomini, rispettivamente il 74,5 % e il 75,5%. Filippine, peruviane, ecuadoriane ma soprattutto ucraine sono
soprattutto donne (cfr Tabella 32).
30 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 32 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nel Comune di Milano (2010)
Pos Nazione Residenti %Maschi Femmine
1 Filippine 33.753 43,80% 56,20%
2 Egitto 28.666 74,50% 25,50%
3 Cina 18.918 51,60% 48,40%
4 Perù 17.674 39,20% 60,80%
5 Ecuador 13.539 41,90% 58,10%
6 Sri Lanka 13.339 57,00% 43,00%
7 Romania 12.146 45,30% 54,70%
8 Marocco 7.634 58,00% 42,00%
9 Ucraina 5.732 18,40% 81,60%
10 Albania 5.286 54,00% 46,00%
11 Bangladesh 3.867 75,50% 24,50%
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ISTAT, www.dati.istat.it
I dati sulla presenza degli stranieri all’interno delle scuole confermano il quadro illustrato sulla popolazione
complessiva. Al primo posto nelle scuole abbiamo infatti i filippini (18%), a seguire i peruviani, gli egiziani,
gli ecuadoriani e i cinesi intorno al 10% (cfr Tabella 33).
Tabella 33 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Milano per principale paese di provenienza (Anno scolastico 2008/2009)
Cittadinanza V.a. V. % Femmine Femmine
%
Filippine 5140 18.2 2539 49.4
Perù 3011 10.6 1449 48.1
Egitto 2899 10.3 1246 43.0
Ecuador 2824 10.0 1426 50.5
Cinese 2553 9.0 1245 48.8
Romania 1530 5.4 756 49.4
Marocco 1457 5.2 662 45.4
Sri lanka 970 3.4 473 48.8
Albania 867 3.1 432 49.8
El salvador 657 2.3 319 48.6
Altre 6372 22,5 3108 48,7
Totale 28280 100.0 13655 48.3
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia
in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Nel complesso gli alunni stranieri presenti nelle scuole milanesi sono circa il 15% della popolazione
scolastica. Una percentuale consistente riguarda le scuole della prima infanzia ma soprattutto la scuola
dell’obbligo (18% circa). Molto significativa la presenza di alunni stranieri nelle scuole superiori (cfr. Tabella
34).
31 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 34 - Alunni stranieri nelle scuole del Comune di Milano
(Anno scolastico 2008/2009)
Ordine di
scuola
V.a. Inc. % Nati in
italia
V. % Nuovi
ingressi
V. %
Infanzia 5490 17.5 4272 77.8 - -
Primaria 9664 18.3 6269 64.9 672 7.0
Secondaria
I grado
5720 18.4 1950 34.1 396 6.9
Secondaria
II grado
7406 11.7 1324 17.9 886 12.0
Totale 28280 15.8 9543 33.7 1954 6.9
Inc. % = incidenza alunni stranieri su totale alunni (italiani e stranieri)
V. % = percentuale calcolata sul totale alunni stranieri
Fonte: Elaborazioni Excursus su dati ORIM Lombardia in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Il dato sulla presenza degli stranieri nel comune di Milano assume caratteristiche differenti a seconda della
zona in cui si scegli di osservarlo. La zona che interessa analizzare nella mappatura in oggetto è la zona 8
che comprende Quarto Oggiaro (contesto di riferimento e azione del circolo ACLI), le zone Volta, Fiera, e
Gallaratese. Si tratta di una delle zone in cui sono maggiormente concentrate popolazioni straniere, con
un’incidenza intorno al 13% rispetto al totale della popolazione. Non è una delle zone di maggiore
concentrazione, a precederla vi sono le zone 2 e 3 con un’incidenza pari al 16% della popolazione totale
(cfr. Grafico 8).
Grafico 8: Comune di Milano: residenti italiani e stranieri nel 2011 per Zone Circoscrizionali
Fonte: Elaborazioni Excursus su Statistiche Comune di Milano
Gli stranieri in zona 8 sono cresciuti costantemente nel corso degli ultimi dieci anni. L’aumento in questo
lasso di tempo è stato di 15.000 unità (cfr. Tabella 35).
6%
16%
9%
11%
8% 9%
12%
13%
16%
Zona 1
Zona 2
Zona 3
Zona 4
Zona 5
Zona 6
Zona 7
Zona 8
Zona 9
32 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Tabella 35 - Comune di Milano Zona 8 (Volta, Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro): residenti stranieri dal 2001 al 2009
ANNO Zona 8 Variazione annuale
2001 10.482
2002 12.084 13,26%
2003 12.937 6,59%
2004 17.186 24,72%
2005 19.683 12,69%
2006 21.118 6,80%
2007 22.205 4,90%
2008 23.088 3,82%
2009 25.593 9,79%
Fonte: Elaborazioni Excursus su Statistiche Comune di Milano
I principali paesi di provenienza sono la Cina, le Filippine e l’Egitto (cfr. Tabella 36). Un quadro che
rispecchia solo in parte quello della città di Milano e che in parte è deformato dalla presenza di una zona
storica di insediamento della popolazione cinese (v. Paolo Sarpi).
Tabella 36 - Principali paesi di provenienza dei migranti presenti nella Zona 8 del Comune di Milano (2010)
Nazionalità Zona 8 Tot. Milano
Cina 22,8 11,9
Filippine 13,9 18,3
Egitto 13,2 16,8
Ecuador 7,6 7,5
Marocco 7,2 4,3
Sri Lanka 6,3 7,1
Perù 6,1 7,5
Romania 4,2 4,4
Albania 2,1 2,2
Bangladesh 1,1 1,8
Fonte: Elaborazioni Excursus su Statistiche Comune di Milano
La presenza di alunni stranieri in zona 8 si attesta su una media tra il 20% e il 30 % con una presenza di
etnie estremamente variegata in cui predominano: rumeni (anche Rom), cinesi, filippini, arabi. Una media
molto alta se pensiamo a quella, tutt’altro che bassa, della città di Milano (Progetto di rete START Polo 4,
Zone 8 e 9).
33 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Conclusioni. Alcune chiavi interpretative della comunità in divenire
A partire dal lavoro di analisi dei dati, di seguito si propongono alcune ipotesi interpretative del fenomeno
in atto sul territorio oggetto della mappatura. Si tratta di alcune prime piste di riflessione che emergono dal
lavoro di analisi e che si auspica possano essere utili all’esperienza e al lavoro sul campo che matureranno i
circoli della sperimentazione.
Comunità in divenire
Il lavoro di mappatura ha messo in luce il fenomeno migratorio che investe i territori dei circoli protagonisti
della sperimentazione. Come affermato nell’introduzione, la finalità di questa analisi non è quella di fornire
una rappresentazione univoca, statica e oggettiva della realtà, bensì di offrire una rappresentazione che
possa integrarsi con quella che quotidianamente si costruisce e si percepisce abitando il proprio territorio e
che aiuti a decostruire falsi immaginari e stereotipi consolidatisi nel tempo intorno alla categoria
dell’immigrato.
Il limite di tale rappresentazione può proprio essere quello di apparire statica e ferma al presente, quindi
non fedele a quanto accade realmente e che è in continuo divenire. In realtà si è tentato di mettere in luce,
attraverso dati storici e dati sulle giovani generazioni, alcuni indicatori che aiutino a interpretare come la
società si stia evolvendo, in particolare rispetto a come i singoli territori siano investiti da questi
cambiamenti che, si è visto, possono assumere caratteristiche differenti a seconda del punto geografico di
osservazione.
Ciò che è interessante cogliere dai dati raccolti sono le comunità in divenire, non quindi una comunità ma
molteplici. Un divenire che non inizia con l’arrivo dei migranti ma che è sempre insito nelle comunità,
sollecitate da persone che continuamente arrivano e persone che partono da e per luoghi geografici
differenti.
Il percorso di integrazione degli stranieri è dunque qualcosa che si inserisce in un processo fluido che non
può essere considerato come qualcosa che si dà o non si dà una volta per tutte (Briata 2007). Soprattutto
ciò che emerge è che riguarda sia chi arriva sia chi accoglie. Un altro aspetto importante è che i processi di
integrazione non sono uguali ovunque e per tutti. Come si è visto possono riguardare e investire molteplici
dimensioni della vita sociale (la casa, il lavoro, la scuola).
Legame tra storia del territorio e presenza dei migranti
Le possibilità che offrono i territori alle popolazioni in arrivo sono il frutto della storia economica, sociale,
culturale e spaziale di quegli stessi territori. Il rapporto con il territorio è legato alla chiamata ma anche alla
scelta (Cologna, 2009). Da una parte ci sono luoghi caratterizzati da sviluppo e crescita economica che
storicamente hanno svolto la funzione di chiamare verso di sé persone, manodopera, da impiegare
all’interno dei propri settori economici. Dall’altra ci sono persone, individui, portatrici di storie e tradizioni
differenti che scelgono di costruirsi un’esperienza di migrante verso luoghi sconosciuti, con speranze e
aspettative di una vita migliore.
34 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
I comuni dei circoli della sperimentazione si trovano in questi territori di chiamata che hanno sedimentate
e stratificate storie e tradizioni migratorie appartenenti a epoche diverse.
Territori di circolazione
Sempre di più i territori si stanno connotando come luoghi di passaggio, di attraversamento, di
radicamento, di allontanamento. Il fenomeno migratorio è mutevole a causa dei continui flussi in arrivo e in
partenza, ai movimenti interni al territorio locale ma anche alla composizione socio-economica della
popolazione straniera presente.
Il territorio inteso come luogo delle relazioni sociali dovrebbe essere sempre meno inteso come
contenitore fisso e statico e sempre più considerato come campo variabile che produce forme differenti e
molteplici di apprendimento alla convivenza (Crosta 2000; Tarrius, 2003).
Le seconde generazioni… chi è straniero
Si è cercato all’interno della mappatura di tenere in considerazione, all’interno dell’analisi dei diversi
indicatori di integrazione, il tema delle seconde generazioni. Un termine che viene variamente utilizzato
come sinonimo di figli di immigrati, ragazzi di origine straniera, dove tuttavia nessuna di queste espressioni
è in grado di rappresentare la complessità della realtà ma soprattutto delle molteplici esperienze di questi
soggetti. Anzi l’effetto contrario sembra proprio quello di sottolineare, attraverso queste espressioni, una
estraneità alla società di appartenenza, trasmessa dai padri e ereditata dai figli (Cologna, 2009).
I comuni, le comunità locali in divenire, per queste persone costituiscono luoghi importanti di integrazione
e crescita, insieme alla scuola e alla propria casa. Ogni singolo territorio, se aperto e disponibile, può così
diventare il luogo privilegiato di cambiamento all’insegna dell’innovazione, dell’apertura e
dell’integrazione.
35 Comunità in divenire: migranti che vanno, migranti che restano
Fonti
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Milano.
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Caritas-Migrantes 2011. 21° Rapporto. Oltre la crisi, insieme, Edizioni Idos, Novara
Cologna D., Granata A., Granata E., Novak C., Turba I., 2009, La città avrà i miei occhi. Spazi di crescita delle
seconde generazioni a Torino, Maggioli Editore, Rimini.
Comune di Milano, Ufficio Scolastico Provinciale di Milano, Fondazione ISMU, 2010, Progetto di rete START
Polo 4, Zone 8 e 9 “Competenze essenziali in Italiano L2: attività, strategie, criteri di valutazione”.
Crosta P. L., Mariotto A., Tosi A. (2000), Immigrati territorio e politiche urbane. Il caso italiano in Agenzia
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