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Environmental Resources Management 8 Cavendish Square, London W1M 0ER Tel.: 0171 465 7200 Fax: 0171 465 7272 Indirizzo E-mail: @ermuk.com http://www.ermuk.com RAPPORTO FINALE Commissione europea, DG XI “Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile” Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea Agosto 1998

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Environmental Resources Management 8 Cavendish Square, London W1M 0ER

Tel.: 0171 465 7200 Fax: 0171 465 7272

Indirizzo E-mail: @ermuk.com http://www.ermuk.com

RAPPORTO FINALE

Commissione europea, DG XI “Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile”

Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea

Agosto 1998

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NOTA AL LETTORE

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NOTA AL LETTORE Il presente manuale è stato elaborato nel 1998, al momento in cui la Commissione aveva proposto e trasmesso al Consiglio e al Parlamento nuove proposte regolamentari relative ai Fondi strutturali. Esso si basa pertanto sul quadro regolamentare in vigore relativo ai Fondi strutturali adottato nel 1993, ma tiene conto dei nuovi orientamenti generali relativi alla valutazione ambientale contenuti nelle nuove proposte di regolamento. Una volta che il Consiglio avrà approvato la nuova base regolamentare per il funzionamento dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006, alla struttura e al contenuto del manuale verranno apportate tutte le necessarie modifiche.

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INDICE

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INDICE GLOSSARIO E ACRONIMI vi PREMESSA xii

PARTE 1 - INTRODUZIONE 1

1.1 CONTESTO DEL MANUALE 2

1.2 FINALITÀ E OBIETTIVI DEL MANUALE 3

1.3 A CHI È DESTINATO IL MANUALE 4

1.4 CONTENUTO DEL MANUALE 4

PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE 5

2.1 BREVE RASSEGNA DEL CONTESTO DELLA POLITICA DI COESIONE DELL’UNIONE EUROPEA 6

2.2 LA PROCEDURA DEI FONDI STRUTTURALI 7 2.2.1 Tappe della procedura 7 2.2.2 Il manuale nel contesto 10

2.3 LA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEL MANUALE 18 2.3.1 Introduzione 18 2.3.2 Fasi della VAS 18 2.3.3 I Fondi strutturali e la VAS: un processo integrato 20

PARTE 3 - IL MANUALE 23

3.1 STRUTTURA DEL MANUALE 24

3.2 RUOLI E RESPONSABILITÀ AI FINI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE 27

3.3 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI SVILUPPO REGIONALE 29

3.3.1 Introduzione 31 3.3.2 Valutazione della situazione ambientale - elaborazione di dati di riferimento 33 3.3.3 Elaborazione degli obiettivi e delle priorità 38 3.3.4 Elaborazione della bozza di piano e delle sue alternative 44 3.3.5 Valutazione ambientale della bozza di piano 46 3.3.6 Indicatori ambientali per il piano 51 3.3.7 Integrare i risultati della valutazione nel piano definitivo 54

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INDICE

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iii

3.4 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI QUADRI COMUNITARI DI SOSTEGNO 57

3.4.1 Introduzione 58 3.4.2 Obiettivi e priorità del Quadro Comunitario di Sostegno e ruolo

delle autorità competenti in materia ambientale 60 3.4.3 La valutazione ambientale nel contesto del Quadro Comunitario

di Sostegno 62 3.4.4 Indicatori ambientali e Quadri Comunitari di Sostegno 64

3.5 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI 66

3.5.1 Introduzione 67 3.5.2 Valutazione della situazione ambientale - elaborazione di dati di riferimento 69 3.5.3 Elaborazione degli obiettivi e delle finalità 72 3.5.4 L’elaborazione della bozza di Programma Operativo e le sue alternative 75 3.5.5 Valutazione ambientale delle bozze di Programmi Operativi 79 3.5.6 Indicatori ambientali per i Programmi Operativi 82

3.6 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DEI PROGRAMMI DEI FONDI STRUTTURALI 84

BIBLIOGRAFIA 87 ALLEGATO I VALUTAZIONE DELL’ATTUALE SITUAZIONE AMBIENTALE –

“I DATI DI RIFERIMENTO” I.1

ALLEGATO II DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE PRIORITÀ II.2

ALLEGATO III TECNICHE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE DEI PIANI DI SVILUPPO REGIONALE E DEI PROGRAMMI OPERATIVI III.1

ALLEGATO IV INDICATORI IV.1

ALLEGATO V MONITORAGGIO E VALUTAZIONE V.1

ALLEGATO VI METTERE IN ATTO I RISULTATI DELLA VALUTAZIONE EX ANTE DEI PROGRAMMI OPERATIVI VI.1

ALLEGATO VII LISTA DI CONTROLLO PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALIVII.1

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INDICE

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ELENCO DEI QUADRI, DELLE TABELLE E DELLE FIGURE

QUADRI Quadro 1.1 Requisiti in vigore ai fini della valutazione ambientale dei

piani regionali 2

Quadro 3.1 Principali attori coinvolti nella valutazione dei piani e programmi dei Fondi strutturali

27

Quadro 3.2 La situazione ambientale – esempio tratto dal QCS della Grecia nel periodo 1994-99

62

Quadro 3.3 Un esempio di ottimizzazione dei benefici e delle opportunità

76

Quadro 3.4 Possibili contenuti di un Programma Operativo (PO) 78 Quadro I.1 Dati di riferimento: introduzione I.2 Quadro I.2 Punti di forza e punti deboli I.4 Quadro III.1 Incertezze e mancanza di conoscenze III.2 Quadro III.2 Possibili aree geografiche nelle quali effettuare l’analisi

degli effetti cumulativi sulle risorse naturali e sugli ecosistemi

III.10

Quadro IV.1 Criteri principali per la scelta degli indicatori IV.1 Quadro VI.1 Esempio di alcuni criteri di screening VI.2 Quadro VI.2 Esempio di tecnica di classifica per i progetti VI.7

TABELLE

Tabella 2.1 Tipologia dei progetti di sviluppo, dei regimi di aiuto e di

altri interventi nel quadro degli obiettivi 1, 2, 5b e 6 8

Tabella 2.2 Alcuni esempi di atti legislativi chiave in campo ambientale e loro relazione con la gamma-tipo di interventi a titolo dei Fondi strutturali

15

Tabella 2.3 Fasi della VAS nella programmazione relativa ai Fondi strutturali

19

Tabella 2.4 Differenza tra la VAS e la VIA 20 Tabella 3.1 Formato generale di presentazione degli stadi della VAS nel

manuale 24

Tabella 3.2 Criteri di sostenibilità per la definizione degli obiettivi del programma

41

Tabella 3.3 Esempio di matrice di valutazione a livello di PSR 49 Tabella 3.4 Esempio di presentazione delle priorità ambientali in un

QCS 60

Tabella 3.5 Esempio di continuità tra priorità, obiettivi e indicatori ambientali allo stadio di QCS

65

Tabella 3.6 Esempi di obiettivi e finalità ambientali per differenti priorità

74

Tabella I.1 Esempio di dati di riferimento per i settori dell’energia e dei trasporti

I.4

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INDICE

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Tabella I.2 Esempi di dati di riferimento per i temi principali I.5 Tabella III.1 Formato-tipo di una matrice d’impatto ambientale III.1 Tabella III.2 Analisi sintetica dell’impatto ambientale III.4 Tabella III.3 Criteri relativi alla dotazione ambientale e indicatori di

impatto ambientale proposti per la regione occidentale dell’Irlanda

III.5

Tabella III.4 Esempio di una matrice sintetica di comparazione delle finalità e degli obiettivi per una priorità denominata “Sviluppo dell’industria turistica” prevista da un programma

III.7

Tabella III.5 Esempio di matrice di valutazione per una misura nell’ambito dei PO

III.8

Tabella IV.1 Esempi di indicatori di base ambientali IV.2 Tabella IV.2 Esempi di indicatori di prestazione ambientali IV.2 Tabella IV.3 Esempio di indicatori e obiettivi ambientali a livello di QCS IV.5 Tabella IV.4 Esempio di indicatori di prestazione e obiettivi per un PO IV.6 Tabella IV.5 Esempi di indicatori di impatto ambientale IV.6 Tabella IV.6 Indicatori di base per il settore idrico IV.7 Tabella IV.7 Indicatori di prestazione per il settore idrico IV.7 Tabella IV.8 Indicatori di impatto per il settore idrico IV.7. Tabella VI.1 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Trasporti e

comunità VI.4

Tabella VI.2 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Sostegno alle imprese

VI.5

Tabella VI.3 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Qualità ambientale e immagine regionale

VI.6

FIGURE

Figura 2.1 Sintesi della procedura dei Fondi strutturali 9 Figura 2.2 Integrazione tra la procedura dei Fondi strutturali e la

procedura VAS 22

Figura 3.1 Come usare il manuale - Parte 3 26 Figura 3.2 I PSR e la procedura VAS 32 Figura 3.3 I QCS, i DOCUP e la valutazione ambientale 59 Figura 3.4 I PO e la procedura VAS 68 Figura 3.5 Continuità tra la procedura VAS e la procedura dei Fondi

strutturali 69

Figura 3.6 Vari livelli di interazione e di coordinamento allo stadio di PO

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Glossario e acronimi

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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Glossario Le definizioni sono tratte (con adattamenti) dalle seguenti fonti: Commissione europea (1998), Proposta di regolamento (CE) del Consiglio recante disposizioni generali sui Fondi strutturali; R. Therivel e M. Partidario (1996), The Practice of Strategic Environmental Assessment, Earthscan; Gilpin (1995), Environmental Impact Assessment, Cambridge University Press; Department of the Environment (1991), Policy Appraisal and the Environment, HMSO Londra.

AGENDA 21 documento adottato a Rio de Janeiro nel 1992 dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (Vertice di Rio). Si tratta di un piano d’azione completo per realizzare uno sviluppo sostenibile nel prossimo secolo. In Agenda 21 si raccomanda la costituzione di una nuova Commissione sullo Sviluppo Sostenibile (CSS) e si auspica che i governi preparino strategie nazionali a favore dello sviluppo sostenibile. Tali documenti nazionali conterranno spesso una rassegna dello stato dell’ambiente, dello sviluppo economico e delle risposte programmatiche intese a garantire che l’attività economica risulti a favore della sostenibilità.

“alternative” nel contesto della valutazione ambientale strategica (VAS), le alternative consistono in una gamma di opzioni strategiche grazie alle quali è possibile conseguire nel modo migliore l’obiettivo (o gli obiettivi) dei piani e dei programmi, al minor costo e/o con il maggiore beneficio per l’ambiente e la sostenibilità, o che consentono di giungere al compromesso più efficace tra obiettivi conflittuali. Ad esempio: riduzione della domanda, localizzazione alternativa, un diverso tipo di sviluppo che può far conseguire il medesimo obiettivo, strumenti programmatici e misure fiscali, ecc.

“assistenza” le forme di assistenza predisposte dai Fondi, vale a dire: - Programmi Operativi o Documenti Unici di Programmazione; - programmi relativi ad iniziative comunitarie; - supporto all’assistenza tecnica e misure innovative.

“biodiversità” il termine indica la varietà degli organismi viventi sul pianeta. La biodiversità può essere descritta in termini di geni, specie od ecosistemi. Lo sviluppo sostenibile dipende anche dalla comprensione, protezione e conservazione degli innumerevoli ecosistemi interattivi del pianeta.

“capacità di carico” approccio che consente di valutare l’impatto massimo che un determinato ecosistema è in grado di sostenere senza subire danni permanenti.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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“lista di controllo” lista dettagliata dei fattori che debbono essere presi in considerazione nella valutazione di una determinata politica.

“Quadro Comunitario di Sostegno” documento approvato dalla Commissione a seguito della valutazione del piano di sviluppo presentato da uno Stato membro e contenente le strategie e le priorità di azione, gli obiettivi specifici delle stesse, il contributo dei Fondi e di altre risorse finanziarie. Il documento dev’essere suddiviso in varie priorità e attuato per mezzo di uno o più Programmi Operativi.

“analisi costi-benefici” tecnica intesa a calcolare e a ponderare tutti i costi e i benefici relativi ad un determinato piano, programma o progetto. Si tratta, tra l’altro, dei valori di tali costi e benefici, alcuni dei quali, essendo di tipo ambientale, non sono stati o non saranno riflessi in effettive entrate o uscite.

“impatti cumulativi” gli impatti (positivi e negativi, diretti e indiretti, a lungo e a breve termine) derivanti da una gamma di attività in una determinata area o regione, ciascuno dei quali potrebbe non risultare significativo se considerato separatamente. Tali impatti possono derivare dal crescente volume di traffico, dall’effetto combinato di una serie di misure agricole finalizzate ad una produzione più intensiva e ad un più intensivo impiego di sostanze chimiche, ecc. Gli impatti cumulativi includono una dimensione temporale, in quanto essi dovrebbero calcolare l’impatto sulle risorse ambientali risultante dai cambiamenti prodotti dalle azioni passate, presenti e future (ragionevolmente prevedibili).

“responsabile delle decisioni” organismo o persona responsabile della decisione in merito all’esecuzione di un piano, programma o misura. Di norma si tratta di una funzione espletata dalle autorità governative.

“autorità dello sviluppo” nel presente manuale, il termine si riferisce a tutti i ministeri nazionali e organismi regionali, agenzie e altri organismi pubblici che partecipano alla pianificazione e all’attuazione di piani e programmi relativi ai Fondi strutturali.

“autorità competenti in materia ambientale” nel presente manuale, il termine si riferisce a tutti i ministeri nazionali e organismi regionali, agenzie e altri organismi pubblici responsabili dello sviluppo delle politiche e della legislazione nazionale e regionale in campo ambientale, e che svolgono un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle stesse.

“valutazione di impatto ambientale” procedura intesa ad individuare gli effetti prodotti sull’ambiente dai progetti di sviluppo; ai sensi della direttiva 85/337/CEE (e 97/11/CE), si tratta di una procedura legislativa da applicare alla valutazione degli impatti ambientali di determinati progetti pubblici e privati che sono suscettibili di produrre significativi effetti sull’ambiente.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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“sistema d’informazione geografica” banca dati informatizzata di dati geografici, provvista di una piattaforma di gestione, analisi e illustrazione dei dati medesimi. Il SIG costituisce un importante strumento di analisi, in quanto consente di associare le banche dati informatiche con dati geografici reali.

“riscaldamento del globo” l’aumento della temperatura del pianeta provocato dalla presenza di gas ad effetto serra (vedi voce).

“gas ad effetto serra” gruppo di gas, tra cui l’anidride carbonica e il metano, che intrappolano l’energia irradiata ad onde lunghe nell’atmosfera terrestre.

“matrice d’impatto” nel contesto della VAS, serie ordinata di dati multidimensionale impiegata per mostrare gli effetti esercitati sull’ambiente da determinate politiche, piani o programmi.

“impatto” l’effetto o influenza esercitati da un elemento su un altro.

“indicatori” “indicatori di base”: determinano la situazione delle componenti chiave della situazione ambientale di una data regione (o di più regioni), e dovrebbero essere utilizzati per individuare o controllare le tendenze; “indicatori di prestazione”: sulla base delle conoscenze di cui si dispone in merito alla situazione dell’ambiente grazie agli indicatori di base, è possibile elaborare indicatori e obiettivi relativi alle prestazioni, che possono essere impiegati ai fini di un monitoraggio delle risorse ambientali più importanti e dei cambiamenti delle caratteristiche di queste ultime nel tempo. Gli “indicatori di prestazione” aiutano a misurare i risultati conseguiti da un determinato piano o programma; “indicatori di impatto”: misurano gli impatti diretti derivati dall’attuazione di un determinato programma o misura. Spesso assumono la forma di “attività prodotte”, ad esempio: il numero di imprese che partecipano al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).

“irreversibilità” si configura qualora un potenziale risultato non possa essere annullato, o possa essere annullato solo ad un costo eccessivamente elevato.

“misura” le modalità con cui una priorità è attuata nel corso di più anni, che consentono di finanziare le operazioni. Si definisce “misura” qualsiasi regime di aiuti ai sensi dell’articolo 92 del trattato o qualsiasi aiuto accordato da organismi designati dagli Stati membri.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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“mitigazione” azione intesa ad impedire, evitare o minimizzare gli effetti negativi (reali o potenziali) di una determinata politica, piano, programma o progetto. Può comportare l’abbandono o la modifica di una proposta, la scelta di una differente localizzazione, uno spostamento di obiettivo (invece di realizzare nuovi sviluppi, migliorare le prestazioni delle strutture esistenti), ecc.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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“monitoraggio” combinazione di osservazione e misurazione delle prestazioni di un piano, programma o misura, e della conformità delle medesime con la politica e la legislazione in campo ambientale rispetto ad una serie di indicatori, criteri od obiettivi programmatici predeterminati, ad esempio la conformità con la politica in campo ambientale.

“comitati di sorveglianza” comitato composto da rappresentanti degli Stati membri, dalla Commissione europea, da partner economici e sociali e altri partner, se del caso, incaricato del coordinamento generale dei progressi finanziari e materiali del programma.

“Programma Operativo” documento approvato dalla Commissione ai fini di attuare un Quadro Comunitario di Sostegno, comprendente un congruo insieme di priorità, tra cui misure pluriennali che possono essere attuate con il ricorso ad uno o più Fondi, ad uno o più altri strumenti finanziari esistenti e alla BEI. Con “Programma Operativo Plurifondo” si intende un Programma Operativo finanziato da più di un fondo.

“partenariato” nel contesto dei Fondi strutturali, il termine può riferirsi a due diversi contesti: 1) Il regolamento (CEE) n. 2081/93 del Consiglio all’articolo 4, primo paragrafo recita: "1. L'azione comunitaria è complementare alle azioni nazionali corrispondenti o vi contribuisce. Ciò è il risultato della stretta concertazione tra la Commissione, lo Stato membro interessato, le autorità e gli organismi competenti - comprese [...] le parti economiche e sociali - designati dallo Stato membro a livello nazionale, regionale, locale o altro [...]”. Tale concertazione è denominata partnership (partenariato). L’articolo 4, paragrafo 1 afferma anche che “la partnership è operante in fatto di preparazione e finanziamento, nonché di valutazione ex ante, sorveglianza e valutazione ex post delle azioni.”

2) Il partenariato che approva il Quadro Comunitario di Sostegno e il Documento Unico di Programmazione è composto dalla Commissione e dagli Stati membri.

“principio “chi inquina paga”” L’articolo 130 R, secondo paragrafo del trattato sull’Unione europea dispone che i danni ambientali siano pagati da chi ha inquinato. Si tratta del principio “chi inquina paga”, conformemente al quale i responsabili dell’inquinamento debbono accollarsi i costi delle misure necessarie per eliminare l’inquinamento o ridurlo a livelli legalmente accettabili.

“approccio precauzionale” L’articolo 130 R, secondo paragrafo del trattato sull’Unione europea dispone che “la politica della Comunità in materia ambientale [...] è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva [...]”. Secondo l’approccio precauzionale, invece di confidare su prove risolutive dei possibili danni o sul risanamento dei

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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danni una volta che si siano prodotti, è necessario intraprendere azioni intese ad impedire i potenziali danni ambientali.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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“priorità” una delle priorità della strategia adottata in un Quadro Comunitario di Sostegno o in un pacchetto di misure di assistenza. Alla priorità è assegnato un contributo dei Fondi e di altri strumenti finanziari, nonché le risorse finanziarie ad esso relative dello Stato membro e una serie di obiettivi specifici.

“gestori dei programmi” ministeri nazionali od organismi regionali e i rispettivi contraenti designati, responsabili dello definizione e dell’attuazione dei programmi relativi ai Fondi strutturali.

“programmazione” il processo di organizzazione, formulazione delle decisioni e finanziamento realizzato in varie fasi per attuare su base pluriennale l’azione congiunta della Comunità e degli Stati membri intesa a conseguire i tre obiettivi prioritari per i Fondi strutturali proposti nel nuovo progetto di regolamento.

“piano di sviluppo regionale” analisi della situazione elaborata da uno Stato membro alla luce degli obiettivi citati all’articolo 1 e delle esigenze prioritarie in vista di conseguire tali obiettivi, unitamente alle strategie, alle priorità d’azione previste, alle rispettive finalità specifiche e alle risorse finanziarie indicative ad esse relative.

“determinazione della portata (scoping)” fase iniziale della VAS in cui sono elencati i possibili impatti. Questi ultimi sono quindi analizzati per individuare quali necessitino di ulteriori studi e a quale livello.

“documento unico di programmazione” documento unico approvato dalla Commissione, contenente le medesime informazioni riportate in un Quadro Comunitario di Sostegno e in un Programma Operativo.

“impatto ambientale strategico” ‘processo sistematico inteso a valutare le conseguenze in campo ambientale di una politica, di un piano o di iniziative nell’ambito di un programma, ai fini di garantire che esse siano pienamente incluse e affrontate in modo adeguato fin dai primi stadi del processo di formulazione delle decisioni, allo stesso titolo delle considerazioni di ordine economico e sociale’ (Sadler e Verheem (1996), Strategic Environmental Assessment Status, challenges and future directions. Ministero degli alloggi, della pianificazione territoriale e dell’ambiente, Commissione VIA, Paesi Bassi).

“obiettivo” finalità od obiettivo specifico espresso in termini quantitativi. Può essere di tipo materiale o finanziario.

“ponderazione e classifica” tecnica che compara costi e benefici misurati in unità differenti valutando le

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prestazioni rispetto a criteri specifici e ponderando i risultati per rispecchiare l’importanza relativa di ciascun criterio.

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GLOSSARIO E ACRONIMI

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Acronimi AA autorità competenti in materia ambientale ACB analisi costi-benefici AEA Agenzia europea per l’ambiente AS autorità dello sviluppo DocUP documento unico di programmazione EMAS Sistema comunitario di ecogestione e audit FEAOG Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia FESR Fondo europeo di sviluppo regionale FSE Fondo sociale europeo IPCC Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento 5PAA Quinto programma di politica e di azione per l'ambiente PAC politica agricola comune PEST Prospettiva europea di sviluppo territoriale PMI piccole e medie imprese PO Programma Operativo PSR piano di sviluppo regionale QCS Quadro Comunitario di Sostegno SdA rapporto sullo stato dell’ambiente SFOP Strumento finanziario di orientamento della pesca SIG sistema di informazione geografica TEN reti transeuropee UE Unione europea VAS valutazione ambientale strategica VIA valutazione di impatto ambientale

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PREMESSA

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xv

PREMESSA Il presente manuale definisce un approccio inteso a soddisfare i requisiti dell’Unione europea in materia di valutazione ambientale dei piani e programmi di sviluppo regionale nel contesto dei Fondi strutturali. La Parte 1 - ‘Introduzione’ definisce il contesto di tali requisiti. La Parte 2 - ‘Fondi strutturali e valutazione ambientale’ passa in rassegna la politica regionale e di coesione dell’Unione europea, la procedura dei Fondi strutturali e il rapporto che esse intrattengono con le problematiche ambientali. Si riporta una sintesi delle politiche e della legislazione comunitarie a favore dello sviluppo sostenibile, della protezione ambientale e del miglioramento delle condizioni ambientali. È quindi descritta la metodologia di valutazione del manuale e la sua pertinenza ai fini della procedura dei Fondi strutturali.

La Parte 3 ‘Il manuale’ è strutturata in cinque sezioni: • la sezione 3.1 descrive com’è strutturato

il manuale e come utilizzarlo;

• la sezione 3.2 spiega come il manuale sia stato progettato soprattutto per le autorità competenti degli Stati membri e delle regioni che elaborano e gestiscono i programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea e per le autorità responsabili in materia ambientale;

• la sezione 3.3 descrive il processo di elaborazione di una valutazione ambientale di Piani di Sviluppo Regionali;

• la sezione 3.4 descrive la relazione tra la valutazione ambientale dei piani regionali e la preparazione dei Quadri Comunitari di Sostegno e dei Documenti unici di Programmazione;

• la sezione 3.5 descrive il processo di elaborazione di una valutazione ambientale dei Programmi Operativi.

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Parte 1 INTRODUZIONE nella Parte 1: 1.1 Contesto del manuale 1.2 Finalità e obiettivi del manuale 1.3 A chi è destinato il manuale 1.4 Contenuto del manuale

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Parte 2 FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE nella Parte 2: 2.1 Breve rassegna del contesto della politica

di coesione dell’Unione europea 2.2 La procedura dei Fondi strutturali 2.3 La metodologia di valutazione del

manuale

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Parte 3 IL MANUALE

nella Parte 3: 3.1 Struttura del manuale 3.2 Ruoli e responsabilità ai fini della

valutazione ambientale 3.3 La valutazione ambientale delle bozze di

Piani di Sviluppo Regionale 3.4 La valutazione ambientale e la

predisposizione dei Quadri Comunitari di Sostegno

3.5 La valutazione ambientale e la predisposizione dei Programmi Operativi

3.6 Monitoraggio e valutazione degli impatti ambientali dei programmi dei Fondi strutturali

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3.1 STRUTTURA DEL MANUALE

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3.2 RUOLI E RESPONSABILITÀ AI FINI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE

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3.3 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI SVILUPPO REGIONALE in questa Sezione: 3.3.1 Introduzione 3.3.2 Valutazione della situazione ambientale

- elaborazione di dati di riferimento 3.3.3 Elaborazione degli obiettivi e delle

priorità 3.3.4 Elaborazione della bozza di piano e delle

sue alternative 3.3.5 Valutazione ambientale della bozza di

piano 3.3.6 Indicatori ambientali per il piano 3.3.7 Integrare i risultati della valutazione

nel piano definitivo

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3.4 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI QUADRI COMUNITARI DI SOSTEGNO in questa Sezione: 3.4.1 Introduzione 3.4.2 Obiettivi e priorità del Quadro

Comunitario di Sostegno e ruolo delle autorità competenti in materia ambientale

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3.4.3 La valutazione ambientale nel contesto del Quadro Comunitario di Sostegno

3.4.4 Indicatori ambientali e Quadri Comunitari di Sostegno

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3.5 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI

in questa Sezione: 3.5.1 Introduzione 3.5.2 Valutazione della situazione ambientale

- elaborazione di dati di riferimento 3.5.3 Elaborazione degli obiettivi e delle

finalità

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3.5.4 L’elaborazione della bozza di Programma Operativo e le sue alternative

3.5.5 Valutazione ambientale delle bozze di Programmi Operativi

3.5.6 Indicatori ambientali per i Programmi Operativi

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3.6 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DEI PROGRAMMI DEI FONDI STRUTTURALI

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PARTE 1 - INTRODUZIONE

ENVIRONMENTAL RESOURCES MANAGEMENT COMMISSIONE EUROPEA

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PARTE I - INTRODUZIONE

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PARTE 1 - INTRODUZIONE

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1.1 CONTENUTO DEL MANUALE

Da tempo l’ambiente è riconosciuto come uno dei principali temi che destano le preoccupazioni dei cittadini dell’Unione europea. Le politiche dell’Unione europea hanno riflesso tali preoccupazioni nei requisiti che prevedono l’integrazione delle problematiche ambientali all’interno dei programmi e delle politiche. La regolamentazione e le recenti decisioni politiche prevedono che i Fondi strutturali, strumento chiave per far fronte alle divergenze economiche e sociali nell’ambito dell’Unione europea, siano vincolati al rispetto della politica e della legislazione comunitarie in campo ambientale, nonché a garantire che la politica ambientale svolga essa stessa un ruolo ai fini di una maggiore coesione dello sviluppo regionale nell’Unione europea. È ormai assodato che gli interventi finanziati dai Fondi strutturali spesso interagiscono con le condizioni ambientali presenti nei vari Stati membri. Gli interventi possono essere di carattere primario - ad es., progetti intesi a migliorare il trattamento delle acque reflue, a promuovere imprese attive in campo ambientale, o a reintegrare le condizioni ambientali di siti industriali dismessi - oppure di carattere secondario - ad es., infrastruttura dei trasporti e sviluppo di nuova capacità di generazione di energia elettrica. Quasi tutti i tipi di intervento sono in grado di influire in modo positivo o negativo sull’ambiente e sulle risorse naturali. Per garantire che l’impatto ambientale negativo (1) dei Fondi strutturali risulti minimo, nel 1993 sono stati introdotti requisiti regolamentari specifici relativi alla valutazione preliminare dell’impatto

(1) Cfr. glossario.

ambientale dei piani regionali (cfr. Quadro 1.1).

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Tali requisiti erano intesi a garantire, per quanto possibile, che l’impatto previsto dei piani e/o dei programmi regionali, nel loro complesso, fosse oggetto di una valutazione preliminare ad ogni decisione della Commissione relativa al cofinanziamento di tali piani, programmi o altra modalità di intervento a titolo dei Fondi strutturali.

Quadro 1.1 Requisiti in vigore ai fini della valutazione ambientale dei piani regionali

Il regolamento (CEE) n. 2081/93 del Consiglio prevede, all’articolo 8, quarto paragrafo, all’articolo 9, ottavo paragrafo, terzo capoverso, e all’articolo 11 bis, quinto paragrafo, che i piani regionali di conversione economica e sociale presentati dagli Stati membri per le regioni ammissibili nel quadro dell’Obiettivo 1, 2 e 5b includano una valutazione di impatto ambientale. Specificamente, il piano deve includere:

• una valutazione della situazione ambientale nella regione in questione;

• una valutazione dell’impatto delle strategie ed operazioni contenute nel piano in termini di sviluppo sostenibile, conformemente alla legislazione comunitaria in vigore;

• le disposizioni adottate per associare le autorità competenti in materia ambientale designate dallo Stato membro alla preparazione e all’attuazione delle azioni previste dal piano, nonché per garantire il rispetto delle norme comunitarie in materia ambientale.

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Conformemente a tali requisiti, per la prima volta gli Stati membri e le autorità regionali dovevano effettuare una rassegna della situazione ambientale di una data regione, una valutazione del probabile impatto ambientale delle strategie e delle priorità di sviluppo in questione come pure delle disposizioni adottate ai fini di designare autorità competenti in campo ambientale, incaricate del monitoraggio dei progressi dei vari documenti di programmazione. Nel 1995 la Commissione ha adottato una comunicazione (1) intitolata “La politica di coesione e l’ambiente”, in cui si riconosceva il carattere reciprocamente vantaggioso e spesso complementare della politica di coesione e della politica in campo ambientale. La Commissione tentava comunque di esplicitare una serie di opzioni e raccomandazioni intese a garantire un’ancor più efficace sinergia tra tali due politiche. Un’importanza primaria è stata attribuita alle misure intese a migliorare la valutazione e il monitoraggio (2) (compresi miglioramenti alla valutazione ex ante) dell’impatto ambientale degli interventi dei Fondi strutturali e delineare un ruolo preciso per le autorità designate quali autorità competenti in materia ambientale. Nel contesto di Agenda 2000, la Commissione ha proposto una serie di modifiche ai regolamenti sui Fondi strutturali (COM(98) 131 def. del 18.3.1998). Per quanto riguarda gli attuali requisiti in materia di valutazione ambientale preventiva dei Piani di Sviluppo Regionale (PSR), è probabile non venga introdotta nessuna modifica. La necessità di sottoporre i piani ad una valutazione preventiva degli impatti ambientali viene infatti considerata un elemento fondamentale per garantire che,

(1) COM(95) 509 def. del 22.11.1995. (2) Cfr. glossario.

fin dagli inizi, qualsiasi procedura relativa ai Fondi strutturali tenga pienamente conto della dimensione ambientale. In linea con l’intento espresso dalla Commissione di migliorare il contenuto generale dei piani e dei programmi, nel testo che segue si forniscono informazioni e suggerimenti atti a consentire agli Stati membri e alle autorità regionali competenti di migliorare le rispettive procedure ed approcci in materia di valutazione ambientale ex ante. 1.2 FINALITÀ E OBIETTIVI DEL MANUALE

Il presente manuale è stato redatto dalla Environmental Resources Management per conto della DG XI della Commissione europea (“Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile”), con la cooperazione e l’assistenza della DG XVI (“Politica regionale e coesione”) e della DG VI (“Agricoltura”). Il manuale intende illustrare come sia possibile includere in modo più sistematico le problematiche ambientali nella fase di definizione ed elaborazione di piani regionali e documenti programmatici nel contesto delle procedure dei Fondi strutturali dell’Unione europea. Il manuale è inteso ad offrire suggerimenti di ordine generale che possono essere adattati alla situazione specifica di ciascuno Stato membro. Il manuale non costituisce un requisito giuridicamente vincolante. Il manuale può essere utilizzato anche per altri tipi di strumenti di sviluppo regionale dell’Unione europea, quali ad esempio le iniziative comunitarie.

Le metodologie e le tecniche illustrate nel manuale possono essere applicate anche alla valutazione ambientale strategica di molti altri tipi di piani e programmi,

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comprese le strategie e i piani di sviluppo territoriale nazionali, regionali e locali.

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1.3 A CHI È DESTINATO IL MANUALE

Il presente manuale è destinato principalmente alle autorità cui, all’interno degli Stati membri o delle regioni, spetta elaborare e gestire i programmi dell’Unione europea relativi ai Fondi strutturali (qui di seguito denominate “autorità dello sviluppo” - AS) e/o che sono investite di responsabilità sulle questioni ambientali (qui di seguito denominate “autorità competenti in materia ambientale” - AA). (1) Esso intende fornire a tali autorità una visione approfondita della dimensione ambientale delle procedure dei Fondi strutturali, e definisce gli elementi necessari a soddisfare i requisiti dell’Unione europea in materia di valutazione ambientale strategica (VAS) dei Piani di Sviluppo Regionale, dei Quadri Comunitari di Sostegno (QCS) o dei Documenti Unici di Programmazione (DocUP), e dei Programmi Operativi (PO). (2) 1.4 CONTENUTO DEL MANUALE

Il resto del manuale è diviso in due parti principali. La Parte 2 analizza i recenti sviluppi della politica di coesione dell’Unione europea e descrive il processo dei Fondi strutturali che implica la definizione di piani e programmi di sviluppo. Essa passa in rassegna le politiche e la legislazione che sovrintendono a una maggiore integrazione tra Fondi strutturali e ambiente; illustra quindi la necessità di effettuare una valutazione ambientale strategica dei piani e programmi di sviluppo e descrive la metodologia di valutazione applicata nel presente manuale.

(1) Cfr. glossario. (2) Cfr. glossario.

La Parte 3 consiste nel manuale vero e proprio, che descrive in che modo, nella pratica, possa essere effettuata una valutazione ambientale dei piani e programmi relativi ai Fondi strutturali. La sezione 3.1. contiene una descrizione dettagliata della struttura del manuale.

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PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE

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PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE

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PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE

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2.1 BREVE RASSEGNA DEL CONTESTO

DELLA POLITICA DI COESIONE

DELL’UNIONE EUROPEA

La politica comunitaria regionale - ora denominata “politica di coesione” - svolge un ruolo di primo piano nel riequilibrare lo sviluppo economico e sociale dell’Unione europea. Dal 1988, anno in cui venne attuata la prima riforma degli strumenti comunitari di aiuto regionale, le modalità di diffusione di tali politiche sono sensibilmente mutate. Attualmente, la distribuzione dei Fondi comunitari alle varie regioni dell’Unione europea si basa sui cinque principi della politica di coesione - concentrazione (focalizzare gli aiuti regionali su Obiettivi di sviluppo specifici), partenariato, (1) coerenza, più efficace gestione dei Fondi, semplificazione. L’impatto economico e sociale dei Fondi è stato notevole, specialmente per le regioni più povere dell’Unione europea. I Fondi strutturali sono il principale strumento finanziario comunitario per la distribuzione di aiuti regionali nell’ambito dell’Unione europea. Attualmente vi sono quattro Fondi distinti: • il Fondo europeo di sviluppo regionale

(FESR);

• il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) (sezione orientamento);

• il Fondo sociale europeo (FSE);

• lo strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP).

Le risorse di questi Fondi sono attribuite alle regioni ammissibili sulla base di Obiettivi di sviluppo predeterminati, sotto forma di programmi di assistenza

(1) Cfr. glossario.

finanziaria collegati a priorità di sviluppo specifiche di tali regioni. L’assistenza finanziaria è di solito costituita da un pacchetto pluriennale. (2) Ciascun Obiettivo presenta caratteristiche specifiche, elencate qui di seguito: • Obiettivo 1 - promozione dello

sviluppo e dell’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo.

• Obiettivo 2 - riconversione delle

regioni o delle parti di regioni gravemente colpite dal declino industriale.

• Obiettivo 3 - lotta alla disoccupazione

di lunga durata e agevolazione dell’inserimento dei giovani nell’ambiente di lavoro, promozione di pari opportunità.

• Obiettivo 4 - agevolazione

dell’adattamento dei lavoratori ai mutamenti industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione.

• Obiettivo 5a - accelerazione

dell’adeguamento strutturale nel quadro della riforma della PAC e promozione della modernizzazione e dell’adeguamento strutturale del settore della pesca.

• Obiettivo 5b - agevolazione dello

sviluppo e dell’adeguamento strutturale delle zone rurali.

• Obiettivo 6 - sviluppo e adeguamento

strutturale delle regioni scarsamente popolate.

(2) Cfr. glossario.

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Nei termini dei sopracitati Obiettivi in vigore, il presente manuale si concentra unicamente sui principali Obiettivi geografici, in quanto questi ultimi sono il principale oggetto dei requisiti relativi alla valutazione ambientale strategica ex ante. Si tratta degli Obiettivi 1, 2, 5b e 6. Le azioni maggiormente suscettibili di cofinanziamrnto nel quadro degli Obiettivi regionali in questione sono indicate nella Tabella 2.1. Con la pubblicazione, nel 1997, di Agenda 2000 - documento della Commissione europea che espone le prospettive politiche e finanziarie in vista del futuro ampliamento dell’Unione europea - è stata avanzata una serie di proposte intese a migliorare la flessibilità e la gestione dei Fondi regionali. Particolare interesse riveste inoltre l’intento della Commissione di concentrarsi maggiormente sulle regioni che ricevono assistenza nel quadro dei Fondi strutturali e di raggiungerle in modo più mirato, riducendo a tre il numero degli Obiettivi. Con ogni probabilità, gli Stati membri godranno anche di una maggiore flessibilità per quanto riguarda l’attuazione dei programmi, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio e la gestione amministrativa. Inoltre, l’integrazione della dimensione ambientale nella procedura dei Fondi strutturali sarà molto probabilmente potenziata ai fini di promuovere uno sviluppo sostenibile. 2.2 LA PROCEDURA DEI FONDI

STRUTTURALI

2.2.1 Tappe della procedura

La procedura dei Fondi strutturali, qual è illustrata nella Figura 2.1, è caratterizzata da varie fasi:

• Elaborazione, da parte dello Stato membro e/o autorità regionale, di un Piano di Sviluppo Regionale per una regione o per un’area ammissibile, conformemente ai requisiti regolamentari dello specifico Obiettivo di sviluppo.

• Presentazione da parte dello Stato

membro di un Piano di Sviluppo Regionale per una o più regioni specifiche; valutazione preliminare del PSR da parte dei servizi della Commissione conformemente ai requisiti in vigore per gli Obiettivi specificati nei regolamenti relativi ai Fondi strutturali.

• Negoziati tra lo Stato membro e/o le

autorità regionali e la Commissione in merito alla strategia di sviluppo e alle priorità di finanziamento.

• Elaborazione di un documento di

programmazione concordato(1) che definisce la dotazione di bilancio, le finalità, gli obiettivi, le priorità, le misure ammissibili, le procedure di monitoraggio e di valutazione nonché i requisiti generali di attuazione.

• Attuazione del programma - selezione

e approvazione dei progetti, monitoraggio e valutazione in itinere in rapporto agli indicatori in precedenza concordati(2).

• Valutazione ex-post dei risultati

conseguiti dal programma, misurati in

(1) Esso assume la veste di Documento Unico di Programmazione (DocUP) o di Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) corredato di Programmi Operativi (PO). Sia i DocUP che i QCS uniti agli OP svolgono la medesima funzione, ma sono strutturati in modo diverso. Il DocUP contiene la strategia di sviluppo e i dettagli delle azioni da finanziare; il QCS contiene la strategia di sviluppo ma le azioni da finanziare sono dettagliate in PO distinti. (2) Cfr. glossario.

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rapporto agli indicatori economici e fisici in precedenza concordati.

La responsabilità per l’attuazione del programma spetta agli Stati membri e/o alle autorità regionali; tale attuazione è conseguita tramite la creazione di un comitato di sorveglianza composto di rappresentanti dello Stato membro, della Commissione, dei partner economici e sociali e di altri partner, se del caso. Il comitato di sorveglianza si occupa del coordinamento generale dei progressi finanziari e fisici del programma. Definisce inoltre le regole di base relative alla selezione, al finanziamento e al monitoraggio dei progetti rispetto agli indicatori finanziari e fisici concordati. Per i programmi di durata pari o superiore a sei anni, i regolamenti in vigore prevedono l’effettuazione di una “revisione a medio termine” che è intesa a convalidare le finalità dichiarate dal programma, a valutare l’efficacia della gestione del programma stesso, ad evidenziare il funzionamento e i risultati conseguiti, a controllare le spese rispetto agli obiettivi dichiarati (1) e a suggerire modalità per correggere eventuali punti deboli del programma. Infine, al termine del programma oppure uno o due anni dopo il suo completamento, si deve condurre una valutazione ex-post intesa ad esaminare il funzionamento e l’efficacia del programma a fronte degli obiettivi e delle finalità che esso si era proposto. Questa procedura è utilizzata inoltre per individuare le lezioni che è possibile trarre dal programma, al fine di aumentare l’efficacia dei programmi futuri. Potenzialmente, ciascuna delle varie fasi della procedura dei Fondi strutturali contiene una dimensione o aspetto

(1) Cfr. glossario.

ambientale, ma il presente manuale riguarda principalmente la fase ex ante, vale a dire l’elaborazione dei piani e programmi regionali e le modalità di effettuare una valutazione ambientale strategica di un piano o programma proposto e delle strategie, priorità e misure da esso previste.

Tabella 2.1 Tipologia dei progetti di sviluppo, dei regimi di aiuto e di altri interventi nel quadro degli Obiettivi 1, 2, 5b e 6

Obiettivo 1 Infrastrutture di base - progetti relativi ai trasporti (strade, ferrovie, porti, ecc.), infrastrutture ambientali, investimenti produttivi tra cui realizzazione di R&S, produzione e offerta di energia, misure relative all’efficienza energetica, risorse umane tra cui formazione tecnica e formazione avanzata, lotta alla disoccupazione di lunga durata, piani per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sostegno alle comunità che praticano la pesca e investimenti nel settore della pesca. Obiettivo 2 Supporto più limitato alle infrastrutture di base, soprattutto quelle di trasporto pubblico e disinquinamento e risanamento di aree contaminate, rinnovamento di aree urbane degradate, supporti agli investimenti produttivi finalizzati soprattutto alle PMI, miglioramento dei settori industriali basati sulle conoscenze, riciclaggio di rifiuti industriali, efficienza energetica, miglioramento delle prestazioni ambientali, riduzione della produzione di rifiuti, azioni di formazione a sostegno delle PMI e misure di sviluppo economico a favore delle comunità.

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Obiettivo 5b Attività di diversificazione nel settore agricolo, quali agriturismo, allevamenti e colture “fuori quota”, silvicoltura e attività legate ai prodotti forestali, costruzione di infrastrutture rurali (strade, reti idriche e impianti di trattamento delle acque reflue), avvio e sostegno alle PMI (basate nei piccoli centri), investimenti in risorse umane (formazione intesa a sostenere nuove attività), turismo (complementare all’agriturismo) incentrato sull'incremento quantitativo e qualitativo della capacità di accoglienza, prodotti per il turismo e protezione del patrimonio naturale e culturale.

Obiettivo 6 L’Obiettivo 6 è finalizzato allo sviluppo delle zone scarsamente popolate della Svezia e della Finlandia. In genere, i tipi di azioni suscettibili di essere cofinanziati dai Fondi strutturali in queste regioni sono analoghi a quelli previsti per le regioni a Obiettivo 1 e 5b, benché si ponga un accento molto forte anche sulla dimensione culturale ed etnica. Le attività connesse alla silvicoltura, lo sviluppo del turismo e il supporto e la formazione per le PMI sono le attività predominanti negli attuali programmi che rientrano nell’Obiettivo 6.

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Figura 2.1 Sintesi della procedura dei Fondi strutturali

lo Stato membroelabora il PSR

la Commissionevaluta il PSR

Negoziati sul PSR(altre informazioni,

modifiche ecc.)

Versione definitiva del documento del programma (compreso( il sistema di monitoraggio)

Distribuzione dei fondi eattuazione dei progetti

monitoraggio evalutazione intermedia

Valutazione ex postdel programma

Monitoraggio e valutazione

Attuazione

Valutazione ex ante

Invito a presentare progetti epubblicità per il programma

Valutazione e selezionedei progetti

Creazione del comitatodi sorveglianza

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2.2.2 Il manuale nel contesto

Nel presente paragrafo si esamina il contesto in cui le problematiche ambientali dovrebbero essere prese in maggiore considerazione nell’ambito della procedura dei Fondi strutturali. In particolare, vengono discussi i seguenti aspetti: • ambiente e sviluppo regionale; • politica dell’Unione europea

sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile; • atti legislativi fondamentali dell’Unione

europea e relative conseguenze sulle regioni assistite;

• pianificazione territoriale e ambiente. Ambiente e sviluppo regionale In passato, si è assistito ad un inasprimento delle relazioni negative e delle tensioni esistenti tra ambiente e sviluppo regionale. Ora invece si è sempre più consapevoli della loro natura complementare. L’ambiente (in tutti i suoi aspetti) è di per sé riconosciuto come uno dei principali fattori che determinano lo sviluppo regionale. Le risorse naturali (acqua, aria, suolo, ecc.) sono gli elementi di supporto di base per gli esseri umani e per gli ecosistemi. La qualità dell’ambiente determina il grado di attrazione esercitato da una regione e, in quanto tale, è un fattore di localizzazione degli investimenti. L’ambiente e le sue componenti non hanno però durata illimitata e non possono essere sfruttati indefinitamente senza esaurirsi o degradarsi. Gli sviluppi della politica ambientale nell’Unione europea tendono a passare da un approccio del tipo “comando e controllo” ad un approccio proattivo più ampio, basato sul concetto di sviluppo sostenibile. I principi del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile

dovrebbero essere "internalizzati" nelle altre politiche, in particolare quelle relative ai principali settori economici (trasporti, agricoltura, turismo, industria e energia). Ciò richiede un cambiamento di approccio ai problemi ambientali: non si tratta più di affrontare i sintomi, ma innanzitutto di influire sulla predisposizione e sull’attuazione delle politiche che sono all’origine dei problemi. Strettamente analogo è il punto di vista della Commissione europea. Nel 1995 la Commissione ha pubblicato una comunicazione intitolata “La politica di coesione e l’ambiente” (1) . Nella seconda parte della comunicazione si precisa che:

“In passato gli obiettivi di tutela dell'ambiente e quelli di sviluppo economico sono stati sovente considerati in contrasto tra loro. Ora però si sta sempre più affermando il concetto che la protezione dell'ambiente e lo sviluppo regionale hanno un carattere complementare.”.

E più oltre: “D'altro canto, per effetto dei

trasferimenti finanziari della politica di coesione, le amministrazioni e le imprese delle regioni meno avvantaggiate vengono a trovarsi in una situazione migliore per far fronte ai problemi ambientali (rafforzando la loro capacità di investimento), e ciò offre opportunità di migliorare la qualità e gli standards ambientali.”.

Queste affermazioni testimoniano con chiarezza che l’ambiente è considerato dalla Commissione come un elemento importante nell’ambito della politica di coesione e di sviluppo regionale. Tuttavia,

(1) COM(95) 509 def. del 22.11.1995.

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la maggioranza dei programmi è suscettibile di recare danno all’ambiente, in modo diretto - tramite il finanziamento di progetti o regimi di aiuti (ad es., nuove infrastrutture di trasporto o siti di sviluppo industriale) o in modo indiretto, a causa di problemi ambientali che possono essere indotti da programmi che hanno avuto esito positivo (ad es., congestione del traffico, utilizzo delle risorse, trattamento dei rifiuti). D’altra parte, la maggior parte dei programmi sono suscettibili di migliorare l’ambiente, con modalità che vanno dagli investimenti nelle infrastrutture ambientali di base, fino alla formazione per i lavoratori dei settori industriali che generano impatti ambientali. Si tratta, fondamentalmente, di ridurre al minimo le tendenze negative e di ottimizzare le sinergie positive esistenti tra le priorità di sviluppo e l’ambiente in cui esse vengono poste in atto. La politica dell’Unione europea in materia ambientale - il Quinto programma d’azione - verso uno sviluppo durevole e sostenibile Il trattato di Amsterdam ha rafforzato il principio dell’integrazione della dimensione ambientale nelle altre politiche dell’Unione europea, basandosi sulle modifiche introdotte nel 1993 dal trattato sull’Unione europea. Il principio dello sviluppo sostenibile è affermato con maggiore chiarezza quale obiettivo di tutte le politiche dell’Unione europea, compresa la politica regionale e di coesione, e il principio dell’integrazione è ora considerato il fondamento sui cui debbono essere definite e attuate le politiche dell’Unione europea ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile. Successivamente all’adozione da parte della Comunità europea, nel 1973, del primo programma quinquennale d’azione

per l’ambiente, la Comunità ha elaborato un’ampia gamma di strumenti legislativi e di politiche in materia ambientale. Negli ultimi tempi la politica comunitaria in materia ambientale, parallelamente ad altri settori di elaborazione di politiche, ha individuato l’esigenza di riconciliare sviluppo economico e ambiente. L’attuale politica sull’ambiente è descritta nel documento intitolato Per uno sviluppo durevole e sostenibile - Programma politico e d'azione della Comunità europea a favore dell'ambiente e di uno sviluppo sostenibile (1): più comunemente denominato Quinto programma d’azione per l’ambiente (5PAA). Esso è stato adottato dal Consiglio dei ministri “Ambiente” nel 1993. Il 5PAA dura fino al 2000: con esso l’Unione europea si impegna a promuovere lo sviluppo sostenibile tramite le proprie politiche ed azioni. Il documento definisce una serie di obiettivi chiave e una strategia per conseguirli.

Ai fini del Quinto programma d’azione per l’ambiente, viene riportata la seguente definizione di “sostenibilità”: “Il termine «sostenibile» utilizzato nel presente documento si riferisce ad una politica e ad una strategia per perseguire lo sviluppo economico e sociale che non rechi danno all'ambiente e alle risorse naturali dalle quali dipendono il proseguimento dell'attività umana e lo sviluppo futuro.”

Gli obiettivi del Quinto programma d’azione per l’ambiente comprendono, tra l’altro: • gestione sostenibile delle risorse naturali:

suolo, acque e zone costiere; • controllo integrato dell’inquinamento e

prevenzione dei rifiuti;

(1) Risoluzione 93/C 138/01. Pubblicata nella GUCE del 17.5.1993.

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PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE

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• riduzione del consumo delle fonti energetiche non rinnovabili;

• gestione più efficace della mobilità, tra cui

decisioni di localizzazione e modalità di trasporto più efficaci e più razionali dal punto di vista ambientale;

• pacchetti di misure coerenti in grado di

conseguire miglioramenti della qualità dell’ambiente nelle aree urbane;

• miglioramento della salute e sicurezza

pubblica, con un accento speciale sulla valutazione e gestione dei rischi industriali, sulla sicurezza nucleare e sulla protezione dalle radiazioni.

La finalità principale del programma è procedere verso uno sviluppo sostenibile tramite l’impiego sostenibile delle risorse naturali. Il 5PAA intende conseguirla concentrandosi sui fattori responsabili del cambiamento, piuttosto che continuare ad affrontare i sintomi. Quale obiettivo, sono stati individuati cinque settori chiave dell’economia - industria, energia, trasporti, agricoltura e turismo - che debbono essere resi maggiormente responsabili degli impatti ambientali da essi prodotti, garantendo che essi integrino i principi del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile nella definizione e attuazione delle rispettive politiche e strumenti. Oltre a concentrarsi su questi settori dell’economia, il programma d’azione affronta sette temi ambientali in cui debbono essere intrapresi maggiori sforzi per garantire una gestione il più possibile efficace, in quanto essi possono essere considerati, in certa misura, come altrettanti “barometri” della salute umana e dell’integrità dell’ambiente. I temi sono i seguenti: • i cambiamenti climatici;

• l’acidificazione e l’inquinamento dell’atmosfera;

• l’esaurimento delle risorse naturali e la

biodiversità (1); • l’esaurimento e l’inquinamento delle

risorse idriche; • il deterioramento delle zone costiere; • i rifiuti. (N.B.: Dopo la revisione del Quinto programma d’azione, nel 1995, ai temi sopra elencati sono stati aggiunti le emissioni acustiche e l’ambiente urbano). I temi riguardano i principali problemi reputati significativi su scala comunitaria, sia a motivo di considerazioni di ordine transfrontaliero, relative al mercato interno, alla condivisione delle risorse o alla coesione, sia in quanto influiscono sull’ambiente in tutte le regioni dell’Unione europea. Per quanto riguarda la politica di coesione e i Fondi strutturali, gli Stati membri debbono garantire che, nell’elaborazione e nell’attuazione dei piani e programmi di sviluppo regionale, essi tengano presenti le finalità e gli obiettivi della politica dell’Unione europea in materia ambientale. Principali atti legislativi dell’Unione europea in materia ambientale e relative conseguenze per le regioni assistite Tutta la legislazione comunitaria in materia ambientale si basa sui trattati che reggono l’Unione europea. La politica ambientale e le sue relazioni con la politica di coesione sono chiaramente definite all’articolo 174 del trattato di Amsterdam

(1) Cfr. glossario.

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(che sostituisce l’articolo 130 R del trattato di Maastricht sull’Unione europea). In sostanza, la politica comunitaria in materia ambientale è finalizzata ad un elevato livello di protezione, tenendo conto della diversità dei contesti nelle varie regioni della Comunità. Ciò non implica che possano essere tollerate “esenzioni” dalla legislazione comunitaria, ma piuttosto che le norme comunitarie in materia ambientale (direttive e regolamenti in vigore e futuri) debbano tener conto della diversità regionale. Tale approccio è valido sul piano politico, economico e scientifico, data la grande diversità di contesti presenti nel territorio della Comunità. Il primo Rapporto sulla coesione (1996) ha individuato tre fattori che determinano l’impatto delle politiche e della legislazione comunitarie sulle regioni: • la qualità dell’ambiente anteriormente

all’attuazione della legislazione in questione;

• la disponibilità di infrastrutture per la gestione delle risorse idriche, il trattamento dei rifiuti, ecc.;

• l’importanza relativa delle attività economiche su cui influisce la legislazione in campo ambientale.

Dal punto di vista operativo, una serie di direttive comunitarie di base sull’ambiente sono particolarmente importanti per quanto concerne i Fondi strutturali e le misure da essi appoggiate. Si tratta, tra l’altro, di direttive che dispongono in merito all’uso del suolo, alla valutazione dell’impatto ambientale dei progetti prima dell’autorizzazione e dell’attuazione, oppure al controllo del funzionamento di determinate attività. Direttive che contengono disposizioni relative all’uso del suolo e al controllo dello sviluppo.

• direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (valutazione di impatto ambientale, VIA); (1)

• direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (direttiva “uccelli selvatici”) ;

• direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (direttiva “habitat”);

• direttiva 96/61/CEE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento;

• direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (direttiva “nitrati”).

Queste direttive esercitano attualmente, o eserciteranno in futuro, un’influenza considerevole sul controllo degli sviluppi in tutto il territorio comunitario. Tutte queste direttive sono attualmente in vigore. La direttiva 85/337/CEE è stata recentemente modificata dal Consiglio dei ministri (direttiva 97/11/CE). Le modifiche entreranno in vigore nel marzo 1999. Tale direttiva dispone che si effettui una valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di determinati progetti pubblici e privati prima di ricevere la relativa autorizzazione. Le disposizioni della direttiva sono obbligatorie per determinati tipi di progetti e discrezionali (previa valutazione caso per caso, o applicazione di soglie o criteri) per altri

(1) Cfr. glossario.

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tipi. Molti tipi di azione cofinanziati dai Fondi strutturali rientrano nel campo di applicazione di questa direttiva. La direttiva “uccelli selvatici” e la direttiva “habitat” (79/409/CEE e 92/43/CEE) dispongono entrambi la designazione e protezione di aree importanti per gli uccelli e altri tipi di fauna e di flora. In tutta la Comunità l’attuazione di queste due direttive è in corso in modo crescente, ma la classificazione e la designazione completa di tutte le aree di importanza sono ancora lungi dall’essere complete. Pertanto, è opportuno procedere con particolare attenzione qualora si intraprendono azioni nel quadro dei Fondi strutturali suscettibili di esercitare un impatto negativo su siti designati o proposti. La direttiva 96/61/CE è stata adottata solo di recente. Essa è intesa a garantire che tutte le emissioni nell’ambiente siano considerate in modo integrato e che ogni impatto ambientale a vari livelli derivante da specifici settori manifatturieri sia preso in considerazione prima dell’avvio del funzionamento di un impianto industriale. La direttiva “nitrati” (91/676/CEE) dispone la designazione e protezione di zone vulnerabili dal punto di vista dell’inquinamento superficiale e delle acque sotterranee ad opera di nitrati provenienti da fonti agricole. Il processo di individuazione e designazione delle zone vulnerabili è tuttora in corso. Direttive concernenti la regolamentazione o la gestione di determinate attività: • direttiva 91/156/CEE del Consiglio sui

rifiuti; • direttiva 91/689/CEE sui rifiuti

pericolosi; • direttiva 91/271/CEE sul trattamento

delle acque reflue urbane.

Queste tre direttive sono particolarmente importanti dal punto di vista dei Fondi strutturali, in quanto attualmente una parte rilevante della spesa cofinanziata da parte delle Regioni (in particolare le regioni a più grave ritardo di sviluppo) è destinata a rimediare alle carenze nelle infrastrutture ambientali di base (trattamento delle acque reflue, riciclaggio, recupero, trattamento ed eliminazione dei rifiuti). È perciò importante garantire che tutti gli investimenti destinati ad essere effettuati in questi settori siano coerenti con i piani ad essi relativi (rifiuti, rifiuti pericolosi, ecc.) elaborati a livello nazionale o regionale per l’attuazione delle direttive sopracitate. Tutte le direttive in questione rendono obbligatoria l’elaborazione di un piano che, se già avviata, agevola notevolmente la valutazione dei costi e benefici di tipo ambientale ed economico. La Tabella 2.2 elenca alcuni degli atti legislativi fondamentali della Comunità in materia ambientale e le relazioni che essi intrattengono con una gamma-tipo di interventi a titolo dei Fondi strutturali. L’elenco non è inteso come rassegna completa di tutta la legislazione in questione, ma solo come esempio dei collegamenti tra legislazione in campo ambientale e settori di sviluppo. In effetti, a seconda del carattere e della localizzazione dello sviluppo proposto, potrebbero essere di applicazione e quindi risultare rilevanti una o più direttive.

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Il regolamento relativo al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS)

La Tabella 2.2 si riferisce anche al regolamento relativo al sistema comunitario di ecogestione e audit (93/1836/CEE). Si tratta di un regime di certificazione volontaria che è entrato in vigore nell’aprile 1995. Esso è inteso a promuovere progressivi miglioramenti dell’efficienza ambientale delle attività industriali: • definendo e attuando politiche di tipo

ambientale;

• valutando in modo sistematico, obiettivo e periodico l’efficienza ambientale di un’impresa;

• fornendo informazioni al pubblico sull’efficienza ambientale.

In tale contesto, il regolamento è pertinente in termini di opportunità, piuttosto che di obblighi. I Fondi strutturali possono fornire alle PMI delle regioni meno favorite incentivi (sotto forma di aiuti finanziari) e stimoli per avviare al proprio interno una certificazione volontaria.

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Tabella 2.2 Alcuni esempi di atti legislativi chiave in campo ambientale e loro relazione con la gamma-tipo di interventi a titolo dei Fondi strutturali

azioni a titolo dei Fondi strutturali esempio di direttive chiave in campo ambientale che risultano pertinenti

tipo di investimenti: infrastrutture di base:

Autostrade, superstrade, TAV VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) uccelli selvatici (79/409/CEE) habitat (92/43/CEE)

Altri trasporti pubblici VIA (85/337/CEE e 97/11/CE)

Rifornimento idrico – deposito, distribuzione e trattamento

VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) habitat (92/43/CEE) acque potabili (80/778/CEE) nitrati (91/676/CEE)

Raccolta e trattamento delle acque reflue VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) uccelli selvatici (79/409/CEE) habitat (92/43/CEE) acque reflue urbane (91/271/CEE)

Gestione dei rifiuti urbani e gestione dei rifiuti pericolosi

VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) rifiuti e rifiuti pericolosi (91/156/CEE e 91/689/CEE)

tipo di investimenti: investimenti produttivi

Predisposizione di siti industriali e trattamento di aree contaminate

prev. e riduz. int. inquin. (96/61/CE) VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) sostanze pericolose (67/548/CEE) rifiuti (91/156/CEE) rifiuti pericolosi (91/689/CEE)

Efficienza energetica e minimizzazione dei rifiuti prodotti, controllo dell’inquinamento

regolamento EMAS 93/1836/CEE (certificazione volontaria)

Sviluppo del turismo (alloggi), sviluppo di strutture per il turismo

VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) habitat (92/43/CEE)

tipo di investimenti: infrastrutture per lo sviluppo rurale

Controllo dell’inquinamento provocato dalle aziende agricole

nitrati (91/676/CEE) sostanze pericolose (67/548/CEE)

Agriturismo, sviluppo di PMI, piani di diversificazione delle aziende agricole

VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) habitat (92/43/CEE) prev. e riduz. int. inquin. (96/61/CE)

Aquacoltura, sviluppo, imboschimento, biomassa VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) habitat (92/43/CEE) uccelli selvatici (79/409/CEE)

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Pianificazione territoriale L'utilizzazione del suolo determina in misura significativa le pressioni esercitate sull’ambiente. A loro volta queste ultime, combinate con il grado di vulnerabilità dell’ambiente, determinano la qualità dell’ambiente. Le pressioni e la vulnerabilità variano in modo considerevole da un luogo all’altro, come pure la qualità dell’ambiente e delle sue risorse naturali. Il territorio comunitario (i quindici Stati membri dell’Unione europea) è caratterizzato da una straordinaria variabilità dell’ambiente in termini di dotazione di risorse naturali, grado di sfruttamento e qualità dell’ambiente. Pertanto, la pianificazione territoriale è essenziale, quale strumento per far corrispondere le politiche di sviluppo e l’uso del suolo che ne deriva con la capacità di assorbimento di una data area o regione. La crescente interdipendenza delle varie parti dell’Unione europea e la considerevole influenza esercitata dalle politiche comunitarie non può essere più a lungo ignorata dall’Unione europea e dalle autorità di pianificazione degli Stati membri. Pertanto, i ministeri responsabili delle politiche regionali e della pianificazione territoriale degli Stati membri, unitamente alla Commissione europea, si sono impegnati ad elaborare una prospettiva europea di sviluppo territoriale (PEST). Nel giugno 1997, a Noordwijk nei Paesi Bassi, hanno adottato un primo progetto ufficiale di PEST. I principi fondamentali sono i seguenti: • la pianificazione e lo sviluppo territoriale

possono contribuire in modo decisivo al conseguimento della finalità della coesione economica e sociale;

• la PEST può contribuire all’attuazione delle politiche comunitarie che esercitano un impatto sul territorio, ma senza

limitare le istituzioni responsabili nell’esercizio delle rispettive funzioni;

• la PEST deve rispettare il principio di sussidiarietà;

• ciascuno Stato membro la elaborerà ulteriormente nella misura desiderata;

• l’obiettivo centrale sarà quello di conseguire uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio comunitario.

I principali obiettivi politici sono i seguenti: • un sistema di città più equilibrato e

policentrico, e una nuova relazione urbano-rurale;

• parità d’accesso alle infrastrutture e alle conoscenze;

• gestione prudente e sviluppo del patrimonio naturale e culturale.

La pianificazione territoriale dev’essere considerata come un approccio integrato e, nel senso più ampio, dev’essere sostenuta come quadro di riferimento per il coordinamento dello sviluppo economico e sociale della Comunità. In particolare, dev’essere intesa come strumento per garantire che l’impatto territoriale di determinate politiche comunitarie all’interno degli Stati membri venga tenuto nel debito conto all’atto dell’elaborazione ed attuazione delle stesse negli Stati in questione. Il presente manuale ha come obiettivo la procedura di pianificazione dei Fondi strutturali, che costituiscono il meccanismo chiave per l’attuazione della politica regionale e di coesione dell’Unione europea. I piani avanzati a titolo dei Fondi strutturali debbono completare i piani di sviluppo e i piani territoriali locali e regionali, e condividere con essi una serie di elementi comuni. Uno di tali elementi è il rispetto per l’ambiente. In particolare, anche nel caso in cui non sia esplicitamente fatto obbligo di conformarsi ai regolamenti relativi ai

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Fondi strutturali o al più ampio corpus della legislazione dell’Unione europea in campo ambientale, o nel caso in cui non siano esplicitate connessioni positive tra ambiente e sviluppo, sarà di primaria importanza tenere in considerazione l’ambiente, che costituisce parte integrante di qualsiasi procedura di pianificazione spaziale o territoriale. La pianificazione territoriale può essere impiegata ai fini di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile. A tal fine è necessario analizzare i fattori elencati qui di seguito. • I limiti imposti dalle caratteristiche

fisiche e ambientali dell’area in questione. Ad esempio, la presenza in una data area di problemi relativi alla qualità dell’aria nei centri urbani o di ecosistemi sensibili fanno sconsigliare la costruzione di nuovi impianti industriali in quell’area.

• I vincoli imposti dal contesto delle

politiche e dal contesto istituzionale relativo all’ambiente. Ad esempio, i parchi nazionali (e spesso altre aree protette) inevitabilmente limitano le tipologie di sviluppo che possono essere prese in esame in una data area.

• Il potenziale di miglioramento della

qualità ambientale ai fini di rendere più attraenti le aree urbane dal punto di vista economico - gestione corretta del traffico, trattamento dei rifiuti e gestione della qualità dell’aria.

• Le questioni e le problematiche

ambientali che debbono essere affrontate. Ad esempio, la crescita urbana incontrollata, il degrado del territorio e l’esaurimento delle risorse idriche sotterranee sono altrettanti fattori che richiedono l’attenzione dei responsabili della pianificazione territoriale.

• Gli obiettivi più ampi, a livello di

politiche, di cui debbono tener conto i pianificatori. Ad esempio, le modifiche della politica nazionale dei trasporti richiedono una rivalutazione del contesto di pianificazione.

La pianificazione territoriale non deve comunque essere intesa come fine a se stessa. Non si tratta di una politica ma di uno strumento che può contribuire ad integrare politiche settoriali eterogenee e spesso in concorrenza. Offre inoltre opportunità di approcci più “proattivi” allo sviluppo spaziale della Comunità, degli Stati membri e delle regioni, che vadano a sostituire l’approccio spesso reattivo finora adottato. Per un approccio più proattivo allo sviluppo spaziale è necessario influire a priori sulle politiche settoriali (trasporti, energia, agricoltura, ecc.) contribuendo a garantire che il loro impatto territoriale (economico, sociale e ambientale) sia di tipo positivo. La proposta di direttiva del Consiglio (1) concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente è intesa a fornire un quadro per tale dimensione proattiva nel futuro.

(1) COM(96) 511 def. del 4.12.1996.

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2.3 LA METODOLOGIA DI

VALUTAZIONE DEL PRESENTE

MANUALE

2.3.1 Introduzione

I piani regionali e nazionali (settoriali e plurisettoriali) sono in misura crescente assoggettati a procedure di valutazione in campo ambientale (formali e informali), intese ad individuare, a livello strategico, i potenziali impatti ambientali suscettibili di insorgere nel corso dell’attuazione del piano o programma. Questo livello di valutazione ambientale è spesso denominato “valutazione ambientale strategica” (VAS) e può essere definito come segue: ‘un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte - politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi - ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazione di ordine economico e sociale’.(1) L’approccio metodologico proposto nel presente manuale si basa sulle prassi e metodologie esistenti nel campo della valutazione ambientale strategica (VAS). 2.3.2 Fasi della VAS

L’approccio alla VAS adottato nel presente manuale si basa su sei fasi principali che si applicano ai piani e ai programmi (Tabella 2.3).

La procedura della VAS

Attualmente, nell’Unione europea non vige nessuna procedura formale o

(1) Sadler e Verheem (1996), Strategic Environmental Assessment Status, challenges and future directions. Ministero per gli alloggi, la pianificazione territoriale e l’ambiente, Commissione per la VIA, Paesi Bassi.

giuridicamente vincolante per la VAS, malgrado alcuni Stati membri abbiano elaborato metodi ad hoc e perfino, in alcuni casi, una legislazione riguardante l’approccio strategico alla valutazione. Il presente manuale è pertanto inteso a spiegare le componenti principali della VAS nel contesto della procedura di programmazione dei Fondi strutturali, (2) lasciando liberi gli Stati membri e le regioni di integrare, se del caso, ciascuna fase nel rispettivo processo di pianificazione. Ogni fase della VAS proposta è intesa ad agevolare l’integrazione degli obiettivi economici, sociali ed ambientali. I principali responsabili dell’elaborazione di piani e programmi e dei relativi processi di valutazione sono le “autorità dello sviluppo” (AS) e le “autorità competenti in campo ambientale” (AA). Con il termine generico “autorità dello sviluppo” si intendono tutti i ministeri, le agenzie ed altri organismi pubblici (nazionali e regionali) implicati nella pianificazione e attuazione dei programmi dei Fondi strutturali per le tematiche settoriali e transettoriali. Con il termine “autorità competenti in materia ambientale” si intendono le autorità responsabili delle politiche e della legislazione nazionale e regionale in campo ambientale, e dell’attuazione e controllo delle medesime. La cooperazione tra i due tipi di autorità sopracitati è l’elemento chiave di tale processo, decisivo ai fini di un esito positivo. Lo stile e le procedure di tale cooperazione possono essere di tipo flessibile, in quanto debbono adattarsi ad una varietà di sistemi nazionali e regionali. L’intera procedura della VAS deve fungere da supporto per i pianificatori e i

(2) Cfr. glossario.

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responsabili delle decisioni, fornendo loro informazioni ambientali pertinenti sulle implicazioni positive e negative dei piani e dei programmi.

La VAS non è intesa a sostituire il processo decisionale.

Tabella 2.3 Fasi della VAS nella programmazione relativa ai Fondi strutturali

fase della VAS descrizione

1. Valutazione della situazione ambientale - elaborazione di dati di riferimento

Individuare e presentare informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali di una regione, e sulle interazioni positive e negative tra tali contesti e i principali settori di sviluppo destinati ad essere finanziati a titolo dei Fondi strutturali.

2. Obiettivi, finalità e priorità Individuare obiettivi, finalità e priorità in materia di ambiente e sviluppo sostenibile che gli Stati membri e le regioni dovrebbero conseguire grazie a piani e programmi di sviluppo finanziati a titolo dei Fondi strutturali.

3. Bozza di proposta di sviluppo (piano/programma) e individuazione delle alternative

Garantire che gli obiettivi e le priorità ambientali siano integrati a pieno titolo nel progetto di piano o programma che definisce gli obiettivi e le priorità di sviluppo per le regioni assistite, i tipi di iniziative suscettibili di ricevere contributi, le principali alternative ai fini di conseguire gli obiettivi di sviluppo della regione in questione e un piano finanziario.

4. Valutazione ambientale della bozza di proposta

Valutare le implicazioni, dal punto di vista ambientale, delle priorità di sviluppo previste da piani o programmi, e il grado di integrazione delle problematiche ambientali nei rispettivi obiettivi, priorità, finalità e indicatori. Analizzare in quale misura la strategia definita nel documento agevoli od ostacoli lo sviluppo sostenibile della regione in questione. Esaminare la bozza di documento nei termini della sua conformità alle politiche e alla legislazione regionale, nazionale e comunitaria in campo ambientale.

5. Indicatori in campo ambientale Individuare indicatori ambientali e di sviluppo sostenibile intesi a quantificare e semplificare le informazioni in modo da agevolare, sia da parte dei responsabili delle decisioni che da parte del pubblico, la comprensione delle interazioni tra l’ambiente e i problemi chiave del settore. Tali indicatori dovranno essere quantificati per contribuire ad individuare e a spiegare i mutamenti nel tempo.

6. Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione definitiva in merito ai piani e ai programmi

Contribuire allo sviluppo della versione definitiva del piano o programma, tenendo conto dei risultati della valutazione.

Differenze tra la VAS e la VIA

La tabella 2.4(1) illustra in che modo la VAS e la VIA risultano complementari, all’interno di un sistema di valutazione

(1) La tabella si basa su una figura riportata in CCE (1997), Spatial and ecological assessment of the TENs. Proceedings of a Technical Workshop, Bruxelles.

suddiviso in più fasi. Le valutazioni dei piani e dei programmi (VAS) riguarderanno problemi su scala geografica molto ampia e si concentreranno sugli impatti strategici, mentre le valutazioni di impatto ambientale (VIA) tendono a concentrarsi maggiormente su uno specifico progetto in una localizzazione specifica.

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Nella procedura dei Fondi strutturali, la VAS è applicata ai piani e ai programmi (PSR, QCS e i PO/DocUP) , mentre la VIA assume rilevanza in fase di attuazione dei programmi (i PO e i DocUP).

La fase di attuazione dei Fondi strutturali prevede l’invito a presentare progetti, la valutazione e il finanziamento degli stessi. A quel punto, numerosi tipi di progetti richiederanno una VIA (ad esempio, le infrastrutture di trasporto).

Tabella 2.4 Differenza tra la VAS e la VIA

VAS (piani/ programmi)

VIA (progetti)

dati di vario tipo (descrittivi e quantificati) principalmente quantificati

obiettivi/portata degli impatti globali, nazionali e regionali principalmente locali

alternative ad es., uso più efficace dell’infrastruttura esistente, misure fiscali, equilibrio spaziale della localizzazione, ecc.

ad es. localizzazione, varianti tecniche, progettazione, ecc.

metodi di previsione degli impatti semplici (spesso basati su matrici e impiego di giudizi di esperti), caratterizzati da elevato livello di incertezza

complessi (e solitamente basati su dati quantificati)

risultati Generali dettagliati

La VAS di un determinato piano sarà intesa a valutare le implicazioni (positive e negative) più ampie, a livello di ambiente e di sostenibilità, di un gran numero di iniziative che possono essere di vario tipo (ad esempio, da una rete di trasporti ad un programma di ricerca per università). Essa è intesa ad anticipare le proposte di sviluppo e non a reagirvi (come nel caso della VIA). Ciò consente una tutela più completa dell’ambiente di cui si cerca di promuovere lo sviluppo sostenibile, nonché la prevenzione degli impatti ambientali negativi. La VIA di un progetto (ad esempio, un complesso turistico) sarà intesa ad individuare gli impatti specifici “sul campo”, per quanto possibile in termini quantitativi. Essa è intesa quale strumento che aiuti i responsabili delle decisioni (1) ad individuare se un dato progetto eserciterà

(1) Cfr. glossario.

impatti negativi sull’ambiente locale. Essa pertanto attribuisce maggiore importanza a soluzioni pratiche di mitigazione e di compensazione. (2) Invece, a livello della VAS tale problema è spesso discusso in termini di alternative più generali sul piano delle politiche. (3)

2.3.3 I Fondi strutturali e la VAS: un processo integrato

La programmazione dei Fondi strutturali è un contesto logico che prevede una serie di fasi: l’elaborazione di un piano, l’adozione di un documento di programmazione concordato (QCS o DOCUP), un programma di attuazione e la valutazione finale dell’impatto degli interventi rispetto ad obiettivi e indicatori previamente concordati (sociali, economici e ambientali). Tutte queste fasi sono

(2) Cfr. glossario. (3) Cfr. glossario.

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strettamente interconnesse. È pertanto necessario garantire che nel corso dell’intero processo di programmazione si tenga conto dei potenziali impatti ambientali individuati in fase di elaborazione del piano medesimo. La procedura della VAS richiede che le questioni ambientali e legate allo sviluppo sostenibile siano attentamente vagliate fin dal primo stadio della programmazione dei Fondi strutturali, vale a dire l’elaborazione del piano di sviluppo regionale (PSR). Ciò per garantire che i risultati e le informazioni ottenuti vadano a vantaggio dei livelli di pianificazione

successivi, riducendo gli estenuanti conflitti tra obiettivi economici e ambientali. Il presente manuale propone una procedura di VAS che segue per quanto possibile gli stadi della programmazione

dei Fondi strutturali. Essa è intesa ad ottimizzare il coordinamento e la collaborazione tra autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale. L’obiettivo è garantire l’integrazione della dimensione ambientale all’interno del processo di programmazione, man mano esso si sviluppa (cfr. Figura 2.2). Inoltre, l’integrazione della dimensione ambientale a tutti gli stadi (ex ante, intermedio e ex post) di valutazione e attuazione di un programma consente alle autorità competenti, se del caso, di effettuare variazioni e miglioramenti per tutta la durata del programma.

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Figura 2.2 Integrazione tra la procedura dei Fondi strutturali e la procedura VAS

Lo Stato membro elabora il PSR

La Commissione europea valuta il PSR

Negoziati sul PSR (ulteriori informazioni, modifiche, ecc.)

Contemporaneamente, viene avviata la VAS del PSR. I risultati di ciascun stadio

della VAS (compresa la valutazione ambientale) debbono essere integrati nel

PSR.

La Commissione europea valuta in che modo gli Stati membri hanno tenuto conto dei risultati della valutazione ambientale

del PSR

Può essere necessario aggiornare la valutazione ambientale

per tener conto delle modifiche del PSR

Gli Stati membri elaborano i documenti di programma

(i PO e i DOCUP)

Parallelamente, viene avviata la VAS dei docum.di programma. I risultati di

ciascuno stadio VAS (compresa la valutaz. ambient.) debbono essere integrati nei

programmi.

I documenti di programma sono finalizzati (compreso, tra l’altro,

il sistema di monitoraggio)

La Commissione europea valuta in che modo gli Stati membri hanno tenuto conto dei risultati della valutazione ambientale

dei Programmi

Gli Stati membri e la Commissione europea

negoziano i contenuti del QCS

I risultati della VAS del PSR saranno utilizzati ai fini di integrare in modo

efficace la dimensione ambientale all’interno del QCS

(ad es., i suoi obiettivi e le sue priorità in materia ambientale)

Messa in opera:

Creazione del comitato di monitoraggio

Inviti a presentare progetti Valutazione e selezione dei

progetti Distribuzione di fondi e messa

in opera dei progetti

Monitoraggio e valutazione intermedia dei progetti

Valutazione ex post dei

programmi

La VAS dei programmi comprende orientamenti in merito

alla valutazione e selezione dei progetti

I risultati della VAS dei PSR e dei programmi costituiranno

un importante punto di riferimento per le valutazioni intermedia ed ex post

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PARTE 3 - IL MANUALE

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3.1 STRUTTURA DEL MANUALE

Il presente manuale è strutturato in modo da riflettere i vari stadi del ciclo di programmazione dei Fondi strutturali relativo all’elaborazione dei Piani di Sviluppo Regionale (PSR), dei Quadri Comunitari di Sostegno (QCS) e dei Programmi Operativi (PO). Per ciascuno di essi sono descritti e spiegati gli stadi della VAS pertinenti (cfr. tabella 2.3 e Figura 3.1), e precisate nei dettagli le azioni che debbono essere intraprese da parte delle autorità dello sviluppo e delle autorità competenti in materia ambientale. Una volta raggiunto lo stadio del PO (o del DocUP), alcune delle azioni descritte nel presente manuale risulteranno pertinenti anche per i gestori del programma. (1) I seguenti stadi di valutazione ambientale strategica (VAS) sono applicati ai Piani di Sviluppo Regionale: 1. valutazione della situazione ambientale

- elaborazione di dati di riferimento; 2. elaborazione di obiettivi e priorità; 3. predisposizione del piano e delle sue

alternative; 4. valutazione ambientale della bozza di

piano; 5. indicatori ambientali ai fini del piano; 6. integrazione dei risultati della

valutazione nel piano definitivo. I seguenti stadi della VAS risultano pertinenti ai fini della preparazione del Quadro Comunitario di Sostegno: 1. obiettivi, priorità e ruolo delle autorità

competenti in materia ambientale; 2. valutazione ambientale nel contesto del

QCS; 3. indicatori.

(1) Cfr. glossario.

I Programmi Operativi e i Documenti Unici di Programmazione sono soggetti ai seguenti stadi della VAS: 1. valutazione della situazione ambientale

- definizione di dati di riferimento; 2. elaborazione di obiettivi e finalità; 3. stesura della bozza di Programma

Operativo e delle sue alternative; 4. valutazione ambientale della bozza di

Programma Operativo; 5. indicatori ambientali per i Programmi

Operativi. Nel presente manuale, ciascuno stadio della VAS è presentato in modo uniforme, per contribuire alla costruzione di un approccio comune che consenta di integrare le questioni legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile lungo tutto l’arco del ciclo di programmazione. La Tabella 3.1. elenca le sezioni in cui ciascuno stadio è suddiviso all’interno del presente manuale.

Tabella 3.1 Formato generale di presentazione degli stadi della VAS nel manuale

Ciascuno stadio della VAS è suddiviso nelle seguenti sezioni: Contesto

Illustra la pertinenza dello stadio nel contesto della procedura dei Fondi strutturali e delle politiche di coesione e dell’ambiente dell'UE.

Obiettivi Illustra gli obiettivi dello stadio e i risultati da conseguire.

Azioni Un riquadro riassume le azioni chiave che le AA e le AS dovranno effettuare per completare questo stadio della valutazione.

Descrizione Descrive le modalità con cui si debbono effettuare le azioni e conseguire gli obiettivi.

Elaborati Un riquadro sintetizza il numero e il tipo di documenti od altri outputs da produrre.

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Presentazione grafica del manuale

In tutto il manuale, nel margine superiore di ciascuna pagina è riportato uno schema grafico che evidenzia ciascuno degli stadi della VAS citati in questo paragrafo. Sarà così agevole riconoscere di quale documento dei Fondi strutturali si sta trattando (PSR, QCS o PO) e quale stadio della VAS è descritto in ciascuna pagina. Ad esempio, quando si descrivono gli obiettivi e le priorità per il PSR, nel margine superiore della pagina sarà riportato questo schema:

Il presente manuale comprende una serie di allegati che forniscono esempi ed ulteriori spiegazioni relative agli stadi principali della VAS. Il glossario di termini e acronimi e la bibliografia sono pertinenti alla quasi totalità del testo del presente manuale.

Stadio PSR QCS PO Stadio della Stadio 2 PSR dei Fondi valutazione obiettivi strutturali ambientale strategica e priorità

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Figura 3.1 Come usare il manuale - Parte 3

Sezione 3.1 Struttura

Sezione 3.3

Valutazione ambientale e PSR

Sezione 3.4 Valutazione ambientale

e QCS/DOCUP

Sezione 3.5

Valutazione ambientale e PO

ciascuna sezione

inizia con una Introduzione generale

e comprende un diagramma di flusso

che illustra le connessioni tra lo stadio della procedura dei Fondi strutturali (PSR, QCS/DocUP o PO)

e la procedura VAS

segue una descrizione dettagliata degli stadi pertinenti della VAS

per le sezioni 3.3 e 3.5 ciascuno stadio della VAS è descritto seguendo una struttura comune:

antefatti, obiettivi, azioni, descrizioni e risultati

segue una serie di allegati che riportano orientamenti pratici ed esempi utili

per la messa in opera dei principali stadi della VAS

Sezione 3.2 Ruoli e responsabilità ai fini della

valutazione ambientale

Allegati

I Valutazione dell’attuale situazione ambientale - “I dati di riferimento”

II Definizione degli obiettivi e delle priorità

III Tecniche per la valutazione ambientale dei piani di sviluppo regionale e dei programmi operativi

IV Indicatori

V Monitoraggio e valutazione

VI Mettere in atto i risultati della valutazione ex ante dei programmi operativi

VII Lista di controllo per l’integrazione degli aspetti ambientali

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3.2 RUOLI E RESPONSABILITÀ AI FINI

DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE

La responsabilità dell’effettuare una valutazione ambientale del piano e/o del programma(i) regionali spetta agli Stati membri e alle regioni, come previsto nei regolamenti dei Fondi strutturali. In pratica, gli Stati membri e le regioni più spesso delegano tale attività alle autorità competenti in materia ambientale o ad organismi tecnici esterni, o ad entrambi. I regolamenti dei Fondi strutturali prevedono obbligatoriamente, nella procedura dei Fondi strutturali, un ruolo per le autorità competenti in materia ambientale designate in ciascuno Stato membro. Si tratta di un duplice ruolo: le autorità debbono essere coinvolte nella definizione dei piani regionali e allo stesso tempo, garantire che nell’attuazione degli stessi sia rispettato il diritto comunitario in campo ambientale. È pertanto chiaro che le autorità competenti in materia ambientale debbono essere coinvolte nella fase di preparazione del PSR. Dati i diversi dispositivi istituzionali e amministrativi in vigore nei vari Stati membri dell’Unione europea, è difficile prescrivere un approccio specifico inteso a coinvolgere le autorità competenti in materia ambientale nella fase di preparazione del piano. Tuttavia, il fatto che tali autorità siano al corrente della politica ambientale dell’Unione europea e responsabili dell’attuazione di tale politica deve essere considerata come una risorsa di primo piano per gli incaricati dell’elaborazione dei PSR. Nella fase di attuazione dei singoli documenti di programmazione, le autorità competenti in materia ambientale

potrebbero espletare le seguenti funzioni (1) : • fornire informazioni a livello di

politiche e dati ambientali quali fattori nel processo di attuazione dei programmi;

• fornire consulenza in merito

all’elaborazione di indicatori appropriati relativi alla misurazione dell’impatto ambientale dei programmi o delle misure;

• fornire consulenza in merito alle

procedure e ai criteri di valutazione dei progetti, in modo da migliorare il processo complessivo di selezione dei progetti dal punto di vista ambientale, economico e sociale;

• riferire periodicamente al/ai comitato/i

di sorveglianza del programma in merito all’impatto ambientale del/i programma/i, di preferenza a scadenza annuale, nel contesto dei requisiti che prevedono per i programmi la stesura di un rapporto annuale.

Quadro 3.1 Principali attori coinvolti nella valutazione dei piani e programmi dei Fondi strutturali

autorità dello sviluppo tutti i ministeri nazionali e organismi regionali, agenzie e altri organismi pubblici che partecipano alla pianificazione e all’attuazione di piani e programmi relativi ai Fondi strutturali. autorità competenti in materia ambientale tutti i ministeri nazionali e organismi regionali, agenzie e altri organismi pubblici responsabili dello sviluppo delle politiche e della legislazione nazionale e regionale in campo ambientale, e che svolgono un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle stesse.

(1) Si precisa che questa lista non vuole essere esaustiva.

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gestori dei programmi ministeri nazionali od organismi regionali e i rispettivi contraenti designati, responsabili dello sviluppo e dell’attuazione dei programmi relativi ai Fondi strutturali. comitati di sorveglianza comitato composto di rappresentanti degli Stati membri, della Commissione europea, di partner economici e sociali e altri partner, se del caso, incaricato del coordinamento generale dei progressi finanziari e materiali del programma.

In alcuni Stati membri e regioni, le autorità competenti in materia ambientale hanno un ruolo molto visibile e sono coinvolte nelle attività sopracitate. Il quadro non è però uniforme in tutti gli Stati membri e nelle zone che rientrano nei vari Obiettivi regionali. La Commissione, nella sua comunicazione intitolata “La politica di coesione e l’ambiente” (COM(95) 509 def.), ha inteso rafforzare il ruolo delle autorità competenti in materia ambientale ed incoraggiare un approccio più sistematico alla valutazione e al monitoraggio degli impatti delle azioni dei Fondi strutturali. Il presente manuale illustra un approccio sistematico ai fini di coinvolgere le autorità competenti in materia ambientale nel processo di programmazione dei Fondi strutturali. Esso individua azioni e ruoli precisi per le autorità dello sviluppo e per le autorità competenti in materia ambientale; sottolinea inoltre l’esigenza di una collaborazione e i vantaggi che ne derivano.

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INTRODUZIONE

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PARTE 1 - INTRODUZIONE

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INTRODUZIONE

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PARTE 2 - FONDI STRUTTURALI E VALUTAZIONE AMBIENTALE

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INTRODUZIONE

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PARTE 3 - IL MANUALE

3.1 STRUTTURA DEL MANUALE

3.2 RUOLI E RESPONSABILITÀ AI FINI

DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE

3.3 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA

PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI SVILUPPO

REGIONALI

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INTRODUZIONE

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3.3.1 Introduzione

Perché la valutazione ambientale dei piani regionali nel contesto dei Fondi strutturali risulti efficace, essa deve essere avviata fin dai primi stadi del processo di definizione della strategia e delle priorità di un piano regionale. Per realizzare ciò in modo coerente nell’ambito della procedura dei Fondi strutturali, l’approccio denominato “valutazione ambientale strategica” (VAS) deve essere applicato in primo luogo allo stadio di Piano di Sviluppo Regionale (PSR). Tale piano costituirà il documento di riferimento essenziale per tutto il ciclo di programmazione dei Fondi strutturali e fornirà le basi per i successivi documenti di programmazione (QCS o DocUP e PO) concordati tra la Commissione e gli Stati membri. L’avvio della procedura VAS fin dai primissimi stadi di elaborazione di un PSR consente di integrare in modo più efficace le problematiche ambientali all’interno del piano e garantisce che siano affrontati i potenziali conflitti tra obiettivi di sviluppo e obiettivi ambientali, come pure i possibili rilevanti impatti negativi. La procedura VAS può inoltre essere utile nell’individuare i possibili compromessi qualora insorgano conflitti tra obiettivi economici, sociali e ambientali. I principi fondamentali che stanno alla base dell’approccio VAS sono validi tanto per i PSR quanto per i PO/DOCUP, con vari gradi di dettaglio. Le differenze più importanti delle modalità di applicazione di uno stadio ai PO/DOCUP sono illustrati nelle sezioni 3.4 e 3.5. La figura 3.2 illustra graficamente le modalità in cui dovrebbero interagire le procedure di programmazione e di valutazione ambientale. Essa sintetizza gli stadi della VAS, i ruoli delle autorità dello

sviluppo e delle autorità competenti in materia ambientale, nonché i tempi in cui dovrebbero essere effettuate le consultazioni con il partenariato (1).

(1) Cfr. glossario.

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Figura 3.2 I PSR e la procedura VAS

Valutazione della situazioneambientale esistente – definizione deipunti di forza e di debolezza sul pianoambientale, e delle priorità ai fini dellaprotezione ambientale e dello sviluppo

economico.Individuazione degli indicatori

ambientali disponibili e delle "lacune"a livello di indicatori/informazioni.

Valutazione ambientale degliobiettivi e delle priorità

strategiche

Procedura di pianificazione dei Fondi s.Preparazione dei Piani di Sviluppo Regionale

Ruolo & Azioni delle autorità dello sviluppo

Valutazione ambientale strategicaPreparazione dei Piani di Sviluppo Regionale

Ruolo & Azioni delle autorità competenti inmateria ambientale

Obiettivi e priorità strategiche

Risultati delmonitoraggio e dellavalutazione ex postper il periodo 94-99

Legislazione epolitiche in campoambientale a livello

comunitario,nazionale e regionale

Risultati delmonitoraggio econ.

e sociale e dellavalutaz. ex post peril periodo 1994-99

Contributo alla bozza di piano,identificazione delle opzioniper uno sviluppo sostenibile

Valutazione degli impattiambientali delle priorità di

sviluppo

Definizione degli indicatoriper il monitoraggio

dell'impatto ambientale dellepriorità

Bozza di piano comprese le alternative

Valutazione delle priorità disviluppo e/o

delle relative misure

Valutazione complessiva del piano

Esame dei risultati delle valutazioni socioeconomiche e ambientali e delle loro implicazioni

per la bozza di PSR

Approvazione della versione definitiva del PSRda parte di tutte le autorità coinvolte

Il PSR è trasmesso allaCommissione europea

Risultati dellaconsultazione con il

partenariatodiscussione

discussione

discussione

Riesame dellacoerenza con altre

politiche

Risultati dellaconsultazione con il

partenariato

Dati di riferimento relativi aipunti di forza e di debolezza alivello economico e sociale.

Individuazione degli indicatoridisponibili

Piani di Sviluppo Regionale

Risultati dellaconsultazione con il

partenariato

Risultati dellaconsultazione con il

partenariato

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3.3.2 Valutazione della situazione ambientale - elaborazione di dati di riferimento

Antefatti I regolamenti del 1993 relativi ai Fondi strutturali prevedono che gli Stati membri effettuino una valutazione della situazione ambientale delle regioni che riceveranno contributi finanziari. Tale processo diventa lo stadio iniziale della procedura VAS descritta nel presente documento. L’espressione “situazione ambientale di una regione” può essere intesa come equivalente allo stato dell’ambiente qual è indicato dalla situazione delle risorse ambientali chiave. In quanto tale, essa rappresenta i dati ambientali di riferimento (environmental baseline) di una data regione: tale è il termine che verrà impiegato qui di seguito nel manuale. La valutazione della situazione ambientale e l’elaborazione di dati di riferimento debbono essere considerate decisive ai fini di fornire informazioni che aiuteranno lo Stato membro e le autorità regionali a conseguire gli obiettivi più generali del trattato di Amsterdam e dei regolamenti relativi ai Fondi strutturali, in particolare: • promuovere uno sviluppo sostenibile;

• promuovere un elevato livello di

protezione e di miglioramento della qualità dell’ambiente;

• garantire la compatibilità tra le operazioni finanziate dai Fondi e le attività finalizzate alla protezione e al miglioramento dell’ambiente.

Obiettivi L’obiettivo è fornire supporto alle autorità dello sviluppo e ai responsabili delle decisioni coinvolti nella programmazione dei Fondi strutturali, mettendo a loro disposizione informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali che risultino pertinenti al campo di applicazione del PSR. Tali informazioni saranno della massima utilità se presentate in parallelo ai dati che descrivono la situazione sociale ed economica delle regioni. La maggior parte delle iniziative di sviluppo eserciterà un impatto diretto o indiretto sull’ambiente e sulle risorse naturali di una data regione. Per conseguire l’obiettivo comunitario di uno sviluppo sostenibile, tale impatto deve essere positivo o neutro. Per garantire la positività o la neutralità, tutte le autorità coinvolte nella programmazione dei Fondi strutturali dovranno comprendere le interazioni tra sviluppo e ambiente e avranno necessità di informazioni che consentano loro di individuare un equilibrio tra domanda e disponibilità delle risorse (rinnovabili e non rinnovabili).

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Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

esaminare quali implicazioni la corrente situazione ambientale eserciti nei confronti della strategia, degli obiettivi e delle priorità dei piani Azione 2a) Autorità dello sviluppo

individuare ulteriori requisiti relativi alle risorse (umane, finanziarie) ed ulteriori esigenze in materia di raccolta e di analisi dei dati Azione 3a) Autorità dello sviluppo

elaborare dati di riferimento sulle tendenze economiche e sociali della regione

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

esaminare i risultati di tutti i precedenti periodi di programmazione in termini di impatti sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale

da parte di tutte le autorità dello sviluppo suscettibili di essere coinvolte nella formulazione del piano: elaborare una descrizione dettagliata della situazione ambientale della regione e una sintesi commentata degli obiettivi della legislazione e delle politiche in campo ambientale Azione 3b) Autorità competenti in materia ambientale

presentare le informazioni in modo tale che le autorità dello sviluppo possano comprendere la rilevanza del documento per il rispettivo settore di sviluppo Azione 4) Autorità competenti in materia ambientale

Stendere un elenco di indicatori ambientali disponibili/in uso e di ogni altro indicatore ritenuto necessario Azione 5) Autorità competenti in materia ambientale

individuare ulteriori necessità relative alle risorse (umane, finanziarie) ed ulteriori esigenze in materia di raccolta e di analisi dei dati, soprattutto per quanto concerne i potenziali indicatori destinati a misurare l’impatto del piano/programma.

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Descrizione Lo stato dell’ambiente e delle risorse naturali è parte integrante delle caratteristiche di una regione. Queste informazioni, insieme alle caratteristiche socioeconomiche delle aree che ricevono i finanziamenti, costituiranno la base per la definizione delle priorità di sviluppo sostenibile. Tali informazioni sono solitamente denominati dati di riferimento (baseline data). Questo stadio iniziale della procedura VAS può comportare le seguenti tappe: a) Caratterizzare le risorse e gli ecosistemi

I dati ambientali di riferimento riguarderanno, essenzialmente, elementi quali la qualità dell’aria, la qualità e la disponibilità dell’acqua, le risorse naturali, le aree protette - che contribuiscono a definire lo “stato” dell’ambiente. Qualora possibile, si dovrebbe descrivere la capacità di carico di ciascun elemento. (1)

b) Caratterizzare le pressioni e i punti di forza

e di debolezza delle risorse e degli ecosistemi I dati di riferimento dovrebbero inoltre riguardare le pressioni esercitate sull’ambiente ad opera di settori come quello dei trasporti, dell’agricoltura, dell’industria, dell’energia e dal settore domestico, in termini dell’impatto da essi esercitato sullo stato dell’ambiente (consumo delle risorse naturali ed effetti sulla qualità dell’ambiente in termini di inquinamento, ecc.)

c) Norme e obiettivi in materia ambientale nella legislazione e nelle politiche

(1) Cfr. glossario.

I dati di riferimento ambientali dovrebbero inoltre evidenziare i requisiti della legislazione e delle politiche del settore e spiegare i motivi per cui essi risultano pertinenti per i settori di sviluppo che provocano pressioni sulle risorse e sugli ecosistemi.

d) Definire una condizione di riferimento per le

risorse ambientali e per gli ecosistemi Le condizioni di riferimento dovrebbero essere presentate sulla base delle informazioni raccolte e collegate con precisione al tipo di iniziative di sviluppo che verranno verosimilmente incluse nel piano e che potranno influenzare ciascuna risorsa/ecosistema.

e) Individuare gli indicatori disponibili e le lacune di informazione Infine, a questo stadio del processo è utile anche fornire una rassegna del tipo di indicatori che possono essere già disponibili sullo stato dell’ambiente e di eventuali lacune da colmare (cfr. anche punto 3.3.6).

In che modo procedere La responsabilità di raccogliere i dati di riferimento ambientali spetterà soprattutto alle autorità competenti in materia ambientale. Si raccomanda comunque di procedere ad una consultazione iniziale con i vari servizi pubblici coinvolti nella procedura di programmazione, richiedendo loro ad esempio quali siano i requisiti relativi ai dati, quale tipo e formato di informazioni risulti loro di maggiore utilità. Sarebbe inoltre utile consultare altri organismi pubblici specializzati, quali

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agenzie per l’ambiente, uffici statistici e organizzazioni non governative. Alcune di queste istituzioni possono essere in possesso di altre utili informazioni.

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Un possibile approccio all’avvio di questo stadio della VAS consiste nel riesaminare i risultati in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile derivanti da valutazioni intermedie o ex post del periodo di pianificazione precedente. Tali rapporti dovrebbero consentire di passare in rassegna gli impatti generali esercitati sull’ambiente dalle strategie e priorità precedenti. Su tale base sarà possibile individuare tematiche ambientali chiave (ad es., la qualità e la quantità delle acque) e i settori di sviluppo (ad es., trasporti) per i quali si dovrebbero fornire dati ambientali. È opportuno sottolineare che le informazioni raccolte a questo stadio iniziale della procedura saranno costantemente aggiornate in modo da soddisfare i requisiti degli stadi successivi della procedura VAS e della programmazione dei Fondi strutturali. Ad esempio, è probabile che una volta individuati gli obiettivi del PSR, siano necessarie maggiori informazioni su tematiche o priorità ambientali specifiche. Lo stesso può accadere allo stadio della valutazione ambientale. L’allegato I del manuale presenta una rassegna dettagliata dei seguenti elementi: • in che modo i dati possono incidere sul

contenuto dei PSR e dei PO;

• quantità e qualità dei dati richiesti; • presentazione dei dati;

• individuazione di ulteriori esigenze

relativamente a dati e a risorse.

Risultati I dati di riferimento prodotti allo stadio del PSR verranno utilizzati come informazioni di base in tutta la procedura dei Fondi strutturali. Pertanto, a questo stadio dovrà essere effettuato il maggiore sforzo per quanto concerne la raccolta dei dati. Per agevolare l’integrazione fin dai primi stadi, i dati di riferimento ambientali e socioeconomici potrebbero essere presentati in un documento comune. Per quanto riguarda la componente ambientale, tale documento dovrebbe comprendere: • una descrizione delle caratteristiche

delle risorse naturali e degli ecosistemi; dettagli dei punti di forza e di debolezza dell’ambiente della regione e della dotazione di risorse naturali (ad es., potenziale di energie rinnovabili, abbondanza di aree naturali; oppure scarse risorse di acque dolci, limitata capacità di trattamento delle acque reflue e dei rifiuti, ecc.) e le connessioni tra questi punti e i settori di sviluppo. Qualora possibile, la descrizione dovrebbe essere quantificata (in termini di statistiche e di indicatori);

• una rassegna delle politiche e della legislazione comunitarie, nazionali e regionali in materia ambientale, i relativi requisiti e implicazioni (comprese quelle finanziarie) per il periodo di programmazione dei Fondi strutturali;

• una descrizione del quadro giuridico e istituzionale: cosa fa ciascuna autorità nazionale e regionale/locale nel campo

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dell’ambiente;

• una serie di carte che sintetizzino le informazioni principali e corredino le descrizioni dettagliate di una dimensione spaziale;

• una carta che indichi la localizzazione e le caratteristiche delle aree sensibili dal punto di vista ambientale e i siti importanti dal punto di vista del patrimonio culturale (idealmente, ciò non dovrebbe riguardare soltanto i siti già designati a livello giuridico, ma dovrebbe includere tutte le informazioni pertinenti relative ad aree sensibili);

• se i dati lo consentono, sarebbe utile includere una mappa che indichi le aree che è necessario sviluppare e che risulterebbero appropriate per determinati tipi di sviluppo (ad es., turismo, trasporti);

• nei casi appropriati, una sintesi degli

impatti ambientali (positivi e negativi) risultanti dai precedenti periodi di programmazione (basati sui rapporti di valutazione e di monitoraggio e sulla valutazione ex post dei programmi pertinenti e del QCS);

• indicazione dei dati disponibili per il

monitoraggio e di eventuali ulteriori esigenze relative ai dati e alle risorse.

La maggior parte di queste informazioni può essere riassunta in tabelle che rendono più agevoli i riferimenti. Le informazioni generate da questa definizione della situazione ambientale corrente della regione saranno utili ai fini della definizione degli obiettivi e delle priorità in campo ambientale (punto 3.3.3 del manuale).

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3.3.3 Elaborazione degli obiettivi e delle priorità

Antefatti

Lo sviluppo sostenibile svolge un ruolo centrale nella politica di coesione dell’Unione europea.(1) La comunicazione della Commissione intitolata “La politica di coesione e l’ambiente” (COM (95) 509 def.) afferma che ‘l’ambiente e lo sviluppo regionale hanno carattere complementare’ e che ‘l’ambiente costituisce di per sé stesso un fattore fondamentale ai fini dello sviluppo regionale’. Per poter conseguire una positiva integrazione delle esigenze in materia di ambiente e di sviluppo,(2) la procedura dei Fondi strutturali e la VAS debbono garantire che gli obiettivi dei PSR siano essenzialmente sostenibili. L’accento posto sullo sviluppo sostenibile significa che gli obiettivi non debbono limitarsi all’attuazione delle direttive comunitarie o delle legislazioni nazionali, ma debbono anche concentrarsi sulle opportunità e sui vantaggi derivanti dall’integrazione della dimensione ambientale nei piani di sviluppo. Obiettivi Si tratta di uno stadio importante della valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale, che riflette: • l’esigenza di garantire l’integrazione delle

problematiche ambientali negli obiettivi complessivi del PSR e pertanto di

(1) CCE (1996a), Primo rapporto sulla coesione economica e sociale. (2) Cfr. l’articolo 130 R del trattato di Maastricht e gli articoli 2 e 6 del trattato di Amsterdam.

individuare strategie di sviluppo sostenibile;

• l’esigenza di definire obiettivi e priorità

per il settore dell’ambiente. Esso offre un’importante opportunità ai fini di garantire un corretto equilibrio tra priorità di sviluppo e contribuirà a: • coadiuvare nella definizione e nella

scelta tra varie alternative; • consentire la valutazione delle

prestazioni di un piano o programma dal punto di vista ambientale;

• agevolare i processi di monitoraggio e

di valutazione, centrali ai fini della programmazione e messa in opera dei Fondi strutturali.

Descrizione Ai fini di definire gli obiettivi dei PSR in materia di sviluppo sostenibile e di ambiente si dovrebbero utilizzare come principale fonte di riferimento le politiche e la legislazione comunitarie, nazionali e regionali in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, come pure i dati di riferimento derivanti dalla valutazione della situazione ambientale che caratterizza la regione in questione. Questo stadio, come i precedenti (cfr. punto 3.3.2), potrebbe iniziare con una rassegna dei risultati delle valutazioni intermedia ed ex post del precedente periodo di programmazione (1994-99). I dieci criteri di sostenibilità presentati nella tabella 3.2 sono stati individuati come particolarmente pertinenti per le azioni dei Fondi strutturali, e debbono essere intesi quali orientamenti generali

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per i problemi che possono costituire la base degli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile propri dei piani. L’ultima colonna della tabella, che riporta gli atti legislativi fondamentali nel settore,

dev’essere integrata con i riferimenti a tutta la legislazione e a tutte le politiche pertinenti, nazionali e regionali.

Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

definire obiettivi e priorità economiche e sociali per il piano, tenendo conto dei dati ambientali di riferimento e degli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile proposti per il piano dalle autorità competenti in materia ambientale.

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

riesaminare i risultati delle valutazioni intermedie ed ex post del periodo di programmazione precedente e le informazioni raccolte per i dati di riferimento; elaborare raccomandazioni per i nuovi obiettivi e le nuove priorità del PSR.

Azione 2) Autorità competenti in materia ambientale

definire obiettivi e priorità strategici in materia di ambiente e sviluppo sostenibile per tutte le regioni incluse nel PSR, sulla base di una rassegna degli obiettivi in campo ambientale, economico e sociale.

Azione 3) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale confrontare in modo congiunto tutti gli obiettivi, individuare e risolvere i potenziali conflitti. Qualora non si possa giungere ad una soluzione, si deve includere una spiegazione che motivi la scelta effettuata. Azione 4) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

riesaminare e prendere in considerazione i risultati delle consultazioni con il partenariato (cfr. più oltre), individuare e risolvere i potenziali conflitti. Qualora non si possa giungere ad una soluzione, si deve includere una spiegazione che motivi la scelta effettuata.

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Gli obiettivi debbono essere definiti tenendo conto della durata del periodo di programmazione dei Fondi strutturali. L’allegato II del presente manuale riporta ulteriori informazioni relative all’impiego dei criteri di sostenibilità ai fini della definizione di obiettivi e priorità. A questo stadio, le autorità dello sviluppo si concentreranno sulla definizione di priorità di sviluppo che siano conformi alle finalità generali della politica di sviluppo regionale e di coesione. Per quanto concerne l’individuazione delle priorità di sviluppo suscettibili di essere finanziate, la procedura VAS richiede alle autorità competenti in materia ambientale di fornire alle autorità dello sviluppo supporto nella definizione di priorità che integrino i concetti di protezione ambientale e di sostenibilità.

Esempi di tipi di priorità incluse allo stadio di PSR

• Industria • Ambiente • Agricoltura/Silvicoltura • Risorse idriche • Ambiente marino e costiero • Turismo • Sviluppo locale/rurale • Risorse umane • Infrastruttura.

Molto utile, a tale riguardo, può essere la messa a disposizione di informazioni specifiche su politiche di sviluppo sostenibile connesse alle priorità di sviluppo in esame.

Consultazione con il partenariato (1) : Si raccomanda che gli Stati membri e le regioni esaminino l’opportunità di coinvolgere il partenariato (e qualora possibile, il più vasto pubblico) in questo stadio decisivo dell’elaborazione degli obiettivi e delle priorità.(2) Come minimo, si dovrà garantire la consultazione con agenzie pubbliche specializzate in campo ambientale, organismi scientifici, entità industriali e commerciali interessate e organizzazioni non governative. La consultazione pubblica richiederà ulteriore tempo durante il processo di programmazione. Di tale elemento si dovrà tener conto il prima possibile; si raccomanda di elaborare un piano di consultazione e di presentarlo alle parti interessate in modo da agevolare la loro partecipazione.

(1) Cfr. glossario.. (2) Un secondo stadio in cui si raccomanda di coinvolgere il partenariato è quello che corrisponde al progetto di PSR.

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Tabella 3.2 Criteri di sostenibilità per la definizione degli obiettivi del programma

Esempi di settori prioritari per i Fondi strutturali

Dieci criteri chiave per la sostenibilità

Descrizione Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio)

Energia

Trasporti

Industria

1

Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili

L’impiego di risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni future.

Ciò vale anche per fattori insostituibili - geologici, ecologici o del paesaggio - che contribuiscono alla produttività, alla biodiversità, alle conoscenze scientifiche e alla cultura (cfr. comunque i criteri chiave nn. 4, 5 e 6).

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/156/CEE - rifiuti

91/689/CEE - rifiuti pericolosi

Energia

Agricoltura

Silvicoltura

Turismo

Risorse idriche

Ambiente

Trasporti

Industria

2

Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione

Per quanto riguarda l’impiego di risorse rinnovabili nelle attività di produzione primarie, quali la silvicoltura, la pesca e l’agricoltura, ciascun sistema è in grado di sostenere un carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Quando si utilizza l’atmosfera, i fiumi e gli estuari come “depositi” di rifiuti, li si tratta anch’essi alla stregua di risorse rinnovabili, in quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di autorigenerazione. Se si approfitta eccessivamente di tale capacità, si ha un degrado a lungo termine della risorsa. L’obiettivo deve pertanto consistere nell’impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/676/CEE - nitrati

91/156/CEE - rifiuti

91/689/CEE - rifiuti pericolosi

92/43/CEE - habitat e specie

79/409/CEE - uccelli

Industria

Energia

Agricoltura

Risorse idriche

Ambiente

3 Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/ inquinanti

In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, e in particolare dei rifiuti pericolosi. Un approccio sostenibile consisterà nell’impiegare i fattori produttivi meno pericolosi dal punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di progettazione di processi, gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/156/CEE - rifiuti

91/689/CEE - rifiuti pericolosi

96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

Ambiente Agricoltura

Silvicoltura

Risorse idriche

Trasporti

Industria

Energia

Turismo

4

Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi

In questo caso, il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni presenti e future. Queste risorse naturali comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative naturali. Il patrimonio naturale pertanto comprende la configurazione geografica, gli habitat, la fauna e la flora e il paesaggio, la combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e la fruibilità di tale risorse. Vi sono anche stretti legami con il patrimonio culturale (cfr. criterio chiave n. 6).

92/43/CEE - habitat e specie

79/409/CEE - uccelli selvatici

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/676/CEE - nitrati

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Esempi di settori prioritari per i Fondi strutturali

Dieci criteri chiave per la sostenibilità

Descrizione Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio)

Agricoltura

Silvicoltura

Risorse idriche

Ambiente

Industria

Turismo

5

Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche

Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, dell’erosione o dell’inquinamento. Il principio chiave consiste pertanto nel proteggere la quantità e qualità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che sono già degradate

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/676/CEE - nitrati

91/156/CEE - rifiuti

91/689/CEE - rifiuti pericolosi

91/271/CEE - acque reflue urbane

Turismo

Ambiente

Industria

Trasporti

6

Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali

Le risorse storiche e culturali sono risorse limitate che, una volta distrutte o danneggiate, non possono essere sostituite. In quanto risorse non rinnovabili, i principi dello sviluppo sostenibile richiedono che siano conservati gli elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di un particolare periodo o tipologia, o che contribuiscono in modo particolare alle tradizioni e alla cultura di una data area. Si può trattare, tra l’altro, di edifici di valore storico e culturale, di altre strutture o monumenti di ogni epoca, di reperti archeologici nel sottosuolo, di architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Gli stili di vita, i costumi e le lingue tradizionali costituiscono anch’essi una risorsa storica e culturale che è opportuno conservare.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

Ambiente (urbano)

Industria

Turismo

Trasporti

Energia

Risorse idriche

7

Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale

Nel contesto del presente dibattito, la qualità di un ambiente locale può essere definita dalla qualità dell’aria, dal rumore ambiente, dalla gradevolezza visiva e generale. La qualità dell’ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. La qualità dell’ambiente locale può cambiare rapidamente a seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. È inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l’introduzione di nuovi sviluppi.

Cfr. anche il criterio n. 3 relativo alla riduzione dell’impiego e del rilascio di sostanze inquinanti.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

91/156/CEE - rifiuti

91/689/CEE - rifiuti pericolosi

91/271/CEE - acque reflue urbane

96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

Trasporti

Energia

Industria

8

Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo - cfr. glossario).

Una delle principali forze trainanti dell’emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l’esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

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Esempi di settori prioritari per i Fondi strutturali

Dieci criteri chiave per la sostenibilità

Descrizione Principali atti legislativi comunitari in materia ambientale (direttive del Consiglio)

Ricerca

Ambiente

Turismo

9

Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale

Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992). La consapevolezza dei problemi e delle opzioni disponibili è d’importanza decisiva: l’informazione, l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l’integrazione dei programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole, nell’istruzione superiore e per gli adulti, e tramite lo sviluppo di reti nell’ambito di settori e raggruppamenti economici. È importante anche l’accesso alle informazioni sull’ambiente a partire dalle abitazioni e nei luoghi ricreativi.

Tutti 10

Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile

La dichiarazione di Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate nelle decisioni relative agli interessi comuni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo, e in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera delle proposte di sviluppo, di modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità.

85/337/CEE (97/11/CE) - VIA

96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

Risultati I risultati della valutazione ambientale degli obiettivi e delle strategie dei piani regionali possono essere descritti come segue: • obiettivi in materia di ambiente e

sviluppo sostenibile per la(e) regione(i); • priorità per il settore ambientale; e come frutto della cooperazione tra autorità competenti in materia ambientale e autorità dello sviluppo, si possono includere anche i seguenti:

• obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile per tutte le priorità di sviluppo del PSR.

È importante precisare che la definizione degli obiettivi e delle priorità in materia di ambiente e sviluppo sostenibile può aiutare a: ⇒ scegliere tra alternative di sviluppo;

⇒ valutare le prestazioni dei piani e dei

programmi dal punto di vista ambientale;

⇒ effettuare i processi di monitoraggio e di valutazione intermedia ed ex post.

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3.3.4 Elaborazione della bozza di piano e delle sue alternative

Antefatti L’obiettivo di gran lunga più importante dei Fondi strutturali consiste nella riduzione delle disparità economiche tra le regioni e i paesi dell’Unione europea. Pertanto, tutti i programmi sono intesi a migliorare la ricchezza e la creazione di posti di lavoro, e a promuovere la coesione sociale. Tali obiettivi possono essere considerati come finalità strategiche comuni a tutti i programmi. Le strategie e le priorità del piano dovranno sintetizzare i tipi di azioni richiesti ai fini di ottimizzare il potenziale economico di una regione. L’individuazione di strategie e priorità alternative rifletterà in genere differenti modalità di raggiungimento di uno specifico obiettivo o di un gruppo di obiettivo. Il carattere

sostenibile o non sostenibile del PSR sarà determinato dalle scelte delle varie autorità regionali a questo stadio della programmazione. Nella definizione della bozza di PSR le autorità dello sviluppo, con l’aiuto delle autorità competenti in materia ambientale, debbono tentare di individuare le opzioni di sviluppo che soddisfano contemporaneamente gli obiettivi economici e quelli relativi all’ambiente e allo sviluppo sostenibile (cfr. punto 3.3.3). Obiettivi • Individuare le possibili strategie e

alternative di sviluppo in grado di soddisfare gli obiettivi economici, sociali, relativi all’ambiente e allo sviluppo sostenibile;

• garantire il coordinamento e la

compatibilità con altre iniziative pertinenti dell’Unione europea, nazionali e regionali.

Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

Elaborare una strategia di sviluppo per tutte le regioni che ricevono assistenza a titolo dei Fondi strutturali. Ogni strategia dovrà comprendere tutti i settori economici pertinenti. Questo stadio comporterà l’individuazione delle opzioni alternative, tra cui quelle a livello di politiche (ad es., differenziazione dei tassi di contribuzione).

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale Allo stadio di bozza di PSR, le autorità competenti in materia ambientale coopereranno con le autorità dello sviluppo nei seguenti modi:

• individuare strategie ambientali per gli investimenti da parte del piano;

• individuare problemi ambientali che dovrebbero essere integrati all’interno di altre priorità (energia, industria, agricoltura, turismo, ecc.) per migliorare l’impatto positivo sull’ambiente del piano complessivo e per ridurre gli impatti negativi;

• individuare la portata di azioni ambientali da effettuare nell’ambito di comparti di altre priorità

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(ad es. Problemi agro-ambientali e di agriturismo nel settore dell’agricoltura, uso delle energie rinnovabili nel settore dell’energia, sviluppo di tecnologie pulite nel settore dell’industria, ecc.).

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Descrizione Le autorità competenti in materia ambientale dovranno aiutare le autorità dello sviluppo a individuare modalità alternative di contribuire agli obiettivi e alle priorità del PSR in campo ambientale. Ad esempio, affrontando i livelli di inquinamento delle acque dolci, si possono prendere in esame varie opzioni, che vanno da una nuova infrastruttura, all’aggiornamento dell’infrastruttura esistente fino a soluzioni alternative basate sul miglioramento delle funzioni dell’ecosistema (ad es., gestione mirata delle zone forestate che influiscono direttamente sul bacino idrografico). Riferimento fin dagli inizi alle direttive sulla valutazione d’impatto ambientale - VIA (85/337/CEE e 97/11/CE) Si raccomanda che all’atto di individuare le tipologie di sviluppo che condurranno a misure (1) specifiche allo stadio di programma, le autorità dello sviluppo evidenzino la potenziale esigenza di una VIA. Collegare i PSR ad altre iniziative e programmi di finanziamento Un importante elemento di questo stadio è il coordinamento tra i piani dei Fondi strutturali e altre iniziative di finanziamento regionali, nazionali e dell’Unione europea (in corso e previste) nella/e medesima/e regione/i. Nell’elaborare il progetto di PSR, le autorità nazionali e regionali dovrebbero assicurarsi di essere al corrente delle altre iniziative di finanziamento dell’Unione europea che potrebbero contribuire al

(1) Cfr. glossario.

conseguimento degli obiettivi del piano come pure di ogni possibile duplicazione di sforzi o conflitto tra differenti iniziative.

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A livello comunitario, gli ovvi elementi da tenere in considerazione sono: • i progetti del Fondo di coesione; • le iniziative comunitarie; • i programmi della PAC; • i progetti della Banca europea per gli

investimenti. Risultati I risultati di questa analisi delle possibili alternative alle strategie di sviluppo proposte potrebbero comprendere, tra l’altro: • una descrizione di tutte le strategie di

sviluppo e delle rispettive alternative prese in esame per il PSR (vale a dire, non solo quelle connesse alle priorità in campo ambientale); se in questa prima fase sono esaminate e scartate alcune opzioni, il progetto dovrebbe comprendere una spiegazione dei motivi che hanno indotto ad operare tale scelta;

• una descrizione delle modalità in cui si è soddisfatta l’esigenza di un coordinamento con le altre iniziative pertinenti dell’Unione europea, nazionali e regionali;

• una descrizione delle modalità in cui le strategie proposte soddisferanno gli obiettivi e le priorità economiche, sociali e ambientali della regione.

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3.3.5 Valutazione ambientale della bozza di piano

Antefatti È necessario valutare gli impatti ambientali dei piani e, se del caso, stendere raccomandazioni relative a possibili modifiche dei piani in questione. La valutazione ambientale è ora una dimensione comune ad una varietà di piani territoriali e strategie di sviluppo regionale in seno all’Unione europea. Essa è stata introdotta nei regolamenti dei Fondi strutturali nel 1993 e costituirà un elemento chiave nel contesto della prossima generazione di regolamenti per il periodo di programmazione 2000-2006. Essa è destinata a garantire che gli investimenti contribuiscano agli obiettivi di sviluppo sostenibile regionali, nazionali e dell’Unione europea. È inoltre intesa ad evidenziare ogni potenziale impatto ambientale associato al piano in generale o con determinate priorità di sviluppo, prima che il piano venga elaborato nella versione definitiva e presentato alla Commissione. La valutazione dovrà riguardare tutta la gamma di priorità di sviluppo, comprese le priorità in campo ambientale. Ciò aiuta ad individuare le problematiche ambientali negli altri settori cui il piano è diretto. I risultati della valutazione possono quindi essere integrati nel PSR definitivo (cfr. punto 3.3.7). Obiettivi La valutazione dei piani e di ogni alternativa proposta deve garantire che il piano contribuisca alle priorità della/e regione/i

interessata/e in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, quali sono state individuate nei documenti strategici regionali quali ad es. piani regionali per l’ambiente, strategie di sviluppo sostenibile, piani di sviluppo regionali, ecc. In questo caso è importante definire la conformità generale degli obiettivi sociali, economici e di sviluppo sostenibile. La valutazione dei potenziali impatti dei PSR non dovrà tentare di individuare impatti dettagliati e quantificati, ma concentrarsi su problemi di livello strategico. In particolare, la valutazione dovrà sottolineare: • il grado in cui, nella definizione delle

priorità e delle strategie del PSR, si è tenuto conto delle dimensioni dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile (si tratta di un punto critico per quanto concerne il coinvolgimento delle autorità competenti in materia ambientale e la positiva integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile all’interno del piano);

• i probabili impatti del piano e delle priorità sulla produttività a lungo termine delle risorse ambientali sui cui hanno influito i settori prioritari del piano stesso (ad es., approvvigionamento idrico, qualità del suolo, bacini idrografici, zone costiere); (1) e sulle aree protette per la conservazione della natura (cfr. infra);

• il contributo del piano agli investimenti

nel settore ambientale, per appoggiare gli obiettivi economici e migliorare la

(1) Cfr. glossario.

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conformità al diritto comunitario in materia ambientale;

• ogni esigenza, all’interno del piano, di

ridefinizione delle finalità a livello di politiche, o delle modalità di conseguimento delle finalità in modo da soddisfare gli obiettivi sociali, economici e di sviluppo sostenibile;

• le modalità in cui, nel piano, sono stati inclusi i punti di vista del partenariato (1).

La valutazione del PSR deve individuare i potenziali impatti e segnalare l’eventuale necessità di effettuare ulteriori valutazioni. Queste ultime possono essere rinviate agli stadi successivi della procedura di programmazione (ad es., Programmi Operativi); invece, se si tratta di valutazioni molto significative, sarà forse necessario effettuarle immediatamente e prima di adottare una decisione definitiva sul contenuto del piano. I risultati forniranno importanti informazioni per la negoziazione del QCS e/o del DocUP. Costituiranno inoltre utile materiale di riferimento per la valutazione ambientale di un determinato Programma Operativo, qualora essa risulti necessaria. Esplicitare i compromessi La maggior parte dei settori di sviluppo e delle priorità nel contesto dei piani e programmi dei Fondi strutturali eserciterà impatti positivi e negativi sull’ambiente. Spesso uno sviluppo proposto indurrà un insieme di miglioramenti e di degrado. Una parte fondamentale della procedura VAS consiste nell’esplicitare i compromessi.

(1) Cfr. glossario.

A questo stadio, è forse utile intraprendere una seconda fase in consultazione con il partenariato (2) . I risultati della consultazione debbono essere analizzati dalle autorità competenti in materia ambientale e dalle autorità dello sviluppo prima di concordare in via definitiva il probabile impatto del piano e delle priorità proposte dallo stesso.

(2) Cfr. glossario.

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Descrizione I probabili impatti ambientali delle priorità di sviluppo possono essere valutati servendosi di una matrice (cfr. tabella 3.3). (1) In essa, le priorità proposte sono messe a confronto con una serie di obiettivi chiave in materia di ambiente e di sostenibilità, o di indicatori della regione tratti da piani e politiche regionali, e altri insiemi di dati pertinenti relativi a problematiche sociali, economiche e ambientali, che mostrano il grado in cui il progetto di piano favorirà od ostacolerà il conseguimento di ciascun obiettivo; oppure, le modalità in cui esso influirà sui principali indicatori relativi alla regione. Una matrice analoga, che sintetizza i punteggi negativi o positivi della priorità per tutte le opzioni strategiche, aiuterà i responsabili delle decisioni a chiarire i punti che necessitano ulteriori dibattiti. Negli ultimi anni sono state elaborate varie tecniche di valutazione basate sull’impiego di una matrice: ad alcune regioni tali strumenti risulteranno già familiari. L’allegato III del manuale contiene ulteriori esempi di matrici che possono essere utili nel coadiuvare le autorità competenti in materia ambientale ad elaborare il proprio approccio alla valutazione. Per determinati problemi ambientali che hanno una forte componente territoriale (ad es., la protezione e il miglioramento delle aree protette ai sensi delle direttive “habitat” e “uccelli selvatici”, la presenza di falde sensibili o di aree soggette a inondazioni o a subsidenza) si possono adottare semplici tecniche di

(1) Cfr. glossario.

sovrapposizione a carte topografiche o a sistemi d’informazione geografica, per mostrare la potenziale penetrazione degli sviluppi previsti in tali aree. (2)

(2) Cfr. glossario.

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Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1) Autorità competenti in materia ambientale Effettuare una valutazione degli impatti ambientali delle priorità di sviluppo proposte e delle alternative contenute nel progetto di PSR

Azione 2) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale Discutere i risultati derivanti dalla valutazione socioeconomica e ambientale del PSR, e decidere sulla scelta definitiva delle alternative . A livello di PSR, a causa della carenza di informazioni dettagliate in merito agli sviluppi proposti, ciò equivale ad un’indagine molto generale, ma già contribuisce ad individuare le aree e i problemi in questione. La tecnica sarà più applicabile allo stadio di PO, in cui si disporrà di maggiori dettagli per quanto concerne la localizzazione degli sviluppi proposti. Le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale possono pertanto scegliere il metodo che ritengono più appropriato alle caratteristiche economiche e ambientali specifiche del proprio contesto regionale o nazionale. La tecnica di previsione/valutazione dovrà: • evidenziare gli impatti positivi: coerenza

tra strategie proposte e priorità ambientali e di sviluppo sostenibile, sia a livello regionale che in termini di politiche e legislazione dell’Unione

europea in campo ambientale;

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• evidenziare le potenziali implicazioni positive delle strategie proposte. Alcuni dei potenziali impatti negativi possono richiedere un’ulteriore e più dettagliata valutazione prima che si possano proporre soluzioni.

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Tabella 3.3 Esempio di matrice di valutazione a livello di PSR

Priorità: Infrastrutture per lo sviluppo economico Tipo - Trasporti Opzione strategica: aumento di 200 km delle superstrade regionali (laddove possibile, saranno disponibili dettagli sui corridoi e sui collegamenti nodali implicati) Obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile

Potenziale impatto negativo

Contributo positivo - commenti

1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse non rinnovabili

XX aumenterà l’impiego di conglomerati e il consumo di combustibili

2. Impiego delle risorse rinnovabili entro i limiti della capacità di rigenerazione

X

3. Impiego e trattamento validi, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti

ü può contribuire, se sono adottate misure appropriate

4. Conservazione e miglioramento dello stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi

X - XX a seconda dei tracciati e delle misure di mitigazione

5. Conservazione e miglioramento della qualità dei suoli e delle risorse idriche

X - XX a seconda dei tracciati e delle misure di mitigazione

6. Conservazione e miglioramento della qualità delle risorse storiche e culturali

X - XX a seconda dei tracciati e delle misure di mitigazione

7. Conservazione e miglioramento della qualità dell’ambiente locale

ü può contribuire a ridurre la congestione attorno alle aree urbane

8. Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo).

X probabilmente contribuirà ad aumentare le emissioni di CO2

9. Sensibilizzazione, istruzione e formazione in campo ambientale

N N

10. Incentivo alla partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile

ü può contribuire, a seconda delle modalità in cui la VIA e la partecipazione del pubblico sono incluse nella pianificazione e nella messa in opera

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Priorità: Infrastrutture per lo sviluppo economico Tipo - Trasporti Opzione strategica: aumento di 200 km delle superstrade regionali (laddove possibile, saranno disponibili dettagli sui corridoi e sui collegamenti nodali implicati) Obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile

Potenziale impatto negativo

Contributo positivo - commenti

Legenda: XX - impatto molto negativo X - impatto negativo üü - contributo molto rilevante al conseguimento degli obiettivi ü - possibile contributo al conseguimento degli obiettivi N - neutrale

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Impatti indiretti e cumulativi Le autorità sono incoraggiate a valutare i potenziali impatti indiretti e cumulativi del piano sulla produttività a lungo termine delle risorse ambientali (ad es. approvvigionamenti idrici, qualità del suolo, bacini idrografici, zone costiere) interessate dai settori prioritari del piano, e sulle zone naturali protette. A questo stadio della VAS per il PSR si deve individuare la verosimiglianza di tali impatti che condizionano aree particolarmente sensibili. L’allegato III (punto III.6) sintetizza gli elementi chiave della valutazione cumulativa. Allo stadio PO/DocUP della programmazione dei Fondi strutturali, si procederà a valutare i potenziali impatti cumulativi (cfr. punto 3.5.5). Risultati La valutazione ambientale del PSR deve: • descrivere il processo di valutazione

che è stato seguito (le istituzioni, le équipe e le perizie utilizzate);

• descrivere i dati di riferimento relativi agli aspetti chiave dello stato dell’ambiente e delle risorse naturali; sintetizzare i dati di riferimento relativi agli aspetti socioeconomici;

• sintetizzare gli obiettivi, le priorità e le strategie chiave contenute nel progetto di piano e la loro relazione con le corrispondenti politiche, programmi e finalità dell’Unione europea, nazionali e regionali. Ciò non deve riguardare solo gli obiettivi e le priorità ambientali in sé, ma anche obiettivi più ampi in settori quali industria, energia, trasporti,

turismo e agricoltura, tutti pertinenti ai fini dello sviluppo sostenibile;

• descrivere il progetto di piano e le strategie alternative esaminate;

• descrivere:

⇒ le tecniche di valutazione prescelte; ⇒ i probabili impatti sull’ambiente e le

risorse naturali, e le modalità in cui li si affronterà (ad es., modifiche della bozza di piano, ulteriori valutazioni dettagliate se necessario, ecc.);

⇒ individuare modi per ridurre gli impatti negativi e aumentare il carattere sostenibile delle proposte di sviluppo;

⇒ includere commenti sulle implicazioni del piano e i suoi impatti in termini di gestione ambientale (ad es., l’esigenza di ulteriori risorse tecniche, di potenziamento istituzionale o esigenze in materia di formazione);

⇒ sintetizzare i risultati delle consultazioni svolte con altri organismi e con il pubblico in merito al progetto di piano;

• spiegare le connessioni tra i risultati di tale valutazione e gli stadi successivi della programmazione dei Fondi strutturali (QCS/DocUP e PO).

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3.3.6 Indicatori ambientali per il piano

Antefatti Perché i responsabili delle politiche e i gestori dei programmi possano adottare valide decisioni in merito allo sviluppo e alla messa in opera dei programmi, sono loro necessari dati affidabili sull’economia, le tendenze sociali e l’ambiente. Gli indicatori possono aiutare a collegare gli impatti ambientali all’attività socioeconomica e possono aiutare a valutare in che misura le politiche e i programmi finalizzati ad obiettivi di sviluppo sostenibile riusciranno a conseguire i propri obiettivi. (1) Nel contesto specifico dei Fondi strutturali, gli indicatori sono i mezzi principali per misurare le prestazioni dei programmi in termini dell’impatto netto degli investimenti sullo sviluppo di una data regione. Allo stadio del PSR è importante individuare una serie di indicatori che possono essere utilizzati per valutare il potenziale del piano - e le sue alternative - ai fini di promuovere la sostenibilità. Gli indicatori debbono riferirsi agli obiettivi generali del PSR e ai suoi verosimili impatti (positivi e negativi) sull’ambiente. Se non sono direttamente pertinenti al piano, difficilmente consentiranno misurazioni effettive del suo impatto sullo sviluppo e sull’ambiente.

(1) Per una definizione dei vari indicatori utilizzati nel presente manuale, cfr. il glossario. È opportuno sottolineare che gli Stati membri hanno elaborato una vasta gamma di indicatori (cfr. elenchi di riferimento) e che gli indicatori e le definizioni elaborate nel presente manuale sono specifiche al contesto dei Fondi strutturali: essi non intendono fornire una trattazione esauriente della questione.

Agli stadi più avanzati (QCS, DocUP e PO) della procedura dei Fondi strutturali, gli indicatori aiuteranno i gestori dei programmi a scegliere le misure e i progetti, a valutare se le proposte contribuiscono al conseguimento degli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile, o semplicemente, ogniqualvolta possibile, a misurare i vantaggi derivanti da un programma. Queste fasi ulteriori della procedura di programmazione spesso richiederanno indicatori differenti, che riflettano la gerarchia di priorità a livello di QCS e di PO. Obiettivi Gli obiettivi chiave, a questo stadio, sono pertanto i seguenti: a) individuare gli indicatori di riferimento

(2) che definiscono lo stato delle componenti chiave della situazione ambientale della regione (o delle regioni); tali indicatori debbono essere impiegati per individuare o controllare le tendenze;

b) elaborare indicatori di prestazione e

finalità che possano essere utilizzati per il monitoraggio delle risorse ambientali chiave e delle modificazioni del loro stato nel tempo. Gli indicatori di prestazione contribuiscono a misurare i progressi verso il conseguimento di un obiettivo del piano.

(2) Questi indicatori sono spesso denominati indicatori dello stato dell’ambiente.

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Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

proporre una serie di indicatori socioeconomici che riflettano le priorità e gli obiettivi, con particolare attenzione agli obiettivi della politica di coesione dell’Unione europea e alle priorità regionali.

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

elaborare indicatori di riferimento che descrivano la situazione ambientale della regione e possano essere utilizzati nel monitoraggio dell’ambiente nel corso del PSR e negli stadi successivi della procedura dei Fondi strutturali. Azione 2) Autorità competenti in materia ambientale

elaborare indicatori di prestazione pertinenti per il PSR e per gli stadi successivi della procedura dei Fondi strutturali. Tali indicatori dovranno riflettere le priorità e gli obiettivi regionali, come pure tener conto degli obiettivi della legislazione e delle politiche dell’Unione europea in campo ambientale.

Azione 3) Autorità di sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

concordare insieme un elenco definitivo di indicatori di riferimento e di indicatori di prestazione (che comprenda indicatori relativi all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, allo sviluppo fisicoe e indicatori finanziari) da applicare al PSR.. Descrizione Nell’elaborare la ‘descrizione della situazione ambientale’ richiesta dai regolamenti sui Fondi strutturali, le autorità competenti in materia ambientale avranno già raccolto dati sullo stato dell’ambiente e delle principali risorse naturali. Tali dati aiuteranno nella scelta degli indicatori di riferimento: si tratta di indicatori che debbono essere connessi allo stato delle principali risorse ambientali e suscettibili di misurazione nel

tempo. In effetti, ciò significa che essi debbono essere basati su insiemi di dati che vengono regolarmente aggiornati. Una volta riuniti gli obiettivi e un progetto di piano, le autorità competenti in materia ambientale possono iniziare a scegliere gli indicatori di prestazione. A questo stadio del processo di programmazione, tali indicatori debbono essere scelti in base alla loro capacità di misurare le tendenze in seno all’ambiente.

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Idealmente, essi dovrebbero essere correlati a finalità dell’Unione europea, nazionali o regionali. Esempi tipici degli indicatori di prestazione sono la percentuale di popolazione servita dall’infrastruttura di trattamento delle acque, la percentuale di popolazione servita da sistemi di raccolta dei rifiuti urbani, la percentuale di acque reflue industriali che vengono riciclate o recuperate e la percentuale del territorio della regione costituita da aree protette. Ulteriori esempi di indicatori di riferimento ambientali per i PSR sono riportati nell’allegato IV del presente manuale. Nel caso degli indicatori di prestazione allo stadio di PSR, essi concerneranno soprattutto i miglioramenti della qualità dell’ambiente, tramite un aumento del livello di trattamento dell’inquinamento o un incremento della dotazione di infrastrutture ambientali, o una diminuzione delle emissioni inquinanti, o una più efficace gestione delle risorse naturali. Esempi tipi allo stadio di PSR potrebbero essere un aumento della percentuale di popolazione di una regione collegata ad impianti di trattamento, un aumento della percentuale di acque reflue che sono oggetto di trattamento secondario o una diminuzione della produzione di sostanze tossiche. Esempi più dettagliati di indicatori di riferimento e di prestazione sono riportati nell’allegato IV del manuale, che include anche informazioni e descrizioni relative all’impiego di indicatori ambientali allo stadio di PSR. All’interno di un PSR possono essere inclusi indicatori di riferimento e di prestazione pertinenti allo sviluppo sostenibile relativi a settori diversi

dall’ambiente. L’energia, i trasporti, le infrastrutture e il turismo conterranno di solito indicatori pertinenti per lo sviluppo sostenibile e le autorità competenti in materia ambientale dovranno discutere con le autorità settoriali del PSR l’esigenza di riflettere i problemi dello sviluppo sostenibile nella scelta degli indicatori.

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Risultati I risultati di questa fase, a seconda delle circostanze e della disponibilità di informazioni in una regione, possono configurarsi come segue: • una serie di indicatori di riferimento

concordati, che potrebbe essere utilizzata per controllare o “rintracciare” le modificazioni dello stato dell’ambiente;

• una serie di indicatori di prestazione

principali, relativi ad obiettivi/criteri/finalità in materia di sostenibilità oppure al conseguimento di un ben preciso livello di miglioramento delle condizioni ambientali o della dotazione di infrastrutture (ad esempio, maggiore disponibilità di trattamento delle acque reflue).

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3.3.7 Integrare i risultati della valutazione nel piano definitivo

Antefatti La valutazione ambientale del PSR avrà evidenziato all’interno del piano proposto alcune priorità di sviluppo od aspetti specifici di tali priorità suscettibili di produrre impatti sull’ambiente. Tali risultati debbono essere inoltre discussi alla luce della valutazione socioeconomica, operata nel piano, dei punti di forza e di debolezza della regione. A questo stadio è importante discutere i compromessi tra obiettivi sociali, economici e ambientali, con l’intento di garantire che il PSR definitivo comprenda un equilibrato insieme di obiettivi atti a promuovere lo sviluppo sostenibile nelle regioni in questione. Obiettivi L’obiettivo, in questo stadio, è di garantire che in fase di individuazione e selezione delle opzioni di sviluppo definitive si tenga in debito conto, unitamente agli aspetti socioeconomici, anche dei problemi e degli impatti ambientali. È importante che i problemi relativi all’ambiente e allo sviluppo sostenibile siano adeguatamente affrontati unitamente alle priorità sociali ed economiche, in modo che fin dagli inizi del processo di programmazione si riesca ad ottenere un corretto equilibrio tra i due aspetti.

Descrizione Rassegna dei risultati della valutazione ambientale e decisione in merito al PSR definitivo Le valutazioni sono utili solo nella misura in cui possono contribuire al processo decisionale e attivamente condizionarlo; pertanto, le autorità dello sviluppo debbono essere in grado di utilizzare i risultati e le raccomandazioni contenuti nella valutazione. Ciò sarà più agevole se le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale avranno agito in stretta collaborazione per tutta la procedura VAS, invece di riunirsi unicamente alla fine della procedura. Gli obiettivi e le priorità di sviluppo suscettibili di esercitare impatti potenzialmente negativi o, semplicemente, di non recare alcun contributo agli obiettivi ambientali e della sostenibilità, debbono essere riveduti in quanto può essere possibile modificarli o potenziarli per tener conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile: ad esempio, includendo la formazione in campo ambientale negli obiettivi concernenti le competenze o l’occupazione, includendo azioni di riciclaggio o di trattamento dei rifiuti tra le priorità connesse alle prestazioni industriali/economiche. Tali elementi non debbono distorcere gli obiettivi sociali o economici, ma contribuire ad ampliarli a vantaggio dello sviluppo regionale. .

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Azioni

Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

Azione 1) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

discutere insieme i risultati delle valutazioni socioeconomica ed ambientali, e le rispettive implicazioni Azione 2) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

concordare sulle modalità più appropriate in cui riflettere i risultati della valutazione ambientale nella scelta definitiva (e relativa descrizione) delle priorità di sviluppo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile (ambientale, sociale ed economico). Non esiste una soluzione prefissata per rispondere ai problemi sollevati dalla valutazione ambientale. Tuttavia, tra le possibili risposte a risultati sfavorevoli in merito agli impatti sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile si possono citare le seguenti: • scelta di opzioni strategiche alternative,

o miglioramento del potenziale contributo positivo di un’opzione modificandola a seguito di un dibattito con i gestori di piani e programmi in altri settori;

• modifiche degli obiettivi generali (un obiettivo di sviluppo potrebbe essere sostituito da un altro meno dannoso sul piano ambientale, o modificato per tener conto dei vincoli ambientali);

• spostamento di accento (all’interno del PSR) tra differenti settori prioritari;

• individuazione di aree inadatte per

determinati tipi di azioni di sviluppo, ad esempio sviluppi turistici in ambienti costieri o montani sensibili;

• determinati tipi di progetti in aree caratterizzate da vincoli ambientali specifici potrebbero non risultare ammissibili ai finanziamenti (ad esempio, progetti che comportino un maggiore impiego di risorse idriche in aree con equilibri idrologici negativi);

• determinati tipi di progetto potrebbero richiedere fin dall’inizio consultazioni con l’autorità ambientale in merito al programma.

In generale, la risposta deve essere positiva e deve cercare di potenziare lo sviluppo di un’economia migliorando, nel contempo, anche la qualità ambientale. Maggiore sensibilizzazione Un risultato molto importante della valutazione è il suo contributo ad una maggiore sensibilizzazione in una vasta gamma di attori istituzionali, nazionali e regionali in merito ai problemi della sostenibilità e alle interazioni positive e negative tra ambiente, risorse naturali e iniziative di sviluppo.

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Avendo lavorato insieme per trovare le migliori soluzioni intese a conseguire gli obiettivi in materia di ambiente e sviluppo, le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale avranno raggiunto una migliore comprensione delle implicazioni della scelta tra strategie alternative. Risultati I risultati di questo stadio comprenderanno, tra l’altro: • spiegazione del modo in cui ciascun

obiettivo di sviluppo contribuisca a conseguire gli obiettivi ambientali (un processo analogo deve essere applicato agli obiettivi socioeconomici, ed è auspicabile che i risultati siano presentati nel medesimo documento); nei casi in cui la valutazione abbia individuato conflitti tra obiettivi ambientali e obiettivi di sviluppo, è necessario affrontare questi ultimi e spiegare le motivazioni relative al risultato finale;

• il riferimento ad ulteriori valutazioni ambientali dettagliate - e al relativo calendario - è reputato necessario prima dell’approvazione definitiva delle proposte di sviluppo (ad esempio, analisi dei corridoi nel settore dei trasporti);

• spiegare le motivazioni relative alla scelta di strategie alternative per ciascun settore prioritario; nei casi in cui non sia possibile scegliere l’opzione più favorevole dal punto di vista ambientale (quale è stata evidenziata dalla valutazione ambientale), si deve fornire una spiegazione dettagliata;

• una sintesi delle difficoltà incontrate nel

corso della procedura VAS (ad esempio, divari tra i dati, tempi e coordinamento) sarebbe anch’essa utile in funzione dei futuri stadi di programmazione e di valutazione.

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3.4 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI QUADRI COMUNITARI DI SOSTEGNO

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3.4.1 Introduzione

In questa parte del manuale si descrive in che modo affrontare l’integrazione delle problematiche ambientali nel passaggio dallo stadio del PSR allo stadio dei QCS/DocUP. Si spiega quindi ciascun stadio VAS nel contesto della programmazione del QCS. La versione definitiva del PSR è inviata alla Commissione. I servizi della Commissione dispongono di un lasso di tempo in cui esaminano il contenuto economico, sociale e ambientale del piano. Come parte della procedura VAS per i Fondi strutturali, il PSR sarà valutato nei seguenti termini: • completezza dei dati di riferimento

ambientali;

• completezza della valutazione ambientale dell’impatto delle strategie e delle priorità nel PSR, con i dovuti riferimenti alla valutazione ex post del precedente periodo di programmazione (1994-99);

• coerenza del piano e grado in cui esso

contribuirà ad affrontare gli obiettivi e i problemi ambientali messi in evidenza;

• compatibilità delle priorità del piano con

la politica e la legislazione dell’Unione europea in campo ambientale. (1)

La Commissione comunica quindi i suoi commenti agli Stati membri e può richiedere ulteriori informazioni aggiuntive prima che entrambe le parti si impegnino in negoziati relativi al Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) o al Documento Unico di Programmazione (DocUP) (cfr. figura 3.3).

(1) Il piano verrà valutato anche sulla base della sua compatibilità con le altre politiche dell’Unione europea e con la legislazione dell’Unione europea pertinenti.

Gli Stati membri e la Commissione (qui di seguito denominati “il partenariato”) faranno riferimento al PSR nel definire le componenti ambientali del QCS/DocUP. Se vengono proposte modifiche importanti del contenuto o dell’equilibrio tra le priorità di sviluppo definite nel PSR, sarà necessario valutare l’impatto ambientale di tali modifiche per aggiornare di conseguenza i risultati della valutazione ambientale. Collegamento tra Quadri Comunitari di Sostegno, Documenti Unici di Programmazione e Programmi Operativi: A seconda dell’obiettivo dei Fondi strutturali cui sono destinati i piani e i programmi, la fase di programmazione può essere seguita da un Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) seguito da Programmi Operativi (PO) oppure, semplicemente, da un Documento Unico di Programmazione (DocUP) (cfr. figura 3.3). Gli stadi descritti nel capitolo sono parimenti applicabili ad un QCS e alla prima parte di un DocUP. Nel prossimo capitolo, relativo ai Programmi Operativi, sono riportati suggerimenti in merito alle modalità di definizione delle specifiche dettagliate (scopi e obiettivi, sviluppo proposto, dimensione degli investimenti, ecc.) delle priorità e misure per il DocUP che tengano conto dell’ambiente.

Tre stadi VAS per il QCS Vi saranno tre stadi importanti: • obiettivi, priorità e il ruolo delle autorità

competenti in materia ambientale;

• valutazione ambientale nel contesto del QCS;

• indicatori.

Il QCS tratta dei problemi del monitoraggio e della valutazione futura nei termini della definizione di regole generali sulle modalità di messa in opera

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di tali stadi nel contesto dei PO. Tali aspetti sono esaminati nell’allegato V.

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Figura 3.3 I QCS, i DOCUP e la valutazione ambientale

Procedura di pianificazione dei fondi strutturali:

Dal PSR al QCS/DocUP

Ruolo e azioni dei servizi della Commissione europea

in partenariato con gli Stati membri

Valutazione ambientale strategica

Dal PSR al QCS/DocUP Ruolo e azioni dei servizi della Commissione europea

in partenariato con gli Stati membri

la Commissione europea riesamina il PSR in termini di: • completezza dei dati di riferimento ambientali e

della valutazione ex ante • coerenza tra obiettivi ambientali, strategia

complessiva del piano e piano finanziario • compatibilità del piano con la legislazione e con la

politica comunitaria sull’ambiente

la Commissione europea riesamina il PSR in termini di: • completezza dei dati di riferimento socioeconomici e

della valutazione ex ante • coerenza tra obiettivi economici, strategia

complessiva del piano e piano finanziario • compatibilità del piano con la politica regionale

dell’UE e altre politiche e atti legislativi pertinenti

la Commissione europea può richiedere ulteriori informazioni prima di avviare negoziati

in merito al QCS o al DocUP

accordo su: obiettivi strategici, priorità, indicatori

piano finanziario (tutti questi elementi includono una dimensione

“ambiente e sviluppo sostenibile”), ruolo delle autorità competenti in materia ambientale

apporto della valutazione

formale ex ante del PSR

progetto di QCS/DocUP

definizione di misure di attuazione e di procedure di monitoraggio e valutazione

gli Stati membri definiscono specifiche

dettagliate delle priorità e delle misure per il DocUP

versione definitiva del QCS versione definitiva del

DocUP

il QCS costituisce la base per la definizione dei PO

Quadri Comunitari di Sostegno e Documenti Unici di Programmazione

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3.4.2 Obiettivi e priorità del Quadro Comunitario di Sostegno e ruolo delle autorità competenti in materia ambientale

Obiettivi e priorità È importante che il QCS o PSR di una regione rifletta pienamente i risultati della valutazione ambientale del piano regionale, gli obiettivi e le priorità di quest’ultimo. Ciò riflette l’esigenza di promuovere l’integrazione ambientale negli obiettivi generali del QCS e in tal modo concordare priorità di sviluppo sostenibile. È importante che le priorità del QCS siano coerenti con gli obiettivi della politica regionale e nazionale, e che nel QCS si dichiari chiaramente quali sono gli obiettivi ambientali previsti.

Dato che il QCS determinerà il contesto di tutti i PO, è di fondamentale importanza che i suoi obiettivi e le sue priorità siano definiti in modo coerente. Ad esempio, è importante mettere bene in chiaro il ruolo degli investimenti nell’infrastruttura ambientale intesi ad appoggiare altre priorità di sviluppo quali industria, turismo e sviluppo rurale. Un esempio del modo in cui possono essere presentate le priorità ambientali è riportato nella tabella 3.4. In essa sono indicate anche le modalità in cui gli obiettivi ambientali riflettono le priorità sociali ed economiche.

Tabella 3.4 Esempio di presentazione delle priorità ambientali in un QCS

Priorità Obiettivi

Ampliamento e modernizzazione della rete di approvvigionamento idrico

• Ampliamento della rete di approvvigionamento e distribuzione • Riduzione delle falle e delle perdite della rete • Aumento della popolazione collegata al sistema

Estensione della rete fognaria • Ampliamento della rete fognaria esistente

• Aumento della percentuale di popolazione collegata alla rete • Riduzione degli impatti delle acque fognarie non trattate sulle aree turistiche e sulle

risorse ittiche

Crescente capacità di trattamento degli effluenti nelle aree urbane

• Fornitura di impianti di trattamento effluenti in tutti i principali centri urbani • Completamento degli impianti in costruzione e dei loro collegamenti con la rete

fognaria • Crescente capacità di tener conto dei massimi flussi nella stagione turistica

Aumento della capacità dell’infrastruttura di trattamento dei rifiuti urbani

• Aumento del numero di impianti di trattamento per coprire tutta la popolazione urbana

• Chiusura di tutti i depositi e di tutte le discariche di rifiuti non autorizzate

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La definizione degli obiettivi e delle priorità: • consentirà di valutare le prestazioni in

campo ambientale dei programmi futuri;

• agevolerà i processi di monitoraggio e

di valutazione centrali per la programmazione e la messa in opera dei Fondi strutturali.

Gli obiettivi quantificati debbono inoltre essere riflessi dagli indicatori prescelti ai fini di effettuare il monitoraggio e la valutazione del QCS nel periodo di programmazione (cfr. punto 3.4.4). Il ruolo delle autorità competenti in materia ambientale Un’altra importante parte di questo stadio è la definizione dettagliata del ruolo delle autorità competenti in materia ambientale nella messa in opera del QCS. Il processo di valutazione ambientale descritto nel manuale prevede che le autorità competenti in materia ambientale partecipino attivamente agli stadi di pianificazione e di valutazione del PSR; un livello di partecipazione analogo sarà suggerito nel prossimo stadio di programmazione, quello dei PO. Il QCS deve includere una descrizione del ruolo previsto per le autorità competenti in materia ambientale nella sua attuazione, compresa la predisposizione e l'attuazione dei PO. Tra le questioni che potrebbero essere affrontate citiamo, tra l’altro: • contributi alla definizione degli obiettivi e

delle finalità relativi alla sostenibilità e

all’ambiente, per tutte le priorità di sviluppo concordate;

• definizione della strategia, del

programma e delle misure specifiche di ciascuna priorità in campo ambientale;

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• contributi alla definizione degli indicatori di sostenibilità e degli indicatori ambientali;

• contributi alla valutazione ambientale dei PO;

• partecipazione alla definizione di accordi e procedure di attuazione per le priorità di sviluppo, compresa la collaborazione con le autorità dello sviluppo nel definire l’ammissibilità e i criteri di selezione dei progetti;

• collaborazione nel monitoraggio e nella futura valutazione dell'attuazione dei PO.

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3.4.3 La valutazione ambientale nel contesto del Quadro Comunitario di Sostegno

A questo punto della programmazione dei Fondi strutturali è necessario integrare i risultati della valutazione ambientale per il PSR nel QCS ed effettuare una valutazione generale del probabile impatto del QCS sull’ambiente. Integrazione dei risultati della valutazione ambientale del PSR I risultati della valutazione ambientale del PSR sono di norma integrati nelle seguenti due parti del QCS: • una parte che descrive la situazione

ambientale della/e regione/i;

• una parte che descrive l’impatto del QCS sull’ambiente (vedi infra).

Al momento di integrare i risultati della valutazione in queste due parti del QCS, le autorità competenti in materia ambientale dovrebbero sottolineare il nesso tra protezione dell’ambiente e questioni relative allo sviluppo sostenibile, e gli obiettivi e le priorità globali del QCS. Ad esempio, nel QCS della Grecia nel periodo 1994-99, la prima parte del documento comprendeva una descrizione della situazione ambientale (Contesto e analisi dello sviluppo regionale). Il quadro 3.2 qui di seguito mostra i nessi che erano stati evidenziati.

Quadro 3.2 La situazione ambientale - esempio tratto dal QCS della Grecia nel periodo 1994-99

Ambiente acquatico collegamenti con l’agricoltura e l’industria (domanda e inquinamento idrico); diseguale distribuzione spaziale della popolazione (gestione della domanda); trasporti marittimi, impianti di trattamento. Rifiuti collegamenti con i rifiuti urbani; discariche; differenze tra situazioni urbane e rurali; industrie produttrici di rifiuti tossici. Natura - Biotopi collegamenti con lo sviluppo immobiliare e delle infrastrutture; caccia; turismo e attività agricole. Aria collegamenti con le condizioni nelle aree urbane e con l’attività delle centrali elettriche. Rumore collegamenti con i trasporti; qualità della vita nelle aree urbane. Sviluppo urbano e regionale collegamenti con l’assenza di una politica coerente per questi problemi; esigenza di uno sviluppo equilibrato; protezione dell’ambiente naturale.

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Valutare l’impatto del QCS sull’ambiente La responsabilità di questa valutazione spetta sia agli Stati membri che alla Commissione, e verrà realizzata nel contesto dei negoziati bilaterali relativi al QCS. In questo caso, i problemi principali per le autorità competenti in materia ambientale sono i seguenti: • coerenza tra il QCS e gli obiettivi

ambientali del PSR; • potenziali impatti sull’ambiente di

ciascuna priorità del QCS; • contributo allo sviluppo sostenibile da

parte degli obiettivi e delle priorità settoriali;

• misure da adottare per garantire che la

messa in opera del QCS produca impatti ambientali ridotti e ottimizzi i benefici, tenendo conto degli obiettivi sociali ed economici;

• coerenza del QCS complessivo (non solo dei suoi obiettivi e finalità ambientali) con le politiche e la legislazione dell’Unione europea in campo ambientale;

• ruolo delle autorità competenti in materia ambientale nella messa in opera del QCS.

Nell’affrontare questi problemi, le autorità competenti in materia ambientale debbono considerare le seguenti domande:

• il QCS attribuisce livelli di finanziamento adeguati al conseguimento dei suoi obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile?

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• le azioni e misure individuate nel QCS appoggiano le sue priorità in materia di sviluppo sostenibile?

• le strutture di gestione e di messa in

opera esistenti nel settore dell’ambiente e nei settori correlati sono in grado di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile del QCS o richiedono di essere potenziate e sostenute?

• le azioni e misure proposte si armonizzano con le altre iniziative e programmi finalizzati ai settori dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile?

Gran parte di quanto sopra elencato sarà importante anche a livello di DocUP e di PO, e le autorità competenti in materia ambientale dovranno periodicamente riesaminare ciascuno dei questi problemi nel periodo di applicazione del QCS. L’allegato III presenta una serie di strumenti per la valutazione dei PSR e dei PO. Tali metodi possono essere applicati anche al QCS.

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3.4.4 Indicatori ambientali e Quadri Comunitari di Sostegno

Gli indicatori per il QCS/DocUP sono estremamente importanti. Essi svolgono un ruolo decisivo nel quantificare i risultati previsti degli investimenti dei Fondi strutturali nel corso del periodo di programmazione. Grazie all’inclusione degli indicatori relativi all’ambiente e allo sviluppo sostenibile la Commissione, gli Stati membri e i partenariati regionali saranno pertanto in grado, se del caso, di valutare l’impatto ambientale del QCS/DocUP. Nella tabella 3.5 sono riportati vari esempi dei tipi di indicatori ambientali che possono essere presentati in un QCS. Essi evidenziano con chiarezza che è necessario che gli indicatori e le finalità ambientali a livello di QCS siano misurabili. L’allegato IV riporta un ulteriore esempio di indicatori QCS. È importante sottolineare che gli indicatori sono riveduti nel corso dei programmi e che è necessario sostituire quelli che sono divenuti irrilevanti o sui quali è impossibile riferire. Si tratta di problemi che non sono sempre chiari a questo stadio del ciclo di programmazione. Ad esempio, la revisione a medio termine di un programma fornisce un’eccellente opportunità di riesaminare la capacità degli indicatori di livello del QCS di registrare l’impatto degli investimenti che vengono realizzati.

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Tabella 3.5 Esempio di continuità tra priorità, obiettivi e indicatori ambientali allo stadio di QCS (basato sul QCS della Grecia per il 1994-99)

Priorità d i sviluppo del QCS: l’ambiente (esempi)

Obiettivi e finalità ambientali per il QCS (esempi)

Indicatori ambientali pertinenti per il QCS (esempi)

• Monitoraggio dell’ambiente • Gestione delle risorse idriche e

delle acque reflue

Predisposizione di un master plan per la gestione di risorse acquatiche e miglioramento dell’approvvigionamento e della distribuzione idrica, e trattamento delle acque reflue. Miglioramento del 10% della qualità dell’ambiente acquatico

• Percentuale conformità alle direttive CE 91/271/CEE e 80/68/CEE

• Percentuale di popolazione servita da sistemi di raccolta delle acque reflue urbane

• Gestione di rifiuti urbani e pericolosi • Gestione dei rischi ambientali

Aumento dal 25% al 45% della percentuale di rifiuti urbani trattati; miglioramento della gestione di rifiuti tossici e pericolosi

• Percentuale conformità alle direttive CE 91/156/CEE e 91/689/CEE

• Percentuale di popolazione servita da sistemi di raccolta dei rifiuti urbani

• Percentuale di rifiuti solidi urbani riciclata

• Gestione dell’ambiente naturale Aumento del 10% circa della percentuale di flora e fauna protette

• Percentuale conformità alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE

• Aree protette per legge come percentuale della superficie della Grecia

• Gestione dell’ambiente naturale Miglioramento del 30% circa della protezione dell’ambiente naturale (biotopi protetti dalla convezione di Ramsar, parchi nazionali, siti)

• Percentuale conformità alle direttive CE 79/409/CEE e 92/43/CEE

• Miglioramento della qualità dell’aria, soprattutto nella regione di Atene

Riduzione del 10% circa dell’inquinamento atmosferico in città diverse da Atene e nelle regioni vicine a centrali elettriche; riduzione del 20% per Atene.

• Percentuale conformità alle direttive CE 85/203/CEE, 80/779/CEE e 89/447/CEE

Fonte: QCS per la Grecia, Obiettivo 1, 1994-99

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3.5 LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PREDISPOSIZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI

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3.5.1 Introduzione

I Programmi Operativi (PO) costituiscono la modalità principale di attuazione delle priorità del PSR nelle regioni assistite. La figura 3.4 riporta una descrizione grafica delle modalità in cui debbono interagire i processi di programmazione e di valutazione ambientale. Sintetizza gli stadi della VAS e i ruoli delle autorità dello sviluppo e delle autorità competenti in materia ambientale descritti in questa parte dedicata ai Programmi Operativi.

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Valutazione ambientale strategica Il PO

Ruolo e azioni delle autorità competenti in materia ambientale

Collaborazione per l’elaborazione della bozza di PO

Indicazioni per il periodo successivo dei FS

Valutazion

e intermedia

Attività di

monitoraggio

Strategie di monitoraggio ambientale

Versione finale del PO

Elaborazione di dati di riferimento ambientali e di obiettivi/finalità per i PO

Valutare il progresso del PO a medio termine e, se necessario, riorientare

determinati aspetti del programma od alcuni dei suoi indicatori di impatto

Valutare i risultati dell'attuazione del PO e dei suoi obiettivi ed indicatori; confrontare i risultati della VAS del PO

con i risultati ottenuti grazie all'attuazione

Valutazione ex ante

Selezione degli indicatori ed elaborazione dei criteri di selezione

Valutazione ambientale degli impatti del programma, con eventuali modifiche intese a ridurre/compensare

l’impatto ambientale e/o migliorare i benefici sul piano ambientale; confronto tra gli obiettivi del

programma e gli obiettivi ambientali

Strategia per il monitoraggio fisico e finanziario dei PO

Approvazione della Commissione europea

Valutazione ex post

Completamento del periodo di programmazione

Attuazione del PO

Programmi Operativi

Figura 3.4 I PO e la procedura VAS

Procedura di pianificazione dei fondi strutturali

Il PO Ruolo e azioni delle autorità dello sviluppo

Bozza di PO per i 4 fondi strutturali

(FESR, FEAOG, SFOP e FSE)

Selezione di indicatori ambientali ed elaborazione di criteri di selezione intesi a valutare la compatibilità e il

contributo delle proposte rispetto agli obiettivi in materia di sviluppo e di ambiente del programma

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3.5.2 Valutazione della situazione

ambientale - elaborazione di dati di riferimento

Antefatti I dati di riferimento ambientali (e socioeconomici) per tutte le priorità di sviluppo rivestono analoga importanza negli stadi di pianificazione, valutazione e monitoraggio, che costituiscono parte integrante della messa in opera di un PO fino al termine del periodo di programmazione (vedi figura 3.5). Molti dati relativi alla situazione ambientale di una data regione debbono essere stati già raccolti ai fini della valutazione ambientale del PSR (cfr. i

punti 3.3.2 e 3.3.5). Sia le autorità dello sviluppo che le autorità competenti in materia ambientale debbono pertanto disporre già di un quadro chiaro dei principali punti di forza e di debolezza dell’ambiente e delle risorse naturali di una regione in rapporto alla maggior parte, se non a tutte, le priorità di sviluppo del QCS. Obiettivi A questo stadio, l’obiettivo consiste nel fornire alle autorità dello sviluppo un sistema di riferimento ambientale il più possibile dettagliato per coadiuvarli nel processo di elaborazione delle bozze di Programmi Operativi.

Figura 3.5 Continuità tra la procedura VAS e la procedura dei Fondi strutturali

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obiettivi finalità priorità epropostedettagliate

indicatori monitoraggio evalutazione

Dati diriferim. del PSR

(compresi punti di forzae di debolezza)

Obiettivi e priorità del QCS

AS e AAraccolgono

ulteriori dati

I dati di riferimentoin campo ambientale del PO

+

per il PO

Forniscono informazioni di base per

del PO del PO

del PO

del POdel PO

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Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo esaminare le implicazioni dei dati di riferimento ambientali per le priorità destinate ad essere sviluppate nel PO

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale definire i dati di riferimento per le priorità di sviluppo individuate nel QCS

Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale garantire che la documentazione sui dati di riferimento ambientali e la sintesi commentata della legislazione e degli obiettivi delle politiche in materia di ambiente (realizzata per la fase PSR) sia comunicata a tutte le autorità dello sviluppo suscettibili di essere impegnate nella formulazione del PO

Azione 3b) Autorità competenti in materia ambientale presentare i nuovi dati, in modo che le autorità dello sviluppo possano prendere atto della rilevanza del documento ai fini del rispettivo settore di sviluppo

Descrizione Dopo aver definito gli obiettivi e le priorità del QCS, le autorità dello sviluppo sapranno quali tipi di misure di sviluppo saranno verosimilmente attuate. Ciò può richiedere ulteriori informazioni, che contribuiranno quindi a definire indicatori di riferimento più dettagliati o più precisi per il PO. L’allegato I esamina dettagliatamente quanto segue: • in che modo i dati possono incidere sul

contenuto dei PSR o dei PO;

• quantità e qualità dei dati richiesti;

• presentazione dei dati;

• individuazione di ulteriori esigenze per

quanto riguarda i dati e le risorse. Risultati I dati di riferimento prodotti in questo stadio del PO saranno utilizzati come informazioni di riferimento per il progetto di PO e per la valutazione del PO al momento della sua attuazione. Per favorire l’integrazione già dalle fasi iniziali, i dati di riferimento ambientali e socioeconomici potrebbero essere presentati insieme per ciascuna priorità di sviluppo. Per la componente ambientale, oltre alle informazioni raccolte a livello di

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PSR (vedi punto 3.3.2), tali dati di riferimento dovrebbero includere: • una rassegna delle politiche e della

legislazione in materia ambientale comunitaria, nazionale e regionale pertinente, i requisiti e le implicazioni della stessa (comprese quelle finanziarie) per le priorità di sviluppo;

• una descrizione delle pressioni ambientali specifiche alla regione o al settore economico interessato;

• una serie di carte topografiche che sintetizzano le informazioni chiave e che corredano di una dimensione spaziale le descrizioni dettagliate sopra citate.

• N.B. le tappe sopra indicate forniranno le informazioni necessarie per una definizione e quantificazione degli obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile per tutte le priorità (punto 3.5.3).

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3.5.3 Elaborazione degli obiettivi e delle finalità

Antefatti L'attuazione del QCS comporterà la definizione di una serie di PO per ciascuno Stato membro e le regioni ammissibili all’interno di esso. Ciascun PO dovrà includere obiettivi relativi allo sviluppo e all’ambiente intesi a promuovere lo sviluppo sostenibile. Obiettivi Questo stadio riflette l’esigenza di integrare le tematiche ambientali all’interno degli obiettivi generali del PO, ai fini di individuare misure di sviluppo sostenibile. Deve esservi una ben precisa continuità tra il PSR, il QCS e i PO definitivi.

Insieme, le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale dovranno individuare un insieme equilibrato di obiettivi e finalità per ciascun PO. Gli obiettivi e le finalità dovranno: • contribuire alla definizione e alla scelta

tra mezzi alternativi di messa in opera del programma e/o delle sue misure;

• consentire la valutazione delle

prestazioni di un piano o programma dal punto di vista ambientale;

• agevolare i processi di monitoraggio e

di valutazione, centrali per la programmazione e l'attuazione dei Fondi strutturali.

La stretta cooperazione tra autorità ridurrà l’eventualità di un conflitto di obiettivi nello stadio di attuazione.

Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

prendere in considerazione i risultati della valutazione del PSR e le informazioni raccolte per i dati di riferimento Azione 2a) Autorità dello sviluppo definire obiettivi economici e sociali per tutti i PO, tenendo conto degli obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile

Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale definire obiettivi in materia di ambiente e sviluppo sostenibile per tutti i PO

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Descrizione Il presente stadio VAS comporterà i seguenti elementi: • definizione di obiettivi ben precisi in

materia di ambiente e sviluppo sostenibile in relazione alle priorità in materia di ambiente e sviluppo;

• quantificazione delle finalità in materia

di ambiente e sviluppo sostenibile per ciascuna priorità.

Definizione degli obiettivi nell’ambito dei Programmi Operativi Sulla base dei risultati della raccolta e dell’analisi dei dati di riferimento (vedi punto 3.5.2. del presente manuale) si dovranno individuare tematiche/questioni in campo ambientale. In base a ciò, le autorità competenti in materia ambientale dovranno elaborare obiettivi in materia di ambiente e di sostenibilità che collegheranno le questioni ambientali con le priorità di sviluppo individuate nel PSR e nel QCS. Ai fini di definire gli obiettivi, le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale dovranno: • riesaminare gli obiettivi e le finalità

definiti allo stadio di PSR e QCS, per garantire la continuità tra questi e gli obiettivi dei PO in materia di ambiente;

• riesaminare i risultati dei dati di riferimento, per individuare tematiche ambientali chiave che sono condizionate (in modo positivo o negativo) dalla/e priorità di sviluppo che il PO è inteso ad affrontare;

• individuare la direzione generale in cui si dovranno sviluppare le tematiche ambientali in relazione a tale/i priorità (ad esempio, una riduzione delle emissioni di CO2, un aumento dei punti di monitoraggio dell’inquinamento idrico);

• definire obiettivi in materia di ambiente e sostenibilità che chiarifichino il modo in cui le priorità possano contribuire all’orientamento generale a favore delle tematiche ambientali.

Ad esempio: • Il QCS per il paese X individua le infrastrutture dei

trasporti come una delle priorità.

• Nello stadio dei dati di riferimento si è mostrato (tra l’altro) che la regione o il paese: - deve ridurre le emissioni di CO2, cui contribuisce in modo rilevante il settore dei trasporti; - necessita di un aumento di superficie boscata, e che la nuova infrastruttura dei trasporti vi contribuisca positivamente attraverso la plantumazione lungo le superstrade, ecc.

• Gli obiettivi per il PO che sviluppa la priorità (ad esempio, un PO transettoriale o un PO specifico per il settore dei trasporti) possono includere: - per il settore dei trasporti (o per una modalità di trasporto specifica), di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e di aumentare il numero di piante messe a dimora lungo le linee direttrici.

Il ruolo delle finalità Per soddisfare l’obiettivo di monitoraggio e valutazione previsto dal regolamento sui Fondi strutturali il PO deve definire, ogniqualvolta possibile, finalità ben precise e quantificate da conseguire entro una certa data.

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In mancanza di esse, è quasi impossibile stabilire se il finanziamento dell’Unione europea abbia esercitato un impatto positivo sull’economia di una regione, sul suo ambiente e sulle sue risorse naturali. Ovviamente la capacità di rintracciare i cambiamenti dipenderà dalla presenza e dalla qualità dei dati di riferimento raccolti. Il processo sopra descritto è inteso ad agevolare l’identificazione e l’integrazione delle finalità in materia di ambiente e di sostenibilità tra le priorità del PO. Un esempio è riportato nella tabella 3.6 che segue.

Tabella 3.6 Esempi di obiettivi e finalità ambientali per differenti priorità

Tipo di priorità pertinente

Esempio di obiettivo relativo all’ambiente/alla sostenibilità

Esempio di finalità ambientale

Agricoltura • Riduzione dell’impiego di fertilizzanti.

• Riduzione dell’ X% dell’impiego di fertilizzati azotati/fosfati da qui al 2006

Turismo

• Sviluppo di turismo sostenibile (con particolare riguardo alle zone costiere e le isole minori).

• Definizione di un piano di gestione per un turismo sostenibile per le aree X, Y e Z con particolare riferimento alle zone umide da qui al 2001.

• Sviluppo di X imprese di turismo ecologico nella regione da qui al 2003, e di Y altre imprese da qui al 2006.

Industria • Rigenerazione ambientale dei siti industriali.

• Recupero/decontaminazione del X% di terreni contaminati/abbandonati.

Ambiente • Riduzione dei livelli di rifiuti destinati alle discariche, grazie ad investimenti nell’infrastruttura di gestione dei rifiuti.

• Riduzione del 10% dei rifiuti industriali destinati alle discariche.

• Destinazione al riciclaggio del 25% dei rifiuti urbani destinati alle discariche.

• Messa in funzione di sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti per carta e plastica da parte di tutte le autorità locali da qui al 2002, e raccolta differenziata di vari colori di vetro da qui al 2003.

Trasporti

• Migliorare l’equilibrio tra modalità di trasporto.

• Riduzione del 10% del numero di spostamenti da parte di pendolari nei centri commerciali X e Y attorno alla città Z.

Sviluppo rurale /Silvicoltura

• Incoraggiare le attività interne all’azienda agricola.

• Aumento del 15% della copertura di zone boscate gestite da aziende nelle zone A, B e C della regione da qui al 2004.

Risultati Sulla base delle informazioni raccolte in questi due primi stadi della VAS (dati di

riferimento e obiettivi), si debbono elaborare obiettivi e finalità in materia di ambiente e sviluppo, integrati in un

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insieme coerente di obiettivi di sviluppo sostenibile. Tali obiettivi debbono essere sufficientemente dettagliati da orientare la definizione di programmi e misure. (1)

Ad esempio, il seguente obiettivo e finalità per la priorità “sviluppo rurale”:

Incoraggiare le attività interne all’azienda agricola. Aumento del 15% della copertura di zone boscate gestite da aziende nelle zone A, B e C della regione da qui al 2004

suggerisce che parte dei finanziamenti potrebbe essere investita in attività interne all’azienda agricola intese a promuovere la creazione di nuove zone boscate.

(1) Con “misura”, si intende la modalità con cui una priorità è attuata nel corso di diversi anni consentendo il finanziamento delle operazioni. Si definisce “misura” ogni regime di aiuti concesso ai sensi dell’articolo 92 del trattato od ogni aiuto concesso da organismi designati dagli Stati membri.

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3.5.4 L’elaborazione della bozza di Programma Operativo e le sue alternative

Antefatti Il PO è un documento di programmazione dettagliato che illustra in che modo le autorità nazionali e regionali intendano attuare una o più priorità individuate nel QCS. In sostanza, si tratta della richiesta dettagliata di assistenza a titolo dei Fondi strutturali. È perciò importante garantire che i risultati della valutazione ambientale del Piano di Sviluppo Regionale siano incorporati nell’elaborazione di un PO, per garantire che ogni azione proposta nel PO sia compatibile con i principi del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

L'attuazione di un QCS può comportare la definizione di una serie di PO per ciascuno Stato membro e le regioni ammissibili al suo interno. Ciascun PO è previsto per ottenere assistenza a titolo di uno o più dei quattro Fondi di sviluppo: FESR, FSE, FEAOG e SFOP (vedi la Parte 1 del presente manuale). Obiettivi Le bozze di programmi debbono essere elaborati equilibrando gli obiettivi economici, sociali e ambientali e la ripartizione dei contributi attribuiti a ciascuna priorità approvata nel QCS. La finalità della VAS, a questo stadio, è di garantire che le strategie di sviluppo proposte e le relative misure dettagliate contribuiscano ad orientare i finanziamenti verso misure e progetti di sviluppo sostenibile, e che questi siano pienamente compatibili con le politiche e la legislazione in campo ambientale.

Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo progettare un piano di sviluppo per tutte le priorità che ricevono contributi a titolo dei Fondi strutturali

Questo stadio comporterà l’individuazione di opzioni alternative, comprese opzioni relative a politiche (ad esempio, percentuale di contributi, criteri di ammissibilità e di selezione)

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

Le autorità competenti in materia ambientale coopereranno con le autorità dello sviluppo nelle fasi di stesura della bozza; inoltre ­ individueranno precise strategie ambientali e

misure specifiche per il PO ambiente; ­ individueranno problemi e alternative in campo

ambientale che dovrebbero essere integrate in altri PO di sviluppo (energia, industria, agricoltura, turismo, ecc.) per migliorare l’impatto positivo del programma sull’ambiente e per ridurre gli impatti negativi;

­ individueranno la portata delle azioni ambientali da effettuare nelle altre priorità e sottoprogrammi

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(ad esempio, problemi agroambientali e di agriturismo nel settore dell’agricoltura, impiego delle energie rinnovabili nel settore dell’energia, sviluppo di tecnologie pulite nel settore dell’industria, ecc.)

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Descrizione In questo stadio le autorità competenti in materia ambientale debbono collaborare con le autorità dello sviluppo per individuare quanto più dettagliatamente possibile il tipo di misure che soddisferebbero gli obiettivi ambientali per tutte le priorità di sviluppo. Un criterio determinante per il successo sarà costituito dalla misura in cui i PO contribuiranno e risulteranno coerenti con le politiche e la legislazione comunitarie in campo ambientale. L’allegato VII del presente manuale contiene orientamenti relativi a questioni ambientali e alla relazione di queste ultime con temi di sviluppo decisivi nell’ambito della procedura dei Fondi strutturali. Contenuti della bozza di programma Un’importante finalità di questo stadio della VAS consiste, da una parte, nell’ottimizzare i benefici e le opportunità degli investimenti dei Fondi strutturali in termini di protezione e di miglioramento dell’ambiente, dall’altra, di evitare doppioni o conflitti di proposte che potrebbero produrre impatti negativi sull’ambiente (un esempio di come si può affrontare questo aspetto è illustrato nel quadro 3.3). Se le autorità non compiono uno speciale sforzo di coordinamento, vi è il rischio che le misure relative a differenti priorità (infrastrutture di trasporto, turismo e ambiente) possano produrre piani conflittuali a discapito dello sviluppo sostenibile

Quadro 3.3 Un esempio di ottimizzazione dei benefici e delle opportunità

Le misure per lo sviluppo rurale del FESR o del FEAOG possono finanziare metodi agricoli tradizionali (ad esempio, sistemi di allevamento estensivo in aree montane) oppure prodotti e tradizioni locali quali prodotti alimentari e artigianali, specialisti in industrie tradizionali, razze locali specifiche di animali da allevamento/domestici, la coltivazione di piante medicinali, ecc. Le autorità debbono cercare di appoggiare queste misure definendo misure FSE destinate a formare i giovani alle competenze necessarie per lavorare nelle aziende e crearne di nuove. Ciò garantisce che i vantaggi ambientali delle attività sostenibili tradizionali siano di lunga durata, come risultato della formazione e di prospettive economiche più favorevoli che riducano la tendenza allo spopolamento delle aree rurali più periferiche.

Tutte le autorità garantiranno anche che la predisposizione del PO sia coordinata e integrata con una serie di iniziative, politiche e atti legislativi (figura 3.6). Il quadro 3.4 contiene un esempio dei contenuti di un PO per la priorità “ambiente”.

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Figura 3.6 Vari livelli di interazione e di coordinamento allo stadio di PO

PO

Coordinamento con i precedenti

strumenti di programmazione

Piano di Sviluppo Regionale

e

Quadro Comunitario di Sostegno

Coordinamento tra i diversi

“livelli” del PO

Coordinamento con le politiche e

con la legislazione pertinenti (dell’UE e nazionali) e con altre iniziative di

finanziamento

Priorità (ad es. industria, trasporti, agricoltura, ecc.)

Fondi (FESR, FEAOG, FSE e SFOP)

e sottoprogrammi

Misure

politiche dell’UE (ad es. PAC, trasporti, ambiente, ecc.)

fondi dell’UE (fondo di coesione, finanziamento PAC,

prestiti BEI)

legislazione dell’UE (ad es. reg. 92/2078/CEE,

direttiva 92/43/CEE)

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Quadro 3.4 Possibili contenuti di un Programma Operativo (PO)

Strutture amministrative e di finanziamento: • area in cui opererà il programma • istituzione coinvolta Indicatori (vedi punto 2.5.4): • commenti sui dati che verranno utilizzati, sui divari,

sulle azioni necessarie • descrizione, destinata a non esperti, dell’uso di tali

indicatori e del loro significato • elenco di indicatori tratti da quelli individuati negli

stadi PSR e QCS, che sono precisati e applicati al singolo PO

Quadro di sviluppo sostenibile per il settore sviluppo del PO: • basato su politiche dell’UE, nazionali e regionali e su

piani d’azione pertinenti • riferimento ai dati pertinenti nel PSR e nel QCS Obiettivi/Priorità/Strategie • Antefatti che spiegano le fonti • Obiettivi e finalità del PO, e loro relazione con gli

obiettivi del PSR e del QCS • Collegamenti: spiegare il modo e la misura in cui

tutti gli altri PO contribuiranno agli obiettivi ambientali del presente PO

Settori di sviluppo (ad es., nuova infrastruttura di trasporti) - per ciascuno di essi, includere: • una descrizione del tipo e della dimensione degli

investimenti proposti per il PO, degli accordi di cofinanziamento e dei collegamenti con altre iniziative comunitarie (ad es., BEI, Fondi di coesione, LIFE, ecc.)

• i principali aspetti di questo settore (problemi, opportunità, priorità)

• dettagli delle misure proposte • conformità alle politiche e alla legislazione

dell’Unione europea • finalità Esecuzione e amministrazione: • finalità e indicatori di prestazione • procedure di monitoraggio • procedure di valutazione.

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Risultati Per ciascun PO, il presente stadio dovrà produrre: • obiettivi e finalità in materia di

ambiente e di sviluppo sostenibile per tutti i PO (ambiente e altri settori di sviluppo);

• spiegare i collegamenti tra questi e le politiche e la legislazione dell’Unione europea, nazionale e regionale in campo ambientale;

• descrizione di tutte le strategie di sviluppo, delle relative misure e delle alternative proposte;

• descrizione delle modalità in cui è stata soddisfatta l’esigenza di un coordinamento con le altre iniziative pertinenti dell’Unione europea, nazionali e regionali;

• descrizione del modo in cui i differenti PO settoriali contribuiranno agli obiettivi ambientali.

La definizione delle strategie di sviluppo e delle misure specifiche sarà valutata in termini dei rispettivi impatti socioeconomici e ambientali prima dell’adozione della decisione finale.

Assess progress of the OPs in the medium-term and, if necessary,

re-direct aspects of the programme or some of its impact indicators

Assess results of OPs implementation and of its objectives and indicators.

Compare the results of the OPs SEA with the results obtained by implementation.

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3.5.5 Valutazione ambientale delle bozze di Programmi Operativi

Obiettivi L’approccio di base a questo stadio è analogo a quello per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale (vedi punto 3.3.5). Per i PO, la procedura VAS si concentra sui seguenti elementi: • valutare gli obiettivi, le finalità, le priorità

e le misure dei programmi in termini di coerenza e di contributo agli obiettivi in materia di ambiente e di sostenibilità; valutare inoltre la loro coerenza con gli obiettivi, le finalità e le priorità del PSR e del QCS;

• valutare i potenziali impatti, positivi e

negativi, delle misure e del successo generale del programma ai fini di garantire il coordinamento tra i suoi vari Fondi e sottoprogrammi;

• valutare la scelta di indicatori e di criteri di selezione dei progetti per il programma.

Descrizione Ciascun PO dev’essere sottoposto ad una valutazione (vedi allegato III per ulteriori informazioni sulle possibili tecniche). Il livello di dettaglio può variare leggermente, a seconda del fatto che il PO sia settoriale (ad esempio, relativo alle acque o ai trasporti) o regionale (e pertanto multisettoriale), soprattutto in

termini delle conoscenze in merito alla localizzazione di ciascuno sviluppo proposto. Tuttavia, come regola generale la valutazione ambientale dei PO dovrebbe comprendere tre tappe principali: 1. una valutazione degli obiettivi, finalità e

priorità di sviluppo dei programmi;

2. una valutazione dei potenziali impatti, positivi e negativi, delle misure proposte;

3. l’integrazione dei risultati della valutazione nel programma finale.

Se il PO che è oggetto di valutazione è un PO settoriale, la valutazione dovrà includere: • un’analisi delle politiche e della

legislazione specifiche del settore che possano avere implicazioni sul piano ambientale;

• una valutazione delle procedure di pianificazione degli investimenti del settore (obiettivi, metodologia di riesame, approvazione di piani settoriali, ecc.) per definire se essi coprano in modo adeguato i problemi ambientali (non soltanto che verranno soddisfatti i requisiti necessari relativi alla VIA, ma che sono stati individuati, laddove pertinenti, i vantaggi per l’ambiente - ad esempio che le esigenze/competenze di formazione in materia ambientale sono affrontate nel quadro di programmi per le risorse umane o programmi di sviluppo industriali/per le PMI).

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Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

istituire un collegamento con le Autorità competenti in materia ambientale ai fini di effettuare la valutazione Azione 2a) Autorità dello sviluppo

elaborare valutazioni settoriali specifiche del PO Azione 3a) Autorità dello sviluppo

consultarsi con le autorità competenti in materia ambientale sulle questioni problematiche Azione 4a) Autorità dello sviluppo

esaminare i risultati della valutazione delle autorità competenti in materia ambientale e concordare in merito alle modalità in cui, nel programma, sia possibile affrontare/risolvere le loro problematiche.

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

istituire un collegamento con le autorità dello sviluppo e con i gestori dei programmi ai fini di effettuare la valutazione Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale effettuare una valutazione dettagliata della bozza di PO, relativa a tutte le priorità e le misure rilevanti per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile (non solo priorità e misure ambientali specifiche) Azione 3b) Autorità competenti in materia ambientale

consultarsi con i gestori dei programmi settoriali per quanto riguarda importanti questioni specifiche Azione 4b) Autorità competenti in materia ambientale

confrontare gli obiettivi del PO con gli obiettivi del QCS e:

• individuare collegamenti tra gli indicatori a livello del programma e a livello del QCS in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile;

• individuare le priorità/misure che richiedono aggiustamenti;

• agire congiuntamente alle autorità dello sviluppo per quanto concerne le questioni problematiche.

Azione 5) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

discutere i risultati della valutazione e integrarli nella scelta di obiettivi, priorità, misure e criteri di

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selezione (cfr. allegato VI del presente manuale) da includere nel PO definitivo.

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Risultati Nella valutazione ambientale del PO si deve: • descrivere la metodologia di

valutazione impiegata; • sintetizzare gli obiettivi, le priorità e le

misure chiave del PO che presentano rilevanza per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile;

• presentare un’analisi della

compatibilità tra gli obiettivi di sviluppo del PO e i suoi obiettivi ambientali;

• commentare il rapporto esistente tra il

PSR, il QCS e il progetto di PO;

• commentare in merito all’integrazione generale delle problematiche ambientali nei programmi settoriali;

• individuare settori importanti in cui è

necessario cercare accordi di aggiustamento con il partenariato;

• individuare settori in cui i gestori del

programma possano migliorare l’integrazione degli obiettivi economici, sociali e ambientali del PO e individuare quali consultazioni siano necessarie a tal fine.

I risultati della valutazione debbono essere tenuti in considerazione al momento di decidere sul contenuto definitivo dei PO.

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3.5.6 Indicatori ambientali per i Programmi Operativi

Antefatti Nel contesto della valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale, si è evidenziato che gli indicatori ambientali costituiscono utili strumenti per definire la situazione di riferimento, effettuare un monitoraggio degli impatti e valutare le prestazioni delle priorità e degli obiettivi di sviluppo regionale. Per quanto riguarda i Programmi Operativi, è essenziale disporre di un insieme concordato di indicatori di modo che sia possibile effettuare un monitoraggio dell’impatto netto dei programmi e valutarli di conseguenza. Obiettivi A questo stadio della procedura dei Fondi strutturali, gli indicatori dovrebbero soddisfare i seguenti criteri: • debbono essere rappresentativi delle

azioni che verosimilmente saranno finanziate tramite le priorità e le misure

previste dai programmi;

• debbono essere semplici e di agevole interpretazione;

• debbono dimostrare con chiarezza l’impatto conseguito da una priorità o da una misura;

• debbono essere basati su dati facilmente disponibili;

• debbono essere suscettibili di essere aggiornati a intervalli regolari per tutta la durata del programma;

• debbono essere corredati di un livello-obiettivo e di un livello di riferimento con i quali essi possano essere confrontati.

Se gli indicatori non soddisfano questi criteri, è improbabile che possano adempiere alle loro funzioni principali, vale a dire misurare l’impatto del programma e fornire elementi per la valutazione intermedia ed ex post dei PO.

Azioni

Autorità dello sviluppo Autorità competenti in materia ambientale

Azione 1a) Autorità dello sviluppo

proporre una serie di indicatori socioeconomici dettagliati che riflettano le priorità e gli obiettivi dei PO

Azione 1b) Autorità competenti in materia ambientale

definire indicatori di riferimento, indicatori di impatto e indicatori di prestazione che riflettano le priorità e gli obiettivi dei PO

Azione 2) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale

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concordare insieme un elenco definitivo di indicatori per i PO Descrizione Utilizzando i dati di riferimento raccolti per il PSR, gli indicatori inclusi nel QCS e ogni altro dato raccolto per il PO, le autorità dello sviluppo e le autorità competenti in materia ambientale sceglieranno indicatori di riferimento, indicatori di impatto e indicatori di prestazione. Essi debbono avere una relazione ben precisa con gli indicatori utilizzati nel PSR e nel QCS. Particolare attenzione dev’essere prestata agli obiettivi di ciascuna priorità, in modo che essi siano rispecchiati correttamente nella scelta degli indicatori. Ciascun tipo di indicatori ha un ruolo chiave nella misurazione dell’impatto di un PSR o PO: • Gli indicatori di riferimento saranno

fondamentali nel corso del monitoraggio e della valutazione ex post, consentendo agli Stati membri di calcolare l’impatto positivo o negativo dei piani sullo stato dell’ambiente agli inizi e alla fine del periodo di programmazione.

Nella scelta degli indicatori di riferimento, è importante che essi siano pertinenti alle priorità del programma. In caso contrario, sarà verosimilmente difficile istituire collegamenti causali tra azioni assistite dal programma e variazioni rispetto alle condizioni di riferimento. Pertanto, la scelta degli indicatori di riferimento deve concentrarsi sulle

risorse ambientali che verosimilmente verranno condizionate dal programma, o tramite investimenti diretti nell’ambiente in termini di infrastrutture ambientali, o tramite azioni in altri settori pertinenti quali l’industria, i trasporti, il turismo, l’energia e l’agricoltura, che esercitano un impatto diretto sull’ambiente.

• Gli indicatori di impatto possono

anch’essi essere elaborati in modo da valutare gli impatti diretti derivanti dal programma. Spesso prendono la forma di esiti o risultati derivanti dalle azioni assistite dal programma.

• Gli indicatori di prestazione sono molto

importanti ai fini del monitoraggio e della valutazione dei PO e dei DocUP, in quanto possono essere utilizzati per istituire obiettivi rispetto ai quali misurare il contributo dei programmi. In sostanza, essi consentono di comparare il significato delle azioni effettuate nell’ambito del programma con finalità concordate basate sulle politiche dell’Unione europea, nazionali e regionali. Gli indicatori di prestazione debbono essere in una relazione ben precisa sia con le finalità e obiettivi del programma (PO o DocUP) e delle sue misure, sia con gli obiettivi del QCS. I risultati delle variazioni degli indicatori di prestazione sono decisivi ai fini della valutazione ex post del PO come pure della valutazione ex post del QCS. È pertanto molto importante che gli indicatori di prestazione siano prescelti sia per misurare l’impatto delle priorità e

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misure, sia per contribuire alla valutazione degli indicatori a livello di QCS.

L’allegato IV del presente manuale fornisce ulteriori informazioni sulla scelta e sull’utilizzo degli indicatori a questo stadio. Risultati Questo stadio deve consentire di individuare una serie di indicatori di riferimento, di impatto e di prestazione per ciascuna priorità. Tali indicatori debbono essere discussi e concordati da tutti i principali dipartimenti od organizzazioni coinvolte nell’elaborazione del PO.

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IL MANUALE

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IL MANUALE

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3.6 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DEI

PROGRAMMI DEI FONDI

STRUTTURALI

L’esperienza ha finora mostrato che pochissimi Stati membri e regioni effettuano sistematicamente una valutazione e un monitoraggio dell’impatto ambientale dell'attuazione dei programmi dei Fondi strutturali. Essi non sono gli unici colpevoli, in quanto i requisiti della regolamentazione relativa ai Fondi non sottolineano questo aspetto in modo specifico. In effetti, attualmente si richiede solo che gli interventi a titolo dei Fondi strutturali siano conformi alla politica comunitaria in campo ambientale. Tale aspetto sta però mutando parallelamente al generale rafforzamento del processo di valutazione nell’ambio dei Fondi strutturali. Nel prossimo periodo di programmazione, la valutazione ambientale costituirà una priorità più elevata nell’ambito della valutazione. Le tecniche per la valutazione in itinere e il monitoraggio degli impatti ambientali degli interventi dei Fondi strutturali non sono stati finora definiti con precisione. Nell’affrontare questo aspetto sorgono due problemi. In primo luogo, il problema di valutare l’impatto ambientale di azioni che sono effettuate direttamente in campo ambientale (trattamento delle acque reflue, gestione dei rifiuti, tecnologie pulite, efficienza energetica, ecc.). In secondo luogo, vi è il problema più ampio e più trasversale di valutare l’impatto ambientale di altre priorità di sviluppo strutturale, quali turismo, agricoltura, energia, trasporti e imprenditorialità. Per quanto concerne la valutazione degli investimenti diretti in campo ambientale, in teoria dovrebbe essere facile elaborare una serie di indicatori di risultati fisici ed economici concordati. Nel 1992 e 1993, la Commissione ha tentato proprio di fare

ciò per le regioni attualmente comprese nell’Obiettivo 1, per disporre di una base su cui poter quantificare gli obiettivi di sviluppo. Furono elaborati indicatori ambientali, ma in realtà essi sono impiegati in misura molto limitata nei programmi in corso nelle regioni dell'Obiettivo 1. Analogamente, non è facile valutare l’impatto delle misure intese a migliorare l’efficienza energetica o la riduzione al minimo dei rifiuti nelle PMI, o gli effetti di un più efficace riciclaggio dei rifiuti industriali. L’esperienza dimostra che questi tipi di misure possono essere valutati soltanto a livello di sottoprogramma, e anche in quel caso solo se le misure sono elaborate in modo tale da identificare con chiarezza il settore o l’area cui sono finalizzate, da istituire una chiara base di riferimento e da definire risultati ben precisi. Per quanto riguarda la valutazione e il monitoraggio degli impatti ambientali delle priorità di sviluppo diverse da quelle ambientali, essi tendono a dipendere dalla caratteristica e configurazione della priorità (ad esempio, sviluppo stradale) e della localizzazione specifiche. Per ciascun progetto specifico, pertanto, nella maggior parte degli Stati membri sono effettuati controlli nel contesto di sviluppo di un sistema di pianificazione dell’uso del suolo. Inoltre, può essere necessario effettuare una valutazione di impatto ambientale (VIA) completa. Queste sono però procedure statutarie e non ci dicono nulla sugli impatti complessivi esercitati sull’ambiente da un programma o sottoprogramma. Per questo livello di valutazione, abbiamo bisogno di qualcosa di più elaborato che è connesso alla natura stessa del processo di programmazione. Per quanto concerne la valutazione, la definizione di obiettivi o indicatori ambientali (cfr. i punti 3.5.3 e 3.5.6) è

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IL MANUALE

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importante per orientare la messa in opera del programma e per fornire una base per valutazioni a medio termine ed ex post dei programmi. Alcune idee e approcci per questo genere di “indagine ambientale” nelle regioni sono riportate in una recente pubblicazione realizzata da ECOTEC per conto della Commissione europea ed intitolata “Encouraging Sustainable Development Through Objective2 Programmes: Guidance for programme managers” (ECOTEC, 1997). Anche la Commissione sta elaborando una guida dettagliata alla valutazione dell’impatto ambientale degli interventi dei Fondi strutturali, nell’ambito del programma MEANS. L’allegato V riporta ulteriori informazioni sul monitoraggio, le valutazioni a medio

termine ed ex post e il loro ruolo rispettivo a livello di PO.

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Bibliografia

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BIBLIOGRAFIA

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Informazioni e pubblicazioni disponibili su Internet

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ambiente) - http://www.eea.eu.int/default1.htm • homepage dell’ETC Nature Conservation - http://www.mnhn.fr/ctn/ • homepage dell’ETC Land Cover - http://www.mdc.kiruna.se/etc/index.htm Conferenza europea dei ministri dei trasporti http://www.oecd.org/cem/index.htm Link a server di pubbliche amministrazioni e di informazione su scala mondiale (i siti dei ministeri possono contenere legislazione e documenti sulle politiche in atto) http://www.eff.org/gov.html homepage di EUROSTAT http://europa.eu.int/en/comm/eurostat/serven/home.htm Programma Euro-Environment 1998 di EUROSTAT (progetto di indicatori ambientali) http://www.telcom.es.tau Leggi e regolamentazioni della Environmental Protection Agency degli Stati Uniti http://www.epa.gov/epahome/rules.html

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Allegato I Valutazione dell’attuale situazione ambientale - “I dati di riferimento” Nell’allegato I: I.1 Introduzione I.2 Incidenza dei dati sul contenuto dei

PSR e dei PO I.3 Requisiti in materia di quantità e

qualità dei dati I.4 Presentazione dei dati di riferimento I.5 Individuazione di ulteriori esigenze in

materia di dati e di risorse

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ALLEGATO I

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I.1

I.1 INTRODUZIONE Nei punti 3.3 e 3.5 del manuale si è discusso dell’importanza di disporre di una buona conoscenza dello stato dell’ambiente, che è il presupposto per la definizione dei PSR e dei PO/DocUP. In questo allegato vengono fornite alcune informazioni su come le autorità competenti in materia ambientale possono procedere alla raccolta e all’analisi dei dati di riferimento nell’ambito delle procedure dei Fondi strutturali. Le informazioni si applicano sia ai PSR che ai PO. Ogni attività di pianificazione parte dall’individuazione dei dati di riferimento relativi alle caratteristiche economiche, sociali e ambientali delle regioni interessate. Questa fase di valutazione consente di descrivere e valutare le caratteristiche ambientali di una regione, come richiesto dai regolamenti in materia di Fondi strutturali per quanto riguarda la valutazione della situazione ambientale(1). Tra i documenti cui utilmente rifarsi si possono annoverare i rapporti degli Stati membri sullo stato dell’ambiente (spesso preparati dai governi per descrivere le tendenze generali a livello di protezione e miglioramento dell’ambiente) e, sempre per ciascun paese, i programmi d’azione ambientale e i documenti di attuazione di Agenda 21(2). Le informazioni contenute nei suddetti documenti già disponibili dovranno essere corredate di un’accurata spiegazione dell’importanza che rivestono per i principali settori di sviluppo economico: non basta infatti integrare semplicemente i dati di fonti preesistenti senza analizzarne l’impatto a livello di PSR. È inoltre importante stabilire quali dati di riferimento necessari per valutare l’impatto non siano disponibili, onde provvedere alla loro raccolta. (1) Regolamento (CEE) n. 2081/93. Per ulteriori informazioni, cfr. anche il punto 1.1 del manuale.

(2) Cfr. glossario.

Tra i dati di riferimento in materia ambientale figurano informazioni sull’attuale condizione di tutte le risorse ambientali compresa, ove possibile, una valutazione delle tendenze. Nel quadro I.1 vengono forniti orientamenti sui dati di riferimento per il settore ambientale. I dati di riferimento che rivestono importanza per i PSR sono essenziali anche per l’elaborazione di indicatori ambientali utilizzabili nella valutazione complessiva del PSR (cfr. la sezione 3.3 e l’allegato IV del manuale). Nei paragrafi seguenti vengono descritti più esaurientemente quattro aspetti importanti dei dati di riferimento ambientali: 1. incidenza dei dati sul contenuto dei

PSR e dei PO; 2. requisiti in materia di quantità e qualità

dei dati; 3. presentazione dei dati; 4. individuazione di ulteriori esigenze in

materia di dati e di risorse. I.2 INCIDENZA DEI DATI SUL CONTENUTO

DEI PSR E DEI PO Disponendo di dati di riferimento particolareggiati aventi un’attinenza diretta con i settori di sviluppo che possono ricevere un finanziamento nell’ambito dei Fondi strutturali sarà possibile individuare le problematiche ambientali, le opportunità di migliorare l’ambiente ed eventuali vincoli che si frappongono alle azioni che potrebbero essere inserite nei PSR e nei PO (di seguito denominati “i Documenti”). Ad esempio: • un piano o un programma possono

contemplare disposizioni per la creazione di un impianto di produzione di energia dai rifiuti. Tale obiettivo deve essere raggiunto senza

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I.2

deteriorare la qualità dell’aria tanto da violare le disposizioni nazionali e dell’UE in materia. I gestori dei programmi devono pertanto disporre

di dati sufficienti per accertarsi che il progetto non dia adito a tali problemi;

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I.3

Quadro I.1 Dati di riferimento: introduzione

A livello di PSR i dati sullo stato dell’ambiente devono essere raccolti sulla base di un’ampia classificazione generale che può essere elaborata e precisata nella fase in cui la procedura VAS concerne il PO. Segue un elenco dei principali temi ambientali estratti dal Quinto programma di politica ed azione a favore dell’ambiente e da Environment in the European Union dell’AEA (1995), che potrebbero servire da quadro generale di riferimento per organizzare la raccolta e la presentazione dei dati sulle informazioni ambientali di base. • Cambiamenti climatici • Riduzione della fascia di ozono • Acidificazione • Inquinamento atmosferico e qualità dell’aria • Risorse naturali e biodiversità • Risorse idriche interne • Tematiche legate all’ambiente urbano • Rumore • Zone costiere e acque marine • Gestione dei rifiuti • Qualità del suolo (La tabella I.1 del presente allegato fornisce suggerimenti più precisi) Uno dei compiti decisivi della fase della VAS relativa alla raccolta dei dati di riferimento consiste nel descrivere le interazioni, positive e negative, tra ambiente, risorse naturali e principali settori economici che esercitano pressioni sull’ambiente, ad esempio quello dei trasporti, dell’energia, dell’agricoltura e dell’industria. Conoscere l’attuale situazione delle risorse ambientali e le pressioni che vengono esercitate su di esse consentirà di valutare il PSR e di contribuire alle fasi successive del processo di programmazione, visto che tra le priorità di sviluppo compariranno verosimilmente i settori che sono all’origine di tali pressioni sull’ambiente; d’altro canto conoscendo il bilancio tra risorse e pressioni si potrà stabilire quali siano le priorità di ordine economico, sociale e ambientale. Cinque sono i settori individuati dal Quinto programma di politica ed azione a favore dell’ambiente: industria manifatturiera, energia, trasporti, agricoltura e silvicoltura e turismo. Questi stessi settori svolgono un ruolo chiave anche per lo sviluppo economico regionale. Ogni analisi delle pressioni esercitate sull’ambiente dovrebbe tenerne conto. Di seguito viene riportata una lista dei tipi di sviluppo contemplati dalla direttiva sulla VIA e che potrebbero fungere anche da elemento di partenza per analizzare le pressioni sulle risorse ambientali: • Agricoltura, silvicoltura e pesca • Industria energetica • Fornitura idrica • Estrazione e lavorazione di minerali che non sono fonti di energia e prodotti derivati • Industria chimica • Lavorazione dei metalli e ingegneria meccanica, elettrica e della strumentazione • Altre industrie manifatturiere (compresi alimenti, bevande, tessili, cuoio, legno e forniture in legno, carta, gomma e plastica) • Edifici e lavori di ingegneria civile, sviluppo di infrastrutture. (La tabella I.2 del presente allegato contiene alcuni esempi). Una prima indicazione dell’interazione esistente tra ciascun tema e settore di sviluppo viene fornita dal Quinto programma di politica ed azione a favore dell’ambiente, mentre un’analisi dettagliata e aggiornata si trova nella relazione dell’AEA del 1995 citata in precedenza.

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I.4

• un piano o un programma possono prevedere lo sviluppo di impianti industriali in un’area urbana. In tal caso occorrerà verificare se l’infrastruttura idrica locale sia sufficiente a sostenere l’ulteriore sviluppo della zona. In caso contrario, può essere necessario ammodernare le reti fognarie locali (magari stanziando risorse previste dal programma).

All’avvio del piano o del programma le autorità competenti in materia ambientale dovranno pertanto svolgere una funzione di sensibilizzazione sullo stato dell’ambiente, sulla capacità e portata delle infrastrutture ambientali della regione e sui limiti e le opportunità ambientali sotto il profilo spaziale, in termini di aree da proteggere o migliorare; dovranno infine garantire che tutte le informazioni in questione vengano inserite nei Documenti. I.3 REQUISITI IN MATERIA DI QUANTITÀ E

QUALITÀ DEI DATI I dati ambientali di riferimento serviranno sia per i PSR che per i PO/DocUP. Nel caso dei PSR le informazioni di riferimento dovrebbero consentire di avere una visione generale degli aspetti strategici dell’ambiente della regione interessata. Il grado di precisione dipenderà in parte dalla disponibilità dei dati. Per alcune regioni esistono basi dati dettagliate e aggiornate sullo stato dell’ambiente collegate al SIG, che aggiunge una dimensione spaziale alle informazioni; per altre possono invece essere disponibili dati meno aggiornati o completi. In una situazione ideale si dovrebbero raccogliere i seguenti dati: • informazioni sui punti forti e i punti

deboli dell’ambiente e delle risorse naturali della regione (cfr. quadro I.2), in particolare le principali risorse ambientali e le pressioni esercitate su di esse;

• pressioni e priorità di ordine ambientale per ciascun settore principale di sviluppo regionale oggetto del piano di sviluppo (agricoltura, industria, turismo, ecc.);

• informazioni dettagliate sull’ubicazione e

sulle caratteristiche delle zone sensibili sotto il profilo ambientale e delle zone che rivestono importanza come patrimonio culturale, nelle quali la gestione dello sviluppo deve essere affrontata con particolare attenzione o nelle quali alcune forme di sviluppo possono non rivelarsi opportune;

• visione completa delle politiche e delle

normative comunitarie, nazionali e regionali, con relativi obblighi e implicazioni (anche di natura finanziaria) per il periodo di programmazione dei Fondi strutturali;

• sintesi dell’impatto ambientale (positivo e

negativo) che deriva dal precedente periodo di programmazione;

• determinazione dei tipi di dati di

monitoraggio che saranno disponibili per valutare le prestazioni dei piani e dei programmi; determinazione degli indicatori ambientali già utilizzati; prima indicazione dei nuovi indicatori che potrebbe essere necessario elaborare ed eventuali dati supplementari da raccogliere.

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I.5

Quadro I.2 Punti di forza e punti deboli I punti di forza indicheranno le caratteristiche e le condizioni ambientali di una regione che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo. Per citare un esempio, una regione potrebbe vantare fonti di energia rinnovabili (ad esempio energia eolica o solare) e questa situazione potrebbe aiutare a preparare una strategia in campo energetico che tenti di aumentare la produzione dell’energia rinnovabile riducendo il consumo o le importazioni di fonti non rinnovabili. I punti deboli indicheranno le caratteristiche o le condizioni ambientali di una regione che potrebbero subire ripercussioni negative in seguito ad alcune strategie di sviluppo o che devono essere soggette a interventi di protezione o miglioramento. Per citare un esempio, una regione potrebbe essere periodicamente colpita da siccità, divenendo così vulnerabile in caso di un eventuale aumento della domanda idrica (nel caso di progetti di irrigazione, ad esempio). In alternativa, una tale situazione potrebbe determinare la scelta di una strategia nel settore idrico che favorisca una riduzione delle perdite idriche intervenendo sul sistema di distribuzione.

Nella tabella I.1 è riportato un esempio dei dati di riferimento relativi a due settori di sviluppo: trasporti ed energia. Si tratta di due settori critici per lo sviluppo economico regionale, che hanno anche un notevole impatto sull’ambiente. I dati di riferimento relativi ai settori economici sono importanti per mettere in evidenza quali siano le pressioni che vengono esercitate sull’ambiente, sia in termini di utilizzo delle risorse che di inquinamento. Il fatto di disporre di conoscenze di base su aspetti di sviluppo economico quali l’uso dei trasporti e il consumo energetico può contribuire a individuare le zone che destano preoccupazione a livello ambientale e anche argomenti di discussione, ad esempio quali siano gli aspetti dei programmi in materia di trasporti o di energia che meritano maggiore

attenzione o come essi siano correlati a priorità ambientali, ad esempio la necessità di ridurre le emissioni atmosferiche prodotte dai veicoli a motore o l’aumento del rendimento energetico o dell’uso di fonti di energia rinnovabili.

Tabella I.1 Esempio di dati di riferimento per i settori dell’energia e dei trasporti (1)

Trasporti

• Percentuale degli spostamenti passeggeri

suddivisi tra trasporti su strada, ferroviari e aerei

• Percentuale di spostamenti passeggeri nelle aree urbane (con automobili, mezzi pubblici, a piedi e in bicicletta)

• Modalità di spostamento per recarsi al lavoro (percentuali di utilizzo di automobili, trasporti pubblici, biciclette o spostamenti a piedi)

• Distanza media di spostamento delle merci

• Percentuale del traffico merci trasportato per via stradale, ferroviaria, per vie navigabili interne, per mare e per via aerea.

Energia • Consumo totale • Energia derivata da fonti rinnovabili • Energia derivata da fonti non rinnovabili • Rendimento dell’utilizzo energetico.

La tabella I.2 illustra un esempio del tipo di dati di riferimento ambientali che le autorità competenti in materia ambientale potrebbero raccogliere su una serie di tematiche ambientali di rilievo. Visto che il tipo di attività finanziate dai PO deve essere descritto con una maggiore precisione, le informazioni sui dati di riferimento ambientali potrebbero dover essere più dettagliate rispetto a quelle

(1) La presente tabella è ispirata al Quinto programma di politica ed azione a favore dell’ambiente della CCE (1992), alla relazione della AEA Environment in the European Union (1995) e alla letteratura in materia di VAS.

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I.6

necessarie per i PRS. Tuttavia, seguendo i suggerimenti proposti dal presente manuale la maggior parte dei dati

necessari sarà già stata raccolta in fase di VAS per i PRS.

Tabella I.2 Esempi di dati di riferimento per i temi principali (1)

Criteri chiave Dati ambientali di base

Atmosfera e cambiamenti climatici

• Livelli di qualità dell’aria • Livelli di anidride solforosa • Emissioni di anidride carbonica

Aree protette

• Area (in ha) designata come zona di conservazione naturale a livello nazionale o internazionale (ad esempio nell’ambito della rete Natura 2000 - Zone speciali di conservazione o aree di protezione speciale - Siti Ramsar, riserve biogenetiche)

• Aree (in ha) di importanza regionale o locale per la protezione degli habitat e/o delle specie e non designate come zone protette

• Elenco delle specie minacciate (specie comprese nelle liste rosse, specie inserite negli allegati delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, specie inserite nelle strategie nazionali in materia di biodiversità - Convenzione sulla biodiversità)

• Elenco delle specie endemiche

Risorse naturali: Acque

• Qualità delle acque dei fiumi e delle acque sotterranee • Qualità degli estuari e delle acque costiere • Infrastrutture per il trattamento delle acque reflue • Bilancio idrico • Consumo idrico (per uso domestico e industriale) • Zone superficiali irrigate • Tassi di estrazione (acque superficiali e sotterranee)

Risorse naturali: Suolo

• Tipo e distribuzione dell’utilizzazione del terreno (urbano, terreno industriale-ricco in minerali-abbandonato, agricoltura, silvicoltura, conservazione della natura, specchi d’acqua, altre zone rurali)

• Superficie (in ha) di suolo di qualità elevata • Superficie (in ha) di aree verdi attorno ai centri urbani • Superficie (in ha) di terreni abbandonati • Superficie (in ha) di suolo contaminato • Superficie (in ha) di spazi pubblici aperti • Superficie (in ha) di zone forestate

Paesaggio • Superficie (in ha) vincolata a livello nazionale per motivi paesaggistici (ad es., parchi naturali, siti della

rete Natura 2000) • Superficie (in ha) vincolata a livello locale per motivi paesaggistici (ad es., foreste comuni, zone con un

valore paesaggistico particolare)

Emissioni acustiche

• Percentuale di popolazione esposta a livelli acustici compresi tra 55 e 65 Leq dB(A) e a valori inferiori a 55 Leq dB(A)

• Superficie totale delle zone che si trovano ad almeno 4 km dagli insediamenti e dalle infrastrutture di trasporto

(1) La presente tabella è ispirata al Quinto programma di politica ed azione a favore dell’ambiente della CCE (1992), alla relazione della AEA Environment in the European Union (1995) e alla letteratura in materia di VAS.

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I.7

Criteri chiave Dati ambientali di base

Zone costiere • Qualità delle acque (compreso il fenomeno dell’eutrofizzazione) • Tendenze a livello di erosione • Aree potenzialmente colpite dall’innalzamento del livello del mare • Superficie delle aree protette • Estensione degli habitat a rischio • Rischio di gravi incidenti (ad esempio di navigazione)

Tabella I.2 continua

Criteri chiave Dati ambientali di base

Rifiuti • Quantitativo di rifiuti commerciali e industriali prodotti • Quantitativo di rifiuti messi a discarica • Quantitativo di rifiuti commerciali e industriali riutilizzati o recuperati (compreso il riciclaggio dei

materiali e il recupero di energia) • Grado di utilizzo di aggregati secondari e riciclati • Quantitativo di rifiuti urbani prodotti

Patrimonio culturale

• Numero di edifici e zone di conservazione sottoposti a tutela • Numero di monumenti sottoposti a tutela e altri monumenti antichi

Minerali • Risorse conosciute • Tassi di estrazione delle risorse

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I.7

I.4 PRESENTAZIONE DEI DATI DI

RIFERIMENTO Due sono i fattori che maggiormente incidono sui dati di riferimento: modalità e tempi di presentazione. I responsabili della pianificazione e, in ultima analisi, delle decisioni sulla struttura dei PSR o dei PO sono i destinatari principali dei dati di riferimento, che devono poter utilizzare agevolmente: in altri termini, è necessario sottolineare e precisare l’importanza di tali dati rispetto alle finalità e agli obiettivi del programma, aiutando le autorità dello sviluppo a capire i motivi per i quali necessitano di tali dati e come essi facilitino il loro lavoro, a vantaggio dell’efficienza. L’ambiente deve essere considerato un elemento cruciale dello sviluppo economico sostenibile e a lungo termine: le autorità competenti in materia ambientale devono pertanto impegnarsi a presentare i dati mettendo in luce i punti di forza e i punti deboli dell’ambiente nella regione in questione, ovvero le opportunità per uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale ma anche le minacce cui la crescita - e alcuni settori - possono sottoporre l’ambiente in caso di pianificazione inadeguata. La cartografia di ciascuna regione e carte sintetiche dell’intera zona di uno Stato membro ammessa al finanziamento dei Fondi strutturali sono in genere strumenti preziosi e forniscono una visione rapida ed esauriente della situazione nella regione stessa, con il vantaggio di presentare le informazioni in un contesto spaziale. Le carte in questione possono essere predisposte con metodi manuali o tramite il SIG: tutto dipende da come le autorità responsabili hanno raccolto e archiviato i dati. I tempi rivestono analoga importanza. I dati dovrebbero pervenire alle autorità

dello sviluppo prima che esse avviino i lavori in materia di PSR e PO per il prossimo periodo di programmazione (2000-2006): in questo modo si garantisce sin dall’inizio della procedura la necessaria collaborazione e interazione tra le autorità competenti in materia ambientale e le autorità dello sviluppo. È pertanto vivamente auspicabile che le autorità competenti in materia ambientale intervengano e presentino i dati di riferimento prima dell’inizio effettivo dell’esercizio di programmazione. Ciò gioverebbe enormemente all’efficacia dell’integrazione, in quanto le autorità dello sviluppo troverebbero da subito disponibile tutto il materiale necessario per il settore di attività di loro competenza (trasporti o industria, ad esempio). I.5 INDIVIDUAZIONE DI ULTERIORI

ESIGENZE IN MATERIA DI DATI E DI

RISORSE Nel corso dell’esame dello stato dell’ambiente e delle pressioni esercitate sulle risorse naturali da parte dei vari settori di sviluppo, le autorità competenti in materia ambientale dovrebbero individuare eventuali lacune dei dati cui sopperire per preparare gli indicatori di base necessari a livello di valutazione e monitoraggio. Le autorità competenti in materia ambientale e quelle dello sviluppo dovrebbero inoltre valutare di concerto le risorse umane e finanziarie supplementari di cui necessitano nelle rispettive amministrazioni. Se tale valutazione viene effettuata fin dalle prime fasi, gli Stati membri saranno agevolati nel loro compito di destinare le risorse alle priorità più urgenti, contribuendo così a garantire una preparazione, un monitoraggio e una valutazione dei programmi all’insegna dell’efficienza.

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ALLEGATO I

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I.8

Interventi analoghi si rivelano particolarmente importanti nell’ambito dei PSR, posto che le autorità dovrebbero puntare ad utilizzare i risultati ottenuti per garantire lo stanziamento dei Fondi necessari (a livello di QCS e di PO) per eliminare le lacune individuate in precedenza.

Fonti di informazione: • A livello regionale e/o nazionale ciascuno Stato

membro disporrà di rapporti sullo stato dell'ambiente.

• A livello comunitario l'Agenzia europea dell'ambiente (con sede in Danimarca) ed Eurostat (in Lussemburgo) possono fornire numerose informazioni sui principali temi ambientali. Il dettaglio dei dati forniti potrà anche variare notevolmente, ma in generale essi forniranno un primo quadro delle caratteristiche ambientali, economiche e sociali della regione.

• Infine, varie direttive CE in materia di ambiente prevedono la raccolta e la gestione delle informazioni relative a uno o più aspetti in campo ambientale: tra gli esempi più noti si possono citare la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (91/27/CE) e quella sulla conservazione degli habitat e della flora e della fauna selvatiche (92/43/CE).

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Allegato II Definizione degli obiettivi e delle priorità Nell’allegato II: II.1 Introduzione II.2 Criteri di sostenibilità

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ALLEGATO II

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II.1

II.1 INTRODUZIONE Il presente allegato del manuale contiene informazioni su come le autorità competenti in materia ambientale possano utilizzare i criteri di sostenibilità che risultino attinenti alla regione di cui sono competenti e alle rispettive politiche ambientali per definire obiettivi e priorità, nonché per valutare e, se possibile, contribuire maggiormente allo sviluppo sostenibile di obiettivi e priorità in altri settori. I criteri illustrati risultano applicabili sia ai PSR che ai PO. II.2 CRITERI DI SOSTENIBILITÀ Il resto dell’allegato è costituito da tabelle che presentano dieci criteri chiave di sostenibilità elaborati nel contesto di un programma del Regno Unito nell’ambito dei Fondi strutturali. I criteri così definiti vengono successivamente usati in settori chiave dello sviluppo e degli investimenti e dovrebbero contribuire a sensibilizzare le autorità competenti in materia ambientale su questi aspetti. Ogni regione dovrà decidere i criteri che intende applicare alla propria realtà.

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ALLEGATO II

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II.2

Criterio 1 Minimizzare l’utilizzo di risorse non rinnovabili

Criteri chiave di sostenibilità

L’impiego di fonti non rinnovabili, quali i combustibili fossili, i giacimenti minerari e gli aggregati, riduce le risorse disponibili per le future generazioni. Uno dei principi di base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso di tali risorse non rinnovabili, rispettando dei tassi che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Lo stesso principio deve applicarsi anche a caratteristiche o elementi geologici, ecologici e paesaggistici unici nel loro genere e insostituibili, che forniscono un contributo sotto il profilo della produttività, della biodiversità, delle conoscenze scientifiche e della cultura (cfr. anche i criteri nn. 4, 5 e 6). Aspetti da esaminare Risorse non energetiche • La misura proposta potrebbe portare a progetti che necessitano di un uso notevole

di risorse non rinnovabili (come gli aggregati o materiali di cava per costruzione)? • La misura proposta può favorire l’uso di risorse rinnovabili rispetto a quelle non

rinnovabili? • La misura proposta offre la possibilità di riciclare e riutilizzare materiali primari

non rinnovabili? Energia: Trasporti • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che: - allungano il tragitto effettuato da veicoli privati? - aumentano il numero di spostamenti effettuati da veicoli privati? - portano a una riduzione del numero o della lunghezza dei tragitti effettuati da

autoveicoli o autocarri? - agevolano l’impiego di mezzi di trasporto pubblici? - consentono di sostituire il trasporto con automobili e autocarri con quello

ferroviario o con altri mezzi, ad esempio un sistema di telecomunicazioni migliore?

- incoraggiano l’uso di biciclette o gli spostamenti a piedi? - usano tecnologie più efficienti a livello di veicoli o di carburanti rispetto alle

alternative esistenti? Energia: Ambiente edificato • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che prevedono requisiti energetici

che comportano ingenti investimenti (ad esempio per i materiali impiegati nelle costruzioni)?

• La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che incentivano un miglior rendimento energetico negli edifici (ad esempio il ricorso a progetti e materiali efficienti sotto il profilo energetico o l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili come l’energia solare)?

• La misura proposta offre la possibilità di utilizzare impianti combinati per la produzione di calore ed energia elettrica.

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II.3

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II.4

Criterio 2 Utilizzare le risorse rinnovabili entro i limiti delle possibilità di rigenerazione

Criteri chiave di sostenibilità Quando si utilizzano risorse rinnovabili in attività di produzione primaria come la silvicoltura, l’agricoltura e la pesca, ogni sistema presenta un rendimento massimo sostenibile superato il quale le risorse cominciano a degradarsi. Quando l’atmosfera, i fiumi, gli estuari e i mari vengono usati come “serbatoi” per i materiali di scarto, essi sono trattati anche come fonti rinnovabili, nel senso che si conta sulle loro naturali capacità di autorecupero: nel caso in cui si sovraccarichino tali capacità, si assisterà al degrado delle risorse sul lungo periodo. Occorre pertanto fissarsi l’obiettivo di utilizzare le risorse rinnovabili ad un ritmo tale che esse siano in grado di rigenerarsi naturalmente, garantendo così il mantenimento o anche l’aumento delle riserve disponibili per le generazioni future. Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar origine a progetti che richiedono un uso

cospicuo di risorse rinnovabili con scarsa capacità di rigenerazione (come il legname o l’acqua), tanto da causare verosimilmente una riduzione delle riserve di tali risorse?

• I progetti previsti nell’ambito della misura proposta potrebbero mettere in pericolo risorse con potenziale energetico quali vento, acque, onde e biomassa?

• I progetti previsti dalla presente misura offrono la possibilità di rigenerare risorse rinnovabili degradate da attività passate?

Per il suolo e le risorse idriche cfr. anche il criterio 5, mentre per la qualità dell’ambiente su scala locale, regionale e mondiale, cfr. i criteri 7 e 8.

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II.5

Criterio 3 Utilizzare e gestire in maniera valida sotto il profilo ambientale le sostanze e i rifiuti pericolosi o inquinanti

Criteri chiave di sostenibilità In molte situazioni è possibile utilizzare sostanze meno dannose per l’ambiente ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, in particolare quelli pericolosi. Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l’utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di gestione dei rifiuti e di riduzione dell’inquinamento. Aspetti da esaminare • La misura prevista potrebbe dar vita a progetti che prevedono l’uso di materiali

dannosi per l’ambiente quando potrebbero esservi alternative meno pericolose (come nel caso di pesticidi, solventi, sostanze chimiche di lavorazione, CFC, sostanze tossiche nelle materie prime e nei prodotti)?

• La misura prevista potrebbe dar vita a progetti che generino ingenti quantitativi di rifiuti o scarti di costruzione, demolizione o lavorazione, oppure quantitativi di rifiuti pericolosi?

• La misura proposta servirà a impedire o a minimizzare l’inquinamento alla fonte (con la riduzione dei rifiuti o l’uso di tecnologie pulite)?

• La misura proposta potrebbe favorire il riutilizzo o il riciclaggio dei rifiuti? • La misura proposta favorirà uno stoccaggio, una manipolazione, un utilizzo e uno

smaltimento sicuri dei materiali e dei rifiuti? • La misura proposta incentiva il ricorso a tecnologie più rispettose dell’ambiente? • La misura prevista potrebbe dar vita a progetti che presentano rischi per la salute

umana e per l’ambiente dovuti all’impiego o all’emissione di sostanze tossiche? • La misura prevista potrebbe dar vita a progetti che necessitano il trasporto su

lunga distanza o disposizioni particolari per lo smaltimento dei rifiuti?

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II.6

Criterio 4 Preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatiche, degli habitat e dei paesaggi

Criteri chiave di sostenibilità In questo contesto il principio fondamentale è mantenere e arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio naturale affinché le generazioni attuali e future possano goderne e trarne beneficio. Tra le risorse del patrimonio naturale si annoverano la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e fisiografiche, le bellezze naturali e in generale altre risorse ambientali a carattere ricreativo. Del patrimonio naturale fanno dunque parte la topografia, gli habitat, la flora e la fauna selvatiche e i paesaggi, nonché le combinazioni e le interazioni tra di essi e il potenziale ricreativo che presentano; non vanno infine dimenticate le strette relazioni con il patrimonio culturale (cfr. il criterio n. 6). Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che potrebbero causare perdite o

danni a: - specie protette o in pericolo (tassi, lontre, pipistrelli, scoiattoli, specie vegetali

rare)? - zone designate da autorità internazionali, nazionali o locali o da altri organismi

per la loro importanza a livello di conservazione della natura o di paesaggio? - altre zone naturali o seminaturali importanti per la flora e la fauna selvatiche,

per gli spazi verdi superstiti, per le periferie urbane, le zone boschive e le foreste o altri corridoi necessari alla flora e alla fauna selvatiche (ad esempio rive di fiumi, linee ferroviarie in disuso)?

- siti di importanza per le loro singolari caratteristiche geologiche e fisiografiche? • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che si estendono in aperta

campagna e che invece potrebbero essere dislocati in zone sviluppate all’interno di siti in aree dismesse?

• La misura proposta favorisce progetti che potrebbero presentare vantaggi per le risorse del patrimonio naturale aumentando il potenziale della flora e della fauna selvatiche (ad esempio creando spazi verdi e corridoi), sfruttando le caratteristiche naturali del paesaggio, recuperando le zone abbandonate e creando nuove risorse paesaggistiche?

• La misura prevista favorisce progetti che potrebbero incrementare le opportunità ricreative o i vantaggi che le persone ottengono dalle risorse del patrimonio naturale, aumentando l’accesso alle attività ricreative, di istruzione e di ricerca scientifica?

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II.7

Criterio 5 Mantenere e migliorare il suolo e le risorse idriche

Criteri chiave di sostenibilità Il suolo e le risorse idriche sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma che possono subire perdite dovute all’estrazione o all’erosione o, ancora, all’inquinamento. Il principio fondamentale cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e il miglioramento delle risorse già degradate. Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che possano: - causare l’emissione di sostanze inquinanti nelle acque, sia di natura intenzionale

che accidentale? - necessitare l’estrazione di ingenti quantitativi di risorse idriche da fonti

sotterranee o superficiali? - causare l’erosione del suolo? - contaminare il suolo o le acque sotterranee? - causare la perdita di terreni agricoli di buona qualità? • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che possano: - ridurre l’inquinamento idrico? - ridurre la necessità di estrarre acqua da risorse già limitate? - recuperare terreni contaminati? - ripristinare terreni incolti o abbandonati per farne un uso positivo? - rimediare all’erosione?

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II.8

Criterio 6 Mantenere e migliorare il patrimonio storico e culturale

Criteri chiave di sostenibilità Il patrimonio storico e culturale è costituito da risorse finite che, una volta distrutte o danneggiate, non possono più essere sostituite. Come accade per le fonti non rinnovabili, i principi che ispirano il concetto di sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un determinato periodo o aspetto, o che forniscano un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura di una zona. L’elenco annovera edifici di valore storico e culturale, altre strutture o monumenti di qualsiasi epoca, reperti archeologici non ancora riportati alla luce, architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Anche stili di vita, usi e lingue tradizionali costituiscono un patrimonio storico e culturale che può essere opportuno preservare. Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che causano la perdita di o danni

a: - edifici protetti e zone di conservazione? - zone d’importanza archeologica? - altre zone, edifici o caratteristiche di rilievo sotto il profilo storico o culturale? • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che possano mettere a repentaglio

stili di vita, usi e lingue tradizionali? • La misura proposta incentiva progetti che aiutino a conservare o mantenere il

patrimonio storico e culturale, ad esempio attraverso un riadattamento e un riutilizzo di edifici che sarebbero altrimenti demoliti perché fatiscenti?

• La misura proposta incentiva la costruzione di nuovi edifici con forme architettoniche che si adattino agli edifici o ai siti storici adiacenti?

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II.9

Criterio 7 Mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale

Criteri chiave di sostenibilità

Nell’ambito di questa analisi, per qualità dell’ambiente locale si intende la qualità dell’aria, il rumore ambiente, l’impatto visivo e altri elementi estetici generali. La qualità dell’ambiente locale assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, teatro di buon parte delle attività ricreative e lavorative. La qualità dell’ambiente locale può subire drastici cambiamenti a seguito delle mutate condizioni del traffico, delle attività industriali, di attività di costruzione o minerarie, del proliferare di nuovi edifici e infrastrutture e di un generale incremento delle attività, ad esempio quelle turistiche. È inoltre possibile dare un forte impulso ad un ambiente locale danneggiato con l’introduzione di un nuovo sviluppo. Cfr. anche il criterio 3 sulla riduzione dell’uso e delle emissioni di sostanze inquinanti. Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che - incrementino le emissioni di inquinanti atmosferici (tra le sostanze in questione

si annoverano, tra le altre, le emissioni gassose prodotte dalla combustione di combustibili in impianti fissi o nei veicoli, le polveri da costruzione o attività minerarie, gli odori nocivi o altre emissioni derivanti da processi)?

- aumentino le emissioni acustiche o le vibrazioni prodotte dal traffico (stradale, aereo e marittimo), da processi industriali o di altro tipo, operazioni di brillamento, ecc.?

- introducano nell’ambiente nuove strutture invasive che possano eventualmente causare intrusione visiva?

- introducano una nuova fonte luminosa in zone che altrimenti sarebbero oscure? - aumentino i livelli di attività in zone altrimenti tranquille? • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che - riducano le emissioni inquinanti per l’atmosfera riducendo il traffico,

introducendo processi meno inquinanti o perfezionando le pratiche ambientali? - riducano le emissioni acustiche e le vibrazioni? - migliorino i paesaggi urbani e non, migliorando, conservando o rinnovando

edifici, strutture e spazi aperti? - migliorino la gestione delle attività turistiche? - aumentino o mantengano l’accesso pubblico agli spazi aperti nelle zone rurali e

urbane?

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II.10

Criterio 8 Tutela dell’atmosfera su scala mondiale e regionale

Criteri chiave di sostenibilità

Una delle principali forze trainanti dell’emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l’esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future. Cfr. anche il criterio 3 sulla riduzione dell’uso e delle emissioni di sostanze inquinanti. Aspetti da esaminare • La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che riducano il consumo di

combustibili fossili e le conseguenti emissioni di anidride carbonica, ossidi di zolfo, ossidi di azoto e idrocarburi non combusti riducendo il traffico, aumentando il rendimento energetico, utilizzando tecnologie più pulite (cfr. anche il criterio 1)?

• La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che creino serbatoi per l’anidride carbonica, incentivando la piantagione di nuovi alberi o pratiche sostenibili di gestione della silvicoltura?

• La misura proposta potrebbe dar vita a progetti che contribuiscano a sostituire il consumo di combustibili fossili con, ad esempio, l’energia eolica, delle onde o della biomassa o attraverso l’uso di combustibili ricavati dai materiali di scarto (cfr. anche il criterio 3)?

• La misura proposta tende a scoraggiare l’impiego di sostanze che riducono la fascia di ozono?

• La proposta potrebbe dar vita a progetti che riducano le emissioni di metano e di anidride carbonica dalle discariche o dagli impianti industriali?

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II.11

Criteria 9 Sviluppare la sensibilità, l’istruzione e la formazione in campo ambientale

Criteri chiave di sostenibilità La partecipazione di tutti i partner economici per raggiungere lo sviluppo sostenibile è un elemento basilare dei principi fissati alla conferenza di Rio per l'ambiente e lo sviluppo (1992). Per realizzare uno sviluppo sostenibile diventa fondamentale sensibilizzare ai temi e alle opzioni disponibili; elementi altrettanti cruciali sono le informazioni, l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale. Tale obiettivo può raggiungersi attraverso la divulgazione dei risultati della ricerca, inserendo programmi in materia ambientale a livello di formazione professionale, nelle scuole, nelle università o nei programmi di istruzione per adulti e creando reti all’interno di settori e raggruppamenti economici. Va infine ricordata l’importanza di accedere alle informazioni in campo ambientale dal proprio domicilio e da luoghi ricreativi. Aspetti da esaminare • La misura proposta incentiva l’impegno delle imprese ad una buona gestione

ambientale di tutti i progetti? • La misura consentirà di incentivare la fornitura di informazioni e la formazione in

campo ambientale, ad esempio fornendo materiale didattico, garantendo la formazione dei lavoratori di imprese nuove o esistenti, creando centri di informazione ambientale.

• La misura proposta incentiva un più ampio accesso del pubblico alle zone rurali o naturali, con una maggiore sensibilizzazione sulla nostra interazione con l’ambiente?

• La misura proposta servirà a pubblicizzare o a pubblicare opere sulle iniziative ambientali?

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II.12

Criterio 10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo

Criteri chiave di sostenibilità La dichiarazione di Rio (Conferenza di Rio per l'ambiente e lo sviluppo, 1992) stabilisce, tra i fondamenti dello sviluppo sostenibile, che il pubblico e le parti interessate vengano coinvolte nelle decisioni che riguardino i loro interessi. Il meccanismo principale è la consultazione pubblica nella fase di controllo dello sviluppo, ed in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Il concetto di sviluppo sostenibile prevede inoltre un coinvolgimento più ampio del pubblico nell’elaborazione e nell’attuazione di proposte di sviluppo, che dovrebbe consentire di far emergere un maggiore senso della proprietà e della condivisione delle responsabilità. Aspetti da esaminare · Le decisioni sui progetti previsti dalla misura prevedono qualche coinvolgimento

dei diretti destinatari o del pubblico più vasto? · La misura può dar vita a progetti che possano creare controversie a livello locale? · La misura proposta favorisce il coinvolgimento del pubblico nella definizione e

nell’attuazione dei progetti? · La misura proposta porterà a progetti che offrano opportunità in materia di

partecipazione del pubblico?

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Allegato III Tecniche per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi Operativi Nell’allegato III: III.1 Matrici d’impatto e altre tecniche di

valutazione III.2 Esempio di valutazione ambientale di un

piano regionale con la tecnica delle matrici d’impatto

III.3 Valutazione ambientale dei Programmi Operativi

III.4 Valutazione delle priorità, delle finalità e degli obiettivi dei PO

III.5 Valutazione dell’impatto delle misure di un PO

III.6 Valutazione degli impatti cumulativi

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ALLEGATO III

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III.1

III.1 MATRICI D’IMPATTO E ALTRE

TECNICHE DI VALUTAZIONE

Nel presente allegato del manuale vengono presentate informazioni sui metodi di valutazione delle implicazioni ambientali dei PSR e dei PO. Le matrici d’impatto (1) hanno avuto un vasto impiego nell’ambito della VAS per individuare e presentare informazioni sull’impatto ambientale. Il concetto di base delle matrici è che esse mettono in relazione il contenuto dei piani o dei programmi di sviluppo proposti con il rispettivo impatto ambientale esercitato. Nella tabella III.1 viene riportato un esempio di formato-tipo di una matrice d’impatto. A livello della VAS l’ambiente può essere descritto in termini di: • obiettivi e priorità ambientali; • tipo di impatto ambientale; • indicatori ambientali. Le matrici sono un semplice strumento che i responsabili delle decisioni possono utilizzare per tener conto degli impatti ambientali. Si tratta di uno strumento flessibile, nel senso che possono essere perfezionate e modificate man mano aumentino le informazioni disponibili e possono presentare vari gradi di precisione. Tra le informazioni contenute in una matrice si possono citare: • brevi descrizioni scritte; • impiego di vari simboli (segni di

“visto” o crocette o simboli più complessi che rappresentano vari livelli di impatto, come puntini di varie dimensioni);

• dati numerici da sommare per indicare l’impatto ambientale complessivo.

(1) Cfr. il glossario.

Le tabelle inserite di seguito (III.2, III.3 e III.5) rappresentano vari tipi di matrici. Al contrario di quanto avviene con l’impiego delle matrici nella VIA, non esiste un elenco standard delle “attività” da inserire e valutare. Le autorità competenti in materia ambientale e quelle dello sviluppo devono pertanto riflettere sui risultati che intendono raggiungere con i piani e i programmi previsti e i tipi di azione che risulterà necessario attuare a tal fine. L’obiettivo della riflessione è di riuscire ad individuare, nella maniera più esauriente possibile, i potenziali impatti positivi e negativi, oltre che le eventuali incertezze. La tabella III.1 più sotto evidenzia alcuni degli aspetti principali relativi alla previsione dei fattori di incertezza e dei potenziali impatti.

Quadro III.1 Incertezze e mancanza di conoscenze

In generale, prevedere gli impatti a livello strategico comporta una serie di fattori di incertezza: • Incertezza a livello scientifico - dovuta ad un

orizzonte temporale molto prolungato, alla complessità delle interazioni o alle scarse conoscenze disponibili.

• Scarsa precisione nella misurazione dell’impatto. • Incertezza sulle attività e sulle misure precise di

attuazione dei piani o dei programmi (ad esempio, dove sarà localizzato lo sviluppo).

Tutti i fattori di incertezza devono essere esplicitamente illustrati nella VAS. I fattori di incertezza possono riguardare effetti potenzialmente significativi* o irreversibili* della proposta (ad esempio un capitolo del piano o del programma riguardante un settore o una priorità particolari). In tal caso l’incertezza deve essere ridotta ad un livello accettabile conducendo altri studi a breve scadenza (entro sei mesi al massimo), che consentano di controllare i fattori di incertezza restanti applicando condizioni ragionevoli e praticabili. Tali misure devono essere adottate prima di ultimare il piano o il programma.

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III.2

* = cfr. Glossario

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III.3

Tabella III.1 Formato-tipo di una matrice d’impatto ambientale

Sottoprog. 1 Sottoprog. 2 Sottoprog. 3 Sottoprog. 4 Sostenibilità globale Rendimento energetico trasporti - spostamenti

Energia per trasporti - modi Ambiente edificato Utilizzo energetico efficiente complessivo Tasso di assorbimento del CO2 Biodiversità (flora e fauna selvatiche e habitat)

Risorse naturali Qualità dell’aria Qualità della conservazione delle risorse idriche

Qualità terreno e suolo Conservazione minerali

Qualità ambiente locale Paesaggi e spazi aperti Ambiente urbano Beni culturali Accesso del pubblico agli spazi aperti Qualità degli edifici Innovazione, tecnologie e R&S Altre tecniche di valutazione • Questionari, interviste e gruppi

Sono utili per raccogliere informazioni disponibili presso vari servizi o ministeri competenti, organismi non governativi e singoli esperti. Questa operazione può contribuire a creare un consenso, di cruciale importanza per stabilire quali tipi di impatto siano significativi a livello strategico. Tali formule presentano inoltre il vantaggio di agevolare la trasparenza nell’affrontare il problema dell’incertezza e i dati soggettivi/qualitativi.

• Liste di controllo (checklist) Possono servire ad individuare gli impatti significativi; occorre tuttavia prestare la massima attenzione alla preparazione delle liste in quanto gli

impatti strategici e cumulativi (cfr. capitolo III.6) di solito comportano relazioni più complesse di causa ed effetto rispetto alle valutazioni a

livello di progetto, per le quali si è spesso fatto ricorso a liste di controllo.

• Analisi delle tendenze Consente di valutare nel tempo la situazione di una risorsa naturale, di un ecosistema o di una zona sensibile. Di solito fornisce una proiezione grafica delle condizioni passate e future e può essere utilizzata per calcolare eventuali cambiamenti avvenuti nel tempo, nella frequenza o nell’intensità di un fattore di pressione (ad esempio le emissioni acustiche dovute al traffico o l’inquinamento da fonti agricole).

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III.4

• Sovrapposizione di mappe e sistemi d’informazione geografica (SIG) Consente di aggiungere una dimensione spaziale all’analisi e ai dati raccolti. Questa tecnica può essere usata per individuare le zone di cui occorre limitare o addirittura evitare lo sviluppo (cartografia dei vincoli) o quelle che subiranno l’impatto ambientale maggiore (ad esempio, potenziale invasione delle zone sensibili da parte degli sviluppi previsti). Questi strumenti possono essere particolarmente utili per l’analisi degli impatti cumulativi, in quanto individuano le zone dove tendono ad accumularsi le pressioni dovute allo sviluppo.

• Analisi della biodiversità e dell’ecosistema Questo strumento è particolarmente utile a livello strategico perché imperniato su approcci olistici e su ampie prospettive regionali e interregionali. Può servire ad affrontare il tema dell’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. In genere si basa sui confini naturali o sulle zone sensibili.

• Diagrammi a rete e a blocchi Servono a capire, spiegare e rappresentare i rapporti causa-effetto. Saranno utilizzati, ad esempio, per valutare i molteplici impatti che hanno le misure inserite nei PO e per individuare gli effetti indiretti e cumulativi.

III.2 ESEMPIO DI UNA TIPICA

VALUTAZIONE AMBIENTALE DI UN

PIANO REGIONALE CON LA TECNICA

DELLE MATRICI D’IMPATTO

Di seguito viene presentato un esempio di applicazione pratica della tecnica a matrice d’impatto ad un piano regionale. La zona interessata è la regione occidentale della Repubblica d’Irlanda. Il piano di sviluppo (denominato West Regional Development Plan) si articola in quattro sotto-programmi destinati ad attuare le priorità del piano. • Sottoprogramma 1 - infrastruttura

economica • Sottoprogramma 2 - sviluppo

economico • Sottoprogramma 3 - sviluppo delle

risorse umane • Sottoprogramma 4 - sviluppo rurale. Per tutti i sottoprogrammi e le rispettive misure proposte si è svolta l’analisi strategica degli impatti ambientali in termini di sostenibilità globale, di risorse naturali e di qualità dell’ambiente locale. L’analisi non deve rispecchiare accuratamente l’impatto preciso delle singole misure o progetti sull’ambiente della zona in questione, ma deve piuttosto fornire informazioni sui potenziali impatti ambientali che possono insorgere o che effettivamente insorgono in caso di sviluppo economico. La tabella III.2 fornisce un quadro sintetico del prevedibile impatto ambientale dei sottoprogrammi proposti. I criteri di valutazione applicati per definire la matrice sono ispirati alla guida di buona prassi proposta dal governo del Regno Unito Environmental Appraisal of Development Plans del 1993.

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III.5

L’autorità competente, la West Regional Authority, e i suoi partner sono impegnati a garantire che l’applicazione del piano contribuisca allo sviluppo sostenibile della regione e che le azioni da esso derivanti abbiano effetti positivi e non danneggino l’ambiente. L’impiego di una matrice d’impatto è il primo passo per raggiungere tale obiettivo. Per garantire che proponenti/attuatori delle misure previste dai sottoprogrammi seguano tutti i passi necessari e ragionevoli (a livello legislativo e non) per attuare azioni con effetti positivi per l’ambiente, sono state proposte le seguenti attività, di competenza delle amministrazioni regionali:

• definizione di misure e valutazioni di riferimento mettendole in corrispondenza con criteri relativi alla dotazione ambientale e con indicatori ambientali (cfr. tabella III.3); raccolta di dati di riferimento e mappatura di siti importanti per la conservazione;

• creazione di un adeguato sistema di monitoraggio per individuare gli indicatori ambientali a livello regionale;

• istituzione di un sistema chiaro per l’informazione, la selezione e la valutazione dei progetti in collaborazione con partner esistenti a livello locale, regionale e nazionale (cfr. allegato VI del manuale);

• fornitura di un’adeguata documentazione di consultazione e informazione oltre che note orientative per coloro che presentano i progetti (cfr. allegato VI del manuale).

Tabella III.2 Analisi sintetica dell’impatto ambientale

Sottoprog. 1 Sottoprog. 2 Sottoprog. 3 Sottoprog. 4 Sostenibilità globale Rendimento energetico trasporti - spostamenti

+/x 0 0 +/x

Energia per trasporti - modi +/x 0 0 + Ambiente edificato + 0 0 0 Utilizzo energetico efficiente complessivo + + 0 0 Tasso di assorbimento del CO2 + 0 0 + Biodiversità (flora e fauna selvatiche e habitat)

x 0 + +/x

Risorse naturali Qualità dell’aria 0 + 0 + Qualità della conservazione delle risorse idriche

+ +/x + +

Qualità terreno e suolo +/x + 0 +/x Conservazione minerali 0 0 0 +/x

Qualità ambiente locale Paesaggi e spazi aperti +/x +/x 0 + Ambiente urbano + 0 0 0 Beni culturali +/x +/x + + Accesso del pubblico agli spazi aperti +/x 0 + + Qualità degli edifici 0 + 0 + Innovazione, tecnologie e R&S 0 + + +

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III.6

legenda X effetti negativi + effetti positivi +/x effettivi positivi e negativi 0 effetti neutri

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III.7

Tabella III.3 Criteri relativi alla dotazione ambientale e indicatori di impatto ambientale proposti per la regione occidentale dell’Irlanda

Criteri generali Indicatori d’impatto

Sostenibilità globale

Rendimento energetico trasporti - spostamenti spostamenti più brevi; riduzione del numero di spostamenti con veicoli a motore

Energia per trasporti - modi aumento uso trasporti pubblici; maggiore ricorso ad altre modalità di trasporto; spostamenti a piedi o in bicicletta nelle zone urbane

Ambiente edificato - energia definizione di piani di gestione Utilizzo energetico efficiente complessivo pratiche nell’ambito del piano di gestione energetica Tasso di assorbimento del CO2 maggiore imboschimento, ove necessario Biodiversità (flora e fauna selvatiche e habitat) salvaguardia delle zone con habitat naturali, delle zone di

protezione speciale e delle zone speciali di conservazione designate; diversità delle specie

Risorse naturali

Qualità dell’aria riduzione del livello degli inquinanti; monitoraggio inquinamento da traffico

Qualità della conservazione delle risorse idriche migliori forniture di acqua potabile; mantenimento della qualità delle acque dolci; migliore gestione e conservazione delle risorse idriche

Qualità terreno e suolo riduzione della concentrazione di pesticidi e migliore pianificazione della gestione delle sostanze nutrienti/fertilizzanti

Conservazione minerali riduzione del consumo di combustibili fossili e di minerali; riutilizzo più efficiente o maggiore riciclaggio dei materiali

Qualità dell’ambiente locale

Paesaggi e spazi aperti miglioramento e mantenimento della qualità generale del paesaggio; salvaguardia delle principali caratteristiche ricreative del paesaggio

Ambiente urbano miglioramento dei paesaggi urbani in città e paesi rurali; sviluppo dei siti che dispongono di beni culturali

Beni culturali salvaguardia dei principali siti ed edifici che rappresentano un patrimonio culturale; salvaguardia del patrimonio archeologico e geologico

Accesso del pubblico agli spazi aperti sviluppo e conservazione degli spazi aperti rurali; foreste, parchi

Qualità degli edifici aumento della qualità generale degli edifici Innovazione, tecnologie e R&S misure ambientali relative alla riduzione dei rifiuti, al riciclaggio dei

rifiuti e a tecniche di produzione più pulite III.3 VALUTAZIONE AMBIENTALE DEI

PROGRAMMI OPERATIVI I Programmi Operativi sono lo strumento principale utilizzato dagli Stati membri e dalle regioni per realizzare particolari priorità di sviluppo approvate nell’ambito del QCS per una determinata regione o

zona. In generale essi contengono maggiori informazioni e sono più dettagliati riguardo alla natura, alla portata e alle misure precise previste che verranno cofinanziate nell’ambito del programma. Ne consegue che, esaminando nel dettaglio il PO, è possibile analizzare più approfonditamente i

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III.8

probabili impatti ambientali di una determinata priorità di sviluppo. Anche in questo caso le matrici d’impatto ambientale si rivelano uno strumento prezioso di ausilio alla valutazione.

III.4 VALUTAZIONE DELLE PRIORITÀ, DELLE FINALITÀ E DEGLI OBIETTIVI DEI PO La tabella III.4 è un esempio di come sia possibile utilizzare la tecnica delle matrici d’impatto per valutare le priorità, le finalità e gli obiettivi di un PO rispetto agli obiettivi ambientali. Ancora una volta il formato della matrice si rivela prezioso per presentare i dati in maniera chiara e concisa. III.5 VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELLE

MISURE DI UN PO Come si è sottolineato in precedenza, le matrici d’impatto consentono di presentare un vasto numero di informazioni secondo un formato semplice e chiaro. Grazie alle matrici è possibile riunire in un unico contesto aspetti relativi all’ambiente e allo sviluppo, sintetizzandone le interazioni in termini di impatti potenziali sull’ambiente della regione presa in esame. Se risulta che una misura possa avere potenziali e rilevanti effetti negativi, sono necessarie valutazioni più dettagliate. La tabella III.5 contiene un esempio di matrice di valutazione applicata ad una misura nell’ambito dei PO. Il tipo di impatto valutato può cambiare in funzione dell’approccio prescelto e può comprendere alcuni degli impatti elencati di seguito. Nel caso degli impatti diretti e indiretti, ad esempio, la legenda per vari tipi di valutazione può essere così modificata:

-2 effetto negativo diretto

-1 effetto negativo indiretto

ü/x effetti positivi e negativi

>< effetti positivi e negativi (mancato consenso)

# impossibile stabilire un impatto preciso

+1 effetto positivo indiretto

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III.9

+2 effetto positivo diretto

Tra le altre possibili variabili atte a produrre una matrice d’impatto più dettagliata si possono segnalare: 1. Portata (si può calcolare in vari modi,

ad esempio prendendo in considerazione l’entità di risorse colpite rispetto alle dotazioni esistenti o l’intensità, i tempi e la durata dell’impatto).

2. Rilevanza (si può interpretare in vari modi: internazionale, transfrontaliera, nazionale, regionale, ecc.).

3. Probabilità (variabile che determina se un impatto è certo, molto probabile o improbabile).

Segue una rassegna di alcuni degli aspetti più importanti per la valutazione dell’impatto delle misure previste dai PO che le autorità competenti in materia ambientale potranno prendere in esame. Informazioni sulle misure Le autorità competenti in materia ambientale dovranno garantire che il PO fornisca le seguenti informazioni sulle misure previste: • principali impatti (positivi e negativi) per

ciascun tipo di misura; • portata/scala della misura (che si può

dedurre dalla descrizione delle finalità, dal tipo di progetti proposti, dal grado di spesa proposto e dall’obiettivo complessivo che si intende raggiungere con la misura);

• localizzazione (soprattutto se interessa zone sensibili o designate);

• indicatori relativi a impatti e benefici ambientali (se risulta opportuno).

Se la bozza del PO non presenta chiaramente tali informazioni, le autorità competenti in materia ambientale devono provvedere ad ottenerle.

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III.10

Tabella III.4 Esempio di una matrice sintetica di comparazione delle finalità e degli obiettivi per una priorità denominata “Sviluppo dell’industria turistica” prevista da un programma

Informazioni di base Priorità: Sviluppare un’industria turistica sostenibile (inserire una breve descrizione) Categorie di finalità in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile A) utilizzo di risorse rinnovabili B) sostanze e rifiuti pericolosi/inquinanti C) zone protette D) paesaggi E) suolo F) risorse idriche G) patrimonio storico e culturale H) qualità dell’ambiente locale I) atmosfera J) riscaldamento del globo K) sensibilizzazione, istruzione e formazione in materia ambientale L) partecipazione del pubblico

La priorità di sviluppo Valutazione rispetto agli obiettivi ambientali/di sviluppo sostenibile (cfr. l’elenco precedente, voci da A a L)

Finalità Obiettivi A B C D ecc.

1. Rafforzare la capacità della regione di attirare un turismo di “élite”

• Sviluppo di nuovi impianti nella città X e di una nuova marina nella località turistica Y

üü/? Non c’è un piano preciso per usare l’energia solare nonostante le potenzialità locali

•? La marina richiederà impianti per lo smaltimento di idrocarburi/ rifiuti

?

x (in parte) La zona della nuova marina comprende elementi costieri protetti

2. Sviluppare un turismo sostenibile (soprattutto sulle zone costiere e sulle isole di piccole dimensioni)

• Definizione di un piano di gestione per un turismo sostenibile nelle zone X, Y e Z, con particolare riferimento alla gestione della domanda di risorse idriche e all’eutrofizzazione delle coste

? üü üü üü ecc.

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III.11

Legenda: • Nessun legame o rapporto significativo

ü Rilevante impatto positivo

? Previsioni o conoscenze incerte

û Rilevante impatto negativo

ü? Impatto positivo probabile, ma non prevedibile

û? Impatto negativo probabile, ma non prevedibile

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III.12

Tabella III.5 Esempio di matrice di valutazione per una misura nell’ambito dei PO

Priorità: COMUNICAZIONI

Misura: Miglioramento del sistema di trasporto ferroviario

Principale principio di sostenibilità Valutazione Commenti

Uso minimo di risorse non rinnovabili

ü

Gli obiettivi di un’iniziativa di questo tipo - ovvero il sostegno a sistemi di trasporto pubblici sostenibili e rispettosi dell’ambiente - avranno un effetto positivo sul lungo periodo, consentendo lo spostamento di passeggeri dal trasporto automobilistico privato al trasporto ferroviario, con un minor consumo di carburante

Uso di risorse rinnovabili entro i limiti delle capacità di rigenerazione

• Nessun legame

Uso e gestione di sostanze e rifiuti pericolosi/inquinanti nel rispetto dell’ambiente

ü?

I sistemi ferroviari possono garantire una maggiore sicurezza nella gestione di sostanze e rifiuti pericolosi/inquinanti. La misura non ha tuttavia una diretta correlazione con questo aspetto

Mantenimento e miglioramento della qualità della flora e della fauna selvatiche, degli habitat e dei paesaggi

ü

La misura intende minimizzare l’impatto esercitato sull’ambiente naturale costruendo gallerie ove il sistema ferroviario proposto andrebbe a turbare una zona naturale

Mantenimento e miglioramento della qualità del suolo e delle risorse idriche

ü

La misura prevede l’obbligo di adottare la soluzione migliore sotto il profilo ambientale per ridurre eventuali perdite o fuoriuscite derivanti dal funzionamento dell’infrastruttura di trasporto

Mantenimento e miglioramento della qualità del patrimonio storico e culturale

• Non è previsto che i progetti derivanti dalla misura in questione presentino ripercussioni (positive o negative) per le zone di valore storico o culturale

Mantenimento e miglioramento della qualità dell’ambiente locale

ü? Se le iniziative proposte ridurranno la congestione del traffico avranno un effetto positivo

Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo)

ü? Se le iniziative proposte ridurranno la congestione del traffico avranno un effetto positivo

Sviluppo di una sensibilizzazione, un’istruzione e una formazione in campo ambientale

?

La misura non prevede disposizioni per sensibilizzare il pubblico ai temi ambientali né per incentivare un maggiore uso dei trasporti pubblici. Si raccomanda di modificarla e di inserire l’aspetto della sensibilizzazione

Promozione della partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo sostenibile

ü?

La creazione di nuovi sistemi di trasporto pubblico avrà probabilmente un effetto positivo se le fasi di pianificazione e di progettazione prevedono una consultazione pubblica

Valutazione complessiva

ü

Questo tipo di iniziativa presenterà evidenti benefici ambientali

Legenda: • Nessun legame o rapporto significativo

ü Rilevante impatto positivo

? Previsioni o conoscenze incerte

û Rilevante impatto negativo

ü? Impatto positivo probabile, ma non prevedibile

û? Impatto negativo probabile, ma non prevedibile

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ALLEGATO III

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III.13

Tipi di impatto di cui le autorità competenti in materia ambientale devono tener conto nella valutazione preventiva delle misure in ambito PO

• Impatti diretti sull’ambiente (in che modo le misure potranno direttamente incidere sulla qualità dell’ambiente e sulle risorse naturali). A titolo di esempio, un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue eserciterà un impatto diretto sugli effluenti, con ripercussioni sulla qualità delle acque.

• Impatti indiretti sull’ambiente. Ad esempio, il ricorso a pratiche agricole intensive conduce ad un uso maggiore di pesticidi e fertilizzanti con ripercussioni sulla qualità delle acque riceventi e, di conseguenza, sugli habitat e sulle specie che per la loro sopravvivenza dipendono da tali corpi idrici.

• Impatti secondari (quando lo sviluppo proposto scatena un ulteriore sviluppo che avrà un impatto sull’ambiente). A titolo di esempio, un nuovo collegamento di trasporto incentiverà un nuovo sviluppo lungo il corridoio venutosi a creare.

• Interazioni tra impatti (come i vari impatti

possono interagire tra loro producendo un impatto più grave). Si pensi ad esempio agli impatti sulle risorse idriche di alcune attività economiche che si sviluppano in una determinata zona e che risulteranno più marcati dell’impatto di un unico tipo di sviluppo.

• Probabili effetti cumulativi delle misure e di

eventuali altre iniziative strettamente correlate (come i progetti del Fondo di coesione, i prestiti BEI, ecc.) (cfr. il capitolo III.6).

III.6 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

CUMULATIVI Introduzione Per effetti cumulativi s’intende l’impatto (positivo e negativo, diretto e indiretto, a lungo e a breve termine) esercitato sull’ambiente e dovuto all’impatto incrementale delle misure del PO che si cumula ad altri piani o programmi passati, presenti e ragionevolmente prevedibili nel futuro. Per tale valutazione è necessario fissare limiti spaziali e temporali, al fine di valutare gli impatti incrementali derivanti da una serie di attività in una zona o regione, laddove i singoli effetti, presi isolatamente, possono risultare insignificanti. Questo tipo di analisi fornisce importanti informazioni in grado di coadiuvare i responsabili delle decisioni a scegliere tra strategie e misure alternative per realizzare le priorità fissate dal QCS, oltre che per individuare soluzioni che tendano ad evitare, minimizzare e ridurre gli effetti negativi. Valutazione degli impatti cumulativi e valutazione ambientale dei PO Non esiste una metodologia approvata o fissa per valutare gli impatti cumulativi e fino ad oggi gran parte delle valutazioni ha riguardato le VIA a livello di progetti e non la valutazione a livello più strategico, che è il tema principale del presente manuale. Il manuale propone che la valutazione degli impatti cumulativi nell’ambito dei PO si concentri su impatti cumulativi significativi su zone sensibili, risorse naturali principali ed ecosistemi. Questi ultimi dovrebbero essere stati in larga parte individuati nella fase 1 della VAS

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ALLEGATO III

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III.14

(Valutazione della situazione ambientale - Elaborazione di dati di riferimento).

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ALLEGATO III

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III.15

Per poter svolgere una valutazione degli impatti cumulativi nel contesto di questa procedura VAS, le autorità competenti in materia ambientale devono far sì che nella valutazione ambientale complessiva si tenga conto dei seguenti aspetti: • Definizione dei confini delle zone

sensibili e delle risorse naturali (ad esempio, zone protette, bacini idrografici) e della capacità di carico degli ecosistemi, che rappresentano elementi importanti in questa fase di pianificazione strategica.

• Tipi di priorità di sviluppo che possono avere ripercussioni su queste zone.

• Eventuali altri piani di sviluppo passati, presenti o futuri (Fondo di coesione e progetti BEI, piani regionali, ecc.) nella zona che potrebbero interagire con le proposte del PO.

• Tipo di impatto che tale sviluppo potrebbe avere sulla zona.

• Valutazione dei potenziali impatti cumulativi del programma, delle rispettive misure e piani e programmi di sviluppo; utilizzo dei confini naturali o dei confini delle zone sensibili per la valutazione dell’impatto su risorse ed ecosistemi.

La valutazione degli impatti cumulativi potrebbe comportare studi specifici, ad esempio su ampi progetti di infrastrutture o su misure chiaramente legate ad altri progetti finanziati dall’UE, al fine di valutarne i potenziali effetti cumulativi sulle zone sensibili. Un PO in materia di trasporti può, ad esempio, comprendere una serie di misure che prevedono una nuova infrastruttura che si collega in parte con altre iniziative nel campo delle infrastrutture finanziate

dal Fondo di coesione o dalla BEI. Le autorità competenti in materia ambientale possono ritenere opportuno effettuare un’analisi dettagliata dei vari impatti prodotti dalle diverse proposte. La valutazione potrebbe inoltre consentire un miglior coordinamento e una maggiore efficacia dei progetti. Confini geografici per le risorse naturali, gli ecosistemi e le zone sensibili Elemento cruciale della valutazione degli effetti cumulativi è la definizione dei confini geografici. Il quadro III.2 presenta alcune proposte. Quadro III.2 Possibili aree geografiche nelle quali effettuare l’analisi degli effetti cumulativi sulle risorse naturali e sugli ecosistemi Qualità dell’aria: area metropolitana, bacino atmosferico o atmosfera globale Qualità delle acque: torrente, bacino imbrifero, estuario, acquifero Vegetazione: bacino imbrifero, foresta, areale o ecosistema Flora e fauna selvatiche: Habitat o ecosistema di una specie; per la fauna selvatica migratrice: luogo di covatura, percorso di migrazione, zona di svernamento o unità totali di popolazione interessate Risorse della pesca: torrente, bacino idrografico, estuario, zona di riproduzione e percorso di migrazione Zone costiere: regione costiera o bacino imbrifero

Fonte: Council on Environmental Quality (1997), Considering Cumulative Effects Under the National Environmental Policy Act, Federal Government, USA

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ALLEGATO III

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III.16

In termini di zone sensibili, l’approccio di base dovrebbe tener conto di tutti i settori disciplinati dalla legislazione comunitaria, comprese le zone di protezione speciale (direttiva 79/307/CEE), le zone speciali di conservazione (direttiva 92/43/CEE), le aree sensibili e meno sensibili (direttiva 91/271/CEE) e le zone vulnerabili (direttiva 91/676/CEE). Limiti temporali Il primo passo consiste nel considerare il quadro temporale del PO in esame, provvedendo ad individuare i piani e i programmi che dovrebbero articolarsi nello stesso periodo di tempo. Le autorità competenti in materia ambientale dovrebbero inoltre definire gli effetti che potrebbero avere impatti cumulativi significativi a più lunga scadenza e tentare di fissare limiti temporali. Tecniche di valutazione Gran parte delle tecniche descritte in precedenza per lo svolgimento della VAS serve a valutare gli impatti cumulativi. Per maggiori dettagli sull’esecuzione delle valutazioni, consultare la seguente pubblicazione:

Council on Environmental Quality (1997), Considering Cumulative Effects Under the National Environmental Policy Act, Federal Government, USA.

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Allegato IV Indicatori Nell’allegato IV: IV.1 Introduzione IV.2 Indicatori in fase di PSR IV.3 Indicatori in fase di QCS IV.4 Indicatori in fase di PO

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ALLEGATO IV

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IV.1

IV.1 INTRODUZIONE Il manuale ha trattato il ruolo svolto dagli indicatori nell’ambito dei PSR, del QCS e dei PO relativi ai Fondi strutturali. In questo allegato si intende fornire all’utilizzatore del manuale alcune informazioni aggiuntive sull’impiego degli indicatori. Gli indicatori utilizzano dati quantificati per individuare e spiegare i cambiamenti nell’arco del tempo. Nel quadro IV.1 vengono presentati i criteri chiave da utilizzare per la selezione degli indicatori (sociali, economici o ambientali) in tutte le fasi nell’ambito dei Fondi strutturali (PSR, QCS e DocUP/PO). Se gli indicatori non rispondono ai suddetti criteri di base difficilmente serviranno a definire la situazione attuale o a misurare l’impatto dei programmi. Le autorità competenti in materia ambientale e quelle dello sviluppo devono riesaminare gli indicatori ad ogni fase della procedura dei Fondi strutturali, provvedendo eventualmente a sostituire gli indicatori che non sembrano dare risultati o a raccogliere altri dati sugli indicatori per i quali apparentemente mancano dati sufficienti.

IV.2 INDICATORI RELATIVI ALLA FASE DEL

PSR Al punto 3.3.6 del manuale sono stati presentati gli elementi principali che determinano l’importanza degli indicatori ambientali nella fase del PSR. Sono state anche discusse le differenze tra indicatori di base e indicatori di prestazione e le rispettive funzioni nello sviluppo del PSR. Il presente allegato contiene altri esempi più dettagliati delle categorie di indicatori di base e indicatori di prestazione che possono essere utili alle autorità competenti in materia ambientale a livello di PSR. Vengono inoltre forniti alcuni esempi di indicatori di base e indicatori di prestazione applicabili a settori diversi dall’ambiente, che tuttavia possono presentare potenziali impatti e benefici a livello ambientale. Le tabelle IV.1 e IV.2 presentano esempi di indicatori di base e indicatori di prestazione tipici da utilizzare in fase di PSR. Le informazioni fornite nelle tabelle non sono evidentemente esaustive, ma riguardano alcune delle principali problematiche ambientali affrontate nei PSR; per ulteriori informazioni sulla valutazione dei dati di riferimento ambientali, cfr. anche l’allegato I del manuale.

Quadro IV.1 Criteri chiave per la scelta degli indicatori

Gli indicatori devono:

• essere rappresentativi;

• essere validi dal punto di vista scientifico;

• essere semplici e di agevole interpretazione;

• indicare le tendenze nel tempo;

• ove possibile, fornire un’indicazione precoce sulle tendenze irreversibili;

• essere sensibili ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente o nell’economia che devono contribuire a indicare;

• essere basati su dati facilmente disponibili o disponibili a costi ragionevoli;

• essere basati su dati adeguatamente documentati e di qualità certa;

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IV.2

• poter essere aggiornati periodicamente.

Tabella IV.1 Esempi di indicatori di base ambientali

Settore Indicatore

Acque (Infrastruttura) • Capacità complessiva installata per le acque reflue Impianti di trattamento • Percentuale di impianti di trattamento delle acque reflue in funzione • Percentuale della popolazione totale collegata ad un sistema fognario • Percentuale di scarichi industriali riversati in un sistema di raccolta

Acque (Qualità) • Numero di zone di balneazione conformi alla direttiva in materia (direttiva 76/160/CEE) • Lunghezza dei fiumi ritenuti di buona qualità • Lunghezza dei fiumi ritenuti di scarsa qualità

Rifiuti urbani • Volume pro capite di rifiuti prodotti • Volume pro capite di rifiuti raccolti • Percentuale di rifiuti messi a discarica • Percentuale di rifiuti riciclati • Capacità degli impianti di riciclaggio • Percentuale di rifiuti sottoposti a incenerimento • Capacità degli impianti di incenerimento

Rifiuti industriali e rifiuti tossici e pericolosi

• Capacità degli impianti di smaltimento dei rifiuti industriali e rifiuti tossici e pericolosi • Percentuale di rifiuti esportata a fini di trattamento e smaltimento • Percentuale di rifiuti trattati a livello nazionale

Terreni abbandonati e contaminati

• Superficie totale individuata di terreni abbandonati • Superficie totale individuata di terreni contaminati

Tabella IV.2 Esempi di indicatori di prestazione ambientali

Aspetto Indicatore

Acque • Aumento delle di zone di balneazione conformi alla direttiva in materia (direttiva 76/160/CEE) • Aumento della percentuale della popolazione totale collegata a impianti di trattamento dotati

di trattamento secondario • Aumento della lunghezza dei fiumi che rispettano obiettivi di qualità ambientale • Aumento della percentuale di scarichi industriali collegati a impianti di trattamento delle acque

reflue

Rifiuti • Aumento della percentuale di abitazioni servite da sistemi di raccolta dei rifiuti • Aumento della percentuale di rifiuti urbani riciclati • Aumento della percentuale di rifiuti industriali riciclati • Riduzione della quantità di rifiuti tossici prodotti • Riduzione della quantità di rifiuti tossici esportati a fini di trattamento • Aumento della quantità di rifiuti tossici trattati in loco • Riduzione del numero di spedizioni di rifiuti tossici •

Terreni abbandonati e contaminati

• Riduzione della superficie di terreni abbandonati che attendono un riassetto • Aumento della percentuale di siti contaminati noti soggetti a recupero • Aumento della superficie di terreni abbandonati e contaminati sottoposti a riassetto

Inquinamento atmosferico

• Riduzione del numero di superamenti registrati dei valori limite della qualità dell’aria • Riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti prioritarie

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ALLEGATO IV

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IV.3

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IV.4

Al punto 3.3.6 del manuale si è discussa l’importanza di definire indicatori di base per settori diversi dall’ambiente nell’ambito del PSR. Seguono alcuni esempi di indicatori di base e di prestazione relativi ai principali settori di sviluppo. Le autorità competenti in materia ambientale dovranno tener presente che gli indicatori ambientali devono essere applicati anche ad altri settori di sviluppo in ambito PSR. Gli esempi illustrati possono servire alle autorità in questione nell’elaborazione dei suddetti indicatori in fase di PSR. Trasporti: • numero di persone che usano i

trasporti pubblici (base); aumento delle persone che usano i trasporti pubblici (prestazioni)

Energia: • intensità energetica per unità di PNL

(base)

• consumo pro capite di energia ad uso domestico (base)

• percentuale di domanda di energia soddisfatta con fonti rinnovabili (base)

• riduzione dell’intensità energetica per unità di PNL (prestazioni)

• riduzione del consumo pro capite di energia ad uso domestico (prestazioni)

• aumento della percentuale della domanda di energia soddisfatta con fonti rinnovabili (prestazioni).

Agricoltura: • numero di zone cui si applicano misure

di gestione agro-ambientali (base)

• numero di incidenti di inquinamento agricolo denunciati (base)

• aumento del numero di zone cui si applicano misure di gestione agro-ambientali (prestazioni)

• riduzione del numero di incidenti di inquinamento agricolo denunciati (prestazioni).

Turismo: • percentuale di visitatori presenti in

bassa stagione (base)

• aumento della percentuale di visitatori presenti in bassa stagione (prestazioni).

IV.3 INDICATORI IN FASE DI QCS Al punto 3.4.4 del manuale viene descritta la funzione degli indicatori ambientali in fase di QCS. La tabella IV.3 presenta un altro esempio di possibile applicazione degli indicatori ambientali al QCS e di applicazione ad altri settori di sviluppo sempre nell’ambito del QCS. IV.4 INDICATORI IN FASE DI PO Al punto 3.5.5 del manuale si esamina il ruolo degli indicatori nell’ambito dei Programmi Operativi e si presentano le diverse funzioni degli indicatori di base, di impatto e di prestazione. Come viene indicato nel capitolo intitolato “Descrizione” della parte del manuale riguardante gli indicatori ambientali e i Programmi Operativi (punto 3.5.5), gli indicatori di base e di prestazione per un PO dovrebbero essere scelti in base ai dati raccolti per il PSR e relativi allo stato dell’ambiente nella regione e agli indicatori prescelti per il PSR e il QCS. Gli indicatori selezionati per il PO dovrebbero presentare una chiara relazione con quelli utilizzati per il PSR e il QCS. La tabella IV.4 illustra come sia possibile mettere in relazione le priorità di un programma con gli indicatori di prestazione e con gli obiettivi da misurare e che consentiranno di valutare l’impatto del programma. La tabella IV.5 fornisce invece

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ALLEGATO IV

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IV.5

alcuni esempi tipici dei possibili indicatori di impatto da impiegare in un PO.

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IV.6

Le tabelle IV.6, IV.7 e IV.8 illustrano come elaborare gli indicatori di base, di impatto e di prestazione per un PO in un settore specifico: le risorse idriche.

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ALLEGATO IV

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IV.7

Tabella IV.3 Esempio di indicatori e obiettivi ambientali a livello di QCS (dati relativi al QCS della Repubblica d’Irlanda per il 1994-1999)

Settore Indicatore ambientale Unità di misura

1993

dati di riferimento

1994 1995 1996 1999

obiettivo

Ambiente Acque reflue urbane trattate ai sensi della dir. 91/271/CEE

(%) 12,33 13 14,09 80

Scarico in mare di fanghi di depurazione

(%) 40 40 40 0

Tasso di recupero dei rifiuti di imballaggio

(%) 10 13 15,6 25

Livello di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani

(%) 8 8 8 15

Conformità alla direttiva 80/778 a) forniture pubbliche b) forniture di gruppo

(%) 93,7 80,8

94,4 80,9

100 100

Trasporti Numero di passeggeri rete ferroviaria N. (milioni) 7,9 8,10 8,31 8,15 8,7

Energia Intensità energetica (fabbisogno totale energia primaria/produzione nazionale lorda)

(%) 83 82 76 75 75

Fornitura energia primaria (suddivisa per fonte)

Carbone (%) 20 18 18 18 Torba (%) 12 12 11 10 Petrolio (%) 49 51 51 53 Gas naturale (%) 17 17 18 17 Fonti rinnovabili (%) 2 2 2 2 Energia fornita da fonti rinnovabili MW 8 14 15 219

Contributo di combustibili locali al fabbisogno totale energia primaria

(%) 31 31 29 14

Turismo Visitatori in bassa stagione (%) 70 75 71 72 75 Agricoltura N. di esemplari pescati Esemplari

pescati registrati

22 11 18 15

Inquinamento grave causato dall’agricoltura

% di km di lunghezza dei fiumi

36 36 24 28

Fonte: QCS per l’Irlanda, 1994-1999, Ufficio delle pubblicazioni del governo irlandese.

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IV.8

Tabella IV.4 Esempio di indicatori di prestazione e obiettivi per un PO

Criteri generali Tipo di priorità pertinente

Indicatore di prestazione Obiettivo

Rendimento energetico trasporti - Spostamenti

Trasporti

1. Riduzione del numero di tragitti pendolari in auto dai centri di attività economica attorno alle città

1. Riduzione del 10% nei centri X e Y e attorno alla città Z

Gestione delle zone protette

Ambiente

2. Aumento della superficie totale regionale/nazionale designata a fini di conservazione della natura

3. Definizione di piani di gestione per le zone protette

4. Risorse supplementari per la protezione contro gli incendi forestali nelle zone

2. Aumento del 10% entro l’anno 200X

3. Per numero X di siti della rete Natura 2000 entro l’anno 200X

4. (descrizione tipo di misura) per le zone A, B e C

Conservazione e qualità delle acque

Agricoltura Silvicoltura Turismo Industria

5. Mantenimento dei livelli delle acque sotterranee ai livelli del 199X

6. Riduzione del contenuto di nitrati nei fiumi

7. Riduzione nelle zone irrigate

5. Mantenimento dei livelli del 199X

6. Riduzione di X nei fiumi A, B e C

7. Riduzione del 20% nella regione Z

Paesaggi e terreni aperti

Agricoltura Silvicoltura Sviluppo rurale

8. Aumento della copertura boschiva 8. Aumento del 15% nelle zone Y e Z attorno alle città A, B e C

Tabella IV.5 Esempi di indicatori di impatto ambientale

Priorità Indicatori di impatto ambientale (positivi e negativi)

Agricoltura Sviluppo rurale

• Perdita (in ha) di terreno agricolo di qualità • Sviluppo (in ha) su siti in terreni coltivati • Spazi aperti pubblici esistenti danneggiati che vengono lasciati dissestati o abbandonati (in

ha) Turismo Patrimonio culturale

• Numero di edifici protetti o superficie (in ha) delle zone di conservazione danneggiate o numero di edifici protetti demoliti

• Numero di edifici protetti o superficie (in ha) delle zone di conservazione ripristinate o migliorate

• Numero e superficie (in ha) di parchi e giardini aventi particolare interesse storico danneggiati

• Numero e superficie (in ha) di parchi e giardini aventi particolare interesse storico ripristinati, migliorati

Risorse idriche • Inquinanti in aumento in fiumi, fonti idriche sotterranee, estuari o acque costiere • Inquinanti in diminuzione in fiumi, fonti idriche sotterranee, estuari o acque costiere • Superficie irrigata in aumento • Superficie irrigata in diminuzione • Maggiore drenaggio zone umide • Minore drenaggio zone umide

Ambiente (atmosfera)

• Maggiore consumo di combustibili fossili • Minor consumo di combustibili fossili • Maggiore consumo di fonti rinnovabili

Ambiente (biodiversità)

• Danni a o perdite di zone designate a fini della conservazione della natura a livello nazionale o internazionale (in ha) (ad es. Natura 2000)

• Aumento del numero di zone designate a fini della conservazione della natura a livello nazionale o internazionale (in ha) (ad es. Natura 2000) o miglioramento delle zone esistenti

• Danni a o perdite (in ha) di zone con flora e fauna selvatiche importanti a livello regionale o locale ma non designate ufficialmente

• Aumento (in ha) del numero di zone con flora e fauna selvatiche importanti a livello regionale o locale ma non designate ufficialmente

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ALLEGATO IV

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IV.9

Priorità Indicatori di impatto ambientale (positivi e negativi)

Ambiente (paesaggio)

• Danni o impatti negativi su zone designate per il paesaggio a livello nazionale (in ha) • Miglioramento delle zone paesaggistiche designate per il paesaggio a livello nazionale (in

ha) Tabella IV.6 Indicatori di base per il settore idrico

Indicatori di base

• Livelli di qualità dei fiumi e delle acque sotterranee (compresa l’acqua potabile) • Qualità delle acque superficiali • Superficie complessiva irrigata • Capacità di riserva complessiva • Acque sotterranee disponibili • Numero di impianti di trattamento delle acque reflue • Quantità di acqua non depurata estratta • Numero di abitazioni collegate ad un impianto di fornitura idrica • Quantità di acqua non depurata sottoposta a trattamento

Tabella IV.7 Indicatori di prestazione per il settore idrico

Indicatori di prestazione

• Diminuzione dei livelli di consumo idrico • Miglioramento dei livelli di qualità (compresa acqua potabile) • Maggiore efficienza dell’infrastruttura di irrigazione • Migliore portata ecologica dei fiumi; riduzione in caso di “portata scarsa” • Tutti i principali centri urbani devono essere serviti da un impianto di trattamento • Riduzione delle perdite della rete di fornitura idrica

Tabella IV.8 Indicatori di impatto per il settore idrico

Indicatori di impatto

• Numero di zone collegate alla rete idrica • Aumento della quantità di acqua non depurata estratta • Aumento del numero di impianti di trattamento delle acque reflue • Aumento della popolazione servita da impianti di trattamento • Aumento della percentuale di effluenti industriali sottoposti a trattamento

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Allegato V Monitoraggio e valutazione Nell’allegato V: V.I Introduzione V.2 Monitoraggio e valutazione dei

Programmi Operativi

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V.1

V.3 Il ruolo delle valutazioni intermedie ed ex post dei Programmi Operativi

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ALLEGATO V

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V.1

V.1 INTRODUZIONE Nell’ambito dei Fondi strutturali il monitoraggio viene effettuato a livello del QCS e dei programmi che esso attua, ovvero i Programmi Operativi. Il comitato di sorveglianza del QCS, di cui dovrebbero far parte anche le autorità competenti in materia ambientale, svolge questo incarico. L’attuazione del QCS e dei PO prevede una serie di fasi di monitoraggio e valutazione, che richiedono la partecipazione delle autorità competenti in materia ambientale. Le fasi in questione si articolano nel modo seguente: • monitoraggio; • valutazione intermedia ed ex post. Segue una descrizione più precisa di ciascuna fase, nonché del ruolo svolto dalle autorità competenti in materia ambientale, sia nell’ambito del QCS che dei PO. Monitoraggio del QCS Il monitoraggio e le valutazioni intermedie sono compito del comitato di sorveglianza del QCS, all’interno del quale dovrebbero essere rappresentate anche le autorità competenti in materia ambientale. Queste ultime hanno il compito di raccogliere i dati necessari al monitoraggio e relativi all’attuazione del QCS, sulla base degli indicatori di base e degli indicatori di impatto (cfr. allegato IV del manuale), qualora essi si riferiscano ad obiettivi e priorità ambientali. Esse devono inoltre presentare osservazioni sui dati provenienti da altri settori in ambito QCS, che possano contribuire al

raggiungimento degli obiettivi globali di sviluppo sostenibile perseguiti dal QCS. Vengono quindi redatti rapporti annuali sull’attuazione del QCS, che le autorità competenti in materia ambientale dovrebbero utilizzare come occasione di dibattito dei temi principali relativi agli obiettivi e alle priorità del QCS, oltre che delle tematiche relative all’impatto ambientale complessivo del QCS. Valutazioni intermedia ed ex post

Le valutazioni intermedie sono previste dall’articolo 25 del regolamento di coordinamento (CEE) n. 4253/88 e devono contenere un’analisi critica dei dati raccolti nella fase di monitoraggio. Le valutazioni intermedie debbono analizzare in che misura vengono gradualmente raggiunti gli obiettivi del QCS, motivare eventuali disparità e fare una previsione dei risultati dell’operazione. Devono inoltre contenere un parere sulla validità del QCS e della relativa attuazione in termini di pertinenza con gli obiettivi di sviluppo stabiliti. Le autorità competenti in materia ambientale devono partecipare attivamente alla procedura di valutazione intermedia, focalizzandosi sugli aspetti più importanti per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Le valutazioni intermedie devono inoltre dare l’opportunità di analizzare il funzionamento degli indicatori ambientali prescelti per il QCS, apportando le eventuali modifiche necessarie. Va sottolineato che le valutazioni intermedie (chiamate anche riesami di medio termine) vengono svolte anche per i singoli PO o per i PSR. Anche la valutazione ex post viene effettuata sia per il QCS che per i PO o i DocUP.

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ALLEGATO V

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V.2

La valutazione ex post del QCS si basa sulle informazioni che emergono dal monitoraggio, dai risultati delle valutazioni intermedie e dalla raccolta di dati statistici relativi agli indicatori che rispecchiano gli obiettivi del QCS. Il contributo delle autorità competenti in materia ambientale alla valutazione ex post del QCS si esplica nella preparazione di una valutazione delle prestazioni, sulla base delle informazioni che si ricavano dagli indicatori ambientali selezionati per il monitoraggio del QCS (cfr. l’allegato IV del manuale) e di una valutazione di quanto il QCS abbia raggiunto gli obiettivi ambientali e di sviluppo sostenibile prefissati. Gli indicatori presi in esame devono essere quelli approvati all’inizio del QCS (eventualmente tenendo conto delle modifiche apportate a seguito dei risultati delle valutazioni intermedie). V.2 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEI

PROGRAMMI OPERATIVI Le autorità competenti in materia ambientale devono partecipare attivamente alla fase di monitoraggio dei PO, con le mansioni descritte di seguito. In genere i Programmi Operativi prevedono procedure per il monitoraggio delle prestazioni e delle misure attuate: ciò consente di stabilire la velocità e l’efficacia dell’attuazione dei programmi, sotto il profilo fisico e finanziario, rispetto ai piani originari e consente anche la valutazione dell’impatto fisico in termini di obiettivi. Dal punto di vista dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, il monitoraggio ha l’obiettivo di: • valutare periodicamente nel corso

dell’attuazione l’impatto ambientale di

ciascuna priorità di sviluppo inserita in un programma;

• individuare gli impatti negativi che

necessitano un intervento (che potrebbe comportare un cambiamento delle finalità e delle priorità del programma);

• monitorare la prestazione degli

indicatori ambientali (sia di impatto che delle prestazioni) a livello di misure e di PO;

• valutare la prestazione del programma

e il suo contributo alla realizzazione degli obiettivi del QCS;

• fornire consulenza al comitato di

sorveglianza per i temi principali riguardanti l’attuazione fisica e finanziaria del programma (con un’attenzione specifica per gli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile).

Tutto ciò implica la partecipazione attiva delle autorità competenti in materia ambientale nel processo di monitoraggio: a tal fine è importante che le suddette autorità contribuiscano a definire le componenti ambientali del piano di monitoraggio per il periodo di programmazione. Il piano sarà in genere stilato dalle autorità dello sviluppo in collaborazione con le autorità del settore responsabili di attuare i vari elementi costitutivi del PO. Il piano di monitoraggio approvato per il PO dovrebbe definire in maniera chiara il ruolo e le responsabilità delle autorità competenti in materia ambientale e fornire particolari sui dati del monitoraggio che devono raccogliere e analizzare. Il piano di monitoraggio deve valutare la prestazione del progetto e del programma rispetto ai dati di riferimento ambientali e

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ALLEGATO V

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V.3

in relazione alle previsioni riguardanti i risultati contenuti nel PSR e nel QCS. V.3 IL RUOLO DELLE VALUTAZIONI

INTERMEDIE ED EX POST DEI

PROGRAMMI OPERATIVI Dal punto di vista ambientale le valutazioni in questione si propongono di valutare l’eventuale impatto ambientale del QCS/PSR e dei Programmi Operativi in termini di contributi positivi ad esempio alla riduzione delle disparità nelle infrastrutture ambientali, o in termini di altri effetti positivi e negativi sul patrimonio ambientale della regione cui sono destinati i programmi. L’esercizio inizia dai risultati della valutazione ambientale del piano e/o dei programmi regionali, delle valutazioni ex ante del PSR e del PO e dai risultati delle attività in itinere di monitoraggio e di sorveglianza degli indicatori concordati, sia quelli di base che quelli delle prestazioni, relativi al miglioramento o alla riduzione dell’impatto ambientale. Nella fase intermedia si possono affrontare aspetti strutturali e di consegna che possono incidere sull’andamento del programma, procedendo ad eventuali adeguamenti; nella fase ex post sarà invece valutato l’impatto globale del programma. Anche le valutazioni intermedie (o riesami di medio termine) rappresentano una buona occasione per rivalutare la possibilità di presentare relazioni sugli indicatori prescelti per il QCS e il PO e di apportare eventuali cambiamenti nella scelta degli indicatori da misurare in fase ex post. Va sottolineato che le procedure da seguire nelle valutazioni intermedie ed ex post dovranno essere definite nelle prime fasi del processo di programmazione (ad esempio in fase di QCS). La dimensione

ambientale per la valutazione va dunque inserita in questo contesto. Si ribadisce la necessità di coinvolgere nel processo le autorità competenti in materia ambientale. Le due fasi di valutazione perseguono obiettivi specifici. Valutazione intermedia • Organizzazione e coordinamento dei

dati relativi agli indicatori fisici, finanziari e di impatto relativi al programma.

• Analisi degli aspetti qualitativi

dell’attuazione del programma (comprese le strutture di consegna, la gestione del programma, l’individuazione e la selezione dei progetti, ecc.).

• Previsione degli sviluppi futuri del

programma nel suo complesso e delle singole misure che lo compongono.

• Valutazione della validità degli

indicatori. • Valutazione della necessità di

modificare le misure. • Valutazione della necessità di

modificare gli indicatori. Le azioni principali che le autorità competenti in materia ambientale devono svolgere in fase di valutazione intermedia vengono presentate nelle pagine successive.

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ALLEGATO V

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V.4

Valutazione ex post • Valutazione dei dati relativi agli

indicatori del programma. • Valutazione dell’impatto del

programma rispetto agli obiettivi approvati.

• Valutazione del contributo del programma alla realizzazione degli obiettivi del QCS.

Le azioni principali che le autorità dello sviluppo e quelle competenti in materia ambientale devono svolgere in fase di valutazione ex post vengono presentate nelle pagine seguenti.

Risultati I principali risultati ottenuti dalle valutazioni intermedie ed ex post sono i rapporti in valutazione in sé e le analisi e raccomandazioni ivi contenute. Entrambi i rapporti devono contenere informazioni in merito alle azioni svolte in ciascuna delle fasi presentate. Le autorità competenti in materia ambientale devono garantire che i risultati e le raccomandazioni principali ricavati dalle valutazioni degli aspetti ambientali del PO siano effettivamente inseriti nei rapporti complessivi delle valutazioni intermedie ed ex post.

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ALLEGATO V

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V.5

Azioni - Valutazioni intermedie Azione 1) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale Decidere con il comitato di sorveglianza la portata e gli obiettivi della valutazione. Azione 2a) Autorità dello sviluppo Azione 2b) Autorità competenti in materia

ambientale • Valutazione degli indicatori fisici,

finanziari e di impatto del PO in relazione agli obiettivi

• Valutazione degli indicatori fisici, finanziari e di impatto rilevanti per l’ambiente

Azione 3a) Autorità dello sviluppo • Valutazione della messa in atto del

programma

Azione 3b) Autorità competenti in materia ambientale • Valutazione della messa in atto degli aspetti

ambientali del programma Azione 4a) Autorità dello sviluppo • Previsione del futuro sviluppo del

programma

Azione 4b) Autorità competenti in materia ambientale • Previsione del futuro sviluppo degli aspetti ambientali

del programma Azione 5a) Autorità dello sviluppo • Identificazione degli aspetti principali che si

ricavano dalla valutazione intermedia

Azione 5b) Autorità competenti in materia ambientale • Identificazione degli aspetti principali

Azione 6a) Autorità dello sviluppo • Analisi dei risultati del piano di

monitoraggio

Azione 6b) Autorità competenti in materia ambientale Analisi dei risultati del piano di monitoraggio

Azione 7) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale • Elaborare una valutazione intermedia complessiva del programma

Azioni - Valutazioni ex post Azione 1) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale Decidere con il comitato di sorveglianza la portata e gli obiettivi della valutazione. Azione 2a) Autorità dello sviluppo • Valutazione della situazione finanziaria

relativa agli indicatori fisici, finanziari e di impatto del PO in relazione agli obiettivi e alle finalità del QCS

Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale • Valutazione degli indicatori ambientali rispetto agli

indicatori del PO e agli obiettivi e alle finalità del QCS

Azione 3a) Autorità dello sviluppo • Valutazione della messa in atto complessiva

del programma

Azione 3b) Autorità competenti in materia ambientale • Valutazione dell’impatto ambientale globale del

programma Azione 4a) Autorità dello sviluppo • Analisi del contributo del programma agli

obiettivi del QCS

Azione 4b) Autorità competenti in materia ambientale • Analisi del contributo del programma agli obiettivi

in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile del QCS

Azione 5a) Autorità dello sviluppo Azione 5b) Autorità competenti in materia

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ALLEGATO V

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V.6

• Individuazione dei temi chiave che hanno ripercussioni sulla messa in atto e sul contributo del programma

ambientale • Individuazione dei temi chiave che hanno

ripercussioni sulla messa in atto e sul contributo del programma

Azione 6) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale Elaborare una valutazione ex post complessiva del programma

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Allegato VI Mettere in atto i risultati della valutazione ex ante dei Programmi Operativi Nell’allegato VI: VI.1 Introduzione VI.2 Criteri per lo screening e la selezione dei

progetti VI.3 Classifica dei progetti VI.4 Orientamenti ai proponenti

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ALLEGATO VI

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VI.1

VI.1 INTRODUZIONE Nel presente allegato del manuale vengono illustrate le tecniche atte a coadiuvare le autorità competenti in materia ambientale e quelle dello sviluppo nella selezione dei progetti, ai fini di garantire che le misure previste apportino un contributo positivo agli obiettivi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile contenuti nel programma. Una volta ultimata la valutazione del PO, le autorità competenti in materia ambientale devono passare in rassegna i risultati della valutazione al fine di: • determinare se le misure devono essere

riesaminate e se è possibile modificare o eliminare dal programma quegli elementi che sono verosimilmente dannosi dal punto di vista ambientale;

• individuare alcune raccomandazioni

chiave per potenziare le misure previste, ispirandosi ad una maggiore integrazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile;

• proporre modifiche degli obiettivi di

sviluppo ritenuti potenzialmente dannosi per l’ambiente;

• individuare i settori per i quali

potrebbero risultare necessari orientamenti e istruzioni per i gestori dei programmi e i futuri proponenti di progetti, onde aumentare la sostenibilità delle misure che devono essere cofinanziate nell’ambito del programma e ridurre gli eventuali impatti negativi.

Le informazioni ricavate dalla valutazione possono contribuire a: • elaborare orientamenti supplementari

per i proponenti;

• elaborare criteri in materia di ammissibilità e di selezione dei progetti, per garantire che vengano prescelte modalità accettabili dal punto di vista ambientale per raggiungere gli obiettivi di una misura o priorità/sottoprogramma;

• individuare i tipi di progetti che non

possono essere ammessi al finanziamento comunitario in settori specifici per problemi ambientali (in quest’ambito sarà necessario che i gestori del programma valutino la situazione alla luce degli obiettivi economici e sociali e ne discutano con le autorità competenti);

• individuare il tipo di progetti che

potrebbe richiedere fin dalle prime fasi una consultazione delle autorità competenti in materia ambientale, al fine di sfruttare al massimo i vantaggi che i progetti comportano per lo sviluppo sostenibile della regione.

Nei punti successivi dell’allegato vengono fornite altre informazioni sull’elaborazione dei criteri in materia di ammissibilità e selezione dei progetti e degli orientamenti destinati ai proponenti. Si tratta di attività strettamente legate fra loro, che richiedono un’attiva collaborazione tra le autorità competenti in materia ambientale da un lato e le autorità dello sviluppo e i gestori dei Programmi Operativi dall’altro. VI.2 CRITERI PER LO SCREENING E LA

SELEZIONE DEI PROGETTI Quando viene avviata la fase di attuazione dei PO, i gestori dei programmi devono selezionare i progetti ammissibili al finanziamento. Ciò significa che i responsabili delle decisioni devono disporre di strumenti adeguati per individuare quali

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ALLEGATO VI

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VI.2

siano i progetti migliori sotto il profilo ambientale, economico e sociale. I criteri per lo screening e la selezione dei progetti tentano di mettere in relazione le priorità ambientali, sociali ed economiche di vasta portata del programma con il tipo di progetti che verranno verosimilmente proposti. I PO possono enumerare i criteri di ammissibilità o selezione applicabili a ciascuna misura; oltre a ciò, le autorità competenti in materia ambientale e le autorità dello sviluppo possono voler fornire ai proponenti altri orientamenti sui criteri di selezione (cfr. punto VI.4) e sviluppare sistemi che consentano loro di classificare o dare dei punteggi ai progetti (cfr. il successivo punto VI.3). Gli orientamenti in materia di criteri di selezione devono essere di facile impiego, visto che sono diretti ad organismi e individui che presentano proposte di progetto e al personale delle amministrazioni pubbliche che le deve valutare. Le autorità competenti in materia ambientale devono cercare di essere coinvolte nella procedura di valutazione, classifica e selezione di tutti i progetti che possano presentare un impatto ambientale o che possano contribuire allo sviluppo sostenibile dell’economia regionale. In particolare le suddette autorità devono provvedere alla valutazione degli impatti ambientali e alla valutazione delle VIA che corredano ciascun progetto, oppure avere un ruolo in seno al comitato incaricato di tale compito. Con questo non si vuole affermare che le autorità competenti in materia ambientale o che le priorità ambientali debbano pesare di più rispetto ad altre considerazioni, ma solo sottolineare il fatto che l’ambiente merita una giusta considerazione.

Tra i criteri di ammissibilità è possibile annoverare: • conformità con le norme in materia di

pianificazione e VIA;

• controlli sui siti dove possono concentrarsi i vari tipi di sviluppo;

• conservazione delle risorse, come le acque e il suolo;

• uso efficiente dell’energia, bassa produzione di rifiuti, ecc.;

• valutazioni che diano risultati soddisfacenti rispetto ai costi.

Se possibile, i criteri di ammissibilità e selezione devono servire anche a favorire l’introduzione di attributi ambientali positivi, anche se il progetto non dovrebbe presentare effetti negativi. A titolo di esempio, la formazione di dirigenti industriali potrebbe essere premiata se comprende un modulo sulle migliori prassi ambientali. I criteri di selezione dei progetti variano ovviamente in funzione della natura dei progetti e potranno consistere in valutazioni sulla fattibilità tecnica o in analisi complete costi-benefici o anche in semplici procedure di classificazione in base a punteggi (cfr. punto VI.3). I criteri di selezione possono essere integrati da criteri di screening, che serviranno a identificare i progetti che, pur rispettando gli obiettivi generici di una misura prevista dal PO, non affrontano aspetti sociali, economici o ambientali di significativa importanza. Il quadro VI.1 presenta un esempio di alcuni criteri di screening. Quadro VI.1 Esempio di alcuni criteri di

screening Esempio di criteri di screening per le misure che finanziano progetti volti alla fornitura di sedi e locali Al momento del riesame delle proposte di progetto, tra i vari aspetti le autorità devono determinare se:

• l’infrastruttura ambientale associata (impianti di fornitura e trattamento delle acque, sistemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti) sia adeguata in termini di capacità e prestazioni;

• il progetto riutilizza edifici esistenti o recuperare aree dismesse;

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ALLEGATO VI

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VI.3

• il progetto si svilupperà in una sede ben servita dai mezzi di trasporto pubblici e non creerà un volume eccessivo di nuovo traffico;

• l’edificio è ben progettato in relazione agli aspetti del risparmio energetico e idrico e dell’impiego di materiali riciclati e riciclabili;

• è progettato per inserirsi adeguatamente nell’architettura, nel paesaggio naturale e urbano locali.

VI.3 CLASSIFICA DEI PROGETTI Il quadro VI.2 presenta una tecnica di classifica basata su formulari che i gestori dei programmi potrebbero adottare quando valutano i progetti proposti. È evidente che ogni procedura di classificazione ambientale deve essere integrata in una procedura globale per classificare i progetti, che riguardi tutte le priorità dei PO. In molti casi sarà necessario effettuare scelte di compromesso nell’attribuzione di benefici e impatti tra priorità economiche, sociali e ambientali: l’importante è che si proceda alla luce della trasparenza. Le tabelle VI.1 e VI.2 presentano due esempi di un modello di formulario per un diverso sistema di classifica che applica criteri ambientali ai progetti inseriti in altre priorità nell’ambito del PO. La tabella VI.3 fornisce un esempio di criteri di valutazione ambientale. VI.4 ORIENTAMENTI AI PROPONENTI

Per garantire che le domande di finanziamento dei progetti siano di qualità elevata, i potenziali proponenti

dovrebbero essere orientati. Gli orientamenti in questione dovrebbero contemplare informazioni sui criteri di ammissibilità e selezione dei progetti e, ogniqualvolta sia possibile, consulenze su come strutturare progetti che aumentino al massimo i benefici a livello di sviluppo sostenibile e minimizzino gli impatti dannosi. Gli orientamenti sui criteri di selezione devono anche comprendere una semplice spiegazione dei motivi per cui è necessario e auspicabile garantire che le proposte di sviluppo siano compatibili con l’ambiente, sia nell’ottica di uno sviluppo regionale che sotto il profilo ambientale. Occorre inoltre sottolineare che se si prendono in attenta considerazione gli impatti ambientali del progetto fin dalle prime fasi, è possibile incrementarne notevolmente le potenzialità. In questo modo si confuta l’idea che il miglioramento e la tutela dell’ambiente ostacolino lo sviluppo economico. Infine potrebbe essere utile fornire una serie di contatti locali che siano in grado di offrire consulenza sugli aspetti principali, ad esempio la necessità di una VIA o le modalità per inserire le buone prassi. I moduli presentati in questo allegato rappresentano esempi concreti di documenti di orientamento che le regioni preparano per agevolare la gestione dei PO.

Azioni

Azione 1a) Autorità dello sviluppo e autorità competenti in materia ambientale Elaborare in collaborazione orientamenti per i proponenti che prevedano requisiti riguardanti tutti gli obiettivi

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VI.4

pertinenti del PO, compresa una dichiarazione esplicita sugli impatti e sui benefici ambientali delle proposte. Negli orientamenti deve essere esplicitamente richiesto ai proponenti di indicare il contributo che il progetto fornisce agli obiettivi del PO, anche a livello ambientale. Ai proponenti deve inoltre essere richiesto di descrivere come il progetto che intendono proporre contribuirà allo sviluppo sostenibile della regione. Il documento deve riguardare tutte le misure comprese nel PO. Azione 2a) Autorità dello sviluppo Elaborazione di criteri di selezione dei progetti

Azione 2b) Autorità competenti in materia ambientale Elaborazione di orientamenti per lo screening dei progetti e per la definizione di criteri di selezione ambientali che comprendano i criteri di selezione relativi ad altri obiettivi di sviluppo/del programma.

Azione 3a) Autorità dello sviluppo Elaborazione, di concerto con le autorità competenti in materia ambientale, di criteri per classificare il progetto e approvazione di una serie definitiva di criteri; distribuzione ai proponenti e ai responsabili delle valutazioni.

Tabella VI.1 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Trasporti e comunità

Da utilizzarsi unitamente alle seguenti misure: • • Progetto:

Rif.:

Sì No 1. Il progetto ridurrà l’inquinamento atmosferico o idrico o l’inquinamento acustico causato dai trasporti?

2. Il progetto ridurrà il traffico stradale, porterà a una migliore gestione del traffico o incentiverà l’uso dei trasporti pubblici?

3. Il progetto rispetta l’integrità delle zone designate come i siti della rete Natura 2000, le riserve naturali, le zone verdi o le zone di conservazione?

4. Il progetto garantirà l’accesso con mezzi pubblici ai siti che prima non erano serviti dai trasporti pubblici, o verranno servite aree dismesse destinate ad un nuovo sviluppo?

5. Il progetto prevede misure adeguate per ridurre al minimo eventuali ripercussioni ambientali negative che possano derivare dagli investimenti in infrastrutture?

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ALLEGATO VI

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VI.5

Da utilizzarsi unitamente alle seguenti misure: • •

6. Il progetto eliminerà o ridurrà il traffico in zone particolarmente sensibili al traffico stradale, ad esempio in prossimità di scuole o in quartieri residenziali?

Punteggio: 20 punti per ciascun criterio rispettato fino ad un massimo di 100.

Punti sottratti per motivazione insufficiente

Punteggio totale (massimo = 15)

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VI.6

Tabella VI.2 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Sostegno alle imprese

Da utilizzarsi unitamente alle seguenti misure: • • Progetto:

Rif.:

Sì No 1. Il progetto sarà utile alle imprese e alle aziende agricole riducendo il consumo e i costi di energia/risorse idriche/materie prime e/o riducendo i costi legati alla produzione e all’eliminazione dei rifiuti (ad esempio attraverso i diritti di emissione)?

2. Il contributo servirà a mettere in luce le opportunità per le imprese che derivano dalle problematiche ambientali e/o dalle norme ambientali, o aiuterà le imprese a mettere in commercio prodotti ecologici?

3. L’assistenza fornita aiuterà le imprese e le aziende agricole a rispettare le normative ambientali e/o suggerirà modalità meno onerose sotto il profilo dei costi per rispettare le normative ambientali e le norme ambientali di applicazione volontaria?

4. L’assistenza fornita aiuterà le imprese e le aziende agricole a introdurre tecniche di produzione e gestione meno dannose per l’ambiente?

5. Il progetto aiuterà le imprese a migliorare l’ambiente locale, sia esso edificato, naturale o agricolo?

6. Il progetto potenzierà le caratteristiche peculiari delle zone designate come i siti della rete Natura 2000, le riserve naturali, le zone verdi, gli edifici protetti o le zone di conservazione urbane?

Punteggio: 20 punti per ciascun criterio rispettato fino ad un massimo di 100.

Punti sottratti per motivazione insufficiente

Punteggio totale (massimo = 15)

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VI.7

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VI.8

Tabella VI.3 Esempio di sistema di classifica dei progetti - Qualità ambientale e immagine regionale

Da utilizzarsi unitamente alle seguenti misure: • • Progetto:

Rif.:

Sì No 1. Il progetto sarà innovativo o promuoverà prassi ottimali per la gestione degli aspetti e delle attività ambientali nella regione, come la manipolazione dei rifiuti, la gestione del flusso turistico o il rinnovamento urbano?

2. Il progetto contribuirà a migliorare l’ambiente locale?

3. Il progetto servirà a sensibilizzare il pubblico sui problemi ambientali significativi per la zona o sugli attributi ambientali positivi della regione?

4. Il progetto aiuterà i lavoratori, i turisti o la collettività a meglio gestire gli aspetti ambientali, ad esempio attraverso una opportuna formazione o l’introduzione di sistemi di gestione e conservazione?

5. Il progetto incentiverà un nuovo sviluppo delle aree dismesse o degli edifici abbandonati, o provvederà a risistemare o a riportare gli edifici ad un uso produttivo?

6. (In caso di un’iniziativa) L’iniziativa avrà luogo in una zona adeguatamente servita dai mezzi pubblici?

Punteggio: 20 punti per ciascun criterio rispettato fino ad un massimo di 100.

Punti sottratti per motivazione insufficiente

Punteggio totale (massimo = 15)

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VI.9

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VI.10

Quadro VI.2 Esempio di tecnica di classifica per i progetti

Orientamenti per i responsabili incaricati della classificazione

I punteggi variano da 0 a 10 e si basano sul rapporto tra benefici ambientali e costi ambientali effettivi (cioè quelli che non vengono mitigati o compensati). Il punteggio relativo a ciascun progetto viene calcolato secondo il metodo descritto di seguito. Prendere il modulo “lista di controllo ambientale” e sommare i punti delle caselle relative ai benefici ambientali e ai costi ambientali. Se ci sono dati riguardo alla mitigazione/compensazione e le misure proposte sono ritenute significative, attribuire a ciascuna di esse un punto, fare la somma e inserire il totale nella casella sottostante. Totali A. Benefici ambientali B. Costi ambientali C. Misure di mitigazione

Rapporto benefici/costi ambientali A: (B - C)

Questo rapporto deve essere considerato come puramente indicativo. Va anche inserito un giudizio tenendo conto di fattori quali: • possibilità di impatti positivi più rilevanti • chiara motivazione sugli impatti/misure di mitigazione • numero effettivo di costi/benefici riscontrati Rapporto

Impatto ambientale

Punteggio

1 : > 4

Costi significativi senza mitigazione

0 - 1

1 : > 1 Impatto negativo 2 - 3 1 : 1 Probabile impatto neutro 3 - 5 > 1 : 1 Impatto positivo e costi ambientali ridotti. È possibile

un impatto positivo ancora maggiore? 6 - 8

>4 : 1 Impatto positivo complessivo 9 - 10 Fonte: Government Office of the West Midlands

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VI.11

Esempio 1 - Orientamenti destinati ai proponenti

Lista di controllo dei possibili effetti ambientali Sì No Non so N/R

1. Il progetto presenterà benefici ambientali a livello di: a) Conservazione e/o miglioramento del patrimonio ambientale,

ad esempio flora e fauna selvatiche, habitat, paesaggio, edifici o elementi storici

b) Riduzione del consumo energetico e/o promozione delle fonti di energia rinnovabili

c) Riduzione del consumo idrico d) Utilizzo ottimale del sistema di trasporto pubblico e) Riduzione e/o trattamento dell’inquinamento (acustico,

atmosferico, idrico, del suolo)

f) Riduzione della superficie occupata da terreni abbandonati g) Riduzione degli obblighi in materia di smaltimento dei rifiuti,

ad esempio attraverso il riciclaggio

h) Istruzione e formazione in materia ambientale i) Altri (indicare) 2. Il progetto comporterà costi ambientali dovuti allo sviluppo o all’inquinamento di: a) Terreni agricoli migliori e più versatili - classe 2 o 3a b) Terreni ed elementi di elevata qualità sotto il profilo paesaggistico

c) Altre caratteristiche significative del paesaggio come argini in pietra, siepi, laghetti, orizzonti

d) Zone, siti e specie che rivestono importanza per la vita selvatica

e) Depositi di minerali potenzialmente funzionanti f) Ambiente acquatico e habitat rivieraschi g) Ambiente atmosferico Compensazione/mitigazione 3a Il progetto sarà costituito da misure e proposte intese a compensare eventuali impatti sull’ambiente?

3b Il progetto sarà costituito da misure e proposte intese a contenere gli effetti negativi sull’ambiente?

In caso di risposta affermativa alla domanda 2, specificare

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ALLEGATO VI

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VI.12

Fonte: Strathclyde European Partnership

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ALLEGATO VI

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VI.13

Esempio 2 - Orientamenti destinati ai proponenti per compilare la lista di controllo ambientale

La lista di controllo ambientale intende incentivare i proponenti a considerare i possibili impatti ambientali dei loro progetti sulla base dei principali indicatori ambientali per le zone dell’Obiettivo 2 e a valutare come minimizzarne e compensarne gli effetti negativi. Gli indicatori ambientali contenuti nella lista di controllo sono ricavati dalla valutazione degli aspetti ambientali per le zone dell’Obiettivo 2 di cui al punto 2.1 del Documento unico di programmazione e dagli obiettivi per le priorità e. Oltre alle parti relative all’ambiente contenute nel modulo FESR è necessario compilare anche la presente lista di controllo. Per consulenze o assistenza nella compilazione della lista di controllo, è possibile rivolgersi alle organizzazioni competenti elencate alla fine della guida. Per completare la lista di controllo, è necessario procedere come indicato di seguito. 1. Inserire un punteggio da 1 a 3 nella casella appropriata della colonna “Aumento” o “Diminuzione” o contrassegnare la casella nella colonna N/C. Si prega di inserire sia gli effetti diretti che indiretti. Il punteggio viene così calcolato: 1 = leggero aumento/diminuzione “netti” a livello di progetto 2 = modesto aumento/diminuzione “netti” a livello di progetto 3 = rilevante aumento/diminuzione “netti” a livello di progetto Se il progetto non presenta impatti in relazione all’indicatore ambientale, contrassegnare la casella N/C (Nessun cambiamento). 2. Descrivere sinteticamente, quantificandoli ove possibile, i motivi che hanno determinato l’attribuzione del punteggio al progetto per ciascun indicatore nell’apposito spazio “Altre informazioni” che segue ciascuna serie di indicatori. Se è stata contrassegnata la casella N/C, nello spazio riservato alle “Altre informazioni” è necessario indicare perché si ritiene che il progetto non abbia alcun impatto su questa serie di indicatori. 3. Assicurarsi di aver completato una casella per ciascun indicatore ambientale e di aver inserito altre informazioni per ciascuna risposta. Se necessario, utilizzare un foglio supplementare utilizzando i numeri di riferimento forniti dagli indicatori d’impatto per indicare senza ambiguità l’indicatore interessato. 4. Se viene inserito un punteggio in una casella della colonna “Diminuzione”, valutare se è possibile adottare eventuali misure per minimizzare o compensare l’impatto ambientale negativo individuato. Se è possibile adottare tali misure, indicarle nella parte relativa alla mitigazione/compensazione per ciascuna serie di indicatori, contrassegnandole con il numero dell’indicatore d’impatto. Ottenuto il punteggio, misure significative di mitigazione o compensazione dell’impatto possono contribuire a controbilanciare i punteggi negativi. Con il termine “minimizzare” si intende adottare misure che riducano l’impatto ambientale negativo derivante da un progetto. A titolo di esempio, la costruzione di unità commerciali

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VI.14

potrebbe ridurre la copertura di alberi sul sito, ma una pianificazione efficace del progetto del sito stesso, della forma dell’edificio e un attento assetto del paesaggio potrebbero minimizzare la perdita di alberi. Continuando con lo stesso esempio, in alcuni casi sarà impossibile evitare completamente la perdita degli alberi; in quel caso è necessario pensare a misure di compensazione. Si potrebbe, ad esempio, piantare degli alberi in un altro sito limitrofo per compensare le perdite avvenuto nel punto dello sviluppo, oppure si potrebbe versare una somma ad organismi pubblici o di altra natura affinché provvedano a piantare alberi altrove. Fonte: Government Office of the West Midlands, Regno Unito

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VI.15

Esempio 3 - Orientamenti destinati ai proponenti in materia di indicatori d’impatto ambientale

Trasporti L’impiego dei veicoli a motore ha implicazioni sulla qualità dell’ambiente sia su scala mondiale che locale; si pensi all’utilizzo di energia/risorse naturali, all’inquinamento, ai danni agli edifici e alle strade, agli effetti sugli habitat e sulla biodiversità. Lunghezza dei tragitti A seguito del progetto aumenterà o diminuirà la lunghezza dei tragitti effettuati nella zona per attività di pendolarismo, spese, per accompagnare i bambini a scuola o per divertimento? Considerare la distanza che i lavoratori/utenti/fornitori devono percorrere per raggiungere la sede del progetto. Utilizzo dei trasporti pubblici Vi sarà un aumento o una diminuzione dell’uso di autobus/rete ferroviaria/metropolitana da parte del pubblico? Valutare se è possibile accedere facilmente alla sede del progetto con i mezzi pubblici. Gestione ambientale Una buona gestione ambientale sarà lo strumento adatto per ridurre l’impatto ambientale dei progetti e per incentivare e agevolare una buona prassi ambientale. Una maggiore comprensione e sensibilizzazione ai problemi ambientali da parte dei lavoratori e della collettività incoraggerà un corretto comportamento ambientale, promuovendo lo sviluppo sostenibile. Impiego di buone prassi per la conservazione dell’energia Si ricorrerà (aumento) o non si ricorrerà (diminuzione) a misure per conservare l’energia? Valutare la possibilità di inserire misure tese a minimizzare, contenere o compensare il maggior consumo energetico, aumentando la quantità o la percentuale di fonti di energia rinnovabili/combinazione di energia termica ed elettrica utilizzate. Sistemi di gestione ambientale nell’ambito di una valida politica ambientale Il progetto farà aumentare il numero di sistemi di gestione ambientale conformi al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) o alla norma ISO 14001 o di livello equivalente? Esperienza e sensibilizzazione agli aspetti ambientali A seguito del progetto aumenterà o diminuirà l’esperienza e la sensibilizzazione ai temi ambientali tra i dirigenti, i lavoratori o la comunità in generale? Prendere in considerazione gli aspetti della consultazione, del riesame ambientale, del monitoraggio e della formazione. Contaminazione e abbandono Il grado di contaminazione e di abbandono dei terreni aumenterà o diminuirà a seguito del progetto? Per “terreno abbandonato” si intende un “terreno danneggiato al punto tale dallo sviluppo industriale o di altro genere che non può essere utilizzato in maniera proficua

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VI.16

senza un trattamento”. Considerare le tematiche della decontaminazione dei siti, i rischi di contaminazione del terreno, lo smaltimento dei rifiuti.

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VI.17

Qualità degli habitat e diversità delle specie Aumenteranno o diminuiranno la varietà e l’estensione degli habitat selvatici e la varietà e l’abbondanza delle varie specie presenti, in particolare quelle scarse a livello locale? Considerare varie soluzioni: creazione di habitat, ricollocazione degli habitat all’interno del sito, cambiamenti per la gestione degli habitat che potrebbero aumentare la vitalità delle popolazioni di specie e, in ultima analisi, modifiche della forma e della progettazione del fattore di sviluppo. Quantità delle risorse idriche Aumenterà o diminuirà l’uso delle acque e quali misure si possono adottare per garantire la conservazione e l’efficienza delle risorse idriche? Considerare l’influenza dell’estrazione delle acque, o interventi intesi a minimizzare le perdite, incentivare le misurazioni, sostenere l’uso di apparecchiature domestiche efficienti dal punto di vista idrico, incentivare il riciclaggio o il riutilizzo delle acque. Fonte: Government Office of the West Midlands, Regno Unito

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VI.18

Esempio 4 - Orientamenti destinati ai proponenti Aspetti che possono dimostrare la qualità ambientale di un progetto • Studi destinati a individuare e contenere gli effetti ambientali: indagini, rassegne della

letteratura in materia, modellazione, consulenze di esperti, valutazione ambientale.

• Contatti con le autorità competenti in materia ambientale o con i gruppi ambientalisti locali per verificare l’eventuale esistenza di problemi ambientali.

• Elementi nella concezione del progetto che contribuiranno a ridurre eventuali effetti

negativi sull’ambiente: tecnologia per la riduzione dell’inquinamento, selezione dei siti, progettazione, paesaggistica di accesso, uso delle fonti rinnovabili, minimizzazione dei rifiuti, riciclaggio.

• Adozione di misure che contribuiscano a miglioramenti ambientali associati al progetto: ripristino di siti che consentano la creazione di nuovi habitat, paesaggistica e rimboschimento; formazione in campo ambientale.

Note per la compilazione del modulo FESR • Al punto 12 i proponenti devono inserire, nella descrizione del progetto, una sintesi delle

implicazioni ambientali del progetto stesso e le modalità che ne garantiscano la mitigazione o il potenziamento.

• Al punto 13 i proponenti devono dimostrare in che modo il loro progetto rispetta gli

obiettivi ambientali del programma e come risponde ai criteri di selezione ambientale per le priorità e le misure del caso.

• Al punto 23a i proponenti devono descrivere in che modo i progetti soddisfano o

presentano condizioni supplementari rispetto a quelle previste da eventuali normative ambientali in materia o altri atti legislativi. Occorre fornire informazioni sulla natura e sulla portata degli impatti positivi, oltre che dettagli sulle attività di monitoraggio o audit che verranno svolte.

• Al punto 23b i proponenti devono fornire indicazioni dettagliate sul tipo, la portata e i

risultati degli eventuali studi di impatto ambientale realizzati. Alcuni progetti possono richiedere una valutazione ambientale formale ai sensi della normativa applicabile. Se la valutazione ambientale non è, invece, richiesta, i proponenti devono comunque dimostrare di aver preso in considerazione gli aspetti ambientali e di averli inseriti nella concezione del progetto.

• Al punto 23c i proponenti devono descrivere la natura, la portata e l’importanza di

eventuali impatti negativi irrisolti, le misure proposte per contenerli e i risultati delle eventuali discussioni sugli impatti condotte con terzi e/o con le autorità competenti in materia ambientale interessati.

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VI.19

Oltre al modulo per la domanda FESR tutti i proponenti devono inserire una versione completa della lista di controllo presentata nelle pagine successive, relativa ai possibili effetti ambientali. Fonti: Strathclyde European Partnership, Scozia

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Allegato

VII Lista di controllo per l’integrazione degli aspetti ambientali

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VII.1

Introduzione Il presente allegato fornisce una panoramica generale dei principali strumenti legislativi dell’UE in materia ambientale, relativi ai principali settori e priorità di sviluppo che sono spesso cofinanziati attraverso i Fondi strutturali. Le informazioni sono intese a mettere in evidenza, per chi deve preparare i programmi, la necessità di tener conto, secondo le esigenze e ove opportuno, degli obblighi previsti dai suddetti strumenti. L’elenco degli strumenti giuridici non è esaustivo e non rispecchia tutta la politica dell’UE in materia di sviluppo sostenibile, né la necessità di inserire obblighi di protezione dell’ambiente nella definizione e nell’attuazione di politiche in altri settori. Per informazioni più dettagliate su politiche ambientali precise e sul contesto legislativo riguardante ciascun tema di sviluppo si consiglia pertanto di rivolgersi alle autorità competenti in materia ambientale dei vari Stati membri. L’allegato sviluppa i seguenti temi:

• Infrastruttura di trasporto

• Telecomunicazioni

• Sviluppo economico

• Turismo

• Agricoltura e sviluppo rurale

• Pesca

• Infrastruttura di sostegno delle attività economiche (compresa l’infrastruttura ambientale)

• Risorse umane

• Assistenza tecnica

• Sostegno all’occupazione e alla competitività

• Rigenerazione ambientale

• Sostegno alle attività di ricerca, tecnologia e innovazione

• Miglioramento dell’accesso ai trasporti

• Sviluppo urbano L’elenco abbraccia tutti i temi principali finanziati dai programmi nell’ambito dei Fondi strutturali, in tutti i tipi di regioni assistite e per quattro Fondi (FESR, FSE, FEAOG e SFOP). Prima di passare ad esaminare la legislazione ambientale in materia e gli aspetti dell’integrazione per ciascun tema, vengono presentati gli aspetti principali di alcune direttive potenzialmente interessanti per gran parte degli interventi finanziati dai Fondi strutturali: la direttiva sulla VIA (85/337/CEE e 97/11/CE). la direttiva sugli habitat (92/43/CEE) e la direttiva sugli uccelli selvatici (79/409/CEE).

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VII.2

DIRETTIVE Le autorità competenti in materia di ambiente e dello sviluppo devono essere a conoscenza del contenuto delle direttive elencate di seguito e comprendere chiaramente quali tipi di iniziative possano rientrare nel loro campo di applicazione. Direttiva 97/11/CE del Consiglio che modifica la direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (GU L 73 del 14.3.1997)

La direttiva prescrive che, prima del rilascio dell'autorizzazione per alcuni progetti di sviluppo - ad esempio progetti per infrastrutture su vasta scala - debba essere effettuata una valutazione del loro impatto ambientale. I progetti inseriti nell’allegato I devono essere sottoposti a valutazione (vedi sotto). È prevista la consultazione del pubblico e di alcune autorità e il pubblico deve essere informato sul contenuto della decisione.

Allegato I: Tra i progetti elencati figurano: raffinerie di petrolio greggio; centrali

nucleari o centrali termiche di grosse dimensioni; costruzione di autostrade e vie di rapida comunicazione, di tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza e di aeroporti; porti marittimi commerciali e vie navigabili interne; gasdotti e oleodotti di grandi dimensioni; cave; grossi impianti per l'allevamento intensivo; impianti di smaltimento dei rifiuti mediante incenerimento, trattamento chimico o interramento di rifiuti pericolosi; sistemi di estrazione o di ricarica artificiale delle acque freatiche; opere per il trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi; dighe, cave e attività minerarie a cielo aperto; costruzione di elettrodotti aerei; impianti per l'immagazzinamento di petrolio, ecc.

Allegato II: Tra le attività inserite figurano: agricoltura, silvicoltura ed

acquicoltura; industria estrattiva; produzione e trasformazione dei metalli; industria dei prodotti minerali; industria chimica; industria dei prodotti alimentari; progetti di infrastruttura; turismo e svaghi; altri progetti.

Direttiva 79/409/CEE del Consiglio (modificata) concernente la conservazione degli uccelli selvatici (GU L 103 del 25.4.1979)

La direttiva sugli uccelli selvatici impone agli Stati membri di istituire un sistema generale di protezione di tutte le specie di uccelli selvatici; le specie particolarmente vulnerabili, elencate nell’allegato I, sono soggette a misure speciali di conservazione. La direttiva (che ora riguarda 175 specie) stabilisce che gli Stati membri debbano classificare gli habitat che accolgono le specie più importanti come zone di protezione speciale. Gli Stati membri devono proteggere tali siti dal deterioramento e si applica il disposto dell’articolo 6 della direttiva 92/43/CEE (vedi sotto). La direttiva attribuisce infine un’importanza

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VII.3

particolare alla protezione delle zone umide, visto il loro interesse per le specie migratrici.

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VII.4

Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (GU L 206 del 22.7.1992) (per tutti i progetti)

La direttiva, comunemente nota come “direttiva sugli habitat”, tenta di stabilire uno “stato di conservazione soddisfacente” per i tipi di habitat e le specie di interesse comunitario. Gli Stati membri devono preparare e inviare alla Commissione un elenco dei siti di importanza comunitaria per i tipi di habitat inseriti nell’allegato I (168) e nell’allegato II, comprendente specie animali e vegetali. Gli allegati individuano le specie e i tipi di habitat ritenuti prioritari. Con il tempo i siti più importanti saranno designati come zone speciali di conservazione che, unitamente alle zone di protezione speciale citate in precedenza, andranno a costituire una rete europea (denominata Natura 2000). Ai sensi della direttiva gli Stati membri devono ottemperare alcuni obblighi in materia di protezione dei siti che figurano nell’elenco della Commissione e dei siti designati come zone speciali di conservazione. L’articolo 6 stabilisce i principali requisiti per la protezione dei siti.

L’articolo 6 impone agli Stati membri l’obbligo generico di garantire l’adozione di “opportune misure” per la protezione di tutti i siti che figurano nell’elenco della Commissione, a prescindere dal fatto che siano stati designati come zone speciali di conservazione o meno.

• È richiesta una valutazione per “qualsiasi piano o progetto” che, singolarmente

o congiuntamente ad altri piani e progetti, possa avere incidenze significative sul valore del sito sotto il profilo della conservazione.

• Alla luce delle conclusioni della valutazione le autorità nazionali competenti

danno il loro accordo sul piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito.

• Qualora, nonostante conclusioni negative della valutazione, un piano o progetto

debba essere realizzato per “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”, gli Stati membri adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione delle misure compensative adottate.

• Qualora il sito in causa sia un sito prioritario (inserito cioè negli allegati della

direttiva), possono essere addotte soltanto considerazioni connesse con “la salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”.

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VII.5

TEMA 1 - INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO Elemento da verificare per tutti i progetti che implicano una gestione del territorio, se il percorso o il tracciato previsti potrebbero avere ripercussioni su zone vulnerabili che figurano nella rete Natura 2000 (direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE).

In caso di risposta affermativa:

• Valutare l’impatto in termini di stato di conservazione della natura del sito (NB: non sarà sufficiente una VIA generica; sarà necessario adeguarla agli obiettivi di conservazione che hanno giustificato l’attribuzione di un interesse comunitario al sito).

• Se l’impatto minaccia di essere negativo, cercare percorsi/tracciati alternativi. • Se il progetto viene mantenuto per motivi imperativi di rilevante interesse

pubblico, prevedere misure di compensazione o mitigazione e comunicarle alla Commissione. (NB: se il sito ospita habitat o specie prioritari, le condizioni per mantenere un progetto che presenta un impatto negativo sono esclusivamente quelle previste all’articolo 6 della direttiva 92/43/CEE sugli habitat).

AUTOSTRADE E STRADE

Verificare sempre se il progetto rientra nell’allegato I o nell’allegato II della direttiva 97/11/CE (le tangenziali, le strade alternative e le circonvallazioni sono considerate come progetti che rientrano nell’allegato I). Successivamente, valutare quanto segue:

• I progetti che figurano nell’allegato I sono stati sottoposti a VIA ai sensi della direttiva?

• Per i progetti che figurano all’allegato II è richiesta una dichiarazione delle

autorità competenti in materia ambientale in cui si indichi se sia necessaria una VIA? È importante determinare se le proposte di progetto contengano requisiti espliciti in materia di:

• piani per la costruzione e discariche di miniera; • stabilizzazione di scarpata e copertura vegetale di scarpata; • misure intese ad evitare un maggiore deflusso ed erosione, sia durante le opere

che successivamente;

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VII.6

• misure di riduzione delle emissioni acustiche. Il progetto deve prevedere un’analisi dell’impatto della contaminazione atmosferica e/o acustica, soprattutto nelle zone urbane e residenziali, o in prossimità di scuole, ospedali, ecc. Un altro elemento importante di cui il progetto deve tener conto è l’impatto del nuovo tronco stradale sul sistema di trasporto pubblico: occorre dimostrare in che modo la strada si inserisce nel sistema di trasporto pubblico esistente o previsto (compresi eventuali progetti che godono di un finanziamento europeo, ad esempio attraverso il Fondo di coesione o i prestiti della BEI).

FERROVIE Linee principali, percorsi TEN, collegamenti nazionali e regionali

Verificare sempre se il progetto rientra nell’ambito degli allegati I o II della direttiva 97/11/CE (compresi binari paralleli e opere di miglioramento dei binari esistenti).

• I progetti che rientrano nell’allegato I sono soggetti a una VIA ai sensi della direttiva.

• Per i progetti che rientrano nell’allegato II è richiesta una dichiarazione dell’autorità competente in materia ambientale responsabile, in cui si indichi se sia necessaria una VIA.

• I progetti devono contenere analisi specifiche degli impatti causati dalle emissioni acustiche e dall’inquinamento (polveri, ecc.) prodotti durante le opere di costruzione, nonché dell’inquinamento acustico di natura operativa che si registra nelle zone interessate.

Treni di collegamento periferici (ferrovia leggera, metropolitana, ecc.)

I progetti devono indicare chiaramente le misure che verranno adottate per ridurre l’inquinamento, le emissioni acustiche e la congestione durante la fase di costruzione, nonché per combattere l’inquinamento e le emissioni acustiche durante la fase operativa. Il progetto deve inoltre presentare una chiara analisi degli impatti che il progetto ha per quanto riguarda l’utilizzo dei trasporti pubblici nella zona considerata.

PORTI

Verificare se il progetto rientra nell’ambito degli allegati I o II della direttiva 97/11/CE.

• I progetti che rientrano nell’allegato I sono soggetti a una VIA ai sensi della direttiva.

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VII.7

• Per i progetti che rientrano nell’allegato II è richiesta una dichiarazione dell’autorità competente in materia ambientale responsabile, in cui si indichi se sia necessaria una VIA. Accertarsi che sia possibile valutare l’impatto dei progetti sulle zone adiacenti (erosione di spiagge, cambiamenti nelle dinamiche costiere). Valutare se è adeguatamente garantita la presenza di impianti per il trattamento, la raccolta e lo smaltimento degli oli di sentina e dei rifiuti e per la pulizia dei pontili.

AEROPORTI

Verificare se il progetto rientra nell’ambito degli allegati I o II della direttiva 97/11/CE.

• I progetti che rientrano nell’allegato I sono soggetti a una VIA ai sensi della direttiva.

• Per i progetti che rientrano nell’allegato II è richiesta una dichiarazione dell’autorità competente in materia ambientale responsabile, in cui si indichi se sia necessaria una VIA. Verificare le misure adottate per ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico. Sottolineare l’importanza di integrare i vari modi di trasporto (trasporti pubblici, reti ferroviarie, ecc.) e provvedere affinché l’aeroporto sia adeguatamente collegato con mezzi pubblici. Accertarsi che la progettazione dell’aeroporto tenga conto delle esigenze a livello di gestione dei rifiuti e trattamento delle acque.

ALTRE MISURE NEL SETTORE DEI TRASPORTI

Tentare di garantire che i piani e i programmi di sviluppo diano priorità ai trasporti pubblici. Accertarsi che vengano affrontati gli aspetti dell’impiego dell’energia, dell’accesso e dei tempi di percorrenza.

TEMA 2 - TELECOMUNICAZIONI

Per tutte le reti di comunicazione verificare se sia necessaria una VIA ai sensi della direttiva 97/11/CE. Se il percorso scelto attraversa zone vulnerabili come quelle indicate nella direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici e nella

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VII.8

direttiva 92/43/CEE sugli habitat, trovare soluzioni alternative, valutare la necessità di prevedere misure di mitigazione dell’impatto o determinare se sia necessario procedere a una VIA.

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VII.9

TEMA 3 - SVILUPPO DELL'ECONOMIA INDUSTRIA MANIFATTURIERA E DI TRASFORMAZIONE

Elaborare criteri e orientamenti tali che l’assistenza fornita alle industrie consenta di:

• favorire l’introduzione di tecnologie pulite;

• promuovere il perfezionamento delle lavorazioni (riduzione delle materie prime utilizzate, rendimento energetico, riciclaggio dell’acqua, ecc.);

• elaborare piani per la raccolta, il trattamento, il riutilizzo e la valorizzazione dei rifiuti;

• migliorare il trattamento degli effluenti;

• valutare la possibilità di ridurre il trasporto di merci o materiali;

• introdurre una gestione e sistemi ambientali e la formazione in materia ambientale. Va inoltre valutata la possibilità di fornire orientamenti alle imprese su come aumentare le prestazioni in campo ambientale.

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Le autorità competenti in materia ambientale devono valutare il ruolo della formazione rispetto alle tecnologie pulite, ai processi economici e al riutilizzo delle risorse nel contesto del programma, a livello delle singole misure. Tra gli elementi da esaminare vi è la funzione dei moduli di formazione professionale riguardanti aspetti ambientali nella produzione industriale; a titolo di esempio:

• formazione specifica in argomenti/tecniche/prassi ottimali in campo ambientale;

• moduli di formazione in campo ambientale specifici ad attività legate alle priorità stabilite dal programma, come il miglioramento delle infrastrutture ambientali, nei casi in cui possa essere necessaria una formazione sul funzionamento o la manutenzione.

TEMA 4 - TURISMO

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VII.10

Le autorità competenti in materia ambientale devono valutare la possibilità di inserire le tematiche ambientali nell’ambito degli investimenti e della formazione in campo turistico. Segue una presentazione di alcune proposte sui temi principali. SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI IN CAMPO TURISTICO

• Sostenere le sovvenzioni destinate a garantire un uso razionale e sostenibile delle risorse (acqua, energia, suolo).

• Nelle zone colpite da carenze idriche, mettere in questione gli investimenti che tenderebbero ad aggravare il problema (ad esempio campi da golf o impianti turistici/per il tempo libero).

• Incentivare una gestione del territorio che sia compatibile con l’ambiente e una capacità di carico del territorio interessato che tenga conto delle condizioni e delle risorse ambientali locali.

• Introdurre disposizioni volte ad eliminare i più gravi problemi ambientali (trasporti, risorse idriche, spazi aperti, depurazione, rifiuti) e accertarsi che questi aspetti di sviluppo siano attentamente esaminati e affrontati nei progetti.

REQUISITI IN MATERIA DI FORMAZIONE

• Promuovere la formazione sulla diversificazione degli investimenti turistici per garantire il più ampio uso delle risorse (culturali, naturali, paesaggistiche, ecc.).

• Fornire assistenza nella consegna dei pacchetti di formazione riguardanti gli effetti e le potenzialità dello sviluppo turistico a livello di ambiente, compreso il turismo “ecologico” e quello legato alle zone rurali/agricole.

TEMA 5 - AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE

Verificare che le azioni corrispondano agli allegati I o II della direttiva 97/11/CE. Verificare se le azioni avranno ripercussioni sulle zone vulnerabili che rientrano nella rete “Natura 2000” (direttiva 79/409/CEE sugli uccelli selvatici e direttiva 92/43/CEE sugli habitat). Controllare che le azioni proposte siano conformi alle disposizioni della direttiva 91/676/CEE (nitrati) e della direttiva 86/278/CEE (fanghi di depurazione). Insistere sull’applicazione corretta delle misure agro-alimentari (regolamento (CEE) n. 2078/92), soprattutto nelle regioni in cui sono state individuate zone vulnerabili inserite nella rete Natura 2000 (direttive 79/409/CEE o 92/43/CEE). Assicurarsi che i programmi incentivino pratiche agricole che risultino favorevoli all’ambiente. Seguono alcuni esempi di settori problematici.

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VII.11

• Nel settore dell’allevamento di bestiame, oltre alle azioni legate alla direttiva sui nitrati tese a tutelare la qualità delle risorse idriche, è necessario anche incentivare la conservazione della biodiversità nelle attività di allevamento. Vanno inoltre incoraggiati piani per la gestione sostenibile dei residui di origine agricola.

• Devono essere incentivati metodi di produzione integrati e produzioni biologiche, mentre va ridotto l’uso di sostanze aggiunte quali fertilizzanti, ecc.

• Gestione idrica: devono essere privilegiati i metodi di irrigazione che limitano il consumo idrico; le operazioni di drenaggio devono essere compatibili con l’obiettivo di preservare le zone umide che rivestono un interesse ambientale e vanno incentivate misure per la gestione dei periodi di siccità o le eventuali inondazioni.

• Protezione del suolo: vanno promosse pratiche che non prevedano l’aratura o altre che migliorino la struttura del suolo. Occorre inoltre essere vigili quando vengono eseguite opere minori di gestione idrica, forestazione o altre azioni che prevedano movimenti di terra.

• Misure di imboschimento: deve essere incoraggiata la piantagione di specie autoctone e la gestione delle foreste per ridurre il rischio di incendi.

• Protezione della biodiversità e delle campagne: vanno incentivate pratiche agricole che rispettino l’ambiente.

• È estremamente importante, inoltre, che i programmi riguardino altre attività economiche nelle zone rurali, come la promozione di attività artigianali, di agriturismo e altre attività complementari che incentivino gli abitanti a non abbandonare la zona; in questo modo si contribuisce a prevenire la desertificazione e l’abbandono del paesaggio rurale che porta spesso al degrado ambientale.

• I programmi devono inoltre promuovere la formazione necessaria a garantire che vengano praticati tutti i più recenti metodi agricoli sensibili all’ambiente.

TEMA 6 - PESCA

I programmi devono rispondere ai seguenti obiettivi:

• evitare di ridurre gli stock ittici e favorire metodi di pesca selettivi;

• garantire il trattamento e la depurazione dei residui negli allevamenti ittici;

• garantire che nei magazzini e nei mercati venga effettuato il trattamento dei prodotti di scarto e la depurazione degli effluenti prima che questi vengano convogliati nel sistema fognario;

• sensibilizzare l’industria e i lavoratori del settore alla necessità di ricorrere a tali misure e di fornire una formazione professionale per le nuove attività;

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VII.12

• tener conto della capacità di carico dell’ambiente ove viene praticata l’acquicoltura in zone naturali (fiumi, litorali, ecc.).

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VII.13

TEMA 7 – INFRASTRUTTURE DI SOSTEGNO ALL'ATTIVITA ECONOMICA Verificare sempre se il progetto risponde ai criteri degli allegati I o II della direttiva 97/11/CE.

• I progetti che rientrano nell’allegato I sono soggetti a una VIA ai sensi della

direttiva.

• Per i progetti che rientrano nell’allegato II è richiesta una dichiarazione dell’autorità competente in materia ambientale responsabile, in cui si indichi se sia necessaria una VIA.

RISORSE IDRICHE

Nel caso delle dighe verificare se siano necessarie e se gli obiettivi perseguiti (irrigazione, produzione energetica, regolazione dei canali, laminazione, fornitura idrica) siano coerenti rispetto alle infrastrutture esistenti ed eventualmente controllare se sia possibile migliorare o rinnovare le strutture esistenti; accertarsi inoltre che sia stata presa in considerazione la possibilità di adottare misure di gestione della domanda, ad esempio risparmi, perfezionamento delle reti, miglioramento delle tecniche di coltivazione, riutilizzo delle acque depurate, perfezionamento dei processi di riciclaggio industriale, ecc. In caso di operazioni di trasferimento idrico, assicurarsi che siano state valutate anche soluzioni alternative. I progetti di irrigazione devono essere valutati sulla base dei dati relativi alla disponibilità delle risorse idriche, onde accertarne la fattibilità. Ogni azione proposta in questo settore dovrà essere motivata sotto il profilo ambientale in termini di migliore gestione di tutti gli aspetti della fornitura, della distribuzione, dell’utilizzo, del recupero e della conservazione delle risorse idriche. Tra gli aspetti principali si segnalano:

• riutilizzo delle acque depurate;

• trattamento dei fanghi;

• servizi di manutenzione;

• piani di gestione degli effluenti industriali onde evitare lo scarico di prodotti tossici o pericolosi che potrebbe avere ripercussioni sul funzionamento degli impianti di depurazione;

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VII.14

• previsione della domanda di trattamento in funzione della densità di popolazione e del probabile sviluppo della zona dopo la realizzazione del progetto.

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VII.15

ENERGIA

• Analizzare i tracciati previsti per i gasdotti e le linee elettriche, individuando le zone sensibili per le quali può essere necessaria una valutazione dettagliata.

• Incentivare l’uso di fonti di energia rinnovabili (eolica, solare, geotermica, ecc.).

• Stabilire parametri che consentano di determinare quanto segue:

• utilizzo di forme di energia meno inquinanti;

• sostituzione di fonti di energia;

• massima valorizzazione economica di questo tipo di investimento comparando i costi economici con i benefici ambientali e sociali;

• modalità per incentivare il rendimento energetico;

• modalità per promuovere l’uso delle tecnologie di combustione più efficienti attualmente disponibili;

• modalità per incentivare le tecnologie pulite. GESTIONE DEI RIFIUTI

Le azioni previste nel campo della gestione dei rifiuti devono fornire indicatori sulla situazione iniziale e finale relativa al trattamento dei rifiuti solidi urbani. Per i residui tossici e pericolosi (e i rifiuti ospedalieri) le azioni devono riprendere le strategie nazionali e/o regionali. La valutazione deve comprendere anche indicatori relativi agli eventuali miglioramenti previsti e raggiungibili attraverso azioni finanziate dai Fondi strutturali.

SVILUPPO E INNOVAZIONE

Questa voce include vari aspetti, tra i quali il perfezionamento dei processi industriali per l’uso delle materie prime, i cambiamenti nei componenti e nei prodotti inquinanti e la massima riduzione e recupero dei residui.

REQUISITI IN MATERIA DI FORMAZIONE

Per quanto riguarda questo settore la partecipazione delle autorità competenti in materia ambientale può servire ad orientare la formazione verso nuovi settori occupazionali (manutenzione degli impianti di depurazione e trattamento delle acque, tecniche di gestione dei prodotti, agriturismo, ecc.). Nell’ambito della formazione settoriale andranno inoltre inseriti moduli di formazione in campo ambientale nei vari settori interessati dei Programmi Operativi.

TEMA 8 – VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

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VII.16

Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte al precedente punto in materia di formazione. Ove opportuno, possono inoltre essere realizzate le seguenti azioni:

• formazione per i disoccupati grazie a progetti che, nell’ambito dei QCS, siano destinati ad introdurre nuove tecnologie o nuovi metodi di produzione che contribuiscano a migliorare la situazione ambientale;

• formazione dei formatori nell’ambito della creazione di “pacchetti di formazione in ambiente industriale” per inserirli in altri tipi di formazione.

TEMA 9 – ASSISTENZA TECNICA, MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA

Considerata l’importanza qualitativa che i regolamenti sui Fondi strutturali attribuiscono all’ambiente, le autorità competenti in materia ambientale si troveranno a svolgere nuove funzioni. Parte del bilancio prevista per l’assistenza tecnica deve essere destinata a tali attività, compresa la raccolta e l’analisi dei dati, la valutazione dei progetti e la fornitura di basi dati regionali, SIG, ecc. pertinenti.

TEMA 10 – SOSTEGNO ALL'OCCUPAZIONE E ALLA COMPETITIVITA DELLE IMPRESE

Le autorità competenti in materia ambientale devono svolgere un ruolo proattivo nell’elaborazione dei criteri per il finanziamento delle imprese, promuovendo approcci sostenibili alle attività imprenditoriali quali:

• risparmio delle risorse (idriche, energetiche): perfezionamento delle tecnologie;

• perfezionamento dei processi tecnologici e sostituzione dei materiali contaminanti;

• perfezionamento dei metodi per ridurre al minimo i rifiuti;

• aiuti alle imprese specializzate nel trattamento dei rifiuti, degli effluenti e delle emissioni;

• aiuti alle imprese che riutilizzano, recuperano o trasformano i rifiuti;

• attrezzature per il recupero e il riciclaggio dei rifiuti nelle zone industriali;

• creazione di reti di informazione su vantaggi e inconvenienti a livello ambientale a sostegno delle imprese;

• istituzione di servizi e programmi di supporto per migliorare l’ambiente industriale e di centri tecnologici a servizio della comunità imprenditoriale;

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VII.17

• pacchetti di formazione in materia ambientale (relativi a processi, sistema comunitario di ecogestione e audit, risparmio di risorse, rifiuti; informazione sulla composizione dei prodotti) nell’ambito della formazione destinata ai lavoratori e alle imprese.

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VII.18

TEMA 11 - AMBIENTE

Le autorità competenti in materia ambientale devono cercare attivamente opportunità per inserire gli aspetti sottoelencati nelle proposte presentate nel PO ed eventualmente elaborare orientamenti per i proponenti.

• Attrezzature che aiutano direttamente a migliorare situazioni di inquinamento

(emissioni, effluenti, rifiuti, ecc.).

• Ripristino di terreni abbandonati, possibilmente ridestinandoli ad attività a fini sociali e culturali come spazi aperti locali, zone ricreative o piccole aree boschive urbane.

• Creazione di reti di imprese incentrate su temi ambientali.

• Incentivi alla costituzione di imprese locali nel settore dell’ambiente.

TEMA 12 – SOSTEGNO NEL SETTORE DELLA RICERCA, DELLA TECNOLOGIA E DELL'INNOVAZIONE

Le autorità competenti in materia ambientale devono cercare di determinare se sia possibile realizzare le seguenti azioni:

• costituzione di centri di tecnologia industriale, o sviluppo dei centri esistenti, legati all’ambiente in senso lato (perfezionamento dei processi; centri di analisi e ricerca);

• ricerca finalizzata al miglioramento della situazione ambientale a livello di produzione industriale;

• istituzione di reti di ricerca incentrate su aspetti ambientali di scala locale;

• istituzione di corsi per potenziare la formazione dei ricercatori nel settore dell’ambiente industriale (processi meno inquinanti, tecnologie pulite, trattamento e riutilizzo dei rifiuti, ecc.).

TEMA 13 – SVILUPPO LOCALE E URBANO

Vista l’importanza che i centri urbani rivestono in molte delle regioni assistite, le autorità competenti in materia ambientale devono provvedere ad inserire nelle proposte le seguenti azioni:

• ripristino dell’ambiente urbano indicando le migliorie ambientali (recupero degli

spazi aperti, razionalizzazione dei trasporti urbani, riduzione delle emissioni dovute ai trasporti, ecc.);

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VII.19

• progetti destinati ad orientare e coadiuvare le imprese nelle attività di miglioramento delle proprie produzioni e nell’auditing ambientale.

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VII.20

Le autorità competenti in materia ambientale devono inoltre tener conto del fatto che, secondo quanto stipulato nel Libro verde sullo sviluppo urbano, i piani di sviluppo urbano si prefiggono l’obiettivo di creare città: • Compatte: dove cioè i contatti e i rapporti tra abitanti

possono essere incentivati grazie alla vicinanza e alla pedonalizzazione

• Multifunzionali: dove cioè le funzioni svolte sono tali che

l’alloggio, l’occupazione, i contatti umani, le attività culturali, le attività commerciali e le informazioni siano a portata di mano di tutti i cittadini

• Diversificate: nel tempo e nelle funzioni, al fine di offrire

spazi di tipo diverso (per la cultura, lo sport, la distensione, la natura, le passeggiate, il lavoro e la residenza) in modo da avvicinarli ai cittadini, evitando zone che rivestano solo una funzione

• Deliberatamente continue: evitando le zone cuscinetto che definiscono e

favoriscono il degrado ambientale.