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La Legge sulle cure palliative Castellini News MAGGIO-GIUGNO 2010 SOMMARIO: La Legge sulle cure palliative a cura della Dott.ssa Ornella Schito Ridere fa bene a cura di Manuela Voltan Un ulivo in ricordo di papà a cura di Luciano, Ida e Raffaele Lo Sportello Ascolto a cura della redazione Il 5 x mille a cura della redazione Fondazione Castellini Onlus La cura del dolore nell'anziano si basa su metodi differenti a seconda del grado di autonomia della persona; nel caso dell'anziano autosufficiente il principale cu- rante di fatto non è il medico, bensì lui stesso in quanto spesso usa il farmaco analgesico che gli risulta più efficace è perciò quasi sempre in grado di auto cu- rarsi e fa riferimento al medico solo quando il dolore è intenso o persistente o percepito come pericoloso. L’anziano spesso usa farmaci antinfiammatori non steroidei che dopo alcuni giorni di trattamento possono comportare il rischio cre- scente di sviluppare patologie emorragiche gastro-intestinali. L'obiettivo razio- nale della cura del dolore nell'anziano è evitare queste complicazioni, attraverso una terapia antalgica che non sia essa stessa causa di malattia. È stato un iter laborioso, ma alla fine anche l'Italia ha la sua legge sulle cure pal- liative e la terapia del dolore. La legge numero 38 del 15 marzo scorso vi dedica due differenti commi nell'articolo 2. Il primo definisce le "cure palliative" mentre il secondo la terapia del dolore, ossia "l'insieme di interventi diagnostici e terapeu- tici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche, idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore". Di rilevante importanza, l’articolo 7 della legge sopra citata, obbliga il personale sanitario, medici ed infermieri, a ri- portare nella documentazione sanitaria le caratteristiche del dolore rilevato, la sua evoluzione nel tempo, la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi ed il risultato antalgico conseguito. Fin dallo scorso anno la Fondazione Castellini ha avviato un progetto rivolto a tutti gli operatori (medici, coordinatori infermieristici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, ausiliari socio-assistenziali) con lo scopo di gestire il do- lore in tutte le sue forme e manifestazioni. Tale progetto sviluppato dalla dottoressa Ornella Schito, medico responsabile dell’Hospice, coa- diuvata dallo psicologo dottor Gian Luca Paler- mo e dal coordinatore infermieristico Stefano Ferrari, si inserisce in un importante cambia- mento normativo in materia di prescrizione e impiego dei farmaci oppiacei, i principali strumenti per il controllo e la riduzione del dolore. Il progetto comprende tavole rotonde con specialisti di diversa pro- fessionalità, un processo di formazione con simulazioni, discussione di casi con il personale della Fondazione e l’utilizzo di una scala per la valutazione del dolore in ospiti con deficit cognitivo-sensoriali. Questa iniziativa avrà momenti di di- vulgazione e confronto con altri professionisti che operano nel settore. ANNO 9, NUMERO 3

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La Legge sulle cure palliative

Castellini News M A G G I O - G I U G N O 2 0 1 0

SOMMARIO:

La Legge sulle cure palliative a cura della Dott.ssa Ornella Schito

Ridere fa bene a cura di Manuela Voltan Un ulivo in ricordo di papà a cura di Luciano, Ida e Raffaele Lo Sportello Ascolto a cura della redazione Il 5 x mille a cura della redazione

Fondazione Castellini Onlus

La cura del dolore nell'anziano si basa su metodi differenti a seconda del grado di autonomia della persona; nel caso dell'anziano autosufficiente il principale cu-rante di fatto non è il medico, bensì lui stesso in quanto spesso usa il farmaco analgesico che gli risulta più efficace è perciò quasi sempre in grado di auto cu-rarsi e fa riferimento al medico solo quando il dolore è intenso o persistente o percepito come pericoloso. L’anziano spesso usa farmaci antinfiammatori non steroidei che dopo alcuni giorni di trattamento possono comportare il rischio cre-scente di sviluppare patologie emorragiche gastro-intestinali. L'obiettivo razio-nale della cura del dolore nell'anziano è evitare queste complicazioni, attraverso una terapia antalgica che non sia essa stessa causa di malattia. È stato un iter laborioso, ma alla fine anche l'Italia ha la sua legge sulle cure pal-liative e la terapia del dolore. La legge numero 38 del 15 marzo scorso vi dedica due differenti commi nell'articolo 2. Il primo definisce le "cure palliative" mentre il secondo la terapia del dolore, ossia "l'insieme di interventi diagnostici e terapeu-tici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche, idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore". Di rilevante importanza, l’articolo 7 della legge sopra citata, obbliga il personale sanitario, medici ed infermieri, a ri-portare nella documentazione sanitaria le caratteristiche del dolore rilevato, la sua evoluzione nel tempo, la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi ed il risultato antalgico conseguito. Fin dallo scorso anno la Fondazione Castellini ha avviato un progetto rivolto a tutti gli operatori (medici, coordinatori infermieristici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, ausiliari socio-assistenziali) con lo scopo di gestire il do-lore in tutte le sue forme e manifestazioni. Tale progetto sviluppato dalla dottoressa Ornella Schito, medico responsabile dell’Hospice, coa-diuvata dallo psicologo dottor Gian Luca Paler-mo e dal coordinatore infermieristico Stefano Ferrari, si inserisce in un importante cambia-mento normativo in materia di prescrizione e impiego dei farmaci oppiacei, i principali strumenti per il controllo e la riduzione del dolore. Il progetto comprende tavole rotonde con specialisti di diversa pro-fessionalità, un processo di formazione con simulazioni, discussione di casi con il personale della Fondazione e l’utilizzo di una scala per la valutazione del dolore in ospiti con deficit cognitivo-sensoriali. Questa iniziativa avrà momenti di di-vulgazione e confronto con altri professionisti che operano nel settore.

ANNO 9, NUMERO 3

P A G I N A 2

“...il sorriso

rassicura, dà fiducia,

è un abbraccio

amorevole e

accogliente

racchiuso in uno

sguardo ...”

È da anni che la Fondazione Castellini utilizza l’approccio multidisciplinare nella cura dei propri Ospiti richiamandosi alla natura più autentica dell’assistenza, il cosiddetto olismo, il cui etimo deriva dal greco antico “holos” (tutto, intero) per significare che l’obiettivo è prendersi cura della persona nella sua interezza e non delle singole sue pa-tologie. Esso ha rappresentato, per molti anni, un principio fondamentale della forma-zione in ambito sanitario, al quale riferirsi per promuovere un’assistenza centrata sulla concezione della persona come soggetto unico e irripetibile. L’approccio olistico si inte-gra, dunque, con le terapie convenzionali senza opporsi ad esse. Sul numero scorso ab-biamo raccontato dell’esperienza di arteterapia condotta dalla specializzanda Daniela Marino, in questo approfondiremo l’esperienza guidata dall’Associazione “Le note del Sorriso” che, come dice il nome stesso, si occupa della terapia della risata o gelotologia. Da aprile scorso è stata intensificata la presenza dei clown nei Nuclei, a darci supporto è arrivata l’Associazione “Tondonasorosso” alla quale va il nostro caloroso benvenuto.

La Terapia del Sorriso alla Fondazione Castellini. Il sorriso è un raggio di sole che riscalda il cuore e illumina l’anima. E’ un linguaggio universale che attraversa epoche, accomuna cul-ture e unisce generazioni. Il sorriso rassicura, dà fiducia, è un abbraccio amorevole e accogliente racchiuso in uno sguardo, è un at-timo intenso il cui ricordo può du-rare una vita. Il sorriso è medicina. E allora quale migliore terapia pos-siamo offrire a chi soffre, a chi vive momenti di disagio? Questo è l’obiettivo semplice, lo scopo unico del nostro gruppo di amici volontari “claun” (come preferiamo definirci), delle Note del Sorriso, un’associazione ONLUS di Gorgonzola che da 6 anni cerca di portare nelle corsie di ospedali e case di riposo un messaggio di solidarietà e amore attraverso uno strumento speciale, piccolissimo ma con un potere immenso: un naso rosso. Molti si chiederanno: “ma perché proprio il clown?” Perché c’è bisogno della masche-

ra più piccola del mondo per poter contat-tare le emozioni dell’altro, per poter comu-nicare nel modo più immediato e allo stesso tempo così intimo? Non esiste una sola risposta a questa do-manda, ma esistono tante risposte quanti sono gli esseri umani, perché ognuno di noi ha un naso rosso nascosto nel proprio cuore. Il clown rappresenta la nostra parte più fra-gile, delicata, eternamente fanciulla, rap-presenta l’ingenuità e la semplicità in cui un bambino si riconosce immediatamente

Ridere fa bene

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e un adulto ritrova quei sogni, quelle speranze e quella magia che ha chiuso in un vecchio baule di una memoria polverosa, ed ecco che il naso rosso diventa la chiave per aprirlo nuovamente e ri-appropriarsi delle speranze, dei sogni accanto-nati nella soffitta dell’inconscio. Il clown è la poesia semplice dell’essere umano, è la creatività che nasce dall’errore, è l’inventarsi sempre nuove soluzioni a tutti i problemi, per il clown non esiste il concetto “non è possibile”, il clown sa fare tutto, a modo clown ovviamente, un po’ scanzonato e pastic-cione, ma dà la speranza che per ogni problema esistono mille soluzioni diverse, la fantasia è la nostra risorsa interione che ci fa capire che non esiste un solo modo per affrontare anche la re-

altà più difficile. Il clown è la speranza nella vita, il clown nel nostro immaginario non muore mai, il clown non fa miracoli ma ci crede. Il naso rosso diventa uno strumento valido e terapeutico nell’affrontare il momento di disagio: io clown non ti dico che il tuo dolore non esiste anzi, lo rispetto, dico che il tuo dolore è il mio dolore, perché lo co-nosco, lo percepisco, non sei solo, insieme possiamo trovare la via per trasformarlo e renderlo forse più sop-portabile, proviamo ad affrontarlo in modo diverso, con una speranza in più, con una consapevolezza che si può ridere nonostante il disagio, la malattia, e questo sorriso è il vero miracolo. Ogni mese i 25 volontari clown delle Note del Sorriso si alternano per incontrare e abbracciare gli ospiti della Fondazione Castellini di Melegnano: trascorriamo con loro attimi fatti di sguardi, sorrisi, risate, a volte ci improvvisiamo “musicanti” intoniamo canzoni che evocano bei ricordi, immagini lontane ma vive nel loro cuore, in un ritmo tenuto da battiti di mani e da strumenti semplici, magari azzardiamo anche qualche passetto di danza, un accenno di ballo liscio e tante parole scherzose e amorevoli. A volte ci richie-dono solo un orecchio rispettoso, un cuore aperto e attento ad accogliere memorie e racconti di una vita, e allora ecco che l’immaginazione diventa la macchina del tempo che ci riporta insieme alle emozioni di quando erano giovani e la loro vita diventa poesia nostalgica. E noi claun ringraziamo di questa loro inti-ma condivisione. Un vero dono, una ricchezza.

L’Associazione “Le note del Sorriso” collabora da alcuni anni con la Fondazione Castellini Onlus.

Ricordiamo agli Ospiti e ai loro familiari che, dal mese di gennaio, è operativo lo Spor-tello Ascolto. Lo Sportello è dedicato a tutti coloro che necessitano di sostegno relazionale individuale o familiare. Il servizio è offerto dalla Fondazione Castellini ed è completa-mente gratuito, per richiedere un appuntamento, basta rivolgersi ai Coordinatori infer-mieristici dei Nuclei di riferimento dell’Ospite e concordare l’incontro. I colloqui, condot-

ti dai Counselor professionisti, avvengono in ambiente riservato e in forma anonima.

Esattamente un mese, dal 6 agosto al 6 settembre 2009, è durata la permanenza di papà presso la Fon-dazione Castellini, lui ha lasciato questo mondo con tanta serenità e riconoscenza verso chi gli è stato vicino negli ultimi giorni di vita. Perciò come dimenticare, in questa circostanza, tutte le figure profes-sionali che lavorano in Hospice, in particolare, la dott.ssa Schito e il dott. Palermo, che, oltre ad aver accudito con tanta cura papà, si sono rivelate di grande aiuto anche per noi tre figli, ben consci che pa-pà stava per lasciarci. La stessa forma di attenzione e delicatezza, usata con lui per sostenerlo ad aiutarlo ad affrontare e a trattare i suoi dolori, che di giorno in giorno si acuivano sempre più, era sta-ta impiegata verso noi figli perché fossimo preparati ad accettare il triste evento che da li a poco ci avrebbe sopraffatto. A distanza di 7 mesi, rimane vivo il ricordo di quei dolorosi mo-menti e delle indimenticabili figure della Fondazione Castellini, con alcune delle quali ancora oggi ci intratteniamo telefonicamen-te. Con lo scambio dei saluti ed auguri in prossimità delle festività di calendario, affiora spontaneo il vivo il ricordo di “Costantino”. E, così, passando in rassegna quei giorni vissuti da papà in quell’ambiente accogliente e confortevole, viene in mente il grande “ parco dei sorrisi “ , dove si faceva accompagnare e dove amava volentieri sostare, osservando i guizzi dei pesci che a gara rincorre-vano le briciole di pane che lui lanciava divertito, oppure attiran-do l’attenzione di chi gli stava vicino verso il robot tagliaerba, da lui battezzato “Ambrogio”, che imperversava sul prato a tosare l’erba. Da qui l’idea di Gianfranco (condivisa con noi) di posizionare in quel parco una pianta di Ulivo, simbo-lo di pace e resurrezione, in ricordo di nostro padre, Costantino Borrelli, che la Fondazione Castellini ci ha consentito di realizzare. Oggi, in questo parco, tra i tanti alberi c’è anche questo Ulivo, che per noi figli resta un ricordo “vivo“ del nostro papà e un segno di riconoscenza verso la Fondazione Castellini, che profondamente ringra-ziamo, unitamente a tutto il personale che ha accudito con professionalità e amore Costantino, accom-pagnandolo con tanta profonda e umana delicatezza verso la soglia dell’aldilà.

I suoi figli: Luciano, Ida, Raffaele

Un ulivo in ricordo di papà

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Sportello Ascolto

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