MAGAZINE DELLA BANCA DELLO STATO DEL CANTONE … · mosso i primi passi grazie alla Fondazione...

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1 NEWS NEWS MAGAZINE DELLA BANCA DELLO STATO DEL CANTONE TICINO Giugno 2016 www.bancastato.ch www.twitter.com/BancaStato Da oltre cento anni per il futuro del Ticino Concorso fotografico

Transcript of MAGAZINE DELLA BANCA DELLO STATO DEL CANTONE … · mosso i primi passi grazie alla Fondazione...

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NEWSNEWSMAGAZINE DELLA BANCA DELLO STATO DEL CANTONE TICINO

Giugno 2016 www.bancastato.chwww.twitter.com/BancaStato

Da oltrecento anni per il futuro del Ticino

Concorso fotografico

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Quale è il significato di “ticinesità”? Banca-Stato associa il concetto alla consapevolezzadi essere di proprietà dei cittadini e di perse-guire un chiaro mandato pubblico: favorire losviluppo economico del Cantone e fornire aiticinesi la possibilità di investire i risparmi inmaniera sicura e redditizia. Uno scopo che ri-mane sempre attuale, come potrete scopriresfogliando questa edizione di BancaStato

L’editoriale

Versati al Cantone

complessivamente

ben 35 milioni di franchi

La "cura tonificante"ha cominciatoa dare i suoi frutti

namento ideale. Tutto questo è avvenutosullo sfondo di condizioni difficili per l’in-tero settore bancario, confrontato a fortipressioni provenienti dall’estero e damargini commerciali sempre più risicati. L’ottima annata del Centenario ha ancheconsentito di attribuire 22 milioni alle ri-serve per rischi bancari generali – raffor-zando quindi la solidità della Banca – e dicapitalizzare la Fondazione del Centena-rio. Per BancaStato è un’ulteriore manieradi adempiere al suo mandato pubblico, inquanto la fondazione si occupa di finan-

News. Ma andiamo con ordine e passiamo inrassegna i contenuti della rivista. Alla paginaaccanto trovate l’usuale commento del no-stro esperto sull’attualità economica: l’atten-zione è tutta rivolta al voto inglese del 23giugno. La pagina 4 presenta invece la storiadi una start-up tutta ticinese, la cui tecnolo-gia di punta ha attirato l’attenzione degli ad-detti ai lavori di tutto il mondo; l’azienda hamosso i primi passi grazie alla FondazioneAgire e Agire Invest SA, strutture volute dalCantone per favorire l’innovazione, di cuiBancaStato ha ripreso le attività di finanzia-mento dei progetti innovativi costituendo laFondazione del Centenario. Alla pagina 5 vipresentiamo un’altra azienda: ha lavoratoper il “futuro” ferroviario del nostro Paeseaiutando a realizzare la tanto attesa trasver-sale alpina AlpTransit, inaugurata a iniziomese. La rivista prosegue con una doppia pa-gina in cui prende la parola il professor Mauro

Baranzini: il Ticino, spiega, ha e avrà ancorabisogno della sua Banca cantonale. Le paginesuccessive (la 8 e la 9) presentano un contri-buto del nostro Presidente Avv. Fulvio Pelli, ilquale sottolinea i grandi vantaggi che ci offreil nostro Paese, e un’intervista a un gestorepatrimoniale della piazza: BancaStato, pro-prio per aiutare i consulenti esterni ticinesi,sta creando una speciale piattaforma di ser-vizi. A pagina 10 abbiamo poi deciso di par-larvi della nostra presenza sul territorio.Tornando alla “ticinesità”, abbiamo infine vo-luto chiedere proprio a voi di illustrarci comeinterpretate questo concetto: a pagina 11trovate i termini per lo speciale concorso fo-tografico. Partecipate numerosi! Aspettiamodunque le vostre fotografie. E nell’attesa viinvitiamo a partecipare agli appuntamentiper il tempo libero sostenuti da BancaStatoe presentati sempre a pagina 11. A tutti voi:buona lettura!

BancaStato sta andando molto bene. A dirlo sono i risultati finanziari di fine2015, che hanno costituito dei veri epropri record storici. Evitando di forniredati troppo “tecnici” (occorre solo sa-pere, ad esempio, che utile lordo e utilenetto sono aumentati rispettivamentedel 57% e del 12%, e che il versamentoal Cantone ha complessivamente oltre-passato i 35 milioni di franchi) l’Istitutoha portato a casa crescite praticamentein ogni voce di bilancio e di conto eco-nomico e ha finalmente migliorato inmaniera netta redditività, efficienza esolidità. Occorre utilizzare l’avverbio “final-mente” in quanto questi risultati nonsono frutto del caso, ma di un lavoro du-rato anni, una “cura tonificante” che siera resa necessaria per affrontare lesfide del mondo bancario. La “cura” ver-teva su una nuova piattaforma informa-tica (B-Source Master), che ha con-sentito di adottare processi di lavoro piùefficienti e di individuare un dimensio-

Bernardino Bulla

Presidente della Direzione generale

ziare start-up innovative in Ticino: un’atti-vità che presuppone un rischio imprendi-toriale che può rivelarsi anche elevato, eche per questo motivo è spesso evitatodagli istituti finanziari.Finora abbiamo parlato dei risultati 2015.E per quanto riguarda invece il primo se-mestre di quest’anno? Sarà difficile egua-gliare gli storici risultati dell’anno scorso,ma prevediamo che saranno soddisfa-centi, a tutto vantaggio del Cantone, allaquale BancaStato versa oltre i due terzidei suoi utili netti.

I mercati finanziari sono caratterizzati inquesti ultimi mesi da una grande incertezzain attesa che i cittadini britannici sanciscanose la Gran Bretagna continuerà o meno a farparte dell’Europa unita. Un’uscita dell’In-ghilterra dall'UE avrebbe infatti conse-guenze talmente gravi che è meglio nonpensarci. Sono queste le preoccupazioniespresse da Massimo Pedrini (responsabiledell'advisory, il servizio interno che studial'andamento dei mercati), che abbiamo in-contrato per fare il punto della situazionedei mercati finanziari e dei loro possibili svi-luppi. Ma vediamo dapprima quali potreb-bero essere le conseguenze qualora i suoicittadini decretassero l’uscita della GranBretagna dall’Unione Europea. Nel Regno Unito lo scenario delineato dalnostro esperto sarebbe con ogni probabilitàestremamente negativo. In primo luogoperché metterebbe in ginocchio le industriedel Paese: il 40 per cento delle esportazionisono infatti destinate all’Europa. Anche lapiazza finanziaria verrebbe messa in gravedifficoltà, in quanto alcune attività potreb-bero essere spostate in altre piazze, per nonparlare del rischio che l'Inghilterra possaperdere il "passaporto europeo" per alcuniservizi finanziari come i fondi d’investi-mento. A livello politico sarebbe inoltre ipo-tizzabile che la Scozia riveda la suadecisione di rimanere nel Regno Unito. D’al-tra parte si avrebbe anche un forte impattosulle monete: la sterlina si indebolirebbe,così come l’euro. Un’eventuale uscita dellaGran Bretagna dall’UE creerebbe forti dubbipolitici sul futuro dell’Europa con un relativocrollo dei mercati azionari non solo nel vec-chio continente, ma pure a livello mondiale.Negli Stati Uniti si assisterebbe a un raffor-

zamento del dollaro, con gravi ripercussioniper le esportazioni e gravi conseguenze sulmercato azionario. Dal canto suo il prezzodel petrolio, che ultimamente si è stabiliz-zato, riprenderebbe a scendere mettendo arischio le aziende statunitensi che operanoin questo settore. Il dollaro forte provoche-rebbe inoltre una ripresa della fuga di capi-tali dai paesi emergenti a causa del rischiodi svalutazione delle monete locali, met-tendo in difficoltà le economie di queste na-zioni. E in Svizzera cosa succederebbe? Ilfranco rischierebbe di rafforzarsi ancora dipiù creando effetti facilmente immaginabili:ulteriore calo delle esportazioni, difficoltàancora maggiori per gli investimenti dei ca-pitali delle casse pensioni. La Banca Nazio-nale dovrebbe ulteriormente diminuire itassi di interesse, seguita dalle banche chedovrebbero introdurre tassi negativi ancheper i clienti privati. L’unico vantaggio per laSvizzera potrebbe essere di trovarsi inbuona compagnia nelle trattative conl’Unione europea per rispettare la volontàpopolare del 9 febbraio 2014, che chiede dilimitare l’ingresso degli stranieri sul territo-rio elvetico.Dalle preoccupazioni per l'esito del voto in-glese, passiamo ora ad analizzare, assiemeal nostro esperto, la situazione finanziariaattuale e degli ultimi mesi. Diciamo subitoche il quadro generale non promette nulladi buono per il futuro immediato: le previ-sioni di crescita globali subiscono infatticontinue correzioni al ribasso. Negli Stati Uniti, motore dell’economia oc-cidentale, l’andamento è peggiore rispettoalle attese. All’aumento dell’occupazionenon corrisponde infatti un incremento deiconsumi. Questa situazione si può spiegarecon il fatto che l’offerta di nuovi posti lavoro

Mercati col fiato sospeso

prima del referendum

in arrivo nel Regno Unito

Forte incertezzanell’attesadel voto sul "Brexit"

Massimo Pedrini

Responsabile Advisory

si rivolge soprattutto ai bassi redditi.L’Europa, d’altra parte, se si astrae dall’in-certezza provocata dal Brexit, ha reagitobene alla recente tragica ondata di attentatie alla crisi internazionale. La sua crescita èlimitata, ma rimane pur sempre nelle cifrepositive.Una situazione analoga si registra in Sviz-zera, dove le previsioni vengono regolar-mente corrette al ribasso, rimanendo peròsopra lo zero, nonostante un calo delleesportazioni. A creare difficoltà, come noto,sono la forza del franco e l’incertezza sullatassazione delle imprese in via di revisione. Anche in Asia, dove la situazione dipendedall’andamento dell’economia cinese, lecose stanno andando meno peggio del pre-visto. La crescita infatti, ammesso che lecifre pubblicate dal governo di Pechinosiano corrette, ha rallentato meno di quantosi temesse, grazie all’incidenza dei consumiprivati, che continuano a crescere di oltre il10 per cento. Un miglioramento che hacompensato tra l'altro un rallentamentodegli investimenti e della produzione indu-striale. D’altra parte, per la prima volta inCina, il settore terziario ha superato il se-condario a livello di Prodotto Interno Lordo:segno di un profondo mutamento nella suaeconomia. È comunque un dato di fatto cheil governo di Pechino per garantire la pacesociale ed evitare problemi politici interni ècostretto a mantenere alta la crescita. E losta però facendo adottando politiche in-terne discutibili come l’eccessiva facilita-zione di crediti immobiliari, che potrebbegenerare problemi a medio termine, oppurefavorendo una sovrapproduzione indu-striale, che costringe a esportare a bassocosto mettendo in difficoltà le industrie oc-cidentali.

In piedi (da sinistra):Daniele Braga,

Nicoletta Casanova (direttrice), Andrea Lovera, Sofia Taufer,

Alexander Steimle.Accovacciati:

Chiara Gubbiotti e Simone Frisoni

Per fare tanta strada bastano passi lunghianche solo milionesimi di metro. Lo sa benela FEMTOprint di Muzzano, società alta-mente tecnologica attiva nella stampa 3D didispositivi di grande complessità e preci-sione. Dispositivi microscopici, “anche piùpiccoli di uno spillo, che trovano applicazioniin svariati settori” ci spiega la direttrice Ni-coletta Casanova, che con la sua squadra inquesti anni ha saputo fare incetta di presti-giosi premi internazionali del settore, atti-rando attenzioni e curiosità da parte diimportanti aziende di tutto il mondo. La tec-nologia utilizzata dalla FEMTOprint è unicanel suo genere: è una speciale stampante3D che a differenza di quelle che tutti noi co-nosciamo “non toglie o aggiunge niente. Lospeciale raggio laser ha la precisione di mi-

La nostra Fondazionesosterrà aziende simili alla FEMTOprint

Una tecnologiacapace di attirareattenzioni mondiali

lionesimi di metro e lavora direttamente al-l’interno della materia utilizzata, solita-mente vetro. Ha una potenza esigua ma hala caratteristica di trasmetterla a frequenzaaltissima: in questo modo l’energia istanta-nea generata nel punto focale del laser èpari a quella registrata nelle centrali nu-cleari. Così facendo altera le proprietà fisi-che seguendo la tridimensionalità dell’og-getto che si vuole ottenere; poi, bagni chi-mici riescono a sciogliere selettivamente ilmateriale esposto, restituendo unicamenteil congegno voluto” continua Casanova.Qualche esempio? “Microingranaggi perorologi, microcateteri per il settore biome-dico o microlenti per il campo ottico. Ma es-sendo una tecnologia estremamenteinnovativa ha molteplici potenziali applica-zioni”. Come è nata questa realtà tutta tici-nese? La speciale stampante è il risultato diun progetto di ricerca finanziato dall’UnioneEuropea (programma FP7) a cui prendevaparte anche un’azienda ticinese, la Mecar-tex, “e uno degli obiettivi finali del progettoera di creare una società le cui attività ruo-tassero proprio attorno alla stampante svi-luppata. La Mecartex mi ha coinvolto einsieme abbiamo elaborato un businessplan. Ci mancavano però i fondi necessari”.E qui fanno la loro comparsa la FondazioneAgire e Agire Invest SA, enti nati per volontàdel Cantone con lo scopo preciso di soste-nere le società ticinesi a carattere innova-

tivo in fase di start-up e alla ricerca di fondi. Agire Invest SA confluirà presto nella Fon-dazione del Centenario BancaStato, mante-nendo inalterati i suoi scopi e consentendoall’Istituto cantonale di adempiere ancorameglio al suo mandato pubblico. “Un’atti-vità commerciale ha bisogno di tre ele-menti”, commenta la direttrice: “Innanzi-tutto occorre un’idea, e quella l’avevamo.Poi servono gli investitori: la loro decisioneè stata fulminea e nel giro di poche setti-mane disponevamo dei fondi necessari”.Anche grazie a questo prezioso aiuto, nel2013 in Ticino sono arrivati il prototipo dellastampante 3D e i diritti esclusivi della tecno-logia sviluppata. “Il terzo elemento è il per-sonale. Attualmente siamo una decina dicollaboratori affiatati, tutti altamente qua-lificati, e in crescita”. La FEMTOprint da unlato offre la stampante 3D a centri di ricerca,dall’altro sviluppa e produce 24 ore algiorno, ogni giorno, microdispositivi com-plessi per le industrie che intendono inserirlinei loro prodotti. La sfida attuale? “Mante-nersi veloci, il nostro settore non ammettetroppi tentennamenti”. Cosa consiglierebbea chi, come voi qualche anno fa, ritiene diavere una bella idea da sviluppare? “È cru-ciale poter contare su un partner solido checreda nel progetto, come per noi sono statila Fondazione Agire e Agire Invest SA. E poioccorre esser pronti a lavorare sodo” con-clude con un sorriso Nicoletta Casanova.

In piedi (da sinistra):Daniele Braga,

Nicoletta Casanova (direttrice), Andrea Lovera, Sofia Taufer,

Alexander Steimle.Accovacciati:

Chiara Gubbiotti e Simone Frisoni

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La galleria di base del San Gottardo, il tunnelferroviario più lungo del mondo, è realtà. Col-legherà Bellinzona con Zurigo in 1 ora e 40 mi-nuti e fra quattro anni, grazie alla galleriaferroviaria di base del Monte Ceneri, Luganodisterà da Locarno 22 minuti di treno e da Bel-linzona 12. La nuova linea, costituita da duecanne a una corsia collegate tra loro mediantecunicoli trasversali, grazie a pendenze minimee ampie curve permette ai treni per viaggiatoridi circolare a 160 chilometri all’ora, con puntedi 250, su una tratta di circa 60 chilometri. L’im-presa di costruzioni Pizzarotti SA di Bellinzona,diretta dall’ingegner Ivan Vicenzi (CEO) affian-cato da Walter Bersani (CFO), ha partecipatoalla costruzione del tunnel di base del San Got-tardo e lavora tuttora alla posa dei binari nellagalleria del Ceneri, nell’ambito di un consorziocostituito assieme a un'altra azienda svizzerae a una internazionale. Per risparmiare tempola galleria del San Gottardo è stata suddivisa indiversi comparti in cui si lavorava simultanea-mente. La Pizzarotti SA ha partecipato alla co-struzione del lotto di Sedrun, nella partecentrale del tunnel, che si estendeva su unalunghezza di 8,5 chilometri e si trovava a unaprofondità di 2 chilometri sotto il massiccio delSan Gottardo. Per raggiungere il punto discavo, situato a quota 500 metri gli uomini, ilmateriale e i macchinari dovevano transitareun tunnel lungo 1 chilometro e mezzo e quindiprendere un ascensore che li portava 850 metripiù in basso. Da lì è avvenuto l’avanzamentocon esplosivo nelle due canne in direzione norde sud, in condizioni geologiche talvolta difficiliche hanno richiesto delicati interventi di inge-gneria per garantire la sicurezza. Il lotto com-prendeva anche la costruzione di una delle duestazioni multifunzionali di soccorso previstelungo il tunnel dove è possibile arrestare o di-rezionare i treni nell'altra canna in casi di forzamaggiore (incendi, incidenti, ecc.). Gli scavi delconsorzio a cui ha partecipato la ditta Pizza-rotti sono durati 12 anni, hanno richiesto unimpiego fino a mille uomini nei momenti dipunta e sono costati complessivamente 1 mi-liardo e 800 milioni di franchi. “Era la primavolta – ci spiega il direttore generale della Piz-zarotti, ingegner Ivan Vicenzi – che in Svizzera

L’impresa Pizzarotti

ha partecipato

al progetto AlpTransit

“Abbiamo scavato per 12 anni a 2'000 metri di profondità”

si lavorava a una profondità di 2’000 metri perun'opera di questo genere. Siccome la tempe-ratura in quel punto della montagna raggiun-geva i 45 gradi, abbiamo dovuto prevedere unsistema di raffreddamento che la riducesse a28 gradi. Se poi si pensa che in inverno la tem-peratura esterna al punto d’ingresso del cuni-colo di accesso era di meno 15 fino a meno 30gradi, si può ben capire a quale stress fisico fos-sero sottoposti i minatori che hanno parteci-pato allo scavo. La maggior parte di loro –prosegue il direttore – ha vissuto per 12 anni inqueste condizioni”. Gli operai venivano in granparte dall’Italia e dal Portogallo, ma moltianche dalla ex Germania dell’Est. “Grazie astraordinarie misure di sicurezza – concludel’ingegner Vicenzi – siamo riusciti a mantenereal di sotto della media svizzera il numero di in-cidenti verificatisi durante gli scavi, anche sepurtroppo un lavoratore ha perso la vita”. LaPizzarotti SA è una società interamente parte-cipata dell’Impresa Generale di Costruzioni Piz-zarotti & C. S.p.A. di Parma, un’importanteazienda familiare con oltre un secolo di vita (fufondata nel 1910) ed è giunta alla quinta gene-razione. È attiva in moltissimi paesi del pianetae ha partecipato a cantieri importanti comel’Euro Disney di Parigi, il Nuovo Polo Fieristicodi Milano, alla realizzazione di autostrade e diferrovie ad alta velocità in Italia, Israele, Roma-

nia e Algeria e alla costruzione di numerosi edi-fici di prestigio, ultimo dei quali un progetto diRenzo Piano a Montecarlo. In Ticino ha contri-buito in sede consortile all’edificazione dei via-dotti ferroviari di Camorino e del portale estdella galleria Vedeggio-Cassarate. Nel 2015, èstata insignita del “Prix Egalité” per le strategieaziendali volte al promovimento della parità digenere. La cifra d’affari della Pizzarotti SA è di40 milioni di franchi annui per le attività sul ter-ritorio nazionale. Da 15 anni lavora con soddi-sfazione reciproca assieme a BancaStato.“Con questo Istituto – afferma il vicedirettoreWalter Bersani – intratteniamo rapporti pro-fessionali che definirei quasi familiari. Banca-Stato partecipa infatti con importantifinanziamenti anche ad altri nostri progetti. Lanostra collaborazione ha sempre portato a ot-timi risultati per entrambe le parti”.

Giov

anni

Cas

ari

Siamo molto orgogliosi del ruolo che l’aziendaPizzarotti ha svolto nellarealizzazione del progettoAlpTransit. La collaborazioneè ottima ed è un bell’esempiodi come BancaStato affianca il Ticino nei suoicambiamenti!

Massimo Penzavalli

Da sinistra a destra: Ivan Vicenzi (CEO)

Mila Trasciatti (Resp. Tecnico)Walter Bersani (CFO)

Flavio Maccanelli (Resp. Produzione)

Da sinistra a destra: Ivan Vicenzi (CEO)

Mila Trasciatti (Resp. Tecnico)Walter Bersani (CFO)

Flavio Maccanelli (Resp. Produzione)

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pubblico; una banca capace di effettuareoperazioni che non si giustificherebberopienamente dal punto di vista pretta-mente economico. La missione dellaBanca è sempre attuale!”. Professore, abbiamo parlato dello statodi salute del Ticino. E BancaStato, in-vece, come sta? “Direi che è in ottima forma. I risultati 2015sono da record, tanto che l’Istituto ha ver-sato nelle casse statali, e dunque a tuttinoi, ben 35 milioni di franchi. Una cifra rag-guardevole, se pensiamo nel contempoche l’Azienda Elettrica Ticinese sta ridu-cendo il suo contributo al Cantone, anchea causa delle sciagurate distorsioni delmercato causate dalla Germania”.In passato, però, l’Istituto è statospesso al centro delle critiche per lascarsa redditività.“Questo è vero. L’Istituto era meno reddi-tizio di ora. Ma va fatta un’importantecontestualizzazione. L’Istituto è nato in uncontesto molto particolare che ha impo-sto da subito un profilo 'prudenziale' chelo metteva al riparo dalla tentazione di at-tività rischiose e altamente speculative.Profilo che però per tanto tempo, per de-cenni, gli ha impedito di adeguarsi aicambiamenti del tessuto sociale ed eco-nomico ed aprirsi a prodotti e servizi a 360gradi tipici di una banca universale, a dif-ferenza di tutte le altre concorrenti. Que-sto ha costituito per BancaStato un

Il professor Baranzini non ha dubbi: il Ti-cino ha ancora bisogno della sua BancaCantonale. “Il mandato pubblico istituitocento anni fa per BancaStato è attualis-simo. L’Istituto sarà chiamato a promuo-vere lo sviluppo dell’economia cantonalenei prossimi decenni, così come ha fattolungo gli scorsi cento anni”. Così si esprimeMauro Baranzini, professore emerito diEconomia politica all’USI di Lugano, mapure ricercatore noto e apprezzato inter-nazionalmente.Professore, facciamo innanzitutto unpunto della situazione: come sta l’econo-mia ticinese? “Decisamente meglio rispetto a 40 anni fa,quando era descritta come una vera e pro-pria 'economia a rimorchio'. Ora ha recu-perato terreno e per così dire 'ha superatola metà del guado'. Va insomma meglio,ma c’è ancora da lavorare puntando so-prattutto su settori chiave – come la modao le tecnologie dell’informazione e dellecomunicazioni – e investendo in specificiambiti – per citarne alcuni la formazioneaccademica e professionale, la sanità e lamobilità – che ci daranno la spinta neces-saria a raggiungere infine l’altro argine delguado. Sarà un lavoro di squadra: forma-zione ad ogni livello, ricerca, imprendito-rialità, uno Stato propulsore e un settorefinanziario a supporto". In tutto questo BancaStato riveste an-cora un ruolo oppure la sua presenza èmeno importante che in passato?“Sono convinto che il Ticino abbia assolu-tamente ancora bisogno di BancaStato.Per capirne i motivi occorre ricordarsi

Il mandato pubblico

istituito cent’anni fa

per BancaStato rimane

tuttora attualissimo

“Il Ticino ha ancora bisogno della suaBanca cantonale”

come, oltre cento anni fa, nacque laBanca. Fu creata sulle ceneri della BancaCantonale Ticinese, in cui la presenza delloStato era prima esigua poi inesistente; fallìnel 1914, seguita a ruota dalle bancarottedel Credito Ticinese e della Banca PopolareTicinese. Andò in fumo la metà del rispar-mio dei ticinesi: l’equivalente di 10 miliardidi franchi odierni. Come si può ben capireè una cifra enorme. Per il Ticino fu un colpodurissimo. L’attuale banca fu voluta dalleautorità come un 'porto sicuro' per i ri-sparmi dei ticinesi e come erogatrice 'sana'di crediti alla società civile del Cantone.Per questo motivo la 'Banca dei ticinesi' haun mandato ben preciso: deve favorire losviluppo economico del Ticino e consen-tire alle famiglie ticinesi di investire i ri-sparmi in maniera sicura e redditizia,addirittura con la garanzia illimitata delloStato. Lo dice la Legge di istituzione. Inquesti cento anni il suo contributo è statoun solido punto di riferimento per il tes-suto economico e sociale del Ticino; oltreal suo ruolo cardine nell’economia ticineseBancaStato ha riversato ogni anno granparte dei suoi utili netti nelle casse delloStato, il che ha rappresentato una fonted’entrata preziosa per un Cantone che perdecenni non è stato finanziariamenteforte. Sono convinto che l’economia tici-nese abbia bisogno di una banca pubblica,le cui attività coniughino la ricerca dellaredditività all’adempimento del mandato

Mauro Baranzini

Professore emerito di Economia

politica all’USI

Mauro BaranziniÈ professore emerito di Economia po-litica nella Facoltà di Scienze Economi-che dell’Università della Svizzeraitaliana a Lugano. Dal 1975 al 1985 èstato lecturer and director of studies ineconomics al The Queen’s Collegedell’Università di Oxford. Dal 1987 al1999 è stato professore ordinario diEconomia politica nell’Università diVerona. Ha svolto per lunghi periodi ri-cerca in varie università (fra cui Cam-bridge, Harvard, Berkeley, MIT eStanford). È stato membro del Comi-tato ordinatore delle Facoltà luganesidell’USI. Ha pubblicato nel campodella macroeconomia, della distribu-zione del reddito e dell’accumulazionedel capitale. Siede in diverse Commis-sioni scientifiche. È foreign fellowdell’Accademia di Scienze e Letteredell’Istituto Lombardo di Milano, edell’Accademia Nazionale dei Lincei diRoma (quest’ultima nel 2009 gli ha at-tribuito il premio internazionale per lescienze economiche, ex-aequo conAndreu Mas-Colell.)

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indubbio svantaggio competitivo che hapesato. Non va inoltre dimenticato che la‘Banca dello Stato’ è sempre stata un da-tore di lavoro più attento a generare emantenere posti di lavoro per i Ticinesipiuttosto che a conseguire il massimoprofitto nel breve termine”.E ora, invece? “Nel 2003 BancaStato è diventata final-mente universale, ma senza abbandonarela sua proverbiale prudenza e circospe-zione negli affari. La dirigenza della Bancaè sempre riuscita a coniugare sicurezza eredditività, evitando operazioni altamenterischiose che sono state effimere per legrandi banche internazionali, alcune dellequali sono fallite o sono state salvate pro-prio da quell’ente pubblico dal quale vole-vano distanziarsi. Vi è da dire che l’Istitutoha compiuto passi in avanti specialmentenell’ultimo decennio. Al fine di mante-nere la competitività e di garantire allecasse cantonali circa 30 milioni all’anno, idirigenti di Bancastato hanno adottatouna strategia di razionalizzazione e di ri-lancio. È stato un esercizio non facile, manecessario per garantire la competitivitàin momenti caratterizzati da una duraconcorrenza”.

Quali sono le sfide per l’istituto cantonale?“Le maggiori sfide sono quelle attuali a cuidevono far fronte tutte le banche, indistin-tamente. Viviamo un momento molto de-licato, che vede il settore confrontato acambiamenti radicali dettati prevalente-mente dalle grandi pressioni che sonoesercitate sul segreto bancario svizzero daparte delle nazioni ‘cicala’ alle prese conun debito pubblico insostenibile. Tutto ilsettore, però, ha reagito a queste pres-sioni, adeguando il proprio modello di af-fari e creando le basi per continuare aessere un centro di competenza e di riferi-mento soprattutto per moltissimi rispar-miatori, piccole, medie e grandi impreseed istituzioni private e pubbliche”.Tornando alla prima domanda, il Ticinoè dunque 'al di là del guado'. In manieraindipendente, lei con i ricercatori che hacoordinato, ha presentato al Cantoneuno studio che analizza la situazione etraccia prospettive e ipotesi d’azione. Èfiducioso che il Ticino guadagnerà l’altrariva del fiume?“Sì, il nostro Cantone ce la farà. Saprà af-frontare le sfide che lo aspettano. Sarà unlavoro di squadra, e occorre che tutti dianoil loro contributo”.

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Un luogo che offre molto da diversi punti divista. È questa la percezione della Svizzeranel mondo, “e a ben ragione, visto che il no-stro Paese eccelle per la qualità di vita e perle opportunità offerte dalla sua economia”commenta il nostro Presidente Avv. FulvioPelli a cui abbiamo appunto chiesto un brevecommento in merito ai vantaggi di vivere eprodurre nel nostro Paese. Ma cosa rende laSvizzera unica? “Potrei discuterne per ore;ma dovendo sintetizzare mi limito a citare

alcuni aspetti centrali di cui possiamo andarefieri, anche perché sono il risultato di un in-tenso lavoro comune compiuto con co-scienza dai cittadini, dalla politica e dalleautorità da quando la Svizzera esiste. Pensoin particolare alla stabilità e alla sicurezza,elementi chiave per lo sviluppo di una na-zione. La stabilità tiene in questi tempi diffi-cili persino a livello politico: regna un equi-librio che tutto il mondo ci invidia. Il sistemafederalista, la democrazia diretta, il fortecoinvolgimento della popolazione nella po-litica sono elementi che consentono ai citta-dini di partecipare e quindi di vedere ap-plicate soluzioni condivise”. Il nostro Paeseè anche contraddistinto da una grande sta-bilità e sicurezza sociale, continua Pelli, “fi-glia della nostra capacità di far conviveredifferenti lingue e culture, anche quelle pro-venienti dall’estero. Nonostante l’esito di re-centi votazioni, siamo sempre stati un esem-pio di tolleranza, apertura e soprattutto in-tegrazione: valori che alla luce di quanto staaccadendo nel mondo assumono un’impor-tanza ancora più grande”. Ma la stabilità,prosegue Pelli, è naturalmente anche quellaeconomica: “Le crisi e i problemi internazio-nali toccano naturalmente anche il nostroPaese, ma abbiamo una maggiore capacitàdi mitigarli e di assorbirli e poi di reagire conefficacia. Parlando di economia non bisognascordare che quella svizzera è tra le più libe-rali e competitive, contraddistinta da un set-tore terziario ad alto valore aggiunto e daun’industria di eccellenza in molti settori. La

I tanti vantaggi di abitare

in Svizzera spiegati

dall’avvocato Fulvio Pelli

Un Paese tollerante,stabile, all'avanguardia,dove è bello vivere

disoccupazione è tra le più basse la mondo ele condizioni quadro sono di prim’ordine: in-frastrutture, formazione e ricerca, servizipubblici e fiscalità sono pensate per favorirele attività delle nostre imprese e quindi lacreazione di lavoro”. E la piazza finanziaria?“È uno dei bastioni della economia svizzerache genera circa il 12% della nostra ricchezzain termini di prodotto interno lordo. Conti-nua a essere una delle più importanti al mon-do nonostante le forti pressioni degli ultimianni da parte di Stati esteri, che hanno de-cretato la fine del segreto bancario. Stiamosoffrendo, ma ce la caveremo ancora”. Tuttorosa e fiori, dunque? “Certamente non man-cano neppure in Svizzera situazioni di disa-gio o povertà, tensioni sociali ed econo-miche, preoccupazioni e timori anche per in-teri settori economici. Ma dobbiamo ancheconfrontare la nostra situazione a quella dialtri Stati. La qualità di vita è unica, viviamoin un Paese che offre livelli ineguagliabili dicure sanitarie, opportunità formative, di ri-cerca e professionali; in Svizzera le libertàpersonali sono garantite in ogni ambito; lacertezza del diritto è applicata e i lavoratoripossono sperare in una pensione serena gra-zie alla struttura e al funzionamento del si-stema previdenziale basato sui tre pilastri.Senza contare che viviamo in un territoriocaratterizzato da paesaggi fantastici, dove ilclima è ideale, soprattutto al sud. Abbiamofacilmente accesso a offerte culturali, spor-tive e sociali di primo livello. Io ne sono con-vinto: vivo in un gran Paese”.

Avv. Fulvio Pelli

Presidente del CdA di BancaStato

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BancaStato ha intenzione di sviluppare lapropria collaborazione con i gestori patri-moniali esterni attivi sulla piazza ticinese.In particolare intende creare, assieme allaSoave Asset Management Ltd di Lugano(SAM), una piattaforma di servizi che possafungere da collettore per i gestori patrimo-niali indipendenti, che stanno riflettendosulle sfide future in termini di nuovi modellid’affari, nuova regolamentazione nazionalee internazionale e successione aziendale.Per comprendere la figura del cosiddettogestore patrimoniale esterno o indipen-dente, come è cambiato il suo ruolo nelcorso degli ultimi decenni e quali sono lesue sfide per il futuro, siamo andati a tro-vare Alessandro Ciocca, titolare dell’omo-nimo studio a Lugano e vicepresidentedell’Associazione Svizzera di Gestori di Pa-trimoni (ASG). Alessandro Ciocca, laurea-tosi in economia politica all’Università diLosanna, dopo un periodo lavorativopresso UBS di Zurigo e Lugano, all’età di 34anni ha deciso di mettersi in proprio per se-guire in modo indipendente la sua clientela,pur continuando a intrattenere buone rela-zioni con la banca da cui proveniva. Cosacambiava? In pratica il rapporto tra il clientee l’istituto non era più bilaterale, ma diven-tava triangolare. Il cliente dava infatti unmandato al consulente esterno, nel casospecifico ad Alessandro Ciocca, il quale trat-tava poi con la banca a suo nome. Il consu-lente non poteva disporre dei soldi delcliente, ma solo decidere come impiegarli,garantendo indipendenza e trasparenzasugli investimenti, evitando conflitti di in-teressi di ogni genere (escludendo cioè inparole povere di anteporre i propri interessia quelli del cliente) e si accordava sul gradodi rischio che il proprietario dei capitali vo-leva correre. Naturalmente più elevato erail rischio, maggiori potevano essere i gua-dagni, ma anche le perdite. In una parola ilconsulente dava insomma garanzie di cor-rettezza, continuità e una costante dispo-nibilità. Fino agli anni Novanta i gestoriesterni che operavano sul mercato finanzia-rio non erano molti. Ma con il passare degli

anni hanno assunto sempre maggiore im-portanza e oggi si calcola che il 17 per centodei capitali depositati nelle banche elveti-che siano gestiti dagli oltre 3'000 consulentiesterni che operano in Svizzera, di cui circa1'000 fanno parte dell’ASG. Nel corso deglianni il rapporto tra i consulenti e le bancheè cambiato. Alessandro Ciocca ci spiegacome. “Quando ho iniziato la mia attivitàindipendente negli anni Ottanta – racconta– la nostra categoria era vista con diffidenzadagli istituti di credito, perché temevanoche sottraessimo loro clienti. Negli annid’oro della finanza elvetica – dal 1993-94fino al 2005 – il rapporto è mutato, spiegaancora Alessandro Ciocca. I consulenti indi-pendenti venivano ormai considerati pre-ziosi in quanto incrementavano l’attivitàbancaria permettendo di acquisire nuovaclientela". È in quel periodo che le banchehanno istituito uffici ad hoc specializzati aseguire e facilitare le attività dei consulentiindipendenti. Negli stessi anni gli istitutihanno conosciuto uno sviluppo tale da ren-dere più difficoltoso il loro rapporto con laclientela privata, per esempio cambiandofrequentemente le persone di riferimento.Tutto questo ha favorito l’attività dei con-sulenti esterni, che garantivano invece con-tinuità di rapporto. "La crisi economicadegli ultimi dieci anni, prosegue Ciocca, contutte le sue conseguenze ha ancora unavolta mutato la situazione. L’afflusso dinuovi capitali dall’estero ha iniziato a scar-seggiare e anzi molti detentori di contihanno cominciato a ritirare i loro fondi". Lacrisi delle banche del 2008 e, a partire dal2010, le incertezze sul futuro della piazza fi-nanziaria elvetica e del segreto bancario

hanno messo in crisi tutto il settore. Nelsolo Ticino in pochi anni una ventina di isti-tuti bancati, su un totale di 70 presenti sullanostra piazza, hanno deciso di chiudere ibattenti. Di conseguenza il numero degliimpieghi nel settore ha subito un forte calo,per il momento tuttavia bene assorbito dalnostro sistema economico. In questo deli-cato scenario l’attività dei consulentiesterni ha tenuto particolarmente bene e ilnumero di nuovi fiduciari finanziari tendeaddirittura ad aumentare. “Ma ora, con-clude Alessandro Ciocca, si addensanoall’orizzonte nubi minacciose per la nostracategoria, in quanto si stanno dibattendoa livello parlamentare nuove misure dicontrollo, che potrebbero complicare note-volmente la nostra attività, soprattuttoquella di piccole realtà, che sono la maggio-ranza. Nessuno mette in dubbio la neces-sità di istituire sistemi più incisivi dicontrollo per garantire meglio la qualitàdella nostra piazza finanziaria, ma si trattadi non eccedere e di trovare la giusta mi-sura”. È proprio per rispondere a queste fu-ture esigenze, per il momento in via didefinizione, che BancaStato sta creandonuovi servizi per sostenere l’attività dei ge-stori patrimoniali esterni.

BancaStato offre loro

nuovi servizi

per le sfide future

I consulenti esterni,utili alleatiper l'intero settore

Giovanni Casari

La collaborazione con lo Studio Ciocca prosegueormai da molti anni,all’insegna di unaconoscenza reciproca, di una solidità e di unacontinuità dei rapporti che qui in BancaStato sono valori fondamentali.

Carlo Ruggia

La squadra di consulenti di Gordola. Da sinistra: Shila Demaldi, Maurizio Ostinelli (responsabile), Davide Mellini e Greta Stornetta

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Vogliamo essere

vicini ai Ticinesi

e lo dimostriamo

Nel nostro Ticinodopo Gordolac'è subito Manno

In ordine di tempo è l’ultima delle agen-zie inaugurate da BancaStato e dimo-stra che la volontà dell’Istituto è quelladi essere vicino ai ticinesi non solo conle parole ma anche con i fatti. Parliamodell’agenzia di Gordola inaugurata a ot-tobre 2015. Maurizio Ostinelli, responsa-bile della struttura, ci spiega l’impor-tanza del contatto con la clientela e an-ticipa ai lettori che a fine estate apriràun’ulteriore agenzia: quella di Manno.Come mai un’agenzia proprio a Gor-dola?“La ragione è di natura innanzituttostrategica. BancaStato è caratterizzatada una forte vicinanza con il territorio ei suoi abitanti e quindi intende raffor-zare anche la sua rete fisica di vendita.È stata scelta Gordola per servire me-glio gli abitanti della zona, evitandoloro di dover entrare nel cuore di Lo-carno o spingersi sino ad Ascona, dovesono presenti altre due strutture diBancaStato. Il risparmio di tempo è in-negabile poiché questa regione è noto-riamente spesso confrontata con untraffico stradale intenso. La nostraclientela è molto contenta della nostrapresenza e questo ci fa capire di averraggiunto l’obiettivo più importante:essere a disposizione dei ticinesi pro-prio dove hanno bisogno”.La rete di BancaStato è ora completa?“No, direi anzi che è in continua evolu-zione. In estate la Banca aprirà i battentianche a Manno, località che può essereparagonata a Gordola: ha un grande ba-cino di utenza, è vicina a un polo urbanoma è una zona molto trafficata. Sarà laterza nuova agenzia aperta dal 2011. Vainoltre detto che BancaStato si ramificaanche tramite i bancomat, apparecchiche grazie alle nuove funzioni apparsenegli ultimi anni possono fornire servizistandard di qualità. Ne sorgeranno pre-sto di nuovi. Vogliamo essere vicini ai ti-cinesi e lo dimostriamo”.Ma ha ancora senso aprire agenzie consistemi bancari sempre più digitali?

“Io credo che non si debba far confu-sione. Le tecnologie per molti aspettirendono la vita più facile, ma determinatiservizi non potranno mai essere automa-tizzati. Qui a Gordola ad esempio ab-biamo un apparecchio bancomat per leoperazioni di prelevamento e versa-mento standard, mentre i nostri consu-lenti si dedicano a servizi ad alto valoreaggiunto, come la consulenza per pro-dotti più elaborati, relativa ad esempio aun credito ipotecario. Il contatto perso-nale per noi di BancaStato rivestirà sem-pre una grande importanza: quandodiciamo che BancaStato è “tra la genteper la gente”, non è marketing, è realtà”.Allora ci risponda senza utilizzare frasidi marketing: perché scegliere Banca-Stato?“Perché è di chiunque abiti in Ticino! BancaStato riversa gli utili alla sua pro-prietà…che in questo caso è lo Stato, equindi tutti noi. Ogni anno l’Istituto destina

una trentina di milioni alle casse cantonali:i soldi di BancaStato restano in Ticino enon vanno altrove. Non male, no?”Quindi un cittadino ticinese dovrebbe ve-nire in BancaStato per il versamento alCantone e per la presenza sul territorio?“No. O almeno, non solo per queste ra-gioni! Sono criteri di scelta molto impor-tanti, ma che da soli non bastano.BancaStato è innanzitutto una banca ecome tale deve offrire prodotti e servizidi qualità. Forse lo eravamo meno inpassato, ma ora siamo molto concor-renziali anche grazie all’intenso lavorodi “messa a punto” compiuto nell’ultimodecennio. Sappiamo soddisfare tutti ibisogni finanziari: dalla A alla Z. E lo fac-ciamo tenendo sempre conto che ci re-lazioniamo prima di tutto a persone,non a semplici 'affari'. È valutando que-sti elementi che il nostro legame con ilTicino e i ticinesi assume a mio modo divedere una grande importanza”.

Giovanni Casari

La squadra di consulenti di Gordola. Da sinistra: Shila Demaldi, Maurizio Ostinelli (responsabile),Davide Mellini e Greta Stornetta

• 30 settembre - 2 ottobreFeste d’autunno, LuganoSocialità e tradizionewww.luganoturismo.ch

• 8-9 ottobreLa meseda "agriturismi in tavola"Rassegna gastronomica itinerantewww.lameseda.ch

• 9 ottobreGianetti Day, LuganoSport - ciclismowww.gianettiday.ch

• 15 ottobreAssapora Minüs Gastronomia

• 2 novembreMemorial Gander, ChiassoSport - ginnastica artisticawww.memorial-gander.ch

• 24 novembreConfronTi-Turismo - EconomiaAuditorium BancaStato, Bellinzonawww.confronti.ch

• DicembreConcerto Gospel, TessereteMusica

• 27 agostoGusta il borgo, AsconaGastronomiawww.amisdalaforcheta.ch

• 3-4 settembreTriathlon LocarnoSport: nuoto, corsa, ciclismowww.3locarno.ch

• 3-10 settembreFestival dei festival, LuganoCinematografia di montagna www.festival-dei-festival.ch

• Settembre La corsa della speranza, LuganoSocialità e sportwww.corsadellasperanza.ch

• 18 settembre (25.9 in caso di pioggia)Strada in Festa, Bellinzona-Giubiasco Gastronomia e artigianatowww.scgiubiasco.ch

• 23-25 settembreConcorso Int. di Salto, GiubiascoSport - ippicawww.csigiubiasco.ch

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Tema del concorso• la “ticinesità”.

Partecipanti• Il concorso è rivolto a tutti i domiciliati del Ticino e Grigioni italiano.• Sono esclusi i collaboratori (e gli appartenenti al loro nucleo fami-

gliare) di BancaStato, di Axion SWISS Bank SA e i membri del co-mitato del Foto Club Turrita.

• Sono esclusi i fotografi professionisti.

Durata del concorso • Dal giorno di pubblicazione della presente rivista fino al 31 ottobre

2016 compreso.

Condizioni di partecipazione • E' ammessa una sola fotografia per partecipante, da inviare al-

l’indirizzo e-mail [email protected] (con la di-citura “Concorso fotografico BancaStato”), in formato jpeg e chenon superi 7 MB.

• Sono ammesse fotografie a colori o in bianco e nero, orizzontali • Ogni partecipante deve inoltre fornire nome, cognome, indirizzo,

numero di cellulare o telefono fisso, indirizzo e-mail. • Con la partecipazione al concorso, i partecipanti autorizzano Ban-

caStato a utilizzare a propria discrezione e in maniera gratuita leimmagini per scopi di marketing, previa comunicazione ai direttiinteressati . Ai vincitori potrà essere successivamente richiesta l’im-magine in alta definizione (qualora possibile).

Classifica e premi• Le immagini saranno proposte in modo anonimo alla giuria, com-

posta dal comitato del Foto Club Turrita e da un fotografo pro-fessionista indipendente, la quale selezionerà le dieci migliorifotografie.

• Le decisioni della giuria sono inappellabili e sono escluse le vie legali. • Non sarà tenuta nessuna corrispondenza in merito al concorso. • Ai vincitori saranno corrisposti CHF 200 da versare su un conto

BancaStato e le loro immagini verranno pubblicate sulla succes-siva edizione di BancaStato News.

Concorso fotografico BancaStato: la “ticinesità”

• 14 giugnoConfronTi-Turismo - EconomiaAuditorium BancaStato, Bellinzonawww.confronti.ch

• 15 giugnoTour de Suisse, CarìSport - ciclismowww.faido.ch/tds-cari

• 18 giugnoLa meseda in corte, BellinzonaRassegna gastronomicawww.lameseda.ch

• 23-25 giugnoBellinzona Blues Session Open AirMusica blueswww.bellinzonablues.ch

• 5 luglioMontebello Festival, BellinzonaMusica classica (serata BancaStato)www.montebello-festival.ch

• 8-10 luglioUna notte da leoni, LodrinoOpera liricawww.lions-nights.ch

• 12-16 luglioFestival dei territori, BellinzonaTeatrowww.territori.ch

Agenda delle manifestazioni

4’58

1 5’17

9

4’41

0 4’86

0

4’65

2 5’45

55’

561 5’

914

2013

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2011

2012

6’29

1

2014

6’59

5

La maggior parte dei nostri utili torna al Ticino e ai ticinesi: dal 2005 abbiamo versato 287 milioni di franchi a favore della collettività. Nel 2015 abbiamo distribuito oltre 33 milioni di franchi: quasi cento franchi per ogni abitante!

Versamento al Cantone

Versamento al Cantone

Utile netto

La concessione di crediti ipotecari è in continua crescita e abbiamo ormai oltrepassato la soglia dei 7,7 miliardi di franchi.

Crediti ipotecari

CHF

mili

oni

Siamo leader nella concessione di crediti a enti pubblici. Nel 2015 figuravano a bilancio ben 761 milioni di franchi.

Crediti ad enti pubblici

Consentiamo ai ticinesi la possibilità di investire i risparmi in maniera sicura e redditizia, offrendo loro la garanzia dello Stato e adottando da sempre una gestione improntata alla prudenza.

Risparmio affidatoci dalla clientela

Gestiamo per conto della clientela oltre 9 miliardi di franchi. Anche in questo caso, l’evoluzione decennale è positiva e testimonia la fiducia riposta in noi.

Evoluzione dei patrimoni in gestione e di nuovi patrimoni della clientela

La Banca sostiene1’500 imprese, fornendo loro capitale produttivo. Nel 2015 i crediti a privati e aziende superavano i 906 milioni di franchi.

Evoluzione dei crediti privati e aziendali

www.bancastato.ch

twitter.com/BancaStato

4 succursali, 15 agenzie, 32 bancomat: da Airolo a Chiasso

Sostegno a iniziative culturali, sportive e musicali, contributi volontari e di beneficenza, tasse associative: 3,1 milioni di franchi

Giovani in formazione: 20Ore di formazione

eseguite dal personale: 18’520

Numero di collaboratrici e collaboratori: 437

Spese per il personale (salari, oneri sociali e formazione): 67,5 milioni di franchi

Versamento al Cantone: oltre 33,2 milioni di franchi nel 2015 e 270 milioni negli ultimi dieci anni

Clienti privati e aziendali: circa 100 mila

la mia Banca(Impegni risultati da depositi della clientela)

BancaStato è la Banca dei ticinesi che sostiene concretamente lo sviluppo economico del Cantone da oltre 100 anni.

Patrimoni in gestione

Nuovi patrimoni

(Enti pubblici esclusi)

2015

761

2015

906

CHF

mili

oni

135

9’42

3

CHF

mili

oni

CHF

mili

oni

CHF

mili

oni

CHF

mili

oni

2015

6’76

9

2015

7’73

8

2013

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2011

2012

29.7

41.8

19.1

27.423.8

26.3

17.3

25.126.1

38.6

33.237.0

23.4

35.1

27.0

38.0

28.8

40.0

2014

29.3

39.0

2015

33.2

43.8

2006

425

2009

645

2007

430

2008

624

2005

399

2010

673

2011

685

2012

660

2013

762

2014

825

2013

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2011

2012

775 753

732693

755

866845 794

1001

2014

913

7’14

49’

149

7’39

98’

044

7’06

2

388.4

338.3

393.4 523.7

1’0

85

2013

2010

2011

2012

2009 9

9.9

306

2014

9’57

320

13

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2011

2012

4’87

3 5’56

3

4’96

25’

195

4’83

65’

772

5’95

76’

281

6’68

4

2014

7’31

5

2015

Centri decisionali e di competenza in Ticino