L’Uomo e il Cane: una storia millenaria narrata da ... · piena preistoria ? Sono domande che...
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L’Uomo e il Cane: una storia millenaria narrata da archeologia ed etnologia.
Alessandro Canci Università degli Studi di Padova e Udine
La domesticazione è un processo e non un evento e quindi serve del tempo perché le modificazioni genetiche si trasmettano di
generazione in generazione e l’antica specie selvatica si evolva in una nuova
specie domestica.
R. Lee Lyman
Il lupo (Canis lupus) è un canide predatore ampiamente diffuso in Eurasia e nel Nord America. I suoi antenati cominciano a popolare il
pianeta a partire dal Miocene. Probabilmente a partire da circa 30 mila anni fa forme neoteniche di lupo cominciano ad essere selezionate per
dare origine al cane (Canis lupus familiaris).
Mappa che riporta i siti con le principali testimonianze archeologiche legate alla comparsa del cane.
Ma perché è nato il cane ? Quali sono state le motivazioni per l’addomesticamento del lupo durante le piena preistoria ? Sono domande che ancora oggi suscitano un acceso dibattito fra gli studiosi,.
Una proposta di spiegazione ragionevole, che merita di essere segnalata, è quella di Raymond e LornaCoppinger che ipotizzano come alla base di tutto ci sia un avvicinamento da parte dei lupi selvatici piùdeboli e ai margini della rigida struttura gerarchica delle società selvatica, verso le comunità umane di
cacciatori raccoglitori.Gli avanzi di cibo umani rappresentavano una vantaggiosa alternativa all’accesso a risorse alimentari
preziose da parte dei soggetti fisicamente e gerarchicamente più svantaggiati. Si trattava di animali assolutamente indipendenti per quanto riguarda il loro mantenimento e riproduzione e tollerati, oltre che come utile risorsa allo smaltimento dei rifiuti dei villaggi, per la naturale e fortemente motivata sorveglianza alle comunità umana e alle sue risorse vista come fonte primaria di cibo. Un esempio
moderno del ruolo occupato da questi antichi gruppi di lupi è quello fornito dai village dogs, i cani da villaggio che sono diffusissimi presso le comunità umane di tutto il pianeta: dai piccoli agglomerati
dispersi sino alle grandi metropoli.
La prima testimonianza archeologica di pet animal: la deposizione di donna adulta di epoca natufiana
accompagnata da un cucciolo di cane domestico. AinMallaha, Israele, ca 10000 BP.
Probabilmente la più antica documentazione di partecipazione del cane alla caccia è quella raffigurata sulle pareti de la Cueva de la Vieja nel Levante spagnolo e risalente all’epoca meso-neolitica.
Fra le prime raffigurazioni di cane domestico èimportante ricordare le pitture parietali del
Tassili n’Ajjaer nel Sahara, area localizzata tra l’attuale Algeria e Libia. Le più antiche risalgono
a circa 10 mila anni da oggi.
Il cane, impegnato in una battuta di caccia, probabilmente alle otarde, raffigurato nella grotta Magura in Bulgaria, rappresenta un’altra delle prime immagini dell’animale nell’arte parietale preistorica. Si ritiene che le pitture
siano state eseguite tra il V e il II millennio a.C.
Lokomotiv, Cis Baikal, Siberia tardo Mesolitico, ca 7000-8000 BP.
Deposizione intenzionale di lupo (Canislupus albus ?) con cranio umano
posizionato tra le gambe dell’animale.
Deposizione di due cani che accompagnano nella sepoltura
un uomo adulto. Shamankii Mys, Cis Baikal, neolitico antico ca 7400 BP.
La deposizione di cane rinvenuta a Shamanka, Cis Baikal,
risalente al Neolitico antico locale (ca 6100-6200 anni BP).Lo scheletro del cane (2), in connessione anatomica, si
trovava al di sotto di un livello (1) dove sono stati rinvenuti resti umani sparsi di cinque
individui (2 adulti e 3 subadulti) riferibili probabilmente ad un
gruppo famigliare.
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Il grafico riporta la frazione isotopica dalle ossa di uomini e dal cane dei siti archeologici dell’area di Shamanka ed indica che entrambi condividevano la stessa alimentazione ad ulteriore conferma dell’integrazione del cane nelle
comunità umane.
A Salekhard, nel territorio siberiano prossimo al circolo polare artico,
sono stati rinvenuti i resti ossei di 115 cani risalenti ad oltre 2000 anni fa. Cinque di questi animali condividono gli stessi spazi
funebri riservati all’uomo.
Il sito di Krasnosamarskoe all’interno dell’area culturale della steppa eurasiatica e della Bactria-Margiana tra il 2000 e il 1800 BP ca.
Il sacrificio del cane a Krasnosamarskoe.Come si può notare solo un animale appare essere stato ucciso al di fuori
dell’inverno. Bovini e ovini domestici sono invece sacrificati durante tutto il corso dell’anno. Questo fa pensare che l’uccisione di lupi e cani fosse riservato
ad momento particolare della vita della comunità celebrato ritualmente.
Kurgan di Krasnosamarskoe, medio corso del Volga, Russia, tarda età
del Bronzo,1900-1700 BP. Frammentazione intenzionale di crani
di cani e di lupo nell’ambito di un probabile evento rituale.
Interno di una tenda Nenci, allevatori di renne siberiani, oggi. Il cane non è più solo uno strumento di lavoro indispensabile, come documentano le immagini che seguono,
ma un membro a tutti gli effetti del nucleo famigliare
L’interpretazione proposta per spiegare il ritrovamento a Krasnosamarskoe, del grande accumulo di resti appartenenti a 51 cani e 7 lupi di ossa accuratamente frammentate suggerisce che potrebbe trattarsi della testimonianza fossile di un
cerimoniale legato alla transizione dall’età giovanile a quella adulta. Questo passaggio all’età adulta veniva sancito dal consumo di carne di cane,
principalmente, o di lupo nel corso di una cerimonia specifica. L’esistenza di giovani uomini riuniti in bande dedite alla razzia e alla guerra è ben nota nell’ambito culturale indoeuropeo che perdura fino all’epoca storica come
documenta l’immagine seguente. Fra le più conosciute si ricordano leMännerbünde (popolazioni germaniche), Fianna (popolazioni celtiche) e,
addirittura, qualcosa di parzialmente assimilabile è presente anche nella cultura romana con il nome di Luperci.
Il lupo e l’orso rappresentavano il totem di queste bande.
Stampo di Torslunda, Svezia, ca 600 AD. Possibile raffigurazione di Odino e un Ulfhednar,ossia un
guerriero-lupo.
Deposizione di Saluki, il levriero persiano, all’interno di un’area sacra a Qatna, antica capitale regionale della Siria centrale durante la media età
del Bronzo (2000-1600 BC).
Molossoidi impiegati come cani da guerra nel Vicino Oriente. Rilievi da Borsippa (1), 2000 -1660 a.C. da Niniveh (2), 645-635 a.C. e statuetta votiva dedicata a Gula
(3), dea della guarigione, da Lagash,1900 a.C.
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Anche nel Mediterraneo nel corso dell’antichità più recente le razze
canine comincianoad essere molteplici. Spesso il cane
assume una valenza sacra come nell’Antico Egitto dove rappresenta l’immagine più diffusa del dio Anubi.
Tessaglia, IV secolo d.C.
Giza, Egitto, 2400 a.C.Mummia di cane dalle catacombe di Saqqara,Egitto,epoca
tolemaica, 332 a.C.- 30 a.C.
Anche nella preistoria italiana il cane è spesso presente in contesti funerari. Le testimonianze più antiche risalgono all’epoca neolitica, la fase della preistoria risalente a circa 6 mila anni da oggi dove gli stanziamenti delle comunità erano
parzialmente o completamente sedentari e le attività di sussistenza erano basate sull’allevamento animale e sulle prime pratiche agricole mentre minore
importanza rivestiva l’attività venatoria.L’immagine successiva documenta due sepolture di epoca neolitica in cui il
defunto è deposto con un cane che giace ai suoi piedi a sottolineare anche in questo caso la particolare importanza dell’animale all’interno del gruppo
famigliare.
Deposizione con cane di Valdaro di Mantova. Cultura del Vaso a Bocca Quadrata,Neolitico V millennio a.C. vale a dire ca 6500 anni da oggi.
Deposizione di donna con cane, Ripoli di Macerata.
Cultura di Ripoli, Neolitico, IV-III millennio a.C.
Il cane nella tomba di Valdaro èstato deposto in posizione
accucciata ai piedi dell’inumato.
È stato possibile stabilire in base alla lunghezza dell’ulna che il cane di Valdaro era di piccole
dimensioni, non superando la statura al garrese di 40-42 cm. Dalla fusioni delle parti distali delle ossa lunghe e dalla dentizione definitiva
non particolarmente usurata risulta si trattasse di un esemplare adulto tra l’anno e l’anno e
mezzo di età.
L’importanza del cane è evidente anche in epoca romana dove l’animale trova un’ampia diffusione oltre che nella guerra anche nell’’attività venatoria delle
aristocrazie del tempo. Impiegato soprattutto per l’inseguimento della selvaggina è in prima fila nelle lotte cruente con prede pericolose come il
cinghiale.Un altro ruolo, tutt’altro che secondario, è quello di animale guardiano a
difesa della proprietà come documentato dai bassorilievi e mosaici provenienti da molte ville sparse nell’impero.
La preparazione del formaggio, Tacuina Sanitatis, seconda metàdel XIV secolo AD.
Notare i cani di grossa taglia impiegati per la guardia e che abitano l’ambiente domestico.
Gaston Phoebus, qui raffigurato nella miniatura, autore del Livre de Chasse, uno dei più famosi testi venatori dell’epoca medievale risalente alla fine del
1300.
Come si può osservare da queste miniature tratte dal trattato di Phoebusspicca la meticolosa attenzione sia igienica che sanitaria riservata ai cani da
caccia e l’imponente architettura di uno dei canili in cui erano custoditi.
Miniature medievali che descrivono scene di caccia a diversi tipi di
selvaggina (cervo, coniglio selvatico e lontra) tra cui spicca un’immagine da una copia del Milione di Marco
Polo dove è raffigurata una cattura di istrice con l’uso dei cani nei dintorni di Keshem, nell’attuale
Afghanistan.
“Corazze” in cuoio e collari antilupo indossate da segugi e mastini per
la caccia la lupo o all’orso. Immagini tratte da Libro de la Monteria ca XIV sec., Livre deChasse 1387-1389 e particolare
dai Devonshire Hunting Tapestries,1430-1450.
L’arte medievale consente anche di apprezzare invenzioni e modalità d’uso di attrezzature per la gestione dei cani.
A sinistra, uso del guinzaglio avvolto al braccio del cacciatore che governa una coppia di segugi, Trento, castello del Buonconsiglio, fine XIV inizi XV secolo; a
destra, Studio di levriero con museruola, Pisanello, XV secolo.
Una miniatura tratta da Les Très RichesHeures du Duc de
Berry,ca 1412-1416.Piccoli cani che
mangiano liberamente su una ricca tavola imbandita ed un
levriero da caccia nutrito da uno
specifico servitore a lui destinato: il valet
de chiens.
L’uso del cane da lavoro oggi è ancora diffuso ed estremamente importante. Le raffinate capacità sensoriali di cui dispone l’animale, la sua resistenza e intelligenza ne fanno uno
strumento fondamentale per le operazioni di ricerca e salvataggio e di assistenza ai portatori di handicap oltre a continuare ad essere insostituibile nel tradizionale controllo
e accompagnamento delle greggi.
la selezione oggi mediata anche da tecniche biomolecolari e arrivata a produrre una moltitudine di razze
caratterizzate da dimensioni e morfologie profondamente diverse tra loro talvolta
difficilmente riconducibili alla tradizionale immagine di cane che conosciamo .
Mastiff, una razza di molossoide dove il maschio può arrivare a pesare sino a
120 Kg !Zeus, un alano, è il cane più alto al
mondo: 1 m e 10 cm !Milly, un chihuahua, è il cane più piccolo:
solo 9,5 cm di statura !
Recentemente i risultati di un’ampia e articolata ricerca di biologia molecolare, pubblicati sulla rivista Science nel 2016, indicano che le aree di domesticazione del cane sono state probabilmente due. Erano localizzate nell’estremo oriente ed in Europa centro occidentale
e risalgono a circa 15-12 mila anni da oggi. I fossili di canide rinvenuti in questi insediamenti presentano le prime indicazioni morfologiche di transizione da lupo a cane.Successivamente, a partire da circa 6 mila anni fa, un fenomeno di trasmigrazione del
cane associata ai movimenti di popolazioni umane da oriente verso occidente oscura attraverso gli incroci l’antica traccia genetica delle popolazioni canine derivanti dai lupi europei. In questa ricerca, per la prima volta, è stato sequenziato un intero genoma di
cane domestico risalente al 4800 BP, i cui resti ossei provengono dal tumulo monumentale irlandese di Newgrange.
Mappe ottenute dalla sintesi dei risultati della ricerca
archeologica, genetica e antropologica che descrivono la
dispersione del cane unitamente ai movimenti di migrazione delle
antiche comunità umane di pastori delle pianure ad oriente del Mar
nero e del mar Caspio.