L’uomo: anima e corpo Dalla filosofia della mente alla ... · L’uomo: anima e corpo! Dalla...
Transcript of L’uomo: anima e corpo Dalla filosofia della mente alla ... · L’uomo: anima e corpo! Dalla...
L’uomo: anima e corpo ���Dalla filosofia della mente
alla rivoluzione delle neuroscienze
1. Introduzione
• Aristotele
• Movimento locale: Fisica • Atti percettivi e appettivi: Psicologia • Biologia
• Il principio dell’atto
– Atti “kinétici”: transitivi. – Equilibrio cosmico: movimento circolare del
cosmo – Atti vitali: automovimento – Operazioni immanenti: vita intenzionale – Immanenza assoluta: auto-intellezione assoluta
(Dio) – Ascesa epistemologica: dal cosmo a Dio
• Impianto cartesiano
– Dualità drastica tra mondo della coscienza e mondo empirico o fisico
– Dualismo drastico tra fisica e scienza della coscienza.
– Viventi, animali: situazione ontologica “strana”
2. Filosofia della mente
• Filosofia della scienza agli inizi del Novecento: fisicalismo (Circolo di Vienna)
• Scoperta dell’irriducibile linguaggio mentale, vs il linguaggio fisicalista
• Oggetto del Linguaggio mentalista: atti interni; atti non spaziali; atti intenzionali
• Nasce così – Il problema dei qualia – Eventi mentali – L’io
– Quindi nasce la “filosofia della mente”. Problemi della “mente”, la “coscienza”, “l’io”
– È un superamento del fisicalismo a sfondo diualista. “Mente” non è “anima”
• Quadro di riferimento
• Atti mentali vs atti neurali • Correlazioni e possibile interazione
• Brentano: • Distinzione tra atti psichici (intenzionali) e
atti fisici. Il “terzo mondo”: l’oggetto intenzionale.
• Storia della filosofia della mente. Caratteristiche:
– Rifiuto del dualismo. – Perché? Perché l’ontologia delle scienze
naturali è l’unico universo di discorso nel quale si può parlare di entità esistenti con potere causale. Non esistono entità non corporee (esistenti e con potere causale)
– -discussioni interminabili sulla dualità “atti mentali” vs “atti neurali”
– Posizioni tipiche: naturalismo (eliminativismo, riduzionismo, teoria dell’identità, fisicalismo, neurologismo); emergentismo; funzionalismo (computazionale); fisicalismo non riduttivista
– Le tre “menti”: umana, animale, computazionale (artificiale)
– Rapporti mente/corpo, mente/mondo, mente/mente
• Il problema, in definitiva, è ontologico. Ma non ci sono strumenti concettuali per risolverlo. Discussioni incerte e “infinite”
3. La neuroscienza • Gli studi neuroscientifici oggi coprono tutte
le aree dell’agire umano • In particolare è così nella neuroscienza
cognitiva • Convergenza pluridisciplinare abbastanza
unitaria in questi studi
• Impatto delle neuroscienze sulla filosofia della mente
– La filosofia della mente tende a trasformarsi in una neurofilosofia o filosofia della neuroscienza
– Rafforzamento del neurologismo. Flessione dei funzionalismi
– I dibattiti si concentrano su “riduttivismo vs non riduttivismo”
• Più che tornare all’ambientazione riduttiva fisicalistica del Circolo di Vienna, andiamo verso un “ampliativismo” o “apertura umanistica (apparente) a tutti i campi dell’uomo (morale, religione, estetica, politica, economia ecc.).
• Non servono, di conseguenza, alcune vecchie obiezioni (ad esempio, che non si considerano aspetti sociali, ecc.)
• In questa linea, l’enativismo, le teorie della mente incarnata (embodied mind), la “neurofenomenologia”, sono ambiti coperti dalla neurobiologia (una neurobiologia “alta”, “umanista”)
• Concretamente, i neuroscienziati parlano facilmente della coscienza, dell’io, della libertà, dell’empatia, dell’azione umana, della relazioni sociali. Cadono certe critiche vs computazionalismo e vs neurologismo.
• Quindi, oggi in queste tematiche il panorama manifesta due gruppi:
• a. I filosofi della mente (pochi, sottili, radicali, “noiosi”
• b. Neuroscienziati “umanisti”, spregiudicati, un po’ antropologi, senza sofisticazione filosofica, “euforici”
• Che cosa è sempre respinta?
– Il dualismo “cartesiano” (anima)
– Il funzionalismo “antibiologico”
• Di conseguenza, oggi “enattivismo”, “fisicalismo non-riduttivo”, “emergentismo”, sono posizioni vicine
• In generale esiste un’apertura a temi umani (morale, libertà, ecc.) (pochi sono de-costruttivisti, ma ce ne sono).
• Materialismo “aperto”, “illustrato”, scientifico.
• Quali sono le nozioni scientifiche che hanno contribuito a quest’apertura:
• Complessità, auto-organizzazione, rete, causalità “downward”.
• È un paradigma epistemico ben lontano dal paradigma “nomologico” dei tempi del Circolo di Vienna
4. L’anima • Il panorama attuale che abbiamo descritto
per un aristotelico e tomista non è bad news, ma good news
• L’aristotelismo e tomismo è molto naturalista e dà importanza al cervello e all’unità tra dimensione psicologica e dimensione neurofisiologica. Tradizione storica in questo senso.
• Se si riconosce la valitdità ontologica dell’ilemorfismo, un discorso sull’anima come atto emergente, e non solo funzione, non è “strano”
• L’anima non è un’entità, né una sostanza. Superare la concezione razionalistica di anima (e non solo platonica)
• Per arrivare all’anima come principio ontologico e non solo come funzione bisogna lavorare con una certa ontologia
• Con la sola scienza non siamo in grado di spiegare in modo sufficiente la distinzione tra viventi, non viventi, macchine, persone, gruppi, animali, ecc. (tranne che per “senso comune”)
• Neanche il “naturalismo” o “materialismo” si può sostentare con la sola scienza: che cosa è “materia”, “natura”, “corpo”? È necessaria una ontologia per spiegare questi aspetti
• Non è vero che ciò che è reale è sempre empirico. L’io, la volontà, la libertà, il pensiero, non sono empirici
• Per fare filosofia della neuroscienza e antropologia, dobbiamo andare al di là dei metodi empirici (senza cadere nel costruttivismo)
• Convenienza di lavorare con un realismo moderato e una base epistemologica adeguata (scienza e filosofia)
• Le grandi tematiche di oggi: persona, specie umana, io, corpo, libertà, anima, trascendenza, pensiero, distinzione tra pensiero umano e percezione/razionalità animale
• Il momento attuale è favorevole se si superano pregiudizi. Si fa più filosofia di quanto si crede. Si supera il dato empirico più di quanto si crede