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Sonia L’Innocente
LOGICA MATEMATICA
Sonia L’Innocente
Corso di Laurea
Informatica e Tecnologie/Informatica Industriale
Argomento 1.
Logica proposizionale
a.a. 2014-2015
Sonia L’Innocente (Camerino) 1 / 83
Sonia L’Innocente
Introduzione
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Sonia L’Innocente
Introduzione
Tentativo di definizioneLogica (matematica) = studio del pensiero (matematico)
I grandi della logica:Una lista sommaria di nomi e motivazioni
Aristotele (il sillogismo)Leibniz (calculus ratiocinator)Boole (l’algebra del pensiero, i fondamenti algebrici della logica)Frege (i fondamenti logici della matematica)Hilbert (il metodo assiomatico e il Programma)Godel (i teoremi di incompletezza, i limiti della conoscenzamatematica)Tarski (che cos’è la verità)Turing (l’avvento dell’informatica, l’intelligenza artificiale)
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Sonia L’Innocente
Introduzione
Cerchiamo di capire la struttura di affermazioni arbitrarie e di afferrarele regole che ne assicurano o ne escludono la verità. Una premessa èdoverosa, per mettere in guardia dalle differenze sottili che taloraseparano• il rigore della logica matematica,
• le convenzioni della lingua comune.
Il primo aiuta a studiare le seconde, ma spesso segue strade proprie.
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Introduzione
Qualche esempio delle ambiguità che distinguono il linguaggiocomune e quello rigoroso della matematica.
• In geometria piana le due affermazioni “q, q’ sono quadrati e “q è unquadrato e q’ è un quadrato paiono perfettamente equivalenti: l’una el’altra sono vere se e solo se, appunto, sia q che q’ sono quadrati.
• Le due affermazioni “Carlo e Camilla sono sposati, “Carlo è sposatoe Camilla è sposata si prestano a interpretazioni diverse, perch nellinguaggio comune la prima equivale a dire che Carlo e Camilla sonosposati tra loro, la seconda a sostenere che ciascuno dei due sposato,ma eventualmente per conto proprio.
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Sonia L’Innocente
Introduzione
Consideriamo la seguente definizione:
un numero naturale n si dice primo se e solo se n > 1 e, se a è unnaturale ed a divide n, allora a = 1 o a = n.
Analizzando la struttura di questa definizione, si riconosconoproposizioni fondamentali
n > 1, a è un naturale, a divide n, a = 1, a = n
separate da connettivi
. . . e . . . , se . . . allora . . ., . . . o . . .
Se si indicano con p0, p1, p2, p3, p4 le proposizioni fondamentali sopraelencate, e con ∧,→, ∨ i connettivi, la precedente definizione apparecosì strutturata:
p0 ∧ ((p1 ∧ p2)→ (p3 ∨ p4)).
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Introduzione
La Logica ProposizionaleLa logica proposizionale si propone un’analisi generale della ossaturadelle proposizioni matematiche sulle basi sopra accennate.Introduciamo questa logica. Cominciamo col definirne le formule.
Definizione.Alfabeto della logica proposizionale è l’insieme dei seguenti elementi:
variabili proposizionali p0, p1, . . ., pn, . . . per n naturale;
connettivi ¬ (non), ∧ (e), ∨ (o),→ (se ... allora),↔ (se e solo se);
parentesi ( , ) .
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Introduzione
Gli elementi dell’alfabeto si dicono simboli della logica proposizionale.Si definisce invece parola una sequenza finita di simboli dell’alfabeto.Ad esempio, p0( )¬∧ è una parola (in verità un po’ disordinata).
Definizione.L’insieme F delle formule della logica proposizionale è il minimoinsieme di parole dell’alfabeto
• contenente ogni variabile proposizionale pn (per n naturale);
• tale che, se α e β sono in F , allora anche ¬α, α ∧ β, α ∨ β, α→ β,α↔ β sono in F .
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Introduzione
Esempio.
p0 ∧ ((p1 ∧ p2)→ (p3 ∨ p4))
è una formula. Le parentesi (, ) sono usate nel modo ovvio per evitarepericoli di confusione ed ordinare le formule più elaborate. Così anche
(p0 ∧ p1) ∧ (p2 → (p3 ∨ p4))
è una formula, ma è diversa dalla precedente, come le parentesiappunto testimoniano. In realtà potremmo definire rigorosamente ilruolo delle parentesi, ma preferiamo qui affidarci al puro buon senso.
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Introduzione
È comunque intuitivamente accettabile che, se α, β e γ ∈ F , le formule
α ∧ (β ∧ γ), (α ∧ β) ∧ γ,
come ancheα ∨ (β ∨ γ), (α ∨ β) ∨ γ,
si possano identificare. Scriveremo allora liberamente α∧ β ∧ γ oppureα ∨ β ∨ γ. Se poi α0, . . . , αn ∈ F , le abbreviazioni∧
i≤n
αi ,∨i≤n
αi
hanno l’ovvio significato
α0 ∧ . . . ∧ αn, α0 ∨ . . . ∨ αn.
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Semantica e valutazioni
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Semantica e valutazioni
Le valutazioni della logica proposizionale.Definizione. Valutazione è una applicazione v dell’insieme{pn : n ∈ N} di tutte le variabili proposizionali in {0, 1}.
Una valutazione v è, allora, parlando alla buona, un modo di intendereogni variabile proposizionale pn come vera o falsa, nel senso che
• v(pn) = 1 significa che pn è vera per v ,
• v(pn) = 0 significa che pn è falsa per v .
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Semantica e valutazioni
Ogni valutazione v si può estendere ad una applicazione vdell’insieme F di tutte le formule in {0, 1} nel modo seguente (cheesprime rigorosamente ragionevoli intuizioni del senso comune):anzitutto, per ogni n naturale,
v(pn) = v(pn);
se poi α e β sono formule,
v(¬α) è 1 se v(α) = 0 e 0 altrimenti;
v(α ∧ β) è 1 se v(α) = v(β) = 1 e 0 altrimenti;
v(α ∨ β) è 1 se v(α) oppure v(β) è 1, e 0 altrimenti;
v(α→ β) è 1 se v(α) = 0 o v(β) = 1, 0 altrimenti;
v(α↔ β) è 1 se v(α) = v(β), 0 altrimenti;
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Semantica e valutazioni
La definizione di v(α→ β) può forse creare qualche perplessità,perché è difficile accettare che, quando si pensa che α sia falsa, alloraα→ β sia supposta vera indipendentemente da β. Suggeriamo però leseguenti implicazioni, che sono vere, ed hanno premesse false econclusioni l’una falsa e l’altra vera:
se 2 + 2 = 5, allora 3 + 2 = 6,
se 2 + 2 = 5, allora 2 + 2 > 3.Nel seguito indicheremo v ancora con v per semplificare la notazione.
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Semantica e valutazioni
Definizione.
Siano α ∈ F , v una valutazione. Si dice che v soddisfa α (v |= α) sev(α) = 1.In particolare, se α e β appartengono a F , allora si ha:v |= ¬α se e solo se v 6|= α,v |= α ∧ β se e solo se v |= α e v |= β,v |= α ∨ β se e solo se v |= α o v |= β,
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Semantica e valutazioni
v |= α→ β se e solo se v 6|= α o v |= β,v |= α↔ β se e solo se v |= α esattamente quando v |= β.Se S è un insieme di formule e v è una valutazione, diciamo che vsoddisfa S (v |= S) se v |= σ per ogni σ ∈ S.
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Semantica e valutazioni
Teorema di coincidenzaSiano α una formula di F , n un naturale tale che le variabiliproposizionali occorrenti in α sono tra p0, . . . , pn. Siano poi v0 e v1due valutazioni tali che v0(pi) = v1(pi) per ogni i ≤ n. Allora v0 |= α see solo se v1 |= α.
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Semantica e valutazioni
Dimostrazione.
Si procede per induzione sulla costruzione della formula α.Se α è una variabile proposizionale, deve essere α = pi per qualchei ≤ n; ma allora v0 |= pi se e solo se v1 |= pi per ipotesi.Se α è ¬β per qualche β ∈ F soddisfacente la tesi, allora v0 |= α se esolo se v0 6|= β e dunque se e solo se v1 6|= β, cioè se e solo se v1 |= α.
Se α è β ∧ γ dove β, γ ∈ F soddisfano la tesi, allora v0 |= α se e solose v0 |= β e v0 |= γ, dunque se e solo se v1 |= β e v1 |= γ, cioè se esolo se v1 |= α.Gli altri casi α = β ∨ γ, α = β → γ, α = β ↔ γ si trattano in modoanalogo. a
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Semantica e valutazioni
Definizione.
Una formula α si dice soddisfacibile se e solo se esiste unavalutazione v tale che v |= α.Enunciamo anche il problema principale che intendiamo studiarenell’ambito della logica proposizionale.Problema della soddisfacibilità (per la logica proposizionale).Determinare un algoritmo per decidere, per ogni formula α, se α èsoddisfacibile o no.
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Semantica e valutazioni
Definizione.
Una formula α si dice valida (o tautologia) se e solo se, per ognivalutazione v , v |= α.Allora una formula α è valida se e solo se ¬α non è soddisfacibile.Definizione. Un insieme S di formule si dice soddisfacibile se e solose esiste una valutazione v tale che v |= S (cioè, per ogni formula σ diS, v |= σ).Si vede facilmente che, se S è un insieme finito di formule, allora S èsoddisfacibile se e solo se
∧σ∈S σ è soddisfacibile. In particolare
l’insieme vuoto è soddisfacibile, anzi è soddisfatto da ogni valutazione.
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Semantica e valutazioni
Equivalenza logicaDefinizione. Due formule α e β si dicono logicamente equivalenti se esolo se, per ogni valutazione v , v |= α esattamente quando v |= β.In altre parole, α e β sono logicamente equivalenti se e solo se α↔ βè una tautologia. Osserviamo poi che la relazione di equivalenzalogica è (a conferma del nome) una relazione di equivalenzanell’insieme di tutte le formule.
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Semantica e valutazioni
Conseguenza logicaDefinizione. Siano S un insieme di formule, α una formula. Si diceche α è conseguenza di S (S |= α) se e solo se, per ogni valutazionev , quando v |= S, allora v |= α.Per S e α come sopra, S |= α se e solo se S ∪ {¬α} non èsoddisfacibile.Se S è finito, S |= α se e solo se la formula
∧σ∈S σ ∧ ¬α non è
soddisfacibile.Notiamo poi che una formula α è valida se e solo se ∅ |= α.
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Semantica e valutazioni
Segue dalle precedenti osservazioni che, se si dispone di un algoritmoper il problema della soddisfacibilità, si possono agevolmente costruirealgoritmi per decidere:
1. per ogni formula α, se α è valida o no;
2. per ogni insieme finito S di formule, se S è soddisfacibile o no;
3. per ogni coppia di formule α e β, se α e β sono logicamenteequivalenti o no;
4. per ogni insieme finito di formule S e per ogni formula α, se α è o noconseguenza di S.
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Semantica e valutazioni
Osservazioni(i) Siano α, β e γ formule. Sono logicamente equivalenti
α e ¬¬α,
¬(α ∧ β) e ¬α ∨ ¬β,
¬(α ∨ β) e ¬α ∧ ¬β,
α↔ β e (α→ β) ∧ (β → α),
α→ β e ¬α ∨ β,
α ∧ (β ∨ γ) e (α ∧ β) ∨ (α ∧ γ),
α ∨ (β ∧ γ) e (α ∨ β) ∧ (α ∨ γ).
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Semantica e valutazioni
Osservazioni(ii) Siano α, β, α′, β′ formule tali che α è logicamente equivalente adα′, e β è logicamente equivalente a β′. Allora anche le seguentiformule sono logicamente equivalenti:
¬α e ¬α′,
α ∧ β e α′ ∧ β′,
α ∨ β e α′ ∨ β′,
α→ β e α′ → β′,
α↔ β e α′ ↔ β′.
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Semantica e valutazioni
Abbiamo prima definito i concetti di insieme soddisfacibile S diformule, e per conseguenza di un insieme S di formule.Abbiamo anche osservato che, se si dispone di un algoritmo per ilproblema della soddisfacibilità per le formule, è agevole dedurne altri,uno per controllare la soddisfacibilità di un insieme S di formule, eduno per controllare le conseguenze di S, purché S sia finito.L’ipotesi di finitezza di S è, del resto, assolutamente ovvia nel contestodi ricerca di algoritmi da applicare nella pratica.Vogliamo però dimostrare che, in un certo senso, il caso in cui S èinfinito si può ridurre al caso finito.Vale il seguente teorema.
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Semantica e valutazioni
Teorema di CompattezzaSia S un insieme infinito di formule. Allora S è soddisfacibile se e solose ogni sottoinsieme finito di S è soddisfacibile.
In particolare si ha:
Corollario.Se S è un insieme infinito di formule e α è una formula, allora α èconseguenza di S se e solo se esiste un sottoinsieme finito S0 di Stale che α è conseguenza di S0.
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Semantica e valutazioni
Dimostrazione del corollario.Sappiamo che S |= α se e solo se S ∪ {¬α} non è soddisfacibile. Sevale il Teorema di compattezza, questo equivale ad affermare cheesiste un sottoinsieme finito S1 di S ∪ {¬α} che non è soddisfacibile, enon c’è perdita di generalità nel supporre ¬α ∈ S1, cioèS1 = S0 ∪ {¬α} per qualche sottoinsieme finito S0 di S (infatti, se siaggiungono nuove formule, come ¬α, ad un insieme giàinsoddisfacibile, si ottiene un insieme ancora insoddisfacibile).Possiamo allora dire che S |= α se e solo se esiste un sottoinsiemefinito S0 di S tale che S0 ∪ {¬α} non è soddisfacibile, cioè tale cheS0 |= α. a
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Sonia L’Innocente
Cenni di sintassi
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Cenni di sintassi
Teorema di completezza
Definizione: α dimostrabileDato
• un insieme di assiomi (ovvero di formule di F di evidentesensatezza);
• un insieme di regole di deduzione (ovvero di funzioni che a certesequenze ordinate di formule associano nuove formule, ad esempio(α, α→ β) 7−→ β)
si dice che, per ogni formula α e per ogni insieme S di formule, α èdimostrabile da S ,
S ` α
se e solo se esiste una sequenza finita α0, . . . , αn di formule tali cheαn = α e, per ogni i < n, αi è un assioma o appartiene a S o si ottieneda formule precedenti tramite le regole di deduzione.
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Cenni di sintassi
Teorema di completezza
È possibile definire in modo opportuno
• un insieme di assiomi;
• un insieme di regole di deduzione;
in modo tale che, ∀α e ∀ insieme S di formule,
S |= α se e solo se S ` α
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Cenni di sintassi
Questo risultato prende il nome di Teorema di completezza. Il suosignificato è chiaro. Sappiamo infatti che, se α è una formula e S è uninsieme di formule, α è conseguenza di S se e solo se ognivalutazione che crede a S crede anche ad α. Il Teorema dicompletezza ci dice che, per una opportuna scelta di assiomi e regoledi deduzione, questo equivale, per ogni S e α, alla possibilità didimostrare (nel senso sopra descritto) α da S.
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Connettivi, forme normali
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
Intendiamo affrontare in questo paragrafo il problema di dare unadefinizione rigorosa di connettivo.
Intuitivamente, connettivo (ad esempio ∧) è una costruzione che, apartire da certe formule (α, β nel nostro caso), definisce una nuovaformula (α ∧ β, appunto).
Della nuova formula non è tanto importante la rappresentazione chese ne dà, quanto il significato che le si attribuisce, e dunque quando lasi ritiene vera, in relazione naturalmente ai valori di verità assegnatialle formule che la definiscono.
Vediamo il successivo esempio.
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
Esempio∀v , si ha che: v(α ∧ β) = 1 se e solo se v(α) = v(β) = 1. In questosenso ∧ si identifica con la funzione
f : {0, 1}2 → {0, 1}
tale chef ((1, 1)) = 1,
f ((0, 0)) = f ((0, 1)) = f ((1, 0)) = 0
o, equivalentemente, tale che, per ogni x0, x1 ∈ {0, 1},f ((x0, x1)) = v(α ∧ β) dove α e β sono formule e v è una valutazionetale che v(α) = x0 e v(β) = x1.
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Connettivi, forme normali
Queste considerazioni suggeriscono la seguente definizione.
ConnettivoDefinizione. Sia n un intero positivo. Connettivo n-ario è una funzionedi {0, 1}n in {0, 1}.
Sia α con variabili proposizionali tra p0, . . . , pn−1.
Allora α definisce il seguente connettivo n-ario f nα : per ogni scelta di
x0, . . . , xn−1 ∈ {0, 1},
f nα(x0, . . . , xn−1) = v(α)
dove v è una valutazione tale che v(pi) = xi ∀i < n
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Connettivi, forme normali
Osservazioni.Siano α e β due formule con variabili proposizionali tra p0, . . . , pn−1.
1. f nα è la funzione non nulla se e solo se α è soddisfacibile.
Spiegazione
Sia infatti α soddisfacibile, e sia v tale che v(α) = 1. Allora
f nα(v(p0), . . . , v(pn−1)) = 1,
e f nα non è la funzione nulla.
Viceversa, assumiamo che esista x = (x0, . . . , xn−1) ∈ {0, 1}n taleche f n
α(x) = 1. Se v è una valutazione tale che v(pj) = xj per ognij < n, si ha v(α) = f n
α(x) = 1. Così v |= α.
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
Osservazioni.2. f n
α = f nβ se e solo se α e β sono logicamente equivalenti.
Spiegazione
Supponiamo infatti α e β logicamente equivalenti. Allora, ∀v ,v(α) = v(β). Sia x ∈ {0, 1}n; ricordiamo che
f nα(x) = v(α), f n
β (x) = v(β)
dove v è tale che v(pj) = xj per ogni j < n; dunque f nα(x) = f n
β (x).Segue f n
α = f nβ .
Supponiamo adesso f nα = f n
β . Per ogni v , si ha
v(α) = f nα(v(p0), . . . , v(pn−1)), v(β) = f n
β (v(p0), . . . , v(pn−1)).
Allora v(α) = v(β). Dunque α e β sono logicamente equivalenti.
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
Siamo ora in grado di dimostrare il seguente teorema.
Teorema.Siano n ∈ N− {0} e g un connettivo n-ario.
Allora esiste una formula α con variabili proposizionali tra p0, . . . , pn−1tale che f n
α = g. Inoltre α può essere scelta come una disgiunzione dicongiunzioni di variabili proposizionali o negazioni di variabiliproposizionali.
OsservazioneIl teorma mostra che ∀n ∈ N− {0}e per ogni connettivo n-ario g, ∃ unaformula α costruita con il solo uso di ¬, ∧ e ∨ (addiritturaα =
∨i≤k
∧j<n λi,j dove ciascun λi,j è pj o la sua negazione) tale che
g = f nα . In particolare i connettivi proposti ¬, ∧, ∨,→,↔ sono (più che)
sufficienti; anzi ¬, ∧ e ∨ bastano per generare tutti i possibili connettivi.
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
Definizione.
Una formula α si dice
1. basica se e solo se α è una variabile proposizionale o la suanegazione;
2. in forma normale disgiuntiva se α è una disgiunzione dicongiunzioni di formule basiche:
α =∨
i≤k∧
j≤niλi,j
dove k e ciascun ni (i ≤ k ) sono interi positivi, mentre ciascun λi,j èuna formula basica (si scrive allora α ∈ DNF );
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Sonia L’Innocente
Connettivi, forme normali
3. in forma normale congiuntiva se α è una congiunzione didisgiunzioni di formule basiche:
α =∧i≤k
∨j≤ni
λi,j
dove k e ciascun ni (i ≤ k ) sono interi positivi, mentre ciascun λi,j èuna formula basica (si scrive allora α ∈ CNF ).
Un’altra conseguenza del precedente teorema è data dal seguentecorollario.
Corollario.Sia β una formula. Allora esistono una formula α ∈ DNF e una formulaγ ∈ CNF logicamente equivalenti a β.
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Il problema della soddisfacibilità
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
È già stato introdotto il problema della soddisfacibilità nella logicaproposizionale, un metodo semplice è il seguente
Le Tavole di veritàData una formula α,
1. si enumerano le variabili proposizionali p0, . . . , pn−1 in α;
2. si enumerano tutte le possibili sequenze x0, . . . , xn−1 che unavalutazione v può associare a p0, . . . , pn−1,
3. per ogni sequenza, si calcola il corrispondente valore di v(α).
α è soddisfacibile se e solo se almeno una volta si ottiene v(α) = 1.
Sonia L’Innocente (Camerino) 43 / 83
Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
Esempi
1. α è ¬p0 ∨ (p0 → p1). Allora α è soddisfacibile.
p0 p1 ¬p0 p0 → p1 α
1 1 0 1 11 0 0 0 00 1 1 1 10 0 1 1 1
In particolare, le valutazioni v per cui v(α) = 1 sono quelle tali chev(p0) = 0 o v(p1) = 1.
Sonia L’Innocente (Camerino) 44 / 83
Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
2.
Sia α la formula (p0 → p1) ∧ (p1 → p0). Allora α è soddisfacibile.
p0 p1 p0 → p1 p1 → p0 α
1 1 1 1 11 0 0 1 00 1 1 0 00 0 1 1 1
La formula α è soddisfacibile perché esistono valutazioni che leassociano il valore 1. Tali valutazioni sono quelle v per cuiv(p0) = v(p1). In particolare α è logicamente equivalente a p0 ↔ p1.
Sonia L’Innocente (Camerino) 45 / 83
Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
3.
Sia ora α la formula p0 ∨ (p1 ∧ ¬p2). Allora α è soddisfacibile, comemostra la seguente tabella.
p0 p1 p2 ¬p2 p1 ∧ ¬p2 α
1 1 1 0 0 11 1 0 1 1 11 0 1 0 0 11 0 0 1 0 10 1 1 0 0 00 1 0 1 1 10 0 1 0 0 00 0 0 1 0 0
La formula α è soddisfacibile perché esistono valutazioni che leassociano il valore 1.
Sonia L’Innocente (Camerino) 46 / 83
Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
4.
Il metodo esposto si può applicare, più in generale, per stabilire lasoddisfacibilità di una formula quale ¬α ∨ (α→ β) con α e β in F , inriferimento, naturalmente, alle valutazioni di α e β. In questo caso si ha
α β ¬α α→ β ¬α ∨ (α→ β)
1 1 0 1 11 0 0 0 00 1 1 1 10 0 1 1 1
Perciò, per ogni valutazione v , si ha che v soddisfa ¬α ∨ (α→ β) se esolo se v non soddisfa α oppure v soddisfa β. L’esistenza di una talevalutazione, e quindi la soddisfacibilità di ¬α ∨ (α→ β), dipendeovviamente da α e β.
Sonia L’Innocente (Camerino) 47 / 83
Sonia L’Innocente
Il problema della soddisfacibilità
5.
Per ogni formula α, α ∨ ¬α è valida.
α ¬α α ∨ ¬α
1 0 10 1 1
Dunque, per ogni valutazione v , v soddisfa α ∨ ¬α.
6. Per ogni formula α, α ∧ ¬α non è soddisfacibile.
α ¬α α ∧ ¬α
1 0 00 1 0
Dunque, per ogni valutazione v , v non soddisfa α ∧ ¬α.
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Il problema della soddisfacibilità
7.
Se α e β sono formule, allora α→ β e ¬α ∨ β sono logicamenteequivalenti.
α β α→ β ¬α ¬α ∨ β
1 1 1 0 11 0 0 0 00 1 1 1 10 0 1 1 1
Allora, per ogni valutazione v , v soddisfa α→ β se e solo se vsoddisfa ¬α ∨ β. Di conseguenza le due formule sono logicamenteequivalenti.
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Il problema della soddisfacibilità
8.
Se α e β sono formule, allora β è conseguenza di {α, α→ β}.
α β α→ β
1 1 11 0 00 1 10 0 1
In particolare, una valutazione v che soddisfa α e α→ β soddisfaanche β.
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Il problema della soddisfacibilità
Metodo efficiente?Il metodo delle tavole di verità è dunque molto semplice. Ha però ungrave difetto: infatti, se α è una formula con n variabili proposizionalip0, . . . , pn−1, le possibili sequenze (v(p0), . . . , v(pn−1)), quando vvaria tra le valutazioni, esauriscono tutto {0, 1}n, e sono dunque 2n.
L’impostazione della tavola di verità di α richiede 2n passi; segue che ilmetodo richiede troppo tempo e troppo spazio quando n è grande.
Si pone il problema di ottenere algoritmi più pratici ed efficienti.
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Forme normali e clausole
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Forme normali e clausole
Nella ricerca di nuovi metodi più veloci per il problema dellasoddisfacibilità, possiamo allora cercare intanto un metodo effettivoper tradurre una arbitraria formula α in una formula in DNF o in CNFlogicamente equivalente ad α. Illustremo tale metodo.
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Forme normali e clausole
Riduzione in DNF o in CNF.
Sia α una formula. Per ottenere una formula in DNF o in CNFlogicamente equivalente ad α si esegue il seguente programma.
(a) Eliminare↔ in α (basta ricordare che, se β e γ sono due formule,allora β ↔ γ è logicamente equivalente a (β → γ) ∧ (γ → β)).
(b) Eliminare→ (per ogni scelta di β e γ, β → γ è logicamenteequivalente a ¬β ∨ γ).
(c) Eliminare ogni connettivo ¬ che non riguardi direttamente variabiliproposizionali (ricordare che, per ogni scelta di β e γ, sonologicamente equivalenti ¬¬β e β, ¬(β ∧ γ) e ¬β ∨ ¬γ, ¬(β ∨ γ) e¬β ∧ ¬γ).
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Forme normali e clausole
Sappiamo che valgono le proprietà distributive tanto di ∧ rispetto a ∨quanto di ∨ rispetto a ∧: infatti, per ogni scelta di β, γ e δ in F , sonologicamente equivalenti le formule β ∧ (γ ∨ δ) e (β ∧ γ) ∨ (β ∧ δ),β ∨ (γ ∧ δ) e (β ∨ γ) ∧ (β ∨ δ)).
Così un semplice trucco per ridurre, dopo il passo (c), la formula α inDNF è quello di sostituire in α ∨ e ∧ rispettivamente con + e ·, fare icalcoli come se α fosse un polinomio e, dopo aver ridotto il polinomioin forma normale (somma di prodotti di variabili proposizionali),mettere nuovamente ∨ e ∧ al posto di + e ·. Naturalmente, se sipreferisce CNF a DNF , il trucco è lo stesso; basta avere laprecauzione di sostituire stavolta ∧ con + e ∨ con ·. Sintetizzando,l’ultimo passo del programma di riduzione a DNF o CNF è:
(d) usare le proprietà distributive di ∧ (∨) rispetto a ∨ (∧).
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Forme normali e clausole
Proseguiamo la ricerca di un algoritmo per il problema dellasoddisfacibilità. Sia α una formula in CNF , ad esempio:
α :∧i≤n
∨j≤mi
λi,j
con n, mi ∈ N e formule basiche λi,j .Cambiando notazione, possiamo scrivere α come un insieme (finito enon vuoto) di insiemi (finiti e non vuoti) di formule basiche ponendo:
α = {{λi,j : j ≤ mi} : i ≤ n}.
In generale, possiamo dare la seguente definizione.
Definizione. Clausola è un insieme finito di formule basiche.
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Forme normali e clausole
Ogni formula in CNF definisce un insieme finito e non vuoto diclausole non vuote. Esistono altri insiemi finiti di clausole:
• l’insieme vuoto ∅;
• gli insiemi contenenti la clausola vuota.
Nel seguito porremo
� = clausola vuota
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Forme normali e clausole
Ricordiamo che, se v è una valutazione e α è una formula di CNF ,rappresentata nella forma ∧
i≤n
∨j≤mi
λi,j ,
o anche come insieme finito e non vuoto di clausole non vuote
{{λi,j : j ≤ mi} : i ≤ n},
allora v soddisfa α (v |= α) se e solo se, per ogni i ≤ n, esiste j ≤ mitale che v(λi,j) = 1. Poniamo allora la seguente definizione.
Definizione. Siano v una valutazione, α un insieme finito di clausole.Si dice che v soddisfa α, e si scrive v |= α, se e solo se, per ognik ∈ α, esiste λ ∈ k tale che v(λ) = 1.
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Forme normali e clausole
Inoltre:
• ogni valutazione v soddisfa ∅ (non esiste alcuna clausola in ∅);
• se α è un insieme finito di clausole e � ∈ α, allora nessunavalutazione v soddisfa α (infatti � è una clausola di α, ma non esistealcun formula basica λ in �).
Possiamo adesso dare la seguente definizione.
Definizione. Diciamo che un insieme finito di clausole α èsoddisfacibile se e solo se esiste una valutazione v che soddisfa α.
Se poi α e α′ sono due insiemi finiti di clausole, diciamo che α′ èconseguenza logica di α, e scriviamo α |= α′, se ogni valutazione vche soddisfa α soddisfa anche α′. Ad esempio, è facile osservare che,se α′ ⊆ α, allora α |= α′.
Finalmente definiamo due insiemi finiti di clausole α e α′ logicamenteequivalenti se sono soddisfatti dalle stesse valutazioni.
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Forme normali e clausole
Lemma.Siano α un insieme finito di clausole, k ∈ α, λ una variabileproposizionale tale che tanto λ quanto ¬λ appartengono a k. Allora αe α− {k} sono logicamente equivalenti.
Dimostrazione.Se v |= α, si ha v |= α− {k} perché α− {k} ⊆ α. Supponiamo allorav |= α− {k}; siccome v(λ) = 1 o v(¬λ) = 1, esiste comunque µ ∈ ktale che v(µ) = 1. Dunque v |= α. a
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Forme normali e clausole
Possiamo poi assumere che, per ogni clausola k in α e per ognivariabile proposizionale λ,
λ 6∈ k oppure ¬λ 6∈ k .
Infatti, se α contiene una clausola k tale che, per qualche formulabasica λ, tanto λ quanto ¬λ appartengono a k , allora α èsoddisfacibile se e solo se α− {k} è soddisfacibile.
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Forme normali e clausole
Conviene allora introdurre, a proposito di α e della formula basica λ, laseguente notazione:
α0λ = {k ∈ α : λ 6∈ k , ¬λ 6∈ k},
α+λ = {k ∈ α : λ ∈ k},
α−λ = {k ∈ α : ¬λ ∈ k}
(allora α0λ, α+
λ , α−λ formano una partizione di α: sono a due a duedisgiunti e α0
λ ∪ α+λ ∪ α
−λ = α); poniamo anche:
Posλ(α) = α0λ ∪ {k − {λ} : k ∈ α+
λ },
Negλ(α) = α0λ ∪ {k − {¬λ} : k ∈ α−λ }
(naturalmente, quando λ = ¬µ è la negazione di una variabileproposizionale, si intende ¬λ = µ)
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Forme normali e clausole
Esempio.
Siano
α = {{p0, ¬p1, p2}, {¬p0,¬p1, p2}, {p1, ¬p2}, {p0}}, λ = p0.
Alloraα0λ = {{p1,¬p2}},
α+λ = {{p0, ¬p1, p2}, {p0}},
α−λ = {{¬p0, ¬p1, p2}},
Posλ(α) = {{p1,¬p2}, {¬p1, p2}, �},
Negλ(α) = {{p1,¬p2}, {¬p1, p2}}.
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Il Teorema di decomposizione
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Il Teorema di decomposizione
Teorema (di decomposizione). Siano α un insieme finito di clausole,λ una variabile proposizionale. Allora α è soddisfacibile se e solo sePosλ(α) o Negλ(α) è soddisfacibile.
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Il Teorema di decomposizione
Osservazione
Sia α una formula in CNF con variabili proposizionali tra p0, . . . , pn−1.Sappiamo che α è soddisfacibile se e solo se Posλ(α) oppure Negλ(α)è soddisfacibile. Dunque, per controllare la soddisfacibilità di α, bastacontrollare quella di
Pospi (α), Negpi (α),
per qualche i < n; Pospi (α) e Negpi (α) hanno il vantaggio di avere unavariabile proposizionale in meno perché pi non occorre né in Pospi (α)né in Negpi (α); conviene anzi scegliere i < n tale che pi (o ¬pi ) ha ilmassimo numero di occorrenze in α.
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Il Teorema di decomposizione
Corollario 1 (regola della formula basica pura).Se α ∈ CNF (o, più in generale, α è un insieme finito di clausole), λ èuna formula basica e α−λ = ∅ (cioè ¬λ non occorre mai nelle clausoledi α), allora α è soddisfacibile se e solo se α0
λ è soddisfacibile.
Dimostrazione. Infatti, se α è soddisfacibile, anche α0λ ⊆ α è
soddisfacibile. Viceversa supponiamo α0λ soddisfacibile; siccome
α−λ = ∅, Negλ(α) = α0λ, e dunque Negλ(α) è soddisfacibile. Per il
Teorema di decomposizione, α è soddisfacibile. a
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Il Teorema di decomposizione
Corollario 2 (regola della clausola unitaria).Se α ∈ CNF e, per qualche formula basica λ, {λ} è una clausola di α,allora α è soddisfacibile se e solo se Negλ(α) è soddisfacibile.
Dimostrazione. Se {λ} ∈ α, allora {λ} ∈ α+λ e dunque � = {λ} − {λ}
appartiene a Posλ(α). Segue che Posλ(α) non è soddisfacibile. La tesiè allora un caso particolare del Teorema di decomposizione. a
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Il Teorema di decomposizione
Diamo adesso alcuni esempi di applicazione del Teorema didecomposizione e delle regole di Davis-Putnam.
Esempi
1. Sia dapprima
α = {{¬p0, ¬p1, p2}, {¬p0, ¬p1, p3}, {¬p4, ¬p5, p6},
{¬p6, ¬p3, p7}, {p0}, {p1}, {p4}, {p5}, {¬p7}}.
Allora α non è soddisfacibile. Infatti, con uso ripetuto della regola dellaclausola unitaria, possiamo vedere che α è soddisfacibile se e solo serisultano successivamente soddisfacibili i seguenti insiemi finiti diclausole:
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Il Teorema di decomposizione
{{¬p1, p2}, {¬p1, p3}, {¬p4, ¬p5, p6}, {¬p6,¬p3, p7},
{p1}, {p4}, {p5}, {¬p7}},
e poi
{{p2}, {p3}, {¬p4, ¬p5, p6}, {¬p6, ¬p3, p7}, {p4}, {p5}, {¬p7}},
{{p2}, {¬p4, ¬p5, p6}, {¬p6, p7}, {p4}, {p5}, {¬p7}},
{{p2}, {¬p4, p6}, {¬p6, p7}, {p4}, {¬p7}},
{{p2}, {p6}, {¬p6, p7}, {¬p7}},
{{p2}, {p6}, {¬p6}},
{{p2}, �}
(si considerino nell’ordine le clausole unitarie {p0}, {p1}, {p3}, {p5},{p4}, {¬p7}, {p6}). L’ultimo insieme di clausole non è soddisfacibileperché contiene �.
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Il Teorema di decomposizione
2.
Sia adesso
α = {{p0, p1, ¬p2, p3}, {¬p0, ¬p1, ¬p2, p3}, {¬p0, ¬p1, ¬p2}}.
Siccome α−¬p2= ∅, si può usare la regola della formula basica pura per
λ = ¬p2. Dato che α0¬p2
= ∅ è soddisfacibile, anche α lo è.
3. Finalmente consideriamo
α = {{p0, ¬p1}, {p0, p2}, {¬p0, ¬p1}, {¬p0, p3}, {p1, ¬p2}, {p1, ¬p3}}.
Applicando il Teorema di decomposizione per λ = p0, si ha che α èsoddisfacibile se e solo se uno dei seguenti insiemi è soddisfacibile:
Posp0(α) = {{¬p1}, {p2}, {p1, ¬p2}, {p1, ¬p3}},
Negp0(α) = {{¬p1}, {p3}, {p1, ¬p2}, {p1, ¬p3}}.
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Il Teorema di decomposizione
Consideriamo dapprima Posp0(α); con la regola della clausola unitariaapplicata a p2, si ottiene:
{{¬p1}, {p1}, {p1, ¬p3}},
da cui si passa, ancora con la regola della clausola unitaria, stavoltaapplicata a p1, a {�}, che è non soddisfacibile. Segue che Posp0(α)non è soddisfacibile. Allo stesso modo si vede che anche Negp0(α)non è soddisfacibile (basta ripetere i passaggi per Posp0(α) invertendoi ruoli di p2 e p3). Dunque neppure α lo è.
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Il Teorema di decomposizione
Algoritmo per il problema della soddisfacibilità suggerito dalTeorema di DecomposizioneData formula α in CNF , con variabili proposizionali tra p0, . . . , pn−1, èo no soddisfacibile: determinare prima
Posp0(α), Negp0(α)
(che hanno variabili proposizionali tra p1, . . . , pn−1), poi
Posp1(Posp0(α)), Negp1(Posp0(α))
ePosp1(Negp0(α)), Negp1(Negp0(α)),
(che hanno variabili proposizionali tra p2, . . . , pn−1), e così via. Sidetermina in questo modo un albero 2-adico con n livelli e, quindi, 2n
rami. Al termine di ciascun ramo si trova un insieme finito di clausolenon contenenti alcuna formula basica, dunque coincidenti con ∅oppure con {�}.
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Il Teorema di decomposizione
Algoritmo per il problema della soddisfacibilità suggerito dalTeorema di DecomposizionePer il Teorema di decomposizione, α è soddisfacibile sse, ad ognilivello dell’albero, almeno un nodo è soddisfacibile. Ricordiamo che ∅ èsoddisfatto da ogni valutazione, mentre {�} non è soddisfacibile.
α è soddisfacibile se e solo se al termine di almeno un ramo si trova ∅.In particolare il metodo richiede, se α ha n variabili proposizionali, diesplorare 2n rami di un albero. Si presta perciò alle medesime critichedelle tavole di verità: è, in generale, troppo lento. Naturalmente, in casiparticolari (come quelli relativi agli esempi precedenti), l’uso delTeorema di decomposizione e delle regole di Davis-Putnam permetteun rapido controllo della soddisfacibilità della formula proposta.
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Il Teorema di risoluzione
Outline
1 Introduzione
2 Semantica e valutazioni
3 Cenni di sintassi
4 Connettivi, forme normali
5 Il problema della soddisfacibilità
6 Forme normali e clausole
7 Il Teorema di decomposizione
8 Il Teorema di risoluzione
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Il Teorema di risoluzione
Definizione.Siano k1, k2 due clausole, λ una variabile proposizionale tale cheλ ∈ k1 e ¬λ ∈ k2. Si dice risolvente di k1 e k2 rispetto a λ, e si indicacon resλ(k1, k2), la clausola (k1 − {λ}) ∪ (k2 − {¬λ}).
Esempio. Siano k1 = {p0, p1}, k2 = {¬p0, p2}, λ = p0. Allora
resλ(k1, k2) = {p1, p2}.
Si noti che, per ogni valutazione v , se v |= {k1, k2}, allora v(p1) = 1oppure v(p2) = 1, e dunque v |= {resλ(k1, k2)}.
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Il Teorema di risoluzione
Lemma 1.Siano k1, k2 clausole, λ una variabile proposizionale tale che λ ∈ k1 e¬λ ∈ k2. Allora {k1, k2} |= {resλ(k1, k2)}.
Risolvente di una formulaSia α ∈ CNF (o, più in generale, sia α un insieme finito di clausole), esia λ una variabile proposizionale. Poniamo
RESλ(α) = α0λ ∪ {resλ(k1, k2} : k1 ∈ α+
λ , k2 ∈ α−λ }.
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Il Teorema di risoluzione
Lemma 2.Siano α ∈ CNF (o comunque un insieme finito di clausole), λ unavariabile proposizionale. Allora α è soddisfacibile se e solo seRESλ(α) è soddisfacibile.
Dimostrazione. (=⇒) Proviamo che, addirittura, ogni valutazione v chesoddisfa α soddisfa anche RESλ(α). Sia k ∈ RESλ(α), cerchiamoµ ∈ k tale che v(µ) = 1. Se k ∈ α0
λ, allora k ∈ α, e la tesi è ovvia. Siaallora k = resλ(k1, k2) con k1 ∈ α+
λ e k2 ∈ α−λ . Allora {k1, k2} ⊆ α,dunque v |= {k1, k2}. Per il Lemma 1, v |= {k}, ovvero esiste µ ∈ ktale che v(µ) = 1.
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Il Teorema di risoluzione
Dimostrazioen del Lemma 2 (seconda parte)
(⇐=) Per il Teorema di decomposizione, basta provare che, se v è unavalutazione che soddisfa RESλ(α), allora v soddisfa Posλ(α) oppureNegλ(α). Dunque supponiamo che v |= RESλ(α) ma v 6|= Posλ(α), edimostriamo che, in questo caso,v |= Negλ(α) = α0
λ ∪ {k2 − {¬λ} : k2 ∈ α−λ }. Chiaramente v |= α0λ
perché α0λ ⊆ α. Sia ora k2 ∈ α−λ ; sappiamo che esiste k ∈ Posλ(α) tale
che, per ogni µ ∈ k , v(µ) = 0, e, siccome v |= α0λ, deve essere
k = k1 − {λ} per un’opportuna clausola k1 ∈ α+λ . Per ipotesi
v |= {resλ(k1, k2)}, cioè esiste µ ∈ resλ(k1, k2) tale che v(µ) = 1; manon può essere µ ∈ k1 − {λ} = k , dunque µ ∈ k2 − {λ}. Inconclusione, v |= Negλ(α). a
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Il Teorema di risoluzione
Il lemma 2 suggerisce già un algoritmo per controllare lasoddisfacibilità di una formula α ∈ CNF .
Se le variabili proposizionali di α sono tra p0, . . . , pn−1, si costruisconosuccessivamente
α0 = α
e, per ogni i con 0 < i < n,
αi+1 = RESpi (αi).
Allora, per ogni i < n, le variabili proposizionali nelle clausole di αisono tra pi , . . . , pn−1, e αi è soddisfacibile sse lo è α.
Le clausole di αn non contengono alcuna variabile proposizionale, edunque αn = ∅ oppure αn = {�}. Se αn = ∅, allora α è soddisfacibile,mentre, se αn = {�}, α non è soddisfacibile.
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Il Teorema di risoluzione
Definizione.Sia α ∈ CNF . Si dice confutazione di α una sequenza finita k0, . . . , kmdi clausole tali che km = � e, per ogni i ≤ m, ki ∈ α o esistono j , h < ied una variabile proposizionale λ tali che λ ∈ kj , ¬λ ∈ kh eki = resλ(kj , kh).
Teorema di risoluzione.Sia α ∈ CNF. Allora α non è soddisfacibile sse esiste unaconfutazione di α.
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Il Teorema di risoluzione
Esempio.
Siaα = {{¬p0, ¬p1, p2}, {¬p0, ¬p1, p3}, {¬p4, ¬p5, p6},{¬p6, ¬p3, p7}, {p0}, {p1}, {p4}, {p5}, {¬p7}}.
Abbiamo già provato, con l’uso delle regole di Davis-Putnam, che αnon è soddisfacibile. Ecco una confutazione di α:
k0 = {¬p0, ¬p1, p3} ∈ α,
k1 = {¬p6, ¬p3, p7} ∈ α,k2 = {¬p0, ¬p1, ¬p6, p7} = resp3(k0, k1),
k3 = {p0} ∈ α,k4 = {¬p1, ¬p6,p7} = resp0(k3, k2),
k5 = {p1} ∈ α,k6 = {¬p6, p7} = resp1(k5, k4),
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Il Teorema di risoluzione
k7 = {¬p7} ∈ α,
k8 = {¬p6} = resp7(k6, k7),
k9 = {¬p4, ¬p5, p6} ∈ α,
k10 = {¬p4, ¬p5} = resp6(k9, k8},
k11 = {p4} ∈ α,
k12 = {¬p5} = resp4(k11, k10),
k13 = {p5} ∈ α,
k14 = � = resp5(k13, k12).
Si può comunque mostrare che anche il metodo ora descritto, perquanto più rapido dei precedenti in qualche caso particolare ha tuttavialo stesso difetto: è troppo lento.
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